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3. Attività versione 1: Condizioni che favoriscono o prevengono i maltrattamenti
from Formazione del personale di polizia basata sui diritti fondamentali Manuale per formatori di persona
13. Corte EDU, sentenza 25 aprile 1978, Tyrer contro Regno Unito, n. 5856/72, punto 30. 14. Corte EDU, sentenza 3 aprile 2001, Keenan contro Regno Unito, n. 27229/95, punto 180; sentenza 25 febbraio 1982, Campbell e Cosans contro Regno Unito, n. 7511/76 e n. 7743/76, punto 30. 15. Corte EDU, sentenza 18 gennaio 1978, Irlanda contro Regno Unito, n. 5310/71, punto 96. 16. Corte EDU, sentenza 28 luglio 1999, Selmouni contro Francia, n. 25803/94; cfr. anche Reid (2007), pagg. 574 e 575. 17. Cfr., UN CAT (1997), paragrafo 257; McArthur e Nowak (2008), The United Nations Convention against Torture. A Commentary, Oxford University Press, New York. 18. Corte EDU, sentenza 10 ottobre 2000, Akkoc contro Turchia, n. 22947 e n. 22948/93, punto 116, e sentenza 1° giugno 2010, Gäfgen contro Germania, n. 22978/05. 2. Gravità del dolore: Perché possa essere fatto rientrare nell’ambito di applicazione dell’articolo 3 CEDU, il maltrattamento deve raggiungere un livello minimo di gravità13. La valutazione di questo livello minimo è relativa: dipende dalla durata del trattamento, dai suoi effetti fisici e/o mentali e, in taluni casi, dal sesso, dall’età e dallo stato di salute della vittima14. Pertanto, per stabilire se un determinato trattamento raggiunge il livello minimo previsto dall’articolo 3 CEDU è necessario valutare tutte le circostanze del caso. È particolarmente difficile tracciare uno spartiacque tra i vari livelli di gravità applicabili alla tortura o ai trattamenti inumani.
Inoltre, poiché i diritti umani sono «strumenti vivi», un cambiamento di sensibilità e atteggiamento da parte dell’opinione pubblica può influenzare questo giudizio. Non è sorprendente, quindi, che vi sia un acceso dibattito sulla rilevanza e il livello di gravità necessari. Nel contesto europeo, la giurisprudenza della
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Corte EDU è la più autorevole. • Negli anni settanta la Corte EDU ha stabilito un livello alto di gravità nella famosa e criticatissima sentenza nel caso Irlanda contro Regno Unito, quando ha classificato le tecniche di privazione sensoriale usate nell’interrogatorio di sospetti terroristi (incappucciamento, esposizione a un rumore continuo e monotono, privazione del sonno, privazione di acqua e cibo, obbligo di rimanere in piedi a lungo contro un muro) come trattamenti inumani e non come tortura15 . • Questa soglia elevata non si applica al giorno d’oggi; la norma attuale è stata fissata nel caso Selmouni. In questo caso, la polizia aveva pestato, minacciato e umiliato il signor Selmouni nel corso di un’aggressione che si era protratta per alcuni giorni, nel tentativo di fargli confessare un reato. Queste violenze fisiche e psichiche sono state sufficientemente gravi da essere classificate come tortura16 . • Alla luce della sentenza Selmouni è evidente che le tecniche di privazione sensoriale poc’anzi descritte, che sono praticate da vari Stati nella lotta al terrorismo, in particolare successivamente agli attacchi terroristici del settembre 2001 negli Stati
Uniti, costituiscono una forma di tortura17 . • Non si fa distinzione tra tortura fisica o mentale. Pertanto, è considerato tortura anche il fatto di procurare gravi patimenti psicologici «limitandosi» a minacciare il ricorso alla tortura18 . 3. Finalità: A differenza di un trattamento inumano, la tortura è un atto intrapreso con un determinato scopo: per estorcere informazioni, compresa una confessione; per punire; per intimidire; per discriminare. Come si è detto, un ricorso eccessivo all’uso della forza può tuttavia rappresentare un maltrattamento anche in assenza di tale scopo.
3. Attività, versione 1: Condizioni che favoriscono o prevengono i maltrattamenti
L’attività 1 permette di evidenziare che le condizioni strutturali e le azioni di un individuo rappresentano fattori che contribuiscono all’insorgenza di comportamenti scorretti, compresi gli atti illeciti come la tortura e/o il maltrattamento di altri individui.