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La strada di casa (Stagione 1

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Fratelli Caputo

Fratelli Caputo

di Riccardo Donna

EPISODIO 1

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IIl cielo fra le spighe di grano, i suoni soffusi della natura al risveglio, l’alba. Da subito la protagonista della fiction è la terra, la campagna piemontese, di cui tutti i personaggi, dal più al meno importante, si rivelano ospiti. Sul fare del giorno Fausto Morra, il più importante agricoltore e allevatore della zona, si aggira solo e agitato in una palude; squilla il suo telefonino, è la moglie Gloria a chiamarlo, preoccupata di non averlo trovato al suo fianco una volta svegliatasi. Fausto la rassicura dicendo di aver deciso lì per lì di andare a pesca dal momento che non riusciva a dormire, e aggiungendo che sarebbe subito rientrato. Le immagini però lo smentiscono: lo vediamo intento a ripulire in tutta fretta il retro del suo pick-up bianco da alcune tracce di sangue. Poi si mette al posto di guida e prima di accendere il motore guarda una foto che ritrae la sua famiglia, in cui ci sono lui e Gloria in compagnia dei loro tre figli, Lorenzo, Milena e Viola; quindi guarda un cartoncino giallo con scritto sopra il numero di un capo di bestiame, 2587. Mette in moto il pick-up. Dopo aver percorso un breve tratto della strada in mezzo ai campi che l’avrebbe riportato a casa, Fausto non riesce a fare a meno di chiudere gli occhi per una frazione di secondo, la stessa in cui a Gloria, scesa in cucina, scivola di mano all’improvviso il bicchiere d’aranciata appena riempito, frantumandosi a terra: il pick-up di Fausto si scontra con un camion rimorchio, carico di balle di fieno, che attraversa la strada.

Ventiquattro ore prima. I campi di spighe sono inondati di sole. Fausto domanda al suo amico e collaboratore Michele come abbia trovato il grano e lui risponde che è tempo di raccogliere e che c’è ragione di credere che sarà un ottimo raccolto. Ma qualcosa preoccupa Fausto, che chiede a Michele se non sia anche lui dell’opinione che si siano spinti troppo oltre. L’amico si mostra tranquillo, convinto che non si possano avere dubbi di fronte a tutta quella meraviglia, costruita da loro. Fausto allora se ne va via a cavallo e Michele lo saluta con il consueto “Stammi bene!”. Vediamo Fausto rientrare a casa, Cascina Morra, dove viene subito salutato festosamente dal cane Luna, mentre sua moglie è in cucina: Lorenzo, il primogenito, e Viola, la più piccola, sono lì con lei per fare colazione, mentre Milena dorme ancora. I ragazzi sono in vacanza ma sanno che quando inizia il raccolto anche loro dovranno contribuire. A Lorenzo non passa inosservata la pillola che la madre beve e lei si giustifica con un lieve malessere della caviglia; in assenza del padre, i ragazzi approfittano per sfogarsi del fatto che si sentano ben poco liberi di prendere delle decisioni: è Viola a dichiarare con decisione che «con papà non si parla, si esegue». Effettivamente il comportamento di Fausto sembra molto sbrigativo e piuttosto asciutto anche nei confronti di Gloria, al cui richiamo risponde di non avere tempo per il caffè andando velocemente a chiudersi nel suo studio. Lì lo vediamo telefonare ai fratelli Crespi, allevatori che hanno iniziato a costruire la loro fortuna dal niente, lavorando nel trasporto del bestiame. Il primo a rispondere è Giacomo cui Fausto dice, facendo riferimento all’ultima partita di bovini da loro ricevuta, che hanno superato ogni limite e non hanno rispettato gli accordi presi; Fausto si dichiara risolutamente deciso a chiudere con quel tipo di affari. Giacomo Crespi allora passa la telefonata al fratello Nicola, che risponde a Fausto che non può in alcun modo tirarsi fuori dopo anni di collaborazione, e senza mezzi termini minaccia la sua famiglia. Come se non bastasse di lì a poco il vecchio Elia, uomo di fiducia di Fausto, entra nel suo studio per avvertirlo dell’arrivo in cascina di Paolo Ghilardi, giovane ispettore della ASL venuto per fare un’ispezione a sorpresa sull’ultima partita di bovini arri-

La strada di casa (Stagione 1) di Riccardo Donna Paese: Italia, 2017 Produzione: Casanova Multimedia, Rai Fiction Regia: Riccardo Donna Sceneggiatura: Francesco Arlanch, Andrea Valagussa, Maura Nuccetelli Interpreti: Alessio Boni (Fausto Morra), Lucrezia Lante Della Rovere (Gloria), Sergio Rubini (Ernesto Baldoni), Thomas Trabacchi (Michele), Paolo Graziosi (Elia Fattori), Chstiane Filangeri (Veronica Matti), Marco Cocci (Professor Riccardi), Gianluca Gobbi (pubblico Ministero Daniele Giorgi), Benedetta Cimatti (Milena Morra) Distribuzione: Rai Uno Durata: 12 episodi da 50 minuti Uscita: 14 novembre 2017. Presente su Raiplay

vata. Nel frattempo Michele parla con Gloria, intenta a riassettare la cucina: le ricorda che può sempre contare su di lui se ci fosse qualche problema e le domanda come mai Fausto fosse andato a cavallo di mattina presto, come fa sempre quando ha delle preoccupazioni, sapendo che il raccolto aveva ottime stime. Lei cerca di mostrarsi più sicura e serena di quanto non sia, ma a Michele non sfugge la sua inquietudine.

Anche Lorenzo non è del tutto sereno: vorrebbe iniziare a camminare con le proprie gambe introducendo nell’azienda familiare delle innovazioni, come le coltivazioni biologiche, ma è osteggiato dai colleghi più attempati che vedono in suo padre la fonte della loro prosperità e non ha il coraggio di imporsi, dato anche il comportamento autoritario di Fausto. Quando però la sua fidanzata, Irene, si dice pronta a lasciarlo se lui partirà per stare due anni in Germania solo per assecondare la volontà paterna, Lorenzo decide probabilmente per la prima volta in vita sua di non cedere, non volendo perdere Irene, e le promette di essere pronto ad andarsene di casa se sarà necessario. Milena, in compagnia della piccola Viola, incontra fuori casa degli amici venuti da Torino, fra cui c’è anche il suo fidanzatino, Giulio Bettetini, figlio di un ricco allevatore: Milena lo informa del fatto che suo papà ha deciso di farle frequentare da settembre un istituto commerciale in campagna, convinto che il suo futuro consisterà nel lavorare a Cascina Morra, e non tenendo in considerazione il suo desiderio di iscriversi a un liceo di Torino. Quando il ragazzino invita Milena a fare un giro in moto, lei accetta volentieri e dice a Viola, che si dondola sull’altalena, di non muoversi da quel posto fino al suo ritorno. A trarre subito vantaggio dalla situazione è Vittorio, un complice dei fratelli Crespi, che dopo aver ricevuto per telefono l’ok di Nicola, raggiunge la ragazzina con l’intento di farla allontanare e spaventare così Fausto e la sua famiglia. Intanto, alla cascina, dopo aver passato in rassegna il bestiame, Ghilardi si mette a ispezionare le carte, mostrando una ostile diffidenza verso Elia e Fausto, che decide di telefonare al suo amico Ernesto Baldoni, superiore di Ghilardi al distretto veterinario, per risolvere il problema. Ernesto gli conferma che si è trattato di un’iniziativa personale di Ghilardi, un “crociato” delle ispezioni, e ha intenzione di passare da Cascina Morra, approfittando di un altro appuntamento da quelle parti, per togliergli il giovane di torno.

A casa, Gloria si confida con la sua migliore amica che disapprova il comportamento autoritario di Fausto nei suoi confronti e in quelli dei figli, così come il fatto di averle fatto abbandonare l’università e non averle permesso di trovare un lavoro, e che le suggerisce di parlare con lui o con uno psicologo, smettendo di prendere pillole di testa sua. Gloria le dice che Fausto negli ultimi tempi si dimostra distratto e lei si sta chiedendo se abbia un’amante, ma proprio in quel momento arriva Milena, preoccupatissima di non aver più trovato Viola un’ora dopo averla lasciata. Quando Ernesto arriva in cascina, Fausto e Ghilardi stanno discutendo su un’incongruenza rilevata da quest’ultimo, l’assenza di uno dei sedici vitelli ricevuti la sera precedente, il capo con marca auricolare 2587: con l’accusa di abuso d’ufficio Ernesto, in qualità di direttore, ordina a Ghilardi di andarsene, dicendogli che dovrebbero essere alleati e non nemici di Morra, la principale risorsa del territorio. Ghilardi replica che è evidente l’amicizia fra Fausto e Ernesto, mostrando di non essere tipo da cedere facilmente né da accettare favoritismi a danno delle ispezioni. Quando Ernesto gli dice che da quel momento è sospeso e sotto procedura disciplinare, Ghilardi abbandona il campo di battaglia con la promessa però di ritornare insieme ai NAS e di smascherare la truffa. Raggiunto telefonicamente da Gloria che spaventata lo informa di quanto accaduto a Viola, Fausto la rassicura pronto ad andare a cercare la figlia e telefona immediatamente a Nicola Crespi. Da questo viene a sapere che Viola sta bene ma si vede contemporaneamente costretto a stare alle sue condizioni, comprendendo che da quel momento in poi la sua sarebbe stata una vita “sotto ricatto”. Senza far sapere nulla di tutto ciò alla moglie, ignara dei problemi causati dai Crespi, le suggerisce un luogo dove ritiene probabile che si sia diretta Viola, il vecchio pozzo. Sentito l’accaduto, il vecchio Elia, che per Fausto è quasi un componente della famiglia, gli suggerisce di sganciarsi dai fratelli Crespi una volta per tutte, di raccontare la verità a Ghilardi e di ricominciare da zero. Fausto lo desidererebbe più di lui ma teme le conseguenze, la fine per la sua azienda. Chiede a Elia di occuparsi del vitello che hanno nascosto a Ghilardi mentre lui farà un giro con quest’ultimo per andare a prendere Viola. Paolo infatti si era fermato in cascina avendo incontrato sua sorella Irene in compagnia di Lorenzo: contrario al loro legame, il giovane aveva provocatoriamente esortato

Lorenzo a domandare a Fausto di tutti i suoi segreti, ma la conversazione viene interrotta dall’arrivo di Morra che invita Paolo a seguirlo e lui accetta. Da Viola arrivano però prima Gloria e Milena, che la ritrovano al vecchio pozzo intenta a giocare con i cuccioli del cane di Vittorio, il quale finge di essersi preso l’iniziativa di portare lì la ragazzina. Sulla via del ritorno Ghilardi invita Fausto, questa volta con tono più pacato, a raccontargli la verità; Fausto vorrebbe delle garanzie; Ghilardi rifiuta, accusandolo di essere solo un egoista interessato a denaro e potere, mentre Fausto replica di agire per il bene della terra e di tanti lavoratori... si lasciano in disaccordo.

Una volta rientrati tutti a casa, Fausto si mostra molto affettuoso con Viola e altrettanto duro con Milena, nonostante il tentativo di Gloria di fargli comprendere che la ragazza sta già attraversando un periodo difficile per via della rinuncia alla scuola che avrebbe voluto frequentare. Fausto e Milena litigano; lei arriva al punto di dirgli che ormai odia la cascina e non ci lavorerà mai, poi lui scende a piano terra dove Gloria vorrebbe che si fermassero a parlare, per una volta, di loro due. Ma lui rimanda all’indomani, dicendo che quella giornata era stata sufficientemente impegnativa e che fra non molto sarebbero stati presi dalla festa del raccolto.

È sera e il buio della campagna è rischiarato dalla fila di luci che illuminano la strada verso Cascina Morra: al suo interno la vivace allegria ritmata di una festa senza tempo, che sembra affiorare da un passato ancestrale così come dal rincorrersi ciclico delle stagioni. Gli adulti ballano o siedono ai tavoli dove vengono portati ricchi piatti e numerose bottiglie di vino, i bambini giocano con i chicchi di grano, Fausto assiste alla scena un po’ in disparte A un tratto un uomo smette di ballare e prende la parola: il suo è un discorso di ringraziamento per Fausto, che ha portato il benessere nella zona, con mais pregiato e carne di prima scelta; tutti gli invitati concordano e applaudono al proprietario di Cascina Morra. Ricominciano le danze e Lorenzo approfitta per prendere in disparte suo padre e affrontare il discorso della partenza: Fausto intuisce subito che la principale ragione che trattiene Lorenzo dal partire è la fidanzata Irene, ma non cede di un millimetro. Risponde al figlio che nel bene e nel male lì è già stato fatto tutto da lui, mentre Lorenzo ha bisogno di farsi le ossa in una realtà nuova, e per questo partirà come deciso. Poi Fausto si ferma al tavolo dov’è seduto Ernesto con sua moglie ed è evidente la loro amicizia di antica data; a un certo punto Fausto si dirige in cantina per portargli una bottiglia di vino di qualità: Veronica, una giovane donna molto attraente, lo vede e lo segue. Sono soli all’interno della cantina e lei gli si avvicina con familiarità, lo bacia in modo appassionato; lui non si tira indietro ma poi sente un rumore e la ferma, dicendo che non è serata: all’uscita Fausto trova Michele che con aria di rimprovero gli domanda che bisogno abbia di appartarsi con Veronica anziché andare a ballare con Gloria. Queste parole sembrano risvegliare all’improvviso in Fausto una gelosia che si era smarrita: quando vede la moglie ballare con un altro, li interrompe chiedendo cortesemente di riavere la sua signora. Gloria si dimostra perplessa, gli dice che non deve ritenersi in obbligo di farlo e non perde occasione per dirgli apertamente «non sei più interessato a me da tanto tempo». Allora Fausto la prende per mano invitandola a seguirlo, e lei ne è felice anche se vorrebbe nasconderlo forse soprattutto a se stessa: si allontanano dalla festa e appena fuori dalla cascina si siedono vicino a un corso d’acqua, che canta sottovoce le sue note fresche sullo sfondo della quiete della campagna notturna. Fausto ricorda gli inizi, quando «non avevano niente ma era già tutto», e le domanda che cosa farebbe se all’improvviso si ritrovassero senza più nulla, senza azienda, campi, bestie, denaro Gloria lo guarda e con sincera naturalezza gli risponde: «Se ho te, ma che cosa m’importa?». Queste parole riaccendono fra loro quella passione autentica che non era mai svanita, ma era stata soffocata da tanti problemi e preoccupazioni, passione che divampa nella notte di pioggia a dirotto. Sul fare del giorno, Gloria si sveglia e non vede Fausto al suo fianco, scende al piano di sotto, arriva all’ingresso, guarda in cortile, vede che non c’è il pick-up

Il cielo fra le spighe di grano, i suoni soffusi della natura al risveglio, l’alba... l’incidente.

Cinque anni dopo. Fausto è in un letto d’ospedale, socchiude gli occhi. Frammenti di luce, il cielo fuori dalla finestra, dettagli della stanza. Milena incredula ed emozionata lo chiama, arriva una dottoressa che lo saluta e gli dice il suo nome, lo informa di aver avuto un incidente. Milena gli dice che

sono passati cinque anni. Fausto non risponde, ma le lacrime che luccicano nei suoi occhi lasciano intendere che ha compreso.

EPISODIO 2

Torino si risveglia sotto la neve. Gloria e Michele hanno trascorso una notte appassionata e lei gli dice di essere pronta a dichiarare apertamente la loro relazione, di volerne parlare con i figli, per non dover continuare a nascondersi. Precisamente in quel momento suona il telefono, è Milena: negli occhi di Gloria leggiamo l’emozione di chi viene a sapere ciò che non avrebbe più ritenuto possibile, il risveglio di Fausto. Ancora all’oscuro di tutto questo, Lorenzo conduce due funzionari della banca che aveva concesso un importante prestito ai Morra in giro per la cascina: mostra loro le innovazioni portate da lui e da Gloria, come la trasformazione delle vecchie stalle in saloni da ricevimento con prodotti agricoli, la sostituzione di fertilizzanti chimici e pesticidi con residui organici e macerato vegetale, il nuovo esperimento del birrificio. Sottolinea come la domanda di biologico sia in forte crescita ma uno dei due funzionari non esita a replicare che anche il debito dei Morra con la loro banca è in salita. Lorenzo è visibilmente preoccupato ma cerca di dare la migliore impressione possibile per il bene dell’azienda.

Di lì a poco vediamo entrare di corsa in ospedale Gloria, Michele, Lorenzo e Viola, avvertita dell’accaduto mentre era a scuola; in corridoio la dottoressa Madrigali li ferma e li avverte che questo tipo di risvegli è rarissimo e che Fausto è in rianimazione, in uno stato molto fragile, per cui è bene che veda solo uno di loro e solo per pochi minuti. Naturalmente è Gloria ad entrare in sala rianimazione: gli rivolge qualche parola in tono molto affettuoso, lui si commuove. Di ritorno a casa, Gloria parla con la sua migliore amica, felice e preoccupata al tempo stesso; un bambino la chiama: è Martino, ha cinque anni, è il figlio che Fausto non sa ancora di avere. Mentre a sera Lorenzo confida a Michele che, pensando alla situazione economica, suo padre non avrebbe potuto risvegliarsi in un momento peggiore, il piccolo Martino inizia a fare delle domande su quello che per lui è il “misterioso Fausto” alla sorella Viola, che gli dedica attenzione e lo rassicura ma al tempo stesso è molto attirata da una chat con un certo “Picasso01”.

L’indomani vediamo Ernesto Baldoni in giro per la campagna a raccogliere campioni di latte dagli agricoltori: parlando con uno di questi che gli domanda come mai mandino lui a svolgere questo compito di ben poca importanza e un po’ faticoso, Baldoni risponde di essere ancora in castigo per la vicenda di Fausto Morra. Sentendosi riferire dall’agricoltore quanto trasmesso dalla radio, cioè il risveglio di Fausto, Baldoni, incredulo e felice, decide di recarsi in Procura. Daniele Giorgi, il procuratore, non si mostra invece altrettanto determinato a voler interrogare Fausto: ricorda a Baldoni che quando hanno provato a far incriminare Morra e i Crespi per associazione a delinquere il giudice è stato contrario per insufficienza di prove, che lui in tutto questo non ha fatto bella figura, che Ernesto stesso è caduto in disgrazia col lavoro ed è stato lasciato dalla moglie. Nonostante ciò, Baldoni non ha intenzione di arrendersi, vuole fare finalmente luce sull’assassinio di Paolo Ghilardi che lavorava sotto la sua responsabilità di cui, dal momento della sua scomparsa, sente tutto il peso.

Risentiamo per la prima volta la voce di Fausto quando ricambia il saluto dell’infermiera Valeria, che lo avverte dell’arrivo dei suoi figli; le chiede uno specchio e lei non sa dirgli di no, indipendentemente dall’approvazione della dottoressa Madrigali. Quando entrano i ragazzi lui li riconosce con emozione e un po’ di stupore per il loro essere diventati più grandi, ma nel momento in cui Viola fa un riferimento a quando si era persa in campagna, lui ammette di non ricordare nulla del giorno dell’incidente. La strada da percorrere è tutta in salita.

