ARENA Arena Lifestyle - supplemento del settimanale on line Commodity World Weekly - Anno I II n.. 32 12 /2017 registr. al Tribunale di Pavia n. 673 dell’11/5/2007
foto concessa dal Maestro Sipari di Pescasseroli
Rivista mensile web a distribuzione gratuita, supplemento di Commodity World Weekly. Prodotta e diretta da Katia Ferri Melzi d’Eril www.katiaferri.com
WEB MAGAZINE ANNO III N. 32 DICEMBRE 2017/ GENNAIO 2018
LIFESTYLE
RICCARDO CHAILLY MYUNG -WHUN CHUNG JACOPO SIPARI DI PESCASSEROLI MATTEO BELTRAMI
OPERA! KATIA FERRI MELZI D’ERIL
EDITORIALE di Katia Ferri Melzi d’Eril
L
a cover story di dicembre edicata alla musica lirica è una tradizione che vogliamo ripetere e potenziare. Prima Chailly, poi la Netrebko: ecco ora in copertina l’eclettico direttore d’orchestra Jacopo Sipari di Pescasseroli, che sa infiammare, entusiasmare le platee mondiali con la sua carica e la sua passione, anche quando dirige l’opera lirica, un genere dove tradizionalmente il direttore d’ orchestra si ascolta ma certo distratti da tenori e soprani sul palco, che sono passati al vaglio severissimo dei critici, allle prime. A proposito di prime, è stata straordinaria quella dell’ Andrea Chenier al Teatro alla Scala, diretta da Riccardo Chailly, con regia di Mario Martone e la partecipazione di meravigliosi cantanti fra cui Anna Netrebko. Entusiamante anche quella alla Fenice del Ballo in Maschera, con direzione firmata Chung e scenografie molto spettacolari che ci hanno trasportato oltreoceano. Belle anche le programmazioni in piccoli teatri come il Coccia a Novara. Abbiamo voluto però raccontare le emozioni del palcoscenico anche con altri protagonisti di questo mondo, per esempio con il regista Renato Bonajuto e con la cantante e regista Giovanna Nocetti, fondatrice della Kikko Music e talent scout di cantanti lirici. Dicembre, mese top delle feste, ci ha portato per l’Immacolata nel cuore della Toscana, alla Villa La Fernanda di Artimino, allo scintillante party della Chaine Rotissier. Un evento dove abbiamo potuto conoscere nuove eccellenze italiane: maison di alta moda, calzature, orologi e gioielli da indossare ai party di Natale in città o in montagna, tra i vigneti o al caldo e al mare del Kenya, tra le dune del Deserto Bianco e tra le nevi immacolate dei ghiacci del Polo. Dove ormai si può dormire confortatissimi, dentro un igloo ricoperto di ghiaccio ma attrezzato come una soffice alcova. Fra le piacevolezze di stagione, non dimenticate una buona scorta di bollicine (champagne o spumante, come volete) per brindare con parenti e amici. E una buona scorta di panettoni e pandori, magari assaggiando anche quest’anno i migliori, pluripremiati dalle guide e dai contest di pasticceria. Anche senza per forza farsi tentare da quelli ai fichi, alle albicocche e zenzero, alle pere e cioccolato, al peperoncino e chi piu’ ne ha, piu’ ne metta. Il migliore è sempre il classico. E tra quelli ‘industrial’ secondo me, quest’anno ‘ci sta’ anche una fetta di Melegatti (pandoro o panettone, va bene tutto): perchè appena lo mettete nel carrello allungate la vita a un bel gruppo di lavoratori di quell’ azienda, che altrimenti fra poco si troverebbero in cassa integrazione o peggio ancora licenziati. Insomma, intervenite: così poi mangiamo anche la colomba pasquale..
Qui sopra, notte in igloo al Polo Nord. In alto, il Maestro Jacopo Sipari di Pescasseroli, che ha continuato a scrivermi durante i miei giorni di impaginazione e i suoi giorni di viaggio da Roma a Managua, via Madrid. Ecco l’ultima recensione, sui giornali di Doha, dopo il gala su Puccini: “Il giovane direttore Jacopo Sipari di Pescasseroli ha impressionato la platea lavorando con il soprano Silvana Froli e l’orchestra del Qatar, una delle più grandi al mondo, come se l’avesse diretta da tanto tempo. Il maestro ha condotto con eccezionale carisma ed energia”.
ARENA LIFESTYLE anno II° n. 32 dicembre/gennaio 2018 -Editore e Direttore responsabile: Katia Ferri Melzi d’Eril Supplemento gratuito mensile del settimanale web Commodity World Weelkly - Registr. Tribunale di Pavia n.673 17/5/2007 Redazione: Villa Melzi d’Eril, via Colombarone 13, Belgioioso PV - Italia Contributors di questo numero: Sebastiano Calà, Valeria Frattini, Vittoria Risetti (stagisti) Contatti: katiaferri@hotmail.com, Facebook: Katia Ferri Melzi d’Eril - Tutti i diritti riservati
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SOMMARIO
4/ EDITORIALE di Katia Ferri Melzi d’Eril
DICEMBRE 2017
5/ SOMMARIO DICEMBRE 2017
32-33 /MUSICA- LIBRI Le novità da regalare a Natale
6-7/TREND Super ricchi, sono sempre più giovani
34-35 /CAPODANNO AL MARE Dalle Canarie al Kenia, i viaggi imperdibili
8-13/ OMNIBUS MOSTRE INVERNO 2017
36-39 /CAPODANNO AL POLO Anno nuovo in un igloo o con le renne
14-15/FOCUS ARTE Il Poldi Pezzoli si allarga
40-41 / BRINDISI NEL DESERTO BIANCO Fine d’anno in un’ oasi, con i beduini
16-29/ COVER STORY: OPERA! Sipari di Pescasseroli, Giovanna Nocetti
42-43/ WINE, FOOD Di Cenone in Cenone, con tanti brindisi
20-21/ TOP NIGHTLIFE: OPERA PARTY
44-47/FASHION Capodanno in outfit corto
22-29 /COVER STORY: OPERA! Protagonisti sul palcoscenico, nel golfo mistico e nel backstage
48-49/ CHRISTMAS PARTY IN TOSCANA Il party della Chaine Rotissier ad Artimino
30-31/ CINEMA I cinepanettoni di Natale
50-53/ PROFUMI Scient of Christmas, quali indossare a Natale 5
Arena Lifestyle 12/17- TREND: I paperoni under 30
SUPER RICCHI, SONO SEMPRE PIU’ GIOVANI
Alexandra Andersen (a sinistra) con la sorella Katharina (21 anni). Hanno ricevuto dal padre il controllo della società di famiglia, la Ferd. Ora entrambe le sorelle posseggono una grande quota della holding (di cui il padre è pure socio), un agglomerato di fondi di investimento. Tra le più ricche ereditiere nel mondo, è seguita a ruota da Gustav Magnar Witzoe, 23 anni, che possiede il 47% di Salmar.
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i chiude un anno di minima ripresa per l’Italia, di esplosione del lavoro a tempo determinato, di diminuzione delle coperture sanitarie, di aumento della criminalità dovuta a povertà, immigrazione, perdita di valori. Aumentano però anche i giovani che fuggono all’estero. Un anno in cui i nostri talenti sono andati a cercar fortuna, ad ingrossare le fila di aziende, di multinazionali, di tante realtà estere di vecchia e nuova concezione. Sì, anche create da giovani under trenta e quaranta come i nostri disillusi transfughi, che hanno ottenuto maggior credito e maggior ascolto altrove e oggi sono ben piazzati nelle aziende dei talenti junior, diventati dei giganti del business. La rivista Forbes è andata a cercarli, i giovani di successo self made che altrove hanno potuto creare un impero dal niente (tranne qualcuno) e ha stilato una classifica. Ci sono le new entry nel mercato immobiliare, chi ha scoperto tecnologie prima sconosciute, chi ha creato una fortuna nell’alimentare, nel settore dell’informatica, nella moda. E chi ha semplicemente ereditato, ma con volontà e passione, per proseguire l’attività di famiglia.
Partiamo con Yvon Chouinard: è il fondatore e proprietario della società di abbigliamento sportivo Patagonia, uno dei marchi più apprezzati da chi va in montagna. Ci sono poi i sorprendenti fratelli Collison. Jonh, 26 anni, e Patrick, 28 anni, sono i fondatori di Stripe, una società di pagamenti online. Una startup che è diventata in pochi anni una società tecnologia che opera in oltre 25 paesi. Il loro business cresce, i due fratelli l’ hanno perfezionato rendendo i pagamenti più sicuri e integrandoli con un sistema che previene le frodi online. I due hanno accumulato una fortuna di 1,1 miliardi di dollari ognuno e sono tra i più giovani miliardari self-made del mondo, accanto ad altri 195 super ricchi, di cui ben 56 sono under 40 nel 2017( erano 66 nel 2016). Quest’anno, guardando all’evoluzione della classifica, sono cresciuti soprattutto i giovani imprenditori self-made, vale a dire i millennials che devono la propria fortuna a loro stessi, sono trenta e uno di loro è una donna. Il settore in cui questi giovani miliardari investono di più è quel-
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I paperoni under 30 -TREND -Arena Lifestyle 12/2017
lo della tecnologia: 23 dei 56 super ricchi hanno saputo creare la propria ricchezza a partire da investimenti o da scoperte in questo ambito. Segue, non a caso, il settore sanitario. La persona più giovane della classifica è, per il secondo anno consecutivo, la ventenne Alexandra Andresen. Ma non si può proprio dire che si è fatta da sè: un decennio fa, nel 2007, la ragazza ha ricevuto infatti una superdote dal padre, Johan F. Andersen, una cospicua parte del patrimonio di famiglia. In questo modo, Alexandra Andersen e poi anche sua sorella Khatarina sono diventate delle super miliardarie da classifica. L’eredità deriva da un antico antenato, una sorta di trisavolo, che fondò un’azienda produttrice di sigarette. Nel 2005 questa è stata venduta, ma il patrimonio è stato ancora moltiplicato, per via di ottimi investimenti in ambito immobiliare. È entrata per la prima volta nella classifica di Forbes nel 2016. In quell’anno, assieme alla sorella ventunenne ha ricevuto dal padre il controllo della società di famiglia, la Fed Holding. Ora entrambe le sorelle posseggono una grande quota di Ferd (di cui il padre è proprietario), un agglomerato di fondi di investimento. Alexandra era già stata proclamata, nel 2015, la persona più ricca di Oslo, ma non era molto conosciuta prima di diventare ricca; la sua notorietà è schizzata quando, per via della legge norvegese, la sua dichiarazione dei redditi è stata pubblicata e ne hanno scritto tutti i giornali. Centinaia di persone hanno visualizzato i suoi profili social e le sono state inviate numerosissime richieste di amicizia su Facebook. “Ne ho ricevute circa cinquecento nel giro di poche ore” – il commento della ragazza, che ovviamente non era abituata a questa clamorosa popolarità. Sempre in Norvegia abbiamo Gustav Magnar Witzoe, 23 anni, 1,6 miliardi: Gustav è il più giovane miliardario norvegese e possiede il 47% di Salmar, l’azienda fondata dal padre che produce e commercializza salmone in tutto il mondo. Gustav
però, in attesa che il padre si faccia da parte, si dedica anche a investimenti nel settore immobiliare e nelle startup tecnologiche. Se al criterio dell’età si sostituisce quello della ricchezza, si scopre che l’under 40 che se la passa meglio è, per l’ennesima volta, Mark Zuckerberg, 32 anni. Il fondatore di Facebook detiene infatti un quarto della ricchezza totale di tutti i giovani miliardari ed è anche nella classifica generale di Forbes, si presenta come la quinta persona più ricca del mondo, pur avendo 20 anni di meno rispetto ai primi cinque super paperoni della classifica totale. Volando in Cina troviamo Zhou Yifeng (38 anni, 1 miliardo di patrimonio) che presiede la società energetica Oriental Energy Co. Mentre la più ricca under 40 è l’ereditiera cinese Yang Huiyan (35 anni, 11,7 miliardi) che nel 2007 ha ricevuto dal padre una quota del 55% della società familiare. Molti adolescenti amano Snapchat, l’app che consente di inviare messaggi, foto e video visualizzabili solo per 24 ore. L’ha fondata Evan Spiegel, 26 anni, 4 miliardi di dollari di patrimoniol. La società nata nel 2011 vale oggi 18 miliardi di dollari. Wang Han, 29 anni, 1,3 miliardi: La fortuna di Wan Han proviene dalle quote della compagnia aerea cinese Juneyao Air che ha ereditato dal padre Wang Junyao. Han investe, inoltre, in retail, cultura, cibo ed educazione. Passiamo ora al settore salute: Ludwig Theodor Braun, 27 anni, 1,1 miliardi, è il figlio più giovane di Ludwig Georg Braun, l’uomo che ha reso la B. Braun Melsungen una delle più grandi aziende produttrici di prodotti medicali. Ludwig Theodor detiene ad ora l’11,7% della società di famiglia che ha un fatturato annuo di circa 6,5 miliardi di dollari. In classifica c’è anche un altro membro di questa famiglia, Eva Maria Braun-Luedicke, 30 anni, 1,3 miliardi: è infatti la figlia della cugina del padre di Ludwig Theodor Braun. La madre di Eva siede nel consiglio di sorveglianza della società mentre la figlia possiede l’11,7% della società.
LUKAS WALTON 30 anni, 11,3 miliardi: È il nipote di Sam Walton, il fondatore di Wal-Mart e ha ereditato la sua fortuna dopo che il padre John è morto in un incidente aereo nel 2005. Schivo e riservato, di lui si sa molto poco. La stampa americana scrive soprattutto delle sue azioni filantropiche. ALEJANDRO SANTO DOMINGO III 31 anni, 2,4 miliardi: Si diverte a fare il dj a New York, ma non è da lì che arrivano i suoi 2,4 miliardi di dollari. Il suo cognome è conosciuto infatti in tutto il mondo per la birra Bavaria prima e la SABMiller La sua famiglia ha anche partecipazioni in una banca dell’America Latina, in una televisione e in una catena alberghiera. NATHAN BLECHARCZYK, 33 anni 3,8 miliardi: sicuramente utilizzate i suoi servizi ma non sapete che è uno dei co-fondatori e chief technology officer di Airbnb, il servizio di stanza e case a noleggio utilizzato da circa 60 milioni di ospiti dal 2008 a oggi. Gli altri fondatori, entrambi con una fortuna del valore di 3,8 miliardi di dollari, sono Brian Chesky, 35 anni, e Joe Gebbia, 35 anni. CAROLINE HAGEN KJOS 33 anni, 2,5 miliardi: nel 2014 è diventata prima azionista (con il 97,5%) e presidente di Canica, la holding della famiglia svizzera che detiene numerose partecipazioni in diverse società. Ha ereditato la fortuna del padre, che negli anni ’70 fondò i supermercati Rimi.
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Qui sopra Alejandro Santo Domingo III: con la sua famiglia controlla la birra Bavaria e la SabMiiller.
Arena Lifestyle 12/17- OMNIBUS MOSTRE
Dicembre 2017 Casalmaggiore
Città di Castello
GIUSEPPE DIOTTI (1779-1846) - FINO AL 28/1/2018 Fino al 28 gennaio 2018, a Casalmaggiore (CR), nel Museo Diotti, all’interno del palazzo ottocentesco che fu dimora e studio dell’artista si tiene la mostra dedicata a Giuseppe Diotti, protagonista della pittura tardo neoclassica, sensibile alle istanze del Purismo e interprete originale del Romanticismo storico. Alla mostra saranno presenti un centinaio di opere provenienti dai più importanti musei lombardi, come la Pinacoteca di Brera, il Museo Civico Ala Ponzone di Cremona, l’Accademia Carrara di Bergamo, i Musei Civici di Brescia, i Musei Civici di Pavia, il Museo Civico di Lodi. L’obiettivo principale del percorso espositivo per tematiche è ricostruire con precisione l’intera vicenda biografica dell’artista. Una specifica sezione approfondirà il tema dantesco di “Ugolino nella torre”, in un confronto fra le diverse versioni del Diotti e quelle di artisti contemporanei, come Palagi, Sabatelli, Massacra, sul crinale fra Neoclassismo e Romanticismo. Sarà allestita nella più ampia sala del Palazzo Diotti una collezione d’arte che di dipinti e oggetti d’arte formata nei decenni trascorsi a Bergamo. A chiudere il percorso ci sarà una sezione documentaria sulla fortuna dell’artista nella sua epoca, con stampe di traduzione, libri e periodici. Il percorso a Casalmaggiore condurrà all’interno del Palazzo Municipale, nella chiesa di Santo Stefano, nel Palazzo Favagrossa e nel villino Diotti di Rivarolo del Re; quello lombardo, toccherà le località in cui Diotti operò nel corso della sua vita, lungo l’asse Casalmaggiore-Cremona-Bergamo, con appendici a Lodi, nelle valli bergamasche, sul lago d’Iseo e a Brescia.
LE TRAME DI GIORGIONE - FINO AL 4 /3/2018 Fino al 4 marzo 2018 si terrà a Castelfranco Veneto (TV), presso gli ambienti del Museo Casa Giorgione, la mostra “Le trame di Giorgione” il cui punto di partenza sarà la “Pala di Castelfranco”, capolavoro primo di Giorgione. “Le trame di Giorgione” si presenta come una mostra affascinante e coinvolgente, ricchissima di capolavori, di storia dell’arte e di storia del tessuto, fino ad arrivare a comporre una originale storia del costume. L’intera mostra fa volutamente riferimento al solo territorio della Serenissima che, all’epoca, estendeva il suo dominio tra l’Egeo e la Lombardia orientale. Accanto ai ritratti, come in tutte le sezioni della mostra, è possibile ammirare preziosi esemplari di tessuti d’epoca. Anche nel nucleo successivo dedicato al Seicento, il lusso si pone come fattore di distinzione identificato dall’impiego di materiali e di manifatture di grande pregio e di altissimo costo. L’ultimo nucleo a raccontare la storia della manifattura tessile veneziana, in un percorso ancora una volta sviluppato tra arte e raffinato artigianato, è quello dedicato al ‘700. Qui, ancora accanto ai ritratti, viene esibita la prestigiosa collezione tessile settecentesca del Duomo di Castelfranco, insieme con abiti, corpetti, guanti e borsette dell’epoca, provenienti da Palazzo Mocenigo a Venezia.Usciti dal Museo, il percorso raggiunge i “luoghi di Giorgione” nell’antico centro cittadino: il Duomo, la Torre Civica, lo Studiolo di Vicolo dei Vetri, la Casa Costanzo, la Casa Barbarella.
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OMNIBUS MOSTRE -Arena Lifestyle 12/17
L’ADORAZIONE DEI PASTORI DI PERUGINO Il capolavoro per Milano 2017 sarà “l’Adorazione dei pastori del Perugino”, una tavola di grandi dimensioni proveniente dalla Galleria Nazionale dell’Umbria di Perugia, ospitato fino al 28 gennaio 2018, al Museo Diocesano Carlo Maria Martini di Milano. L’opera è il capolavoro indiscusso della maturità di Pietro Vannucci, detto il Perugino e fa parte di un polittico eseguito per la chiesa di sant’Agostino a Perugia, su commissione dei frati agostiniani nel 1502. Si trattava infatti di una grandiosa pala d’altare, a più scomparti e su più registri, che doveva essere alta più di otto metri e che era formata da oltre trenta tavole. Il progetto di allestimento, curato dall’arch. Alessandro Colombo dello Studio Cerri & Associati, cercherà di suggerire lo spazio architettonico a cui era destinata l’opera e di rievocare il grandioso polittico di cui era parte.
Catania
Pistoia
FINO AL 20/5/ 2018
DA GIOTTO A DE CHIRICO - I TESORI NASCOSTI Fino al 20 maggio 2018 il Castello Ursino di Catania ospita “Da Giotto a de Chirico - I Tesori nascosti”. La mostra, a cura di Vittorio Sgarbi, è un progetto di Contemplazioni e offre al visitatore un’ampia panoramica sui soggetti affrontati dagli artisti, da quello sacro alle raffigurazioni allegoriche e mitologiche, dal genere del ritratto a quelli del paesaggio e della natura morta. L’obiettivo di questa grande esposizione è raccontare attraverso preziosi tesori “nascosti” lo svolgimento della storia dell’arte italiana, da Giotto a Giorgio de Chirico. La mostra nasce dal desiderio di illustrare, attraverso una ragionata selezione, il Tesoro d’Italia “nascosto e protetto” nelle più importanti raccolte private italiane in un arco temporale di oltre sette secoli, dalla fine del Duecento alla metà del Novecento. La mostra. La “Madonna” di Giotto e due teste muliebri marmoree, prime sculture “italiane” riferite a un maestro federiciano della metà del Duecento, aprono la straordinaria galleria, dove sono raccolti molti altri capolavori e tante altre opere della pittura del Settecento. Si tratta, di una mostra di particolare interesse, per diverse ragioni. Innanzitutto, perché mette insieme capolavori di alcuni dei più grandi artisti in assoluto (Giotto, Caravaggio, Ribera, soltanto per ricordarne alcuni), opere difficilmente accessibili perché provenienti da collezioni private, e così tutte insieme e secondo perché tutti, cittadini e turisti (presenti in città sino alla prossima tarda primavera), avranno modo di poter godere di un numero così rilevante di opere, circa 150.
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FINO AL 7/1/ 2018
ATTORNO ALL’OPERA Fino al 07 gennaio 2018 al Museo Civico di Pistoia, nel trecentesco Palazzo Comunale in Piazza del Duomo, varrà inaugurata la mostra “Attorno all’opera: la presentazione di Gesù al Tempio di Anton Domenico Gabbiani. Il progetto espositivo costituisce l’occasione per promuovere, nell’anno in cui Pistoia è Capitale Italiana della Cultura, la conoscenza dell’arte seicentesca e settecentesca, ampiamente presente nella città toscana. L’esposizione, curata da Riccardo Spinelli, facendo perno sul capolavoro del Gabbiani, mira a valorizzare l’importanza della cultura tardo-barocca fiorentina e romana a Pistoia. In mostra anche un’opera del napoletano Jacopo Del Po, Riposo durante la fuga in Egitto (1675 – 1676) e due pale della chiesa delle benedettine, restaurate per l’occasione: Nascita della Vergine (1712) di Alessandro Gherardini e l’Annunciazione (1710 – 1716) di Benedetto Luti, allievo di Gabbiani.
Arena Lifestyle 12 /17- OMNIBUS MOSTRE
ROMA : MONET. CAPOLAVORI DAL MUSÉE MARMOTTAN MONET DI PARIGI Fino all’11 febbraio 2018 si terrà a Roma l’esposizione, curata da Marianne Mathieu che presenta circa sessanta opere del padre dell’Impressionismo. Si tratta di opere provenienti dal Musée Marmottan Monet - che nel 2016 ha festeggiato gli 80 anni di vita - testimonianza del suo percorso artistico, ma soprattutto dell’artista medesimo. Si tratta infatti delle opere che Monet conservava nella sua ultima dimora di Giverny e che il figlio Michel donò al museo. Dai primissimi lavori, le celebri caricature della fine degli anni 50 dell’800, attraverso i paesaggi rurali e urbani di Londra, Parigi, Vétheuil, Pourville, ai ritratti dei figli, alle tele dedicate agli amati fiori del suo giardino (rose, glicini, agapanti) fino alla inquietante modernità dei salici piangenti, del viale delle rose o del ponticello giapponese, per arrivare alle monumentali Ninfee e Glicini.
