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Un vero dibattito sul futuro del Galles
Will Hayward
Il 6 maggio 2021 si sono tenute le votazioni per eleggere i 60 membri del Senedd (parlamento regionale gallese, ndt). Poco prima avevo firmato un contratto per la pubblicazione di un libro sull'indipendenza del Galles (Independent Nation: Should Wales Leave the UK?, Biteback, 2022, ndt). L'obiettivo non era quello di dire alla gente cosa pensare, ma di fornire loro una bussola per farsi un'opinione.
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Il dibattito sull'indipendenza del Galles si farà, e in molte parti del Galles si sta già facendo. Dato che un nuovo referendum scozzese sembra ormai molto probabile, la questione non è destinata a scomparire. La cosa più importante è che sia un vero dibattito. Dovrà essere l'espressione di una nazione che sta maturando e riesce a fare delle scelte consapevoli, senza essere influenzata dalle decisioni di Londra o di altri. Tuttavia, abbiamo visto con la Brexit cosa accade quando questo dibattito non si basa sulla ragione e sui fatti. Gli effetti possono essere dannosi come quelli sanciti da un voto. È proprio per elevare il livello di questo dibattito che ho deciso di scrivere il mio libro.
Come la maggior parte delle persone, mi sono inserito in questo dibattito con un orientamento piuttosto favorevole all'indipendenza, ma senza un'opinione precisa. Pensavo ingenuamente che ci fossero due schieramenti ben definiti – favorevoli e contrari – con delle idee che potevano essere criticate, ma non era così. Sebbene alcuni dei primi abbiano fatto ricerche approfondite sulla questione, nel complesso la maggior parte di loro ha considerato gli aspetti pratici dell'ndipendenza in modo piuttosto superficiale. Basta guardare alcuni dei messaggi diffusi sulla Rete da Yes Cymru (la principale associazione indipendentista, ndt). Continuano a sostenere che un Galles indipendente potrebbe risolvere i problemi economici vendendo acqua ed elettricità all'Inghilterra (un'assurdità totale, perché i conti non tornano). Il fatto che molti aspetti importanti vengano trascurati dimostra chiaramente la follia della linea indipendentista adottata dal Plaid Cymru (il principale partito nazionalista gallese, ndt).
Per quanto riguarda la parte contraria all'indipendenza è stato ancora più difficile, perché praticamente non esiste. Mentre in Scozia esiste un'opposizione robusta e ben visibile, anche se frammentata, in Galles non è così. Certo, molti esponenti politici sono contrari all'indipendenza, ma non si è ancora sviluppata un'opposizione coerente, perché questo ambiente non ha ancora capito che si tratta di una questione da prendere sul serio. All'inizio della mia ricerca, quindi, il problema non era trovare le risposte giuste, ma sapere quali fossero le domande giuste da porre. Per i primi sei mesi ho trascorso tutto il mio tempo a parlare con le persone (a volte nei pub, ma più spesso in videoconferenza), indipendentemente dalle loro idee, immergendomi nella questione per cercare di capirla. Quando tutto questo è finito mi sono sentito in grado di fare almeno le domande giuste. Poi, anche dopo mesi di ricerche, la risposta a molte di queste domande è stata "non lo sappiamo" o "dipende". Anche se per certi versi poco soddisfacenti, queste risposte sono indicative. L'indipendenza del Galles è una questione di immensa complessità che farà sembrare i negoziati sulla Brexit un sudoku della rivista Take a Break. C'è molta incertezza, quindi è necessario far capire alla gente che stanno facendo un grande salto nel buio. Ai tempi della Brexit non ci sono state persone che dicevano "dipende" o "non lo sappiamo". Questo dibattito non deve seguire la stessa strada. Richiede realismo. Pensiamo a un Galles indipendente che entri nell'Unione Europea. L'adesione all'UE è uno degli obiettivi principali dei cittadini favorevoli all'indipendenza. In realtà ho pensato di non includere queto tema nel libro: spetta a un Galles indipendente decidere se aderire all'UE. Tuttavia, dal momento che è una motivazione così importante per molti, ritengo che debba essere affrontata. A parte il deficit democratico nell'UE e l'apparente contrasto fra l'obiettivo di liberarsi dal controllo di Londra per poi cedere la ritrovata indipendenza a Bruxelles, guardiamo i tempi previsti. Il Plaid Cymru aveva detto che se avesse vinto le elezioni avrebbe tenuto un referendum consultivo nel primo mandato e un referendum vero e proprio nel secondo mandato. Se dovessero vincere le prossime elezioni del Senedd, si tratta di 14 anni. Immaginate se nel 2036 si tenesse un referendum e il Galles decisesse di uscire dalla Gran Bretagna. Non sarebbe indipendente il giorno dopo, e francamente sarebbe una follia se tentasse di diventarlo. Dato che la Gran Bretagna ha impiegato quattro anni e mezzo per lasciare l'UE, il Galles probabilmente impiegherebbe più tempo, visto che il suo legame con Londra è ancora più stretto.
