ARENA
WEB MAGAZINE ANNO III N.26 APRILE 2017
Rivista mensile web a distribuzione gratuita, supplemento di Commodity World weekly. Prodotta e diretta da Katia Ferri Melzi d’Eril www.katiaferri.com
Arena Lifestyle supplemento del settimanale on line Commodity World Weekly - Anno I I n.. 22 12 /2016 registr. al Tribunale di Pavia n. 673 dell’11/5/2007
LIFESTYLE
LORELLA CUCCARINI E LE ALTRE CHE LO HANNO COMBATTUTO PATRIZIA PETERLINI BRECHOT CHE LO SCONFIGGERA’
VERSO IL FUTURO, SENZA CANCRO
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VERSACE’S MURDER LE NUOVE FICTION CON LA CRUZ E BANDERAS KATIA FERRI MELZI D’ERIL
Arena Lifestyle 05/17- Editoriale
EDITORIALE di Katia Ferri Melzi d’Eril
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i cancro una volta si scriveva solo sui magazine di medicina e sui femminili dedicati alle over quaranta. Ma oggi è un argomento sempre più trattato anche nelle scuole, è la buona causa di tanti eventi, è l’argomento che solleva la massima attenzione nei salotti. Anche Arena Lifestyle vuol contribuire alla maggior diffusione delle informazioni sulle cure, sui centri di ricerca e sulle novità che ogni giorno ci fanno sperare: battaglia dopo battaglia, vinceremo la guerra. A Pavia, per esempio, c’è il Cnao, il centro nazionale di Adroterapia Oncologica: una struttura teecnologicamente avanzata, per il trattamento dei tumori radioresistenti e non operabili, mediante l’uso di ioni carbonio e protoni. Questa macchina per la cura dei tumori esiste solo in altri tre luoghi: il Giappone, la Cina e la Germania. Ma la nostra cover vuole occuparsi di chi ha già vinto, per ora, in tema di ricerca: è la professoressa Patrizia Peterlini Brechot, che ha trovato una nuova via per la prevenzione dei tumori, un test straordinario che - è certo - rivoluzionerà le nostre vite, permettendoci di scoprire quale sarà il nostro ‘tallone di Achille negli anni a venire’, vale a dire la patologia tumorale che potrebbe colpire il nostro organismo. Questa straordinaria ricercatrice italiana, che ovviamente lavora all’estero (a Parigi per la precisione) è attualmente bersaglio di una incredibile campagna di svalutazione: se vincesse la sua battaglia, le cure oncologiche si ridurrebbero molto, nel futuro. L’abbiamo già visto questo film, quando ci dicevano che i voli aerei non potevano costare meno, quando internet lo usavano solo gli eserciti, quando il casco e le cinture se li mettevano solo i piloti della Formula 1. Non resta che aspettare, con fiducia. Magari riposandosi tra le case coloratissime delle Cinque Terre, località indimenticabile della Liguria, o tra le profumatissime colline della Provenza, dove sta per fiorire la lavanda. O ancora godendosi una meritata crociera, alla quale attenzione, mai presentarsi senza un guardaroba adeguato, con le novità di stagione. La primavera ci fa apprezzare di più i piatti di mare e i vini bianchi, magari scelti dalla nuova guida presentata a Vinitaly. Anche le bollicine, ideali per una notte in discoteca o per guardare un film sul divano: o meglio, una delle nuove fiction di prossima uscita. Come quella sull’omicidio di Gianni Versace, un mistero ancora non ben chiariato, che ci porta nella Miami di fine Anni Novanta.
In alto, l’attore Ben Stiller, colpito da cancro alla prostata, protagonista di varie campagne di prevenzione in Usa. Sotto, le nuove consolle per dj, viste all’ultimo Mir di Rimini, la fiera del nighclubbing. Qui sopra, spighe di lavanda in fioritura, sulle dolci colline della Provenza.
ARENA LIFESTYLE anno II° n. 26, maggio 2017 -Editore e Direttore responsabile: Katia Ferri Melzi d’Eril Supplemento gratuito mensile del settimanale web Commodity World Weelkly - Registr. Tribunale di Pavia n.673 17/5/2007. redazione: Villa Melzi d’Eril, via Colombarone 13, Belgioioso PV - Italia Hanno collaborato: Michele Castoldi, Cecilia Consoli, Francesca Grimaldi Contatti: katiaferri@hotmail.com, Facebook: Katia Ferri Melzi d’Eril - Tutti i diritti riservati
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Arena Lifestyle 05/17- In questo numero
SOMMARIO
4/ EDITORIALE di Katia Ferri Melzi d’Eril
MAGGIO 2017
5/ SOMMARIO Aprile 2017
34-35 /MUSICA, LIBRI Rovazzi e Morandi ci fanno volare 36-37/ WEEK END Le Cinque Terre, perla di Liguria
6-7/ TREND & CO: la smart house Arriva il maggiordomo elettronico
38-40 /GRAND TOUR WORLD Il Tour della lavanda in Provenza
8-13/ OMNIBUS MOSTRE MAGGIO 2017 14-17/SALONE DEL MOBILE I trend più forti della kermesse made in Italy
44/ WINE & CO I top nella guida di Vinitaly 2017
20-21/ PEOPLE I Party di primavera
45/ FOOD & CO Osteria da Fiore, eccellenza di Venezia
22-29 /COVER STORY: VERSO UN MONDO SENZA IL CANCRO
46-50/FASHION Le collezioni Cruise delle grandi griffe
30-31 EVENTI TOP: Arena Media Star ricorda Leonardo al Senato
50-53/ FASHION & MOVIE Versace’s murder, le nuove fiction
32-33/ MAGGIO AL CINEMA Le nuove pellicole che ci faranno sognare
58/AGENT PROVOCATEUR Il bruco che mangia la plastica 5
Arena Lifestyle 05/17- TREND: La smart house
IL MAGGIORDOMO ELETTRONICO
L’uso dei comandi vocali è la nuova frontiera dell’automazione domestica, con metodi di controllo e attivazione molto semplificati, ma sicuri. Si può comandare tutto stando a letto.
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Oggi si punta alla Smart Home, un ambiente sempre più controllabile con l’aiuto della tecnologia applicata alla casa. Si aggiungono tante altre funzioni, che possono essere comandate attraverso la propria voce, in totale sicurezza e con una praticità insospettabile. Il passo avanti è rivoluzionario, le funzioni domotiche installate nelle case diventano una specie di maggiordomo elettronico che nel tempo ci aiuta anche a migliorare le nostre abitudini. Tutto ovviamente passa attraverso un tablet o uno smartphone di ultima generazione, facilmente programmabile attraverso una app dedicata e una bella varietà di softoware presenti sul mercato mondiale, che consentono di operare a qualsiasi distanza da casa. Basta avere una connessione internet disponibile e la wi-fi attiva, per controllare la propria abitazione attraverso la domotica, utilizzando solo comandi vocali. Il grado di sofisticazione raggiunto dai software di riconoscimento ha permesso di accelerare la diffusione, a tutto vantaggio degli utilizzatori di tutte le età. Naturalmente tutto inizia con l’assegnazione di nomi specifici alle stanze
e ai dispositivi installati, che fanno capo ovviamente a una centralina di controllo. Questa attiva gli imput per il funzionamento da un ricevitore, collegato alla rete wi-fi, a sua volta programmabile con user name e password da qualsiasi dispositivo, che possa permettere di scaricare la app gestionale. I sistemi attualmente commercio sono in grado di dare una buona risposta ai comandi vocali, confermando l’attivazione o meno di una richiesta specifica. Se si pronuncia il comando concordato ‘ chiudi le persiane della camera da letto’ si potrà sentire la rsisposta ‘ persiane tutte chiuse’ oppure ‘ ostacolo presente per la chiusura, se per esempio in terrazzo c’è una pianta che, con i rami, invade l’area di scorrimento delle tapparelle. Si possono anche fare domande del tipo: “quali sono le luci accese in soggiorno?”, per veder comparire sul display la piantina della stanza con le luci effettivamente accese. Le nuove interfacce vocali sono programmate per riconoscere la voce dell’utilizzatore e le sue parole, raccogliendole in un ampio vocabolario vir-
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Arena Lifestyle 05/17- TREND: La smart house
tuale che ne aggrega alcune a gruppi, per facilitare la visualizzazione sul display o la risposta vocale del sistema. Con alcuni software, per esempio quello di Abb, è possibile anche combinare una logica dubitativa. Se si inizia una frase con il suffisso ‘se...’ e si pone un dubbio al sistema, questo potrà dare varie risposte, utili per risolvere il problema e rispondere con precisione a una chiamata. Per migliorare il comfort di una abitazione, si possono programmare poche mosse giuste, quando si progetta di costruire o ristrutturare un immobile. Oggi i limiti della domotica non esistono, tutti i contenuti in una casa (dai titoli dei volumi in una libreria alle scadenze dei cibi nel frigo, alla discoteca dei dvd e dei cd, tutto è può essere aggganciato alla centrale di controllo, che gestisce archivi elettronici e selezioni automatizzate. Se dunque si programma una temperatura di 22 gradi in una stanza, bisognerebbe aspettarsi che il sistema chiuda automaticamente le finestre se venisse rilevata una salita della temperatura interna piuttosto repentina. E poi si potrà attivare il climatizzatore. Allo stesso modo, se si vuol entrare in casa e vedere il sistema audio in funzione che riproduce un brano musicale a una certa altezza, bisogna prima sceglierlo presso l’app, poi muoversi col tablet, collegato via web con l’archivio della casa. Senza alzarsi dal letto, la mattina, con una app come Mylos free home è possibile accendere la radio, alzare le tapparelle, avviare la caffettiera elettrica, avviare la doccia e intanto scaldare un toast. Ma se il sistema è colllegato a prese elettriche, sensori di temperatura e movimento oltre che a timer, sparsi nelle stanze, nel giardino e nel garage, ecco che tutta la casa può essere tenuta sotto controllo, combinando vari scenari, richiamabili con la pressione di un solo pulsante del display touch screen, sempre presente su tablet o smarthpone. Sarà possibile ascoltare una musica diversa in ogni stanza e riprodurre diversi film in diverse stanze, recuperando i titoli dai server digitali collegati via web. Già ora è possibile attivare le telecamere interne ed esterne per un controllo visivo oppure si può essere avvisati tramite email o notifiche push se sta succedendo
qualcosa di anomalo in casa. I limiti alle applicazioni domestiche di fatto non esistono. Si tratta solo di valutare le proprie esigenze e affidarsi a un buon integratore di sistemi che ci ascolterà attentamente, per programmare al meglio le funzioni più adatte per la propria Smart Home. Comunque tutto è ancora destinato a cambiare. Nel prossimo decennio la tecnologia digitale sarà incorporata nella struttura degli edifici in modo che i computer possano controllare ogni aspetto della casa e comunicare con i suoi abitanti dovunque essi siano. Gli edifici del futuro non avranno prese per l’energia elettrica. La tecnologia a induzione consentirà di ricaricare telefoni, robto e altri oggetti tecnologici senza fili. Per risparmiare energia, i computer che controlleranno gli elettrodomestici spegneranno automaticamente tutto ciò che non è in uso. La casa intelligente sarà in grado di accogliere gli ospiti e fermare gli intrusi utilizzando la scansione biometrica per confermare l’identità. Sarà in grado di leggere il viso dei suoi abitanti, oltre a riconoscere i loro comandi vocali e e i loro gesti. La casa potrebbe capire se un figlio è triste e scegliere una delle sue canzoni preferite per tirargli su il morale. Le case saranno popolate di robot piccoli, defilati e silenziosi, occupati nelle noiose faccende domestiche. Alcuni saranno in grado di arrampicarsi sulle pareti o volare, in modo da poter raggiungere le ragnatele anche negli angoli più nascosti. Lo stickybott, ispirato a un geco, sarà sul soffitto, mentre in basso, il piano di cottura sarà impegnato da altre macchine intente alla preparazione di un minestrone: ci sarà un robot cuoco che stazionerà davanti al vetro interattivo di cottura del piano induzione. Intanto sul tavolo, il digital chocholatier si occuperà di creare cioccolatini personalizzati. Infine i nuovi incredibili frigoriferi del futuro, conserveranno e raffredderanno il cibo tenendolo sospeso in un gel bio polimerico, invece ospitandolo sui ripiani.
NEAR FIELD COMMUNICATION Nel futuro la Smart Home dialogherà ovviamente con molti oggetti che acquisteremo durante il nostro shopping intelligente. Molti articoli oggi cominciano ad essere dotati di microchip chiamati Targhette di identificazione a radiofrequenza (RFID) che sono in grado di trasmettere informazioni semplici sull’oggetto, come il numero di serie e il prezzo. Questo possono essere controllati con uno scanner e alcuni nuovi Smartphone. Le targhette RFID sono già usate come dispositivo di sicurezza e per aiutare i negozi a stabilire cosa è stato comprato e cosa deve essere automaticamente riassortito. Nel corso dei prossimi 5-10 anni questa tecnologia sarà sostituita con una più simile ma avanzata, chamata ‘comunicazione in prossimità’ (NFC). Con l’RFID le etichette possono trasmettere segnali agli smartphone, ma la conversazione è a senso unico. Con NFC la conversazione è a doppio senso, perchè oggetti, pubblicità, pareti, banconi, sacchetti e scatole possono comunicare con lo smartphone di un utente. Quando il telefono e l’etichetta sono messi a distanza di 10 cm l’uno dall’altro, possono scambiarsi informazioni. Per esempio, in presenza di un prodotto che interessa, basta avvicinare il telefono, per prenotare o per pagare quel che serve a casa. E quel che serve verrà comunicato dal sistema gestionale domestico, dopo la rilevazione effettuata dai robot camerieri. 7
Arena Lifestyle 05/17- OMNIBUS MOSTRE
FIRENZE, fino al 23 Luglio
Maggio 2017 Monza
La Fondazione Palazzo Strozzi presenta al pubblico “Bill Viola. Rinascimento elettronico”, una grande mostra che celebra il maestro indiscusso della videoarte contemporanea dagli Anni Settanta a oggi. La mostra ripercorre, attraverso straordinarie esperienze di immersione tra spazio, immagine e suono, la carriera di questo artista, mettendo in luce la speciale relazione tra Bill Viola e Firenze: è proprio qui che l’artista ha iniziato la sua carriera nel campo della videoarte quando, tra il 1974 e il 1976, è stato direttore tecnico di art/tapes/22, centro di produzione e documentazione del video.
Verona
FINO AL 2 LUGLIO
“Da Monet a Bacon”, una nuova imperdibile mostra presentata alla reggia di Monza e composta da 60 opere, tra olii, acquerelli e grafiche. Essa ripercorre oltre un secolo di arte internazionale, attraverso i suoi maggiori interpreti, da Claude Monet a Edgar Degas, da Dante Gabriel Rossetti a John Everet Millais, da Pablo Picasso a Francis Bacon, da Roy Lichtenstein a Andy Warhol e molti altri. La mostra, prodotta da Nuova Villa Reale, Cultura Domani e ViDi, con la collaborazione di ArtGlass e il patrocini del Comune di Monza e del Consolato Generale del Sud Africa, è curata da Simona Bartolena. L’esposizione consente al pubblico di scoprire l’affascinante storia della Johannesburg Art Gallery, aperta al pubblico nel 1910, che vanta un patrimonio di grande valore artistico. In contemporanea, alla Villa Reale si tiene La storia dell’arte raccontata ai bambini, un progetto didattico pensato per introdurre i più giovani al grande mondo dell’arte. Il percorso, suddiviso in stanze multisensoriali, si pone come obiettivo quello di educare i più piccoli alla Bellezza.
FINO AL 3 SETTEMBRE
AMO Arena Museo Opera - Palazzo Forti presenta la mostra “Toulouse-Lautrec. La Belle Époque”, una grande retrospettiva dedicata all’aristocratico bohémien considerato il più grande creatore di manifesti e stampe tra il XIX e XX Secolo. Il percorso illustra l’arte eccentrica e la ricercata poetica anticonformista e provocatoria - tra le più innovative tra Ottocento e Novecento - di uno degli artisti oggi più apprezzati e ammirati; un’anima da “artista tormentato” fin dall’infanzia e non adeguatamente “riconosciuto”, seppur pervaso da un fortissimo slancio ottimista e dalla consapevolezza della bellezza della vita. Una bellezza semplice, dai contorni volutamente sfumati e da vivere in momenti dissoluti, dai colori forti e spregiudicati e priva di abbellimenti, nei disegni come nelle tinte. In mostra circa 170 opere, tutte provenienti dalla collezione dell’Herakleidon Museum di Atene: litografie a colori, manifesti pubblicitari, disegni a matita e a penna, grafiche promozionali e illustrazioni per giornali diventati emblema di un’epoca indissolubilmente legata alle immagini dell’aristocratico visconte Henri de Toulouse-Lautrec.
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Arena Lifestyle 05/17- OMNIBUS MOSTRE
NAPOLI fino al 13 Giugno Al Palazzo Reale di Napoli apre al pubblico “The Young Pope: la mostra”: trentotto grandi foto che raccontano la prima regia televisiva del Premio Oscar Paolo Sorrentino. Un percorso di immagini tra personaggi, scene e ricostruzioni di quello che è stato il più importante evento televisivo dell’anno, realizzate sul set durante i lunghi mesi in cui Gianni Fiorito, fotografo di scena, ha seguito la lavorazione della serie tv, una produzione internazionale con un vasto pubblico diffuso in 110 paesi.
Perugia
Venezia
FINO AL 15 SETTEMBRE
FINO AL 26 GIUGNO
Alla Collezione Peggy Guggenheim in mostra i bei dipinti surrealisti di Rita Kernn-Larsen, un inedito approfondimento dedicato alla rinomata pittrice danese. Si tratta di un’esposizione intima e raccolta, che inaugura le due nuove sale espositive del museo, le “Project Rooms”: spazi destinati ad accogliere progetti espositivi raccolti e mirati, finalizzati ad approfondire il lavoro di un artista, o specifiche tematiche legate alla produzione artistica di un determinato interprete del XX secolo, legato alla collezione di Peggy. La mostra riunisce un’importante selezione di dipinti provenienti da collezioni danesi pubbliche e private, tra cui la National Gallery of Denmark di Copenhagen, il Kunstmuseet di Tønder, e il Kunsten Museum of Modern Art di Aalborg. In mostra anche fotografie e documenti inerenti la sua personale esperienza alla Guggenheim Jeune, e una video-intervista fatta all’artista in occasione della sua partecipazione alla Biennale di Venezia del 1986. Tutti i giorni alle 15 presentazioni gratuite della mostra con l’acquisto del biglietto d’entrata.
A Palazzo Baldeschi in mostra una straordinaria collezione di opere d’arte provenienti dalle raccolte di Fondazioni e Banche italiane, a cura di Vittorio Sgarbi: “Da Giotto a Morandi. Tesori d’arte di Fondazioni e Banche italiane”. La mostra intende valorizzazione lo straordinario patrimonio artistico posseduto dalle Fondazioni di origine bancaria e delle Banche italiane. Si tratta di un patrimonio ampio che, per la varietà della sua composizione e per la sua stratificazione temporale, può essere considerato il volto storico e culturale dei diversi territori della nostra penisola. Questa particolare attività collezionistica è un aspetto del più complessivo impegno culturale delle Banche e delle Fondazioni, in una dimensione più ampia di attività e di impegno verso la comunità di riferimento: acquisto, recupero, restauro e quindi tutela e valorizzazione di opere che altrimenti andrebbero disperse.“Un patrimonio privato messo a disposizione del pubblico in un’ottica non privatistica, ad integrazione di una attività culturale che i musei pubblici nazionali non potrebbero permettersi”, aggiunge il curatore Vittorio Sgarbi.
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Arena Lifestyle 05/17- OMNIBUS MOSTRE
ROMA, AI CONFINI DELLA MERAVIGLIA. FINO AL 9 GIUGNO A Roma prosegue la mostra “Ai confini della meraviglia. Un percorso espositivo ed esperienziale, un viaggio alla scoperta di 1000 borghi Italiani”, un affascinante percorso espositivo attraverso le eccellenze delle 18 Regioni che partecipano all’iniziativa Borghi – Viaggio Italiano: oltre 1000 destinazioni, simbolo dell’Italia più autentica, faranno immergere i visitatori in un viaggio virtuale tra borghi e le località dei paesaggi legati a illustri personaggi della cultura italiana.
Pienza
Milano
FINO AL 30 GIUGNO
Al Conservatorio S. Carlo Borromeo la mostra “Francesco Rustici detto il Rustichino, caravaggesco gentile e il naturalismo”. La presenza di una splendida pala di Francesco Rustici raffigurante la Madonna col Bambino e i Santi Carlo Borromeo, Francesco, Chiara, Caterina e Giovanni Battista, permette di costruire attorno a quest’opera una interessante esposizione riguardante principalmente l’attività del Rustichino, di cui sono presenti, riuniti insieme per la prima volta, diversi capolavori. La sezione si prefigge anche lo scopo di illustrare l’ambiente familiare in cui avvenne la prima formazione del pittore, con dipinti di Alessandro Casolani e Vincenzo Rustici, proponendo anche opere di quelle personalità artistiche che tanta importanza ebbero nella sua evoluzione stilistica, quali, ad esempio, Orazio Gentileschi e Antiveduto Gramatica e si chiude con una rassegna di dipinti eseguiti da pittori senesi suoi contemporanei come Rutilio e Domenico Manetti, Bernardino Mei, Astolfo Petrazzi e Niccolò Tornioli che, in misura diversa tra loro, subirono l’influsso della pittura naturalista
FINO AL 25 GIUGNO
La fortuna dell’Ultima Cena di Leonardo da Vinci, nel refettorio della Chiesa delle Grazie, comincia con la comparsa dei suoi problemi di conservazione. Vale a dire subito. Iniziata nel 1494 con una tecnica a suo dire innovativa e terminata nel 1498, mostrò subito i gravissimi problemi che a metà del Cinquecento, fecero esclamare a Vasari che ormai non si vedeva più che una macchia abbagliata. Il veloce deterioramento fu accompagnato da un altrettanto veloce proliferare di copie diffuse ovunque, decretando così la nascita di uno dei miti iconografici più famosi e duraturi della storia dell’arte. La mostra Archeologia del Cenacolo, in corso nelle sale dell’Antico Ospedale Spagnolo del Castello Sforzesco di Milano, racconta appunto la storia dell’icona leonardesca, dalle copie cinquecentesche fino alla serigrafia su tela di Andy Warhol, “Sixty last suppers” del 1986.
