Karpòs n. 2 - 2017

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KARPÒS ALIMENTAZIONE E STILI DI VITA

Anno VI - Karpo`s - N° 2 - 2017

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LA COSTIERA AMALFITANA SUSINE E ALBICOCCHE: SAPORE MEDITERRANEO I PAESAGGI DELLA SUSINA E DELL’ALBICOCCA E LE CULTURE STORICHE



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KARPÒS MAGAZINE N. 2 - 2017

Direttore editoriale Renzo Angelini Direttore responsabile Lamberto Cantoni Iscr. trib. di Forlì n° 3/12 del 4/5/2012 Proprietario ed editore della testata Karpòs S.r.l. Via Zara 53 - 47042 Cesenatico (FC) P.I./C.F. 04008690408 REA 325872 Hanno collaborato a questo numero Antonella Bilotta Laura Fafone Amministrazione Milena Nanni

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Per le fotografie © Renzo Angelini

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L’editore ha cercato di reperire tutte le fonti, ma alcune restano sconosciute. L’editore porrà rimedio, in caso di segnalazione, alle involontarie omissioni o errori nei riferimenti.

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72 I PAESAGGI DELLA SUSINA E DELL’ALBICOCCA E LE CULTURE STORICHE CSO - Speciale Freshness

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SARDEGNA NORD-OCCIDENTALE RENZO ANGELINI

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SARDEGNA NORD-OCCIDENTALE RENZO ANGELINI


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È il versante meridionale della Penisola Sorrentina, che separa il Golfo di Napoli da quello di Sorrento, percorsa in tutta la sua lunghezza dagli speroni rocciosi dei Monti Lattari che raggiungono la massima altezza con il Monte Sant’Angelo (1.143 m). A rendere particolarmente seducente questo paesaggio è il mare le cui onde si infrangono sui contrafforti rocciosi, lambiscono grotte spettacolari e spiagge di rara bellezza; il clima è particolarmente mite e salubre e consente l’affermarsi della vegetazione mediterranea dove olivo, vite e agrumi, in particolare limoni, incastonano come pietre preziose questi luoghi, riconosciuti dall’Unesco “Patrimonio della Umanità”. I vari comuni della Costiera sono collegati tra di loro, direttamente o tramite strade secondarie, dalla strada statale 163 Amalfitana fatta costruire da Gioacchino Murat e poi inaugurata dai Borboni il 4 agosto 1852.

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Il percorso, di oltre cinquanta chilometri, offre scorci unici al mondo e contrasti tra il paesaggio impervio e spesso aspro ed i colori intensi del mare e del cielo. Greci e Fenici fecero scalo durante i loro spostamenti in cerca di nuove terre; la prima città venne fondata dagli Etruschi nell’VIII sec. a.C., come ricorda Strabone, e poi i Romani costruirono ville “marittime” a Minori, Amalfi, Positano e Capri, dove l’imperatore Tiberio si trasferì con la propria corte. Nel IV secolo, naufraghi di una spedizione romana fondarono Scala, Amalfi e Ravello e, dopo le invasioni dei barbari, sulla costa rimasero popolazioni bizantine che, nel 553, sconfissero i Goti ed al loro posto arrivarono i Longobardi che poi si ritirarono all’interno, lasciando la costa ai Bizantini. Amalfi, fino ad allora castello fortificato, inizia la sua ascesa e raggiunse l’autonomia nell’838; dopo alcuni scontri con i Longobardi di Salerno, nell’839 venne proclamata la Repubblica Marinara di Amalfi ed in meno di due anni divenne la prima potenza commerciale del Tirreno. Grazie alla ricchezza di legname, indispensabile per la costruzione di mercantili, prese inizio una intensa attività commerciale con Arabi, Siciliani e Africani e gli scambi si basavano sulla moneta amalfitana. Nel 1096 i Normanni sconfissero definitivamente il Ducato Amalfitano, nel 1137 i Pisani saccheggiarono le aree costiere poi arrivarono gli Angiò che fondarono il Regno di Napoli, dove si susseguirono quasi quaranta vicerè; le conseguenze furono fame, miseria, corruzione e brigantaggio. Nel 1735 i Borboni presero il trono di Napoli e la Costiera Amalfitana riprese le attività produttive e commerciali ed i prodotti locali, agrumi, tessuti, carta e pasta raggiunsero le maggiori città europee.

