ARENA Arena Lifestyle - supplemento del settimanale on line Commodity World Weekly - Anno I II n.. 27 6 /2017 registr. al Tribunale di Pavia n. 673 dell’11/5/2007
LIFESTYLE
foto di Timur De Angeli
Rivista mensile web a distribuzione gratuita, supplemento di Commodity World weekly. Prodotta e diretta da Katia Ferri Melzi d’Eril www.katiaferri.com
WEB MAGAZINE ANNO III N.27 GIUGNO 2017
Elezioni in vista? pungiglioni pronti. Attenti a Cruciani, Gruber e
BRUNO VESPA KATIA FERRI MELZI D’ERIL
ARENA MEDIA STAR 1° DICEMBRE 201
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EDITORIALE di Katia Ferri Melzi d’Eril
C
omincia la stagione più bella dell’anno per quando riguarda la vita sociale: party, feste, eventi di alto livello culturale e scientifico ci fanno quasi dimenticare la precarietà del lavoro, la sporcizia delle strade, la criminalità che entra impunita nelle nostre case, l’immigrazione che ci travolge senza nessuno che dia regole certe, la burocrazia che scoraggia la libera impresa, la corruzione ad ogni passo, il dilagare della maleducazione. Qualcosa potrà cambiare? Vedremo, beh finalmente si vota, pare. E stavolta vogliamo capire di più sui programmi e sui protagonisti che si candideranno per guidare il Paese. A svelare tutte le loro sfaccettature, sono pronti i grandi mattatori televisivi, Vespa, Cruciani e la Gruber. Li conoscete? Scoprite qualcosa di più su di loro nella nostra cover. In questo numero abbiamo voluto dare spazio agli eventi, al bellissimo festival della Robotica che si è appena svolto a Pisa - per chi se lo fosse perso, in modo da prepararsi a viverlo il prossimo anno; alla grande kermesse che ci attende a Lucca il 31 ottobre, Lucca Comics & Games, alle splendide mostre di questa stagione - con Caravaggio a Milano, Canova e Hayez a Venezia, le trovate tutte comunque nella sezione Omnibus (da pag. 8). La musica romantica è il comune denominatore di tante splendide serate alle quali abbiamo partecipato in questi giorni, ricche di ospiti illustri e di celebrità del cinema, della prosa e della televisione (pag. 21). E ora ci prepariamo a vivere le grande stagione della lirica, con un occhio fisso al cartellone dei grandi teatri, La Scala e la Fenice. A pensarci bene, un abbonamento per una poltronissima o un palco è il regalo migliore che potete fare o ricevere per Natale: farà felici voi e contribuirà a tener vive arti e location meravigliose del nostro Paese. Passando ai viaggi, vi consigliamo di visitare con un occhio diverso alcune bellissime città che magari già conoscete da tempo, ma non avete mai visto vestite di rosso, arancio e giallo, i colori vivaci dell’autunno (pag.34). A proposito di viaggi, non dimenticate a casa il trench (pag. 44): è il must di stagione e quest’anno si porta color kaki ma anche colorato, con abiti cortissimi, gioielli oversize e sandali. E al maschile con magliette bianche che lasciano scoperto il collo. E se dovete far spazio nell’armadio o tra gli oggetti di casa, donate, donate, donate. Anche gli oggetti più impensati, come bulloni o tubature, vecchie saponette o chiodi. A trasformarli in pezzi d’arte ‘must have’ ci pensano molti artisti che partono da qui, come Erika Trojer (pag. 48). Festa di colori anche sulla tavola di ottobre, ricca di funghi (che potete anche cercare da soli (scoprite come a pag. 40) e di cacciagione, che può essere rivisitata pasteggiando..a grappa. Sì, avete letto bene. Scoprite come a pag. 43. Oppure arricchita da un filo d’olio eccezionale, magari appena premiato in un contest internazionale.
In queste immagini il Gala di Associazione Stravinskij Ruskie Motivi tenutosi il 2 ottobre al Palazzo Visconti di Milano. In queste immagini la Presidente Larisa Judina durante lo show presentato da Timur De Angeli, con gli artisti e gli sponsor, tra cui lo studio legale internazionale Stefano Sutti di Milano (Stefano Sutti nella foto1) e Sonia Avanzi Gioielli. In basso, un momento della lotteria benefica offerta da Associazione Arena Media Star, con premi donati da vari sponsor tra cui Univers Editrice Pavia, Farmacia Beltramelli Pavia, Azienda Agricola Giulio Melzi d’Eril Pavia, Studio Dentistico Daniele Sette.
ARENA LIFESTYLE anno II° n. 30, ottobre 2017 -Editore e Direttore responsabile: Katia Ferri Melzi d’Eril Supplemento gratuito mensile del settimanale web Commodity World Weelkly - Registr. Tribunale di Pavia n.673 17/5/2007 Redazione: Villa Melzi d’Eril, via Colombarone 13, Belgioioso PV - Italia Contributors di questo numero: Sebastiano Calà, Marta Fadda, Francesca Grimaldi, Vittoria Risetti Contatti: katiaferri@hotmail.com, Facebook: Katia Ferri Melzi d’Eril - Tutti i diritti riservati
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SOMMARIO
4/ EDITORIALE di Katia Ferri Melzi d’Eril
OTTOBRE 2017
5/ SOMMARIO OTTOBRE 2017
32-33 /MUSICA- LIBRI Provaci ancora Mick (Jagger). Torna Dan Brown
6-7/ TREND Cosa mi dice la tua mano
34-35 /WEEK END \1 Le citta coi colori di stagione
8-13/ OMNIBUS MOSTRE AUTUNNO 2017
36-39 WEEK END/2 Halloween, tutti a Lucca Comics & Games
14-15/FOCUS MOSTRE I tesori dei Longobardi a Pavia
40-41 / GRAND TOUR Funghi, dove (e come) trovarli
16-19/ HITECH Il festival della robotica di Pisa
44/ 45WINE, FOOD Pasteggiare a grappa. L’ Oscar dell’Olio
20-21/ TOP NIGHTLIFE AUTUNNO
46-49/FASHION Tempo da trench
22-29 /COVER STORY Attenti a quei due: i superpungiglioni Vespa e Cruciani (per non parlare della Gruber)
48-49/ TESSILE E ARTE Erika Troyer
30-31/ CINEMA Sbarchi d’autunno sul grande schermo
50-53/ FASHION2 New couture, che scommessa 5
54 / AGENT PROVOCATEUR
Arena Lifestyle 10/17- TREND: I tatuaggi sulle mani, come le star
COSA MI DICE LA TUA MANO
A sinistra, tatuaggi temporaei all’hennè per divertirsi ad una festa. Sono dipinti con colori atossici e durano da una a tre settimane al massimo. A destra, tattoo temporanei e permanenti di foggia tribale scelti dalla cantante pop Rihanna, che, archiviata l’era dei piercing, li ha voluti sulla schiena e sulle mani.
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desso, dopo spalle, piedi, schiene, orecchie e crani, zone intime, avambracci e sederi, è la volta delle mani e delle dita. Le zone ‘off limits’ per i tatuaggi sono rimaste davvero pochissime, le piante dei piedi e le ascelle. Oppure no, qualcuno è riuscito a decorare pure quelle.... Quello sulle mani è uno dei tatuaggi più trendy del momento per i ragazzi, ma anche dei più osteggiati dalle famiglie. Non tutti sono disposti a tatuarsi in questa specifica parte del corpo, si tratta di una delle parti più visibili. Per tal motivo questi tattoo sono oggetto di alcune disposizioni ministeriali, che impediscono a militari e dipendenti pubblici di farne bella mostra. Dunque si può essere scartati a un colloquio di lavoro senza neanche sapere che è per questo motivo. Perchè si esibisce una forma d’arte che non è affatto accettata e compresa in tutti i luoghi di lavoro e può dar adito a pregiudizi. Farsi un tatuaggio, in generale non è mai una scelta superficiale o meramente estetica. Di solito si sceglie di tracciare un segno sulla propria pelle, quando si vuole ricordare fortemente qualcosa o
qualcuno di molto importante. Nell’ultimo decennio si è passati dal tattoo singolo al surface, la decorazione che copre tutta un’area con uno o più disegni. Inoltre siamo passati al tattoo solo maschile a quello unisex, anche di grandi proporzioni. Il drago o la geisha che occupano il fronte di un’intera coscia si mostrano con l’abito da sera a gran spacco, come se fossero gioielli. Non sappiamo se in futuro le generazioni dei primi decenni Duemila saranno ricordate per questa voglia di colorarsi la pelle con scritte, simboli e disegni, nè quanto queste decorazioni saranno mantenute in futuro dagli entusiastici follower, se calciatori, blogger e rapper smetteranno di portarle, sottoponendosi a pazienti sedute di laserterapia. Molte persone infatti scelgono di farsi fare un tatuaggio uguale o simile o nello stesso posto scelto dall’idolo preferito, appena lo trovano fotografato su un giornale. E poi altrettanto rapidamente lo fanno cancellare. L’Italia è piena delle farfalline di Belen, dei gladiatori e delle lupe di Totti, delle madonne di Justin Bieber e degli Obama di Madonna. Ma ora si vogliono copiare i piccoli segni tribali di Rihanna
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Arena Lifestyle 10 /2017- TREND: I tatuaggi sulle mani, come le star
sulle mani, le paroline “love” e “shh” sulle sue dita lunghissime, che terminano con unghie dipinte di fucsia e di viola. Anche altre celebrità si sono avvicinate recentemente a questo trend dei tatuaggi sulle dita, osando con elementi più eccentrici, come teste di animali feroci, quali leoni o tigri, aerei protni al decollo, dollari, bombe, diamanti, teschi, pugnali, stemmi e corone oppure elementi vistosi e colorati. Per ora, prima di seguire uno degli istinti più tribali, è bene pensarci su in fatto di disegni: le mani sono uno dei punti più simbolici in assoluto, soprattutto l’anulare sinistro, dito del cuore perché è quello in cui si indossa la fede. Quali sono i soggetti più rappresentati attualmente? Scritte. Frasi celebri, nomi o verbi. Alcune coppie per esempio hanno scelto di farsi disegnare la parola love, metà su una mano e metà sull’altra, così da poter completare la scritta solo unendo le mani. Bello, finche dura...Qualcuno sceglie lo spigolo della mano per far tatuare una scritta, dal mignolo al polso. Impegnativo e di durata non certa. Le scritte sono uno strumento perfetto per esprimere la propria personalità, una passione, una filosofia di vita, o per indicare un particolare momento della propria storia, magari un periodo buio finalmente superato. Nella maggior parte dei casi, si scelgono frasi celebri di film, aforismi o parti di testi di canzoni più o meno note, a volte, invece, accade di voler tatuare semplicemente delle parole che abbiano un significato importante, ma solo per il diretto interessato. Lettere: anche una sola lettera può racchiudere in sé un valore particolare. Se si sceglie di tatuare l’iniziale del proprio nome, si vuole esaltare la propria forza, o una rinascita, se, al contrario, si opta per la lettera di una persona amata,
come un compagno o un figlio, si mostra la propria volontà di trascorrere la vita intera con questa persona. Un simbolo. Può essere un cuore, il simbolo dell’infinito, una stella, un quadrifoglio della fortuna. Un anello. Alcuni tatuano un cerchio, un cerchio con pietra, le lettere che compongono nome della persona amata o del proprio bambino. Piccoli simboli: tra i più comuni, cuori, frecce, infinito, stelle, fiori. Possono essere personalizzati in modo da essere unici ed essere più o meno visibili a seconda della zona scelta. Animali: si tratta di soggetti di più complessa realizzazione dati gli spazi limitati di cui si dispone. Ogni animale presenta un significato particolare, quali forza, eleganza, maestosità, rinascita, fierezza. In questo caso occupano non solo il dito ma sforano quasi sempre verso il dorso della mano e talvolta raggiungono anche un pezzetto di polso. Il luogo più comune da decorare è sicuramente il dorso. Si presta sicuramente di più di palmo e dita ad ospitare un disegno, anche di dimensioni rilevanti, ed è in genere il complemento per i tatuaggi full arm o quelli che circondano il polso, di solito dedicati a decorazioni antiche maori, indiane, egiziane, africane. Sta di fatto che realizzare bene e mantenere un disegno sul dorso è estremamente difficile. Siamo davanti ad una zona del corpo ricca di vene, che ha altissimi tassi di rigenerazione cellulare, e che è anche oggetto di ferite e tagli piuttosto di frequente. Farlo si può fare, la difficoltà più grande però, sta nel mantenere nel tempo i contorni e i colori originali. Il dorso della mano è in genere quadrato, e quindi è in grado di ospitare disegni che siano in grado di occupare un area della medesima forma. Si può anche scegliere di assecondare le linee delle dita, o occupare solo parzialmente l’area.
TATUAGGIO SULLE MANI, OK MA QUANDO? Prima di decorare questa zona particolare del corpo è bene pensar che ogni giorno, tutti noi laviamo le mani decine di volte, causando un processo di esfoliazione molto marcato rispetto a quello che avviene sul resto del corpo. Questo elemento potrebbe portare i tatuaggi a sbiadire velocemente o a modificarsi per forma e colore. Per rimediare, bisogna necessariamente recarsi dal proprio tatuatore per alcune sedute di ritocco quando il tattoo sta perdendo di definizione. Sicuramente, il processo di guarigione svolge un ruolo essenziale ai fini della durata del tatuaggio. Dato che usiamo le mani per qualsiasi attività della giornata, non è facile proteggere la zona interessata e permettere, così, una rigenerazione cutanea ottimale. Tuttavia, è opportuno proteggere il tatuaggio il più possibile per far sì che il pigmento possa stabilizzarsi nel derma e durare a lungo. Dunque occorre fare questo tipo di tatuaggio, soprattutto se occupa il dorso della mano con un disegno colorato e importante, quando si è in vacanza e non si lavora, non si guida l’auto, quando si è accompagnati da qualcuno. Le dita devono stare coperte e protette: ci si deve comportare come qualcuno che ha subito una importante ustione agli arti superiori e deve starsene tranquillo per un po’. Sicuri che ne valga davvero la pena? Non è meglio un temporary che fa moda ma poi si lava via?
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Qui sopra, famosi tatuaggi delle star copiatissimi dai teen ager: Jovanotti, Lady Gaga, Justin Bieber.
Arena Lifestyle 07-8/17- OMNIBUS MOSTRE
Ottobre 2017 Vicenza
Torino
FINO AL 8/4/2018
VAN GOGH, TRA IL GRANO E IL CIELO Dal 07 Ottobre 2017 al 08 Aprile 2018 a Vicenza, all’interno della Basilica Palladiana si terra’ una mostra interamente dedicata al pittore Van Gogh. A cura di Marco Goldin e promossa dal Comune di Vicenza, questa mostra presenta eccezionalmente un numero altissimo di opere del pittore olandese, ben 43 dipinti e 86 disegni. L’obbiettivo principale e’ quello di ricostruisce con precisione l’intera vicenda biografica, ponendo dapprincipio l’accento sui decisivi anni olandesi, a partire dall’autunno del 1880 fino all’autunno del 1885. Ammirando le opere esposte potremo in qualche modo rivivere il sentimento del dolore e della disperazione del vivere, che hanno caratterizzato la vita del pittore. Sarà come entrare nel laboratorio dell’anima di Van Gogh, in quel luogo segreto, solo a lui noto, nel quale si sono formate le sue immagini. La mostra proseguirà dopo gli anni olandesi di Van Gogh, e con dipinti celebri farà comprendere quanto quei cinque anni di formazione siano stati indispensabile grammatica, della mano e dello spirito, per accendere quel colore nuovo che Van Gogh ha fatto vibrare come luogo di un cuore turbato e di un’anima lacerata. Tra i dipinti potrete ammirare: “Castagno in fiore”, “Paesaggio con la pioggia”, “Ulivi” e molte altre.
FINO AL 14/1/2018
MIRO’! SOGNO E COLORE Dal 04 Ottobre 2017 al 14 Gennaio 2018 a Torino, nelle Sale Chiablese dei Musei Reali si potrà ammirare la mostra dell’artista Joan Mirò. In collaborazione con diversi enti promotori, tra cui Patrocinio di Regione Piemonte e Citta’ di Torino, apre al pubblico questa esposizione che conta 130 opere dell’artista. Quasi tutti olii di grade formato, questi quadri sono risalenti al periodo tardo quando l’artista catalano, dopo aver ottenuto numerosi riconoscimenti in patria, si dedicò alla pittura quadridimensionale, alla scenografia e alle grandi sculture. Saranno esposte grazie al generosissimo prestito della Fundació Pilar i Joan Miró a Maiorca, che conserva la maggior parte delle opere dell’artista catalano create nei 30 anni della sua vita sull’isola. Il centro di questa mostra sarà proprio l’isola di Maiorca, che e’ il “luogo del cuore”, dove e’ nata la madre, dove vivevano i nonni paterni e dove l’artista decise di trasferirsi per trascorrere gli ultimi 30 anni della sua vita. In mostra i prestiti eccezionali tra i quali capolavori come Femme au clair de lune(1966), Oiseaux (1973) e Femme dans la rue (1973), che raccontano la sperimentazione ricercata da Miró all’interno delle principali correnti artistiche del XX secolo come il Dadaismo, il Surrealismo e l’Espressionismo.
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Arena Lifestyle 07-8/17- OMNIBUS MOSTRE
PETER LINDBERGH. A DIFFERENT VISION ON FASHION PHOTOGRAPHY A Torino, alla Reggia di Venaria Reale dal 07 Ottobre 2017 al 04 Febbraio 2018 e’ allestita la mostra di Peter Lindbergh, considerato uno dei più importanti fotografi di moda viventi. Esposte 220 delle migliori realizzazioni che ha rivoluzionato la fotografia di moda. Sono state abbandonati gli scatti al-gidi ed in posa e proponendo un linguaggio disinibito che esprime la grazia oltre che la bellezza, ispi-randosi al linguaggio cinematografico e della danza. Nei suoi raffinati scatti ha immortalato numero-se modelle: da Cindy Crawford a Naomi Campbell a Linda Evangelista, lanciando “l’era delle top-model”
Milano
Milano
FINO AL 29/1/2018
DENTRO CARAVAGGIO Milano torna ad omaggiare Michelangelo Merisi, detto il Caravaggio, con una mostra a lui dedicata, ed inaugurata il 29 settembre 2017, stesso giorno in cui, nel 1571, nacque l’artista. Dal 29 Settembre 2017 al 29 Gennaio 2018 si terra’ la mostra a Milano, citta’ natale dell’artista, all’interno del Palazzo Reale. Con la collaborazione di enti promotori come il Comune di Milano-Cultura, la curatrice Rossella Vodret, vuole raccontare da una prospettiva nuova gli anni della straordinaria produzione artistica di Caravaggio. Opere provenienti dai maggiori musei italiani e da altrettanto importanti musei esteri. Mostra particolarmente innovativa, in quanto per la prima volta, le tele di Caravaggio sono affiancate dalle rispettive immagini radiografiche che consentono al pubblico di seguire e scoprire, attraverso un uso innovativo degli apparati multimediali, il percorso dell’artista dal suo pensiero iniziale fino alla realizzazione finale dell’opera. Tra i prestiti piu’ prestigiosi spiccano sicuramente: Sacra famiglia con San Giovannino (1604-1605) dal Metropolitan Museum of Art, New York; Salomé con la testa del Battista (1607 o 1610) dalla National Gallery, Londra; San Francesco in estasi (c.1597) dal Wadsworth Atheneum of Art di Hartford; Marta e Maddalena (1598) dal Detroit Institute of Arts; San Giovanni Battista (c.1603) dal Nelson-Atkins Museum of Art di Kansas City; San Girolamo (1605-1606) dal Museo Montserrat, Barcellona.
FINO AL 28/1/2018
CHAGALL, SOGNO DI UNA NOTTE DI MEZZA ESTATE Arriva a Milanol’incredibile mostra-spettacolo dedicata a Marc Chagall. Una forma del tutto inedita di vivere l’arte, una grande emozione che unisce spettacolo, musica, tecnologia ed arte, visibile al Museo della Permanente, dal 13 Ottobre 2017 al 28 Gennaio 2018. Gianfranco Iannuzzi, Renato Gatto e Massimiliano Siccardi, con anche una colonna sonora appositamente composta da Luca Longobardi, sanno coinvolgere, travolgere ed emozionare i visitatori . Con il Patrocinio del Comune di Milano, la mostra è promossa dal Museo della Permanente di Milano ed è prodotta in Italia dal Gruppo Arthemisia con Sensorial Art Experience. Prodotta in Francia, unico posto dove è stato realizzato prima d’ora questo progetto, la mostra ha avuto oltre 500.000 visitatori. La mostra-spettacolo è un viaggio per tappe, quelle della creazione artistica di Marc Chagall e della sua vita. Si snodano 12 macro sequenze: Vitebsk, piccolissimo villaggio russo in cui Chagall è nato, la vita, la poesia, i collages, la guerra, le vetrate, l’Opéra Garnier, Daphnis e Chloé, i mosaici, il circo, le illustrazioni per fiabe, la Bibbia. Il pubblico potra’ immergersi quindi nel mondo creativo di Chagall, in tutte le sue sfaccettature e diversità delle fonti d’ispirazione. I temi universali della sua opera quali l’amore, la famiglia, le sue radici, umane e artistiche, i paesaggi, la musica, per come si sono sviluppati nei suoi lavori, appariranno in tutta la loro forza, effervescenza e libertà interpretativa. Verranno coinvolti l’immaginazione e i sensi dello spettatore, che diviene attore e protagonista del sogno che sta vivendo.
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Arena Lifestyle 10 /17- OMNIBUS MOSTRE
GIANFRANCO FERRÉ. GIOIELLI E ORNAMENTI Un’ esposizione incentrata sull’oggettistica, con gioielli e ornamenti, aperta fino al 19 Febbraio 2018, a Palazzo Madama. Sono presenti ben 200 oggetti-gioiello che ripercorrono per intero la vicenda creativa del celebre stilista italiano. Da sempre una passione per Ferré, l’ornamento e’ realizzato con molta cura e attenzione per i dettagli. E così vengono presentate pietre lucenti, metalli smaltati, conchiglie levigate, legni dipinti, vetri di Murano, ceramiche retrò, cristalli Swarovski, e ancora legno e cuoio e ferro e rame e bronzo, nel susseguirsi di un incantato orizzonte di spille, collane, cinture, anelli, bracciali, monili. Gli oggetti in mostra, realizzati per sfilate dal 1980 al 2007, sono raccontati come complemento dell’abito e suo accessorio ma vengono esposti insieme ad alcuni capi, in cui è proprio la materia-gioiello a inventare e costruire l’abito, diventandone sostanza e anima.
Roma
Pisa
FINO AL 14/1/2018
HOKUSAI. SULLE ORME DEL MAESTRO Dal 12 Ottobre 2017 al 14 Gennaio 2018. A Roma, all’interno del Museo dell’Ara Pacis, la curatrice Rossella Menegazzo ha costruito una mostra dedicata all’artista giapponese Hokusai. Attraverso circa 200 opere provenienti dal Chiba City Museum of Art e da importanti collezioni giapponesi la mostra racconta e confronta la produzione del Maestro con quella di alcuni tra gli artisti che hanno seguito le sue orme dando vita a nuove linee, forme ed equilibri di colore all’interno dei classici filoni dell’ukiyoe. Hokusai ha esplorato soggetti di ogni tipo: dal paesaggio alla natura, animali e fiori, dal ritratto di attori kabuki a quello di beltà femminili e di guerrieri, fino alle immagini di fantasmi e spiriti e di esseri e animali semileggendari. Era uno sperimentatore che variava formati e tecniche: dai dipinti a inchiostro e colore su rotolo verticale e orizzontale, alle silografie policrome di ogni misura per il grande mercato, fino ai più raffinatisurimono, usati come biglietti augurali, inviti, calendari per eventi e incontri letterari, cerimonie del tè, inviti a teatro. La mostra si compone di cinque sezioni che toccheranno i temi più alla moda e maggiormente richiesti dal mercato dell’epoca: a partire da tematiche di viaggi e paesaggi giapponesi, le bellezze femminili, avvolte dal tipico kimono, dai tessuti raffinati con motivi ricercati e coloratissimi, la natura, gli animali simbolici per il Giappone come il drago, il gallo e la tigre. Fino a rappresentazioni per buon augurio e i 15 volumi di manga, con disegni e schizzi ideati per insegnare l’arte della pittura.
