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DOSSIER VACCINI
IL SUPER ANTICORPO CHE INSIEME AL VACCINO CI AIUTERÀ A SCONFIGGERE LA PANDEMIA
Il Monoclonal Antibody Discovery Lab di Fondazione Toscana Life Sciences ha annunciato di aver individuato un anticorpo monoclonale che si è dimostrato particolarmente potente contro il Coronavirus e che potrà essere usato come terapia per il Covid-19. Ne abbiamo parlato con Marco Troisi, ricercatore pugliese del MAD
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di ROBERTA FRANCESCHETTI
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Il Monoclonal Antibody Discovery (MAD) Lab di Fondazione Toscana Life Sciences, coordinato dal Professor Rino Rappuoli, ha consolidate competenze nella identificazione e produzione di anticorpi monoclonali umani sia contro specie batteriche sia contro virus. Lo scorso ottobre il MAD Lab ha annunciato di aver individuato un anticorpo monoclonale (MAD0004J08) che si è dimostrato particolarmente potente contro il Coronavirus e che potrà essere usato come terapia per il Covid-19. Ne abbiamo parlato con Marco Troisi, 31 anni, originario di un paesino vicino a Gallipoli, uno dei 18 ricercatori provenienti da tutto il mondo che fanno parte del gruppo di ricerca coordinato da Rino Rappuoli. Marco si è laureato presso l’Università di Siena in Scienze Biologiche e successivamente ha conseguito la laurea magistrale in Medical Biotechnologies con un lavoro di tesi basato sull’analisi di signaling di cellule tumorali, coinvolti nella migrazione cellulare, attraverso l’utilizzo di un peptide sintetico. Sta concludendo il suo PhD proprio al MAD Lab.
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Il team di ricerca MAD Lab presso la Fondazione TLS ha iniziato la sua attività a fine 2018 grazie a un ERC Advanced Grant di 2,5 milioni di euro per un progetto di ricerca dedicato alla resistenza antimicrobica.
Al MAD Lab stavate lavorando su batteri resistenti agli antibiotici. Poi è arrivato il Covid-19 e la ricerca si è reindirizzata verso una terapia che potesse far fronte alla pandemia. Ci racconta come è avvenuto questo cambio repentino di rotta?
Esattamente un anno fa stavamo lavorando su una terapia alternativa agli antibiotici, occupandoci di batteri che resistono alle cure antibiotiche standard. Benché il SARS-Cov 2 non fosse ancora di entità pandemica, si rivelava già come una grave minaccia, il professor Rino Rappuoli ci ha proposto di spostare l’indirizzo della nostra ricerca su questo nuovo virus. L’abbiamo interpretato come un dovere morale e abbiamo messo da parte le nostre attività per concentrarci su que- sta nuova minaccia, mettendo in gioco le nostre potenzialità e competenze: isolare, testare e caratterizzare anticorpi monoclonali.
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Il team è cresciuto grazie a diverse fonti di finanziamento ricevute per condurre attività di ricerca su importanti sfide quali Shigella, Klebsiella pneumoniae e coronavirus SARS-CoV-2.
Avete selezionato l’anticorpo monoclonale MAD0004J08 che si è dimostrato più potente contro il virus. Come l’avete selezionato e come funziona?
I processi di selezionesono stati i medesimi adoperati per ogni anticorpo testato: abbiamo prelevato sangue da pazienti guariti dal Covid-19 o convalescenti e abbiamo isolato i linfociti B che producono un solo tipo di anticorpo. A quel punto abbiamo testato in vitro la loro capacità di legarsi a porzioni definite della proteina spike che veicola il virus nelle cellule ospiti, e quindi per la loro capacità di inattivare il virus e inibirne la diffusione. L’anticorpo MAD0004J08 si è dimostrato il più potente da questo punto di vista e anche a concentrazioni estremamente ridotte era in grado di inattivare il virus e di proteggere le cellule nei saggi di microneutralizzazione.
Vaccino e anticorpi monoclonali. Come potranno essere usati in futuro per combattere la pandemia?
Vaccini e anticorpi monoclonali sono entrambi fondamentali per combattere la pandemia. Mentre il vaccino ha come target tutta la popolazione mondiale, gli anticorpi monoclonali hanno come target le singole persone che hanno già contratto la malattia. Benché entrambi possano essere usati in chiave preventiva, nel caso degli anticorpi monoclonali si genera un’immunità passiva, mentre nel caso del vaccino si parla di immunità attiva,vale a dire che è l’organismo stesso che impara a produrre anticorpi.
Quando partiranno le prove cliniche e quando pensate che gli anticorpi monoclonali potranno essere disponibili per la popolazione?
Dipenderà dall’esito delle prove cliniche che partiranno a breve. Se dovesse andare tutto bene, speriamo che siano pronti prima dell’estate.