ANNO IX 24 -31/10/2016
Ue, la riscossa dei titoli finanziari menre infuria il risiko banche
CAFFE’ Robusta in rally in Brasile Lavazza, acquisizioni in vista
Fortune Monsanto fra le 25 aziende top Frumento ISuperscorte, la ricetta cinese per ridurle Commodity World Weekly, anno IX 24 - 31 OTTOBRE 2016 realizzato in collaborazione con Associazione Arena Media Star Supplementi: Arena Lifestyle, Heritage & Traditions Registrazione al Tribunale di Pavia n. 673 del 17/5/2007
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24-31/10 EVENTI DELLA SETTIMANA a cura di Luca Timur de Angeli
lunedì 24 ottobre 2016 25ma Convention delle Camere di commercio Italiane all’Estero Tesoro: Comunicazione BOT Risultati di periodo: Coima Res (CDA), Luxottica, Sogefi: CDA,Visa martedì 25 ottobre 2016 Tesoro: Comunicazione medio-lungo Risultati di periodo: 3M,Alibaba,Apple,At&t,Baxter, Caterpillar,Eli Lilly: Fiat Chrysler Automobiles: Appuntamento: Conference call con gli analisti - CDA - Risultati di periodo Altri risultati di periodio: General Motors, Lockeed Martin, Merck & Co, Novartis, Procter & Gamble, Wal Mart Industrial Stars Of Italy 2: Assemblea - Risultati di periodo Juventus Fc: Assemblea - Risultati di periodo Saipem: Appuntamento: Conference call, - CDA - Risultati di periodo mercoledì 26 ottobre 2016 Istat: Risultati economici delle imprese per il 2014 Tesoro: Asta CTZ - BTP€i Risultati di periodo: Amplifon: CDA - Risultati di periodo, Autostrade Merid: CDA - Risultati di periodo Gruppo Edit L’Espresso: CDA - Risultati di periodo giovedì 27 ottobre 2016 Banca d’Italia: Moneta e bilancio delle IFM residenti in Italia Giornata Mondiale del Risparmio: Palazzo della Cancelleria, Roma. Interventi: Ministro delle Finanze, Padoan e Gov. Bankitalia Visco Tesoro: Asta BOT Coima Res: Appuntamento: Conference call con gli analisti ENI: CDA - Risultati di periodo Mediobanca: CDA - Risultati di periodo Recordati: CDA - Risultati di periodo Stmicroelectronics: Appuntamento: Conference call - CDA - Risultati venerdì 28 ottobre 2016 Banca d’Italia: Sistema dei pagamenti (semestrale); €-coin: Ottobre 2016 Germania: Rapporto sugli standard creditizi in Germania DBRS pubblica la revisione del merito di credito per la Francia Rating sovrano: da S&P revisione del merito di credito Uk Tesoro: Asta medio-lungo e Regolamento CTZ - BTP€i Risultati di periodo: A.S. Roma, Ansaldo, Sts: CDA - Banca Mps: CDA e risultati di periodo,Banca Sistema: CDA - Risultati di periodo,Carraro: CDA - Risultati di periodo,Cir-Comp: CDA - Risultati di periodo, Cofide: CDA - Risultati di periodo,Danieli & C: Assemblea - Risultati di periodo, Digital Bros: Assemblea - Risultati di periodo, ENI: Appuntamento: Conference call con gli analisti, Mediobanca: Assemblea - Risultati di periodo Piaggio: CDA - Risultati di periodo, Risanamento: CDA - Risultati di periodo,S.S. Lazio: Assemblea - Risultati di periodo
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WEEK END/EVENTI by Danilo Giovanni Maria Bucciarelli Per gli appassionati di Tiepolo, la scoperta di meravigliosi dipinti firmati dal pittore veneto, che si possono vedere a Palazzo Isimbardi, nel cuore di Milano. Magnifiche sale, cortili e lo splendore di un’opera del Tiepolo, 6 x 8 metri, “Apoteosi di Angelo della Vecchia nel segno delle Virtù” sono visibili due volte al mese, con l’accompagnamento di funzionari della Città metropolitana di Milano.La partecipazione è gratuita, ma serve la prenotazione. I singoli visitatori possono prenotare una visita rivolgendosi a: InfoMilano - tel. 02 8845.5555 - Galleria Vittorio Emanuele II, angolo Piazza Scala, Milano I gruppi (Centri anziani, Cral, Associazioni, Scolaresche, ecc.) possono prenotare una visita rivolgendosi a: Città metropolitana di Milano - tel. 02 7740.2645 LIBRI: L’IMPERO DEL COTONE Per affrontare le giornate più piovose, un bel romanzo dedicato a una materia prima: “L’impero del cotone” scritto da Sven Beckert, 610 pagine, pubblicato da Einaudi. Il cotone è stata la prima commodity attraverso cui è stata avviata la costituzione di un’economia globalizzata e il mondo ha assunto, pur tra metamorfosi e trasformazioni ancora in corso, la forma che ancora oggi possiede. Ben prima dell’avvento della produzione con le macchine nel 1780, vari imprenditori europei e potenti uomini politici ridisegnarono l’industria manifatturiera mondiale, la cui espansione imperialista poggiava sullo sfruttamento inumano degli schiavi nelle piantagioni e degli operai nelle fabbriche. In apparenza, questo libro si propone come una storia, dalle origini ai giorni nostri, del prodotto piú importante del XVIII e del XIX secolo: la sua produzione, trasformazione, circolazione. In realtà, attraverso il ‘gancio’ del cotone Sven Beckert vuole tracciare la storia globale del capitalismo industriale, nelle sue dimensioni e componenti fondamentali, non solo economiche e tecnologiche, ma anche sociali, giuridiche, politiche. E il cotone può legittimamente assurgere al ruolo che l’autore gli attribuisce, poiché è proprio a partire da esso che il capitalismo industriale è nato. Beckert definisce nel suo scritto «capitalismo di guerra» l’insieme dei processi di insediamento imperialista, conquista coloniale, espropriazione della terra, sfruttamento intensivo di forza lavoro schiavistica, che consentiranno al Regno Unito di controllare, già nei primi decenni del XIX secolo, il mercato mondiale del cotone. In seguito, dopo la Guerra di secessione del 1861-65, sarà il turno degli Stati Uniti. Fino all’apparizione di nuovi grandi protagonisti su scala globale, come la Cina, la cui egemonia sembra provenire dall’applicazione dei medesimi meccanismi, ma questa volta all’interno del paese e nel resto del Sudest asiatico.
EDITORIALE
A volte ritornano (i tassi rialzati anche se non serve) Katia Ferri Melzi d’Eril direttore responsabile del settimanale finanziario online “Commodity World Weekly” e dei supplementi “Arena Lifestyle Magazine” e “Heritage & Traditions”
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Il toro, simbolo beneaugurante del successo di mercato, dipinto per Commodity World Weekly magazine dall’artista Shoe al Grey Goose party di Venezia. Acquerello su carta, settembre 2016.