ESCHER
FINO AL 28 GENNAIO 2018
Fino al 28 gennaio 2018, il Palazzo d’arte e cultura di Pisa ospita la mostra “Escher”, realizzata da MondoMostre in collaborazione il Museo Escher a L’Aja, a cura dI Stefano Zuffi, storico dell’arte e grande conoscitore di M.C. Escher. La mostra presenta una completa rassegna di tutti gli ipnotici, sorprendenti e spiazzanti capolavori del grande olandese, con il contributo di alcune curiose soluzioni espositive progettate dall’architetto Cesare Mari e grazie all’uso delle tecnologie e della multimedialità. La mostra è l’occasione per ripercorrere le tappe della creatività dell’artista, soffermandosi in modo particolare sui lunghi e decisivi soggiorni in Italia, tra scenari naturali e memorie artistiche che segnarono in modo profondo il suo stile. Escher e’ un artista che apprezza l’arte matematica-razionale della tradizione ebraica e islamica, messa a confronto con i movimenti dell’avanguardia europea. Egli esplora sempre più a fondo gli orizzonti dell’illusione visiva, attraverso composizioni di carattere geometrico o con la creazione di architetture “impossibili”. La mostra si articola in nove sezioni: Volti, Animali, Oggetti e riflessi, Geometrie e ritmi, Paesaggi, L’artista, Architetture fantastiche, Nature, Autoritratti.
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Arena Lifestyle 10/17- OMNIBUS MOSTRE
L’ICONA RUSSA: PREGHIERA E MISERICORDIA Fino al 3 Dicembre 2017 a ROMA, IL Museo di Roma ospita la mostra “L’icona russa: Preghiera e misericordia” che vuole sottolineare l’orientamento di vita spirituale e di servizio sociale che ha sempre accomunato e continuerà ad accomunare persone di diverse nazionalità e paesi, che si siano dedicate alla causa comune del servizio a Dio e al prossimo.Agli occhi dei visitatori, l’icona in sé diventa un vero veicolo per l’idea dell’amore perfetto di Dio verso l’uomo. La mostra è dedicata al 25° anniversario dell’instaurazione delle relazioni ufficiali tra la Russia ed il Sovrano Ordine di Malta.
MILANO
BERGAMO
FINO AL 9/12/17
FINO AL 9/12/17 LORENZO LOTTO. I CAPOLAVORI DELLA SANTA CASA DI LORETO Le nove opere di Lorenzo Lotto custodite nel Museo Antico Tesoro della Santa Casa di Loreto per la prima volta lasciano, tutte insieme, la prestigiosa sede marchigiana per un’esposizione temporanea: fino al 2 novembre, grazie alla Fondazione Creberg, esse potranno essere ammirate a Bergamo, nello storico Palazzo del Credito Bergamasco in Largo Porta Nuova. La più antica pala con San Cristoforo tra i Santi Rocco e Sebastiano, fino alla piccola tela di collezione privata ma raffigurante il Combattimento tra la Fortezza e la Fortuna infelice, testimonianza di una delle ultime incursioni del pittore veneziano nel “cielo delle divinità pagane”. La possibilità di vedere riunito l’intero corpus di opere lottesche provenienti da Loreto è un’occasione straordinaria per ripercorrere, in parallelo, la vicenda biografica dell’autore. Sono quadri che aprono uno spiraglio sulla vicenda finale del pittore. In qualche modo sono state lette come delle opere “testamento”. In particolare la stupefacente “Presentazione al Tempio” si è prestata a questa lettura interpretativa, sia sotto l’aspetto compositivo, sia per quello stilistico. Si è sempre scritto che i migliori anni della sua vita Lotto li avrebbe trascorsi a Bergamo. Mentre e’ molto interessante anche conoscere anche il capitolo finale della sua vita
ARTE RIBELLE, ARTISTI E GRUPPI DAL SESSANTOTTO A quasi cinquant’anni dalla data-simbolo del “Sessantotto”, una grande mostra si propone di indagare tutte quelle espressioni artistiche che in Italia si sono ispirate alla protesta politica, alla speranza rivoluzionaria, alle spinte libertarie, e che si sono sviluppate a partire dal 1965, con le prime proteste per la guerra del Vietnam, per proseguire poi almeno sino alla metà degli anni settanta. E’ allestita a Milano fino al 09 Dicembre 2017, alla Galleria Credito Valtellinese. La mostra presenta un gruppo ristretto di artisti, operanti tra Milano e Roma, che in quegli anni hanno costruito un vero e proprio linguaggio espressivo innovativo e accettato dalle grandi masse, dove il confronto tra arte e illustrazione, tra arte e ciò che un tempo si definiva “propaganda”, pur essendo entrambi schierati ideologicamente dalla stessa parte, costituisce uno dei motivi più interessanti. Tra i protagonisti della mostra troviamo Vincenzo Agnetti, Franco Angeli, Fernando De Filippi, Nanni Balestrini, Age, Paolo Baratella, Gianfranco Baruchello, Fabio Mauri, Mario Ceroli, Emilio Isgrò, Mario Schifano, Ugo La Pietra, Umberto Mariani, Franco Vaccari, Gianni Pettena, Gianni Emilio Simonetti, Giangiacomo Spadari, Franco Mazzucchelli. A questi artisti si affiancano coloro – Matteo Guarnaccia tra i molti – che in quel periodo, magari anonimamente, hanno operato nel campo dell’illustrazione, del muralismo e nelle diverse altre forme di comunicazione visiva, a comporre un affresco ragionato di uno dei momenti più creativi della cultura italiana del Novecento.
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Arena Lifestyle 10/17- OMNIBUS MOSTRE
NEXT VINTAGE AL CASTELLO DI BELGIOIOSO. Un invito imperdibile ad acquistare divertendosi in una location da sogno, il Castello di Belgioioso. Dal 12 al 16 ottobre, tuttoil bello del vintage a pochi chiolometri da Pavia. Una caccia entusiamsante, ci si può imbattere in un capo o in un accessorio che ci stupiscono e ci fanno viaggiare nel tempo e nella memoria. Un gioco circolare tra passato e futuro, tra emozione e nostalgia.
Palermo
FIRENZE
FINO AL 7/1/2018
FINO ALL’11/2/18
ANDY WARHOL, L’ARTE DI ESSERE FAMOSI Il Palazzo Sant’Elia di Palermo, fino al 7 gennaio 2018, ospita la mostra dedicata a Andy Warhol, uno dei più importanti esponenti della Pop Art. Secondo l’artista ogni icona va masticata, ingoiata, copiata e rigettata, in maniera tale da svuotarla da ogni significato. Ecco quindi The Flowers, Marilyn Monroe, Liza Minnelli, la principessa Diana: soggetti rappresentati in modo da creare un impatto talmente forte ed autentico, da divenire esempi di comunicazione. La mostra comprende circa 180 differenti soggetti, tra opere uniche, multipli ed oggetti d’arte, della Rosini Gutman Collection, che abbracciano gran parte dell’intero percorso artistico ed iconografico dell’artista, dal 1957 al 1987, anno della sua morte. La serialità, la precisione della tecnica serigrafica, il concetto stesso di copia e di riutilizzo, sono componenti uniche e fondamentali per comprendere il percorso di un artista diverso, innovativo e all’avanguardia. In mostra anche le immagini di alcuni documenti personali di Andy Warhol: dal passaporto ad una delle sue prime pagelle, il foglio di ricovero ospedaliero dopo l’attentato, alcuni strumenti di lavoro e diversi preziosi libri firmati dallo stesso Warhol. In una sala che fa parte del percorso espositivo, verranno proiettati film documentari e video d’arte sull’artista e sulla Factory. Allestito anche un bookshop, che diventa a sua volta, spazio d’arte; e uno laboratorio di grafica per i più piccoli, aperto alle scuole.
ADRIAN PACI AL MUSEO DEL NOVECENTO DELLE MURATE L’acqua come metafora di movimento, flusso, ma anche possibilità di azione e reazione. Questa l’idea che Adrian Paci ha sviluppato per dare vita al progetto artistico che guida “Di queste luci si servirà la notte”, prima personale toscana dell’artista albanese, dall’11 novembre 2017 all’11 febbraio 2018 nelle sedi fiorentine del Museo Novecento e de Le Murate. Progetti Arte Contemporanea e nei comuni di Pelago e Montelupo Fiorentino, co-produttori dell’evento. La mostra, curata da Valentina Gensini, è promossa e organizzata da Mus.e e rientra nel Progetto Riva realizzato grazie alla partnership e al contributo del progetto Sensi Contemporanei nell’ambito dell’accordo di programma quadro tra Regione Toscana, Mibact Direzione Generale Cinema e Agenzia per la Coesione Territoriale. Quindici le opere esposte al Museo Novecento, tre delle quali inedite, a cui si sommano le due in mostra a Le Murate. Progetti Arte Contemporanea e le video installazioni di Pelago e Montelupo Fiorentino. Un corpus di lavori articolato che vede al centro i temi della migrazione, dell’identità e del flusso, sviscerati con intensità e poesia dall’artista. Rintracciando storie personali e richiamando alla mente fatti e trasformazioni della storia recente, Paci pone al centro la migrazione e la mobilità come una condizione ontologica dell’uomo, quanto mai attuale nell’epoca odierna in cui i concetti stessi di casa e di identità (culturale, politica e sociale) sono continuamente messi in discussione.
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Arena Lifestyle 10/17- OMNIBUS MOSTRE
LADY DIANA, SPIRITO LIBERO ALLA VENARIA REALE Sono trascorsi oramai vent’anni dalla morte della principessa Diana e Kornice intende celebrare questa icona mondiale con un’esposizione che ripercorre la storia che ci appartiene: Diana è infatti diventata un mito di femminilità e di forza, racchiudendo in sé paradossi e sfaccettature di ogni donna. Uno speciale spazio architettonico, le Sale dei Paggi della Reggia di Venaria, per la prima volta sede di una mostra, dedicato a rendere omaggio a Lady Diana con racconti, immagini, riferimenti a giornali o ad avvenimenti e testimonianze che coinvolgono il visitatore in un’esperienza a tutto tondo. Prosegue fino al 28 gennaio 2018
Parma
Roma
FINO AL 5 NOVEMBRE
NASA. A HUMAN ADVENTURE Fino al 4 Marzo 2018 arriva per la prima volta in Italia, a Milano nello Spazio Ventura la mostra sullo spazio prodotta da John Nurminen Events in collaborazione con AVATAR, che ha già affascinato nel suo tour mondiale iniziato nel 2011 milioni di visitatori perché concepita per adulti e bambini. La mostra è un viaggio di conquiste e di scoperte che si estende per 1500 metri quadri, tra razzi, Space Shuttle, Lunar Rover, Simulatore di centrifuga spaziale, in un percorso didattico ed emozionante, scientifico e immersivo, che va dal primo lancio nello spazio ai giorni nostri e che presenta circa 300 manufatti originali provenienti dai programmi spaziali NASA. Lungo il percorso espositivo i visitatori potranno ammirare le splendide astronavi costruite dalla NASA e scoprire le storie delle persone che vi sono state a bordo o che le hanno progettate e costruite come per esempio un enorme modello in scala del gigantesco razzo lunare Saturn V o la replica fedele della pioneristica navicella Mercury con la quale venivano condotte le prime missioni spaziali, e la navicella Gemini, costruita per missioni di lunga durata e ancora un modulo dell’Apollo che portò il primo essere umano sulla Luna e il Rover Lunare che servì agli astronauti per esplorarla. I visitatori si troveranno quindi catapultati nello spazio in una sala immersiva e potranno ancora osservare una roccia di meteorite lunare e l’iconico Space Shuttle, prima navicella riutilizzabile, con una sezione che consentirà ai visitatori di vedere il ponte di volo e il ponte di mezzo dove gli astronauti mangiano, dormono e lavorano sugli esperimenti. Ma i visitatori potranno anche
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FINO AL 21 GENNAIO 2018
PICASSO. TRA CUBISMO E CLASSICISMO: 1915-1925 È il febbraio del 1917 e in Europa infuria la Grande Guerra. Pablo Picasso, che ha solo 36 anni ma è già il grande pittore che ha guidato la rivoluzione cubista, arriva per la prima volta in Italia. A cento anni da quel viaggio che segnò tanto la sua arte quanto la sua vita privata proprio a Roma, le Scuderie del Quirinale celebrano Pablo Picasso con una grande mostra che conclude le manifestazioni, aperte a primavera, dedicate al gran tour dell’artista spagnolo nel nostro paese. La mostra dal titolo “Picasso. Tra Cubismo e Classicismo 1915-1925” raccoglie un centinaio di capolavori esposti e scelti dal curatore Olivier Berggruen, in collaborazione con Anunciata von Liechtenstein, con prestiti di musei e collezioni eccellenti, dal Musée Picasso e dal Centre Pompidou di Parigi alla Tate di Londra, dal MoMa e dal Metropolitan Museum di New York al Museum Berggruen di Berlino, dalla Fundació Museu Picasso di Barcellona al Guggenheim di New York. La mostra si soffermerà in particolare sui metodi utilizzati dall’artista nelle sue opere, analizzando le modalità e le procedure tramite le quali Picasso si avvicinò al modernismo, in un percorso dal realismo all’astrazione tra i più originali e straordinari della storia dell’arte moderna. L’esposizione illustrerà gli esperimenti condotti da Picasso con diversi stili e generi: dal gioco delle superfici decorative nei collage, eseguiti durante la prima guerra mondiale, al realismo stilizzato degli “anni Diaghilev”, dalla natura morta al ritratto. A Palazzo Barberini poi, nel grandioso salone affrescato da Pietro da Cortona, verrà esposto, per la prima volta a Roma, il sipario dipinto per Parade,
Arena Lifestyle 10/17- LONGOBARDI/La mostra di Pavia
PAVIA: I TESORI DEI LONGOBARDI
Armi e gioielli di epoca longobarda, arrivati da tutta Italia al Castello Visconteo di Pavia, la città di Liutprando che fu capitale del Regno
A
Pavia una mostra dedicata al popolo che cambiò per sempre l’Italia, i Longobardi. Arrivarono nel 1568 guidati da Alboino, varcando le Alpi Giulie...
Al Castello Visconteo di Pavia, la grande mostra sui Longobardi, che racconta della presenza di questo popolo in Italia, riferendo anche gli antefatti e gli eventi che le furono contemporanei e che ne suggellarono il declino, collegando lo scenario locale con quello globale dell’ Europa e del Mediterraneo. Un’ esposizione che evidenzia come la vicenda longobarda abbia avuto un ruolo “conduttore” di relazioni tra popoli e genti, trasmissioni culturali e di conoscenza con l’area transalpina, il mondo mediterraneo e quello bizantino, affrontando variegati aspetti e tematiche. Quando nel 568 i Longobardi guidati da Alboino varcarono le Alpi Giulie e iniziarono la loro espansione sul suolo italiano, la storia d’Italia cambiò per sempre. L’unità politico-amministrativa 14
della Penisola, raggiunta e sancita oltre 5 secoli prima al tempo di Augusto veniva spezzata dall’ingresso di un popolo “invasore”, il cui progetto di conquista non avrebbe però saputo estendersi all’interezza delle sue regioni, alcune delle quali rimasero in mano all’Impero Bizantino. Proprio da questo momento inizia quella storia di divisioni e di frammentazione politica che, nei secoli a venire, avrebbe portato l’Italia dall’ essere il fulcro dell’Impero Romano a diventare terra di conquista da parte di altre nazioni. L’arrivo dei Longobardi costituì davvero l’avvio di questa catena di eventi o fu la grande “occasione mancata” affinché l’Italia potesse rifondare su nuove basi la propria unità politica? Senza dubbio il loro arrivo introdusse nuovi squilibri nella società italiana, appena uscita dalla lunga guerra (535-553) con la quale l’imperatore d’Oriente Giustiniano pose fine al regno dei Goti. Ma questo affascinante popolo seppe raccogliere anche molteplici sfide: dai conflitti con i Bizantini ai quali tolse progressivamente
Arena Lifestyle 10/17- LONGOBARDI/La mostra di Pavia
molti territori; dai rapporti con gli altri barbari d’Europa - in particolare con i Franchi - a quelli con il Mediterraneo bizantino e poi in parte arabo. I re Longobardi furono capaci di riorganizzare la società e l’economia adattandosi al territorio italiano e ad una realtà politica del tutto nuova. Dovettero fare i conti anche loro con il cambiamento climatico, un fenomeno che in molte regioni della Penisola trasformò radicalmente il paesaggio. Infine seppero integrarsi con i romani, grazie anche all’azione della Chiesa. Anche se a Monza si conservano oggi le testimonianze più significative in fatto di ritrovamenti di epoca longobarda, Pordenone fu una città importante di questo impero: ma la capitale del Regno Longobardo fu Pavia, città che è ancora oggi scrigno incomparabile di memorie legate a re e regine di quel popolo: le loro tracce si colgono quasi in ogni strada del centro storico, la maggior parte delle chiese vantano origini risalenti al VII o all’VIlI secolo, senza contare che i Civici Musei del Castello Visconteo conservano al proprio interno una collezioni di pezzi di raro pregio. Dopo la visita alla mostra, le tappe imperdibili sono la Chiesa di San Pietro in Ciel d’Oro e la chiesa di San Michele, la Chiesa di San Gervasio e Protaso, la Chiesa di San Teodoro e la cripta degli Ariani in Piazza Leonardo da Vinci. Quando ormai i Longobardi sembravano ad un passo dall’acquisire l’intera Penisola – nella prima metà dell’VIII secolo sotto il re Liutprando – si scontrarono con l’opposizione del papato. Nonostante la sconfitta, i Longobardi sopravvissero come ducato indipendente nel sud d’Italia - Benevento e i castelli della Val Caudina, Salerno e Capua - e il loro nome rimase in quello del Regno annesso all’Impero Carolingio, all’interno del quale sopravvisse come entità regionale distinta
Scorcio della mostra al Castello Visconteo
costituendo un’ area di fondamentale importanza culturale. Il ducato longobardo custodiva entro i propri confini centri come le abbazie di Montecassino e San Vincenzo al Volturno agendo su scala europea come veri e propri incubatori di produzione artistica e intellettuale. L’esistenza delle presenze longobarde sul suolo italiano si protrasse sin oltre il mille, disegnando così un arco temporale che, complessivamente, coprì quasi mezzo millennio di storia italiana. Parlare oggi dell’Italia longobarda significa quindi sperimentare la possibilità di costruire una visione “da sud” dell’intera Europa e mostrare una visione del nostro continente in cui i legami fra le aree transalpine e quelle mediterranee appaiano assai più equilibrati e dialoganti di quanto molta storiografia non abbia da sempre teso a rappresentare. Nel “secolo d’oro” di Carlo Magno e degli imperatori Carolingi, è ormai chiaro che molto di quanto costituisce il contenuto della cosiddetta “Rinascenza Carolingia” delle arti e della cultura trova nell’humus dell’Italia longobardo-bizantina il suo primo laboratorio di elaborazione. Dal Friuli alla Lombardia, dall’Umbria alla Campania, dalla Toscana al Molise l’impronta della presenza longobarda sul suolo italiano fu tutt’altro che labile. I paesaggi storici, gli insediamenti, la toponomastica del nostro Paese recano ancora oggi i segni indelebili delle loro memorie. Ma è anche nell’arte e nella cultura scritta che rimane evidente l’apporto che l’età longobarda ha offerto alla storia d’Italia: monumenti sparsi sul territorio e codici conservati nelle biblioteche più antiche e venerabili testimoniano come, nel corso delle generazioni, le popolazioni autoctone italiane avessero creato un terreno originale che si esprimeva attraverso un linguaggio caratterizzato da forti richiami al passato classico e da elaborazioni del retroterra tipico delle tradizioni dei popoli germanici.
ALLA SCOPERTA DELLE CRIPTE Tutti i week end, nel periodo della mostra “Longobardi. Un popolo che cambia la storia”, protagonista assoluta all’interno del Castello Visconteo, il turista potrà rivivere per un attimo la Storia e gli antichi splendori, visitando le cripte di Sant’Eusebio, San Felice e San Giovanni Domnarum. Inoltre, nel percorso di mostra sono accessibili touch screen che suggeriscono al visitatore gli itinerari da seguire in città (e anche in Lombardia), con tutte le informazioni e gli orari precisi.Gli orari di apertura delle cripte sono: S. Eusebio venerdì 14.3017; sabato e domenica 11-17; San Felice domenica 14-18; S. Giovanni Domnarum sabato e domenica 15-17. L’apertura straordinaria delle cripte pavesi è realizzata in collaborazione con Associazione Amici dei Musei Pavesi, FAI delegazione di Pavia, Diocesi di Pavia e Università degli Studi di Pavia.
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Arena Lifestyle 10/2017- Robotica: il festival di Pisa
ROBOT FESTIVAL, A PISA E’ BOOM E’ stata una prima edizione di successo quella del Festival della Robotica, il grande meeting internazionale delle macchine che si è svolto a Pisa dal 7 al 13 settembre. Il bilancio parla di 10mila presenze, con 5mila visitatori paganti. Un nutrito numero di enti e soggetti hanno cooperato per la buona riuscita di una manifestazione che si prepara già per la prossima edizione del 2018. Tra questi anche ABF (Andrea Bocelli Foundation), che ha preso parte alla giornata dedicata alla cooperazione umanitaria e che ha contribuito al successo della serata clou del festival. Solo per il tenore sono state mille i presenti, fra pubblico ed artisti.