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Ravello colo venne sottomessa da Amalfi e questo permise a Ravello di prosperare e vantare una fiorente industria cotoniera fin dal 1300. Lo stile arabo-siculo di molte case è dovuto alle strette relazioni commerciali con la Sicilia e con l’Oriente, nel periodo di massima prosperità tra l’XI e il XIII secolo.

Si sviluppa su un contrafforte che divide la Valle del Dragone e quella di Maiori e costituisce una delle gemme della Costiera, dove la bellezza naturale e il paesaggio si uniscono all’incanto dei preziosi monumenti architettonici ed alle celebri ville. Fondata nel 500 d.C. ad opera di Romani, sfuggiti alle invasioni dei barbari, nel IX se-

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Piazza Vescovado a Ravello, con il Duomo e il Campanile.

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Dalla piazza Vescovado, a fianco della torre moresca, si accede a Villa Rufolo, edificata dall’omonima famiglia nella seconda metà del XIII secolo e poi acquistata dallo scozzese Francis Neville Reid nel 1881. Il Chiostro Moresco, la Torre Maggiore, i giardini e so-

prattutto il Belvedere permettono di ammirare il caratteristico panorama sulla Costa e le due cupole moresche della chiesa di Santa Annunziata. Qui Richard Wagner ambientò il secondo atto del Parsifal; oggi la villa, da luglio a ottobre, ospita il Ravello Festival.

Villa Rufolo a Ravello e, sulla sinistra, la Piazza del Vescovado.

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Vista panoramica da Villa Rufolo.

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Il giardino inferiore a Villa Rufolo.

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Il complesso di Villa Cimbrone è il luogo più panoramico di Ravello; costituito da un edificio principale e da un parco di sei ettari, è uno degli esempi più importanti della cultura romantica, paesistica e botanica anglosassone nell’area mediterranea. In epoca romana “cimbronium” era un vasto podere dove venivano ricavati pregiati legnami per uso navale; fu poi villa patrizia della nobile

famiglia degli Acconciajoco e poi dei Fusco ed invidiata per la posizione strategica e coltivabile, rispetto allo scosceso territorio ravellese. Abbandonata e in disuso, venne acquistata dal viaggiatore Ernst William Beckett, nel 1904, ed insieme al ravellese Nicola Mansi ne vollero fare “il luogo più bello del mondo” creando un connubio tra la tradizione paesistica inglese e quella italiana,

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tra la ricca vegetazione autoctona mediterranea ed esotica, vennero inseriti numerosi e pregevoli inserti decorativi tali da reinterpretare la “villa romana” in chiave classica. Subito dopo l’ingresso, il Chiostro, è un cortiletto in stile arabo-siculo-normanno, quindi la Cripta, costruita su modello di una abbazia cistercense, era il luogo di incontro del Circolo londinese di Bloomsbu-

ry. Il Viale dell’Immenso, con la sua ricca vegetazione e le statue bronzee raffiguranti guerrieri greci oppure danzatrici, conduce al Tempio di Cerere, dea delle Messi, ed ingresso alla famosa e impareggiabile Terrazza dell’Infinito, balcone naturale adorno di busti marmorei settecenteschi, dal quale la vista può spaziare dai monti cilentani, al mare, ai limoneti.

Il complesso di Villa Cimbrone.

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Terrazzo dell’infinito a Villa Cimbrone, splendido e impareggiabile balcone ornato da busti marmorei settecenteschi.

Il Tempio di Cerere, dea delle Messi, con il padiglione a cupola.

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Il Tempietto di Bacco.

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Il Poggio di Mercurio.

Il David.

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Il Viale delle Ortensie.

Vista su Minori, da Villa Cimbrone.

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Atrani Nella chiesa centrale di San Salvatore dè Birecto, al tempo del Ducato di Amalfi, venivano incoronati i duchi di Amalfi; simbolo della loro potestà era appunto il copricapo o “birecto” e la investitura veniva fatta nella cappella palatina, all’interno di San Salvatore. Il 9 settembre 2010 il fiume Dragone esondò e coprì di fango l’intero borgo di pescatori. A 700 metri di distanza, sul versante opposto dello sperone roccioso, troviamo Amalfi.