Catania
FINO AL 18/2/2017
Roma
FINO AL 17/12/2017
VIVIAN MAIER. UNA FOTOGRAFA RITROVATA
DA IO A NOI. LA CITTÀ SENZA CONFINI
Fino al18 febbraio 2018 dopo il classicismo di Chagall e l’arte psichedelica di Escher, Catania ospita un’artista che con la sua fotografia ha conquistato il mondo: Vivian Maier. Gli spazi espositivi della Fondazione Puglisi Cosentino ospiteranno una delle più complete rassegne dedicate alla grande fotografa statunitense: con oltre 120 fotografie in bianco e nero realizzate tra gli anni Cinquanta e Sessanta, una selezione di immagini a colori scattate negli anni Settanta e alcuni filmati in super 8. Vivian Maier. Vivian Mayer realizzò un enorme numero di immagini potenti, di grande bellezza senza mai mostrarle a nessuno, ha tentato di conservarle per molto tempo come il bene più prezioso. Attraverso scorci e scene di New York e Chicago (città in cui visse la Maier), ma anche istantanee di piccoli dettagli, particolari e imperfezioni il grande pubblico ha così la possibilità di conoscere il carattere discreto seppur deciso e intransigente di un’artista unica. Tra i suoi soggetti prediletti anche bambini e anziani; fugaci momenti di vita e di strada; città e abitanti in un momento di fervido cambiamento sociale e culturale.
Fino al 17 dicembre 2017 il Palazzo del Quirinale ospita per la prima volta una mostra d’arte contemporanea: “Da io a noi. La città senza confini”, ideata e promossa dalla Direzione Generale Arte e Architettura Contemporanee e Periferie Urbane del MiBACT, Direttore Generale Federica Galloni e dal Segretariato Generale della Presidenza della Repubblica, e curata da Anna Mattirolo. Allestite nella Galleria di Alessandro VII e nelle sale contigue, le opere di 22 artisti italiani e internazionali (residenti o spesso attivi nel nostro Paese) presentano la visione delle odierne metropoli – senza confini e senza centro – sottolineando le potenzialità che animano questi luoghi nella prospettiva contemporanea. Il progetto muove dalla riflessione sul concetto di “periferico”, utilizzando i diversi linguaggi dell’arte contemporanea (pittura, scultura, fotografia, video), per restituire una dimensione poetica di una società in trasformazione, seguendo le tracce lasciate dall’uomo sul territorio, le forme di paesaggio che l’azione umana genera, l’identità che il nuovo ambiente generato è in grado di trasmettere. Gli artisti utilizzano un doppio sguardo che oscilla dalla condizione individuale a quella collettiva. Le periferie diventano luoghi senza confini, labirintici e in continuo mutamento nelle quali le persone tratteggiano il loro difficoltoso percorso di conquista di una propria, a volte trasformata, identità.
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OMNIBUS MOSTRE - Arena Lifestyle 12/17
GIAN LORENZO BERNINI ALLA GALLERIA BORGHESE Dal 01 novembre 2017 al 04 febbraio 2018 a Roma, per celebrare i vent’anni dalla sua riapertura, la Galleria Borghese inaugurerà una grande mostra dedicata a Gian Lorenzo Bernini che si riallacci al discorso critico avviato con la mostra “Bernini scultore”, realizzata ormai vent’anni fa. La Villa, che contiene il nucleo più importante di marmi berniniani, è la sede ideale per considerare l’insieme della produzione dell’artista. Il tema conduttore della mostra è dunque la scena privilegiata della scultura alla Galleria Borghese di Gian Lorenzo Bernini. Le singole sezioni della mostra saranno affidate a specialisti che da tempo si occupano del grande artista o di particolari aspetti della sua carriera o ancora del ruolo da lui giocato all’interno del più ampio fenomeno del Barocco (Andrea Bacchi, Maria Giulia Barberini, Anna Coliva, Anne-Lise Desmas, Luigi Ficacci, Stefano Pierguidi).
Siena
Bologna
FINO AL 21/1 2018
AMBROGIO LORENZETTI
FINO AL 21/1 2018
DUCHAMP, MAGRITTE, DALÌ. RIVOLUZIONARI DEL ‘900
Fino all’11 febbraio 2018 “I rivoluzionari del ‘900” metterà in scena a Palazzo Albergati uno dei periodi più dirompenti di tutta la storia dell’arte, con nomi del calibro di Marcel Duchamp, Man Ray, René Magritte, Max Ernst, Francis Picabia, Kurt Schwitters, Salvador Dalì: il gotha dei due movimenti, completato dalla presenza del più “giovane” ma altrettanto eversivo Jackson Pollock. In mostra 180 quadri, sculture, fotografie, collage, readymade, più una serie di preziosi documenti, tutti provenienti dall’Israel Museum di Gerusalemme. Si tratta di una rara occasione per trovarsi a contatto con un numero incredibile di opere icona, come la “Gioconda con i baffi” di Duchamp o Le Chateau de Pyrenees di Magritte. Il percorso si articolerà in sezioni dedicate ai temi più cari a Surrealisti e Dada, come “Illusioni e paesaggi da sogno” o “Automatismo, biomorfismo e metamorfosi”, per scoprire le più inquietanti ibridazioni tra umano, organico e inorganico. “Meravigliose giustapposizioni” sorprenderà con fotomontaggi, collage e spiazzanti assemblaggi di oggetti, mentre “Desiderio” esplorerà il mito della donna nelle sue declinazioni più oscure, tra cui il celebre Le rêve de Vénus di Dalì. Si tratta di una collezione fuori dal normale per gran parte dei pezzi in mostra per Duchamp, Magritte, Dalì.
Fino al 21 gennaio 2018 a Siena, presso il Santa Maria della Scala, sarà allestita la mostra dal titolo “Ambrogio Lorenzetti”. L’esposizione, promossa e finanziata dal Comune di Siena, gode dell’Alto Patronato del Presidente della Repubblica e del patrocinio del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo e della Regione Toscana. Viene considerato come l’evento più importante dell’anno tra le esposizioni organizzate non solo a Siena ma anche in Italia. La mostra rappresenta in realtà il culmine di un progetto scandito “in più tappe”, avviato nel 2015 con l’iniziativa “Dentro il restauro”. Si pensi che su Ambrogio Lorenzetti non esiste una moderna e affidabile monografia scientifica. La mostra, preceduta da un’intensa attività di ricerca e dalle importanti campagne di restauro, è l’occasione per ricostruire la sua straordinaria attività. Una tale iniziativa è possibile soltanto nella città di Siena, che conserva all’incirca il settanta per cento delle opere oggi conosciute del pittore. Ma la mostra - grazie a una serie di richieste di prestito molto mirate (saranno esposte tra le altre opere provenienti dal Louvre, dal National Gallery, dalle Gallerie degli Uffizi, dai Musei Vaticani, dallo Städel Museum di Francoforte, dal Yale University Art Gallery) - ambisce a reintegrare pressoché interamente la vicenda artistica di Ambrogio Lorenzetti, facendo nuovamente convergere a Siena dei dipinti che in larghissima parte furono prodotti proprio per cittadini senesi e per chiese della città.
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Arena Lifestyle 12/17- OMNIBUS MOSTRE
BROCANTAGE, A NOVEGRO DAL 12 AL 15 DICEMBRE Ad arricchire le proposte natalizie ci pensa il Brocantage di Novegro con un parterre quanto mai interessante di tutto quanto attiene al collezionismo, all’oggettistica e agli arredi di antiquariato. Sono più di 160 gli espositori che partecipano all’imminente edizione in programma nei giorni 11-12-13 dicembre p.v. Le loro proposte costituiscono un’ indubbia attrazione per quanti vogliono attribuire al loro regalo un valore non solo economico ma anche di grande significato artistico ed affettivo. Se poi la gratificazione è personale, rivolta ad arricchire una propria collezione o l’arredamento della propria casa, il Brocantage costituisce una risorsa sempre prodiga di curiosità.
Milano
R. Emilia
FINO AL 18/2/2018
FINO AL 25/2/2018
TOULOUSE-LAUTREC. IL MONDO FUGGEVOLE
ART AND MUSIC
Fino al 18 febbraio 2018, Palazzo Reale di Milano celebrerà Henri de Toulouse-Lautrec (1864-1901) con una grande mostra monografica che ne evidenzierà l’intero percorso artistico e i tratti di straordinaria modernità. La mostra è promossa e prodotta dal Comune di Milano-Cultura, dal Palazzo Reale, da Giunti Arte Mostre Musei e da Electa, con il Musée Toulouse-Lautrec di Albi el’Institut national d’histoire de l’art (INHA) di Parigi. Il progetto espositivo, articolato in sezioni tematiche, condurrà il visitatore a comprendere il fascino e l’importanza artistica del pittore bohémien che, senza aderire mai a una scuola, seppe costruire un nuovo e provocatorio realismo, sintesi estrema di forma, colore e movimento. L’evoluzione stilistica dell’autore verrà delineata in tutte le sue fasi di maturazione, dalla pittura alla grafica, con particolare riguardo per la sua profonda conoscenza delle stampe giapponesi e per la passione verso la fotografia. In mostra saranno esposte oltre 250 opere di Toulouse-Lautrec, con ben 35 dipinti, oltre a litografie, acqueforti e la serie completa di tutti i 22 manifesti realizzati dall’artista ‘maledetto’ provenienti dal Musée Toulouse-Lautrec di Albi e da importanti musei e collezioni internazionali come la Tate Modern di Londra, la National Gallery of Art di Washington.
Ha aperto i battenti il primo novembre scorso al Palazzo Magnani di REggio Emilia, una interessante esposizione che mette a confronto arte e musica, partendo dall’astrattismo spirituale di Wassilii Kandinsky, fino al silenzio illuminato di John Cage. A partire dalla fine dell’Ottocento e poi fino ai giorni nostri, spiega la curatrice Martina Mazzotta, si può individuare un fil rouge che pone la musica in connessione con gli sviluppi dell’arte moderna e contemporanea. Non vi è artista che non si sia confrontato con l’immaterialità dell’arte sorella, con la sua sovrana indipendenza dal mondo del visibile e delle finalità riproduttive. Sintomi dell’invecchiamento dell’arte, diceva il filosofo Adorno, sono l’individualismo e il razionalismo sempre più esasperati. Alla musica allora va il ruolo di restituire all’arte il suo compito più nobile e antico, quello di divenire sede di idee universali. E’ da queste premesse che prende avvio la mostra in cui si possono ammirare anche preziosi bozzetti di Richard Wagner (dell’Archivio Ricordi di Milano) , la Fantasia in Brahms di Max Klinger e una serie di Lubok.
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OMNIBUS MOSTRE - Arena Lifestyle 112/17
TRA SIMBOLISMO E LIBERTY: ACHILLE CALZI Fino al 18 febbraio 2018 a Faenza (RA), presso il Museo Internazionale delle Ceramiche, si terrà la mostra “Tra Simbolismo e Liberty: Achille Calzi”. L’esposizione rappresenta il punto di arrivo di un importante lavoro antologico, mai prima condotto, su un artista cardine della storia culturale e della produzione simbolista e liberty del nostro paese. La mostra è la prima di un percorso che il MIC ha intrapreso per attribuire il giusto riconoscimento a livello nazionale, a maestri – tutti di nascita faentina – come Giovanni Guerrini, Pietro Melandri, Anselmo Bucci, Domenico Rambelli – sottolinea la direttrice del MIC, Claudia Casali.
Caserta
Napoli
FINO AL 30/1/2017
FINO AL 10/11/2017
UNFOLDING, OPERE DI MATTEO MONTANI
DALLE AVANGUARDIE ALLA PERESTROJKA
Un wall drawning realizzato utilizzando la tecnica della pittura a scomparsa (vanishing painting) per dar vita a figure che appaiono e si nascondono alla vista. E’ il pezzo forte di Unfolding, la mostra personale di Matteo Montani alla Galleria Pedana di Caserta, dal 19 novembre al 30 gennaio 2018. L’artista lascia emergere le forme, per poi ricoprirle grazie ad una personale tecnica che prevede l’abrasione diretta su tavolta o parete di strati successivi di colore, poi interamente nascosti dal bianco e l’usono infine di un nebulizzatore d’acqua. Montani, protagonista da oltre dieci anni sulla scena nazionale con i suoi quadri di paesaggi mentali, piacevolmente rarefatti, propone in mostra oltre all’opera murale altri suoi lavori facenti parte del suo ultimo ciclo realizzativo, in cui si concentra per la prima volta sullo studio della figura umana, riflettendo sui temi della visione, della memoria e della transitorietà.
Dal 03 Novembre 2017 al 10 Novembre 2017 si terrà la mostra, promossa dalla Città di San Pietroburgo e dal Consolato Onorario della Federazione Russa in Napoli. “Dalle Avanguardie alla Perestrojka” viene presentata in occasione di due rilevanti ricorrenze storiche: 240 anni fa fu stipulato il primo accordo di scambi diplomatici e culturali tra Caterina la Grande Imperatrice di Russia e Ferdinando di Borbone Re delle Due Sicilie; inoltre, quest’anno, si ricordano i 100 anni della Rivoluzione russa. Il Museo del Novecento a Napoli accoglie gli artisti di San Pietroburgo con un nucleo di 128 opere e offre l’opportunità di scoprire un aspetto ancora sconosciuto dell’arte russa. Negli ambulacri del Castello, il percorso espositivo descrive la produzione artistica di San temi, stili e generazioni artistiche: dalle conquiste delle avanguardie russe e le influenze della modernità all’emergere delle tradizioni locali, passando per il socialismo reale fino ai fenomeni artistici del periodo della perestrojka e alle ricerche contemporanee. Dipinti a olio, acquerelli e disegni offrono una visione completa delle varie scuole, tendenze e correnti artistiche che si sono susseguite nella città russa. Un vero tesoro di stimoli visivi, un panorama della produzione artistica di una città colta ed elegante, che ha da sempre rappresentato il collegamento principale tra la Russia e l’arte delle capitali europee.
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Arena Lifestyle 12/17- FOCUS ARTE/Il Museo Poldi Pezzoli si amplia
IL POLDI PEZZOLI SI FA SPAZIO
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Nuove sale, nuovi allestimenti. E un cartellone delle feste ricco di appuntamenti da non perdere in uno dei mausolei dell’arte in Via Manzoni, nel cuore di Milano
Vecchio, Luca Giordano. Tre sono le nuove sale che vanno ad arricchire il percorso, collegate armoniosamente al cuore storico del Museo, il Salone Dorato, attraverso un corridoio di grande impatto scenografico. Questo nuovo “cannocchiale visivo” suggerisce un percorso di visita innovativo e guida il pubblico alla scoperta dei nuovi ambienti. In occasione del taglio del nastro, la casa museo di via Manzoni ha presentato tre nuove collezioni arrivate nel suo patrimonio e finora mai presentate al pubblico: un’eccezionale raccolta di orologi da persona che coprono un ampio arco temporale dal XVI al XX secolo; una selezione di reperti archeologici, costituita da un significativo nucleo di ceramica apula del IV-III secolo a.C., e infine la collezione di porcellane europee del XVIII secolo, appartenute a Guido e Mariuccia Zerilli-Marimò. I festeggiamenti duranon no poco, sono intitolati “L’arte merita più spazio” (24 novembre 2017 – 4 settembre 2018), prevedono l’apertura di nuove sale e
I l Museo Poldi Pezzoli si amplia e diventa protagonista di un cambiamento “storico”: l’ampliamento degli spazi espositivi. Questo museo raccoglie opere d’arte donate dal collezionista milanese Gian Giacomo Poldi Pezzoli (1822-1879), è una delle più importanti raccolte artistiche italiane e una casa museo famosa nel mondo, situata nel centro di Milano, a pochi passi dal Teatro alla Scala. Fa parte del circuito delle “Case Museo di Milano” ed espone opere di numerosi artisti, fra i quali: Perugino, Piero della Francesca, Sandro Botticelli, Antonio Pollaiolo, Giovanni Bellini, Michelangelo Buonarroti, Pinturicchio, Filippo Lippi, Andrea Mantegna, Jacopo Palma il Vecchio, Francesco Hayez, Giovanni Battista Tiepolo, Jusepe de Ribera, Canaletto, Lucas Cranach il
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Il Museo Poldi Pezzoli si amplia /FOCUS ARTE/ Arena Lifestyle 12/17
l’esposizione di nuove collezioni, l’aggiunta di servizi educativi del Museo, una proficua collaborazione con Ad Artem. Si configura insomma un ricco calendario di proposte, anche di laboratori, soprattutto per avvicinare le famiglie con bambini di 4-5 anni e di 6-10 anni ai nuovi ambienti del Museo, privilegiando l’approccio ludico ed esperienziale. Tra le nuove iniziative da non perdere durante le feste “Natale a Casa Poldi Pezzoli”, un pacchetto che comprende visita e laboratorio per famiglie con bambini di 4-5 anni, della durata di due ore. Un personaggio in costume d’epoca, Gian Giacomo Poldi Pezzoli, fa gli onori di casa: accompagna i bambini nella sua meravigliosa dimora e rivive con loro il Natale, le tradizioni natalizie in voga nella Milano nell’Ottocento delle grandi famiglie, negli ambienti arredati con mobili e oggetti preziosi dove si svolgevano sontuosi pranzi, si ricevano i grandi musicisti, si incontravano scrittori e intellettuali. La sua casa si è ingrandita, la sua collezione si è arricchita di meravigliosi oggetti donati da generosi collezionisti. Quante persone ci guardano dalle pareti, al Poldi Pezzoli. E dire che siamo venuti pensando noi di dare un’occhiata… E non solo ci osservano, ma raccontano storie e caratteri di personaggi del passato. L’affascinante Galleria dei Ritratti, che caratterizza l’allestimento dei nuovi spazi, e altre straordinarie opere del Museo invitano piccoli e grandi a osservarecon attenzione le immagini del passato, per leggere meglio anche il nostro presente.Ora tocca ai visitatori dipingere un ritratto. Non si utilizzano i tubetti già pronti, ma, seguendo le antiche ricette dei pittori rinascimentali, si mescolano le preziose polveri dei pigmenti con l’uovo, per ottenere pennellate brillanti. Durante tutto il periodo natalizio una Family Map sarà a disposizione per accompagnare le famiglie alla scoperta delle nuove sale e delle nuove collezioni.
AXIS LONDON-MILANO 2017, mostra a Milano Vapore La mostra prodotta da V&A – Vento & Associati, in collaborazione con l’associazione Milano Vapore presieduta da Giampaolo Giorgio Berni Ferretti e l’Alan Rankle Studio di Londra, nell’ambito del progetto Spazi al Talento del Comune di Milano – Fabbrica del Vapore, e con il patrocinio del Consolato Generale Britannico di Milano, propone i concetti della new art di Londra con un eclettico mix di pittura, fotografia e video. Questro progetto racchiude le risposte ad un’indagine sul rapporto tra abilità di una tecnica personale e il ruolo cruciale dell’artista di creare una connessione reale e profonda con la condizione umana. Tale ricerca ha caratterizzato la carriera artistica di Rankle, così come l’approccio curatoriale. Rankle, grazie anche all’artista italo-brasiliana Claudia De Grandi, ha quindi selezionato tredici dei migliori artisti britannici o comunque operanti ad oggi sulla scena londinese. Ogni artista selezionato può essere considerato un virtuoso nel proprio ambito stilistico. Tale composizione collettiva delle opere interagisce con lo spazio industriale allo scopo di provocare nel pubblico una reazione di sottile volatilità e di stimolo alla riflessione. «Nel curare le opere di questi artisti ispirati sto cercando di evocare lo spirito di ciò che il maestro italiano Alighiero Boetti definì la “psiche collettiva della natura” – spiega Rankle – in un certo senso, curare come artista significa accettare la nozione dell’“oggetto trovato”. Il ready-made è stata al centro della pratica delle avanguardie dal Dada al Sur- realismo; tuttavia, prendere questo per una conclusione logica implica un altro concetto più antico, quello dell’appropriazione. Questo è il significato dell’Arte Povera nel regno delle idee e chiaramente
LEOPOLDO DE MEDICI COLLEZIONISTA A PALAZZO PITTI Enciclopedica figura di erudito, divenuto cardinale all’età di cinquant’anni, il cardinale firoentino Leopoldo de’ Medici spicca nel panorama del collezionismo europeo per la vastità dei suoi interessi e la varietà delle opere raccolte. Servendosi di agenti, mercanti e segretari italiani e stranieri, radunò, nel corso della sua vita, esemplari eccellenti e raffinati nei più diversi ambiti: sculture antiche e moderne, monete, medaglie, cammei, dipinti, disegni e incisioni, avori, pietre dure e oggetti preziosi, ritratti di piccolo e grande formato, libri, strumenti scientifici e rarità naturali. Alla morte del cardinale, avvenuta nel 1675, la maggior parte delle sue opere entrarono nel nucleo delle collezioni granducali e molte di esse furono espressamente destinate dal nipote, il granduca Cosimo III, ad abbellire la Galleria degli Uffizi: l’ingresso sistematico delle opere di Leopoldo nelle raccolte del principale museo della casata toscana provocò uno dei più radicali rinnovamenti nella sua storia.
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La locandina della mostra Axis London-Milan inaugurata il 13 dicembre scorso all’Associazione Milano Vapore presso la Fabbrica del Vapore di Milano, alla presenza del vicesindaco di Anna Scavuzzo.
Arena Lifestyle 12 /2017- COVER STORY:INTERVISTA
VEDIAMOCI SUL PODIO Il Maestro Jacopo Sipari di Pescasseroli sa essere protagonista anche quando dirige il melodramma. Fresco di Nabucco a Belgrado e Butterfly a Dubai, è appena volato in Sudamerica per incantare altre platee con la sua direzione ‘dinamica’. Ecco chi è il più spettacolare dei direttori d’orchestra italiani. Non basta ascoltarlo: bisogna anche vederlo. Ecco perchè ha stregato anche noi....