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a Toscana del Nord ha imboccato la via giusta per riempire le città d’arte anche fuori stagione. Anche Pisa, dopo Lucca, ha fatto il pieno di visitatori dall’Italia e dall’estero per i congressi, gli incontri e le varie iniziative del Festival della Robotica: sold out tutti i laboratori educativi già prima dell’inizio della manifestazione; sold out, durante il festival, vari eventi come ‘The Music of Soul’, che ha avuto come protagonista il tenora Andrea Bocelli diretto dal robot YuMi. Sold out ed entusiasmo alle stelle per il convegno ‘Data Science for Society’, bene anche l’incontro ‘La dimensione filosofica ed etica nella robotica’ e tutti gli spettacoli teatrali che si sono tenuti alla Stazione Leopolda. I numeri parlano di 73 orchestrali, 30 arpe e 100 coristi hanno suonato e cantato per 6 ore, nelle due serate di beneficenza organizzate da Fondazione Arpa al teatro Verdi, il 9 e il 12 settembre. Sono stati 60 i giornalisti accreditati al Festival, di cui 10 per conto di testate internazionali come BBC, Getty, APTN, France Press, Reuters. Infine 12 le location occupate, 1.200 circa i metri espositivi che hanno ospitato i robot, 43 gli espositori presenti. A conclusione del Festival, mercoledì 13 settembre alle 19 agli Arsenali Repubblicani, si è tenuta la consegna del Premio le Tecnovisionarie 2017 ‘Non solo tecnologie, ma pensiero’, che ha visto ospite anche la vicepresidente della Regione Toscana, Stefania Saccardi. Il primo Festival internazionale della Robotica di Pisa, promosso da Comune di Pisa, Fondazione Arpa, Istituto di BioRobotica della Scuola Superiore Sant’Anna, Centro di Ricerca “E.Piaggio”, con i co-promotori scientifici Scuola Superiore Sant’Anna, Università di Pisa, Scuola Normale Superiore, Consiglio Nazionale delle Ricerche, Irccs Stella Maris, Centro di
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Robotica: il festival di Pisa - Arena Lifestyle 10/2017
Il Festival della Robotica di Pisa è stato ospitato in 12 location, scelte fra le più suggestive del centro storico della città, spesso coincidenti con alcune sedi delle istituzioni che hanno contribuito a promuovere il festival, come organizzatori o co-promotori scientifici. Ricco il programma degli eventi, con un ricco panel di relatori: scienziati, intellettuali, artisti che hanno presentato in anteprima alcuni dei progetti che avranno un alto impatto per migliorare la vita dell’uomo. . Tra questi spiccano gli appuntamenti dedicati all’arte e allo spettacolo (9 e 11 settembre), all’insegnamento dei chirurghi, i quali potranno utilizzare sistemi di simulazione per affinare la loro formazione (9 e 11 settembre), allo sport e al superamento delle disabilità (10 e 13 settembre), all’industria e alla quarta rivoluzione industriale che, grazie alla robotica, migliorerà la vita dei lavoratori liberandoli da incombenze pericolose, faticose, usuranti (11 settembre). Spazio anche al rapporto con l’etica e con la regolazione normativa (11 settembre), al miglioramento della logistica farmaceutica (11 settembre), alla cooperazione umanitaria e alla solidarietà, per contribuire a vincere le diseguaglianze (12 e 13 settembre). eccellenza Endocas dell’Università di Pisa è stato un grande successo. Si tratta del primo grande meeting internazionale delle macchine, svoltosi proprio nella città che vanta una delle più alte concentrazioni al mondo di addetti e di attività di ricerca, sviluppo e applicazione di sistemi robotici, grazie alla Scuola Superiore di Sant’Anna. Era logico immaginare qui la sede di un evento internazionale sull’innovazione in questo campo, per presentare la robotica nelle sue molteplici applicazioni, anche quelle per ‘servire’ la persona. Bilancio per gli organizzatori e i co-organizzatori è stato più che positivo: un nutrito numero di enti e soggetti hanno cooperato per la buona riuscita di questa prima manifestazione che si prepara già a crescere in vista della prossima edizione, nel 2018. Ha certo contribuito anche la presenza di ABF (Andrea Bocelli Foundation), che ha preso parte alla giornata dedicata alla cooperazione umanitaria e che ha contribuito al successo della serata clou del festival, cantando in compagnia di un robot direttore, YouMe. 73 orchestrali, 30 arpe e 100 coristi hanno suonato e cantato per 6 ore, nelle due serate di beneficenza organizzate da Fondazione Arpa al teatro Verdi, il 9 e il 12 settembre. Successo anche per il Robot Film Festival e il contest dedicato agli audiovisivi che raccontano la robotica. Fra le novità più interessanti, l’esposizione della collezione moda realizzata dagli studenti dell’Istituto Modartech di Pontedera, nell’ambito di un progetto realizzato in collaborazione con l’Istituto di Biorobotica della Scuola Superiore Sant’Anna. Tessuti hi-tech, forme fantascientifiche e accessori futuristici, la collezione è il frutto di un progetto didattico che ha coinvolto anche gli studenti dell’area comunicazione, attraverso la creazione del logo e l’immagine coordinata, dimostrando come scienza e tecnologia possano essere elementi di grande ispirazione creativa.La moda sposa così la robotica, confermando la vocazione all’innovazione del territorio toscano e portando un’allure fashion all’interno di una
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Arena Lifestyle 10/2017- Robotica: il festival di Pisa
Il primo “ingegnere bionico” d’Italia si è laureato a Pisa venerdì 13 ottobre nell’aula LA MANO ARTIFICIALE TESTATA DA GIUSY VERSACE magna Ulisse Dini della Scu- Lunedì 2 ottobre, presso Palazzo Giustiniani, alla presenza del ola di Ingegneria dell’Uni- Presidente del Senato Pietro Grasso, si è svolta la terza edizione versità. Francesco Lanotte del Premio Cuore Digitale, conferito a una startup leader nelha discusso la tesi sullo svi- lo sviluppo di soluzioni tecnologiche per il miglioramento della luppo di un nuovo algoritmo vita delle persone. Durante l’evento, Daniele Mazzei, del Cendi controllo per esoscheletro tro di Ricerca dell’Università di Pisa “E.Piaggio”, e Lorenzo De robotizzato per il supporto Michieli, dell’Istituto Italiano di Tecnologia, hanno animato la lombare, ottenendo la laurea tavola rotonda “Il valore dell’interazione uomo-macchina. Le magistrale in “Bionics Engi- protesi tecnologiche”, dedicata al confronto tra il mondo della neering” con il voto di 110 e ricerca e quello della politica e dei media sulle nuove scoperte lode. scientifiche al servizio dell’uomo. Nell’occasione è stata presentata la mano robotica SoftHand Pro, sviluppata all’interno del progetto SoftPro, finanziato dalla comunità Europea e coordimanifestazione scientifica di respiro internazionale. Non è la nato dal professor Antonio Bicchi. La mano artificiale è frutto prima volta che la collezione ‘Fashion Forward - Waiting for di una collaborazione tra il Centro di Ricerca E. Piaggio (UniRobotics Atelier’ conquista gli onori della cronaca: il progetto versità di Pisa), la Fondazione Istituto Italiano di Tecnologia e è già stato presentato al Fashion Show Modartech realizzato al lo spin-off QBrobotics. Museo Piaggio di Pontedera e selezionato per l’Expo di MilaL’atleta paralimpica Giusy Versace, presente in qualità di no, all’interno del Fuori Expo allestito dalla Regione Toscana madrina dell’evento, ha testato personalmente la SoftHand Pro, a Milano. riconoscendone la versatilità e la semplicità d’uso, qualità non Fra le presenze industriali ha spiccato Comau, sponsor chiusuali per le protesi, che invece richiedono solitamente lunghi ave del festival, che ha portato l’esperienza e il know-how di tempi di training.“La facilità a usarla – spiega Mazzei – è uno un’azienda leader nel campo dell’automazione industriale, dei punti di forza della mano , che provvista di un solo motore, a livello globale. L’azienda è stata protagonista dei convegni ha un controllo molto semplice. volti a riflettere sull’importanza dell’innovazione tecnologica e sulle possibilità di impiego della robotica in diversi ambipa garantirà il superamento dei limiti delle attuali tecniche di ti - dall’istruzione allo spettacolo, dalla medicina alla ricerca colonoscopia, come ad esempio l’invasività della procedura, scientifica - e sulle sue molteplici applicazioni industriali. il dolore causato dall’utilizzo del colonoscopio, la dipendenza Un robot collaborativo Comau Racer3 Aura è stato presendalle abilità dell’operatore, etc., garantendo un elevato grado tato presso dell’Istituto di BioRobotica della Scuola Superidi diagnosi.Comau, provider tecnologico e collaboratore inore Sant’Anna - alla Stazione Leopolda di Pisa- nell’ambito dustriale nel progetto, ha contribuito significativamente allo del progetto di ricerca industriale EndoVespa (Endoscopic sviluppo della piattaforma robotica che comprende l’utilizzo Versatile robotic guidancE, diagnoSis and theraPy of magnetdel robot collaborativo Racer3 Aura. ic-driven soft-tethered endoluminAl robots), finanziato dalla E’ stata inoltre ospite del convegno ‘La robotica e l’industria’, Comunità europea, che si propone di sviluppare una piattadurante il quale Maurizio Cremonini, responsabile Marketing forma robotica per colonoscopia indolore. di Comau, ha presentato la storia di eccellenza dell’azienda La piattaforma EndoVespa consentirà di effettuare un esame nel settore dell’automazione industriale, con particolare riferdiagnostico non invasivo del colon mediante l’utilizzo di una imento al comparto automotive, illustrando le opportunità e i capsula endoscopica a locomozione magnetica anche con funbenefici operativi che offrono i robot e i sistemi automatizzati zionalità chirurgiche. La realizzazione del progetto EndoVesnel processo produttivo. Uno dei più attesi protagonisti del
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Robotica: il festival di Pisa - Arena Lifestyle 10/2017
Qui sopra: il lavoro quotidiano con i robot collaborativi nei dipartimenti dell’Università di Pisa. Sotto e nella pagina a fianco: la moda del futuro, con materiali a prestazioni innovative. Qui sopra, la serata di gala con il robot YuMi sul podio a dirigere il tenore Andrea Bocelli, presidente onorario della Fondazione Arpa e tra gli enti promotori della manifestazione con la Fondazione che porta il suo nome. Il tenore toscano famosissimo in tutto il mondo, ha voluto contribuire alla visibilità del festival con il concerto lirico “A Breath of Hope: dallo Stradivario al Robot”. L’esperimento ha entusiasmato anche l’orchestra, che ha seguito con grande attenzione le istruzioni date dalla macchina creata dal gruppo Abb. Centro “E. Piaggio” dell’Università di Pisa. Altre meravigliose macchine sono già al lavoro: in Giappone ci sono già alcuni casi di robot collaborativi (cobot) a forma di dinosauri velociraptor che lavorano al desk di un albergo vicino a un parco divertimenti. Di fianco a loro c’è un coloratissimo acquario con pesci robot che muovono occhi e pinne come quelli veri. Ma è proprio tutto italiano il primo robot barista, comparso in un bar di Las Vegas. Dopo Hunova, il robot Made In Italy di professione fisioterapista, è nato anche il bar tender di Makr Shakr, azienda torinese specializzata nella realizzazione di sistemi robotici. Al momento, potrete trovare questa meraviglia tecnologica solo al Tipsy Robot di Las Vegas, un cocktail bar all’interno del quale, una volta seduti, avrete modo di effettuare la vostra ordinazione tramite un iPad. A prepararvi il drink sarà proprio uno dei robot Made In Italy della Makr Shakr: dotati di braccia che simulano alla perfezione i movimenti di un bar tender, mixano, shakerano e guarniscono il bicchiere con una tecnica degna di un professionista. Meglio conosciuti come Galactic Ambassadors, questi robot sono stati già impiegati in precedenza sulla Royal Caribbeans Harmony, una nave da crociera che li ha visti protagonisti assoluti. A Las Vegas, invece, si metteranno alla prova per la prima volta sulla terra ferma. Fra i molti vantaggi dei Galactic Ambassadors vi è la velocità, preparano fino a un massimo di 120 cocktail all’ora, assolutamente perfetti.
festival è stato FACE, il robot umanoide realizzato da un team di ricercatori del Centro “E. Piaggio” dell’Università di Pisa, capace di interagire empaticamente con gli esseri umani attraverso una comunicazione non verbale. E’ un robot che tramite sensori posizionati sulla testa - orienta il proprio sguardo verso l’interlocutore umano, ne analizza le espressioni facciali e la gestualità e ne inferisce lo stato emotivo. Sulla base dello stato mentale inferito, il robot umanoide inizia una comunicazione non verbale attraverso espressioni facciali, sguardi e ammiccamenti, tutti intesi a stabilire un dialogo empatico. La complessa struttura del volto del robot comprende 32 micromotori, posti tra l’epidermide e la struttura ossea, che, in modo analogo ai muscoli facciali, permettono di controllare ogni minimo movimento del viso e generare una enorme quantità di espressioni anche molto complesse: rabbia, disgusto, paura, felicità, tristezza e sorpresa. Face ha partecipato al concerto “The Music of Soul: la grande musica da Mozart a Puccini” e per l’occasione ha indossato un abito settecentesco realizzato appositamente dalla Fondazione Cerratelli di Pisa. Di FACe si è parlato poi nel corso del convegno “Robotics and Emotions”, in una sessione che mira a riunire i principali scienziati accademici, ricercatori e studiosi per scambiare e condividere le loro esperienze e i risultati delle loro ricerche a cavallo tra le neuroscienze e la robotica, con un particolare focus sulla sfera emotiva. L’anno scorso, FACE è stato protagonista del reaction video del film “Morgan” della 20th Century Fox, prodotto da Ridley Scott e girato nei laboratori del
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Arena Lifestyle 10/17- / TOP NIGHTLIFE:
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Da sinistra Eleonoire Casalegno (1), la soprano Katia Ricciarelli col tenore Nicola Pisaniello a passeggio a Bardolino (2), Belen Rodriguez in (3), Alfonso Signorini direttore di Chi e Spy, nel backstage del suo web show Casa Signorini (citofonare Samantha) festeggia l’arrivo di una gloria del pop Anni Ottanta, Boy George (4). Le sue canzoni sono tornate di gran moda: lo sanno anche le finaliste di Miss Italia, testimonials della campagna Respect Venice (5), in posa a Palazzo Farsetti. Salgono intanto a Milano anche il calciatore Francesco Totti e la moglie Ylary Blasi (6,7). E’in zona anche Vittorio Sgarbi, a Lodi con un gruppo di artisti fra cui Ada Eva Verbena (8). Auguri in arrivo da Luca Barbareschi, a Milano con Debora Rosciani al Best Performer Award Pwc (9,12) e dalla mitica Claudia Cardinale, in posa a Pozzuoli con la scultrice di gioielli Marina Corazziari (11). Intanto nel quadrilatero della moda si festeggia la “Vendemmia di Via Montenapoleone” . All’ ottava edizione dell’evento che fa incontrare i marchi della moda con i più importanti protagonisti nazionali e internazionali del mondo vitivinicolo hanno partecipato migliaia di milanesi e turisti. Speciali percorsi degustativi hanno animato per tutta la settimana le boutique della via cult della moda milanese, con un ricco programma, sostenuto anche dalla partnership con Fiera internazionale del Tartufo Bianco di Alba. Tra le aziende più attive, la Dianella Winery dei Conti Passarin d’Entreves. Veronica Passarin d’Entreves ha creato una eccezionale partnership con il marchio La Martina, azienda argentina produttrice di abbigliamento sportivo e per il tempo libero di altissimo livello (13, 14, 15). La Martina è il fornitore ufficiale della nazionale argentina di polo, della Federation of International Polo in tutti i tornei. Equipaggia inoltre le squadre di Harvard, Yale, Oxford, Cambridge, il College of St. Xavier di Mumbai e la nazionale inglese di polo.
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TOP NIGHTLIFE -Arena Lifestyle 10/17
e top gala per Signorini 16
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Tanti vip all’Auditorium della musica a Milano per festeggiare Alfonso Signorini e l’uscita del suo romanzo dedicato a Chopin, il poeta della musica, scomparso a 39 anni. Fryderyk Chopin incarna le passioni del Romaticismo: Frédéric Chopin e George Sand si conoscono a Parigi nel 1838. Lui ha 26 anni, lei è di sei anni più grande, ha un matrimonio alle spalle, figli e una personalità rivoluzionaria... Formeranno una coppia estremamente moderna nella sua diversità, nel suo anticonformismo. Un rapporto che dura: otto lunghi anni di convivenza, durante i quali il carattere androgino, indipendente, anarchico di lei si confrontò con la sensibilità e il genio creativo di lui. George Sand impose il suo stile di vita, la sua stessa famiglia allargata a Chopin, che - rimasto orfano della madre da bambino - si trovò a svolgere il ruolo di entrambi i genitori nei confronti di figli non suoi. Anni che coincisero, non a caso, con il più produttivo momento artistico del compositore. A lui è stata dedicata la serata tra musica e parole alla presenza dei vertici Mondadori inclusa la Presidente di Fininvest e Mondadori Marina Berlusconi (19) seduta in prima fila con la sua famiglia. Alcuni brani di “Ciò che non muore mai. Il romanzo di Chopin” (Mondadori, 21) sono stati letti dall’attrice Monica Guerritore (19,24). Sul palco è stato ricreato un salotto ottocentesco: lì sedevano la giornalista del Corriere della Sera Maria Luisa Agnese e il musicista Matthieu Mantanus (16) Molto significativi i bellissimi momenti musicali: al pianoforte i brani di Chopin sono stati eseguiti dal direttore d’orchesta Alberto Veronesi (28)e dal maestro Roberto Prosseda. Alcune delle più famose romanze di Rossini e Puccini sono state valorizzate dalle voci di Alessandro Guerzoni, Sumi Jo, Stefano La Colla, Martina Serafin e Andrea Zaupa(25). Tra i personaggi in platea, Valeria Marini, Alba Parietti (29,32), il tenore Nicola Pisaniello (31, 32), Gianluca Mech patron di Tisanoreica.
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Arena Lifestyle 10/17- COVER STORY/ Pungiglioni pronti
ATTENTI A QUEI DUE Passa la lagge elettorale, non soddisfa a nessuno. Ma loro sì che son contenti. Preparano l’arena e i pungiglioni. E più i politici si arrabbiano di fronte alle domande e meglio è. L’audience cresce e gli investitori che spendono sulle loro aziende di riferimento, anche. Prima del prossimo solstizio d’inverno, i mattatatori di Rai1 e di Radio 24, il nume di “Porta a Porta” Bruno Vespa e l’icona hypster de “La Zanzara” Giuseppe Cruciani, avranno già ‘scorticato vivo’ qualcuno. I big dei partiti che si contendono la guida del Paese nel 2018, sono avvertiti. Attenti a quei due, insomma? Già, proprio così...
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eno male che c’era Renato Brunetta a spiegarcelo, a urne ancora calde. Perchè magari - noi poveri cives che abbiamo seguito furenti, per ben due anni, lo scellerato iter della legge elettorale - da soli non ci potevamo arrivare, neanche guardando le facce degli addetti ai lavori. O forse sì?
“Una buona legge che regola il voto è quella che non accontenta, o che scontenta, tutti i partiti alla stessa maniera. E questa legge, il Rosatellum scontenta tutti noi, il Pd, la Lega, M5s, ciascuno per ragioni diverse”. In effetti l’ ampio patto tra Pd e insieme a Lega e Forza Italia, non conviene a nessuno dei partiti. Stando ai sondaggisti, se si votasse oggi non starebbe in piedi nessuna maggioranza in Parlamento, qualsiasi fosse la composizione: non ce la farebbero le coalizioni classiche, cioè il centrodestra e il centrosinistra. Ma non ci sarebbe un governo neanche con le larghe intese. Si è votata insomma una legge che ci porta dritti dritti a una palude con dovizia di sabbie mobili. Vale a dire il terreno perfetto per il gioco al massacro, prima e dopo il voto, per i partiti. Che si affronteranno ferocemente: in piazza ma anche ‘in casa’ dei Super Pungiglioni, i grandi anchorman politici della XVII legislatura: l’inossidabile Bruno Vespa, nume dello show “Porta a Porta” di casa Rai. E l’icona hypster di Radio 24, Giuseppe Cruciani, creatore de “La Zanzara”, per fortuna osservabile in diretta streaming, perchè senza quella si perde molto delle sue espressioni. E la Gruber? Attenti anche a lei. Dalla larva (in tedesco grub) al femminile
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A sinistra Bruno Vespa durante il promo della sua trasmissione. Qui sopra Giuseppe Cruciani ospite a “Reputascion”
NUOVI RECORD PER “LA ZANZARA” DI CRUCIANI
“Celebrity of the year” all’ultimo Oscar della Radio, il ‘Cuffie d’oro 2016” con “La Zanzara” il programma più atomico della storia della radiofonia italiana, Giuseppe Cruciani continua a conquistare schiere di ascoltatori. Politica e sesso spinto (senza esclusione di termini) si mescolano e si confrontano per due ore nel format radiofonico nato in seno all’emittente confindustriale. Uno straniero che si metta in ascolto, non può credere alle sue orecchie: il conduttore, con un assistente aggressivo, strafottente e radical chic, si lascia andare a insulti e parolacce tali che ci si chiede come mai siano a decne gli utenti in waiting list telefonica, in attesa di essere lapidati verbalmente e in diretta da quei due, che ogni tanto intervistano un capo partito, un sindaco outsider, un escort transessuale che vuole pagare le tasse, qualche malcapitato imprenditore, star del cinema porno e soprattutto senatori e deputati che vengono solleticati finchè fanno qualche scomodo outing. Poi ci sono le telefonate a sorpresa. Quelle dove un bravo redattore-imitatore si finge qualcuno di importante e chiama al telefono qualcuno veramente importante, che si lascia andare a commenti deliranti, verità imbarazzanti, insulti a mezza bocca. Tra il primo e il secondo tempo, interrotto dal giornale radio, chi si indigna oltre ogni limite si ripromette di telefonare dall’auto, dal tram, dal marciapiede prima di entrare in casa, dalla cabina della doccia persino, prima di uscire a cena: giusto due minuti, per dirgli il fatto suo a quello scostumato voyeur di Cruciani, che fornisce dettagli irripetibili sulle parti intime di tutti i generi sessuali, ibridi compresi. Ma poi la maggior parte ci si ripensa. Perchè i suoi ‘dialoghi sulla politica e oltre’ sono vere e proprie perle da ascoltare in pace, non col rimbombo della cornetta telefonica. Non c’è deputato o senatore che non accetti di sottoporsi alle pericolosissime domande di Cruciani. Che spaziano dai programmi di lista alle corna, dal valzer delle alleanze alle posizioni del Kamasutra che più aggradano. Tra i meriti di Giuseppe Cruciani, oltre alle divertentissime interviste con Alessandra Mussolini, Antonio Razzi, Maurizio Gasparri e Roberto Calderoli, Salvini c’è anche la dotta invenzione di un nuovo termine riferito alla politica. Il benaltrismo: “Consiste nel dire che c’è sempre qualcosa di meglio da fare, qualsiasi cosa venga proposta. Una patologia trasversale, ma tipica soprattutto della sinistra. Un governo vara una riforma? «Noi avremmo fatto ben altro» rispondono gli oppositori. Spesso senza nemmeno entrare nel merito. In Italia il risultato di questo modo di pensare è il non concludere mai nulla: il trionfo della cultura del parlare e la mortificazione di quella del fare. È un tipico esempio di benaltrismo, che è quel trucco dialettico grazie al quale si evita di entrare nel merito delle questioni. Un esempio? Qualcuno pretende che la politica riduca i costi? «Ma sono ben altri i problemi...» si sente rispondere. Inutile aggiungere che la conseguenza di questo modo di pensare è la paralisi totale”. Tutto il resto è noiaaaa…. cantava Califano nella sigla della vecchia stagione della Zanzara. Ecco, forse aveva ragione. Ma quest’anno in sottofondo al programma è tutto un fiorire di pezzi rock, metal, di sound elettrici testi ad alto tasso erotico e satanico, in metallica accelerazione, idonei per suscitare in alternanza rabbia, curiosità, rabbia, curiosità nell’ascoltatore. La rabbia dei cittadini verso gli abusi della politica e non solo e la curiosità morbosa su tutto quello che volevate sapere di hot. suoi osservatori spiegano che Cruciani segue essenzialmente due schemi di lavoro. Il primo è legato ai personaggi che intervista: raccoglie dichiarazioni, estorce informazioni confessioni e induce in tentazioni, operando con grande maestria. Fa cantare i senatori, si fa minacciare da vegani e animalisti, fa urlare gli animi più pacati, a dimostrazione di una non comune padronanza del mestiere. Il secondo schema è legato al dialogo con gli spettatori che telefonano. Ci sono sempre, per fortuna: siamo un popolo che non riesce a starsene zitto ad ascoltare, c’è sempre qualcuno che prende in mano il cellulare per dirne quattro “all’uomo che sussurra alle piattole” (dicono che si lavi poco da quelle parti, ma è una bufala, è lui steso ad alimentare la leggenda per divertirsi). Cruciani sa capire subito chi annoia, chi fa polemica, chi è da mettere alla berlina per la sua modesta cultura, chi brilla per asinità, maleducazione, razzismo, feticismo, timidezza, prolissità. E dunque lo aizza come un cane da combattimento. Mentre l’assistente al più ridacchia , si esprime come un cameriere filippino: “Dottole Cluciani uscito..apelitivo..” Oppure al più chiosa: “Senti il nostro amico ascoltatore, come lotta...”
