JAG mag n.04

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numero

Anno I - Periodico Trimestrale - Euro 8,00

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www.jagmag.it euro 8

News

Auctions

Story

I-PACE

Duemila Ruote RM Sotheby’s

XK 140

XKSS



la foto Jaguar I-PACE

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edito

I

l 2016 si chiude con un eclatante successo per la casa di Coventry, le vendite hanno fatto segnare un eccezionale incremento del 77%, con 148.730 unità consegnate. Questo è il settimo anno consecutivo di incremento delle vendite che, rispetto ai dati del 2009, risultano quasi triplicate. L’arrivo di un modello strategico come la F-Pace ha avuto vantaggiose ricadute sui risultati globali delle vendite anche sul resto della gamma Jaguar, ora totalmente disponibile anche con la trazione integrale grazie alle nuove varianti AWD. E se Jaguar continua a crescere si deve anche ai continui investimenti di miliardi di sterline dedicati alla ricerca e allo sviluppo che il gruppo Jaguar Land Rover fa ogni anno, impegnando il 17% del fatturato.

Sicuramente la forza del Marchio e la rinnovata rete di Concessionari fortemente motivati, hanno avuto il loro peso, oltre all’andamento positivo dei mercati globali, ma l’evoluzione e l’innovazione dei nuovi modelli Jaguar conquistano nuovi clienti che trovano in questi modelli ricercatezza e qualità. Ma cosa bolle in pentola per il 2017? Di certo la novità dell’anno sarà il nuovo Suv compatto, da affiancare alla F-Pace dalla quale riprenderà il design di successo; inoltre Jaguar, sta sviluppando anche un’alternativa ibrida combinando diesel ed elettrico, che dovrebbe portare la soglia di emissioni CO2 sotto i 100 g/km. Insomma un gran fermento in una delle Case automobilistiche più antiche e nobili, che ha saputo rinnovarsi conservando la sua tipicità senza livellarsi ai trend del momento.

Pierluigi Ducci

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sommario News 8 24 30 34 40 42 50

Presentata la I-Pace Concept Virtual I-Pace The Art of Performance Tour Debutto XKSS Women’s World Car of the Year 2016 F-Pace “Supreme Winner” F-Pace 20D AWD R-Sport La Jaguar integrale per tutte le stagioni Young Women in the Know

Story 68 74

Design Irriconoscibile Farina XK140

people 52

Danella Bagnall Responsabile del progetto Jaguar F-Pace

Auctions 82

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Duemila Ruote RM Sotheby’s Sbanca a Milano Autoclassica

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JAG mag n. 04

Ottobre - Novembre - Dicembre 2016

RACE 58

Algarve Classic Festival JD Classic

Cultura 58

Storia del Profumo, Profumo della Storia

place 54

Cristallo Hotel & SPA Cortina

excellence 98 102

Luisa Spagnoli Vadolibero Il cycling incontra l’interior design

rubriche 03 04 73

La foto: Jaguar I-Pace Edito La foto: Classic Ice Driving Experience, nella foto Jaguar Mark VII

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NEWS

foto: Media Jaguar

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presentata la

I-Pace Concept La I-PACE Concept è una preview del primo veicolo elettrico Jaguar e la versione di serie sarà presentata alla fine del 2017.

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L

a I-PACE Concept è uno dei prototipi che maggiormente cattura lo sguardo tra quelli realizzati da Jaguar. Sfruttando al massimo la libertà progettuale offerta dai sistemi elettrici, i designer e gli ingegneri hanno colto l’occasione per riconsiderare le proporzioni complessive del veicolo. Il risultato è un veicolo eccezionale che, in un SUV cinque posti, unisce un fluido profilo coupé con un avanzato design cab-forward, ispirato alla supercar C-X75. Questa Concept incarna i progressi

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tecnologici di Jaguar e la convinzione dei suoi progettisti che i consumatori siano ormai pronti per veicoli elettrici dal design più audace. Un veicolo con tali proporzioni dinamiche è realizzabile solo grazie ad un design che trae beneficio da ogni millimetro fornito dall’avanzato sistema di propulsione elettrica Jaguar. Sfruttando tutte le possibilità tecnologiche, l’I-PACE Concept introduce grandi cambiamenti stilistici e nuovi linguaggi espressivi nei tipici dettagli e nella rinomata maestria artigianale britannica di Jaguar.


Design esterno Con il suo profilo aerodinamico, le linee generose, i grandi cerchi e le muscolose fiancate posteriori, l’IPACE Concept rappresenta una nuova generazione di veicoli elettrici. Abbinare i tratti distintivi del marchio Jaguar alle nuove linee è stato possibile grazie all’innovativo propulsore elettrico che ha consentito la creazione di un aspetto estetico dinamico, in grado di esprimere stile, innovazione e prestazioni. Il passo lungo e gli sbalzi ridotti le permettono di avere una linea del tetto in stile coupé.

L’abitacolo si trova in posizione ribassata tra gli ampi parafanghi, creando un senso di movimento e donando alla carrozzeria un profilo snello e affusolato. Le linee dinamiche dei finestrini migliorano ulteriormente l’aspetto sportivo della vettura. Il design cabforward è stato accentuato attraverso l’inclinazione del parabrezza e il vetro, fortemente curvato, che scende verso il basso cofano. I muscolosi passaruota sono stati scolpiti attorno ai cerchi Nighthawk da 23 pollici in Technical Grey, con inserti Gloss Black e con una finitura diamantata. Il loro aspetto dinamico è stato

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arricchito con pneumatici 265/35/R23 caratterizzati da un esclusivo disegno del battistrada. Le possenti fiancate posteriori vanno a incrementare l’aspetto muscoloso, migliorando ulteriormente la linea, simile a quella delle auto sportive. Il lavoro congiunto tra i designer e gli specialisti dell’aerodinamica ha consentito di raggiungere un basso coefficiente di resistenza pari a 0,29 e ha anche apportato un vantaggio tecnologico dal punto di vista stilistico. Le maniglie a scomparsa delle portiere riducono la resistenza, poiché sporgono solo quando vengono attivate. Anche le minigonne laterali, aerodinamicamente ottimizzate, uniscono la forma alla funzione, canalizzando l’aria intorno alle ruote in modo più efficiente. Il cofano basso, affiancato dal passaruota ricurvo, unisce l’aspetto estetico delle auto sportive alla capacità