opo il rinvio della BCE, attendiamo tutti il prossimo consiglio direttivo dell’8 dicembre per eventuali decisioni sull’allungamento del piano di allentamento monetario in scadenza a marzo dell’anno prossimo. E osserviamo con attenzione i dati macro in uscita dalle principali economie dell’area euro. Questa settimana saranno in uscita dati relativi allo stato di salute reale dell’economia in Italia, Germania e Francia e alla fiducia sull’economia (IFO in Germania e Manufacturing Confidence in Francia). Mercoledì sarà la volta delle Retail Sales in Italia, del GfK Consumer Confidence in Germania e della Consumer Confidence in Francia; giovedì, invece, interesse verso la fiducia dei consumatori e del settore manifatturiero in Italia e del GDP in UK. Infine, chiusura di settimana con ulteriori informazioni su inflazione in Germania e Francia e con il PPI e GDP in Francia. Prima di cominciare, il nostro commento. A volte ritornano. Sei membri della Fed hanno parlato nella settimana appena trascorsa, dopo Janet Yellen e hanno detto le solite cose. Il 68% degli osservatori si aspetta un rialzo dei tassi. Insomma si ripete lo scenario dello scorso anno. L’ultima ottava ha portato buoni dati economici, dunque un rialzo dei tassi in tempi “relativamente brevi” parrebbe proprio la soluzione ideale. Ma qualcuno ritiene che la Fed stavolta agirà più che altro per preservare la propria credibilità: i primi annunci su un rialzo dei tassi si sono uditi quando il tasso di disoccupazione era sceso al 6.5%, nel mese di Aprile 2014. Inoltre, l’inflazione di fondo è sopra il target del 2% da quasi un anno, ma finora nessuna azione è stata intrapresa. Dunque se rialzo sarà, è probabile che poi la Fed decida di stare alla finestra per una parte del 2017. Qualcuno si chiede come mai la Fed avrebbe deciso di alzare i tassi proprio ora che le aspettative di inflazione si stanno riducendo. In effetti il mercato del lavoro è stato sempre molto considerato dalla Fed prima di decidere sui tassi: gli ultimi dati diffusi hanno mostrato però disoccupazione in crescita al 5% e salari in diminuzione (anche se il dato complessivo è risultato non lontano dal precedente e dal valore atteso). Gli obiettivi che la Fed si pone da mandato, piena disoccupazione e stabilità dei prezzi, con la scelta del rialzo, risulterebbero dunque un po’ a rischio. Per queste ragioni i mercati americani non sono completamente convinti che sarà rialzo. E l’incertezza sarebbe legata anche al fatto che la decisione della banca centrale americana, ad oggi non sembrerebbe più dipendere dai dati economici come in precedenza. Passando al mercato delle valute, l’euro/dollaro si trova sui livelli minimi da tre mesi, con continue possibilità di un rimbalzo, soprattutto quando escono dati economici non convincenti o dichiarazioni contrastanti dei membri della Fed. Al momento, la domanda di dollaro resta elevata, nonostante la crescita dei prezzi del petrolio. Generalmente, quando il petrolio sale, il dollaro si indebolisce. Dunque che succede? Alcuni osservatori ritengono che l’ area $51 rappresenti un livello ancora relativamente basso... staremo a vedere.
COMMODITY WORLD WEEKLY MAGAZINE - ANNO IX - 24 -31/10 2016
Settimanale web edito da Katia Ferri Melzi d’Eril in collaborazione con l’associazione culturale senza scopo di lucro Arena Media Star. Sito web: www. arenamediastar.com Redazione: Via S. Giovannino 5 27100 Pavia tel. 349 8610239 invio comunicati: email: katiaferri@hotmail.com Direttore responsabile: Katia Ferri Melzi d’Eril. Contributors: Luca Timur De Angeli, Danilo Giovanni Maria Bucciarelli, Nicola Giori, Amir Hussein Barouh, Andrea Marazzina, Claudia Palmucci. Supplementi: Arena Lifestyle magazine (mensile) Heritage & Traditions (trimestrale) Tutti i diritti riservati. Tutti gli articoli, le opinioni, i grafici e le previsioni di Commodity World Weekly non costituiscono nè sollecitazione all’investimento nè invito al trading.
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Outlook settimanale 24-31/10/16 di Niccolò Carcano
Titoli finanziari in ripresa, Dax +1,34% Katia Ferri Melzi d’Eril
Usa e Asia, si conferma una crescita moderata
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i conclude una settimana contrastata, caratterizzata da venti di rialzo per le principali piazze europee che chiudono ai massimi degli ultimi 30 giorni. Mercati europei in parità all’indomani del meeting della Banca centrale europea che ha portato l’euro toccare a livelli che non si vedevano dal mese di marzo. Chiusura in rosso dello 0,09% per il Ftse100 e il Cac40 che si sono rispettivamente fermati a 7.020,47 e 4.536,07 punti. Andamento speculare per il Dax e l’Ibex a 9.100,4. Si registra una ripresa del settore finanziario, grazie alle buone trimestrali delle principali banche statunitensi. Positivo anche l’effetto delle rassicurazioni, avutasi giovedì durante la riunione di politica monetaria della Banca Centrale Europea. La BCE ha lasciato invariati sia i tassi di riferimento sia lo schema e i parametri del programma di acquisto di titoli, lasciando la porta aperta a eventuali modifiche in dicembre, quando saranno pubblicate le nuove previsioni per l’inflazione e la crescita dell’area fino al 2019. Nei giorni scorsi il Presidente Mario Draghi ha escluso una cessazione improvvisa degli acquisti di titoli. Al contempo le indicazioni provenienti dall’economia statunitense e dalle economie asiatiche hanno confermato un contesto di crescita moderata. Per quanto riguarda l’area asiatica, l’economia cinese è cresciuta del 6.7% nell’ultimo anno, in linea con il dato dei tre mesi precedenti e con le attese, grazie anche a un boom immobiliare che ha controbilanciato la debolezza dell’export. Relativamente alle elezioni presidenziali degli Stati Uniti, l’ultimo confronto televisivo tra i due candidati non ha portato novità sulle intenzioni dei contendenti e ha confermato una lieve prevalenza per Hillary Clinton, nei sondaggi sulle intenzioni di voto. EUROPA L’evento principale nella zona Euro é stata la riunione della BCE, che ha lasciato invariata la propria politica monetaria e la valutazione dei rischi sul ciclo economico e di inflazione. Il presidente Draghi ha sottolineato che eventuali decisioni, riguardo a un possibile cambiamento nel piano di acquisti, saranno assunte nel corso della riunione del consiglio direttivo, in calendario l’8 dicembre, quando la BCE avrà a disposizione le nuove previsioni per l’inflazione e la crescita nell’area dell’Euro. La decisione di dicembre, ha detto testualmente, “descriverà quindi la politica monetaria dei mesi a venire”. L’orizzonte temporale di previsione, a dicembre, comprenderà anche il 2019 . Tra le ipotesi di compromesso, sempre da valutare, ci sarebbe l’allentamento della regola che obbliga ad acquistare titoli di Stato in proporzione alla grandezza dell’economia dei singoli Paesi. Questo potrebbe potenzialmente ridurre gli acquisti di titoli tedeschi. Dalla Bce ma anche da Bruxelles è stata reiterata la richiesta ai governi dell’area di politiche fiscali e riforme strutturali a sostegno della crescita, sottolineando che è necessario incrementare la produttività e migliorare
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il contesto economico. Chiaro il riferimento all’Italia, in attesa delle osservazioni della Commissione, ancora una volta non positive e troppo rigide. La settimana ha visto la pubblicazione dell’indagine sul credito bancario nell’area dell’euro. Si è giunti a una progressiva riduzione della frammentazione del credito e un graduale miglioramento delle condizioni di offerta del credito. L’indice DJ Eurostoxx50 passa da 3.014 punti a 3.075, guadagna il 2,06% rispetto al venerdì precedente; l’indice tedesco Dax si sposta da 10.579 punti a 10.715 segna un rialzo dell’1,34% rispetto alla chiusura della settimana scorsa. Nei giorni scorsi sono uscite varie previsioni sul quarto trimestre. Per la Bce linflazione fatica ancora a ingranare nell’area euro. Nel il prossimo anno una spinta importante dovrebbe arrivare dalla ripresa dei prezzi del petrolio. La chiusura del 2016 dovrebbe essere in positivo, ma nel medio-lungo termine è attesa un po’ meno robusta. Nell’ultima Survey of Professional Forecasters (Spf)” del quarto trimestre del 2016, la Banca centrale Europea (Bce) prevede l’inflazione nel 2016, 2017 e 2018 rispettivamente allo 0,2%, 1,2% e 1,4%. Ciò implica previsioni invariate per il 2017 e lievi revisioni al ribasso, di 0,1 punti percentuali per il 2016 e il 2018. “La forte ripresa