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Arena Lifestyle 10/17- COVER STORY/ Pungiglioni pronti CHI E’ GIUSEPPE CRUCIANI (da wikipedia) Figlio di un direttore commerciale che lavorava per la Motta e Perfetti Van Melle, laureato in Scienze Politiche presso l’Università degli Studi di Roma “La Sapienza” con una tesi su Sendero Luminoso[3], comincia la sua carriera di giornalista a Radio Radicale, collaborando poi con L’Indipendente e Il Tempo. Segue la politica estera su Liberal e Il Foglio, lavorando in seguito come produttore per la televisione europea Euronews. Viene assunto da Giancarlo Loquenzi a Radio 24 nel 2000, dove realizza inizialmente servizi di politica estera per il programma Linea al mondo. Conduce, per Radio 24, i programmi Linea 24, 9 in punto e La Sfida e dal 2006 il programma di attualità La Zanzara, In ogni puntata commenta i fatti del giorno con politici, opinionisti e radioascoltatori. Il programma è divenuto noto nel tempo per gli argomenti trattati che spaziano dalla satira più profana, alla comicità, dalla politica al sesso. Gli ascoltatori intervengono lasciando il loro numero alla radio e possono eventualmente essere richiamati da Cruciani. Molti interventi si trasformano spesso in liti accanite, nelle quali vengono presi di mira i conduttori stessi per le loro posizioni politiche. Altra particolarità del programma è stata l’idea di inserire musica rock ed heavy metal come sottofondo ad ogni puntata. Per questo programma ha ricevuto nel 2008 il premio Grolla d’Oro come migliore trasmissione della sera durante il Premio Casinò di Saint-Vincent per la radio. Da ottobre 2009 collabora con il settimanale Panorama per cui cura una rubrica. Ha pubblicato tre libri, sul progetto del Ponte di Messina (Questo ponte s’ha da fare, 2009), sul caso di Cesare Battisti (Gli amici del terrorista. Chi protegge Cesare Battisti?, 2010) e sul programma radiofonico La Zanzara (Cattivissimi noi, 2013) con David Parenzo e con Emiliano Errico. Ha lavorato anche in televisione, con la trasmissione Complotti su LA7 nel 2009 e Apocalypse su Rete 4; in qualità di opinionista è presente dal 2010 nelle trasmissioni sportive Controcampo e Controcampo Linea Notte. Nel 2011 ha condotto su Current TV la trasmissione Il Tritacarne. Nel maggio 2012 va in onda su Rete 4 il programma sulla grande storia da lui condotto, Apocalypse. Il 9 ottobre 2013 esordisce col suo nuovo programma Radio Belva su Rete 4 insieme con David Parenzo. Il programma viene però sospeso dopo una sola puntata, oltre che per i bassi ascolti, a causa del turpiloquio e delle risse verbali scatenatesi.[5]Nel 2017 è ospite in diverse puntate della trasmissione televisiva Bianco e Nero - Cronache italiane, in onda su La7 in seconda serata. Cruciani stesso, in un’intervista televisiva ad Andrea Scanzi, ha dichiarato di essere incappato più volte nella rete della cronaca rosa. Famosa la sua relazione sentimentale risalente al 2002 con Francesca Valiani, attuale moglie di Jovanotti e altri personaggi della televisione come Selvaggia Lucarelli.
Tre espressioni del mattatore radiofonico Giuseppe Cruciani: in studio con due conigli freschi di macelleria, per protesta contro i vegani. Con le magliette ispirate alla sua frase “Siamo al Top”. Qui sopra in panni meno hipster alla consegna del Premio Grolla dOro.
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L’ALTRO VESPA A sinistra, Bruno Vespa con il primitivo di Manduria prodotto nella sua tenuta in Puglia. Qui a fianco, le incursioni in radio come ospite e come conduttore di una striscia ideata con suo figlio Federico. E poi ci sono i libri. “Fazio? Non mi ha mai può nascere un’ape, una vespa, una farfalla o una mantide, che si mangia volentieri gli ospiti... Pungiglioni o no, iniziamo dai confronti. Giuseppe è un domatore di belve molto diverso da Bruno. Vespa si compiace, come Rinaldo Orfei, di avere tante tigri nella grande gabbia, da far stare immobili sugli sgabelli o da stuzzicare con la frusta, tra un sorrisetto e l’altro. Cruciani preferisce invece il duetto al vetriolo, invita o la pantera o il leone, li percuote per farli ringhiare, vuol mettere ko un felino alla volta. Sono rarissimi i siparietti a tre o a quattro, che coinvolgono più di un personaggio e i radioascoltatori. Per capire che è così, basta vederlo quando partecipa a un programma televisivo. Attendo il suo turno di commento immobile, ma soffre visibilmente, posa sul viso le dita inanellate, si allunga sulla sedia, talvolta si contorce come un albero d pero. A lui non piacciono le lentezze, gli orpelli, i complimenti alla trasmissione. E’ sadico quanto basta per portare due conigli scuoiati in radio, freschi di macelleria, per far dispetto ai vegani e agli animalisti, che poi lo minacciano e gli fanno la posta all’ingresso del palazzo del Sole 24 Ore. E’ veloce quanto basta per portare qualcuno a lasciarsi scappare una frase che giammai vorrebbe aver pronunciato. Quando spegne le parole in bocca a qualche ascoltatore sublima, se riesce a far sbroccare Matteo Salvini o Maurizio Gasparri o ad accendere la miccia alle estrnazionii di Vittorio Sgarbi, si esalta. Ventiduesima edizione, tre puntate settimanali: martedì, mercoledì e giovedì. Anche nella nuova stagione il programma di Bruno Vespa offre approfondimenti sui temi di attualità politica ed economica, sui fatti di cronaca e di costume, sugli eventi e i protagonisti del mondo della cultura e dello spettacolo. Una missione editoriale che permette di essere presente in tempo reale sui grandi eventi e sulle emergenze legate al terrorismo e alla cronaca. Porta a Porta, trasmissione leader di seconda serata, ha rinnovato nel corso di ventun anni linguaggi e format per rispondere alle sfide della rivoluzione digitale. Bruno Vespa è’ gentile e accogliente, riceve gli ospiti con strette di mano e baciamano, con quello stile da
cancelliere, cortigiano, gran ciambellano che sa i segreti di tutti i potenti, che per questo motivo in cuor loro lo temono. Educato ma non ipocrita, fu definito ‘concavo e convesso’ da Berlusconi: quando scomparve la Dc, caddero anche le accuse di ‘giornalismo democristiano’ al padrone di casa di Porta a Porta. Il Cavaliere dal canto suo ha sempre ‘abboccato’, anche troppo alle suadenti domande, alle sue allusioni senza parole. Maestro del sillogismo e dell’eufemismo, ironico quanto basta, Vespa non solo parla ma anche scrive. E quando scrive i suoi libri, che sono talvolta collegati ai suoi temi televisivi, è egualmente prudente, misurato, ma “capace di raccontare cose che non possono essere smentite” ha detto con orgoglio in una recente intervista. “E io in vent’anni di carriera, smentite non ne ho mai avute”. Forse se Berlusconi non avesse vinto le elezioni non avrebbe potuto scrivere la sua pagina di storia della Rai. “Nel ‘94, la sera della vittoria di Berlusconi, il direttore della Rai Locatelli mi propose di improvvisare un programma, e lo realizzai portando in studio i più importanti segretari politici. Fu così che ricominciai a lavorare, devo essere grato a Berlusconi, che io non conoscevo, per il fatto di esistere, se no chissà che fine avrei fatto”. “Porta a Porta” è ripartita su RaiUno lo scorso 12 settembre, con i consueti tre appuntamenti settimanali, dal martedì al giovedì, in seconda serata. Nella prima puntata di questa stasgione è stata ospite il ministro della Difesa Roberta Pinotti, che ha affrontato l’imbarazzante caso dei carabinieri di Firenze. Poi si è parlato dell’alluvione di Livorno. Andrea Fabiano, direttore di Rai1 si è detto felice di proseguire su questo percorso: “Porta a Porta è un programma storico, ha alle spalle oltre 2700 puntate, 129 sono andatae in onda in prima serata. La storia di questa trasmissione è anche la storia di questo Paese e della Rai. Quest’anno ci sarà tanto da raccontare anche in vista delle elezioni, amministrative e politiche”. Avvio sereno insomma, dopo varie polemiche estive uscite in concomitanza conla nuova politica di tagli e di nomine in casa Rai. Fra le più importanti, il passaggio anche di Fazio alla pri-
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ma rete, neanche ci fosse da fare da contraltare a qualcuno. E l’arrivo della Gabanelli a RaiNews24, un canale seguitissimo, che ha bisogno di un generale di grande esperienza, abile nella navigazione in acque perigliose. Qualcuno dice che movimenti e ‘promoveatur’ sono da leggere facendo le solite rime. Ma si tratta certamente di qualche lingua velenosa, lo stesso dicasi per chi si aspettava di più a proposito di taglio ai compensi delle star: si scende da 450 mila euro a 410 milia a puntata per Fazio e di oltre il 30 per cento del compenso, proprio a Bruno Vespa, che però se lo aspettava da tempo. E’ stato il Direttore generale della Rai, Mario Orfeo, a proporlo al cda di Viale Mazzini, sfinito dalle pressioni dei partiti. Il conduttore, che negli ultimi anni aveva guadagnato un milione e 800mila euro a stagione, scende a 1,2 milioni per lo stesso numero di puntate del talk show (120 a stagione). Il nuovo contratto è biennale: un anno in meno, quindi, rispetto ai precedenti firmati dal giornalista con il servizio pubblico. Il leone d’Abruzzo non pare turbato. Oggi fa tante cose, non solo tv. I libri, la radio, il vino. Anche se gli spuntano le unghie e gli tosano la criniera, un altro che sappia prendere il suo posto o inventare un altro format, ancora s’ha da trovare. “Avevo già manifestato la mia disponibilità a una riduzione del 30 per cento del mio compenso - ha precisato qualche settimana fa - l’ho fatto in segno di solidarietà con i dirigenti a cui è stato imposto retroattivamente un forte taglio retributivo, con l’auspicio che la norma relativa venga rivista al più presto per non far uscire l’azienda dal mercato manageriale. Ma l’ho fatto anche per dare un piccolo contributo alla serenità aziendale in un momento di forti polemiche, anche sulle retribuzioni”. Il giornalista che nel 2018 festeggerà i 50 anni del concorso che nel 1968-69 lo portò al telegiornale, sa perfettamente che sono cambiati i tempi e che molti suoi colleghi
sono stati chiamati a fare delle rinunce. A proposito del compenso superiore al tetto di 240mila euro, occorre distinguere nettamente il servizio pubblico universale dai servizi che vengono chiamati ‘di valore aggiunto’. La quota del canone riservata alla Rai è utilizzabile esclusivamente per finanziare le attività di servizio pubblico, mentre i servizi di valore aggiunto devono essere finanziati attraverso altre fonti. Questa distinzione è essenziale per garantire il rispetto del principio di parità concorrenziale. Se il canone Rai pagasse servizi di valore aggiunto, il principio concorrenziale verrebbe violato a danno dei concorrenti. Insomma, siamo stati rassicurati circa i compensi di Vespa e Fazio: non sono pagati col canone Rai ma con i soldi degli sponsor. Quanto durerà? Da varie parti si sta remando contro l’opportunità di dare certi spazi e corrispondere in futuro, a nuovi autori e conduttori, remunerazioni tanto stellari. Ma siamo certi che i nuovi mattatori-giornalisti accetterebbero di divertire le masse su temi politici tanto scivolosi, portando a casa pochi spiccioli o rischiando di bruciarsi sulle carriere? Se queste sono dunque le ultime stagioni di talk show ad alto tasso di divertimento, non perdiamocele. Soprattutto questa, visto che Renzi e Berlusconi hanno studiato un sistema elettorale fatto per consentire patti e persino la Grande Coalizione alla tedesca tra i loro due partiti. Anche se a Giuseppe Cruciani le complesse pastoie della politica interessano poco, dovrà mettersi a studiare a fondo l’applicazione di questa legge, appena uscirà dal Senato. Non gli basteranno l’intuito o la logica per poterne sparare qualcuna grossa con i suoi onorevoli ospiti, provocarli a dire qualcosa di inedito che farà impazzire Dagospia e Filippo Facci. Neanche l’automobilista diretto al casello di Carisio (quello che vuol ridere, ridere) gli darebbe più retta.
CORRI, LILLI, CORRI: LA GRUBER SCALA LO SHARE
Da anni presidia l’access time di La7 con risultati di ascolto più che lusinghieri. Otto e mezzo, diretto e condotto da Lilli Gruber è diventato un appuntamento irrinunciabile del dopocena. Con confessioni singole oppure dibattiti a tre, si discute -animatamente se occorre- ma lo spettator riesce quasi sempre a farsi un’opinione chiara rispetto all’argomento trattato. Il percorso narrativo è guidato in maniera impareggiabile da quella che attualmente è la migliore giornalista di talk show. Da Lilli Gruber vanno tutti volentieri: personaggi della politica, del giornalismo, della cultura e dello spettacolo fra i più prestigiosi dell’arena italiana e non solo italiana. Partita la decima edizione che va in onda dal lunedi al sabato, ecco il suo bilancio di questi anni di conduzione all’insegna del garbo: «Abbiamo chiuso con un milione e mezzo di spettatori, pari al 6%, con questi numeri, siamo al primo posto tra i programmi di informazione della rete”. Per non farsela scappare, le è stato appena fatto un contratto della durata di cinque anni. Questo, asserisce la Gruber, sarà un anno complicato: «Dovremo decifrare l’indecifrabile. È l’anno delle elezioni in Italia che, probabilmente, non ci daranno un vincitore all’apertura delle urne. Ed è l’anno in cui l’uomo solo al comando sarà meno richiesto e ci sarà bisogno di mediatori>. Tanta sicurezza nei pronostici politici stupisce. Vedremo presto se la rossa che ha grinta da vendere avrà ragione...
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Lilli Gruber, direttrice e conduttrice di Otto e Mezzo, l’appuntamento irrinunciabile del dopocena, in onda dal lunedi al venerdì alle 20.30 su La7. Per scongiurare un eventuale ritorno in Rai, l’hanno ‘blindata’ con un contratto da 5 anni.
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Foto grande: lo studio di Porta a Porta si prepara alla diretta. A destra, Bruno Vespa presenta il promo al Tg1. poca e soprattutto poca spalle sul territorio. LA visibilità CARRIERA D’ORO DIesperienza BRUNO alle VESPAla Bruno Paolo Vespa (L’Aquila, 27 maggio 1944) giornalista, conduttore televisivo e scrittore italiano, grande direttore del TG1 è l’ ideatore e conduttore del fortunato programma televisivo Porta a Porta, trasmesso da Rai 1 a partire dal 1996. Dal 2014 è anche direttore editoriale di QN Quotidiano Nazionale. Esordì giovanissimo come collaboratore per la stampa locale abruzzese: a sedici anni scriveva per Il Tempo. Nel 1962, a diciott’anni, divenne cronista radiofonico alla Rai e nel 1968 conseguì la laurea in giurisprudenza (con una tesi sul diritto di cronaca) e si classificò al primo posto in un concorso nazionale per radiotelecronisti. Fu quindi assegnato alla redazione del Telegiornale unificato e poi, dal 1976, del Tg1 di cui diventò inviato speciale. Intervistò i principali personaggi della politica degli anni Settanta e Ottanta, tra cui il cardinale di Cracovia, Karol Wojtyła, futuro papa Giovanni Paolo II. Il quale, divenuto Papa, gli telefonò in diretta nel 1998 durante la trasmissione “Porta a Porta” dedicata al ventennale del suo pontificato. Nel 1977 fu conduttore, insieme ad Arrigo Petacco, della rubrica televisiva di attualità Tam Tam; nel 1978 diede la notizia in diretta, nel corso di una edizione straordinaria del TG1 del pomeriggio del 9 maggio, del ritrovamento del cadavere di Aldo Moro; La sera del 2 agosto 1980 fu il primo a dare in diretta la notizia che la strage alla stazione di Bologna non era frutto di un incidente, ma di un attentato: compiuto con una bomba di cui Vespa mostrò per primo il cratere. Nel giugno del 1984 fu per il Tg1 ai funerali del segretario del PCI Enrico Berlinguer. Nel periodo della crisi Iraq-ONU (agosto 1990-gennaio 1991) fu l’unico giornalista italiano a intervistare Saddam Hussein, con parere negativo del governo italiano. Dal 1990 al 1993 fu direttore del TG1: fece scalpore dichiarando pubblicamente di considerare la Democrazia Cristiana il suo “editore di riferimento”; ma fu ben presto chiaro un accordo tra i partiti aveva assegnato alla DC l’influenza sul primo canale, al PSI quella sul secondo e al PCI quella sul terzo. Il 1996 è l’anno di lancio del programma di approfondimento culturale, politico e di attualità Porta a Porta, considerato una delle principali sedi del dibattito politico italiano tanto da essere stato ironicamente definito, dall’ex-premier e senatore a vita Giulio Andreotti, “la terza camera del parlamento italiano”. È qui che l’8 maggio 2001, Silvio Berlusconi, allora capo dell’opposizione, firmò il cosiddetto “Contratto con gli italiani”. Il 3 aprile 2006 Vespa moderò il secondo faccia a faccia televisivo tra Romano Prodi e Silvio Berlusconi. Il 6 aprile 2009 condusse uno speciale di Porta a Porta sul terremoto in Abruzzo, contenente un lungo servizio da lui stesso firmato sui danni creati dal terremoto a L’Aquila, sua città natale. Il 15 settembre seguì la consegna delle case ai terremotati e la gestione dell’ emergenza firmata dal governo Berlusconi. Nello stesso anno e per i due successivi condusse le serate del Premio Campiello. Nel 2011 dopo il varietà Centocinquanta, dedicato ai 150 anni dell’Unità d’Italia, ha vinto il premio Saint Vincent alla carriera dopo averlo vinto due volte (1978 e 2000) per la televisione. Vince anche il Premio Estense alla carriera. Sposato con il magistrato Augusta Iannini, capo dell’ufficio legislativo del Ministero della Giustizia e nominata membro dell’Autorità Garante della Privacy, da cui ha avuto i figli Federico e Alessandro è divenuto di recente anche un eccellente conduttore radiofonico e un valente produttore di vino e olio in Puglia, a Manduria.
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A sinistra, Bruno Vespa si fa vaccinare in diretta a “.Porta a Porta”. Qui a fianco, Giuseppe Cruciani nella diretta live dal sito di Radio 24, gruppo Sole 24Ore. In effetti i cambiamenti ci sono e piuttosto complessi. La combinazione tra eletti in un collegio (metà) ed eletti nella quota proporzionale (metà) e la soglia di sbarramento al 5 per cento, faranno piazza pulita dei partitini e lasceranno in Parlamento forse soltanto quattro partiti: Pd, M5S, Forza Italia, Lega Nord. Renzi e Berlusconi potranno conquistare insomma una maggioranza parlamentare che non sembra facile da raggiungere, sommando i voti dopo lo spoglio delle urne.Grillo e Salvini tuonano, si assentano dall’aula, dissentono e protestano. Ma in privato gongolano pensando ai seggi che potranno essere accreditati ad entrambi i partiti (più di 200 al primo, più di 90 al secondo), grazie al varo di questa legge: finalmente si va a votare e chi non vince può opporre un fortissimo fronte. Pare difficile che si alleino fra loro, anche se di certo potrebbero battere l’alleanza trasversale tra Pd e Forza Italia. Anche la Meloni con Fratelli d’Italia strepita, ma con scarso risultato. Nessuno sa dire veramente se potrà salvare le sue poltrone o finire nel gruppo dei ‘partiti dell’oblio’ sotto la soglia del 3% con Alternativa Popolare (Alfano), Movimento democratico e progressista (Bersani) gli amici di Pisapia, Sinistra Italiana e tutti gli altri. In attesa dell’ esplosione del Nuovo Centro Destra, con deputati e senatori in fuga dai partiti (divisi tra chi vuole tornare con Berlusconi, chi vuole trasferirsi dalla Meloni o definitivamente a sinistra) ecco il terreno su cui si dibatterà in televisione nei prossimi mesi. Il Rosatellum come è appena uscito, pronto a passare al Senato dove si potrebbe aver bisogno di un altro aiutino (leggi voto di fiducia), prevede per ora che i 630 seggi della Camera sarebbero ripartiti così: 232 assegnati con collegi uninominali, in cui ogni partito o coalizione presenterà un solo candidato. Verrà eletto chi prenderà anche soltanto una preferenza più degli avversari, come accade col modello anglosassone del “first past the post”. Altri 386 saranno assegnati col proporzionale in piccoli collegi plurinominali (circa 65 collegi, da definire con legge delega): ogni partito o coalizione presenterà un listino bloccato di candidati, e in base ai voti ricevuti verrà ripartito il numero di eletti. Infine 12 deputati arriveranno dalla circoscrizione estero. Stessa logica anche per il Senato, dove i 315 seggi si dividerebbero così: 102 in collegi uninominali, 207 in piccoli collegi plurinominali e i restanti 6 nella circoscrizione estero. Nella parte proporzionale, il testo votato prevede una soglia di sbarramento fissa per i partiti al 3% su base nazionale, sia al Senato che alla Camera. Solo per le liste delle minoranze linguistiche la soglia è al 20%. In aggiunta alla soglia del 3%, è prevista anche una soglia del 10% minima per le coalizioni.
