La nuova scuola num. zero

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tutte le informazioni scolastiche qui e adesso! DICEMBRE 2014 | ANNO I | Numero 0

la nuova scuola giornale online dell’Istituto Comprensivo Statale “Leonardo da Vinci”, Mestre-Venezia

Nasce il giornalino! La nostra scuola ha un giornalino

LA SCELTA DEL LOGO

Eccola qui la cicogna originale, disegnata da Christian Brasi, un alunno della classe 5 della scuola primaria “F. Baracca” del nostro Istituto. L’idea,

piaciuta perchè racchiu-

Dalla redazione

L

con

semplicità ingenuità, ci è

iniziamo a navigare anche noi nel mondo dell’informazione

a nostra scuola si dota, da questo numero “zero” in poi, di un organo di informazione per diffondere le notizie interne: La nuova scuola. Ormai da due anni siamo diventati un istituto comprensivo, siamo molti e abbiamo voglia di lavorare tutti insieme. Così la redazione del giornalino ha pensato di dare un po’ di lavoro a tutti. Ci aspettiamo, infatti, che gli alunni scrivano, ci parlino di loro, delle loro esperienze, delle attività, dei problemi, insomma di tutto quello che vorranno far sapere agli altri illustrando o fotografando i loro articoli. I ragazzi che fanno parte della redazione, una decina circa tra la scuola primaria e la scuola secondaria di primo grado, si occuperanno (con l’aiuto di docenti) di scegliere le notizie , fare interviste ed impaginare il nostro giornalino. La scelta del giornalino come mezzo espressivo per i nostri alunni presenta diversi vantaggi. Prima di tutto la realizzazione di un progetto che sarà visto e letto da altre persone ci permetterà d far conoscere le molte (moltissime) inziative della nostra scuola. Inoltre, consente di avvicinarsi ai meccanismi di funzionamento di un giornale: un piccolo passo verso la consapevolezza nei confronti dei mezzi di comunicazione e de-

realizzata

lle fonti di informazione. La realizzazione del giornalino permette inoltre di sviluppare la collaIl giornalino borazione la discussione, abitua a diffondere scolastico sarà la vetrina le proprie idee e ad ascoltare quelle degli altri, dell’Istituto insegna a confrontarsi. Comprensivo Ci auguriamo diventi una vetrina delle attività dell’ Istituto Comprensivo “Leonardo da Vinci”, vuole mostrare l’impegno , la creatività, la voglia di fare, le capacità dei nostri alunni e insegnanti.

de l’idea stessa del giornale: qualcosa di nuovo che porta le notizie della scuola. Il logo è stato quindi rielaborato dal Prof. Roberto Vincenzi ed inserito nella titolazione del giornale. Ci auguriamo che la cicogna, uccello venerato fin dai tempi degli Egiziani, ci porti fortuna!

indice notizie pag 2 Dalla Redazione pag 3 Dalla Direzione pag 4 Speciale Natale pag 8 Dalla Primaria pag 10 Dalla Secondaria di Primo Grado

pag 11 Giochi Matematici pag 12 Esempi di Scrittura Creativa pag 16 Fiabe e Fantasy pag 18 Speciale Scacchi


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NOTIZIE

LA NUOVA SCUOLA, DICEMBRE 2014

Istituto Comprensivo Leonardo Da Vinci

Un giornalino che crescerà nel tempo... Dalla redazione

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uesto non è che il numero zero, una bozza di ciò che vorremmo diventasse il nostro giornalino, con il supporto di tutti. Ci è capitato di sentire diverse idee attorno a come dovrebbe essere il giornalino o cosa dovrebbe contenere. Anche dal punto di vista grafico questo che state sfogliando non è ancora perfezionato. Contiamo di craere dei simboli per identificare le varie sezioni, quali ad esempio una busta per la posta dei lettori, o una matia per lo spazio dedicato a raccogliere disegni e fumetti elaborati dai nostri studenti. Già in questo numero troverete alcune produzioni degli studenti del nostro Istituto Comprensivo, esempi di scrittura creativa o semplicemente loro pensieri ed emozioni. Ci piace pensare che possa dare voce a ciò che accade nella scuola ed anche a come i ragazzi si “sentano”. Dal prossimo numero cercheremo di creare degli spazi dedicati alla libera espressione, come le lettere al giornale. Non mancheranno poi rubriche su argomenti più amati da bambini ed adolescenti, quali la musica e lo sport. Non ci scorderemo nemmeno del cinema, dei libri, dei giochi... insomma le idee ci sono, non resta che salire in barca e alzare le vele al vento.

La nostra redazione impegno virtuale per risultati reali

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iamo partiti un po’ in sordina, forse, di corsa, sicuramente. Gli ultimi giorni di scuola di questo 2014 sono stati per tutti giorni concitati e densi di avvenimenti, come avrete modo di leggere. Molti ragazzi hanno chiesto di far parte della radazione ed alcuni di loro si sono giù messi all’opera per la riuscita di questo numero. Molti altri verranno coinvolti nei prossimi numeri. Parliamo soprattutto degli alunni delle nostre scuole primarie che a causa della distanza tra le nostre scuole non sono ancora stati raggiunti, ma lo faremo presto. L’impegno per i nostri redattori sarà soprattutto “virtuale”. Visto che ci troviamo ad operare in un ambiente web, chiederemo ai giornalisti di redigere i loro articoli con un programma di video-scrittura e di farceli pervenire via e-mail. Stiamo pensando di organizzare uno spazio in Wordpress nel quale condividere i testi e le immagini con i nostri redattori. Può apparire una scelta un po’ radicale questa di utilizzare unicamente

il web come spazio per la redazione, limitando gli incontri in presenza ad una-due volte ogni due mesi. Tuttavia ci sembra di intravvedere anche nell’utilizzo del giornalino scolastico, sia come giornalisti, sia come lettori, un buon veicolo per la diffusione di una cultura digitale. Ricordiamo che il nostro Paese, secondo un recente studio dell’International Telecommunications Union, è solo al 36esimo posto, dietro a paesi quali Emirati Arabi, Qatar e Barbados, molto lontana dagli altri dell’europa occidentale. Inoltre, sempre secondo il rapporto, gli italiani sono i cittadini europei che usano meno il web. Ci sembra, quindi, che stimolare un uso intelligente delle nuove tecnologie non possa che essere positivo per gli studenti.

Per contattarci al momento vi preghiamo di usare la casella e-mail della Prof.ssa Chiara Borgonovi (chiara.borgonovi@icleonardodavinci.org)


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NOTIZIE

Intervista alla Dirigente scolastica Paola Consoli Gianluca Catullo, Scuola “Di Vittorio”

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l giorno 15 dicembre abbiamo incontrato la Dirigente Scolastica nella sede della Presidenza della nostra scuola “Giuseppe Di Vittorio”. Le abbiamo fatto un’intervista ponendole una serie di domande. Domanda - Come si trova in questa scuola? Risposta - Mi trovo molto bene, ho dei bravissimi insegnati con cui lavoro volentieri. La nostra scuola poi è collocata in un bel quartiere della città D. - Cosa faceva prima di essere preside? R. - Facevo il lavoro più bello del mondo, cioè l’insegnante ed ho scelto di diventare preside per aiutare ai miei insegnanti di continuare a fare il lavoro più bello del mondo. D. - Verrà attivato qualche laboratorio per noi studenti? R. - Alcuni laboratori ci sono già ad esempioi due lettorati di lingue straniere con insegnanti madrelingua, saranno inoltre realizzati degli incontri di recupero nel secondo quadrimentre. Poi per il prossimo anno abbiamo grandi idee come laboratorii di arte, danza, musica, teatro e corsi di recupero per gli allievi che ne abbiano bisogno. D. - Quali sono le cose che la fanno arrabbiare in ambito scolastico? R. - Dover scrivere trenta e-mail e fare dieci telefonate per far aggiustare i bagni! Le cose che mi fanno arrabbiare sono le lungaggini, le difficoltà che a volte si incontrano con i rapporti con gli enti. D. - quando arriveranno i tablet per la classe 2.0? R. - Quando finalmente i fondi assegnatici arriveranno.

la Dirigente Prof.ssa Paola Consoli

D. - Quale è il suo libro preferito? R. - Questa è una domanda molto difficile cui rispondere, posso dirti però che il lirbo che porterei in un isola deserta è la Divina Commedia, perchè avrei sempre qualcosa da scoprire.

ancora in contatto, anche dopo tanto tempo.

