Karpòs Agri-Cultura n.4 2015

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Anno I - Agri-Cultura N° 4 - 2015

Karpòs

AGRI-CULTURA

Un bocconiano con i piedi per terra

Diradamento del pesco

La filiera delle piante officinali

LE COMPOSITE

Il Contoterzista che non dimenticherò mai

WHeatfield – Expo: male la prima!


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EDITORIALE

WHeatfield – Expo: male la prima!

Renzo Angelini Direttore editoriale

Carissimi lettori,

Poi cominciò il rituale della inaugurazione. Di colpo passai dall’entusiasmo alla perplessità prima, e infine alla delusione. Definire “minimalista” la veloce cerimonia è essere fin troppo gentili con gli organizzatori. Tra l’altro senza un sound system adeguato praticamente chi si trovava aldilà delle prime due file non sentiva praticamente nulla di ciò che dicevano i relatori invitati. Insomma, per farla breve, mai avevo assistito ad una simile sproporzione tra la bellezza di un progetto, incapsulato in un contesto che qualunque città al mondo avrebbe invidiato a Milano, e la pochezza di quel rituale. La mia delusione in parte fu mitigata dalle autorevoli parole pronunciate da Giuseppe Sala, Commissario Unico Expo2015, subito dopo la cerimonia. Assediato da un plotone di giornalisti, che reiteravano ossessivamente domande sulla “sicurezza” e sui “controlli”, con dignità e grande senso della misura rispose a tutti dicendo: ”l’Esposizione deve essere immaginata come un evento di pace: questa è la nostra filosofia che anche i Paesi che collaborano con noi hanno accettato. Per questo abbiamo volutamente l’Iran di fronte agli Stati Uniti; ci sarà la Corea del Nord e il suo padiglione potrà essere visitato dai sudcoreani, che nella realtà non possono andare in quel territorio; abbiamo Israele in mezzo a Vaticano e Italia. Vogliamo trasmettere l’idea di un sistema controllato in cui, però, la visita sarà rilassata, adatta alle famiglie e, soprattutto, ai bambini. Molto di quello che stiamo facendo è preparato per loro. E’ importante educare e far capire loro, attraverso l’emozione, il grande tema dell’alimentazione. Questo è il mio principale obiettivo”. Un messaggio forte, chiaro, attuale che merita tutto il nostro rispetto e di essere ricordato, al quale tuttavia, vorrei aggiungere un auspicio: venite tutti ad incontrare e conoscere l’agricoltura vera. Wheatfield tra qualche mese sarà un vero spettacolo. Forse ci sarà, con la maturazione del grano, un’altra cerimonia. In questo caso, spero che gli organizzatori rispettino la sacralità dell’opera monumentale che l’artista ha cercato. Ma non perdete l’occasione di conoscere veramente i protagonisti e la vastità delle geografie dell’agricoltura.

Wheatfield (il campo di grano), una imponente istallazione in stile Land Art ideata da Agnes Denes, venne realizzato per la prima volta nel 1982 a New York. A distanza di oltre vent’anni l’artista americana, invitata a Milano da istituzioni e sponsor importanti, lo ha riproposto come una delle attrazioni simboliche di Expo2015, generando un suggestivo percorso pubblico che lo attraversa interamente, intitolato “Micoltivo. The Green Circle”. Animato da una grande curiosità sabato 11 aprile, rispondendo all’invito degli organizzatori, decisi di raggiungere “Wheatfield” per assistere alla sua inaugurazione. Giunto sul luogo rimasi senza fiato per l’incredibile scenario che avevo davanti agli occhi: circondato da grattacieli e futuristici edifici, la vasta distesa del campo, inseminato il 28 febbraio, si presentava già animata da migliaia di verdi pianticine che annunciavano la marcia inarrestabile del meraviglioso processo naturale che di lì a pochi mesi avrebbe dipinto di giallo quel paesaggio, donandoci un prodotto strategico per la nutrizione del pianeta. Devo dire che per un attimo mi sono sentito fiero di vivere in una Milano capace di inventarsi tanta bellezza. La giornata era bellissima e un numeroso pubblico era accorso per celebrare la felice intuizione degli organizzatori. Il grano, trasformato nei modi della Land Art in un potente simbolo estetico della sostenibilità, faceva pensare ad una inaugurazione magica, carica di emozioni, una sorta di buon auspicio per l’imminente inaugurazione di Expo2015 Nutrire il Pianeta e degli importanti temi connessi al grande evento: condivisione del cibo e dell’energia, salvaguardia dell’ambiente, crescita sociale ed economica nel rispetto degli individui e delle future generazioni. Mentre sentivo l’entusiasmo crescere in me e nel pubblico, non potevo fare a meno però di notare la mancanza tra la gente di troppi addetti ai lavori. Soprattutto mi sorprendeva l’assenza dei rappresentanti del mondo agricolo, della ricerca, della produzione. Ma come facevano a non capire - pensavo - che quella era un’occasione straordinaria per fare sistema, per avere quella visibilità di cui lamentavano la mancanza!

03 EDITORIALE


Karpòs AGRI-cultura N. 4 - 2015

Direttore editoriale Renzo Angelini Direttore responsabile Lamberto Cantoni

03 WHeatfield – Expo: male la prima! Renzo Angelini

Un bocconiano con i piedi per terra Lamberto Cantoni

Iscr. trib. di Forlì n° 3/12 del 4/5/2012 Proprietario ed editore della testata Karpòs S.r.l. Via Zara 53 - 47042 Cesenatico (FC) P.I./C.F. 04008690408 REA 325872 Hanno collaborato a questo numero Stefano Candoli stefano.candoli@karposconsulting.net Antonella Bilotta antonella.bilotta@karposconsulting.net

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36 La filiera delle piante officinali Alberto Manzo, Laura Di Renzo, Luisa Pistelli, Maria Laura Colombo, Stefania Dalfrà

Laura Fafone laura.fafone@karposconsulting.net Amministrazione Milena Nanni milena.nanni@karposconsulting.net

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Raccolta pubblicitaria pubblicita@karposmagazine.net Tel. +39 335 6355354

Il Contoterzista che non dimenticherò mai Lamberto Cantoni

Stampa Centro Stampa Digitalprint Srl Via A. Novella, 15 47922 Viserba di Rimini (RN) Tel. 0541 - 742974 / 742497 e-mail: info@digitalprintrimini.com

92 Diradamento del pesco Laura Asteggiano, Graziano Vittone

108 LE COMPOSITE Pasquale Viggiani


Per le fotografie:

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da pag.12 a pag. 29 © Studio Suitner, Responsabile segreteria Manuela Ciacci Tutte le altre fotografie: © Renzo Angelini In copertina: Alessandro Marchionne

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Non si restituiscono testi, immagini, supporti elettronici e materiali non espressamente richiesti. La riproduzione anche parziale di articoli e illustrazioni è vietata senza espressa autorizzazione dell’editore in mancanza della quale si procederà a termini di legge per la quantificazione dei danni subiti. L’editing dei testi, anche se curato con scrupolosa attenzione, non può comportare specifiche responsabilità per eventuali errori o inesattezze, limitandosi l’editore a scusarsene anticipatamente con gli autori e i lettori. Ogni articolo firmato esprime esclusivamente il pensiero di chi lo ha scritto e pertanto ne impegna la personale responsabilità. Le opinioni e, più in generale, quanto espresso dai singoli autori non comportano alcuna responsabilità da parte dell’editore anche nel caso di eventuali plagi di brani da fonti a stampa e da internet. Karpòs rimane a disposizione di altri eventuali aventi diritto che non è stato possibile identificare e contattare.


AUTORI

Agri-Cultura n° 4 - 2015

Laura Asteggiano Tree Fruit Research and Extension Centre, Washington State University, Wenatchee WA, USA

Renzo Angelini Direttore Editoriale

Alberto Manzo Dipartimento delle Politiche Competitive della Qualità Agroalimentare Ippiche e della Pesca. Direzione Generale per la promozione della qualità agroalimentare e dell’ippica. Ufficio PQAI II - MIPAAF

Luisa Pistelli

Graziano Vittone

Maria Laura Colombo

CReSO - Centro di ricerca e sperimentazione per l’ortofrutticoltura piemontese

Dipartimento di Farmacia, Università di Pisa

Dipartimento di Scienza e Tecnologia del Farmaco, Università degli Studi di Torino

Lamberto Cantoni

Pasquale Viggiani

Direttore Responsabile

Stefania Dalfrà Laura Di Renzo Sezione di Nutrizione clinica e Nutrigenomica, Dipartimento di Biomedicina e Prevenzione, Università degli Studi di Roma Tor Vergata

06 GLI AUTORI

Direzione Generale della Sanità Animale e dei Farmaci Veterinari, Segreteria tecnica del Direttore Generale, Ministero della Salute


Alchemia dinamica ...

QUINTAESSENZA e la M ELODIA delle NOTE

... tra la

Il suono delle bottiglie scosse a mano sulle pupitres, le cataste di bottiglie delle varie annate che hanno nell’invecchiamento un proprio cerimoniale per raggiungere il loro fine.

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Un bocconiano con i piedi per terra Lamberto Cantoni Di solito i grandi manager amano ricevere gli scribacchini come me, nei loro uffici. Suppongo che, dietro a preziose scrivanie o a imponenti tavoli da riunione, si sentano più a loro agio. In questi spazi, la forma dell’intervista ricalcherà in modo rassicurante, i modi delle loro presentazioni aziendali delle quali nel corso del tempo sono divenuti magistrali interpreti. Un po’ meno a loro agio sono gli intervistatori, scarsamente interessati a registrare discorsi troppo ben programmati per risultare notiziabili o semplicemente differenziabili dalle numerose altre pubblicazioni che caratterizzano l’attività simbolica di un grande manager. Questa premessa, penso possa farvi capire la mia soddisfazione, quando Alessandro Marchionne, sollecitato da qualche telefonata, mi propose un incontro/intervista in un bar per flaneur metropolitani nella periferia trafficata di Milano. Ho sempre pensato che il modo migliore per trasmettere ai lettori il pensiero di chicchessia dipendesse non tanto dal gioco domanda/risposta, bensì dalla logica conversazionale che riusciamo a mettere in atto quando lasciamo che siano le parole a cercarci (qualche volta a tradirci) e a far emergere la nostra voce, lo stile del discorso che ci classifica come soggetti, le passioni che ci animano.

Alessandro Marchionne appartiene a quel genere raro di persone che disdegnano l’ostentazione del potere e le ritualità di basso profilo dietro alle quali spesso vengono dissimulati contenuti a bassissima definizione. E capisco che la scelta di incontrarmi in un bar, apparentemente imposta dai suoi vertiginosi ritmi di lavoro, significa anche dell’altro. Nel senso che metacomunica un messaggio niente affatto banale ovvero che il lavoro nel simbolico di un manager non può essere totalmente confinato in una cronologia di appuntamenti, incontri, contatti “burocratizzati”; ma dipende anche da circostanze, situazioni, opportunità e problemi che emergono fortemente compromessi dal caso e quindi imprevedibili. Comunque per non farla troppo lunga, vi dirò che è sabato, gli uffici sono chiusi e abbiamo deciso di incontrarci per una chiacchierata sulla sua azienda, in un orario in cui altri manager che conosco tornano dalla partita a golf. Il Direttore Generale di Genagricola Spa, holding agroalimentare del Gruppo Generali Italia, arriva in perfetto orario, vestito in modo decontratto, un po’ tenente Colombo e un po’ stile Marchionne (quello della Fiat...camicia sportiva con maglioncino), con sotto il braccio un paccone di giornali per farmi comprendere come passerà il resto della serata.

12 Un bocconiano con i piedi per terra LAMBERTO CANTONI


Un bocconiano con i piedi per terra LAMBERTO CANTONI

Alessandro Marchionne

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Cantine Genagricola S.p.a.

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Un bocconiano con i piedi per terra LAMBERTO CANTONI

Genagricola S.p.a.

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...dott. Marchionne mi permetta di esordire con una impressione personale e quindi di dirle che a me lei sembra un bocconiano molto diverso dall’idea che il senso comune si è recentemente fatta dei tecnocrati sfornati dalla prestigiosa scuola in cui lei si è formato. Lo so che non bisognerebbe prestare attenzione ai pregiudizi della gente, ma con la crisi che stiamo attraversando i manager usciti dalle grandi scuole di economia e finanza hanno perso l’appeal che avevano prima. Di Lei invece si parla solo con grande rispetto...Insomma un bocconiano con i piedi per terra, si dice... “Capisco quello che vuole dire. E se il significato a cui lei allude vuole sottolineare il grande rispetto per il fare, per le pratiche, per le scelte pragmatiche, allora, devo dire che mi ci ritrovo... Vede, troppo spesso

facciamo l’errore di chiedere alle teorie e ai modelli ciò che essi non possono darci. Una scuola, anche la più prestigiosa, non può cancellare il valore delle esperienze. I modelli gestionali o economici seppur fondamentali, non possono essere applicati senza le necessarie interpretazioni. Uno degli aspetti fondamentali del mio lavoro è capire il DNA di una azienda. Questo significa, sbarazzarsi di ogni teoria e calarsi in realtà che non sono mai omologabili. Se si comprende in profondità una azienda allora riusciamo a raccontare meglio la sua storia... La gente non ama l’economia, la gente piuttosto adora le storie... Ma il mondo non può funzionare solo con narrazioni. Occorre anche sapere quando arriva il momento della misura, della precisione. Ecco allora che il bocconiano che ho dentro di me si fa sentire e mi aiuta a calcolare con efficacia le variabili decisive...


Solonio

16 Un bocconiano con i piedi per terra LAMBERTO CANTONI


“Io penso e agisco guidato da una visione: siamo giunti ad un passaggio fondamentale per la nostra agricoltura, un passaggio da realizzare in tempi brevi, che mi piace definire Agricoltura 2.0. Che cosa è, dal mio punto di vista, questo nuovo modo di concepire lo sviluppo di un comparto decisivo per l’economia del nostro Paese? Ci sono tre concetti che ci permettono di afferrarne il senso: sostenibilità, sicurezza sul lavoro, dimensione sociale dell’agricoltura. Non credo che occorrano tante parole per spiegare perché oggi l’agricoltura deve diventare sempre più sostenibile. Ce lo impone il nostro amore per i territori dell’agricoltura, ce lo impone il rispetto per la qualità delle produzioni e per il consumatore... Il tema della sicurezza è meno conosciuto dalla gente ma deve essere affrontato con serietà. Pochi sanno che il lavoro nell’agricoltura è tra i più rischiosi e tra i più difficili da mettere in sicurezza. Io sento come mia responsabilità agire per raggiungere nelle aziende che dirigo, standard di sicurezza accettabili o, per meglio dire, crescenti. Chi lavora nell’agricoltura ha diritto alla sicurezza...per far questo bisogna abbattere la cultura della noncuranza, bisogna abituare gli addetti di questo settore alla formazione continua, bisogna trovare soluzioni che coinvolgano i lavoratori...”

Un bocconiano con i piedi per terra LAMBERTO CANTONI

...Da quanto dice emerge con forza la sua filosofia. Una fusione tra sapere tecnico/scientifico e cultura umanistica. Come si declina in un contesto agricolo?...

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...Ha dimenticato la dimensione sociale dell’agricoltura...

l’onere di mantenere aperto un canale di comunicazione con la società e i suoi problemi. Cosa voglio dire? Per esempio, l’agricoltura può farsi protagonista dell’introduzione dei giovani nel mondo del lavoro. Può essere utilissima per programmi di reinserimento di persone espulse da altri comparti. Noi, a tal riguardo, abbiamo fatto un protocollo d’intesa con San Patrignano: i loro giovani viticultori, guidati da Riccardo Cotarella, vinificano parte dei nostri vini... Ma certamente il

“Ci arrivo subito. Di solito rimango sorpreso nel constatare che anche protagonisti blasonati del mondo agricolo hanno di esso una visione ristretta, quasi separata dalla società. Lo ritengo un grave errore. L’agricoltura può avere una valenza diversa se, oltre ad occuparsi di produttività, di produzioni e di affari, si assume

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Bricco dei Guazzi

gne, nobilitando il lavoro dei contadini e diffondendo in modo virale la qualità e la diversificazione dei prodotti italiani. Quindi è importante che l’agricoltore apra le porte dei suoi terreni. Per quanto mi riguarda, ho trasformato Cesarolo in una azienda esperenziale, nella quale turisti intelligenti potranno vivere la vera vita di campagna, assistere alle varie fasi produttive e godere ovviamente di una ospitalità di ottimo livello. Voglio ricordare anche l’esperienza del nostro caseificio vicino a Bibione: abbiamo aperto al pubblico un punto vendita nel quale si può acquistare la nostra mozzarella. All’interno del Monferrato, in un contesto paesaggistico incantevole, abbiamo il famoso ristorante Ai Cedri a Villa CandianiGuazzo sede della nostra azienda Bricco dei Guazzi. Le cantine dell’azienda sono un capolavoro di architettura funzionale e di tecnologia agricola; l’infernot, una stanza scavata nella roccia sotto il livello del terreno tipica della vinificazione del Monferrato è stata dichiarata dall’Unesco, patrimonio dell’Umanità. Aggiungo che sempre Bricco dei Guazzi abbiamo anche un Wine Resort di ottimo livello. Io credo che tutte le cose che ho elencato, immerse nel mezzo di 30 ettari di vigne, possano ambire ad attirare molto più di ora, un turismo sensibile alla bellezza della cultura del vino e delle campagne. Possiamo certo fare di più. L’idea che possiamo vendere come “esperienze”, lo stile di vita delle campagne è solo agli inizi. Se saremo bravi l’immagine della nostra agricoltura potrebbe cambiare in fretta e con essa potrebbe cambiare la percezione del ruolo fondamentale che essa gioca in qualsiasi forma di vita..”