In uno dei saloni di ricevimento di Cascina Morra si sta svolgendo una festa di matrimonio e l’amica di Gloria approfitta di un momento di calma per parlarle ed esortarla a non farsi portare via tutto quello che è riuscita a costruire in quei cinque anni da sola: la laurea, la gestione dell’attività, una vita nuova Gloria si dice intenzionata a non farlo, ma è visibilmente tesa per la ricostruzione di nuovi equilibri che il risveglio di Fausto inevitabilmente comporterà. Quest’ultimo non tarda a far conoscere il suo carattere forte e indipendente alla dottoressa Madrigali: è ansioso di fare ritorno a casa ma apprende da lei che ci vorrà tempo, sia per far riacquistare tonicità ai muscoli sia per rimettere in sesto la memoria, cosa più complicata. Fortunatamente nessuna funzione è compromessa. Fausto inizia così la fisioterapia, o meglio la prosegue come avvenuto nei cinque anni del coma, ma per la prima volta in stato cosciente: il fisioterapista è un giovane di colore, Bashir, perspicace, sicu-

ro di sé e con uno spiccato senso dell’umorismo. Il ragazzo intuisce perfettamente le riserve di Morra nei suoi confronti e sceglie di avere con lui un dialogo molto diretto e franco. Ciò che Fausto non si aspetterebbe mai è di sapere che Milena e Bashir hanno una relazione e il progetto di trasferirsi in Canada entro sei mesi per permettere al ragazzo di non perdere una preziosa opportunità di crescita professionale: i due si guardano bene dal comunicarglielo in tempi brevi. A trovare Fausto un giorno arriva anche Michele, e i due si scambiano qualche scherzosa battuta come ai vecchi tempi. Michele gli dice che è stata dura in azienda senza di lui e che ci sono stati cambiamenti e innovazioni che a poco a poco avrà modo di conoscere; a un tratto Fausto gli domanda se abbia trovato “quella giusta”, lui risponde “forse”, e aggiunge che più avanti avrà modo di conoscerla. A sera Michele raggiunge Gloria a casa e le dice che vorrebbe far sapere il prima possibile a Fausto la verità su di loro; lei si dimostra d’accordo ma è molto ferma nel chiarire di voler essere lei a dirgliela. In realtà vorrebbe proteggere il marito il più a lungo possibile da una notizia come quella, soprattutto dato il delicato impatto che le emozioni potrebbero avere su di lui, come aveva spiegato la dottoressa. Si salutano con un bacio, mentre Milena li vede dalla finestra del piano terra.

Il giorno seguente, durante un massaggio ai muscoli delle gambe e con musica rock nelle cuffie scelta da Bashir, Fausto ha un primo flash, istantaneo, della notte di pioggia a dirotto prima del suo incidente. Iniziano gli incontri di “conversazione” con la Madrigali, finalizzati a ridare stabilità alla mente: pensieri, ricordi, emozioni riaffioreranno gradatamente attraverso un dialogo aperto fra loro. Inizialmente Fausto si mostra piuttosto ritroso, poco desideroso si parlare di sé con un’estranea; poi però si rende conto che non può che affidarsi alle cure di questa professionista. Mentre è ancora agli inizi del suo percorso di ripresa e in una fase estremamente delicata, non esitano a presentarsi da lui i fratelli Crespi. Lo studiano con curiosità indagatrice, nel tentativo di capire se sia vero il problema della memoria; Nicola lo ringrazia per avergli permesso il salto di qualità, dal trasporto degli animali all’apertura di un proprio allevamento. Fausto li tratta benevolmente e dice loro che magari potranno tornare a collaborare. Uscendo dall’ospedale Nicola e Giacomo si interrogano sulla sincerità di Morra; in modo molto sbrigativo Giacomo dice al fratello che la cascina fallirà e loro potranno rilevarla a un prezzo d’occasione. Gloria arriva in ospedale più tardi di quanto avrebbe desiderato e si scusa con Fausto, cui l’infermiera ha portato il pranzo: lo aiuta lei a mangiare e nella familiarità dei gesti e degli sguardi si sente forte la loro vicinanza. Fausto, che si dispiace per tutto quanto lei ha dovuto affrontare da sola nei cinque anni trascorsi, le domanda: «Siamo ancora noi?». Lei sorride, non ha il coraggio di dirgli di no, o forse non ha tutte le motivazioni per farlo.

Baldoni, alla ricerca di qualcuno che possa avere la sua stessa forte volontà di scoprire l’assassino di Ghilardi, si reca al locale dove lavora Irene, la sorella di quest’ultimo ed ex fidanzata di Lorenzo Morra. Nonostante lui la informi dell’inaspettato risveglio di Fausto, lei sembra intenzionata a non riaprire quel doloroso capitolo, ormai convinta che non si verrà mai a conoscenza della verità sulla tragica fine del fratello. Una visita del tutto inattesa che Fausto riceve è quella di Veronica che si presenta al di fuori dell’orario previsto e viene presto allontanata dall’infermiera; lui la riconosce come moglie di Marco, lei gli ricorda di esserne la vedova. Si dimostra molto affettuosa e lui la osserva con perplessità, come se avesse dimenticato la loro relazione. Un incontro di cui Fausto appare invece subito contento è quello che avviene, sempre in ospedale, con il vecchio Elia: parlano della notte prima dell’incidente e Elia dice che non c’è giornata in cui non si maledica perché su quel pick-up avrebbe dovuto esserci lui; quando Fausto gli chiede come mai fosse in giro quella notte di cui non ha memoria, gli risponde che era andato a sistemare la pompa del pozzo quattro, che dava sempre problemi. Fausto vuole sapere la verità sulle sorti dell’azienda e Elia gli dice che non ne è al corrente perché non ci lavora più, dato che Lorenzo ha fatto scelte differenti. Il desiderio di tornare a lavorare è sempre più forte e a Fausto sembra che gli esercizi di fisioterapia siano troppo blandi e lenti: vuole provare a camminare con le sue gambe e Bashir lo prende in parola, convinto che solo la prova dei fatti infonderà in Fausto la giusta fiducia nei suoi confronti. Infatti dopo uno sforzo immane e pochi istanti in piedi, Fausto cade a terra. Alla scena assiste anche Milena arrivata da poco. Bashir capisce che è il momento giusto per risvegliare in Morra tutto il suo spirito combattivo e così gli fa sapere che lui e Milena stanno insieme da mesi e hanno intenzione

di sposarsi. La notizia, unita a una grande forza di volontà, e al desiderio incontenibile di tornare in azienda, sortisce il suo effetto: inizia una fase di lavoro riabilitativo senza tregua e i frutti cominciano a vedersi. Dopo varie settimane Fausto sente ritornare l’energia di un tempo e anche se la terapia non è conclusa e lui gira ancora sulla sedia a rotelle, comunica alla dottoressa Madrigali che ha bisogno di tornare a casa e di stare con la sua famiglia. Lei inizialmente è contraria, gli fa presente che deve fare ancora molta terapia emotiva e anche i suoi famigliari dovranno seguire un percorso; lui promette che rispetteranno tutte le sue indicazioni e si presenterà puntualmente ai tre incontri settimanali con lei. La Madrigali cede e Fausto si fa accompagnare a casa da Milena, senza far avvertire nessuno: vuole che sia una sorpresa. Lungo il percorso guarda il paesaggio come chi lo vede per la prima volta e al tempo stesso come chi ne conosce ogni caratteristica. Una volta arrivato, il cane Luna lo raggiunge festosamente. Lui vuole stare un po’ da solo a guardare la sua terra e la strada di casa dal cortile; Milena lo capisce e lo lascia tranquillo. Quando fa il suo ingresso nel soggiorno a piano terra, sospinto da Milena, lascia tutti senza fiato: Gloria, intenta a guardare delle carte; Lorenzo e Michele, impegnati a riparare un termosifone... lei si alza e lo raggiunge, di lì a poco lui sente alla sue spalle la voce di un bambino pronunciare il suo nome: Gloria gli dice sottovoce che si tratta di Martino, loro figlio.

Fausto trascorre la notte in una camera a piano terra, che Gloria gli prepara per agevolarlo negli spostamenti, data la necessità della sedia a rotelle. La mattina dopo, a colazione, chiede a Lorenzo e alla moglie di accompagnarlo a fare un primo giro in azienda: Lorenzo è preoccupato ma vuol dare l’impressione che sia tutto sotto controllo e accetta. Poco dopo si presenta alla porta Baldoni che entra in casa nonostante le resistenze di Milena: una volta a tu per tu con Fausto, gli racconta di non essere più direttore del distretto veterinario, e gli domanda se ricorda qualcosa di Paolo Ghilardi, scomparso dal giorno dell’incidente. Sentendosi dire da Fausto che purtroppo non ricorda nulla di quella giornata, Ernesto gli dà una foto di Paolo: Fausto ha un improvviso ricordo, un’immagine rapidissima della pioggia a dirotto di quella notte e di Paolo sdraiato a terra e privo di vita, ma riesce a dissimulare molto bene il suo spavento senza far capire a Ernesto e a Gloria cosa gli sia passato per la mente. Ernesto se ne va salutando con un enigmatico «Tu non sai che felice che sono che sei tornato a casa».

EPISODIO 3

Un flash del passato attraversa la memoria di Fausto: rivede se stesso trascinare il corpo senza vita di Ghilardi sotto una pioggia battente. Milena lo distoglie dai ricordi facendolo ritornare alla realtà nel momento in cui gli porta un programma steso da lei con le date degli incontri con la dottoressa, le medicine da prendere, la dieta da seguire. Lui è assorto nei suoi dubbi e le domanda come mai Ernesto Baldoni gli abbia chiesto di Paolo, avendo facilmente intuito i sospetti dell’amico di un tempo nei suoi confronti. Milena, che avrebbe voluto evitare l’argomento, gli spiega che si tratta di una pura fissazione di Ernesto, come dimostra il fatto che l’inchiesta da lui montata su una presunta truffa realizzata da Fausto in accordo coi fratelli Crespi – consistente nel vendere bovini dell’Est come se fossero italiani – è finita nel nulla; aggiunge che a suo parere Paolo è scomparso di sua iniziativa, è sempre stato un po’ matto. Alla richiesta di Fausto di essere accompagnato a fare un giro in cascina, la ragazza reagisce con ritrosia e titubanza, contribuendo ad aumentare i dubbi del padre.

Nel corso di un incontro con la Madrigali, Gloria racconta il suo passato con Fausto: il matrimonio a vent’anni, l’arrivo del primo figlio, la costruzione dell’azienda, la loro sincera felicità e poi il cambiamento di lui, sempre più sfuggente e autoritario. Fino all’incidente, alla sorpresa di aspettare un altro bambino, alla laurea, al lavoro, all’innamorarsi del migliore amico del marito. La dottoressa raccomanda il massimo della prudenza nel mettere quest’ultimo a parte delle novità per evitare uno shock troppo grande, e Gloria riferisce tutto ciò a Michele, andato a prenderla all’ospedale. Lui le dice di essere determinato a far sapere comunque al più presto la verità su di loro a Fausto, nonostante il parere medico contrario.

Accondiscendendo al desiderio di Fausto, Milena lo porta in azienda: lui non può che meravigliarsi di tutte le novità, dalla chiusura dell’allevamento alla creazione del birrificio, alle numerose serre per l’introduzione del biologico, alla trasformazione delle stalle in location per eventi di cui si occupa Gloria. Le parole di Lorenzo non bastano a placare la sua emozione e il suo rammarico e Fausto sviene:

ricoverato in ospedale, dovrà fermarsi lì per la notte. Quella sera Ernesto va a cenare nel bar ristorante dove Veronica lavora come cameriera: lei lo esorta a smettere di indagare, dicendosi certa dell’esclusiva colpevolezza dei Crespi; lui non le dà retta e le consiglia di non ricadere nella trappola di una relazione senza futuro. L’indomani la Madrigali dà nuove medicine a Fausto, ricordandogli che il suo caso di risveglio è rarissimo e che la prudenza non è mai troppa; lui le confida di avere una serie di frammenti di ricordi che non sa se attribuire alla realtà o alla fantasia. Solo il passare del tempo e il proseguimento della terapia lo aiuteranno a fare chiarezza.

A sorpresa torna a trovarlo Veronica: nella sua stanza d’ospedale, a porte chiuse, la giovane gli ricorda che il giovedì era il “loro” giorno, quello che aspettava per tutta la settimana; si accorge però suo malgrado che lui non ricorda la loro storia e quando lo bacia la respinge, dicendo con fermezza di dover e di voler stare con la sua famiglia. A quel punto Veronica se ne va. Durante il tragitto in auto di ritorno a casa, Fausto approfitta per domandare di lei a Michele, cui confessa apertamente di aver paura di scoprire di non essere l’uomo che ricordava. L’amico gli risponde che quella storia era iniziata un anno dopo la morte del marito di Veronica, Marco, ed era durata all’incirca sei mesi. Poco dopo Fausto gli domanda se pensa che sia stato lui ad uccidere Paolo e immediatamente Michele lo dissuade, affermando che si tratta di una fissazione di Ernesto e che qualche ora dopo l’incidente risulta che Paolo abbia mandato un sms alla sorella Irene, fatto che dimostrerebbe che il giovane era ancora in vita e ha scelto di andarsene da quei luoghi di sua volontà.

Recatosi in banca per affrontare importanti questioni in merito a Cascina Morra, Lorenzo si sente dire che non c’è alternativa al dichiarare fallimento. Di lì a poco vediamo lo stesso funzionario di banca andare dai Crespi a riferire le ultime novità, ossia la cronaca di una fine annunciata che i due fratelli apprendono con una certa soddisfazione. Dal canto suo, Lorenzo si sfoga con Michele: prova una grande rabbia per le truffe del padre e vorrebbe che tutti conoscessero la sua estraneità rispetto agli errori del passato. Michele lo convince ad agire con razionalità, ricordandogli il suo merito nell’aver saputo interrompere gli affari coi Crespi e trasformare radicalmente la cascina. Quindi gli suggerisce una sua idea per scongiurare il fallimento: vendere un terreno a un agricoltore della zona per avere le risorse necessarie ad aspettare l’autorizzazione della banca per le coltivazioni biologiche.

Mentre Fausto prosegue a casa la fisioterapia con Bashir, quest’altro, percependo ancora diffidenza nei suoi confronti e ostilità verso la relazione con Milena, non si trattiene dal dirgli di aver ricevuto un’allettante proposta di lavoro in Canada per avvalorare la sua capacità professionale, pur sapendo di andare incontro alla disapprovazione della ragazza, molto protettiva verso il padre. Poco dopo, fa il suo ingresso in casa Morra Baldoni, questa volta espressamente invitato da Fausto, che da una parte vorrebbe capire di più come possano realmente essere andate le cose e dall’altra vorrebbe che la loro vecchia amicizia potesse tornare come prima. Ma Ernesto si dimostra convinto che Fausto sia stato l’assassino di Paolo e lo fa sentire responsabile della sua retrocessione professionale e della fine del suo matrimonio. Ernesto gli domanda ancora una volta che cosa ci facesse in giro all’alba del giorno dell’incidente, appurato che sul pick-up non era stato trovato nulla per la pesca, bensì una vanga sporca di terra con cui secondo lui avrebbe seppellito Paolo. Fausto, naturalmente, non conosce risposta.

A cena Fausto guarda i suoi quattro figli con occhi indagatori, come se si trovasse davanti persone sconosciute: Martino si mette a raccontare della volta in cui la mamma e Michele l’avevano portato in ospedale a trovarlo mentre dormiva e ricorda che la mamma aveva pianto; Viola continua a mandare e ricevere messaggi col cellulare nonostante i richiami di Gloria. Quando si ritrovano soli, Fausto nella vasca da bagno domanda alla moglie come mai Viola si comporti in quel modo e lei gli ricorda l’episodio del suo litigio con Milena, nel pieno della sua adolescenza. Lui le confida la sua paura di essere diventato irrimediabilmente estraneo ai ragazzi e lei lo rassicura ma al tempo stesso approfitta di un richiamo di Martino per allontanarsi; Fausto le dice che anche lei adesso è “un’altra” ma lui ha voglia di conoscerla anche più di prima.

L’indomani Fausto si fa accompagnare da Milena a casa del vecchio Elia, per pregarlo di dirgli tutta la verità, qualunque essa sia: l’uomo ribadisce la storia del pozzo e la sua assoluta certezza sulla sua innocenza. Poco dopo che Fausto è andato via, vediamo Elia rispondere alla telefonata di Michele, cui il vecchio dice di aver fatto come volevano “loro” ma che

non gli piace per nulla mentire a Fausto. Quando Michele taglia corto affermando che è necessario per il bene di quest’ultimo, Elia insinua il dubbio replicando «per il suo o per il vostro». Seguendo il suggerimento di Michele che lo accompagna, Lorenzo parla con Ennio, l’agricoltore interessato all’acquisto di un terreno, del campo che gli potrebbe vendere; appena terminato il loro incontro Ennio telefona ai Crespi per avere conferma del fatto che Cascina Morra stia navigando in cattive acque e, sentendosi proporre da Giacomo la vendita di un terreno di pari estensione a prezzo inferiore, accetta volentieri. Quando Michele informa Lorenzo della perduta occasione di vendita, entrambi si recano dai Crespi e il giovane Morra li affronta con un coraggio degno del padre, dichiarando il suo disprezzo per il loro modo di agire; i due, per nulla intimoriti da un avversario ai loro occhi debole, gli rinfacciano di essersi costruiti tutto da soli mentre lui ha mandato in malora quanto ricevuto comodamente in eredità.

Fausto affronta apertamente con Gloria il loro allontanamento e il suo essere sfuggente e a disagio ogni volta che si crea una situazione di intimità; lei gli risponde che prima dell’incidente erano in crisi, lui le parlava poco ed era sempre scontroso, lei molto sola. Fausto si sente in dovere di rivelarle di essere stato con un’altra, Veronica: molto forte la reazione di Gloria, che fra il dolore e la rabbia gli dice che in cuor suo lo sapeva, e adesso ne ha l’amara conferma. Fausto, sinceramente dispiaciuto, sostiene di non ricordare nulla, di non riconoscersi più in quello che faceva, ma è certo di amarla e non vuole segreti fra loro. Più tardi, a tu per tu con Michele nei saloni da ricevimento, Gloria gli domanda perché sia stato così leale con Fausto da non dirle niente dell’amante di cui era a conoscenza; lui risponde che se fosse davvero così leale come lei dice, l’avrebbe già messo al corrente della loro relazione. Al distretto veterinario Baldoni sembra essere diventato lo zimbello dei colleghi per via della sua ossessione investigativa; amareggiato ma tenace, lui non ha intenzione di demordere e ricontatta telefonicamente Irene, la sorella di Paolo, che stavolta si dice disposta ad andare a parlare di persona con Morra. Intanto a casa di Fausto arrivano in visita delle vecchie conoscenze: il signor Bettetini, ricco allevatore, con il figlio Giulio. Entrambi dimostrano una certa galanteria verso Milena e Fausto stesso non manca di sottolineare che se Lorenzo ha fatto scelte inaspettate in azienda, come la chiusura dell’allevamento che lui disapprova, Milena l’ha stupito nel non essere più fidanzata con Giulio, come negli anni di scuola. La combinazione vuole che proprio in quel momento si affacci nel soggiorno dove i quattro stanno parlando Bashir, per avvertire Fausto che la seduta di fisioterapia può iniziare; il signor Bettetini lo scambia per un domestico e gli domanda un bicchiere d’acqua: ferito nell’orgoglio e non disposto ad accettare passivamente l’umiliazione, il ragazzo si qualifica come fisioterapista e aggiunge di essere il fidanzato di Milena. Tempo dopo, andati ormai via gli ospiti, Fausto sente Gloria discutere con Viola in cucina a proposito di un brutto voto in discipline grafiche. Sceglie di fare una mossa lungimirante e quando vede la ragazzina fumare nel cortile, non la sgrida ma stabilisce una complicità: visto che lei è convinta di essere molto brava in disegno, metterà a sua disposizione uno spazio per la realizzazione di un murale e il materiale necessario; lei però non dovrà più rispondere male alla madre, che di nascosto ascolta la conversazione e sorride, come se Fausto fosse ritornato quello di un tempo.