D. - Ricorda tutti i suoi studenti, anche per nome e cognome? R. - Dopo 30 anni di lavoro nella scuola posso dire che ricordo ogni singolo studente, con alcuni sono

Ringraziamo la nostra Dirigente per averci concesso questa intervista. Ci auguriamo di poterla avere ancora ospite del giornalino.

D. - Che cosa pensa di noi studenti? R. - Penso che siate più bella della scuola perché senza voi la scuola non sarebbe niente.

La nostra scuola

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’Istituto Comprensivo è costituito dalla Sede Centrale e dai 5 plessi dipendenti:

1) Scuola Primaria “Virgilio” 2) Scuola Primaria “Da Vinci” 3) Scuola primaria “Baracca” 4) Scuola dell’infanzia “Piccolo principe” 5) Scuola dell’Infanzia “G.Rodari” 6) Scuola secondaria di 1^ grado “G. Di Vittorio” Tutte le scuole godono di spazi recintati, attrezzati con giochi nei due plessi dell’Infanzia. Vi sono locali mensa nei plessi di Infanzia e Primaria (di recente ampliamento quella del plesso Da Vinci). I plessi Da Vinci e Virgilio per la scuola primaria e la scuola secondaria Di Vittorio hanno la palestra; gli alunni del plesso Baracca usufruiscono della palestre del plesso Virgilio.

Nelle scuole primarie e secondarie sono presenti: biblioteche; aule per attività alunni disabili; aule attrezzate per laboratori di informatica; presso la scuola secondaria vi è anche un’aula di musica, un Laboratorio d’Arte e un Laboratorio di Scienze. La dotazione informatica, in via di implementazione, comprende anche cinque LIM presso la scuola secondaria, una LIM nel plesso Virgilio, una nel plesso Da Vinci ed una alla scuola “F. Baracca” I servizi mensa e trasporto sono garantiti dall’ente locale. Un servizio di pre scuola per due plessi di scuola primaria è a cura della Cooperativa ABC di Marghera.


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*SPECIALE

lo spettacolo nell’atrio della scuola “G. Di Vittorio”, foto di Carla Galvan

E’ IN SCENA LA NATIVITA’

Lo spettacolo natalizio delle classi seconde F.V. Mercoledì 17 dicembre, gli studenti delle classi quinte, delle scuole primarie dell’Istituto Comprensivo, si sono recati presso l’Auditorium della scuola secondaria Di Vittorio per assistere alla performance teatrale e musicale interpretata dagli studenti di seconda media ed ispirata alle Laudi sulla Natività di Jacopone da Todi. E’ stato un modo per gli studenti della scuola secondaria di salutare e far gli auguri di Buon Natale agli alunni più piccoli, mostrando loro alcune delle attività e conoscenze acquisite. Per i ragazzi di seconda è stata un’esperienza davvero emozionante, in cui la paura era mescolata all’entusiasmo di eseguire al meglio la propria parte. Se i ragazzi di seconda B e C hanno prestato corpo e voce a queste poesie musicate del Duecento, gli studenti del corso D hanno curato i tre bellissimi interventi musicali e quelli del corso A hanno presentato

lo spettacolo cercando di coglierne lo spirito e spiegando, con parole semplici, il contesto storico e linguistico delle opere. “Io ero molto agitata ma poi, appena ho iniziato a parlare e ho visto i bambini così curiosi, interessati ed attenti, ho interpretato tutto con quanto più entusiasmo potevo e mi sono divertita” questa una delle testimonianze dei nostri studenti che hanno replicato la performance martedì 22 dicembre per i compagni di prima e terza media. Una bella soddisfazione per le professoresse Borgonovi ed Onesto che da settembre hanno ideato e curato la realizzazione dello spettacolo … ma una soddisfazione altrettanto grande per tutti gli studenti coinvolti che hanno visto come l’impegno profuso possa venire ripagato dal sincero consenso degli spettatori!


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NATALE* Emma Cibin, 2C Le classi seconde, con l’aiuto delle professoresse Borgonovi, Onesto e Vio, hanno preparato uno spettacolo per augurare buone feste a tutti. Esso è stato ripetuto due volte, la prima alle classi di quinta elementare Mercoledì 17, e la seconda a tutta la scuola Martedì 23. La 2D, con la professoressa Onesto e con alcuni alunni di terza, hanno suonato alcuni brani musicali con il flauto, la chitarra e la pianola. La 2A, con la professoressa Vio, ha presentato facendo divertire il pubblico, ma allo stesso tempo spiegando un argomento della letteratura medievale. La 2C e la 2B, con la professoressa Borgonovi, hanno recitato due laude antiche di Jacopone Da Todi e una poesia di Bertold Brecht. Tutti gli alunni, prima e dopo la rappresentazione, erano molto agitati ed emozionati. Nonostante questo lo spettacolo è stato bello e coinvolgente. Professori e spettatori ci hanno fatto i complimenti. Ringraziamo le professoresse che ci hanno aiutato ad andare in scena facendo un duro lavoro dietro le quinte per le coreografie e per averci insegnato a recitare.

Clikka qui per ascoltare la poesia di Bertold Brecht

Pigotte, foto di Carla Galvan

Alcune iniziative della primaria Dalla Redazione PIGOTTE In occasione del Natale alcune mamme dell’IC Leonardo da Vinci aderendo all’iniziativa “scuola amica dei bambini” hanno realizzato delle splendide pigotte che son state poivendute poi per beneficienza. Per chi non la conoscesse la pigotta è una bambola di pezza fatta a mano. E’ la bambola dell’ Uniceff che aiuta a salvare la vita di bambini di tutto il mondo. Adottando una pigotta, oltre a salvare la vita di un bambino, ce ne si può prendere cura in modo che possano ricevere il kit di aiuti neces-

sari per sopravvivere. La pigotta avrà un cuore di pezza, ma ogni anno salva migliaia di bambini. LIONSQUEST Il giorno 18 dicembre due classi delle nostre scuole primarie sono andate a far visita agli anziani della Casa di Riposo, Hanno portato loro un momento di spettacolo e gli auguri di Natale.

i bambini alla Casa di Riposo, foto di Carla Galvan


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*SPECIALE

Il delegato alla Cultura della Municipalità di Mestre Carpenedo e il Direttore Regionale di Poste alla cerimonia - foto di Daniele Zuccato

Il pianeta degli alberi di Natale D.Z.