Un bocconiano con i piedi per terra LAMBERTO CANTONI

possibile impatto positivo dell’agricoltura nel sociale non finisce qui. Io credo che con un piccolo sforzo in più potremmo rivitalizzare il turismo italiano. Le nostre campagne sono uno spettacolo bellissimo per chi ama i paesaggi. Questo nuovo turismo consente alle aziende agricole di una certa dimensione, la diversificazione del business. Ma ovviamente, nel tempo, l’offerta di ospitalità e di ristorazione, potrà contribuire ad avvicinare pubblici eterogenei alle nostre bellissime campa-

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...ho esplorato sul web le citatissime Tenute di Genagricola, delle quali Lei recentemente ha assunto la direzione. E’ stato annunciato un cambio di passo importante proprio nell’anno in corso. Può anticiparci le linee strategiche che ha definito?

Mi sono reso conto che le tenute di Genagricola hanno tutte le caratteristiche per recitare un ruolo di primo piano nell’offerta vinicola italiana di alta gamma. Abbiamo in proprietà ottimi vigneti in territori eccezionali per la viticoltura. Sono convinto che con i miglioramenti che ho messo in atto eleveremo la qualità delle nostre produzioni con una crescita dei fatturati e della redditività. E’ chiaro che per apprezzare i miglioramenti in vigna, nel vino e nella rendicontazione economica, bisognerà aspettare qualche anno. Diciamo che entro il 2018 dovrebbero crescere tutte le dimensioni che ho ricordato. Ma mi attendo piacevoli sorprese anche alla fine di quest’anno...”

“...Genagricola è composta da 8 tenute vinicole di proprietà del gruppo. Diciamo subito che è senza dubbio la più estesa realtà agricola italiana. Dopo una attenta analisi dei fattori portanti, della storia e dei problemi, sono giunto alla conclusione che era urgente un riposizionamento strategico dei diversi brand, con l’obiettivo di dare ad essi una maggiore internazionalizzazione e specializzazione, nel segmento medio-alto del mercato.

160 ANNI DI STORIA DELL’AGRICOLTURA ITALIANA IN 6 TAPPE:

1831

1861 viene proclamato il Regno d’Italia.

1917, Ca Corniani si trova «al fronte» della battaglia tra italiani e austriaci: viene allagata dall’esercito.

1851-1880

1881-1925

1926-1950

1974-1994

1995-2014

Ca’ Corniani diventa un’Azienda esemplare. La popolazione passa dai 650 ai 1.500 abitanti. Viene divisa in 60 mezzadrie, vengono edificate una scuola, un ufficio postale ed una chiesa, oltre a 60.000 mq di edifici ad uso abitativo.

Continuano i lavori di bonifica e la diversificazione delle colture. Ormai il centro aziendale conta più di 3.000 abitanti e 80 mezzadrie. Inizia la meccanizzazione dell’agricoltura.

Iniziano le acquisizioni in territori ad alta vocazione vitivinicola da parte di Genagricola. Arrivano per primi i Colli Orientali del Friuli, poi le Grave del Friuli e via via fino all’acquisizione di TENUTA S.ANNA nel ‘94.

Genagricola investe sempre in agricoltura, anche sfruttando le nuove opportunità di sfruttamento delle energie rinnovabili. Il Gruppo vitivinicolo de Le Tenute di Genagricola, diventa il 30% del fatturato totale della Holding: crescono i marchi, la distribuzione e la qualità del prodotto, portando il Gruppo vitivinicolo ai massimi livelli del panorama italiano.

A Trieste il 26 dicembre 1831 con la denominazione di “Imperial Regia Privilegiata Compagnia di Assicurazioni Generali Generali investe da Austro-Italiche” subito anche nel settore agricolo, acquistando una vasta area paludosa nei pressi del Comune di Caorle e affidando la bonifica dei terreni di Ca’ Corniani all’Ing. Francesconi.

Nascono «Le Tenute di Genagricola, nome della divisione vitivinicola del Gruppo.

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Cos’è?

È la Holding Agroalimentare controllata da

Generali Italia S.p.A.

La divisione Vitivinicola di Genagricola S.p.A.

Estensione, 13.000 ettari

Estensione

Di cui 8200 ha in Italia e 4800 ha in Romania. Ca’Corniani rappresenta la più grande azienda in corpo unico della Società con 1.700 ettari

Marchi, 8 Aziende Vitivinicole

Tutti di proprietà, Tutti coltivati da dipendenti dell’Azienda, diretti da una squadra di Agronomi.

TENUTA SANT’ANNA TORRE ROSAZZA POGGIOBELLO BORGO MAGREDO VINEYARDS V8+ BRICCO DEI GUAZZI GREGORINA SOLONIO

Localizzazione Italia 22 Aziende agricole in Friuli Venezia Giulia Veneto Emilia Romagna Lombardia Piemonte Lazio Calabria

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Fatturato, 14 milioni di euro Ottenuti dalla vendita di quasi 4 milioni di bottiglie.

Romania 2 Aziende agricole in Pancota Arad

70% Italia 30% Estero

Fatturato, 50 milioni di euro

95% Mercatov Ho.Re.Ca

70% Agricoltura tradizionale 30% Viticoltura Genagricola S.p.A. The Italian Agricultural Company Genagricola Wine & Food

Genagricola Seeds

Genagricola Breeding

Le Tenute di Genagricola WINE GROUP

Un bocconiano con i piedi per terra LAMBERTO CANTONI

Cos’è?

Genagricola Energy


...molte tenute del gruppo hanno una storia agricola importante. Alcune di esse sono uno dei primi esempi di bonifica privata di un territorio recuperato per l’agricoltura... Insomma sono pezzi pregiati della nostra agricoltura... “Si certo. La bonifica alla quale lei fa riferimento risale al 1851, quando nacque il primo insediamento di Genagricola, grazie all’acquisizione della proprietà fondiaria Cà Corniani. Ed è certamente vero che le nostre tenute appartengono alla storia della nostra agricoltura. Siamo la più grande azienda agricola italiana. Ma è proprio sulla scorta di queste evidenze che è importante per noi pensare e agire da numeri uno. Il nostro vino deve da una parte essere l’effetto di questa storia e dall’altra contribuire a modernizzarla. L’unicità del nostro Heritage deve darci la forza per creare la distintività necessaria per posizionare i nostri brand là dove avrebbero dovuto già trovarsi da sempre...”’

Cà Corniani

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...Come mai le Tenute, prima che Lei arrivasse, stentavano a stare al passo con i grandi mutamenti degli ultimi decenni? “Una lunga storia, significa spesso anche un peso eccessivo dato alle tradizioni, alle abitudini, anche quando queste manifestano inefficienza. Per un lungo periodo le nostre aziende facevano più agricoltura che viticoltura, cioè producevano uva che non trasformavano in vino. Ho dovuto quindi cominciare una rivolu-

zione culturale sui miei uomini, convincendoli che dovevamo assolutamente cambiare filosofia e visioni sul nostro futuro. Occorreva mettere le mani nei vigneti per migliorare la qualità delle uve. Un grande vino non nasce in cantina ma in vigna! Le pratiche agronomiche e il trattamento dei terreni andavano migliorate. Se volevamo aumentare le esportazioni bisognava aumentate la produzione dei vini rossi. Da una agricoltura stile ancien régime dovevamo orientarci verso una agricoltura di precisione...”

23 Un bocconiano con i piedi per terra LAMBERTO CANTONI


Poggiobello Colli Orientali Friuli

tudini inutili che aprivano la porta all’inefficienza, guardare con attenzione i mutamenti sociali e le trasformazione del gusto della gente. Non le sto raccontando di aver raccolto solo entusiasmo e partecipazione. Ma credo di essere riuscito a trasmettere ai miei collaboratori i valori in gioco nel mio progetto di sviluppo e l’orgoglio di appartenere ad aziende che si considerano l’eccellenza dell’agricoltura”.

...Nel nostro Paese gli innovatori non trovano di solito un terreno fertile. E il comparto agricolo non è famoso per perseguire progetti di agricoltura di precisione... “ L’agricoltura italiana sta cambiando molto in fretta. L’attenzione ai terreni e alle pratiche di miglioramento ottenute attraverso azioni ben calibrate in termini scientifici, sono molto più diffuse di quanto possa percepire il pubblico che si limita a consumare i nostri prodotti. Comunque il passaggio all’Agricoltura 2.0 non è una moda culturale, bensì una necessità strutturale. È questo che ho cercato di far capire ai miei uomini. Per conservare la grande storia delle nostre tenute dovevamo innovare, cambiare la visione del nostro futuro, sbarazzarci di abi-

Lamberto Cantoni

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Tenuta Sant’Anna

La principale Azienda del Gruppo Genagricola costituisce una delle più grandi realtà vitivinicole del Veneto Orientale e un tassello prezioso nella storia dell’enologia italiana.

L’Azienda si estende su 150 ettari, 140 dei quali a vigneto, situati

a circa 50 chilometri ad est di Venezia. Dagli anni Settanta, Tenuta Sant’Anna propone vini che si fanno apprezzare in tutto il mondo per piacevolezza e rotondità, qualità che si accompagnano perfettamente con i piatti della cucina italiana.

A cavallo tra la provincia di Treviso e il Friuli, la filosofia

produttiva di Tenuta Sant’Anna si sviluppa in due direzioni

ispirandosi al rigore enologico e alla pulizia dei vini friulani da un lato, e alla produzione di raffinati spumanti dall’altro.

È così che in Tenuta Sant’Anna convivono da sempre due anime che caratterizzano l’Azienda: l’una più austera e tradizionale, l’altra più dinamica e spumeggiante.

Nei vini fermi, oltre alla tradizionale linea dei Classici, la linea

Un bocconiano con i piedi per terra LAMBERTO CANTONI

Storico Marchio Vinicolo Italiano, rappresenta a tutt’oggi il Brand più importante per visibilità e riconoscibilità. È la principale Azienda del Gruppo Genagricola e costituisce una delle più grandi realtà vitivinicole del Veneto Orientale e un tassello prezioso nella storia dell’enologia italiana. L’Azienda si estende su 150 ettari, 140 dei quali a vigneto, situati a circa 50 chilometri ad est di Venezia. A cavallo tra la provincia di Treviso e il Friuli, la filosofia produttiva di Tenuta Sant’Anna si sviluppa in due direzioni ispirandosi al rigore enologico e alla pulizia dei vini friulani da un lato, e alla produzione di raffinati spumanti dall’altro. È così che in Tenuta Sant’Anna convivono da sempre due anime che caratterizzano l’Azienda: l’una più austera e tradizionale, l’altra più dinamica e spumeggiante. Sempre all’avanguardia e distintivo,ha affrontato quest’anno un importante restyling che ne aumenta il prestigio conferendo eleganza e visibilità al Brand.

25 anu ecsiutitsoc alocir

nu e elatneirO otene .anailati

itautis ,otengiv a ilauq

,atnatteS inna ilgaD

ni erazzerppa onnaf

is ehc àtilauq ,àtidn

.anailati anicuc alled

afiosolfi al ,iluirF li

inoizerid eud ni app ad inaluirf iniv ied ai

.ortla’llad itna

emina eud erpmes ad

,elanoizidart e aretsu

aenil al ,icissal C ied a


Il vertice qualitativo de Le Tenute di Genagricola, TORRE ROSAZZA, vanta nel suo palmarès alcuni dei premi internazionali più ambìti: TRE BICCHIERI da diversi anni, La Corona di Vinibuoni, e un posto d’onore al MIWF. Da oggi, oltre che buoni, i vini saranno anche «più belli» con il nuovo design della bottiglia! Nel cuore di un territorio vocato alla viticoltura fin dai tempi antichi, Torre Rosazza rappresenta un punto di riferimento per tutta la cultura enologica del nord Italia. Il territorio di Torre Rosazza si stende al centro della zona più importante dei Colli Orientali del Friuli. A un’altitudine compresa dai 100 ai 250 m. sul livello del mare, a sud delle Prealpi Giulie, e a non più di una ventina di chilometri in linea d’aria dal mite litorale adriatico. Oggi Torre Rosazza conta su una superficie Aziendale di 110 ettari, 90 dei quali vitati, gestiti direttamente dal personale dell’Azienda.

26 Un bocconiano con i piedi per terra LAMBERTO CANTONI


40 ettari vitati in un paesaggio che è patrimonio dell’umanità, Una splendida villa secentesca e una cantina unica, che scende nel sottosuolo per più di 12 metri. 5 splendidi vini, marcatamente piemontesi e da oggi un nuovo design: sobrio, elegante, anche questo in perfetto stile piemontese! Il nuovo Barbera del Monferrato e il promettente Albarossa sono i vini di punta di un’Azienda di longeva nobiltà, custode di un’esemplare cantina scavata nella collina. L’Azienda sorge sulla cima di una collina a pochi chilometri da Casale Monferrato, circondata da 30 ettari di vigneti di proprietà. I 30 ettari vitati che circondano l’Azienda sono divisi in sette vigneti, situati ad altitudini comprese tra i 120 e i 280 metri sul livello del mare.

27 Un bocconiano con i piedi per terra LAMBERTO CANTONI


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10 spumanti dal design unico, colorato, irriverente e anticonformista. Una case history nel panorama spumantistico italiano che continua a regalarci soddisfazioni. Astro nascente nel panorama spumantistico italiano, V8+ ha conquistato uno spazio privilegiato nel segmento degli spumanti. Dalla decennale esperienza spumantistica de Le Tenute di Genagricola prende vita il progetto di V8+. Dai vigneti dell’azienda si ricavano le uve che vanno a produrre le bollicine di Vineyards V8+.

el panorama spumantistico italiano, V8+

no spazio privilegiato nel segmento degli

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nde vita il progetto di V8+. Dai vigneti

- Ottovinyards avano le uve che vannoV8+ a produrre le bollicine

+: un completo assortimento di spumanti chespumantistico fa Astro nascente nel panorama italiano, V8+

uno spazio privilegiato nel segmento degli oprio fiore all’occhiellohae conquistato lo propone in diverse spumanti.

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Dalla decennale esperienza spumantistica de Le Tenute di Genagricola prende vita il progetto di V8+. Dai vigneti

che che accarezzano i vigneti e isi terreni dell’azienda ricavano lesassosi uve che vanno a produrre le bollicine

Vineyards V8+: un completo assortimento di spumanti che fa e viti trasmettono agli dispumanti di Vineyards

del Prosecco il proprio fiore all’occhiello e lo propone in diverse

e freschezza e un’accentuata versioni,mineralità. dal Prosecco Doc fino Cartizze Docg.

ai Valdobbiadene Docg e

etta un posto di riguardo ai millesimati, nella Le brezze adriatiche che accarezzano i vigneti e i terreni sassosi

su cui dalle cresconomigliori le viti trasmettono extra dry, ottenuti solo uve agli spumanti di Vineyards V8+ una piacevole freschezza e un’accentuata mineralità.

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provengono dalle migliori selezioni dei vigneti di proprietà del gruppo, nel cuore dei colli friulani.

chio - l’ ottavo de Le Tenute di Genagricola, da

A partire dal marchio - l’ ottavo de Le Tenute di Genagricola, da nomi dei singoli spumanti, presi a prestito dalla

cui il logo - e dai nomi dei singoli spumanti, presi a prestito dalla

dina veneta, fino all’etichetta glitterata dal forte tradizione contadina veneta, fino all’etichetta glitterata dal forte

grafico, propone in modo fresco ad un pubblico 8+ si propone in modosegno fresco adV8+ un sipubblico

che ne condivide i valori. Il design delle bottiglie, innovativo e

i valori. Il design delleaccattivante, bottiglie, innovativo e veicola bene e in maniera impattante l’unicità e la

ola bene e in maniera impattante l’unicità e la leggerezza di ciascuno spumante.

cuno spumante.

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il traguardo del milione di bottiglie vendute esclusivamente nel dienti di una “case history” di successo: un

28

canale ho.re.ca., prevalentemente sul mercato nazionale.

zero che nel giro di qualche anno ha raggiunto

Un bocconiano con i piedi per terra LAMBERTO CANTONI

milione di bottiglie vendute esclusivamente nel

GENAGRICOLA S.p.a - LE TENUTE DI GENAGRICOLA


Dalle Grave del Friuli una storica Tenuta che interpreta il contemporaneo. La storia di Borgo Magredo ha inizio nel 1973, anno in cui Genagricola acquisisce un’Azienda di oltre 200 ettari vitati sulle Grave del Friuli, nel Comune di Spilimbergo. In 20 anni è stata reimpiantata la quasi totalità dei vigneti testando anche cultivar sperimentali per questi territori, come il Pinot nero oppure il Moscato rosa.

Dalla Terra del Sole un Sangiovese di Romagna dal grande potenziale qualitativo. Gregorina è situata in provincia di Forlì-Cesena nel comune di Castrocaro - Terra del Sole, immersa all’interno di 40 ettari di colline coltivate a vigneto. Il terreno è argilloso-calcareo e il clima è molto mitigato dalla vicinanza del mare Adriatico. La piovosità di fine estate è molto ridotta: le uve godono di ottime condizioni per una maturazione protratta a tutto settembre, per ottenere un’ elevata concentrazione di zuccheri e di tannini morbidi.