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Rispetto al Mattarellum, che prevedeva l’adozione di due schede (una per il collegio ed una per il listino proporzionale, con la possibilità di un voto disgiunto), con il “Rosatellum bis” ci sarà una scheda di voto unica. Il nome del candidato sarà affiancato dai simboli dei partiti che lo sostengono. Barrando il partito, il voto andrà al candidato del collegio e al partito per la parte proporzionale. Sarà quindi vietato il voto disgiunto e l’elettore sarà costretto a scegliere un abbinamento candidato-partito. Sono ammesse però le pluricandidature, cioè un candidato potrà presentarsi in un collegio uninominale e in più collegi plurinominali, fino a un massimo di 5. Ci si potrà candidare in un solo collegio uninominale, ma si potrà essere contemporaneamente candidati in cinque collegi proporzionali. In caso di elezione in più collegi, il candidato si aggiudicherà il seggio uninominale. L’Italia risulterà perciò divisa in collegi plurinominali, da definire entro 30 giorni dall’approvazione della legge con un decreto del governo. Il Rosatellum bis prevede che i collegi plurinominali siano formati con l’accorpamento di collegi uninominali. Ogni collegio plurinominale non dovrebbe eleggere in nessun caso più di 7-8 deputati, ma potrebbe eleggerne molti di meno, a seconda della Regione. Nei singoli collegi le liste sono bloccate e dovrebbero essere abbastanza brevi per garantire la riconoscibilità dell’eletto. Dunque le prime polemiche televisivie le vedremo a proposito di queste decisive selezioni. Ma non basta. Il Rosatellum prevede che ciascun sesso non possa rappresentare più del 60% dei candidati di un listino bloccato. Nei collegi plurinominali con due seggi da assegnare, dovranno essere un uomo e una donna. Con tre seggi, due uomini e una donna o viceversa. Nell’attuale norma le quote rosa prevedono che uomini e donne nel listino siano alternati. Dunque anche su questo punto ci sarà polemica aperta.Come con il Mattarellum, i collegi uninominali favoriscono le alleanze tra partiti, che saranno incentivati a dividersi tra di loro i vari collegi e appoggiare in maniera unitaria i candidati di coalizione. Il centrodestra potrebbe trarre vantaggio dal presentarsi compatto (come accaduto alle ultime elezioni amministrative). Anche il centrosinistra, se riuscisse a formare una coalizione, ne uscirebbe avvantaggiato. Mentre il Movimento Cinque Stelle rischia di uscire penalizzato da questo sistema elettorale, se adotterà come sembra l’annunciata strategia di non volersi alleare con nessuno. Inoltre i collegi uninominali favoriranno l’elezione di candidati “noti”, cosa che può penalizzare i pentastellati, quasi tutti con
Arena Lifestyle 07-8/17- CINEMA/ 74° Mostra Internazionale a Venezia
CINEMA, SBARCHI D’AUTUNNO
by Marta Fadda
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utunno ricco di pellicole d’azione, ma anche di kolossal divertenti e intelligenti. Ecco cosa non perdere in ottobre. L’estate è stata calda, a giugno è uscito Wonder Woman. A luglio sono arrivati prima Spider-Man: Homecoming e poi The War. Infine il pianeta delle scimmie. Grandi film di grandi major, ai quali aggiungere qualche film piccolo e quelli da recuperare poi sullo schermo tv. Tra quelli da vedere subito, se ancora non lo avete già fatto, il primo Stephen King movies (La torre nera, con Matthew McConaughey e Idris Elba. Seguirà un altro film cult, It. Ecco poi una pellicola che resterà nella storia dei blockbuster, Charlize Theron spia vintage, Anni 80 in Atomica bionda. La Theron è una super spia donna, inviata a Berlino, mentre sta per cadere il Muro, nel 1989. È sotto copertura, deve scoprire chi ha ucciso un suo collega ed evitare che la lista di chi fa il doppiogioco cada nelle mani del nemico (leggi URSS e Germania dell’Est). Ma passiamo ora al top di stagione. Il rinomato regista Christopher Nolan abbandona per un momento le distorsioni temporali di Interstellar, le contorsioni mentali di Inseption, e le storie fantastiche della trilogia di Batman e di tutti i film che hanno caratterizzato la sua produzione cinematografica, per andare indietro con gli anni nella storia, con la regia di un film di guerra memorabile. Si è fatto coinvolgere da un episodio realmente accaduto, uno dei momenti fondamentali della seconda Guerra Mondiale che ha segnato la storia europea:
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la battaglia di Dunquerke, che si svolse tra il 26 maggio e primi di giugno 1940. Uscito nelle sale cinematografiche d’Italia a fine agosto 2017, questo film ricostruisce gli episodi dell’evacuazione di 400mila soldati inglesi che si trovano accerchiati dall’esercito tedesco. Da un lato circondati dalle truppe nemiche e dall’altro lato dal mare, i soldati hanno un’unica via d’uscita: il Canale della Manica. I Britannici decidono quindi di organizzare un piano di evacuazione che coinvolge non solo le navi militari, ma anche numerose imbarcazioni civili. Tutte chiamate a soccorrere le truppe, che si ritrovano a dover affrontare una settimana sulla spiaggia, tra imboscate e bombardamenti aerei nemici, nell’attesa di essere riportati in patria. Questo film presenta diverse caratteristiche che lo rendono unico: un esempio è la presenza di tre punti di vista differenti: il soldato Tommy che scappa da un’imboscata, riuscendo a sfuggire alle pallottole tedesche verso una spiaggia dalla quale si può vedere la madre patria, l’Inghilterra. Il secondo punto di vista di Mr. Dawson che deve recuperare i soldati naufraghi, disposti in file ordinate che vengono scomposte e respinte dalle onde e dalla risacca che li muove tutti insieme. Infine la scena passa dalla spiaggia al cielo, dove il pilota Farrier ha il compito di abbattere i bombardieri tedeschi. L’intenzione di Christopher Nolan non è principalmente quella
Arena Lifestyle 07-8/17- CINEMA/ 74° Mostra Internazionale a Venezia
di rappresentare scene di guerra, come un normale film che tratta avvenimenti storici, ma di soffermarsi sul passare del tempo: una settimana in spiaggia, un giorno in mare e un’ora in cielo. Inoltre quello a cui il regista aspira, riuscendoci alla perfezione, e’ far percepire a noi spettatori le emozioni provate dai soldati; pochi dialoghi tra i personaggi e maggior rilevanza all’ambientazione a scene e musiche ben studiate. Ognuno di noi può infatti percepire, almeno in parte, la paura per il proprio destino, ma al tempo stesso la necessità di evasione, per la nostalgia della madre patria che spinge i soldati a non arrendersi, ad aiutarsi l’un l’altro, a non smettere di lottare nemmeno quando la situazione diventa sempre più critica: bombardamenti aerei, navi che affondano, imbarcazioni che non riescono ad accogliere tutti i soldati. Rifiutando l’ordine più elementare, quello cronologico, Nolan crea quindi il caos e lo stess incessante della guerra in cui si muovono questi soldati, di cui non sappiamo niente del passato e delle loro storie personali, ma li sappiamo tutti accumunati da un unico destino e una comune speranza: il ritorno in patria. Tutte queste scene di catastrofi, tensione e panico hanno entusiasmato e lasciato per ben 106 minuti senza parole tutti gli spettatori, che sin dai primi giorni dall’uscita era davvero numerosissimi. Ha fatto parlare di Dunkirk anche la scelta del cast, formato principalmente da attori giovanissimi ed alle prime armi, come Cillian Murphy, Fionn Whitehead e Harry Styles, ex membro del gruppo One Direction, che è al primo debutto cinematografico. La scelta non è stata certamente affidata al caso, Nolan desiderava proprio attori freschi e senza importanti esperienze alle spalle proprio per permettere agli spettatori di immergersi nella vicenda senza riconoscere personalità famose, ma concentrandosi solo sulle emozioni provate. AVATAR, SI GIRA IL SEQUEL Un altro gradito ritorno per i sequel di Avatar, la fiction che ha fatto piangere intere platee raccontando l’impossibile l’amore tra la gigantessa di sangue reale che vive nella foresta in una natura viva e partecipe e il ricercatore disabile inviato dalla missione spaziale terrestre. A unirsi ufficialmente al cast, infatti, è anche Giovanni Ribisi, che indosserà nuovamente i panni di Parker Selfridge, amministratore della RDA (Resources Development Administration). Come svela Deadline, il personaggio sarà presente in tutti e 4 i seguiti su cui James Cameron sta lavorando.Avatar 2, ricordiamo, vedrà pure il ritorno di Sam Worthington, Zoe Saldana, Sigourney Weaver, e Stephen Lang, mentre tra le new entry, a figurare è niente di meno che la divina Kate Winslet, di nuovo a lavoro con Cameron a 20 anni di distanza da Titanic. Il primo dei sequel è attualmente programmato nelle sale per il 18 dicembre del 2020.
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MUSICA E FICTION TRA PASSATO E FUTURO
Downsizing Villaggi alla Truman Show, macchine che si ribellano all’uomo, governi che mettono al bando i sentimenti, reality dove si combatte per la sopravvivenza: francamente, pensavamo che il cinema ci avesse ormai proposto tutti gli scenari distopici possibili e immaginabili. Fino a quando non hanno annunciato il film Downsizing, la cui storia prende le mosse da una intrigante premessa narrativa: in piena crisi economica, le persone decidono di farsi miniaturizzare, conducendo una vita a statura di bambola. La ragione è presto detta: le nuove dimensioni sono inversamente proporzionali alla propria capacità economica. In un mondo di Barbie, mille euro possono equivalere a milioni di soldi. Nel cast, spicca Matt Damon, in un’inquietante versione rasata. Quest’anno l’attore apparirà anche nel film Ocean’s Eight, in un cameo. Blade Runner 2049 Misurarsi con un mito non è mai facile, soprattutto se si tratta di Blade Runner. Tuttavia il trailer del film Blade Runner 2049 lascia ben sperare: le atmosfere sono evocative, così come gli scenari a metà tra apocalissi e tecnologia futuristica. E che dire dei protagonisti? Torna Harrison Ford e al suo fianco arriva il sex symbol di Hollywood Ryan Gosling (La la land). The Greatest Showman. Il musical, con atmosfere tipo Moulin Rouge, racconta la nascita dello show business, attingendo a piene mani all’immaginario e ai progetti di P.T. Barnum. La pellicola riesce a strappare Hugh Jackman al mondo dei mutanti di X men, per fargli interpretare il visionario protagonista che, caduto in disgrazia per bancarotta, crea dal nulla uno spettacolo che incanta il mondo. Nel cast spiccano anche Michelle Williams e Zac Efron (che ha rinnegato High School Musical) e Rebecca Ferguson.
Il manifesto del film di guerra Dunkirk, che vedremo sugli schermi cinematografici a partire da ottobre. alcuni danno come candidato all’Oscar per la sua spettacolarità.
Arena Lifestyle 10/17- CLASSICA/ POP
Musica
A fianco, l’immagina di lancio del nuovo singolo di Mick Jagge “Gotta get a trip” e “England Lost” . Il cantante denuncia gli eventi che hanno sconvolto il suo Paese di origine: Brexit, xenofobia e nazionalismo in pochi mesi sono riusciti a far vergognare Jagger “di possedere un passaporto con scritto sopra UK”.
a cura di Sebastiano Calà
THE OLD LION ROARS AGAIN IL RITORNO DI MICK JAGGER
“G
otta get a grip” e “England Lost” è il nuovo doppio singolo di Mick Jagger- genio del rock e storico componente del gruppo Britannico dei Rolling Stones- pubblicato a luglio 2017, all’età di ben 74 anni. Non è strano che i due brani abbiano un buon successo, perché sono perfettamente in linea con il rock blues elettrico a cui la band ha abituato tutti da oltre mezzo secolo. Nel singolo “Gotta get a grip” il cantante mette a nudo tutti i problemi derivanti dalla guerra e dagli scandali politici mandando però un messaggio cruciale, riuscire a tenere sotto controllo la situazione nonostante il susseguirsi di avversità attraverso la creazione del proprio destino. Nel singolo “England lost”(Inghilterra persa) il cantante parla di una partita di calcio, usata allegoricamente per descrivere un paese smarrito, come commenta lo stesso Jagger, «parla della consapevolezza di non sapere dove ci troviamo e della sensazione di insicurezza causata dalla situazione politica del proprio Stato. Se il singolo “Gotta get a grip” se la prende con i potenti di ogni parte del mondo, “England Lost” lo fa con la sua nazione. Brexit, xenofobia e nazionalismo in pochi mesi sono riusciti a far vergognare Jagger (e chi da quelle parti ha ancora buon senso) di possedere un passaporto con scritto sopra “UK”. Egli stesso ha dichiarato: «Ho iniziato a scriverle in aprile, ho voluto che fossero pubblicate subito. Fare un intero album necessita spesso di molto tempo e sono anche lunghe le tempistiche di post produzione. Non volevo aspettare fino all’anno prossimo perché non volevo che perdessero il loro impatto intrinseco e di significato>> Anche perché di impegni gliene stanno arrivando, fra cui un altro non da poco: i Rolling Stones stanno per iniziare a lavorare al primo disco di inediti dopo 12 anni, l’ultimo fu “A bigger bang”. Intanto godiamoci l’ultima fatica dei Coldplay ,gruppo che ha in comune la nazionalità con Jagger. La band capitanata da Chris Martin ha rilasciato nello stesso mese (luglio) il loro ultimo EP intitolato Kaleidoscope che si presenta con una copertina coloratissima con tinte pastello e fluo che si alternano a forme che strizzano l’occhio all’arte lisergica. L’album include il singolo “All I Can Think About Is You”; la hit “Hypnotised”; la versione live di “Something Just Like This”, nata dalla collaborazione dei Coldplay con i Chainsmokers, il nuovo singolo “Miracles (Someone Special)”, “A L I E N S” scritto con Brian Eno e co-prodotto da Eno e Markus Dravs. Il singolo Miracles è stato presentato al pubblico per la prima volta durante il live allo Stadio San Siro di Milano lo scorso 4 luglio, che vede la collaborazione del rapper Big Sean. L’EP è una pubblicazione strettamente associata all’album di grandissimo successo “ A Head Full Of Dreams”, certificato 4 volte DISCO DI PLATINO in Italia e attualmente nella TOP15 della classifica di vendita a oltre 80 settimane dalla pubblicazione. In tutto il mondo ha già superato 5 milioni di copie.
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Arena Lifestyle 10/17- LIBRI
Libri
Qui a fianco la locandina della campagna di lancio di Origin, l’ultima fatica di Dan Brown
a cura di Vittoria Risetti
BENTORNATO DAN BROWN L
a m Origin è il nuovo romanzo dello scrittore americano Dan Brown – famoso per i thriller di grande successo Angeli e Demoni (uscito negli Stati Uniti nel 2000 e in Italia nel 2004), Il codice Da Vinci (2004) e Inferno (2013) – pubblicato in Italia il 3 ottobre da Mondadori nella traduzione di Annamaria Raffo e Roberta Scarabelli. È il suo ottavo romanzo, il quinto con protagonista Robert Langdon, professore di iconologia e simbolismo religioso all’università di Harvard, interpretato da Tom Hanks nelle trasposizioni cinematografiche dei tre thriller. Anche in questo caso, Brown ripropone la formula che l’ha portato a vendere 200 milioni di copie di libri in 56 lingue diverse in tutto il mondo: cospirazioni religiose, intrighi internazionali, scontri tra oscurantisti e fanatici e persone di scienza che vogliono illuminare e liberare l’umanità. Origin si apre con un incontro in un santuario spagnolo in cui Edmond Kirsch, un inventore e genio informatico miliardario che ricorda un po’ Elon Musk, avvisa i capi delle tre religioni principali che rivelerà una scoperta che risponderà alle millenarie domande dell’umanità “da dove veniamo?” e “dove andiamo?”, e sgretolerà la fede religiosa delle persone a favore della fiducia nella scienza. Kirsch sta per fare il suo annuncio al museo Guggenheim di Bilbao, in Spagna, davanti ai leader mondiali e in diretta tv, ma viene assassinato con un colpo di pistola alla testa. Tra il pubblico c’è anche il suo amico Langdon, che per il resto del libro cercherà di scoprire la password per accedere al documento della presentazione e rivelarla a tutto il mondo. Ovviamente sarà ostacolato da misteriosi fanatici che lo perseguiteranno nei luoghi più turistici della Spagna – i palazzi reali, la casa Mila e la Sagrada Familia a Barcellona – con l’aiuto dell’assistente informatico di Kirsch, una sorta di voce computerizzata, e della direttrice del Guggenheim, intelligente, sexy e fidanzata con il re di Spagna. Come in tutti i romanzi di Brown, i grandi misteri e la ricostruzione storica, considerata fantasiosa e poco accurata dagli studiosi, si mescolano a una trama piena di colpi di scena, inseguimenti, molti cliché e posizioni anticlericali, scrive il Washington Post, mentre lo stesso Brown lo definisce un romanzo «piuttosto aggressivo ma molto franco e onesto», «che punta il dito e fa nomi su nomi». Per chi non vuole leggerlo e vuole scoprire le “devastanti” rivelazioni di Kirsch – quindi attenzione: SPOILER – si parla di una nuova teoria sull’origine della vita elaborata dal fisico del Massachusetts Institute of Technology Jeremy England, che può avvenire secondo le leggi naturali senza bisogno dell’intervento divino. Origin sarà pubblicato in lingua inglese dalla casa editrice Random House sempre il 3 ottobre, con una tiratura iniziale di due milioni di copie, e sarà tradotto in 42 lingue. Brown ha passato quattro anni a fare ricerca per scriverlo, compito che ha poi portato avanti con metodo e disciplina: si alza ogni giorno alle 4, racconta il New York Times, si prepara uno smoothie con «mirtilli, spinaci, banana, acqua di cocco, semi di chia e di canapa e che altri semi? Semi di lino e questa specie di strana polverina proteica fatta dai piselli» e un caffè rinforzato con burro e olio di cocco che, spiega, «cambia il modo in cui il tuo cervello processa la caffeina», nel senso che ti rende più acuto. Ha programmato il computer perché si blocchi ogni ora per due minuti, in cui fa dei push-up o si stiracchia; a mezzogiorno smette di scrivere ma i personaggi continuano a «parlargli tutto il giorno».
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Arena Lifestyle10/17- WEEK END OTTOBRE/ Le città a colori
AUTUNNO, LE CITTA’ PIU’ COLORATE Una suggestiva immagine autunnale diVienna con i colori dell’autunno La città in questa stagione è ricchissima di eventi, presentazioni, vernissage, mostre e concerti. E dopo la suggestiva passeggiata tra nuvole di foglie, una meritata sacher torte in una pasticceria top...
L’
‘estate era qui solo un paio di settimane fa, ora sembra così lontana... Per scacciare il senso di malinconia che respiriamo negli uffici e nelle strade, tuffiamoci in paesaggi incendiati di rosso e giallo, nelle 15 città del mondo più ‘colorate’ della stagione.
NEW YORK Se volete fare un salto nella Grande Mela, l’autunno è il mese migliore per lasciarsi affascinare dall’”ombelico del Mondo”. Non solo perchè è ricchissima di eventi da non perdere, ma perchè il sogno indimenticabile della città dei grattacieli diventa unico se vi regalate anche una gita in battello e una passeggiata a Central Park, tra aceri rosseggianti, laghi e sentieri solitari. ROMA Un altro classico. Le“ottobrate” romane sono il periodo migliore dell’anno per vivere la capitale! La luce dorata batte sui tetti a Piazza di Spagna, avvolgendo la città in una veste magica. L’aria è ancora calda e i colori dei tramonti d’autunno, visti da Castel Sant’Angelo, lasciano senza fiato. Roma vale sempre una visita, le mostre sono magnifiche, la cucina autunnale è superba. BRUGES Detta anche il gioiello nelle Fiandre, vanta un territorio dichiarato Patrimonio dell’Umanità dall’UNESCO nel 2000. Tra i canali tranquilli e le mura medievali della città, tutto qui sembra al di fuori del tempo. Le guglie delle chiese in stile gotico si stagliano severe nei cieli tersi d’autunno. La gustosa cucina fiamminga vi conquisterà. MONTREAL Qualcuno ha mai pensato di visitare il Canada in autunno? E’ una grande nazione, ricca di paesaggi da sogno. E Montreal è una delle città più belle, offre una sintesi dei colori del Québec. Basta un’occhiata per dimenticare le ore di volo. E la sua cucina di carne e di pesce è indimenticabile
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Arena Lifestyle 10/17- AUTUNNO/ Le città a colori
BUDAPEST Col suo profilo suberbo sul Danubio, le sue strade eleganti, la vita notturna vivace, Budapest è il luogo perfetto per un weekend autunnale. La città è incantevole con i suoi parchi. Per scorprire il meglio, fate un salto sull’isola Margherita. DRESDA Dresda, detta anche la “Firenze sull’Elba” è una città magnifica, un centro culturale ed artistico di primo’ordine, ricca di musei e gallerie d’arte. Una delle città tedesche più belle per godere dei profumi e dei colori di questa stagione in Germania. La ex capitale del Regno di Sassonia, distrutta quasi completamente nel corso della seconda guerra mondiale, Dresda è completamente rifiorita. E la sua cucina vi lascerà stupefatti. MONACO Ancora un classico: L’Oktober fest di Monaco di Baviera attira ogni anno migliaia di visitatori da ogni parte del mondo. Ma non fermatevi soltanto lì: i parchi, le piazze, i viali reali della città sono bellissimi nella luce autunnale. Se volete spingervi ai confini tra realtà e magia, laddove realtà e fantasia si incontrano, visitate il castello di Neuschwanstein, la meta più gettonata dell’ autunno fatato in Baviera. EDIMBURGO Tutti in Scozia. Le stradine di Edimburgo, gli edifici storici, le chiese gotiche i laghi, i castelli, le spiagge e le brughiere desolate sono uno spettacolo da vedere almeno una volta nella vita. Noleggiate un’auto e spingetevi alla scoperta delle Highlands, riempitevi gli occhi di colori, delle sfumature vivaci e straordinarie della natura, respirando l’aria frizzante che spira dal mare. VARSAVIA La Polonia si immagina come un luogo romantico, pervasa di quiete e bellezza, che offre sensazioni indicibili. Tra musei, gallerie d’arte, centri di cultura e università storiche, non si ha mai
un attimo di respiro. La storia della città è affascinante, leggetela gustando una tazza di cioccolata calda in un caffè affacciato sulla Vistola, il fiume più lungo della Polonia. STOCCOLMA Una città sull’acqua, coperta per un terzo da parchi e giardini che offre bellissime passeggiate ricche di colori con vista sul Baltico. Immancabile la gita a Djurgården, per visitare il parco di Skansen e affacciarsi sullo skyline di Stoccolma, dopo una sessione di shopping a Södermalm. La luce dorata bacia dolcemente i tetti della capitale svedese, nella stagione più romantica dell’anno. AMSTERDAM Trasgressiva? Certo. Ma in autunno Amsterdam mostra un lato veramente romantico. Si può passeggiare tra i bellissimi canali della città circondati dai colori vivacissimi dell’autunno. Vondelpark è il posto perfetto per condividere un pic nic circondati da foglie gialle che volano. COPENHAGEN La città della Sirenetta offre un meraviglioso autunno. Affittate una bicicletta e perdetevi tra i canali, labirinti di case coloratissime e musei d’arte moderna. Davanti a un thè speziato in una caffetteria del quartiere più cool della città, si assaporano i famosissimi biscotti danesi. TALLIN I tetti rossi, i profili severi delle chiese e le stradine storiche di Tallin, la capitale dell’Estonia, incantano i visitatori di questo Paese che dal punto di vista naturale offre paesaggi infiniti, quasi lunari. La città vecchia è stata dichiarata Patrimonio dell’Umanità dall’UNESCO nel 1997 e da allora è meta di visitatori di tutto il mondo, che restano sbalorditi per l’efficienza e la tecnologia estone.
PASSEGGIATA A COLORI A CENTRAL PARK Il Central Park è una delle attrazioni che rientrano a pieno titolo nella top 10 delle cose da vedere a New York City durante un viaggio autunnale. Oltre a essere fra i parchi più belli e famosi al mondo, questo enorme rettangolo verde è parte integrante e pulsante della città. All’interno di questa oasi verde di 3 chilometri quadrati nel cuore di Manhattan ci si scorda quasi di essere nella metropoli, non fosse per i grattacieli che ogni tanto fanno capolino tra gli alberi. Le dimensioni del Central Park vanno dalla 59esima alla 110ma strada, tra la 5th e la 8th Avenue. L’intero perimetro misura circa 10km. Il parco fa da spartiacque tra i quartieri Upper West Side e Upper East Side, il cui nome deriva proprio dalla posizione rispetto al Central Park. Si avvistano animali come il gabbiano reale, il falco, gli scoiattoli, le anatre. Orientarsi è facile se si noleggia una bici: sulle app è disponibile la cartina, le strade nel parco sono ben suddivise, il percorso in bici è quasi obbligato e ci sono molte indicazioni. Se vi perdete andate al lampione più vicino. Troverete scritti dei numeri, le prime 2 cifre corrispondono al numero della strada più vicina.