Quando a Cascina Morra si presenta Irene Ghilardi, Fausto la accoglie con benevolenza, dispiacendosi della fine del legame con Lorenzo. Alle domande sulla scomparsa di Paolo, con cui la ragazza riconosce che non c’era da parte sua grande unione, Fausto risponde di non ricordare nulla che la possa aiutare. Uscendo, Irene incrocia Lorenzo che la ferma: gli fa sapere che, lasciata l’università, lavora in un locale, e che ha saputo che lui non è mai stato con una certa Marina, come aveva voluto farle credere per giustificare la fine della loro storia. La ragazza se ne va dicendo piuttosto bruscamente: «Quando ti deciderai a dirmi la verità, sai dove trovarmi».

EPISODIO 4

Nottetempo Michele entra in casa Morra aprendosi da solo la porta con le chiavi: camminando in corridoio socchiude la porta della camera a piano terra dove si trova Fausto, che per un attimo si sveglia e subito si riaddormenta, poi sale silenziosamente le scale, raggiunge Gloria affacciata al balcone della sua camera al primo piano. Lei si stupisce e si spaventa, teme che qualcuno l’abbia visto. Lui le dice che ha bisogno di stare con lei e che è pronto a rivelare tutto a Fausto; lei non si sottrae al suo abbraccio ma chiarisce di voler essere la prima a parlargli di una questione così delicata. L’indomani, recatosi al consueto appuntamento con la Madrigali, Fausto si

dimostra più taciturno del solito e molto teso; dice che a casa va tutto bene, sia con la moglie che con i figli, ma non ha un’aria serena. Poi all’improvviso, come se non riuscisse più a portare da solo un peso troppo grande, confida alla dottoressa il contenuto del suo ricordo più ricorrente: un giovane ispettore della Asl a terra col cranio sfondato, lui lì vicino con una vanga in mano, la forte pioggia in aperta campagna, lui che carica quel corpo sul pick-up. Davanti alla domanda sincera e angosciata di Fausto, «Io non so più chi sono, se fossi un assassino?», lei suggerisce il metodo dell’ipnosi regressiva per completare il puzzle dei ricordi, ossia una tecnica consistente nell’indurre nel paziente uno stato di trance che gli permetta, attraverso delle domande mirate, di rivivere le esperienze del passato. Fausto si dimostra scettico dichiarando che scoprirà da solo la verità.

Mentre ci sono alcuni attriti fra Lorenzo, preoccupato della situazione economica, e i contadini che si trovano senza esperienza a occuparsi della produzione di birra da lui introdotta, Michele lo chiama in amministrazione. Ascoltate le parole dell’amministratore che presenta tutta una serie di problemi, legati al fatto che la banca cui si sono rivolti non ha più intenzione di concedere prestiti per mancanza di fiducia nella produzione di biologico e Cascina Morra non riesce a coprire tutte le sue spese nonostante l’attività di Gloria e il birrificio, Lorenzo decide che è ormai tempo di metterne al corrente la madre. Essendo presente durante la loro conversazione, Michele li dissuade dal riferire tutto a Fausto, non ancora pronto a suo parere a prendere in mano la situazione. Proprio a lui Fausto chiede poi il favore di accompagnarlo in macchina a casa di Veronica, non avendo nessun’altro di cui fidarsi: mentre stanno per uscire dalla cascina Viola raggiunge il padre e gli mostra orgogliosa il bel voto preso in discipline grafiche; lui ne è felice e assicura di mantenere la promessa. Durante il tragitto traspare fra Fausto e Michele una giocosa complicità; Fausto ci tiene a sottolineare che non ha alcuna intenzione di riprendere la relazione, deve solo chiarire delle cose, e chiede a Michele di non riferire nulla a Gloria. Non appena lo vede Veronica si illude che lui sia lì per ricominciare la loro storia, ma subito si rende conto che le intenzioni di Fausto sono molto diverse e in virtù del sentimento che la lega ancora a lui cerca comunque di aiutarlo rispondendo alle domande che le pone. Afferma che anche secondo lei, come pensa Baldoni, è molto più probabile che suo marito Marco sia morto assassinato piuttosto che in un incidente, data la sua lunga esperienza con il bestiame. Veronica mostra a Fausto un corno appartenuto a un suo capo di bestiame – prova legalmente inutilizzabile data l’impossibilità di dimostrarne la provenienza – corno che Marco aveva analizzato, scoprendo che il suo dna apparteneva all’Europa dell’Est in evidente contrasto con il passaporto biologico piemontese, e arrivando alla conclusione che Fausto non era l’autore della truffa bensì la vittima dell’inganno dei Crespi. Fausto la ringrazia e porta via con sé quelle analisi. A sera, Ernesto è a cena nel bar ristorante dove lavora Veronica e non potendo far a meno di notare la sua espressione felice, viene a sapere dell’incontro con Fausto, che lei gli riassume per sommi capi, cercando di convincerlo del fatto che Fausto non ricorda per davvero, mentre lui ritiene che si tratti di finzione, e dicendosi certa che riuscirà a dimostrare la sua innocenza e la colpevolezza dei Crespi.

La mattina successiva mentre Viola è impegnata sui banchi di scuola nella prima lezione di disegno tridimensionale e un po’ distratta dal Picasso01 della chat che non le risponde, alcuni contadini alle dipendenze dei Morra comunicano a Milena la loro preoccupazione per il futuro della cascina e le chiedono di parlarne con Fausto. Michele informa Gloria di aver trovato una finanziaria, la Agrifond, pronta ad aiutarli con un prestito a condizione di diventare loro socia di minoranza; insiste ancora una volta perché lei dica a Fausto la verità su di loro, ma lei vuole aspettare che la situazione economica migliori . Intanto Milena dal corridoio li vede. La ragazza si sfoga con Bashir, mentre lui prepara la stanza per la seduta di fisioterapia, esclamando che da quando suo papà è ritornato a casa non è più sostenibile una cosa del genere; lui la asseconda ma le fa anche notare che nemmeno lei è del tutto onesta con Fausto, non ha il coraggio di dirgli la verità in merito ai loro progetti sul Canada. Quando Bashir la provoca dicendo che forse aver rivisto il suo ex le ha fatto cambiare idea, Milena se la prende e in quel momento entra Fausto che si stupisce nel vederli litigare. Dopo la fisioterapia, Fausto parla con Milena per capire i suoi progetti per il futuro e lei sostiene che la cosa a cui tiene di più sia andare a vivere con Bashir in Canada, indipendentemente dal fatto di stu-

diare medicina o lettere, scelta su cui deve ancora riflettere. Fausto le dice che solo adesso comprende come mai abbia superato il test di medicina senza poi iscriversi, e aggiunge risolutamente che Cascina Morra ha bisogno di lei. Subito dopo Milena raggiunge sua madre in cucina e le domanda perché abbia detto a Fausto del suo superamento del test, accusandola di averlo fatto perché contraria alla sua partenza; Gloria afferma che non è contraria ma preoccupata. Milena arriva alla questione che le sta più a cuore: dice a sua madre di sapere tutto di lei e Michele, di non poter comprendere la loro relazione adesso che Fausto è uscito dal coma e tornato a casa. Gloria le chiede scusa, le spiega che finora ha taciuto per seguire i consigli della dottoressa, le riconosce di avere ragione ma al tempo stesso si dice decisa a chiedere la separazione, dato che la crisi col marito durava da tanto; Milena la mette davanti a un aut aut: se non dirà al più presto la verità a Fausto, lo farà lei.

Dopo essersi recato di nascosto una notte nell’allevamento dei Crespi, aver prelevato dei campioni dal bestiame e fatto in prima persona delle analisi in laboratorio all’insaputa di tutti i colleghi, Ernesto ne racconta i risultati a Veronica, una sera in cui si ritrova ad essere l’ultimo cliente della trattoria. Le dice che i Crespi non solo non hanno perso il vizio, ma fanno peggio di prima: gonfiano gli animali con sostanze velenose e molto pericolose. Per scoprire la verità sulla morte di Marco e di Paolo, ha in mente di agire da solo, senza denunciare i Crespi; infatti lo ritroviamo il giorno successivo all’uscita dell’allevamento di questi ultimi, dove ferma una sua vecchia conoscenza, Brina, un veterinario attualmente alle loro dipendenze. Mostrandogli le analisi fatte, mette alle strette l’uomo: dovrà ascoltare e riferirgli quanto si diranno i Crespi e Morra, altrimenti non esiterà ad accusarlo di associazione a delinquere. Mentre Viola risponde al messaggio di Picasso01 accettandone l’invito a un primo appuntamento di persona per l’indomani e si appresta a iniziare il suo lavoro artistico sulla parete messa a disposizione da Fausto, quest’ultimo insieme a Gloria, Lorenzo, Milena e Michele incontra alcuni dipendenti di cui si fa portavoce Claudio, che ne esprime tutte le preoccupazioni e il desiderio di abbandonare il biologico per tornare a lavorare con metodi tradizionali. Sorprendendo Lorenzo, Fausto dice di non conoscere bene il biologico ma di fidarsi delle scelte fatte da lui e da Gloria, sicuramente compiute per il bene dell’azienda. Una volta solo con i suoi familiari però il suo tono cambia, mostrando una sincera preoccupazione: Fausto dice loro di non capire se ci fosse davvero bisogno di un cambiamento così radicale e chiede all’amministratore di preparargli un prospetto dettagliato della situazione di Cascina Morra. In assenza di Fausto, Michele fa sapere a Lorenzo e a Gloria che la Agrifond ha accettato la loro proposta e poi, a tu per tu con Gloria, la esorta a parlare il più presto possibile con Fausto; lei si dice d’accordo, soprattutto per evitare che lo faccia prima Milena.

Viola si reca all’appuntamento con lo sconosciuto di cui è curiosa di poter finalmente scoprire l’identità e si ritrova davanti il suo professore di disegno, che la mette in guardia sui rischi che potrebbe correre in situazioni del genere e la rimprovera per aver finto di avere diciotto anni al posto di quattordici, ma al tempo stesso le riconosce anche che chattare con lei è stato più interessante che con tante altre trentenni. A casa, Fausto guarda la campagna dalla sua sedia a rotelle, stando all’aperto nel luogo dove è solito fermarsi e da cui domina tutto il paesaggio circostante. Gloria stavolta è davvero sul punto di dirgli la difficile verità su lei e Michele: lo raggiunge e Fausto le dice, proseguendo ad alta voce il corso dei suoi pensieri, che spesso si domanda perché non sia morto e che pur non ricordandosi quasi nulla del giorno dell’incidente, si ricorda le loro chiacchiere durante la festa del raccolto. «“Se io ho te che cosa m’importa”: questo mi hai detto, ti ricordi?», le domanda mentre inizia a fare forza sulle braccia per alzarsi e mentre rifiuta tenacemente qualsiasi tentativo di Gloria di aiutarlo, finendo per abbracciarla – investendola letteralmente con tutto il peso della responsabilità del loro legame, così da impedirle di fare quanto si era ripromessa – e per fare sue quelle parole: «Se io ho te che cosa m’importa? Io ce la faccio!».

A sera troviamo Gloria a casa di Michele: dopo essere stati insieme lei gli dice che quando si trova da sola con Fausto non riesce a dirgli la verità, è confusa; lui le propone di andare subito a farlo, per quanto sia doloroso, e lei accetta. Intanto Milena porta le medicine a Fausto chiuso nel suo studio a ragionare sulla situazione economica della cascina e gli domanda se abbia parlato con la mamma. Lui risponde che anche lei è contraria alla sua partenza per il Canada e le dice che non può tradirlo in un

momento così difficile: di fronte a quelle parole, Milena rivela la verità, esordendo con un eloquente «non sono io che ti tradisco». Quando Gloria e Michele arrivano, Fausto già al corrente di tutto mette alla porta l’amico di una volta, allontanandolo tanto dalla sua famiglia quanto dall’azienda, e dice a Gloria di andarsene via con lui se è quello che desidera. L’indomani Fausto si fa accompagnare all’allevamento dei Crespi da Milena: riconosce un ragazzo di colore che in passato aveva lavorato alle sue dipendenze, poi mostra ai Crespi il corno datogli da Veronica e cerca di fare luce sulla famosa truffa. I due gli dicono di aver partecipato all’inganno su richiesta di Fausto stesso, inganno che ha permesso a lui di salvare la cascina e a loro di comprare l’allevamento; quanto alla tragica fine di Paolo Ghilardi, gli dicono che è lui a dover raccontare loro l’accaduto e Fausto ribadisce di non ricordare nulla. L’intera conversazione viene ascoltata di nascosto, a pochi passi di distanza, da Brina, l’uomo che Baldoni aveva costretto ad accettare il suo incarico. Mentre quest’ultimo parla ancora con Veronica nel tentativo di evitare che ricada nella trappola di un amore sbagliato, Fausto si decide a chiedere alla dottoressa Madrigali di tentare la tecnica dell’ipnosi. Lei gli spiega il loro obiettivo: distrarre la mente per liberare i ricordi più profondi. Durante la prima seduta, Fausto risponde dettagliatamente alle domande sul ciclo di produzione del mais finché, a un tratto, rivede con gli occhi della memoria la pioggia torrenziale in una campagna buia, se stesso scavare una buca con una vanga, un lampo che rischiara la cappelletta di S.Elena. Richiamato al presente da una brusca interruzione del flash del passato, Fausto dice alla Madrigali che quando avrà trovato quella santella saprà la verità.

EPISODIO 5

In un colloquio con la dottoressa, Lorenzo racconta un episodio della sua adolescenza: la prima volta in cui era andato a caccia con suo padre, l’esitazione che aveva avuto nel prendere di mira il cinghiale e sparare, l’aver ubbidito alle esortazioni sempre più incalzanti di Fausto uccidendo l’animale. Il ragazzo lascia capire che avrebbe preferito non sparare ma in quella, come in tantissime altre circostanze, dire di no a Fausto si rivelava impossibile. La sua più grande preoccupazione ora consiste nel dovergli far sapere, subito dopo la scoperta del tradimento di Gloria con Michele, del fallimento cui sta andando incontro Cascina Morra: se da una parte, infatti, Lorenzo si dice convinto del fatto che suo padre non meritasse più l’amore di sua madre da tanto tempo, dall’altra sa quanto sia sempre stato attaccato alla sua terra, vera ragione di vita.

Intanto a casa Gloria cerca il dialogo con Fausto, benché non sia affatto semplice; gli spiega che senza Michele non sa se sarebbe riuscita a fronteggiare tutto nei cinque anni trascorsi, dai figli all’azienda. Gli dice che ha intenzione di andare a vivere con lui ma desidera portare con sé i due figli più piccoli, Viola e Martino; Fausto si oppone. Milena non riesce a giustificare la scelta di sua madre; Lorenzo si dimostra in collera con Michele per non avergli detto nulla della sua relazione con Gloria e per il fatto che a questo punto suo padre non ne vorrà sapere della Agrifond, trattandosi di un’iniziativa di Michele. Quest’ultimo cerca di fargli comprendere le sue ragioni e lo mette al corrente del fatto che un certo Pasini ha gonfiato la richiesta di fondi alla Comunità Europea e riceverà così molto più del necessario, invitandolo a fare altrettanto, ma Lorenzo si dichiara contrario e afferma che piuttosto che percorrere questa strada preferirebbe fallire.

Fausto si fa accompagnare in auto dal vecchio Elia in cerca dell’edicola votiva apparsagli in un frammento di ricordi e Ernesto li segue di nascosto, per scoprire di cosa siano alla ricerca, non mancando di riferire come al solito a Veronica. Mentre Gloria vede Viola lavorare al suo dipinto sul muro della cascina e la esorta a proseguire il corso con il professor Riccardi o al limite ad avvertirlo in prima persona del suo cambiamento d’opinione se ne è davvero convinta, Lorenzo va al Blue Parrot in cerca della sua ex fidanzata Irene. Avuto il suo indirizzo da una ragazza che lo riconosce, la raggiunge a casa e vedendo un uomo uscire dal suo appartamento crede che si tratti del suo compagno. Una volta entrato, si sofferma con lo sguardo sulla bellezza di Irene e delle sue gigantografie appese alle pareti. Ben presto viene a conoscere l’amara verità sulla sua vita, divisa fra lavoro al locale e prostituzione con clienti abituali: non è senza rancore che Irene sottolinea come le circostanze l’abbiano obbligata in tale direzione e aggiunge che, a differenza che con lui, i rapporti con i clienti sono chiari dall’inizio e questi non si inventano storie per lasciarla. Per l’ennesima volta lei gli domanda perché l’abbia lasciata, per l’ennesima volta lui non risponde e scusandosi se ne va.

A casa Lorenzo vive i suoi momenti più difficili, trovando il coraggio per dire ai suoi genitori e a

Milena che la banca ha deciso di chiudere la linea di credito e l’azienda sta per fallire; l’origine del problema consiste nel fatto che nei primi cinque anni senza certificato di biologico non è possibile vendere i prodotti a un prezzo adeguato, e di conseguenza si era reso necessario chiedere l’aiuto della banca che adesso si è tirata indietro affermando di non credere più alle loro stime. Fausto, fra il dolore e l’ira, esclama che il suo sistema, semplice, creato da lui che aveva sempre e solo avuto esperienza diretta di lavoro nei campi, funzionava. Quindi se ne va a pensare da solo. È ormai sera tardi quando Fausto chiama Veronica e lei lo va a prendere in macchina e lo accompagna a casa sua. Si riaccende la passione di una volta, o forse no: nella giovane donna ritorna per davvero una fiamma che non si era mai spenta, mentre Fausto sembra essersi preso solo una rivincita. Sul tradimento, sui problemi economici, su una vita che sembra andare sempre più dalla parte sbagliata. Veronica si accorge di tutto questo e non appena lui le chiede di essere riaccompagnato a casa accondiscende. Ferita da un atteggiamento freddo e completamente diverso da quello che aveva desiderato e aspettato nei cinque anni di coma, Veronica approfitta di un momento in cui Fausto non può vederla per spiare nel suo taccuino, in cui intravede in velocità un elenco di cappellette con i relativi indirizzi. Alle prime luci dell’alba, facendo ritorno a Cascina Morra, Fausto la invita ad entrare con l’auto nel cortile, in modo tale che per Gloria sia impossibile non accorgersi della sua presenza. La moglie gli dice che sono stati tutti molto preoccupati non vedendolo a casa, poi non può fare a meno di domandargli: «Ancora con quella?». La risposta di Fausto non tarda ad arrivare, nel modo più graffiante possibile: «Io volevo stare con te».