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hiama dall’aeroporto, fra un aereo e l’altro. Ma è sempre bello sentire il Maestro Jacopo Sipari di Pescasseroli, che ti parla e intanto corre, con sottofondo di altoparlanti invece che di fiati, dopo aver letto i suoi post su Facebook, pieni di foto di teatri, di ribalte, di spettatori in piedi che lo applaudono. Ultimamente posta anche qualche filmato. Mi manda su Whatsapp istantanee di giornali, recensioni in lingue che ignoro e credo neanche lui sappia leggere da sè, ma gli hanno detto che i critici sono entusiasti. Così ce lo godiamo un po’ anche noi quando suona così lontano, in Mongolia, a Doha, a Belgrado, in Nicaragua. Insomma lo incontriamo un po’ di meno, perchè lavora sempre di più e moltissimo all’estero, dove lo chiamano senza sosta. Ma siamo contenti di vederlo salire sempre più in alto. Ha appena finito di dirigere Nabucco, una delle opere più rappresentate di quest’anno, rendendolo profondo, indimenticabile. Come al solito spicca sulla locandina: occhi color ghiaccio, sguardo intenso, oufit impeccabili. Jacopo Sipari di Pescasseroli, classe 1985 è uno dei più validi e brillanti direttori d’orchestra della sua generazione. Due lauree, due dottorati di ricerca, assistente universitario oltre che avvocato rotale, ha da sempre condotto una vita strettamente legata alla musica, da quella classica a quella pop. Dopo la sua prima esibizione mondiale di “Norma” al Teatro Greco di Siracusa, la sua carriera è letteralmente decollata ed è proseguita con altrettanti successi: “Il Barbiere di Siviglia” al Teatro Antico di Taormina, “Il Nabucco “ negli scavi di Pompei, con il soprano di fama mondiale Dimitra Theodossiou e il Concerto in Mondovisione “Pacem in Terris” dedicato al Papa, dalla Basilica di San Giovanni in Laterano, con alcuni dei grandi della musica leggera italiana e la star internazionale Amii Stewart. Consacra-
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A sinistra: il maestro Jacopo Sipari di Pescasseroli nel momento più emozionante di Nabucco, quando canta il coro. Qui sopra a sinistra, il charity gala a Roma con la cantante Anastasia. A fianco un’ altra strabiliante incitazione all’orchestra. Sotto: sold out nelle basiliche romane di San Giovanni in Laterano e Ara Coeli, in occasione dei concerti benefici diretti dall’astro italiano che arriva dal cuore dell’Abruzzo. Sotto, la bellissima locandina per la sua direzione a Belgrado della VI Pastorale di Ludvig van Beethoven, progetto con la RTS Simphony Orchestra.
to nel panorama musicale nazionale ed internazionale, ha cantato con altre grandi pop star, fra cui Anastasia. “Quando salgo sul podio è come se staccassi la connessione tra me e il mondo che mi circonda. Divento uno strumento anche io, come un violino che vibra con la musica, che risuona, che si emoziona, che piange, che vive e muore con lei. Il pubblico viene a respirare con me, amare e soffrire nello stesso momento in cui noi musicisti soffriamo e amiamo insieme un lavoro musicale.” Determinazione, passione e capacità di reinventarsi ad ogni pincarico sono solo alcune delle qualità di Jacopo. Assistere a un concerto diretto da lui è una sospresa, si resta colpiti dalla sua grande professionalità, ma soprattutto dall’atmosfera che riesce a creare durante le sue esecuzioni. Stabilisce una comunicazione simultanea e incredibile con tutti i componenti della sua orchestra diventando con loro una cosa sola e proiettando chi ascolta in una dimensione catartica e sublime. Jacopo si emoziona sempre quando conosce una nuova orchestra. E dopo le prove se ne va, anche da solo, a vedere i dintorni delle città dove lo acclamano. L’abruzzese più famoso del mondo, dopo Ovidio, Gabriele D’Annunzio, Ennio Flaiano e Benedetto Croce, posta una foto per far vedere a tutti il deserto o semplicemente il cielo in un certo posto. La città di Tagliacozzo è rallegrata e nobilitata dalla sua presenza e dalla sua personalità allegra e vorticosa. Sarà anima del Festival Musicale fino al 2020, un evento che ha saputo creare una speciale liason tra i luoghi e i personaggi dell’Arte internazionale, scatenare un accordo alchemico di grande fascino: con 57 appuntamenti e molti patrocini, tra cui anche quelli di numerose Ambasciate che credono nella sua stagione artistica e al risultato della prestigiosa collaborazione con vari teatri d’Europa, tra cui il Teatro Nazionale di Belgrado e il Teatro Nazionale dell’Opera Rumeno di Cluj-Napoca. Conosciuto dal grande pubblico per essere uno dei più promettenti direttori d’orchestra al mondo, Jacopo Sipari di Pescasseroli ha ricoperto il ruolo di Direttore Ospite della Fondazione Festival Pucciniano e Direttore stabile
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Arena Lifestyle 12/2017- INTERVISTA -
A sinistra, locandina di Nabucco, diretto nel Teatro Grande degli Scavi di Pompei, un progetto che ha visto protagonista anche il Maestro Alberto Veronesi.
OPERA HOUSE IN ITALIA Si alzano i sipari nei maggiori teatri italiani, da Nord a Sud. Ecco gli appuntamenti top della stagione che vedono ancora protagonisti i capolavori di Giuseppe Verdi e Giacomo Puccini, ma con nuovi allestimenti
dell’Orchestra sinfonica Marco dall’Aquila. Stupisce sempre la sua già citata ecletticità: ha studiato per diventare direttore d’orchestra mentre conseguiva una triennale e una laurea specialistica in Giurisprudenza con il massimo dei voti. A soli ventidue anni, però. Jacopo Sipari di Pescasseroli divenuto avvocato del Foro di Roma, assistente di Diritto Penale presso l’università di Roma Tre (ha completato il dottorato in Diritto Canonico alla Laterananse) è tra i più giovani direttori d’orchestra italiani e anche il più giovane avvocato del Tribunale Apostolico della Rota Romana. Dopo molti anni di vita multitasking tra musica e studio legale, ormai è sempre più sul podio, lavora con i grandi musicisti e fa di ogni opera la ‘sua’ opera, crea un lavoro sempre ricco di inedite suggestioni. Numerosi riconoscimenti lo celebrano tra le eccellenze italiane, è “cittadino onorario d’Abruzzo “ per i suoi meriti nel campo della cultura: ama la bellezza in ogni forma d’arte, compresa la moda, alla quale è attentissimo. Ma con un senso della modernità piuttosto inedito fra i suoi colleghi. Le sue foto in bianco e nero, con bacchetta direttoriale in jeans e t-shirt nera aderentissima, su una terrazza di Acapulco, sono qualcosa di mai visto. E i suoi papillon vintage, i vecchi tweed stropicciati apposta mentre studia uno spartito in poltrona, con la mano sulla fronte come D’Annunzio, sono semplicemente commoventi. Ma, chi lo conosce, sa bene che il bello viene sul podio: lo straordinario carisma che Jacopo emana quando parte la prima nota, è qualcosa di irresistibile. Impossibile seguire un concerto sinfonico senza staccare gli
TEATRO REGIO -TORINO Il 15 novembre scorso è salito sul podio per la prima volta Daniel Herding, cresciuto sotto la guida di Claudio Abbado. E’ andato in scena il Falstaff di Giuseppe Verdi. www.teatroregiotorino.it MAGGIO MUSICALE FIORENTINO - FIRENZE La Traviata di Giuseppe Verdi viene trasportata nell’Italia degli Anni Cinquanta. Le sei serate con l’originale rappresentazione ispirata alla Dolce Vita felliniana, sono iniziate il 19 novembre. www.operadifirenze.it TEATRO DELL’OPERA -ROMA Si parte il 12 dicembre con la Damnation de Faust di Hector Berlioz. Daniele Gatti e Damiano Micheletto interpretano il dramma di Goethe. www.operaroma.it TEATRO SAN CARLO -NAPOLI Giacomo Puccini alza il sipario napoletano. La Fanciulla del West ha debuttato il 9 dicembre con il nuovo allestimento di Hugo de Ana. www.teatrosancarlo.it
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In alto, la locandina di Norma, diretta nel Teatro Greco di Siracusa. Sotto, un momento delle prove, easy going in bermuda. A destra, sold out per il 10° charity gala dinner di The Children for Peace. il festival pucciniano di Managua in Nicaragua. Sotto, foto ricordo all party per la prima di Turandot, al festival pucciniano 2017. occhi dalla sua bacchetta e dalla sua figura in continuo movimento: le sue braccia si aprono e si chiudono come ali di un gabbiano reale, il dorso si piega e si scuote, mani e dita si protendono come quelle dei profeti nella Cappella Sistina. Il più romantico dei volatili, nel culmine della stagione degli amori, dovendo pure lui esprimersi senza poter parlare, sarebbe comunque superato dallo stile direzionale per così dire ‘dinamico’ del Maestro Sipari di Pescasseroli. Stile che solo l’orchestra può godere anche arricchito della sua potente mimica facciale. Ed è questo che piace di lui, enormemente. Per uno che sa fare show anche con le sinfonie più spente o dimenticate, l’opera - un genere che relega musicisti e direttore nel golfo mistico - potrebbe essere la morte civile. E invece no: Sipari sa farsi notare anche da chi è seduto troppo lontano per vederlo. Con il suo ‘special touch’ non solo corporeo, ma in fatto di un intenso colore musicale. “Quando prendo in mano una partitura con l’orchestra, spiego a tutti che vorrei fare insieme qualcosa che piacesse davvero, soprattutto a noi. Così abbiamo sicuramente una possibilità in più per far notare l’orchstra, che il nostro lavoro piaccia anche al pubblico. Vorrei sempre vederle ricordate tutte, le orcheste con le quali ho lavorato. Mi rendo conto che ormai è un bell’ elenco..”Atterrando inNicaragua, Sipari di Pescasseroli ci rivela infine le sue opere preferite: “Dirigo Verdi, dirigo Rossini, Mozart. Ma se devo proprio essere sincero, fra tutte le opere liriche le mie preferite sono due, di Giacomo Puccini. Il mio cuore batte forte quando dirigo, non importa dove, Madama Butterfly e Turandot”. GIOVANNA NOCETTI A PARMA LIRICA
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LA DOPPIA VITA DI GIOVANNA Da star del pop italiano negli Anni Settanta a regista di opere liriche e produttrice musicale. Conduce una doppia vita Giovanna Nocetti, conosciuta dal pubblico che la seguiva negli anni Settanta come star del pop italiano a Canzonissima, . Nel 1984 compone una versione della Ave Maria, da lei stessa cantata con l’Orchestra Sinfonica Ludovico da Victoria del Pontificio Istituto di Musica Sacra, nella Sala Nervi del Vaticano, alla presenza di Papa Giovanni Paolo II; Quando non è a Tv2000 o ospite nei tanti programmi Rai e Mediaset che la inivtano, canta in giro per l’Italia e nel mondo: nei suoi recital, accompagnata dalla chitarra, ripropone le belle canzoni (“Grazie alla vita” , Il mio ex” “Vi amo tutti e due”) scritte per lei da vari autori tra cui l’amico da poco scomparso Paolo Limiti e i più grandi successi di Mina, Ornella Vanoni, Liza Minnelli. Senza dimenticare il repertorio napoletano (“Torna a Surriento”, “Malafemmina”) e qualche brano gospel e jazz, altri generi che padroneggia da anni. E poi, come Giovanna Nocetti, lavora come regista di opere liriche. Ne ha dirette più di 20 dal 1999 ad oggi, da Cavalleria Rusticana a Pagliacci, da Norma a Capuleti e Montecchi, da Traviata a Madama Butterfly a Rigoletto, da Barbiere di Siviglia a Carmen. “Ho studiato musica e sono molto appassionata di lirica. La prima volta che mi proposero una regia ero all’Isola d’Elba, fu un bell’impegno, ma non dissi di no. E poi sono andata avanti. Non mi propongo: mi hanno sempre chiamato. Piace il mio modo di lavorare molto vicino ai cantanti, comprendo ogni loro esigenza, la sento su di me”. E coi direttori d’orchestra? “C’è sempre un lavoro in comune, cerco di sottolineare lo stile di ogni Maestro.” A proposito di movimento scenico? “Talvolta preferisco l’azione molto espressiva in un piccolo spazio che un movimento ampio da un lato all’altro del palco. Durante le romanze più importanti spesso decido che i cantanti stiano immobili, per dare il massimo spazio alla voce”. Autrice teatrale e produttrice di musica classica e lirica con la sua etichetta Kikko Music, Giovanna Nocetti è stata insignita di prestigiosi premi nazionali ed internazionali fra i quali: Leone d’oro alla carriera, Premio Antonio De Curtis, Premio Campidoglio “Personalità Europea”.
Arena Lifestyle 12/17- / TOP NIGHTLIFE: Opera party in teatri, palazzi e piazze
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Dopo il trionfo della prima rappresentazione alla Scala di Milano il 7 dicembre 2017 si è tenuto il consueto party dietro le quinte, al quale hanno partecipato i protagonisti - da Mario Martone ai solisti Yusif Eyazov e Anna Netrebko, al coro al Maestro Chailly (1). C’erano anche le star del balletto, Carla Fracci, Roberto Bolle (12) in frac e la soprano Cecilia Gasdia e la soubrette Milly Carlucci come inviata Rai. Ospite d’onore è stata Eliana De Sabata, figlia di Victor, che la Prima della Scala l’ha inventata e del quale ricorrono i 50 anni dalla scomparsa. Grandi assenti, in sala e al party le alte cariche dello Stato: il presidente della Repubblica Sergio Mattarella e il presidente del Consiglio Paolo Gentiloni. Nel palco d’onore il ministro per la coesione territoriale Claudio De Vincenti, il ministro della cultura Dario Franceschini (4) il numero uno della Regione Lombardia Roberto Maroni con la moglie, l’assessore alla cultura di Milano Filippo Del Corno. Visti anche il presidente dell’Anac Raffaele Cantone, il questore Marcello Cardona e una carica di ex, fra cui l’ex ministro Corrado Passera e l’ ex premier Mario Monti (9). Il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Maria Elena Boschi (5) arriva in Giorgio Armani nero con decori blu e verde e senza gioielli, entrando dal retro per evitare fotografi e giornalisti:“Se calco il red carpet mi dite: ah, il ministro fa l’attrice. Se non ci vado, vi domandate come mai. Quindi, decidete voi: la prossima volta cosa faccio? Comunque questa prima è stata un grande successo per Milano e per l’Italia. L’autofinanziamento del Teatro dimostra che è un’ eccellenza che non sa rinunciare nè alla qualità nè alla varietà.. La Scala è un patrimonio per tutto il Paese e non possiamo che esserne orgogliosi”. Sulla generale assenza della politica il sindaco Beppe Sala (16) ha addolcito: “E’ un periodo delicato che dal punto di vista politico. Ho sentito tutti, si sono scusati: ma va bene così, è una festa milanese”.
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Opera party in teatri, palazzi e piazze/ TOP NIGHTLIFE/Arena Lifestyle 12/17
sostenere di più la lirica 18
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Prudente anche il sovrintendente alla Scala, Alexander Pereira“Questa sera non ci sono tanti rappresentati ufficiali di questo Paese - ha detto - ma alla fine noi facciamo l’opera per gli amanti della musica”. Decisamente un tono più polemico è quello assunto da Roberto Maroni: “Roma ci snobba? Va bene così, viva Milano”. Numerosi anche al party i volti del cinema come Margherita Buy e Matilde Gioly. Dal mondo della moda Lella Curiel e Lavinia Biagiotti. “La moda italiana c’è ed è il petrolio del nostro Paese, e mi sento di parlare per il settore, che ha sempre molto sostenuto la Scala e continua a farlo”. Il rosso è il colore guida della serata: a partire dai costumi dei due protagonisti agli outfit scelti da molte dame. Seguito dal rosa, scelto da Valeria Marini (2) e Gigliola, la figlia della stilista Lella Curiel e Chiara Bazoli (compagna di Beppe Sala, in rosa). La soprano Silvia Colombini (14) in decoltè rosso fuoco che ha lanciato un messaggio a tutte le donne (Rinasci dalla dignità) impresso sul suo stesso corpo. Rosso e nero per Giovanna Salza, consorte di Corrado Passera. Tutta in argento velato l’attrice, ex Miss Italia, Anna Valle. Intanto a Venezia grande successo della prima al Gran Teatro La Fenice, dove è stato dato il “Ballo in maschera” di Giuseppe Verdi in versione ‘secessione americana’. Superglam il party nel foyer (19,20,21,23,24) che ha visto fra i vari vip anche il Presidente della Biennale Paolo Baratta. Brindisi con arie daPorgy & Bess a Pavia, per la serata di Arena Media Star (25,27,28)cantate dal soprano Larisa Yudina, che è anche la Presidente di Stravinsky Russkije Motivi, l’associazione musicale italo-russa che ha organizzato un operetta party al Palazzo dei Giureconsulti di Milano (26,29,30,31,32) con varie personalità del mondo dell’imprenditoria, delle professioni e dello spettacolo. Fra gli ospiti, la soubrette Vera Atyushkina (22) ex Velina di Striscia la Notizia, l’avvocato Stefano Sutti, l’artista Ada Eva Verbena.
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E ADESSO SI VA IN SCENA Una stagione da non perdere, nei principali teatri italiani, con classici del melodramma in chiave tradizionale oppure rivisti in chiave moderna, con scene e costumi sorprendenti. Scegliamo insieme i cartelloni più interessanti, con l’aiuto di grandi nomi della direzione d’orchestra, della regia, del bel canto.
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uando si apre il sipario, abbiamo il cuore sospeso per un attimo. Non solo perchè siamo curiosi di vedere la scena, mentre suonano l’overture. Ma perchè sappiamo di essere tra i fortunati che assistono allo spettacolo più bello del mondo, l’opera. Dal Teatro alla Scala al Teatro la Fenice, dal San Carlo di Torino al Regio di Parma fino ai più piccoli ma preziosi teatri di provincia come l’imponente Coccia di Novara, i capolavori della lirica tornano a emozionarci. Il Maestro Riccardo Chailly ha scelto quest’anno l’Andrea Chenier, il bel capolavoro di Giordano per l’Inaugurazione della Stagione 2017/2018 del Teatro alla Scala di Milan, in un allestimento di Mario Martone, con scene di Margherita Palli e costumi di Ursula Patzak. Nel ruolo del titolo Yusif Eyvazov, la meravigliosa soprano Anna Netrebko è Maddalena di Coigny, Luca Salsi è Gérard. La prima rappresentazione è stsata dedicata a Victor de Sabata a 50 anni dalla scomparsa. Anche quest’anno la Prima è andata in diretta su Rai1 e nei cinema di tutto il mondo. L’opera su libretto di Luigi Illica, ha visto le scenografine firmate da Margherita Palli, i costumi creati da Ursula Patzak e le luci dal light designer Pasquale Mari, mentre Daniela Schiavone ha curato la bella coreografia. Il cast ha schierato Yusif Eyvazov come protagonista, Andrea Chenier, sua moglie Anna Netrebko come Maddalena di Coigny, Luca Salsi come Gérard, Annalisa Stroppa come Mulatta Bersi e Mariana Pentcheva come Contessa di Coigny.
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Nella pagina a fianco, Riccardo Chailly sul palcoscenico del Teatro alla Scala di Milano, pronto per dirigere l’Andrea Chènier. Qui sopra il regista Mario Martone, che ha scelto l’ambientazione americana A fianco, la soprano russa Anna Netrebko Con “Andrea Chénier” i riflettori del 7 dicembre si sono accesi su un titolo del repertorio verista: l’unico precedente risale al 1963, quando Gianandrea Gavazzeni diresse “L’ amico Fritz” e “Cavalleria Rusticana” nel centenario di Mascagni. E proprio 2Cavalleria Rusticana”, insieme a “Pagliacci”, era l’unico titolo rimasto nel repertorio scaligero. Quest’anno il Teatro ha intrapreso per impulso del Maestro Chailly e del Sovrintendente Pereira un progetto culturale teso al recupero e alla valorizzazione del repertorio italiano nella sua interezza, incluso questo patrimonio: ne sono testimonianza la ripresa de “La cena delle beffe” dello stesso Giordano (con la direzione di Carlo Rizzi e la fortunata regia e scenografia di Mario Martone e Margherita Palli) e la “Francesca da Rimini” di Zandonai che sarà presentata nel prossimo aprile in un nuovo allestimento di David Pountney diretto da Fabio Luisi. La prima rappresentazione assoluta di Andrea Chénier, quarta opera del ventinovenne Umberto Giordano, avviene alla Scala il 28 marzo 1896 per la direzione di Rodolfo Ferrari, ed è un grande successo con immediati echi anche all’estero: appena un anno dopo la prima, il 5 febbraio 1897, è rappresentato in lingua tedesca per otto serate allo Stadttheater di Amburgo, con direttore Gustav Mahler. Mahler rimase impressionato dal lavoro, che definì “una delle nuove opere di maggior effetto”, e tentò di farlo rappresentare a Vienna una volta divenuto direttore della Hofoper: scontrandosi con difficoltà economiche e organizzative che lo indussero a programmare invece Fedora. D’altra parte, erano stati gli stessi esperti dell’Editore Sonzogno a giudicare in un primo momento il lavoro “irrappresentabile”. Per l’opera della consacrazione scaligera Giordano aveva collaborato con Luigi Illica, il librettista di Puccini che conosceva gli ardori libertari per aver fatto parte in gioventù di una brigata garibaldina, creando un capolavoro di efficacia drammatica e slancio musicale. Per restare a contatto con il suo librettista, Giordano si cercò un alloggio nell’edificio in cui abitava, in via Bramante 39, e dovette accontentarsi di dormire in un deposito di lapidi e monumenti funerari. Il risultato di tante fatiche fu il melodramma eroico per eccellenza, spesso in verità spinto in palcoscenico verso atletismi vocali che finirono per alimentare gli immancabili equivoci in sede critica. Riccardo Chailly ricorda una conversazione in cui l’anziana Maria Caniglia, protagonista della storica incisione con Gigli, gli sottolineava al contrario alcune eredità belcantistiche della partitura. Al di là delle mode e delle diverse posizioni critiche, chi ha sempre creduto nel valore di Andrea Chénier è stato il maestro Riccardo Chailly, che lo ha inciso per la Decca nel 1982, con Luciano Pavarotti, Montserrat Caballé e Leo Nucci. E anche l’ultima produzione alla Scala, nella Stagione 1982/83, era diretta dall’attuale direttore musicale, con protagonisti José Carreras, Anna Tomowa-Sintow e Piero Cappuccilli. L’allestimento di Lamberto Puggelli era stato ripreso nel 1985, sempre diretto da Chailly. Il Maestro festeggia dunque anche 40 anni di attività scaligera, nel corso dei quali ha diretto opere di Rossini, Verdi, Puccini, Prokof ’ev e Bartók. Con Aida ha inaugurato la Stagione 2006/2007, con Giovanna d’Arco la Stagione 2015/2016 e con Madama Butterfly la Stagione 2016/2017. Il suo impegno con il Teatro milanese negli anni a venire si concentrerà sul repertorio italiano secondo un progetto culturale volto a valorizzarne la ricchezza e la complessità, dal Belcanto al Verismo. Proseguirà il ciclo di opere di Puccini iniziato nel maggio 2015 con Turandot, evento inaugurale di Expo e proseguito nel maggio 2016 con La fanciulla del West. Un’attenzione particolare è rivolta alle opere presentate alla Scala in prima assoluta: è il caso de “La gazza ladra”, tornata alla Scala con la regia di Gabriele Salvatores a 200 anni dalla prima, e dello stesso “Andrea Chénier”. Il Maestro Chailly ha intensificato l’attività con l’Orchestra scaligera creando con i musicisti un sodalizio artistico sempre più stretto: nel 2017 ha guidato la Filarmonica per la seconda estate consecutiva in una tournée che ha toccato con successo diverse tappe europee tra cui il Festival di Lucerna, il debutto ai Proms e al Festival di Edimburgo e il ritorno alla Philharmonie di Berlino. Dopo l’inaugurazione della Stagione della Filarmonica della Scala il 6 novembre, il Maestro Chailly è salito sul podio per la Stagione Sinfonica del Teatro con la Messa per Rossini - omaggio collettivo dei compositori italiani al Pesarese nel primo anniversario della sua scomparsa - che non era mai stata eseguita alla Scala; nel prossimo febbraio è atteso invece con la Terza Sinfonia di Gustav Mahler. Mario Martone, regista cinematografico e teatrale, ha avuto un rapporto felice con la Scala e anche con il verismo. Il debutto scaligero avviene nel 2011 con l’accoppiata verista per eccellenza, Pagliacci e Cavalleria rusticana con la direzione di Daniel Harding: uno spettacolo fortunato ripreso più volte negli anni successivi. Nel 2016 Martone incontra Margherita Palli per “La cena delle beffe” di Giordano: ne nasce un allestimento originale ed efficacissimo che sposta la vicenda a “Little Italy” rispettandone però gli snodi drammaturgici. Ma l’interesse della presenza di un regista come Martone per Andrea Chénier non risiede unicamente nelle sue prove nel teatro musicale: la riflessione su speranze e disillusioni, generosità e tradimenti della rivoluzione attraversa l’affresco cinematografico Noi credevamo (2010, vincitore del David di Donatello) che racconta l’ardore mazziniano di un gruppo di ragazzi del Cilento dagli anni ‘20 dell’’800 fino all’Unità, ma anche la recente regia teatrale de La morte di Danton di Büchner (Teatro Stabile di Torino, 2016 - poi in tournée nei principali teatri italiani). E i temi interconnessi della gioventù e della rivoluzione tornano anche nel prossimo film di Martone, Capri-Batterie, ambientato nei circoli intellettuali comunisti che animavano l’isola23 negli anni della Grande Guerra.