Il borgo si estende lungo la valle del Dragone, abbarbicato sulle pareti di roccia a picco sul mare; catturano l’attenzione la bellezza dei vicoletti, dei cortili, degli archi e delle piazzette. Noto set cinematografico per film e campagne pubblicitarie, mantiene le caratteristiche tipiche del villaggio di pescatori, dove le case si arrampicano dalla spiaggia fino alle ripidi pareti degli speroni rocciosi, alternate da piccoli orti, giardini e limoneti.

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Scorcio panoramico su Atrani.

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Il centro di Atrani.

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Amalfi È la Repubblica Marinara più antica e rivaleggiò con Venezia, Pisa e Genova per il dominio sul Mediterraneo; si sviluppa lungo le pendici della costa, allo sbocco della Valle dei Mulini. La fondazione viene fatta risalire ai Romani, naufraghi superstiti in Adriatico. Costantemente minacciata dai Longobardi dall’entroterra e dai Saraceni lungo le coste,

raggiunse l’indipendenza tra l’893 e il 1096, creando uno stato riunendo le città mercantili circostanti, e fu sede dell’arcivescovado e del governo centrale guidato da un duca o doge; divenne la principale potenza del Mediterraneo ed estese la sua area di influenza fino all’Egitto, a Bisanzio, a Gerusalemme e Cipro.

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In questi territori la moneta era il tari amalfitano (in oro o in bronzo), la navigazione era regolata dalle Tavole amalfitane e lo Stile amalfitano, che univa il rigore del romanico alle influenze bizantine e moresche di Sicilia, orientò il nuovo modo di costruire. Fiorente fu anche l’industria cartaria, legata alla pregiata produzione locale. Conquistata dai Normanni nel 1135, venne saccheggiata dai pisani nel 1137. Il duomo di Amalfi, in stile arabo-siciliano,

è dedicato a Sant’Andrea, patrono della città. Fondato nel IX secolo, venne ampliato nel 987 e poi ricostruito nel 1203, nell’attuale stile arabo-normanno siciliano. La facciata è stata ripresa successivamente tra il 1875 e il 1894 e coronata dall’alto timpano con decorazione di Cristo sul trono, circondato dagli Evangelisti e dalle potestà terrene. Sulla sinistra il campanile del 1180 e completato nel 1276, alleggerito da torricelle angolari cilindriche e da archi arabeggianti.

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Il Duomo di Amalfi dedicato a Sant’Andrea.

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Il timpano con decorazione musiva raffigurante Cristo in trono tra i simboli degli Evangelisti.

Particolare del campanile.

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Pannello ceramico opera dell’artista Diodoro Cossa che rappresenta lo sviluppo storico di Amalfi.

Particolare di un presepe.

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della carta, risalenti al 1745. Questo tratto di percorso, che scende dai monti Lattari alle spalle di Amalfi è conosciuto come il Vallone delle Ferriere o dei Mulini; il nome deriva dalla presenza dei resti delle antiche fabbriche medievali e delle celebri cartiere nelle quali si lavorava la famosa “carta bambagina” di Amalfi, rendendola famosa in tutto il mondo. L’acqua era l’elemento predominante, indispensabile per azionare le pale dei mulini ed i macchinari delle cartiere.

Particolarmente interessante è la visita al Museo della Carta di Amalfi, una cartiera del XIII secolo, con macchinari ancora funzionanti. Sono visibili i grandi magli di legno che trituravano gli stracci raccolti in appositi alvei di pietra. La poltiglia, raccolta con apposito setaccio, viene fatta colare su pezze di feltro; i fogli così ottenuti vengono messi nella pressa per eliminare l’acqua residua e poi fatta asciugare. Sono presenti anche macchinari per la lavorazione semi-automatica

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Furore Nel tratto di costa tra Praiano e Conca dei Marini, è un piccolo borgo sparso sul profondo vallone che dal mare si incunea attraverso fenditure e contrafforti rocciosi coperti dalle caratteristiche coltivazioni di vite, olivo e limoni; si possono ammirare panorami spettacolari che dal mare raggiungono l’altopiano di Agerola. Furore è detto anche “paese dipinto” e si possono ammirare i Muri d’autore, che ar-

ricchiscono l’intero tragitto così come i muri, i cancelli e le facciate delle case che creano una suggestiva galleria a cielo aperto. In mezzo a questa natura selvaggia i “viticoltori eroici” colonizzano ogni spazio disponibile per piantare la vite per produrre il vino Costa di Amalfi DOC; le tradizionali forme di allevamento a graticcio permettono agli acini di concentrare il tenore zuccherino ed affinare il delicato bouquet.