Veronica va da Ernesto, ha bisogno di sfogarsi con un amico: gli racconta quanto accaduto e gli confida di essersi sentita solo usata per la prima volta da quando è iniziata la sua relazione con Fausto. A questo punto lei si dimostra molto solidale con Baldoni nei suoi intenti investigativi, non nascondendo una certa voglia di rivalsa e gli parla del taccuino che lascia effettivamente pensare che i giri in campagna di Fausto ed Elia non siano casuali. Messa alla prova dalla madre sulla sua capacità di assumersi in prima persona le proprie responsabilità, Viola si decide ad andare a scuola a comunicare al professore l’intenzione di smettere il corso; quest’ultimo tuttavia la convince a proseguire, riscontrando in lei un vero talento artistico. Visitando a Torino l’appartamento che Michele ha trovato per la loro futura vita insieme, Gloria non riesce a dissimulare la forte preoccupazione per la sua famiglia e per le condizioni dell’azienda; Michele le dice che l’unica soluzione per la cascina consiste nel far accettare a Fausto l’investimento della Agrifond.

Nel suo studio Fausto parla con il giovane amministratore, Damiano: con grande franchezza gli dice che all’inizio non si era subito fidato di lui, ma poi aveva dovuto ricredersi, perché il lavoro svolto si è dimostrato davvero impeccabile, mentre le scelte sbagliate sono state quelle compiute da Lorenzo e Gloria. Non molto dopo arriva Michele e Damiano li lascia soli; il dialogo fra i due è inevitabilmente segnato dal rancore, tenuto a bada per il bene dell’azienda. Fausto sottolinea che se fosse convinto che aprire le porte alla Agrifond significherebbe davvero aver trovato una soluzione, lo farebbe nonostante la proposta sia partita da Michele; ma è sicuro che non sia quella la strada da seguire, teme che ne deriverebbero licenziamenti e terreni in vendita.

Dopo aver detto a malincuore al fidanzato di non poter partire insieme a lui per il Canada ma di voler aspettare che la situazione della cascina si risistemi, Milena dà la bella notizia al padre che, molto contento della sua solidarietà, le chiede di accompagnarlo a Torino per affari. Fausto e Milena si recano così dai Bettetini, padre e figlio: Fausto dice loro che vuole tornare a coltivare mais e all’allevamento intensivo, e per far questo ha bisogno dell’aiuto di un amico che gli metta a disposizione la liquidità necessaria a riavviare la cascina. Dopo una breve trattativa il vecchio Bettetini accetta, a una condizione per lui piuttosto vantaggiosa, ma non tirannica nei confronti di Cascina Morra. A sera, mentre Milena informa la madre e il fratello che probabilmente ritorneranno in affari coi Bettetini, il discorso viene interrotto dalla voce di Martino che mostra a Gloria il primo dentino caduto e per festeggiare Fausto propone il battesimo della sella, come aveva fatto con gli altri figli; ma Gloria gli dice che Martino ha paura degli animali e dei cavalli in particolare, e Fausto non perde occasione per dirle: «tanto dove lo porti non ci saranno animali no?». L’indomani su richiesta di Fausto, che desidera consigliarsi con lui, arriva in cascina il vecchio Elia:

fra l’ipotesi di svendere e salvare il salvabile o rilanciare e rischiare di perdere tutto, Elia gli suggerisce di tentare ancora una volta di fare quello di cui è stato capace tanti anni prima, cioè tenere uniti famiglia e contadini, ritrovando la vecchia forza che ridarà nuova vita a Cascina Morra. Tenace come pochi Ernesto ha seguito anche in questa circostanza la macchina di Elia, e l’ha riferito a Veronica, dicendole che a suo parere l’unica possibile ragione di quei giri in campagna è il tentativo di ritrovare il punto preciso dove è stato sepolto Paolo Ghilardi.

Damiano trova su Internet qualcosa di estremamente interessante per Fausto, un elemento che non può che deporre a favore dell’azienda: da un articolo si evince chiaramente che una vendita di terreni è stata conclusa grazie all’accordo fra i Crespi e la banca che faceva credito a Cascina Morra. Parlando con Gloria che, per fargli capire quanto lei tenga alla cascina, gli vuole restituire il salone delle feste per utilizzarlo per l’allevamento, Fausto le propone di accompagnarlo dal direttore della banca, cui vuole mostrare quell’articolo, perché lei «è sempre stata la sua forza». Gloria è felice di accettare. Così all’appuntamento col direttore si presentano Fausto, Gloria, Milena e Damiano. Dopo un primo scambio di battute in cui Fausto chiede i finanziamenti per realizzare quanto si è prefisso – coltivazione di mais e allevamento intensivo – e il funzionario legato ai Crespi rema contro, interviene Gloria che fa presente al direttore il coinvolgimento del funzionario in un affare con quelli che sono ormai risaputamente i più forti concorrenti di Cascina Morra e Damiano ne fornisce il concreto riscontro. Il direttore mostra a questo punto aperta disapprovazione per l’operato del suo dipendente. Felice della complicità di Gloria e pensando al bene dei ragazzi, una volta a casa Fausto le dice che Viola e Martino hanno più bisogno di lei che di lui. Tornata a frequentare il corso di disegno, Viola viene a sapere dal professore che il Comune ha accettato il loro progetto di partecipazione alla riqualificazione del quartiere e ne è molto contenta; Bashir si dimostra particolarmente taciturno durante una seduta di fisioterapia con Fausto, convintosi che quest’ultimo non riesca ad accettarlo perché di colore, ma nonostante le difficoltà il ragazzo non ha intenzione di rinunciare a Milena. Gloria riceve una telefonata dalla banca da cui apprende che viene riaperta la linea di credito e lo dice subito a Fausto: entusiasti per la notizia, si abbracciano quasi senz’accorgersene. Poi brindano con il resto della famiglia e Fausto informa per telefono anche Elia, che si era dimenticato di andare da lui e che si trova, a sua insaputa, sempre sotto lo sguardo vigile di Ernesto.

Rimasto solo, Fausto prova a mettersi alla guida della sua auto. Nessuno se ne accorge. È la prima volta da dopo l’incidente. Esita, rivede l’istante dello scontro, poi si calma, mette in moto la macchina. Raggiunta la cappelletta presente a un angolo della strada fra i campi, Fausto scende dall’auto: la guarda da vicino, vi ritrova l’immagine comparsa nel suo frammento di memoria e rivede se stesso scavare in quella notte di pioggia senza fine.

EPISODIO 6

Quando Gloria mostra a Viola e Martino le foto delle loro camere nella nuova casa di Torino, la ragazzina è attirata e incuriosita mentre il bambino dice che gli piace di più stare nella cascina, dove ci sono i fratelli più grandi «e anche Fausto», riaccendendo nella madre un tormento interiore mai sopito. Al colloquio con la Madrigali, Fausto deve raccontare qualcosa della sua storia con Gloria: ricorda il giorno in cui, dopo tante ore di lavoro nei campi, al tramonto si erano fermati a riposare e guardare le luci del sole sulla campagna; lui aveva preso il cerchietto di plastica della sua bottiglietta d’acqua e l’aveva infilato al dito di lei, sentendosi certo in quel momento che sarebbe stata la donna della sua vita. Ma aggiunge che deve essersi sbagliato dal momento che adesso Gloria sta con Michele; dice inoltre alla dottoressa di aver trovato la famosa santella affiorata nei suoi flash di memoria. Camminando per Torino con Bashir, Milena gli dice che i suoi studi in ragioneria serviranno a qualcosa dato che sta per iniziare a lavorare con l’amministratore Damiano sul contratto Bettetini. Il fidanzato ascolta a tratti, è molto pensieroso, poi la interrompe e, dicendo di avere sbagliato a chiederle di partire e lasciare tutto, le mostra un anello di fidanzamento e le fa la sua proposta di matrimonio per dimostrare la serietà delle sue intenzioni. Capisce che Milena è spaventata e le dice di prendersi tutto il tempo necessario per pensarci.

La sera Fausto ed Elia escono insieme in auto per raggiungere una santella e durante il tragitto Fausto gli dice che, nonostante lui gli avesse detto che il motivo del suo trovarsi in campagna all’alba il giorno dell’incidente derivava dalla riparazione della pompa di un pozzo, ciò che è risalito a galla

nella sua memoria è ben diverso: ricorda un cadavere e una grande fossa scavata da lui. La loro conversazione è interrotta dallo squillo del telefono di Fausto: a chiamare è Veronica, secondo il suggerimento di Ernesto, preoccupatissimo di non aver potuto seguire Elia in un momento forse fondamentale. Veronica finge di desiderare un incontro con Fausto che rifiuta, ma il vero obiettivo è comprendere se Elia e Fausto fossero fuori insieme per le loro ricerche e il suono di un clacson ne dà la prova a Ernesto che cade nello sconforto più totale. Raggiunta la cappelletta, Fausto ed Elia scavano finché trovano il teschio di un vitello. Elia immediatamente gli dice: «lo sapevo che non sei un assassino». Fausto si domanda perché abbia seppellito una bestia e allora Elia lo porta a casa sua. Lì, gli racconta la verità. Gli dice che i Crespi avevano alzato il tiro da quando avevano messo a tacere Marco, il marito di Veronica, iniziando a importare capi di bestiame malati e Fausto aveva subito deciso di chiudere con loro. Gli dice che il vitello sepolto era malato di tubercolosi e per questa ragione l’avevano soppresso il giorno stesso in cui era arrivato in cascina e sarebbe stato compito di Elia andare a prendere un vitello sano per sostituirlo, ma prima che avessero avuto tempo di sostituirlo applicando al nuovo vitello sano la marca auricolare di quello soppresso, era arrivato in cascina Paolo Ghilardi a complicare tutto. Dopo la festa del raccolto Fausto era andato a seppellire il vitello malato e dopo l’incidente era stato Elia a prendere dal pick-up la marca auricolare, che ha conservato e che gli mostra, per evitare che venisse trovata da altri. Elia non gli aveva raccontato tutto questo in precedenza perché Michele gli aveva detto di preservarlo dagli shock. Così Fausto scopre che Michele e Lorenzo sapevano della truffa da quando avevano preso in mano l’azienda e per questo motivo avevano rotto con i Crespi e con Elia. Fausto comprende allora perché Lorenzo nutra del rancore nei suoi confronti ed Elia gli fa notare che se Lorenzo non gli ha mai parlato della truffa è stato per proteggerlo, cosa che dimostra quanto gli sia legato. Riaccompagnato a casa Fausto, Elia lo saluta dicendogli mentre scende dalla macchina: «hai fatto degli errori ma li hai fatti per il bene di tutti e cinque anni di coma sono una pena sufficiente, no?».

Trovando Gloria accanto a Martino che non dorme per via di un brutto sogno, Fausto le chiede di lasciarlo provare a parlargli e lei non può che esserne felice. L’indomani la colazione della famiglia Morra è interrotta dallo spiacevole arrivo dei Crespi: Fausto esce in cortile a parlare con loro e Lorenzo un po’ in disparte li ascolta. Dicendo a Fausto che in banca sono venuti a sapere delle insinuazioni da lui fatte sul loro conto, gli propongono di tornare a collaborare e davanti al suo netto rifiuto, Nicola gli promette il fallimento di Cascina Morra in tono minaccioso.

Ernesto si risveglia sul divano di Veronica, e appena lei gli dice di essersi ricordata di aver letto nel taccuino di Fausto il nome di S.Gabriele e quello di un mulino, sente d’improvviso ritornargli tutta l’energia necessaria a riprendere le sue indagini ed esce di corsa. Michele avverte Gloria, intenta a preparare i bagagli per il trasloco in compagnia dell’amica che vuole far sparire dalla sua mente ogni tentazione di abbandonare la nuova vita per tornare con Fausto, del fatto che a causa di un problema idraulico devono rimandare di qualche giorno il trasferimento nell’appartamento di Torino. Gloria non ne è del tutto affranta.

Il professor Riccardi regala a Viola due biglietti per l’inaugurazione di una mostra di Street Art cui sa che lei terrebbe tantissimo, e sentendosi dire che non ha un fidanzato con cui andare si dice disponibile ad accompagnarla. La ragazza ottiene facilmente il permesso di Michele mentre lui le mostra la sua camera nell’appartamento di Torino. Fausto va in campagna con Lorenzo e guardando le serre che stanno per essere smantellate, gli dice che comprende cosa significhi per lui vedere vanificato tutto il lavoro di quegli anni. A sera Lorenzo va nel locale dove lavora Irene e beve parecchio per attutire il dolore della sconfitta; poi le dice di essersi pentito di averla lasciata e le confida il suo fallimento nel lavoro. Mentre, usciti dal locale, camminano per le strade di Torino, Irene lo esorta a non darsi per vinto e a cercare ancora un suo spazio di indipendenza all’interno di Cascina Morra: deve continuare a lottare per quello in cui crede. Finalmente lui le confessa la verità sulla fine della loro storia: aveva dovuto lasciarla per proteggerla, dal momento che lei era la sorella di Paolo e lui il figlio del principale sospettato; non voleva che lei si sentisse obbligata a stare con lui. Spronato da Irene a non smettere di avere fiducia nelle sue capacità, Lorenzo mette al corrente la madre del suo desiderio di volere la parte che gli

spetta della cascina per poterla gestire a modo suo, e lei lo appoggia pienamente e lo esorta a parlarne subito con Fausto. Così Lorenzo dice a quest’ultimo di volere i campi oltre il canale dove non è ancora stato messo il diserbante, per poter continuare a produrre la sua birra a Km zero, pronto a sentire un netto rifiuto da parte del padre, che invece lo stupisce dicendosi immediatamente d’accordo e affermando che Lorenzo se lo merita dopo tutto il lavoro svolto. Infine il ragazzo aggiunge che avrà come socio Michele, cosa che non può rendere entusiasta Fausto. Poco dopo Lorenzo va a casa di Irene e la sorprende con l’inaspettata proposta di lavorare con lui per vendere la birra; lei replica che non ha bisogno di un principe azzurro da cui farsi salvare: il ragazzo allora le riconosce di essere l’unica in grado di salvare lui dai suoi sensi di colpa e dalla sua angoscia.

Mentre Ernesto, studiando la dislocazione delle cappellette sul territorio, gira alla ricerca di quella indicatagli da Veronica, Giulio Bettetini telefona a Milena per proporle un giro sulla nuova moto come ai vecchi tempi. Lei accetta e il giro si conclude con la sosta in un locale dove lui riesce a convincerla a ballare e poi scatta un selfie che li ritrae insieme; una volta riaccompagnatala a casa, la bacia nonostante lei lo abbia appena informato della proposta di matrimonio di Bashir, dicendole di considerare il gesto come una specie di addio al nubilato. L’indomani Fausto va a casa di Veronica per chiudere definitivamente la loro relazione; nonostante lei se lo aspettasse, ne soffre comunque molto e chiede per telefono a Ernesto di prometterle di trovare la famosa santella. Tornata da una cavalcata per cercare di sfogare la sua inquietudine, proprio com’era solito fare Fausto, Milena viene raggiunta da Bashir, che le domanda cosa significhi lo scatto fotografico che la ritrae insieme a Giulio, da lui postato su Facebook, e subito se ne va, in collera con lei.

Vedendo Martino scendere le scale con un sacchetto contenente alcuni suoi vestiti e sentendosi dire dal bambino che vuole imitare la sorella Viola, regalandoli ai poveri, immediatamente Gloria si insospettisce e telefonando a una compagna di classe della figlia scopre ben presto che l’uscita didattica organizzata dal prof. Riccardi è stata pura invenzione di Viola. Rientrata tardi la sera la ragazzina si trova a dover spiegare quanto accaduto: non solo aveva mentito ai genitori, ma anche al professore cui aveva detto di avere il permesso dei suoi per andare alla mostra in serata. Dopo uno scontro con Gloria e Fausto, Viola per non mostrarsi del tutto sconfitta esclama: «Tanto, vado a vivere da Michele!». Gloria replica decisa: «Le regole di tuo padre valgono ovunque», e una volta che la ragazzina ha lasciato la stanza per andare nella sua camera, Fausto la ringrazia sinceramente.

Il giorno seguente, Michele avverte telefonicamente Gloria del fatto che i lavori dell’idraulico sono finiti e possono tranquillamente trasferirsi nella casa di Torino. Terminata la telefonata, Gloria è in preda a molti e contrastanti pensieri. Guarda l’anello “di fidanzamento” di plastica, ricordo gelosamente custodito in una scatoletta di legno; da sola va verso la campagna, guarda il paesaggio, osserva tutto quello che fino a quel momento è stato il suo mondo, costruito insieme a Fausto. Quest’ultimo la raggiunge e le dà un bacio d’addio in vista dell’imminente partenza per Torino. Gloria arriva da Michele nella casa nuova, ma senza l’entusiasmo che lui si aspetterebbe, anzi: gli spiega in lacrime la situazione, gli dice di non poter lasciare la cascina perché lì c’è la sua famiglia ma soprattutto perché ama Fausto. Poi torna a casa, con negli occhi una serenità nuova, una libertà nuova: basta uno sguardo fra di loro e Fausto capisce che lei è tornata per restare. Mentre lui la abbraccia appassionatamente lei gli dice: «Promettimi che non mi mentirai mai più».

Durante uno dei soliti giri, Ernesto si sente dire da un contadino di una buca fatta nel terreno proprio nei pressi di una cappelletta, da gente che non lascia in pace neanche i santi. Ernesto vede la terra smossa. Piange di rabbia per non essere stato nel posto giusto al momento giusto.

EPISODIO 7

Scavando Ernesto trova i resti del vitello malato, soppresso e portato nel campo di S.Rocco da Fausto e, recatosi a colazione alla solita trattoria, dice a Veronica che è ormai evidente che Fausto avesse qualcosa da nascondere. Fausto e Gloria si alzano un po’ più tardi del solito, dopo una notte d’amore che sembra aver cancellato per sempre l’incubo iniziato cinque anni prima e, scendendo insieme per la colazione, fanno capire ai ragazzi di essersi ritrovati. Lorenzo e Milena rimangono un po’ sulle loro, lasciando trasparire un certo scetticismo sulla loro unione; Fausto fa per la prima volta gli auguri di compleanno a Martino e Gloria gli promette una bella festa, alla quale il bambino non manca di chiedere se parteciperà anche Michele. In cascina arriva-

no finalmente le sementi e Fausto chiede a Elia di tornare a lavorare con lui, cosa che rende il vecchio molto felice. Al suo colloquio con la Madrigali, Milena racconta come l’incidente abbia segnato un vero punto di svolta nella vita della sua famiglia, ricordando nitidamente i momenti immediatamente successivi alla notizia, il silenzio sceso sulla casa dopo la telefonata ricevuta da sua madre in cui veniva comunicato che Fausto era stato portato in ospedale... La dottoressa la invita a riprendersi adesso la sua libertà e a non rinunciare a quel futuro professionale per il quale si era impegnata così tanto da riuscire a superare il test di medicina nonostante i precedenti studi di ragioneria: suo padre e Bashir non possono far svanire un desiderio così importante.

