Contaminations #03_Workshop FIORdiPIAZZA

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C O N TA M I N AT I O N S E’ un supplemento di lab2.0 Magazine (ISSN 2385-0884) appartenente al gruppo editoriale dailySTORM (testata giornalistica iscritta al Registro della Stampa del Tribunale di Roma, autorizzazione n. 12 del 15 Gennaio 2013)

A cura di / Edited by Lorenzo Carrino Testi/ Text Renato Vivaldi Tesser Giada Caterina Zerboni Traduzioni/ Translations Martina Regis Fotografie/Photography Fabio Cappello Ermanno Cavaliere Susanna Emili Giada Caterina Zerboni Grafica/ Graphic & Editing Andrea Bonamore Contatti di redazione/ Editorial staff redazionelab2.0@gmail.com

Responsabilità. La riproduzione delle illustrazioni e degli articoli pubblicati sulla rivista, nonché la loro traduzione è riservata e non può avvenire senza espressa autorizzazione. Alcune delle immagini pubblicate sono tratti da internet. In caso di involontaria violazione dei diritti d’autore vi preghiamo di contattarci per indicare, nel numero successivo, il nome/link del proprietario in base al modello di copyright utilizzato. I manoscritti e le illustrazioni inviati alla redazione non saranno restituiti, anche se non pubblicati.

CONTAMINATIONS è una produzione lab 2.0 distribuita in allegato a “lab2.0 Magazine”

Contaminations - inserto della rivista lab2.0 - nasce come “contenitore” di esperienze, esperienze da condividere e che “viralmente” possano alimentare il dibattito sul ruolo che l’architettura ricopre nella società contemporanea.

Contaminations - lab2.0 magazine’s insert - arises as an experiences binder, experiences to share and that, in a viral way, could incite the debate on the role that today the architecture has on the society’s development.


INDICE

01 FIOR DI PIAZZA

03 METODOLOG IA “ 1 + 1 = 1 1 ”

05 R A C C O N T O FOTOG RAFICO


F I O R

D I

P I A Z Z A

Fior di Piazza: un progetto partecipato di rivalutazione territoriale. In Sabina si sperimenta la metodologia “1+1=11” A pochi chilometri da Roma, nel territorio della Sabina, si stanno realizzando una serie di progetti partecipati, il cui filo conduttore è quello di recuperare e valorizzare i luoghi che danno un senso di appartenenza alle comunità. L’obiettivo è di potenziare le capacità creative che nascono dalle esigenze delle persone e si consolidano fortemente nella vita dei luoghi in cui s’inseriscono. Micro-interventi “agopunturali”, promossi dall’Associazione Culturale Sabinarti, basati sulla metodologia definita “1+1=1_Partecipare”. Nel mese di aprile il progetto, coordinato dall’architetto Renato Vivaldi Tesser, ha riguardato la piazza del borgo di Collelungo Sabino (RI) e ha coinvolto laureandi e laureati in architettura di Torino, Napoli e Roma, insieme ai ragazzi e alle donne del paese. Gli abitanti di Collelungo Sabino volevano una piazza “bella”. Ma che cosa significa avere una piazza bella? Per gli abitanti voleva dire una piazza dalla pavimentazione regolare, pulita, definita, con delle fioriere e delle sedute. Ma per fare una “bella” piazza in questo senso servivano soldi che non erano disponibili. Bisognava trovare la maniera di riprendersi lo spazio pubblico e cambiarlo insieme, e per questo sono state coinvolte le donne e i giovani locali. La piazza, all’ingresso del borgo, era un luogo non definito, dove le macchine parcheggiavano alla rinfusa nonostante il divieto di sosta e poco era lo spazio completamente pedonale, con la pavimentazione asfaltata segnata dalle tracce di diversi interventi. Fondamentale è stato quindi definire l’area pedonale attraverso un reticolo, creato con delle strisce dipinte con la vernice di colore verde acceso, in modo da risaltare rispetto alla pavimentazione promiscua, unificando tutte le diverse pavimentazioni sottostanti. Ma per farla diventare una vera piazza si è deciso di utilizzare uno strumento che le donne del luogo conoscono bene: i fiori. Infatti, tutto il paese di Collelungo è abbellito dai fiori che le stesse donne piantano e curano costantemente tutto l’anno. Si è trattato solamente di aggiungere una postazione in più. Sono stati disposti nella piazza vasi con fiori scelti, piantati e curati personalmente dalle donne. I fiori diventano quindi l’elemento fondamentale della piazza: fiori vivi e colorati nei vasi, nomi di fiori scritti per terra, sculture di fiori, create dall’artista Gianluca Rondina, appese sul muro di pietra. Il successo riscosso dalla sistemazione della piazza dimostra che uno spazio urbano può essere recuperato e rimesso in valore facendo leva sul capitale sociale costituito dalle persone del luogo, coinvolte seriamente nelle decisioni e nell’organizzazione dei lavori, come in questo caso: dalla preparazione dei pasti per i volontari, alla scelta dei fiori e l’organizzazione della festa finale in piazza. La piazza non è conclusa: i fiori dovranno essere costantemente curati e le persone che vanno al bar di fronte dovranno capire che è un danno verso tutta la comunità se continueranno a parcheggiare la macchina in quest’area. I futuri interventi che si possono fare spettano unicamente agli abitanti di Collelungo e ci si augura che non verranno imposti dall’esterno con i finanziamenti a pioggia che ogni tanto compaiono nel territorio. Perché i principali responsabili di un luogo sono i suoi abitanti e solo con la loro costante attenzione uno spazio può essere veramente considerato “bello”.