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Arena Lifestyle 05/17- OMNIBUS MOSTRE
AGRIGENTO fino al 12 Agosto L’esposizione “Dal manoscritto al libro a stampa - Opere rare e di pregio della Lucchesiana”, curata dalla Biblioteca Lucchesiana, la Biblioteca Museo “Luigi Pirandello” e la Soprintendenza per i Beni Culturali e Ambientali, espone circa 50 opere, in ordine cronologico di data. Manoscritti, incunaboli, cinquecentine e seicentine selezionati tra il materiale raro e di pregio posseduto, per ripercorrere la storia della più antica istituzione bibliotecaria di Girgenti ed illustrare l’evoluzione della forma del libro, dal codice al volume a stampa.
Nuoro
Napoli
FINO AL 31 MAGGIO
Al Museo MAN la prima mostra antologica in Italia dedicata a Berenice Abbott, una delle più originali e controverse protagoniste della storia fotografica del Novecento. La mostra, a cura di Anne Morin, presenta una selezione di ottantadue stampe originali realizzate tra la metà degli anni Venti e i primi anni Sessanta. La mostra al Museo MAN racconta le tre principali fasi della produzione fotografica di Berenice Abbott (Ritratti, New York e Fotografie scientifiche) attraverso una ricca selezione di scatti, tra i più celebri della sua produzione, e materiale documentario proveniente dal suo archivio. Il percorso espositivo fornisce un quadro generale del grande talento e della variegata attività di Berenice Abbott. Uno dei progetto più significativi dell’artista, “Changing New York”, è totalmente volto a registrare le trasformazioni della città di New York in seguito alla grande depressione del 1929. La sua attenzione si concentra sulle architetture, sull’espansione urbana e sui grattacieli che progressivamente si sostituiscono ai vecchi edifici, oltre che sui negozi e le insegne. Il risultato è un volume, tra i più celebri della storia della fotografia del XX secolo, che raccoglie una serie straordinaria di fotografie caratterizzate da forti contrasti di luci e ombre e da angolature dinamiche, ad esaltare la potenza delle forme e il ritmo interno alle immagini.
FINO AL 5 GIUGNO
Il Museo Archeologico Nazionale di Napoli presenta al pubblico la mostra personale di Alessandro Kokocinski (Porto Recanati, 1948) dal titolo “Kokocinski. La Vita e la Maschera: da Pulcinella al Clown”, promossa ed organizzata dalla Fondazione Terzo Pilastro – Italia e Mediterraneo. L’esposizione contempla un corpus di oltre settanta opere polimateriche dalle tecniche fortemente innovative – dipinti, sculture, altorilievi, installazioni, disegni, filmati, versi poetici, libri d’artista – ispirate alla metamorfosi della «maschera», che l’artista definisce «mediatrice fra noi e il vuoto insondabile celato», la cui iconografia accompagna da sempre la storia e la storia dell’arte: fra mito, finzione, realtà. La cartapesta – medium essenziale di quasi tutti i lavori – è assoluta protagonista, elemento coagulante, materia dell’effimero. Il limite tra pubblico e palcoscenico si assottiglia fino a scomparire. La marionetta si cala nell’umano, l’umano si trasforma in burattino. Il percorso espositivo si articola in sei aree , scalate con continuità di rimandi: L’Arena; Pulcinella; Petruška; Sogno; Il Clown; Maschera Interiore.
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Arena Lifestyle 05/17- OMNIBUS MOSTRE
BOLOGNA fino al 7 Gennaio Il Museo della Storia di Bologna si rinnova inserendo nel suo percorso una nuova area espositiva 3D dal titolo “La Macchina del Tempo”, un’innovativa applicazione di realtà virtuale che permette al visitatore di vivere in prima persona un’esperienza immersiva nella Bologna del XIII secolo: un vero e proprio viaggio nel tempo durante il quale il visitatore ha la possibilità di camminare dentro la scena, passeggiando per le strade e salendo sulle numerose torri della Bologna medievale, per poi spiccare il volo nella “selva turrita”.
Roma
Muro Lucano
FINO AL 16 LUGLIO
FINO AL 27 AGOSTO
Al Complesso del Vittoriano - Ala Brasini la mostra dedicata a un grande protagonista della Belle Époque, un pittore straordinario che ha immortalato nei suoi ritratti le donne più belle dell’alta società parigina: Giovanni Boldini. La mostra si presenta come una delle più ricche e spettacolari esposizioni antologiche degli ultimi decenni, proponendo al pubblico olii e pastelli tra i più rappresentativi della produzione di Boldini e di altri artisti a lui contemporanei, oltre a una piccola selezione di disegni su carta e incisioni. L’esposizione, che conta circa 160 opere, alcune delle quali raramente esposte, ricostruisce passo dopo passo il geniale percorso artistico del grande maestro italo-francese che non è stato solo uno dei protagonisti di quel periodo ineguagliabile, o solo il geniale anticipatore della modernità novecentesca, ma colui che nelle sue opere ha reso ed esaltato la bellezza femminile, svelando l’anima più intima e misteriosa delle nobili dame dell’epoca, per lui “fragili icone”.
Al Museo Archeologico Nazionale la mostra “Immagini del Mondo Fluttuante. le opere dei grandi maestri giapponesi del periodo Edo nella collezione Yasunami”. Il movimento artistico giapponese UKIYO-E (immagini del mondo fluttuante) è senza dubbio quello più rappresentativo della millenaria arte del Sol Levante. Sviluppatosi tra gli inizi del ‘600 e la metà dell’800 e dopo l’apertura del Giappone ai rapporti con l’Occidente, influenzò gli artisti dell’impressionismo europeo. Le opere esposte provengono dalla collezione privata di una prestigiosa famiglia samurai di Tokyo e sono state donate al Centro Culturale Franco-Italiano di Muro Lucano che da più di venti anni intrattiene relazioni culturali e di amicizia con il Giappone. L’anniversario dei 150 anni delle relazioni tra i due paesi, con eventi in Italia e Giappone, è stata l’occasione per organizzare In Basilicata la mostra. Va ricordato che è la prima volta in assoluto per l’Italia del Sud che stampe xilografiche dei più grandi maestri dell’Ukiyo-e sono esposte al pubblico.
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Arena Lifestyle 05/17- OMNIBUS MOSTRE
CAPRICCI E PAESAGGI A CREMONA, FINO AL 27/6 “Lo sguardo sul mondo: vedute, capricci, paesaggi” è la rassegna aperta a Cremona al Museo Civico “Ala Ponzone”, che valorizza la ricca collezione d’arte della Fondazione Cariplo, 766 dipinti, 118 sculture e 53 tra oggetti e arredi. Dal 2007 ne promuove la divulgazione attraverso il progetto Open Artgate, del quale fa parte l’iniziativa Open, che prevede un tour espositivo delle opere della collezione, in partenariato con le Fondazioni delle varie comunità locali. Questa rassegna è dedicata alla pittura paesaggistica dal Seicento al Novecento, attraverso una quarantina di dipinti di pittori come Alessandro Magnasco, Gaspare Van Wittel e Felice Giuseppe Vertua.
Genova
Palermo
FINO AL 4 GIUGNO
Palazzo della Meridiana, nel cuore di Genova, propone una ampia e documentatissima retrospettiva di Sinibaldo Scorza, caposcuola della pittura genovese del Seicento con la mostra “Sinibaldo Scorza – Favole e natura all’alba del Barocco”. La mostra, curata da Anna Orlando, affermata esperta di pittura genovese e fiamminga, presenta circa trenta dipinti di Scorza, la sua unica e rarissima incisione nota, una ventina tra disegni e miniature, nonché un volume manoscritto con l’albero genealogico della famiglia miniato dal pittore stesso. Animalista straordinario e sublime narratore quando inscena i miti di Circe, Orfeo o Didone, narrati come fiabe nella natura della sua campagna ligure-piemontese ritratta dal vero con i cieli e i monti azzurri presi a prestito dai nordici, Sinibaldo Scorza vive poco ma lavora moltissimo, specie con matita e penna. Alle sue opere sono affiancate una trentina di opere degli artisti fiamminghi e genovesi del suo tempo, per ricostruire il contesto da cui è scaturita la sua arte singolare. La mostra è divisa in 5 sezioni tematiche: “Gli esordi di un pittore aristocratico”, “ Dal vero al sacro”, “ Favole e miti”, “ La scena di genere fiammingo-genovese”, “Paesi incantati”.
FINO AL 31 AGOSTO
Al Palazzo Reale, nella Sala del Duca Di Montalto, sono esposte una settantina di opere tra dipinti e sculture, in gran parte o raramente mai esposte, riunite nella mostra “Novecento Italiano”. Una storia per illustrare gli esiti di un secolo che ha segnato momenti molto importanti nella produzione artistica italiana. Le opere in mostra sono di autori importanti come Futur Balla, Umberto Boccioni, Gino Severini, Carlo Carrà, Filippo De Pisis, Felice Casorati, Filippo Campigli, Giorgio De Chirico, Renato Guttuso, fino a Giorgio Morandi, Lucio Fontana, Mario Schifano, Mimmo Paladino. Tra le opere più apprezzate anche “Giovane donna” (la signorina), una tela di Antonio Donghi, datata 1927.
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Arena Lifestyle 05/2017- MIR, la fiera del nightclubbing
NIGHTCLUBBING? SI’ MA IN FIERA Cresce l’economia della notte, della discoteca, del live in piazza, allo stadio, in villa e in masseria. Cresce il business dei consumi notturni e anche quello delle tecnologie per l’audio e le luci. Aumentano i fatturati i dj, gli animatori, gli scenografi e i coreografi. Insomma, per un mondo che passa mai di moda, ci voleva una fiera. Dopo il primo tentativo, si decolla. E torna a Rimini, in edizione potenziata, Music Inside (MIR)
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a febbre del sabato sera non accenna a scendere. Anzi aumenta. E gli operatori del settore si danno appuntamento sulla costa romagnola, per progettare insieme il futuro. Tutti a Rimini fra pochi giorni, per la seconda edizione di Music Inside Rimini, la fiera che si occupa di show business e musica, di tecnologie per lo spettacolo e il nightclubbing, che quest’anno avrà come madrina l’attrice Anna Falchi . Sull’onda del successo della scorsa edizione, che ha visto partecipare oltre 9.000 visitatori professionali e organizzare 130 tra appuntamenti e spettacoli, Italian Exhibition Group SpA (IEG), punta a mantenere e consolidare un format unico nel suo genere, che ha dimostrato di coniugare al meglio le esigenze e le curiosità sia del pubblico professionale, sia di quello amatoriale con esposizione e live show, sperimentazioni e test di prodotto, eventi e formazione. Infatti, gli addetti ai lavori del mondo dello show business, così i tanti appassionati del settore musicale, potranno accedere anche in questa edizione ad aree specificatamente riservate al Live con ben 9 palchi, alle tecnologie legate al lighting, audio, rigging, video, design e clubbing presentate dalle più importanti aziende nazionali ed internazionali. A precedere la manifestazione, il 5 e 6 maggio, saranno le attese performance del Music inside Festival (17.000 presenze nel 2016) che tornerà a presentare in fiera spettacoli musicali dal vivo con un’esclusiva selezione di deejay di fama mondiale. Ad alcune conferme (SvenVäth o Dj Ralf, nuovi campioni come LenFaki, Ilario Alicante) si aggiunge prima di tutto l’headliner di questa edizione, Paul Kalkbrenner. Il mondo più strettamente techno sarà rappresentato
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Arena Lifestyle 05/2017- MIR, la fiera del nightclubbing
A di là del cuore del festival, situato come sempre negli spettacolari spazi della Fiera di Rimini, MiF vivrà anche sul lungomare (nella serata del venerdì) o in club che hanno fatto la storia come Peter Pan ed Altro Mondo.
da alcuni campioni globali del genere (Chris Liebing, Sam Paganini, Sasha Carassi); il crocevia tra techno, electro e house sarà presidiato da Loco Dice, MathiasTanzmann, Sasha Carassi, Patrick Topping, SergeDevant, &Me, The Drifter, Julian Perez, SergeDevant; e poi fuoriclasse come The Martinez Brothers, Jackmaster, Davide Squillace. Ci sarà anche una grande presenza di dj/producer italiani, guidata dalle leggende Pastaboys, Bastinov e dal live dei Pôngo. Ma quanto vale l’economia della notte? Cambiano in Italia (come del resto in tutta Europa) i riti e i ritmi di quella che viene definita “economia della notte”. Se prima a imperare era solo la discoteca, oggi sono in voga anche altri luoghi dedicati al divertimento e al ballo. Soprattutto in estate si balla un po’ ovunque: in spiaggia, in ville private, nelle masserie. Discoteche e locali da ballo classici mantengono comunque il loro ruolo di richiamo dei flussi turistici, soprattutto dall’estero. Nell’82,4% dei casi, ha calcolato un’indagine della Fipe (la Federazione dei Pubblici Esercizi) il ruolo e la presenza di discoteche e locali notturni è centrale nella scelta dei turisti, tanto che circa il 60% del fatturato di questi locali deriva da clienti non residenti sul territorio. Un indotto che, per le sole località di vacanza, vale quasi 5,5 miliardi di euro.Sono poi 29 milioni gli italiani che più volte l’anno frequentano locali notturni e 16 milioni li frequentano ogni settimana. Di questi, 8 milioni frequentano discoteche più volte l’anno e 6 una o più volte a settimana. Ma l’economia della notte non è solo discoteca. Ci sono anche - e pesano in maniera rilevante e crescente - bar, ristoranti e locali pubblici aperti tutta la notte, e poi cinema e teatri, centri benessere e spa dove si fa show. In totale è un mondo che fattura più di 70 miliardi di euro all’anno dando lavoro, in maniera stabile o temporanea, a circa 1,5 milioni di persone. In particolare, discoteche e altri locali notturni fatturano 5,3 miliardi, cinema, teatri e locali per spettacoli musicali. Insomma, la crisi non si sente. Il settore infatti ha registrato dal 2014 una crescita di oltre il 10%, sia in ter-
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Le industrie italiane produttrici di luci, sistemi di illuminazione e impiantistica per musica ed eventi si espandono costantemente all’estero. Puntando su prodotti di altissima qualità, infatti, riescono a contenere la concorrenza di Paesi come la Cina che risulta particolarmente agguerrita. tecnologiche, Innovation4Entertainment, uno spazio in cui si incontrano il mondo dell’intrattenimento e del clubbing, e Music Inside Festival, organizzato da Lemmo’s con una line up tra le più potenti mai assemblate in Italia, questa seconda edizione si arricchisce di nuove sezioni. La prima è “Professional Video & Broadcast”, nella quale si potranno trovare esposte le attrezzature e le tecnologie legate al mondo dell’audiovisivo; la seconda area invece è dedicata ai “Sistemi Integrati”, vale a dire alle soluzioni per l’implementazione di progetti audio video di elevato livello tecnologico; la terza è Music Inside Education, un’area nella quale, nell’arco dei tre giorni di manifestazione, i professionisti del settore potranno accedere ad un’ampia scelta di workshop e convegni; ultima, ma non meno importante Arena Startup, una novità riservata esclusivamente al mondo delle giovani imprese. La sezione Broadcast vede come protagonista il know-how di IBTS (Italian Broadcast & Technology Show), precisamente studiata non solo come momento di incontro tradizionale tra produttori e pubblico professionale, ma anche come opportunità formativa. Infatti, durante i tre giorni di Music Inside Rimini, è previsto un fitto calendario di workshop di approfondimento sia tecnico, come per l’utilizzo dei gimbal o la corretta creazione dell’audio in supporto al video, sia più trasversale, quali per esempio gli aspetti legali alle produzioni audio-video. L’inserimento di IBTS nella nuova area di Music Inside Rimini è stata una scelta strategica importante, che permette di
mini di nuove aperture, sia in termini di pubblico. È il risultato dell’indagine di settore effettuata da KeepOn, il circuito dei live club italiani, composto da 279 locali. Il report 2016 elaborato da KeepOn conferma i dati che erano stati forniti a gennaio 2015 da Italia Creativa, lo studio sull’industria dello spettacolo italiana elaborato da Ernst & Young su commissione del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo. Lo studio, che prendeva in esame gli anni 2012, 2013 e 2014, ha stimato in 46,8 miliardi di euro l’utile prodotto dall’intero settore delle arti (il 2,9% del PIL nazionale). Il 50% di questo tesoretto è rappresentato proprio dai ricavi da concerti, attività di ballo e performance musicali in genere (quasi 2,9 miliardi). Anche la ricerca del Cerved, commissionata da Assomusica, ha evidenziato la crescita di un settore che solo nel 2015 ha registrato un fatturato di 690 milioni di euro (+7,8 % rispetto all’anno precedente) e una previsione stimata per il 2016 di 750 milioni, con una nuova crescita dell’8,7%. Considerevoli anche i dati relativi all’occupazione: su un campione di 204 imprese si registrano ben 1600 unità. Prendendo in considerazione le 68 imprese di servizi, i numeri sono molto più alti (2600 addetti). In questa edizione della Fiera, oltre alle 4 macro aree già sperimentate, ossia Technology Expo, dove i più importanti brand internazionali espongono le tecnologie professionali per il mondo dello spettacolo, c’è LiveYouPlay, con 9 palchi live dove verranno presentate e testate dal vivo le innovazioni
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La prima edizione di MiF – Music Inside Festival nell 2016 è stata un grandissimo successo (17.000 presenze, un’esperienza eccezionale offerta a tutti in quanto a ricchezza della line up, impatto spettacolare, qualità audio, gestione logistica). Soprattutto, è stata lo stimolo per non accontentarsi e sedersi al tavolo per progettare una seconda edizione ancora più ricca e coinvolgente. Il risultato è un festival che quest’anno cresce in durata (ai due giorni “ufficiali” di venerdì 5 e sabato 6 maggio 2017 si aggiunge anche la domenica, con una serie di eventi speciali), cresce nella ricchezza della line up, cresce nella consapevolezza di essere il più grande evento di matrice dance in Italia – con la responsabilità anche “cronologica” di essere l’appuntamento che apre, in grandissimo stile, la stagione estiva di un’area fondamentale ed iconica come la Riviera Romagnola. visiva. Arena Startup, è una speciale iniziativa che MIR ha voluto intraprendere, per sottolineare il suo impegno al fianco delle piccole giovani imprese del Made in Italy, offrendo loro uno spazio per sviluppare e incrementare le loro idee di business nel settore video e broadcasting. Un progetto importante che è nato grazie alla collaborazione con IBTS (Italian Broadcast and Tecnologies Show) e che rappresenta un autentico arricchimento dell’offerta in tema di innovazione tecnologica. Da sottolineare la nuova serata evento del 7 maggio, in fiera di Rimini, con i protagonisti del mondo del clubbing e delle organizzazioni di eventi e spettacoli, tra artisti ed ospiti nazionali ed internazionali. A completamento dell’offerta, nel contesto della manifestazione rivolta ai professionisti dello show business, e che già vede 5 aree quali Technology Expo, LiveYouPlay, Innovation4Entertainment, Music Inside Festival e Sistemi Integrati, la nuova area “Professional Video & Broadcast”, precisamente studiata non solo come momento di incontro tradizionale tra produttori e pubblico professionale, ma anche come opportunità formativa. Infatti, durante i tre giorni di Music Inside Rimini, è previsto un fitto calendario di workshop di approfondimento sia tecnico, come per l’utilizzo dei gimbal o la corretta creazione dell’audio in supporto al video, sia più trasversale, quali per esempio gli aspetti legali alle produzioni audio-video.
fornire, all’interno di un unico contesto, una visione ancora più completa del settore audio-video. La sezione Sistemi Integrati, in collaborazione con Connessioni, sarà non solo un’area espositiva, ma un progetto a 360° che comprenderà soluzioni, eventi, formazione e tanti momenti di incontro e scambio. Per le aziende un’imperdibile occasione di mostrare cosa sia l’integrazione di sistemi, per i professionisti l’opportunità di toccare con mano le potenzialità dei sistemi integrati, di partecipare a forum ed eventi, prendere parte a seminari e formazione. Nella sezione Music Inside Education, spazio alla formazione e all’aggiornamento professionale nell’ambito delle 3 macro aree presenti a Music Inside Rimini: Sistemi Integrati, in collaborazione con Connessioni Magazine; Mondo Musica, in collaborazione con DOC Servizi; Professional Video & Audio, in collaborazione con IBTS. Esperti di sistemi integrati, progettisti, ingegneri, impiantisti, architetti potranno accedere ad iniziative quali per esempio il convegno di un’intera giornata “Smart Environments” focalizzato su l’uso della multimedialità e connettività per lavorare e studiare, nel quale verranno presi in esame reali case history per chiarire le potenzialità e caratteristiche applicative delle tecnologie Audio, Video e Controlli in questi ambienti. Ma i momenti di incontro riguarderanno anche l’analisi di temi legati alle tecnologie e alle più ampie opportunità di mercato, come l’integrazione dei sistemi integrati nel settore nautico, IoT, parchi a tema, Digital Signage e comunicazione
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Arena Lifestyle 05/17- GREEN - Giardini d’Italia
GIARDINI D’ITALIA DA SCOPRIRE
Villa Borghese, uno dei giardini più belli della capitale. La moda del giardino è stata lanciata dai Medici a Firenze e poi esportata in tutto il mondo. Il giardino è un luogo di pace, di meditazione, di bellezza e di elevazione dello spirito, di gioco amoroso e di celebrazione della natura nella sua straordinaria varietà.