Nei Colli Lanuvini, in un territorio dal tipico clima mediterraneo. L’Azienda consiste in 110 ettari vitati, adagiati sui Colli Lanuvini a 30 km a sud di Roma, dedicati alla produzione di vini rossi di forte personalità, in cui ad autoctoni come Cesanese e Montepulciano si affiancano internazionali come Shiraz, Cabernet Sauvignon e Merlot.

Sui colli orientali del Friuli, si estende La Tenuta su una superficie di 110 ettari quasi totalmente terrazzati e disposti su due ampi anfiteatri naturali, 90 dei quali coltivati a vigneto, in cui accanto alle varietà autoctone come la Ribolla Gialla, il Friulano, il Refosco, il Verduzzo e il Picolit, trovano posto i principali vitigni internazionali, da secoli “naturalizzati” in queste terre. I terreni, compresi tra un’altitudine di 80 e 250 metri, sono composti da marne eoceniche e arenarie, estremamente poveri di humus e molto drenanti.

29 Un bocconiano con i piedi per terra LAMBERTO CANTONI



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La filiera delle piante officinali Alberto Manzo

36

La filiera delle piante officinali Una prospettiva produttiva ed un’alternativa importante nel comparto agricolo Alberto Manzo, Laura Di Renzo, Luisa Pistelli, Maria Laura Colombo, Stefania DalfrĂ


37 La filiera delle piante officinali Alberto Manzo


Definizione di “piante officinali” Il termine “piante officinali” deriva da una tradizione culturale e storica del nostro Paese, sancita in una norma del 1931, tuttora vigente, che rappresenta ad oggi la base normativa della “Disciplina della coltivazione, raccolta e commercio delle piante officinali”, e fa riferimento all’“officina o opificina”, nel significato di “laboratorio” dove le piante venivano sottoposte alle varie lavorazioni (essiccazione, triturazione, macerazione, distillazione, estrazione dei principi attivi, ecc.) in modo da renderle utilizzabili ai diversi scopi. Pertanto da qui deriva l’abbinamento “piante officinali” per indicare quelle piante che possono essere lavorate all’interno di un laboratorio. Tale termine, con il quale da un punto di vista agronomico si identifica un insieme di specie vegetali molto eterogeneo, comprende, in base alle principali destinazioni d’uso ed ai sensi dell’art.1 della Legge soprarichiamata, le piante medicinali, aromatiche e da profumo: ad es. la salvia, il rosmarino, la digitale, la cicuta e la camomilla sono piante officinali. Nell’accezione generale di piante officinali sono compresi anche alghe, funghi e licheni. Ciò che caratterizza una pianta officinale sono le classi di principi attivi chimicamente molto diversi fra loro: alcaloidi, glicosidi, gomme, mucillagini, principi amari, tannini, acidi organici, enzimi, vitamine, resine, balsami, gommoresine, olii essenziali ed altri ancora. Viene definita “droga vegetale” la parte della pianta posta in commercio essiccata e sovente frammentata (i fiori della camomilla, la radice dell’ortica, i frutticini secchi del finocchio, ecc.). La droga è quindi la parte della pianta più ricca in principi attivi che hanno una attività biologica sull’organismo umano e/o animale, secondo la definizione più volte riportata nei documenti della Organizzazione Mondiale della Sanità.

38 La filiera delle piante officinali Alberto Mtanzo


Ai fini statistici Istat ed Eurostat definiscono le “Piante aromatiche, medicinali, spezie e da condimento” che fanno parte del gruppo più ampio delle “Piante industriali”. Il Glossario del Censimento dell’Agricoltura 2010 Istat elenca a titolo esemplificativo le seguenti specie: altea, aneto, angelica, anice, arnica, assenzio, bardana, belladonna, calendula, camomilla, cappero, cardo, cerfoglio, colchico, crescione, cumino, digitale, dragoncello, edera, gelsomino, genziana, hamamelis, iperico, iris, issopo, lavanda, liquirizia, maggiorana, malva, melissa o cedronella, menta, millefoglie, mughetto, origano, passiflora, piretro, rafano, rosmarino, ruchetta o rucola, salvia, sclarea, segale cornuta, valeriana, zafferano, ecc.

La filiera delle piante officinali Alberto Mtanzo

Piante aromatiche, da condimento e spezie

39


Tipologie di prodotti a base vegetale • alimenti “convenzionali” • integratori alimentari[Direttiva 2002/46/ CE, Dlgs 169/2004] • alimenti addizionati [Regolamento (CE) 1925/2006] • medicinali vegetali tradizionali [Direttiva 2004/24/CE- Codice unico del farmaco DLgs 24.04.2006] • dispositivi medici a base di piante e derivati con un recente incremento sul mercato (Direttiva 2007/47/CE, Dlgs 46/97 sui dispositivi medici) • prodotti cosmetici [Regolamento (CE) 1223/2009 che ha sostituito la Legge 713/86] • mangimi addizionati di piante officinali e loro estratti [D.L. 6 Aprile 2006 n. 193, Regolamento (CE) 767/2009] • coloranti • additivi [Regolamento (CE) n. 1333/2008 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 16 dicembre 2008] • aromi [Regolamento (CE) n. 1334/2008 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 16 dicembre 2008]

Lavanda cv. Twichel purple

40 La filiera delle piante officinali Alberto Manzo


Piante officinali e zone di produzione Il consumo di piante officinali da parte dell’industria farmaceutica, alimentare, liquoristica, cosmetica è in continuo aumento in tutto il mondo. Nel nostro Paese, mentre il settore della trasformazione e quello della commercializzazione dei prodotti finiti ha fatto registrare negli ultimi 10 anni un notevole incremento, quello della coltivazione (nonostante gli incrementi registrati) non cresce in maniera parametrata alla domanda e riesce a far fronte al fabbisogno nazionale soltanto per il 30%. Ciò dipende dal fatto che la produzione Italiana di piante officinali deve confrontarsi soprattutto per il prezzo con quella di altri Paesi, specialmente dell’Europa dell’Est e dei Paesi terzi, dai quali proviene circa il 70% delle erbe impiegate nel nostro Paese. Maggiori produttori mondiale I maggiori produttori, in campo mondiale, di piante medicinali ed aromatiche coltivabili anche in Italia sono: Albania, Bulgaria, Croazia, Grecia, Jugoslavia, Macedonia, Polonia, Romania, Slovacchia, Slovenia, Spagna, Turchia, Ungheria, Egitto, Marocco, Tunisia, Cina, India, Pakistan, Argentina, Brasile, Cile, Messico, Centro America, ed altri ancora.

41

Il fatto che il 70% del fabbisogno nazionale venga importato, porta a concludere che in Italia ci potrebbero essere buone possibilità di incrementare le coltivazioni di piante officinali e numerosi produttori agricoli potrebbero vedere nelle coltivazioni di queste piante delle interessanti opportunità. Le condizioni di fattibilità per poter avviare tali coltivazioni sono: la conoscenza di quali piante coltivare, quali terreni ed attrezzature siano indispensabili, quanta manodopera si deve avere a disposizione, quali macchinari siano necessari, quali siano i costi di produzione e/o trasformazione, quali siano le rese ed i redditi e soprattutto le reali potenzialità in termini di utilizzazione e commercializzazione. A causa dell’elevato numero di specie officinali richieste dal mercato ed in considerazione delle diverse situazioni pedoclimatiche ed aziendali, l’imprenditore agricolo deve valutare prioritariamente quali sono le specie più adatte alla sua realtà. Fondamentale, e non sempre facilmente valutabile, è la conoscenza della richiesta del mercato e la remuneratività. Una strategia vincente potrebbe essere quella di prendere contatti con le ditte di commercializzazione oppure con le industrie di trasformazione che possono acquistare le piante essiccate oppure i prodotti semilavorati. Indispensabile è poter conoscere le possibili vie di commercializzazione e i prezzi minimi che si potrebbero realizzare oppure si dovrà ipotizzare. Oltre alla coltivazione, potrebbe essere utile valutare la fattibilità di una prima trasformazione in azienda delle piante e la vendita in mercati di nicchia, che, in realtà particolari, possono rivelarsi abbastanza remunerativi, nel rispetto delle normative vigenti. I prezzi ottenibili per le piante officinali coltivate sono sempre correlati alla qualità del prodotto.

La filiera delle piante officinali Alberto Manzo


Salvia rossa (S. officinalis v. purpurescens)

Tavolo di filiera delle piante officinali Il Tavolo di filiera delle Piante Officinali è nato dall’esigenza di affrontare all’unisono le molteplici sfaccettature del settore delle piante officinali: dalla pianta (anche spontanea) al prodotto finito. Considerando il fatto che finora non era mai stato redatto un Piano di Settore per le piante officinali a fronte di un significativo mercato nazionale di prodotti a base di sostanze vegetali e loro derivati, si è ritenuto opportuno costituire un Tavolo di filiera, con il coinvolgimento di soggetti diversi e necessariamente multidisciplinari. Il Tavolo di filiera delle Piante Officinali è l’Organismo ove realizzare i processi di concertazione e coordinamento tra il MiPAAF, il Ministero della salute, il Ministero dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare, il Ministero dell’Economia e delle Finanze, l’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, le Regioni, le Organizzazioni Professionali, le Organizzazioni dei Produttori, le Unioni Nazionali degli operatori del commercio e della trasformazione industriale, l’AGEA, l’ISMEA, l’INEA, gli Enti di ricerca del CRA, del CNR, delle Università.

Origano

42 La filiera delle piante officinali Alberto Manzo


Il Giardino delle erbe a Casola Valsenio (RA)

Top venti spezie coltivate in Italia, utilizzo annuo (kg) e cifra d’affai (E) - Fonte: ASSOERBE, FIPPO, SISTE n. nome progr. comune

parte utilizzo commerciale

n. nome progr. comune

parte utilizzo commerciale

1

mirtillo nero

frutto

3.614.400

1

mirtillo nero

frutto

15.035.904

2

vite rossa

seme

2.439.600

2

zafferano

stigmi

9.828.000

3

vite rossa

foglia

2.160.000

3

vite rossa

seme

6.830.880

4

cardo mariano

frutto

1.920.000

4

ginkgo

foglia

6.458.400

5

finocchio

frutto

480.000

5

frutto

3.494.400

6

passiflora incarnata

parte aerea 432.000

6

7

camomilla

fiore

426.000

7

genziana

radice

2.106.000

8

cipolla

bulbo

360.000

8

camomilla

fiore

1.938.300

9

origano

foglie

360.000

9

valeriana

radice

1.716.000

10

rosmarino

foglia

351.600

10

cartamo

fiore

1.638.000

11

liquirizia

radice

348.000

11

rabarbaro

radice

1.321.320

12

assenzio romano

parte aerea 300.000 con fiori

12

origano

foglie

1.170.000

13

aglio

bulbo

240.000

13

aloe

succo

1.146.600

14

coriandolo

seme

240.000

14

cipolla

bulbo

1.123.200

15

valeriana

radice

240.000

15

finocchio

frutto

936.000

16

anice

frutto

216.000

16

liquirizia

radice

814.320

17

meliloto

parte aerea 205.200 con fiori

17

anice

frutto

786.240

18

carciofo

foglia

192.000

18

aglio

bulbo

748.800

19

rabarbaro

radice

184.800

19

radice

748.800

20

aloe

succo

180.000

20

cardo mariano passiflora incarnata

echinacea angustifolia assenzio romano

parte aerea 2.950.560

parte aerea 585.000 con fiori

43 La filiera delle piante officinali Alberto Manzo


Alimentari e Forestali, in accordo con il Ministero della Salute di riconoscere ufficialmente la “Filiera delle piante officinali”, è stata completata riportando risultati concreti per tutti gli “attori” della filiera. Infatti l’istituzione, con apposito decreto, del “Tavolo tecnico del settore delle piante officinali” ai sensi del D.M. 15391 del 10 dicembre 2013 ha permesso di ufficializzare anche lo Steering Committee o “Comitato ristretto” con funzioni di coordinamento, composto dai rappresentanti dell’Amministrazione e delle Regioni oltre ai coordinatori dei Gruppi di lavoro, ove sono state discusse le attività in corso a livello nazionale, l’analisi delle esigenze del settore, la pianificazione delle azioni nonché la costituzione di quattro Gruppi di lavoro così suddivisi: “Legislazione - Politiche nazionali e comunitarie”, “Certificazione e Qualità”, “Ricerca e Sperimentazione” ed “Osservatorio economico”;

Il Tavolo di filiera delle Piante Officinali presso il Ministero, è nato dall’esigenza di affrontare le molteplici sfaccettature del settore delle piante officinali ovvero dalla pianta, anche spontanea, al prodotto finito. In realtà la filiera delle piante officinali, a livello istituzionale, non aveva avuto grande seguito forse perché il settore era sempre stato considerato “di nicchia” rispetto alle colture principali a livello nazionale quali ad esempio cereali, vino, orticole e frutticole, di conseguenza su sollecitazione al Ministero delle Associazioni di settore FIPPO1 ed ASSOERBE2 , è stato redatto un Piano di Settore per le piante officinali comprensivo di tre allegati tecnici a fronte di un significativo e crescente mercato nazionale di aziende di trasformazione, i cui prodotti sono in larga misura a base di sostanze vegetali e loro derivati. Dopo due anni e mezzo dall’avvio dei lavori, il 19 luglio 2011, l’iniziativa del Ministero delle Politiche Agricole,

44 La filiera delle piante officinali Alberto Manzo


FIPPO

ASSOERBE 2 ASSOERBE è l’Associazione nazionale di categoria che rappresenta le aziende italiane che operano nel settore delle piante medicinali e aromatiche e da profumo, delle spezie, degli estratti vegetali, degli oli essenziali e dei loro derivati. Sono soci di assoerbe i coltivatori, raccoglitori, trasformatori, importatori, esportatori e commercializzatori di piante medicinali, aromatiche e da profumo, di spezie, estratti vegetali, oli essenziali e dei prodotti da questi derivati quali alimenti e mangimi, integratori alimentari, cosmetici, farmaci, dispositivi medici e biocidi.

La Federazione Italiana dei Produttori di Piante Officinali è un’organizzazione associativa nata nel 1995 che raggruppa oltre 90 soci, che con le cooperative e associazioni va a rappresentare oltre 200 coltivatori. Questi conducono il 70-80% delle superfici coltivate ad officinali in Italia, fra cui alcune delle realtà di produzione più rappresentative del settore. La Federazione ha per scopo prevalente la tutela e la salvaguardia degli interessi morali ed economici dei produttori di piante officinali sotto il profilo tecnico, economico, giuridico e fiscale. 1

www.fippo.org

www.assoerbe.eu

Il Giardino delle erbe a Casola Valsenio (RA)

45 La filiera delle piante officinali Alberto Manzo


Il Tavolo racchiude al suo interno diversi componenti, partendo dalle Istituzioni principalmente coinvolte per la coltivazione delle piante officinali (Ministero delle politiche agricole) e la loro ricaduta sulla salute (Ministero della salute). Altri componenti sono i rappresentanti del Ministero dell’Economia e delle Finanze, del Ministero dell’Ambiente, dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, delle Regioni, delle Organizzazioni Professionali, delle Organizzazioni dei Produttori, delle Unioni Nazionali degli operatori del commercio e della trasformazione industriale, dell’Istituto per i Servizi del Mercato Agricolo Alimentare ISMEA, dell’Istituto Nazionale di Economia

Agraria INEA (ora confluito nel CRA), degli Enti di ricerca del Consiglio per la Ricerca e Sperimentazione in Agricoltura CRA e del Consiglio Nazionale delle Ricerche CNR e dell’Università. Partendo dalla definizione di “pianta officinale” - che trova origine nella Legge n. 99 del 6 gennaio 1931 che è una peculiarità tutta italiana - l’intento è stato quello di far incontrare e lavorare insieme gli attori del Tavolo, vista la complessità del settore, cercando di sviluppare la conoscenza e le potenzialità di una coltivazione più mirata e soprattutto programmata oltre che strettamente correlata al mercato nazionale ed internazionale, meglio di quanto non si sia fatto finora.

46 La filiera delle piante officinali Alberto Manzo


Basilico

Basilico sotto serra, Albenga

47 La filiera delle piante officinali Alberto Manzo


Prodotti più importati

o polverizzati (escluse radici di ginseng, foglie di coca, paglia di papavero e fave tonka); nel 2011, ne sono state importate oltre 11mila tonnellate con un esborso di circa 46 milioni di euro, corrispondente a circa il 5% della spesa totale dell’Italia.

