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La donna per me

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Esterno notte

Esterno notte

In questo momento di crisi, Gabriele torna, infuriato, dalla nonna negligente: la ragazza sta morendo e lei ha il dovere di salutarla. Il tentativo è vano. All’ospedale non c’è niente che possano fare se non aspettare; Gabriele vorrebbe trasferire la fidanzata in un’altra struttura, ma non essendo un consanguineo non può avviare la pratica. In quel momento si presenta la nonna con l’intenzione di chiarire una volta per tutte con la nipote.

Dopo giorni d’attesa in cui tutti temevano il peggio, arriva la notizia da Dario: la crisi è passata e Marta può tornare a sorridere.

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DDopo Ancora più bello, Sempre più bello, per la regia di Claudio Norza, chiude la trilogia iniziata con Sul più bello, tratta dall’omonimo romanzo per ragazzi scritto dalla giovane Eleonora Gaggero.

Si riparte da dove ci si era lasciati: la malattia della protagonista, gli amori della gioventù, i problemi di coppia, eccetera. L’opera rappresenta appieno quello che un fan della saga si aspetta: un teen drama con vaghi toni da comedy, che ricalca (per tematiche) le produzioni americane che oggi popolano le piattaforme streaming. Questa breve descrizione racchiude perfettamente un’opera che però non riesce ad andare oltre la cornice in cui si inserisce. Anzi, si perde in divagazioni poco interessanti perché, nella resa, non esaminate a fondo.

Diversamente dai primi due capitoli, il focus qui è sempre più corale e meno incentrato sulla protagonista.

Dunque, si sposta verso trame secondarie inconsistenti e completamente distaccate dal flusso narrativo principale; piccoli plot che iniziano e finiscono senza apportare valore (peccato, perché il ruolo di Marta sembra essere cucito su misura sulla figura di Ludovica Francesconi che, da sola, potrebbe tenere in piedi tutto il film). L’unica funzione affidata alle sottotrame è quella di accennare di sfuggita (perché non c’è approfondimento) alcune tematiche legate a dibattiti di attualità: famiglie con genitori omosessuali per le sequenze riguardanti Jacopo e Federica casualmente alle prese con una bambina; cyberbullismo per le poche scene sulla gelosia di Rebecca nei confronti del suo fidanzato Gabriele. L’opera, dunque, avanza per episodi abbastanza isolati tra loro presentati come se fossero parte di un unico racconto.

La sceneggiatura sembra essere quindi il comparto più sacrificato (il resto è completa eredità dei titoli precedenti). I turning point a livello narrativo sono pochi, scontati e, a volte, non connessi a una vera svolta. Su tutti, il confronto tra Marta e la nonna nel finale: introdotto, con tanto di ingresso a effetto, da una richiesta ben specifica (il trasferimento della protagonista in un’altra struttura) che poi passa in secondo piano e non si concretizza.

Insomma, le caratteristiche che hanno reso famosa questa saga (il modello di bellezza fuori canone, la voglia di vivere nonostante la malattia e, di conseguenza, il carisma della protagonista) in questo sequel vengono tralasciate, o peggio, date per scontate. Peccato, perché il materiale è ampio e, trattato con il dovuto approfondimento, avrebbe potuto generare una narrazione lunga, degna di una serie tv più che di un film. D’altronde, gli interpreti sono tutti validi e anche le storie che rappresentano potrebbero essere interessanti.

Giallorenzo Di Matteo

di Marco Martani

Origine: Italia, 2021 Produzione: Lucky Red con Rai Cinema, in collaborazione con Sky Regia: Marco Martani Soggetto e Sceneggiatura: Eleonora Ceci, Marco Martani Interpreti: Andrea Arcangeli (Andrea), Alessandra Mastronardi (Laura), Stefano Fresi (Lorenzo), Cristiano Caccamo (Beniamino), Eduardo Scarpetta (Giulio), Francesco Gabbani (Federico), Angela Curri (Beatrice), Massimo Wertmüller (Padre di Ludovica), Fabio Morici (Poliziotto) Durata: 103’ Distribuzione: Lucky Red Uscita: 23 giugno 2022 T Tutto è pronto per il matrimonio, ma Andrea sembra avere qualche dubbio. Laura è davvero la donna della sua vita? Le ansie del grande giorno sono alle porte: ultimare i preparativi, invitare il padre assente, mettersi in proprio come architetto perché Beniamino, il capo, è uno stronzo, gestire la gelosia e così via.

Durante l’addio al celibato il futuro sposo può sfogarsi con i suoi tre amici. Di ognuno di essi invidia un pezzo di vita (di Federico la musica, di Giulio la libertà sessuale, di Lorenzo le possibilità date dalla ricchezza della moglie) e fantastica su come sarebbe stata la sua in quelle situazioni. Durante la chiacchierata, Andrea realizza che al di fuori di Laura, c’è un mondo che lo aspetta. Quella notte un fulmine a ciel sereno colpisce la chiesa.