prevista per l’inflazione tra il 2016 e il 2017 riflette in larga misura il profilo atteso della dinamica del prezzo del petrolio, mentre l’inflazione di fondo è prevista salire a un ritmo più graduale”. Si legge nel rapporto di una revisione al rialzo delle aspettative di crescita dell’attività economica nell’area dell’euro per il 2016, mentre sono state riviste al ribasso quelle per il 2018 e di termine più lungo. Le aspettative di crescita del PIL reale si attestano a +1,6% per il 2016, +1,4% per il 2017, +1,5% per il 2018 e 1,6% per il lungo termine (2021). Il campione intervistato continua a vedere la domanda interna come il principale motore della crescita economica dell’area dell’euro.Sul tasso di disoccupazione le aspettative continuano a implicare una traiettoria discendente. Le previsioni medie sono del 10,1% per il 2016, del 9,7% per il 2017 e del 9,3% per il 2018. Questo implica aspettative invariate per il 2016 e il 2017, ma un 0,2 punti percentuali revisione al ribasso per il 2018. Anche la previsione a più lungo termine (2021) è stata rivista al ribasso, di 0,1 punti percentuali, all’8,7%.Passando alla fiducia dei consumatori, nel mese di ottobre l’indice nella zona Euro si è attestato a -8 punti, in leggero miglioramento rispetto ai -8,2 punti di settembre. Il dato è stato leggemente peggiore delle attese ferme a -7,9 punti. Secondo gli analisti ILConsiglio direttivo della BCE pare piuttosto diviso sui passi futuri. A livello di singole performance, -1,27% per InterContinental Hotels Group e +3,37% di SAP nel giorno della presentazione dei conti trimestrali. +2,17% di British American Tobacco che ha presentato un’offerta da 47 miliardi di dollari per acquisire l’intero controllo della statunitense Reynolds American. l’evento principale nella zona Euro é stata la riunione della BCE, che ha lasciato invariata la propria politica monetaria e la valutazione dei rischi sul ciclo economico e di inflazione. Il presidente Mario Draghi ha, inoltre, sottolineato che eventuali decisioni, riguardo a un possibile cambiamento nel piano di acquisti, verranno prese alla prossima riunione del consiglio direttivo, in calendario l’8 dicembre, quando la BCE avrà a disposizione le nuove previsioni per
Wall Street, ricavi societari oltre le stime Citigroup, balzo del 35% nei ricavi dell’area trading l’inflazione e la crescita nell’area dell’Euro. La decisione di dicembre “descriverà quindi la politica monetaria dei mesi a venire”. Si ricorda che l’orizzonte temporale di previsione, a dicembre, comprenderà anche il 2019 e che tra le ipotesi di compromesso, sempre da valutare, ci sarebbe l’allentamento della regola che obbliga ad acquistare titoli di Stato in proporzione alla grandezza dell’economia dei singoli Paesi. Questo potrebbe ridurre gli acquisti di titoli tedeschi. Infine è stata reiterata la richiesta ai governi dell’area di politiche fiscali e riforme strutturali a sostegno della crescita, sottolineando che è necessario incrementare la produttività e migliorare il contesto economico. La settimana ha visto la pubblicazione dell’indagine sul credito bancario nell’area dell’euro che ha confermato la progressiva riduzione della frammentazione del credito e un graduale miglioramento delle condizioni di offerta del credito. L’indice guida dell’economia Usa è salito dello 0,2% in settembre. USA La settimana appena trascorsa è stata caratterizzata dalla pubblicazione delle trimestrali da alcune delle più importanti società di Wall Street ed in particolar modo dai risultati delle principali banche US. JPMorgan ha battuto le attese degli analisti sui ricavi e sui profitti, grazie soprattutto alla performance della divisione bond e delle valute, che a causa della elevata volatilità post Brexit hanno incrementato i ricavi del trading del 21%. I ricavi societari sono cresciuti dell’8%, attestandosi a $25.51mld, mentre l’utile netto è risultato paria $1.58 per azione, battendo le stime ferme a $1.39 per azione. Risultati oltre le attese anche per Citigroup, che ha beneficiato di un balzo del 35% dei ricavi nella divisione di trading. I ricavi societari sono risultati pari a $17.76mld, oltre le attese ferme a $17.36mld, mentre l’utile netto è risultato in calo dell’11% a $1.24 per azione, ma oltre le attese di $1.16 per azione. Wells Fargo ha riportato un calo dei profitti per il quarto trimestre consecutivo, a causa degli accantonamenti per far fronte allo scandalo legale sui falsi account. Nonostante il difficile momento, però, la banca ha mostrato risultati oltre le stime degli analisti, con i ricavi in crescita del 2% e pari a $22.33mld, oltre le attese ferme a $22.21, mentre l’utile netto è risultato pari a $1.03 per azione, oltre le attese pari a $1.01. . Goldman Sachs ha battuto le stime degli analisti con l’utile del Q3 balzato del 58% grazie all’ottima performance della divisione di trading su bond e al programma di riduzione dei costi. I ricavi della divisione di Investment Bank volanno a $1.54mld, mentre l’utile netto societario è risultato pari a $4.88 per azione, migliore delle attese ferme a $3.82 per azione. Bank of America ha battuto le attese sui risultati del Q3 grazie alla buona performance della divisione di trading sui bond e al programma di taglio costi. I ricavi societari sono
cresciuti del 3%, attestandosi a $21.64mld e oltre le stime ferme a $20.97mld, mentre l’utile netto è cresciuto del 6.6% ed è stato pari a $4.45mld. Nel settore tecnologico, i dati sui nuovi abbonati di Verizon hanno deluso le attese degli analisti, risultando pari a 442,000, rispetto ai 766,300 attesi a causa di una competizione più aggressiva da parte dei competitors. I ricavi operativi sono calati del 6.7% rispetto allo scorso anno e si sono collocati sotto le attese, mentre l’utile netto, escludendo costi una tantum, si è attestato a $1.01 per azione, rispetto alle attese ferme a $0.99 per azione. Microsoft ha riportato risultati trimestrali con ricavi in crescita del 3.1%, trainati dai buoni risultati nella divisione cloud. I ricavi sono risultati pari a $22.33mld, mentre l’utile netto è risultato pari a $4.69mld, in calo rispetto ai precedenti $4.90mld. IBM ha riportato il più basso calo dei ricavi trimestrali da quattro anni a questa parte, confermando la buona crescita e le buone performance della divisione dei servizi cloud. Nel dettaglio, i ricavi sono stati pari a $19.23mld, dai precedenti $19.28mld, mentre l’utile netto è sceso da $2.95mld agli attuali $2.85mld. Intel ha riportato una crescita del 9.1% dei ricavi trimestrali, grazie all’incremento della domanda dei PC e alla crescita del cloud business. I ricavi sono risultati pari a $15.78mld, mentre l’utile netto si è attestato a $3.38mld, in rialzo rispetto ai $3.11mld dello scorso anno. Notizie positive anche per Yahoo, che ha visto balzare del 6.5% i ricavi trimestrali, risultati pari a $1.31mld. Nel settore farmaceutico, Walgreens, prima catena farmaceutica US, ha riportato ricavi pari a $28.64mld, leggermente al di sotto delle attese pari a $29.06mld, mentre l’utile netto, escludendo costi una tantum, si è attestato a $1.07 per azione, oltre le attese ferme a $0.99 per azione. La società ha anche manifestato l’intenzione di mettere in atto un programma di riduzione costi da $1.5mld. Abbott ha pubblicato i risultati trimestrali mostrando ricavi pari a $5.30mld e un utile netto, escludendo alcuni costi una tantum, pari a $0.59 per azione, contro stime ferme a $0.58. La società ha anche confermato l’interesse per procedere nell’acquisizione della divisione di dispositivi medici di St. Jude Medical e della società Alere. ASIA Anche questa settimana è stata la Cina a guidare la regione sul fronte degli indicatori macroeconomici. Il Prodotto Interno Lordo nel terzo trimestre 2016 ha riportato una crescita del 6.7% annuo, in linea sia alle attese degli analisti, sia al valore dei due trimestri precedenti. Delude, invece, la produzione industriale che a settembre si é attestata a 6.1%, lievemente al di sotto delle attese (6.4%) e del valore precedente( 6.3%). Indicazioni sulla produzione industriale arrivano anche dal Giappone, con un valore che ad agosto segna una crescita dell’1.3% mensile, in lieve contrazione rispetto al +1.5% registrato nel mese di luglio. Dall’Australia, economia maggiormente legata alle commodities, giungono indicazioni confortanti relative al mercato del lavoro: il tasso di disoccupazione di settembre scende al 5.6% dal 5.7% rivisto del mese precedente, migliore rispetto alle attese degli analisti orientate al 5.7%.
