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L’immensità

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Esterno notte

Esterno notte

attribuiva il delitto di plagio a: “… chiunque sottoponesse una persona al proprio potere in modo da ridurla in totale stato di soggezione”.

La Corte Costituzionale che con la sentenza del Giugno 1981 cancellò l’articolo dal nostro codice penale, evidenziò non solo l’impossibilità di accertare l’esistenza di questo tipo di reato ma anche l’intollerabile rischio di arbitrio dell’organo giudicante.

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Di cosa stiamo parlando? Stiamo parlando di una storia di sesso tra maschi che nasconde, invece, dell’altro. È lo stesso Amelio a illuminarci quando dice “...viviamo in un Paese barbaro e il mio obiettivo è di dare coraggio a chi non può avere potere”.

Adesso è chiaro: stiamo parlando di potere, quindi di libertà e dei meccanismi che il potere è capace di mettere in atto per contrastare ad ogni costo chi si mette di mezzo alla sua strada, senza fare prigionieri. Nel film di Amelio troviamo che questo sia il nodo fondamentale anzi siamo sicuri che il regista abbia utilizzato una storia dolorosa, di cui lui stesso avrebbe potuto essere lo sfortunato protagonista, per fare i conti con la capacità repressiva che può mettere in atto un sistema di potere.

È giusto sia stata raccontata questa storia ormai lontana e presto seppellita con il tacito accordo di tutti perché a tutti faceva comodo sopire, porre lontano un argomento così scabroso, addirittura una amore tra uomini che infastidiva i politici, la Chiesa e tutti coloro che volevano stare “tranquilli”. A cominciare dallo stesso giornale del Partito, troppo occupato a pensare alla classe operaia per occuparsi di una storia di invertiti, come si diceva allora.

Per spronarci a essere vigili senza abbassare la guardia, perché le idee e le rivendicazioni hanno fatto strada, certo, ma le leggi contro l’omofobia sono ancora bloccate in Parlamento e spesso, per fare prima, senza tribunali, si pestano e si uccidono i ragazzi per la strada, Amelio si avvale di tre splendidi attori.

Luigi Locascio conferisce al suo Braibanti una sensibilità ferma, severa, prima verso se stesso poi verso i suoi accusatori; contro di loro le sue parole non riescono a far breccia perché l’odio è troppo antico e calcificato nell’esercizio del potere ma ci regalano una figura straordinaria (che ricorda molto il Volontè di Giordano Bruno). Né eroe, né martire, Locascio compone la figura di un intellettuale socratico che pietra dopo pietra costruisce una solidità etica immensa che dovrebbe essere d’insegnamento oggi ai giovani che si affacciano alla vita e al cinema.

Elio Germano è l’intellettuale da coro greco che intuisce che oltre i sospetti e le censure ufficiali di questa storia così vilmente raccontata c’è ben altro e cerca di trascinare tutti a capire cosa significhi l’esercizio del potere e a dare finalmente un intimo significato alla parola civiltà.

E poi Leonardo Maltese, una vera rivelazione nel regalarci la sua sofferenza, la sua emotività e nello stesso tempo una sottile misura che coinvolge lo spettatore in ogni scena (l’ha subito voluto Bellocchio per il suo nuovo film).

Come si fa, poi, a non piangere di fronte alla scena finale?

Aldo ed Ettore si rivedono, lo sanno entrambi, per l’ultima volta.

Sanno solo guardarsi in maniera straziante; Aldo è in grado di distogliere quello sguardo che appartiene, unico, a Ettore, in uno splendido, ardente primo piano che ci dice tutto un mondo di sentimento, di rimpianto, di dolore, di domande che ancora non hanno risposta.

Fabrizio Moresco

di Emanuele Crialese

Origine: Italia,Francia, 2021 Produzione: Mario Gianani, Lorenzo Gangarossa, Dimitri Rassam per Wildside, Chapter 2, Warner Bros. Ent. Italia, Pathé, France 3 Cinema Regia: Emanuele Crialese Soggetto e Sceneggiatura: Emanuele Crialese, Francesca Manieri, Vittorio Moroni Interpreti: Penélope Cruz (Clara), Vincenzo Amato (Felice Borghetti), Filippo Pucillo (Andrea), Aurora Quattrocchi (Madre di Clara), Rita de Donato (Marina), Alvia Reale (Nonna), Carlo Gallo (Alberto), Elena Arvigo (Patrizia), Laura Nardi (Serena) Durata: 97’ Distribuzione: Warner Bros. Pictures Uscita: 15 settembre 2022

RRoma, anni ’70.

Una famiglia borghese, Clara, Felice e tre ragazzi, comincia a vivere una nuova vita nella bella casa in cui si sono trasferiti, una casa moderna nei pressi di una periferia non ancora sviluppata.

Il legame tra marito e moglie non c’è più, restano insieme per una scelta di appartenenza sociale e per un vago senso di solidità bella e finita e anche perché Clara è completamente dedita ai figli che riempie d’amore e di tutta se stessa.

Un altro problema mina la vita famigliare: la prima figlia, Adriana, si sente un maschio irrealizzato e pretende di essere chiamata Andrea.

I tradimenti del marito e il dilemma identitario della figlia minano sempre di più l’equilibrio mentale di Clara nonostante cerchi di supplire con l’immaginazione e l’immedesimazione nelle canzoni e nelle coreografie che esplodono dalla tv.

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