FIOR DI PIAZZA 02

“Fior di Piazza”: a shared project of local revalutation. Experimenting the methodology “1+1=11” in Sabina. A few kilometres far from Rome, in the Sabina, there is a work in progress for various shared projects linked each other by the idea of recycling e evaluating those places that give a sense of belonging to the community. The aim is to enforce the creative potentialities which come from the people’s needs and are strongly stabilized in the life of the places they are inserted in. Micro-interventions of “acopuncture” promoted by the Sabinati Cultural Association and based on the so called “1+1=11_Partecipation” methodology. In April the project, coordinated by the architect Renato Vivaldi Tesser, has concerned the square of the Collelungo Sabino’s village(RI) and has involved graduand and graduate students in Architecture in the Turin’s, Naples’ and Rome’s universities, along with the young people and the women of the village. The people of Collelungo Sabino wanted a “nice” square. What does it really mean, tough? For them it meant a square with a regular paving, clean, well-defined, with some flower boxes, with benches. In order to achieve this they needed money actually unavailable at that moment. Hence they had to find another way to take a public space back and to change it all toghether, and thi is why the women and the young people had been involved. The square, at the village’s gate, was a not-defined place where the cars were casually parked even tough it was illegal, and where the pedestrian area was just a little part with the cement paving marked with the traces of different interntions. Then, defining the pedestrian area trough a network of lines of bright green varnish in order to make it stand out against the paving and unifing all the different underlying paving was a fundamental action. Tough, to make it a real square they have decided to use an a well-known intrument for the local women: the flowers. Indeed all the village of Collelungo is now adorned with flowers planted and looked after them for the whole year. It was juts about adding one more post. The flowers become the fundamental element of the square: they stay lively and colorful in their flowerboxes, there are their names written on the floor, there are even sculptures of flowers made by the artist Gianluca Rondina hanging on the stone wall. The square’s arrengement was a success, and this proves that a urban space can be recovered and re-evalued trough the use of the social capital of the local people seriously involved in the decisions and in the work’s organization, as happened here: from the preparation of the meals for the volunteers to the choice of the flowers and the final party’s organization inthe square. It has not been finished yet: someone will constantly have to see to the flowers and those who go to the pub will have to understand that parking in this area is a damage for the whole community. The future possible interventions are up to the Collelungo’s people and we can only hope that they will not be imposed by others with the random funds that sometimes pup up in this area. And this because the principal managers of a place are its own citizens and just with their constant attention a space can be considered “nice” for real.