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lla fine della primavera sboccia la stagione migliore per visitare i giardini italiani, dal Rinascimento ai giorni nostri. Non esiste un luogo migliore di un giardino per passeggiare, per cercare pace e riflessione o per conversare amabilmente con qualcuno. Non esiste un Paese al mondo con tanti giardini spettacolari come l’Italia. La moda del giardino nacque nel Rinascimento, grazie ai Medici di Firenze, che ne diffusero la moda. Da allora non ci fu famiglia che non arricchisse la propria residenza di un giardino. Il giardino parla o non parla del suo proprietario, rivela o nasconde i suoi gusti, i desideri e la sua filosofia. Può esssere teatro o può essere labirinto, luogo di grandi incontri amorosi. Può essere barocco, razionale, romantico all’inglese o con le siepi all’italiana: anche oggi molti si affidano a grandi progettisti per creare un nuovo giardino o per restaurare uno già esistente, per renderlo uno spazio armonioso, che inciti i suoi ospiti alla meditazione. Ogni giardino è sempre un’ opera complessa, sia dal punto di vista tecnico che ideologico. E’ spesso una struttura a più livelli, è spesso arricchito da elementi di carattere ludico (come laghi, labirinti) o votati alla riflessione spirituale (come statue o templi) o alla contemplazione della bellezza. Nei giardini italiani hanno passeggiato
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re e regine, scienziati e cantanti, sono stati firmati patti, guerre, armistizi, sono stati decisi matrimoni e sono stati scritti romanzi. Tra i grandi giardini d’Italia e tra i giardini più antichi, quelli della residenza di Carlo Emanuele II di Savoia a Venaria Reale godono oggi di una nuova linfa vitale. Dichiarata Patrimonio dell’Umanità dall’Unesco, la Venaria dal 2007 è stata oggetto di una complessa opera di restauro. Suddiviso tra Parco Alto, Parco Basso e l’Asse Centrale, il giardino ospita tutti gli stili, antico e moderno, storico e innovativo. Nel suo perimetro, 10 ettari di frutteto con ortaggi ed essenze fiorite, il giardino a Fiori, il Roseto e il Gran Parterre. Centinaia di visitatori arrivano ogni anno a visitare i giardini Hanbury a Ventimiglia. Un giardino da vedere almeno una volta nella vita. Un percorso storico e didattico a pochi passi dal confine con la Francia. Prende il nome dal suo fondatore Thomas Hanbury che, insieme al fratello Daniel, trasformò questi rilievi da uliveti e vigneti a giardino botanico dalle valenze farmacologiche e naturalistiche. Dall’unione di agronomi, botanici, naturalisti e medici del tempo è nato un giardino che non ha eguali in nessuna parte del mondo. E che dire di Boboli a Firenze con il suo teatro e il lago? E del giardino di Bomarzo, in alto Lazio, con i suoi giganti di pietra.
Arena Lifestyle 05/17- GREEN - Giardini d’Italia
Fra i più belli del Nord Est, il giardino di Merano, dove l’imperatrice Elisabetta d’Austria, la famosa Sissi, amava passeggiare. Questo parco circonda Castel Trauttmansdorff e possiede ancora il vecchio castagno sotto il quale l’imperatrice riposava, durante le sue cure termali e i famosi bagni di latte d’asina. Fu lei anzi a disporre a costruzione di ameni sentieri coperti di ghiaino, vicino al Castello, per poter passeggiare al riparo dal ‘trambusto del mondo’. Il giardino di Villa Borromeo Visconti Litta fu teatro di amori burrascosi: Ugo Foscolo, vi sorprese la sua amante, Antonietta Fagnani Arese, tra le braccia di un altro uomo e decise di punirla con una serie di scudisciate ‘sulle gentil terga’, come testimoniò Giuseppe Rovani nel suo romanzo “Cento Anni”. La Villa Arconati, a Castellazzo di Bollate, è un museo a cielo aperto. Il suo artefice, Galeazzo Arconati, era infatti un celebre collezionista. Il giardino è un vero tripudio di costruzioni barocche e ospita per la maggior parte alberi e arbusti autoctoni, come il castagno, il carpino, il faggio. La famiglia infatti sembra non gradisse la moda del tempo, ovvero quella di coltivare specie esotiche. Passeggiando tra i viali si incontrano ingegnose fontane che realizzano curiosi giochi d’acqua. Pare che lo stesso sistema che le regola sia stato realizzato da Arconati seguendo gli studi di Leonardo da Vinci. Degni di nota sono i teatri di Diana, il teatro delle Quattro Stagioni e il labirinto. Alla Villa Litta di Lainate soggiornò invece Stendhal, durante il famoso Grand Tour. I giochi d’acqua del Ninfeo lo bagnarono a sorpresa: “Conviene guardarsi bee dal passeggiare soli colà” scrisse. “Il giardino è pieno di getti d’acqua fatti apposta pre inzuppare gli spettatori. Posando il piede sul primo gradino di una certa scala, sei getti d’acqua mi sono schizzati tra le gambe.” Egli ammirò molto anche i giardini di Villa Carlotta, ancor oggi una splendida enclave sul Lago di
Como, descritta da Flaubert, con la bellissima scala che scende in acqua e la statua di Amore e Psiche, una perfetta replica della celeberrima opera di Antonio Canova, realizzata dallo scultore Tadolini. La fanciulla era talmente bella che Flaubert non resistette alla tentazione di baciare quelle labbra perfette. Terrazze, fontane, aiuole geometriche, balaustre. Passeggiando tra i vialetti di Villa Carlotta si può godere della vista di alte siepi, tunnel di agrumi, antichi roseti. Lo scrittore francese Flaubert scriveva di una “scalinata di pietra che scende fino nell’acqua per imbarcarsi, i grandi alberi, le rose che spuntano su una fontana”. Sulle stesse sponde, intanto, crescevano le essenze esotiche volute da Francesco Melzi d’Eril nella villa di Bellagio, posseduta oggi dalla famiglia Gallarati Scotti, che possiede un parco bellissimo, visitabile, pieno di essenze esotiche e antiche. A proposito di piante antiche, ecco a Montagnana di Serramazzoni, in provincia di Modena, il Museo delle Rose Antiche, . Una favolosa opera di recupero del territorio, che ha seguito le regole della natura. Ci sono voluti sette anni per ripristinare questi 43 ettari di colline modenesi abbandonati, in un unico grande museo naturalistico all’aria aperta e che ospita al suo interno 3.600 esemplari di rose, suddivise in 750 varietà. Qui i fiori, coltivati in tre ettari a loro dedicati, convivono con alberi e arbusti spontanei e crescono rigogliosi. Oggi il museo è punto di riferimento a livello internazionale per la coltivazione delle rose antiche. Passando ai giardini più ludici, è d’ obbligo ricordare quello dedicato a Pinocchio, costruito nella cittadina pistoiese di Collodi, su progetto di Pietro Porcinai che volle creare uno spazio dedicato allo scrittore Carlo Collodi, che inventò il burattino più famoso del mondo, unico personaggio creato da un autore italiano presente nella collezione di film disegnati da Walt Disney.
DAL GIARDINO AL LABIRINTO Il più grande giardino con labirinto del mondo è quello della Masone, in provincia di Parma. Quello di Villa Pisani a Stra, in provincia di Venezia, era stato creato nel 1720 per ospitare un gioco amoroso molto speciale. Nella torretta centrale una dama attendeva il primo dei cavalieri che fosse riuscito ad arrivare da lei, dopodichè si offriva come premio e svelava la sua identità. Proprio qui si consuma l’amore tra il poeta Gabriele D’Annunzio ed Eleonora Duse, descritto nel romanzo “Il Fuoco”: l’intrigo di siepi di bosso diventa un luogo in cui perdersi, per poi ritrovare l’amata e, con essa, la via maestra. Di fronte alle spesse pareti vegetali c’è poco da fare, bisogna affidarsi al proprio intuito e alla capacità di osservazione per uscire. I suoi nove cerchi concentrici ancora oggi accolgono visitatori curiosi e bambini audaci che vogliono cimentarsi nel raggiungimento della torretta centrale, sorvegliata dalla statua di Minerva, protettrice di tutte le arti, e scalarne le due scalette elicoidali. Possono così osservare dall’alto i propri compagni di gioco, incitarli alla giusta scelta e farli uscire dalle strade cieche. Entrare e uscire da un labirinto racchiude però un significato che va al di là del contingente. Richiede spirito di osservazione, capacità di orientamento, e di superare le difficoltà in un tempo variabile. Non è difficile Il famoso labirinto di Villa Pisani a scorgere in questo impegnativo percorso un parallelo ideale con il cammino della vita Stra, con i suoi nove cerchi concentrici, dell’uomo e con il raggiungimento di una maggiore coscienza e conoscenza. è stato progettato nel 1720.
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Arena Lifestyle 05/17- PEOPLE / i party di primavera
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Se The Party is here e soprattutto must go on, ecco le location che vi sono state più care, nel Nord italia, in questo mese: battaglia dei cuscini a Milano, ai giardini di Corso Sempione (1), una delle divertenti kermesse importate dall’estero. Per esempio a Parigi, a due passi dal Louvre, in questi giorni sono state scaricate centinaia di tonnellate di sabbia, per permettere accese sfide di volley urbano, con tanto di rete e arbitro. Mentre gli spettatori seguono dalle sedie a sdraio, portate nella ‘city beach’ . Alla Venaria Reale, dove sono aperti gli splendidi giardini, una Caravaggio experience che ha entusiasmato grandi e piccoli (2). Per gli appassionati di food, l’evento Cibo a regola d’arte (3,4) con i superchef italiani e un brillantisismo Jerry Scotti. Il Milano Rhum Festival all’hotel Marriot ha richiamato in città centinaia di appassionati del liquore caraibico. Ottimo successo anche per il il live show di Mif (5, 6, 7,13). Grandi personalità hanno calcato le scene nel corso della Milano Design Week, di cui abbiamo scritto ampiamente nell’ultimo numero. Fra i tanti alcune personalità indiscusse come per esempio Giorgio Moroder, autore e produttore di grandi nomi come Donna Summer (9) e Lenny Kravitz (10). Alla fiera Tempo di Libri, nuova expo dell’editoria a Milano alla sua prima e sofferta edizione, arriva Francesco Gabbani, il vincitore del Festival di Sanremo con il tormentone Occidentalis Karma (11,12). Tra le presenze più attese e più discusse, quella del giornalista Roberto Saviano, ospite di vari incontri e di una seguitissima tavola rotonda.
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Arena Lifestyle 05/17- PEOPLE/ i party di primavera
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(Prove generali per il concertone del Primo Maggio a Roma (1) Pierfelice degli Uberti e signora con il conte Guido Anzilotti, il barone Roberto Jonghi Lavarini e il soprano Larissa Judina (2): si brinda con il consigliere Bernie Ferretti, che festeggia al Just Cavalli di Milano (7) Una notte contro la violenza a Roma (3). Il 10 aprile 2017 si tenuto presso la sala convegni del 1° Municipio di Roma il primo convegno “Obiettivo No Violence” Relatore e moderatore Michele Simolo. Erano presenti I Love Papà, Radio voz Latina, Radio Roma con una diretta, il Patron di Fantastica 2017 Cav. Gianni Sardella, On. Antonio Paris, vari ospiti dello spettacolo: Nadia Bengala, Chiara K Pavoni, Marianna Petronzi, Lucia Batassa, Cristina Sciabbarrasi, Sara Lauricella, Georgia Viero, Stefania Corradetti, Marilù De Nicola, Ioana Avramescu, Elena Parmegiani, Valentina Eudizi, Marzia Sedoc, Maria Gaia Pensieri, Antonietta Tondo. La Pasqua a Milano: arcobaleno in Piazza Duomo (4). Festa pasquale ortodossa con le tradizionali uova rosse a Milano per la principessa di Georgia Burduli, accolta dalla baronessa Panchulize (5, nella foto 8 con la principessa Francesca Caetani Lovatelli). Festa di San Marco con maxi bandiere e processione a Venezia (6). La Pasqua in Irpinia, con recital del tenore Nicola Pisaniello, pronto per cantare alla Turandot di Torre del Lago Puccini, durante il cartellone estivo. (10). Incontro con l’astronauta Nespoli a Bologna. Petali preziosi alla presentazione dei nuovi gioielli primaverili di Dogale Jewellery a Venezia: orecchini floreali intercambiabili e ciondoli in vetro di Murano e oro con la testa della Medusa.
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Arena Lifestyle 05/17- COVER STORY/ Un mondo senza cancro
LA SFIDA DI PATRIZIA PER UN FUTURO SENZA IL CANCRO La ricercatrice italiana Patrizia Paterlini ha imboccato una direzione diversa per scoprire l’origine dei tumori. Il suo libro “Uccidere il cancro” in cui spiega il suo lavoro, fa scoppiare una polemica incredibile. La sua intervista da Bruno Vespa scatena una valanga di telefonate alla Rai e agli oncologi italiani. Che, invece di applaudire, la attaccano. Come scriveva Dante, ‘nemo profeta in patria’.
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l sogno di tutti gli scienziati dello scorso millennio è stato uno solo: trovare la strada giusta per sconfiggere il cancro, per curarlo come una qualsiasi altra malattia grave ma non letale. E adesso cosa succede? Qualcuno la imbocca e scoppia un putiferio. Invece di supportare, collaborare e finanziare, scoppia un mare di polemiche. Come al solito è una questione di campanili e di soldi. La ricercatrice italiana oggetto della polemica è duvuta andarsene in Francia per trovare chi finanziasse la sua ricerca senza speranza e ora che corona il sogno di una vita, vedere la luce in fondo al tunnel, la attaccano i suoi compatrioti. Dopo l’uscita del suo libro “Uccidere il cancro” con Mondadori, ha partecipato a una puntata di “Porta a Porta” , scatenando migliaia di telefonate alla Rai e ai medici di famiglia le ire degli oncologi che vedono vacillare il futuro (già, è capitato anche ai produttori di fax e macchine per scrivere, ricordate?). Ma per raccontare questa storia, dobbiamo partire dall’inizio. Dall’incre dibile scoperta compiuta da una donna straordinaria, la professoressa Patrizia Paterlini Bréchot, oncologa, docente di Biologia cellulare e molecolare all’universtità Descartes di Parigi e direttore di un’équipe dell’Inserm (Institut national de la santé et de la recherche medicale). Quasi 30 anni fa, ha deciso di diventare ricercatrice. Da allora questa tenace emiliana adottata dalla Francia perchè noi l’abbiamo cacciata via, ha speso tutte le sue en-
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Arena Lifestyle 05/17- COVER STORY/ Un mondo senza cancro
La show woman Lorella Cuccarini, che nel 2002 ha scoperto e curato un tumore alla tiroide, conclusosi con l’asportazione della ghiandola. Oggi segue una dieta e prende farmaci ogni giorno ma sta bene. LORELLA CUCCARINI: SONO VIVA (SENZA TIROIDE) GRAZIE ALLA PREVENZIONE La nostra copertina di maggio ha il sorriso travolgente di Lorella Cuccarini, la ballerina e showgirl scoperta da Pippo Baudo, che è diventata una straordinaria show woman, carismatica figura del sabato sera e del musical italiano. La diagnosi di un tumore e la tiroidectomia avrebbero distrutto chiunque. Ma Lorella Cuccarini, oggi costretta a prendere ogni giorno un farmaco, non ha mai mollato. La sua storia inizia nel 2002, con una visita dall’endocrinologo.«Dimagrivo ogni giorno di più», racconta alla rivista Ok Salute. «Ero nervosa e inquieta… Consultai uno specialista endocrinologo e la sua sentenza mi lasciò senza respiro:“neoplasia”. Tumore. Quelle tre sillabe che hanno ridotto in frantumi la mia vita». Mentre ascoltava il medico, Lorella interpretava i segnali preoccupanti che il suo corpo le dava già da tanto tempo. Sempre più magra, ogni giorno di più, strane tachicardie, occhiaie, un nervosismo perenne e fuori luogo, la perdita di voglia di fare. Abituata allo stress da spettacolo, si ripeteva che era solo una questione di stanchezza. Per questo non aveva dato troppo peso al leggero rigonfiamento sulla gola. “Ho avuto familiari e amici colpiti dal cancro. Alcuni ce l’hanno fatta, altri no. Mentre il medico pronunciava quella parola, mi rendevo conto che tutto era cambiato improvvisamente. E mi sentivo in colpa, pensavo di aver sottovalutato la magrezza, innaturale anche per una donna come me, che certo grassa non è. Non sapevo ancora con esattezza a cosa stavo andando incontro, ma lì, nello studio del medico, appresi un primo, fondamentale insegnamento: bisogna comprendere il linguaggio del corpo, bisogna prestare attenzione a quello che accade dentro di noi. Parole banali? Possono salvarti la vita.” Nel giro di pochi giorni le prelevarono alcune cellule dalla tiroide per l’esame istologico. Solo così era possibile capire se si trattava di un tumore maligno. “I giorni successivi furono terribili. Mio marito e i miei quattro figli erano angosciati, anche se io cercavo di non drammatizzare. Il medico mi spiegò che, nel caso di un carcinoma alla tiroide, la prognosi è di solito molto buona. La notizia che il nodulo era benigno, mi fece sentire come rinata. Passai alla fase due, accettare la malattia, combatterla e guarire”. Dopo un bombardamento di farmaci però il nodulo anzichè rimpicciolirsi aumentava di volume, diventava ben visibile. Cominciano i fasatidi alle corde vocali. La neoformazione era tanto grossa da comprimerle, rendeva faticoso il cantare e portava molta stanchezza. È stato un momento molto difficile. “Ma sono una persona forte, che non mette la testa sotto la sabbia e chiama le cose con il loro nome. Sapevo quello che avevo e conoscevo i rischi che stavo correndo. Il nodulo, con il tempo, poteva evolversi in una neoplasia maligna”. A un certo punto le prospettano un intervento chirurgico, una tiroidectomia, cioè l’asportazione di tutta la tiroide. E’ la cura più drastica, ma anche quella con le migliori probabilità di successo. Lorella sceglie senza indugio di farsi operare. Dirada gli impegni professionali e si prepara. Sa che può farcela. Dopo l’operazione, vive una seconda attesa: devono eseguire un esame istologico del nodulo. Di nuovo si sente sospesa tra la speranza e quella terribile parola, carcinoma. Per fortuna, l’esame risulta ancora una volta negativo. Il recupero è lento. Comincia a ingrassare, perché non ha più la tiroide, che regola il metabolismo basale, e il battito cardiaco è più basso del normale. Da allora deve dunque sottoporsi a una dieta rigida per recuperare il peso di una volta. Ma lei è da sempre una ballerina, la dieta non le pesa. “Oggi sto benissimo. Prendo ogni giorno un farmaco, la L-tiroxina sodica, e non ho più nessuno dei disturbi che mi avevano colpito all’inizio della malattia. Ogni tanto sento ancora crescere dentro di me la preoccupazione che il nodulo abbia lasciato qualcosa nel mio corpo. Per questo mi sottopongo ai controlli ogni due o tre mesi. So che la malattia non è ereditaria, quindi sono tranquilla per i miei figli. La storia della mia tiroide perduta la racconto a tutti, con il sorriso sulle labbra».