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Central Park è un classico per chi ama perdersi tra i colori autunnali nella Grande Mela. Se fa troppo freddo, la meta più gettonata per il ristoro è la Tavern on the Green, dove si gustano ottimi piatti di pesce.
Arena Lifestyle 10/17- WEEK END HALLOWEEN
LUCCA: THE NEVER ENDING STORY
Qui sopra: gli eroi dei cartoni animati giapponesi ispirano i quasi 100 mila visitatori di Lucca Comics, un evento che ha saputo diventare sempre più ricco di sfaccettature, dal manga al fantasy: con concerti, flash mob, incontri dedicati ai gamers, ai disegnatori, ai cosplay che colorano la città con i costumi ispirati ai loro ero preferiti.
L
a Festa di Halloween più grande d’Italia è certamente qui, a Lucca Comics & Games: l’evento dedicato agli eroi dei romanzi, dei fumetti e della tv, delle vecchie e nuove saghe. Dove si va rigorosamente in maschera. Per 4 giorni. L’ edizione 2017 di Lucca Comics & Games, dall’1 al 5 novembre, sarà dedicata agli Eroi: di carta dei fumetti e dei romanzi fantasy, di pixel dei videogiochi, di celluloide dei film e delle serie tv, ma soprattutto gli eroi in carne e ossa, i nostri spettatori, che si mettono in viaggio per creare ogni anno il più grande community event europeo. Un universo così grande e colorato, che a ogni edizione si ricrea e si rinnova sempre più ricco e affascinante, si regge su valori comuni: nell’anno 51 dell’evento, ascoltando il nostro pubblico, parlando con chi tutti gli anni vive la manifestazione, interagendo con chi la commenta, la critica, la ama sui nostri canali social, abbiamo individuato questi cinque valori, che fanno di Lucca
Comics & Games un viaggio unico e sempre nuovo, un’avventura impegnativa ma irrinunciabile, un momento di incontro e di partecipazione. A presentare le principali novità dell’edizione 2017, sono stati Alessandro Tambellini, sindaco di Lucca che abbiamo incontrato di recente all’opera a Torre del Lago; Rossana Sebastiani, in rappresentanza della Provincia di Lucca; Francesco Caredio, presidente Lucca Crea Srl; Emanuele Vietina, direttore esecutivo Lucca Crea Srl; Andrea Parrella, head of sales Lucca Crea Srl; Jacopo Moretti, programmazione eventi Lucca Crea Srl e, via skype, in collegamento da Seoul Giovanni Russo, coordinamento eventi e programmazione Lucca Crea Srl. I cinque valori di Lucca Comics & Games sono l’ideale completamento del claim 2017, Heroes, il manifesto identitario del nostro universo e i suoi appassionati. Un eroe, per essere tale, si mette infatti in viaggio verso l’avventura, anche se non si sente
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Arena Lifestyle 10/17- WEEK END HALLOWEEN
pronto, anche se ha paura. Attraverso le prove che affronterà sarà aiutato dai vecchi amici, ne conoscerà di nuovi, e tornerà trasformato. A Lucca, ogni anno, succede proprio questo.Una manifestazione che è sempre più internazionale come dimostra il collegamento in diretta di Giovanni Russo, attualmente a Seoul, per una residenza artistica e per tessere nuovi rapporti internazionali per il festival. Ecco alcune linee guida per vivere al meglio la kermesse toscana. Community. Lucca Comics & Games è un momento di partecipazione del pubblico, che diventa protagonista e non solo spettatore. La manifestazione è costruita dai fan che la rendono unica al mondo, vivono in prima persona il sogno autoriale e ne creano di propri. Dunque… #aLuccaPartecipiamo. Inclusion. E’ una festa è per tutti, non vuole escludere nessuno, perché ognuno può svelarci un segreto o farci conoscere altri eroi: #aLuccaAccettiamo di essere tutti diversi l’uno dall’altro, gli appassionati di fumetto si aprono ai gamer, i cosplayer accolgono i lettori, gli esperti di fantasy si aprono ai fan di zombie e vampiri, gli otaku agli amanti del Far West. La diversità è la parte più bella dell’avventura. Discovery. Conoscere nuovi mondi, varcare la frontiera come ogni viaggiatore. A Lucca si va per vivere la passione per il proprio mondo, ma anche per scoprirne uno di cui si ignorava l’esistenza. Coi fumetti, coi libri o i videgiochi, a Lucca ci spingiamo oltre le nostre preferenze, ogni anno #aLuccaScopriamo una zona del festival mai visitata. Si cresce anche così. Respect. Essere apprezzati e apprezzare: #aLuccaRispettiamo tutti, ma soprattutto – come i veri eroi – amiamo la terra che calchiamo lungo il cammino: il nostro pubblico capisce il valore culturale dei luoghi monumentali della città, li vive a fondo perché sono il palcoscenico ideale per essere protagonisti, li protegge e li lascia intatti per chi verrà dopo. Gratitude. Offrire agli altri visitatori i propri talenti, agli ospiti la sua passione e la sua gratitudine, a tutti la sua energia: è bella la cura con cui- come gli eroi – assembliamo la nostra armatura, la dedizione con cui affrontiamo un lungo viaggio o una lunga attesa, e la sincerità con cui #aLuccaRingraziamo, prima di una dedica o della risposta a una domanda, gli autori che amiamo. E loro ringraziano gli appassionati che li celebrano nel magico scenario di Lucca. Arrivano insomma ospiti da ogni parte del mondo (e da tutti i mondi). I primi tre ospiti di Lucca Comics & Games 2017 annunciati lo scorso aprile hanno già incontrato l’apprezzamento dell’esigente pubblico: - l’illustratore fantasy Michael Whelan, autore del poster di questa edizione e uno dei maggiori artisti fantasy (primo pittore vivente onorato nella Science Fiction Hall of Fame di Seattle, insieme a personalità del calibro di Steven Spielberg e Ursula Le Guin); - la fumettista Raina Telgemeier, autrice delle graphic nov-
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el autobiografiche “Smile” (per oltre 4 anni consecutivi nella classifica dei best seller del New York Times e vincitore dell’Eisner Award 2011 come Miglior pubblicazione per adolescenti) e “Sorelle”; - lo scrittore Timothy Zahn, tra i principali scrittori americani della saga di “Star Wars” nel quarantesimo anniversario del primo film della serie, e autore di “Terminator Salvation”. Ecco altri cinque big del panorama internazionale che arriveranno dentro le Mura: dal fumetto, dall’illustrazione, dal game design; dall’Italia, dall’Europa, dagli Stati Uniti. Igort, nome d’arte di Igor Tuveri, è personalità poliedrica di artista. Autore prolifico di graphic novel pluripremiate, illustratore ed editore, è anche autore di racconti, romanzi e musiche. È stato il primo occidentale a disegnare un manga in Giappone e ha pubblicato su tutte le più prestigiose riviste italiane e internazionali. Nutrendosi di lunghe permanenze in Giappone e nei paesi dell’ex Unione Sovietica, ha maturato uno stile espressivo che unisce la peculiarità del graphic novel, di cui è maestro riconosciuto e del graphic journalism, diventando una voce tra le più originali del panorama artistico internazionale. Gran Guinigi come migliore autore a Lucca Comics & Games 2016, premiato al Comicon come migliore disegnatore 2016, Premio Napoli per la diffusione della cultura italiana, Premio Romics alla carriera 2017, Igort sarà protagonista di una mostra a Palazzo Ducale. Dopo il successo di critica della miniserie Vertigo The Other Side, Jason Aaron ottiene il plauso dei lettori con la serie regolare Scalped, pubblicata dalla stessa casa editrice e presto una serie TV. Firmato un contratto di esclusiva con la Marvel, ha scritto Wolverine, Black Panther e Ghost Rider, fino al lancio della serie Wolverine − Weapon X. Per la Casa delle Idee, firma anche la serie estrema PunisherMax, il rilancio di The Ad aprire il percorso espositivo la mostra dedicata a Michael Whelan: Realismo Immaginario -Il creatore del poster di Lucca Comics & Games 2017 è in mostra nelle prestigiose sale di Palazzo Ducale, con una ricca selezione dei suoi dipinti. Sarà ospitato anche il calco delle mani dell’artista che farà parte, insieme a quello degli altri illustri ospiti della manifestazione, dellaWalk of Fame di LC&G.
Tra gli appuntamenti più attesi, la gara cosplay dove ogni anno si sfidano vari cloni di personaggi cult del fumetto o del cinema fantasy. Qui sopra, i cosplay di Jack Sparrow si recano alla prima
Arena Lifestyle 07-8/17- GRAND TOUR/WEST SICILIA
Incredible Hulk e la miniserie evento X-Men − Schism. Questo fa da preludio all’evento Avengers VS X-Men, co-sceneggiato da Aaron, che diventa uno dei cinque architetti della Marvel, con il compito di rilanciare l’universo Marvel dalle fondamenta. Scrive 42 numeri della serie regolare Wolverine & the X-Men e la prima run di Amazing X-Men, che vede il ritorno di Nightcrawler. Nel corso del grande rilancio Marvel NOW! Aaron si occupa del restyling del dio del Tuono nella serie regolare Thor: God of Thunder, disegnata da Esad Ribic, ed è ancora una volta scrittore di un grande evento Marvel con Original Sin. Tutt’oggi è lo sceneggiatore della serie regolare Mighty Thor, che vede come protagonista la versione al femminile del Dio del Tuono, in coppia con Russell Dauterman e Valerio Schiti. Nel 2014 realizza la serie a fumetticreator owned Southern Bastardscon il disegnatore Jason Latour per laImage Comics, grazie alla quale vince due Premi Eisner nelle categoriemiglior scrittoreemiglior serie.Nel2015comincia la serializzazione di un’altra serie da lui creata, Men of Wrath,disegnata Ron Garney e pubblicata sotto l’etichettaIcon Comicsdella Marvel, e inizia a scrivere la serie ufficiale di Star Wars per Marvel su licenza Disney Lucas. Il primo numero rompe tutti i record di vendite superando il milione di copie. Da quello stesso anno fino al 2017, insieme al disegnatore Chris Bachalo, scrive la testata delDoctor Strange, lanciata durante l’All New All Different Marvel. Jason Aaron, che arriva a Lucca in collaborazione con Panini Comics, sarà lo scrittore del one shot Marvel Legacy, che rilancerà l’universo Marvel. Ci sarà poi Roberto Fraga, nato a La Coruña (Spagna) ma da sempre vissuto in Francia, è tra i più personali autori di giochi europei, con oltre 35 titoli in 15 anni di attività e numerosi riconoscimenti. Molte delle sue creazioni sono state realizzate per la casa editrice Haba, con cui si è specializzato anche in giochi educativi, senza comunque mai abbandonare il pubblico di giocatori più esigenti. Dal successo dello scorso anno,
“Captain Sonar”, all’ultimo attesissimo “Shrimp” pubblicato ancora da Giochi Uniti (la casa editrice italiana con la cui collaborazione Fraga arriva a Lucca, e già distributrice del precedente “Spinderella”, vincitore dei principali premi dedicati al gioco educational), l’inventiva di Fraga sembra non avere battute d’arresto. Victoria Francés, nata a Valencia e cresciuta in Galizia, è un altro mito che arriverà in carne ed ossa: diventa celebre in tutto il mondo fin dal suo primo libro illustrato, “Favole”, edito in Italia da Lizard, che la ospiterà al festival. Nel 2009 mette momentaneamente da parte le iconiche illustrazioni del vampiro Ezequiel, personaggio di “Favole”, e con “Misty Circus”, il cui protagonista è Sasha, un ragazzino molto speciale, conquista anche il pubblico più piccolo. Le illustrazioni di Victoria Francés, incentrate su atmosfere gotiche/ romantiche e raffiguranti spiriti e misteriose donne in lunghi abiti, si inspirano agli scritti di Edgar Allan Poe e Anne Rice. La Francés sarà a Lucca in collaborazione con Rizzoli-Lizard tutti i 5 giorni per partecipare a panel, firmacopie e attività varie legate al mondo del cosplay. Arianna Papini è stata per 25 anni direttore editoriale e artistico della casa editrice Fatatrac, curandone anche la veste grafica. Tiene ogni anno numerosi corsi di narrazione, arte e illustrazione presso scuole nazionali e internazionali, tra cui l’Isia di Urbino e la Scuola Internazionale di Illustrazione di Sàrmede. Collabora con scuole, associazioni, cooperative e biblioteche nell’ambito della promozione alla lettura. Ha scritto e illustrato un centinaio di libri per La Nuova Italia, Edicolors, Fatatrac, Lapis Edizioni, Città Aperta, Carocci Editore, Ananke, Avvenire, Coccole Books, Liberty, Kalandraka, Donzelli Editore, Carthusia Edizioni, Rrose Sélavy, con i quali ha vinto numerosi premi, tra cui il Premio Andersen e il Premio Compostela. Alcuni dei suoi libri sono coediti in Francia, in Spagna e in Inghilterra.
Intesa Sanpaolo e Lucca Comics&Games. Uno tra i primi gruppi bancari in Europa e la più importante manifestazione dedicata al mondo del gioco e del fantasy insieme per la prima volta in una partnership dove la Banca dialoga in modo nuovo con i giovani. La scelta di sostenere Lucca Comics&Games nasce dall’attenzione che Intesa Sanpaolo dedica alle passioni, agli interessi e ai sogni dei giovani. Grazie a questa collaborazione, Intesa Sanpaolo esplora nuovi modi di comunicare e condividere emozioni ed interessi, entrando in un territorio tutto nuovo come il mondo dei fumetti e del fantasy, e facendo proprio lo spirito di partecipazione e divertimento che contraddistingue il Festival, tanto da trasferirlo anche in alcune filiali del Gruppo bancario prima, durante e dopo Lucca Comics&Games. “Condividere passioni porta a comprendere e quindi sostenere i sogni e i progetti per il futuro dei nostri giovani – spiega Andrea Lecce, Direttore Marketing Banca dei Territori Intesa Sanpaolo –, questo è l’obiettivo che ci siamo posti nella collaborazionecon Lucca Comics&Games. Abbiamo l’occasione di trovare nuovi punti di incontro con i giovani. per svi-
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Arena Lifestyle 07-8/17-GRAND TOUR/WEST SICILIA
Dall’alto, alcune immagini delle passate edizioni di Lucca Comics & Games, la grande kermesse di novembre nella città toscana, con cortei di partecipanti mascherati come i propri eroi preferiti. Gli eserciti di cosplay sono ben organizzati e le loro competizioni, molto attente alla cura dei particolari, attirano migliaia di visitatori da tutto il mondo. Di fianco, il logo dell’edizione 2017 che sarà dedicata alla saga degli eroi e ospiterà un pool di grandissimi autori di fantasy per il cinema, la tv e il web.
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Arena Lifestyle 07-8/17- GRAND TOUR/CORTINA
WEEK END DA SOLI, A CACCIA DI FUNGHI D ove trovare il frutto autunnale più profumato del bosco, il fungo? Le aree disponibili si propagano, ma bisogna sapere dove andare a ...mettere i piedi. Con l’arrivo dell’autunno si riapre la stagione dei funghi. Un must per gli amanti della buona tavola, ma che presuppone prudenza nella raccolta, e rispetto per l’ambiente boschivo e per la propria incolumità. La ricerca di funghi è ideale per rilassarsi, vivere un momento di solitudine o di silenzio, anche se ci si muove in gruppo. “Raccomandiamo particolare cautela. Gli ambienti naturali dove crescono i funghi possono nascondere dei pericoli”, sottolinea il colonnello Pierluigi Fedele, comandante del Gruppo Carabinieri Forestale di Parma ed esperto micologo, nel precisare che “negli ultimi anni sono più i decessi di cercatori che hanno avuto incidenti nei boschi di quelli avvelenati da funghi”. “Sono già diverse decine - segnala l’Arma - le richieste di soccorso pervenute al numero dei Carabinieri Forestale di Emergenza Ambientale 1515 da parte di cercatori di funghi che, a causa della scarsa conoscenza dei luoghi o delle condizioni climatiche avverse (nebbia e temporali), si perdono nei boschi e a volte si feriscono anche gravemente”. Bisogna poi ricordare che la raccolta e la commercializzazione dei funghi sono disciplinate da leggi nazionali, regionali o dai regolamenti locali che indicano le specie, le dimensioni e il quantitativo massimo di funghi che si possono raccogliere, oltre al calendario dei giorni in cui questa attività è consentita. Tali norme vietano la raccolta dei funghi
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in alcune aree protette e la raccolta nelle ore notturne su tutto il territorio, sia per la salvaguardia dei funghi stessi, sia per motivi di sicurezza. Ecco alcuni consigli dei Carabinieri Forestali Alcuni utili ai cercatori: documentarsi sull’itinerario e scegliere i percorsi adatti alle proprie capacità fisiche; comunicare i propri spostamenti prima di intraprendere l’escursione; evitare di inoltrarsi da soli nel bosco, la presenza di un compagno è garanzia di un primo soccorso; consultare, prima della partenza, i bollettini meteorologici e osservare costantemente sul posto l’evoluzione delle condizioni atmosferiche. In caso di mal tempo non sostare in prossimità di alberi, pietre ed oggetti acuminati perché potrebbero attirare fulmini; scegliere l’abbigliamento e l’attrezzatura idonea: si consigliano calzature da trekking, indumenti resistenti e leggeri su più strati, cellulare, torcia e coltellino da funghi; astenersi sempre dalla raccolta di funghi dei quali non si è certi della commestibilità, in caso di dubbi sottoporre il raccolto agli Ispettorati Micologici delle Aziende Sanitarie Locali; il raccolto giornaliero non deve superare il limite previsto per legge; non utilizzare rastrelli o uncini che possano danneggiare il micelio; pulire immediatamente il fungo dai residui di rami, foglie e terriccio per garantire la sua integrità; La mancanza di areazione causa molto il veloce deterioramento del prodotto; In caso di necessità contattare il 1515, numero di Emergenza Ambientale dell’Arma dei Carabinieri. Il periodo ideale per la raccolta dei funghi cade in autunno ma è possibile ottenere
Arena Lifestyle 07-8/17-GRAND TOUR/CORTINA
originali raccolti anche durante l’estate o in primavera. Periodi con clima caldo-umido e con un’abbondante pioggia potrebbero dare vita a un buona raccolta di funghi. Dopo l’acquazzone, conviene aspetta almeno una decina di giorni prima di andare a caccia di funghi, per facilitarne la crescita. I funghi, soprattutto porcini, si mimetizzano perfettamente con i colori del bosco quindi bisogna scrutare bene ogni angolo del bosco, magari osservando da diverse angolazioni. Bisogna controllare bene sotto le foglie e alla base dei tronchi. Appena si avvista uno o più funghi, bisogna raccogliere esercitando una piccola torsione alla base del gambo. I secchi di plastica o, peggio, le buste, fanno ammassare i funghi raccolti e ne facilitano l’estinsione in quando non consentono il passaggio dell’aria. I funghi raccolti, preferibilmente solo esemplari freschi e giovani, devono essere trasportati in contenitori rigidi ed areati. L’utilizzo di sacchetti di plastica non permette infatti la diffusione delle spore fungine, cioè delle microparticelle di fungo nel bosco. In più, se si scopre una zona dove crescono molti funghi, prprio usando il cesto di vimini non si farà altro che migliorare la qualità e la quantità del prossimo raccolto: le spore cadono con facilità dal cesto di vimini e raggiungono il terreno dando vita, quando si ripresentano le condizione meteorologiche ideali, a un nuovo raccolto.E’ importante anche non raccogliere i funghi troppo piccoli in quanto non hanno ancora rilasciato alcuna spora. Raccogliendo funghi ancora non ben sviluppati si sottrae un’eredità al bosco.In tutte le Regioni d’Italia è possibile raccogliere i funghi, tuttavia, in molte regioni, come, per esempio, il Piemonte, la Liguria e la Lombardia, la raccolta di funghi potrà essere effettuata dopo aver pagato un tributo al servizio di tesoreria della regione di appartenenza. Si tratta di un tributo generalmente modesto e una tantum. Per esempio, per raccogliere i
funghi in Piemonte bisognerà pagare un bollettino di 30 euro e conservarne la ricevuta per testimoniare la regolarità di ogni raccolta. Con questa cifra, ci si assicura la raccolta di funghi per tutto l’anno. Trentino Alto Adige. I posti più indicati sono quelli dell’Altopiano della Paganella (Trento) e i percorsi che costeggiano le rive del Lago di Molveno nell’affascinante cornice del Parco Naturale dell’Adamello. In questi luoghi sarà possibile raccogliere funghi prataioli, mazze di tamburo, gallinacci e i porcini. Buoni raccolti di questi funghi possono essere fatti anche tra i boschi della Val di Fiemme, Val di Non, Val di Sole e Val Rendena. Ricordate di rispettare il regolamento regionale. Per la Provincia di Trento è possibile raccogliere solo 2 kg al giorno e la raccolta dei funghi è vietata dalle 19 alle 7. Campania. Tra i posti migliori, l’entroterra salernitano e quello del casertano, senza dimenticare le zone limitrofe al Lago Laceno, Avellino e alla costiera amalfitana. Emilia Romagna La strada del fungo dell’Emilia Romagna ha inizio a Val Taro, si congiunge a est con la Val Baganza e a ovest con la Val Ceno. I sentieri più bellisono quelli del Parco Regionale dell’alto Appennino Modenese e del Parco Nazionale dell’Appennino Tosco-Emiliano. Calabria. le località più adatte sono presso le zone montuose della Sila dove è possibile raccogliere 3.000 varietà differenti di funghi. I funghi più raccolti sono la mazza di tamburo e il Lactarius delicius. Sardegna. La zona migliore per raccogliere i funghi è sicuramente la Gallura, ricca di boschi di latifoglie. Nell’entroterra sardo è possibile raccogliere diverse varietà di porcini, chiodini e ramarie. Marche. Aalcune località: Monte Nerone (Urbino), boschi di Monte Catria, Monte Acuto e Parco della Gola della Rossa.
ATTENZIONE AL PORCINO MALEFICO.... Per raccogliere i funghi porcini, i migliori boschi sono quelli di castagni, erica e querce. Nei boschi di castagni si possono trovare soprattutto porcini di tipo boletus edulis e boletus aestivalis, caratterizzati dal tipico colore chiaro. Nei boschi di erica e querce è possibile trovare i preziosissimi funghi boletus aereus meglio conosciuti come porcini neri. Attenzione ai funghi velenosi: sono diversi i funghi velenosi che a un occhio meno esperto potrebbero sembrare identici ai più comuni funghi commestibili. E’ incredibile pensare che in Europa, annualmente, si registrano circa 10.000 intossicazioni alimentari causate da funghi velenosi, mentre i casi di decessi causati da funghi mortali oscillano tra i 200 e i 300 all’anno. Il porcino malefico, per esempio agli occhi dei raccoglitori si presenta con un cappello emisferico di colore bianco, con sfumature verdi o grigie. Di primo acchito, visto dall’alto, attira indubbiamente l’attenzione. Se lo si prende in mano e lo si tocca però diventa bruno-bluastro, già un brutto segno. Il gambo, ovale e tozzo, ha un colore giallognolo, non bianco o beige. Se si capovolge i tuboli sotto il cappello sono giallo-verdastri e virano al blu se pressati, mentre i pori all’estremità dei tubuli sono color rosso-sangue, che diventa verde una volta schiacciati. Anche la carne, soda e compatta come quella delle altre varietà, si distingue perché una volta tagliata assume un colore rossiccio.
