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L’intervista

Intervista al professor Guido Silvestri

SARS-CoV-2, Scienza, Conoscenza, Ottimismo e i Maestri Jedi.

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Nessuno di noi si sarebbe mai aspettato un spazzato velocemente via. Il virus si è preso tre inizio di 2020 tanto drammatico. Mentre mesi. Ci ha costretti in angoli difficili e solitari, scrivo una mail al professor Guido Silveha colpito con forza tutte le generazioni di italiastri (patologo, immunologo, virologo, divulgatore ni, e non solo quelle della scuola. Abbiamo pagato scientifico e accademico, da anni professore ordiun prezzo altissimo, e osservato indifesi mentre nario e capo dipartimento di Patologia all' Univeri nostri medici e ricercatori provavano a scrivere sità Emory di Atlanta , direttore della Divisione di una pagina diversa della storia che leggeremo fra Microbiologia e Immunologia allo Yerkes National alcuni anni. Quella della Scienza è una fratellanPrimate Research Center , membro dell’ Emory za potente, un po’ come quella dei Jedi. A volte Vaccine Center e editore di Journal of Virology , discussa, insensatamente. Perché sarà quella forza la più antica e citata rivista di virologia al mondo) potente e luminosa a portarci fuori di qui, oggi, chiedendogli di poterlo intervistare, perché sia la come in passato e come sempre. Ho chiesto al provoce più autorevole della scienza a spiegarci cosa fessor Silvestri solo alcuni minuti, perché il suo ci ha piegato e piagato in questi ultimi 90 giorni, tempo deve essere impiegato altrove. Alle risposte penso ai miei compagni che non vedo da mesi, alla ho integrato altre sue dichiarazioni approvate, che, socialità interrotta, agli esami stravolti, ai ricordi per correttezza, riporto in virgolettato. Spero che il che, inevitabilmente per molti di noi, soprattutto al mio prossimo articolo su questo giornale sia scritto terzo anno, non saranno mai quelli che sono stati dopo una lunga e stancante giornata di aula. Dopo per le generazioni precedenti e sui quali sono stale serate a scherma e il cinema con gli amici. Dopo ti scritti film e canzoni, tanto risultavano urgenti una cena al ristorante ed il festeggiamento di un nella memoria. Mi ha colto una tristezza improvvicompleanno. Dopo nuovi abbracci, baci, pacche sa, che, per fortuna, le parole della Scienza hanno sulla spalla e scherzi in cortile. Dopo un viaggio tutti insieme. Semplicemente dopo. Voglio c o n c e d e r m i questo ottimismo, e mi affido alla Grande Fratellanza degli Scienziati che in ogni angolo del pianeta stanno combattendo e fiaccando giorno dopo giorno il virus, per noi, La Grande Fratellanza degli Scienziati in assemblea per sconfiggere il virus per i loro figli,

per l’umanità che verrà. Perché la presenza della Scienza è la vera, grande differenza tra oggi ed il 1348 della morte nera, o il 1630 della peste manzoniana, o il 1918 dell’influenza Spagnola. E la presenza della Scienza è il motivo fondamentale per cui SARS-CoV-2 è un virus senza speranza. Che la forza sia con voi!

Professor Silvestri, ci spiega cosa è un virus in parole semplici?

I virus sono le più piccole entità viventi, ed infatti sono incapaci di vita autonoma. Secondo alcuni non sono neanche esseri viventi in senso stretto, ma approfondire significa entrare in questioni più semantiche che scientifiche. A quale classe appartiene il nuovo coronavirus?

Beh, è un tipico coronavirus, un virus a RNA a "catena positiva", quindi capace di essere immediatamente tradotto in proteine. Come avviene il salto di specie, e come pensa sia avvenuto nel caso specifico del nuovo coronavirus? La teoria prevalente è che sia passato dal pipistrello all'uomo, passando per il pangolino. Tieni presente che i salti di specie non sono affatto rari per i virus, e che i pipistrelli sono serbatoio di moltissimi di questi. Come avviene l’attacco all’essere umano, attraverso quali canali di accesso?

L'infezione da nuovo coronavirus (SARS-CoV-2) avviene quasi esclusivamente per via respiratoria, ovvero inalando materiale che contiene particelle virali.

Perché in alcuni pazienti si ha una sovrarisposta immunitaria, di cui abbiamo imparato a conoscere la pericolosità, mentre altri si mantengono essenzialmente asintomatici?