• le sostanze odorifere utilizzate come materie prime nelle industrie alimentari e delle bevande; nel 2011 ne sono state importate circa 13mila tonnellate con una spesa di circa 305 milioni di euro, corrispondente al 31% delle importazioni di piante officinali e loro derivati; • le sostanze odorifere per l’industria non alimentare; nel 2011, ne sono state importate oltre 16mila tonnellate con una spesa di circa 221 milioni di euro, corrispondente al 23% dell’esborso totale dell’Italia; anche in questo caso vale il commento del punto precedente; • i succhi ed estratti vegetali (esclusi quelli di liquirizia, luppolo, oleoresina di vaniglia ed oppio); nel 2011, ne sono state importate circa 5mila tonnellate con una spesa di 47 milioni di euro, corrispondente a circa il 5% dell’esborso complessivo dell’Italia; • le piante, o parti di piante, semi e frutti, delle specie utilizzate principalmente in profumeria, in campo alimentare, salutistico e farmaceutico e nella preparazione di insetticidi, antiparassitari e simili, freschi o secchi, anche tagliati, frantumati

Prodotti più esportati • succhi ed estratti vegetali (esclusi quelli di liquirizia, luppolo, oleoresina di vaniglia ed oppio) sono il gruppo di prodotti maggiormente esportati dall’Italia; nel 2011, ne sono state esportate oltre 18mila tonnellate con introiti per circa 68 milioni di euro, corrispondenti al 16% degli introiti totali dell’Italia; • sostanze odorifere utilizzate come materie prime nelle industrie alimentari e delle bevande; nel 2011 ne sono state esportate circa 9mila tonnellate con un introiti per circa 65 milioni di euro, corrispondenti al 16% delle importazioni di piante officinali e loro derivati; • coloranti vegetali; nel 2011, ne sono state esportate circa 4.000 tonnellate con introiti per 36 milioni di euro, corrispondenti al 9% degli incassi totali dell’Italia;

Import 2012, 1.052 milioni di Euro

Fonte: ISMEA

48 La filiera delle piante officinali Alberto Manzo


• sostanze odorifere per l’industria non alimentare; nel 2011, ne sono state esportate circa 5mila tonnellate con introiti per 32,5 milioni di euro, corrispondente all’8% dell’introito totale dell’Italia; • oli essenziali di limone, nel 2011, ne sono state esportate circa 1.700 tonnellate con introiti per 30 milioni di euro, corrispondenti al 7% degli incassi totali dell’Italia; • oli essenziali di altri agrumi, che sono rappresentati per lo più dagli oli essenziali di bergamotto ed in misura minore da quelli di mandarino e clementine; nel 2011, ne sono state esportate circa 600 tonnellate con introiti per 29 milioni di euro, corrispondenti a circa il 7% degli incassi totali dell’Italia; nel complesso, l’export di oli essenziali rappresenta circa il 18% delle esportazioni totali dell’aggregato piante officinali e derivati; • spezie ed aromatiche; nel 2011 ne sono state esportate 9.300 tonnellate con introiti per 23 milioni di euro corrispondenti al 6% del totale. In questo aggregato, spiccano le esportazioni di noci moscate, semi di coriandolo, foglie di alloro, timo ed altre spezie; • piante aromatiche coltivate in vaso certificate per uso alimentare; il trend di esportazione è in attiva

crescita da circa 8 anni. Ad esempio, nel 2011 la produzione sul mercato di Albenga è arrivata a 60 milioni di vasi; le specie maggiormente rappresentate sono: rosmarino, timo, basilico, alloro, salvia; • mucillagini e gli ispessenti di carrube o di semi di carrube; nel 2011, ne sono state esportate oltre 2.700 tonnellate con introiti per 17 milioni di euro, corrispondenti a più del 4% degli incassi totali dell’Italia; • piante officinali utilizzate principalmente in profumeria, medicina o per insetticidi ed antiparassitari; nel 2011, ne sono state esportate 2.700 tonnellate con introiti per circa 16 milioni di euro, corrispondenti a circa il 4% degli incassi totali dell’Italia; • mucillagini e gli ispessenti di semi di guar; nel 2011, ne sono state esportate 6.500 tonnellate con introiti per 15 milioni di euro, corrispondenti a poco meno del 4% degli incassi totali dell’Italia; • estratti per concia di origine vegetale ed i tannini, tra cui spicca la voce estratti di sommacco, di vallonee, di quercia o di castagno; di quest’ultima voce, nel 2011, ne sono state esportate 5.500 tonnellate con introiti per circa 14 milioni di euro, corrispondenti al 3% degli incassi totali dell’Italia.

Export 2012, 470 milioni di Euro

Fonte: ISMEA

49 La filiera delle piante officinali Alberto Manzo


La filiera delle piante officinali Alberto Manzo

50

Questo settore è un segmento dell’agricoltura molto caratteristico, le cui radici culturali e produttive sono antichissime, che ha peculiarità specifiche sia sotto l’aspetto colturale che economico e sociale, ma anche esigenze pedoclimatiche diverse in funzione delle specie interessate, oltre ad una notevole variabilità delle tipologie produttive e, di conseguenza molteplici destinazioni finali con una domanda di mercato estremamente diversificata. I lavori si sono svolti nella massima collaborazione fra le parti e – grazie alle diverse competenze dei singoli attori – sono state individuate soluzioni concrete alle problematiche che frenano lo sviluppo del settore delle piante officinali che, invece, presenta ottime potenzialità soprattutto nei territori di collina e montagna. La componente universitaria con gli esperti

Camomilla comune (Matricaria chamomilla)

di diverse discipline: agraria, medicina, chimica e farmacia, che ha attivamente presenziato e presieduto a tutti i lavori svolti, ha dato il proprio contributo fattivo di conoscenza scientifica nelle diverse aree tematiche coinvolte: agronomiche, botaniche, genetiche, fitochimiche, alimentari, farmaceutiche, mediche e socio-economiche. Il fine ultimo perseguito è stato quello di valorizzare quanti operano professionalmente in questo settore, nel rispetto di tutte le normative vigenti. In questo contesto, è ormai indifferibile un’opera di divulgazione capillare dei contenuti concordati fra gli esperti degli Enti che fanno parte del Tavolo tecnico, destinata ad una maggiore comprensione di concetti, principi, argomentazioni tecnico-scientifiche e di normativa commentate nel Piano di Settore e nei suoi Allegati. E’ infatti necessario creare un dialogo diretto


Piretro (Chrysanthemum cinerariaefolium)

tivo di difendere questo straordinario patrimonio, e di trovare le risorse atte a favorirne l’ulteriore sviluppo. Con l’Osservatorio economico del settore delle piante officinali si è pervenuti alla messa a disposizione dei primi dati ufficiali, mai fino ad ora censiti sulle piante officinali in Italia ed alla individuazione dei rapporti tra i diversi attori che hanno contribuito a dare corpo a tale realtà. Avere creato una piattaforma istituzionale di confronto aperta a tutti gli attori che operano nella filiera é un primo importante obiettivo, il contesto ottimale per risolvere i problemi che limitano la crescita, lo sviluppo e l’innovazione in questo settore, nel pieno rispetto delle specifiche competenze, delle diverse professionalità e delle norme vigenti.

e credibile fra ricercatori, operatori del settore, mass media e cittadini, per comunicare e divulgare i contenuti e le potenzialità del settore delle piante officinali al fine di individuare e possibilmente risolvere le problematiche che frenano l’operatività e lo sviluppo di questo settore. Di conseguenza il MiPAAF, in coordinamento con ISMEA, ha provveduto, con il documento predisposto dal Gruppo di lavoro Osservatorio economico dal titolo“Piante officinali in Italia: un’istantanea della filiera e dei rapporti tra i diversi attori” presentato nel luglio 2013 presso il Ministero della salute, ad una mappatura e, quindi, ad una più precisa identificazione di quanto in termini qualitativi e quantitativi questo settore rappresenti nell’economia del nostro Paese, con l’obiet-

51 La filiera delle piante officinali Alberto Manzo


La filiera delle piante officinali Alberto Manzo

Digitale purpurea (Digitalis purpurea)

52


Iperico (Hypericum perforatum)

53 La filiera delle piante officinali Alberto Manzo


In particolare il piano di settore è comprensivo di un ulteriore allegato tecnico più ampio denominato “La filiera delle piante officinali” a completamento delle tematiche trattate dagli esperti e frutto del lavoro dei Gruppi tecnici nonché di un glossario del settore con i termini e le definizioni relative. L’auspicio è che, grazie alla approvazione del Piano di settore, si possa realizzare un vero progresso della filiera agricola delle piante officinali che superi, soprattutto nella fase della produzione prima-

ria, la definizione di “settore di nicchia” nel quale, tradizionalmente, le produzioni erano e sono tuttora rappresentate con la presenza, comunque tradizionale, di specie spontanee, caratterizzate da un elevato numero di prodotti, ma scarsi volumi. Appare evidente che l’evoluzione dello scenario internazionale, la globalizzazione dei mercati, il progresso tecnologico e, quindi, il subentrare di nuove variabili hanno influenzato le dinamiche per quanto riguarda il mercato interno ed in-

Erba cipollina (Allium schoenoprasum)

54 La filiera delle piante officinali Alberto Manzo


stesso tempo “di qualità”, ma da questo punto di vista il livello delle produzioni nazionali presenta elevati standard qualitativi, grazie ai quali le Istituzioni preposte, MiPAAF e Ministero della salute, possono ampiamente collaborare con gli altri Stati membri principali produttori e trasformatori di piante officinali al fine di promuovere e portare il settore all’attenzione della Commissione Europea come per le altre produzioni agricole interessate dalle Misure di Mercato della PAC.

ternazionale delle piante officinali e, di conseguenza, molte specie utilizzate dalle industrie a valle non sono tradizionalmente prodotte o potenzialmente producibili in Italia, con la necessità di dover ricorrere all’importazione che comporta una riduzione dell’interesse dei decisori nazionali per il settore. In conclusione è necessario, per questo settore, non soggetto ad una Organizzazione Comune di Mercato (OCM) della Politica Agricola Comune (PAC), creare una filiera nazionale “consistente” e allo

Cefalaria

55 La filiera delle piante officinali Alberto Manzo


Nigella colorata (Nigella arvensis)

QUALCHE NUMERO DEL SETTORE E’ un settore alla base di più filiere: agricola/alimentare, farmaceutica e cosmetica, in grado di esprimere valenze ambientali, salutistiche e socioculturali e conferire all’agricoltura quel ruolo multifunzionale che rappresenta uno dei cardini della PAC anche nella strategia post 2013. Il settore delle piante officinali è una nicchia ma con un trend in espansione ed un potenziale ancora tutto da sfruttare. La filiera coinvolge quasi 3 mila aziende agricole e la superficie investita (poco più di 7 mila ettari) in un decennio è più che triplicata. Anche le superfici biologiche, che interessano circa 2.900 ettari, hanno registrato una crescita nel periodo 2000-2011 ed ancora oltre nel 2012. Nonostante i numeri in crescita, gran parte del fabbisogno di materie prime e semilavorati dell’industria di trasformazione è soddisfatto dall’offerta estera (70% erbe consumate), come dimostrano i dati dell’import di piante officinali e derivati che, nel 2011, ha determinato un esborso di quasi un miliardo di euro.

Filiera delle piante officinali 3.000 aziende agricole 7.000 ettari di superficie investita 2.900 di biologico 70% erbe consumate che sono state impostate (1 miliardo di Euro)

56 La filiera delle piante officinali Alberto Manzo


Echinacea purpurea (Echinacea purpurea)

Specie maggiormente utilizzate in Italia (Ettari) Fonte: FIPPO nome comune superfice

57 La filiera delle piante officinali Alberto Manzo

utilizzo

menta piperita e dolce

253.54

olio essenziale

lavanda vera ed ibrida

178.77

olio essenziale

camomilla comune

123.10

prodotto secco

finocchio aromatico

78.21

prodotto secco

salvia officinale

68.45

prodotto secco

melissa

47.69

prodotto secco

camomilla romana

45.05

olio essenziale

passiflora incarnata

39.21

prodotto secco

coriandolo

37.00

prodotto secco

origano bianco

24.25

prodotto secco

psillio

23.00

prodotto secco

elicriso

22.44

olio essenziale

rosmarino

20.97

prodotto secco

assenzio romano pontico e gentile

18.62

prodotto secco

santoreggia

17.30

prodotto secco

ortica

15.10

prodotto secco


Distribuzione regionale delle piante coltivate in Italia nome comune

utilizzo

Assenzio gentile

Piemonte, Sardegna

Assenzio romano

Piemonte, Emilia Romagna e Lombardia

Bardana

Toscana, Abruzzo, Emilia, Veneto, ecc.

Bergamotto

Calabria

Borragine

Emilia, Lombardia, Toscana, ecc.

Calendula

Emilia, Lombardia, Marche, Sicilia, piccole superfici altre regioni

Camomilla comune

Toscana, Puglia, Piemonte, Abruzzo, Campania e piccole superfici altre regioni

Camomilla romana

Piemonte

Carciofo

Toscana e piccole superfici altre regioni

Cardo mariano

Abruzzo, Sardegna, Marche e Sicilia

Coriandolo

Piemonte, Sicilia e piccole superfici altre regioni

Dragoncello

Piemonte e piccole superfici in altre regioni

Frassino da manna

Sicilia (Palermo)

Galega

Emilia, Marche e piccole superfici in altre regioni

Gelsomino

Non rilevante

GenepĂŹ

Piemonte

Genziana maggiore

Lazio e piccole superfici in altre regioni

Giaggiolo

Toscana e piccole superfici in altre regioni

Iperico

Piemonte, Umbria, Toscana, Lombardia, Marche, Abruzzo, Lazio e in molte altre regioni

Issopo

Piemonte, Emilia, Marche, ecc.

Lavanda e lavandino

Piemonte, Liguria, Emilia, Marche, Abruzzo e piccole superfici in altre regioni

58 La filiera delle piante officinali Alberto Manzo


Coriandolo (Coriandrum sativuma)

Distribuzione regionale delle piante coltivate in Italia nome comune

utilizzo

Lino

Toscana

Liquirizia

Calabria, Sud Italia

Malva

Toscana, Piemonte, Marche, Veneto, ecc.

Manna

Sicilia

Meliloto

Marche

Melissa

Piemonte, Toscana, Emilia, Lombardia, Marche e piccole superfici in altre Regioni

Menta piperita

Piemonte e piccole superfici in altre regioni

Origano

Sicilia e piccole superfici in altre regioni del nord e del sud

Passiflora incarnata

Toscana, Marche, Abruzzo e in altre regioni

Psillio

Umbria, Toscana, Emilia, Marche e Sicilia

Rosmarino

Lombardia, Liguria, Piemonte, Emilia e in moltissime altre Regioni

Salvia officinale

Piemonte, Emilia, Lombardia, Toscana e in moltissime altre Regioni

Salvia sclarea

Piemonte, Abruzzo, Emilia, Marche

Santoreggia

Piemonte, Veneto, Umbria e in altre regioni

Tarassaco officinale Toscana, Piemonte e in altre regioni Tiglio

Marche e Emilia

Timo

Piemonte, Emilia , Lazio e in moltissime altre regioni

Valeriana

Lombardia, Lazio e in altre regioni

Zafferano

Sardegna, Abruzzo, Umbria

Lino

Toscana

Fonte: FIPPO

59 La filiera delle piante officinali Alberto Manzo


consentirebbero di aumentare i margini; problema complicato dalla difficoltà di accesso al credito; • assenza di scale qualitative, necessità di politiche di marchio nazionale ombrello di qualità; • carenza soggetti della filiera nella conoscenza degli aspetti tecnici, agronomici ed economici del settore; • adozione di standard differenti anche a causa della mancanza di chiari disciplinari di produzione di qualità; • difficoltà di approvvigionamento delle sementi di piante officinali ed aspetti normativi sementieri non chiari: necessità di procedure standardizzate.

Alcune Problematiche e possibili soluzioni estratte dal Piano di settore approvato in Conferenza StatoRegioni ad aprile 2014 Processo produttivo • alti costi di produzione, soprattutto quelli energetici dovuti ai forti rialzi del costo di gasolio e quelli di manodopera; • scarsa meccanizzazione specifica, soprattutto nelle fasi di raccolta e trasformazione; • massiccia importazione di piante prodotte dall’estero; • necessità di alti investimenti per la trasformazione intermedia e finale, che

Elicriso (Helichrysum italicum)

60 La filiera delle piante officinali Alberto Manzo


Rosa canina (Rosa canina)

Organizzazione e gestione delle imprese

• normative imposte a livello europeo limitanti per lo sviluppo del settore e l’innovazione (ad esempio, la normativa c.d. sui claims); • carenze normative ed inadeguatezze nei sistemi di classificazione (ad es. codici doganali) che comportano confusione e presenza sul mercato di prodotti sostitutivi spesso ricostruiti chimicamente.

• mancanza di una razionale e ottimizzata gestione dei flussi di prodotti; • mancanza di associazionismo sia nella fase di produzione e dei centri di prima trasformazione, tra le aziende per creare sinergia, sia di tipo verticale tra i diversi operatori della filiera; • difficoltà di mercato (incontro domanda/offerta, mercato non trasparente); • insufficiente collegamento tra le imprese e la ricerca scientifica.

Mercato e strategie • pressione concorrenziale dei Paesi terzi con basso costo della manodopera e con una competizione basata sul prezzo; • i consumi del mercato italiano ed in generale del Sud Europa sono in continua contrazione anche in seguito al modificarsi degli stili di vita del consumatore.