Michele si presenta a Cascina Morra portando un regalo per Martino, una scatola di monete per la sua collezione; Gloria lo invita alla festa di compleanno mentre Fausto, appena si accorge della sua presenza, lo tratta in modo molto asciutto; Michele li informa frettolosamente del fatto che un paio di giorni prima ha scoperto la frequentazione di Viola con un ragazzo più grande e poi se ne va. Fausto, comprendendo che si tratta del giovane professore con cui Viola era andata alla mostra, decide di recarsi subito a parlare con la preside e Gloria, non potendo fargli cambiare idea, lo accompagna. Durante l’incontro, che avviene in presenza del prof. Riccardi, Fausto insiste per il trasferimento dell’insegnante o della figlia ma la preside riesce a calmarlo, a farlo ragionare sui motivi che hanno indotto Viola a falsificare un permesso, a fargli prendere tempo. Quando al ritorno da scuola Viola litiga con entrambi i genitori per la loro iniziativa di parlare con la preside senza avvertirla, Fausto la mette in castigo ritirandole il telefonino e Gloria si dice d’accordo con lui.

Mentre all’uscita dall’ospedale Milena e Bashir fanno pace, Irene raggiunge Lorenzo nel suo birrificio alla cascina: assaggia una birra alla frutta, se ne dichiara entusiasta, dice che accetta la proposta di lavoro. Lorenzo non manca di farle capire che lei gli piace ancora. A sera Michele si presenta alla festa di Martino per consegnargli il suo regalo e Fausto non nasconde il suo disappunto, andandosene nel capannone delle sementi a vuotare alcuni sacchi per rimanere da solo. Quando Michele lo raggiunge, i due si scambiano poche parole: Fausto lo considera un traditore e Michele gli rinfaccia di non aver mai rivelato a Gloria la truffa con i Crespi proprio per lealtà verso di lui. Scatta un vero litigio e i due vengono alle mani, incuranti dell’incendio che prima a poco a poco e poi molto rapidamente divampa nel capannone. Quando se ne accorgono Fausto corre alla pompa dell’acqua e Michele esce dal capannone chiamandolo fuori; non vedendolo demordere, rientra anche lui e insieme riescono con grande sforzo ad azionare la pompa che fa piovere acqua spegnendo le fiamme. Nel frattempo Lorenzo si è accorto di quanto sta accadendo e immediatamente ha avvertito Gloria: tutta la famiglia aspetta con trepidazione che Fausto e Michele escano dal capannone, e alla fine può tirare un sospiro di sollievo. L’indomani mattina troviamo Fausto e Michele insieme in ospedale per un controllo, e Fausto ringrazia l’amico anche per il suo continuare a mantenere il silenzio con Gloria sulla vicenda della truffa.

Trascorsa quasi tutta la notte nel laboratorio di analisi a cercare di scoprire, in un’attività febbrile, la verità sui campioni di osso del vitello trovato, Ernesto arriva ad avere la certezza che quell’animale fosse affetto da tubercolosi bovina, contagiosissima per gli animali e pericolosa per gli esseri umani. La mattina successiva si precipita dal procuratore Giorgi, affermando che secondo lui Paolo Ghilardi è stato ucciso proprio perché ha visto Fausto seppellire il vitello malato; il procuratore però gli fa notare che non esiste prova per dimostrare che sia stato proprio Morra a seppellire quell’animale e fin quando Ernesto non ne produrrà in tal senso, è impossibile riaprire l’indagine.

Nonostante Fausto abbia creduto fino all’ultimo istante nella possibilità di salvare le sementi, non può che constatare che sono state irrimediabilmente rovinate dall’incendio e si scusa con Gloria per l’accaduto, prendendosela con se stesso per aver agito in modo incosciente. Ora è necessario acquistare nuove sementi e di conseguenza la semina finirà per essere più tardiva. Presto la notizia arriva alle orecchie dei fratelli Crespi che contattano tutti i grossisti della zona per acquistarne i rifornimenti di sementi, così da condannare a morte Cascina Morra. Fausto suggerisce a Elia di provare a contattare dei fornitori in Francia e intanto Lorenzo ha l’idea di chiedere in prestito ai Bellini la loro seminatrice, dato che la loro è ormai inutilizzabile. Milena, preoccupatissima, dice a suo padre che è opportuno concludere al più presto l’affare coi Bettetini, che rischia di saltare se la semina

non ha inizio; poi cerca di mettersi in contatto con Giulio e si ritrova ad aspettarlo per ore finché lui la raggiunge e la porta a casa sua. Lì davanti a una birra le spiega che aveva trascorso l’intera giornata a litigare con suo padre, cui aveva dato del vigliacco per la sua intenzione di far saltare l’accordo con Morra dopo l’incendio nel capannone. La cosa stupisce Milena, cui Giulio ancora una volta manifesta in modo esplicito i suoi sentimenti, attraverso un bacio appassionato di fronte a cui lei non si tira indietro.

In aperta campagna Ernesto parla con Brina, cui aveva chiesto di fare da talpa per lui, esortandolo a confessare tutto quello che sa su Fausto per cercare di attenuare la sua posizione, dal momento che il traffico di animali provenienti dall’Est e gravemente ammalati sarà una grave accusa. A casa, Fausto interrompe prima del previsto la seduta di fisioterapia con Bashir, che lo mette in guardia dal chiedere troppo al suo fisico, onde evitare un forte contraccolpo: Fausto replica che non saprebbe cosa farsene di un corpo sano se la cascina andasse distrutta. All’ingresso Bashir vede Milena rientrare in macchina da una notte trascorsa fuori casa: le domanda dove sia stata dato che l’ha chiamata invano dalla sera precedente e nessuno dei suoi familiari ne aveva idea. Lei gli rivela la verità: la notte trascorsa insieme a Giulio Bettetini, il fatto che sia stata l’unica volta che è successa fra loro una cosa simile, il suo sentirsi confusa. Lui non accetta l’anello di fidanzamento che lei tenta di restituirgli, poi le chiede di partire subito per il Canada. Infine, andandosene via, le dice di essere consapevole del fatto che lei è arrivata a tanto per strappare un contratto che salvasse la cascina, e per questo non sa se provare più schifo o pietà. A scuola, Viola si fa prestare un tablet da una compagna di classe e ricomincia a scrivere al giovane professore che risponde però con grande prudenza. Elia è felice di poter dare a Fausto la bella notizia di aver trovato le sementi presso un grossista francese e aggiunge a questo il fatto che Lorenzo ha già portato in cascina la seminatrice dei Bellini. Milena corre da Fausto a chiedergli di prometterle che la semina andrà bene perché per il bene della cascina lei sta mandando all’aria tutta la sua vita e lui assicura che farà del suo meglio. Al tramonto inizia la semina che prosegue anche nelle ore notturne: la terra di Cascina Morra, rischiarata quasi a giorno dai fari dei trattori, sembra rivivere di nuova vita, e una sferzata di energia positiva, di voglia di ricostruzione, contagia tutti. Inaspettato, arriva Ernesto a parlare con Fausto: senza tanti giri di parole, gli fa sapere di avere trovato il vitello malato seppellito nel campo di S. Rocco e gli dice che presto dovrà spiegare alla polizia dove ha sepolto il corpo di Ghilardi. Presto come era arrivato, si dilegua nella notte. Ma Gloria ha avuto tempo di ascoltare qualcosa della conversazione e fa domande a Fausto: lui le risponde che insieme a Elia aveva scoperto il vitello malato e quindi l’avevano soppresso di nascosto, per evitare che anche tutto il resto del bestiame venisse sterminato. Cerca di minimizzare ma a Gloria non è sfuggito il nome di Ghilardi: gli dice che quanto ha detto Ernesto è grave, il fatto che lui sostenga che Ghilardi li abbia visti potrebbe davvero costituire un movente per il suo assassinio. I due si guardano a lungo, alla ricerca di una reciproca verità. Alla domanda diretta di Fausto, «Tu pensi che io sarei capace di uccidere?», Gloria risponde «No».

EPISODIO 8

Durante una seduta di ipnosi regressiva Fausto rivede un altro flash della notte precedente l’incidente e la dottoressa gli domanda se abbia parlato con Gloria della truffa e della sua paura di essere un assassino, dicendogli che nel momento in cui mente agli altri si autorizza a mentire a se stesso. A quel punto Fausto vuole interrompere la seduta, dice alla Madrigali che si tratta del loro ultimo incontro perché è tempo di chiudere con i ricordi e occuparsi del presente.

Dall’ufficio del procuratore Giorgi, Ernesto telefona a Brina che non risponde: Giorgi gli mette il dubbio che i Crespi siano venuti a sapere degli incontri fra lui e il loro veterinario. Ipotizzando il peggio e preso dal terrore di sentirsi un altro morto sulla coscienza, Ernesto si precipita dai Crespi e chiede al ragazzo di colore che lavora per loro notizie su Brina. Si sente rispondere che è stato promosso capo veterinario degli allevamenti dei Crespi ed è appena partito per la Bielorussia. Facendo qualche controllo telefonico, Giorgi ottiene la certezza sulla partenza di Brina appena avvenuta e Ernesto non si dà per vinto, vorrebbe rintracciare il veterinario anche raggiungendolo sul posto, se necessario; ma Giorgi frena, poiché in assenza di prove non ha intenzione di chiedere una rogatoria internazionale.

Mentre Fausto si sta riempiendo un bicchiere d’acqua dal rubinetto della cucina, comincia a rivedere la pioggia a dirotto e altri

frammenti legati al passato ma il flusso dei ricordi è bruscamente interrotto da Gloria, che si accorge del suo essere soprapensiero. Lui le dice che la terapia con la Madrigali è finita, come se la decisione derivasse dalla dottoressa anziché essere sua, e arriva Viola a dare la bella notizia di un otto in matematica; a Gloria non sfugge l’apparentemente inspiegabile entusiasmo della ragazzina, ancora in punizione. Infatti, appena chiusasi a chiave nella sua camera, Viola accende il tablet ricevuto in prestito e scrive al professore che con simpatia le risponde. Lorenzo mostra con orgoglio in anteprima il macchinario per l’imbottigliamento automatico della birra a Irene, la bacia e lei è felice.

Parrella, la direttrice della ASL veterinaria, viene a sapere da un collega di Ernesto che quest’ultimo ha fatto indagini non autorizzate e gliene chiede conto: lui le porta i risultati delle analisi eseguite sulla sostanza con cui i Crespi dopano i vitelli, spiegando di aver aspettato a sporgere denuncia perché questa è solo la punta dell’iceberg della grande truffa da loro perpetuata da anni. La sua superiore gli dice che per il suo comportamento rischia di essere radiato dall’albo e poi lo manda con il collega a fare dei controlli nell’allevamento dei Crespi. Purtroppo, arrivati da questi ultimi, i due non possono che constatare che i vitelli sono stati recentemente rasati, cosa che significa non poter più disporre dell’unica prova considerata valida in tribunale. Di ritorno dalla direttrice, Ernesto si vede sospendere dall’incarico fino all’esito del provvedimento disciplinare da lei aperto nei suoi confronti e ritirare il pass. Notando il silenzio di Ernesto nei giorni a seguire, Veronica lo va a cercare a casa e lo trova nel più totale sconforto: si sente solo a combattere la sua battaglia contro i Crespi, i Morra, e anche i colleghi del distretto veterinario. Lei gli fa sentire la sua amicizia e gli dice di raccontarle per filo e per segno le ultime vicende.

Fausto chiede a Milena di chiudere il prima possibile il contratto con i Bettetini, di cui Cascina Morra ora ha davvero bisogno e lei gli assicura di riuscirci, puntando anche sul fatto che Giulio ha sempre avuto un debole nei suoi confronti. Ma una volta presentatasi a Torino alla sede della prestigiosa azienda, le viene risposto da una segretaria che è impossibile parlare tanto con il presidente quanto con il figlio, entrambi fuori sede, e per la ragazza inizia un’interminabile attesa. Senza dirle nulla, Bashir comunica a Fausto al termine della sua seduta di fisioterapia l’imminente partenza per il Canada, chiedendogli di non usare adesso verso di lui una finta cortesia; Fausto lo ringrazia per il lavoro svolto e gli augura buon viaggio. Bashir lo lascia con queste parole: «Se davvero ci tiene a sua figlia, la lasci essere Milena prima di essere una Morra». Ernesto porta Veronica nel luogo dove aveva trovato i resti del vitello malato e le spiega il problema di non riuscire a dimostrare che Ghilardi aveva assistito alla sepoltura dell’animale, cosa che poteva costituire un forte movente per ucciderlo. Poi una domanda di lei sul forte odore di stoppie bruciate presente nell’aria, innesca in Ernesto una serie di pensieri a catena: si sofferma a guardare la cenere che ricopre il terreno, quindi telefona a Irene e le chiede di incontrarlo al più presto per aprire il vecchio box di Ghilardi. Irene si assenta momentaneamente dal lavoro al birrificio spiegando a Lorenzo di dover vedere Baldoni ma senza dirgli il motivo, quindi raggiunge quest’ultimo e gli apre il box assicurandogli che una volta terminate le indagini l’auto di suo fratello non era più stata usata da nessuno. Ernesto preleva del fango da una ruota, senza spiegare dettagliatamente alla ragazza cos’ha in mente: le dice che forse l’intuizione che ha avuto lo condurrà a fare luce sulla morte di Paolo e la prega di non parlare della cosa con nessuno. Poi raggiunge Giorgi all’uscita dalla Procura e lo mette al corrente di tutto, pregandolo di far analizzare il campione di terra prelevato dalla ruota dato che lui non ne ha più la possibilità. Una volta avuti i risultati, Giorgi ammette che questi danno ragione a Ernesto che, entusiasta della notizia, lo prega di riaprire le indagini. Il procuratore ribatte che con quella prova possono solo dimostrare che l’auto di Ghilardi ha transitato nel campo di S.Rocco, ma la zona da esplorare per ritrovare il cadavere è molto ampia. Ernesto però gli fa tornare in mente la telefonata avvenuta proprio la notte precedente l’incidente di Fausto, telefonata di Ghilardi diretta a Lorenzo: secondo Ernesto il contenuto di quella chiamata doveva per forza riguardare la truffa e se Giorgi metterà sotto pressione Lorenzo si verrà a scoprire qualcosa.

Milena trascorre l’intera nottata nella sua auto, sotto una pioggia a dirotto, ad aspettare Giulio che arriva a casa solo all’alba. A quel punto lo rincorre e lo accusa apertamente di averle mentito e di non essere stato mai davvero interessato alla firma del contrat-

to con i Morra. L’indomani l’assenza di Milena all’inaugurazione del macchinario della birra non passa inosservata agli occhi di Lorenzo e Fausto, e Gloria dice che la ragazza ha avvertito per telefono di essersi fermata a dormire da una sua amica. Lorenzo e Michele hanno deciso di far inaugurare la macchina a Gloria, che felice fa premere a Martino il pulsante di avvio e tutto funziona perfettamente. Fausto abbraccia Lorenzo e gli dice di essere fiero di lui, poi esce di corsa in auto sotto l’acqua di un fortissimo temporale che può rivelarsi pericoloso per il mais piantato con la semina tardiva, e Gloria non riesce a trattenerlo. Al ritorno comunica alla moglie e a Lorenzo e Milena che il raccolto è completamente rovinato: non sarà possibile chiedere lo stato di calamità perché i raccolti altrui si sono salvati dal momento che le piante erano già più forti e l’assicurazione non interverrà trattandosi di semina tardiva. Come se non bastasse, Fausto è stato avvertito dal suo avvocato dell’avviso di garanzia che a breve gli arriverà essendo state riaperte le indagini, in particolare a proposito dell’ultima telefonata ricevuta da Lorenzo da parte di Paolo, e Milena in lacrime gli dice che i Bettetini non intendono più firmare il contratto. Fausto va all’azienda dei Bettetini e li raggiunge in ufficio nonostante il divieto della segretaria ma l’incontro si risolve in un nulla di fatto, dal momento che trova il vecchio Bettetini più informato del previsto sui nuovi problemi che per Cascina Morra si profilano all’orizzonte con la magistratura. Poi, seguendo il suggerimento dell’avvocato di famiglia, di presentarsi spontaneamente in Procura anticipando le mosse del Pubblico Ministero, Fausto, Gloria e Lorenzo vanno da Giorgi; il ragazzo lo fa del tutto controvoglia e prima di andare avverte Irene: fra i due si fa strada un sottile, reciproco sospetto. Mentre in casa rimane solo Milena, oltre alla donna delle pulizie, si presenta la nuova fisioterapista, da cui la ragazza è così costretta ad apprendere la partenza anticipata e già avvenuta di Bashir per il Canada. Intanto Viola senza dirlo a nessuno va a casa del prof. Riccardi che, sorpreso di trovarsela sulla porta di casa, la fa entrare.

In Procura inizia il serrato colloquio fra Giorgi e Lorenzo, in presenza del suo avvocato, mentre per richiesta del procuratore i genitori rimangono fuori dall’ufficio. Lorenzo conferma la sua precedente deposizione, ribadendo che quella notte era stato chiamato da Paolo Ghilardi solo per una questione interpersonale fra Paolo e la sorella Irene; Giorgi dice di sapere che lui e Irene sono tornati insieme e finge di essere sicuro che Paolo fosse nascosto presso la santella di S. Rocco, mentre seguiva qualcuno che stava seppellendo un vitello ammalato di tubercolosi, nel momento in cui gli ha telefonato: perché avrebbe dovuto chiamarlo per parlargli di Irene in una circostanza simile? Giorgi dice inoltre a Lorenzo che sicuramente si terrà conto del fatto che lui fosse ancora un ragazzino, ma se non si decide a parlare potrebbe indurre la Procura a sospettare che sia stato lui l’assassino di Ghilardi. Terminato l’interrogatorio, Giorgi va a casa di Ernesto: gli riferisce tutto, incluso il fatto di aver visto Lorenzo sul punto di cedere, poi insieme ragionano sul luogo dove potrebbe essere più probabile ritrovare il cadavere di Ghilardi. Osservano la mappa della zona e a un tratto Ernesto si illumina: proprio fra la santella di S. Rocco e il luogo dell’incidente di Fausto si trova la palude dove quest’ultimo era solito andare a pescare. Il cerchio si stringe.

Durante il tragitto di ritorno Lorenzo chiede al padre di fermare la macchina perché non si sente bene, e poi prosegue a piedi fino a casa e raggiunge Irene nel birrificio. Le dice di doverle parlare dell’inchiesta ma proprio in quel momento lei riceve una telefonata di Ernesto: sentendosi dire come cosa sicura che i responsabili della morte di suo fratello sono stati i Morra, Irene decide di non far sapere a Lorenzo chi la sta chiamando e inventa che si tratta di un cliente. I due litigano. Appena arrivato nel cortile della cascina, Fausto vede un grande spruzzo d’acqua proveniente da una macchina agricola che era stata usata sotto la pioggia: per associazione la memoria gli presenta all’improvviso l’immagine di sé che nottetempo getta il corpo senza vita di Paolo nella palude. Rimette in moto l’auto e quando arriva alla palude vede che sono già presenti sul posto sia la polizia sia Giorgi e Ernesto. Quest’ultimo lo intravede nell’oscurità, ma lui non scende dall’auto e se ne va.