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Arena Lifestyle 05/17- COVER STORY/ Un mondo senza cancro TUTTE LE STAR CHE CE L’’HANNO FATTA Anche i vip si ammalano e soffrono. Molte star italiane e internazionali ce l’hanno fatta. E oggi sono in prima linea per sensibilizzare l’opinione pubblica e lanciare messaggi di speranza a tutti coloro che soffrono quotidianamente contro il cancro. Sono davvero tanti i vip che sono riusciti a sconfiggere con successo una delle malattie più terribili degli ultimi secoli. L’ attrice Angelina Jolie che ha scelto la mastectomia totale per allontanare il cancro più diffuso, quello al seno. Ha scioccato il mondo con suo articolo sul New York Times in cui affermava di essersi sottoposta a una doppia mastectomia preventiva perché portatrice di un gene “difettoso”. Le era stata pronosticata una probabilità dell’87% di sviluppare il cancro al seno, malattia per cui sono morte la madre, la nonna e la zia. Ora la percentuale di rischio è scesa al 5%. “Mi auguro che altre donne possano beneficiare della mia esperienza”, aveva scritto. La straordinaria cantante Anastacia ha dovuto combattere per ben due volte e contro lo stesso tumore. L’ attore, comico e regista statunitense Ben Stiller ha vinto la sua battaglia contro il cancro alla prostata: egli ha parlato pubblicamente della sua operazione per spronare tutti, e in particolar modo i giovani, a informarsi sui sintomi del tumore alla prostata e a fare esami frequenti. Il famoso e popolare attore americano ha infatti sottolineato che pur essendo il secondo tumore più mortale negli uomini è anche uno dei più curabili: “E’ stato un test, quello del Psa, a salvarmi la vita”. Diversi anni fa anche un altro celebre divo di Hollywood, Robert De Niro, ha vinto la sua battaglia contro il cancro alla prostata. Anche una star della musica nostrana, Emma Marrone, ha dovuto fare i conti, da giovanissima con il cancro: nel 2001 è stata operata per un tumore maligno al collo dell’utero. Gli specialisti le avevano dato due mesi di vita se l’intervento non avesse funzionato. Hugh Jackman nell’autunno 2013 è stato colpito dal tumore della pelle e si è sottoposto a ben cinque operazioni. L’ha annunciato via social network invitando i suoi fan a proteggere la pelle dal sole per prevenire la comparsa del cancro cutaneo. Dustin Hoffman è stato operato per un tumore nel 2013. Michael Douglas ha rivelato, solo qualche anno più tardi, di essere stato vittima di un tumore al cavo orale. L’affascinante attore britannico Sean Connery è stato colpito da un cancro al rene. Anche da noi è fin in troppo lunga anche la schiera delle donne vittime di tumore. L’attrice Nancy Brilli, che ha avuto un tumore all’ovaio. Rosanna Banfi e Monica Guerritore sono state colpite da tumore al seno. La nostra cover lady, Lorella Cuccarini, vittima di un tumore alla tiroide, ha subìto un intervento chirurgico. L’attrice e conduttrice radiofonica Giorgia Surina si è sottoposta a un delicato intervento di asportazione di un tumore benigno.La cantante Sheryl Crow ha sofferto di tumore al seno e di mengioma, mentre la “tata” televisiva più famosa di sempre, Fran Drescher ha sconfitto un cancro all’utero, lo stesso con cui ha dovuto fare i conti anche la star italiana Alba Parietti. Anche la protagonista di Sex & The City, Cynthia Nixon, invece, fa parte di quella percentuale, più alta di quanto si pensi, di donne che hanno lottato contro il tumore al seno, fortunatamente con successo. A sinistra dall’ alto: Nancy Brilli, Angelina Jolie, Ben Stiller
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La cantante Kilye Minogue, che ha sconfitto un brutto tumore al seno, nel maggio 2005. Diagnosticato quasi per caso, durante un tour, per via di una stanchezza non ordinaria per lei. Da quel momento in poi, è iniziato un percorso difficile: chemioterapia, ed una parziale mastectomia. La cantante ha tentato di vivere il più lontano possibile dai riflettori. ‘E’ difficile capire cosa si prova se non ci si è passati. Il sentito dire, non conta.” ergie, la sua intelligenza e anche molto del denaro di famiglia per vincere, non una sola battaglia ma l’intera guerra contro il cancro. «Voglio arrivare alla fine dell’esistenza e guardarmi allo specchio sapendo che sono riuscita a salvare tante vite», afferma ogni giorno. Obiettivo centrato, si direbbe. La professoressa ha creato il test Iset (Isolamento per dimensione delle cellule tumorali), una tecnica in grado di diagnosticare un tumore anche 4 o 5 anni prima che si manifesti e quindi di abbattere in modo significativo la mortalità. E’ un primo passo, specifica. Ma lei sta già lavorando sul secondo. Cos’è esattamente l’Iset? «Un esame del sangue che riesce a individuare la presenza di cellule neoplastiche circolanti nell’organismo, interviene molto prima che il tumore raggiunga una dimensione tale da essere “visibile” con Pet, Tac e risonanza magnetica. Nel caso del cancro al seno, per esempio, gli studi epidemiologici hanno dimostrato che l’invasione tumorale ha inizio 5-6 anni prima della diagnosi. Un tempo che, nelle cure, può fare la differenza. Purtroppo il test ha ancora un limite: non è in grado di individuare l’organo da cui derivano le cellule malate. Per ora, almeno, perché la ricerca è già in fase avanzata, spiega la scienziata. Qualcuno potrebbe domandarsi: ma non esistono già i “marker” per rilevare la presenza di un cancro attraverso un prelievo di sangue? Certo: i marker sono molecole e possono essere associate a una neoplasia o alla sua evoluzione. Ma non danno la certezza della diagnosi. Invece le cellule sì, perchè sono molto più grandi, sono l’unità biologica del tumore: isolarne una significa trovare una parte della neoplasia senza il rischio di incorrere in falsi negativi e falsi positivi. Certo, le cellule tumorali circolanti sono rare: una per millilitro, mescolata a 5 miliardi di globuli rossi e a 10 milioni di globuli bianchi. Ma siccome sono più grandi delle altre, per individuarle la professoressa Paterlini ha messo a punto un sistema basato sulle dimensioni, a cui segue la diagnosi citopatologica. In pratica, una sorta di pap-test applicato al sangue. In medicina quello è
l’esame che ha salvato più vite: da quando è stato introdotto, le morti per tumore al collo dell’utero sono calate drasticamente. Ma, chiariamolo subito: questo test che sicurezza garantisce? «Quella di riuscire a individuare una cellula tumorale in 10 millilitri di sangue. Una sicurezza validata da altri scienziati nel mondo e da 42 studi indipendenti su oltre 2.000 pazienti con tumore» spiega la professoressa a centinaia di testate. Nella ricerca che usa l’Iset sono stati coinvolte delle cavie umane? «Certo. Fin qui 245, di cui 168 affetti da broncopatia cronica ostruttiva: grandi fumatori a forte rischio di sviluppare un cancro del polmone. In 5 di loro il test ha rilevato cellule tumorali” spiega. “I noduli sono poi comparsi in un tempo compreso fra 1 e 4 anni: sono stati rimossi chirurgicamente e, a 2 anni dall’intervento, nessuno ha sviluppato recidive. Se si pensa che finora l’87% dei pazienti è morto a 5 anni di distanza dalla diagnosi, si può capire quanto fortissima sia la speranza. In un tumore così letale la speranza di sopravvivenza è legata alla diagnosi precoce, quando la neoplasia si trova allo stadio 1, quello di tutti e 5 i pazienti sottoposti all’Iset. Dopo la divulgazione di questi dati, in Francia il test sta per essere utilizzato su persone già colpite da neoplasia, in modo da individuare con largo anticipo eventuali recidive e intervenire prima che si manifestino. Ma ci sono altri Paesi interessati, compresa l’Italia». Dall’Italia la Paterlini se n’è andata quasi 30 anni fa e non è più tornata. Qui nessuno la ascoltava. «Ma sono fiera di essere italiana: nella classifiche della produzione scientifica, siamo i ricercatori che pubblicano di più, rispetto ai fondi che ricevono. Siamo dunque tra i più efficaci al mondo. Io sono partita per la Francia perché volevo fare uno stage di biologia molecolare e nel 1988, in Europa, Parigi era il posto migliore, in particolare il gruppo del professor Christian Bréchot». Che poi è diventato suo marito. «È successo che il professore si è innamorato della stagista e la stagista si è innamorata del professore… Contro ogni intenzione, perché volevo dedicare tutta me stessa alla ricerca, mi sono sposata e ho avuto 2 figli,
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che ormai hanno 25 e 23 anni e sono indipendenti. In passato, però, non tutto è stato semplice: da italiana, l’attaccamento alla famiglia era più forte di qualsiasi cosa. Per quello che mi riguarda, l’equilibrio casa-lavoro è più difficile di qualsiasi progetto scientifico. Una sfida senza regole che ti mette quotidianamente alla prova». L’ ISET, è indubbiamente innovativo per la diagnosi precocissima del cancro. Una delle scoperte più innovative degli ultimi anni nel campo della ricerca diagnostica, una sorta di previsione predittiva personalizzata, sicura e non invasiva. Con un semplice prelievo di sangue eseguito in apparente benessere, ci rivela con certezza scientifica ed istologica che invece dentro di noi sta iniziando, in modo silente, a svilupparsi un tumore, maligno ma ancora innocuo, e ancora invisibile alle comuni indagini ematiche e radiologiche. Una previsione giudicata certa dai sostenitori della Paterlini, che può incutere paura, ma anche tanta speranzza: la consapevolezza che se questa diagnosi arriva in tempo utile ci darà la certezza matematica di poter sconfiggere facilmente la malattia più temuta e insieme a lei tutti i timori che comporta. La straordinarietà di questa nuovissima analisi consiste nel fatto che essa riesce ad individuare le prime cellule “figlie” del cancro, quelle che iniziano a circolare in minima quantità nel sangue dopo essersi staccate dalla cellula madre. Quando inizia a crescere, qualunque tumore maligno è sempre piccolissimo, di dimensioni inferiori ad un millimetro, e prima che si renda “visibile” e che dia segno di sé impiega dai quattro ai cinque anni, ma già dall’inizio provoca lentamente il rilascio di alcune sue cellule, che si distaccano da lui e si disperdono nel sangue, dove restano per un tempo lunghissimo libere, fluttuanti e non “adesive”, impiegando anni a rafforzarsi per diventare aggressive, fino a quando si infiltrano nei capillari degli altri organi che incontrano nel loro percorso e dove attecchiscono moltiplicandosi velocemente e generando le pericolose metastasi, le quali poi crescono in modo esponenziale aggredendo l’intero organismo. L’ISET è quindi un test che
permette una caccia preventiva e precoce delle prime cellule tumorali circolanti, una ricerca considerata difficile fino ad oggi, trattandosi di cellule rarissime, numericamente stimate una per millilitro di sangue, quindi mischiate a 5 miliardi di globuli rossi e 10 milioni di globuli bianchi, che vengono rilasciate quando il tumore primitivo ha le dimensioni di circa 1millimetro di diametro, e ancora con caratteristiche variabili di invasività ed aggressività. L’esame ora è considerato rivoluzionario per esempio per diagnosticare quei tipi di cancro che ancora oggi subiscono una diagnosi spesso tardiva, con esito quasi sempre infausto, come quelli del pancreas o delle ovaie, o come alcuni tipi del polmone e dell’encefalo. E soprattutto il test è in grado di riconoscere anche da quale organo esse sono partite, in modo da sottoporre lo stesso ad una sorveglianza accurata e ravvicinata, e poter aggredire il futuro tumore maligno appena questo inizierà a rivelarsi, in modo da poterlo facilmente eliminare con una chirurgia mini-invasiva, assicurando così la completa guarigione del paziente. Dopo la scoperta, il saggio della professoressa,“Uccidere il cancro” è diventato un caso editoriale in Francia, essendo balzato in un solo giorno in vetta alle classifiche di vendita. In Italia il saggio è in libreria edito da Mondadori, e nelle sue pagine la professoressa in odore di Nobel ricostruisce il lungo percorso per lo sviluppo del test innovativo, oltre che le sue applicazioni utilissime per l’umanità intera. Il test, se positivo, lancia insomma un allarme importante e lo fa con un anticipo temporale così significataivo da assicurare la cura più efficace e definitiva per eliminare o addirittura impedire la malattia. Il test oggi è valido solo per i tumori maligni solidi, non per quelli liquidi del sangue come le leucemie o i mielomi: costa 486 euro in Francia, e in Italia a breve arriverà presso le più importanti strutture sanitarie di Milano e di Roma, mentre è già accessibile presso l’Università degli Studi Federico II di Napoli, dove viene applicato con successo su pazienti già ammalati di cancro in trattamento chemio e radioterapico, per testare l’effetto positivo o negativo delle terapie.
Qui a fianco: Carmine Pinto, presidente dell’associazione nazionale degli oncologi, che ha avanzato molti dubbi sui risultati della ricerca della prof.ssa Paterlini. Spiegando che ci sono altri filoni di ricerca per la cura dei tumori. In attesa di risultati ‘validati’ dal mondo scientifico e da tutti gli attori del mercato della salute, ci aspetteremmo una maggiore collaborazione tra ricercatori, aziende e servizi nazionali. Ma così non pare...
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LAper POLEMICA nEatto individuare leCONTINUA... recidive. che la televisione di della Statomalattia permetta a ricercatori in o E’ perinaccettabile verificare la remissione completa in quelli considerati palese conflitto di interessi di diffondere informazioni sulla salute delle guariti. persone non DECISIVO ancora validate dalla comunità scientifica e che al momenELEMENTO non hanno nessuna pratica clinica e nella Latosperanza comune è diapplicazione poter, in unreale brevenella futuro, inserire il test nelle sanitàdel pubblica», haroutine, tuonatoinsieme Nino Cartabellotta, dellauna Fonanalisi sangue di all’emocromopresidente per esempio, indazione Gimbe. Io chiedoma alleconsigliata istituzioni auna governance delle dagine non obbligatoria, chirigorosa voglia scoprire il cancro informazioni sulla trasmesse dal chi servizio pubblico». «Milioni di prima che nasca neisalute vari organi, o per ha una chiara storia familiitaliani questi giorni l’associazione si stannopositivo, chiedendosi dove are della in malattia, poiché– dice è evidente che se –risultasse potrà effettuare iltempo tanto semplice miracoloso del sangue perguadagnare prezioso,quanto e il fattore tempoesame in oncologia è l’eche lemento mette di sapere nostroesito corpo sta patologia per essere (o è già stato) invaso dalla determinante perseililbuon della neoplastica. malattia più temuta, il cancro. Dopoprima l’ampioche spazio su vari quotidiani, Ed anche perché “uccidere il cancro” prenda forza, prima che anche invasivo, il (dis)servizio pubblico di Porta a Porta ha permesso allasuperandottordiventi aggressivo ed insensibile alle terapie specifiche, Paterlini-Bréchot presentare il suo libro ‘Uccidere il cancro’. Il ca-di doessa le inutili paure delladidiagnosi, è un traguardo che eviterà a milioni vallo dilo battaglia ricercatrice è il cosiddetto Iset*, cheoncologiche. sarebbe in persone strazio,della il dolore e gli effetti collateralitest delle cure grado di diagnosticare tumore con diversi anni di anticipo, modica Ma soprattutto, con la ilsua diagnosi precocissima, salverà aalla tutti loro la cifra di 486 euro, non rimborsati dal Servizio sanitario nazionale». Secvita. ondo Gimbe «il livello di validazione del test dal punto di vista scientifico è assolutamente preliminare, come dimostra anche l’ultimo studio pubblicato a gennaio (su ‘Plos One’)». In altri termini, precisa Gimbe, «come ha già rilevato Carmine Pinto, presidente dell’Associazione italiana di oncologia medica (Aiom), non conosciamo affatto la capacità del test Qui sopra: la professoressa Patrizia Paterlini nello studio di Porta di predire i tumori, semplicemente perché non è ancora stato valutaa Porta, durante la trasmissione che ha scatenato un putiferio. to in rigorosi studi clinici sull’uomo». Il sito web dell’azienda Rarecells, Dopo Carmine Pinto, presidente dell’associazione di oncologia riferisce Gimbe, «riporta che ‘la tecnologia Iset* è stata validata da oltre medica, ha tuonato contro l’ospite di Bruno Vespa anche Nino 50 studi scientifici indipendenti realizzati su oltre 2 mila pazienti affetti Cartabellotta, presidente della Fondazione Gimbe. La ricercatrice da differenti tipologie di tumore e più di 600 soggetti sani». Tuttavia, italiana si è detta pronta a sostenere un sereno confronto televi- fa notare ancora la Fondazione, «i suddetti studi sono sì sostenuti da sivo sul suo lavoro e i suoi progressi. Che si concentrano innanzi- avvincenti ipotesi scientifiche e promettenti risultati preliminari, ma non tutto sulla migliore individuazione degli organi emittenti le cellule legittimano alcuna raccomandazione per la pratica clinica”. A quando, tumorali. allora, i ‘rigorosi studi’, specie al riparo dai lobbysti farmaceutici?ntom-
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La professoressa Paterlini alla contestatissima puntata di Porta a Porta, a colloquio con Bruno Vespa. Che è stato tacciato di disinformazione dal presindente della Fondazione Gimbe. Non è la prima volta che si sollevano obiezioni sul contenuto di questa trasmissione, quando si occupa delle notizie più bollenti del momento. Ma tanto qualcuno che si lamenta c’è sempre, anche quando il Bruno nazionale intervista i protagonisti degli show del sabato sera.. Ovviamente, la partecipazione della professoressa Paterlini alla trasmissione “Porta a Porta” di Bruno Vespa ha scatenato una marea di telefonate non solo ai centralini della Rai, ma agli oncologi di tutta Italia. L’Aiom (l’associazione che raccoglie la stragrande maggioranza degli oncologi italiani) è partita subito lancia in resta: siamo ancora ben distanti da poter prevedere un tumore e il lavoro della professoressa italo-francese (una bella storia di tenacia, lavoro e ricerca per farsi largo nel mondo della medicina d’Oltralpe) è certamente serio e importante, ma andava presentato altrimenti dalla maggiore trasmissione d’approfondimento della Rai: “Oggi - spiega il professor Carmine Pinto, presidente dell’Aiom - non abbiamo test sul sangue validati che permettono già nella popolazione generale la diagnosi precoce del tumore. Attualmente sono utilizzati solo per i pazienti con diagnosi già accertata di carcinoma al polmone per la scelta di una terapia a target molecolare”. In parole povere, vuol dire che il test della professoressa non è ancora stato provato a sufficienza per essere considerato valido (tanto è vero che nessun servizio sanitario nazionale lo fornisce), che ci sono diversi altri test di questo genere in corso di validazione, anche in Italia. Esami genetici esistono: sono però quelli, già “validati”, che funzionano solo per cercare la cura giusta contro tumori già diagnosticati. Insomma, invece di applaudire e collaborare con la Paterlini, ancora una volta la si caccia via, si preparano gli eserciti, è quasi una minaccia nucleare. Indubbiamente gli oncologi italiani, si sono svegliati con un problema in più: migliaia di telefonate di pazienti e cittadini che chiedono: “Dottore dove posso richiedere l’esame del sangue per prevenire il cancro?”. Risposte imbarazzanti, difficili, inevitabilmente “negazioniste”. “Le notizie diffuse dai media - dice il professor Pinto - ed in particolare da quelli pubblici, per il loro peso, hanno un ruolo importante nella corretta informazione dei cittadini e dovrebbero garantire a tutti la conoscenza di notizie sui temi relativi alla salute e, in particolare, al cancro supportate da chiare evidenze scientifiche. Quella sui tumori è una lotta che viene combattuta ogni giorno, grazie alla prevenzione, alla ricerca scientifica e alle nuove terapie. È fuorviante, far credere ai cittadini che basti un semplice test del sangue per individuare in anticipo la malattia e sconfiggerla prima che si manifesti”. Insomma: l’esame nel nostro servizio pubblico non c’è ancora, non si sa quando ci sarà e la Tv di Stato non dovrebbe lanciare notizie del genere con tale risonanza. Il presidente dell’Aiom entra nel merito dell’ISET: “Mancano dati che validino con studi clinici controllati l’impiego di questo tipo di esame nella pratica
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clinica. Le conclusioni della professoressa Paterlini-Bréchot sono infatti basate su di un unico studio pubblicato nel 2014 da un gruppo francese. L’individuazione di marcatori precoci di rischio è un tema rilevante della ricerca oncologica”. Quindi la professoressa Paterlini-Bréchot si muove su una strada scientificamente corretta, ma che, certamente, non è ancora arrivata a risultati tali da parlarne in pubblico con tale risonanza: “Una delle strade percorse - continua Pinto - si basa sull’individuazione di geni difettosi che possano predisporre allo sviluppo del tumore. Si parte cioè dal principio che la probabilità di sviluppare la malattia sia già scritta nel nostro DNA molti anni prima della diagnosi. Ma, a oggi, si tratta di un interessante e promettente settore di ricerca, non ancora supportato da evidenze per l’utilizzo in sanità pubblica”. Meno del 2% della popolazione è portatore di mutazioni con sindromi ereditarie a rischio di sviluppare il cancro. “E proprio in questi casi - afferma Pinto- vi sono test genetici offerti gratuitamente, in strutture specializzate e secondo precisi protocolli, a chi ha già avuto fra i parenti più stretti un certo numero di casi di cancro (e solo per i tumori del seno, ovaio e colon) che indicano la presenza di ereditarietà genetica”. In sintesi: ci vuole ancora tempo per arrivare ai risultati di cui si parla in “Uccidere il cancro” e il fatto che, attualmente, il test non sia ancora stato “validato” ne impedisce tecnicamente e legalmente l’utilizzo nelle strutture pubbliche (esclusi, ovviamente, gli aspetti legati alla ricerca) anche se la professoressa Paterlini-Bréchot lo ha già messo in vendita su internet. Ma allora perchè non lo si mette sotto osservazione, questo test? E’ immaginabile che gli interessi delle multinazionali farmaceutiche che vendono farmaci per curare ogni tipo di cancro, siano molto alti e che quelle quotate in Borsa vedano come il diavolo l’italiana che ha inventato il telescopio per vedere l’insorgenza dei tumori con tanto anticipo. Che dire? Staremo a vedere. Intanto, ora noi vogliamo divulgare più possibile la notizia della scoperta dell’Iset e del lavoro della professoressa Paterlini, che è una scienziata molto accreditata. Bruno Vespa, ospitandola ‘Porta a porta’ si è accollato un onere non da poco, anche se la trasmissione ha affrontato il tema con un rigore assoluto. Durante l’intervista con la Paterlini deliberatamente non ha fatto cenno ai centri privati, italiano e francese dove fare il test”. La professoressa ribadisce che c’è “solo uno studio” e che altre ricerche andranno sviluppate prima di arrivare a delle conclusioni. Per esempio, si dovrà capire da che organo vengono le eventuali cellule tumorali trovate nel sangue con ISET. Ma vuol anche gridare al mondo che la scoperta è la sua, non di altri. “Io per ora non ho conclusioni, ma solo spiegazioni”.