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dei SUV. L’ampia e distintiva calandra, con una griglia esagonale in nero lucido, conserva un legame stilistico con il DNA Jaguar, mantenendo una linea aerodinamica. Anche il flusso d’aria, che passa attraverso la presa del cofano ispirata alla C-X75, contribuisce a ridurre la resistenza. I sottili fari a LED, dotati di luci diurne con il tipico tratto distintivo Jaguar a “doppia J”, enfatizzano ulteriormente le linee pulite del veicolo. Lo stile incisivo del posteriore dell’I-PACE Concept offre una chiara indicazione del potenziale dinamico e dell’efficienza del veicolo. Un sottile spoiler esalta il carattere sportivo della vettura, oltre a ridurre la portanza alle alte velocità, senza generare resistenza. Il lunotto, ottimizzato dal punto di vista aerodinamico tramite una pendenza molto accentuata, utilizza un avanzato rivestimento idrorepellente per il vetro, al


fine di eliminare l’antiestetica presenza del tergicristallo. La sua linea contrasta con la squadrata estremità posteriore del veicolo e si estende energicamente per i trequarti del posteriore, migliorando l’efficienza. La continua ottimizzazione del design assicura che forma e funzione operino perfettamente insieme. Lo stile audace, non solo accentua il ridotto sbalzo posteriore del veicolo ed i prominenti cerchi, ma favorisce anche una più lunga aderenza dell’aria al veicolo, stabilizzandone il flusso in velocità. Le ingegnose prese d’aria posteriori incanalano l’aria turbolenta dei passaruota posteriori nella scia del veicolo. Il diffusore posteriore dell’I-PACE Concept contribuisce all’efficienza aerodinamica della vettura, migliorando al contempo l’assetto ribassato del veicolo. I fari posteriori a LED emergono dalle linee grafiche arrotondate, mostrando un aspetto spigoloso e maggiormente tecnico. Un generoso stop con lampada a LED, montato nella parte superiore, è stato integrato in modo impercettibile sotto lo spoiler, diventando visibile solo quando il conducente frena.

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Design Interno I cinque posti dell’I-PACE Concept sono una chiara affermazione dei propositi Jaguar per quanto riguarda il modello di serie, con un design che guarda al futuro e che pervade gli spaziosi interni. Una perfetta mescolanza di tecnologie all’avanguardia e materiali tradizionali, tracciano le linee della visione Jaguar in materia di auto di lusso elettriche. Questa Concept dimostra anche quanto spazio possa offrire il design cab-forward e la presenza di un propulsore elettrico. L’abitacolo, focalizzato sul conducente, è stato completato con un’interfaccia intuitiva e con materiali all’avanguardia. Il guidatore e i passeggeri hanno una posizione di seduta ribassata rispetto ai SUV convenzionali. I sedili snelli collocano i fianchi degli occupanti in posizione ribassata, mentre l’impostazione di guida “Sports Command” offre la sensazione di connessione con la strada tipica di una vettura sportiva. La posizione cab-forward dell’I-PACE Concept,

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il cofano ribassato e gli sbalzi ridotti offrono al guidatore un’eccezionale visuale della strada e di ciò che circonda il veicolo. Entrando il conducente è in grado di osservare l’intera larghezza del pavimento grazie alla presenza di una console centrale a sbalzo che offre quell’immediata sensazione di spazio generata dall’innovativo design della vettura. Il pannello strumenti ha una posizione ribassata e le sue semplici linee orizzontali, insieme ai comandi minimalisti, enfatizzano ulteriormente le dimensioni degli interni. La consolle centrale coccola il conducente con due “avvolgenti” montanti metallici, che inquadrano perfettamente l’accesso ad una zona di stivaggio sotto il pannello di controllo. I pulsanti integrati nel montante, consentono al conducente di selezionare in modo intuitivo la marcia avanti, la posizione in folle, la modalità di parcheggio o la retromarcia.


Le finiture degli interni creano dei notevoli contrasti materici. La parte anteriore dei sedili è rivestita in pelle Windsor tagliata a laser con il caratteristico motivo a losanghe Jaguar, confezionata con doppie cuciture a contrasto e bordata con una finitura colorata in fibra di carbonio. Gli schienali dei sedili sono rifiniti in Alcantara Moonstone.

Le portiere offrono una stratificazione tonale di alluminio, Alcantara e impiallacciature in noce scuro, a pori aperti e non verniciate. Dettagli raffinati, come le griglie degli altoparlanti audio, sono stati integrati nelle finiture delle maniglie delle portiere e dispongono di un elemento gioiello tridimensionale, che richiama il classico motivo a losanga Jaguar.

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Un tetto con vetro panoramico, si estende in tutta la sua dimensione partendo dal parabrezza e inondando di luce naturale l’interno dell’I-PACE Concept. Il vetro si integra perfettamente con gli interni grazie ad una stampa ceramica con motivo a losanghe, che unisce il tetto con le altre finiture della superficie interna. Di notte, una serie di LED incorporati nel tetto illuminano il vetro modellato, per creare uno sbalorditivo effetto visivo. La Jaguar I-PACE Concept è decisamente un’auto focalizzata sul guidatore, ma l’interno è stato accuratamente realizzato in modo tale che tutti gli occupanti abbiano la sensazione di trovarsi in un luogo speciale. Si possono riscontrare materiali lussuosi e contemporanei, superfici perfettamente realizzate e squisite finiture. Eccone alcune. Interfacce touchscreen e comandi rotativi tattili con una distintiva finitura in metallo zigrinato, riflettono la perfetta unione tra le tecnologie all’avanguardia e

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la tradizionale eccellenza artigianale che caratterizza il veicolo. I comandi rotativi in alluminio fresato sono incassati in esclusivi schermi circolari ad alta definizione a tattilità variabile, che aiuta il conducente a distinguere le varie modalità. Sulla superficie in radica del quadro strumenti, in un dettaglio inciso a laser, si legge: “Realizzata con cura da Jaguar. Est. Coventry 1935.” Questa dicitura indica le coordinate GPS dello studio di design Jaguar dove è nata l’I-PACE Concept. Il caratteristico motivo a losanga Jaguar è ​​ stato applicato sui cuscini delle sedute con un innovativo processo di taglio laser. Lo stesso effetto lo si potrà notare sui pedali e attorno alla console centrale. In modo giocoso, nelle cuciture dei sedili sono state inserite delle etichette con iconici richiami Jaguar che simboleggiano il calore e lo spirito unico del Marchio. Il caratteristico motivo a losanga Jaguar è stato fotoinciso sulle griglie degli altoparlanti del sistema audio Meridian, integrato nelle portiere.


Versatilità e fruibilità La direttiva Jaguar per l’I-PACE Concept era quella di creare un SUV ad alte prestazioni che fosse spazioso, sportivo e fruibile. Il layout dell’abitacolo, in posizione avanzata, crea uno spazio interno senza precedenti, molto più grande di quello che possiamo trovare nei veicoli alimentati a combustione interna. Senza un vano motore e con il pacco batterie posizionato in modo appiattito tra gli assali, il passo lungo del design cab-forward e gli sbalzi ridotti consentono un ingombro di 4.680 x 1.890 millimetri ed un passo di 2.990 millimetri. Di conseguenza questa Concept occupa meno spazio su strada di un tradizionale SUV di medie dimensioni offrendo, però, ai passeggeri che viaggiano sui sedili posteriori uno spazio più ampio rispetto ad alcuni SUV di grandi dimensioni e ad alcune berline di lusso. Lo spazio per le ginocchia dei passeggeri dei sedili posteriori è di oltre 70 millimetri, assicurando di fatto un comfort da prima classe.