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La settimana a Piazza Affari
Bancari in recupero, su il lusso by Lorenzo Risetti
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entre Piazza Affari si prepara ad ospitare Trading Online Expo, l’indice italiano Ftse Mib, che passa da 16.526 a 17.120 punti è il migliore fra le piazze europee con un incremento del 3,59% rispetto alla settimana precedente. Il supporto, indicato nello scorso numero che ha respinto 3 volte i prezzi, ha funzionato molto bene. Questo rally di Piazza Affari fa sperare in un recupero di fine anno per riportarsi in linea con gli altri indici europei, essendo quello ancora a sconto. Infatti rispetto a inizio anno Ftse Mib si trova ad un valore del 18,19% inferiore, mentre DJ Eurostoxx50 sta perdendo solo un -3,16%; l’indice tedesco è l’unico europeo ad essere in positivo (+3,89%). Il rialzo di questa settimana sui mercati europei è stato omogeneo e continuato: non ci sono stati strappi al rialzo delle quotazioni e questo ha permesso di creare una buona area di volumi di scambio in tutte le fasce di prezzo, costituendo una zona di supporto in caso di futura discesa. Il settore bancario ha sovraperformato l’indice Ftse Mib: soltanto qualche istituto bancario non è riuscito ad avere un rialzo superiore al 3,59% del future di Piazza Affari. Banca Popolare di Milano è stata l’unica a chiudere la settimana con il segno meno, lasciando sul campo il 2,71% passando da 0,424 a 0,412; tutte le altre banche hanno segnato invece un rialzo. Banca Mediolanum passa da 6,10 a 6,215 con un rialzo dell’1,88%, Banco Popolare del 2,06% e si ferma a quota 2,60 euro ad azione. FinecoBank riesce a riprendersi e a chiudere la settimana a 5,30 euro ad azione guadagnando il 2,53% rispetto alla settimana precedente. Sono sei gli istituti bancari italiani, che rientrano nel paniere dei titoli che costituiscono il Ftse Mib, e che hanno sovraperformato lo stesso indice. Intesa Sanpaolo ha superato la soglia dei 2 euro, passando da 1,98 a 2,112 con un +6,49%; Mediobanca ha guadagnato il 7,98% passando da 6,20 a 6,70. Unicredit ha segnato un rialzo dell’8,25% passando da 2,106 a 2,28 euro ad azione, Ubi Banca ha superato il livello di 2,50 arrivando a 2,54 con una performance appena al di sotto del 10%. Banca Popolare dell’Emilia Romagna(BPER) ha guadagnato l’11,26% chiudendo la settimana a 4,21 poco al di sotto dei massimi segnati il giorno prima. Il primo posto questa settimana se lo guadagna Monte dei Paschi di Siena che dopo aver perso oltre l’80% dall’inizio dell’anno ha segnato in questa sola settimana un rialzo del 58% che riporta il valore delle azioni a 0,27 euro superando al rialzo la soglia dei 20 centesimi, considerata come zona di pericolo, rappresentativa di una capitalizzazione di appena 600 milioni di euro. Questo exploit è riconducibile al piano comunicato dall’ex ministro
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Passera in cui si riporta l’interessamento di qualche banca d’affari estera disposta ad investire 2,5 miliardi per una capitalizzazione privata. Questo è uno dei principali motivi che ha fatto schizzare verso l’alto il titolo, anche perché questo porterebbe a una minore richiesta di finanziamento per la capitalizzazione aperta al pubblico. Nel settore automotive le performance sono state leggermente diverse: Ferrari (+0,09%) staziona sempre nella fascia di prezzi 47-48,5 euro, nella zona dei massimi storici che sembra essere di consolidamento. Questo range di prezzi è in restringimento e secondo l’analisi tecnica questo indica che soltanto quando questa banda verrà rotta al rialzo o al ribasso si potrà individuare il trend rialzista o ribassista. L’indicatore RSI, che stiamo ormai monitorando da oltre un mese, sembra confermarci questa fase di lateralità di consolidamento dei prezzi. FCA invece ha chiuso le contrattazioni in positivo, ribaltando la situazione della settimana scorsa, con un rialzo dell’1,06% che ha fatto passare i prezzi da 5,735 a 5,795 euro ad azione. Il settore del lusso mantiene anche questa settimana un andamento differenziato dei titoli: Moncler ha chiuso la settimana segnando un rialzo del 2,02% passando da un a quotazione di 15,30 a 15,61; Luxottica ha rimangiato tutto il guadagno della settimana nell’ultimo giorno di scambi, con un +0,46% rispetto a venerdì scorso. Il migliore del settore è stato Yoox net-à-porter che ha chiuso con un +2,83% portandosi al di sopra della soglia dei 28 euro e fermandosi a 28,60 euro ad azione. A contendersi il titolo del peggiore del settore sono Geox (-1,96%) e Salvatore Ferragamo (-1,92%) che sono passati rispettivamente da 2,04 a 2,00 e da 22,92 a 22,48. BREXIT, BANCHE BRITANNICHE IN FUGA Le grandi banche britanniche si preparano a trasferirsi fuori dal Regno Uniti all’inizio dell’anno prossimo per i timori crescenti generati dalla Brexit, mentre gli istituti più piccoli stanno approntando piani per farlo già prima di Natale. Lo scrive sull’Observer il capo della British Bankers’ Association (Bba) Anthony Browne. La maggior parte delle banche, all’epoca del referendum, si è schierate per rimanere nell’Unione europea. Browne ha avvertito che “il dibattito pubblico e politico al momento ci sta portando nella direzione sbagliata”. Browne ha affermato che “stabilire barriere a commercio e servizi finanziari” sarà “un ostacolo” per tutti. Tutta l’Europa, dice, soffrirà nel caso che Londra scelga una “Brexit dura”. Ha poi messo in guardia: “La maggioranza delle banche internazionali ora ha dei gruppi di lavoro per vedere quali operazioni trasferire per garantire di poter continuare a servire i clienti, la data entro cui devono farlo, e come farlo nel miglior modo possibile”. Secondo l’esperto il fenomeno sarà scaglionato ma non troppo:“molte banche più piccole pianificano di concretizzare i trasferimenti prima di Natale”, mentre “i più grandi intendono cominciare nel primo trimestre del prossimo anno”.