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Il 2 maggio 2017 a Roma, alle ore 17.00, presso la Sala degli Atti Parlamentari della Biblioteca del Senato della Repubblica “Giovanni Spadolini”, la figura di Leonardo da Vinci è stata ricordata, nell’anniversario della morte (2 maggio 1516) con una prestigiosa tavola rotonda intitolata “L’eredità di Leonardo”, organizzata dagli esponenti più vivaci della cultura pavese, con la partecipazione di personalità internazionali della cultura. L’evento, che ha ottenuto il patrocinio del Presidente del Senato dott. Pietro Grasso, ideato dall’ Associazione Culturale Arena Media Star di Pavia e proposto alla Biblioteca e alle istituzioni dal Gruppo Lega Nord, ha ricevuto un messaggio di felicitazioni dal Sottosegretario alla Giustizia Cosimo Maria Ferri. Il Senatore Gianmarco Centinaio, membro della Commissione Cultura del Senato, ha voluto fortemente questo incontro che ha ricordato ripetuta presenza di Leonardo da Vinci nella città di Pavia, non solo per la sua stretta collaborazione con Ludovico Sforza, reggente e poi Duca di Milano, ma anche per la sua forte amicizia con frà Luca Pacioli, padre della moderna ragioneria, che insegnava matematica allo Studium di Pavia (l’odierna Università degli Studi) e risiedeva nel convento adiacente alla Chiesa di San Francesco, trasformato nel Collegio Cairoli in età Napoleonica e con il matematico Gerolamo Cardano. A Pavia Leonardo ha studiato il Regisole, modello che gli ispirò il progetto della statua equestre dedicata a Francesco Sforza, ha lavorato con Francesco di Giorgio Martini e Donato Bramante, ha costruito un padiglione balneare per la duchessa Beatrice d’Este e ideato tante scenografie per meravigliose feste alla corte sforzesca. La figura di Leonardo è stata ricordata, dall’ospite più illustre della conferenza, il più importante studioso mondiale, il prof. Pietro Marani: ordinario al Politecnico di Milano, è autore di decine di saggi in italiano e inglese ed è stato curatore della mostra “Leonardo” tenutasi a Palazzo Reale nel 2015. Egli ha accettato con entusiasmo l’invito dell’associazione pavese Arena Media Star. Marani parlerà dell’eredità universale lasciata dal Genio fiorentino nelle migliaia di pagine dedicate all’arte e alla scienza, lasciate per testamento, al figlio del suo amico e mecenate Gerolamo Melzi, Francesco. Il giovane Melzi, lo aveva seguito per oltre 10 anni in Italia e Francia conservando e organizzando i suoi scritti e apprendendo egli stesso i segreti della pittura, per suo passatempo. Il Melzi aveva compilato il “Libro di Pittura” manuale poi dato alle stampe col nome del suo Maestro, che contiene la copia di scritti leonardeschi andati perduti. Monsignor Luigi, canonico Casolini di Sersale, presidente dell’associazione Cavalieri di San Silvestro, bloccato da un guasto all’auto in Calabria, ha inviato il Colonnello Crimi a leggere il suo contributo su Leonardo alla Corte Pontificia di Leone X , soffermandosi sui vincoli teologici fissati dai committenti d’arte in quel tempo, superati
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dall’innovazione di Leonardo. La professoressa Anna Maria Mazziotti di Celso, esperta di letteratura rinascimentale, ha ricordato, i miti e gli eroi del Cinquecento, il secolo delle grandi invasioni e degli assedi dell’Italia sia da terra, con Francesi e Spagnoli, sia da mare, con l’Assedio di Pavia e l’Assedio di Malta al quale partecipò anche Pirro Melzi, figlio di Francesco, che fu Gran Priore dell’Ordine di Malta a Napoli.La dott.ssa Katia Ferri Melzi d’Eril, giornalista e scrittrice, che insegna Comunicazione d’Impresa al Dipartimento di economia dell’Università di Pavia, Presidente dell’ associazione culturale pavese Arena Media Star che ha organizzato la tavola rotonda, ha concluso ricordando “Passeggia con Leonardo” l’evento dedicato a Leonardo organizzato in 10 città con i suoi soci nel 2015, che ha ricevuto prestigiosi patrocini regionali e quello di Padiglione Italia Expo. E ha parlato dei documenti scoperti durante le ricerche compiute per il suo romanzo storico “Viaggio con Leonardo”, pubblicato dalla Casa Editrice Univers di Pavia nel luglio 2016, utili per capire le cause che hanno portato alla dispersione dell’eredità di Leonardo, dei manoscritti leonardeschi, divenuti i famosissimi Codici, dopo la morte di Francesco Melzi, il nobile signore milanese che li aveva conservati gelosamente per tutta la sua vita. La conferenza è stata moderata dall’esperto di araldica Emilio Petrini Mansi della Fontanazza, docente al Politecnico di Studi Aziendali di Zugo, in Svizzera. Tra gli illustri nomi invitati all’evento l’Ambasciatore Italiano presso la Santa Sede Daniele Mancini, il ministro plenipotenziario Antonio Morabito, gli esponenti delle più antiche famiglie principesche d’Italia (da Carlo e Elisa Massimo a Maurizio Ferrante Gonzaga del Vodice, da Giuseppe e Immacolata Brancia d’Apricena ad Alberto Giovanelli e Gugliemo e Vittoria Giovanelli Marconi, Johathan Doria Pamphili, alla principessa Josephine Pritchard Borghese, Stefano Pignatelli di Cerchiara), oltre ai marchesi Giuseppe Ferrajoli e Giovanni Nicastro Guidiccioni, il Professor Francesco Solinas (Collège de France) il prof. Alessandro Zuccari dell’Università La Sapienza, vari studiosi ed esperti d’arte come Anna Maria Croce e l’architetto Luisa contessa Gavotti il latinista e scrittore Filippo Sallusto e il poeta Plinio Perilli. Tra gli altri ospiti illustri il comandante del porto di Roma Fabrizio Ratto Vaquer, lo stilista Massimo Bomba, il prefetto di Forlì Fulvio Rocco de’ Marinis. A seguire, l’Associazione Arena Media Star e la casa editrice Univers Pavia hanno festeggiato la seconda edizione del romanzo storico “Viaggio con Leonardo” con un party esclusivo a Palazzo Ferrajoli, in Piazza Colonna davanti a Palazzo Chigi, con una degustazione di prodotti tipici pavesi e spumanti dell’Oltrepò pavese, fra cui l’azienda Anteo dei fratelli Cribellati. Con il contributo di prestigiosi sponsor quali Palazzo Ferrajoli, Party Round, Sonia Avanzi Gioielli, 24 hours of Elegance, De Gorsi. Altre presentazioni sono seguite a Bergamo e Cremona.
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Arena Lifestyle 05/17- MOVIE & CO/ Maggio al cinema
Maggio al cinema con Cruise, Depp e Bellucci by Lorem Ipsum Dolor
Tra i film in uscita, “La Mummia”, lo spettacolare reboot della saga. La leggenda della Mummia ha affascinato e sedotto le culture di tutto il mondo, viene riproposta in chiave gotica e avventurosa e con uno spericolato Tom Cruise. Un gruppo di archeologi e militari, tra i quali Nick Morton (Tom Cruise), profana una cripta inesplorata nel deserto, risvegliando inavvertitamente la creatura millenaria che vi è sepolta, la principessa Ahmanet (Sofia Boutella), il cui destino le è stato ingiustamente strappato via nel fiore degli anni. Il nome, che rievoca la dea egizia del Caos, dice molto sulle inquietanti intenzioni dell’antica regina: un tempo designata per governare l’Egitto, la giovane donna si lasciò accecare da un potere oscuro e demoniaco e venne per questo imprigionata. Tornata alla vita ai giorni nostri, la mummia progetta di servirsi di Morton per riacquistare i poteri e lanciare la sua terribile maledizione sull’umanità intera.
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spettando il il Festival di Cannes, ecco cosa ci attende al cinema nelle prossime settimane. Dopo «Guardiani della Galassia - Volume 2» e «Fast & Furious 8», maggio è senza ombra di dubbio un mese molto interessante per godersi il grande schermo. Il film più atteso è quinto capitolo della saga di «Pirati dei Caraibi». Jack Sparrow (Johnny Depp) torna al cinema per affrontare il temuto pirata Salazar, in un’ avventura che si preannuncia ricca di azione, tensioni e colpi di scena. Jack si trova ancora una volta nei guai - e che guai - quando il terrificante capitano Salazar fugge con la sua ciurma dal Triangolo del Diavolo con l’intenzione di uccidere tutti i pirati del mondo. La sua unica probabilità di salvezza è rappresentata dal Tridente di Poseidone, che dona a chi lo possiede il controllo sui mari. E indovinate chi va a cercarlo... «Gold - La grande truffa», è con Matthew McConaughey ancora una volta alle prese con un ruolo che lo ha messo fisicamente a dura prova. Kenny Wells è l’erede di un impero minerario, ma a causa di una gestione poco lungimirante e della dipendenza dall’alcool, in pochi anni si ritrova sull’orlo del fallimento. Tuttavia, l’uomo ha mille risorse e con un colpo di coda riesce a raccogliere abbastanza denaro per finanziare l’impresa del geologo Michael Acosta, che sembra aver trovato uno dei più grandi giacimenti auriferi del mondo. I soldi tornano a riempire le casse dell’impresa di
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Wells, ma l’impresvisto è dietro l’angolo. «King Arthur» , con Jude Law, riporta in primo piano la leggenda di re Artù e di Excalibur. Prima di diventare re, il giovane Arthur vive nei vicoli di Londonium con la sua gang. Quando entra in possesso di Excalibur, scopre le proprie origini e il futuro illustre cui è destinato. Ma l’enorme potere della spada non è semplice da gestire e per riuscirci Arthur dovrà affrontare sé stesso e i suoi demoni, mentre lotta con la resistenza popolare contro l’usurpatore Vortigern e scopre l’amore e il desiderio con una misteriosa donna. «I figli della notte», è da non perder perchè si tratta dell’ esordio alla regia del giovane Andrea de Sica, nipote di Christian e Vittorio, “Londra sotto attacco” è purtroppo meno spettacolare della realtà. Con Orlando Bloom, John Malkovich e Michael Douglas. Alice, agente della CIA specializzata in interrogatori, ottiene da un detenuto informazioni vitali su un prossimo attacco terroristico contro un obiettivo americano a Londra. La giovane fa rapporto al suo responsabile nell’operazione, Frank Sutter, ma quest’ultimo la tradisce. Per Alice inizia una disperata corsa contro il tempo per fermare l’uomo e impedire una strage. Per gli amanti della fantascienza, arriva “Convenant”. A bordo dell’astronave Covenant, 2mila persone addormentate artificial-
Arena Lifestyle 05/17- MOVIE & CO/ Maggio al cinema
mente si dirigono verso Origae-6, un pianeta ritenuto idoneo per diventare una colonia umana. Ma la violenta esplosione di una stella daneggia gravemente l’”arca”, causando decine di morti e costringendo la nave a un atterraggio di fortuna. A prima vista, il pianeta misterioso appare come una sorta di paradiso inesplorato, ma non tutto è quel che sembra... In “The space between-2”, l’ex talentuoso chef Marco ha abbandonato i propri sogni a causa di una serie di difficili circostanze familiari e personali. Durante una cena conosce Audrey, una ristoratrice australiana che si innamora della sua cucina e gli offre un lavoro nella terra dei canguri. Ma il giovane non se la sente di partire e rifiuta. L’incontro con un’altra donna australiana, Olivia, gli farà aprire gli occhi sul futuro. Buon appetito. “On the milky road” è una storia interpretata da Emir Kusturica con Monica Bellucci, ambientata durante il conflitto nei Balcani. Un lattaio si innamora di una ragazza del suo stesso villaggio e sogna di sposarla. Intanto, la giovane è impegnata a organizzare il matrimonio del fratello - eroe di guerra - e per farsi aiutare nei preparativi ingaggia una donna di madre italiana e padre serbo. La straniera finisce con l’attirare l’attenzione del lattaio... Passando al genere drammatico, “Ritratto di famiglia con tempesta” è un movie ambientato in Asia. Ryoto ha appena vinto un famoso premio lettario, ha una moglie di cui è innamorato, Kyoko, un figlio che adora, Shingo, e il progetto di un nuovo romanzo in testa. Ma la sua vita perfetta va a rotoli quando Kyoko gli chiede il divorzio e si ritrova a vedere Shingo una volta al mese. Accantonata la carriera di scrittore, l’uomo si mette a lavora-
re in un’agenzia di investigazioni per pagare gli alimenti alla ex moglie e la sua esistenza naufraga. Un devastante ciclone porterà a un’inaspettata svolta. Finale a sorpresa. Per chi ama il genere drammatico, anche “The dinner” è una pellicola con un cast stellare, tra cui Richard Gere e il premio Oscar Laura Linney. Una storia drammatica che purtroppo rispecchia la realtà familiare di moltissime famiglie, sia in Usa che in Europa. Una sera, i fratelli Paul e Stan si incontrano a cena con le rispettive mogli. Ma l’evento non ha nulla di piacevole, né di festoso: le 2 coppie devono decidere come gestire un grave crimine commesso dai loro figli. Se denunciarli e costringerli a pagare oppure no per il loro gesto. La scelta è tutt’altro che facile, perché in discussione non c’è solo il futuro dei ragazzi, ma anche di Stan, illustre politico nel pieno della campagna elettorale. “Sette minuti dopo la mezzanotte” è un fantasy piuttosto curioso. Conor ha 12 anni e vive con una nonna fredda e distante a causa della malattia della madre. Per cercare conforto dalla sua triste condizione familiare e dal bullismo dei compagni di scuola, si rifugia in un mondo di fantasia, fatto di orribili mostri e di fiabe. Per tutti quelli che amano le commedie brillanti, la scelta ideale di questa stagione è la pellicola “This Beautiful Fantastic”: Bella Brown è una donna giovane ed eccentrica, terrorizzata da tutto ciò che ha a che fare con la natura, ma fermamente intezionata a diventare una scrittrice e illustratrice di libri per bambini di successo. Messa alle strette dal padrone di casa, che le intima di sistemare il suo giardino pena lo sfratto, la donna si dispera ma va avanti. Ecco che incontra Alfie Stephenson, un anziano uomo tanto ricco quanto burbero, che abita vicino a lei, il quale per fortuna è dotato di un incredibile pollice verde...
COMICI, ESILARANTI, DRAMMATICI: STORIE DI SENIOR
Le storie di senior alle prese con i problemi più comuni della loro condizione, come la malattia, la morte, la pensione, l’amicizia, piacciono sempre di più. Nelle nuove uscite di questa stagione il conflitto tra anziani o tra generazioni si infiamma. In “Adorabile nemica”, Harriet Lauler (una straordinaria Shirley Mc Layne) è una personalità illustre del mondo pubblicitario, ma a causa del suo carattere non semplice è stata messa ai margini da tutti, compresi l’ex marito e la figlia Elizabeth. Divorata dall’ossessione del controllo, la donna vuole redigere da sé il proprio necrologio e per farne scrivere uno adeguato, assume l’addetta del giornale locale, da lei stessa finanziato. Il rapporto tra le 2 sarà tutt’altro che facile... Le pantere grigie vanno alla riscossa in “Insospettabili sospetti”. Willie, Joe ed Al sono 3 amici di lung(hissim)a data, che si ritrovano all’improvviso senza un soldo quando la locale banca utilizza il loro fondo pensione per coprire un’assicurazione aziendale. Disperati, ma non privi di iniziativa, gli arzilli vecchietti decidono di tentare il tutto per tutto organizzando una rapina . Ma che rapina: ai danni proCatherine Deneuve in “Quel prio dell’istituto che li ha mandati in rovina. Tutto da ridere. “Quel che so di lei” vi entusiasmerà, con Catherine Frot e una bellissima Catherine Deneuve. Claire che so di lei” è un’ostetrica innamorata del proprio mestiere, che si trova a vivere una difficile situazione professionale: il reparto maternità in cui lavora sta per chiudere. Nello stesso momento, nella sua vita ricompare Béatrice, ovvero colei per cui suo padre ha lasciato la famiglia. La donna sta male e ha bisogno di aiuto e Claire - alle prese anche con un figlio in cerca della propria identità - deve decidere che cosa fare.
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Arena Lifestyle 05/17- CLASSICA/ POP
Musica
CI FA VOLARE
A sinistra, Gianni Morandi e Fabio Rovazzi vestiti da piloti. Qui a fianco, la copertina del singolo con il duo in aereo e nell’antro dei rapitori.
LA STRANA COPPIA ROVAZZI-MORANDI
F
abio Rovazzi da Lambrate, Milano, classe 1994, diventa sempre più imprevedibile e irraggiungibile. Il giovane videomaker che con due canzoni di successo come “Andiamo a comandare” e “Tutto molto interessante” ha superato le 100 mila visualizzazioni, ora se ne esce con un titolo, ”Volare”, che ricorda la canzone italiana più famosa dopo “Oh sole mio”. Ma lui nel blu dipinto di blu ci va sospeso a una gru, con tanto di fili come un burattino. O dentro una finta carlinga di boeing, mascherato da comandante. Insomma, non ci va. E neanche canta: come al solito quasi recita, con la sua tonalità speciale e soprattutto con un partner, stavolta, che è un monumento della canzone italiana e che con lui apparentemente non c’entra. Un eterno ragazzo che potrebbe essere suo nonno, Gianni Morandi, nato nel 1944. Alla bella età di 72 anni, corre, strepita e si dibatte, con la freschezza di un ragazzo. Il Rino Gaetano del Terzo Millennio, che lo ha chiamato per duettare ballando in auto, dice di aver creato un film su misura per il cantante emiliano. Ma a noi sembra aver ideato un videoclip condominiale, con molti ospiti che appaiono tra cui alcuni conosciuti solo al mondo degli youtuber: Anna Dan moglie di Gianni, J-Ax, Fedez, Maccio Capatonda, Frank Matano, Lodovica Comello, il calciatore Javier Zanetti. E’ coloratissimo e molto divertente, questo video ufficiale, ricco di product placement: da Lavazza a Motta, passando per Citroen e Gucci. In una settimana di online, è stato visto da quasi 17 milioni di persone. Prima di proseguire la lettura, date un’occhiata, direi. Il testo racconta di due mondi profondamente diversi: quello dei senior che magari si adeguano alla tecnologia, ma in fondo cambiano poco. E quello dei giovani che vivono di tecnologia. Ai tempi di Morandi si esprimevano le idee in un modo, oggi è una gara di like, hashtag, commenti e condivisioni. I social network sono la sede del dibattito e dello scontro di opinioni, sottolinea Rovazzi. Con i suoi mentori, J-Ax e Fedez, dice di uscire più che altro di sera, altrimenti se ne sta da solo nel suo monolocale a pensare alle sue canzoni e ai suoi video. E molto geloso delle sue idee e, immaginiamo, piuttosto testardo. <<Quando sento dire: “Sei un progetto scritto a tavolino”, mi arrabbio>> afferma. <<Tutto quello che faccio, nel bene e nel male, è roba mia>>. In effetti solo lui poteva immaginare una donna rapita e legata, torturata a suon di ‘Saluto andonio’. La verità è che tutto quello che Rovazzi fa piace, e piace a tutti, dai 9 ai 90 anni. Scrive ‘Andiamo a comandare’ per i diciottenni e poi si ritrova un’Italia intera che la canta. Scrive ‘tutto molto interessante’ e si ritrova giovani e vecchi che fanno la dab, una versione calcistica dell’ombrello, ripresa con convinzione anche dalla nonna degli youtuber Pantellas. << Ho capito che la forbice era amplissima. È una sfida continua, piacere a tutti, non è facile>>. Piacere a tutti significa anche fare una scelta di rottura, pensare a uno che più diverso non si può, come Morandi e fare con lui una canzone che chiunque può cantare. E un video che esalta l’ironia genuina, emiliana, del ragazzo d’oro degli Anni Sessanta. Che forse avrà scontentato una parte dei suoi vecchi fans, ma in compenso ne ha conquistati milioni di nuovi e tutti giovani. Quando nel video, definisce i suoi rapitori ‘ due sfigati’, non si riesce a trattenere il riso. Chi lo conosce sa che Morandi, quando perde la pazienza, si esprime proprio così. Il video della canzone, che come sempre ha testi arguti e divertenti, è pieno di ospiti vip che interpretano dei “camei” veloci, immediati, magari assurdi (no la fidanzata di Rovazzi no, è in aereo, sorride e basta). <<Ho voluto quei personaggi con i quali volevo collaborare da sempre come Capatonda, Matano e Javier Zanetti>> racconta il Fabio Nazionale. Che potrebbe fare un album. Per ora fa un singolo ogni sei mesi. Anzi, quando è sincero dice che vuole fare un film. <<Nel mio futuro c’è il cinema>> afferma <<E il mio video è qui a dimostrarlo>>. Vuoi scommettere che sta già girando?
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Arena Lifestyle 05/17- LIBRI
Libri
A sinistra, alcuni dei best sellers Mondadori in uscita nel mese di maggio: ““Domina di Lisa Hilton” e “Dentro l’acqua” di Paula Hawkins
I LIBRI DA PIC NIC L’
estate si avvicina, anche in libreria: ad aspettarci a maggio ci sono tanti thriller da portare in vacanza e storie rosa ideali da leggere al sole, oltre a graditi ritorni validi per tutte le stagioni. Il mese di maggio inizia alla grande con l’attetissimo “Dentro l’acqua” di Paula Hawkins: il nuovo thriller dell’autrice de “La ragazza del treno” piacerà a tutti gli appassionati di storie piene di suspence. La verità, sfuggente come l’acqua, è difficile da scoprire a Beckford: è sepolta sul fondo del fiume, negli sguardi bassi dei suoi abitanti, nelle loro vite intrecciate in cui nulla è come sembra. Paula Hawkins ci regala un thriller incredibilmente avvincente, che vi farà girare tutte le pagine in modo compulsivo, fino all’inaspettata, sconvolgente rivelazione finale. Sempre di suspense, ma di altro genere, torna a raccontare Lisa Hilton con “Domina”, nuovo capitolo delle gesta erotiche e non solo di Judith Rashleigh, già conosciuta nel precedente romanzo intitolato “Maestra”. Intelligente, colta, ambiziosa e soprattutto estremamente disinibita, Judith Rashleigh ha finalmente realizzato il suo sogno: aprire una galleria d’arte a Venezia. In fuga dai crimini commessi in passato, vive e lavora sotto falso nome nella speranza di aver messo ordine nella propria vita. Ma un omicidio, al quale Judith non sembra collegata, la trascina di nuovo nel mondo spietato che credeva di essersi lasciata alle spalle. Dalla collezione d’arte segreta di un oligarca alla temibile malavita in Serbia, dalla campagna inglese alla Calabria, tra fughe rocambolesche e notti di sesso estremo, sembra davvero vicina al successo tanto desiderato... Tornano ai loro lettori anche Michel Bussi, autore apprezzatissimo grazie ai suoi “Ninfee nere” e “Tempo assassino”, Andrea Camilleri con “La rete di potezione”, Stefano Benni con “Prendiluna” e2 Alice Basso2 con “Non ditelo allo scrittore”. Un’attenzione speciale merita il nuovo libro di Zadie Smith: Swing Time racconta una storia di amicizia, rivalità e gloria che ricorda per forza narrativa “Denti bianchi”, il libro d’esordio che ha reso la scrittrice famosa in tutto il mondo. Zadie Smith torna a raccontare l’amicizia assoluta e inquieta tra adolescenti, il mondo dei sobborghi multiculturali, l’attrazione perturbante per coloro che sono animati da un talento e nascondono un segreto. La danza in queste pagine diventa la scrittura stessa di Zadie Smith, che ha grazia naturale, non perde mai il ritmo e sa raccontare con affilata precisione le ambizioni e le ingiustizie sociali, i desideri degli adolescenti e i sogni della nostra epoca. Per chi ama le storie vere di casa nostra super consigliato La strada degli americani, opera prima di Giuseppe Miale di Mauro che ci regala uno sguardo su Napoli e i suoi mali terribile e ironico allo stesso tempo. Come non parlare, infine, di Paper Princess, la serie appassionante e sexy bestseller n.1 del New York Times? Il primo volume, in arrivo il 30 maggio, si prepara ad essere il tormentone passionale dell’estate.
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Arena Lifestyle 05/17- WEEK END MAGGIO/ Cinque Terre
CINQUE TERRE, LIGURIA MAGICA Prendi cinque splendidi, piccoli borghi marini e rendili per sempre non raggiungibili in auto, ma solo a piedi, via treno o via mare.Nel corso dei secoli, gli abitanti delle Cinque Terre hanno aggiunto solo l’elettricità, le barche a motore, la wi-fi. Tutto il resto è come prima: aria, natura, mare, specialità gastronomiche, dedizione al commercio.