EPISODIO 9

Alla palude Fausto ed Elia osservano di nascosto le ricerche iniziate da parte dei sommozzatori e Fausto ha un nuovo flash di memoria in cui rivede se stesso inabissare il cadavere di Ghilardi da una barca, quindi dice all’amico di

sempre di essere pronto a consegnarsi alla polizia.

A casa Viola piange sotto la doccia e Gloria la sollecita a prepararsi in fretta per non ritardare all’appuntamento con la dottoressa Madrigali; durante il colloquio in ospedale, quest’ultima si accorge che a Viola è successo qualcosa, trovandola molto più taciturna e triste del solito. Quindi la dottoressa riferisce a Gloria le sue impressioni e le suggerisce che probabilmente a Viola è capitato di subire qualcosa contro la sua volontà, e adesso la cosa migliore da fare è darle tempo perché sia lei ad aprirsi spontaneamente. Giacomo Crespi, di ritorno dalla pesca, informa il fratello Nicola, intento a giocare a biliardo con il funzionario di banca loro amico, della presenza dei sommozzatori alla palude. La riapertura delle indagini comporta per loro il rischio che venga fuori tutta la verità sulla truffa e Nicola si dice pronto a tutto, anche a uccidere, pur di non perdere la loro libertà e i loro allevamenti. A guardare con instancabile interesse le prime operazioni di ricerca dei resti di Ghilardi ci sono Ernesto e Irene, che sceglie di non rispondere alla telefonata di Lorenzo.

Inaspettatamente Fausto raduna tutta la famiglia e anche Michele per dire loro che il fallimento di Cascina Morra è una sua responsabilità e per questo ha deciso di ritirarsi dal lavoro cedendo la sua parte a Gloria, Lorenzo e Milena. Per risolvere la situazione potranno vendere alcuni lotti di terra e poi propone loro una strategia per differenziare la produzione di birra in modo tale da poter avere davvero successo sul mercato: secondo lui bisogna avere il coraggio di pensare in grande e puntare al biologico ma su scala industriale. Se riusciranno a creare un consorzio che coinvolga tutti gli agricoltori della zona come aveva fatto lui trent’anni addietro, allora la produzione sarà davvero forte e invidiabile da parte della concorrenza. Quando si alza e se ne va in un’altra stanza in modo deciso, Gloria lo segue e gli domanda le ragioni della sua scelta di cedere la sua parte ma il discorso viene interrotto dall’arrivo di Martino spaventato che avverte la mamma del fatto che Viola si è tagliata. Gloria la soccorre e la trova in lacrime, la ragazzina dice che non è capace di fare nulla, nemmeno preparare la merenda per lei e Martino. Poi, nella sua stanza, Viola racconta alla madre quella drammatica verità che non riesce più a tenersi dentro: dice di essere andata una sera a casa del prof. Riccardi, per dimostrare a se stessa di essere grande, e che dapprima lui è stato gentile, con il suo comportamento di sempre, ma poi l’ha costretta a stare con lui e lei non è riuscita a fermarlo. Poi Gloria riferisce tutto a Fausto ma si fa promettere che lui fingerà di non sapere, per non tradire la fiducia di Viola ed evitare che lei si chiuda completamente. Vuole parlare con la Madrigali per avere dei suggerimenti su come aiutare la figlia e per il momento non le importa di denunciare l’insegnante, cosa che invece Fausto sarebbe subito pronto a fare.

Per nulla contento dell’idea di Fausto di dare vita a un nuovo consorzio, probabilmente sia per gelosia nei suoi confronti sia perché ci teneva all’idea di un birrificio in proprio, Michele getta cattiva luce su di lui parlando con Lorenzo: gli dice che se Fausto ha deciso adesso di ritirarsi l’ha fatto perché ha capito di poter guadagnare grazie alla loro idea della produzione di birra e esorta Lorenzo a prendere in mano la sua vita e a occuparsi più del suo futuro che della cascina. Lorenzo si reca a casa di Irene e la informa delle ultime decisioni di suo padre, lei a questo punto vuole essere sincera: gli dice la verità sulla telefonata che aveva ricevuto da parte di Baldoni, in merito alle ricerche alla palude, e aggiunge che Ernesto ha visto Fausto aggirarsi da quelle parti una sera e che se Fausto ha deciso di affidare loro Cascina Morra ciò deriva dalla sua consapevolezza di avere ormai le ore contate. Lorenzo se ne va pronto ad affrontare finalmente la verità ma quando a casa chiede di suo padre, Milena gli risponde che è fuori. Infatti Fausto è a Torino, ad aspettare il rientro a casa del prof. Riccardi: non appena lo vede gli si avvicina, gli rivolge accuse precise, Riccardi tenta di scappare ma Fausto lo ferma e lo picchia violentemente.

A far compagnia a Ernesto che non stacca gli occhi un attimo dalla palude c’è Veronica; cala il buio e Ernesto intravede qualcuno e avverte la polizia che illumina la zona a giorno: si tratta del vecchio Elia, che dice di essere andato lì a pescare anguille e Ernesto lo invita a non prenderli in giro. Allora, Elia afferma di essere stato lui a uccidere Ghilardi: Ernesto non ci crede ma Giorgi lo fa accompagnare in commissariato per interrogarlo. Nella sua versione dei fatti, Elia dice di aver ucciso il vitello malato di tubercolosi per evitare che ci andasse di mezzo tutta la mandria, di aver strappato la marca auricolare che conserva ancora a casa sua, di essersi accorto mentre seppelliva il vitello che Ghi-

lardi l’aveva seguito. Secondo lui il giovane ispettore della ASL era ossessionato dal successo di Morra e voleva screditarlo; dichiara che Fausto era innocente, all’oscuro anche della vicenda del vitello, e che non c’erano mai state truffe, solo una leggerezza commessa da lui che in quella circostanza, sotto l’occhio vigile di Ghilardi, rischiava di trasformarsi nella rovina di Cascina Morra. Quindi afferma di averlo ucciso con la stessa vanga usata per scavare la fossa per il vitello e di aver poi gettato il cadavere nella palude da una barca che stava sulla riva. Giorgi a quel punto gli chiede indicazioni precise del luogo e proprio grazie a queste, i sommozzatori trovano il corpo di Ghilardi.

A casa Morra squilla il telefono: l’avvocato di famiglia avverte Gloria che il marito ha passato la notte in questura per quanto avvenuto con Riccardi, verso il quale ha decisamente esagerato. Ora rischia una denuncia per reato di aggressione con l’aggravante delle condizioni del professore. Gloria raggiunge Fausto in questura, in collera per il suo comportamento e soprattutto per le sue conseguenze, fra cui il fatto che Viola potrebbe non fidarsi più di lei; mentre stanno per uscire Fausto e Gloria vedono Elia arrestato entrare con i poliziotti: in un rapido scambio di battute, senza che altri possano sentirlo, Elia dice a Fausto che per lui in ogni caso non ci sarebbe futuro, e quindi il suo unico desiderio è che Fausto possa continuare a occuparsi al meglio della cascina, della sua famiglia, della loro terra.

Sentita in televisione la notizia del ritrovamento di Paolo Ghilardi e dell’arresto di Elia, Giacomo Crespi tira un respiro di sollievo ma il fratello Nicola gli ricorda che finché Fausto è vivo loro non saranno mai davvero al sicuro. A casa Morra Lorenzo fa notare a Michele che la confessione di Elia non spiega la truffa dei bovini, ma Michele afferma che secondo lui si tratta di una confessione plausibile. Viola riceve sul tablet dei messaggi da Riccardi che le scrive di non aver denunciato suo padre solo per lei. Quando Fausto e Gloria rientrano a casa, vanno subito da lei ma la porta della camera è chiusa a chiave e lei non risponde, al che Fausto deve aprirla con la forza. Trovano la ragazza distesa a terra e Milena vede subito le pillole che ha ingerito e calmando i genitori inizia a intervenire come farebbe un medico. Una volta in ospedale Viola viene sottoposta a lavanda gastrica e messa fuori pericolo; i medici dicono ai genitori che l’intervento di Milena è stato prezioso. La Madrigali incrocia Fausto in corsia e gli chiede se sia stato davvero Elia il colpevole. Lui annuisce, ma appena lei se ne va la sua memoria torna a tormentarlo.

EPISODIO 10

Di mattina Gloria sveglia Viola, che ha trascorso a casa una notte tranquilla, mentre Fausto non ha chiuso occhio rimanendo nella stessa camera. Irene va con Ernesto all’obitorio per il riconoscimento del fratello, i cui effetti personali non le lasciano dubbi. La ragazza dice a Ernesto di non credere alla confessione di Elia e lui le dà ragione, dal momento che quella confessione nega la verità della truffa attuata dai Morra e dai Crespi. Sempre convinto della colpevolezza di Fausto, Ernesto dice a Irene che l’unica cosa rimasta da fare sarebbe cercare di scoprire qualcosa di significativo a Cascina Morra, se lei è disposta ad agire in prima persona stando il più vicino possibile a Lorenzo e Fausto, e lei accetta. Quando Lorenzo la vede scendere dall’auto di Baldoni lei recita la parte stabilita con Ernesto: finge di essere stata infastidita ancora una volta da lui e dalle sue ossessioni. Scesa in cucina in tarda mattinata, Viola trova Milena e la ringrazia per il suo capace intervento, poi le dice per la prima volta di averla sempre ammirata per il suo coraggio; grazie a lei ad esempio, da piccola ha vinto la sua paura dell’ospedale, riuscendo ad entrare nella stanza dove Fausto era in coma. Milena riflette su tutto questo e telefona alla segreteria dell’università di Torino per sapere se in qualche modo il suo test d’ingresso ben superato potesse avere ancora qualche valore, nonostante lei non avesse effettuato l’iscrizione per quell’anno, ma si sente rispondere di no. La ragazza confida tutto al fratello Lorenzo e gli dice che vuole riprovare a fare il test per medicina, mentre lui è convinto che l’idea del consorzio possa funzionare e desidera che lei gli stia accanto nella prima fase in cui dovranno cercare di convincere tutti gli agricoltori. Quindi Lorenzo dice ai genitori che mentre lui e Milena si occuperanno di quello, Michele e Irene si dedicheranno alla produzione. Poi Fausto vede Viola pensierosa sull’altalena e la spinge come quando era bambina: lei è contenta e gli confida la paura di non riuscire a reggere lo stress di un processo, il giudizio degli altri per l’accaduto con Riccardi, e lui la rassicura dicendo che non è ancora tempo di preoccuparsi. Ernesto vorrebbe fare un sopralluogo a casa di Elia alla ricerca di qualche prova ma il procuratore Giorgi, pur riconoscendogli che grazie alla sua ostinazione è stato ritrovato il corpo di Ghilardi, nega riso-

lutamente. È Veronica a dare una mano a Ernesto, suggerendogli di prendere da Cascina Morra una copia della chiave di casa di Elia, essendo l’immobile di proprietà di Fausto. Ernesto si mette immediatamente in contatto con Irene.

Gloria e Fausto sono in banca e il direttore, a fronte della notizia divulgata dalla stampa sulla colpevolezza di Elia, porge le sue scuse e si dice pronto a intervenire con dei finanziamenti a favore di Cascina Morra. Di ritorno a casa, mentre guida, Gloria esprime le sue perplessità sul fatto che Elia possa essere stato un insospettabile assassino ma Fausto sembra avere la mente altrove e lei conclude: «Non si conosce mai davvero fino in fondo la persona che ti vive accanto». Al loro rientro, Fausto trova Irene nel suo studio e gliene domanda le ragioni: lì per lì lei inventa che stava cercando un numero di telefono e Fausto le crede; in realtà dopo un primo tentativo di ricerche della chiave di casa di Elia, aveva chiesto a Martino se ci fosse un altro posto in cui i genitori tenevano le chiavi e lui le aveva indicato la scrivania di Fausto. Di ritorno da un grande giro presso i principali agricoltori della zona, Lorenzo e Milena possono dare a Fausto la bella notizia di averli trovati positivamente interessati all’idea di un nuovo consorzio e Milena non manca di far sapere al padre quanto impegno ed entusiasmo ci ha messo Lorenzo nel convincerli. A cena è presente anche Irene e a un certo punto Martino le domanda davanti a tutti se abbia trovato le chiavi: Fausto lo corregge dicendo che si trattava di un numero di telefono e che è tutto risolto. L’indomani si presenta a Cascina Morra Giulio Bettetini per parlare con Milena, cui dichiara la sua intenzione di dare un contributo economico per il futuro della cascina a titolo del tutto personale, indipendentemente dall’approvazione di suo padre. La cosa non passa inosservata agli occhi di Gloria che in seguito, a tu per tu con la figlia nella sua camera, cerca di comprenderne le intenzioni mostrando di non essere contraria al legame fra lei e Giulio. Milena si dice confusa ma con le idee chiare solo in una direzione: studiare medicina. Intanto Irene recupera di nascosto le chiavi di casa di Elia e con la scusa di desiderare di stare un po’ da sola in chiesa prima del funerale del fratello, saluta Lorenzo un po’ perplesso. Ecco che vediamo Irene ed Ernesto entrare nella casa di Elia: guardandosi attorno non possono fare a meno di notare una serie di post-it sparsi ovunque con promemoria per qualunque genere di cosa e Ernesto si mette a rovistare alla ricerca di qualche informazione sulla salute dell’uomo. Trovato un fascicolo da cui risulta che Elia è affetto dall’alzheimer, Ernesto deduce che il motivo per cui l’uomo si sarebbe dichiarato colpevole al posto di Fausto potrebbe proprio consistere nella sua consapevolezza della malattia e nella sua disperazione, e al più presto riferisce tutto a Giorgi. Quest’ultimo gli fa constatare che si trovano davanti a un delitto perfetto, in cui il capro espiatorio nel giro di alcuni mesi non ricorderà più nulla, e non hanno elementi concreti che possano deporre a loro favore; intanto, una telefonata dalla direttrice della ASL avverte Ernesto che sono arrivati i risultati delle commissioni interne riguardo al suo operato.

Al termine del funerale di Ghilardi, cui partecipa tutta la famiglia Morra, Ernesto raggiunge Fausto e gli dice di seguirlo subito a casa sua, poiché entrambi sanno bene che non è stato Elia il colpevole. Fausto accetta e una volta a casa di Baldoni, quest’ultimo gli mostra il suo enorme quadro di ritagli di giornale e concatenazioni logiche costruito mese dopo mese, anno dopo anno. Gli dice che agli inizi aveva ritenuto Paolo un vero crociato, esagerato nelle sue battaglie, e non gli aveva creduto quando gli aveva parlato degli imbrogli avvenuti nel consorzio poiché aveva cieca fiducia in Fausto. Nonostante gli avesse ordinato di interrompere le sue ricerche, Paolo aveva continuato da solo: ha fatto di tutto per capire la verità sugli allevamenti dei Morra e dei Crespi, è andato all’Est a sue spese, ha studiato con infinita pazienza i movimenti dei camion dei Crespi presso Cascina Morra. Ernesto dice di sentirsi in colpa per non averlo ascoltato come avrebbe dovuto fare e aggiunge che entrambi sono colpevoli, perché se Fausto è stato l’esecutore materiale della morte di Paolo, lui se ne può ritenere in qualche modo il mandante. Infine, mostra a Fausto il fascicolo con le condizioni di salute di Elia, motivazione che può avergli semplificato la decisione di sacrificare se stesso per salvare l’amico.

Contemporaneamente a tutto ciò, Irene dice a Lorenzo che sta per tornare a Torino e gli confessa di essere rimasta con lui per incastrare il vero assassino del fratello. Lo accusa apertamente di averla lasciata, cinque anni prima, perché sapeva che era stato Fausto a uccidere Paolo. Una volta rientrato a casa e solo, Lorenzo scrive una mail alla ragazza, spiegando di volersi finalmente liberare dal segreto che si porta dentro da troppo tempo e che ha finito per divorarlo

e affermando che ad allontanarli è stato quanto è successo la tragica notte dell’assassinio. Ma appena Irene riceve la mail, la cancella senza nemmeno aprirla. Prima di dormire, in camera Gloria vede Fausto guardare i fogli avuti da Ernesto sul conto di Elia e gli domanda se sia sicuro che sia stato proprio Elia il colpevole; Fausto ha un attimo di esitazione, poi annuisce. Lei sorride e lo abbraccia, con la voglia di gettarsi tutto alle spalle per sempre.

La mattina seguente Milena informa Fausto della sua decisione ormai presa, studiare medicina ripartendo da zero, dal test d’ingresso; sa di dargli un grande dispiacere ma non può commettere l’errore di vivere una vita non sua. Alla ASL Ernesto riceve dalla direttrice la risoluzione del suo contratto: si vede licenziare e con grande orgoglio e altrettanta rabbia raccoglie rapidamente tutte le sue cose dalla scrivania e se ne va a passi svelti verso l’uscita. Un collega lo segue, lo stesso che a lungo l’aveva reso oggetto di scherno per la sua ostinazione nelle indagini: con sincerità lo ringrazia per quanto ha fatto per Paolo. Fuori in auto a sorpresa c’è Veronica che chiama Ernesto e gli propone di andare con lei all’inaugurazione del nuovo consorzio in Cascina Morra con lo scopo di rovinare la festa di Fausto. Lì sono già arrivati numerosi agricoltori che Michele riceve e con i quali prende tempo mentre Fausto e Lorenzo tardano a comparire; Martino va a chiamare Fausto che sembra guardare con gli occhi di un lungo addio il suo cavallo Nuvola. L’uomo approfitta della situazione per far avvicinare il bambino al cavallo ed effettivamente, in braccio a Fausto, Martino non ha più paura e si lascia mettere in groppa all’animale. La parentesi familiare di grande delicatezza e serenità è presto destinata a svanire e vediamo Fausto entrare nel salone del ricevimento, seguito da Lorenzo che vorrebbe parlargli ma a cui lui non può dare retta. Seduti fra gli agricoltori ci sono anche Veronica ed Ernesto. Dopo la breve presentazione di un agricoltore che vuole rendergli onore per la capacità imprenditoriale dimostrata trent’anni prima, Fausto inizia il suo discorso in un tono ben diverso: dichiara di aver commesso un errore enorme dieci anni addietro, quando il mercato della carne aveva vissuto una crisi gravissima. Al bivio fra l’ammissione del fallimento e la chiusura della cascina da una parte, e l’idea di truffare per poter tirare avanti dall’altra, aveva scelto la via dell’inganno, con la speranza di far stare tutti meglio e convinto che sarebbe stata cosa di poco tempo. Invece è andata sempre peggio: prima è stato costretto a far passare per piemontesi dei capi esteri, poi a far passare per sani dei capi malati. Infine dice di aver ucciso lui Paolo Ghilardi. Gloria ascolta sconvolta insieme ai figli, e fa in modo che il piccolo Martino non senta queste ultime parole. Poi furibonda segue il marito in camera e lì si abbandona a tutto il suo dolore, esclamando disperata: «Ce l’hai distrutta la vita, anziché proteggerci!».