Viticoltura eroica nell’area di Furore.

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Particolare dei vigneti abbarbicati sui muretti a secco.

Furore è famoso per i Muri d’autore che arricchiscono il caratteristico paesaggio rurale della costiera.

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Positano Frequentata dai Fenici e dai Greci, furono i Romani che si fermarono qui per costruire le loro splendide ville, e da uno di questi proprietari sembra abbia preso il nome, e venne ampliata dai profughi di Paestum, sfuggiti alla minaccia dei Saraceni.

Antico borgo marinaro adagiato lungo le pendici meridionali dei monti Lattari è famoso come centro prediletto dagli artisti e per le caratteristiche case bianche, cupole, archi e ripide stradine immersi nei colori e nei profumi della natura mediterranea.

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Ai tempi della Repubblica di Amalfi si distinse per la flotta e la famosa scuola nautica. Il maremoto del 1343 e l’attacco dei pirati ottomani del 1440 furono le cause principali della decadenza, portando Positano alla miseria e ad essere dimenticata. Con i Borboni ripresero i commerci e di questo periodo sono le residenze ed i palazzi

più lussuosi e oggi è un punto di riferimento anche per la moda e la vita mondana.

Renzo Angelini Direttore Editoriale

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SUSINE E ALBICOCCHE SAPORE MEDITERRANEO * da Speciale Freshness

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Susine Colorate, dolci e succose sono frutti dalla doppia identità: quella fresca, e quella essiccata o cotta. Disponibili in Europa da giugno a dicembre, crescono nei climi caldi e temperati dall’albero del Prunus, un arbusto appartenente alla famiglia delle Rosacee, risultato del felice matrimonio tra una pruno selvatico e un

ciliegio. Le prugne si dividono in due grandi gruppi: - euro asiatiche, con il nocciolo staccato dalla polpa, soda e compatta; - cino giapponesi, con una polpa più sugosa. Le susine sono originarie dell’Asia. Dalla Siria, prendendo il nome da Damasco, deriva la varietà che ancora oggi si chiama

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damascena o damassina, ben conosciuta già ai tempi degli Etruschi. Subito dopo divenne uno dei frutti pregiati della cucina romana. Non è certo un caso se Petronio cita le susine fra le golosità del banchetto di Trimalcione e se i coloni romani, a partire dal 150 a.C., lo introdussero in tutta l’area del Mediterraneo.

Per quanto riguarda il resto dell’Europa, furono i Cavalieri cristiani, al ritorno dalla Prima Crociata ad introdurlo intorno al 1200 d.C., dapprima in Francia, poi in Germania e quindi negli altri Paesi. Oggi in Europa ne esistono più di mille varietà, nei colori che possono andare dal giallo al violaceo scuro.

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Albicocche dopo la spedizione di Alessandro Magno in Asia e grazie alla sua resistenza ai climi freddi si diffuse in tutto il continente. Infatti l’albero cresce spontaneo anche sull’Himalaya attorno ai 3000 metri di altezza grazie alla resilienza del fusto verso il clima rigido.

L’albicocca giunse nel Mediterraneo portata dagli Arabi nel I secolo d.C., proveniente dalla Cina e dai vasti territori dell’Asia Centrale nei quali veniva coltivata fin dal 3000 a.C. Secondo alcuni storici dell’agricoltura invece, l’albicocca arrivò in Europa subito

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Sembra certo che Romani la introdussero in Italia a partire dal 70-60 a.C., ma la sua reale diffusione nel bacino del Mediterraneo fu consolidata successivamente dagli arabi. Infatti albicocco deriva dalla parola araba al-barqĹŤq.

Questo frutto millenario oggi, è diffuso in oltre 60 paesi e viene coltivato in climi caldi o temperati e relativamente asciutti.