STERLINA, COMPRARE ORA?
STERLINA, PERCHE’ COMPRARE ORA Una settimana dopo il crash della sterlina, con il GPB/USD sceso sotto 1.2000 prima di un discreto rimbalzo, non è ancora chiaro perchè ciò sia accaduto. Possiamo pensare ad una mossa speculativa, ma qual è la ratio dietro queste vendite? In molti attualmente credono anche che sia un errore umano ad aver scatenato un crollo tanto improvviso. Le conseguenze della Brexit sono ancora tutte da valutare, anche con le banche in fuga. Anzi, sembra che persino la “Hard Brexit”, con il Regno Unito fuori dal mercato unico, costituisca ora un’opzione concretamente percorribile. L’economia del Regno Unito non crollerà. Inoltre, per la Bank of England l’attuale debolezza del pound è un elemento positivo, che sta aiutando il paese. Dopo il referendum la crescita dei prezzi delle abitazioni è scesa ai minimi da tre anni. I timori di una “Hard Brexit” mantengono la sterlina a livelli molto bassi. Pare piuttosto l’ora di investire sul lungo termine, certi che l’economia del Regno Unito non crollerà. Restiamo però cauti sul breve, in quanto un rialzo dei tassi della Fed potrebbe spingere il cable ancor più verso il basso. Un atteggiamento aggressivo della banca centrale americana potrebbe sorprendere i mercati. Tuttavia, la Fed non ha mai fatto troppo la voce grossa, alla realtà dei fatti, e quindi riteniamo ci sarà da sfruttare un buon potenziale rialzista per la Sterlina. MORGAN STANLEY: CONTI MIGLIORI DELLE PREVISIONI Nel terzo trimestre Morgan Stanley, ultimo dei colossi bancari americani a pubblicare i conti, ha superato le previsioni degli analisti, grazie alla ripresa delle attività di trading. Nei tre mesi a settembre, l’utile netto applicabile alla società è stato di circa 1,6 miliardi di dollari, 1,597 miliardi in particolare, 81 centesimi per azione, il 57% in più rispetto agli 1,018 miliardi, 48 centesimi per azione, dello stesso periodo dell’anno scorso. L’utile applicabile agli azionisti ordinari è salito del 62%, da 939 milioni a 1,518 miliardi di dollari. Il fatturato è salito a 8,909 miliardi, il 15% in più rispetto ai 7,767 miliardi dello stesso periodo dell’anno scorso. Gli analisti attendevano profitti per 63 centesimi per azione con un giro d’affari di 8,17 miliardi. Il ritorno sul capitale, misura di redditività tenuta sotto stretta osservazione, è saito dal 5,6 all’8,7%. L’amministratore delegato James Gorman, soddisfatto del fatturato record nelle gestioni patrimoniali e delle buone performance nelle attività di trading e vendita, ha fissato un obiettivo del 10% nel 2017. Ha ammesso qualche difficoltà nelle aree sottoscrizione di titoli e gestione di asset. Le spese sono rimaste sulla via giusta. In particolare, il giro d’affari da trading è salito del 29% a 2,61 miliardi, con aumenti sia nel reddito fisso sia sull’azionario, mentre quello dalle attività di consulenza è salito del 10% sul rallentamento delle operazioni di fusione e acquisizione. La divisione di gestione patrimoniale ha messo a segno profitti per 901 milioni.
ITALIA: DOPO L’ENDORSMENT DA OBAMA, C’E IL TAGLIO DI FITCH
Dopo le elezioni alla Casa Bianca del prossimo 8 novembre i riflettori degli osservatori politici internazionali si punteranno sull’Italia e sul referendum costituzionale previsto per il 4 dicembre, che vedrà messa alla prova la credibilità del premier Matteo Renzi. Il quale si sta dando molto da fare per impressionare gli indecisi che a quanto pare sono molti. Gli alleati non gli mancano: martedì 18 ottobre il presidente americano Barack Obama gli ha dedicato la sua ultima cena di stato alla Casa Bianca. Ma anche gli scettici, fioccano: è arrivato il parere dell’agenzia di rating Fitch: se vincerà il No sarà uno “choc politico” con cui il presidente del consiglio e il suo governo dovranno fare i conti. E’ proprio alla luce dell’incertezza politica e dell’aumento dei rischi al ribasso che l’agenzia ha tagliato l’outlook sull’Italia a “negativo” da “stabile” confermando il rating “BBB+”. Lo ha fatto tre giorni dopo la visita di Renzi da Obama. Fitch ricorda che nella sua analisi di aprile la campagna del Sì era in vantaggio mentre ora c’è un testa a testa tale che è difficile prevedere quale sarà l’esito della chiamata alle urne. Dunque ora gli scenari che si profilano sono non meno di tre. uno con un “governo ad interim” focalizzato nell’introdurre una nuova legge elettorale in vista delle elezioni parlamentari di metà 2017”, un altro in cui “Renzi resta in carica in una posizione politica debole” o “elezioni immediate da tenersi con la legge elettorale esistente”. Fitch sottolinea che anche nel caso in cui prevalga il Sì, “l’Italia dovrà affrontare le elezioni entro maggio 2018 con partiti populisti ed euroscettici che attualmente stanno andando bene ai sondaggi”. Comunque sia, secondo l’agenzia di rataing il referendum “aiuterebbe a creare un contesto che facilita le riforme economiche rendendo più snello il processo legislativo attraverso soprattutto la riduzione del ruolo del Senato”. A proposito dei conti pubblici, un’altra doccia fredda. Fitch ha tagliato le stime di crescita del Pil italiano nel 2016 a un +0,8% dal +1% calcolato ad aprile. Per il 2017 la stima è passata a un +0,9% da un +1,3%. Si tratta di previsioni identiche a quelle dell’Fmi. Attualmente il Pil reale italiano viene bocciato:” appena sopra il livello del 2000 e il 7% al di sotto del picco del 2007, la performance peggiore di ogni Paese dell’Eurozona fatta eccezione per la Grecia”. Fitch prevede inoltre che la crescita del Pil reale a fine 2016 risulti di un -0,6% in media contro quella del 3,1% delle nazioni con un rating pari a “BBB”. “Una crescita debole rende più difficile la riduzione del debito, dei non performing loan e della disoccupazione e rischia di aumentare il sostegno dei partiti politici populisti”. Il debito pubblico è visto da Fitch salire al 132,8% del Pil entro fine anno dal 132,3% di fine 2015, peggio del 131,8% calcolato dall’agenzia di rating di aprile. Si pensa che salirà al 133,3% del Pil nel 2017 per poi scendere gradualmente e raggiungere il 128% nel 2020.