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l giorno 11 dicembre presso la Scuola Primaria “Virgilio” in Collaborazione con Poste Italiane si è svolta l’iniziativa “Il Pianeta degli alberi di Natale”. Tale iniziativa, patrocinata da Poste Italiane, prevedeva la consegna di un albero di Natale da interrare nel giardino della scuola al fine di incrementare una cultura ecologica e di rispetto dell’ambiente. L’albero veniva regalato alla scuola che in cambio preparava delle letterine per Babbo Natale che sarebbero state recapitate da Poste Italiane al destinatario. L’iniziativa si è svolta in contemporanea con altre 8 scuole primarie di tutta Italia. Hanno presenziato all’iniziativa la Professoressa Paola Maria Elena Consoli, Dirigente dell’Istituto Comprensivo, oltre al Direttore Regionale di Poste Italiane e al Dott. Marra Delegato alla Cultura della Municipalità di Mestre Carpenedo. Con l’occasione è stata presentata un’automobilina elettrica guidata da

due simpatici postini che con tale manifestazione, seguita da un’emittente televisva locale, hanno voluto sottolineare lo sforzo sostenuto dall’azienda per favorire uno sviluppo tecnologico compatibile e sostenibile con i criteri di salvaguardia ambientale. Con l’occasione la nostra scuola ha voluto inviare una letterina anche al capitano Samantha Cristofoletti che trascorrerà il Natale lontano dalla sua famiglia proprio al fine di sperimentare nello spazio tecnologie di salvaguardia ambientale, ma anche perchè la nostra scuola nel 2006 è stata una tra le 8 scuole Primarie Italiane che grazie all’ESA si è collegata con la Stazione Spaziale Orbitante ISS in un progetto che, seguito dai docenti Cristina Mutarello e Daniele Zuccato, ha coinvolto più classi e di cui esiste testimonianza in audio e video . I bambini, quindi hanno scritto all’astronauta una letterina con le loro riflession. La letterina ci è stata già richiesta da Roma e forse essa è ora nelle mani (in forma informatica ) Del Capt. Pilota Samantha Cristofoletti.


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NATALE* Caro Capitano Samantha Cristoforetti,

Noi siamo i bambini delle classi terze della Scuola Primaria dell’Istituto Comprensivo “L.da Vinci” di Mestre Venezia e ti scriviamo a nome di tutti i bambini di questa scuola che nel Maggio del 2006 ha collaborato con l’ESA, collegandosi con l’ISS e parlando via radio, per alcuni entusiasmanti minuti, con l’astronauta americano Col. Jeffrey Williams ( Sped. 13) dell’Aviazione degli Stati Uniti d’America. Anche se allora non eravamo ancora nati, siamo da sempre abituati a guardare verso il cielo, lassù dove ora sei tu e per questo in occasione del Natale abbiamo pensato di scrivere alcune letterine non solo a Babbo Natale, per chiedergli dei doni, ma anche a te, per aiutarti a non sentirti sola e per farti sapere che quaggiù nella Terra qualcuno ti segue e ti aspetta.. Forza Samantha sei la prima donna italiana che è andata nello spazio! ( Chris) Buon Viaggio Samantha , chissà quante cose vedrai nello spazio e che belle foto farai. Ne aspettiamo una della Terra e un Buon Natale Stellare (Adriano) Samantha un po’ mi dispiace che tu non festeggi Natale e che non puoi essere assieme ai tuoi parenti ma io ti mando un saluto e un bacio grande (Giulia) Cara Samantha noi bambini di terza speriamo che tu ci porti delle belle foto dello spazio e ti facciamo tanti auguri ( Argej, Thomas, Gabriel, Giovanni) Cara Samantha ti salutiamo dalla scuola Virgilio e tanti saluti e tanta fortuna per il tuo lavoro molto importante (Giacomo e Tommaso) Cara Samantha ci dispiace che non puoi festeggiare il Natale con i tuoi parenti. Speriamo che le nostre letterine siano un dono per te. Com’e’ lo spazio ? Come ti trovi lì ? Sei felice? (Alessia e Linda) Cara Samantha tanti auguri da tutti noi! Fai un bel viaggio nello Spazio tu che puoi . Speriamo che lassù tu possa vedere Babbo Natale con le sue renne . Se lo vedi, digli che noi lo aspettiamo, come aspettiamo te… anche se sei mesi sono lunghi. Ciao Ragazza delle stelle ancora auguri di BUON NATALE (Lettera collettiva della classe III A Un caro saluto in particolare dagli insegnanti delle classi IIIA IIIB IIIC della scuola Primaria Virgilio e da tutti gli alti docenti dal personale della scuola e dalla Dirigente dell’Istituto ( abbiamo conservata intatta la forma anche negli errori)


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LABORATORIO ARGILLA

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i tratta di un’iniziativa che ha coinvolto lo scorso novembre le classi 4° del plesso Da Vinci e del plesso Virgilio. Queste le testimonianze dei bambini della classe della Maestra Carla Galvan, che ha realizzato anche le foto. “Mi è piaciuto lavorare l’argilla perché ho capito come usarla. E’ stata una bella esperienza, Andrea è stato gentile perché andava ad aiutare e a far capire i bambini.” (Alvise) “Il laboratorio mi è piaciuto perché Andrea dava un pezzo d’argilla a ognuno e tu potevi fare quello che volevi; lui ci spiegava anche le tecniche più usate e i consigli per lavorarla meglio. E’ stata una bella esperienza, molto creativa che poteva essere utile alla fantasia, ci siamo aiutati e abbiamo fatto tutti la nostra opera d’arte.” (Federico) “Mi è piaciuto tanto perché Andrea, il maestro che ci ha insegnato molto bene come lavorare l’argilla. Era bello fare modellini d’argilla anche se volevo farne 5, uno per me, uno per mio fratello, uno per la mamma, uno per il papà e uno per mio zio.” (Giovanni) “Vorrei fare questa attività molto spesso perché devi usare il tuo cervello e la tua fantasia, poi è anche molto divertente fare cose mai fatte e provarle anche se sembra impos-

sibile ma ce la si può fare, anche se cosa bellissima!” Chiara) non riesci non scoraggiarti perché può essere facile.” (Martina) “Mi è piaciuto molto perché quello che fai (puoi costruire ma anche “Questa cosa mi è piaciuta perché giocare) e poi lo puoi regalare ai tuoi ho imparato a usare l’argilla. Il nostro genitori.” (Filippo) “maestro” si chiama Andrea, aveva un barbone tutto grigio; mi sono di- “E’ stata un’esperienza fantastica vertita un mondo!” (Giulia) perché quando avevo il pezzo d’argilla in mano immaginavo di fare cre“E’ stata una bella esperienza per azioni bellissime e di fare felici i miei vedere le nostre fantasie in azione. genitori. Penso che ce l’ho fatta!” Il signore che ci aiutava si chiama- (Marta) va Andrea ed era bravo. Lavorare l’argilla è bellissimo, ognuno ha fatto “Mi è piaciuto perché mi ha fatuna piccola opera d’arte divertendo- to scoprire quanto sono bravo in si.” (Emma) Arte e perché Andrea (l’insegnante che ci spiegava come si fa a lavo“Mi è piaciuto molto perché si po- rare l’argilla) era bravo e divertenteva fare quello che si voleva e se te, ti dava una mano quando avevi non ce la facevi ti aiutava Andrea bisogno.”(Daniele) e ti spiegava cosa dovevi fare. Le opere d’arte dopo ce le porteremo “Mi è piaciuto perché ho lavorato a casa e le faremo vedere ai nostri con le mani e ho creato delle cose genitori.”(Valentina) da regalare ai miei genitori.” (Tommaso) “Mi è piaciuto perché potevamo sperimentare la nostra fantasia, con “Mi è piaciuto tantissimo perché l’argilla si poteva fare di tutto. Il ma- con l’argilla abbiamo creato tantisestro Andrea ci ha insegnato molte sime cose e tutte diverse. Andrea è tecniche per lavorare meglio l’argilla. un maestro molto bravo.” E’ stata un’esperienza molto bella!” (M.Vittoria) (Ilaria) “Mi è piaciuto molto il laboratorio “Il laboratorio d’argilla per me è stata d’argilla, ho costruito qualcosa che una situazione molto eccitante, An- non avevo mai fatto.” (Simone B.) drea (il signore che ci ha insegnato) è stato molto bravo perché eravamo “Mi è piaciuto lavorare l’argilla, crein tanti. Lavorare l’argilla è stata una are oggetti e ricevere suggerimenti