Arena Lifestyle 12/17- COVER STORY/ OPERA! I PROTAGONISTI DI ANDREA CHENIER Nato a Baku, in Azerbaijan, nel 1977, Yusif Eyvazov, dopo aver abbandonato la Facoltà di Ingegneria studia canto al locale Conservatorio, ma nel 1997 si trasferisce a perfezionarsi a Milano. Il primo successo internazionale arriva nel 2010 quando canta Cavaradossi in Tosca al Bols’oj. Nel 2013 è Otello al Festival di Ravenna con la regia di Cristina Muti; subito dopo Riccardo Muti lo sceglie come Des Grieux per la nuova produzione di Manon Lescaut all’Opera di Roma con Anna Netrebko nel 2014. Tra i ruoli ricoperti da Eyvazov si segnalano ancora Des Grieux (al Festival di Salisburgo e al Bol’soj), Canio in Pagliacci, Calaf in Turandot (al Metropolitan, al Mariinskij e alla Staatsoper di Vienna con Dudamel), Radamès in Aida (all’Opéra di Parigi, all’Arena di Verona e nel 2017 al Festival di Salisburgo con Muti in alternanza con Francesco Meli), Manrico ne Il trovatore (Unter den Linden con Barenboim, Mariinskij con Gergiev), Maurizio in Adriana Lecouvreur (Mariinskij con Gergiev). In preparazione del debutto scaligero, Eyvazov ha debuttato come Chénier a Praga nel gennaio 2017. Tra i prossimi impegni Don Carlo a Mosca, Macbeth a Londra con Pappano, Tosca a Berlino, Il trovatore a Parigi e Adriana a Baden-Baden. Alla sua terza inaugurazione scaligera, Anna Netrebko è ormai di casa al Piermarini. Alla Scala debutta nel 1998 con un concerto della Filarmonica diretto da Valery Gergiev; sempre Gergiev la dirige due anni più tardi in Guerra e Pace di Prokof ’ev. Torna quindi come Donna Anna in Don Giovanni diretto da Daniel Barenboim il 7 dicembre 2011, come Mimì ne La Bohème diretta da Daniele Rustioni nel 2012, Giovanna d’Arco per il 7 dicembre 2015 diretta da Riccardo Chailly e come Violetta ne La traviata diretta da Nello Santi nel 2017. Universalmente riconosciuta come il soprano di riferimento dei nostri anni, ha interpretato un vastissimo repertorio in tutti i teatri del mondo con i direttori e i registi più prestigiosi. Sempre più vicina al repertorio verista, ha ottenuto un grande successo personale nell’Aida diretta da Riccardo Muti a Salisburgo la scorsa estate. Tra i prossimi impegni Tosca al Metropolitan e a Monaco, La traviata a Parigi, Macbeth a Londra e Adriana a Baden-Baden. Eccezionale anche il Gérard di Luca Salsi, già trionfatore in questa parte a Monaco e a Parigi. Ascoltato alla Scala in alcune recite de I due Foscari con la direzione di Michele Mariotti, il baritono parmense (è nato a San Secondo) si è rapidamente imposto tra i più acclamati del panorama internazionale. Ha affrontato i capisaldi del repertorio verdiano con Riccardo Muti (Ernani, Nabucco e I due Foscari a Roma, Macbeth a Chicago e Stoccolma, Ernani e Aida a Salisburgo). Ha recentemente cantato Rigoletto ad Amsterdam con la regia di Damiano Michieletto e ha debuttato in Tosca all’Opera di Roma. Tra i prossimi impegni spiccano tre produzioni di seguito al Metropolitan: Il trovatore, Lucia di Lammermoor e Luisa Miller, oltre a Un ballo in maschera a Berlino e Don Carlo a Bologna.
Sopra, i principali interpreti di Andrea Chènier 2017, nell’allestimento scaligero: la soprano Anna Netrebko, il baritono parmense Luca Salsi e il tenore Yusif Eyvazov.
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A sinistra al pianoforte,il maestro Riccardo Chailly, che ogni anno presenta l’opera di apertura della stagione in anteprima all’associazione “Gli Amici del Loggione”, spiegando i passaggi più importanti e le personalizzazioni che caratterizzano la sua direzione. (foto Brescia e Amisano fornita dall’ufficio stampa della Scala). A fianco, la cantante Annalisa Stroppa (foto di Silvia Lelli). Andrea Chénier, durante queste repliche milanesi, si darà con un solo intervallo e con cambi scena a vista che permetteranno di passare dal primo al secondo e dal terzo al quarto quadro senza interruzione, grazie a silenziosissime piattaforme girevoli. Le scene di Margherita Palli, molto essenziali in alcuni passaggi, più ricche e dense di significati in altri, racconteranno la trasformazione politica attraverso il passaggio da un fastoso Luigi XV a strutture architettoniche spoglie ed essenziali non prive di un riferimento a Boullée e Ledoux e all’utopismo neoclassico della fine del XVIII secolo. Margherita Palli è un punto di riferimento per la scenografia italiana. Il suo nome è inizialmente legato a quello di Luca Ronconi, con cui ha firmato alla Scala Donnerstag aus Licht (1981), Samstag aus Licht (1984), Oberon (1989), Lodoïska (1991), La damnation de Faust (1995), Tosca (1997), Ariadne auf Naxos (2000), Il trittico (2008), L’affare Makropoulos (2009). È al suo secondo 7 dicembre dopo La vestale, regia di Liliana Cavani, mentre con Mario Martone ha lavorato per La cena delle beffe nel 2015. Alla Scala ha realizzato anche la mostra su Luca Ronconi all’Ansaldo nel 2015 e la mostra su Maria Callas attualmente aperta al Museo. Studi di pianoforte, debutto a Salisburgo nel 2010 con Riccardo Muti, Annalisa Stroppa è oggi regolarmente presente nelle stagioni dei maggiori teatri: la ricordiamo come Cherubino ne I due Figaro diretti da Muti a Salisburgo e Madrid e come Rosina ne Il barbiere di Siviglia a Roma, Berlino e Tel Aviv. Ha debuttato all’Opéra di Parigi come Suzuki e alla Staatsoper di Vienna come Dorabella. Alla Scala è stata Emilia in Otello di Rossini, Maddalena in Rigoletto ma soprattutto applauditissima Suzuki nella Butterfly diretta da Riccardo Chailly lo scorso 7 dicembre, prima di tornare come Fenena in Nabucco con la direzione di Nello
Santi in ottobre. Il 7 dicembre 2016 la trasmissione di Madama Butterfly in diretta su RAI 1 ha battuto tutti i record di ascolti per l’opera lirica sulla televisione italiana con una media di 2.600.000 spettatori corrispondenti al 13.48% di share medio. La decisione della Rai di trasmettere la Prima scaligera in diretta sulla prima rete è confermata anche per il 2017, proseguendo una collaborazione che supera i 40 anni; le telecamere della Rai fecero entrare per la prima volta gli italiani alla Prima della Scala il 7 dicembre 1976 per Otello di Verdi con la direzione di Carlos Kleiber e la regia di Franco Zeffirelli. Da allora la RAI e il Teatro alla Scala hanno collaborato per far conoscere sempre meglio agli italiani lo straordinario patrimonio del melodramma. Come ogni anno la Rai curerà anche le dirette presso il Carcere di San Vittore, in diversi teatri italiani e nei cinema di tutto il mondo. Nel corso del 2017 il Teatro alla Scala ha riproposto con grande successo alcune delle opere cardine di questi 40 anni trasmettendo in sala su grande schermo le riprese della RAI. La prima di Andrea Chénier è stata seguitissima in tutto il mondo, come avviene da anni. Sarà trasmessa in diretta televisiva in Italia su RAI 1 e su RAI 1 HD, in Francia e altri Paesi di lingua francese e in Germania e altri Paesi di lingua tedesca su Arte, in Repubblica Ceca su Ceska Televiza, in Ungheria su MTVA, in Svizzera su RSI e in differita televisiva in Italia su RAI 5, in Portogallo su RTP e in Giappone su NHK; in diretta e in differita radiofonica in Italia su RAI-Radio3 e in altri Paesi Europei sulle emittenti del Circuito Euroradio; in diretta e in differita cinematografica in Italia e all’estero nelle sale che aderiscono al circuito “All’Opera”. A Milano sono stati creati 27 luoghi di proiezione in cinema e sale, dove i milanesi potranno seguire l’Andrea Chenier con altissima definizione video e audio.
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VERDI: ALLA FENICE E POI A NOVARA
Qui sopra, scena del ballo al Gran Teatro La Fenice per “Un ballo in maschera”. Nella foto piccola il regista Gianmaria Aliverta
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a musica di Verdi apre la stagione quest’anno, ma non nel capoluogo lombardo: vola al mare, a Venezia. La Fondazione Teatro La Fenice inaugura la Stagione Lirica e Balletto 2017-2018 con “Un ballo in maschera” di Giuseppe Verdi. Il melodramma in tre atti, su libretto di Antonio Somma, torna sul palcoscenico di campo San Fantin a quasi vent’anni dalla sua ultima messinscena veneziana in un nuovo allestimento con la regia di Gianmaria Aliverta, le scene di Massimo Checchetto, i costumi di Carlos Tieppo, le luci di Fabio Barettin e i movimenti coreografici di Barbara Pessina. A guidare l’Orchestra e Coro del Teatro La Fenice è il pluripremiato maestro coreano Myung-Whun Chung, attesissimo in ogni teatro. La prima di venerdì 24 novembre 2017 alle ore 19.00, trasmessa in diretta su Rai Radio3, sarà seguita da quattro repliche, il 26 e 29 novembre, e l’1 e 3 dicembre 2017. La genesi del Ballo in maschera risale al febbraio 1857, quando il Teatro San Carlo di Napoli avviò dei contatti con Giuseppe Verdi per un’opera da rappresentare nel carnevale dell’anno successivo; per la scelta del soggetto la prima idea di Verdi andò al progetto, a lungo coltivato, di un Re Lear. Verdi trovò tuttavia inadeguati i cantanti del San Carlo e dopo vari tentennamenti propose al San Carlo e a Somma un secondo soggetto che s’ispirava a un fatto storico accaduto nel 1792: l’omicidio del monarca svedese Gustavo
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III, perpetrato da un cortigiano durante un ballo. Nonostante fosse presto ben chiaro che la censura napoletana non avrebbe accettato di veder portato sulle scene l’omicidio d’un re, Un ballo in maschera fu terminato senza tener troppo da conto le avvisaglie sull’atteggiamento dei censori partenopei. Ma quando questi imposero che il protagonista dell’opera non fosse un monarca, che il ruolo d’Amelia fosse quello d’una sorella anziché d’una moglie, che il tema della cospirazione non recasse alcuna motivazione politica, che l’omicidio avesse luogo fuori scena, che la datazione venisse portata all’epoca medievale e che si eliminassero le scene del ballo e del sorteggio, Verdi abbandonò l’impresa. Per presentare al pubblico la sua nuova opera, Verdi dovette pertanto attendere un’occasione più propizia: Un ballo in maschera esordì il 17 febbraio 1859 al Teatro Apollo di Roma e il pubblico ne decretò il successo che dura tuttora. Da rimarcare è che nemmeno la censura romana aveva accettato di veder rappresentata l’uccisione di un re; di conseguenza Verdi e Somma apportarono all’opera i cambiamenti destinati a rimanere definitivi: l’ambientazione venne trasferita da Stoccolma a Boston e Gustavo III assunse i panni d’un Riccardo conte di Warwick e governatore del Massachusetts. «La mia idea scenica – spiega il regista Gianmaria Aliverta, già
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Immagini dalla prova generale del Don Giovanni al Coccia di Novara. A destra il direttore artistico Renato Bonajuto. Foto grande: il direttore d’ orchestra Matteo Beltrami dirige l’orchestra Luigi Cherubini che esegue il Don Giovanni di Mozart. MATTEO BELTRAMI AL COCCIA applaudito a Venezia per la messinscena di Mirandolina – parte dal fatto che sia la politica a generare gli avvenimenti che portano alla catastrofe finale. Antonio Somma, per assecondare le esigenze della censura trasponendo la trama in America, introduce diversi personaggi di colore o creoli: questo elemento non può che richiamare alla mente il problema della schiavitù e le condizioni della popolazione nera americana. Per enfatizzare quest’aspetto ho pensato di ambientare l’opera non nel periodo previsto dagli autori, una Boston della fine del Seicento, ma all’epoca in cui è stata composta, cioè la seconda metà dell’Ottocento, e per essere più precisi il ventennio che va dal 1867 al 1887. Siamo alla fine della guerra di Secessione, quando è stato già approvato il XIII emendamento, con il quale la schiavitù viene abolita per sempre». Nella nuova messinscena fenicea, Riccardo sarà interpretato dal tenore Francesco Meli, Renato da baritono Vladimir Stoyanov, Amelia dal soprano Kristin Lewis. Figurano inoltre nel cast Varduhi Abrahamyan nel ruolo dell’indovina Ulrica, Serena Gamberoni in quello di Oscar, William Corrò in quello del marinaio Silvano; Simon Lim e Mattia Denti interpreteranno i due congiurati Samuel e Tom, Emanuele Giannino sarà un giudice, mentre gli artisti del Coro del Teatro La Fenice Roberto Menegazzo e Dionigi D’Ostuni si alterneranno nel ruolo del servo d’Amelia. Oltre al Coro del Teatro La Fenice preparato dal maestro Claudio Marino Moretti, sarà impegnato anche il coro di voci bianche dei Piccoli Cantori Veneziani, adolescenti e ragazzi di Venezia e dintorni preparati da Diana D’Alessio.
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Si è aperta d ottobre, con la lirica, la stagione 2017/2018 del Teatro Coccia di Novara, un lungo percorso tra musica, parole, comicità, classici, varietà e danza. Cuore e missione del teatro la produzione dell’opera lirica. La direzione d’orchestra è affidata a Matteo Beltrami, apprezzato per la sua bacchetta frizzante, che prosegue nell’importante lavoro di formazione con l’Orchestra del Conservatorio Cantelli di Novara e dirige per la terza volta l’orchestra del conservatorio cittadino, dopo Il Viaggio a Reims e Aida. Prosegue intanto la volontà della direzione artistica del teatro di aprire la stagione con operazioni inedite che uniscano alla tradizione dell’opera l’innovazione di una lettura fresca e originale. Secondo titolo del cartellone Opera e Balletto per la stagione 2017-18 è Don Giovanni, la storia dissoluto libertino ispirato a Casanova nel capolavoro di Wolfgang Amadeus Mozart (15 e17 dicembre 2017): l’opera prodotta da Fondazione Teatro Coccia ha inaugurato la sessantesima edizione del Festival Dei Due Mondi di Spoleto. L’Orchestra Giovanile Luigi Cherubini, fondata da Riccardo Muti, è condotta da Matteo Beltrami, le scene e i costumi sono davvero splendidi, creati dai premi Oscar Dante Ferretti e Francesca Lo Schiavo, la regia di Giorgio Ferrara è molto espressiva, lodevole. Il movimento scenico dei personaggi è spesso sorprendente, inedito. Chiuderà la stagione lirica un’altra produzione della Fondazione Teatro Coccia: il 25 e il 27 febbraio 2018 Nabucco di Giuseppe Verdi, che vanta regia, scene, luci e costumi firmati dall’artista di fama mondiale Pier Luigi Pizzi. Il direttore artistico del Coccia Renato Bonajuto ci ha portato dietro le quinte della prova generale , a salutare i cantanti, ma soprattutto Matteo Beltrami e Giorgio Ferrara, mentre il teatro si riempiva di un pubblico di giovani e giovanissimi: “Regista e direttore d’orchstra hanno un rapporto molto costruttivo” spiega Bonajuto. Il risultato è straordinario. Qui a Novara si lavora insieme fin da subito, siamo impegnati su progetti che portino sempre più gente a scoprire questo bel teatro e il suo programma operistico: a gennaio daremo La Vedova Allegra di Lehar, a fine febbraio il capolavoro di Verdi Nabucco, a marzo la Carmen di Bizet”.
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Altre immagini dal atto del Ballo in Maschera di Giuseppe Verdi dato alla prima della stagione 2017-18 al Gran Teatro La Fenice La stagione 2017-18 del teatro veneziano proporrà 8 allestimenti lirici tra i quali due opere per ragazzi, oltre a 7 riprese e tre ospitalità, un cartellone di balletto tra grandi classici e recital di danza contemporanea. Dopo “Un ballo in maschera” seguiranno la prima esecuzione in tempi moderni delle “Metamorfosi” di Pasquale di Gaspare Spontini; “La vedova allegra” di Franz Lehár in un nuovo allestimento con la regia di Damiano Michieletto; “Orlando furioso” di Antonio Vivaldi in coproduzione con il Festival della Valle d’Itria; la prima italiana di “Richard III” di Giorgio Battistelli; un focus su Gioachino Rossini nel centocinquantesimo anniversario della morte con il nuovo allestimento di “Semiramide” e con la ripresa delle produzioni fenicee (“Signor Bruschino” e “Barbiere di Siviglia”; due nuove produzioni realizzate in collaborazione con il Conservatorio Benedetto Marcello di Venezia: “Zenobia-2, regina de’ Palmireni di Tomaso Albinoni e “Il regno della luna” di Niccolò Piccinni. La produzione“Un ballo in maschera” di Giuseppe Verdi con la direzione di Myung-Whun Chung, nuovo allestimento con la regia di Gianmaria Aliverta (recentemente apprezzato a Venezia nella Mirandolina di Bohuslav Martinů e nel dittico noir Il diario di uno scomparso/La Voix humaine), vede impegnati in scena nel ruolo di Riccardo tenore Francesco Meli, Amelia è la soprano Kristin Lewis, Renato è baritono Vladimir Stoyanov. Per la prima volta in tempi moderni andrà poi in scena al Teatro Malibran – il 19, 21, 23, 25, 27 gennaio 2018 – Le metamorfosi di Pasquale di Gaspare Spontini, in un nuovo allestimento con la regia di Bepi Morassi e la direzione musicale di Gianluca Capuano, realizzato in collaborazione con l’Accademia delle Belle Arti di Venezia e prodotto dalla Fondazione Teatro La Fenice insieme con la Fondazione Pergolesi Spontini di Jesi. Si tratta di una farsa giocosa per musica in un atto, su libretto di Giuseppe Foppa: debuttò a Venezia, al Teatro Giustiniani in San Moisè, nel carnevale del 1802 e la sua messinscena è stata resa possibile grazie al recente ritrovamento della partitura manoscritta.In pieno periodo di Carnevale, il 2, 4, 8, 10 e 13 febbraio 2018, torna alla Fenice, dopo trent’anni di assenza, Die lustige Witwe (La vedova al-
legra) di Franz Lehár in un nuovo allestimento realizzato in coproduzione con l’Opera di Roma, con la direzione musicale di Stefano Montanari, la bella regia di Damiano Michieletto e le scene di Paolo Fantin. Nel cast figurano il soprano Nadja Mchantaf nel ruolo di Hanna Glawari e il baritono Christoph Pohl in quello di Danilo Danilowitsch. L’eredità di Schubert è il titolo della Stagione Sinfonica 20172018 della Fondazione Teatro La Fenice. Attraverso una programmazione articolata in dodici concerti e nove repliche dal 3 novembre 2017 all’8 luglio 2018, la Fenice vuole rendere omaggio al compositore austriaco vissuto tra il 1797 e il 1828 che con la sua produzione ha influenzato generazioni di musicisti e continua ad essere un punto di riferimento per i compositori di oggi. Dopo l’inaugurazione affidata alla bacchetta di Donato Renzetti, seguiranno il concerto diretto da MyungWhun Chung, il tradizionale concerto di Natale – quest’anno dedicato a Claudio Monteverdi nel quattrocentocinquantesimo anniversario della nascita – con Marco Gemmani e i Solisti della Cappella Marciana, e poi i concerti di Daniele Rustioni, Claudio Marino Moretti e il Coro del Teatro La Fenice, Elio Boncompagni, Yuri Temirkanov, Diego Fasolis, Thomas Adès e l’Orchestra Filarmonica della Fenice, Antonello Manacorda, Francesco Lanzillotta e Henrik Nánási. Il programma dell’inaugurazione, con l’Orchestra e il Coro del Teatro La Fenice diretti da Donato Renzetti, sarà dedicato al centenario di Porto Marghera e con esso ai temi del lavoro e della nascita delle civiltà: oltre alla nuova composizione di Fabio Vacchi su alcuni dei testi più importanti della poesia operaia, commissionata dalla Fenice per questa speciale ricorrenza, il programma includerà il finale del primo atto dell’Attila di Giuseppe Verdi, opera dedicata alla nascita della città di Venezia e qui tenuta a battesimo, l’orchestrazione di un grande successo veneziano degli anni del boom economico quale Io che non vivo di Pino Donaggio, e la Nona Sinfonia Dal nuovo mondo di Antonín Dvořák, capolavoro sinfonico composto dal boemo sull’onda della fascinazione per la scoperta della ‘nuova’ civiltà americana.