Arriva la polizia a prendere Fausto, che prima di andar via si scusa con i figli e li abbraccia uno per uno; Ernesto lo guarda con rinnovata stima, dicendogli: «Finalmente oggi ho rivisto l’uomo che conoscevo».

La sera in prigione, prima di addormentarsi, Fausto osserva il cadenzato cadere di una goccia d’acqua dal rubinetto... ed ecco che un flash di memoria lo travolge: rivede se stesso alzarsi dal letto mentre Gloria dorme e non si accorge di nulla; la forte pioggia fuori; si rivede uscire con il pick-up e il vitello soppresso, poi seppellire il vitello nella buca scavata quando a un tratto sopraggiunge un’auto, da cui scende Lorenzo. Si rivede nascondersi dietro alla santella sotto quell’infinita pioggia scrosciante e rivede, a metà strada fra sé e suo figlio, il cadavere di Paolo steso a terra. Uno sguardo lungo fra lui e Lorenzo Fausto si risveglia di soprassalto, gridando il nome del figlio. Gli manca il respiro. Il detenuto presente nella stessa cella si spaventa e corre a chiamare la guardia per avere soccorsi.

EPISODIO 11

Mentre aspetta, nello spazio dedicato ai colloqui dei detenuti, l’arrivo del suo avvocato, Fausto si ricorda della prima volta in cui aveva portato Lorenzo a caccia. Una volta che l’avvocato lo raggiunge, gli chiede di far in modo che possa parlare da solo con Lorenzo prima del nuovo colloquio con Giorgi, poiché si tratta di cosa della massima importanza. Contemporaneamente, Lorenzo rientra in cascina seguito dai giornalisti cui non rilascia alcuna risposta e si sente dire da un certo numero di contadini che Gloria ha già firmato le loro richieste di licenziamento. Il ragazzo non vuole credere che tutti i nuovi progetti sull’azienda possano naufragare nel nulla ma la madre, in presenza dell’amministratore Damiano e di Michele, gli conferma che vendere è ormai inevitabile e hanno già iniziato a cercare un acquirente. Milena lo ringrazia dicendogli che tutti loro dovrebbero scusarsi con

lui che, sapendo tutto della truffa come Michele, ha sempre taciuto scegliendo di portare da solo quel peso così grande. Poi fa il suo ingresso l’avvocato che comunica a Lorenzo la necessità immediata del colloquio col padre e i due si dirigono in prigione.

Mentre nella sua camera Gloria in lacrime si confida con la sua migliore amica, dicendole che ciò che più la ferisce è il silenzio di Fausto con lei fino al momento della pubblica rivelazione, Irene a casa sua ripesca la mail di Lorenzo frettolosamente cestinata: il contenuto spiega che, la notte dell’assassinio, Paolo gli aveva telefonato non per parlargli di lei ma della truffa di suo padre, di cui diceva di potergli fornire delle prove, e gli aveva detto di raggiungerlo al campo di S. Rocco, per vedere cosa stava facendo Fausto; Lorenzo l’ha fatto e da quel momento la sua vita non è più stata la stessa. A casa dei Crespi Giacomo informa Nicola della confessione e dell’arresto di Fausto e la notizia, che non aveva dato particolarmente da pensare a Giacomo, preoccupa fortemente Nicola che si pente di non aver eliminato Morra quando ne avrebbe avuto l’opportunità.

Una volta entrato in prigione e sedutosi di fronte a Fausto nella sala dei colloqui, Lorenzo si sente del tutto inaspettatamente dire dal padre che adesso ha la certezza di non essere stato lui l’assassino di Paolo. Ora Fausto ha il tremendo sospetto che ad uccidere il giovane ispettore della ASL sia stato suo figlio, cosa di cui si sentirebbe comunque il diretto responsabile. «Tu lo hai ucciso per me e poi hai cercato di rimediare», esclama Fausto senza mezzi termini. Allora Lorenzo gli riferisce il contenuto della telefonata di Paolo e gli dice che quando è arrivato al campo di S. Rocco Paolo era già a terra, immobile e ricoperto di sangue. Allora Lorenzo ha avuto paura ed è scappato, senza dire nulla a nessuno per timore che fosse Fausto il responsabile della morte di Ghilardi. Fausto si rende conto di quanto il figlio abbia dovuto sopportare in quei cinque anni e della rinuncia più grande, ossia Irene; gli domanda come abbia fatto a sostenere tutto ciò e Lorenzo risponde di essersi aggrappato alle contraddizioni: al cadavere mai ritrovato, all’sms in cui Paolo diceva di volersene andare, ai sospetti su Elia che l’hanno indotto a licenziarlo.

I due si guardano a lungo, a fondo, si perquisiscono gli occhi a vicenda in preda alla paura e alla speranza di trovare l’unica cosa che desiderano, l’innocenza. E insieme alla certezza di questa, ritrovano anche tutta la fiducia del passato. Iniziano a fare ipotesi su chi sia stato l’assassino e Fausto ritiene probabili i Crespi, vista la tragica fine di Marco, il marito di Veronica. Lorenzo si dice pronto a fare una nuova deposizione raccontando tutta la verità a Giorgi.

In un nuovo colloquio con il procuratore, in presenza del suo avvocato, Fausto ammette interamente la sua responsabilità nella questione della truffa ma dichiara di essere ormai sicuro della sua innocenza rispetto alla morte di Ghilardi; Giorgi si dimostra piuttosto scettico e sceglie di avanzare una richiesta di detenzione preventiva. L’avvocato gli promette che farà il possibile e l’impossibile per tirarlo fuori di prigione ma è indispensabile che Fausto non agisca più di testa sua. Cosa che invece Fausto decide esattamente di fare poco tempo dopo, quando una guardia gli porta le medicine in cella e in lui nasce l’idea di procurarsi un malore evitando di nascosto di prenderle.

Irene raggiunge Lorenzo alla cascina e a cuore aperto gli confessa di amarlo e di averlo già perdonato, ma al tempo stesso di non riuscire a convivere con la consapevolezza che sia stato Fausto a uccidere suo fratello; Lorenzo le rivela la verità e ogni ostacolo alla loro relazione svanisce definitivamente. A sera, Lorenzo parla a tutta la famiglia radunata in salotto, presenti anche Irene e Michele, riferendo il contenuto del suo colloquio con Fausto. Spiega che Fausto ha spostato il corpo di Paolo perché pensava che fosse stato lui, Lorenzo, a ucciderlo. Gloria dice che ormai fa fatica a credere a quanto detto da Fausto, e Michele domanda a Lorenzo chi potrebbe essere stato l’assassino, sentendosi rispondere «i Crespi». Poi Lorenzo cerca di convincere la madre a tenere la cascina, sia per dimostrare la loro fiducia in Fausto sia perché per lui e Irene Cascina Morra ha lo stesso identico significato che aveva avuto per Fausto e Gloria. Infine il ragazzo aggiunge che Michele potrebbe ricontattare la Agrifond e se questa sarà d’accordo, anche gli agricoltori ne seguiranno l’esempio. Quando Michele raggiunge Gloria in terrazza, lei gli domanda con aria severa come mai non le abbia voluto dire nulla della truffa e non trova del tutto giustificata la risposta di lui, che fa riferimento al coma di Fausto e al fatto che lei aspettasse Martino; poi Michele dichiara di aver avuto paura di spezzare un equilibrio già delicato e lei ribatte che, se avesse conosciuto la verità, avrebbe potu-

to fare altre scelte. Infine Michele dice che contatterà la Agrifond solo se sarà lei ad autorizzarlo.

L’indomani Gloria raggiunge Lorenzo nel birrificio e ringraziandolo per aver fatto ben più del suo dovere nel corso di quei cinque anni, caricandosi l’onere di porre rimedio agli errori di Fausto, gli dice che è giusto provare a seguire la sua idea di ricontattare la Agrifond e gli chiede di non nascondere più nulla a Irene. In prigione, durante l’ora d’aria in cortile, Fausto si sente male per non aver più preso le medicine che gli venivano portate dalle guardie e di conseguenza il giudice autorizza gli arresti domiciliari; quando l’avvocato di famiglia lo riferisce a Gloria e ai figli, lei non può che dare il suo consenso perché Fausto torni a casa. In seguito Michele comunica a Gloria e a Lorenzo che la Agrifond è ancora interessata all’affare, anche a patto di entrarvi come socia di minoranza, ma ha posto una condizione secondo lui inaccettabile, ossia che non ci sia il cognome Morra ai vertici dell’azienda, in modo tale da creare una discontinuità sul mercato. Gloria e Lorenzo si dicono subito favorevoli a rendere Michele presidente, se anche Fausto sarà favorevole. L’accoglienza che Gloria riserva al marito arrivato a casa è piuttosto fredda, dopo un breve scambio di battute gli dice a chiare lettere di volere il divorzio. Una volta solo nel suo studio, Fausto riceve la visita di Irene che entra insieme a Lorenzo. Fausto le dice che Paolo aveva ragione a ritenerlo un criminale e Irene comprende quanto sia sinceramente pentito, motivo per cui lo abbraccia e afferma: «Lo finiamo noi il lavoro di mio fratello, insieme. Troviamo chi l’ha ucciso». Quindi i tre si mettono a ricostruire gli avvenimenti della notte della tragedia e arrivano alla conclusione che è stato l’assassino di Paolo a portare la sua auto a Torino e a mandare a Irene l’sms in cui diceva di volersene andare via. A Lorenzo e Irene viene in mente di provare a recuperare le tracce lasciate dai cellulari nel momento in cui si agganciano ai ripetitori e così hanno l’idea di rivolgersi a una vecchia conoscenza di Fausto, Baldoni, che quel giorno in trattoria, per la prima volta in cinque anni, dice a Veronica, davanti al piatto ancora pieno, di non avere fame. Licenziato e senza più piste investigative da seguire, Ernesto si domanda cosa fare e Veronica gli suggerisce di regalarsi un viaggio. Lui allora ne approfitta per invitarla a cena a casa sua e le lascia capire che se davvero decidesse di fare un viaggio, vorrebbe farlo con lei. Ecco che in quel momento Lorenzo e Irene arrivano in trattoria a cercare Ernesto. Lui li ascolta e insieme si dirigono a casa sua per poter parlare con la dovuta riservatezza: Ernesto si dice ancora convinto del fatto che sia stato Fausto l’assassino e Lorenzo gli chiede di fare almeno un tentativo, di controllare che il cellulare di Paolo, nel momento in cui aveva inviato l’sms a Irene, fosse agganciato alla stessa cella di uno dei cellulari dei Crespi. Ernesto acconsente.

A casa Morra, Viola chiede ai suoi genitori di poter parlare con entrambi contemporaneamente e dice che ha deciso di fare ritorno a scuola e che prima è pronta a sporgere denuncia contro il prof. Riccardi; quando Fausto le domanda cosa le abbia fatto cambiare idea, risponde: «Tu, quando hai confessato davanti a tutti». Di lì a poco vediamo i carabinieri presentarsi a casa di Riccardi e dichiararlo in stato di fermo e poi l’ingresso di Viola in classe, accolta dal silenzio stupefatto dei compagni che presto si muta in un applauso di stima e solidarietà. Costretto a non muoversi dalla cascina, Fausto ha tempo per stare con Martino e imparare a conoscerlo, ad esempio osservandolo mentre sistema la sua collezione di monete; il bambino gli mostra la prima moneta da lui trovata in giardino, che risaliva al 1966, e dice di aver deciso di cominciare la collezione poiché la mamma gli aveva detto che Fausto era nato proprio in quell’anno. Quando Lorenzo riferisce a Fausto che purtroppo, dopo gli accertamenti telefonici, risulta che i Crespi abbiano un alibi di ferro, lui ipotizza che i due abbiano fatto uccidere Paolo da un loro uomo di fiducia ed esorta il figlio ad andare a chiedere a Elia. Purtroppo alla domanda che Irene e Lorenzo gli rivolgono, il vecchio amico di Fausto non sa dare risposta, e rammaricandosene fortemente, consapevole dell’avanzare veloce della sua malattia, il vecchio dice loro: «Sapete cos’è peggio di non avere una risposta a una domanda? La paura che la risposta l’hai persa».

Mentre i contadini che avevano rassegnato le loro dimissioni tornano a lavorare a Cascina Morra, Nicola Crespi dice al telefono, a qualcuno che lui definisce come al di sopra di ogni sospetto, di eliminare Fausto. Quest’ultimo, trasgredendo gli ordini della polizia, raggiunge Michele nel birrificio e gli chiede se si ricordi chi potesse essere stato cinque anni prima l’uomo di fiducia dei Crespi; Michele dice di non averne idea e intanto approfitta per mettere Fausto al corrente della questione di mettere il suo nome a capo dell’azienda per soddisfare le richieste della

Agrifond; in quella sopraggiunge l’avvocato a informare Fausto che dovrà fare ritorno in prigione dal momento che il P.M. ha scoperto che aveva deliberatamente sospeso di prendere le medicine.

In privato, fra le mura di casa Morra, Michele propone a Fausto un’altra possibilità, che consisterebbe nel farlo venire a prendere da una persona fidata e farlo portare a un casolare abbandonato, non lontano da lì. Fausto non è convinto, pensa che scappare significhi dichiararsi colpevole, ma Michele insiste nel dire che solo stando fuori dalla prigione avrà davvero il tempo di indagare, e anche Milena sembra di questo parere. Fausto accetta. Saluta Gloria dicendole che ha dato la delega a un divorzista per portare avanti le pratiche e che non farà ritorno fin quando non avrà trovato l’assassino di Paolo. Le dice «ciao», lei lo guarda senza avere il tempo di rispondere perché Michele gli dice di sbrigarsi; Martino fa in tempo a dargli la sua moneta portafortuna.

Michele lo conduce all’auto, gli dice che nel casolare troverà un cellulare pulito, con cui potrà chiamarlo appena arriva. Fausto gli chiede di pensare alla sua famiglia, poi si abbracciano, quindi Fausto entra nel bagagliaio, e Michele lo saluta dicendo: «Ciao Fausto, stammi bene». Il suo saluto di sempre. Eppure, solo adesso, nel giro di un istante, Fausto sembra accorgersi davvero per la prima volta di quelle parole e, fulminea come un lampo che squarcia il cielo all’improvviso, la sua memoria gli propone davanti agli occhi il foglio con stampato il testo dell’sms partito dal cellulare di Paolo: il messaggio si chiudeva con “stammi bene”. Il tempo di gridare «Michele, ma tu» e quest’ultimo ha già chiuso il bagagliaio impedendogli di pronunciare anche solo una sillaba in più.

L’auto si mette in moto a velocità sostenuta. Michele telefona a Nicola Crespi, che si trova con Giacomo in un centro di demolizione di automobili: «È partito e adesso tocca a voi».

EPISODIO 12

Non molto tempo dopo, a Cascina Morra arrivano due auto della polizia, da una delle quali scende Giorgi, che vede prima Michele davanti all’ingresso e poi Lorenzo cui dice di dover prelevare suo padre. Una volta raggiunta la camera di Fausto, come il procuratore temeva, non vi trova nessuno. Fausto, chiuso nel bagagliaio di una macchina che non può fermare, cerca di farsi luce e di trovare una via di fuga. Giorgi dà ordine ai poliziotti di cercare ovunque, quindi parla con tutta la famiglia in presenza di Michele, dicendo loro che mantenendo il silenzio possono essere accusati di favoreggiamento in evasione. Più tardi, in una telefonata a Michele, Nicola Crespi, sicuro della tragica fine che attende Fausto, gli dice: «Ora potremo prenderci una volta per tutte la cascina». Michele è nello studio di Fausto, seduto alla sua scrivania e pensieroso, quando nella stanza entra Gloria, che gli mostra gratitudine per aver aiutato il marito a fuggire e per stare vicino a tutti loro nei momenti più difficili, ma al tempo stesso sta sulle sue deludendo le speranze di lui. L’indomani a colazione Michele è di nuovo a Cascina Morra, mentre fuori stazionano dei poliziotti, e a Milena che domanda notizie di Fausto risponde che è ancora troppo presto per sapere qualcosa; poi informa Lorenzo del fatto che la Agrifond ha accettato la sua proposta e il ragazzo vuole organizzare un incontro il prima possibile. Sentendo la sua determinazione, Michele si reca a casa dei Crespi per parlare con loro e con una dipendente della Agrifond, per avere la certezza che Lorenzo non abbia nessuna possibilità di scoprire l’accordo fra di loro.

In trattoria, Ernesto riflette a lungo sulla notizia della fuga di Fausto ricevuta da Giorgi che l’ha lasciato di stucco e quando Veronica gli domanda perché non vada a cercare Fausto come chiestogli dal procuratore, le risponde che quando in un’indagine si è troppo convinti del colpevole, si rischia di trascurare dettagli importanti. Veronica non perde occasione per ribattere: «Qui l’unica trascurata sono io». La ragazza lo esorta ad andare a casa a sistemarsi per poi passare a prenderla e trascorrere la serata insieme; una volta rientrato a casa, Ernesto ci trova Fausto: si spaventa e cerca di raggiungere il suo cellulare ma Fausto gli spiega di essere entrato grazie alle chiavi che lascia per abitudine fuori dalla porta e lo mette al corrente degli ultimi fatti, rivelandogli che Paolo Ghilardi è stato assassinato dalla stessa persona che ha cercato di uccidere lui la notte precedente, Michele. Fausto gli racconta di essere riuscito a scappare grazie a un colpo di fortuna, utilizzando la moneta prestatagli da Martino per aprire il bagagliaio mentre l’auto era ferma a un semaforo rosso poco prima del centro di demolizione. Ora che Michele e i Crespi lo credono morto, e tutti gli altri in fuga, Fausto ha bisogno dell’aiuto di Ernesto: per far sì che quest’ultimo gli creda, gli dice di controllare se il numero di telefono di Michele avesse agganciato la

cella della stazione e aggiunge che in qualsiasi momento può chiamare Giorgi per avvertirlo del fatto che si trova a casa sua. Ernesto prova immediatamente a scorrere i tabulati telefonici senza però trovare il numero di Michele, ma Fausto si ricorda all’improvviso che cinque anni prima il numero di Michele era un altro: controllano nuovamente e scoprono che fra le cinque e le cinque e mezza del mattino il cellulare di Michele aveva agganciato la cella della stazione, cosa che combacia perfettamente con l’invio dell’sms dal telefono di Ghilardi alle ore cinque e diciotto. Fausto vorrebbe chiamare subito la polizia ma Ernesto frena, convinto del fatto che la prova che hanno in mano potrà servire solo dopo aver dimostrato la complicità di Michele nella truffa coi Crespi. La fuga di Fausto dagli arresti domiciliari non depone per il momento a suo favore e non ci sono testimoni per dimostrare la responsabilità di Michele nel tentativo di ucciderlo. A un tratto Ernesto si domanda come mai Michele abbia ceduto così facilmente alla volontà di Lorenzo di interrompere ogni affare coi Crespi e di conseguenza a Fausto viene l’idea che Michele possa aver riallacciato con loro di recente, dato che è stato proprio lui nell’ultimo periodo a proporre l’ingresso di nuovi soci in azienda. Sentendo il nome della Agrifond, Ernesto afferma che si tratta di una finanziaria conosciuta in zona e probabilmente affidabile, ma non può rimanere indifferente di fronte all’informazione che Fausto aggiunge: la condizione secondo cui dovrebbe essere Michele il nuovo presidente dell’azienda. Pur nella consapevolezza della difficilissima situazione in cui si trovano, essendo lui stesso ormai licenziato, Ernesto non nega il suo aiuto a Fausto per indagare sul conto di Michele e Fausto chiede al ritrovato amico d’un tempo di cercare un modo per farlo parlare con Lorenzo, prima che sia troppo tardi e che Cascina Morra venga irrimediabilmente consegnata nelle mani sbagliate.