Non lo sappiamo ancora... ma vedrai che entro un anno lo avremo scoperto! Che prospettive realistiche e promettenti ci sono nella ricerca di un vaccino efficace e/o una cura? Le prospettive a mio avviso sono eccellenti. Direi 12-18 mesi per un vaccino, e forse anche prima per delle cure efficaci. I vaccini più promettenti al momento sono quelli che inducono la produzione di anticorpi che neutralizzano il virus, prevenendo il legame tra la proteina Spike (S) (precisamente la sua subunità S1, e all’interno di questa, il cosiddetto “receptor binding domain”, RBD) e il recettore cellulare ACE2, un ectoenzima che sta sulla superficie di cellule dell’epitelio respiratorio, oltre che sulle cellule endoteliali nei vasi sanguigni. Se si blocca l’inte-

razione tra S1-RBD ed ACE2, il virus non ha vie d’accesso alla cellula e diventa quindi incapace di replicarsi e di trasmettersi. Gli studi più estesi sulla sequenza genica di S1, ed in particolare del RBD, indicano che questo virus ha una capacità di mutare piuttosto bassa, soprattutto se paragonata ad altri virus come quello dell’HIV o dell’influenza stagionale, il che lo rende abbastanza vulnerabile agli anticorpi. Questo è un naturalmente un motivo di grande ottimismo-aggiunge il professor Silvestri- così come lo è la ormai nota osservazione che i pazienti guariti da COVID-19 e con anticorpi IgG nel siero non sembrano potersi ammalare per una seconda volta, per lo meno sulla durata breve. Lo scenario più roseo dunque, è quello di un vaccino che induce la produzione di anticorpi neutralizzanti contro S1, in grado di conferire una protezione sterilizzante a tempo indeterminato. Scenari meno rosei, ma sempre altamente positivi, riguardano altresì lo sviluppo di un vaccino che protegga dalle conseguenze più severe dell’infezione, come l’ormai celeberrima polmonite interstiziale, ma non dalla colonizzazione delle vie aeree superiori, provocando dunque un banale raffreddore, ma non inibendo la circolazione del virus; o di un vaccino che conferisca una protezione limitata nel tempo, che dovrà dunque essere re inoculato ad intervalli regolari. Dal punto di vista delle cure farmacologiche, è invece notizia oramai accertata e supportata, da un importante studio del New England Journal of Medicine, che il Remdesevir sia l’antivirale dotato di maggiori prospettive terapeutiche. Secondo

Il professor Guido Silvestri quanto riportato dalla rivista scientifica infatti, dato confermato dal professor Silvestri in una sua incoraggiante nota dello scorso 30 aprile, una significativa efficacia del farmaco viene comprovata sia da un sensibile calo della mortalità sia da un abbreviamento dei tempi di guarigione. Il Remdesivir, a seguito dell'approvazione del Comitato etico, da oggi (26 maggio ndr), viene inoltre testato a Trieste e Udine nell'ambito della sperimentazione multicentrica coordinata dall'Oms.

Se si contrae la malattia dunque, si ottiene un’immunità temporanea o definitiva? Questo lo dirà il tempo, ovviamente. Se ci basiamo sui precedenti di altri coronavirus, l'immunità dovrebbe durare per lo meno 2-3 anni. Ritiene che la stagione calda a cui andiamo incontro, la quale avrà un effetto depotenziante sul virus, potrebbe essere un momento in cui mettere in atto una strategia di immunizzazione di gregge, o il rischio è troppo sbilanciato rispetto al beneficio? E' una domanda molto difficile. Tutto lascia presagire che questo virus abbia un andamento stagionale a preferenza invernale, e quindi la stagione estiva dovrebbe ridurre sia i contagi sia i morti. Perché, secondo lei, il nuovo coronavirus ha messo in crisi i sistemi sanitari mondiali?

Perché è un virus nuovo per il quale non esiste né una cura né un vaccino. Ma stiamo facendo grandi progressi, e credo che molto presto vinceremo questa battaglia. Quali misure sarà conveniente mettere in atto, a livello personale, a fine pandemia, soprattutto fra giovani adulti?

Aumentare il livello di igiene personale è probabilmente la cosa più importante. Ed imparare ad apprezzare tutte le fortune che si hanno. Che non sono poche, aggiungo io, e la ringrazio per il tempo che ci ha riservato.