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Modalità di coltivazione e unicità del prodotto

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Susine

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Tra le varie categorie di susino esistono differenze di vario tipo: i susini europei sono caratterizzati da una superiore resistenza al freddo, ma sono piante che richiedono temperature relativamente basse (è più difficile coltivarli nelle regioni più calde); mentre i susini cino-giapponesi hanno esigenze contrarie e sono caratterizzati da una superiore resistenza alle alte temperature. Ovviamente, fra specie e specie esistono differenze anche dal punto di vista delle caratteristiche botaniche. I susini europei, per esempio, hanno foglie spesse, di forma ovale, di color verde scuro e con la pagina inferiore lievemente pelosa; i fiori, che spuntano prima delle foglie, sono di colore bianco, mentre i frutti, le susine, sono solitamente di forma ovale con colori che variano dal giallo, al verde a rosso e al viola-bluastro. I susini cino-giapponesi, invece, hanno fo-

glie sottili lanceolate e di color verde chiaro; i fiori sono bianchi, ma la fioritura è più precoce di quella delle specie europee; i frutti hanno solitamente forma rotondeggiante e il colore varia dal giallo, al rosso e al blu-nerastro. Le piante di susino vengono coltivate in tutto il mondo, ma in particolar modo in Asia, in Europa e in America del nord. L’Italia e la Francia sono i maggiori produttori Europei. Le varietà di susino oggi offrono un’ampia gamma di frutti, buoni per tutti i gusti grazie a tipologie cino giapponesi di colore viola scuro e polpa gialla, altre di polpa pigmentata di rosso, con buccia rossa e altre ancora con buccia verde/gialla. Le varietà tipicamente europee di forma oblunga o rotondeggiante, si caratterizzano per la grande conservabilità che, per alcune di esse si prolunga anche per 30/40 giorni dopo la raccolta.


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SUSINA: Coltivazione in Europa e TOP 5 Paesi (Ha) - Fonte: EUROSTAT 2012

2013

2014

Romania

68.500

68.000

66.600

Spagna

16.600

16.600

17.000

Francia

18.200

17.400

16.000

Polonia

19.300

16.500

15.300

Italia

12.500

12.400

12.300

167.100

162.300

157.300

Totale UE28


SUSINE E ALBICOCCHE

Albicocche

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Oltre il 50% delle albicocche del mondo è prodotto nell’area del Mediterraneo. L’Italia è il più importante produttore europeo con 2,3 milioni di quintali (24% della produzione continentale), seguita da Francia e Spagna. Le tipologie di albicocca oggi disponibili sul mercato sono il frutto di una grande innovazione in termini varietali e di adattamento ai gusti dei consumatori. Negli ultimi anni sono sempre più affermate le cultivar con la buccia estesamente colorata di rosso, molto apprezzate per l’aspetto estetico ma anche per il sapore.

Grazie alla ricerca applicata, l’albicocca ha vissuto, in questi anni, un profondo miglioramento qualitativo di gusto, sapore e conservabilità. L’estensione del calendario di maturazione che, oggi, va dalla fine di maggio agli inizi di settembre con un raddoppiamento del periodo di produzione rispetto a pochi anni fa, offre una grande opportunità di incremento di produzione e di offerta commerciale su tutti i mercati interessati.


SUSINE E ALBICOCCHE

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ALBICOCCA: Coltivazione in Europa e TOP 5 Paesi (Ha) - Fonte: EUROSTAT 2012

2013

2014

Spagna

18.400

20.300

18.500

Italia

18.400

17.500

17.600

Francia

13.800

12.700

12.200

Grecia

4.700

6.500

7.100

Ungheria

4.300

4.400

4.400

69.500

70.800

68.800

Totale UE28




I PAESAGGI DELLA SUSINA E DELL’ALBICOCCA E LE CULTURE STORICHE

Vignola, Modena.

72 I PAESAGGI DELLA SUSINA E DELL’ALBICOCCA E LE CULTURE STORICHE


Dal primo secolo dopo Cristo sino ad oggi, l’albero del susino e dell’albicocco si è diffuso velocemente in quasi tutta l’Italia, in modo quasi discreto, insieme ad altri alberi da frutta. Tuttavia in alcuni territori, la sua presenza risulta predominante e finisce con incidere sula percezione del paesaggio. Fondamentalmente le aree di massima concentrazione e bisogna aggiungere di grande qualità,

del susino e dell’albicocco sono l’Emilia, in particolare la zona agricola di Vignola, e la Campania. Vignola è famosa sopratutto per il suo antico Castello, che ancora oggi sovrasta, la piccola città di provincia. Dall’alto delle sue mura, guardando oltre le case della cittadina, si può ammirare un ordinato e industrioso paesaggio agricolo, nel quale dopo il ciliegio, susine e albicocche, rappresentano gli organismi vegetali più diffusi.