Rapporto con la Pubblica Amministrazione • la politica agricola comune dell’Unione Europea non risulta sufficiente per sostenere il settore (in verità delle PO a livello UE si discute e norma solo dalla trasformazione in poi – competenza Ministero Salute);

61 La filiera delle piante officinali Alberto Manzo


INNOVAZIONI RITENUTE PRIORITARIE Prodotto

− sistemi che aumentano la resa delle colture a metro quadro; − messa a punto di un registro varietale volontario dedicato alle essenze officinali; − adozione di requisiti minimi per le sementi di tutte le piante officinali (non certificate), anche se appartenenti a specie che possono essere destinate ad altri usi, oggetto di regolamentazione più restrittiva. • Sostanze chimiche di difesa dai parassiti: − Maggiore disponibilità di prodotti di difesa fitosanitaria, sistemi di difesa/lotta fitosanitaria integrata e aggiornamento dei protocolli di verifica dello stato sanitario, delle patologie e delle malattie emergenti; − Bio-attività degli oli essenziali (OE) estratti da

• recupero della tipicità legata al territorio, a livello nazionale ed ovviamente locale; • miglioramento della qualità, al fine di aumentare la competitività sui mercati interni ed esteri; • mancanza di standard qualitativi cui collegare i prezzi e in generale, un fabbisogno di informazioni sui prezzi e sull’andamento del mercato (Osservatorio). Processo produttivo • Disponibilità varietale: − metodiche biotecnologiche che migliorino la gestione dei ritmi colturali (tecniche colturali), e la programmazione della produzione al fine di poter avere la produzione quando richiesta dal mercato;

Cardiaca (Leonorus cardiaca)

62 La filiera delle piante officinali Alberto Manzo


nimi di qualità dei materiali di riproduzione (sementi, altre parti di pianta) • sviluppo delle applicazioni d’ingegneria agraria nel settore: − Agevolare con studi di fattibilità e ricerche (da condurre in collaborazione tra aziende produttrici di macchine ed attrezzature agricole ed enti pubblici di ricerca) la realizzazione di semplici macchine agricole oppure soltanto di organi accessori , in applicazione ai trattori od ai motocoltivatori, destinati a rendere automatiche o semiautomatiche o almeno ad agevolare alcune operazioni specifiche quali ad es. la raccolta di semi (la cosiddetta “granella”), l’estirpazione di organi ipogei, il controllo delle malerbe, alcune fasi delle varie lavorazioni o trasformazioni post-raccolta dei prodotti ecc.

Papavero californiano (Eschscholzia californica)

La filiera delle piante officinali Alberto Manzo

piante officinali: attività insetticida e repellenza nei confronti di insetti di interesse medico-veterinario, dannosi alle colture o alle derrate alimentari conservate; attività anti-germinativa per il controllo delle piante infestanti. • Approvvigionamento sementi: − definizione delle modalità di controllo e certificazione ufficiale delle sementi; − promuovere elevati standard di qualità delle sementi e dei materiali di moltiplicazione delle piante officinali al fine di favorirne la certificazione, l’approvvigionamento, la tracciabilità lungo la filiera e di mettere a disposizione dei privati servizi di controllo qualità; − norme di istituzione e registrazione in apposito albo dei produttori e definizione di requisiti mi-

63


La filiera delle piante officinali Alberto Manzo

Organizzazione della produzione e della commercializzazione • messa in rete dei servizi di ricerca e consulenza con particolare attenzione all’interregionalità dell’innovazione; • recupero di rappresentatività della base produttiva e mitigazione degli operatori economicocommerciali a favore di quelli a monte; • riorganizzazione della filiera secondo schemi associativi o reticolari, più efficaci di quelli esistenti, che favoriscano la condivisione di servizi utili alla riduzione dei costi legati alla commercializzazione in generale e all’internazionalizzazione, quali la logistica, il packaging, il post-har-

64 SISTEMA DEL TRASFORMATO (PRODUZIONE PRIMARIA): MINACCE, OPPORTUNITÀ, FORZA E DEBOLEZZA Settore in complesso Negativo Minacce Instabilità climatica Normative limitanti e lacunose Complessità burocratica Positivo Opportunità Trend positivo della domanda, superiore agli effetti della crisi Prodotto italiano Negativo Punti di debolezza Costi elevati Assenza di organizzazione del settore Positivo Punti di forza Qualità, cura del prodotto Creazione di consorzi e unioni fra produttori

vest, l’acclimatazione e i rapporti contrattuali; • riconoscimento e diffusione della tipicità dei prodotti italiani, valorizzandola attraverso riconoscimenti (marchi, brevetti) e introduzione di sistemi di controllo e standardizzazione delle qualità. Sistema della ricerca e della conoscenza a supporto delle imprese • auspicare la realizzazione di un coordinamento della ricerca nel settore che deve prevedere il superamento della frammentarietà e della scarsa collaborazione tra i maggiori soggetti della ricerca pubblica (Università ed EPR, Ministeri


ve, i servizi informatici a sportello, l’animazione territoriale; • coinvolgere i coltivatori e le associazioni/consorzi di produttori nella gestione dei corsi di formazione. Incentivare le collaborazioni tra gli enti di ricerca e le aziende produttrici; • creazione di punti di scambio periodico di idee e pratiche tra imprenditori (es. Club di prodotto); • portale del Ministero dedicato alle filiere con i link delle diverse realtà aziendali/associazioni/ consorzi, etc. e con una sezione dedicata ad un forum permanente degli attori della filiera che permetta di agevolare la diffusione di proposte per superare le innumerevoli criticità del settore;

La filiera delle piante officinali Alberto Manzo

diversi e Regioni), ma anche una collaborazione più intensa fra strutture pubbliche e private. La particolarità e la polivalenza del settore è data da ricercatori provenienti da “estrazioni” ed esperienze diverse ovvero: agricoltura, farmacia, chimica, medicina, da ciò la difficoltà di una più ampia collaborazione tra comparti. Proposte per migliorare gli interventi di diffusione dell’innovazione: • riorganizzazione dei metodi e degli strumenti di diffusione dell’innovazione che mettano al centro degli interventi l’azienda agricola; • strumenti di divulgazione delle innovazioni riguardano principalmente le prove dimostrati-

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SISTEMA DELLE TRASFORMATO (TRASFORMAZIONE INTERMEDIA): MINACCE, OPPORTUNITÀ, FORZA E DEBOLEZZA Punti di forza: materia prima di qualità elevata, appeal del Made in Italy Punti di debolezza: alti costi di produzione, scarsa rilevanza delle economie di scala Minacce: ridotta disponibilità di spesa, pressione concorrenziale sempre più forte, normativa sul claim, blocco di autorizzazioni per nuove piante e nuove sostanze Opportunità: ricerca di prodotti naturali da parte del consumatore, tramonto della classica chimica industriale

Issopo (Hissopus officinalis)

Vincoli: normativa (costi burocratici, complessità, difficoltà di interpretazione, carenze), scarso sviluppo del comparto tecnicoscientifico


Salvia

tà migliorate destinate al mercato); compilazione di un inventario delle varietà locali utile ai fini della loro conservazione e di un loro sfruttamento sostenibile; • Migliorare la competitività del settore attraverso l’adozione e lo sviluppo di un processo innovativo per l’analisi e la sorveglianza nutrizionale e igienico-sanitaria, denominato sistema di analisi dei punti critici di controllo della qualità salutare e nutrizionale delle piante officinali (NACCP, Nutrient Analysis of Critical Control Point), con innovazioni tecnologiche, di processo, organizzative e gestionali.

• definizione delle specie di maggior interesse; caratterizzazione su base morfofisiologica di queste specie; messa a punto di protocolli di caratterizzazione molecolare a livello intra-specifico; realizzazione/ottimizzazione di protocolli di analisi fitosanitaria e di verifica delle caratteristiche di resistenza/tolleranza a patogeni; redazione di schede descrittive delle varietà e degli ecotipi; definizione dei requisiti minimi di qualità (stato sanitario, caratteristiche tecnologiche); definizione delle procedure di iscrizione e certificazione (sementi di varie-

Alberto Manzo Dipartimento delle Politiche Competitive della Qualità Agroalimentare Ippiche e della Pesca. Direzione Generale per la promozione della qualità agroalimentare e dell’ippica. Ufficio PQAI II - MIPAAF

Laura Di Renzo

Maria Laura Colombo

Sezione di Nutrizione clinica e Nutrigenomica, Dipartimento di Biomedicina e Prevenzione, Università degli Studi di Roma Tor Vergata

Dipartimento di Scienza e Tecnologia del Farmaco, Università degli Studi di Torino

Stefania Dalfrà

Luisa Pistelli

Direzione Generale della Sanità Animale e dei Farmaci Veterinari,Segreteria tecnica del Direttore Generale, Ministero della Salute

Dipartimento di Farmacia, Università di Pisa

66 La filiera delle piante officinali Alberto Manzo


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Il Contoterzista che non dimenticherò mai Lamberto Cantoni

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Il Contoterzista che non dimenticherò mai LAMBERTO CANTONI


Il Contoterzista che non dimenticherò mai LAMBERTO CANTONI

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Le Associazioni efficienti hanno bisogno di una guida autorevole, competente e dinamica. Soprattutto nelle fasi di transizione economico/sociale che fanno passare a velocità pazzesca intere categorie professionali dalle certezze del passato alle imprevedibilità del presente/futuro, l’unione di tanti protagonisti legati gli uni con gli altri dagli stessi valori morali e professionali, dipende tantissimo da chi si assume le responsabilità di rappresentarne gli interessi. L’UNCAI non fa certo eccezione a questa regola spesso sottovalutata. Ma la mia impressione è che sia guidata dall’uomo giusto. Aproniano Tassinari, il suo attuale

presidente, del “gladiatore” non ha solo il nome, ma anche l’irruenza di un eloquio irrefrenabile che sembra lasciare al palo di partenza ogni ostacolo, trasmettendo fiducia ed entusiasmo. Lo incontro, come da programma, in un asettico hotel che sembra fatto su misura per manager tristi ma molto volonterosi e concentrati sui loro affari. La questione in gioco nell’intervista che mi ha concesso è di quelle serie: dove stanno andando i Contoterzisti? Ma sono obbligato a partire, perdonate la mia ignoranza, dalla domanda più banale che possiate immaginare:

Raccolta del pomodoro in Puglia


Aproniano Tassinari

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Il Contoterzista che non dimenticherò mai LAMBERTO CANTONI


Sarchiatura

Dott. Aproniano Tassinari chi è il contoterzista?

...indispensabili per cosa? Per chi?... “...Allora, spenga quell’aggeggio e tiri fuori biro e quadernone, che glielo spiego subito. Scriva bene e vedrà che non lo dimenticherà più... Il contoterzista è uno specialista nell’utilizzo dei mezzi tecnologici come moto trebbiatrici, moto seminatrici, moto raccoglitrici...e nello stesso tempo deve conoscere perfettamente l’utilizzo degli agrofarmaci, per raggiungere l’obiettivo della qualità delle produzioni e la loro profittabilità...”

“Ah! Cominciamo bene!...come mai voi giornalisti non studiate più? Ai miei tempi ci si informava prima, si leggeva...Adesso vi presentate tutti tecnologici con i vostri I Pad smartquesto, smartquest’altro...e quando aprite bocca...” ...Cosa vuole farci dottore, i tempi cambiano...e poi la semantica ingenua della parola autorizzerebbe anche un approfittatore di mignotte a farsi chiamare un contoterzista...

...ho capito, è un concorrente del contadino, il contoterzista è un agricoltore hi-tech...

“Certo, anche un affittacamere o un bagnino... Vede che lavoro complicato mi tocca! Devo rappresentare una categoria di imprenditori che fa traballare il dizionario. E pensare che noi ci consideriamo indispensabili...”

“Complimenti non ha capito niente, ma ha colto un punto per noi fondamentale: noi siamo al servizio dell’agricoltore. I Contoterzisti devono lavorare a supporto dell’imprenditore agricolo, non in concorrenza. Siamo artigiani a disposizione

78 Il Contoterzista che non dimenticherò mai LAMBERTO CANTONI


...Per esempio?...

dell’agricoltura. Siamo specialisti delle macchine più avanzate sul mercato e conosciamo tutti i terreni sui quali agiamo. È importante capire che noi e gli agricoltori lavoriamo per raggiungere lo stesso obiettivo: sviluppare una agricoltura innovativa, competitiva e remunerativa. Ed è per questo che come Presidente sono deciso nel rilanciare le relazioni con le associazioni che tutelano il comparto agricolo, prima fra tutte Confagricoltura...”

“Noi vogliamo fare sistema con gli altri soggetti del comparto agricolo. UNCAI si propone di realizzare un modello di rappresentanza inteso a favorire la condivisione delle conoscenze e delle esperienze. Noi crediamo molto nei benefici di una progettazione partecipata. Grazie a ciò abbiamo raggiunto una convenzione con Confagricoltura, con la quale abbiamo sintonia di valori, strategie e obiettivi...Con il supporto di Confagricoltura noi siamo presenti capillarmente in vaste zone del Paese. In tal modo possiamo fornire agli associati assistenza amministrativa ed economica attraverso canali informativi privilegiati e consulenze che spaziano dai temi giuridici a quelli fiscali e previdenziali, facendo loro risparmiare tempo, errori e risorse... Ma vede, la cosa più importante a mio avviso è la creazione di uno spazio aperto al dialogo tra tutti i rappresentanti della filiera agricola, per sviluppare insieme la cultura dell’innovazione efficace.”

...Presidente facciamo un passo indietro. Quando nasce UNCAI?... “L’Unione Nazionale Controterzisti Agromeccanici e Industriali è nata da poco tempo. Ma gran parte di noi, proviene da esperienze maturate in un’altra associazione. Abbiamo deciso che le nostre idee di rappresentanza agli agromeccanici dovessero essere tutelate e perseguite in modo diverso...

Mietitrebbia al lavoro in una risaia, Lomellina

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Il Contoterzista che non dimenticherò mai LAMBERTO CANTONI


Colture protette

80 Il Contoterzista che non dimenticherò mai LAMBERTO CANTONI


Il Contoterzista che non dimenticherò mai LAMBERTO CANTONI

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...Ma se il vostro ruolo è così strategico, cosa le fa pensare che gli interessi dei contoterzisti e quello degli agricoltori possano andare di comune accordo?... “ Guardi, in un periodo di crisi economica gravissima il contoterzismo corre il rischio di essere la chiave di volta per ridare competitività ad una agricoltura un po’ ferma ai livelli di produttività del passato. È un dato di fatto che nelle crisi spetta all’innovazione tecnologica fornire i mezzi per produrre di più e meglio. Ecco perché le imprese agro meccaniche si trovano in prima linea per sopperire alle carenze economiche e strutturali delle imprese agricole. Per tornare alla sua domanda, aggiungo che è la realtà a costringere agricoltori e contoterzisti a salire sulla stessa barca...”

...E per quanto riguarda la tutela dei vostri associati quali sono gli obiettivi che intendete raggiungere?... “La necessità di una formazione continua investe anche altri temi: il contoterzista deve sempre essere aggiornato su macchinari, sicurezza, tutela del territorio, pratiche agronomiche... Solo così può essere una garanzia per le aziende agricole e la collettività. A questo punto, con le carte in regola, possiamo chiedere a giusta ragione l’istituzione di un albo professionale.”


...A cosa vi serve un albo professionale se siete già indispensabili all’agricoltura?... “In primo luogo rappresenta un importante riconoscimento del nostro lavoro. In secondo luogo, a mio avviso, sarebbe una prima risposta all’esigenza di distinguere chi si prepara, studia e si aggiorna da chi si improvvisa contoterzista. In terzo luogo darebbe chiarezza alle tariffe per le lavorazioni agricole...Comunque ci tengo a precisare che la questione dell’Albo professionale sta a cuore anche alle istituzioni. Non è certo un caso se la Regione Lombardia lo ha già attivato. E subito dopo è arrivato il Veneto. È una delle mie priorità attivarmi affinché tutte le altre Regioni seguano questi esempi...Aggiungo che a Roma stiamo lavorando perché sia finalmente discussa e approvata una legge inerente le professioni che ci qualifichi come artigiani al servizio delle aziende agricole e del territorio...”

Livellamento del terreno (a sinistra e in basso)

82 Il Contoterzista che non dimenticherò mai LAMBERTO CANTONI


Semina del terreno

Lavori di concimazione del terreno

83 Il Contoterzista che non dimenticherò mai LAMBERTO CANTONI


Come si presenta un terreno dopo l’aratura

...Nelle questioni legate all’agricoltura spesso è Bruxelles che comanda. Avete attivato relazioni con a Comunità Europea?... “ Ha detto bene...Non si può essere protagonisti nel comparto agricolo prescindendo da Bruxelles. Ecco perché ho attivato importanti canali di comunicazione sia con il Parlamento Europeo e sia con la Direzione Generale dell’agricoltura. Sono imminenti decisioni importanti sul PSR e occorre che le ragioni dei contoterzisti vi siano in qualche modo rappresentate...”

84 Il Contoterzista che non dimenticherò mai LAMBERTO CANTONI


Lavori agromeccanici nei vigneti: trattamenti con agrofarmaci e cimatura

...dott.Aproniano Tassinari, non mi maltratti se termino con una banalità, ma vede, è impossibile oggi terminare una intervista nel settore che lei rappresenta senza chiederle qualcosa sul prossimo Expo...

una bella figura al nostro Paese e alla sua agricoltura. In questi casi gli egoismi non pagano. Noi ci sentiamo parte di una rete o per meglio dire, di una filiera. Ed è immensamente importante che Expo valorizzi al massimo l’idea che in Italia si fa della agricoltura innovativa, qualitativa, diversa da quella di altri Paesi.”

