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LA MEDICINA COM'ERA...

GABRIELE FALLOPPIO E LO STUDIO DELL’ANATOMIA NEL CINQUECENTO ITALIANO

Gabriele Falloppio nacque a Modena nel 1523 circa. Inizialmente avviato alla carriera ecclesiastica, fin da giovane si dedicò agli studi di medicina, anatomia, farmacia, che praticò da autodidatta. Nel 1544 il Collegio dei medici di Modena lo incaricò di eseguire una pubblica dissezione, al fine di istruire i giovani studenti; la lezione fu eccellente, anche grazie alla nuova tecnica di bollitura delle ossa e di ricostruzione dello scheletro attraverso fili di rame, che lui stesso introdusse. Non ancora laureato, gli venne insegnò nell’anno accademico 1547-48, tenendo le lezioni su Dioscoride e continuò a dare dimostrazioni di anatomia. Fu sempre amato dai suoi studenti, che lo seguivano con trasporto. L’anno seguente venne chiamato a Pisa a insegnare anatomia, mentre nel 1551 fu chiamato a Padova come lettore dei semplici. Proprio durante questo periodo svolse approfondimenti su tematiche medico-naturalistiche e sulla comprensione della struttura del corpo umano, che gli permise di ampliare la pratica anatomica. A partire dal 1557, Gabriele Falloppio iniziò ad organizzare la stesura delle sue ‘Observationes anatomicae’, che pubblicò poi nel 1561. In queste pagine corresse alcuni degli errori commessi dal famoso anatomista Andrea Vesalio. Durante il suo lavoro fece importanti scoperte: muscoli oculomotori, della chorda tympani, della chiocciola ossea e dell’acquedotto del vestibolo, ma è ricordato per la sua descrizione degli organi riproduttivi femminili e per la scoperta dei dotti seminali a cui diede il nome di “tube uterine”, oggi chiamate anche trombe di Falloppio. Infine, fu il primo a descrivere un preservativo, che nei suoi scritti venne descritto come una guaina di lino avvolta attorno al pene, e sostenne l’uso di tali guaine per prevenire la sifilide. In un primo esempio di una sperimentazione clinica, Falloppio riferì di aver testato questi preservativi su 1.100 uomini, nessuno dei quali contrasse la sifilide. Gabriele morì, di polmonite, a Padova il 9 ottobre 1562. Le sue lezioni accademiche vennero raccolte dopo la sua morte dai suoi studenti.

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GERTY THERESA CORY: UNA VITA DEDICATA ALLA RICERCA

Gerty T. Cori fu la terza donna a vincere il premio Nobel per la scienza nel 1947 e la prima ad esser insignita del Nobel per la medicina. Emigrò dall’Europa verso gli Stati Uniti nel 1922 insieme a suo marito, in quanto la famiglia di Gerty era di religione ebraica e l’antisemitismo si faceva sempre più definito. Lavorò per tutta la sua vita insieme al marito, firmarono insieme moltissimi studi e ricerche ma la carriera di Gerty si trovò costantemente ai margini del mondo accademico, spesso sottopagata; dovette attendere 16 anni prima di trovarsi allo stesso livello del marito ed ottenere la qualifica di direttore del dipartimento, nonostante avesse avuto lo stesso background di Carl. L’importante ricerca che condusse insieme a Carl Ferdinand Cori e al fisiologo argentino Bernardo Alberto Houssay su come il glicogeno viene sintetizzato dall’organismo, nel ‘47 valse ai tre il Nobel; Questo meccanismo fondamentale, è oggi conosciuto come ciclo di Cori. Poco prima di ricevere il Nobel, Gerty Cori scoprì di essere affetta da displasia mieloide, le cui cause erano sconosciute. In seguito, i coniugi Cori ritirarono insieme il premio nonostante la brutta notizia appena avuta. Donarono una parte dei soldi ricevuti al progetto dei loro collaboratori sullo studio della fosforilasi. Durante il discorso per il ritiro del premio, Carl disse: “Questo premio è soprattutto per mia moglie, fonte di profonda ispirazione per me. La nostra collaborazione è iniziata anni fa quando ancora eravamo studenti all’Università di Praga, e continua da allora. I nostri sforzi sono stati complementari e da soli, senza l’aiuto l’uno dell’altro, non avremmo raggiunto gli sforzi che abbiamo raggiunto insieme.” Otto anni dopo il Nobel venne nominata all’Accademia Nazionale delle Scienze. Gerty visse altri dieci anni, combattendo la sua malattia e lavorando incessantemente insieme a suo marito.

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