In assenza di tunnel per la trasmissione da collocare, i progettisti Jaguar hanno utilizzato lo spazio libero per creare un’innovativa area di stivaggio da 8 litri all’interno della consolle centrale. In concomitanza dell’assenza della tradizionale leva del cambio, l’IPACE Concept dispone di uno spazio intelligente per telefoni, chiavi e altri piccoli oggetti. Nonostante il lunotto inclinato, il volume del suo bagagliaio di 530 litri supera comodamente lo spazio offerto dai SUV tradizionali. Il vano bagagli anteriore sotto il cofano offre uno spazio di ulteriori 28 litri.

L’auto digitale L’I-PACE Concept introduce il nuovo e intuitivo approccio “Flightdeck” per l’interfaccia dei comandi. Questa filosofia progettuale enfatizza sia i controller che si trovano ergonomicamente a portata di mano, sia la tecnologia che supporta il coinvolgimento del conducente. La consolle flottante centrale dell‘I-PACE Concept

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è un elemento fondamentale per i progressi ottenuti nella postazione di guida in termini di ergonomia, utilità e prestazioni: la console sale per connettersi con il cruscotto, avvolgendo il guidatore e offrendo un collegamento meccanico con il veicolo, attraverso il posizionamento delle funzioni del cambio sui montanti metallici. Le informazioni vengono condivise con il guidatore con elegante semplicità. Gli elementi grafici dell’interfaccia uomo-macchina (HMI) hanno un aspetto monocromatico più caldo e umano, che rispecchia le tendenze tecnologiche attuali. I font più leggeri e

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l’uso parsimonioso del colore, consentono una visualizzazione a più ampio respiro delle informazioni sullo schermo, migliorando la comunicazione e riducendo il sovraccarico di informazioni fornite al conducente. Touchscreen, intuitive manopole rotative e tasti multifunzione, offrono il perfetto equilibrio tra comandi analogici tattili e interfacce digitali interattive, assicurando che gli occhi del conducente seguano solo la strada e non i movimenti delle dita. L’interfaccia principale è un touchscreen TFT da 12 pollici perfettamente incorporato nella superficie del quadro strumenti. Un secondo touchscreen da 5,5


pollici è stato accoppiato a due manopole in alluminio inciso a laser, che racchiudono vivaci schermi circolari HD. Questo permette agli occupanti di poter configurare il sistema d’infotainment e il climatizzatore, mantenendo le informazioni a schermo intero sul display principale da 12 pollici. L’I-PACE Concept dispone anche di un quadro strumenti HD da 12 pollici configurabile e di un head-up display a colori che assicurano al guidatore l’uso di tutte le informazioni di cui necessita, quando e dove gli occorrono.

Inoltre introduce anche un nuovo volante a tre razze con interruttori capacitivi multi-funzione. Questi restano invisibili finché non vengono illuminati, migliorando l’estetica e aumentando la funzionalità per il guidatore. Per renderli più tattili, una volta premuti, dispongono anche di un “micro-click” aptico. Come l’innovativo sistema d’infotainment InControl Touch Pro offerto nella attuale gamma di vetture Jaguar, il sistema dell’I-PACE Concept è stato progettato intorno ad un potente processore quad-core, ad un disco SSD ad alta velocità e ad una rete Ethernet ultra-veloce.

Applicazioni e connettività Proprio come gli attuali sistemi d’infotainment delle vetture Jaguar, l’I-PACE Concept dispone di un hotspot Wi-Fi che consente a tutti gli occupanti di connettersi ad internet, di poter ascoltare la musica in streaming, di vedere video e di consultare dati con i loro dispositivi. Come le vetture di serie consente a tutti i passeggeri di utilizzare le applicazioni dei loro smartphone IOS e Android tramite il touchscreen principale del veicolo, utilizzando l’InControl Apps. La gamma di applicazioni, ottimizzata per un uso a bordo dei veicoli e finalizzata a ridurre la distrazione del guidatore, è in costante crescita e ora include l’esclusiva applicazione Spotify, la prima ad offrire le playlist consigliate sulla home dell’app. Gli utenti possono realizzare playlist personalizzate “Just for You”, che contengono le tracce musicali preferite e che riducono i tempi nello scorrimento dei menu per la ricerca della musica.

Prestazioni e dinamiche di guida In termini di prestazioni, l’I-PACE Concept offre quelle performance focalizzate sul guidatore e quella reattività che da sempre contraddistinguono il marchio Jaguar. Per questo, dispone di motori elettrici nell’assale anteriore ed in quello posteriore che erogano 400 CV di potenza e 700 Nm di coppia istantanea.

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La trazione integrale elettrica assicura la massima guidabilità su ogni tipologia di terreno e in qualsiasi condizione climatica. La risposta è immediata e il sistema fornisce un eccellente controllo sulla distribuzione della coppia anteriore e posteriore, reagendo

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istantaneamente agli input del guidatore, in base alle condizioni stradali e alle caratteristiche del veicolo. La dinamicità e la reattività sono ulteriormente migliorate grazie al perfetto posizionamento, sotto il pavimento, del pacco batteria tra i due assali, che


abbassa il baricentro e riduce l’inerzia d’imbardata. Gli ingegneri JLR hanno progettato e sviluppato dei motori elettrici sincroni a magneti permanenti, con l’intento di ottenere la forma più compatta possibile, la massima efficienza e la massima densità di potenza.

Il loro diametro esterno è di soli 234 millimetri e la loro lunghezza è di soli 500 millimetri. Invece della convenzionale configurazione, che colloca la trasmissione di fronte al motore, l’I-PACE Concept offre un layout concentrico che ottimizza maggiormente lo spazio, contribuendo in modo diretto all’altezza dal suolo e agli interni spaziosi. L’elettrificazione consente di avere anche un maggiore comfort: ad esempio, selezionando un livello più elevato di frenata rigenerativa nello stop-and-go, il conducente può guidare con un solo pedale, senza la necessità di utilizzare i freni per arrestare la vettura. Inoltre gli intrinsechi benefici della trazione integrale sono stati implementati dalle innovative tecnologie Jaguar, come l’All Surface Progress Control (ASPC) e l’Adaptive Surface Response (AdSR).

Design del telaio La Jaguar F-PACE rappresenta il punto di riferimento nella sua classe in termini di equilibrio nella guida, maneggevolezza e raffinatezza e l’I-PACE Concept farà lo stesso. La sofisticata geometria della sospensione, i vantaggi di un ridotto baricentro e tutto il know-how derivato dallo sviluppo della F-TYPE e della F-PACE, consentiranno all’I-PACE Concept di distinguersi da tutti gli altri veicoli elettrici. Non essendoci un sistema migliore, la sospensione anteriore adotta la stessa collaudata configurazione a doppio braccio oscillante della F-TYPE e della F-PACE. L’elevata rigidità di campanatura offerta dalla geometria del doppio braccio oscillante in alluminio, risulta fondamentale per la sua agilità e reattività. Le forze laterali sulle superfici degli pneumatici a contatto con il suolo si sviluppano molto rapidamente, ma lo sterzo risponde con immediatezza e precisione ad ogni input del guidatore. Grazie alla maggiore campanatura ottenuta con il sistema a doppio braccio oscillante, le superfici degli pneumatici a contatto con il suolo, hanno una migliore aderenza, indipendentemente dai movimenti della sospensione, contribuendo a ottimizzare la trazione in tutte le condizioni.

