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DOSSIER VACCINI

ATTRAVERSARE LE COLONNE D’ERCOLE (REMANDO TUTTI NELLA STESSA DIREZIONE)

Attualità e sfide della campagna di vaccinazione anti-SARS-COV-2. A partire dalla nuova flow-chart della sperimentazione dei vaccini. Che aumenta in maniera significativa il rischio di impresa, ma non mette a rischio la sicurezza del prodotto finale.

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di PASQUALE STEFANIZZI, SAVINO SOLDANO, MARIA DELL’AERA, ANDREA MARTINELLI, GIUSEPPE SPINELLI, FABIO AMORUSO, GIACOMO RIFORMATO, SILVIO TAFURI - Punto di Vaccinazione Ospedaliero, Azienda Ospedaliero-Universitaria Policlinico Bari

Il 27 dicembre 2020, data del cosiddetto V-day, diversi quotidiani, nel celebrare l’avvio della campagna di vaccinazione anti-SARS-COV-2, esprimevano uno sprizzante ottimismo nel titolare che “fosse partita la sfida finale al virus” e che il virus, incubo della vita della popolazione mondiale negli ultimi 9 mesi, “avesse i giorni contati”(1) .

L’ottimismo rinviene dalla fiducia nella Scienza e, in un Paese che ha attraversato una lunga fase di depressione, è sicuramente ospite gradito e principale. Tuttavia, l’ondata di ottimismo non ci deve mai separare dall’aggancio alla realtà, anche perché, mutuando le parole di un santo del nostro tempo, Luigi Giussani, la realtà è testarda. Questa immanenza della realtà è manifesta a tutti noi, in quanto, anche dopo il 27 dicembre, abbiamo continuato a vedere persone ammalarsi e morire di e con Covid e questo scenario probabilmente non ci lascerà prima della primavera inoltrata. Che cosa è successo? Come siamo arrivati a questo traguardo? Dal mese di giugno si è realizzata un’alleanza senza precedenti storici (almeno da quando la produzione dei vaccini non è più realizzata negli stabilimenti produttivi di Stato ed è affare di aziende multinazionali) tra gli Stati e le Società produttrici di vaccini, che ha generato come esito una elasticizzazione delle procedure di ricerca e di autorizzazione all’immissione in commercio di nuovi vaccini anti-SARS-COV-2.

Questa alleanza si è estrinsecata, ad esempio, nella possibilità per le aziende produttrici di realizzare congiuntamente fasi successive della ricerca preclinica e clinica (ad esempio, unire la Fase 1 e la Fase 2), ovvero calendarizzare in parallelo fasi di ricerca da sempre intese come successive l’una all’altra (fase 2 e fase 3)(2) . Il soggetto che ha più rischiato in questo nuovo sistema è proprio l’azienda produttrice. Probabilmente questo concetto sarà difficile da interiorizzare, ma la nuova flow-chart della sperimentazione dei vaccini non mette a rischio la sicurezza del prodotto finale, ma aumenta in maniera significativa il rischio di impresa. Tenteremo di spiegarci. Ogni fase della ricerca clinica sui vaccini ha dei costi connessi agli investimenti ed un certo rischio di fallimento. Se l’Azienda investe X euro per la fase 1 e tale fase fallisce, l’Azienda avrà una perdita (attesa per le strutture che fanno ricerca e sviluppo, ma pur sempre una perdita) pari ad X euro e non avvierà la fase 2. Se al contrario, l’Azienda avvia parallelamente la fase 1/2 e la fase 3, dovrà investire X+X+X. Ove fallisca la fase 1, per ipotesi, la perdita sarà triplicata (perché si intendono fallite anche la fase 2 e la fase 3).

L’ATTIVITÀ DI RICERCA NON HA UNA CRESCITA LINEARE, MA ESPONENZIALE.

Questo aumento del rischio di impresa ha necessitato un forte sostegno degli Stati alle attività di ricerca e sviluppo. Uno degli spettri che sono stati additati spesso, con riferimento alle fasi di produzione dei vaccini anti-SARS-COV-2, è che si sia fatto troppo in fretta, con il rischio di fare male. Al proposito, si deve innanzitutto chiarire che l’attività di ricerca e sviluppo dei vaccini antiSARS-COV-2, nel mese di giugno 2020, non partiva dall’anno zero. Esisteva un importante background in ordine alla possibilità di costruire vaccini con la tecnica del RNA messaggero o con vettore virale non replicante e molto si era studiato sulla possibilità di allestire vaccini contro coronavirus molto simili al SARS-COV-2, sia di tipo umano che di tipo animale(3). Inoltre, la comunità medica deve ricordare che l’attività di ricerca non ha una crescita lineare, ma esponenziale. Infatti, man mano che avanzano le conoscenze, il tempo per la produzione di nuove tecnologie e nuovi farmaci si riduce, senza che questo sia un rischio per l’efficacia e la sicurezza degli stessi. Citando un esempio storico, dopo il primo vaccino disponibile nella storia (il vaccino anti-vaioloso di Jenner, allestito alla fine del diciottesimo secolo) sono passati quasi 100 anni prima che fossero disponibili nuovi prodotti vaccinali. A 150 dalle scoperte di Jenner, erano disponibili 5 vaccini. Negli ultimi 20 anni, al contrario, abbiamo assistito alla immissione in commercio di 1/2 nuovi vaccini all’anno.

LA RISPOSTA PIÙ SAGGIA CHE PUÒ DARE UN MEDICO ALLA DOMANDA FORMULATA DAL PAZIENTE “QUALE VACCINO MI CONSIGLI” È: “IL PRIMO CHE TI SARÀ OFFERTO”.