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Arena Lifestyle 12/17 - CINEMA/ I film di Natale
CINEPANETTONE CON GASSMAN, PAPALEO E PROIETTI
Qui sopra, il gruppo dei protagonisti de “Il Premio”, il film di Alessandro Gassman con Gigi Proietti, Rocco Papaleo e Anna Foglietta
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arà uno dei film più gettonati delle feste. E non solo perchè il regista (e uno dei protagonisti) de “Il Premio” è il bravo Alessandro Gassman, che tutti amiamo. Racconta il viaggio di Giovanni Passamonte (Gigi Proietti), uno scrittore di fama internazionale che viene insignito del premio Nobel per la Letteratura. Per paura di volare, Passamonte decide di partire verso Stoccolma in auto con Rinaldo (Rocco Papaleo), suo assistente da sempre. Inaspettatamente, si uniscono a loro i due figli Oreste (Alessandro Gassmann) proprietario di una palestra prossima alla chiusura e Lucrezia (Anna Foglietta) inconcludente e nevrotica blogger. Durante le numerose tappe di questo viaggio pieno di imprevisti, il gruppo incontrerà curiosi personaggi che metteranno ironicamente in discussione le certezze dei protagonisti, costringendoli finalmente a svelare dinamiche familiari insospettabili e a conoscersi veramente. “Alla fine c’è un’emozione fortissima” dice il regista. “Ed è la cosa che più mi ha sorpreso, quando ho fatto vedere il film ad alcune ‘cavie’. Sapevo che sarebbe stato divertente, non mi aspettavo che al tempo stesso toccasse corde tanto profonde”. “Il Premio” arriva al cinema il 6 dicembre una nuova regia per Alessandro Gassmann che sta già girando “Una storia senza nome” di Roberto Andò e lavora alla seconda stagione della fiction Rai “I bastardi di Pizzofalcone diretta da D’Alatri. Dopo Razzabastarda e Torn
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- Strappati, il giovane Gassmann è tornato dietro alla macchina da presa per un ritratto di famiglia on the road molto riuscito che indaga i rapporti fra padri, figli, fratelli, sorelle. Quella de “Il premio” è una strana famiglia che si aggira per l’Europa. È capeggiata da Giovanni Passamonte (Gigi Proietti), genio della narrativa che all’attivo ha molti libri di successo internazionale, molte mogli, molti figli, molto egocentrismo, un cinismo esagerato. Insomma, un personaggio cucito addosso a Proietti. Ma pure molti meriti, tant’è che vince il Nobel per la letteratura. E qui un altro problema: neanche l’emozione del premio gli toglie di dosso la paura di volare: quindi decide di imbarcarsi sì nel viaggio fino a Stoccolma ma in automobile, complice l’amico e l’assistente di sempre, Rinaldo (Rocco Papaleo). “Poi ci sono io - aggiunge Gassmann - che interpreto suo figlio Oreste, e partecipo al viaggio perché costretto, pagato. C’ anche l’altra figlia, Lucrezia, che fa la blogger, interpretata da Anna Foglietta, che si intrufola nel gruppo. Si comincia con un hastag (“alnobelconpapà”) e con i parenti ignoranti (“Ah, andate a prendere la statuetta? Guarda che il Nobel è una medaglia...”). Lo spettatore, fin dalle prime battute, pregusta un viaggio pieno di imprevisti e una famiglia strana, un po’ fuori dal comune, nella quale però i meccanismi personali fra padri figli e nipoti sono sempre gli stessi”. Nel cast de “Il Premio” ci sono anche Matil-
I film di Natale - CINEMA/ Arena Lifestyle 12/17
da De Angelis, Marco Zitelli. Non mancano anche preziosi cameo di due grandi signore del teatro italiano, Erica Blanc e Andrea Jonasson. “Indubbiamente” continua Alessandro Gassman, è una famiglia anomala ma in fondo quali famiglie non lo sono? Se vogliamo essere onesti, aggiunge poi, lo è stata anche la mia e sicuramente ci sono degli spunti personali, anche se non si facciano confusioni: questa non è la mia storia. “È la storia di un vecchio signore che scopre di avere vicino a sé le cose più importanti della sua vita, che fino a quel momento gli erano sfuggite perché trascinato lontano dal proprio talento. Quindi oltre a un viaggio, lo spettatore può vivere una serie di incontri, ma capisce anche che il protagonista ha di fronte a sè un’occasione per affrontare le dinamiche familiari, per conoscersi davvero”. Il grande protagonista de “Il Premio “ è ovviamente Gigi Proietti, contornato da “ un coro d’attori importanti, impegnati in grandi interpretazioni” continua Gassmann. “Egli ci racconta una cosa in fondo molto semplice, contenuta in un monologo che Proietti recita alla fine del film : geni o no, quel che conta è il gioco di squadra.” Quello che manca in questo Paese, in questo momento, è proprio il gioco di squadra, viene da riflettere. Manca il senso dell’unità, gli italiani non hanno più il senso della comunità. Siamo tutti di fretta, tutti solisti, ci sentiamo tutti freelance. Invece - conclude il regista - questa è la storia di un solista che si accorge di una cosa fondamentale: con un’orchestra (o ancye una famiglia) anche meno dotata della tua, si suona sempre meglio”. Ma le feste sono lunghe: allora cos’altro si può vedere? Noi consigliamo un film di Jon Lucas e Scott Moore con Mila Kunis, Kristen Bell, Kathryn Hahn, Jay Hernandez, Peter Gallagher, Justin Hartley, Christine Baranski, Susan Sarandon. Trama: Natale è il periodo più bello dell’anno… se non sei una mamma! Impacchettare, decorare, cucinare. C’è qualcosa di più stressante? Sì: la visita a sorpresa di tua madre, che arriva per ricordarti quanto non sei all’altezza. Perché si sa che dietro ogni mamma cattiva, ci sono delle mamme ancora più cattive. Amy, Kiki e Carla sono tornate e
sono pronte a tutto per salvare il loro Natale. E allora tra Babbi Natale spogliarellisti, party sfrenati e sbronze, la guerra tra mamme sta per iniziare. Senza esclusione di colpi. No, a Natale non sono tutti più buoni. Bello anche The Void - Il Vuoto (Canada 2017 - Horror - Durata 90 minuti) Un film di Jeremy Gillespie e Steven Kostanski con Aaron Poole, Kathleen Munroe, Kenneth Welsh, Daniel Fathers, Ellen Wong, Stephanie Belding, Evan Stern. Un agente di polizia, quando incontra un uomo ricoperto di sangue in una strada buia e isolata, lo conduce nell’ospedale più vicino. In breve staff e pazienti della struttura saranno intrappolati da una minaccia terribile e sovrannaturale, e costretti a un viaggio infernale nell’edificio per sfuggire a quell’incubo. Esilarante “Due sotto il burqa (Francia 2017 - Commedia - Durata 88 minuti) Un film di Sou Abadi con Félix Moati, Camélia Jordana, William Lebghil, Anne Alvaro, Carl Malapa, Laurent Delbecque, Oscar Copp, Predrag ‘Miki’ Manojlovic. Trama: Cosa non si farebbe per amore? Armand e Leila si amano e stanno pianificando di volare insieme a New York, ma pochi giorni prima della partenza, Mahmoud, fratello di Leila, fa il suo ritorno da un lungo soggiorno in Yemen, un’esperienza che lo ha cambiato… radicalmente. Ai suoi occhi, ora, lo stile di vita della sorella è troppo moderno. L’unica soluzione è confinarla in casa e impedirle ogni contatto con il suo ragazzo. Ma Armand non ci sta e pur di liberare l’amata escogita un piano folle: indossare un burqa e spacciarsi per donna. Il suo nome d’arte? Shéhérazade. Quello che Armand non si aspetta è che la sua recita possa essere sin troppo convincente, al punto da attirargli le attenzioni amorose dello stesso Mahmoud. Avvincente è Loveless (Russia 2017 - Drammatico - Durata 128 minuti), di Andrey Zvyagintsev con Maryana Spivak, Aleksey Rozin, Matvey Novikov, Marina Vasilyeva, Andris Keiss, Aleksey Fateev, Varvara Shmykova, Daria Pisareva. Ricordiamo la trama: Loveless racconta una Russia moderna in cui le persone sono in balia di forze implacabili, un mondo senza amore come un universo in cui i valori che danno un senso alla vita dell’uomo sono andati perduti, affermazione sociale e autoaffermazione.
SUBURBICON, L’AFFRESCO IN SALSA FIFTIES FIRMATO GEORGE CLOONEY (Commedia - Durata 105 minuti) di George Clooney con Matt Damon, Julianne Moore, Noah Jupe, Glenn Fleshler, Alex Hassell, Gary Basarab. Suburbicon è lo specchio ideale di un gioioso sobborgo californiano degli anni ’50, dove il meglio e il peggio dell’umanità si riflettono nelle azioni della gente comune. Ma dopo un misterioso omicidio, una famiglia apparentemente perfetta è costretta a ricorrere al ricatto, alla vendetta e al tradimento per sopravvivere. Psicologico e avvincente.
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Il manifesto della commedia Suburbicon di George Clooney, con dialoghi dei fratelli Cohen
Arena Lifestyle 12/17- CLASSICA/ POP
Musica
A fianco, l’immenso talento di George Michael, scomparso un anno fa. Qui a fianco, la cantante Elisa che ha festeggiato i vent’anni della sua carriera all’Arena di Verona con Radio 105 e con un album antologia, che ha segnato l’addio alla casa discografica Sugar e l’approdo in Universal.
NOTE DI NATALE
TUTTI I FILE PIU’ BELLI DA REGALARE
Il 14 l In occasione della cerimonia di premiazione dei British Fashion Awards 2017, tenutasi lunedì 4 dicembre a Londra, Rita ha cantato la cover di una delle canzoni simbolo degli anni ‘90 e del pop made in UK: “Freedom” di George Michael. George Michael canta ancora. A quasi un anno dalla sua scomparsa, avvenuta a soli 53 anni lo scorso 25 dicembre, arriva “Fantasy”, primo singolo postumo pubblicato dopo la morte del re del pop degli anni ’80, autore di innumerevoli e incredibili successi con gli Wham! e poi durante la carriera da solista.Il brano, trasmesso in anteprima dalla BBC Radio2 e sulle diverse piattaforme digitali, è la rivisitazione di una canzone - prima scartata dalla popstar e poi pubblicata all’inizio degli anni ‘90 come lato B della versione americana del singolo “Freedom! ‘90” e di quella britannica di “Waiting For That Day” - che si avvale della collaborazione di Nile Rodgers, il chitarrista degli Chic. L’arrivo di Fantasy, brano che mescola sonorità dance e funky e che anticipa la ristampa di “Listen Without Prejudice Vol 1”, Regalate file di musica? Le uscite discografiche dell’autunno-inverno sono eccellenti per fare gli auguri agli amici. Nina Zilli Nel nuovo album di Nina Zilli ci sono due personaggi distanti tra loro ma entrambi al top, Tommaso Paradiso dei Thegiornalisti e l’amico J-Ax. Il disco quarto della sua carriera, è “Modern Art”. L’album uscirà è stato scritto tra Milano e la Giamaica. Con Tommaso Paradiso, Nina ha scritto il successo “Mi hai fatto fare tardi”, mentre il duetto con J-Ax si intitola Butti giù. Elisa Elisa ha festeggiato i vent’anni della sua carriera all’Arena di Verona (con Radio 105), poi è uscito un album antologia a segnare l’addio alla Sugar e l’approdo in Universal. Il Best Of è bellissimo: “Elisa – Soundtrack 97-17” è un triplo album nella versione deluxe con cd di rarità, 4 dvd e un libro fotografico. Foo Fighters “Concrete and Gold” uscito il 15 settembre è una strenna imperdibile. Dave Grohl e soci hanno fatto fatto le cose in grande, coinvolgendo Paul McCartney per un pezzo alla batteria. Caparezza Il suo nuovo album si intitola “Prisoner 709” e sarà disponibile dal prossimo 15 settembre. È il seguito di “Museica”, che è stato una tappa fondamentale della sua carriera e che gli ha fatto vincere anche il Premio Tenco. Per essere all’altezza, Caparezza ha registrato negli studi MIX L.A. di Los Angeles insieme al suo fidato collaboratore Chris Lord-Alge. Miley Cyrus Addio psichedelia, messa alle spalle la collaborazione con i Flaming Lips, Miley Cyrus sta per tornare con un disco tutto pop e folk. Il titolo è “Younger Now”, lei ha promesso che vuole portare una ventata di positività e di amore nel mondo. L’uscita è prevista per il 29 settembre ed è stata per ora anticipata da due singoli, “Malibu” e “Inspired”.
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LIBRI - Arena Lifestyle 12/17
Libri
SI’, REGALARE UN LIBRO R
egalare un libro è ancora una bella idea per Natale, che suscita emozione e gratitudine. Ma come va l’editoria nazionale e quanto leggono gli italiani? L’editoria italiana secondo i dati dell’Associazione Italiana Editori, conferma anche in questo 2017 la sua dimensione internazionale e la sua capacità di conquistare con i suoi libri e i suoi autori i mercati esteri. E questo è ancor più vero per i piccoli e medi editori che registrano una crescita nella vendita dei diritti. È quanto emerge dall’Indagine import export dei diritti 2017, realizzata dall’Ufficio studi dell’Associazione Italiana Editori (AIE) in collaborazione con ICE - Agenzia per la promozione all’estero e l’internazionalizzazione delle imprese italiane e presentata oggi a Più libri più liberi, la Fiera della Piccola e media Editoria in programma fino al 10 dicembre alla Nuvola Roma Convention Center. La fotografia su come le case editrici italiane si muovono in ambito internazionale evidenzia che nel 2017 sono stati venduti all’estero i diritti di 7.455 titoli (+13,6% rispetto al 2016) mentre ne hanno acquistati 9.227 (-2,9% sul 2016): siamo un Paese di lettori ed editori curiosi a cui piace esplorare e conoscere le «nuove» letterature e mondi narrativi e sociali anche molto lontani da quelli in cui viviamo. Quali sono i generi più venduti? Bambini e ragazzi, che convalida la quota di mercato con il 49% delle vendite (+7,7% sul 2016). Seguono la Narrativa di autori italiani (23,8%) e la Saggistica (16,5%). E i generi più acquistati? Gli editori italiani concentrano la loro attenzione sull’acquisto della Narrativa di autori stranieri che rappresenta il 35,5% (-3% sul 2016) degli acquisti di diritti. Gli altri generi mantengono sostanzialmente le quote del 2016: Bambini e ragazzi coprono il 26,4% e la Saggistica il 18,4%. Dove si vende? È naturalmente l’Europa a confermarsi come il principale mercato di sbocco delle vendite con il 63,1% delle opere vendute (+8% rispetto al 2016) mentre è il Medio Oriente (soprattutto per via degli editori Turchi) con il 7,4% delle vendite ad avere la crescita più sostenuta: +75,3% rispetto al 2016. Non a caso è l’area dove negli ultimi anni si è concentrate maggiormente la partecipazione a Fiere da parte dell’editoria italiana con il supporto di ICE Agenzia. E da dove si acquista? Anche la maggior parte degli acquisti si concentrano in Europa, tanto da coprire il 54,4% nel 2017 (ma in calo rispetto al 60,2% nel 2016). Aumenta la nostra sua capacità di acquisto l’Asia con il 13,2% dei titoli. Quali sono i risultati dei piccoli editori? Secondo gli ultimi dati disponibili (2016, i dati 2017 sulla piccola editoria non sono ancora stati elaborati) acquistiamo più diritti all’estero di quanti ne vendiamo. Ma, al tempo stesso, aumentiamo la nostra capacità di vendere. Il 12,5% delle vendite dei diritti è coperto dalle piccole case editrici, in crescita del +31,9% rispetto al 2015. Nel 2016 l’acquisto dei diritti rappresenta il 46,2% (+4,5% sul 2015). Le coedizioni sono un altro tassello importante dei processi di internazionalizzazione dell’editoria italiana. Nel 2017 sono state 1.123 le coedizioni realizzate con gli editori stranieri (+1,9% rispetto al 2016). Il genere dei Bambini e Ragazzi, con il 70,6% domina le coedizioni (era il 57,7% nel 2016) e occupa quasi i due terzi del mercato, seguito dagli Illustrati che rappresentano il 17,6%. Anche l’export cresce: il valore complessivo dell’export editoriale nel 2017 è di 315,3milioni di euro, in crescita rispetto ai 301milioni del 2016. In particolare ad aumentare sono i ricavi dalla vendita dei libri italiani all’estero che sono 44,5milioni e insieme ai ricavi da vendita di diritti all’estero rappresentano 125,3milioni di euro (+1% rispetto al 2016) cioè il 4,5%/5% del mercato.“ Ha commentato Ricardo Franco Levi, presidente di AIE –, confermiamo il ruolo importante dell’editoria italiana, prima industria culturale del Paese. Cresciamo in quelle aree in cui negli anni l’AIE e gli editori italiani hanno partecipato a collettive o a «missioni esplorative»: dalla Cina al Medio Oriente. “Dall’indagine realizzata dall’ICE Agenzia e AIE - ha detto Ferdinando Fiore (Ufficio Beni di Consumo dell’ICE Agenzia) - è emerso che la compravendita dei diritti con l’estero, sta riprendendo con il segno positivo quasi dappertutto confermando la bontà sia degli investimenti fatti sia dei paesi selezionati”.
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Arena Lifestyle 12/17- GRAND TOUR/ Capodanno al caldo
CAPODANNO 2017 AL MARE Le spiagge dei Caraibi, meta tradizionale dei ‘sun addict’ che fuggono dalla città e inseguono l’estate tra Natale e Capodanno
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istese di sabbia a perdita d’occhio. Tramonti struggenti, giornate oziose senza wi fi. Per molti italiani le vacanze di Natale sono rigorosamente al caldo, al sole. Ma attenzione alle fregature: che spesso iniziano ancor prima di partire, quando si prenota...
Sole, caldo, mare turchese e cristallino, spiagge di sabbia bianca, in una parola: estate. Se anche voi siete tra quelli che non vedono l’ora torni il caldo (nonostante questo autunno non si possa certo dire freddo) vi capiamo. Se all’accorciarsi delle giornate e all’ingrigirsi del cielo vi assale un attacco i malinconia e guardate sospirando alle foto dell’estate appena trascorsa, quello che ci vuole per voi è una bella vacanza in luoghi esotici, dove le temperature sono estive e ci si può crogiolare in libertà sotto il sole cocente e fare il bagno o le immersioni in acque fantastiche. Il 2018 insomma è ormai vicino ed è giunto il momento di decidere su quale spiaggia trascorrere l’ultimo dell’anno, anche all’ultimo momento. Ma quali scegliere ? Le Canarie sono una delle mete più vicine dove trascorrere un Capodanno al caldo. Abbastanza tranquille, abbastanza semplici da visitare. Questo arcipelago spagnolo è a poche ore dall’Italia, offre alloggi anche a prezzi relativamente bassi e può accontentare sia i gruppi di famiglie che i gruppi di amici. Chi si vuole divertire infatti troverà locali e discoteche dove festeggiare l’ultimo dell’anno, mentre chi vuole stare più tranquillo può trascorrere il veglione in uno dei tanti ristoranti, con sale adatte ai veglioni privati. Di giorno ci si può riposare, andare in spiaggia o fare qualche bella escursione. Alle Canarie non ci si annoia mai, specie se si amano la geologia e i vulcani. Ma attenzione: per Capodanno si consiglia di soggiornare decisamente al Sud, altrimenti ci si ritrova con 12 gradi, pioggia battente, umidità pazzesca nelle ossa e camere o appartamenti senza riscaldamento. Le Canarie hanno 11 climi diversi e non si deve sbagliare. Perchè tutti offrono alloggio tutto l’anno ma nessuno spiega bene queste cose. Il sole ed i 25 gradi costanti ci sono soltanto al sud dell’isola, nelle zone di Adeje e Arona dove si trova la famosa spiaggia di “Los Cristianos”. Al Sud è vero quello che dicono di Tenerife: sole e caldo tutto l’anno. Ma ed anche vero che è la zona più massificata, turisticamente parlando, dove ci sono tanti posti bruttissimi per turisti stranieri e gestori che nemmeno parlano lo spagnolo, ma solo la lingua
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Capodanno al caldo - GRAND TOUR/ Arena Lifestyle 12/17
locale. Dunque entre i bagnanti del sud si godono la spiaggia, chi ha preso stanza vicino al Teide, il vulcano dell’isola, trova addirittura la neve. Restando in Spagna, Ibiza è probabilmente una delle mete “top” dell’estate, ma attenzione a Capodanno: non tutte le discoteche sono aperte e neanche tutti i ristoranti, ogni anno è meglio psendere un po’ di tempo per controllare cosa c’è vicino di aperto, prima di prenotare una stanza. Se c’è una cosa infatti che d’estate non manca ad Ibiza è sicuramente la folla, la scelta di locali per tutte le tasche e la possibilità di divertirsi e di stringere nuove amicizie. Ma attenzione, arrivando a dicembre sulla strada principale, quella che converge nella maestosa Ushuaïa Tower, che guarda quello che fino a un paio di mesi prima è l’immensa discoteca Space di Ibiza, si vive è un’esperienza alienante. Il silenzio è surreale. Sembra di stare in una serie di The Walking Dead. Una leggera brezza marina sposta delicatamente i nylon penzolanti che avvolgono le insegne dei bar. È l’unico suono che si ode, si passa un intero pomeriggio su Marte. Perché Playa D’en Bossa il 2 di gennaio è come Marte. Tutto chiuso, todo cerrado, con le vetrine vuote, come fosse imminente l’ apocalisse. Tra le insenature che tagliano verso l’infinito i muri dei residence, il mare appare talmente calmo da sembrare finto. Anche il colore non è naturale. Poche onde si ripiegano su se stesse, come se sapessero che sono lì fuori stagione ma non possono andarsene, devono fare il loro mestiere a Playa Talamanca. La spiaggia, irriconoscibile, è animata dai ristoranti, aperti e abbastanza frequentati, che possono regalare uno dei momenti più umani di questa insolita vacanza se c’è il sole: un pranzo in spiaggia a base di pesce fresco con il bomber appoggiato sulla sedia di fianco, mentre in Italia tutti girano in pelliccia e piumino. Impagabile. Poco più in là, il Porto mantiene una certa eleganza nonostante l’assenza dei lussuosi yacht. Ovunque ci sono lavori in corso, è il periodo dell’anno più adatto. All’interno e nelle spiagge più lontane, le più belle, l’inverno amplifica quella sensazione di magia per cui Ibiza è famosa in tutto il mondo. Insomma, abbiamo capito che per trovare 30 gradi in pieno
inverno a poche ore di volo dall’Italia si deve andare oltre, per esempio dopo Gibilterra, nell’oceano Atlantico, nello splendido arcipelago di Capo Verde. Questa ambita località africana conta diverse isole dove soggiornare anche il 31 dicembre, tutte rigogliose e ideali per tornare con un’abbronzatura invidiabile. Una vacanza a Capo Verde è consigliata soprattutto alle coppie o alle famiglie che vogliono rilassarsi. Ma ben sapendo che dovranno fare i conti con il vento fortissimo che dà noia anche quando si sta semplicemente in piedi (e dunque si sta sdraiati sul lettino dietro a paraventi di canne) e che non si riesce a fare il bagno perchè le onde sono altissime, esagerate. Bisogna anche selezionare al massimo le strutture, perchè quelle di molti villaggi di medio livello non hanno la piscina o non godono di manutenzioni adeguate. Il Kenya è sicuramente più lontano dall’Italia, merita qualche giorno in più di vacanza, ma vi permetterà di trascorrere un Capodanno 2018 veramente invidiabile. Il clima in Kenya a dicembre non è perfetto, le piogge possono dar fastidio, ma il mare è sempre gradevole, inoltre gli hotel e i resort della zona di Malindi sono in continuo miglioramento, permettono di trascorrere un Capodanno indimenticabile. Le migliori località balneari sono ovviamente Watamu e Malindi. Una delle destinazioni più belle, anche per il Capodanno 2018, è sicuramente ancora più a sud, nell’Arcipelago di Zanzibar, nonostante ci voglia qualche ora d’aereo in più per raggiungerla. Qui l’ultimo dell’anno si festeggia rigorosamente in spiaggia e in costume, osservando i fuochi d’artificio dopo una gustosa cena a base di pesce. Zanzibar è il luogo ideale per chi cerca il mare ma vuole anche esplorare una terra magica, che offre tante escursioni. Non si deve perdere l’occasione di visitare le diverse isole, Stone Town, il famoso Mercato delle Spezie Ovviamente, se si decide di trascorrere l’ultimo dell’anno a Zanzibar, l’ideale è soggiornare per almeno 10 giorni. Sia per il Kenia che per Zanzibar, molti partono senza effettuare le opportune vaccinazioni antimalariche, ma questo rischio non andrebbe corso con tanta leggerezza.