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Elettrificazione e zero emissioni Integral Link Il sistema Integral Link, collaudato nelle berline XE e XF e ora anche sulla F-PACE, è stata la scelta naturale per la sospensione posteriore dell’I-PACE Concept. La sua sofisticata geometria surclassa tutti gli altri sistemi con sospensioni posteriori multilink, per offrire livelli ottimali di guidabilità, maneggevolezza e raffinatezza. L’Integral Link ha consentito agli ingegneri di calibrare in modo indipendente la rigidità longitudinale e laterale. Ciò comporta la massima libertà nell’ottimizzazione del comfort e delle dinamiche di guida, senza che l’una comprometta l’altra. Di conseguenza, le boccole che gestiscono le forze longitudinali possono essere più morbide e quindi la guida è più fluida, mentre l’assorbimento degli urti è più silenzioso. Per una guida più precisa ed una reattività ancora maggiore, si potrà intervenire per irrigidire le boccole che gestiscono le forze laterali. La sospensione Integral Link è anche estremamente efficiente dal punto di vista degli ingombri. In combinazione con il compatto motore elettrico posteriore, contribuisce ad aumentare il volume a disposizione nel vano bagagli e all’eccellente altezza dal suolo.

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Con I- Pace Concept, le ricerche e le innovazioni dei designer e degli ingegneri hanno semplificato l’esperienza e ridotto la diffidenza ambito nei confronti delle vetture elettriche. I motori elettrici, le batterie e i sistemi di gestione offrono le migliori prestazioni possibili e una grande fruibilità per la maggior parte dei tragitti quotidiani. L’I-PACE Concept ha un’autonomia nominale superiore a 500 km nel nuovo ciclo di guida europeo NEDC, e di oltre 350 km nel ciclo statunitense EPA. Con un tragitto giornaliero medio di 40-50 km, la maggior parte dei clienti dovranno ricaricare la vettura solo una volta alla settimana. La batteria può essere ricaricata presso le apposite infrastrutture pubbliche, tramite una wall box domestica dedicata, o semplicemente utilizzando le convenzionali prese domestiche di corrente. La ricarica è facile e veloce, con l’80% disponibile dopo 90 minuti e con il 100% raggiungibile in poco più di due ore, utilizzando una ricarica da 50 kW a corrente continua. Nell’I-PACE Concept la capacità di accumulare energia è affidata ad una batteria agli ioni di litio da 90 kWh con raffreddamento a liquido, progettata e sviluppata da Jaguar. L’alloggiamento della batteria è in leggero alluminio e costituisce una parte integrante della struttura dell’I-PACE Concept.


La batteria usa celle “pouch” (a sacchetto) sono state scelte per la loro densità di energia, per la superiore prestazione termica, grazie alla minore resistenza interna, e per la libertà progettuale che assicurano. A differenza di altri formati di celle, offrono anche un grande potenziale per il futuro, soprattutto in termini di densità di energia. Questo permetterà di avere una maggiore operatività per una determinata dimensione di batteria, o fornirà un’operatività simile a quella attuale, ma con un alloggiamento più piccolo e più leggero.Il pacco batteria è raffreddato a liquido utilizzando un circuito di raffreddamento dedicato, a due modalità. Nel caso di temperature moderate, la batteria migliora l’efficienza facendo affidamento solo su un radiatore per rimuovere il calore generato dalle celle. A temperature superiori, un refrigeratore collegato al sistema di condizionamento principale del veicolo, fornisce una maggiore capacità di raffreddamento per mantenere la batteria in condizioni ottimali. L’efficienza energetica viene ulteriormente migliorata attraverso l’integrazione di una pompa di calore all’avanguardia nel sistema di climatizzazione. La pompa di calore è molto più efficiente dei riscaldatori elettrici convenzionali perché, invece di alimentarsi attraverso la corrente dalla batteria, utilizza l’energia dall’aria esterna per riscaldare l’abitacolo. Di conseguenza, quando è necessario, il raggio d’azione dell’I-PACE Concept può essere implementato fino a 50 km anche in condizioni invernali estremamente rigide.

In futuro le auto saranno sempre più connesse e più sostenibili; con il continuo aumento dell’urbanizzazione, i sistemi elettrici e le tecnologie sostenibili stanno diventando sempre più importanti. Nick Rogers, JLR Group Engineering Director

Trasferimento tecnologico: Formula E Jaguar vanta una ricca tradizione di successi in ambito sportivo, in cui ha vinto per ben sette volte la 24 Ore di Le Mans. Attraverso le competizioni, Jaguar ha sviluppato ed ha aperto la strada a nuove tecnologie, come i freni a disco e alcune soluzioni aerodinamiche. Il Campionato di Formula E rappresenta un ottimo banco di prova in termini di prestazioni. La competizione, che si svolge su circuiti cittadini nelle più grandi città del mondo, prevede l’impiego di batterie e sistemi telaistici standardizzati, lasciando ai team la possibilità di competere con motori elettrici, unità di controllo e trasmissioni proprie. Il campionato velocizzerà lo sviluppo dei futuri propulsori elettrici. Gli ingegneri Jaguar assicureranno l’inserimento diretto di tali progressi nei loro progetti relativi alle auto stradali.

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NEWS

virtual i-pace

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Grazie alla partnership tecnologia con due leader di livello mondiale come HTC VIVE™ e Dell Precision, il primo reveal live al mondo che utilizza la Virtual Reality trasporta il pubblico in un esclusivo universo virtuale alla scoperta della I-PACE Concept foto: Media Jaguar

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a I-PACE Concept rappresenta l’inizio di una nuova era per il marchio Jaguar. Questo veicolo è una preview della I-PACE di serie, che sarà presentata il prossimo anno e scenderà in strada nel 2018. I clienti possono già registrarsi sul sito jaguar.com e cliccare sul pulsante “Ne voglio una” per essere tra i primi a possederne una. I designer e gli ingegneri Jaguar, hanno stravolto tutte le regole per creare una specifica architettura per veicoli elettrici, abbinata ad un audace design. Il risultato è un’auto sportiva senza compromessi, intelligente, con cinque posti e con le prestazioni di un SUV. La realtà virtuale presentata oggi ha anche esteso i confini della nostra tecnologia e catturato l’essenza hi-tech della concept car. Ne abbiamo solo una ed è a Los Angeles per essere presentata. Per la prima volta,

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la realtà virtuale ci ha dato la possibilità di condividerla con il tutto il mondo, nel modo più coinvolgente possibile”.