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Tagliatelle ai funghi, un classico della cucina emiliana di collina. In Toscana diventano le ‘pappardelle’
Arena Lifestyle 10/17- WINE & CO/ Pasteggiare a grappa
A sinistra: Chiara, Silvia ed Elisa Belvedere Mazzetti. Sotto, Paola Soldi. A destra, l’ambrato colore della grappa nel caratteristico bicchierino.
La grappa, che riscossa Pasteggiare con un distillato non è facile, servono piatti robusti. Ma si può gustarla dopo pasto nei nuovi cocktail inventati di recente dai bartender di tutto il mondo. L’Alchemy Tour porterà nel vecchio continente i nuovi mix, decisi e saporiti, già apprezzati in tutto il mondo.
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del Premio Alambicco d’Oro 2017 le regioni prime classificate sono Trentino, Piemonte e Veneto. Ai premi tradizionali, si aggiungono quelli innovativi come il Gra’it Challenge, la prima competizione di bartender al mondo di cui è protagonista una grappa. L’iniziativa è stata organizzata nei mesi scorsi dalle Distillerie Bonollo di Padova, storico produttore di grappa da ben 170 anni, oggi punto di riferimento qualitativo e nel campo dell’innovazione per il settore. La grappa è diventata il nuovo ingrediente di cocktail decisi e saporiti, apprezzati in tutto il mondo. L’obiettivo è ambizioso: diffondere una vera rivoluzione culturale, farla diventare una tendenza. Gra’it sbarcherà in autunno in alcuni locali in Italia, con un Alchemy Tour che porterà i bartender d’oltreoceano a compiere un viaggio nel Vecchio Continente, attraverso esperienze uniche nello stile di vita italiano e nella storia che permea la Penisola. E a scoprire quell’alchimia di design, moda, cucina, paesaggi unici e naturalmente di eccellenza distillatoria di cui potranno diventare ambasciatori negli USA. Per presentare Gra’it e promuoverla negli USA, le Distillerie Bonollo hanno organizzato la Gra’it Challenge, con la collaborazione della USBG, United States Bartenders’ Guild. Il distillato di bandiera è insomma andato a confrontarsi con vodka, gin e rum, nel mercato che ha la migliore competenza nella mixology. Nelle prossime settimane d’autunno Bonollo presenterà sul mercato italiano la nuova grappa, attraverso una selezione ristrettissima dei locali più esclusivi del bere miscelato. Miami, NewYork, Los Angeles, Austin e Chicago sono state le 5 tappe della Challenge dove si sono sfidati 50 concorrenti. Solo 15 di loro, tre finalisti per ogni
a grappa è donna. Di nome e di fatto. Le promotrici di questa nuova stagione della cultura della grappa, un prodotto 100% made in Italy, sono le componenti dell’universo femminile. Paola Soldi è la presidentessa dell’Associazione Assaggiatori grappa e acquaviti, Elisa Belvedere Mazzetti è la numero uno dell’Associazione Donne della Grappa. E sono oltre 300 le distillerie tutte al femminile che, per lo più in Italia ma anche dal Giappone e dalla Lituania, guardano al bere consapevole e alla qualità dei distillati in un’ottica più giovane e più aperta al mondo. Le grappe vincitrici del 34esimo concorso del Premio Alambicco d’Oro sono state festeggiate all’Antico Ristorante Storico Boeucc, un’istituzione nel panorama culinario milanese che vanta oltre 300 anni di storia. Pasteggiare a grappa non è facile, ma attraverso un menù per lo più a base di carne si può scoprire come anche distillati, che per legge hanno come gradazione alcolica minima 37 gradi, possano essere validi accompagnatori di saporite portate. La grappa in cucina viene vaporizzata, usata come marinatura o come ingrediente dei cocktail. Per valutare le qualità di una grappa bisogna tenere in considerazione la rifrazione della luce - in questo la tecnologia ha aiutato tantissimo i processi di distillazione - il colore, il profumo, l’assenza di difetti. «Non bisogna mai mettere il naso dentro un bicchiere di grappa», spiega il presidente Anag Lombardia. «Il miglior modo per assaporarla è avvicinare il bicchiere al naso per un paio di secondi e poi allontanarlo per poi ripetere l’operazione quante volte lo si desidera. Un buon prodotto non deve mai bruciare in gola nonostante l’alta gradazione alcolica».Nel medagliere
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Arena Lifestyle 10 /17- FOOD & CO
Olio: the winner is...
Niente da fare per l’Italia, ai campionati mondiali del nettare dorato che domina le nostre tavole. Cile, Sud, Africa e Argentina hanno strappato i palmares dell’edizione 2017 dell’olive oil award, con degustazioni alla cieca, colpi di scena e sorprese tra i partecipanti in gara. Intanto si moltiplicano i corsi per aspiranti degustatori...
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a magia dell’olio ci affascina sempre. E l’autunno è il momento in cui si trova più tempo per chiudersi da qualche parte, in campagna o in città, per imparare, in un week end, l’arte di degustare questo prodotto straordinario. Visti i mix improbabili che ci vengono proposti al supermarket, saper riconoscere un prodotto di qualità da uno scadente, per molti è ormai una necessità. E poi degustare l’olio extravergine di oliva è un’esperienza unica nel suo genere. Attraverso i sensi si riescono a cogliere aromi, colori, sfumature che danno forma all’immaginazione. Il profumo fruttato dell’extravergine che arriva dal Sud ci porta alla mente i ricordi di massari pugliesi rugosi e dallo sguardo acuto, che tenevano tra le mani i piccoli frutti e li guardavano così intensamente. Chi aveva un frantoio di famiglia osservava in silenzio lo sgorgare di quel nettare così pregiato. Quando pensiamo a queste tradizioni, ci sembrano talmente parte della nostra vita che non possiamo immaginare la venerazione che si ha per l’olio di oliva all’estero. Anche se ormai non è più quello italiano il migliore. Sudafrica, Cile e Argentina sono salite sul gradino più alto del podio della quarta edizione di Sol d’Oro Emisfero Sud che si è svolta la settimana scorsa ad Osaka in Giappone. A medaglia anche Australia e Uruguay. Grazie a un accordo tra Veronafiere e Intex Osaka (organizzatrice di Olive Oil Kansai International, prima fiera in Giappone dedicata all’olio extravergine di oliva, in programma il prossimo ottobre), Sol d’Oro Emisfero Sud 2017 si è svolto dall’11 al 15 settembre presso l’International Convention Center di Osaka e ha visto la partecipazione di prodotti pro-
venienti da Cile, Sud Africa, Australia (Paesi ospiti delle prime tre edizioni) e Uruguay.«Intex Osaka, dopo aver attentamente analizzato molti organizzatori fieristici internazionali, ha individuato nella Fiera di Verona il modello di riferimento per una partnership che si ampli anche ad altri settori e diventi un punto di riferimento per tutta l’Asia – ha detto Barbara Blasevich, consigliere di amministrazione di Veronafiere che ha rappresentato all’iniziativa la spa di viale del Lavoro. “Ad ottobre, sempre in collaborazione con Intex Osaka, saremo nuovamente presenti in Giappone con Sol&Agrifood e porteremo, per il secondo anno consecutivo, i produttori italiani all’Olive Oil Kansai International». Una intesa che nasce sul filo dell’olio extravergine d’oliva in occasione del Concorso internazionale Sol d’Oro, organizzato da Veronafiere – Sol&Agrifood, il concorso dedicato all’olio extravergine di oliva più importante al mondo, grazie al rigore della commissione giudicante e alla scelta della modalità blind tasting (degustazione alla cieca) per la valutazione dei campioni in gara. Ideato per promuovere, attraverso la competizione e il confronto, il miglioramento delle produzioni nei principali Paesi produttori, Sol d’Oro ha visto nel tempo aumentare la presenza di aziende dell’emisfero Sud. Così dal 2014 si svolge nel settembre di ogni anno, periodo più idoneo per la valutazione dei prodotti dell’emisfero australe, una specifica edizione del concorso dedicata agli oli prodotti al di sotto dell’equatore. Sebbene il Giappone geograficamente insista nell’Emisfero Boreale, rappresenta un’area di convergenza ottimale per gli operatori provenienti dal Sud del pianeta.
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Arena Lifestyle 07-8/17- FASHION/ Trend uomo
TEMPO DA TRENCH (EPPUR NON PIOVE) Qui sopra, le ultime versioni lunghe, corte e maxi di Burberry, corredate di accessori. Il trench si porta ovviamente anche se non piove. Al maschile va abbinato al jeans e alla t shirt bianca, anche a maniche lunghe, purchè generosa di collo, oppure a V. Al femminile il trench si porta con un tubino nero, rosso rubino o bianco, purchè si veda poco. Spazio alle gambe velate da calze trasparenti e vestite di sandali leggeri, quando le previsioni non danno diluvio. Le mani sono occupate da borse a mano, bandite le tracolle.
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ifficile resistere al fascino del trench, anche se questo ottobre 2017 è talmente mite che si va ancora in giro a maniche corte. L’offerta dei brand sulla materia è vastissima... Con l’arrivo delle prime piogge di Ottobre e’ inevitabile osservare per le strade la moda diffusa dell’impermeabile. Forme, colori e silhouette diversi, ma tutti con la stessa idea: materiali opportunamente trattati o sintetici per riparare dalla pioggia. È il must della stagione, che non può mai mancare nel guardaroba autunnale. Comodo, pratico e facile da abbinare. Non esiste solo il classico k-way con zip e cappuccio, nato a Parigi nel 1965, che ha la caratteristica di occupare pochissimo spazio. Ci sono modelli per tutti i gusti. Per un look sportivo o casual ci sono i modelli corti, molto pratici, magari di un colore vivace. Per qualcosa di più elegante si può scegliere un modello più lungo e dalle tinte tenui. L’impermeabile più utilizzato e diffuso e’ senza dubbio il trench, che veniva definito come “spolverino”, il classico e intramontabile. Il trench non e’ frutto di moda recente ma possiamo dire che ha attraversato la storia; viene definito “cappotto da trincea” proprio per il suo passato: era il tipico capospalla delle uniformi degli alto-ufficiali inglesi all’epoca della prima grande guerra. Cio’ che contraddistingue questo capo e’ sicuramente il tessuto gabardine, termine francese per indicare questo tipico tessuto caratterizzato da una rigatura sottile e ben inclinata, che lo rendono un tessuto elegante. Utilizzato per abiti, pantaloni, gonne
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ma soprattutto per gli impermeabili. Ma non e’ solo il tessuto a distinguere il trench dagli altri capispalla: prima di tutto presenta il doppiopetto, quindi la tipica allacciatura a due file di bottoni. Presenta inoltre una cintura in vita, con la fibbia in metallo, da portare allacciata per esaltare la silhouette o slacciata per un look casualmente chic; abbinati alla fibbia vi e’ lo stringimaniche, ideale per quando le temperature si abbassano e non bisogna lasciar passare neanche uno spiffero di vento gelido. Sulle spalle troviamo delle bande, elemento che ricollega alle uniformi inglesi. Il modello piu’ iconico e’ sicuramente quello di Burberry, che per primo lo trasformò da cappotto militare a “cappotto da trincea”. Forse grazie al colore beige, tinta tenue facilmente abbinabile, forse grazie al modello particolare o piu’ probabilmente per entrambi i motivi, questo capo divenne presto capace di superare mode, tendenze e anni di stile. Indossato da Audrey Hepburn in Colazione da Tiffany, diventa il capo da indossare in ogni occasione, dall’ufficio al tempo libero. Perfetto per le mezze stagioni: per le prime piogge dell’autunno e per il passaggio dall’inverno alla primavera. Ogni anno ciascun stilista, rimanendo sempre fedele al modello classico, propone delle rivisitazioni, giocando sui colori o le fantasie. Un evergreen rivisto e corretto nei dettagli e nei tagli per essere sempre un passo avanti e sempre iper contemporaneo. Nelle sfilate autunno inverno Tome propone un modello molto
Arena Lifestyle 07-8/17- FASHION/ Trend uomo
lungo in vernice rosa, elegante da abbinare con un pantalone nero o un vestito tinta unita. Balenciaga propone invece un modello sicuramente piu’ serio, di colore verde militare, colore all’ultimissima moda. Il modello di Celine e’ estremamente classico e in linea con il modello tradizionale di Burberry: lungo sotto il ginocchio e dal colore beige, facilmente abbinabile. Viene proposto con un abitino, di cui vengono esaltate le forme tramite la cintura legata in vita. Dior per la sua collezione total blue, rimane fedele al modello classico, cambiando solamente il colore: il blu, scuro e molto elegante. Max Mara nell’ultima sfilata punta sul grigio, un grigio scuro e da abbinare ad un look total black. Moschino, marchio molto stravagante, propone un modello che rispetta l’idea della maison: giovanile, piu’ corto rispetto ai modelli delle altre firme, beige come il classico ma con dettagli colorati, scritte e disegni verdi e rossi. Possiamo definire questo modello come il piu’ particolare e maggiormente rivisitato. Ogni anno vengono infatti presentati modelli creativi, sia come colori, ad esempio un modello a quadri del Principe del Galles, oppure innovativi anche come tessuti, alcuni in pvc, per le piogge autunnali oppure in seta, sicuramente piu’ leggero ed adatto per un look primaverile. Il modello in pvc era stato precedentemente abbandonato, ma e’ ritornato poi di tendenza grazie all’affermazione sulle passerelle grazie alle proposte di Calvin Klein e MiuMiu e alle icon dello streetstyle che lo hanno sfoggiato e abbinato in tutti i modi possibili. Come abbiamo detto, e’ abbinabile a tutte le occasioni, ma i nostri consigli sono: con un abitino nero di pizzo per un look romantico, oppure con il classico tubino nero, per dare al vestito un tocco di modernità. Nella sfilata primavera estate 2016- 2017 di Christian Dior viene proposto con un ves-
tito lungo di fiori, una modella di Simone Rocha lo propone con un abito corto in tulle, infine Tibi con un vestito coloratissimo, una sfumatura di giallo molto acceso, adatto per le giovanissime. Ma questo fantastico capospalla non e’ solo un must per il guardaroba femminili, il trench si e’ anche pienamente affermato nella moda uomo. Da Justin Timberlake che lo sceglie di foggia sportiva lungo a metà coscia a quello total camouflage di Pharrell Williams. Anche per gli uomini senza dubbio l’evergreen rimane il grande classico è il trench Burberry, che si riconosce nel modello uomo da questi dettagli: è classicamente beige, doppiopetto con dieci bottoni di corno; collo a camicia richiudibile con sottogola; spalline con bottone uguale; sul davanti, un lembo triangolare da abbottonare sull’allacciatura; le tasche sono tagliate obliquamente; cintura chiusa da fibbia in pelle e con anelli metallici a D; cinturini regolabili con fibbietta per restringere la manica; fodera di colore neri, rossi e beige, il tradizionale quadrettato tipico della maison Burberry; uno spacco sul dietro con bottone; lunghezza sotto il ginocchio. Molto apprezzato dagli intenditori anche il modello classico: in beige chiaro, con lunga abbottonatura nascosta, manica raglan e senza cintura. Quindi, molto più comodo. In stile classico anche quelli creati da Hermes, Christian Dior, Mickael Kors; decisamente piu’ rivisitati i modelli di Canali e Daks, che gli danno sicuramente una connotazione minimalista. Il trench riscopre le sue origini da Balmain, in versione militaresca, mentre è dark, in pelle nera, da Lanvin. Per chi ama lo stile di Neo, protagonista della trilogia di Matrix. Originale e interessante la proposta di Valentino che sceglie maxi revers e polsini o duplica la cintura da annodare in vita. Infine le tante proposte di Gucci: trench in pelle lavorata, con la classi-
BORSALINO, UN MONDO DI COLORI PER L’AUTUNNO 2017 Stili e colori si mischiano per espimersi in totale libertà nella nuova collezione Autunno Inverno 2017/18 di Borsalino. Per comunicare attraverso colori e dettagli, e raccontare la propria storia, basta entrare in un giardino voltairiano, liberi da schemi. La collezione femminile non rinuncia al dettaglio romantico, a partire dai fiori proposti sulle larghe tese in feltro velour decorate con un’innovativa tecnica di ricamo al laser. Tra le forme da segnalare il Toledo, proposto in 8 nuance di feltro con cinta in tono o a contrasto, il “50Grammi” a cupola piena modellabile a piacere e il Borsalino in feltro Beaver con tesa piatta e cinta in canneté. Anche per la donna il nastro è protagonista: in coccodrillo e canneté doppio, ritorto, ornato da motivi floreali e bicolore effetto decor. Conosciuto per l’eccellente qualità, emblema di raffinatezza e intramontabile eleganza, Borsalino è divenuto negli anni un’icona internazionale, uno dei rari casi in cui un marchio è diventato sinonimo di un prodotto “il Borsalino”, da più di 150 anni tra i più affascinanti simboli di costume ed icona del Made in Italy. Giuseppe Borsalino fonda la celebre azienda Borsalino ad Alessandria, in Italia, nel 1857. I materiali utilizzati per gli accessori firmati Borsalino sono da sempre pellicce Alcune proposte della collezione Borsalino A/I 2017 di coniglio belga e cashmere.
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Arena Lifestyle 06/17- FASHION/ I trends uomo
ACCESSORI , I TREND DA NON TOPPARE Molti tilisti delle sfilate di Milano autunno inverno 2017 – 2018 arricchiscono i look di dettagli di stile: sciarpe, guanti, cappelli, calze e foulard. Piccoli accessori che personalizzano e rendono unico qualsiasi look. E che naturalmente fanno girare meglio il Pil del nostro settore lusso. Ma risultano tutti da scoprire questi preziosi “ingredienti”: le calze sono traforatissime o direttamente a maxirete, da portare con i decoltè stiletto dal tacco purple. Le sciarpe da indossare non sono le solite strisce di lana crochet. Sono brandelli di montone, sono lane stampate con disegni da tappeto. E i guanti? Particolari, eccentrici, anche già provvisti dei tanti anelli che quest’anno si devono per forza indossare su tutta la mano. Le più giovani tengono d’occhio in particolare le proposte di alcune case di moda tra le più amate dal pubblico internazionale, come Gucci, che propone cappelli a falda over, ombrellini di ispirazione orientale, anelli alla rinfusa per ricoprire completamente le dita. Protagonista, invece, da Prada la sciarpa lunghissima in lana, le collane di conchiglie e i cappellini.
Arena Lifestyle 10/17- FASHION/ Trend uomo
ca stampa con il logo o nell’intramontabile color cammello. Oggi la storica Burberry offre la possibilità di personalizzare il suo pezzo icona, con il servizio di Monogramming sugli iconici trench realizzati in Inghilterra, grazie al quale i clienti possono personalizzare il proprio trench aggiungendo le proprie iniziali fino ad un massimo di tre lettere. Puo’ essere scelto il colore, tra fili di 15 tonalità diverse. Grazie ad un nuovo strumento per la realizzazione dei monogrammi per il trench, i clienti in negozio e online avranno la possibilita’ di far apporre le proprie iniziali nel filo di colore selezionato sul modello di trench desiderato. E’ inoltre possibile personalizzare la classica sciarpa in cashmere, il poncho e il profumo femminile My Burberry, offrendo esperienze personalizzate in negozio e online. Tra gli accessori top di stagione, spiccano ancora i guanti, indispensabili alle donne per mostrarsi in pubblico fino a un secolo fa (nella seconda metà dell’800 l’etichetta prescriveva che la mano della signora dovesse essere coperta), al di là del modello che seguiva le mode: lunghi, corti, di panno, di pelle o di tulle. Per l’inverno 2017 si riscopre questo accessorio che ingentilisce anche il tailleur più metropolitano o rende accurato anche il look più sportivo, casual. Ritorna il guanto lungo, lunghissimo, indossato con abiti couture da cocktail. Ritornano i modelli di maglia, guanti e manicotti di maglia che diventano protagonisti con colori e lavorazioni hand made: pelli pregiatissime griffatedai big di sempre, Versace, Fendi Prada e Ferragamo.
OCCHIALI DA VISTA, LE TENDENZE WINTER Gli occhiali da vista sono un accessorio importante del proprio look e vanno scelti con cura. La moda suggerisce di possederne più di un paio e più di un modello, da coordinare con l’outfit del giorno e della sera. I modelli di tendenza per l’autunno inverno 2017 sono davvero tanti, ma è importante anche considerare la forma del proprio viso e prestare molta attenzione nella scelta del modello per evitare di ‘alterare’ i lineamenti. Le lenti vanno scelte in base al viso Le montature grandi o a “occhi di gatto”, ad esempio, non stanno bene su un volto troppo magro ma si addicono maggiormente ai tagli rotondi. I modelli aviator sono perfetti per i visi più triangolari, mentre le lenti tonde sono la scelta ideale ad addolcire un viso squadrato. Gli occhiali dalla forma rettangolare sono invece più adatti per visi dalla forma allungata. Le tendenze per l’autunno inverno 2017 Protagoniste assolute di questa stagione fredda, le fantasie tartarugate, spesso proposte in combinazione a colori decisi a contrasto come il fucsia, l’arancione o il blu elettrico. Anche il nero rimane un evergreen in fatto di occhiali e i modelli in stile collegiale continuano a spopolare, per non parlare delle montature trasparenti, che alleggeriscono il viso. Molto cool anche la montatura effetto animalier e la più giocosa versione impreziosita da un vibrante motivo stripes.
LE CAMICETTE DI MARTA ARONA Sabato 23 e domenica 24 settembre si è tenuta la trentesima edizione di Floralia, evento benefico nel cuore di Brera. Due chiostri, un campo da calcio, una sacrestia monumentale e un giardino interno hanno fatto da palcoscenico per esposizioni di fiori, prodotti naturali, artigianato e tanta solidarietà. All’interno della sacrestia monumentale abbiamo avuto l’occasione di incontrare Marta Arona con le sue camicette di seta, morbido cotone e meraviglioso velluto, ultima novità della collezione autunno inverno di Marta Arona Milano. Sfruttando le rare pause che i visitatori e clienti, pieni di entusiasmo e curiosità per le nuove creazioni, ci hanno concesso, abbiamo voluto approfondire la storia di questa marca di abbigliamento creativa e molto ricercata. Marta Arona ha lavorato per molti anni come manager nel settore della comunicazione in grandi Gruppi. Da sempre appassionata di piante e fiori, è proprio da questi che ha trovato l’ispirazione che ha portato alla creazione della sua prima collezione primavera estate. Da sempre attenta al modo di vestirsi, curando ogni dettaglio come modo migliore per esprimere la propria personalità, questo suo gusto e particolare maestria viene conservato nella scelta dei tessuti, selezionati con cura e grande attenzione per la qualità. Marta Arona Milano crea in ogni sua collezione abbigliamenti per donne moderne che vogliono esaltare la propria femminilità con uno stile romantico e glamour: camicette tinta unita, dai colori facilmente abbinabili alle fantasie floreali e vivaci, capi adatti ad ogni occasione. Caratteristica di Marta Arona è la scelta di un canale di vendita diretta al consumatore finale, basato su un contatto diretto con i clienti. Le novità delle ultime collezioni vengono presentate per ora esclusivamente in occasione di mostre ed eventi floreali, proprio per non dimenticare mai la fonte di ispirazione iniziale.
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Le camicette bon ton firmate Marta Arona, apprezzate dai milanesi durante l’evento Floralia, tenutosi nel quartiere Brera a fine settembre.