“Come tutti credo, ci siamo mossi in anticipo. Per noi Expo è una vetrina importantissima. Stiamo organizzando con Confagricoltura delle vere e proprie “prove in campo” che immagino essere la comunicazione migliore dell’essenza del nostro mestiere e anche un momento spettacolare. Ma vorrei terminare dicendo che noi non andiamo all’Expo solo come UNCAI. Noi partecipiamo in sinergia con l’obiettivo di far fare

Lamberto Cantoni

85 Il Contoterzista che non dimenticherò mai LAMBERTO CANTONI




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gricoltura sostenibile certo, ma che sia sostenibile fare agricoltura. Migliaia di agricoltori italiani ogni giorno lavorano per produrre cibo, presidiando con la propria attività il territorio e preservando il paesaggio. Sostenere l’attività agricola non significa solo favorire la disponibilità di alimenti ma anche salvaguardare la nostra bella Italia. Contribuire alla continuità del settore agricolo, attraverso la fornitura di indispensabili e qualificati strumenti di lavoro quali sono gli agrofarmaci, è per Chimiberg motivo di vanto. Perché tutti possano godere dei buoni frutti, senza bugie ed inganni.

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Diradamento del pesco Laura Asteggiano, Graziano Vittone

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Diradamento del pesco Laura Asteggiano, Graziano Vittone


93

Diradamento del pesco Laura Asteggiano, Graziano Vittone


La regolazione del carico produttivo è un’operazione indispensabile per ottenere frutti di buona pezzatura e di migliore qualità gustativa, rispondenti alle attese dei consumatori. Su drupacee, nonostante decenni di sperimentazione a livello internazionale, non sono ancora state individuate strategie di diradamento “chimico” efficaci e con risultati costanti nel tempo. Per questo il diradamento del pesco è ancora un’operazione prevalentemente manuale, con un’elevata incidenza sul costo di produzione finale (1015%). Da alcuni anni il Centro di ricerca piemontese CReSO ha sperimentato attrezzature per il diradamento meccanico dei fiori o dei frutticini, ottenendo risultati più che soddisfacenti. Il diradamento meccanico del pesco si sta così diffondendo rapidamente su superfici sempre più ampie. Migliora la qualità e allo stesso tempo si riducono i costi di produzione.

94 Diradamento del pesco Laura Asteggiano, Graziano Vittone


Fiori rosacei prima del diradamento. In questo caso occorre asportarne il 60-70%

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Macchina diradante Darwin Macchina ideata in Germania (Fruit-Tec) per il diradamento del melo, dove è testata da diversi anni e su molte cultivar, dimostrandosi efficace alternativa al diradamento chimico. Sul pesco è stata sperimentata a livello europeo in Piemonte a partire dal 2009. Portata anteriormente alla trattrice, è costituita da un mandrino verticale rotante su cui sono inseriti circa 300 fili in materiale plastico lunghi 60 cm. Durante l’avanzamento i fili “spazzolano” la chioma, asportando una

parte dei fiori presenti. L’azione diradante è modulata dalla velocità di avanzamento del trattore e dalla velocità di rotazione del mandrino; quest’ultima viene regolata direttamente dalla cabina ed è indipendente dalla velocità di avanzamento del trattore. Azione puramente meccanica, può essere realizzata in presenza di qualsiasi condizione meteorologica ed anche nel biologico. Il tempo necessario per il passaggio della macchina varia da 1,2 a 2 ore/ha, in relazione alla velocità adottata.

Danno da flagello che ha spezzato la parte finale di una branchetta fruttifera di Big Top® Zaitabo. Con i nuovi materiali i flagelli non si attorcigliano più intorno ai rami e i danni come quello in foto rapprentano una percentuale irrilevante.

96 Diradamento del pesco Laura Asteggiano, Graziano Vittone


Macchina per il diradamento

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Vantaggi

Fiore rosaceo

Riduce efficacemente il numero di fiori presenti in pianta.

Il diradamento manuale dei frutti si riduce a un’azione di rifinitura.

In numerose prove il diradamento meccanico ha ridotto il numero di frutti per metro lineare di ramo dal 14,1% al 70,5% a seconda delle velocità di avanzamento e di rotazione. Nella maggior parte dei casi il diradamento è risultato uniforme lungo tutta l’altezza della parete. L’intensità di diradamento nelle porzioni interna ed esterna della chioma dipende largamente dall’habitus e dallo spessore della parete fruttifera. Nei casi di spessore eccessivo della chioma e/o presenza di branche di grosso calibro è stata evidenziata una differenza marcata tra le porzioni esterna e interna della chioma, con un netto sottodiradamento della parte interna.

Il diradamento meccanico ha permesso di ridurre il tempo necessario, rispetto al diradamento manuale, dal 29% al 60% a seconda della cultivar e delle velocità. Il diradamento manuale risulta un’operazione di rifinitura e completamento, con importanti benefici economici (figura 1). Determina un aumento della pezzatura in raccolta. Il diradamento meccanico ha determinato su pesche e su nettarine un incremento della pezzatura e una maggior incidenza delle classi di calibro di maggior interesse econo-

Rami misti ricoperti di fiori rosacei pronti per il diradamento meccanico

98 Diradamento del pesco Laura Asteggiano, Graziano Vittone


Fig. 1 - Ore per ettaro necessarie per il diradamento manuale su piante diradate meccanicamente e nel controllo, Piemonte, Italia. 120

100

Ore/ha

80

60 40

20 0 170rpm 7km/h

Controllo

Rome Star

155rpm 6km/h

Controllo 155rpmn Controllo 150rpmn Controllo 180rpm Controllo 160rpm Controllo 7km/h 6km/h 6,5km/h 6,5km/h

Big Top

Magique

Magique

Alitop

Diamond Ray

Per ogni cultivar, sono indicate la velocitĂ di rotazione del mandrino (rpm) e la velocitĂ di avanzamento del trattore (km/h).

Fiore campanulaceo di pesco

99 Diradamento del pesco Laura Asteggiano, Graziano Vittone


Fig. 2 - Produzione di ‘Alitop’ e ‘Sweet Red’ suddivisa in classi di pezzatura, Piemonte, Italia. Alitop

Sweet Red

50% 45%

45% 40%

40%

35%

35%

30%

30% 25%

25% 20%

20% 15%

15%

10%

10%

5%

5%

0%

0% D

C

180 rpm - 7 km/h

B A Classi di pezzatura 180 rpm - 6,5 km/h

AA

AAA

D

Controllo diradato a mano

C

B A Classi di pezzatura

220 rpm - 5,5 km/h

AA

AAA

Controllo diradato a mano

Per ogni cultivar, sono indicate la velocità di rotazione del mandrino (rpm) e la velocità di avanzamento del trattore (km/h).

mico, anche su cultivar di per sé caratterizzate da buona pezzatura (figura 2). Questo si ritiene conseguenza della precocità dell’intervento meccanico rispetto a quello manuale, consententendo, fin dai primi stadi di sviluppo dei frutti, un carico produttivo ottimale.

mi due stacchi molto più consistenti rispetto alle piante diradate manualmente. Nella prova su Alitop, il diradamento meccanico ha permesso di raccogliere al primo stacco oltre il 10% della produzione totale, a fronte di un 4% di frutti raccolti nella tesi aziendale (figura 3). Complessivamente, sulle tesi diradate meccanicamente con i primi due stacchi è stata raccolta circa metà della produzione (46-55%, a seconda delle tesi), mentre nella tesi aziendale le prime due raccolte hanno interessato appena il 23% della produzione totale.

Aumenta la percentuale di frutti raccolti nei primi stacchi. In tutte le prove è stata osservata una contrazione della finestra di raccolta, con i pri-

% di frutti raccolti ad ogni stacco

Fig. 3 - Percentuale di frutti raccolti a ogni stacco su piante diradate meccanicamente e sul controllo su nettarine ‘Alitop’, Piemonte, Italia, 2009. 100%

4° stacco (18/8)

90%

3° stacco (12/8)

80%

2° stacco (5/8)

70%

1° stacco (28/7)

60% 50% 40% 30%

*

*

*

20% 10% 0%

*

*

*

160 rpm 7 km/h

180 rpm 7 km/h

180 rpm 6,5 km/h

Controllo diratato a mano

Sono indicate la velocità di rotazione del mandrino (rpm) e la velocità di avanzamento del trattore (km/h).

100 Diradamento del pesco Laura Asteggiano, Graziano Vittone


è possibile modulare l’intensità del diradamento in base alle caratteristiche dell’impianto. L’efficacia diradante aumenta con la velocità di rotazione del mandrino e cala al crescere della velocità di avanzamento del trattore. Questi due parametri, chiave per la definizione dell’entità del diradamento, vanno adattati di volta in volta in funzione dell’entità della fioritura, dello spessore della parete e delle condizioni di transitabilità che caratterizzano l’appezzamento. In impianti di pianura si consiglia di adottare una velocità di avanzamento di 6,5-7 km/h e una velocità di rotazione del mandrino compresa tra 160 e 200 giri/min. Poiché l’efficacia dell’intervento è visibile fin da subito e correggere le velocità in corso d’opera è molto semplice, grazie alla presenza di una centralina in cabina, si consiglia di effettuare di volta in volta alcune prove con

regimi di rotazione diversi per definire le modalità operative più adatte. Attuabile dalla fase di fioritura fino alla fase di pre-scamiciatura. Su pesco e nettarine è possibile posticipare l’intervento alla fase di pre-scamiciatura, finché il frutticino allegato è protetto dai residui del calice, senza rischio di danneggiare i frutti. Questo consente di ridurre di una decina di giorni l’esposizione alle gelate primaverili, rendendo la tecnica interessante anche in ambienti soggetti a ritorni di freddo. è utilizzabile anche in impianti giovani (2–3 anni) e/o deboli. In seguito al passaggio con la macchina, le piante reagiscono con maggiore spinta vegetativa, per cui la tecnica è particolarmente indicata per impianti deboli e/o dotati di scarsa vigoria.

Scamiciatura

101 Diradamento del pesco Laura Asteggiano, Graziano Vittone


Limiti Utilizzabile solo su forme di allevamento in parete. L’attrezzatura è utilizzabile solo in impianti con forme di allevamento in parete. Per una buona riuscita dell’intervento si consiglia di utilizzarla su pareti con spessore limitato, indicativamente non superiore a 1,5-1,6 m. La presenza di branche di grosso calibro, eccessivamente lunghe o comunque ingombranti rende difficile l’intervento e può determinare un diradamento non omogeneo tra la parte interna e la parte esterna della chioma. Forme di allevamento idonee al diradamento meccanico sono quindi l’asse colonnare o le forme a due assi (Y longitudinale o U).

102 Diradamento del pesco Laura Asteggiano, Graziano Vittone


Forma di allevamento a parete

103 Diradamento del pesco Laura Asteggiano, Graziano Vittone


Le forme in parete stretta (in questo caso una Y longitudinale) sono le più adatte all’interazione con la diradatrice. I flagelli possono infatti penetrare lungo tutta la profondità della parete.

Nel caso di forme in volume, è necessario adattare la forma della pianta attraverso una progressiva e razionale potatura.

Su piante molto vigorose un diradamento particolarmente intenso può dare origine a ricacci.

Non è attuabile quando il piano di campagna è eccessivamente sconnesso o in pendenza.

Piante non saldamente legate ai fili possono intralciare l’operazione.

In quanto la velocità di percorrenza della trattrice e la distanza dalle piante deve essere mantenuta costante.

Laura Asteggiano

Graziano Vittone

Tree Fruit Research and Extension Centre, Washington State University, Wenatchee WA, USA

CReSO - Centro di ricerca e sperimentazione per l’ortofrutticoltura piemontese

104 Diradamento del pesco Laura Asteggiano, Graziano Vittone



“ROAD TO QUALITY” è un progetto che prevede la tracciabilità del processo di produzione del materiale di riproduzione (sementi e giovani piantine). Obiettivo del progetto è garantire gli utilizzatori e i consumatori sulla qualità del prodotto utilizzato o acquistato, certificando l’origine, la sanità e il corretto impiego di buone pratiche agronomiche durante l’intero ciclo produttivo. È un progetto certificato ufficialmente, aperto a tutti gli operatori interessati e che al momento vede partecipare numerose ditte sementiere e aziende vivaistiche operanti nel settore orticolo professionale.

per informazioni: Segreteria Road to quality tel: +39 051.503881 | fax: +39 051355166 segreteria@roadtoquality.it | www.roadtoquality.it



108 LE COMPOSITE e le altre specie Pasquale Viggiani


LE COMPOSITE e le altre specie della buona (?) compagnia.

Pasquale Viggiani

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LE COMPOSITE e le altre specie Pasquale Viggiani


LE COMPOSITE e le altre specie Pasquale Viggiani

Si sa, le famiglie più sono numerose più è alta la probabilità che i suoi componenti meno si somiglino, ciò nonostante essi hanno tutti qualcosa che ricorda la famiglia cui appartengono: il colore dei capelli o degli occhi, un neo, una voglia sulla pelle, un cattivo carattere (come succede nella mia di famiglia). Tutti hanno cioè, nella loro diversità, tutti un qualcosa che li accomuna, come un marchio di fabbrica.

110

Taraxacum

Non fa eccezione, a questa regola, il mondo vegetale e particolarmente due delle maggiori famiglie che lo compongono: le Graminacee e le Composite. Le Graminacee sono conosciute nel mondo agricolo come piante a foglia stretta e nel mondo botanico come Monocotiledoni. Le Composite e le altre specie della buona (?) compagnia sono invece dette, rispettivamente nei due mondi citati prima, piante a foglia larga e Dicotiledoni.


Lolium perenne

Lolium multiflorum

Setaria glauca

Setaria italica

111

LE COMPOSITE e le altre specie Pasquale Viggiani


Le Composite

LE COMPOSITE e le altre specie Pasquale Viggiani

Le Composite (i botanici di professione preferiscono il termine Asteraceae) sono accomunate da un tipo di infiorescenza particolare che sembra un fiore unico ma ad un’analisi più approfondita risulta un insieme di fiori inseriti su un ricettacolo esternamente ricoperto da brattee, a volte anche spinose, il tutto a formare il capolino.

I fiori possono essere di due tipi fondamentali, tutti piccoli e con i petali saldati in un tubo basale alla cui estremità superiore è visibile una ligula intera (fiori ligulati) o un’estroflessione più o meno grossolanamente dentata (fiori tubulosi). In base al tipo di fiori e alla loro disposizione sul capolino le specie si distinguono in tre grandi gruppi seguenti:

112

Capolino di tarassaco in disseminazione (semi con pappo a forma di paracadute)

Il frutto delle Composite si chiama achenio e, come quello delle graminacee, contiene un solo seme che non abbandona mai, quindi anche in queste piante il seme non è mai visibile. A maturità gli acheni possono, o no, essere muniti di un pappo formato da setole, semplici o pelose, inserite direttamente alla sommità dell’achenio o su un becco. Relativamente a quest’ultimo aspetto e alle specie descritte sopra sono possibili le combinazioni seguenti: - achenio senza pappo, contorto o a forma di anello aperto, in Fiorrancio; - achenio con becco e con pappo di setole non pelose in Soffione, di setole pelose in Aspraggine; - achenio senza becco e con setole pelose in Stoppione; con setole a forma di piume in Galinsoga e con setole semplici Grespino, Saeppola e Senecione.


Taraxacum adulta

1° gruppo: piante con capolini formati solo da fiori ligulati; piante anche laticifere (se si taglia un ramo si osserva la fuoriuscita di latice bianco appiccicoso e tossico). Di seguito sono descritte le seguenti specie, tutte con fiori gialli: il Soffione (Taraxacum officinalis); l’Aspraggine volgare (Helminthotheca echioides) (=Picris echioides); il Grespino comune (Sonchus oleraceus).

2° gruppo: piante con capolini formati solo da fiori tubulosi: rosati nello Stoppione (Cirsium arvense) e gialli nel Senecione comune (Senecio vulgaris).

Cirsium arvense

Senecio vulgaris

3° gruppo: piante con capolini formati da fiori di entrambi i tipi, ligulati lungo la periferia (fiori del cerchio) e tubulosi al centro (fiori del disco), tutti arancioni in Fiorrancio selvatico (Calendula arvensis), tutti bianchi in Saeppola canadese (Erigeron o Conyza canadensis), gialli quelli centrali e gialli quelli intorno in Galinsoga (G. parviflora). Fiore di Calendula

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LE COMPOSITE e le altre specie Pasquale Viggiani


Soffione ( Taraxacum officinalis )

Plantula

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LE COMPOSITE e le altre specie Pasquale Viggiani


LE COMPOSITE e le altre specie Pasquale Viggiani

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Aspraggine volgare (Helminthotheca echioides) (=Picris echioides)


Helminthotheca echioides

Plantula

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LE COMPOSITE e le altre specie Pasquale Viggiani


Helminthotheca echioides in disseminazione

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LE COMPOSITE e le altre specie Pasquale Viggiani


Grespino ( Sonchus asper )

Plantula

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LE COMPOSITE e le altre specie Pasquale Viggiani


Grespino comune ( Sonchus oleraceus )

Plantula

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LE COMPOSITE e le altre specie Pasquale Viggiani


LE COMPOSITE e le altre specie Pasquale Viggiani

Senecione comune ( Senecio vulgaris )

Plantule

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Adulta


Stoppione ( Cirsium arvense )

Plantula di Cirsium arvense da rizoma

Plantula

Cirsium arvense in disseminazione

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LE COMPOSITE e le altre specie Pasquale Viggiani


Fiorrancio selvatico ( Calendula arvensis )

Frutto di Calendula

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LE COMPOSITE e le altre specie Pasquale Viggiani


LE COMPOSITE e le altre specie Pasquale Viggiani

Galinsoga (Parviflora)

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Semi


LE COMPOSITE e le altre specie Pasquale Viggiani

Saeppola canadese ( Erigeron o Conyza canadensis )

Saeppola in disseminazione

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Plantula

Adulta

Semi


Stellaria media

Plantula

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LE COMPOSITE e le altre specie Pasquale Viggiani


Piantaggine lanceolata (Plantago lanceolata)

QUELLE DELLA BUONA (?) COMPAGNIA

LE COMPOSITE e le altre specie Pasquale Viggiani

Altre dicotiledoni meritevoli di essere inserite in questa nota sono: l’Acetosella gialla e la Piantaggine, la Malva e i Romici, il Centocchio e la Veronica. L’Acetosella gialla (Oxalis acetosella), più diffusa nei vigneti del Sud e la Piantaggine lanceolata (Plantago lanceolata) che preferisce quelli del nord, hanno in comune la mancanza di fusto foglioso; le foglie, infatti, sono tutte radicali, con lamina trilobata nella prima specie e allungata come la lingua di un cane nella seconda, e sono inserite in un’unica rosetta appressata al terreno. I fusti, che si fanno strada attraverso la rosetta, portano solo fiori gialli e in grappolini nell’Acetosella e bianchi su spighe nella Piantaggine.