Anche se questi negoziati fossero più semplici di quanto si immagina (cosa difficile), sembra comunque probabile che passerebbero almeno cinque anni prima che il Galles diventasse davvero indipendente. Quindi saremmo nel 2041. L'idea che il primo atto politico del Galles indipendente sarebbe un referendum sull'adesione all'UE è assurda. Immaginiamo che passassero altri tre anni e che un referendum la approvasse. Nel 2044, quindi, comincerebbero i negoziati con Bruxelles. A quel punto il Galles sarebbe stato fuori dall'UE per molto tempo e ci vorrebbe del tempo per riallinearsi ai suoi standard. Mettiamo altri quattro anni. E così saremmo arrivati al 2048, cioè a circa 28 anni da quando il Galles aveva lasciato l'UE. Pensate a come è cambiata l'Unione nell'ultimo quarto di secolo. Quindi lo sarebbe anche nel 2048, così come sarebbe molto diverso anche l'intero contesto internazionale.
Se l'adesione all'Unione Europea è uno degli obiettivi principali di coloro che sostengono l'indipendenza, il loro sogno potrebbe rivelarsi irrealizzabile quando il Galles fosse riuscito a raggiungere l'indipendenza. Questo non vuol dire che non ci siano buone ragioni per sostenere l' indipendenza. Il mio libro non dice alle persone che cosa devono pensare, ma parte dalla constatazione che la situazione attuale non è più sostenibile, né per il Galles né per la Scozia, l'Irlanda del Nord e la Scozia. Questo non significa necessariamente che l'indipendenza sia la risposta, ma soltanto che non si può più andare avanti così.
Lo ripeto, il mio libro non vuole schierarsi da una parte o dall'altra. Al di là del fatto che si sia per l'indipendenza o contro, credo che tutti dovrebbero impegnarsi per mettere il Galles nella condizione di diventare indipendente. Questo non è vero solo dal punto di vista economico, ma anche dal punto di vista politico. Una delle cose che mi hanno deluso di più quando ho parlato con molte persone (ma non tutte) che sostengono l'indipendenza è la totale mancanza di spirito critico nei confronti del governo gallese. Per certi versi, lo capisco. Visto che la devolution viene attaccata da più parti, i sostenitori di una maggiore autonomia non vogliono fornire armi al nemico. Tuttavia, questo comportamento danneggia la causa che dicono di sostenere. Non c'è pubblicità migliore per l'indipendenza di un governo gallese funzionante ed efficace. Eppure i suoi errori vengono spesso liquidati dagli indipendentisti con frasi come "Beh, Boris Johnson ha fatto di peggio".
Non è questa la mentalità di una nazione pronta a divenire indipendente. Portare il Galles in una posizione che gli consenta di essere indipendente è vitale per la gente che vive qui, a prescindere dal fatto che diventiamo indipendenti o no. Non si tratta solo di migliorare i progetti economici, che la devolution limita molto, ma anche la gestione politica e (cosa forse più importante) la mentalità.
Per un altro Galles
Molti attori gallesi godono di fama mondiale. Basti pensare a Richard Burton,HughGriffith,AnthonyHopkinseCatherineZeta-Jones.Mauno dei pochi che si è pronunciato per l'indipendenza del Galles è Michael Sheen, noto per film come Diamanti di sangue (2006) e La regola del gioco (2014). Sheen non si è limitato ad affermare questa posizione, collaborando anche a vari libri, ma ha compiuto un gesto molto significativo: nel 2017, per coerenza, ha restituito il titolo di Ufficiale (OBE, Officer of the Order of the British Empire) che aveva ricevuto nel 2008. L'attore, comunque, ha rifiutato di diventare un propagandista del movimento indipendentista per conservare la propria libertà di pensiero.
Antonella Visconti
Bibliografia
Hayward W., Independent Nation: Should Wales Leave the UK?, Biteback, 2022.
Johnes M., Wales: England's Colony?, Parthian Books, 2019.
Price A., Wales: The First and Final Colony. Speeches and Writings 2001-2018, Y Lolfa, Talybont 2018.
Lesser Used Languages of Europe
Una serie di antologie per conoscere la straordinaria varietà delle lingue minoritarie europee: prosa e poesia dai tempi più antichi a oggi, corredate da traduzioni e commenti in inglese. Dal bretone al frisone, dal gallese all'occitano, un panorama unico e stimolante.
https://francisboutle.co.uk