1 + 1 = 1 1 _ PA R T E C I PA R E METODOLOGIA “1+1=11”

M E T H O D O LO G Y “ 1 + 1 = 1 1 ”

•Ricerca-azione: utente e architetto insieme identificano azioni per affrontare e risolvere problemi sul costruito.

•Research-action: the user and the architect identify toghether actions in order to face and solve problems about the built

•L’architetto, come attivista culturale, interviene a livello locale ma con un occhio al pianeta, facendosi carico dei problemi globali della vita contemporanea: il riscaldamento climatico, la crescente diseguaglianza tra ricchi e poveri, i grandi flussi migratori. Un approccio bottom up entro una riflessione top down.

•The Architect, as a cultural activist, intervenes at a local level but with the planet in mind, taking charge of the global issues of the contemporary life: the global warming, the increasing inequality between riches and poors, the huge migration flows. A bottom up approach in a top down reflection.

•Promuove una maggiore “immersione” dell’architetto nelle dinamiche culturali di ogni luogo, il che implica un’architettura capace di inventarsi ogni volta materiali e linguaggi adatti, in cui tutti gli attori abbiano un ruolo importante. •Adotta un sistema lifelong learning. Lavorando in piccoli gruppi, costruendo una rete internazionale, senza escludere nessuno strumento materiale o immateriale che possa essere di aiuto. •Si occupa dell’abbandono, del precario, della scarsità, della povertà, della ricchezza con un nuovo sguardo. Ove possibile.

•It promotes a deeper immersion of the architect in the cultural dynamics of each place, which entails an architecture able to creat every time materials and a suitable and inclusive language, where each actor has an important role. •It adopts a lifelong learning system. Working in small groups, building up an international network, without excluding any useful material or intangible instrument •It looks after the abandon, the scarcity, the poverty, the richness… with a new gaze. Where it’s possibile.

•Propone una sintesi tra “storie formali” (azioni, iniziative, provvedimenti e proposte dei Municipi) e “storie informali” (iniziative, suggerimenti e proposte, provenienti da reti di amicizia o di vicinato, gruppi e comunità).

•It proposes a summary of “formal stories” (actions, initiatives, provisions and proposals of the Municipalities) and “informal stories” (initiatives, advices and proposals coming from friends or neighbours, groups or communities).

•Promuove il recupero di edifici e luoghi abbandonati o in processo di abbandono attraverso interventi “sentiti” dalle popolazioni locali, ripristinando flussi culturali e sociali interrotti nei territori, che forniscono un senso di appartenenza: “agopuntura territoriale”.

•It promotes the recycling of abandoned – or almost abandoned – buildings and places trough “hearth-felt” interventions of local populations, reactivating cultural and social flows which had been interrupted in such territories and which give a sense of belonging: “territorial acupuncture”.


METODOLOGIA

Tutor: Giada Caterina Zerboni (Torino) Laureandi e laureati in architettura / Graduand and Graduate in Architecture: Fabio Cappello (Napoli) Ermanno Cavaliere (Napoli) Lorenzo D’Apuzzo (Napoli) Camilla Falchetti (Torino) Chiara Maggi (Torino) Tobias Alexander Schmidt (Roma) Ragazzi di Collelungo Sabino / Guys from Collelungo Sabino: Silvia Benedetti Manuele Carapacchio Annagloria Falconi Alec Mezzadri Scuoltore / Sculptor: Gianluca Rondina Le donne di Collelungo Sabino The women of Collelungo Sabino

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Sabinarti Associazione Culturale / Sabinarti Cultural Association: Arch. Renato Vivaldi Tesser Susanna Emili


FIOR


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RACCONTO FOTOGRAFICO

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RACCONTO FOTOGRAFICO

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RACCONTO FOTOGRAFICO


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