E SE VI PROPONGONO LA TANZANIA.... Il clima della Tanzania è di tipo tropicale: Le temperature durante tutto l’anno oscillano tra i 20° ed i 30°, aumentando nella zona costiera ed a Zanzibar, e diminuendo nelle zone montuose. Ci sono due stagioni secche in Tanzania, il periodo più secco e quindi maggiormente sopportabile è l’inverno tra maggio ed ottobre, ma anche i mesi di gennaio e febbraio sono poco piovosi. Per gli appassionati di Safari, è utile sapere che nella parte a nord (Serengeti e dintorni) tra gennaio e febbraio potrebbe essere difficile avvistare gli animali della savana, migrati nelle zone più umide del Kenya. Il periodo delle piogge invece si sviluppa tra dicembre ed aprile In alto, una mandria di gnu al pascolo nella savana, in Tanzania. In gennaio e febal sud e tra ottobre-dicembre e marzo-maggio al nord. periodo è umido braio di solito migrano in Kenya.
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Arena Lifestyle 12/17- GRAND TOUR/ Capodanno al Polo Nord
CAPODANNO AL POLO NORD
Qui sopra, igloo hotel in Scandinavia. A fianco la campera da letto con vista stellare. Un sistema di igloo sul pack per accogliere i turisti.
L
a fine d’anno tra i ghiacci è un’ esperienza che molti sognano di vivere almeno una volta. Le destinazioni più gettonate sono l’Islanda, la Finlandia e la Norvegia.
ta con i ramponi sulla superficie di un ghiacciaio, dove si ha il privilegio di ammirare tutta la bellezza delle Aurore Boreali, le magiche luci verdi del Grande Nord che illuminano il cielo in questo periodo dell’anno. Trekking, escursioni e attività sono sempre realizzati in luoghi caratterizzati da magnifici paesaggi: tra le gite più belle, la visita al Golden Circle, alle cascate di Gullfoss, Skogafoss e Seljalandfoss. Indispensabili qualche giorno nella capitale Reykjavik, un salto alla spiaggia nera di Vik, l’esplorazione di una grotta di lava, un’emozionante escursione con le ciaspole o coi ramponi nelle vicinanze di Reykjavik, sulla superficie di una lingua glaciale. Ogni giornata si conclude con un rilassante bagno vicina ad una delle fonti geotermiche. Per allo spettacolare fenomeno delle Aurore Boreali che illuminano questo periodo dell’anno in modo tanto speciale, ci si può dirigere anche in Scandinavia. Si tratta di un tour davvero uni-
Il periodo delle festività è sicuramente uno dei più magici per scoprire la terra a nord più lontana, l’Islanda, in tutto il suo splendore: l’isola di fuoco e ghiaccio è infatti avvolta da un’atmosfera che lascia senza parole ogni viaggiatore. Naturalmente il freddo è polare e i paesaggi sono lunari. Questo tipo di viaggi si fanno di solito in compagnia di un piccolo gruppo di massimo 8 viaggiatori e accompagnati da una guida di lingua italiana. Gli itinerari portano a visitare il sud dell’isola, escursioni e trekking prevedono uno stretto contatto con la natura circondati da spettacolari paesaggi vulcanici e glaciali. Sono dnque graditissime le pause nelle calde acque termali del Blue Lagoon, dopo una passeggia-
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Capodanno al Polo Nord GRAND TOUR/ Arena Lifestyle 12/17
co, un’avventura indimenticabile nell’estremo nord del nostro pianeta. Molti pacchetti prevedono che si raggiunga il Polo Nord Geografico a bordo di un elicottero: si tratta dell’unico punto della terra nel quale tutte le direzioni vanno a sud, sorvolando la banchisa artica. Nel corso della storia, Peary, Herbert, Uemura ed altri illustri esploratori percorsero più di 800 km in queste terre per raggiungere il Polo Nord. Ancora oggi, raggiungere il disabitato Polo Nord Geografico continua a rappresentare una prova ardua se non ci si alza in volo. I preparativi della spedizione sono molto entusiasmanti, iniziano di solito inizano a Longyearbyen (Arcipelago delle Svalbard, Norvegia), e quando l’organizzazione della spedizione si assicura che le condizioni climatiche siano ottimali, l’aereo Antonov-74 trasporta gli esploratori alle basi, per esempio la “Borneo” situata su una banchisa alla deriva nel cuore dell’oceano Artico a 89º di latitudine nord , dalla quale si ammira lo spettacolo della fauna polare. Il disabitato Polo Nord Geografico, il punto d’incontro di tutti i meridiani terrestri si raggiunge più comodamente in volo. Si tratta di momento magico e unico nel punto più settentrionale del Pianeta, si può anche passare la notte nella base meteorologica di “Borneo”, sopra il ghiaccio alla deriva. Le celebrazioni per il Capodanno si svolgono di solito a 1300 km (800 miles) dal Polo: nei dintorni di a Longyearbyen LYR, l’aeroporto più a nord del pianeta con voli di linea. Ci sono varie compagnie che lo raggiungono, per esempio si vola da volo Düsseldorf con destinazione l’isola Spitsbergen nell’arcipelago norvegese delle Svalbard, dove si atterra 4 ore più tardi. Data la stagionalità, la località è avvolta della notte artica per le 24 ore, le probabilità di osservare le aurore boreali è molto alta, anche se bisogna sperimentareun bel freddo
polare in pieno inverno. I viaggiatori che scelgono un tour operator, sono sempre accompagnati da un esperto polare. In alcune escursioni è prevista anche la presenza di un ricercatore di biologia o di uno zoologo esperto di orsi polari molto utile se si ci si ferma per qualche ora oppure per una notte in una base, per esempio Camp Barentz, dalla quale si possono fare meravigliosi avvistamenti di questi straordinari animali., che sono molto pericolosi, però, ricordiamolo. Mai avventurarsi da soli in zone non sorvegliate: gli orsi bianchi sono lunghi fino a 3 metri e pesano anche 800 chili. Sono i più grandi carnivori presenti sulla terra e possono fiutare il sangue o una carcassa anche da una distanza di 30 km. Dopo il cenone di Capodanno polare, allo spettacolo di stelle e luci nel cielo si aggiunge quello dei fuochi artificiali. E’importante scegliere il soggiorno in un albergo con spa, per riprendersi dal freddo, che offra anche un’abbondante colazione norvegese al mattino. Una volta visitato il Polo, il resto della nazione norvegese appare quanto meno: non mancano località e luoghi ricchi di storia e di tradizioni che arricchiscono il patrimonio culturale locale. A cominciare dalle incisioni rupestri di Alta nella contea di Finnmark, oppure il quartiere anseatico di Bergen, o ancora la città mineraria di Røros, patrimonio dell’Unesco. Altri siti turistici culturali della Norvegia sono considerati anche i fiordi di Nærøyfjord nella contea di Sogn og Fjordane e quello di Geirangerfjord nella regione di Møre og Romsdal. Tra le cose assolutamente da non perdere in un viaggio alla scoperta dei ghiacchi polari, sono da citare le rovine della cattedrale medievale di Hamar, la chiesa di legno di Urnes e, perché no, l’aeroporto internazionale di Gardermoen, con lo splendido terminal in legno, pietra e grandi vetrate aperte su un panorama mozzafiato. In alternativa, un’esperienza davvero unica, è avvicinarsi alla
TRA LE RENNE IN FINLANDIA, IL PAESE DI BABBO NATALE Il nord della Finlandia offre un paesaggio polare e tanti pacchetti di soggiorni a contatto con le renne. La renna è un’icona della Lapponia finlandese e vi è una buona ragione: il numero di renne nella provincia è pressappoco uguale a quello degli abitanti. Pertanto, già che ci siete… salite su una slitta e fatevi trainare come Babbo Natale! Le escursioni su una slitta trainata da renne sono un modo comune per avvicinarsi a questi animali leggendari. Attività vacanziera amica dell’ambiente a tutti gli effetti, la corsa su slitta non è l’ultima trovata turistica, ma il metodo utilizzato anticamente dai lapponi per spostarsi. Le corse solitamente durano da 10 minuti a qualche ora. La velocità è sempre moderata e pertanto sono adatte a tutte le età. È una specie di viaggio spirituale: addentrarsi nelle foreste innevate a bordo di una slitta di legno è un’esperienza magica che gli agenti di viaggio offrono di continuo. Le renne sono semi-addomesticate e ogni singolo animale appartiene a un particolare allevatore. Nella Lapponia del nord, l’allevamento delle renne è ancora la principale fonte di reddito per molti. Due volte all’anno, tutte le renne vengono radunate per la marchiatura dell’orecchio e la conta. Durante questo evento che dura per diversi anni si svolgono feste, sagre ed eventi davvero suggestivi per i turisti.
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Arena Lifestyle 12/17- GRAND TOUR/ Capodanno al Polo Nord
cultura Sami (Lappone), visitando la Finlandia e il parco tematico Sápmi di Karasjok nell’Altopiano del Finnmark, un vero paradiso ricco di boschi di ostelli e bed e breakfast dove scoprire tradizioni millenarie, una ospitalità eccezionale e tanti prodotti da portare a casa. Per avvicinarsi al polo senza prendere freddo, si può utilizzare la nave: scegliendo una bellissima crociera tra i ghiacci, oppure il sistema dei traghetti. Per recarsi al Polo si parte da Orio al serio (Bergamo) e si arriva a Torp, a due ore di treno da Oslo. Da lì si va a Bergen, Ålesund, Svolvær se si vogliono vedere le isole Lofoten, Bodø, Trondheim. Poi si torna di nuovo Oslo ed infine Sandefjord per poi ripartire da Torp. Viaggiando in treno si risparmia tempo e fatica, soprattutto se si è da soli o in coppia. I treni sono comodissimi e dotati di ottima connessione wifi, di ristorante o bar. Si spuntano nottimi prezzi sul sul sito delle ferrovie norvegesi, ci sono anche i posti in offerta chiamata “minipris“, ma bisogna prenotarli con molto anticipo. Risulta utilissima la app NSB che permette di fare i biglietti direttamente da smartphone, di controllare binario e orari, di tenere il biglietto da far vedere al controllore direttamente sul telefono anche offline. I viaggi in cuccetta sono confortevoli e le cuccette sono costituite ciascuna da 2 posti letto. Per chi è diretto oltre il Circolo Polare Artico, le ferrovie norvegesi arrivano fino a Bodø dopo si deve procederecon bus, macchina o aereo. Le auto in affitto in inverno vengono equipaggiate con tutto quello che occorre per una guida su strade ghiacciate. Le gomme ad esempio sono chiodate.L’affitto della macchina diventa costoso quando si restituisce il veicolo in una città diversa rispetto a quella in cui si è preso, ci sono penali altissime. Bisogna guidare piano non solo in inverno ma
anche in estate. In questa nazione sono molto severi sul limite di velocità. Ci si abitua subito d’inverno a procedere a non più di 50 km/h (in alcuni luoghi è anche di 15 km/h) perché è così che si possono ammirare panorami fantastici e non cadere in qualche burrones, specie se le strate sono ghiacciate. Per esempio è molto suggestivo il percoso che si può fare in auto per visitare le isole Lofoten, che sono collegate da ponti. L’uso del traghetto è consigliato per visitare i territori sud (nella zona dei fiordi) ma anche a nord. Moltissimi traghetti offrono la possibilità di trasportare l’auto presa a noleggio. Certo non sono economici e nemmeno veloci. In inverno le corse sono ridotte, talvolta gli orari sono un po’ scomodi. Da Svolvær a Bodø l’unico traghetto giornaliero che percorreva questa tratta era alle 6 del mattino e senza possibilità di portare l’auto. Per i giorni di navigazione, che sono almeno tre o quattro, è bene prendere una cabina comfort (letto matrimoniale, oblò con vista e bagno privato, breakfast) per vivere al meglio questa esperienza. Il costo può essere dimezzato scegliendo altre soluzioni più spartane ma soffrendo il mal di mare non me la sono sentita. Sono previste delle soste di due ore a Bodø, Trondheim e Ålesund. Vengono organizzate anche delle escursioni guidate a pagamento. Sul traghetto ci sono un ristorante, un bar e un lounge bar notturno. Ad ogni tappa si possono sperimentare ristoranti nuovi e nuovi modi di preparare il pesce. Ma gustarlo cosi’, appena pescato - salmone, halibut, gamberetti, merluzzo - è spettacolare. In generale si mangia bene in hotel, locande, guest house e nei supermercati si trovano tantissime specialità già pronte da gustare anche in loco. I taxi, costano molto, ma possono essere molto utili quando nevica molto forte. Per esempio per andare da Sandefjord all’aeroporto di Torp alle sei del mattino.
IL RADUNO DEGLI ORSI BIANCHI Tutti gli anni, verso la fine di Ottobre e gli inizi di Novembre, gli orsi polari si ritrovano intorno alla piccola cittadina di Churchill, nella baia di Hudson, in Canada. Si tratta di una colonia di circa 300 orsi che si stanziano lungo i 50 km di costa tra il capo e la città. A partire da qui, si sposteranno verso il territorio di caccia: il Grande Nord. Nel frattempo, si fermano per un periodo a Churchill aspettando che si formi la banchisa per proseguire il loro viaggio. Le escursioni per l’ osservazione e la fotografia del Re dell’Artico si terranno a bordo di un veicolo a trazione 4x4 sopraelevato e l’esplorazione avverrà in totale sicurezza. Per raggiungere Churchill si parte dalla Francia col volo Parigi- Winnipeg.
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Capodanno al Polo Nord GRAND TOUR/ Arena Lifestyle 12/17
Sopra: la meravigliosa aurora boreale che si ammira nel Nord della Norvegia. Qui sopra: cuore di alce, impiegato in una gustosa ricetta svedese. A destra: il sogno di una crociera tra i ghiacci, l’arrivo della nave nel famosissimo fiordo Geirangerfjord. La nave è uno dei mezzi di trasporto più conforetevoli per arrivare al Polo Nord norvegese: poi si prosegue in auto o in elicottero. In Finlandia invece si ammira l’aurora boreale dalla slitta.
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Arena Lifestyle 12/17- GRAND TOUR/CAPODANNO NEL DESERTO BIANCO
CAPODANNO NEL DESERTO BIANCO S è il più grande desiderio del vostro Natale è andarvene in un posto dove non c’è niente e nessuno eccovi accontentati. La vostra destinazione ideale è il Deserto Bianco. Ra Bandes è un mare di sabbia candida.Come nessuno immagina il Sahara, che è notoriamente costuituito da sabbia color arancio intenso che al tramonto si tinge di sfumature viola. Il fascino di questo luogo sta nell’apparire all’improvviso al visitatore, che per vederlo ha percorso infiniti banchi di sabbia color ocra e scansato le nere rocce vulcaniche. Il Deserto Bianco è un miracolo geologico fatto di pilastri calcarei e monoliti gessosi che, grazie al lavorìo del vento, prende forme di uomini, animali, funghi, fiori. Difficile descriverlo in poche parole, è una immensa fetta di Sahara in territorio egiziano che si estende tra le oasi di Bahariya e Farafra, fino a lambire Siwa a nord e il territorio libico a ovest, collega le lande del Deserto Occidentale con il cosiddetto Grande Mare di Sabbia. I geologi lo sanno come è nato: migliaia di dune sono state interrotte da placche bianchissime formatesi dopo il ritiro di laghi e di paludi che, fino a 5mila anni fa, bagnavano questa regione. Incredibile immaginare che qui c’era la savana, si cacciavano le gazzelle e ruggivano i leoni. Oggi la sabbia e le pietre fossili hanno cambiato il volto di questo territorio, che nasconde mille storie. Per esempio quelle di esploratori come Gerhard Rohlfs (salvato nel 1874 da due giorni di pioggia mentre cercava di raggiungere Siwa) e del conte ungherese László Ede Almásy ( celebrato nel film il Paziente inglese) che, dal 1929
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al 1941, scorrazzò tra queste dune. Entrambi alla ricerca, sempre vana, di una leggenda, l’oasi scomparsa di Zarzora. Da qui ha preso le mosse la civiltà egizia, fiorita poi lungo le rive del Nilo. E da qui è passato Alessandro il Grande, dopo aver conquistato l’Egitto (331 a.C.) e fondato Alessandria. La sua meta era la scomparsa Siwa, dove consultò l’oracolo di Amon, il Dio della Vita: gli disse che egli era figlio di Zeus e che avrebbe dominato il mondo. Dopo di lui arrivò la regina Cleopatra, che aveva le sue radici a Tebe. E chissà se il tribunoAntonio la aspettava proprio a Siwa per conquistarla, quando quell’oasi era ricca e potente, anche se non colem al tempo di Ramesse III (1184-1153 a.C.), durante il quale fu per secoli capoluogo del deserto, un’ultima frontiera dei faraoni. Oggi, assediata dal Grande Mare di Sabbia, l’oasi mostra l’ombra dei fasti del passato. Costruita in una curiosa depressione situata 12 metri sotto il livello del mare, si allunga per 80 chilometri e conta 300 sorgenti sotterranee. L’acqua, linfa vitale dell’oasi, scorre lungo una rete di canali che irrigano più di 300 mila palme da dattero e 70 mila ulivi. Da vedere nell’oasi, il qasr del XIII secolo, ancora abitato, il Monte dei Morti, con numerose tombe faraoniche della XXVI dinastia, i resti del Tempio di Amon, edificato tra il 663 e il 525 a.C., e la Piscina di Cleopatra, sorgente citata da Erodoto, dove nuotò davvero la regina egiziana. Osate pure fare un bagno: l’acqua è limpidissima e il fondo è verde smeraldo, come gli occhi di Cleopatra.
CAPODANNO NEL DESERTO BIANCO - GRAND TOUR/Arena Lifestyle 12/17
Niente di nuovo comunque: l’intero Deserto Occidentale è caratterizzato da enormi depressioni, fondi di antichi mari che, intercettando vene superficiali d’acqua, hanno reso possibile, in uno dei luoghipiù inospitali del mondo, la nascita di oasi che permettono sia la presenza umana sia la coltivazione e l’allevamento. Oltre a quella di Siwa, sono ancor attive El Fayoum, Bahariya, Farafra, Dakhla e Kharga, snodi fondamentali del commercio transahariano. Sono siti magnifici da visitare, immersi in panorami mozzafiato e ricchi di monumenti storici. Oggi sono facilmente raggiungibili e ben collegate tra di loro. Per il Capodanno scegliete Bahariya, un luogo straordinario dove, nel 1996, un distratto custode sprofondò nel terreno di un cantiere alla periferia dell’oasi, scoprendo involontariamente una delle più grandi necropoli egizie mai ritrovate, ribattezzata poi Valle delle Mummie d’Oro: all’inizio si parlò di 105 mummie, poi di 250. Oggi qui si contano 10mila sepolture, ricche di ornamenti di nobili e dignitari vissuti tra il IV e il I secolo a.C. Qui si visitano il museo, con alcune mummie dorate del periodo greco-romano, mentre nella necropoli di Ayn Al Muftillah si vedono tombe di notevoli proporzioni, con sale a pilastri o a colonne e con decorazioni raffiguranti scene religiose, divinità e il re Amasis. La bellissima oasi di Farafra racconta invece mille anni di scambi e incontri. Qui, le donne non portano il velo e guardano in faccia lo straniero. Le abitazioni sono molto semplici, i cui muri sono abbelliti da variopinti disegni che ricordano l’hajj, il pellegrinaggio a La Mecca: rappresentazioni naïf di navi e aerei, e poi ancora falchi, uccelli, gazzelle, cavalli. Ma andiamo ora in direzione di Dakhla, ricchissima d’acqua (vanta ben 520 sorgenti), che si allunga per decine di chilometri a ridosso di una montagna dal colore rosato che chiude CON CHI ANDARE TRA LE DUNE
l’orizzonte come una quinta teatrale. I campi sono coltivati a riso, con spighe rigogliose. Lì a poca distanza si erge il Deir al-Hagar, un tempio romano del I secolo d.C., che conserva preziosi altorilievi raffiguranti le principali divinità egizie. A due passi, il qasr, antico abitato aggrappato alle pendici di una montagna, appare come una cartolina uscita intatta dalla storia. Le case, a quattro o cinque piani, sono in mattoni di fango scuro, hanno facciate ornate da disegni geometrici e stipiti realizzati con travi finemente intagliate. Proviamo ora a puntare verso Bashindi, un antico villaggio che la tradizione vuole simile a quelli di epoca faraonica. Non lontano, si erge il mausoleo del Pasha Hindi. La cupola è islamica, ma l’impianto sottostante è di epoca romana. Tutt’intorno, mezzo ricoperte dalla sabbia, resistono altre otto tombe romane.Da un vicolo si accede alla tomba litica di Kitines, riccamente decorata con motivi risalenti al II secolo. Avvicinandosi al Nilo si arriva all’oasi di Kharga. Luxor è a due ore di strada. Capoluogo della regione chiamata El Wadi El Jedid, la città è al centro di un articolato piano di sviluppo economico che punta a decongestionare la sovrappopolata valle del Nilo. Anche se l’antica seduzione è andata persa, rimangono alcuni siti archeologici significativi: il tempio di Hibis del VI secolo a.C., la necropoli cristiano-copta di El Bagawat, un complesso di tombe eretto tra il IV e il VI secolo d.C., con i resti di circa 260 cappelle funerarie dalle cupole affrescate. Ancora poco conosciuta, e frequentata, è la zona della depressione di El Fayoum, dove un braccio del Nilo alimenta il lago Birket Qarun, Gli strati di roccia dal colori psichedelici e dalle forme curiose hanno restituito importanti fossili marini e terresti risalenti a 30-40 milioni di anni fa: siamo nel Jebel Qatrani, oggi il maggiore giacimento di fossili al mondo. Qui si trovano balene fossili, montagne di conchiglie, una foresta pietrificata con alberi alti fino a 20 metri, una strada romana.
I Viaggi di Maurizio Levi (tel. 02.34934528) è il primo tour operator a proporre questa spedizione di 8 giorni nel deserto tra il Nilo e le oasi centrali. Partenze mensili di gruppo con voli da Milano e Roma fino a maggio, o individuali settimanali, minimo 2 persone, pernottamenti in hotel e 5 notti in tenda con pensione completa, accompagnatore dall’Italia. Turisanda (tel. 02.721361) propone un itinerario di 11 giorni in fuoristrada, che dal Cairo arriva fino a Luxor attraversando le oasi. Guida parlante italiano, sistemazioni in hotel di lusso e pernottamenti avventurosi ma confortevoli anche in campi tendati. Azonzo Travel (tel. 02.36513294) propone un tour di 11 giorni accompagnato da Fiorenza FerLe suggestive immagini del Deserretti, esperta di archeologia sahariana. Quote da 2350 euro in pensione completa. to Bianco, nel cuore del Grande Antichi Splendori (tel. 011.8126715) propone un tour di 9 giorni che, alle oasi, aggiunge i monMare di Sabbia. asteri copti di Wadi Natrun, Sant’Antonio e San Paolo, El Alamein, Alessandria, Il Cairo. Partenze giornaliere da Roma o Milano. Quote da 1300 euro con mezza pensione. Altre proposte: un viaggio di 7 giorni nelle oasi e nel Deserto Bianco, uno di 8 giorni che aggiunge Alessandria, e i monasteri copti di Wadi El Natrun.