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Plantago lanceolata in fioritura

Plantula

Prefioritura


Piantaggine maggiore ( Plantago major)

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LE COMPOSITE e le altre specie Pasquale Viggiani


Malva selvatica ( Malva sylvestris ) Le piante di Malva selvatica (Malva sylvestris) e quelle di Romice crespo (Rumex crispus) hanno grandi dimensioni (non raramente superano il metro di altezza), fusto tenace e resistente alla rottura e foglie, arrotondate con nervi palmati nella prima specie, lanceolate crespe nella seconda, anch’esse di dimensioni considerevoli.

128

LE COMPOSITE e le altre specie Pasquale Viggiani


LE COMPOSITE e le altre specie Pasquale Viggiani

Romice crespo ( Rumex crispus )

129 Plantula

Adulta


Veronica spp.

Veronica hederifolia plantula

Veronica persica plantula

Veronica hederifolia adulta

Veronica persica adulta

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LE COMPOSITE e le altre specie Pasquale Viggiani


Frutto Veronica persica

LE COMPOSITE e le altre specie Pasquale Viggiani

Frutto Veronica hederifolia

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Mingherline e basse, con fusti prostrati e con foglie piccolissime sono, invece, le piante di Centocchio comune (Stellaria media) e quelle di Veronica comune (Veronica persica): queste due specie, consapevoli delle scarsa prestanza fisica, hanno deciso di associarsi sia fra loro, sia con piante della rispettiva specie, in una sorta di cooperativa vegetale e di colonizzare la superficie del terreno praticamente in ogni stagione andando a costituire veri e propri tappeti erbosi pressoché permanenti nelle stagioni favorevoli.

E, le altre? …e se lo spazio non fosse obbligatamente limitato molte altre specie sarebbero da includere, ma il lettore non si angusti, tornerò a tediarlo: è una minaccia!

Pasquale Viggiani

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LE COMPOSITE e le altre specie Pasquale Viggiani


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Agrofarmaco autorizzato dal Ministero della Salute, a base di zolfo, registrazione n. 13. Usare i prodotti fitosanitari con precauzione. Prima dell’uso leggere sempre l’etichetta e le informazioni sul prodotto. Si richiama l’attenzione sulle frasi e simboli di pericolo riportati in etichetta.

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VALLEPICCIOLA è una realtà nel Chianti in via di rapida evoluzione, e sarà composta da: • Moderna cantina in costruzione (completamento finale per la primavera del 2016). Dotata dell’impiantistica e flusso della produzione piu’ moderna sul mercato, garantisce un isolamento termico ideale (essendo incassata nella collina), ed ampi spazi. • Sessanta ettari di vigna piantata da 3/5 anni, con altri potenziali 40 che si dovrebbero aggiungere entro breve. • piu vitigni,capeggiati dal classico Sangiovese che hanno dimostrato un perfetta adattabilità al nostro habitat • Consulenza tecnica del nostro amico agronomo – enologo Riccardo Cotarella. La sfida è di offrire al mercato, a partire dal 2016/2017, sette diversi tipi di vino di alta qualità.

Dai ricordi delle molte estati passate in infanzia nelle vigne dei nonni paterni, è nata l’idea di creare dal niente un’azienda vinicola. Dalle decadi da imprenditore è nata la determinazione ad attuarla, con la disciplina ed i fondamentali di modernità che i tempi domandano.

Confidiamo che le risorse, l’attenzione, la determinazione, la professionalità che stiamo tutti dedicando a questo progetto portino ai risultati che ci siamo fissati. Speriamo veramente che il nostro progetto abbia il Vostro apprezzamento, e che raggiunga l’obiettivo di suscitare il Vostro interesse sull’evoluzione dinamica dell’Azienda Vinicola VALLEPICCIOLA. Grazie, Bruno Bolfo Società Agricola VALLEPICCIOLA S.R.L. CASTELNUOVO BERARDENGA (SI) - Italia Tel. +39.0577.357539 Fax +39.0577.357525 www.vallepicciola.com vallepicciola@vallepicciola.com


Da Europech 2015 le prime indicazioni sulla prossima campagna delle albicocche in Europa Il consueto convegno di Europech, tenutosi a Perpignan il 22 aprile 2015, è stato come ogni anno, l’occasione per uno scambio di informazioni sulla situazione delle albicocche in Europa. Le prime indicazioni fornite al convegno evidenziano una produzione 2015 che si attesta, a livello europeo, su poco meno di 510.000 tonnellate, in flessione del 4% sia rispetto allo scorso anno che rispetto alla media 2009-2013. Nel 2014 la produzione di albicocche europea è stata determinata da un inverno particolarmente mite, con buoni livelli produttivi, in alcuni casi, anche superiori a quanto preventivato. Per il 2015 le produzioni, a livello europeo, sembrano, al momento, inferiori a quelle dello scorso anno ma con una certa eterogeneità in funzione delle varietà e delle diverse zone di produzione. Per quest’anno la mancanza di freddo invernale ed, in alcuni casi anche le piogge in fase di fioritura, fanno presagire a un calo produttivo rispetto al 2014. Al momento inoltre si stima anche un ritardo di 7-10 giorni rispetto al 2014. In Italia si stima una produzione di –7% rispetto all’anno scorso ed in flessione del 12% rispetto alla media 2009-2013. Anche per quanto riguarda la Grecia i volumi previsti appaiono inferiori al 2014 con un -13%, complici le avversità climatiche. In Spagna si prevede invece un raccolto di quasi 100.000 tonnellate pari al +12% rispetto al 2014 e +21% rispetto alle produzioni medie del periodo 2009-2013. In tutti i maggiori areali produttivi spagnoli si sottolineano le condizioni climatiche

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favorevoli a cui si aggiunge l’aumento delle superfici in piena produzione nelle regioni del Nord, Aragona e Catalogna in particolare. In Francia i volumi previsti si posizionano sul -4% rispetto al 2014 e +2% rispetto alla media del quinquennio precedente. La mancanza di freddo invernale e le frequenti piogge in fase di fioritura hanno influito negativamente sull’allegagione di numerose varietà nelle diverse aree. Il ritardo di maturazione rispetto al 2014 evidenziato in tutte le aree produttive europee rendono ad oggi difficoltosa la valutazione complessiva dell’offerta, tali valutazioni pertanto, diffuse ad Europech dai diversi paesi produttori, sono quindi da considerarsi come una prima stima che sarà poi successivamente rivista e verificata nell’ambito delle attività di previsione di produzione di CSO.

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Karpòs promo IL CSO RIPARTE CON IL PROGETTO DI PROMOZIONE EXTRA UE DA 5,2 MILIONI DI EURO

E’ stato ufficializzata ieri l’assegnazione

Il Progetto – prosegue Bruni - avrà du-

al CSO del finanziamento da 5,2 milioni

rata triennale e sarà una enorme oppor-

di euro per promuovere la conoscenza

tunità per aprire concretamente spazi

e favorire l’export dei prodotti freschi

di mercato nei paesi target.”.

e trasformati leader dell’ortofrutta italiana in Paesi quali Stati Uniti, Canada,

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Cina, Giappone e Emirati Arabi. Il progetto è finanziato al 50% dall’Unione Europea, dal 20% dallo Stato italiano e, per la restante quota dai soci CSO aderenti . “ Il Progetto

che abbiamo presentato

– dichiara Paolo Bruni – Presidente di CSO – è quanto mai importante nel conPaolo Bruni

testo attuale, dato che diventa sempre più strategico per le imprese ortofrutticole incrementare e consolidare l’export verso i Paesi terzi. Non a caso i mercati target sono quelli che possono offrire maggiori opportunità ed essere anche alternativi al mercato russo, al momento bloccato dall’embargo. Non a caso tra i Paesi target figura il Nord America, la Cina con

importanti

e ambiziose prospettive di sviluppo, il Giappone, di grande interesse soprattutto per agrumi e trasformati e si dà avvio alla promozione sul mercato degli Emirati Arabi con una grande potenzialità di sviluppo per i prodotti alti di gamma e ad alto contenuto di servizio.

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DOCG WINE EXPERIENCE 2015: TORNA L’IMPERDIBILE APPUNTAMENTO CON LE DOCG ITALIANE Tra assaggi, degustazioni, dibattiti e concorsi, sarà possibile ammirare anche il tastevin commemorativo che celebra i 50 anni della fondazione di AIS Domenica 10 maggio 2015 – Villa Widmann, Bagnoli di Sopra (Pd)festival enogastronomico lungo la Strada del Vino dell’Alto Adige Un’occasione unica per incontrare, in una sola location, tutte le DOCG d’Italia, accompagnate dai prodotti DOP provenienti da tutto il Bel Paese. È la “DOCG wine experience”, manifestazione organizzata dalla delegazione padovana di AIS Veneto che si svolgerà il 10 maggio 2015 presso Villa Widmann a Bagnoli di Sopra (PD), grazie alla collaborazione con il Comune di Bagnoli di Sopra, con il Consorzio di Tutela Vini DOC di Bagnoli e alla disponibilità del Dominio di Bagnoli. Saranno trecento le etichette in degustazione, provenienti dalle 74 denominazioni di origine controllata e garantita, fiore all’occhiello del nostro Paese. Ad illustrare i vini e le caratteristiche dei territori di provenienza, ben 150 sommelier veneti a disposizione dei visitatori e dei wine lovers. A fare da cornice alla manifestazione, la seicentesca Villa Widmann di Bagnoli di Sopra (Pd), storica sede del Dominio di Bagnoli e vero simbolo della DOCG Friularo. Nell’antico granaio, per tutta la giornata del 10 maggio, si svolgeranno degustazioni guidate, dibattiti, workshop ed assaggi dei prodotti DOP più golosi d’Italia. L’appuntamento clou della manifestazione sarà certamente il concorso “Miglior Sommelier del Veneto”, vera e propria competizione di categoria che vede in gara una trentina di Sommelier, suddivisi nelle due categorie Sommelier e Sommelier Professionista. Una sfida che si svolgerà “a colpi di calice” e metterà in luce la preparazione dei 33 sommelier finalisti, arrivati alla finale dopo aver partecipato alla Scuola Concorsi AIS Veneto.

A decretare il vincitore 2015 sarà la giuria composta dal Responsabile Nazionale Scuola Concorsi e membro della Giunta Esecutiva Nazionale AIS Cristiano Cini, dal presidente AIS Veneto Marco Aldegheri, dal Responsabile Regionale Scuola Concorsi Graziano Simonella, da Arturo Stocchetti presidente di UViVe , da Ottavio Venditto Miglior Sommelier d’Italia 2014 ed Enrico Fiorini, Miglior Sommelier del Veneto 2014. Infine, il pubblico presente a Villa Widmann potrà ammirare, per la prima volta, Il tastevin commemorativo realizzato in occasione del 50° compleanno dell’AIS, che si celebrerà il prossimo 7 luglio. Un’opera di alta oreficeria realizzata dal Maestro crotonese Gerardo Sacco, che il 10 maggio sarà in Veneto, proprio in occasione della DOCG wine experience. Questa opera d’arte sta infatti compiendo un vero tour fra le sedi AIS di tutto il Paese. Una simbolica staffetta che lo porterà, il 7 luglio, a Milano, dove sarà consegnato al presidente nazionale Antonello Maietta.

DOCG WINE EXPERIENCE vede il patrocinio della Regione del Veneto, della Provincia di Padova, della Camera di Commercio di Padova, di EXPO Milano 2015 e di numerose amministrazioni locali. Informazioni e prevendite sul sito

http://docg.wineexperience.info

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Karpòs promo Mela Val Venosta: stagione in ripresa, ottimi volumi e miglioramento dei prezzi Fabio Zanesco, responsabile commerciale VI.P, fa il punto sull’andamento delle vendite. “La stagione 2014-2015 è iniziata con alcune difficoltà, a causa della produzione record in Europa, cui si è aggiunto l’embargo russo - spiega Fabio Zanesco, Responsabile Commerciale VI.P. Tuttavia, grazie all’anticipo di due settimane nell’inizio delle vendite, i volumi venduti sono stati da subito molto positivi, grazie anche all’ottima qualità del prodotto ed ai prezzi ridotti. Ciò ci ha permesso di posizionarci rapidamente su tutti i mercati e canali. Le vendite record dell’autunno e dell’inizio dell’inverno hanno permesso di entrare nel 2015 con giacenze pienamente sotto controllo nelle principali aree di produzione e – per quanto ci riguarda – addirittura inferiori a quelle della stagione precedente. Questa situazione equilibrata ha dato modo al mercato di riprendersi dopo la pausa natalizia, periodo nel quale le vendite sono state molto sostenute, con sviluppi positivi per le diverse varietà. Varietàì Per la Gala la vendita è dinamica e le giacenze ridotte, con prezzi in deciso aumento – prosegue Zanesco - termineremo quindi la stagione tra la metà e la fine di marzo, avendo già programmato con i nostri clienti principali il lavoro delle ultime settimane. Per la Red Delicious la stagione entra in queste settimane nella parte centrale, visto che nel mese di febbraio saremo a metà della vendita. Anche per questa varietà si sta notando un movimento verso l’alto dei prezzi, che sta coinvolgendo progressivamente tutti i mercati in cui siamo presenti. La qualità resta ottima e siamo quindi ottimisti per la seconda parte della stagione, che si chiuderà all’inizio dell’estate. Con la Golden Delicious entriamo ora nel vivo delle vendite, il cui picco è nel periodo febbraio-maggio; la prima parte della stagione – pur con quotazioni ridotte – ci ha permesso di distinguerci con la qualità, e notiamo un ritmo di volumi crescenti, con alcuni segnali di miglioramento a livello di prezzi. La commercializzazione si protrarrà come sempre

fino a settembre. La mela Kanzi®, che abbiamo iniziato a lavorare dal mese di dicembre, sta procedendo positivamente: notiamo un crescente interesse e una sempre maggiore regolarità anche per questa mela club, che si distingue per il gusto dolce-acidulo. Anche in questo caso avremo disponibilità fino a primavera inoltrata, con volumi crescenti previsti per le prossime stagioni. Infine, proprio in questi giorni, abbiamo iniziato la commercializzazione della nostra Pinova, che riscuote sempre maggiore considerazione ed interesse da parte dei clienti e consumatori italiani ed europei, e per cui prevediamo disponibilità fino all’inizio dell’estate. Mercati L’Italia – conclude Zanesco – si conferma mercato principale (ca. 55% del venduto), ma VI.P resta presente in ben 46 mercati diversi, con l’export che rappresenta circa il 40% del giro d’affari. Le destinazioni europee principali sono Germania, Penisola Iberica, Scandinavia ed Est-Europa, mentre al di fuori del nostro continente acquisiscono sempre maggiore interesse e stabilità le aree di Nord-Africa e Medio Oriente”.

www.vip.coop/it

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FILARI DI BOLLE, PROCLAMATI A CASARSA DELLA DELIZIA I VINCITORI DELLA PRIMA SELEZIONE DEGLI SPUMANTI DEL FRIULI VENEZIA GIULIA Grande vetrina per Filari di Bolle, la prima Selezione dedicata agli Spumanti del Friuli Venezia Giulia: in concomitanza con l’inaugurazione della 67^ Sagra del Vino, tradizionale festa di primavera dedicata alla cultura del vino e alla promozione dei prodotti tipici locali in programma fino al 4 maggio a Casarsa della Delizia, sono stati proclamati il 25 aprile i vini giudicati migliori dalla qualificata giuria della Selezione, presieduta da Venanzio Francescutti delle Città del Vino e composta da sommelier, enologi e giornalisti esperti del settore, provenienti da tutta Italia ma anche da altri Paesi europei come la Germania. Tra di essi anche Luca Martini (campione del mondo dei sommelier 2013), Daniele Cernilli (il “dottore del vino”, anima dell’omonimo sito doctorwine. it) e Giampaolo Gravina (curatore delle Guide de L’Espresso). Sono state 85 le aziende vinicole partecipanti, provenienti da tutte le zone DOC del Friuli Venezia Giulia, le quali hanno presentato in concorso 150 vini nelle quattro categorie Metodo Charmat Prosecco DOC, Metodo Charmat Spumante monovarietale, Metodo Charmat Cuvée e Metodo Classico (condizione per partecipare era che le uve fossero state coltivate in Friuli Venezia Giulia e che l’azienda abbia sede o un’unità operativa nella

stessa regione). Tra questi sono stati selezionati 65 vini finalisti. Il premio per il Metodo Charmat Prosecco DOC (sponsorizzato da Juliagraf) è stato assegnato al Vino Prosecco Spumante Extra Dry presentato dall’azienda vinicola Fondazione De Claricini. Il premio per il Metodo Charmat Spumante monovarietale (sponsorizzato da Icas) è stato assegnato al Vino Ribolla Gialla Spumante Brut presentato dall’azienda Poggiobello - Genagricola S.p.A. Il premio per il Metodo Charmat Cuvée (sponsorizzato da Ds Smith) è stato assegnato al Vino Rivus Spumante Extra Dry presentato dall’Azienda agricola Ferrin. Il premio per il Metodo Classico (sponsorizzato da Amorim) è stato assegnato al Vino Spumante Talento Pittaro Brut etichetta oro presentato dall’azienda Vigneti Pittaro. Ai vincitori come premio è stata donata un’opera originale del grande fotografo casarsese Elio Ciol. Presente alla premiazione, tra le varie autorità, il vicepresidente della Regione autonoma Friuli Venezia Giulia Sergio Bolzonello. “Il successo di questa prima edizione - ha commentato Antonio Tesolin, presidente della Pro Casarsa della Delizia, organizzatrice della Sagra e della Selezione - conferma l’intuizione