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Questo esclusivo reveal attraverso una “virtual reality social” è unico nel suo genere ed è il più grande evento live in realtà virtuale mai realizzato fino ad oggi in


tutto il mondo. Nel corso della giornata, più di 300 ospiti sono stati trasportati in un realistico spazio virtuale appositamente creato, nel quale sono stati proiettati anche due dei creatori della vettura: Ian Callum e Ian Hoban. Dagli hub virtuali di Los Angeles e Londra, gruppi di 66 ospiti, tra cui star di livello assoluto come Michelle Rodriguez, Miranda Kerr e James Corden, hanno utilizzato cuffie HTC Vive Business Edition, collegate a workstation Dell Precision, per calarsi all’interno della concept car e interagire dal vivo con gli altri partecipanti. Gli ospiti, “seduti” sui sedili virtuali della concept car, hanno goduto di una visione a 360° di Venice Beach e della I-PACE Concept che, pezzo dopo pezzo, prendeva vita intorno a loro correva loro incontro attraverso un deserto virtuale. Gli innovativi motori elettrici e il pacco batteria agli ioni di litio da 90 kWh sono stati progettati da Jaguar Land Rover per offrire le migliori prestazioni e la più elevata autonomia possibile, nella maggior parte dei tragitti quotidiani. Ovunque vi troviate nel mondo,

potete semplicemente collegare la vostra auto ad una comune presa elettrica durante la notte e disporre di un’autonomia giornaliera sufficiente per un tragitto medio di circa 50 km. Per la ricarica rapida, utilizzando una classica rete pubblica da 50 KW a corrente continua, sono necessarie poco più di 2 ore. Tempo sufficiente per offrire un’autonomia di oltre 350 km (misurato nel ciclo di test statunitense EPA), o superiore ai 500 km (secondo le stime del nuovo ciclo di guida europeo NEDC). La I-PACE Concept trasforma l’esperienza della guida di un veicolo elettrico, offrendo prestazioni focalizzate sul guidatore e la rinomata reattività delle vetture Jaguar. Per offrire tutto ciò, la I-PACE dispone di motori elettrici su entrambi gli assali. La loro potenza combinata è di 400 CV e 700 Nm di coppia, lo stesso valore di coppia della F-TYPE SVR. Per entrare nel vivo di questa innovativa tecnologia, Ian Hoban, Vehicle Line Director, ha descritto lo schema propulsivo agli ospiti che hanno potuto utilizzare la realtà virtuale.

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L’esperienza della realtà virtuale ha anche dato la possibilità ai partecipanti di sedersi nella parte anteriore e posteriore della Jaguar I-PACE Concept, esplorando i bellissimi interni e scoprendo dettagli e caratteristiche nascoste. Alexander Horton, famoso VR Director, ha ideato il mood creativo. I partecipanti hanno sperimentato la costruzione della vettura intorno a loro, l’hanno vista accelerare verso di sé e apparire come se cadesse sulla Terra da un altro pianeta, mettendo in evidenza la natura rivolta al futuro di questa rivoluzionaria Jaguar.

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La nuova ed esaltante piattaforma VR ha esteso i confini come mai prima d’ora, con l’aggiunta dell’interazione social e di una trasmissione live, con tanto di presentatori, in un unico mondo virtuale. I gruppi, sia a Los Angeles che a Londra, sono stati in grado di comunicare e interagire tra loro, il tutto mentre ascoltavano Ian Callum e Ian Hoban che hanno spiegato in tempo reale, attraverso un’esclusiva grafica 3D, sia il processo di progettazione che la tecnologia alla base di questa lungimirante concept car. I contenuti VR del reveal saranno ora disponibili su Viveport attraverso un’app Jaguar dedicata, per consentire ai consumatori di sperimentare a casa propria la I-PACE Concept. Jaguar ha unito le sue forze a quelle di HTC, leader nella Virtual Reality, agli esperti informatici della Dell e a quelle delle agenzie creative ReWind e Imagination per creare la più grande esperienza di realtà virtuale al mondo. Le workstation Dell Precision hanno alimentato la progettazione e lo sviluppo della Jaguar I-PACE Concept, oltre all’esperienza del reveal attraverso la realtà virtuale. Le Dell Precision Tower Workstation sono specificatamente configurate in modo da avere maggiori prestazioni in termini di grafica e memoria, per la creazione dei contenuti della realtà virtuale e per una visualizzazione commerciale avanzata, rendendo possibile questo tipo di applicazione in nuove aree di business, tra cui il settore automobilistico.

Rahul Tikoo, Vice President e General Manager di Dell Precision, ha detto: «Dell è da tempo coinvolta nella realtà virtuale. Stiamo evolvendo il nostro modello di business per introdurre soluzioni ottimizzate, rivolte al futuro della realtà virtuale. Dal nostro XPS VR-ready ai dispositivi Alienware, stiamo lavorando per una migliore esperienza di realtà virtuale e per soluzioni pronte all’uso, create da Dell Precision per i professionisti del campo. La Jaguar I-PACE Concept, progettata e presentata con la realtà virtuale, rafforza l’incredibile innovazione che è possibile avere attraverso le tecnologie VR per trasformare in modo sostanziale il settore».

Ross Wheeler, Head of Automotive di Imagination, ha detto: «Per la prima volta nella storia, un marchio automobilistico ha utilizzato una coinvolgente realtà virtuale per presentare la sua ultima vettura. Questo lancio porta l’individuo ben oltre qualsiasi esperienza automobilistica che abbia mai provato prima d’ora, permettendo alle persone di tutto il mondo di collegarsi in tempo reale, di essere completamente immerse all’interno del veicolo e di condividere insieme l’esperienza della prima Jaguar elettrica in assoluto. Adottando una tecnologia all’avanguardia, Jaguar ha creato un’esperienza ricca e gratificante per i suoi clienti e ha senza dubbio ridefinito il futuro di come i marchi automobilistici presenteranno i loro nuovi veicoli ai clienti».

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NEWS

the art of

performance

tour

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foto: JLR Italia

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he Art of Performance Tour nasce con l’obiettivo di far testare le straordinarie performance della gamma Jaguar incontrando gli ospiti nei loro momenti di svago e relax nelle più svariate località del territorio italiano. Dopo lo straordinario successo della prima edizione, iniziata a maggio e conclusa ad agosto, da settembre The Art of Performance Tour si è concentrato sulle quattro ruote motrici Jaguar con la presenza delle XF e XE All Wheel Drive. A bordo di un trailer che si apre a diventare una tecnologica ed elegante Jaguar lounge, il nostro staff

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ha viaggiato da nord a sud seguito da XF, XE, F – TYPE e l’ultima arrivata, F – PACE, il primo suv di casa Jaguar, a disposizione per test drive. Ogni tappa ha previsto uno o più giorni all’insegna di relax, prove prodotto accompagnati da driver esperti, servizio catering e showcooking di eccellenza, accoglienza a cura di hostess dedicate e consulenze tecniche.

Al termine di questa edizione The Art of Performance Tour organizzerà nuovi appuntamenti invernali ambientati nelle più prestigiose località montane d’Italia, per darti la possibilità di scoprire le Jaguar di ultima generazione.

www.jaguar.it/experience-jaguar/art-of-performance-tour/index.html

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NEWS

debutto

xkss foto: Media Jaguar

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on un’anteprima mondiale Jaguar Classic presenta la prima autentica Jaguar XKSS ad essere costruita dopo quasi 60 anni. Rifinita con una colorazione Sherwood Green, la splendida XKSS è stata creata dai progettisti della divisione Jaguar Classic in vista della produzione di nove esemplari, che saranno consegnati ai clienti in tutto il mondo nel 2017. Da sempre definita come la prima supercar al mondo, in origine la XKSS era stata realizzata da Jaguar come la versione stradale della D-Type, la vincitrice di Le

Mans costruita nel 1956. Nel 1957, nove auto, destinate all’esportazione verso il Nord America, andarono distrutte in un incendio nella fabbrica Jaguar di Browns Lane nelle British Midland; sono solo 16 gli esemplari di XKSS costruiti da allora. All’inizio di quest’anno, Jaguar ha annunciato che la sua divisione Classic avrebbe costruito le nove sportive XKSS “andate perse” per un gruppo selezionato di collezionisti e clienti. La fuoriserie XKSS presentata a Los Angeles è il risultato di 18 mesi di ricerca e sarà utilizzata come modello da cui verranno costruite le nove vetture replica.