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Arena Lifestyle 12/17- WINE & CO/ Champagne o spumante?
Duello sul brindisi Ogni volta che si avvicinano le Feste, qualcuno ne parla. Meglio champagne o spumante? Non ci sono ancora vincitori e vinti. Ci sono invece molti appassionati che non conoscon le differenze tra i due prodotti...
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per caso come trasformare il vino fermo in ottimo vino frizzante, selezionando le uve migliori e il territorio ideale per coltivarle. Il successo è stato grandissimo e immediato, tutte le corti europee iniziarono ad ordinare quella nuova ambrosia dorata. La stessa procedura di vinificazione e fermentazione comincia da allora a diffondersi anche in Italia, dove da secoli si producevano già vini frizzanti, ma stavolta si va avanti con una strategia, si cominciano ad identificare i territori e le uve migliori per realizzare questi tipo di produzioni. Oggi, si chiamano spumanti i vini frizzanti che provengono da qualsiasi territorio e da qualsiasi vitigno, da qualunque regione dell’Italia. Ma troviamo ottime bollicine non solo in Italia, ma anche nel resto del mondo: in California, Spagna, Australia, Cile per esempio. Certo, secondo noi i migliori spumanti sono quelli che si attengono a un preciso disciplinare di produzione, come appunto quelli della zona di Franciacorta in provincia di Brescia. Gli spumanti possono essere prodotti con metodo classico, cioè quello dello Champagne, detto champenoise. Oppure con il metodo Martinotti-Charmat, chiamato anche metodo italiano, che consiste nel rifermentare il vino in una grande autoclave prima di metterlo in bottiglia. Appartiene alla categoria degli spumanti anche il prosecco, la cui peculiarità è quella di di essere prodotto esclusivamente in alcune zone del Trentino, Veneto e Friuli Venezia Giulia da particolari uve. E solo con metodo Charmat, cioè attraverso una seconda fermentazione in vasche d’acciaio inox e non in bottiglia. Detto questo, tanti auguri e soprattutto prosit!
ire bollicine non basta più. Bisogna specificare sempre se si preferiscono quelle italiane o quelle francesi. Ma non tutti sanno dove nasce la differenza fra champagne e spumante, tra le nostre bollicine o quelle d’oltralpe, tra il glorioso Franciacorta e lo champagne di una eccellente etichetta dell’HautMarne. Volendo proprio essere precisi, esistono differenze significative tra i due prodotti, prima di tutto dal punto di vista legislativo. Perché per legge non si può chiamare champagne nulla che non sia prodotto in quella regione della Francia che porta lo stesso nome: infatti i vini frizzanti prodotti anche pochi chilometri più in là dal confine regionale si devono chiamare Crémant. In Borgogna ad esempio ci sono ottimi Crémant. Quindi, anche all’interno della Francia le differenze ci sono, eccome. In Italia lo spumante si beve fin dai tempi dei Romani, che lo ottenevano fermentando il vino insieme a mosto cotto e uva passa. Nei dintorni di Roma usavano l’acqua della sorgente Cetosa, che è naturalmente frizzante. Ma poi si è imparato a farle, le bollicine. Questo autentico nettare degli dei piaceva talmente che, nel Rinascimento, sempre in Italia, l’arte di fare vino frizzante è stata applicata in diverse varietà di preparazione.Solo dopo due secoli si è capito che è grazie ai lieviti fermentati che si producono le bollicine, perché i lieviti trasformano gli zuccheri in alcool e anidride carbonica. La Francia si mette di impegno e ci arriva nel 1670, quando il monaco Pérignon (sì, quello del Dom), in quella regione della Francia settentrionale chiamata Champagne, scopre quasi
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La cena delle Feste/ FOOD & CO - Arena Lifestyle 12/17
A sinistra, Chef Canavacciuolo, che ha appena aperto i battenti a Novara, di fianco al Teatro Coccia. A destra la pasticciera romana Martina De Santis. Qui a fianco il panettone di Canavacciuolo.
Di Cenone in Cenone
I menù per la notte di San Silvestro sono sempre difficili da decidere, soprattutto se si hanno molti ospiti da soddisfare. Dunque perchè non ispirarsi anche alle stupefacenti combinazioni proposte dai grandi chef...
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’anno si sta per concludere e, come tradizione, è ora di decidere il tipico menù della Vigilia e quello di San Silvestro, se si ha deciso di festeggiare in casa. Il primo, per chi crede, dovrebbe essere rigorosamente a base di pesce. Per il secondo invece, grande libertà e creatività. Chi non ha voglia di spadellare, può festeggiare le feste comandate oppure tra un cenone e l’altro da Aroma, il ristorante dell’Hotel Palazzo Manfredi, un luogo unico per abbinare il piacere della buona tavola, dei sapori di un tempo rivisitati in una veste contemporanea, alla vista impareggiabile sul Colosseo, il monumento simbolo della Città Eterna. In un’ambientazione sfavillante, impreziosita da decorazioni, candele, luci soffuse, l’immancabile vischio e animata da raffinata musica di sottofondo, lo chef Giuseppe Di Iorio (1 Stella Michelin dal 2014), propone due speciali menù per regalare ai suoi ospiti un’ esperienza culinaria d’eccezione. Molti grandi chef traggono ispirazione da alcuni degli ingredienti più rappresentativi della tradizione mediterranea, con i loro gusti genuini e autentici, e li arricchisono di un tocco fresco e fantasioso. Ed è cosi che i classici gamberi, scampi e mazzancolle incontrano agrumi, riso soffiato e perle di tapioca. Mentre i filetti branzino, con il loro sapore delicato, vengono serviti in tempura ed esaltati da una purea di tobinambur, gel al melograno e mousse alla cannella. La notte di San Silvestro ci sono elementi che proprio non possono mancare come i fuochi d’artificio, il bacio sotto al vischio e il cenone a base di alcune ricette irrinunciabili, dal cappone all’anatra, alle cappesante e al torroncino. La proposta di Aroma per il cenone di san Silvestro parte proprio dalla tradizione senza però trascurare innovazione e creatività; da
qui nascono creazioni come gli anolini o i raviolini ripieni in brodo di cappone profumati al tartufo bianco, le cappesante arrosto su centrifuga di sedano, il timballo di maccheroni anche variegato al peperone giallo, l’anatra mulard arrosto con dadolata di foie gras e zabaione al porto. Quest’anno una grande attenzione è dedicata al capitolo dolci. La chef pasticcera Martina De Santis propone uno dei must natalizi della pasticceria francese: servirà ai suoi ospiti un Tronchetto natalizio al pistacchio e nocciola con crema di caramello. dolci il Semifreddo al torroncino con salsa di cioccolato e biscotto al rhum. La guida Pasticceri&Pasticcerie 2018 del Gambero Rosso, che raccoglie i migliori 560 locali della Penisola è un bel regalo da fare, perchè in vista del Capodanno, ci permette di scegliere una splendida creazione in un universo di professionisti che ci presentano gioie uniche per il palato e per gli occhi. La pasticceria, si sa, è una scienza fatta di precisione, di cura del singolo dettaglio, di gusto del cesello e in cui l’estetica, il bello, l’accattivante all’occhio giocano un ruolo determinante. Fra i panettoni più sorprendenti e meno noti, quello fatto a mano ogni notte della Pasticceria Castello di Belgioioso in provincia di Pavia. Spopolano intanto le creazioni della Canavacciuolo Bakery del celeberrimo Antonino Canavacciuolo che – a pochi mesi dall’apertura di fianco al Teatro Coccia a Novara è fra le top dove si fa le coda per entrare. Tra le new entry delle Tre Torte – il riconoscimento più prestigioso – compare la pasticceria Belle Hélène di Francesca Castignani a Tarquinia, locale che segna per la prima volta l’ingresso di una donna nell’Olimpo dei maestri della pasticceria.
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Arena Lifestyle 12/17- FASHION/CAPODANNO IN OUTFIT CORTO
SAN SILVESTRO IN OUTFIT CORTO Qui sopra: non ha bisogno di gioielli l’abito corto in cristalli di Yves Saint Laurent, che si porta con stivali al ginocchio completamente ricoperti di svarowsky, un twin perfetto per la notte di Capodanno. I colori da scegliere per festeggiare l’anno nuovo sono il rosso, il rosa alba, proposto da Giambattista Valli, l’argento - un must di Chanel riproposto anche da Michale Kors anche doppiato in azzurro polvere come fa Jenny Packam e il nuovissimo prugna, declinato per la sera da Ingie Paris, da portare con accessori in tinta, in paillettes e in velluto.
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asta strascichi calpestati da tutti, mantelli pesanti e ingombranti da accompagnare, spacchi cosciali che obbligano a cicli di massaggi. Capodanno 2018 si fa in corto. Che non vuol dire meno elegante. Sono ammesse tonnellate di cristalli, paillettes, ricami, bagliori di lurex, frange, superfici a specchio oro e argento. E tutti i tipi di calze: quelle calze nere pesanti, quelle trasparenti e quelle con il lamè che fa le gambe belle e allegre. Il corto da sera è il trend di stagione che rallegra le under 30 e riporta indietro nel tempo le over 50, ai tempi d’oro dei party a Cortina a base di champagne e caviale, nevicate romantiche, panettoni al mascarpone, stelline, playlist anni ‘80 o ‘90, discoteche rivestite di legno. Il look corto apre le porte a molte possibilità: si adatta all’ultimo momento a ogni situazione, una tranquilla cena tra amici, una festa sfrenata, una notte folle in giro per i locali, un rendez-vous romantico in uno chalet davanti al camino. Insomma è un “outfit di compromesso”, che riesce a unire stile ed eleganza con un imperativo fondamentale: essere belle e comode. I colori giusti sono il bianco, il rosso in tutte le declinazioni, dall’arancio al fucsia fino al bordeaux, l’argento, l’oro e naturalmente il nero. Diventa cruciale, di conseguenza, la scelta del capospalla che si abbinerà: del giaccone, del piumino, del bomber di visone. Non solo dal punto di vista del colore, ma del confort: tutti magari provvisti di tasche per mettere i guanti (poichè la borsa sarà necessariamente piccola) e di cappuccio, in modo da proteggere
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l’acconciatura i dal freddo e dalla pioggia. Le puristi del Capodanno alla Scala, a teatro o all’opera, possono optare per un look coorto classico e sobrio, ma che può permettersi qualche guizzo di creatività. Per queste occasioni, il nero è il grande passepartout: si può abbinarlo a tutto, in qualunque tessuto, puntare su un estroso tulle come su una sobria lana e fare una splendida figura. I pezzi più belli di stagione li propongono Versasce e Yves Saint Laurent. L’opulenza iconica del marchio Versace per l’inverno 2017-18 è reinventata con ironia. La stampa coccodrillo su vinile gioca con il mix di estetica alta e bassa, una caratteristica di Versace. Il coccodrillo è reinterpretato con ricami di cristalli Swarovski che impreziosiscono i mini abiti. Le stampe di velluto devoré portano un tessuto tipicamente prezioso su vestiti da sera provocanti. Saint Laurent invece propone abiti cortissimi in velluto con o senza ricami, con applicazioni di pelle metallica argento e raso viola. Oppure miniabiti in pelle con grandissime maniche scenografiche, pieghe, volant, tutto quel che fa pensare alla fine degli Anni Ottanta. Se si preferiscono pesi più leggeri, ci sono gli chiffon con grandissimi bolli argento, che scivolano scenograficamente giù dalla cintura con lembi disegnati da un pittore per arditezza. Altri colori perfetti sono il verde agrifoglio, il rosa cipria, il giallo chiaro, il nude, l’oro e l’argento. E consigliabile puntare su un’acconciatura elaborata, come un semi-raccolto con qualche ricciolo o boccolo spiovente, o su un trucco spettacolare.
CAPODANNO IN OUTFIT CORTO/ FASHION - Arena Lifestyle 12/17
Se invece il Capodanno sarà chic e stellare, avendo l’invito per una festa in una baita hi-tech, si può optare per una serie di look supertrendy e sfavillanti, proprio come quelli delle it girl o delle star di Instagram. Oltre al rosso, al nero e al verde smeraldo, che stanno regnando incontrastati in questo periodo natalizio, una scelta possibile è anche il nude-dorato, prendendo spunto dalla spettacolare mise di Gigi Hadid ai Glamour’s Women of the Year Awards.Ci si può anche ispirare lle star della Vogue Fashion Awards 2017 dello scorso 4 dicembre: ha visto una sfilata mozzafiato di vip in abiti super fashion alla Royal Albert Hall di Londra. Ad attirare l’attenzione di tutti sul red carpet è stata soprattutto Irina Shayk con super scollatura e spacco inguinale. Ma anche la nipote della regina Elisabetta, Lady Amelia Windsor, che ha esibito un look trasparente, forse anche un po’ troppo. Ad esempio, se avete in programma una cena suggestiva in uno chalet potete scegliere un abito cortissimo a scollatura abissale nero, rosso, rosa, verde, glitterato, paillettato, metallizzato, abbinato a un piccolo mantello in visone o zibellino, oppure in ecopelliccia. In alternativa un piumino design di Moncler o di Elisabetta Franchi. Durante la cena placè è indispensabile una maxi stola. Poi, dopo il brindisi, tra le temperature tropicali dei locali notturni, ci si può scoprire per ballare e scatenarsi. Lo stesso vale per una festa elegante in casa o per un ristorante stellato. La cosa più importante? Osare, è sempre Capodanno. Dunque via lib-
era a glitter, paillettes, ricami, trasparenze, spacchi, curve in vista e laminati. Che si scelga uno stile sexy oppre leggiadro, una cosa sola conta: che l’abito sia speciale e vi faccia sentire (e apparire) favolose. Un abito che sta bene a tutte le magre è quello corto con gonna a ruota, scollatura a cuore profondissima e inserto in retina trasparente sul decoltè. Il corpetto attillato può essere in satin, in tulle ricamato o in pizzo nero, per un look romantico e sensuale. E’ un abito adatto alle donne giovani che festeggiano con una cena glamour. In alternativa il tubino sbarazzino ma elegante, lo propongono vari brand fra cui Esprit, che ha disegnato un elegantae monospalla. La trasparenza e la sensualità della spalla scoperta lo rendono semplice e provocante allo stesso momento.Adatto a tutte le età, è adatto però solo a chi ha le braccia magre e toniche. Altrimenti è meglio coprirle, scegliere magari un modello con enormi, maniche a sbuffo di tulle o di organza che si stringono giusto prima dei gomiti. Per feste o cene eleganti e sobrie, un abito di pizzo rosa alba o nero è assolutamente perfetto. Si possono trovare capi molto comodi con il pizzo chantilly che si posa su una sottoveste color carne, effetto nudo è molto sexy ma di classe. Adatto a serate e feste più scatenate, è il minidress stretch nero oppure rosso fuoco, ne propone uno bellissimo Guess che mette in risalto le forme. Il collo alto è impreziosito da un gioiello, le ampie maniche sono arricchite
DONATELLA VERSACE RICEVE IL PREMIO FASHION ICON AI VOGUE FASHION AWARDS 2017 La maison Versace e il direttore Artistico Donatella Versace ricevono il premio “Fashion Icon” ai Fashion Awards 2017. La cerimonia annuale di premiazione, presentata da Jack Whitehall e Karlie Kloss al Royal Albert Hall di Londra, ha celebrato la creatività e l’innovazione nella moda, con il “Fashion Icon Award” come momento culminante. Alla guida della maisonVersace come Direttore Artistico dalla scomparsa del fratello Gianni nel 1997, Donatella Versace ha contribuito a plasmare il mondo della moda, dimostrando creatività, innovazione, glamour e forza, e sostenendo al contempo i talenti emergenti durante la sua carriera. “Per 40 anni mio fratello ed io abbiamo fatto ciò che amiamo e sono orgogliosa di portare avanti questa tradizione. Abbiamo celebrato l’emancipazione, la gioia e ovviamente il glamour. Abbiamo sostenuto persone che condividono i nostri valori, e insieme a loro abbiamo creato delle immagini che sono diventate davvero iconiche nella moda. Mi emoziona molto vedere come la Versace è stata apprezzata nei decenni, nel mondo e dalle diverse generazioni. Grazie al settore per averci supportato, grazie al mio team per la dedizione e il duro lavoro, grazie alla mia famiglia e ai miei amici che mi sono stati accanto più di quanto possano immaginare, e grazie a mio fratello Gianni, che è stato un genio. Il suo spirito incredibile è in tutto ci ò che facciamo e in tutto ciò in cui crediamo.””. Ad attirare l’attenzione di tutti sul red carpet è stata soprattutto Irina Shayk con super scollatura e spacco inguinale. Ma anche la nipote della regina Elisabetta, Lady Amelia Windsor, che ha indossa un abito nero con bustier nudelook trasparente che mostra tutto.
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Arena Lifestyle 12/17- FASHION/CAPODANNO IN OUTFIT CORTO
In alto a snistra, abito corto da sera di Yves Saint Laurent, con trasparenze ‘pericolose’. Qui sopra la principessa Giacinta Ruspoli indossa una sua creazione, un bellissimo abito corto monospalla color marron glacè, per serate di gala. A sinistra, abito rosso di Pronovias con motivo che mette in evidenza le spalle. I colori giusti sono il bianco, il rosso in tutte le declinazioni, dall’arancio al fucsia fino al bordeaux, l’argento, l’oro e naturalmente il nero. il nero è il grande passepartout: si può abbinarlo a tutto, in qualunque tessuto, puntare su un estroso tulle come su una sobria lana e fare una splendida figura. I pezzi più belli di stagione li propongono Versasce e Yves Saint Laurent. L’opulenza iconica del marchio Versace per l’inverno 2017-18 è reinventata con ironia. La stampa coccodrillo su vinile gioca con il mix di estetica alta e bassa, una caratteristica di Versace. Il coccodrillo è reinterpretato con ricami di cristalli Swarovski che impreziosiscono i mini abiti. Le stampe di velluto devoré portano un tessuto tipicamente prezioso su vestiti da sera provocanti.
CAPODANNO IN OUTFIT CORTO/ FASHION - Arena Lifestyle 12/17
da un giocoso volant che lo rendono molto particolare. Per le white addict, la novità è l’abito leggero in sottilissimo cashmere con spalline sottoveste, decorato da mille fiorellini di swarowsky. Per chi ama i contrasti, Moschino ha creato per la notte di San Silvestro un modello corto in bianco ottico, con applicazioni in total black lucido e scintillante, con scollo a cuore. E’ un abito corto, aderente, sfrontato, con orlo irregolare che si alza molto sul davanti, dunque richiede gambe sia curve che gambe perfette. Per le bastian contrario, il corto di Kenzo è l’ideale. Niente tinte unite ma fiori, top bianco gonna asimmetrica gialla e addirittura maniche lunghe rosse. Attenzione alle scarpe: i tacchi sono fondamentali ma vanno testati in anticipo, niente scarpre nuove dell’ultimo momento, quando si esce alle 8 e si rientra alle 6. I tacchi, – se si deve camminare molto tra un party e l’altro – è meglio sceglierli grossi e stabili. Sandali o tronchetti superluccicanti in pelle oro e argento o broccato ricamato, velluto, tessuti ricamati con pietre o paiillettes. Quello su cui è possibile sfrenarsi senza limiti è il make up: si può giocare con gli ombretti glitter, gli spray per i capelli, i rossetti-sorbetti, il mascara colorato blu o argento, le ciglia finte che si incollano oppure quelle nuovissime magnetiche che si applicano a contatto. Insomma, tutto quello che non è ostativo per le fredde temperature, volendo passare la notte a godersi la magia in giro per le strade o sotto lo spettacolo travolgente dei fuochi d’artificio.
Un abito corto è stupefacente anche a partire dalla bellezza dei materiali, se piacciono solo i modelli molto classici. E quest’anno tornano fortemente alla ribalta gli chiffon operati, i broccati, i damaschi, i velluti di seta devorì, che rivelano un a trama delicatissima e trasparente. Se amate indossare abiti e capi di broccato e damascato, sarete più che accontentate dalle tendenze moda inverno 2018. Sono infatti tantissimi i designer che per le collezioni autunno inverno 2018, hanno scelto i vestire le loro donne con tessuti che ricordano quelli da tappezzeria. Ma non lo sono, infatti la grande differenza sta nella leggerezza estrema che contraddistingue i tessuti da indossare, rispetto a quelli creati per la casa. Allora preparatevi ad abbinare il vostro look a lussuosissime tende in broccato di velluto, eleganti divani di seta damascata, arazzi, cuscini e maestosi tappeti orientali. Jeremy Scott per Moschino, realizza lunghi abiti da sera con trame rubate da preziosissimi tappeti persiani. Fausto Puglisi fa mini dress di velluto imbottito e ricamato d’oro e cristalli, come ricchi cuscini barocchi. Per Erdem il velluto dévoré a motivo floreale drappeggia sui corpi delle modelle in passerella come tende al vento. Dolce & Gabbana, fanno di un interno campionario di tessuti, la giacca più originale della collezione autunno inverno 2018. Damaschi e broccati di velluti e sete scintillanti sono di tendenza anche per Gucci, Kenzo e Valentino.