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commodity SUCCO D’ARANCIA SPRINT, GIU’ GLI HOGS PETROLIO: PIU’ PRODUZIONE by Lorenzo Risetti MA LA DOMANDA E’ SCESA
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ell’ultima settimana il mercato delle materie prime ha chiuso con un movimento “laterale”. Il CRB Index ha difatti archiviato gli scambi a quota 189,40 punti, in calo dello 0,04%, per un +7,5% su base YTD ma in calo del 3,2% rispetto allo scorso anno. Osservando un grafico su base giornaliera, si nota come le quotazioni attualmente abbiano come prima resistenza l’area di massimo delle ultime 52 settimane (198,32 punti) e come primo supporto la media mobile a 100-giorni (186,48 punti). L’ultima settimana di scambi è risultata piuttosto contrastata per i principali sotto comparti. Il succo d’arancia (+6,40%) e i suini da macello (- 20,43%) sono stati rispettivamente la migliore e la peggiore commodity. ORO Il mercato dell’oro ha proseguito il suo movimento di recupero dai minimi degli ultimi quattro mesi attestandosi a quota 1.265,90 $/oz, in rialzo di circa tredici dollari. Rialzo in vista per l’oro. Lo pronosticano gli analisti di Franklin Templeton, precisando che la risalita dei prezzi potrebbe toccare il 15% nel 2017. La Fed sta per aumentare i tassi, ma con prudenza. Ecco dunque la sensazione che sarà facile replicare i movimenti dello scorso anno: nel corso del 2016 l’oro è salito del 19% a causa dei timori di un peggioramento della situazione economica globale. Nell’ultima settimana il future dell’oro ha recuperato lo 0,52% dopo una discesa del 3,87% nella settimana precedente. Il prezzo del metallo giallo è salito del 9,23% nell’ultimo anno. PETROLIO Passando ai petroliferi, primo contratto future in scadenza sul petrolio WTI, dopo aver avviato le contrattazioni a quota 50,23 $, si è mosso nell’intervallo di prezzo 49,47 $ - 51,93 $ (livello massimo degli ultimi quindici mesi) per poi attestarsi nel finale a quota 50,85 $ al barile, con uno sprint di di mezzo dollaro. Le quotazioni, che viaggiano al rialzo del 36,6% da inizio anno e del 12,5% su base annua, hanno mostrato come prima resistenza l’area di massimo delle ultime 52 settimane (51,67 $) e come primo supporto la media mobile a 50-giorni (47,18 $). La curva dei prezzi futures sul petrolio WTI continua a scambiare in “contango”con il 3-mesi a 51,76 $, il 6-mesi a 53,08 $ e il 12-mesi a 54,31 $. In Europa il Brent si è attestato nel finale a quota 51,78 $ al barile, in calo di diciassette centesimi, per uno spread di prezzo rispetto al WTI pari a circa un dollaro al barile. Il ministro dell’energia russo sarà in Arabia Saudita, a Riad il 22-23 ottobre per incontrare il suo omologo e discutere dei progetti comuni di ricerca scientifica, del come migliorare gli investimenti nel settore energetico dei due Paesi, compresa la produzione di petrolio, le fonti di energia rinnovabile e di altri progetti. Nel frattempo nello scorso mese di settembre, stando ai dati forniti dall’E-
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nergy Intelligence Group, la domanda mondiale di petrolio è diminuita di 700 mila barili al giorno (-0,71% m/m) attestandosi a 97,6 milioni di barili al giorno (+1,46% y/y) a fronte di un’offerta complessiva cresciuta di 1,3 milioni di barili al giorno (+1,33% m/m) per un totale di 99,2 milioni di barili al giorno (+2,27% y/y). Numeri che si traducono in una netta inversione del trend, visto e considerando il passaggio da un deficit di offerta di 400 mila barili al giorno a un eccesso di offerta di 1,6 milioni di barili al giorno. La produzione di petrolio “made in OPEC”si è attestata a 33,651 milioni di barili al giorno, in aumento di 427 mila barili al giorno rispetto al mese precedente (+1,29% m/m) per un +2,83% su base annua (+925 mila barili al giorno). La produzione di petrolio da parte dei Paesi non-OPEC si è invece attestata a 45,344 milioni di barili al giorno, in aumento di 816 mila barili al giorno rispetto al mese precedente (+1,83% m/m) e di 268 mila barili al giorno rispetto a un anno fa (+0,59% y/y). Nell’ultimo mese l’output produttivo dei Paesi appartenenti all’OPEC più rappresentativi come Arabia Saudita (32%), Iraq (13%) e Iran (11%) si è mosso in modo contrastato: in aumento di 20 mila barili al giorno quello saudita, in riduzione di 17 mila barili quello iracheno e in aumento di 27 mila barili quello iraniano. Il consueto report settimanale sulle scorte di petrolio e derivati statunitensi del Dipartimento dell’Energia USA, aggiornato al 14 ottobre, ha evidenziato quanto segue: -5,247 milioni di barili di petrolio vs estimate +2,182 milioni di barili; +2,469 milioni di barili di benzina vs estimate -903 mila barili; -1,240 milioni di barili di distillati vs stimate -1,620 milioni di barili. La capacità di utilizzo degli impianti è caduta dello 0,50% w/w vs estimate +0,03% w/w attestandosi a 85,00 punti percentuali. La produzione di petrolio è aumentata di 14 mila barili attestandosi a 8,464 milioni di barili al giorno (-6,95% y/y). Le importazioni di petrolio sono cadute di 954 mila barili per un totale pari a 6,907 milioni di barili al giorno (-7,55% y/y). Le scorte di petrolio a disposizione del popolo americano, escluso quelle strategiche (695,951 milioni di barili), si sono attestate a 468,711 milioni di barili (+5,42% y/y). I distillati, pari a 155,732 milioni di barili, evidenziano su base annua un ritmo di crescita pari al 7,40%. Il ritmo di crescita delle scorte di benzina, pari a 227,967 milioni di barili, è il più contenuto (+3,72% y/y). Fonte Baker Hughes, i pozzi attivi per l’estrazione di petrolio e di gas naturale negli Stati Uniti, nell’ultima settimana utile di rilevazione (21 ottobre), sono aumentati di 14 unità attestandosi a 553 unità, in rialzo del 2,6% w/w ma in calo di 234 unità rispetto a un anno fa (787 unità), pari a -29,7% y/y. Nel 2016 il numero massimo e minimo dei pozzi attivi è stato registrato rispettivamente in data 1 gennaio (698 unità) e in data 20 maggio (404 unità).
A A M
ALLUMINIO, LA CINA AEROSPACE, DA ROCKWELL AUMENTA L’OFFERTA COLLINS E B/E AEROSPACE NASCE UN SUPERCOLOSSO METEF 2017: SARA’ DIESEL Buon recupero a settembre per le esportazioni delle raffinerie cinesi, che hanno venduto 1, 6 milioni di tonnellate di gasolio (una variazione del 50% su base mensile). La Cina che è anche il maggior consumatore di energia mondiale, ha prodotto 3, 58 milioni di barili di gasolio nazionale, in crescita del 3%. ALLUMINIO La produzione media giornaliera di alluminio ha raggiunto a settembre un livello record, a seguito dell’aumento delle capacità in Cina, il maggiore produttore mondiale del metallo. Lo ha comunicato l’IAI (International Aluminium Institute). La produzione media giornaliera di alluminio è salita a settembre a livello globale a 164.600 tonnellate, dalle 159.800 tonnellate ad agosto. La produzione totale di alluminio primario si è attestata lo scorso mese a circa 4,94 milioni di tonnellate, in aumento dell’1,2% rispetto al settembre del 2015. La sola produzione cinese è aumentata su anno dell’1,4% a circa 2,75 milioni di tonnellate.Si tratta del più alto livello da 15 mesi. La notizia dell’aumento della produzione a livello globale ha pesato ieri sulla quotazione dell’alluminio. Il future a tre mesi ha chiuso al LME (London Metal Exchange) in ribasso dell’1,2% a $1.612 per tonnellata, ovvero ai minimi da un mese. Di prospettive del settore si parlerà molto al prossimo METEF, l’expo della tecnologia customized per l’industria dell’alluminio e dei metalli innovativi, con i saloni paralleli Metef, Foundeq, Metalriciclo e Alumotive. La fiera si sposta negli anni dispari, e la prossima edizione si terrà dal 21 al 24 Giugno 2017. La notizia è stata annunciata da Giovanni Mantovani, Direttore Generale di Veronafiere, viene incontro alle richieste delle aziende ed intende concentrare in un unico evento fieristico la specializzazione delle aziende italiane ed europee nel settore dell’industria dell’alluminio e dei metalli innovativi. In funzione di questa scelta, METEF investirà su un piano di comunicazione che prevede un’ulteriore messa a punto del progetto di METEF, orientandosi sui nuovi mercati e offrendo opportunità concrete di affari alle aziende che scelgono di investire nella prossima edizione. Per questo METEF organizzerà dal 2015 una serie di Road Show e incontri B2B in partnership con AMAFOND - Associazione Italiana dei Fornitori di Macchine, Prodotti e Servizi per la Fonderia, nei diversi mercati di riferimento con lo scopo di intensificare la promozione verso i potenziali visitatori della prossima edizione, ovvero operatori specializzati, tecnici e direttori acquisti internazionali e delegazioni istituzionali estere.