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l clima mite e temperato è perfetto per trascorrere un week end lontano dal grigiore delle metropoli. Le Cinque Terre offrono uno spettacolo che nessuno al mondo si dovrebbe perdere.
Maggio è il mese in cui, se comincia il caldo, si sta davvero bene in Liguria e soprattutto alle Cinque Terre.Sono una striscia di costa con cinque paesini deliziosi. Arrivano in treno, con zero ore di code chilometriche, sole piacevolissimo e clima mite e temperato da un venticello, sempre presente, sono la meta perfetta per trascorrere un bel weekend all’insegna del mare, della tranquillità, della buona tavola. La località deve il suo nome al fatto che nella zona della Riviera ligure di Levante sorgono cinque borghi a distanza molto ravvicinata l’uno dall’altro. Partendo da quello situato più ad ovest, sono Monterosso al Mare, Vernazza, Corniglia, Manarola e Riomaggiore. Monterosso al mare è il borgo più grande delle Cinque Terre ed è caratterizzato da spiagge sia sabbiose sia rocciose. Nel cui centro storico sorge la chiesa di San Giovanni Battista, costruzione risalente al 1307, oltre a ciò il paese presenta ancora le cicatrici dei tanti conflitti di mare che ha vissuto in passato, un di questi è rappresentato dalla presenza della Torre Aurora, unica superstite della serie di tredici colonne che cingevano il paese nel 1500. Vernazza, che di recente ha conquistato la stima dei turisti guadagnandosi la fama di uno dei borghi più belli d’Italia, rapisce lo sguardo grazie alla sua atmosfera di fiaba e ai suoi sentieri labirintici. Vien voglia di perdersi quando si va alla ricerca della chiesa di Santa Margherita di Antiochia,
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Arena Lifestyle 05/17- WEEK END MAGGIO/ Cinque Terre
costruita nel 1318, e del Castello Doria, sorto come parte del sistema difensivo del borgo contro i pirati saraceni. Questo è oggi il punto panoramico migliore del paese, dal quale è possibile scorgere sia l’abitato con le sue stradine vivaci, piene di negozi curiosi, sia il porto. Il borgo di Corniglia è l’unico delle Cinque Terre che è praticamente impossibile raggiungere via mare. Infatti per arrivare qui bisogna attraversare la Lardina, un sentiero composto da 33 rampe di scale, oppure utilizzare il treno locale, che porta direttamente in centro. Corniglia spicca fra le cinque località per il suo aspetto aspro, offre al turista un paesaggio fatto di un groviglio di viuzze impervie ricavate dalla roccia, quasi tutte conducono allo Spiaggione, una striscia strappata dal mare fatta di ciottoli e bagnata da una risacca fantastica, dall’aspetto caraibico. Manarola, invece conquista tutti con i colori tenui delle sue case e il verde che la circonda. Il paese, ricco di ulivi e vitigni, si sviluppa su tutta la scogliera. Qui le case sono bellissime, sembrano diventare veri e propri prolungamenti della costa, gli amanti delle escursioni possono bearsi con la visita al Campanile Bianco e all’Ospedale di San Rocco, mentre i turisti più legati al mare, scendendo verso la spiaggia, dalla quale si può ammirare un panorama che toglie il fiato. Riomaggiore è il borgo situato più ad est delle Cinque Terre, sorge tra due colline ripide che si affacciano sul mare, infatti il paese si è sviluppato più che altro in verticale per rispettare la conformazione della costa, sembra quasi un presepe da cartolina. Passeggiare per questo borgo è uno spettacolo unico, percorrendo le vie del borgo si viene accompagnati da continui giochi di luce che si creano naturalmente, grazie alla particolare posizione delle case rispetto al sole. E si ha la certezza che nulla qui è stato edificato a caso. Il sentiero più famoso di
Riomaggiore è la cosiddetta Via dell’amore, un viottolo completamente immerso nella natura, un luogo molto romantico che consente a chi lo attraversa di rilassarsi ascoltando il rumore delle onde che s’infrangono sugli scogli. Purtroppo questo famosissimo cammino è attualmente chiuso per ristrutturazione a causa dei danni arrecati dalla frana che ha colpito la zona nel settembre 2012; nonostante ciò Riomaggiore offre ai suoi turisti tanti eventi e anche la visita del Castello sul colle di Cerricò, dal quale è possibile saziare i propri occhi con un panorama mozzafiato sul mare. Per apprezzare al meglio il particolarissimo paesaggio delle Cinque Terre è necessario visitare tutti i borghi che le costituiscono. A questo fine il municipio che governa la località ligure offre ai turisti diversi modi per spostarsi da un paese all’altro: si possono infatti utilizzare i trenini locail che partono da La Spezia ed effettuano fermate in ogni singolo paesino, oppure se si preferisce godere dello spettacolo delle Cinque Terre dal mare sono disponibili anche i turistici, che che consentono di approdare ai borghi come un tempo veri lupi di mare. In alternativa sono a disposizione anche gli autobus, che partono ad orari diversi a seconda della stagione, che viaggiano per i borghi. Sono alimentati a metano e perciò meno inquinanti dei soliti auatobus per i trasporti pubblici. In queste terre insomma, si cammina molto. E’ sconsigliato l’utilizzo della propria automobile dato che trovare parcheggio è una vera e propria impresa, una missione impossibile che finirebbe solo col rovinare la prospettiva di una splendida vacanza, in una località riconosciuta come patrimonio dell’umanità dell’Unesco dal 1997. La sua capacità di trasferire e di rappresentare l’armonia perfetta che si è stabilita tra natura e uomo è stata apprezzata da tutti i Governi e dai milioni di turisti che sono stati qui.
COSA MANGIARE DA VERNAZZA A RIOMAGGIORE
Le principali specialità delle Cinque Terre sono a base di pesce e di verdure: qui sono superbi i frutti di mare, i contorni di verdure e il famosissimo vino Sciacchetrà. Ma non mancano i salumi, la carbonara verde, le tagliatelle con funghi porcini delle colline e naturalmente le specialità liguri conosciute ovunque come le trofie al pesto, fatto a mano con i pinoli e il basilico piccolissimo e profumato che si trova solo qui; la focaccia al formaggio profumata e sottile, il coniglio con le olive taggiasche, che sono piccole e nere ma molto saporite. E per finire la torta di Genova, una frolla con farina integrale, uvette e canditi che vanta cinquecento anni di storia. Nelle Cinque Terre, c’è una ricca scelta di ristoranti, bar e bistrot. Tutti i ristoranti curano moltissimo la loro immagine, diffondendola nel mondo. Anche oltreoceano, per esempio, molti sanno che ci sono un’ottima enoteca a Monterosso, che si chiama Eliseo e che i bambini affollano volentieri una deliziosa pasticceria a Vernazza. A Vernazza, a dire di molti c’ è il miglior ristorante, si chiama Belfiore. E’ aperto da circa 45 anni. La vista panoramica dà sul mare, sulla spiaggia, e sul centro del paese di Vernazza. C’è una buona qualità di servizio e il cibo molto gustoso. Se non si trova posto, nella stessa cittadina ma dalla parte opposta, si può prenotare al ristorante La Torre.
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Qui sopra, uno spettacolare piatto di pesce, con la varietà di pescato tipico delle Cinque Terre, il diadema della Liguria
Arena Lifestyle 05/17- GRAND TOUR WORLD/ Provenza
QUANDO FIORISCE LA LAVANDA
La fioritura della lavanda è uno degli spettacoli più incantevoli della natura. E la Provenza è una regione della Francia che affascina e conquista con la sua dolcezza delle sue colline, l’ospitalità cordiale e la sua cucina colorata e saporitissima, sia di pesce che di terra
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a lavanda con il suo profumo intenso e le sue proprietà disinfettanti è uno dei fiori più amati del mondo e da tutte le generazioni. Ma quanti hanno fatto un viaggio in Provenza, appositamente per vederla fiorire? La Provenza è una delle regioni Francesi più famose. Si trova nel sud della Francia, a poche ore di autostrada dall’Italia, ma non sono soltanto gli italiani a percorrere le sue colline punteggiate di rotonde, bordate di campi profumatissimi dagli splendidi colori. Qui, in un certo periodo dell’anno arrivano migliaia di persone, turisti un po’ da tutto il mondo. Cosa attira tutti? Ovviamente, la lavanda. Campi violetti, sterminati, con migliaia di cespugli carichi di spighe si alternano a campi di girasole e frumento e fanno sembrare tutta questa regione del Sud un bellissimo quadro. I colori anzi sembrano perfino troppo saturi, quando il sole non si decide a tramontare dietro le colline. La Provenza è anche il paradiso degli amanti della fotografia e
per i patiti della campagna, coloro che un giorno ce la faranno ad andare a vivere fuori dallo stress cittadino. Il periodo migliore per organizzare le vacanze in Provenza è a cavallo del solstizio di giugno, quando la lavanda è in fiore, a inizio estate. Dunque ve ne parliamo per tempo. La fioritura 2017 dovrebbe avvenire come al solito, generalmente la prima settimana di Luglio è un buon periodo per andare in Provenza ed evitare brutte sorprese. Comunque all’ufficio del turismo francese danno tutte le informazioni. Bisogna specificate la zona che si vuol visitare, perchè il periodo della fioritura è diverso a seconda del posto. Uno dei luoghi più belli è l’altopiano di Valensole perché è una zona particolarmente ricca di campi e le colline circostanti sono uno spettacolo per gli occhi, ma ci sono altre zone altrettanto belle. Se si è giovani si può dormire in una delle Chambre d’Hotes (l’equivalente dei Bed & Breakfast) presenti quasi ovunque, che offrono a cifre contenute anche la colazione e permettono di conoscere le persone
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Arena Lifestyle 05/17- GRAND TOUR WORLD/ Provenza
del luogo, che sanno b3nqualche zona poco battuta dai turisti. Andando in Provenza a fine Luglio o inizio Agosto si può assistere alla Festa della Lavanda che segna l’inizio della raccolta dei fiori.Ogni paese stabilisce una data diversa, quindi anche in questo caso è meglio consultare il sito dell’ufficio del turismo per sapere con precisione quando inizia la raccolta nella zona in cui si alloggia. Valensole è il punto dove ci sono più campi di lavanda. Inoltre si trova a circa 30Km dalle gole del Verdon, e quindi è un buon punto per esplorare la Provenza. Naturalmente lì vogliono andare tutti, dunque se si prenota tardi non è facile trovar posto. A un’ora e mezza di strada da Valensole si trova l’abbazia cistercense di Senanque, fondata nel 1148. Dall’anno della sua fondazione fino al secolo scorso ha avuto una storia molto travagliata. L’abbazia è famosa per il campo di lavanda circostante, che è millenario. Alcuni spazi sono visitabili a pagamento. Tornando indietro è bellissima la sosta a Gordes, un affascinante villaggio arroccato su impervi speroni di roccia. Un’altro posto che merita una visita se si fare una vacanza in Provenza è il Verdon. Si trova a soli 45 minuti di macchina da Valensole ed è veramente spettacolare. Questo canyon è spesso considerato uno dei più belli d’Europa. Da Valensole prendi la strada che porta a Puimoisson e prosegui verso La-Palud-sur-Verdon, non te ne pentirai. E’ una strada panoramica con parecchie piazzole che permettono di fermarsi e scattare qualche foto al fiume Verdon che scorre a valle, sempre se non soffri di vertigini. E’ interessante notare che questa zona è rimasta pressoché sconosciuta al mondo esterno fino all’inizio del 1900. Una volta arrivato a La-Palud-sur-Verdon, dopo una sosta in paese, prosegui per qualche chilometro fino a trovare un parcheggio abbastanza grande nei pressi di Point Sublime. Come
dice il nome, la vista che si presenta davanti è semplicemente sublime. Se si è fortunati si può trovare a pochi metri di distanza da uno dei grifoni reintrodotti nella zona, che sfruttando le correnti ascensionali della valle sottostante, volerà a pochi metri dalla tua testa. Con una superficie di 800 km², l’altopiano di Valensole si trova a 500 metri sul livello del mare, a sud del dipartimento delle Alpi dell’Alta Provenza, non distante da Digne-les-Bains e dalle gole del Verdon. Regno delle erbe officinali e della lavanda della Provenza, questo territorio, ricoperto di campi coltivati, è costellato di graziose località come Saint-Martinde-Brômes, Riez o, ancora, Esparron-de-Verdon. Chi apprezza i paesaggi tipici della Provenza non potrà mancare di visitare l’altopiano di Valensole nel mese di luglio, quando la lavanda in fiore si accende di un bel violetto. Una delizia per la vista e l’olfatto… La località è nota anche per una specialità che si rivolge al senso gusto: nel villaggio di Valensole, infatti, si produce un miele di lavanda dal sapore sottile e delicato che farà la gioia dei più ghiotti. Sono numerosi, poi, i festival in onore della lavanda: la festa della lavanda a luglio, a Valensole; la sfilata della lavanda e la fiera della lavanda ad agosto, a Digne-les-Bains. l villaggio medievale di Grimaud, con stradine fiorite tipicamente provenzali, è dominato dalle rovine del castello, da cui si gode di un magnifico panorama sul litorale e sulle colline ricoperte di foreste del massiccio dei Maures. Perla dell’Alta Provenza, la città di Sisteron, dominata dall’imponente cittadella abbarbicata sulla roccia, si trova sulla Route Napoléon – la strada che Napoleone fece al rientro dall’esilio – sulla sponda della Durance, di fronte alla roccia della Baume. Incredibilmente pittoresco, il centro storico di Sisteron svela un bel patrimonio architettonico a tutti coloro che vorranno
IL CALENDARIO DELLA FIORITURA IN FRANCIA Il periodo di fioritura della lavanda parte dalla fine di giugno fino ad agosto avanzato, ma varia a seconda della varietà di pianta (lavanda o lavandin), del clima, dell’altitudine e latitudine. Per non rischiare di recarsi in Provenza e non vedere le meravigliose distese viola ecco un piccolo prontuario per programmare il vostro viaggio. Nella valle della Drome Diois: la fioritura della lavanda inizia a metà giugno e si protrae fino a metà luglio mentre nella zona di Diois anche fino al mese di agosto. La raccolta invece inizia intorno ai primi di luglio intorno a Crest e continua fino all’inizio di agosto nelle aree di Diois. Nella Drôme Provenzale: la fioritura inizia a metà giugno nella regione di Tricastin e Grignan. Essa continua fino a metà luglio nelle zone di più in alto come Vinsobres Roche Saint Secret. Baronnies au Buëch: i fiori di lavanda si possono trovare in questa zona da fine giugno nella valle di Buëch fino ai primi di luglio nelle zone più alte come Laborel, Mévouillon, Ferrassières. La raccolta invece si tiene ai primi di agosto e la distillazione, secondo le modalità, fino alla fine di agosto. Selezione e legatura Mont Ventoux, Luberon e Lure: la fioritura inizia alla fine di giugno fino a metà luglio nella zona di Apt e della lavanda, prima continua fino al 15 agosto a Forcalquier e sul Plateau d’Albion. Haute Provence e Verdon: la fioritura inizia di portarla all’essicaalla fine di giugno fino a metà luglio nelle zone di Valensole e continua fino all’inizio di agosto nella zona di toio. Verdon e Digne. - http://www.provenzafrancia.it
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Arena Lifestyle 05/17- GRAND TOUR WORLD/ Provenza
Dallâ&#x20AC;&#x2122;alto: stage di coltivazione e raccolta della lavanda in Provenza. Queste attivitĂ entusiasmano i turisti provenienti da tutto il mondo 40
Arena Lifestyle 05/17- GRAND TOUR WORLD/ Provenza
fare una passeggiata. La cattedrale romanica di Notre-Dame-des-Pommiers, le torri fortificate, le stradine su cui si aprono abitazioni dalle facciate antiche e le piazzette abbellite da incantevoli fontane sono i motivi d’interesse che daranno ritmo alla visita di questa città provenzale. Vicino alla cattedrale, l’interessante museo Terra e Tempo (Terre et Temps), che è stato creato nell’antica cappella delle Visitandines, evoca, attraverso una magnifica collezione di oggetti rari e insoliti, l’evoluzione della misura del tempo della Terra e del tempo dell’uomo. Il museo costituisce inoltre, il punto di partenza della Strada del Tempo (Route du Temps), uno splendido itinerario attraverso la Riserva geologica dell’Alta Provenza. A strapiombo sulla chiusa della Durance, dall’alto del suo sperone roccioso, la bella cittadella di Sisteron, con edifici risalenti a diverse epoche (XI, XIII, XVI e XIX secolo), che fu costruita in una posizione particolarmente strategica, fra Alpi e Mediterraneo. Questa antica fortezza dei conti di Provenza, inserita dallo Stato fra i monumenti storici del paese, ospita un museo dedicato all’epopea napoleonica, nonché un’esposizione di carrozze. La cittadella di Sisteron offre anche un panorama mozzafiato sulla roccia della Baume, i tetti della città, le rive del fiume e le montagne circostanti. Da metà luglio a metà agosto, il Festival delle Notti della Cittadella (Festival des Nuits de la Citadelle) propone agli amanti della cultura, della musica, del teatro e della danza, un ricco cartellone di eventi, il tutto con lo sfondo dell’imponente baluardo. Si consiglia, inoltre, di non mancare alla festa dell’agnello di Sisteron, che si tiene ogni anno durante il fine settimana dell’Ascensione. Le preparazioni gastronomiche sono molte e insaporite con le erbe locali.
Imperdibile anche una passeggiata sulla Promenade des Évêques, un bellissimo percorso con quindici edicole che porta alla cappella di Notre-Dame de Vie. Da lì la vista sulla valle della Durance, l’altopiano di Valensole, la montagna di Lura e le prealpi di Digne è veramente indimenticabile. L’ultima settimana di agosto in questa zona si tengono i Rencontres Internationales de Lure, un evento dedicato alle arti grafiche e la calligrafia, dove è possibile fare dei corsi e dei laboratori molto divertenti, anche per i bambini. Lurs è un borgo arroccato su uno sperone roccioso sopra la Durance: si estende da nord a sud in leggera pendenza ad un’altitudine di 621 m. che vale la pena di visitare. Il paese a sud e a est è circondato da ulivi, alcuni secolari hanno dato un olio di eccezionale qualità, verde e profumato. A ovest si estendono le colline Forcalquier profumate di timo, rosmarino e lavanda. Abitata dai Celti-Liguri, poi dai Romani che occupavano il sito del Alaunium sulla Domiziano che collega l’Italia alla Spagna (ai piedi del Lurs), questa terra fu cristianizzata molto presto. Al momento delle grandi invasioni, guidati dai Vandali, gli abitanti si rifugiarono sulle colline, dove un vescovo costruito il primo Castrum Lurio. Dopo la consacrazione della terra e l’istituzione di un Principato Vescovile nel 812 sotto Carlo Magno, il villaggio ha mantenuto i privilegi concessi dall’imperatore fino 1562. I vescovi di Sisteron, principi Lurs, vissero nel castello alla fine nord del villaggio fino 1789. Il paese passò 1044 abitanti nel 1836, scendendo a circa 300 un secolo più tardi. L’esodo rurale e le guerre avevano dato il colpo di grazia La comunità si riprese dopo la seconda guerra mondiale. Jean Giono e Maximilien Vox, tipografo, hanno creato les il Rencontres de
COSA MANGIARE IN PROVENZA Chiuque visita la Provenza sa che la cucina francese di questa zona particolare è anche chiamata la “cuisine du soleil” ovvero la cucina del sole, perchè molto vicina a quella italiana: è una gastronomia colorata e ricca di ortaggi e frutta quella che la alimenta, con la presenza frutti di mare. I piatti sono quelli tipici della tradizione mediterranea, caratterizzati da un mix delizioso di olio di oliva, aglio e naturalmente erbe aromatiche. La tavola provenzale è un tripudio di aromi, profumi e sapori del terroir, del territorio, che spazia dagli uliveti assolati delle campagne, alle risaie e mandrie al pascolo della Camargue, dai pescherecci della costa ai tartufi dei pianori più freschi. Si propongono dunque ingredienti freschissimi che seguono il ritmo delle stagioni e dei cicli naturali della terra anche l’olio prodotto qui a freddo è apprezzatissimo, in tutto il mondo. Insomma, qui si gusta una cucina sana, ricca di fascino ma soprattutto genuina che saprà incantare anche i più esigenti. La Provenza, a differenza della pasticceria francese in generale, non ama i dolci troppo elaborati. Preferisce la frutta fresca come i profumati meloni di Cavaillon, i limoni di Mentone o la frutta candita di Apt. Troverete invece gustose tartes realizzate con semplice crema pasticcera, frutti di bosco e miele di castagna e lavanda. Molto diffuse anche le mandorle e l’anice nei composti dolci.
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La bouillabaisse provenzale, con una ricca varietà di pesci di mare, crostacei e molluschi, pomodorini prezzemolo e zafferano. Nella ricetta provenzale si serve con crostini e volendo, con la maionese all’aglio.
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Dallâ&#x20AC;&#x2122;alto: saponi, profumatori per armadi, profumi: le spighe di lavanda stanno per arrivare alla piena fioritura 42
Arena Lifestyle 05/17- GRAND TOUR WORLD/ Provenza
Lure (appuntamento dedicato alle arti grafiche), lanciando il proprio paese sotto i riflettori di tutto il mondo. Dal momento che Lurs è un villaggio noto cosmopolita, con una intensa vita culturale, un ricco patrimonio, un terreno favorevole alla coltivazione delle olive e, infine, un ritmo di vita molto piacevole. Se si vogliono visitare le industrie che lavorano la lavanda, bisogna però trasferirsi nella capitale del profumo, Grasse. Una cittadina che ha aumenta di Suskind “Profumo”. Grasse dista circa un’ora e dieci minuti di treno da Nizza. Alla stazione si può acquistare la carta Isabella che permette di viaggiare liberamente su quasi tutti i treni regionali per un giorno. Il paesaggio è molto bello e vario; dopo Cannes il treno lascia la zona costiera ed entra in Provenza, fermandosi su tutte le stazioni intermedie, circondate da campi di gelsomini, rose, mimose e violette. La stazione di Grasse non è in centro città, bisogna prendere un autobus che per oltre due chilometri sale attraverso alcune stradine tortuose fino ad arrivare al capolinea, vicino al centro storico. Dunque, soprattutto se fa caldo, meglio lasciar perdere il consiglio di alcune guide che danno come opzione la salita a piedi. Le attrattive di Grasse si concentrano su alcuni monumenti e la celebre industria dei profumi. E’ stata l’abbondanza d’acqua fra le colline che la ospitano a favorire la trasformazione della città in un rinomato centro di produzione dei profumi. La maggior parte dei turisti visita le profumerie aperte al pubblico tra cui spicca Fragonard, la più importante e la più vicina al centro. Durante la visita si possono osservare tutte le fasi di distillazione e produzione dei profumi, essendo completamente inebriati dal meraviglioso olezzo dei fiori.