ROSA E NERO, CON PIZZO: UN ACCOSTAMENTO ETERNO Rosa pallido e nero sono due tonalità superclassiche e supervincentl. Come fapre per abbinarle per Capodanno? Ci è riuscito il brand svedese H&M,c he propone un vestito delizioso , adatto a una corporatura esile e a chi ha una bella schiena. Perchè alcune varuanti prevedono oblo’ strategici. Questo vestito abito a tutto pizzo si compone di una gonna ampia in taffetà che scente sui fianchi e poi finoal ginocchio a ventaglio. Un modello che azzarda non poco sul retro, infatti scopre la schiena con un disegno davvero elegante. E’ un n modello molto romantico, coperto interamente da un bellissimo pizzo, che nella versione a maniche lunghe, scende anche sulle bbraccia. L’arricciatura in vita gli da quel tocco di bon ton in più. Chi ama la semplicità sarà conquistato da questa creazione lineare e sexy, ispirata alle sottovesti di altri tempi . Un modello jolly, molto classico ma che può diventare adatto anche a feste scatenate se abbinato ad accessori brillanti o giacche luminose. Abito in rosa e nero di H&M
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Arena Lifestyle 12/17- PARTY DI NATALE 2017
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Elegantissima la due giorni di Natale del neonato Bailliage Francigena Toscana della storica internazionale Confrérie de la Chaîne des Rôtisseurs guidata dall’ Avvocato Giovanna Elettra Livreri (7,9,12,15,16,24, 25) nella splendida Villa Medicea La Ferdinanda, patrimonio dell’Unesco, ospitata da Annabella Pascale (14,16,26) AD della Artimino spa. La Confraternita della Chaine è una società gastronomica internazionale fondata a Parigi nel 1248 e rifondata successivamente nel 1950, una realtà che opera per la diffusione della cultura della gastronomia promuovendo i valori gastronomici e l’essenza stessa della Confrèrie, il piacere della tavola e il valore dell’amicizia. L’evento del 9 dicembre è stato importante perchè ha introdotto la missione del nuovo Bailliage al Presidente Nazionale Chaine des Rotisseurs d’Italia Roberto Zanghi (7,16) e ai consiglieri nazionali intervenuti, oltre che ai Confreres e le Conseurs nazionali ed internazionali della “Chaine des Roitisseurs” che hanno raggiunto le colline di Firenze sia in auto che in treno, accolti dalla navetta di Artimino. L’organizzazione dell’evento ha visto in prima linea la Bailli del Bailliage Francigena Toscana, la Presidente Giovanna Elettra Livreri che è anche direttore generale della Camera estera CC-ICRD (Italia Caraibi e America Latina). L’organizzazione della due giorni è stata curata dall’ Ambassador della Chaine, la fashion manager Cristina Vittoria Egger (7,9,10,16) - reduce, col figlio Alessandro (23,9) della strenua competizione nel programma di Rai2 Pechino Express, di cui è diventata l’icona 2017. Indubbiamente è stato un evento memorabile, una due giorni di superlusso con parterre di ospiti selezionatissimo, con vetrine eccellenze del food e della moda. Accolti al calar della notte da funamboli e giocolieri della Compagnia Teatrale dell’Accademia Creativa sulla meravigliosa terrazza della Villa, situata a mezz’ora da Firenze e a pochi chilometri dalla stazione di Signa, dalle opere del pittore Fabrizio Savi e dello scultore Madelin Cuca, i 120 ospiti sono stati deliziati dalla sfilata di moda degli abiti da sera della maison Avaro Figlio (collezione disegnata da Dario Biglino), incantevoli come corolle floreali, impreziosite da sandali e accessori firmati Fabi Luxury shoes, una delle griffes di calzature più rappresentative nel mondo della creatività delle Marche. Nelle sale, tavoli e vetrine scintillanti, ricolme di preziosi gioielli scultura rinascimentali, come i famosi pendenti-spilla“Moretti” di Dogale Jewellery Venezia e le moderne creazi-
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PARTY DI NATALE 2017 - Arena Lifestyle 12/17
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oni in platino, rubini e diamanti di Berg. Iinfine, i bellissimi pezzi rappresentatativi della maestria degli artigiani di un glorioso brand di orologi, Lonville 1873, rinato dopo 50 anni di silenzio con il modello Virage“exceptional watches in limited series for watch enthusiast”. Poi dopo un susseguirsi di emozioni con musica del compositore Alessandro Martire nei saloni vestiti a festa, si è passati al dinner placè con le delizie della cucina del ristorante “Biagio Pignatta” resident nella Villa La Ferdinanda con la chef Michela Botasso, affiancata dalla sua brigata (13) Per il pranzo placè la chef ha proposto piatti molto sofisticati, tra cui petto d’anatra all’arancia, gelato di melagrana, e lo zuccotto con croccante e cioccolato fuso. Il complesso di Artimino è impressionante per la sua mole e per il paesaggio circostante. Comprende la villa monumentale che ospita eventi, le scuderie e le dipendenze sono un hotel 4 stelle aperto tutto l’anno. Il borgo sulla collina prospieciente propone ben 58 appartamenti dotati di ogni confort ricavati in abitazioni medioevali, tra i quali hanno aperto i battenti alcune osterie tipiche e un museo archeologico. Una nuovissima spa e due piscine, parchi, giardini e percorsi benessere completano questo gioiello toscano dell’hospitality. Qui si tengono gli eventi più eleganti, concerti e masterclass, congressi, degustazioni e i laboratori su vino, funghi e tartufi di grande successo. Dopo la notte di festa, l’evento della Chaine ha previsto il ritrovo per il lunch la domenica mattina, con degustazione di eccellenze del territorio, salumi tipici e risotto con i fichi preparato live. Per finire, le fave di cacao croccanti, i cremini e il cioccolato artigianale di Pura Delizia, accompagnati dal vin santo della tenuta di Artimino che ha intrattenuto gli ospiti a un grande tavolo per degustazioni. Infine la presentazione del romanzo “Viaggio con Leonardo” di Katia Ferri Melzi d’Eril a pochi passi dall’antica cucina a volta, dove è custodito il girarrosto che Leonardo da Vinci disegnò per i banchetti di Giuliano de’ Medici. Tra gli ospiti illustri della due giorni ad Artimino che ha avuto come madrina la designer Anna Accalai, Roberto Zanghi, presidente italiano della Chaine, Eugenio Virgillito (25) presidente di associazione Amitiè Italia e chevalier della Chaine Toscana Francigena, il marchese Giuseppe Ferrajoli (4) il presentatore Beppe Convertini (23,26) l’esperto di araldica conte Domenico Savini (4) il conte Guido Anzilotti (4,11) Mara Galzignato, Ivan Nanut, i gioiellieri Alessandro (19) e Ursula Berto(2) , la stilista Eleonora Cappelletti, i top models Alessandro Egger, Madalina Doroftei (18,22)e Silvia Sera, la fashion manager Gabriella Chiarappa e Antonella Ventura presidente dell’ Associazione Arte per le Marche.
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Arena Lifestyle 12 2017/ BEAUTY - Profumi da regalare e regalarsi
PROFUMI, ECCO I NUOVI BOUQUET
Qui sopra: la proposta per il Natale 2017 de l’Occitane, Terre de Lumiere, un profumo che ha dentro una storia millenaria di emozioni
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nuovi profumi femminili quest’anno sono sensualissimi, eleganti, con fragranze molto coinvolgenti, le confezioni sono sempre più spettacolari. Difficilissimo scegliere..
Tuberosa, rosa e gelsomino sono senza dubbio le note olfattive preponderanti quest’anno tra le novità profumate di stagione, siamo inebriati da un mood passionale e ricco di carattere. Grandi nomi del cinema e della tv reclamizzano le novità, assoldati dalle ‘ammiraglie’ del profumo: Miss Dior, Gabrielle Chanel, Bulgari Goldea The Roman Night, Gucci Bloom, Dolce e Gabbana The One e molti altri ancora. Dior Miss Dior Eau De Parfum si riconosce per il bland di rosa damascena, rosa di Grasse, bergamotto di Calabria, legno di rosa della Guyana e bacche di rosa dell’isola della Réunion. E’ una nuova storia d’amore e di eleganza. Gabrielle Chanel Eau De Parfum, reclamizzata da Christine Stew-
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ard che non si ferma mai, sembra avere un ascendente incredibile sul popolo femminile più giovane, è inconfondibile: Gelsomino, ylang-ylang, fiore d’arancio e tuberosa di Grasse. Quattro fiori bianchi e luminosi danno vita alla fragranza ispirata a Gabrielle Chanel, icona di stile e donna indimenticabile, che ha scelto la candida camelia quale suo simbolo. Per chi vive la vita al massimo, Twilly D’Hermes Eau De Parfum è il compagno ideale della giornata: è un profumo gioioso e vitale, con note di testa di zenzero, un cuore di tuberosa e note di base di legno di sandalo. Gucci Bloom Eau De Parfum è un profumo che fa innamorare le donne innamorate del vintage: richiama un rigoglioso giardino in fiore con note di gelsomino, tuberosa e di una new entry, il rangoon creepe, un raro fiore indiano dalle note cipriate usato qui per la prima volta in profumeria. Kenzo World Eau De Parfum piacerà molto alle art victims, le donne che si innamorano dei flaconi-scultura, pretendendo
Profumi da regalare e regalarsi - BEAUTY/ Arena Lifestyle 12/17
però una fragranza originale e sorprendente al loro interno: in questo caso si propongono note di peonia, gelsomino e cristalli di ambroxan. Avon Life by Kenzo Takada lancia una proposta perfetta per il popolo dei collezionisti: un’armonia floreale e legnosa dal carattere vibrante contenuta in un flacone gioiello. Guerlain Black Perfecto by La Petite Robe Noire è il massimo per chi ama il profumo della rosa. Questa fragranza esplora la rosa di Grasse nella sua totalità, con tocchi di mandorla e cuoio. Emporio Armani Because It’s You è la nuova proposta della maison di Re Giorgio: c’è ancora la rosa, ma abbinata al lampone. E’ l’esplosivo mix scelto dallo stilista per la nuova fragranza di Emporio, un profumo “frizzante e irresistibile”, dedicato alle donne più forti e passionali. I collezionisti di Opium e i suoi fratelli saranno soddisfatti. YSL Black Opium Pure Illusion Eau De Parfum, propone un pack e un bland sorprendente: nelle note di testa troviamo pera, fiore d’arancio e pepe rosa. In quelle di cuore troneggiano poi caffè, gelsomino, mandorla e liquirizia, mentre nel fondo troviamo vaniglia, patchouli, cedro e legno. Se il pack deve far sorridere, So Real Cheap & Chic Moschino ha vinto: Olivia torna in nuova veste, con un pack disegnato da Jeremy Scott e note audaci e divertenti. Insomma quelle che avrebbe voluto percepire Franco Moschino, il fondatore del brand. Tra queste troviamo arancia amara e mandarino, sorbetto di lampone e ribes nero, peonia rosa, gelsomino, fiori di magnolia, cedro, muschio di quercia e sceltissimi cristalli di ambroxan. Michael Kors, una griffe che piace sempre di più alle giovanissime, propone il suo Sexy Ruby Eau De Parfum. E ‘un profumo affascinante ed esotico con note di lampone, albicocca,
gelsomino indiano, petali di rosa e legno del Cashmere. Perfetto per chi sta andando a un primo appuntamento o fuori con le amiche per una serata dedicata alla ‘caccia’ . Jean Paul Gaultier Scandal è l’alternativa migliore per questo genere di serate:e legante, peccaminoso e sensuale, questo profumo da donna ha note di testa di gardenia, di cuore di miele e di fondo di patchouli. Le amanti dei profumi dolci e delicati saranno molto ansiose di provare la nuova versione di Lancome La Vie Est Belle L’Eclat L’Eau De Parfum. E’ iuna fragranza preziosa, dal “cuore scintillante” che punta sul fiore d’arancio abbinato a delicate note fruttate. Se si vuole uscire un po’ dal coro, ecco Blumarine Dange-Rose una fragranza che abbina Rosa di Versailles, fiori di basilico e note legnose per questo profumo “che produce un nuovo significato di femminilità”. Zadig & Voltaire Just Rock! Pour Elle E’ indubbiamenteo un profumo edicato alle donne ribelli, eclettiche ed eleganti. Tra le sue note olfattive troviamo le note perfette dagli animi ribelli: patchouli bianco, incenso e assoluta di gelsomino. Altre note più inedite, sempre vicine ai trende olfattivi che arrivano dal LIbano, sono contenute in Elie Saab, Girl Of Now Un eau de parfum ispirato al Medio Oriente che vanta deliziose note di pistacchio tostato e pera unite a essenza di arancia amara e assoluta di fiore d’arancio, ma anche fiore d’ormond, fava tonka, latte di mandorla e patchouli. Tra le proposte che non prevedono una base alla rosa, Dolce e Gabbana The One Eau De Toilette Fresca, avvolgente e femminile, questa creazione profumata ha un cuore magnetico di giglio bianco circondato da note di testa fruttate di bergamotto, madarino, litchi e pesca bianca.
A PARIGI IL MUSEO DEL PROFUMO Se trascorrete il Capodanno nella capitale francese, uno dei luoghi più interessanti da visitare, essendo appassionati di profumi, è il Grand Musée du Parfum, dove scoprire la propria fragranza tailor made, grazie alle innovative installazioni hi-tech. A Parigi sono numerose le esposizioni, durante l’anno, dedicate a olfatto e dintorni, senza contare i tanti indirizzi dove fare shopping ad hoc o dove rilassarsi, tra un aperitivo o un aperitivo profumato e un pomeriggio in Spa. Il Museo in Rue du Fabourg Saint Honorè, unico del suo genere, ospitato in un edificio del XIX° secolo, che vanta un importante passato (era la maison de couture di Christian Lacroix) è un percorso interattivo che, attraverso l’uso di video e dispositivi hi-tech, testimonia l’importanza del senso ndell’olfatto nella vita quotidiana e ci porta scoprire la storia del profumo dall’antico Egitto ai giorni nostri. L’attrattiva principale è la possibilità di farsi un profumo tailor made, grazie aun tablet che rileva i gusti olfattivi di ogni visitatore tra gli oltre 60 aromi che si incontrano durante il percorso. In alternativa si può andare da Fragonard, che crea eau de toilette e prodotti aromatici secondo la grande tradizione della profumeria francese. Il museo si trova in Rue Scribe. Ma ce n’è un altro in Square de l’Opera Louis Jouvet, la cui ambientazione ricrea una fabbrica di profumi alla fine dell’Ottocento. Osmothèque è invece lo storico archivio di fragranze, ormai introvabili, che è una specie di mausoleo da visitare: ci vanno addetti ai lavori e appassionati, ha sede però a Versailles. Per una pausa gourmand, ci si può fermare nel bar à parfum, Liquides, in Rue Nromandie, nel quartiere del Marais. Ci si rilassa con un tè o un caffè mentre si conversa con il barman e poi ci si dedica a trovare la fragranza ideale.
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Arena Lifestyle 12 2017/ BEAUTY - Profumi da regalare e regalarsi
Profumi da regalare e regalarsi - BEAUTY/ Arena Lifestyle 12/17
Le note di fondo sono di vaniglia, vetiver e muschio. Un altro profumo pieno di note orientali, tutte da scoprire, è Baldinini Pink Straps. Perfetto per le donne decise e determinate, questo profumo ha un tocco orientale da scoprire. Nelle note di testa troviamo pepe rosa, rosa e limone. In quelle di cuore geranio, zafferano e chiodi di zafferano, mentre nel fondo troneggiano patchouli, ambra e oud. Gli amanti dei profumi unisex sono accontentati da Rancè 1975: Secrète Euphorie è un profumo per lui e per lei dall’allure vellutata. Nelle note di testa possiamo trovare arancio sanguinello, limone, pomplemo rosa, davana e rum. In quelle di cuore si percepiscono l’osmanto, i fiori d’arancio e la rosa damascena. Nelle note fissative troviamo invece un bouquet esotico, patchouli, cashmeran, legno di sandalo, labdano, ambra bianca e musk. Tom Ford stupisce con le sue ironiche provocazioni: ecco la sua nuova fragranza ‘di coppia’, che porta un nome che più esplicito non si può: Fucking Fabulous . Un eau de parfum da provare sul campo o, da collezionare. Le sue note inebrianti includono olio di salvia sclarea e lavanda in testa, mandorla amara, vaniglia e rizoma di giaggiolo nel cuore e fava tonka, cuoio e ambra nel fondo. Semplicemente indimenticabile. Ma torniamo ora ai profumi dolci, fioriti e fruttati, fortemente femminili.L’Erbolario ha colto nel segno con una novità assoluta, “Lillà Lillà” top di gamma della nuova linea profumata del brand italiano, questo profumo contiene un ingrediente pregiatissimo: l’assoluta di lillà, ottenuta dai fiori senza l’utilizzo di solventi. Il risultato? Semplicemente irresistibile. Burberry, con My Burberry Blush, propone un blend inedito per la donna autunno inverno 2017 2018: un profumo che richiama la magia di un giardino inglese alle prime luci dell’alba. In apertura troviamo note di melagrana glassata e limone.
Nel cuore si percepiscono sentori di petalo di rosa e le note della mela croccante, mentre nel fondo trionfano gelsomino e glicine. L’exploit di Bulgari per le feste 2017-18 si chiama Goldea The Roman Night, perfetto per questo inverno mite, che regala cieli stellati molto tersi. La magia della notte nella Città Eterna dedicata è a una donna dinamica e istintiva. Nelle note di testa troviamo bacche succulente e peonia nera, in quelle di cuore infuso di gelsomino notturno e assoluta di tuberosa, mentre in quelle di fondo muschio nero, cuore di patchouli e vetiver.Le giovani fashion addict di Liu Jo, applaudono l’uscita di Lovely U. Un profumo fresco, divertente e femminile, che si apre con note di ribes e pesca, seguite da un bouquet di rosa selvatica, fresia e mandarino. In chiusura troviamo poi muschio e patchouli. Ancora, tra le fragranze più sensuali e accattivanti uscite quest’anno, la limited edition di Giorgio Armani da accaparrare è “Sì Sono Io”. Si tratta di un prezioso jus perlescente che regala alla pelle un finish luminoso. La fragranza sprigiona un accordo di ribes nero abbinato a un chypre moderno e a un accordo di legno biondo.In alternativa Replay Signature For Woman, un eau de parfum chypre, fiorito e animalico, dallo stile sensuale e accattivante. Tra le sue note olfattive troviamo mandarino e nettarina, ma anche geranio, gelsomino e ylang ylang. Sul fondo note di vetiver, patchouli, ambra e muschio. Laura Biagiotti Roma Rosa, propone una nuova versione del grande successo della compianta stilista romana. Frutti di bosco, peonia e boccioli di rosa arricchiscono questo profumo femminile e romantico che parla d’amore. E per finire, non poteva mancare l’ultimo nato in casa Tiffany & Co. Eau de Parfum è un profumo femminile 2017 floreale ed elegante. Esplode con mandarino e iris, mentre tra le note di fondo include muschio e patchouli.
PROFUMI SU MISURA? SI’ SUL WEB Creare il proprio profumo è possibile. Si può andare su www.tailormadefragrance.com oppure su laboratoriosnatuaromatic.com, un’azienda leader in Spagna per la produzione di profumi sfusi. Sono produttori di profumi per terzi e offriamo tutta la gamma di accessori di profumeria necessari ad arricchire le fragranze. Dalle boccette ai tappi passando per nebulizzatori, astucci e vasetti, il marchio anche progettato direttamente dal cliente.Oltre all’ampio repertorio di profumi sfusi da donna e da uomo, forniscono assistenza nelle selezione dei profumi più richiesti. La vendita di profumi sfusi e la produzione di profumi per marchi aziendali hanno reso i Laboratori Natuaromatic il punto di riferimento nel settore della profumeria sia a livello nazionale che internazionale. Durante il suo ciclo di vita, ogni fragranza rilascia tre tipologie di note olfattive. Le note primarie o di uscita, le più effimere e mutevoli, sono quelle che percepiamo e sentiamo fin dal primo contatto della fragranza con la pelle, e che svaniscono in poco tempo. Le note di cuore restano attive a lungo, fissando e mostrando la personalità del profumo. Infine le note di fondo o di uscita costituiscono la vera essenza del profumo e sono quelle rilasciate allo svanire delle note di testa e di cuore.La selezione delle materie prime e la formulazione creata dal profumiere rappresentano un’opera d’arte in cui tutti gli elementi, disposti in maniera adeguata, svolgono un ruolo fondamentale.
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Arena Lifestyle 12/17- AGENT PROVOCATEUR/ L’ingiuria depenalizzata
Offendere? Ora si può Di fronte al dilagare della maleducazione, cade un importante baluardo: la difesa personale dalle ingiurie, dalle frasi offensive, dai toni molto forti e dispregiativi. Il responsabile è reo di un semplice ‘illecito civile’. Le dichiarazioni della vittima, se le offese sono arrivate in un luogo isolato, in assenza di testimoni, non possono più essere punite. Se però dalle parole si passa ai fatti, per esempio si risponde alle ingiurie con un bel ceffone in faccia, attenzione: le lesioni sono ancora un reato. E lo è anche la risposta minacciosa. Nella foto: Asia Argento risponde alle domande insinuanti dei paparazzi sul red carpet
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ncredibile ma vero, l’’ingiuria non è più reato: chi viene offeso non può più denunciare. E anzi se reagisce con la violenza rischia un procedimento penale. Non tutti sono al corrente di quali conseguenze ha portato la depenalizzazione del reato di ingiuria. Da quando, nel 2016, le offese sono diventate solo un illecito civile, è divenuto di fatto impossibile punirle. Ma non solo: a rischiare oggi è più la vittima che il colpevole quando si lascia trasportare dalla collera. In pratica, in caso di provocazione, non si può reagire opponendosi a chi offende, altrimenti scatta il reato. Ma è meglio fare qualche esempio per illustrare quali siano le ripercussioni, sul piano pratico, che dipendono da questa modifica legislativa. Immaginiamo che due persone stiano parlando e il dialogo sfoci in una discussione. Tra i due non corre buon sangue; così, in pochi attimi dai toni civili si passa a quelli inurbani. Uno dei due magari usa un linguaggio scurrile, inizia a dire all’altro una serie di frasi offensive, usa toni molto forti e dispregiativi. Insomma, lo ingiuria. Un tempo questo comportamento era reato e consentiva alla vittima di sporgere querela ai Carabinieri o alla Procura della Repubblica. In assenza di testimoni – come di solito succede in questi casi – la parola della parte offesa contava quanto quella di un testimone. Le sue dichiarazioni infatti, avrebbero potuto far condannare il responsabile. Una regola del processo penale, questa, scritta per punire tutti quei reati che si consumano “a tu per tu” (come la concussione, la violenza sessuale, il ricatto), senza cioè la presenza di altri che possano confermare il delitto e l’identità del colpevole. Che succede ora? L’ingiuria non è più un reato, ma un semplice illecito civile. La vittima deve andare da un avvocato, avviare una causa per il risarcimento e anticipare i relativi costi (prima la denuncia era gratis e il procedimento penale a spese dello Stato). Per cui, in assenza di un danno economico consistente, tutto il giudizio potrebbe essere antieconomico. Si sfoltiranno molte pratiche insomma. Perchè il primo problema è, come dimostrare le offese ricevute? Nel processo civile le dichiarazioni della vittima non costituiscono prova, non servono a dimostrare un bel niente. Se la parte offesa non produce qualcuno che può testimoniare a proprio favore, in assenza di testimoni oculari perderà la causa. Dunque oggi l’ingiuria pronunciata in un luogo isolato non può essere punita. Può però accadere che la persona ingiuriata e prima provocata, possa assumere lo stesso contegno del suo aggressore e, nei casi più gravi, avere uno scatto d’ira.Se volasse un bel ceffone in faccia, quali saranno le ripercussioni di questo gesto su un piano legale? La violenza e le lesioni sono ancora un reato; quindi è verosimile che l’ingiuriatore picchiato, anche per vendetta, vada al pronto soccorso, si faccia dare un certificato medico e poi denunci il suo interlocutore. Come potrà difendersi quest’ultimo? Sicuramente il primo pensiero sarà quello di dire «Sono stato provocato». E qui bisogna tenere conto di un’altra norma che, in questa circostanza, sopravviene La provocazione ad una offesa scrimina solo un’altra offesa, ma non anche un pugno in un occhio. Come dire: se qualcuno ti manda a quel paese puoi limitarti a fare altrettanto ma non certo passare ai fatti. Non solo. Anche se non si dovessero usare le mani ma abbandonarsi a frasi come «Te la farò pagare», «Non sai con chi hai a che fare…», «Ti ammazzo con le mie mani» si rischia molto: una denuncia per minaccia, anch’essa reato a differenza dell’ingiuria. Risultato: la vittima dell’ingiuria, oltre a non poter querelare chi l’ha offesa, passa da cornuto e mazziato, diventa invece oggetto di un procedimento penale per la sua reazione, senza che possa chiamare, a suo beneficio, giustificazioni relative allo stato d’ira o alla provocazione. Da oggi, quindi, se qualcuno vi offende farete meglio a “mandare giù” tutte le parole dette e a voltarvi altrove per evitare la tentazione di risposte ‘muscolari’.
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dietro un sorriso, una storia
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