Al mattino Andrea si alza e tutto sembra diverso: la casa, il suo taglio di capelli, la donna nel letto. Corre subito verso la piazza ma non c’è nessun matrimonio, deve avere qualche problema al cervello. Laura non risponde al telefono e Federico lo odia; le donne, in compenso, sembrano tutte attratte da lui e la cosa non gli dispiace affatto, anzi. Quando Giulio si vanta della sua notte di fuoco con quella che doveva essere la sua futura moglie però la situazione cambia, la gelosia incombe. Il ragazzo si dirige allora a casa di Laura per provare a capirci qualcosa: in questa vita Andrea aveva dato buca alla ragazza e non si era fatto più sentire. La notizia lo devasta; per consolarsi va a una festa e rimorchia due ragazze.

Il giorno seguente, cambia tutto: casa di lusso, colazione in camera. Andrea fa l’avvocato, come la sua ragazza, Ludovica De Marchis. Il ragazzo non può fare brutte figure, viene affidato a un cliente molto importante che deve fronteggiare una petizione di stampo ecologico fomentata da Laura. Andrea manda tutto all’aria e corre da quest’ultima. Mentre i due chiacchierano, la donna lo scaccia perché lo scopre coinvolto nella causa che lei combatte. A casa, lo attendono i genitori di Ludovica, titolari dello studio legale, che si complimentano con lui per ciò che ha fatto con il cliente. Durante la serata Andrea beve un po’ troppo e finisce per litigare con il suocero, poi cade dalle scale.

Nuovo giorno, nuova vita: villa, treccine rosa, tatuaggi; non più avvocato ma rapper di successo. Nonostante gli arresti domiciliari, Andrea riesce a raggiungere Laura a casa dove è in corso un pranzo con tutti gli amici. Tutti si divertono a deridere le canzoni di Strazio (questo è il suo nome d’arte). Poco prima di scappare di nuovo dalla polizia, il ragazzo viene a sapere della morte del padre, una figura assente nella sua vera vita ma anche nelle altre.

L’arco temporale in cui Andrea si ritrova questa volta è troppo doloroso: mentre scappa da Lorenzo per aver passato la notte con sua figlia, vede Laura con un bimbo. Il ragazzo non vuole sapere altro e si fa investire per ricominciare.

Lorenzo, Giulio e Federico chiamano Andrea: manca solo lui al matrimonio. A sposarsi con Laura, però, è Beniamino. Da testimone rovina la festa alla coppia, rivelando la sua storia e il suo amore per Laura. Dopo aver dimostrato di conoscerla meglio di chiunque altro e, dopo averla baciata, Beniamino lo stordisce con una testata.

Il risveglio stavolta è diverso. Non è più il giorno prima del matrimonio, ma quello dopo. Al fianco di Andrea c’è finalmente Laura. In questa vita la moglie è incinta, lui è un architetto affermato e il padre è presente. Di fronte a tutto ciò, il ragazzo non trattiene le lacrime.

I

Il valore delle cose lo capisci realmente solo quando le perdi, così si dice. Marco Martani, già sceneggiatore di molte pellicole italiane di successo, deve credere molto a questa frase, tanto da assumerla come presupposto per il suo secondo film da regista. La donna per me (titolo che richiama, come già accaduto, un pezzo del repertorio musicale italiano, È l’uomo per me di Mina, dopo Notte prima degli esami e Come è bello far l’amore) esce quasi quattordici anni dopo Cemento armato e si discosta dai toni noir di quest’ultimo: si tratta di una commedia, romantica e leggera.

È capitato a tutti di chiedersi come sarebbe stata la propria vita se le cose fossero andate diversamente. Anche Andrea, il protagonista, se lo domanda prima di sposarsi. É la scelta giusta? Sembra un incubo. Qualcosa (qualche congiunzione astrale o altro, non viene specificato) permette al ragazzo di vivere tutti quei what if che la sera prima con gli amici ha immaginato.

Il meccanismo che innesca la narrazione non è nuovo: Sliding doors, Ricomincio da capo ne sono esempi celebri. Un loop temporale che costringe il personaggio principale a vivere sempre lo stesso giorno. Quella che per Andrea sembra un’opportunità nella prima fase, si trasforma in un calvario nella seconda. Da via di fuga a dolorosa costrizione. Ed ecco che questo viaggio nelle diverse linee temporali assume i connotati di percorso formativo e pedagogico mosso dai sentimenti.

Essendo questo un film organizzato a episodi, non sorprende l’utilizzo di tecniche ereditate dalla serialità televisiva. Quella che più salta all’occhio, anzi all’orecchio, è la cosiddetta ripetizione diegetica: i rapporti, di volta in volta, vengono spiegati a parole dagli stessi personaggi; in questo caso sia per renderli evidenti ad Andrea, che non li conosce, sia al pubblico. Ma mentre nella narrazione di una serie tv questi “spiegoni parlati” vengono diluiti e nascosti lungo le diverse puntate, in un film (e quindi in questo caso) finiscono per risultare stantii e troppo evidenti, se utilizzati più di una volta, per via della durata ridotta. Forse sarebbe stato il caso di cercare degli escamotage differenti in modo da evitare dialoghi poco verosimili che si presentano ogniqualvolta il protagonista varca una linea temporale.

Aldilà di qualche sbavatura e

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