Ma in città c’è anche il museo de la parfumerie, dove si può scoprire la storia del profumo nel corso dei secoli oltre che l’evoluzione dei vari processi che caratterizzano la produzione di un profumo. Il museo è molto interattivo, ci sono diverse esposizioni e postazioni dove si può verificare innanzitutto la propria capacità olfattiva. Un’ altra azienda profumiera molto interessante da visitare è Molinard, che produce due meravigliose fragranze come Habanita e Chypre d’Orient. Nello shop, che si trova sempre alla fine dei tour, si trova sempre una storia fotografica della maison, corredata da incredibili illustrazioni vintage create per i vari prodotti. Le composizioni spaziano dai solo fiore senza tempo agli orientali intensi fino ad alcuni semplici profumi freschi. Talvolta si è fortunati, si ha privilegio di conoscere alcuni dei membri della famiglia che gestisce ancora l’azienda. Nel 1900 il fondatore si trasferì in questa vecchia fabbrica in cui era presente una struttura per distilleria progettata da Gustave Eiffel (sì, lo stesso Eiffel della torre di Parigi), tuttora visibile. Ventun anni più tardi Molinard lanciò il celebre Habanita, originariamente commercializzato come profumo per sigarette, che nel 1924 divenne “il profumo più tenace al mondo” e a cui fece seguito Concréta, il primo profumo solido “con cera naturale di fiori da usare direttamente come profumo”. Da lì in poi la storia è nota, si arriva infine ai giorni nostri con la versione moderna di Habanita Eau de Parfum ed il suo flanker Habanita L’Esprit. Allo scopo di affermare il suo posizionamento tra i brand più tradizionali della Provenza, l’azienda ha recentemente presentato una Collection Privée di ottime fragranze: (Acqua Lotus, Ambre Lumière, Cher Wood, Rose Emois e Secret Sucré).
COSA VISITARE IN PROVENZA La Provenza è la patria del pittore Paul Cezanne, Aix-en-Provence è la città scelta dal grande pittore per trascorrere gli ultimi anni della sua vita. Immerso nella natura e lontano dai rumori fuorvianti della metropoli parigina , Cézanne ha dipinto qui le tele più emozionanti della sua produzione. Per le vie della città c’è un percorso segnato da chiodi dorati che permette di esplorare la città seguendo le sue orme. La casa natale del pittore in 28 Rue de l’Opéra. Si prosegue con la Chiesa della Maddalena, Place des Prêcheurs, dove ha sposato Elisabeth Aubert. Il Caffé Beaufort, all’angolo del Cours Saint Louis e del Cours des Arts et Métiers era il luogo di appuntamento deg- Tra i tour più interessanti della Provenza, quello sulle orme del pittore Paul li artisti contestatari di Aix: Ravaisou, Emperaire, Solari, Gasquet Cezanne che si può seguire tra le mura accompagnato a volte da Cézanne. Museo Granet all’epoca era una di Aix-en- Provence. scuola di disegno. Inscritto dal 1857 al 1862, Cézanne segue i corsi di disegno dal vivo, di scultura in gesso e marmo. 43
Arena Lifestyle 05/17- WINE & CO/ Vinitaly 2017
A sinistra, Castello Banfi, cantina dell’anno 2017 nel Vinitaly book, inserito nel bellissimo paesaggio toscano. Il miglior vino dell’anno è il Barolo Bussia 2013 di un viticoltore piemontese, Agricola Marrone.
O che bel Castello... La grande kermesse veronese anche stavolta non delude: con una rosa di vini premiati davvero eccezionale. Ancora una volta svettano i vini piemontesi e toscani. I friulani accelerano la corsa per bottiglie vendute
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Sciala di Cantine Suarrau. Vince anche l’Igp Rosato Albiola 2016 (con 92/100) di Casale del Giglio. La Sardegna si porta via anche il Gran Premio della Giuria con la Vernaccia Oristano Superiore Jughissa 2008 (95/100) della Cantina della Vernaccia. Mentre la Sicilia svetta con il Marsala Vergine Riserva Dry 2000 (90/100) di Pellegrino, che vince in ex-equo con il Valdobbiadene Superiore di Cartizze Dry (2016) della cantina Le Bertole di Bertolin. Dall’ultimo Vinitaly sono arrivati anche altri dati che fanno riflettere. Per esempio quelli diffusi da Coldiretti. Il Presidente Roberto Moncalvo fa notare che l’alta cucina preferisce i vini legati ai territori italiani, dunque bisogna puntare sulla promozione e sulla particolarità. Su 126 etichette in media presenti sulla carta, nei ristoranti top ci sono innanzitutto i Vini Friulani, che spesso occupano il 40%, seguiti dai vini dell’Alto Adige (15%), della Sicilia (9%), e delle Marche (7%). A seguire i vini di Abruzzo, Trentino, Veneto, Campania, Piemonte e Valle d’Aosta. Tra i più presenti, anche fuori della regione di riferimento, sono il Traminer, poi il Moscato, il Tocai, il Vermentino e il Fiano. Tra quelli che si ritengono attualmente sottostimati (come dicevano a scuola ‘è bravo ma non si impegna’) che ci sono il Prosecco Glera, il Soave Garganega, il Catarratto e il Trebbiano. Tra i vini emergenti ci sono il Pignoletto, la Passerina, il Pecorino. Il Ribolla Gialla friulano, la Passerina Marchigiana e il Valpolicella Ripasso del Veneto sono tra i vini che hanno potuto segnare aumenti di vendita del 31%, del 24% e del 23%. A seguire il Pecorino salito del 19% e il Primivo con +14%. Buona anche la performance del Pignoletto (+13%) e del Bianco di Custoza (+10%).
aggio è il mese delle critiche e dei bilanci, in fatto di vino. La Fiera Vinitaly si è fatta furba e ha pubblicato, quest’anno un bel libro, la ‘sua’ guida coi i ‘suoi’ migliori vini italiani dell’anno, divisi in categorie. E per dare uno schiaffo a tutte le altre guide per connoisseurs del vino in circolazione, invece dei calici, premia a suon di stelle e ha aggiunto, oltre ai vini italiani, pure alcune chicche mondiali scovate tra i viticoltori di Cina, Africa, Canada, Francia, Croazia, Slovenia, Turchia e Grecia. A conquistare la vetta con cinque stelle, sono i vini del Piemonte e della Toscana. Castello Banfi ottiene il riconoscimento di Cantina dell’Anno e Agricola Marrone quello di produttore del miglior vino italiano 2017, il Barolo Bussia annata 2013, con 96 voti su 100. Guardando alle regioni italiane valorizzate dal libro edito da Vinitaly, si evidenziano alcune sorprese. Il maggior numero di referenze arriva dal Veneto, a ruota segue il Piemonte. Due isole italiane si portano subito sotto, la Sicilia e la Sardegna. Ormai hanno superato una ‘signora’ del vino come la Toscana. Per quanto riguarda le singole bottiglie, la regione emergente è l’Emilia Romagna, che si porta a casa due ori: per la categoria miglior vino frizzante e miglior spumante. Vincono infatti, incredibilmente, il Colli Piacentini Malvasia Frizzante (93/100) della Cantina sociale di Vicobarone e il Brut Rose Unique 2014, prodotto da Medici Ermete. Dietro questi exploit arrivano le produzioni di Sardegna e Lazio, per quanto riguarda bianchi e rosati. Il Vermentino di Gallura porta a casa un 95/100, con il Vendemmia Tardiva
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Arena Lifestyle 05/17- FOOD & CO: Osteria da Fiore
A sinistra, la bellissima presentazione delle ostriche fritte su zabaione al parmigiano. A destra, la sala grande del ristorante Trattoria da Fiore di Venezia.
Ci vuole un Fiore Si chiama Osteria da Fiore, ma in realtà è un ristorante stellato. Dove servono due mesi di anticipo per trovar posto nell’ambitissimo privè. Qui si gustano prelibatezze che rivisitano in modo chic la cucina veneta
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e durante la Biennale volete gustare un pranzo decisamente superiore alla media, dovete prenotare (ma per tempo) l’Osteria da Fiore. Che si trova a San Polo, in mezzo a tante vecchie bettole e nuovi bistrot, alcuni sono dei trappoloni che sembrano fatti apposta per accontentare i turisti non esigenti, a caccia di un buon prezzo più che di un buon pasto. Il fatto è che l’Osteria da Fiore non è propriamente un’ osteria. Non è un ristorante da poco (è uno stellato Michelin) né un ristorante dove ci si può avventurare senza un look ricercato, perché è sempre strapieno di veneziani e stranieri che si presentano qui in panni eleganti, come quando vanno alla Fenice. Molti a Venezia amano mangiare al chiuso d’inverno e nelle mezze stagioni, d’ estate preferiscono guardare l’acqua. Ma per Fiore fanno tutti un’eccezione, su questo indirizzo non si discute. L’Osteria da Fiore è un ristorante elegante, creato da Maurizio e Mara Martini dentro una vecchia osteria che aveva appunto questo nome, che hanno voluto rimanesse. La mise en place è classica e curatissima, così come il servizio è decisamente internazionale, finalmente si parla un buon inglese. Il menù propone degustazioni di sei e otto portate di squisitezze veneziane che vedono come protagonista principale il pesce, cucinato alla veneta ma non solo. Dopo le ordinazioni di solito arriva un piccolo saluto dalla cucina, per esempio “Schie con polenta bianca”. Che sono dei gamberetti piccolissimi che si allevano a Chioggia e si accompagnano bene con un “Riesling” della Cantina di San Michele Appiano. L’antipasto “Saor di Oratine “ è di solito un ottimo inizio. Il cosiddetto “saor” , un fritto di pesce ripassato in cipolle, uvetta, pinoli e aceto) viene sempre più utilizzato in prepararazioni
dove al posto delle classiche sarde, si utilizzano altri pesci. Ma io consiglio assolutamente le ostriche, leggermente fritte e deposte su zabaione salato. Innanzitutto perchè le ostriche sono impastellate con uova, farina e la loro acqua interna e poi passate solo due secondi in olio bollente, talmente poco che non ci si accorge. Ma il bello viene dentro, il sapore è semplicente indimenticabile, tanto che si può anche rinunciare al primo piatto. Anche se i ravioli di pesce o “Spaghettini d’autunno con uva fragola e mazzancolle, pomodorini perini a dadini, erba cipollina e prezzemolo” sono molto speciali. Chi ama i crostacei, non può perdere i “Tagliolini gratinati con scampi e radicchio”. La panna viene gratinata al forno cosparsa di Parmigiano Reggiano e accompagnata con una “Malvasia” di Livio Felluga. Il “Fritto misto“ della casa è perfetto, molto asciutto, con una buona varietà di specie ittiche, molto abbondante. Altri secondi di pesce, dal rombo a pesce spada, sono lavorati pochissimo, perchè si possa apprezzare al massimo la freschezza della materia prima. Qui si può gustare, nelle stagioni giuste, qualche pesce con la lisca ‘pescato’: vuol dire che non arriva dagli apprezzabili allevamenti in acqua dell’alto Adriatico, più precisamente da Chioggia, ma direttamente dalla rete di qualche appassionato che passa le bocche di porto di Venezia e cala l’amo, prima di collaborare con questo prestigioso ristorante. E la differenza si sente. Prima del caffè, è consigliabile la selezione di dolci al cioccolato e di gelati di frutta che sono veramente squisiti e spesso presentati con frutti di bosco freschi, oppure volute di cioccolato, caramello, meringhe, in un modo sublime.
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Arena Lifestyle 04/17- FASHION/ Cruise 2017
GLAMOUR E CHIC IN CROCIERA L’ estate è ormai è alle porte e la voglia di vacanze incombe: se avete scelto una vacanza in crociera, la preparazione della valigia dovrà essere più accurata che mai. Dai costumi da bagno e bikini da sfoggiare in piscina si passa ai capi più comodi e leggeri da indossare per le escursioni a terra: pantaloni larghi e maniche corte, tra l’elegante e il comodo, magari con un bel cappello a tesa larga, per ripararsi dal sole e dal vento. E poi di nuovo glam, a bordo: per le cene e le soirée l’abito lungo ed elegante è un must, ma a bordo piscina l’ideale è qualcosa di corto magari luccicante. Insomma, la crociera è un’oasi relax, ma bando a dimenticare lo stile. L’abbigliamento sportivo è consentito nelle prime ore del mattino: molti non rinunciano alla tuta e al jogging o a un’ora di palestra neanche quando sono lontani dalla terraferma. Mentre per altre attività sul ponte, come il minigolf o i giochi di carte, si consigliano capi comodi e scarpe basse antiscivolo. Per chi ama la piscina, i costumi interi o bikini dovranno essere sempre accompagnati da copricostume o parei colorati. Fra le tendenze più cool di quest’anno in fatto di costumi da bagno troviamo la vogila di rétro: spopolano i costumi interi con stampe tropical da indossare anche come top, il bikini con volants Anni Quaranta, il micro bikini tricot Anni Settanta fatto all’uncinetto, ma anche il due pezzi con culotte a vita alta, le bralette e i costumi monospalla anni Ottanta. Le parole d’ordine per gli occhiali da sole quest’anno sono invece creatività e colore: si passa dalle montature tonde e sottili in stile anni 70 a quelle quadrate o a mascherina in stile futurista. Non si ammettono le mezze misure: le lenti sono mini ma sopratutto maxi e incassate in montature design. Per quanto riguarda le borse, in crociera si sfoggia la big shopper da piscina ( la neverfull di Louis Vuitton), ma anche il secchiello colorato. Per la sera prosegue la fortuna delle tracolle, dalla tote alle clutch.
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Tra le micro, la tendenza dell’anno sono le it bag, grandi poco più dello smartphone, luccicanti e preziose, vengono indossate come gioielli. Non si portano solo a tracolla o a mano ma possono essere infilate anche alla cintura dei pantaloni oppure legate al polso. Ma la grande tendenza sono le oversize, le bag XXL, chiamate anche travelling bag per chi non lascia mia nulla a casa. Qui le scelte sono davvero moltissime. Ci sono anche due ritorni tra i grandi classici: lo zaino e il secchiello. In particolar modo quest’ultimo, il bucket bag, micro o macro, piace molto: l’importante è che sia coloratissimo, i colori preferiti sono verde, giallo, fucsia. Per quanto riguarda l’abbigliamento serale, la maggior parte delle compagnie di crociera prevede tre tipi di eventi: aperitivi ipercasual, buffet informali e dinner placè con servizio al tavolo e look elegante. Durante le serate casual ed informali l’abbigliamento è sicuramente più disinvolto: largo ai pantaloni a vita alta, larghi, a palazzo o a zampa ma anche ai jeans accompagnati da magliette colorate, magari con decorazioni giganti e applicazioni di pietre. Si portano con e scarpe comode, come ad esempio le ballerine, le all star con le borchie o espadrillas. In alternativa, vestiti leggeri, neri oppure con decori etnici in ‘tandem’ con la destinazione: Africa, Sudamerica o Asia. Infine, per la serata formale, il semplice dress nero lascia il posto a luoghi ed eleganti abiti da sera lunghi o corti. Se siete in cerca d’ispirazione, top brand come Chanel, Dior e Valentino hanno di recente presentato le loro Cruise Collection per quest’anno e le nuove tendenze spaziano dallo sfarzo elegante dell’antica Grecia allo stile colorato, all’iconico punk, allo stile sporty ispirato dall’hip hop fino allo stile pratico e cowgirl chic. Nella nuova collezione di Chanel presentata al Grand Palais di Parigi la protagonista è l’antica Grecia, riportata ai suoi splendori con abiti e make up davvero favolosi: classicismo puro reinventato con un tocco di eleganza moderna, arte e moda, architettura e
Arena Lifestyle 05/17- FASHION/ Cruise 2017
forme che lasciano scivolare i tessuti lungo il corpo con naturalezza. La modernità dell’antichità È così che il bianco luminoso del guipure, della seta, del crêpe e del jersey presentano i motivi ispirati all’architettura e alle ceramiche antiche: immacolati abiti drappeggiati, con il punto vita sagomato interamente ricamato in paillette che evocano il marmo, silhouette drappeggiate e plissé soleil, spalle arricciate, cinture in vita, scollature asimmetriche, bustier, gonne lunghe, pantaloni e tute.I colori variano dal bianco luminoso al beige, al blu marine e al nero, passando attraverso ori discreti e splendenti e terrecotte che richiamano le antiche ceramiche. Abiti in tweed grezzo sfrangiato, provvisti di chiusura a zip e allacciati in vita da una corda, incarnano la semplicità delle tuniche mediterranee. Le linee semplici e pulite sono impreziosite da delicati ricami, frange grezze e dettagli raffinati, e da accessori quali lunghe collane, bracciali e manchette. Tweed intrecciati, sfoderati e arricchiti di frange caratterizzano abiti a tunica con zip e cintura di corda e ampi capispalla intrecciati. I tweed intrecciati giocano sulle linee pulite di un tailleur con abito, di una giacca a trapezio e di un abito classico con i fianchi arrotondati come un’anfora. Gonne corte e plissettate o lunghe e fluide, tenute stile cavallerizza, abiti da vergini vestali, ninfe e divinità. Abiti semplici in tela di lino ispirati all’abbigliamento spartano presentano una gonna plissettata e un corpetto impreziosito da pietre multicolore. I motivi della maglieria dalle forme naturali e geometriche, ricordano le greche ritrovate sui vasi antichi o sui fregi degli antichi affreschi. Mentre cinture, manchette e bracciali sono ornate da rami, foglie di alloro e ulivo con toni dorati. Sul capo, gioielli simili a corone d’alloro.
Fregi ornamentali e colori mediterranei rivisitano la borsa Gabrielle de Chanel in nuove variazioni mentre i sandali alla schiava sono reinterpretati con tacchi a colonna e stringhe di pelle incrociate, un dettaglio che era stato lanciato anche dal duo Dolce & Gabbana, qualche anno fa. Dunque non sono mancate le polemiche... A chiudere questa collezione ricca di ispirazioni, abiti drappeggiati e tuniche con stampe di corone d’alloro e foglie di quercia puntellate di camelie, i lunghi abiti in crêpe di seta bianca, aderenti in vita, sono impreziositi da paillette per celebrare l’idea di bellezza eterna. Tutt’altro spirito si respira a New York, allo 0 di Bond Street, nel cuore di Manhattan, dove si è tenuta, al grido di “Pink is Punk’, la sfilata di Valentino. L’ispirazione della nuova collezione arriva proprio dalla città che non dome mai: la nascita dell’hip hop nel Bronx, filone musicale che appassiona per i suoi mondi e suoni diversi, per il free style e l’anticonformismo, la capacità di affermare una differenza, una diversità ponendosi come una contro-cultura rispetto al mondo dominante e alle istituzioni di riferimento. La volontà di mischiare epoche, ricordi, estetiche e culture diverse, quasi sempre classiche o storicizzate, con una modalità libera e forse un po’ punk: è proprio questo lo spirito che si vede sfilare in passerella. Il marchio creato dal re della couture Anni Sessanta, viene servito in salsa sporty, con tanto di socks sotto i sandali con tacco a spillo, ciabatte e addirittura infradito di gomma da indossare con tute morbidissime che scivolano leggere sulla silhouette. Le borse, grandi o piccole a piacere, sono sempre matelassé e coloratissime. Le famose borse con borchie, le rockstud, si trasformano con i pois bianchi in rilievo. Anche queste si portano rigorosamente a mano, anche se con tracolla.
ONDE FUTURISTICHE PER LOUIS VUITTON CRUISE 2017 La collezione Cruise 2017 di Louis Vuitton rievoca molto gli anni Ottanta più ruggenti. Lo stilista della maison Nicholas Ghesquière, ha selezionato dettagli molto grintosi per raccontare un viaggio a ritroso in un passato glorioso, che ha lasciato il segno nella moda degli ultimi quaranta anni. La collezione è stata presentata presso il Museo di Arte Contemporanea di Niteroi. Anche per gli accessori si gioca molto sui pattern e i sui colori. Onde sinusoidali, “investono” sia le borse (per esempio la speedy) in omaggio alla città di Rio de Janiero che ha ospitato l’evento. Ovunque regnano l’asimmetria totale e le sovrapposizioni: la collezione cruise 2017 della maison francese, ricorderà a qualcuno il défilé autunno/inverno 2015-16. Si insiste ancora a proporre una donna dal temperamento sempre più prounciato, che idealmente è pronta a vivere in unagiungla urbana sempre più futuristica.
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Qui sopra: abbigliamento comodo e dettagli sporty per scendere a terra per lâ&#x20AC;&#x2122;aperitivo o per le escursioni del mattino. A fianco, lo stile futuristico di Louis Vuitton. Ma per i dinner party a bordo, vincono sempre gli abiti lunghi, scenografici, supermoderni. Anche iperdecorati da pietre preziose, ruches, plissè e inserti in pizzo colorato.
