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Per niente al mondo

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Esterno notte

Esterno notte

movenze, nella pacatezza, nei silenzi, nel tono della voce. Mentre la sua aria statica e crepuscolare rende ancor più profonda l’anima di un personaggio segnato dal lutto familiare, dalla perdita di contatti umani e da un sospetto problema polmonare che lo costringe a rimanere lontano dalla sua inseparabile pipa. Il risultato è quello di un Maigret stanco, disilluso, ma proprio per questo, estremamente autentico e al passo coi tempi.

Il film è una co-produzione franco-belga e distribuito nelle sale cinematografiche italiane da Adler Entertainment il 15 settembre 2022.

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alessio D’angelo

di Ciro D’Emilio

Origine: Italia, 2022 Produzione: Andrea Calbucci e Maurizio Piazza per Lungta Film, Vision Distribution, in collaborazione con Rai Cinema e Sky Regia: Ciro D’Emilio Soggetto e Sceneggiatura: Ciro D’Emilio, Cosimo Calamini Interpreti: Guido Caprino (Bernardo), Boris Isakovic (Elia), Irene Casagrande (Giuditta), Antonio Zavatteri (Sergio), Diego Ribon (Carotti), Antonella Attili (Nadia), Valentina Carnelutti (Angela), Giulia Petrini (Ester) Durata: 105’ Distribuzione: Vision Distribution Uscita: 15 settembre 2022

SSiamo nel nord est più ricco, più omologato ai soldi e al benessere e quindi più spietato.

Bernardo cavalca l’onda del successo: separato, con una figlia che ama, ha un ristorante che cura personalmente come chef nella rincorsa verso la stella che lo proietterebbe nel firmamento della ristorazione di grido, frequenta la gente che conta, ha un amico carissimo, Sergio, futuro sindaco, con cui coltiva la passione per le macchine da corsa in rallies sfrenati.

Un giorno, tutto questo paradiso precipita: a causa di alcune intercettazioni telefoniche male interpretate dai magistrati, Bernardo è considerato l’organizzatore di una serie di rapine nel territorio di cui è colpevole un cugino ormai avviato sulla strada del crimine.

Bernardo quindi finisce in carcere dove è aiutato dal suo compagno di cella Elia che lo sostiene nei primi, difficilissimi momenti e poi lo spinge a progettare cosa fare una volta fuori.

Dopo un anno Bernardo riesce a dimostrare la sua innocenza e lascia il carcere per ritrovarsi solo, senza lavoro, il ristorante è sigillato come possibile scena del crimine, senza un soldo e pieno di debiti perché le banche sono spietate e, per di più, in mezzo alla diffidenza del suo entourage mentre lo stesso Sergio gli volta le spalle.

Elia lo scova ad arrostire salsicce in una trattoria di terz’ordine e lo convince a fargli da autista in una rapina; la cosa riesce anche con un inseguimento finale da parte della polizia e pare rinfrancare l’animo di Bernardo che si ritrova ad avere commesso un crimine per il quale era stato già condannato senza averlo commesso.

Successivamente è lo stesso Bernardo a proporre a Elia un “facilissimo” furto in casa di Sergio cioè fare sparire un quadro che l’amico ha comprato per quattrocentomila euro.

Una volta nella casa da derubare la situazione precipita: mentre Bernardo ed Elia sono appena entrati, fanno il loro ingresso la figlia di Bernardo e il figlio di Sergio che vogliono approfittare dell’assenza dei genitori per stare qualche ora insieme. I ladri sono subito scoperti, il ragazzo, forse per un movimento falso, è freddato con un colpo di pistola da Elia che prima che commetta altro è abbattuto da un colpo sparato da Bernardo.

La ragazza, urlando e piangendo, riesce a chiamare la polizia, Bernardo porta via il quadro ma nella corsa per sfuggire alle volanti si ribalta con la macchina in una carambola paurosa.

CCiro D’Emilio, alla sua opera seconda (esordio nel 2018 con “Un giorno all’improvviso”, ottima accoglienza a Venezia 75 Orizzonti), conferma il suo modo di fare cinema che poi è quello che costituisce l’asse portante della cinematografia di ogni Paese: una storia semplice e forte, la cura dei dettagli, la capacità direzionale degli attori quindi una faccia o due che siano lì in mezzo allo schermo come se lo volessero sfondare.

Caprino, spesso considerato un attore “semplicemente” televisivo qui è capace di una tenuta scenica e di una intensità espressiva straordinarie, illuminanti per tutto il cast.

Così il serbo Boris Isakovic mette il suo pesante corpaccione al servizio di una interpretazione imponente e ambigua, forte e ricca di sfumature impensabili. Sembra ricordare la tempra scontrosa di illustri attori

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