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Nowhere Special - Una storia d’amore

di Uberto Pasolini

JJohn è un giovane lavavetri che vive con il figlioletto Michael; in seguito alla diagnosi di un male incurabile, l’uomo è costretto ad affidarsi ai servizi sociali per trovare una famiglia che possa adottare il piccolo dopo la sua morte. Accompagnati da Shona, la loro assistente sociale, i due incontrano una famiglia benestante, decisa a dare al bambino le migliori opportunità ma, nel parlare di Michael già come se fosse loro, John capisce che non sono i genitori adatti per il figlio.

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Le assistenti sociali consegnano al protagonista un libro che insegna ai bambini il significato della morte; sebbene non sia ancora pronto ad affrontare questo tragico discorso, gli viene consigliato comunque di costruire una scatola dei ricordi, in cui inserire gli oggetti che, in futuro, aiuteranno Michael a capire chi fossero i genitori biologici, anche se il protagonista non vuole che il figlio ricordi l’abbandono della madre e la tragica scomparsa del padre, sperando che possa dimenticare e iniziare una nuova vita.

John continua a rimanere insoddisfatto delle nuove famiglie che Shona gli presenta, trovando conforto in Rosemary, un’anziana vedova che crede fermamente che l’anima rimanga nel nostro mondo attraverso nuove forme che non riusciamo a vedere. Michael diventa sempre più cupo, mentre John inizia a stare sempre peggio a causa delle cure. John racconta a Shona che la mamma di Michael se ne è andata qualche mese dopo la sua nascita, ma le confida che, dopo la diagnosi della malattia, ha preso in considerazione il tentativo di ritrovarla per chiederle di prendersi cura del figlio, sebbene l’assistente sociale affermi che, anche nel caso in cui la rintracciassero, il Consiglio non avrebbe modo di valutare la situazione e rischierebbero il benessere di Michael. John sta esaurendo il numero massimo di famiglie che può consultare, per cui è chiamato a fare una scelta quanto prima, sebbene difficile dal momento che, essendo cresciuto tra diverse famiglie affidatarie, sa quanto possa essere complicato per un bambino.

Shona li conduce da Ella, donna sola e desiderosa di avere un figlio: rimasta incinta da adolescente, fu costretta a dare via il bambino, pentendosene tempo dopo, soprattutto quando il medico le comunicò che non avrebbe mai potuto avere un altro figlio, il che l’ha spinta a entrare nella lista adozioni ponendo fine al suo matrimonio, dato che il marito non avrebbe mai cresciuto un bambino non biologicamente suo.

John appare sempre più riluttante nei confronti delle famiglie che Shona gli presenta, ma capisce che è ormai giunto il tempo di scendere a patti con la tragicità del suo destino. Per prima cosa, parla con Michael, spiegandogli che, un giorno, il papà sarà costretto a lasciare questa vita, ma che rimarrà accanto a lui sotto nuove forme che non potrà vedere, ma che non lo abbandoneranno mai. Poi, decide di preparare la scatola di ricordi, in cui inserisce delle lettere per il figlio, delle fotografie e alcuni oggetti personali, come la candelina dell’ultimo compleanno passato insieme, il suo cappello e il tergivetro con cui lavorava. Infine, John decide di affidare Michael a Ella, felice di poter finalmente crescere il bambino tanto desiderato.

Origine: Italia, Gran Bretagna, Romania, 2020 Produzione: Uberto Pasolini, Roberto Sessa, Cristian Nicolescu per Red Wave, Picomedia, Digital Cube, N.S.L., con Rai Cinema Regia: Uberto Pasolini Soggetto e Sceneggiatura: Uberto Pasolini Interpreti: James Norton (John), Daniel Lamont (Michael), Eileen O’Higgins (Shona), Valerie O’Connor (Ella), Stella McCusker (Rosemary), Chris Corrigan (Gerry), Valene Kane (Celia), Keith McErlean (Philip), Niamh Mcgrady (Lorraine), Siobhan McSweeney (Pam), Sean Sloan (Golfer) Durata: 96’ Distribuzione: Lucky Red Uscita: 8 dicembre 2021

RRaccontare la morte è un’impresa quanto mai impossibile, implicitamente rassegnata a quel vuoto meontico compensabile solo attraverso delle vane illusioni, rendendo qualsiasi tentativo di comprenderla e categorizzarla una mera follia interpretativa, che fa sì che solamente la vita possa essere raccontata e messa in scena, anche nei suoi risvolti più tragici e ineluttabili. Per questo Uberto Pasolini non si pone obiettivi pretenziosi o inesorabilmente fallimentari, rinunciando al ver-

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