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A white white day - Segreti nella nebbia

di Hlynur Pálmason A WHITE WHITE DAY - SEGRETI NELLA NEBBIA

Origine: Islanda, Danimarca, Svezia, 2019 Produzione: Anton Máni Svansson per Join Motion Pictures, in coproduzione con Film i Vast, Snowglobe, Hobab Regia: Hlynur Pálmason Soggetto e Sceneggiatura: Hlynur Pálmason Interpreti: Ingvar E. Sigurðsson (Ingimundur), Ída Mekkín Hlynsdóttir (Salka), Hilmir Snær Guðnason (Olgeir), Bjørn Ingi Hilmarsson (Trausti), Elma Stefanía Ágústsdóttir (Elín), Sara Dögg Ásgeirsdóttir (Moglie di Ingimundur) Durata: 109’ Distribuzione: Trent Film Uscita: 28 ottobre 2021

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UUn’auto finisce fuori strada a causa di un fitto banco di nebbia. Tempo dopo, Ingimundur, poliziotto di mezza età di un paesino islandese, non è riuscito ancora a elaborare del tutto la morte di sua moglie, nonostante le sedute di terapia; l’uomo passa le sue giornate costruendo una casa per sua figlia e per la sua nipotina Salka oppure in commissariato con i suoi ex colleghi. Ingimundur è ossessionato da Olgeir, suo compagno di calcetto, che chiama anonimamente senza rispondere e che spia fuori dalla sua abitazione.

Non riuscendo a comprendere del tutto come facciano altri uomini a tradire con così tanta facilità le proprie mogli, Ingimundur ha sempre considerato la sua consorte come il suo tutto, amandola a tal punto da non aver bisogno di nessun’altra, sebbene inizi a sospettare che, al contrario, lei lo abbia tradito con un altro uomo, molto probabilmente con Olgeir. Ingimundur diventa via via più cupo, incapace di esternare la sua rabbia e il suo dolore, troppo focalizzato unicamente su ricordi e sentimenti negativi; di conseguenza, durante una seduta via web con il suo analista, quando emerge la sua difficoltà di provare compassione per se stesso e di focalizzarsi su qualcosa di positivo, l’uomo distrugge violentemente il suo studio. I colleghi di Ingimundur, dopo aver ricevuto la denuncia da parte dell’analista, lo rendono cosciente di aver superato ogni limite, ma l’uomo va su tutte le furie, tanto da aggredire entrambi, rinchiudendoli in cella, per poi fuggire. Dopo aver maltrattato anche Salka e ormai preda della sua ira incontrollata, Ingimundur si presenta con l’auto della polizia a casa di Olgeir e gli chiede di seguirlo in centrale; in realtà, l’uomo lo conduce in un’area deserta, in piena notte, prendendolo in ostaggio con un fucile e portandolo di fronte a una fossa scavata appositamente per lui, nel caso in cui non gli raccontasse tutta la verità in merito alla moglie. Olgeir confessa di aver conosciuto la donna, in quanto maestra di suo figlio, e di aver avuto una relazione con lei, unicamente di stampo sessuale, senza alcun tipo di coinvolgimento emotivo. Il protagonista vuole sapere in maniera morbosa i dettagli dei loro rapporti sessuali e, sebbene in preda all’ira, decide di lasciarlo andare.

Il giorno dopo, Ingimundur torna in centrale per liberare i suoi colleghi e poi si dirige dalla nipotina, scusandosi per averla sgridata e riportandola a casa con sé. Durante il tragitto, i due si ritrovano in un banco di nebbia, in cui incrociano l’auto di Olgeir. Quest’ultimo comunica a Ingimundur di non averlo denunciato ma, improvvisamente, estrae un coltello e lo pugnala a un braccio, ma il protagonista riesce a fuggire con la bambina, sebbene sia costretto a fermarsi di fronte a un tunnel sbarrato a causa di una frana. Sebbene ferito, Ingimundur prosegue a piedi con Salka e, desiderosi di sentire gli effetti dell’eco nel tunnel, i due urlano a squarciagola, esternando le loro emozioni.

Dopo aver curato la ferita al braccio, Ingimundur torna a casa e, in un momento di solitudine, ha una visione di sua moglie mentre si spoglia per sedurlo, concentrandosi su un ricordo felice della sua vita con lei.

PPiù che segreti nella nebbia, come recita il sottotitolo italiano, A White, White Day tenta di scavare nelle profondità dei segreti del sentimento amoroso nella vita di coppia, nella sua dialettica irrisolvibile tra amore e desiderio che, nel caso del soggetto femminile, scinde la figura della moglie devota dalla donna desiderante. Il conflitto vissuto da Ingimundur non è poi così differente dall’ossessione che tormenta il giovane protagonista del recente e pluriacclamato Drive My Car di Hamaguchi, tratto dall’omonimo racconto di Murakami, in cui il dilemma non diventa tanto l’accettare o meno i tradimenti della defunta moglie, né il fallimentare tentativo di conoscere pienamente la persona che si aveva accanto, quanto riuscire a tenere ben saldi amore e desiderio nell’immagine che si ha dell’altro, di un soggetto che ama nonostante tradisca, che adora il proprio partner nonostante le travagliate derive di una passione che spinge verso il nuovo e il misterioso rispetto all’ordinarietà della coppia. Se Hamaguchi ricorre al teatro e a Čechov, il dramma esistenziale di Pálmason privilegia la centralità del paesaggio islandese, come tipico del cinema del nord

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