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Le nove auto saranno completamente nuove ma riporteranno i numeri di telaio con cui all’epoca furono registrate le XKSS. Tutte le auto saranno vendute ad un prezzo di oltre 1 milione di sterline ciascuna. La XKSS è la seconda vettura replica ad essere creata da Jaguar, dopo le sei Lightweight E-type costruite nel 2014. Grazie a quel progetto, i tecnici Jaguar

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hanno appreso come progettare auto tecnicamente fedeli alle caratteristiche dell’epoca, una conoscenza che è stata ulteriormente migliorata nella creazione della “nuova originale” XKSS. L’auto presentata a Los Angeles è una fedele replica dell’auto dell’epoca, costruita combinando i disegni originali dell’archivio Jaguar alla tecnologia più


all’avanguardia. Per poter ricostruire un’immagine digitale completa della vettura, compresa la carrozzeria, il telaio e tutti i componenti principali, i progettisti Jaguar Classic hanno scansionato numerose versioni della XKSS del 1957. Come all’epoca, la carrozzeria dell’auto è stata realizzata in lega di magnesio e, dato che non esistono

prototipi di studio originali, Jaguar Classic ne ha prodotto uno su misura, basandosi su carrozzerie originali a partire dal 1950. I corpi vettura delle nove auto prenderanno forma da questo prototipo, attraverso un processo tradizionale chiamato tornitura manuale. Gli esperti ingegneri Jaguar Classic hanno lavorato

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con i telai originali e, per supportare la costruzione di quello nuovo, lo hanno prima riprodotto su CAD. Insieme ai tecnici della Divisione Classic, il produttore di telai Reynolds, famoso per le tubazioni 531, è stato incaricato di creare nuovi componenti specifici utilizzando il sistema di misure imperiali, piuttosto che quello metrico. I telai sono di bronzo saldato come avveniva per le tubazioni di quelli originali della XKSS. Come quelle di un tempo, le auto replica sono dotate di freni a disco Dunlop con pompa Plessey su tutte le ruote. Anche gli pneumatici sono Dunlop, montati su cerchi a doppio corpo rivettato in lega di magnesio. Sotto il cofano, la XKSS è dotata di un

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motore Jaguar D-type a 6 cilindri in linea di 3,4 litri e 262 CV. Il motore è dotato di nuovi blocchi e di nuove teste dei cilindri in ghisa e di tre carburatori Weber DC03. All’interno, la “nuova originale” XKSS è caratterizzata da una perfetta ricostruzione dell’originario quadro strumenti Smiths. Tutto è esattamente come sarebbe stato nel 1957, dal legno del volante, alla grana dei sedili in pelle, fino alle manopole in ottone sul cruscotto della XKSS. Piccole modifiche sono state effettuate solo al fine di migliorare la sicurezza del guidatore e del passeggero. La cella di combustione, ad esempio, utilizza dei materiali ad alta resistenza più moderni per supportare il rendimento degli attuali


combustibili. Le auto per i clienti saranno costruite a mano a partire da quest’anno e si stima che saranno necessarie 10.000 ore lavorative per la costruzione di ciascuna delle nuove XKSS. Kev Riches, Jaguar Classic Engineering Manager, ha detto: «La XKSS è una delle auto più importanti nella storia di Jaguar e ci siamo impegnati molto nel rendere questa “nuova originale” auto assolutamente fedele alla vettura dell’epoca. Dal numero, la tipologia e la posizione di tutti i rivetti utilizzati (ce ne sono più di 2.000 in totale), fino alla strumentazione Smiths sul cruscotto, tutto è identico alle auto originali, perché così è come doveva essere».

Tim Hannig, Jaguar Land Rover Classic Director, ha dichiarato: «Il programma di replica della XKSS sottolinea l’esperienza di livello mondiale che abbiamo qui in Jaguar Land Rover Classic. Ci impegniamo nel coltivare la passione e l’entusiasmo per il glorioso passato di Jaguar, offrendo assistenza, auto, servizi e componenti eccezionali. Con una nuova sede costata 7,5 milioni di sterline che aprirà a Coventry nel 2017, Jaguar Land Rover Classic è pronta a soddisfare questo crescente amore per le auto storiche. Non vediamo l’ora di far crescere questa nostra attività, supportando i nostri attuali clienti e coinvolgendo una nuova generazione di appassionati in tutto il mondo».

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Women’s World Car of the Year 2016

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La Jaguar F-Pace è stata incoronata “Supreme Winner” agli “Women’s World Car of the Year Awards” 2016 foto: Media Jaguar

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a Jaguar venduta più velocemente di sempre è stata premiata anche con il titolo di “Women’s World SUV/ Crossover of the Year” Il “Women’s World Car of the Year” è l’unico riconoscimento del settore automobilistico ad essere assegnato da una giuria composta interamente da donne

per offrire l’agilità, la reattività e la raffinatezza che da sempre contraddistinguono il marchio Jaguar, insieme ad una fruibilità quotidiana e a delle dinamiche di guida senza pari. Al suo interno è in grado di ospitare comodamente 5 passeggeri adulti, grazie ad un generoso spazio per la testa e le ginocchia, offrendo al contempo una capacità di carico nel vano bagagli di 650 litri.

La Jaguar F-Pace è stata eletta “Supreme Winner” agli “Women’s World Car of the Year Awards” 2016. Oltre ad ottenere il riconoscimento più prestigioso, la vettura è stata anche nominata “Women’s World SUV/Crossover of the Year”. Questi premi sono solo gli ultimi, di una lunga serie di riconoscimenti, ottenuti dalla F-Pace fin dal suo lancio avvenuto nel mese di aprile.

Anna Gallagher, Jaguar Senior Launch Manager, ha detto: «Siamo molto orgogliosi di ricevere questo premio visto che, fin dal primo giorno, l’universo femminile è sempre stato nel cuore del progetto F-Pace. Grazie alle indicazioni dei clienti, siamo sicuri di aver creato un veicolo distintivo in grado di soddisfare qualsiasi stile di vita. I nostri progettisti hanno lavorato duramente su quelle caratteristiche che potessero appagare sia la clientela maschile che quella femminile, per offrire la migliore soluzione possibile in termini di prestazioni, design e praticità».