Chiudo ricordando però le 10 importanti lezioni che il professor Silvestri ci lascia a fronte dell’evento epocale della pandemia, lezioni che ci auguriamo rimangano scolpite a fuoco vivo nella pietra delle nostre istituzioni, ovvero:

“1. INVESTIAMO NELLA SCIENZA, A TUTTI I LIVELLI, E PROTEGGIAMOLA DAI CIALTRONI. Niente se non la scienza può salvarci da una pandemia. E sappiamo bene che questa non è la prima né sarà l’ultima. Quindi ricordiamoci di supporta-

re e proteggere la scienza, non solo quando ce la facciamo addosso per un nuovo virus, ma anche quando tutto sembra andare bene.

2. SOSTENIAMO L’EDUCAZIONE ALLA SCIENZA E ALLA CULTURA IN GENERALE, A PARTIRE DALLE SCUOLE Perché la scienza va insegnata, spiegata, divulgata a tutti, grandi e piccini, ma soprattutto a partire dalla scuola, elementare, media e superiore, investendo le dovute risorse e sviluppando sempre di più una classe insegnante all’altezza di questo compito importantissimo.

3. SOSTENIAMO LA SANITA’ PUBBLICA, NEGLI OSPEDALI E NEL TERRITORIO, E RESTITUIAMO DIGNITA’ AGLI OPERATORI DELLA SALUTE L’altro pilastro contro una pandemia sono gli operatori sanitari: medici, infermieri, biologi, tecnici di laboratorio, e tutti quanti. Ricordiamoci di loro e ringraziamoli dei tanti sacrifici di questi mesi. Investiamo inoltre le risorse necessarie affinché la sanità pubblica italiana non perda la sua eccellenza.

4. RICORDIAMOCI DELLE MALATTIE INFETTIVE, CHE PRESENTANO SFIDE UNICHE ALLA SANITA’ PUBBLICA Le malattie infettive pongono delle sfide uniche al servizio sanitario per due caratteristiche fondamentali: arrivano ad ondate (creando il funesto “sovraccarico ospedaliero”) e contagiano il personale. Per questo richiedono un’infrastruttura specifica e dedicata, che va creata e mantenuta. 5. PREPARIAMO FIN DA ADESSO OSPEDALI E RSA AD UNA POSSIBILE SECONDA ONDATA Dobbiamo essere pronti a una nuova ondata di COVID-19. Per questo occorre una struttura sanitaria strategica di riserva che consenta – se necessario ed in tempi rapidissimi – di attivare nel territorio fino a 10.000 posti letto di terapia intensiva in isolamento (2.5 volte il picco di ricoveri in terapia intensive per COVID-19 nel marzo scorso), con immediata disponibilità di personale, apparecchiature, eccetera.

6. FACCIAMO MONITORAGGIO DELL’IMMUNITA’, DEI NUOVI CASI E CONTACT TRACING. Il monitoraggio virologico e sierologico della popolazione (a campione e ripetuto ad intervalli regolari) è l’equivalente del radar nella nostra navigazione attorno al grande scoglio di COVID-19. Senza monitoraggio le chances di andare a sbattere di nuovo aumenteranno moltissimo. 7. COORDINIAMO LA RISPOSTA A LIVELLO NAZIONALE ED INTERNAZIONALE Parlo di coordinazione tra regioni (in Italia) e tra stati (in Europa e nel Mondo), senza stupide gare a chi è il più bravo. Vuol dire collaborare nel gestire la pandemia, a livello di dati, di screening, di procedure, e via dicendo; con leader che si aiutano, anziché bisticciarsi, e una Oms che serva da guida scientifica e sanitaria.

8. RICORDIAMOCI DELL’IGIENE PERSONALE, CHE CONTA PIU’ DI MILLE GUANTI E MASCHERINE Perché tante piccole norme d’igiene personale, dal lavarsi o disinfettarsi le mani di frequente, all’evitare di tossire e starnutire en plein air, così come leccarsi le dita mentre si mangia o quando si sfoglia un giornale, davvero non costano nulla.

9. FACCIAMO INFORMAZIONE SERIA SENZA CATASTROFISMI E SENSAZIONALISMI 10. SE DI UN ARGOMENTO SAPPIAMO POCO, ASCOLTIAMO IN SILENZIO.” Concludiamo la nostra conversazione augurandoci che la navigazione nello specchio di mare, compreso fra lo scoglio della vita libera e lo scoglio del Covid – 19, avvenga utilizzando un radar molto migliore, ovvero quello del monitoraggio e della sorveglianza epidemiologica, ma soprattutto confidando nella grande forza della Fratellanza della Scienza, l’unica che potrà eliminare per sempre questo nemico oscuro dalle nostre vite.

NICCOLÒ ROSI

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