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dalla scuola primaria

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da Andrea.” (Eynar) “MI è piaciuto tanto questo laboratorio perché era tanto che non facevo qualcosa lavorando l’argilla.” (Mattia) “A me è piaciuto anche perché il maestro che ci ha insegnato era bravissimo, ci insegnava tecniche per usare l’argilla nel miglior modo.” (Simone M.) “E’ stata una bella esperienza perché eravamo liberi di fare gli oggetti che volevamo; il maestro Andrea era molto bravo e mi ha insegnato molti trucchi.” (Marco B.) “E’ stato bellissimo perché abbiamo imparato cose nuove sull’argilla: l’ho lavorata e ho usato degli attrezzi che servono per lavorarla. Ho fatto lavoretti per le maestre, la mamma e il papà.” (Stefania) “Questa esperienza mi è piaciuta perché non l’avevo mai fatta. Ero emozionata ed è stato bellissimo.” (M.Giulia)

Con questi origami, abbiamo costruito due cappelli ed una barchetta. DARK Strappando tre pezzi della barchetta Nella nostra classe 5 si è formato un ci è venuta fuori la maglietta di Magruppo di nome DARK. nolo. Il gruppo è composto da Bresin Mar- Ognuno si è divertito molto. co, Zuanon Giulia, Beltrame Susan- (Classe 4A, scuola “F. Baracca”) na, Casson Carlotta ed Eva Agostinis. Il gruppo è stato creato nell’anno scolastico 2013-2014. Progetto Scuola Amica Inizialmente cantavamo canzoni di altri cantanti, poi, per il primo concer- Con viva soddisfazione ricordiamo tino, abbiamo scritto le nostre prime che il giorno 18 novembre una rappresentanza dell’istituto Comprensivo canzoni. Il giorno 22 dicembre 2014, si è tenu- Da Vinci ha partecipato alla cerimonia per la consegna dell’attestazione to il nostro quarto concerto. di Scuola Amica agli istituti che hanno (Classe 5A, scuola “F. Baracca”) effettuato i percorsi del progetto Miur Unicef. La cerimonia si è tenuta a San Donà Progetto Fri :Capitan Manolo Il giorno 11 dicembre 2014 è venuto il di Piave presso l’istituto Volterra e per la nostra scuola vi hanno preso parmaestro Giancarlo. Il maestro ci ha raccontato una storia te: il Dirigente Scolastico, l’ins. Carla Galvan della scuola primaria, refedal titolo Il Capitan Manolo. Due settimane prima avevamo crea- rente del progetto “Verso una scuola to dei cappelli che abbiamo usato per amica dei bambini e degli adolescenti a.s. 2013-2014”, la prof.ssa Chiara animare la storia. Mentre ci raccontava la storia, abbia- Borgonovi della scuola secondaria, regista della breve performance che mo fatto degli origami.

Riceviamo e volentieri pubblichiamo

è stata presentata in quell’occasione e sei alunni (tre della primaria e tre della secondaria) che si sono impegnati nella recitazione di brevi poesie mentre scorreva sul maxi schermo una sintesi in slide show dei numerosi progetti realizzati.


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dalla scuola secondaria di primo grado

Riceviamo e volentieri pubblichiamo Un’uscita didattica alla Fenice La classe 2A il giorno 4 dicembre ha potuto partecipare al terzo appuntamento del Progetto SVC GIOVANI 3^ EDIZIONE presso le Sale Apollinee del Teatro La Fenice. Il Progetto Musica da Camera SVC Giovani, di cui l’ppuntamento faceva parte, prevede conferenze concerto di introduzione alla musica da camera in collaborazione con la Società Veneziana di Concerti. Giunto quest’anno alla seconda edizione, il progetto prevede che i concerti siano preceduti sempre da una breve introduzione musicologica di circa 30’ a cura di Alessandro Zattarin e non hanno soltanto il pianoforte come protagonista ma anche altri strumenti come il violino, il violoncello e il flauto. Una grande opportunità, per gli studenti, di ascoltare, nella meravigliosa cornice delle Sale Apollinee del Teatro La Fenice, alcune tra le pagine più belle della musica da camera eseguite dai migliori giovani talenti dei Conservatori del Veneto. La classe della nostra scuola “G. Di Vittorio” ha potuto apprezzare il pianisa Marco Mantovani terzo classificato al Concorso Nazionale Premio Venezia 2013 ed attualmente allievo della prestigiosa Scuola di Musica di Fiesole. Un programma interamente dedicato agli Studi Sinfonici di R. Schumann. I nostri studenti hanno potuto anche “sperimentare” la città lagunare in una giornata di acqua alta particolarmente invadente. Un fuori programma che ha divertito studenti e docenti accompagnatori.

La sede dei concerti alla Fenice di Venezia

Occasioni di musica e teatro a scuola

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el corso dei prossimi mesi del 2015 vi saranno almeno un paio di altri appuntamenti con le arti performative e la musica, sta volta rivolti a tutti gli studenti della scuola. Il primo in ordine di tempo riguarderà il “giorno della memoria” per la cui ricorrenza (27 gennaio) alcune docenti della scuola secondaria di primo grado “G. Di Vittorio” stanno preparando la lettura di un lungo brano tratto da “Vita e destino” di Vasilij Grossman. Si tratta di un romanzo storico che descrive lucidamente il periodo della Seconda Guerra, narrando, senza cedere alla retorica, i sentimenti, le passioni, le contraddizioni insite nell’animo umano; più di ogni altra cosa, dalle pagine traspare la convinzione di chi scrive circa l’insopprimibile bisogno di libertà dell’uomo. Le lettura da parte di due docenti verrà accompagnata con l’esecuzione di musica dal vivo. Alla perfomance sono invitate anche le classi quinte del nostro istituto.

Diversi per contenuto e per tipologia saranno poi gli appuntamenti che chiuderanno l’anno scolastico. Le classi seconde saranno impagnate nell’esecuzione di un concerto per flauti, chitarre, percussioni ed organi elettronici. Altri allievi, sempre delle seconde, si produrranno in una performance teatrale sulla quale si mantiene ancora un velo di riserbo, per non togliere la sorpresa al pubblico! C.B.


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Giochi matematici

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bbiamo chiesto alla Prof.ssa Caterina Arcangeli di creare per noi un piccolo quiz matematico.

Vi sfidiamo a risolverlo ed inviare la soluzione via mail alla professoressa (caterina.arcangeli@icleonardodavinci.org), nel prossimo numero riporteremo la soluzione ed i nomi di coloro che sarenno riusciti a risolvere il quesito. Buon lavoro!

Un architetto ha nel suo studio un’ apertura nel muro larga un metro e alta un metro. Un giorno decide di farla ingrandire, chiama un operaio e gli dice di raddoppiare l’area, senza cambiare la forma e facendo in modo che la nuova apertura sia alta un metro e larga un metro. L’operaio esegue. Come ha fatto?