Rockwell Collins, produttore di componenti elettronici per l’industria aerea con sede a Cenar Rapids, in Iowa, ha detto di aver raggiunto l’accordo per comprare B/E Aerospace, che ha sede a Wellington, in Florida, un altro colosso specializzato nella produzione di sedili per aerei. L’operazione, come sottolinea il Wall Street Journal, andrà ad unire due dei maggiori fornitori del settore aerospaziale mondiale. Stando a quanto riporta sempre il giornale newyorchese, si tratta di un’operazione da 6,4 miliardi di dollari nella quale le azioni di B/E Aerospace verrebbero valutate circa 62 dollari, 12 dollari in più rispetto alla chiusura in borsa di venerdì. La società della Florida è una dei maggiori produttori al mondo di sedili per aeromobili e altre finiture interne, come le cambuse o cucine di bordo. Si tratta di elementi che ad oggi mancano al portafoglio di prodotti offerti da Rockwell Collins, specializzata nella produzione di elementi per la cabina di pilotaggio e altre apparecchiature elettroniche, sia per gli aerei di linea che per quelli militari. Un’operazione ancor più strategica se si pensa che Airbus e Boeing, i due maggiori produttori mondiali di aeromobili, stanno incrementando le loro produzioni per far fronte ai circa 10.000 ordini arretrati. L’accordo, come sottolinea il Wsj, arriva in un periodo di preoccupazione per gli investitori del settore aerospaziale che temono che tale aumento di produzione possa rallentare a causa delle condizioni economiche “di raffreddamento”. Allo stesso modo, si tratta di un’operazione che fa il seguito ad altri importanti fusioni o passaggi di proprietà nel settore aerospaziale. L’anno scorso, ad esempio, Lockheed Martin, ha acquistato Sikorsky Aircraft, leader mondiale nella produzione di elicotteri, per 9 miliardi di dollari mentre all’inizio di questo mese, Commercial Investment Trust Group, conglomerato americano con asset da 65 miliardi di dollari, ha accettato di vendere la sua attività linea aerea commerciale ai cinesi di HNA Group per circa 4 miliardi. ARGENTO Intanto, sul Comex, i futures dell’argento con consegna a dicembre si sono attestati lo scorso venerdì a 17,53 dollari l’oncia troy. Anche l’argento sta mostrando una risalita dei prezzi, con aumento della domanda per utilizzo industriale. Nell’ultima ottava si sono registrati i livelli maggiori rispetto alle ultime due settimane. Gli investitori sull’argento seguono i dati della produzione industriale tedesca e l’andamento dell’indice iShares Silver Trust. ACCIAIO: LIEVE ARRETRAMENTO PER DANIELI I vertici di Danieli hanno fornito alcune stime per l’esercizio 2016/2017. La società prevede di chiudere il bilancio con ricavi compresi tra i 2,35 miliardi e i 2,5 miliardi di euro, rispetto ai 2,51 miliardi ottenuti nello scorso esercizio.
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PRODOTTI AGRICOLI
CAFFE’, ROBUSTA IN RALLY MONSANTO FRA LE TOP DI FORTUNE
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ettimana dominata, tra le commodity agricole, dalla situazione stagnante della soia e dalle difficoltà riscosse dai cereali, ancora in preda a forti ribassi. Impennata di prezzi invece per il caffè. CAFFE’ del caffè, con i prezzi del caffè robusta pià elevati rispetto a quelli dell’Arabica. Il 2017 sarà un anno di forte preoccupazione per i raccolti, soprattutto in Brasile nelle zone di Espirito Santo e Rondonia. Il calo produttivo riguarderà soprattutto la varietà Robusta, che già oggi supera i 500 real per bag. Secondo le stme delle associazioni di produttori e dei maggiori istituti come CNC, Conab e Procafè che monitorano la commodity, quest’anno non si dovrebbero superare i 39 milioni di bag, in luogo dei 49 milioni totalizzati lo scorso anno. Per quanto riguarda la varietà Arabica, le previsioni mondiali sono di un raccolto non superiore a 28-32 milioni di bags. Per la varietà Robusta si scenderà nel 2017 a 8 milioni di bags, un calo modesto se si considerano gli 8,35 milioni di bags di quest’anno. La cifra si fa sentire invece rispetto agli 11 milioni di bags del 2015. FRUMENTO L’offensiva commerciale statunitense sul frumento prosegue, gli Usa potrebbero chiudere la campagna di vendita con un aumento degli affari del 26%, con 26.5 milioni di tonnellate vendute. I prezzi bassi, che ora veleggiano sui 400 dollari al bushel, attirano gli operatori del settore di specifiche aree come l’America Latina e l’Asia. Sono previsti ordini anche dal Nord Africa a causa di problemi di qualità del prodotto in Unione Europea. Fra i sicuri acquirenti del frumento americano restano comunque nazioni come le Filippine, il Messico, il Giappone, il Brasile, l’Indonesia e l’Algeria. MAIS Il governo cinese sta modoficando radicalmente le sue strategie rispetto al mercato del mais. Intanto ha interrotto le aste sul mais, che andavano a negoziare i quantitativi stoccati nei magazzini statali e ha incoraggiato gli operatori ad attingere direttamente dai produttori. Lo ha reso noto nei giorni scorsi il National Grain Trade Center. La sospensione si protrarrà sino al prosismo mese di maggio 2017. La misura è volta alla necessità di non accumulare ulteriori scorte, visto quelle attuali stoccate nei magazzini statali, pari a 200 milioni di tonnellate.