Fiona Pargeter, Jaguar Land Rover Head of Global PR Communications, ha dichiarato: «I premi come Supreme Winner e Best SUV/Crossover negli “Women’s Car of the Year Awards” 2016, rappresentano un grande risultato ed un importante riconoscimento nella prolungata storia dei successi della F-Pace. La combinazione tra lo splendido design, un’esperienza di guida senza pari e una vera fruibilità quotidiana, consentono alla F-Pace di distinguersi dalla concorrenza e permettono al brand Jaguar di attrarre nuovi clienti in tutto il mondo». La Jaguar F-Pace è un suv disegnato e progettato

I giudici dei Women’s World Car of the Year hanno presentato la loro personale lista e quest’anno, 17 giudici provenienti da 14 paesi, hanno nominato ben 294 automobili. Alla fine è stata stilata una lista definitiva e i giudici hanno scelto le vincitrici delle sei categorie tra le 32 vetture in graduatoria. I tanti voti ricevuti hanno consentito alla Jaguar F-Pace di essere eletta Supreme Winner fra le vincitrici di ogni categoria.

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F‑PACE 20d AWD R-Sport La Jaguar integrale per tutte le stagioni.

testo e foto: Pierluigi Ducci

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lla prova la nuova F‑PACE 20d AWD R-Sport, quella motorizzata con il 4 cilindri 2.0 turbodiesel Ingenium da 180 CV di potenza, la più richiesta in Italia. Questo quattro cilindri a gasolio rappresenta un ottimo compromesso se non si vuole scegliere l’eccellenza del 3.0 V6 TDI. Le prestazioni del 2.0 Ingenium, che non fanno rimpiangere troppo il V6, sono merito anche dell’ottimo cambio automatico 8 marce. È davvero velocissimo e offre logiche di gestione della cambiata molto intelligenti. La linea della F-Pace è inconfondibile, ha linee muscolose ed è innegabilmente ben integrata nel filone della gamma Jaguar attuale, ricorda quella della sportiva F-Type, i fari posteriori e anteriori sono simili alle berline XE e XF, la calandra a nido d’ape e le spalle larghe donano sportività e grande eleganza a questo modello. Gli interni sono da auto premium quale è. Belle le soglie d’ingresso in metallo con logo R-Sport. Seduti al posto guida, si nota subito la spaziosità dell’abitacolo e l’ottimo livello della finitura, con materiali di qualità montati con precisione. Pure l’ergonomia dell’abitacolo non presta il fianco a critiche. La grafica del sistema per la connettività e infotainment è appagante, con l’interfaccia di utilizzo ben fatta. La nostra F-Pace può contare su l’InControl Touch Pro, l’avanzato sistema progettato da Jaguar. Si gestisce tramite il touchscreen da 10,2 pollici e prevede, oltre alla navigazione tridimensionale e l’interazione con gli smartphone, anche un Hotspot wi-fi a cui si possono collegare fino a 8 dispositivi. Superlativo l’impianto audio Meridian Digital Sound System (380 W) che assicura un’esperienza audio ricca e coinvolgente, in ogni punto dell’abitacolo. La F-Pace colpisce oltre che per la spaziosità dell’abitacolo anche per le pratiche soluzioni per il caricamento

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dei bagagli. La capacità del vano bagagli è di 650 litri. Lo schienale del sedile posteriore può essere abbattuto in rapporto 40:20:40 o completamente, portando il volume del bagagliaio a 1.740 litri. Il portellone vano bagagli ad apertura e chiusura elettrica che è di serie (mentre il comando mediante sensori del portellone ad azionamento elettrico è a richiesta) facilita le operazioni di inserimento e scarico bagagli, permettendo di stivare con facilità anche carichi di peso elevato. Al volante la nostra F-Pace 20d AWD R-Sport, grazie al corpo in alluminio si dimostra insospettabilmente agile e precisa: è fra le auto più leggere della sua categoria. Il comportamento stradale rimane neutro, con un avantreno che genera tanta aderenza e cede poco o nulla al sottosterzo. Anche la capacità di trazione, specie su fondi viscidi, è sempre ottimale grazie alla

trasmissione a 4 ruote motrici, la stessa che permette di affrontare con una certa disinvoltura passaggi difficoltosi in off-road. In condizioni di guida normali, la coppia viene quasi del tutto distribuita sulle ruote posteriori per una trazione che assicura le classiche prestazioni sportive Jaguar. Sulle superfici più scivolose, come erba e fango, è possibile bilanciare la coppia 50:50 fra le ruote anteriori e posteriori, massimizzando la trazione. Quando le condizioni della strada sono variabili, oltre il 90% della coppia può essere intelligentemente indirizzato dalle ruote posteriori alle anteriori ottimizzando la trazione in tutte le condizioni. Oltre alla presenza “fissa” della trazione integrale vi sono tre dispositivi che corredano la vettura britannica: Torque Vectoring, Adaptive Dynamics (optional) e il Configurable Dynamics. In realtà sono molti di più, ma i tre di cui sopra hanno una rilevanza maggiore nell’ambito della dinamica di guida.

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Il primo “gestisce” e ripartisce la coppia motrice tra ruote ed assi, intervenendo a modo di autobloccante, ma fecendo leva sull’elettronica. Il secondo modifica lo smorzamento degli ammortizzatori in fuzione delle condizioni della strada, monitorando sia il movimento del corpo vettura sia quello della ruota. Il terzo elemento, il Configurable Dymanics, è più

Il cambio automatico a 8 marce, utilizzabile anche in modalità sequenziale con gli appositi paddle al volante, è veloce e impercettibile nelle cambiate.

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semplicemente destinato alla modifica dei settaggi di motore, cambio e sterzo (ed eventualmente assetto). Il cambio automatico a 8 marce, utilizzabile anche in modalità sequenziale con gli appositi paddle al volante, è veloce e impercettibile nelle cambiate. Le differenti modalità di guida disponibili (Sport, Normale, Eco, Neve) non mutano in modo considerevole il carattere di Jaguar F-Pace, però la risposta


di motore e cambio è tangibile. Coppia e trazione vengono gestiti in funzione della specifica situazione di marcia, ripartiti tra assi e ruote in maniera del tutto automatica. I passaggi di marcia sono pressoché impercettibili per chi siede al volante. Sulla nostra vettura erano presenti cerchi in lega da 20” con pneumatici da 255/50 R20 ma volendo è

possibile arrivare fino al cerchio da 22” e gommatura ribassata 265/40. Tanta tecnica e tanta elettronica sotto la pelle della F-Pace, insomma, un bel mix di sportività, confort, sicurezza e tenuta di strada. Se poi vi venisse in mente d’istigare la AWD R-Sport, spingendo oltre, ci penserebbero i controlli elettronici a riportare tutto in fretta sui binari giusti.

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Young Women in the Know

foto: Media Jaguar Land Rover

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Il programma speciale “Young Women in the Know” sostiene le ragazze nel loro cammino verso una carriera basata sulla conoscenza, l’esperienza e la capacità nel campo tecnico.