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La nota stonata racconto giallo di Lorenzo Ferrari, 2B

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enezia, 29 luglio 2014. La musica usciva dalle finestre del secondo piano del Conservatorio. Il campo davanti al B. Marcello era pieno di gente. Soltanto a Carnevale, se ne vedeva così tanta per le calli di Venezia. Il motivo era semplice: era stato organizzato un concorso per pianisti, che aveva richiamato giovani talenti da tutto il mondo. Le esibizioni erano aperte al pubblico; tuttavia, solo i familiari dei concorrenti avevano posti riservati. Molti, non essendo riusciti ad entrare, si erano comunque fermati fuori in campo ad ascoltare. Una lista, affissa sulla bacheca del salone a piano terra, indicava l’ordine in cui i ragazzi si sarebbero esibiti. Nella sala Teatro, una giuria, composta da 10 noti maestri concertisti, ascoltava esibizioni da oltre due ore, stupendosi del livello dei partecipanti. Sarebbe stato duro scegliere soltanto uno tra questi talenti. Era il turno di Mark Van Hugg, concorrente tedesco, un ragazzo appariscente dai capelli corti e bruni, diciasettenne, tredicesimo ad esibirsi. Portava vestiti alla “scozzese” e que-

sto lo distingueva dagli altri ragazzi, che quel giorno, data l’occasione, indossavano vestiti eleganti. Le sue mani si muovevano così veloci sulla tastiera, che diventavano praticamente invisibili al pubblico. Al termine del suo ultimo brano, un preludio di Bach, quando mancava una sola battuta alla fine, si sentì una stonatura; o, meglio, si sentirono contemporaneamente tre note e uno sparo. Mark cadde sul pianoforte esanime. Le urla si diffusero fuori e dentro il Conservatorio. A questo punto uno dei maestri in giuria, passato il panico iniziale, chiamò la polizia. Il detective Nicola Baldo, avvisato dalla centrale, giunse sul luogo del delitto in men che non si dica, nonostante l’assenza di mezzi veloci a Venezia. Era basso di statura, mingherlino e di un’intelligenza non comune. Aveva un viso rotondo ed occhi azzurri e vispi. Mancino e con l’ erre moscia, era famoso per aver risolto casi impossibili. Subito diede ordine alla sua squadra di isolare il cadavere. Nulla sembrava strano o fuori luogo. Poi, cercando di studiare la traiettoria del proiettile, intuì che lo sparo era partito dalla loggia sinistra,

Una sala concerti del Conservatorio Benedetto Marcello

riservata alla famiglia Vlogishk il cui primogenito, Aleksander, era il principale concorrente della vittima. Il primo pensiero, quindi, fu che il colpevole potesse essere proprio lui, che voleva togliere di mezzo il favorito per assicurarsi la vittoria. Ma qualcosa non convinse l’ispettore. Prima di tutto sarebbe stato banale che Aleksander avesse sparato proprio dal palco riservato alla sua famiglia; in secondo luogo, un indizio fece capire che il giovane pianista russo si trovava dietro il sipario mentre la vittima si esibiva. L’indizio era un pacchetto di fazzoletti di carta, con impressa una scritta russa sulla confezione, che probabilmente era caduto dalla tasca di Aleksandr, affetto da allergia alla polvere. L’assistente di scena e l’addetto alle pulizie giurarono, infatti, che il pacchetto non c’era prima che Mark si esibisse. La ricerca dell’ispettore pertanto continuò, finché, guardando e riguardando, trovò, sotto una poltroncina del palco da dove era partito lo sparo, un braccialetto col nome VIRGINIA V.H. Nessuno, però, della famiglia Vlogishk portava questo nome. Il problema era dunque capire chi fosse que-


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Esercizi di scrittura creativa sta donna. Quelle due consonanti V e H, riportarono subito Baldo al cognome della vittima. Il possessore del braccialetto smarrito probabilmente apparteneva alla famiglia di Mark. A questo punto, fu facile per Nicola Baldo stabilire il colpevole, chiamandosi la sorella di Mark proprio Virginia. Il suo movente, come spiegherà all’ispettore, sarebbe stata l’invidia nei confronti del fratello minore e dei suoi continui successi in tutti i campi. Un altro sarebbe stato troppo!

NOTIZIE

Riportiamo alcuni temi svolti dagli studenti della scuola secondaria di primo grado “Giuseppe di Vittorio”. Il primo esempio è un tema narrativo di genere giallo, redatto dopo un lavoro di approfondimento sulle caratteristiche del giallo di indagine. Seguono poi tre temi narrativi a carattere storico. Questa la consegna data agli studenti: Inventa un racconto storico prendendo in considerazione il XIX secolo. Dopo aver individuato il contesto precisa l’ambiente, il protagonista del racconto, gli eventi che intendi descrivere e il messaggio che vuoi trasmettere.

Giuseppe Pellizza da Volpedo - Il Quarto Stato

racconto storico di Irene Lazzarin, 3B

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’Italia si era data alla corsa al colonialismo lasciando una fabbrica di operai nella più profonda miseria. L’età dei lavoratori non era definita: c’erano bambini, giovani e anziani, lasciati lì a praticare giorno e notte per poco in cambio. Ragazzini di 11 anni che lavoravano per i ricchi. Un ragazzo di 15 anni, ormai fabbricante da 8 anni, povero e in condizioni sfavorevoli, durante un ennesimo giorno di lavoro provò a scappare, a oltrepassare, il cancello che lo divideva. La fabbrica si trovava in un paesino della Campania. Era posta all’esterno della città e dal cortile si poteva notare qualche montagna tra le nuvole e il cielo pronto a dar tempesta. L’opificio non era organizzato ne controllato.

Il ragazzo poteva fuggire solo tramite una struttura a sbarre di medie dimensioni perché il portone veniva aperto solo alla fine dell’intera giornata. Max (il ragazzo) durante le pulizie ne approfittò e scavalcò le mura come se niente di tutto ciò fosse accaduto veramente. Era uno dei più giovani e non voleva rimanere ad aspettare nuove leggi e nuovi diritti: voleva avere un futuro diverso, lavorare ma in condizioni più soddisfacenti e in fabbriche più moderne. La città era completamente diversa: un via vai di persone, dove i primi giornali avevano già preso posto vicino alle insegne dei negozi. Sembrava così diverso eppure la distanza che divideva l’opificio dal paese benestante era minima. Tutti la pensavano come Max: tutti volevano far parte di una classe sociale più agiata e poter possedere qualche privilegio.

Però non erano d’accordo con il lasciare la fabbrica che forse in futuro gli avrebbe dato qualcosa. Il ragazzo non riusciva a cambiare senza l’appoggio dei lavoratori per cui ritornò di nuovo a lavorare. Dopo molto tempo e molti anni ci furono nuove leggi, si riuscì a praticare meglio, il salario aumentò e le condizioni migliorarono. Max aveva circa 18 anni e sentì bene il mutamento avvenuto. Continuarono a lavorare in modo ininterrotto vedendo che i diritti aumentavano (erano tutti diritti sulle ore e sul lavoro da esercitare) ma fu un giorno a cambiare improvvisamente la situazione quando si ottenne la “libertà di pensiero”. Secondo me si nota che una “cosa” sta cambiando o sta migliorando bisogna darle tempo: aspettare che muti del tutto perché ti può rendere diversa una situazione.


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NOTIZIE dalla scuola secondaria di primo grado racconto storico di Lisa Doria, 3B

Il progresso, quella parola tanto meravigliosa per alcuni quanto disastrosa per altri. Quella cosa che può allo stesso tempo fare la fortuna dei ricchi e rappresentare per i poveri soltanto l’ennesima disgrazia. La sofferenza di alcuni per il bene di altri, e a soffrire siamo sempre noi.” Pensieri tristi quelli di Marianne quella mattina, mentre avvolta nella nebbia che pareva incarnare il suo stato d’animo si trascinava lentamente verso l’edificio che le stava rovinando la vita. La Fabbrica, la chiamavano, quell’enorme costruzione grigia dai muri di pietra che sfornava artefatti tessili con la stessa velocità con cui un bambino riusciva ad inventare una frottola; quel posto che, giorno per giorno, distruggeva con la freddezza di un sicario le anime delle donne che vi entravano. I castani occhi bassi, i riccioli neri un tempo lucenti raccolti in un’unta treccia spettinata, Marianne proseguiva affranta l’odiosa strada che ogni giorno la conduceva al lavoro, le lentiggini ormai sbiadite come a rappresentare il suo spirito che pian piano sentiva scivolare via dal corpo. “Trentaquattro, trentatré, trentadue...”, i possenti ceppi di legno che affiancavano il sentiero sembravano scandire il tempo di libertà che le rimaneva, mentre, il buio negli occhi, guardava tristemente le foglie cadere dalle verdi betulle imprigionatenella morsa del gelo. Pensava ai suoi figli, quella grigia mattina, alle loro faccine perennemente sporche di cenere e alle loro voci che sempre si incrinavano quando la salutavano al mattino, gli occhioni lucidi e gonfi senza avere il coraggio di piangere. Un’infanzia rubata, la loro, che all’alba si alzavano assieme ai genitori per andare a lavorare nelle miniere, dove le belle manine di Chelsea venivano usate per aprire i pesanti cancelli di ferro e le braccia muscolose di James aiutavano i minatoria portare gli enormi carrelli pieni di minerali e carbone. Le sembrava di vederseli davanti...gli scuri capelli incrostati di sporco e gli occhi nocciola la cui allegria si era spenta da anni, i vestiti ormai smessi che la madre era riuscita ad arraffare