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che abbiamo avuto in fase di istituzione della Selezione: mancava una “vetrina” per la produzione spumantistica regionale. Ora questo spazio che premia l’eccellenza delle bollicine del Friuli Venezia Giulia c’è e soprattutto abbiamo i numeri di questo settore in crescita. Un punto di partenza da cui iniziare a ragionare con dati alla mano sulle possibilità di produzione e, soprattutto, di vendita che si aprono per i prodotti trainati dal marchio Friuli, il quale, a detta degli stessi illustri giurati, rappresenta il valore aggiunto fondamentale quale garanzia di qualità per i consumatori: questi sono infatti spumanti che sanno soddisfare e attrarre il mercato. Tra l’altro da giornalisti ed esperti del settore è giunto un suggerimento condivisibile: tutelare quanto di importante c’è già nella regione in campo spumantistico, come la ribolla gialla spumante, ma soprattutto anche cercare di individuare uno spumante friulano in grado di affiancare, nelle preferenze del pubblico, il prosecco”. Filari di Bolle, come detto, proseguirà ora durante la Sagra del Vino con una serie di degustazioni dei vini finalisti nell’Enoteca Salone dei Vini allestita in piazza Cavour, gestita dalla Pro Casarsa insieme ai sommelier dell’AIS del Friuli Venezia Giulia, oltre

che nei bar e locali pubblici abbinati a prelibatezze gastronomiche realizzate per l’occasione.

Organizzatori e partner

Organizzazione a cura della Pro Casarsa della Delizia e Città di Casarsa della Delizia, in collaborazione con Associazione italiana sommelier FVG, Assoenologi FVG, Onav FVG, Slow Wine FVG e Associazione Città del Vino. Con il patrocinio e supporto dell’Ersa (Agenzia regionale per lo sviluppo rurale del Friuli Venezia Giulia), il patrocinio della Provincia di Pordenone e Consorzio delle Doc Fvg. Con il sostegno di Amorim, Juliagraf, Icas, DS Smith, Friulovest Banca, Consorzio tra le Pro Loco del Sanvitese e del Sil e Comitato Regionale del Friuli Venezia Giulia dell’Unione nazionale tra le Pro Loco d’Italia.

www.procasarsa.org

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“East-West, dall’alba al tramonto”: quando lo chef racconta l’universalità In Piazza a Firenze prosegue fino al 4 maggio con il mercato delle eccellenze enogastronomiche e artigianali toscane e la rassegna la Toscana degli chef Il 2 maggio a Milano (ore 18 - Chiostri Umanitaria - via Daverio 7) nello spazio Toscana Fuori Expo Sara Conforti (Osteria del Vicario – Certaldo) e Entiana Osmenzeza (Se.Sto on Arno – Firenze) protagoniste di un inedito showcooking a 4 mani per In Piazza a Firenze “East-West, dall’alba al tramonto”: è questo il nome del piatto che nasconde una storia tutta da raccontare e che verrà presentato in anteprima assoluta il prossimo 2 maggio alle ore 18 in occasione di IN Piazza a Firenze, l’evento che a Milano (Chiostri Umanitaria, via Daverio 7) inaugura lo spazio di Toscana Fuori Expo. Una storia che nasce dall’incontro umano e professionale di due tra gli chef più talentuosi e creativi che lavorano in Toscana e che decidono di creare un piatto dedicato ad Expo 2015: Sara Conforti (Osteria del Vicario – Certaldo) e Entiana Osmenzeza (Se.Sto on Arno – Firenze). Sara ed Entiana si mettono in cucina e immaginano un viaggio fatto di profumi e sapori che regali la possibilità di attraversare ogni tipo di confine: geografico, fisico e temporale. Dall’est all’ovest. Dall’alba al tramonto. Un unico abbraccio universale. Ma c’è di più: i due chef si scambiano le origini. La toscanissima Sara si sposta ad est e compone la sua alba, ovvero una crema di miglio con baccelli, pomodorini e fiori d’acacia con croccanti semi tostati. Entiana, di origini albanesi, si trasferisce ad ovest e realizza il tramonto: un barbecue di radici e foglie di pere in salamoia di kogi. East-West, dall’alba al tramonto verrà creato, raccontato e spiegato direttamente dalle sue ideatrici nello showcooking a 4 mani di sabato 2 maggio (ore 18) che sarà condotto da Annamaria Tossani. Un evento nell’evento per IN Piazza a Firenze, il progetto di Claridea per la Biennale Enogastronomica Fiorentina, che inaugura lo spazio di Toscana Fuori Expo proponendo un assaggio di quello che accadrà i prossimi 22-23-24 maggio nel capoluogo toscano, quando, la centralissima Piazza della Repubblica ospiterà un grande mercato con tutto il buono e il bello del territorio. La tre giorni milanese di IN Piazza a Firenze rientra nelle iniziative di “Firenze Fuori Expo” IN Piazza a Firenze è un progetto di:

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che, coordinate dalla Camera di Commercio di Firenze e PromoFirenze portano a Milano uno spaccato delle produzioni che hanno contribuito a rendere la città e il suo territorio famosi nel mondo. Sono due le sezioni che caratterizzano l’anteprima di Milano: “Bocconi di Toscana” e “La Toscana degli chef”. “Bocconi di Toscana”, sarà una mostra mercato di prodotti tipici all’interno dello spazio espositivo di Toscana Fuori Expo che proseguirà per l’intera tre giorni con orario 11-22 per raccontare una terra che fa dello stile di vita la sua carta di identità nel mondo. Formaggi, salumi, miele, tartufi, zafferano ma anche uno spaccato di artigianato tra cui giochi antichi come le trottole trascineranno il visitatore negli usi e costumi di una regione “a misura d’uomo”. La rassegna “La Toscana degli chef” vedrà protagonisti, sempre nello spazio di Toscana Fuori Expo i migliori chef che operano sul territorio impegnati in showcooking che racconteranno come la cucina tradizionale si sposi al vegan e allo street food. Dopo l’appuntamento tutto al femminile di sabato 2 maggio con Sara Conforti (Osteria del Vicario – Certaldo) e Entiana Osmenzeza (Se. Sto on Arno – Firenze) gli showcooking proseguono domenica 3 maggio con Maria Probst, (La Tenda Rossa – Cerbaia) e Beatrice Segoni (Convivium – Firenze). E tra gli chef, senza paura di confronti, alle ore 17 si esibirà Donna Giorgiana Corsini la principessa ideatrice di Artigianato e Palazzo, prestandosi ad interpretare la cucina toscana con grande maestria. Gli showcooking del 2 e 3 maggio saranno condotti da Annamaria Tossani di Italia 7.


Lunedì 4 maggio riflettori accesi su Il “trippaio”, pioniere dello street food. Trippa, lampredotto, piatti tipici fiorentini, saranno protagonisti dello spazio showcooking dove, dopo il “trippa lunch” delle ore 12, il “trippaio” Alessandro Corsi racconterà l’antica arte toscana dello street food. A seguire La Toscana degli chef con Emanuele Vallini (La Carabaccia – Bibbona) e Matteo Donati (Ristorante Donati – Castiglione della Pescaia), che interpreteranno la trippa presentati da Leonardo Romanelli. L’anteprima di IN Piazza a Firenze è un progetto di Claridea, e vuole offrire uno spaccato di quello che sono le manifestazioni enogastronomiche toscane, prima fra tutte, la Biennale Enogastronomica Fiorentina. Milano, 2-4 maggio 2015 IN Piazza a Firenze / anteprima Toscana Fuori Expo – Chiostri Umanitaria, via Daverio 7 Gli espositori di Bocconi di Toscana sono:

food

Le Forme d’Arte di Paolo Piacenti- formaggi Montaione Tartufi Fattorie Il Gardingo Macelleria Parti ‘I banco di’ gusto fiorentino Azienda agricola Le Fornaci Rugapiana birrificio

artigianato

La Pergamena - rilegatoria artistica Il Trottolaio – le trottole di Romano Cheli

IN Piazza a Firenze è presente sui social. Facebook “In Piazza a Firenze” Instagram inpiazzafirenze Twitter @InPiazzaFirenze.

Sabato 2 Maggio 2015 Annamaria Tossani di Italia 7 conduce gli showcooking Ore 12,00 – Inaugurazione istituzionale e apertura stand Bocconi di Toscana Ore 15,00 – La Toscana degli chef Showcooking di Sara Conforti, Osteria del Vicario – Certaldo Ore 16,00 – La Toscana degli chef Showcooking di Entiana Osmenzeza, Se.Sto on Arno – Firenze Ore 18,00 – La Toscana degli chef – EastWest, dall’alba al tramonto Showcooking a 4 mani con Sara Conforti,Osteria del Vicario – Certaldo e Entiana Osmenzeza, Se.Sto on Arno – Firenze Domenica 3 Maggio 2015 Annamaria Tossani di Italia 7 conduce gli showcooking Ore 11,00 – Apertura stand Bocconi di Toscana Ore 12,00 e ore 15,00– La Toscana degli chef Showcooking di Maria Probst, La Tenda Rossa – Cerbaia Ore 17,00 – Una Toscana illustre ai fornelli Showcooking di Donna Giorgiana Corsini, ideatrice di Artigianato e Palazzo Ore 19,00 – La Toscana degli chef Showcooking di Beatrice Segoni, Convivium – Firenze Lunedi 4 Maggio 2015 Leonardo Romanelli conduce gli showcooking Ore 11,00 – Apertura stand Bocconi di Toscana Ore 12,00 – Trippa Lunch Trippai fiorentini preparano trippa e lampredotto per Toscana Fuori Expo Ore 15,00 – Il trippaio, pioniere dello street food Showcooking di Alessandro Corsi, trippaio fiorentino con l’aiuto di Emanuele Vallini Ore 17,00 – La Toscana degli chef Showcooking di Emanuele Vallini, La Carabaccia - Bibbona Ore 19,00 – La Toscana degli chef Showcooking di Matteo Donati, Ristorante Donati – Castiglione della Pescaia

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Karpòs promo FitFoodness CAMKids Expo 2015: DOPO LE ATTIVITA’ NELLE SCUOLE, L’INIZIATIVA SI APRE ALLA CITTA’. Sabato 16 e domenica 17 maggio, alle ore 16.00, andrà in scena “Facciamo merenda! Con CAMMino” il laboratorio per maghetti alla scoperta della buona merenda.

Monza, 24 aprile 2015 – Avviato a gennaio 2015, il progetto FitFoodness CAMKids Expo 2015* si arricchisce di nuovi contenuti e iniziative finalizzate a sensibilizzare i bambini monzesi sull’importanza di una sana alimentazione e abitudine al movimento per prevenire l’insorgenza di patologie che si associano all’obesità. In questi mesi, il progetto sviluppato dal CAM di Monza ha visto il coinvolgimento di 300 studenti delle scuole primarie monzesi Raiberti e De Amicis, per i quali è stato messo a punto un percorso che

prevede attività didattiche in aula, laboratori esperienziali, affiancamento di bambini e insegnanti durante le ore curriculari di attività motoria da parte di Fisiatri ed esperti in Scienze Motorie, convegni, workshop e pubblicazioni dedicate a insegnanti e genitori. Gli studenti, guidati dalla mascotte CAMMino nel “regno di MelaMangio”, stanno così apprendendo la buona alimentazione e le buone abitudini all’attività motoria. Alla luce del successo e dei positivi riscontri che si stanno ottenendo, il CAM ha deciso di ampliare ul-

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teriormente il palinsesto di attività legate al progetto, mettendo a punto un evento gratuito e aperto al pubblico dedicato ai giovani cittadini monzesi per introdurli al “FitFoodness”. L’evento “Facciamo merenda! Con CAMMINO” si terrà sabato 16 maggio e domenica 17 maggio alle ore 16.00 presso i Giardini delle Serre della Villa Reale di Monza, nell’ambito del Festival Degli Orti. “Facciamo merenda! Con CAMMINO” prevede l’allestimento di un vero e proprio laboratorio-gioco all’aria aperta, dedicato ai bambini tra i 4 e i 10 anni, che saranno guidati nella preparazione di una sana merenda, con ingredienti semplici e in modo divertente, da Miralda Colombo, autrice di libri sull’alimentazione in età pediatrica nonché giornalista e blogger**. Il mondo magico del Regno di MelaMangio approda così nel polmone verde di Monza: la partecipazione ai laboratori è gratuita, ma è necessario confermare la propria presenza alla Segreteria Organizzativa contattando la Sig.ra Sara Casati al numero di telefono 039 2397.450 oppure all’indirizzo mail segreteriaorganizzativa@cam-monza. com. Perché questi suggerimenti di corretta alimentazione entrino nella vita quotidiana delle famiglie, il CAM ha creato un ricettario, che svela i segreti per preparare ai piccoli piatti divertenti, gustosi ed equilibrati e che verrà distribuito ai partecipanti all’evento del 16 e del 17 maggio. Nell’ambito della manifestazione Festival Degli Orti, a suggellare il valore scientifico del progetto integrale FitFoodness CAMKids Expo 2015, è previsto l’intervento del Prof. Sergio Bernasconi, coordinatore scientifico del progetto. Il Professore, Ordinario di Pediatria, già Direttore delle Cliniche Pediatriche dell’Università di Modena-Reggio Emilia e Parma sarà tra i relatori del Green Speech, convegno che si terrà alle ore 16.00 presso il Teatrino della Villa Reale e che vedrà confrontarsi esperti internazionali sul tema dell’agricoltura in città e del suo impatto sull’alimentazione e il benessere, su produttività e filiere corte, su alimentazione consapevole e sostenibile.

www.cam-monza.com

* Progetto FitFoodness CAMKids Expo 2015 L’iniziativa FitFoodness CAMKids Expo 2015 si propone di affrontare in modo pragmatico il tema dei corretti stili di vita - alimentazione e attività motoria - nei bambini, con un approccio non solo sanitario, ma globale: sociale, educativo e culturale. Il percorso messo a punto dal CAM, che si svolge nel corso dell’anno scolastico 2014-2015 coinvolge, infatti, medici e pediatri, ma anche insegnanti, famiglie e bambini, i veri protagonisti dell’iniziativa. Grazie alla sinergia con il Comitato Scientifico di Expo 2015, alla collaborazione con l’Università Milano Bicocca e al desiderio da parte del Comune di Monza di avviare un’iniziativa di sensibilizzazione territoriale sull’infanzia, il CAM ha deciso di dare vita al progetto finalizzato a migliorare la salute e lo stile di vita dei bambini., per prevenire le malattie cardiovascolari associate all’obesità. Aderiscono all’iniziativa circa 300 bambini frequentanti le scuole primarie Raiberti e De Amicis di Monza, con le rispettive famiglie e insegnanti. Il percorso prevede attività didattiche in aula dal 7 gennaio al 7 giugno attraverso l’ausilio di materiali ludico-formativi per gli studenti, laboratori esperienziali, affiancamento di bambini e insegnanti durante le ore curriculari di attività motoria da parte di Fisiatri ed esperti in scienze motorie, convegni e workshop dedicati agli insegnanti, conferenze con i genitori e infine iniziative di medicina preventiva per i bambini. Protagoniste strategiche e insostituibili di tale cambiamento sono le famiglie, chiamate a condividere con i bambini i messaggi di educazione alimentare e motoria recepiti a scuola, a farli propri nelle abitudini quotidiane, sintonizzando l’ambiente domestico con i corretti principi di buona salute che sono loro trasmessi anche attraverso materiale informativo ed educazionale realizzato e distribuito ad hoc. ** Profilo Miralda Colombo Miralda Colombo (Carate Brianza, 1976) giornalista e blogger, dopo essere diventata mamma di Alice ha reinventato il suo lavoro perché assomigliasse di più alla sua vita. Si divide tra computer e fornelli nella parte più luminosa della casa, la cucina e la terrazza, e crede che le cose migliori arrivino inaspettate ma che niente nasca per caso, proprio come il suo blog www.ilcucchiainodialice.it. Nel 2011 ha pubblicato con Carlo Gallucci Editore il volume Il cucchiaino, al quale sono seguiti nel 2013 La forchettina e nel 2014 Facciamo merenda!

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