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Arena Lifestyle 05/17- FASHION/ Cruise 2017
A Parigi hanno sfilato bellissimi abiti da sera di seta, di voile trasparente, animati da rouches, plissé, ricami, decori raffinati, intarsi di pizzo, leggeri e impalpabili. E poi modelli a tunica con intarsi a contrasto, minidress con cappuccio, trench, montoni, pellicce, cappe decorate da soggetti dipinti a mano e giacche con cappucci, loggate a rilievo e in rosa. Un mix & match tra eleganza e dettagli sporty insomma. La palette colori della collezione Valentino Cruise gioca con i toni caldi, decisi e sofisticati, interrotti da tocchi vibranti nei colori di stagione come il giallo. Protagonisti in passerella sono gli abiti lunghi, corti e longuette per il giorno e i pantaloni ampi e rilassati che si trasformano in tuta. La collezione crociera si occupa anche delle stagioni di mezzo, dunque non mancano alcuni capispalla leggeri, dai parka ricamati con bordure anche di pelliccia, i caban e i bomber, fino al trench coat, da portare su a capi con inserti in pizzo see-through e vezzose ruches. L’athleisure è il tema principale dell’intera collezione di quest’anno. Ciò dona nuovo significato e stile all’abbigliamento sportswear, ribaltando la consueta e raffinata eleganza delle creazioni di Piccioli con un tocco di versatilità urbana: iconici tunic dress sfilano assieme al total look in denim e l’abito di apertura sembra ricordare le djellaba è rivisitato con zip centrale dal tocco active. Un dettaglio che marca fin da subito il mood della collezione sottolineandone la contaminazione sportiva, espressa anche dagli accessori e dai dettagli stile trainer: le hoodies, le maglie zippate con colletto e polsini elastici, i calzini con le bande colorate, le ciabatte in gomma e le maxi borse studded portate sotto braccio. Il marchio creato da ChristianDior ha presentato la sua collezione Crociera in California, sulle colline di Santa Monica. Location decisamente diversa da quelle precedenti, l’Upper
Las Virgenes Canyon Open Space Preserve, vicino a Los Angeles, è un palcoscenico naturale, che richiama alla memoria il vecchio e selvaggio west.L’ispirazione di quest’anno è ‘back to the roots’ il ritorno alle radici: l’ispirazione arriva dalla collezione Lascaux del 1951, suggerita dagli antichi dipinti delle grotte scoperti nella Francia sud-occidentale un decennio prima. Così i lupi emergono dalle grotte di Lascaux per adagiarsi su gli straordinari jacquard di seta firmata Dior, dove l’ocra crea un contrasto con il nero. Impronte di mani femminili, reinterpretazioni delle forme originali, diventano splendidi ricami di paillette dalle tonalità della terra. I toni sono volutamente aspri, terrosi: ocra, terracotta, anche accompagnati da cappelli a larghe tese, da stivaletti di pelle, sandali o sneaker fino alla caviglia, borse a mano e giacche strette in vita e gonne in stile New Look, con gli schizzi che richiamavano i dipinti di Lascaux, poncho pieni di frange, pellicce color senape, camicioni legati con cinturoni di pelle, tartan e piume, stampe etniche e jeans con intricatissimi ricami. Il denim leggero ricamato con delicate perline si alterna a abiti evanescenti resi preziosi dai ricami e dalle stampe. Animali totemici, soprattutto bufali, dominano da enormi palloni aerostatici e tornano su stampe e cappelli ma anche tante le illustrazioni di tarocchi di Noble, dai colori violenti e reinventati in chiave femminista su maglie, pellicce o giacche di pelle. Lo stile è quello cowgirl chic, il taglio dei vestiti è sciolto e facile da portare: lo sport si unisce all’haute couture, la tradizione diventa astrazione decorativa e i materiali acquistano un nuovo valore.Una contaminazione di stili che va dall’elegante al casual, dal classico al nuovo, dal sofisticato allo sportivo con un’ampia gamma di scelta per tutti i gusti.
LE ACCONCIATURE PERFETTE PER IL VIAGGIO
Semplice, elegante e dall’effetto naturale, il wavy effect è lo styling perfetto per i capelli: le classiche onde naturali incorniciano il viso e donano quell’effetto tra chic e sbarazzino perfetto per l’estate. Acconciatura specialmente consigliata per le lunghezze medio-lungghe, perché donano volume e addolciscono i lineamenti. La realizzazione è inoltre piuttosto semplice, basta munirsi di un ferro per capelli o di una più comune piastra piatta, che permetta di creare onde morbide. Qualche ciocca “fuori posto” qua e là, poi, ci vuole. Il tocco finale perfetto per un effetto finto-spettinato da favola. Trend indiscusso dell’estate è il wet look, ovvero l’effetto bagnato. Facile e veloce da realizzare, questo tipo di hairstyle sta bene a tutte. Inoltre è perfetto l’estate, quando dopo una giornata passata al mare o in bordo piscina i capelli diventano ribelli e difficili da trattare. Tutto quello che occorre è una spazzola, lacca, un buon gel, e, se possibile, un nebulizzatore di acqua per ravvivare il look di tanto in tanto. Per le serate più eleganti si potrebbe preferire un look raccolto, dal classico chignon da ballerina al raccolto morbido e un po’ spettinato ma comunque elegante. I tagli corti invece sono una scelta smart per l’estate: pratici e perfetti per sopportare il caldo, estremamente in voga per questa stagione. Tra la scelte più apprezzate i classici bob, sempre di gran tendenza, e i moderni e sempre più amati pixie cut.
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Capello finto spettinato con tiara e collana ispirata agli antichi gioielli del Peloponneso, per la collezione Cruise della maison Chanel
Arena Lifestyle 05/17- LUXURY/ Le fiction sul caso Versace
VERSACE’S MURDER I NUOVI CIACK
Qui sopra, Penelope Cruz in versione biondo platino, nei panni di Donatella Versace. A fianco, la star Antonio Banderas prova il sorriso gioioso di Gianni Versace, nel film diretto dal regista danese Bill August. Il caso di cronaca nera che si consumò a Miami 20 anni fa, sconvolse il mondo. Lo stilista calabrese fu ucciso il 15 luglio 1997 sul cancello della sua villa di Miami, da Andrew Cunanan, un serial killer ricercato dall’ Fbi che sceglieva le sue vittime negli ambienti omosessuali. Ancor oggi questi due omicidi mostrano contorni non chiari.
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i gira in Florida la miniserie sull’omicidio del grande stilista italiano. Con un cast stellare, di cui fanno parte anche la pop star Ricky Martin e l’attrice Penelope Cruz.
Ma negli stessi luoghi, in tempi diversi, si gira anche un film per il grande schermo, sulla stessa orribile vicenda. Una storia che non smette di incuriosire e di commuovere, consumatasi nell’ambiente più ambito e più segreto dopo quello finanziario: la moda. Non si tratta del primo ciak che si occupa di questo incredibile caso di cronaca nera, che si consumò vent’anni fa a Miami e sconvolse il mondo. Un primo film era uscito nel 2013, ma non era stato un successo. Ad oggi un secondo film per il grande schermo è in lavorazione con la regia del danese Bill August e la parte dello stilista affidata a Antonio Banderas. E’ stato annunciato con grande enfasi un anno fa e le prime scene sono state girate a Milano. La cosa più curiosa intorno a questo set è che l’attore Antonio Banderas, per chi non lo sapesse, è diventato realmente uno
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stilista. Oltre alle attività nel settore cinematografico — attore, regista, doppiatore e produttore — ha iniziato ad operare nella moda come creativo. La sua bella collezione di abbigliamento uomo, Antonio Banderas Design, realizzata con un’azienda danese, ha debuttato nella stagione autunno-inverno 2016 e va avanti. Ma come mai Banderas è stato folgorato dalla moda? Nel 2015 ha frequentato un corso alla famosa scuola per stilisti di Londra, la Central Saint Martins, per prepararsi a interpretare il ruolo di Gianni Versace, proprio in questo film sulla vita dello stilista. L’esperienza lo ha entusiasmato al punto da voler proporre una sua collezione di pret a porter maschile, formata da capi casual, senza dimenticare i completi scuri, eleganti. Per promuovere il suo marchio che più classico non si può (è composto da due bandierine nere incrociate e sotto la scritta Banderas), il “bell’Antonio” ha fatto anche il modello e ha posato come un professionista delle passerelle con tanto di giubbotto, barba e broncio. I suoi capi prodotti da Selected Homme,
Arena Lifestyle 05/17- LUXURY/ Le fiction sul caso Versace
si comprano su Yooox e a prezzi accessibilissimi. E poi mica si è fermato lì. Dopo lo sportswear e il formale sono usciti gli orologi d’acciaio e naturalmente i profumi: The Secret, Golden Secret e Mediterraneo. Insomma, anche la Spagna oggi ha trovato il suo Lagerfeld, uno che fa tutto per la sua linea, dal design alla pubblicità. Ad occupare il piccolo schermo, con la stessa storia, ma stavolta raccontata in una miniserie molto attesa, arriva ora Ryan Murphy, con un cast di grandissimi nomi, tutti pronti ad interpretare la famiglia Versace e gli amici di Gianni. Lo stilista venne freddato dalla pistola di un serial killer sul cancello di Casa Casuarina, la sua villa di Miami il 15 luglio 1997. L’uomo, Andrew Cunana venne ritrovato morto in una house boat qualche giorno dopo. Il dolore fu lancinante per famiglia, il posto di Gianni venne preso dalla sorella Donatella che lo coaiduvava e che tuttora è l’anima creativa della maison, una delle poche griffe che resiste indipendente in Italia, insieme a Ferragamo e poche altri brand che non hanno ceduto alle lusinghe straniere. Con Santo, Donatella ha dovuto faticare molto per salvare l’azienda: è stata sbeffeggiata per anni dalla stampa di moda che (guarda un pò) invece ora la rispetta e la adora. I grandi clienti e il pubblico invece non l’hanno mai abbandonata e anche un folto gruppo di star l’ha sempre appoggiata indossando le sue creazioni, anche nei primi anni di subentro, i più difficili. Tra le più famose Naomi Campbell e Lady Gaga, Kate Hudson, Goldie Hawl, Jennifer Lopez, Kate Moss, Cameron Diaz, Cindy Crowford, Jennifer Gardner. Le nuove generazioni che non avevano conosciuto lo stile di Gianni, apprezzano molto quello elegante e sexy di Donatella, che dopo anni bui e depressi ha finalmente ritrovato il sorriso. La fiction “The assassination of Gianni Versace”, interpreta-
to da Edgar Ramirez, quasi un sosia dello stilista scomparso, le rinnoverà certo l’ eterno dolore, ma porterà nuova fama, perchè è già chiaro che riscuoterà un successo televisivo senza precedenti. E non solo perchè il regista è pignolissimo, ma perchè il casting è stato estenuante, per individuare i migliori interpreti dei personaggi coinvolti: nessun dubbio che fosse Edgar Ramirez il migliore per indossare i panni dello stilista, visto che gli somiglia tanto. Ma per interpretare Donatella Versace, la selezione è stata lunga e si è fatto a lungo il nome, quello di Lady Gaga: indubbiamente la cantante di origine italiana ha una personalità creativa, molto vicina a quella di Donatella, alla quale è legata da una grande amicizia. Ma pare che Lady Gaga abbia già troppi set da calcare, tra i quali quello molto prestigioso da protagonista, che fu di Barbara Straisand in “E’ nata una stella”, dove metterà a dura prova la sua voce. Per incarnare la complessa figura della stilista italiana, dunque, è stata scelta un’attrice, Penelope Cruz, che può vantare una grande capacità espressiva. E che, una volta passata per le mani dei parrucchieri e dei truccatori, mostra una sorprendente somiglianza con l’originale, la sorella amatissima di Gianni. La Cruz osa personaggi complessi, anche quelli in cui non emerge appieno la sua avvenenza. La sua sensibilità le ha fatto scegliere, fra i tanti degni di nota, il ruolo della disgraziata amante di Castellitto nel bellissimo film “Non ti muovere” tratto dal romanzo di Margareth Mazzantini. Ma le sorprese non finiscono qui. Ci sarà il cantante Ricky Martin a vestire i panni di Antonio D’Amico, compagno dello stilista per quindici anni e fino al brutale assassinio. Egli fu a lungo scettico nei confronti della versione ufficiale con cui fu chiuso il caso, dopo che il killer dello stilista, Andrew Cu-
rHOUSE OF VERSACE, PRIMO FILM (2013)
Un primo film per la tv sulla storia della maison della medusa, uscì qualche anno fa, diretto da Sara Sugarman. Ma non ha riscosso consensi nè applausi. La regia appare approssimativa, la ricerca sul costume italiano degli Anni Ottanta pure, tutto è molto patinato ma anche molto abbozzato. Le top model che sfilano sono sovrappeso e le scene delle sfilate (per noi che ci siamo stati davvero a quelle di Versace) sono da soap opera. La trama con happy end non basta per portare a casa la sufficienza. Dopo l’omicidio del fratello Gianni (Enrico Colantoni), Donatella Versace (Gina Gershon) si ritrova sotto i riflettori come capo stilista della maison. Messa in ridicolo dalla critica, Donatella porta l’azienda sull’orlo del fallimento. Con l’aiuto della famiglia, tra cui la figlia Allegra, la zia Lucia (Raquel Welch) e il fratello Santo (Colm Feore), affronta i suoi demoni personali e torna più forte che mai, facendo del marchio Versace uno dei più potenti e blasonati al mondo.
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Arena Lifestyle 05/17- LUXURY/ Le fiction sul caso Versace
Arena Lifestyle 05/17- LUXURY/ Le fiction sul caso Versace
nanan, fu trovato morto a bordo di una house boat, nel porto di Miami. Per Martin non è la prima esperienza sul set. Ma forse è la prima volta che interpreta un personaggio tanto tormentato. Antonio D’Amico, compagno di Gianni Versace, ha dichiarato per anni che Cunanan non faceva parte delle conoscenze dello stilista: non frequentava la sua casa nè i suoi amici nè la sua azienda. Che non era mai stato visto a Miami prima di allora, anche se era ricercato. Ma questa impalcatura criptica fu sempre recisamente respinta dai fratelli Donatella e Santo. La famiglia, non appena fu possibile, ordinò l’immediata cremazione della salma di Gianni Versace, come da sua volontà. Se l’omicidio fosse avvenuto oggi, con le tecniche otoptiche e le tecnologie a disposizione, di sicuro ne sapremmo di più e i due corpi - quello di Versace e quello di Cunanan - sarebbero stati esaminati in modo diverso. Nel ventesimo anniversario invece potremmo solo vedere il bellissimo cantante recitare nei panni del compagno di vita affettuoso e innamorato, che sorregge tra le braccia lo stilista agonizzante, sui gradini di Casa Causarina. Nel 2012 Ricky Martin è già apparso nella serie tv Glee (dello stesso autore di American Crime Story, Ryan Murphy) nei panni di un insegnante di spagnolo. E in precedenza si era divertito a recitare in alcune telenovelas, tra cui General Hospital. Ricky Martin studierà il copione senza un attimo di respiro, si suppone, visto che per la fine dell’anno sta organizzando anche il suo matrimonio con Iwan Yosef, suo compagno da tempo. Per interpretare il ventisettenne Andrew Cunanan, gigolò omosessuale già pluriomicida (aveva già ucciso quattro uomini prima di Gianni Versace ed era ricercato dall’Fbi) è stato scelto l’attore Darren Criss, già visto anche lui nella serie Glee. Il vero Cunanan è stato trovato in città pochi giorni dopo i fatti: un cadavere all’interno di una house boat, con un colpo di pistola alla testa. Morte per suicidio, si disse: la polizia lo aveva cercato ovunque. In queste settimane di riprese, nei primi giorni di set, sotto il
sole della Florida, i turisti si fermavano a sbirciare il cancello davanti al quale si girava la scena dell’omicidio, con Edgar Ramirez pronto ad accasciarsi più e più volte sugli scalini che introducono alla grande villa. E i costumisti pronti a spargere su di lui litri e litri di sangue finto. La comparsa a Miami di Ramirez, nei panni di Versace, ha di certo molto emozionato una persona del clan Versace molto giovane e molto defilata allora: Allegra, nata nel 1986, nipote dello stilista e figlia di Donatella e Paul Beck, il suo ex marito. Oggi è una delle maggiori azioniste della maison e lavora con sua madre: vent’anni fa, con la sua spontaneità di ragazzina, ha regalato allo zio Gianni una breve stagione felice, di quasi ‘paternità’. E lui l’ha premiata. Allegra Beck Versace è una delle dieci donne sotto i 35 anni più ricche del mondo della moda, con un patrimonio di circa 800 milioni di di euro. Al compimento del 18° anno ha potuto disporre del ‘tesoro’ lasciatole dallo zio, pari al 50% dell’azienda. Il restante 50% era stato diviso tra Santo, fratello maggiore di Gianni, a cui andò il 30% e Donatella (per lei il 20%). Allegra, piccola e minuta come Donatella, è nota per avere, da sempre, un notevole senso dello stile. Ma rispetto alla madre, non ama stare sotto la luce dei riflettori: ha lavorato in uno degli studi di famiglia all’estero, collaborando sotto l’aspetto creativo, ma senza che la cosa fosse troppo pubblicizzata. Di recente ha cominciato a farsi vedere sui red carpet di tutto il mondo, ma detesta essere ‘braccata’ . I fotografi e i rotocalchi sottolineano la sua eccessiva magrezza con la stessa tenacia con cui seguono le operazioni di chirurgia plastica di sua madre. Che invece, a 62 anni suonati, dei paparazzi se ne frega, anzi li bypassa: è diventata una socialize espertissima: per l’ultimo Superbowl, mentre volava a Houston sul suo jet privato, ha fatto un video in diretta per anticipare al mondo i dettagli sulla tutina ricoperta di cristalli che Lady Gaga ha poi indossato per cantare al centro dello stadio. Il suo stile creativo è un po’ diverso da quello del suo grande fratello scomparso. Ma è anche un fatto che la Medusa vende, che la famiglia tiene. E che, a dispetto di tutto e tutti, Donatella ha avuto ragione. E che Versace è ancora Versace.
Nella pagina a fianco, il grande stile dei fratelli Versace: la mitica Principessa Diana in tailleur disegnato per lei da Gianni Versace. A fianco in bianco la cantante Madonna. Sotto, le nuove, dinamiche creazioni di Donatella Versace. Qui a fianco, Casa Casuarina col nuovo set de “L’assassinio di Gianni Versace” a Miami. Ricky Martin in biianco nei panni di Antonio d’Amico. Penelope Cruz veste egregiamente i panni della sorella minore, Donatella Versace. Scenografi e truccatori avranno forse esagerato col sangue finto? “No, il regista è molto attento a tutto e molto pignolo” ci rivelano alcuni addetti ai lavori. Anche nelle fiction, dopo aver freddato Versace, il serial killer dello stilista se n’è tornato alla sua house boat, dove si è nascosto per alcuni giorni. Poi, secondo la versione ufficiale, si è sparato.
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Arena Lifestyle 05/17- AGENT PROVOCATEUR/ Il bruco che mangia la plastica
Il PE? Se lo mangia lei
S
iamo talmente bombardati ogni giorno dalla segnaletica sulla raccolta differenziata e da campagne informative sulla pericolosità della plastica e delle borse di polietilene, che qualche volta verrebbe voglia di mangiarsele le buste, le bottiglie e le confezioni, piuttosto che fare due piani di scale per andare a conferire in cortile. Ebbene qualcuno che se lo mangia (il PE, polietilene), c’è: è un bruco dall’aspetto innocuo, ma assai vorace di quella sostanza così indigesta e letale per tutti gli altri animali. E’ la larva della Galleria mellonella, la cosiddetta “tarma della cera” per la sua propensione a cibarsi dei favi. Ad accorgersi che per questo animaletto la plastica è un boccone prelibato è stata una ricercatrice italiana in biologia molecolare, Federica Bertocchini, affiliata al Cnr spagnolo che oggi lavora all’Istituto di biomedicina di Cantabria, a Santander. “Io in realtà mi occupo di biologia dello sviluppo: studio gli embrioni. La scoperta del bruco mangiaplastica è avvenuta per caso. Ho l’hobby dell’apicoltura, e l’abitudine - in inverno - di tenere gli alveari vuoti in casa. Nel tirarli fuori per la primavera, l’anno scorso mi sono accorta che erano pieni di questi bachi. Così li ho ripuliti, raccogliendo i bachi in una borsa di plastica. Qualche ora dopo era già piena di buchi e le larve libere” spiega Bertocchini, che ha pubblicato il suo studio su Current Biology insieme a Paolo Bombelli e a Chris Howe, entrambi biochimici dell’Università di Cambridge. “Paolo ed io ci eravamo conosciuti quando facevamo ricerca allo University College di London, e abbiamo sempre avuto un interesse comune per la biodegradazione delle sostanze inquinanti, in particolare la plastica, dannosa per gli animali e al tempo stesso insostituibile in biomedicina, elettronica, industria alimentare. Così dopo il momento di eccitazione davanti alla busta distrutta, gli ho chiesto di partecipare alla ricerca”. La prima domanda che i ricercatori si sono fatti è: come riesce il bruco della cera a mangiare la plastica? “Sono animali che si cibano della cera d’api. E la cera è un ricco complesso di molecole diverse, che però contiene un legame analogo a quello che sostiene la robusta struttura molecolare del polietilene: una catena di atomi di carbonio che si ripete” spiega la biologa. “Quindi, dal punto di vista evolutivo, il baco, in carenza della cera, ha imparato a nutrirsi della plastica”. Il meccanismo metabolico preciso sarà oggetto di un prossimo studio. “Per ora con i nostri esperimenti abbiamo capito che la degradazione della plastica non avviene solo per la semplice azione masticatoria - e quindi meccanica - del baco, ma proprio per un processo chimico che si innesca grazie agli acidi del suo stomaco” aggiunge Bertocchini. “Abbiamo infatti spalmato sul polietilene un impasto di vermi, notando che la degradazione comunque ha luogo”. Da un’analisi chimica più approfondita si potrà scoprire l’enzima o il batterio antiplastica nascosto nel sistema digestivo della larva. Per la verità esiste già un batterio affamato di plastica, è stato isolato da alcuni scienziati del Kyoto Institute of Technology, l’I deonella sakaiensis , è capace di degradare un polimero, il polietilene tereftalato (PET) grazie a due enzimi. Che sia questa l’arma segreta della tarma della cera? Si vedrà. Intanto è chiaro che l’Ideonella distrugge 0,13 milligrammi di PET per centimetro quadro al giorno. Mentre il baco della cera mangia una quantità quasi doppia di PE ogni ora.
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dietro un sorriso, una storia
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