San Apollinare in Classe, Ravenna.

73 I PAESAGGI DELLA SUSINA E DELL’ALBICOCCA E LE CULTURE STORICHE


Campania riconoscere che quando l’agricoltura campana viene effettuata con dovizia, i paesaggi arricchiti da immense opere d’arte presenti sul territorio, non temono confronti. In questi casi, è facile accorgersi quanto le colture degli alberi da frutto, come il susino e l’albicocco, si trovino a loro agio ed evochino il sentimento che di solito proviamo quando qualcosa ci appare sotto il registro dell’autenticità.

Probabilmente, dal punto di vista delle bellezze artistiche e archeologiche, ben pochi paesaggi agricoli possono reggere il confronto in termini di bellezza, con i territori campani nei quali susini e albicocchi vengono coltivati nelle vicinanze di capolavori come i templi di Paestum o i resti della antica città romana di Pompei. Anche se spesso le incurie rovinano la fruizione del territorio paesaggistico, bisogna

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Paestum.

Pompei.

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Basilicata La produzione frutticola lucana trova nel metapontino l’area principalmente vocata con una grande offerta di frutta estiva tra cui albicocche e susine. Il Metaponto concentra i tre quarti della superficie agricola lucana destinata alla frutticoltura. Un territorio in cui la frutticoltura rappresenta una grande avanguardia produttiva ma un territorio anche ricco di storia e tradizioni che accompagnano lo sviluppo produttivo. La Basilicata è una terra ricca di miracoli e di sorprese e ne è un esempio luminoso la

Città di Matera unica al mondo per configurazione e paesaggi contrastanti. Nel 1993 venne posta sotto tutela dell’Unesco come patrimonio mondiale dell’umanità. Con il passare degli anni Matera ed i suoi Sassi divengono una meta turistica. È la città delle caverne e delle case contadine scavate nella roccia, dei villaggi trincerati e delle chiese rupestri, della Basilica Cattedrale da cui si gode una vista superba sul Sasso Barisano. È la città dei miracoli, un tocco di Terra Santa in Basilicata e sarà Capitale europea della cultura nel 2019.

76 I PAESAGGI DELLA SUSINA E DELL’ALBICOCCA E LE CULTURE STORICHE


Metaponto.

Matera.

77 I PAESAGGI DELLA SUSINA E DELL’ALBICOCCA E LE CULTURE STORICHE


CONSIGLI PRATICI Susine A seconda del gusto individuale si dovrebbe scegliere la tipologia di susina preferita facendo attenzione a due aspetti fondamentali: al colore della buccia che dovrebbe essere intenso e brillante; alla consistenza della polpa che dovrebbe essere soda ma non dura e infine alla pruina esterna che caratterizza alcune tipologie varietali, da preservare integra a indicazione di limitate manipolazioni.

BLACK DIAMONDÂŽ.

78 I PAESAGGI DELLA SUSINA E DELL’ALBICOCCA E LE CULTURE STORICHE


Albicocche Per scegliere buone albicocche la polpa deve risultare soda ma non dura (sintomo che i frutti sono ancora acerbi); il frutto deve quindi essere morbido ma non deve cedere eccessivamente alla pressione. Vanno preferite albicocche sane, pulite, vel-

lutate al tatto e con una buona fragranza ed odore. I frutti maturi possono essere conservati in frigo in un contenitore o cassetto di plastica per pochi giorni prima del consumo.

79 I PAESAGGI DELLA SUSINA E DELL’ALBICOCCA E LE CULTURE STORICHE


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GUSTO E SALUTE La albicocca è un frutto ricco di beta carotene, zuccheri semplici e vitamina C. La dolcezza, la consistenza della polpa le rendono frutti dissetanti ed appaganti senza troppe calorie.

Susine e albicocche sono frutti particolarmente adatti ad un consumo frequente, anche fuori dai pasti, come snack spezza fame durante la giornata. Sono frutti estremamente ricchi di sostanze salutari e benefiche. La susina è ricca di fibre, zuccheri semplici e composti fitochimici antiossidanti naturali.