dal cesto delle produzioni aziendali scartate. Li vedeva strani, Marianne, quegli adulti costretti a crescere troppo in fretta intrappolati nei corpi dei bambini che ancora erano. Seri, composti, le guance arrossate dal freddo così in contrasto con i volti smunti e tirati che davano loro l’aspetto di pallidi fantasmi. E lei ne soffriva, della loro situazione, perché per quanto il suo arruffato marito desse l’anima alle organizzazioni sindacali cui lui e i suoi compagni di fabbrica partecipavano, nessuna manifestazione era ancora servita a cambiare la situazione degli operai. I padroni non badavano minimamente alla vita dei loro sottoposti e l’unico dispiacere che provavano alla morte di uno di essi era quello di aver perso un motivo di guadagno. Arrivò con questi bui pensieri all’entrata della Fabbrica, superato l’ultimo ceppo e raggiunto lentamente il grande cancello nero dove il solito controllore con tanto di bombetta e monocolo la attendeva con un aggrottato cipiglio contrariato. Vedendola comparire diede uno sguardo al cipollone d’oro con catenina e dopo aver borbottato qualcosa tra sé e sé la fece entrare, con una burbera spinta e un commento sul suo solito ritardo, segnando su un foglio una riga scura sul suo salario. Marianne avrebbe tanto voluto protestare, ma sapeva che avrebbe soltanto peggiorato le cose, così aprì sospirando il pesante portone di quercia ed entrò. Era pronta, come sempre, pronta per un’altra estenuante giornata di lavoro che si sarebbe conclusa solo a notte fonda, quando i gufi tubavano e le stelle, brillanti come diamanti, scaldavano per qualche minuto le anime dei lavoratori, sciogliendo per un po’ il velo ghiacciato che per un intero giorno gli aveva gelato l’anima.


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Esercizi di scrittura creativa

Compagni per sempre racconto storico di Niccolò Barbato, 3B

I

miei genitori mi dissero che sarei potuto diventare qualsiasi cosa in vita mia ma in questo periodo travagliato, pieno di guerre e di continui spargimenti di sangue non ebbi tempo per scegliere e fui costretto a diventar soldato, semplice pedone di una grande armata,di un esercito ancor più grande,in una guerra,seppur per la nostra indipendenza, terribile. Eccomi qui,di nuovo,in viaggio,a seminar morte e a raccoglierne ma per la mia Italia parteciperò, in una guerra in cui tentar non nuoce,dovessi sacrificare la mia vita. Infine arrivo in Veneto, importante regione un tempo repubblica marinara ora sotto lo straniero austriaco. Punto di ritrovo raggiunto, non siamo in tanti, come pensavo, rischiamo di venir falciati in un batter d’occhio dal nemico, il generale ripete le istruzioni:- Una semplice avanzata,correte e sparate a tutto ciò che si muove che viene da davanti, in caso di uomo a terra o ferito non fermatevi, sanno cosa fare, altrimenti da un morto diventeremo tutti morti. Gli alleati ci aspettano a Venezia in un altro punto di ritrovo, vi avvertirò in caso di nuove istruzioni, buona fortuna signori.Il generale non sembrava convinto di ciò che diceva, quasi sembrava la sua prima guerra, sicuramente aveva par-

tecipato a parecchie di esse,altrimenti non sarebbe stato promosso generale. Si alza un grido da parte di tutti,si comincia,si mettono tutti a correre, lo faccio anch’io,incontrando difficoltà per via della costante paura che ten tava,invano,diimmobilizzarmi. Sento già le urla delle persone ferite,i primi morti, cerco di nascondermi nel gruppo per non essere puntato dai nemici, ma realizzo che sarei stato un codardo, sarei andato avanti a carico degli altri e presto non ci sarebbe stato più nessuno a coprirmi e sarei morto inutilmente,come un coniglio, prima dell’indipendenza dell’Italia, devo io essere indipendente da me stesso. Mi faccio coraggio ed esco dall’insieme mettendomi trai primi però penso che sarebbe un suicidio il mio ma non m’interessa, per la mia Italia farò questo ed altro. Comincio a sparare, alcune volte uccido, in altre ferisco, mi sento un assassino ma in cosa potevo intervenire? In guerra uccidi o vieni ucciso. Sento che il corpo mi sta abbandonando, per la stanchezza le gambe tremano di nuovo, fragili, come le foglie in autunno. A un certo punto sento come se qualcosa m’avesse perforato la gamba destra, guardo in basso e noto che è sanguinante, dal dolore ruzzolo per terra gridando, non riesco ad alzarmi, presto un austriaco mi avrebbe tro-

NOTIZIE

Venexia che spera - Andrea Appiani

vato e ucciso, mi rassegno al destino quando un mio compare mi trova e mi rialza dicendomi :- Non è finita! Resisti! Siamo quasi arrivati!La mia andatura è tentennante ma con lui che mi regge mi sento sicuro anche se per aiutarmi aveva infranto la regola. Finalmente lo vedo, il punto di ritrovo: una vecchia casa, i Prussiani ci stavano aspettando. Da pochi soldati dell’armata siamo diventati pochissimi (circa una ventina). Quasi tutti sono entrati, mancano circa sei soldati compreso me e il compagno che mi aveva salvato. Cerco di andare più veloce che posso ma la gamba destra dolente mi rallenta e gli Austriaci ci inseguono. Mancano solo due soldati: io e lui. Arriviamo alla soglia, entriamo ma il mio compare viene colpito al petto (fortunatamente non al cuore) e cade. Cerco di trascinarlo dentro ma tutti mi gridano:Chiudi la porta! Chiudi la porta!- Son costretto a lasciarlo morire fuori, nelle fauci degli Austriaci, colui che mi ha salvato la vita. Rimango bloccato all’ingresso dal dolore sia fisico che morale. Passa un soldato italiano, mi dà una pacca sulla spalla sinistra e mi dice:- Questa è la guerra amico, lui è morto in pace con l’anima di San Martino. Era debole ma aveva coraggio. Purtroppo, qui, solo i più forti sopravvivono, è il giudizio della morte.-


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NOTIZIE dalla scuola secondaria di primo grado