Mentre Gloria, nello studio dell’avvocato divorzista, aspetta l’arrivo di quest’ultimo per procedere con le necessarie firme, la sua amica le suggerisce di non agire d’impulso, rischiando di prendere una decisione di cui potrebbe pentirsi. Una volta a casa, Gloria domanda a Milena se non ci siano ancora notizie di Fausto e si sente rispondere che è ancora presto per mettersi in contatto; quanto al divorzio, sembra mostrarsi determinata a non tornare indietro e dice alla figlia che si tratterà di una separazione consensuale.

Lorenzo insieme all’amministratore Damiano incontra Michele e la dipendente della Agrifond e, fiducioso nella possibilità di aver trovato la migliore strada da percorrere per il bene della cascina, prende comunque tempo, affermando che potranno procedere con le firme non appena Damiano avrà fatto le abituali verifiche. Ernesto, appostatosi in auto nelle vicinanze, li osserva uscire dalla sede della finanziaria e riferisce a Fausto che devono misurarsi con due problemi: la presumibile vicinanza della conclusione dell’accordo e il fatto che Lorenzo è pedinato dalla polizia.

La sera, Fausto si nasconde nel bagagliaio dell’auto di Ernesto che con un pretesto spiega ai poliziotti di guardia all’ingresso di Cascina Morra di dover parlare con Lorenzo. Entrato, Baldoni trova quest’ultimo in riunione con Gloria, Damiano e Michele e gli chiede di potergli parlare in privato, ricordandogli di averlo ascoltato quando era stato Lorenzo a cercarlo. Così Lorenzo ed Ernesto escono dal salotto e si dirigono fuori dalla casa, verso un angolo buio della cascina; Michele li osserva uscire con aria preoccupata e Gloria lo vede, quindi gli dice che sta andando in cucina a prepararsi un caffè mentre da lontano segue il figlio. Con il favore dell’oscurità, Fausto riesce a parlare con Lorenzo rivelandogli tutta la verità in presenza di Ernesto: il ragazzo non può che rimanere sconvolto sentendosi dire che il terzo uomo presente al campo di S. Rocco quella notte era Michele, perché è stato lui ad uccidere Paolo. In pochi istanti Lorenzo si rende conto di tutto e, pur rimanendo ferito dalla scoperta della verità più amara sul conto dell’uomo di cui si era fidato come di un secondo padre, mantiene la lucidità necessaria come gli chiede di fare Fausto. Quest’ultimo gli dice che si procureranno due cellulari puliti con cui tenersi in contatto e gli domanda di non rivelare nulla a Gloria per il momento, per evitare di metterla in pericolo. Ma nessuno di loro si accorge della presenza di lei, poco distante, che riesce ad ascoltare tutto a cui in particolare non sfuggono le parole del marito, - «Mi fido di lei» -, pronunciate in risposta a quelle di Lorenzo, «Michele le si sta riavvicinando».

Quando più tardi Michele entra nella camera di Gloria, lei lo guarda con occhi diversi ma fa astutamente in modo che lui non si accorga di niente, dal momento che adesso ne ha paura. Lui le domanda se ha parlato con Lorenzo per sapere cosa volesse Ernesto, e lei dice di non averlo ancora fatto. Trovandola piuttosto fredda nei

suoi confronti, Michele se ne va. Al mattino Gloria e Lorenzo sono insieme in cucina per colazione: arriva Michele e, visibilmente in collera, chiede al ragazzo come mai non abbia più intenzione di firmare l’accordo con la Agrifond, come ha saputo da Damiano. Lorenzo replica di aver solo richiesto una verifica più approfondita ma Michele si mostra contrariato e convinto che sia stato Baldoni a mettergli in testa inutili dubbi; quando cerca l’approvazione di Gloria si sente dire anche da lei che la prudenza non è mai troppa dal momento che stanno per vendere una grossa fetta della società. Una volta andatosene Michele, Gloria lascia intuire a Lorenzo qualcosa, dicendogli di essere prudente con un tono di voce che lascia intendere che lei ne sa più di quanto dice. Concluse le ricerche, Damiano ne espone i risultati a Lorenzo e Irene: solo apparentemente la Agrifond sembra al di sopra di ogni sospetto, in realtà utilizza strategie economiche per guadagnare a scapito degli agricoltori in difficoltà, come ha fatto con il precedente proprietario di Cascina Crespi, impadronendosi a poco a poco di tutta l’azienda per poi venderla appunto ai Crespi a un prezzo di favore. Avuta la certezza di un’alleanza ancora viva fra i Crespi e la Agrifond, Lorenzo fa sapere alla dipendente di quest’ultima di aver cambiato idea e di essere pronto a far saltare l’affare se non accetteranno la condizione di un Morra a guida della cascina. All’uscita dalla sede della finanziaria, Lorenzo fa un segnale in codice a Irene che lo vede dalla sua auto e per telefono passa l’informazione a Ernesto, appostato a sua volta in macchina fuori da Cascina Morra per studiare le mosse di Michele. Proprio quando Ernesto riceve un’altra telefonata di Irene che lo avverte che la dipendente della Agrifond è appena uscita dalla sede della finanziaria, ecco che lui vede Michele uscire dalla cascina ed è evidente che non si può trattare di una semplice coincidenza. Ernesto lo segue in auto e poi a piedi all’interno di un centro commerciale affollato e caotico, tenendosi sempre in contatto telefonico con Irene; nel bel mezzo del pedinamento riceve la telefonata di Veronica, in collera per il fatto che lui non aveva mantenuto la promessa della cena e non l’aveva nemmeno avvertita: Ernesto rischia per un istante di perdere di vista Michele ma, chiudendo immediatamente la telefonata e seguendo il suo istinto, scende ai piani inferiori e riesce a ritrovarlo in compagnia nientemeno che dei Crespi e della dipendente della Agrifond. Come un improvvisato detective, Ernesto si nasconde dietro alle auto parcheggiate e scatta varie foto ai quattro, del tutto ignari della sua presenza.

Contemporaneamente a tutto ciò, qualcuno suona a casa di Ernesto: Fausto, l’unico a trovarsi al suo interno, vede dallo spioncino Gloria che lo chiama per nome e lo esorta ad aprire. Una volta entrata gli rivela di essere al corrente di tutto, di aver ascoltato la sua conversazione con Lorenzo, e gli dice di credere a quanto lui e Ernesto hanno scoperto. Non molto dopo arrivano Ernesto e Lorenzo, sorprendendosi di trovarla lì; Ernesto mostra a tutti le foto che testimoniano il legame fra Michele, i Crespi e la Agrifond. Lorenzo vorrebbe provare a ricattare Michele attraverso quegli scatti, costringendolo a confessare, per poi coinvolgere subito la polizia ma Fausto è contrario perché ritiene la cosa troppo pericolosa. Ernesto però trova che il piano di Lorenzo potrebbe funzionare, dal momento che ci sarebbero comunque loro tre pronti a intervenire per aiutare il ragazzo. Quella stessa sera, Ernesto va a casa di Veronica per spiegarle la delicatissima situazione e mentre lei si mostra ancora molto arrabbiata, lui le confessa di amarla: lei lo bacia, pronta ad aiutare lui e i Morra.

L’indomani il piano di Lorenzo viene messo in atto: il ragazzo aspetta l’arrivo di Michele seduto a un tavolino della trattoria dove lavora Veronica, che con un auricolare si tiene in costante contatto telefonico con Ernesto, appostato in macchina insieme a Fausto di fronte alla trattoria stessa. Appena Michele entra, Veronica avverte Ernesto. Quando Michele domanda a Lorenzo le ragioni del loro incontro in quel luogo, il ragazzo gli risponde di volergli mostrare una cosa lontano da occhi indiscreti e gli mette davanti le foto scattate da Baldoni. Con aria sicura gli dice: «Sei tu il complice dei Crespi, sei stato tu a uccidere Paolo e a inviare l’sms». Michele gli domanda senza mezzi termini che cosa voglia, visto che non l’ha ancora denunciato. Lorenzo risponde: «Tutti i soldi che mi ha offerto la Agrifond a fondo perduto e poi non voglio più sentir parlare dei Crespi, di te, di mio padre». Secondo il piano prestabilito con Fausto e Ernesto, Lorenzo dice a Michele di avere ventiquattrore di tempo per trovare il denaro e ripresentarsi lì, alla trattoria. Ma Michele, con l’aria di chi confessa una verità antica, dice che lui, Fausto e i Crespi sono complici da sempre, e sostiene di non poter prendere decisioni da solo, di do-

ver parlare con Fausto; aggiunge che Fausto gli potrà spiegare il significato di quelle foto e di volerlo far incontrare subito con lui. Veronica nota immediatamente che sta accadendo qualcosa di diverso dal piano progettato: appena vede Lorenzo uscire dal locale insieme a Michele, lo riferisce a Ernesto. Prima di salire sull’auto di Michele, Lorenzo fa partire dal suo telefono una chiamata diretta al cellulare di Fausto per far in modo che possa ascoltare quanto lui e Michele si diranno e capire dunque dove quest’ultimo abbia intenzione di portarlo. Fausto sente così che Michele sta fingendo di portare Lorenzo a un incontro con suo padre e con i Crespi: a questo punto la preoccupazione di Fausto ed Ernesto sale alle stelle e mentre loro si mettono all’inseguimento dell’auto di Michele, dicono per telefono a Gloria – già a bordo della sua auto – di seguire i Crespi. Inizia così una lunga sequenza mozzafiato. Fausto mostra ad Ernesto i due fucili da caccia che per sicurezza aveva preso da casa sua ma si sente dire che sono privi di cartucce; a un incrocio di strade, per via di un furgoncino, i due perdono di vista l’auto di Michele e dicono a Gloria di raggiungere il prima possibile il luogo dell’incontro. Arrivata al casolare prima di loro, Gloria scende dalla sua auto e vede i Crespi, subito dopo anche Michele e Lorenzo. Il ragazzo domanda dove sia suo padre e Giacomo Crespi gli risponde dicendogli che ha rovinato tutto mentre gli affari avrebbero potuto funzionare, se loro fossero stati a capo della cascina e lui del birrificio. Quando Giacomo aggiunge che hanno commesso l’errore di averlo sempre sottovalutato, Lorenzo replica di aver creduto a lungo che loro fossero solo semplici truffatori e di aver considerato Michele come un secondo padre. Quest’ultimo, nel sentire ciò, ha un’espressione di sofferenza ma appena Nicola imbraccia il fucile puntandolo minacciosamente contro Lorenzo, non fa nulla per difenderlo, anzi si volta dall’altra parte; Lorenzo teme che per lui sia davvero finita, è pronto a sentire lo sparo ma arriva Fausto che minacciando i Crespi col fucile grida a Nicola di fermarsi. Dalla parte opposta del casolare entra anche Ernesto, anche lui puntando il fucile contro i Crespi e Michele, rimasti disorientati nel ritrovarsi davanti Fausto della cui morte erano ormai certi. Nicola posa il fucile a terra e Fausto, Lorenzo, Ernesto escono di corsa raggiungendo Gloria; allora i Crespi riprendono le loro armi e li inseguono. Inizia una corsa alla cieca fra le spighe di mais, su suggerimento di Fausto, nel tentativo di arrivare al più presto alle auto, mentre dietro di loro risuonano minacciosi gli spari dei Crespi. Fausto si ferma lasciando proseguire i suoi ed Ernesto, aspetta che i Crespi gli si avvicinino e cogliendoli alle spalle riesce a tramortire prima Giacomo e poi Nicola. Dal fucile di quest’ultimo però parte un colpo che ferisce piuttosto gravemente Fausto, che non riesce a trattenere un grido di dolore di cui si accorge Michele. Lorenzo tenendo Gloria per mano le impedisce di tornare indietro, facendola proseguire nella loro disperata corsa verso la salvezza. Di lì a poco Michele, disarmato, vede Fausto seduto a terra fuori dal campo di mais, con accanto il fucile che lui non sa essere scarico: sono soli ed è il momento della resa dei conti. Fausto esclama: «È finita Michele, ma non ti preoccupare, non sono come te, voglio solo che paghi per quello che hai fatto e basta»; Michele ribatte «che abbiamo fatto», e gli dice di essere arrivato a uccidere Paolo in nome della loro amicizia e per salvare Cascina Morra. Gli racconta i fatti di quella terribile notte: dice che Paolo aveva seguito Fausto e aveva scoperto tutto e per questo lui si è visto costretto a ucciderlo; gli dice che avrebbe voluto spiegargli ma era arrivato Lorenzo e allora lui era scappato. Poi era ritornato, aveva spostato l’auto di Paolo dentro alla quale aveva trovato il suo telefono e gli era venuta l’idea di mandare il finto sms, per cercare di sviare le indagini sapendo che Fausto sarebbe stato l’unico sospettato. «Anche cercare di uccidermi, l’hai fatto per me?» replica, tagliente, Fausto. Michele risponde di non aver avuto alternativa, da quando l’aveva considerato un traditore e gli aveva intimato di non ritornare alla cascina, poi dichiara che è facile dettare le condizioni con un fucile in mano e Fausto gli rivela che è scarico. In quella arriva Nicola, ferito ma ancora con il suo fucile e ancora in grado di sparare: Michele lo esorta a fare fuoco contro Fausto e per lui sarebbe davvero la fine se non arrivasse la polizia insieme ad Ernesto. Fausto sviene e viene portato d’urgenza in ospedale, mentre Gloria è al suo fianco. Dopo un piccolo salto avanti nel tempo, vediamo tornare a splendere il sole su Cascina Morra: il murale di Viola è concluso e i suoi colori vivaci sembrano l’illustrazione presente sull’ultima pagina di un libro di fiabe a corredo di un sospirato lieto fine. Al birrificio è in corso una festa con ampia presenza di pubblico e Lorenzo tiene un bellissimo discorso di ringraziamento rivolto a sua madre e alla fidanzata Irene, definite come le donne più coraggiose che abbia conosciuto, a

Milena che gli è sempre vicina nonostante studi medicina a Torino, a Ernesto e Veronica, due persone speciali che non hanno mai smesso di lottare. Infine dice di dover ringraziare più di tutti suo padre, che ha fatto degli errori, ma ha saputo rimediare, e ha fatto la cosa più importante che un padre possa fare per il proprio figlio: gli ha dato “una speranza da coltivare”.

Fausto dorme in un letto d’ospedale. A un tratto apre gli occhi. E la vita continua.

EEssenziale come il suo titolo, La strada di casa ci conduce con semplicità nel più complesso dei labirinti: la ricerca e la riscoperta di sé. Come della sua cascina di cui conosceva ogni angolo il protagonista, Fausto Morra, si trova a dover osservare e imparare quasi dal nuovo le caratteristiche, così è costretto a ripercorrere le tracce del suo passato con gli occhi indagatori di un estraneo, per ricostruire la verità sul suo mondo affettivo e sulla sua etica professionale. Il percorso si rivela tutt’altro che facile, anzi; diventa sempre più arduo e accidentato a mano a mano che Fausto si avvicina al cuore del mistero che lo attanaglia dal giorno del suo risveglio dal coma. Certo, la prima presa di consapevolezza della sua situazione è talmente forte da fargli credere di sprofondare in sabbie mobili senza via d’uscita e da fargli temere di poter restare prigioniero della voragine delle sue paure; ma superato il traumatico impatto col reale, il terreno apparentemente familiare su cui si trova a camminare comincia a rivelarsi qua e là sdrucciolevole e franoso. Solo per mezzo della propria intelligenza e della disponibilità a correre un rischio totale il protagonista riuscirà a capire davvero a fondo se stesso e chi lo circonda, a scoprire chi l’ha tradito, a ritrovare chi è sempre stato suo amico.

La fiction riesce in modo decisamente efficace a creare un intrigante contrasto fra la dimensione rassicurante degli antichi valori - la dedizione per il lavoro dei campi e l’attaccamento alla famiglia - e la linea narrativa thriller che si sviluppa a partire dalla scomparsa di un giovane ispettore della Asl. L’enigma della tragica fine del ragazzo cessa di restare al di fuori dei confini della cascina e delle pareti domestiche e si trasferisce all’interno delle relazioni umane e del viaggio nel ricordo e nella riappropriazione di sé del protagonista, attraverso la sobrietà di una sceneggiatura che racconta quest’ultimo senza nasconderne le fragilità e senza creare un finto eroe: Fausto Morra è semplicemente un uomo che riesce a ritrovare la strada di casa. La linea della detection si intreccia molto bene con quella del “romanzo famigliare”, in una struttura ben congegnata e bilanciata, dotata di una forte coerenza interna in termini sia drammaturgici sia estetici. Non passa inosservata l’estrema naturalezza della recitazione di Alessio Boni (Fausto Morra) e Lucrezia Lante della Rovere (Gloria, moglie di Fausto), dalle cui espressioni e dai cui gesti traspare l’intensità di emozioni vissute e non esibite; colpisce l’originalità con cui viene ritagliato il personaggio di Ernesto Baldoni (interpretato da Sergio Rubini), veterinario incaricato di vigilare sulle aziende agricole: un personaggio solo apparentemente minore, che a poco a poco si conquista la scena, grazie alla sua simpatica ostinazione degna di un paladino di Ariosto, fino a diventarne sempre più protagonista verso la conclusione. Nelle ultime puntate il ritmo narrativo che prima si permetteva opportune pause in cui lasciar ascoltare allo spettatore la voce della campagna piemontese, sale di pari passo all’importanza della componente dell’investigazione, in un fortissimo crescendo che raggiunge il suo culmine quando l’ultima tessera della memoria di Fausto ricompone l’intero puzzle. Del tutto fedele alla cifra stilistica dell’essenzialità, l’estremo della tensione si giocherà allora nel più umile degli scenari, - la nuda terra tempestata da una pioggia incessante, che acquisterà a sorpresa la forza del palcoscenico di un dramma shakespeariano - e si manifesterà nel reciproco sospetto fra un padre e un figlio. Un sospetto trasformatosi nel tormento del dubbio, nella tenacia del silenzio, nella capacità dell’attesa, nel coraggio della speranza, fino al momento della verità.

Sullo sfondo di una campagna dai colori accesi, che diventa a tratti, per numerosi personaggi, paesaggio dell’anima, la fiction racconta dunque una storia che invita a metterci alla ricerca delle nostre più profonde e autentiche radici umane, un po’ per giorno, in sintonia con il ritmo della natura cadenzato e rasserenante, perfettamente ritratto da una colonna sonora che si concede di quando in quando lo slancio della felicità e del sogno, rimanendo saggiamente e coraggiosamente ancorata alla fatica quotidiana del lavoro dei campi e del mestiere di vivere.

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