80 I PAESAGGI DELLA SUSINA E DELL’ALBICOCCA E LE CULTURE STORICHE


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LE SOLUZIONI DI VALAGRO

MEGAFOL

La produzione agricola non è quasi mai libera da stress ambientali. I più importanti dei quali a cui le colture del melone e dell’anguria sono soggetti sono la siccità, i ritorni di freddo, i colpi di calore, la salinità, i ristagni idrici e la tossicità da agrofarmaci. La grande sfida in agricoltura oggi è come far fronte agli stress ambientali delle piante tramite un approccio sostenibile sia dal punto di vista economico sia dal punto di vista ambientale. Grazie alla piattaforma tecnologica di GeaPower, MEGAFOL (GEA931) è un biostimolante capace di ridurre gli impatti provocati dagli eventi di stress sulla produzione delle colture: ciò significa che MEGAFOL è capace di difendere il raccolto in una coltura soggetta a stress. Le piante trattare con MEGAFOL producono di più rispetto a quelle non trattate. Molti tests (prove di campo, prove di genomica e fenomica) attestano che MEGAFOL è un importante prodotto naturale capace di garantire in caso di stress una migliore attività della pianta e una migliore resa della coltura. ALLAGAMENTI

CALDO

SICCITÀ

BASSE TEMPERATURE

FERITA

ERBICIDA

EFFICACIA DI MEGAFOL vs. STRESS GENI SOVRA-ESPRESSI > 3 VOLTE

GENI SOVRA-ESPRESSI > 4 VOLTE

GENI SOVRA-ESPRESSI > 4 VOLTE

STRESS 28%

STRESS 46%

STRESS 62%

(coinvolti nella funzione di risposta allo stress)

APPROCCIO GENOMICO

(coinvolti nella funzione di risposta allo stress)

(coinvolti nella funzione di risposta allo stress)

KENDAL & KENDAL TE Le avversità parassitarie nelle colture agrarie rivestono una grande importanza economica e la loro individuazione e controllo è fondamentale per scongiurare la perdita dei raccolti. L’obiettivo di garantire un buon livello economico agli agricoltori si ottiene utilizzando la sinergia tra agrofarmaci e biostimolanti. I primi hanno il compito di contrastare l’azione diretta dei parassiti mentre i prodotti della linea KENDAL (Kendal e Kendal TE - GEA249) sono in grado di aiutare la pianta a rimanere vigorosa in condizioni ostili di crescita. L’esclusivo complesso di ingredienti biologicamente attivi unici ed inimitabili, ottenuti con la tecnologia GeaPower, permette di supportare il sistema pianta quando si verificano fattori sfavorevoli alla crescita. Questo approccio “Agrofarmaco-> contro i parassiti e Biostimolante-> a favore della pianta“ è la linea guida alla base di tutte le soluzioni che Valagro mette a disposizione degli agricoltori. Una gamma di prodotti con sostanze attive uniche e di origine esclusivamente naturale, che stimolano in modo mirato i principali processi fisiologici in grado di promuovere la crescita e la produttività delle colture. In termini economici, questo significa per l’agricoltore un incremento di reddito dovuto sia all’aumento dei ricavi della produzione sia all’aumento dei ricavi della qualità con un ritorno dell’investimento mediamente di 8-10 volte il costo del trattamento. L’applicazione di una soluzione Valagro è quindi un investimento che aumenta il reddito dell’agricoltore, creando valore.

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Società italiana leader nello sviluppo in Europa di mezzi tecnici innovativi per un’agricoltura moderna e sostenibile Copertura dell’intero territorio nazionale e forte competenza agronomica e fitopatologica su tutte le colture presenti in Italia, comprese quelle minori.

Coordinamento di progetti e realizzazione di prove sperimentali (efficacia, selettività sulla coltura e sugli insetti utili) e studi (residui e sicurezza dell’operatore) per la registrazione di prodotti fitosanitari, biocidi e biostimolanti in Sud ed Est Europa.

SAGEA SR Centro di Saggio s.r.l. Via San Sudario, 15 - 12050 Castagnito d’Alba (CN) e-mail: info@sagea.com - www.sagea.com

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