Il principe Una fiaba di Roberto Steri, 1B C’ era una volta un tenero principe che amava molto gli animali. Viveva in un bellissimo castello circondato da un immenso giardino con alberi maestosi, fiori profumati e colorati e un incantevole laghetto che brillava con la luce del sole. Tutt’intorno era tutto tranquillo e si udivano soltanto piacevoli versi di uccelli, canti melodiosi di cigni e un simpatico starnazzare di anatre. Tra tutti quei meravigliosi animali ce n’era uno a cui il principe era particolarmente affezionato: era un grazioso e piccolo passerotto che aveva trovato ferito ai piedi di un albero e, intenerito dai suoi occhietti tristi, lo aveva curato con tutto il suo amore. Con il passare del tempo il passerotto diventò sempre più forte e, piano piano, riuscì anche ad imparare a volare. Il principe era così felice di vedere il suo amico finalmente guarito. Un pomeriggio, mentre stavano passeggiando nel bosco non molto lontano dal castello, scorsero una piccola casetta; sembrava abbandonata perchè aveva le finestre rotte e il tetto di legno bruciato. Il passerotto, ingenuo

e anche un po’ curioso, volò verso l’entrata ma, sfortunatamente, rimase impigliato in una rete. Dalla porta uscì una vecchina che raccolse l’uccellino e lo portò dentro con sé. Il principe, disperato, provò a bussare, ma la casetta fu subito avvolta da un rovo. Dopo qualche giorno il passerotto, chiuso in una gabbia, era ormai deperito e senza forze. La vecchina, una perfida strega, catturava gli uccelli e li faceva morire perchè non sopportava il loro canto. Il principe, però, non si arrese mai e con tutte le sue forze cercò di salvarlo: una notte salì sul tetto e, senza far rumore, scese per il comignolo e riuscì ad entrare in casa. La strega, non appena lo vide, scoppiò in una grande risata e gli disse: “ Rischi la tua vita per un’ insignificante bestiaccia! “ ma il principe, con coraggio, le rispose: “ Amo tanto questo passerotto che rinuncerei perfino alla mia libertà per salvarlo, prendendo il suo posto! “. Allora la strega , dopo aver udito quelle parole, fece uno dei suoi malvagi incantesimi: liberò l’uccellino, ma trasformò il principe in una bestia facendolo vivere prigioniero nel suo stesso castello.

Ho tempo per... poesia di Katia Battaggia, 1B Ho tempo per pensare ascoltando il suono degli alberi e delle foglie, ho tempo per imparare osservando il mondo che ho attorno, ho tempo per parlare alle persone cui voglio bene, ho tempo per capire chi sono veramente, ho tempo per sentire che cosa provo guardando la direzione degli uccelli, ho tempo per... sapere cos’ è il tempo


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Fiabe e Fantasy

NOTIZIE

Il fantasma e l’elfo alla ricerca del tesoro Racconto fantasy di Maria Francesca Dionisi, 2A

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anto tempo fa in un mondo magico,dove le creature vivevano in armonia fra di loro,vi erano due amici,un fantasma ed un elfo,Boo e Zig. C’è da sapere che Boo non era proprio il fantasma più coraggioso che ci sia, anzi, quando le catene che si portava sempre dietro tintinnavano,come ogni catena che si rispetti,lui se la faceva sotto, ed incominciava a scappare e ad urlare come un ossesso. Visto che non é proprio comune trovare un fantasma che abbia il terrore delle sue stesse catene e che ad ogni rumore udito nel suo castello si nasconda sotto il letto,veniva preso in giro e canzonato da tutti quanti. Boo si sentiva sempre “giù di catena”. Ogni giorno piangeva, si sentiva uno straccio, non si sentiva un vero fantasma, ma solo un coniglio. Un giorno decise di andare dal suo amico elfo che gli aprì la porta con il suo solito sorriso a trentasei denti e che lo fece entrare…Il fantasmino piagniucolando disse che non voleva più essere considerato un codardo ma un fantasma degno del suo nome. Zig ascoltò attentamente il racconto dell’amico,scappò via più veloce della luce e Boo rimase ad aspettare. Dopo quasi due ore d’attesa Zig ritornò assieme a suo nonno Nag.Nonno Nag aveva in mano una cartina, tutti diranno:-bene ora inizia la caccia al tesoro!-:ma chiunque lo dica sappia che si sta sbagliando! La mappa non portava al tesoro, bensì alla “GRANDE BIBLIOTECA” nella radura al cui interno era contenuta la vera mappa del tesoro. Boo seccato per l’attesa e per non aver capito nulla di tutto quello che era successo disse:-MA LO CAPISCI CHE TUTTO QUESTO NON C’ENTRA NULLA CON IL MIO PROBLEMA?!-:Zig allora gli rispose:BOO STAI CALMO!,QUESTA E’ LA SOLUZIONE AL TUO PROBLEMA, QUESTA MAPPA CI CONDURRA’ ALLA BIBLIOTECA NELLA QUALE E’ CUSTODITA LA MAPPA CHE CERCHIAMO, LA QUALE POI CI

PORTERA’ ALLO SCRIGNO DEL CORAGGIO E TU NON DOVRAI PIU’ SOPPORTARE LE PRESE IN GIRO DEGLI ALTRI!-:…poi aggiunse:NONNO NAG, QUAL E’ LA STRADA PER ARRIVARE ALLA BIBLIOTECA? Il nonno disse:- RAGAZZI MIEI, VI ACCOMPAGNERO’ FINO ALLA GRANDE BIBLIOTECA E POI VE LA DOVRETE CAVARE DA SOLI, IO SONO TROPPO VECCHIO PER SUPERARE LE PROVE CHE AFFRONTERETE DURANTE IL PERCORSO TORTUOSO CHE VI ASPETTA. Fra mille domande e le spiegazioni del nonno erano finalmente giunti alla grande biblioteca. Prima di tornare indietro il nonne disse:- RAGAZZI E’ GIUNTA L’ORA CHE VOI ANDIATE PER LA VOSTRA STRADA, IO TORNERO’ INDIETRO, MA MI RACCOMANDO…FATE MOLTA ATTENZIONE! Nonno Nag abbraccio’ Boo e Zig e se ne ando’. I due amici si ritrovarono davanti ad una gigantesca ed imponente biblioteca costruita su di una quercia secolare. Intimoriti dall’imponenza della biblioteca Boo e Zig bussarono con il batacchio d’oro con la trama d’argento situato sul gigantesco portone in legno di ciliegio dalle calde venature rossastre ed entrarono. Quando furono all’interno della biblioteca rimasero impressionati dall’enorme quantità di libri posti sugli scaffali.Saranno stati su per giù qualche migliaio.C’era di tutto e di più,ma non la mappa che i due cercavano…così dopo ore e ore di ricerca Boo e Zig decisero di chiedere aiuto al bibliotecario, un troll mastodontico seduto davanti una minuscola scrivania che batteva a macchina su di un’altrettanto piccola macchina da scrivere. Il troll lanciò un’occhiata da sopra gli occhiali a quei due strani e minuscoli individui che gli stavano davanti,e con voce possente domandò loro che cosa volessero da lui. Boo intimorito come al solito,si nascose dietro Zig il quale disse:- SIGNOR TROLL BIBLIOTECARIO,STIAMO CERCANDO LA MAPPA PER RAGGIUNGERE LO SCRIGNO DEL CORAGGIO, PER CASO LEI SA DOVE

SI TROVA? Il troll rispose sorridendo:- MIEI PICCOLI AMICI, LO SCRIGNO DEL CORAGGIO SI TROVA PROPRIO QUI’-: ed indicò il cuore:- DOVETE SAPERE CHE TUTTE LE EMOZIONI SONO DENTRO IL NOSTRO SCRIGNO, TUTTI NE POSSEGGONO UNO, MA DOVETE SAPERE,SOPRATTUTTO TU, PICCOLO BOO, CHE LA PAURA E’ SAGGEZZA MA A VOLTE PORTA A NON METTERSI IN GIOCO, QUINDI SE PROVI AD APRIRLO E AD USARLO NEL MIGLIORE DEI MODI VEDRAI CHE SARAI INVINCIBILE! Boo e Zig a quel punto salutarono il troll bibliotecario e si avviarono verso la porta d’uscita. Uscendo i due amici videro nonno Nag che li stava aspettando sull’uscio della porta il quale chiese loro:- CARI RAGAZZI, ALLORA AVETE TROVATO LO SCRIGNO DEL CORAGGIO? Boo con tono deciso e sereno disse:CERTO CHE LO ABBIAMO TROVATO: E’ IL NOSTRO CUORE! HO IMPARATO CHE LA PAURA VA BENE MA NON ECCESSIVAMENTE E CHE OGNI TANTO BISOGNA METTERSI IN GIOCO E FARE NUOVE ESPERIENZE. Zig allora disse:- MA NONNO, PER QUALE MOTIVO CI HAI FATTO CREDERE CHE ESISTESSE UNA MAPPA PER ARRIVARE ALLA BIBLIOTECA NELLLA QUALE ERA CUSTODITA LA MAPPA, CHE ESISTESSE UNA MAPPA PER ARRIVARE ALLO SCRIGNO DEL CORAGGIO E CHE ESISTESSE UNO SCRIGNO DEL CORAGGIO? Il nonno allora rispose:- MIO CARO ZIG, DEVI SAPERE CHE QUESTE MAPPE ESISTONO E CHE IO NON HO INVENTATO ASSOLUTAMENTE NULLA: LA MAPPA PER ARRIVARE ALLA BIBLIOTECA ERO IO, LA MAPPA PER ARRIVARE ALLO SCRIGNO DEL CUORE ERA IL TROLL BIBLIOTECARIO E LO SCRIGNO DEL CORAGGIO E’ IL CUORE Allora Boo e Zig dissero in coro:NONNO NAG SEI IL MIGLIORE IN ASSOLUTO!! E cosi’ tutti assieme se ne tornarono a casa con le tasche piene d’esperienze e il cuore più pieno che mai.*