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’ARTE DELL’ASSEMBLAGGIO ELEGANTE Quando ci si imbatte in un’opera di Erika Troyer, non si può fare a meno di fermarsi. Perchè la sua creatività elegante, il suo stile di riuso semplice eppure stupefacente, suscitano la voglia di toccare i suoi intrecci, i suoi assemblaggi, le sue deliziose cataste di oggetti, pezzi industriali (9) componenti (4) forme di legno, saponette (6), tubi e bulloni (7) I suoi arazzi fatti di tappi da prosecco (1, 5) usati sono irresistibili, già si immaginano nella propria casa, nell’ngresso, pronti a stupire i visitatori. Lei sorride con quel sorriso limpido delle italiane del nord che non invecchiano mai, beate loro. E spiega la sua arte del Nuovo Mondo, quella che dà nuova vita alle cose, le sublima e le trasforma, fa dimenticare la vita precedente. Nata in Alto Adige e da tempo radicata nel Comasco, Erika Trojer ha un passato di modella: ha partecipato anche al concorso di “Miss Italia’, ma ha poi capito che la sua vita era da un’altra parte. La sua parola d’ordine nella creatività artistica è sempre stata “sperimentare”. La si trova quasi sempre nel suo atelier-laboratorio che funge pure da galleria d’arte, dove espone regolarmente le sue opere, lo “Spazio Forno” di Cernobbio. Ha esposto un po’ in tutto il mondo, a New York in un evento promosso dalla prestigiosa Clen Gallery dal titolo “Parallel vision”, a Chelsea, un quartiere di Manhattan dove sono concentrate numerose gallerie d’arte. Alla fiera internazionale “Ecomondo” di Rimini dedicata al tema della luce, dove ha esposto quattro delle sue celebri lampade realizzate con occhiali da sole. È un’esperienza creativa originale quella di Erika Trojer, che nega programmaticamente la “riproducibilità tecnica dell’opera” e la serialità banalizzante propria del consumismo moderno. Oggi molti artisti si impegnano a essere a “impatto zero”, politicamente corretti in termini ecologici. Ma pochi esprimono un’identità precisa. Ogni pezzo nato dalla fucina di Erika è invece un universo a sé, perché nasce da un gesto d’amore. Il suo è un canto di accoglienza che parte dal mondo degli oggetti e si rivolge al mondo degli uomini, dando nuova vita, con arditi
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DEL NUOVO MONDO 10
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e al contempo sempre eleganti assemblaggi, a frammenti ingiustamente scartati che non sono più parte del processo produttivo quindi destinati alla polvere e all’oblio. Spesso le ricerche di una tavolozza di materiali vasta, dalle latte di vernice agli occhiali da sole, dai bossoli ai circuiti stampati, portano Erika a setacciare le vecchie fabbriche del comasco: lì trova rocchetti gettati da industrie tessili al termine del processo produttivo di manufatti serici, ma anche a biberon raccolti dalle nursery del territorio, vecchie forme di scarpe (19) E poi pallottole in disuso,(18) tubi di rame, scarti di legno (14). I chiodi arrugginiti diventano animali: granchi, ragni (14, 12) Quelli che abitano le sculture di Erika sono relitti vaganti nel vasto teatro della memoria, pagine di storia che hanno ancora molto da raccontare. Non siamo di fronte a un processo meramente “ecologico” ma a un dialogo con i materiali che ha la profondità di un’alta lezione di etica. Lo si vede bene in opere come “Arazzo Suzani” (5) un’opera imponente, di 3 metri per 2, tutta realizzata con tappi metallici raccolti nei bar del comasco, appiattiti, invecchiati e legati uno per uno con un filo di ferro e ore e ore di pazienza. Occorrono in totale due mesi di lavoro per “rimettere in ciclo” materiali altrimenti inutili, però costati tempo e denaro e talvolta anche intelligenza. Erika Trojer è nata a San Candido il 16 Maggio 1968. Dopo le scuole superiori si trasferisce a Milano, dove inizia la carriera di modella, attività che la porta a viaggiare vari anni per il mondo. Successivamente ha continuato a lavorare nel campo della moda per importanti case come Versace, Jil Sander. Nel 1997 si trasferisce a Cernobbio, sul Lago di Como, dove vive con i due figli ed il marito. Proprio li ha avuto inizio la sua passione artistica che l’ha portata oggi nel pool degli artisti italiani più apprezzati al mondo. Il suo sito Internet è www.erikatrojer.com
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NEW COUTURE, CHE SCOMMESSA...
Qui sopra: colori a taglio austroungarico per l’outfit firmato Renato Balestra, l’unico grande nome rimasto a lavorare a a sfilare a Roma, in un panorama di proposte che della couture conservano solo il nome...
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roppi neostilisti, zero couturier. Nella prestigiosa rassegna romana pochi lasciano davvero il segno...Intanto all’estero, couture o no, emergono nuovi talenti piuttosto interessanti. La storia si ripete: mentre l’Italia arranca a finanziare la ricerca su uno dei settori di punta del suo export - la moda di lusso - altri Paesi sono pronti a notare e valorizzare i nuovi talenti della couture e del pret a porter di domani. Poi ci lamentiamo urbi et orbi se i talenti se ne vanno o se nessuno vuol fare l’artigiano. ALTA MODA ROMA: PIU’ SBADIGLI CHE APPLAUSI La storia della moda italiana iniziò nella mitica Sala Bianca di Palazzo Pitti a Firenze, culla delle prime sfilate di moda italiane, con nomi selezionati dal Marchese Giorgini nel 1952. Ma già a Roma nel 1950 fiorivano gli atelier, poi conosciuti in tutto il mondo grazie alle dive di Holliwood che scelsero di vestirsi a due passi dal Colosseo. Da allora l’allure delle piccole e preziose collezioni non si è mai spento. Negli anni Ottanta e Novanta l’alta moda è
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uscita dagli ovattati salottini di prova ed è sbarcata sulle scale di Piazza di Spagna, trasformata in teatro, dove si sono tenuti meravigliosi show che hanno incantato anche il pubblico televisivo. La nascita dell’Agenzia della Moda e di AltaRoma avrebbe dovuto portare sempre più in alto questa manifestazione, che conserva un innegabile fascino. Ma l’ultima edizione, a detta di molti operatori , nonostante i ripetuti e lodevoli sforzi della Presidente Silvia Venturini Fendi, che ha fatto i salti mortali per farla restare in piedi, nonostante i budget ridotti e gli spazi sempre più difficili da raggiungere per chi non conosce la città, è apparsa priva di spunti. Anche il lodevole impegno di organizzare qualche evento top, di rincorsa, per attirare i vip da rotocalco, ha portato pochi benefici. Sono ormai spariti i cavalli di razza dell’ haute couture. Dei grandi nomi è rimasto solo Renato Balestra. Il Maestro Sarli è mancato ormai da anni e nessuno ha rivitalizzato l’atelier, Raffaella Curiel ha ceduto l’azienda, Gattinoni e Antonio Marras disertano, Giambattista Valli si fa vedere, ma solo a una conferenza. E poi Jean
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Paul Gaultier ha dato forfait: e Karl Lagerfeld non viene proprio più, neanche come guest star. Insomma, sulle passerelle e nei saloni degli alberghi si sono presentati a correre tanti ( troppi) “giovani stilisti”, - non grandi artigiani è certo - che non riescono a sbalordire nessuno e riscuotono più sbadigli che applausi. Nei circa 40 eventi in programma, sono stati oltre 50 i designer e brand che hanno partecipato alla manifestazione, con presentazioni e sfilate di capi couture e di pre-collezioni ready-to-wear. Una delle più importanti novità di questa edizione è stato il lancio del Premio Franca Sozzani, istituito da Altaroma e Vogue Italia in collaborazione con Camera Nazionale della Moda e Pitti Immagine.La giornata inaugurale ha visto sfilare i brand Morfosis di Alessandra Cappiello, Moi Multiple della designer milanese Anna Francesca Ceccon e Greta Boldini (progetto vincitore di Who Is On Next? 2013). Poi è stata la volta della proiezione del film “Franca: Chaos and Creation” dedicato a Franca Sozzani, e poi è arrivato il cocktail party di apertura delle mostre presenti al Guido Reni District. Si trattava di mostre specializzate, per raccontare alcune caratteristiche e particolarità della moda italiana: “Vanitas – L’abito tra sacro e profano” era dedicata all’evoluzione del costume e del processo di differenziazione dell’abito; WDrops of Italian Glamour” proponeva quaranta abiti italiani, provenienti dalla collezione di Enrico Quinto e Paolo Tinarelli, che raccontano l’essenza dello stile italiano attraverso la storia; infine, “A. I., Prove tecniche di trasmissione” celebrava l’innovazione di giovani fashion designer, artigiani e costumisti. La mattinata di Venerdì 7 luglio è stata dedicata alla 13^ edizione di Who Is On Next?, progetto di AltaRoma, realizzato in collaborazione con Vogue Italia, dedicato alla ricerca di nuovi talenti nel mondo della moda. La giuria internazionale
ha deciso di nominare come vincitore di questa tredicesima edizione quale migliore collezione per la categoria prêt-à-porter Act n°1, disegnata da Galib Gasanov e Luca Lin: hanno proposto una moda multiculturale che sposa tradizione e culture street. Per la categoria accessori, hanno vinto a pari merito NicoGiani, brand di borse disegnato da Niccolò Giannini, e Andrea Mondin, designer di un nuovo brand di scarpe raffinate ed eleganti. Più tardi sono saliti in passerella Gianni Molaro, Sabrina Persechino, Rani Zakhem, Filippo Laterza, Antonio Marras con la sua I’M Isola Marras, Sylvio Giardina e il maestro Renato Balestra. Tra i migliori è risultato Giardina, che ha sfilato in una giornata caldissima, in un calendario scarno e desolante che ha visto un po’ di effetto solo nella performance di art couture di Molaro. Qualcuno dice che bisogna puntare sugli stranieri, che gli sforzi compiuti dai couturier nostrani non sono apparsi degni di standing ovation. Gli stranieri, in effetti, ad Alta Roma non mancano mai e qualche volta spariscono presto: li ritroviamo al lavoro a pieno ritmo, dietro le quinte di grandi griffes controllate dalle multinazionali che pensano ad accaparrarseli prima possibile. Erano presenti ad AltaRoma 2017designer turco Erkan Coruh e la stilista coreana Soocha. Tra i più applauditi ancora una volta compare Rani Zakhem, che ha offerto i consueti bagliori. Volendo tirare le somme, bisogna dire che mai come stavolta la tradizione manifatturiera e sartoriale, tipica di ogni red carpet e palcoscenico internazionale delle couture, era assente. Gli stilisti emergenti hanno puntato sull’innovazione, sul design, sulla componente narrativa: insomma, forse hanno sbagliato città. Pensavano di essere a Milano. Circa 150 studenti, inoltre, hanno potuto mostrare le proprie creazioni nei final work
RENATO BALESTRA: L’ALTA MODA SONO IO “L’ Alta Moda sono io. Lo dico con grande rammarico e un po’ di rimpianto. A Roma sono ormai solo io a fare Alta Moda. Sono molto contento, ma mi sento il Don Chisciotte dell’haute couture” È quanto ha affermato Renato Balestra presentando alla stampa la Princess Collection per l’autunno-inverno 2017-2018.“ Avrei preferito essere l’ultimo dei primi - ha poi aggiunto lo stilista - piuttosto che il primo degli ultimi. Ma forse questo è il mio destino. Con entusiasmo, continuo ad andare avanti”. Ad animare i 30 capi della collezione è il nero assoluto, illuminato da trasparenze e da inaspettati giochi di giallo sole e riflessi blu Balestra.“Era tanto tempo che non facevo il nero - continua lo stilista - in contrasto e in controtendenza con i rutilanti colori che si trovano nel pret-a-porter. Era giusto ritornare a qualcosa di più incisivo.” Il nume della couture della Dolce Vita ha presentato abiti tunica con pannello giallo oro impreziositi da raffinati ricami e intarsi sofisticati. Incisiva la palette, dal melograno del satin, con decor di nastri e pizzi ricamati. Nel finale, la sposa Balestra chiude la collezione avvolta in rivoli di tulle e ricami preziosi. Lo stilista triestino ha ricevuto un’ovazione mai vista. “Continuo a spingere l’acceleratore sull’Haute Couture in controtendenza con chi, per esempio, fa sfilare le mannequin con calzini corti a righe. Sono assolutamente convinto che bisogna anche educare i giovani al bello. Penso ci sia una sorta di sbandamento generazionale. Siamo a un punto di non ritorno”.“Il nudo estremo - ha poi aggiunto - non è elegante, non è intrigante, non è chic. Meglio intravedere che mostrare. Però tra i giovani oggi penso ci sia voglia di ricercatezza”. Infine Balestra ha lanciato una sfida alle nuove generazioni di designer: “Molti stilisti emergenti si stanno avvicinando alla moda - ha concluso - ma attenzione, non è solo questione di desideri e sogni da realizzare. Conta la volontà ma sersvono soprattutto il talento e la manualità”.
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Arena Lifestyle 07-8 2017/ HITECH - Le app da fotoritocco
In questa pagina, immagini dalle giornate dell’Alta Moda Roma 2017. La manifestazione sostenuta fino ad oggi dall’impegno di Silvia Venturini Fendi, potrebbe chiudere i battenti dal 2018, se non arrivano sponsor e soprattutto couturier adeguati. Le collezioni presentate lo scorso luglio hanno infatti alquanto deluso la stampa e i compratori. Bene la sezione studenti, che invece di aprire un atelier, vanno a rimpolpare gli uffici stile delle griffes.
Arena Lifestyle 10 2017/ FASHION - THE NEW COUTURE
Dopo l’estate si cambia
in calendario alla domenica e altrettanti ragazzi provenienti ion Awards 2016 come miglior brand britannico per la moda da università e scuole di moda hanno avuto la possibilità di maschile.Perché ci piace: incarna lo spirito del tempo al A sinistra, panorama di Singacollaborare alla realizzazione degli eventi. maschile senza provocazioni. pore. A destra, una delegaziI NUOVI NOMI DA TENER D’OCCHIO Sies Marjan: brand disegnato da Sander Lak, olandese one èdiilinvestitori di Singapore. Grace Wales Bonner. Stilista londinese, nasce 25 anni fa da 32enne nato in Brunei. I nome del suo Il mercato finanziario asiatico brand riunisce i nomi padre giamaicano e madre inglese. Dopo aver debuttato alla dei suoi genitori. Perchéunci discreto piace: potrebbe essere un nuovo oggi dimostra insettimana della moda di Londra con la collezione Primavera nome dellateresse modaverso europea, ogni donna vorrebbe suo un capo le grandi proprietà italiane, da trasformare Estate 2017 ispirata alla figura di Haile Selassie (in solitaria e nel propriostoriche guardaroba. in alberghi e Nata resort in di lusso. non più tra gli emergenti promossi da Fashion East), ha vinMelitta Baumeister. Germania, vive a New York. E’ to l’LVMH Prize 2016 come miglior nuovo talento dell’anno, stata selezionata nella rosa dei 23 candidati al premio LVMH assegnato per la prima volta a un brand di abbigliamento 2016 per i giovani designer, vinto da Grace Wales Bonner, ma maschile. Perché ci piace: sa amalgamare riferimenti diversi e non è passata inosservata. Potrebbe essere la nuova star della lontani con rara delicatezza. cosiddetta “moda minimalista e concettuale”. già ora di giro di poltrone per Assocastelli, l’associazione della proprietà di castelli, palazzi e ville d’Italia. Attico. E’ la coppia formata da Gilda Ambrosio e Giorgia TorKochè. E’ il brand disegnato da Christelle Kocher, 38enne Comunicati ufficiali dalla Presidenza non ne sono ancora usciti, ma negli ambienti vicini al consiglio si conferma che il dini. Entrambe designer italiane, nonché tra le preferite dei nata a Strasburgo, oggi vive a Parigi. Sogna di diventare una board sarà rinnovato prima dell’autunno e che chi ha dimostrato più entusiasmo che competenze, verrà sostituito, senza fotografi di streetstyle, hanno lanciato una limited edition stilista dall’età di 10 anni e crede nella differenze di genere, sconti. Intanto, alle porte dell’estate, l’associazione ha avviato un programma di promozione rivolto al mercato finanziario di in eclusiva per il colosso dell’e-commerce Net-A-Porter. Perin fatto di styling. “Mi sento vicina alle stiliste e alle artiste, Singapore che in questi ultimi 10 mesi ha registrato un discreto interesse verso le grandi proprietà italiane. ché ci piacciono: hanno capito che l’autopromozione ragionperché credo abbiano un approccio diverso. Quando sei una L’associazione ha aperto una propria delegazione a Singapore affidata a Filippo Olivi di Briana imprenditore italiano da molti ata porta al successo. E sono due donne opposte che fanno donna e crei abbigliamento da donna, è diverso rispetto a un anni presente nel paese, che si relazionerà con l’Ambasciata, l’Istituto Italiano di Cultura e operativamente con i principali squadra: il risultato è ancora più interessante. uomo». Perchè ci piace: è fortemente contemporanea. operatori turistici del paese. La regia è stata affidata al principe Emanuele Filiberto di Savoia, erede della casa reale italiana e Johanna Senyk. Parigina di origini polacche, è cresciuta priAdam Selman. 33 anni, vive a New York ma è nato in Texas. ambasciatore del patrimonio architettonico e immobiliare storico italiano. ma in Algeria e poi nella Valle della Loira. Il suo brand Wanda Ha iniziato a lavorare come designer pe le celebrity e oggi è L’iniziativa è sostenuta anche da Nicolò Marzotto, ambasciatore della Repubblica di Singapore in Italia. Singapore è una Nylon, nato nel 2013, l’ha lanciato dopo aver lavorato come conosciuto come la mente dietro ai look più belli di Rihanna. Stato con 5 milioni e mezzo di abitanti collegato con gli aeroporti di Milano Malpensa e di Roma Fiumicino grazie a voli stylist e come addetta ai casting da Givenchy e J.W. Anderson Perché ci piace: sa rivisitare il concetto di “sexy”. diretti (12 ore di volo per coprire i 10 mila km che separano i due paesi) da Singapore Airlines anche con pacchetti andata e Perché ci piace: sa calibrare con maestria lurex, plastica e verAmie Victoria Robertson. Ha iniziato prestissimo, oggi ha ritorno a tariffe molto interessanti, a partire da 800 euro, con atterraggio all’aeroporto di Milano Malpensa e Milano Linate nice abbinandoli a materiali molto classici. 26 anni e vive a Londra. Dopo una gavetta nell’ufficio stile Ata e Roma Fiumicino e Ciampino. Gola Damian. Ha 24 anni, è nato a Tbilisi, in Georgia. E’ stato di Marc Jacobs, ha debuttato con il supporto di Katie Grand Per sviluppare il turismo di alto livello c’è bisogno organizzare i collegamenti con alcuni itinerari principali: per Venezia e nominato da i-D uno dei nuovi prodigi della moda della scena Georgia May Jagger e Edie Campbell. Perché ci piace: nonosle Ville del Veneto , per Firenze e i Castelli della Toscana, per Roma e i suoi Palazzi, per la Puglia e il Salento, per la Sicilia e georgiana, potrebbe essere un possibile successore di Demna tante sia partita avvantaggiata grazie alle sue conoscenze nel Taormina, per la Liguria e Portofino. Gvasalia. Perché ci piace: sembra avere molto da raccontare. settore della moda, dà l’idea di poter crescere e migliorare. Lungo questi itinerari i turisti provenienti da Singapore possono essere ospitati nelle più belle dimore italiane (castelli, Craig Green. Nasce a Londra nel 1986. Incoronato da GQ palazzi e ville) e conoscere i più importanti personaggi dell’aristocrazia e dell’imprenditoria italiana. Oltre le dimore sono come rivelazione dell’anno, è stato premiato dai British Fashtre i settori che caratterizzano l’offerta le auto (l’Italia è apprezzata per le sue produzioni automobilistiche), la moda e il vino. Assocastelli ha stimato che Singapore ha una potenzialità di flussi verso l’Italia di oltre 200 mila turisti l’anno. Ma l’obiettivo di tutti i soci è anche quello di riuscire ad offrire soggiorni e tour a tariffe competitive soprattutto se confrontate a quelle della vicina Francia con i suoi castelli.
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Arena Lifestyle 7-8/17- AGENT PROVOCATEUR/ Il caso Contrada
Bon appetit, mon ami
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Tigre in cattività con un pasto ‘non cacciato’. A Zurigo, gli animali domestici ‘abbandonati’ ora vengono dati in pasto ai predatori dello zoo, ma prima se ne occupa il veterinario. Invece i topolini vengono offerti vivi ai gufi.
oniglietti, porcellini d’India, topolini. Sono molti gli animali domestici che varie persone, in Svizzera e no solo, prendono con sé con grande entusiasmo. Ma, rascorso un po’ di tempo, alcuni si rendono conto di non essere più in grado o di non avere più voglia di prendersene cura. Cosa fare allora? In alcuni casi i padroni di questi animali si rivolgono agli zoo. Allo zoo di Zurigo, ad esempio, gli animali domestici “abbandonati” vengono dati in pasto ai predatori carnivori. E chi li lascia allo zoo non solo ne è a conoscenza, ma firma una dichiarazione di consenso. Questo accade circa sei volte all’anno, secondo il direttore Alex Rübel. Prima di levare le proteste, è bene sapere che gli animali vengono uccisi secondo un rigido protocollo, naturalmente. - «Conigli e porcellini d’India vengono prima uccisi da un veterinario per poi diventare il pasto di tigri, leoni e leopardi», spiega Rübel. I topini vengono invece dati ai gufi. Allo zoo di Zurigo si sono rivolti anche i proprietari dei cani, che non sono stati accettati dalla struttura. «Sanno che allo zoo non abbiamo cani. Volevamo sapere a quale destino avrebbero voluto consegnarli», spiega la portavoce Rita Schlegel. Ma si tratta solo di eccezioni. Gli animali che vengono lasciati allo zoo sono spesso in cattive condizioni, ma vengono accettati solo quelli in buona salute. «Noi non facciamo nulla che sia contronatura - continua Rübel -. I carnivori mangiano carne. È peggio quando questi animali vengono abbandonati (e succede) nella zona della foresta pluviale Masoala all’interno dello zoo: non è il loro habitat e rischiano di prendere delle malattie». Lo zoo di Basilea invece non accetta animali. Gli aspiranti ex proprietari vengono dirottati verso lo zoo Dählhölzli di Berna dove arrivano persone che vogliono disfarsi dei propri animali domestici: «Da uno a cinque esemplari alla settimana conferma il curatore Marc Rosset -. Sono perlopiù topi, ratti, porcellini d’India e conigli, così come polli, con cui vengono alimentati linci, lupi e leopardi». Lo zoo di Basilea, invece, rifiuta gli animali «perché non ne conosciamo lo stato di salute», spiega il portavoce Valentin Kressler. «Non condannateli a morte» - Helen Sandmeier della Protezione animali svizzera è sconvolta: «Non è possibile condannare in questo modo a morte il proprio animale domestico. Chi ne diventa proprietario si assume la responsabilità della sua cura. Questo comprende il trovargli un posto adeguato quando non è più possibile prendersene cura di persona. Ci sono molti rifugi sul territorio». Anche Antoine Goetschel, il primo avvocato per la tutela degli animali nel mondo, attacca i proprietari: «Non hanno pensato alla responsabilità che comporta quando hanno deciso di prendere un animale? Potrebbe essere estremamente traumatico apprendere che l’animale domestico tanto amato diventi mangime per bestie feroci». Non è colpa dello zoo - Né Helen Sandmeier né Antoine Goetschel incolpano gli zoo per questa situazione. «Se si offrissero pubblicamente di “accoglierli”, diventerebbero il santuario degli animali indesiderati - spiega l’avvocato -. Questo renderebbe accettabile la pratica agli occhi dei proprietari stufi. Chi destina il proprio animale a questa fine sostiene di farlo per il suo bene».
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dietro un sorriso, una storia
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