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MONSANTO TRA LE 25 AZIENDE TOP DOVE LAVORARE C’è la società Monsanto, un’azienda multinazionale di biotecnologie agrarie, con circa 18 000 dipendenti e un fatturato di circa 15 miliardi di dollari tra le prime 25 società al mondo dove si lavora meglio. Al non posto in classifica, produce mezzi tecnici per l’agricoltura, è nota nel settore della produzione di sementi transgeniche e, da marzo 2005, dopo l’acquisizione della Seminis Inc, è anche il maggior produttore mondiale di sementi convenzionali. La classifica di Fortune vede per il quarto anno di fila Google ad occupare la prima posizione della lista delle 25 migliori aziende in cui lavorare. La classifica si basa su migliaia di interviste a impiegati di centinaia di societa’ in tutto il mondo. Al secondo posto c’e’ SAS, gruppo che si occupa di sviluppo software, mentre al terzo chiude il podio un’altra azienda americana, la W.L. Gore che come SAS ha intorno ai 10.000 dipendenti (nulla a confronto dei 56.000 di Google) e si occupa di tessuti: e’ il produttore di Gore-Tex. Nei primi dieci posti ci sono anche il colosso della telefonia spagnolo, Telefonica, al quinto posto, Microsoft al settimo, la banca spagnola BBVA all’ottavo. Al decimo posto si piazza American Express. Tre le catene di hotel presenti nei 25: Marriott International (11esimo posto) e Accor (18esimo posto) e Hyatt Hotels (19esimo posto). Il gruppo che produce Autocad, Autodesk, e’ al 14esimo posto mentre Cisco si trova al 15esimo. C’e’ solo una casa farmaceutica, la danese Novo Nordisk, al 25esimo posto e solo una catena di abbigliamento, H&M, al 24esimo. Il produttore di alcolici Diageo (Guinness, Johnnie Walker...) occupa la diciassettesima posizione, mentre Mars, colosso dolciario, e’ alla 20esima . CIBUS TECH, LA FIERA DELLE TECNOLOGIE PER L’ALIMENTARE Seicento nuovi prodotti, 1200 espositori e 1000 chief technology officer provenienti da 75 nazioni. Cibus Tec, dal 25 al 28 ottobre a Parma, è la fiera che celebra l’eccellenza nel settore alimentare di oggi e domani. La 51° edizione sancisce l’inizioe della partnership con la fiera di Colonia, una delle principali piattaforme mondiali. Ai visitatori si propone il meglio del meccano alimentare, dall’automazione all’ecopackaging, dai materiali all’hi-tech, fion ai modelli alternativi di business. L’agenda prevede 11 workshop internazionali in cui si confronteranno fondi di investimento, imprenditori e università. Saranno mostrate tre linee di produzione e funzionamento 4.0 funzionanti. Il 95% dei 1200 espositori era presente anche all’ultima edizione. Son aumentati del 20% gli ospiti stranieri. In aumento risultano anche i buyer in arrivo da tutto il mndo, con un forte consolidamento nei mercati internazionali. La fiera Cibus Tech si conferma dunque non solo un salone di proposte di impianti per l’industria conserviera e per il confezionamento, ma anche una importante piattaforma di business e di scambio, di condivisione e di conoscenza.
Lavazza pronta a crescere con acquisizioni AGROFOOD
RISTORAZIONE & CO
McDonald’s batte le stime, + 3,3%
Ha 121 anni ma non li dimostra. Lavazza, la storica industria del caffè con sede a Torino, accende di nuovo i motori e si prepara, nei prossimi cinque anni, a realizzare una crescita esterna per acquisizioni e una crescita interna puntando sull’innovazione. Il primo produttore nazionaledi caffè, con una quota di mercato in Italia del 44%, “ha la forza finanziaria per diventare uno dei principali player nel consolidamento” di una industria che genera globalmente 80 miliardi di dollari di ricavi . Giuseppe Lavazza, vice presidente del gruppo conferma che il gruppo sta valutando molto ogni tipo di opzione. La società ha liquidità e forza finanziaria per diventare uno dei player più dinamici del mercato del caffè a livello globale. Presente al Gala della National Italian American Foundation, dove è stato uno degli ospiti premiati a Washington DC il 15 ottobre scorso, Giuseppe Lavazza parla di crescita strategica e organica. Il colosso delle miscele “qualità rossa” e “qualità oro”, presente anche nel segmento delle macchine espresso per casa e ufficio, lo scorso anno ha comprato il brand danese Merrild da D.E. Master Blenders, ha acquisito il suo distributore in Australia e ha comprato anche lo storico brand francese Carte Noire. Queste operazioni sui mercati europeo e australiano sono state finanziate in parte dalla vendita della quota di Lavazza nel gruppo americano Keurig Green Mountain, con cui i torinesi conservano però una proficua partnership industriale. Giuseppe Lavazza, rappresenta la quarta generazione della famiglia che ha fondato la società nel 1895. Il gruppo oggi ha una quota di mercato maggioritaria (44%) del mercato retail italiano. Dunque non è illogico guardare agli Usa, un mercato con un potenziale di crescita enorme. “Gli Stati Uniti sono il terzo mercato mondiale per il caffè, dopo Francia e Germania. Ma potrebbero anche diventare il mercato numero uno nel futuro spiega il manager, entrato in Lavazza nel 1991 per diventarne vice presidente otto anni fa. Giuseppe Lavazza punta dunque fortemente sull’identità dell’azienda per cavalcare l’espansione. Lo scorso anno ha persino mandato il primo caffè espresso “nello spazio” a Samantha Cristoforetti, con un progetto per preparare la celebre bevanda in orbita. Oggi la Lavazza azienda punta a raggiungere ricavi da 2 miliardi di euro entro il 2020. Con una parola d’ordine: la sostenibilità ambientale, un trend che sta ridefinendo l’intera industria agroalimentare, inclusa la filiera del caffè, come sottolineato nei giorni scorsi anche al forum Aidepi di Milano, con un outlook dedicato al caffè messo a punto dagli analisti della società di consulenza Aretè.
Meno hamburger e più breakfast. Così McDonald’s batte le stime degli analisti e chiude il terzo trimestre dell’anno con utili superiori alle stime e una crescita solida delle vendite nei ristoranti aperti da almeno un anno. Un dato che sostiene il titolo dopo un calo del 13% registrato negli ultimi tre mesi. Nel dettaglio dei conti, il colosso del fast food ha registrato utili per 1,28 miliardi di dollari (1,3 miliardi nello stesso periodo del 2015), mentre i profitti per azione sono saliti di 10 centesimi a 1,5 dollari oltre quota 1,48 dollari attesa dal mercato. I ricavi hanno raggiunto i 6,42 miliardi, un ribasso del 2,9% dai 6,61 miliardi del terzo trimestre del 2015 ma oltre i 6,28 miliardi calcolati dagli analisti. Nei punti vendita aperti da almeno un anno, il fatturato globale è cresciuto del 3,5%; anche in questo caso le previsioni - ferme a un +1,5% - sono state superate. Nei soli Stati Uniti il rialzo è stato dell’1,3% contro un consenso per un +1,2%. Sul piano internazionale c’è stato un +3,3%, riflesso del buon andamento del Regno Unito e dei risultati positivi in Australia, Canada e Germania. “I risultati del terzo trimestre, inclusi il quinto trimestre consecutivo di vendite positive e il miglioramento della redditività dei ristoranti, sono il testamento del progresso che stiamo facendo per soddisfare le esigenze delle dinamiche odierne della clientela”, ha dichiarato in una nota Steve Easterbrook, amministratore delegato e presidente del gruppo.
UN BUY SU MARR
Buone notizie per Marr. Gli analisti di Kepler Cheuvreux che seguono il titolo vedono una crescita dell’Ebitda e dell’Eps nel terzo trimestre pari al 6%. In virtù di queste previsioni il broker francese ha confermato la raccomandazione Buy e il target price a 20 euro.
RISO, QUOTAZIONI ANCORA IN AUMENTO
Prezzi ancora in rialzo per le varietà più pregiate di risoni nazionali. La settimana è iniziata alla Borsa Merci di Verona con il Vialone Nano schizzato a 560 euro la tonnellata (+40% in otto giorni) e i Carnaroli a 510 euro (+10%). Al mercato di Mortara, la quotazione del Carnaroli è salita a 475, 515 euro, guadagnando 15 euro rispetto alla settimana precedente, mentre il Vialone nano ha quotato 530-580 euro, un livello che, a quasi due mesi dall’avvio del raccolto, rappresenta il prezzo nazionale più elevato. Buon livello di quotazioni anche per le vareità trattate a Bologna, con la varietà Arborio-Volano volata a 480-500 euro la tonnellata (+20) e mentre a Mantova il Vialone Nano ha quotato 510-560 euro. Il Vialone Nano a Milano ha fatto segnare un aumento di 25 euro. Mercati stabili invece a Vercelli, dove il Carnaroli è rimasto fermo a quota 450-520 euro, calma piatta a Novara, dove per il Carnaroli non si sono superati i 460-500 euro a tonnellata.
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