La scienza, man mano che le conoscenze avanzano, è in grado di premere sull’acceleratore e di questa velocità dobbiamo rallegrarci, non certo spaventarci. Sono ad oggi disponibili, a sostegno delle campagne di vaccinazione, 3 vaccini antiSARS-COV-2, costituiti con tecniche differenti (due sono vaccini a RNA messaggero, uno è un vaccino con vettore virale non replicante). È attesa inoltre, per il mese di marzo, l’autorizzazione all’immissione in commercio di un nuovo vaccino, attualmente richiesta all’European Medicine Agency. Sgombriamo subito il campo da un dubbio: tutti i vaccini devono essere ritenuti efficaci e sicuri nella prevenzione della malattia da SARS-COV-2 (la cosiddetta COVID19), soprattutto con riferimento alle forme gravi e complicate. Questo è quello che dobbiamo attenderci da un vaccino. Alla sanità pubblica potrebbe non interessare che il SARS-COV-2 continui a circolare, marginalmente, tra i vaccinati, generando un certo numero di casi di sindrome simil raffreddamento o simil influenzale, che è un rischio assolutamente accettabile. Alla sanità pubblica interessa che i soggetti vaccinati non sviluppino polmoniti, gravi forme di insufficienza respiratoria e decessi a seguito dell’infezione e tutti i vaccini attualmente disponibili in commercio sono in grado di garantire questo esito, senza limitazioni sostanziali di target o differenze di rilievo tra un prodotto e l’altro. Per questo, la risposta più saggia che può dare un medico alla domanda formulata dal paziente “quale vaccino mi consigli” è: “il primo che ti sarà offerto”.

Qualsiasi ritardo, qualsiasi attesa nella ricezione della vaccinazione (nell’attesa di chissà quale altro prodotto miracoloso) è un tempo che regaliamo al virus per aggredirci e farci del male e questo è un rischio molto più concreto e consistente rispetto al punticino di efficacia nella prevenzione delle forme simil-raffreddamento che pensiamo di guadagnare aspettando di accedere ad un vaccino piuttosto che ad un altro. Altri colleghi hanno richiesto se sia solita la disponibilità di prodotti vaccinali differenti per la prevenzione della stessa malattia. Perché tanti vaccini per la stessa malattia? Si tratta di un fenomeno a cui i vaccinologi sono assolutamente abituati: ci sono almeno 3 vaccini esavalenti con diversa composizione, due vaccini anti-meningococco B, 5 diversi vaccini anti-influenzali e l’elenco potrebbe essere lungo. Ci siamo mai stracciati le vesti per questa ricca offerta di prodotti di vaccinazione? La disponibilità di diversi prodotti vaccinali ci deve invece rendere ancora più ottimisti, perché è indicativa del fatto che si attivino diverse linee di produzione parallele e che i tempi di disponibilità delle vaccinazioni si riducano. Questa è l’unica considerazione di merito che dobbiamo svolgere su questo tema.

L’ultima domanda a cui spesso noi medici ci troviamo a rispondere è “quando arriverà il mio turno”. Bene, possiamo esemplificare la campagna vaccinale come un fenomeno a due tempi(4):

• Il primo trimestre del 2021, in cui una limitata disponibilità di vaccino ha determinato la necessità di una campagna vaccinale “chirurgica”, orientata a precisi e limitati gruppi di popolazione che, in relazione all’aumentato rischio di infezione ovvero di outcome ne- gativo in caso di infezione, sono stati prioritizzati nella offerta della vaccinazione. È stato il momento degli operatori sanitari, degli ospiti delle residenze sanitarie assistenziali, degli ultraottantenni e degli operatori scolastici.

• Il secondo semestre del 2021, in cui si dovrebbe auspicabilmente passare ad una disponibilità diffusa di vaccini (rumors indicano un goal di 10 milioni di persone da vaccinare per mese). In questo momento, il problema non sarà più compilare liste di priorità, ma far accedere alla vaccinazione quante più persone possibile e nel minore tempo possibile. Noi medici non possiamo accettare di avere il vaccino nei frigoriferi, mentre fuori le persone muoiono di COVID19. Da aprile 2021 sarà auspicabilmente il tempo di fare bene ma fare in fretta. Facciamoci trovare pronti.

DA APRILE 2021 SARÀ AUSPICABILMENTE IL TEMPO DI FARE BENE MA FARE IN FRETTA. FACCIAMOCI TROVARE PRONTI.

RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI

1 Rai News. Vaccini si parte il 27 in tutta Europa. Locatelli: in autunno 42 milioni di vaccinati – See more at: http://www.rainews.it/ dl/rainews/articoli/ vaccini-27-dicembre-locatelli-in-autunno-42-milioni-vaccinati4f41619b-8520-4415b6b6-17fd1570f314.html. 2 Commissione Europea. Comunicazione della Commissione. Strategia dell’Unione Europea per i vaccini contro la COVID19. https:// ec.europa.eu/info/live-work-travel-eu/coronavirus-response/publichealth/coronavirus-vaccines-strategy_it 3 Pardi, N., Hogan, M., Porter, F. et al. mRNA vaccines — a new era in vaccinology. Nat Rev Drug Discov 17, 261–279 (2018) 4 Ministero della Salute. Decreto n. 1 del 2 gennaio 2021. Vaccinazione anti-SARS-COV-2/COVID- 19. Piano strategico. https://www.trovanorme.salute.gov.it/norme/ renderNormsanPdf?anno=2021&codLeg=78657 &parte=1%20&serie =null

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