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NOTIZIE dalla scuola secondaria di primo grado

SPECIALE: SCACCHI A SCUOLA

Federico Giampietro, 1A

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e lezioni di scacchi che hanno coinvolto le tre classi prime si sono svolte per quattro lunedì dalle 8,05 alle 10,05 a partire dal 10 novembre sotto la guida di un giocatore professionista di nome Kenny. La prima ora era dedicata alla teoria e la seconda alla pratica del gioco. A chiusura del corso si è svolto un avvincente torneo! Il 13 dicembre gli allievi si sono ritrovati tutti assieme nella palestra della scuola per giocare le varie partite che si sono svolte in tre manches così suddivise: le eliminatorie, la semifinale e la finale. La semifinale si è svolta in due round e ha fatto guadagnare la finale a soli cinque ragazzi. Alberto Radicchio, un alunno della 1ªB, ha vinto il torneo. Sono stati premiati con una coppa i primi cinque classificati. Eccezionalmente a Diego Rosa della 1ªA è stata assegnata una coppa di consolazione. Una coppa ha premiato anche i tre alunni che in ogni sezione hanno totalizzato più punti durante il torneo. Infine a tutti è stato consegnato un diploma di partecipazione.

Il torneo ha riscosso successo tra i partecipanti, secondo Chiara Rudisi della 1ªA: “Gli scacchi mi sono piaciuti! …....... E’ stata una bella occasione per conoscere anche dei compagni delle altre classi. E’ stato piacevole partecipare anche se ho perso e sono felice per tutti quelli che hanno vinto!”; per Agnese Vianello della 1ªA: “.... Queste lezioni sono state molto interessanti, soprattutto per via del fatto che all’inizio della seconda ora sceglievamo un compagno e l’istruttore ci dava una scacchiera con le pedine e provavamo a giocare …...”; secondo Andrea Mastro della 1ªB: “Mi è piaciuto molto partecipare al torneo di scacchi, anche se non sono arrivato tra le venti persone più brave che c’erano.” Per l’autore di questo articolo il torneo è stato appassionante e difficile; ho perso ma mi sono divertito ugualmente. Spero di rifare una simile esperienza. Speriamo ci sia un’altra occasione di praticare questo gioco così avvincente, magari organizzando un torneo tra le varie scuole medie.

Gli scacchi poesia di Martina Assi, 1B Gli scacchi sport e gioco, mi diverto non poco. Si gioca sulla scacchiera, mezza bianca e mezza nera. C’è il re, che se perdo son fregata, haimè ... e la regina che con le sue mosse, mi carico di adrenalina. Ecco l’alfiere, che le diagonali, le fa per mestiere. Il cavallo bianco, che di giocare non è mai stanco. Poi tra le torri e i pedoni, non ci sono paragoni. Se il mio avversario è distratto, posso fargli scacco matto.


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NOTIZIE

agli studenti impegnati nel torneo di scacchi, foto di G. Ncolanti

Emozioni di giocatori... “Giocare a scacchi è stato stancante però divertente. Vincere mi è piaciuto molto ma giocare tutti assieme mi è piaciuto ancora di più. Quando mi hanno chiamato per andare a prendere la coppa è stato bellissimo tutti che applaudivano divertiti . Abbiamo avuto un maestro fortissimo: Kenny prima scacchiera del sud Africa!” Alberto Radicchio, 1B (il vincitore del torneo, n.d.r.)

Anche se ho perso...mi è piaciuto “Quando è entrato il maestro di scactanto giocare con gli altri miei com- chi pensavo che fosse molto difficile pagni.” giocare a scacchi ma con le quattro lezioni, mi sono accorta che non è Sara Dal Corso, 1A così difficile giocare e che mi piace molto. “Sabato scorso in palestra abbiamo Quando è arrivato il giorno del torneo fatto un torneo di scacchi e anche ero agitata. Con l’esperienza del torse non sono riuscito a prendere una neo ho potuto vedere amiche delle coppa mi sono comunque divertito elementari e fare nuove amicizie. Io tantissimo. Il mio amico Diego (anche non sono riuscita a partecipare alla è se arrivato 7°) ha ricevuto una cop- finale ma ero contenta per quelli che pa per aver mangiato il re che, come sono riusciti a parteciparci. sanno quelli che giocano a scacchi, Quando hanno tirato fuori le coppe si può “ mangiare” solo facendo scac- ero agitata ma alla fine il migliore della co matto. Il mio compagno di classe mia classe è stato Marco QuintavalMarco Quinta Valle è riuscito ad ag- le e Diego Rosa perché ha mangiato giudicarsi la coppa per il punteggio tante volte il Re che non si mangia; piu’ alto della classe, mentre un alun- poi hanno vinto la coppa anche dei no di un’altra prima il cui cognome è miei amici come Maria Zampieri e SiRadicchio,è riuscito ad aggiudicarsi il mone Novello. primo premio. È stata un’esperienza unica!” È STATA UNA MAGNIFICA GIORNATA!!!!!!!!!!!!” Margherita Conchetto, 1A

“A me la lezione di scacchi è piaciuta. Ci è servita molto: ci hanno spiegato il valore delle pedine,come si muovono e altre cose. Era un’ora in cui ti rilassavi. Alla fine delle quattro lezioni abbiamo fatto un torneo di scacchi in palestra. Dovevamo metterci seduti e aspettare che l’insegnate di scacchi ci chiamasse per giocare contro una persona della 1 B o della 1 C. Sebastiano Battiston, 1A poesia sugli scacchi di Roberto Steri, 1B Il torneo di scacchi è stato emozionante un’esperienza che conserverò nella mente La prima volta che ho visto la scacchiera ho pensato: “Riuscirò a giocare in qualche maniera! “ Poi un bravo insegnante ci ha mostrato come fare così abbiam potuto partecipare alle gare. Con la torre, il re, la regina e il cavallo sembrava di girare in un castello, ma ero molto calmo e concentrato

per non essere dallo sfidante superato. Dopo quattro ore ci hanno detto di terminare perchè c’erano i migliori da premiare. Di vincere la coppa ho sperato perchè sapevo di essermi impegnato, ma, alla fine, mi hanno dato l’attestato non importa, il bello è aver partecipato!


la nuova scuola

Arrivederci al prossimo numero!

Contatti: Prof. Chiara Borgonovi, scuola secondaria di primo grado “G. Di Vittorio” e-mail: chiara.borgonovi@icleonardodavinci.org Prof. roberto Vincenzi, scuola secondaria di primo grado “G. Di Vittorio” e-mail: roberto.vincenzi@icleonardodavinci.org


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