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aguar Land Rover si tinge di rosa con il programma “Young Women in the Know” aperto alle studentesse interessate a una carriera nella tecnica. Il programma del marchio britannico dedicato alle giovani menti femminili ha preso il via a Solihull nel 2012 e da allora sono state già 42 le partecipanti che si sono assicurate un contratto di Apprendistato nell’azienda. Ed ecco che ha preso il via l’edizione di quest’anno che prevede, per le 90 ragazze tra i 15 e i 18 che partecipano alla selezione, 4 giorni in cui le ragazze visiteranno le Divisioni Design e Produzione, faranno gruppo con le impiegate dell’azienda, passeranno una giornata ad una postazione di lavoro assistite da una tutor ed infine cureranno dettagli connessi ai futuri impieghi, come le interviste e la compilazione dei CV. Il progetto si svolge presso cinque Education Business Partnership Centre di Jaguar Land Rover, nelle Midlands, Merseyside.

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people

Danella Bagnall

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autorevole rivista britannica Autocar, assieme alla Society of Motor Manufacturers and Traders (SMMT), ha premiato per il 2016 Danella Bagnall, responsabile del

foto: Media Jaguar

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progetto della Jaguar F-Pace, nella categoria ‘Donna britannica più influente nel product development’. Danella Bagnall ha fatto un lungo percorso professionale iniziato 29 anni fa, nel 1987 entra all’Austin Rover come apprendista tecnico, il suo primo incarico


professionale in body engineering lo riceve nel 1992, dopo aver conseguito la laurea in ingegneria. Nel tempo ha ricoperto diversi ruoli svolgendo numerose mansioni sia in Jaguar sia in Land Rover. Anni importanti per la sua formazione e lo sviluppo delle sue capacità professionali, caratteristiche che le hanno dato la possibilità di essere la persona più indicata per portare alla luce il primo SUV della casa del Giaguaro.

“Ho iniziato la mia carriera come Apprendista 29 anni fa, fu una grande opportunità per continuare gli studi, acquisire nuove capacità ed entrare nel mondo dell’industria. Adesso sono una Senior Engineer Manager, il che dimostra le eccellenti possibilità di carriera che si aprono alle donne in un’azienda moderna e tecnologicamente avanzata come Jaguar Land Rover. Alle ragazze raccomanderei senza esitazione una carriera tecnica”.

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place

Cristallo

Hotel & Spa Proposte “wow�: colazione in elicottero e cena tra le stelle testo e foto: Cristallo Hotel Spa e Golf

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a magia dei paesaggi innevati, il brivido della verticalità, i panorami dolomitici in tutto il loro splendore, l’emozione di un viaggio in elicottero o a bordo di una funivia, i sapori unici delle montagne ampezzane reinterpretati con gusto e creatività da uno chef: sono questi gli ingredienti dei pacchetti Wow proposti dal Cristallo Hotel Spa & Golf di Cortina. Nomen omen: “wow” è esattamente l’esclamazione che suscitano questeproposte esclusive. “Colazione in elicottero”offre l’occasione di decollare a bordo di un elicottero di ultima generazione

e sorvolare per un’ora un paesaggio unico e indescrivibile nella sua bellezza: il Passo Giau. Il pilota sarà a disposizione per “raccontare” il paesaggio e soddisfare ogni curiosità sulla storia, cultura e ambiente di Cortina d’Ampezzo e sulle sue Dolomiti, Patrimonio Naturale dell’Umanità UNESCO. A bordo sarà servita una colazione unica. Un’esperienza gourmet che gli ospiti potranno scegliere personalmente, componendo, la sera prima, il proprio menu preferito; chi desidera essere sorpreso da ricette speciali, può affidarsi all’esperienza dell’Executive Chef dell’Hotel Cristallo, Fabrizio Albini, che curerà minuziosamente ogni dettaglio.

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Chi preferisce scoprire l’incanto delle vette in orario serale può scegliere invece la“Cena tra le stelle”. Appuntamento con la luna, che illuminerà romanticamente le vette e le piste innevate, ma anche con due stelle della cucina. La location è sicuramente tra le più emozionanti: la funivia del Faloria, a 2.134 metri di altezza, dove verranno preparati un aperitivo e una cena. Il menu è stato creato, a quattro mani, dall’Executive chef “di casa”e da uno chef stellato. L’esperienza non si conclude ad alta quota: il pacchetto, di 3 notti, comprende il confort e il lusso delle eleganti Suite del Cristallo, con vista sulla valle d’Ampezzo, un menu degustazione appositamente studiato dallo chef Albini nel ristorante panoramico fine dining “La Stube”, e una serata nella Spa, aperta in esclusiva per chi aderisce all’offerta.

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Tradizione, Lusso e Benessere ad alta quota Il Cristallo Hotel Spa & Golf, un sogno tra passato e presente. Inaugurato nel 1901 è una storica struttura a cinque stelle Lusso, appartenente a quel ristretto gotha di alberghi – nella rosa di The Leading Hotels of the Word – che può vantare tra i propri ospiti affezionati alcune tra le personalità più significative del ‘900. L’antico palazzo è stato completamente ristrutturato con un sapiente lavoro di Interior Design. Lo stile unico si ripete nelle 74 camere di cui 22 suite, diverse una dall’altra. Tra queste, 5 Royal suite intitolate ai grandi personaggi del passato che vi hanno soggiornato, e due Presidential suite, le più lussuose e prestigiose dell’hotel. La struttura offre ai propri ospiti una piscina coperta affacciata sulle Tofane, un thermarium e un solarium per esperienze indimenticabili. La sfaccettata offerta enogastronomica si affida al ristorante La Veranda del Cristallo che fonde, “confonde” ed esalta i tradizionali sapori delle diverse regioni d’Italia per un’esperienza

imperdibile a distanza ravvicinata dalle vette che cingono in un abbraccio tutto l’Hotel; continua con il ristorante Il Gazebo: “Palcoscenico vetrato” (dalle ampie vetrate si può godere un emozionante panorama) e con il Cantuccio per cene romantiche o private party da un massimo di 12 persone. Durante l’inverno La Stube 1872 è il luogo perfetto per assaggiare tutta la genuinità dell’atmosfera di montagna, mentre in estate La Terrazza, affacciata sulle Tofane dirimpettaie, si trasforma nello spazio dedicato a pranzi e cene all’aria aperta. Infine, il rinomato Cocktail Bar del Cristallo Hotel dà la possibilità di gustare le ricette dell’estro creativo di barman professionisti. Il Cristallo Hotel Spa & Golf offre l’ambiente più esclusivo e le strutture più sofisticate per un soggiorno indimenticabile e per una totale rémise en forme psicofisica, con il Transvital Swiss Beauty Center e con il Cristallo FitWell Club. Un soggiorno al Cristallo Hotel Spa & Golf farà nascere nei propri ospiti il desiderio di restare, la nostalgia di andarsene, la certezza di tornare.

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race

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algarve classic festival JD Classics festeggia alla grande il successo nella stagione competitiva del classic motorsport con ben tre gare vinte al Algarve Classic Festival 2016

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l Team JD Classic, proveniente della cittadina di Maldon, ha tirato le briglie di tre veterane: una Cooper Jaguar T33, una Group 44 Jaguar XJS del 1976 e la Jaguar E-Type Lightweight del 1965. La JD Classics ha voluto dare supporto a due loro clienti, Steve and Josh Ward e alla loro Jaguar XK120.

testo a cura di Paolo Pysa - foto: JD Classics JAG mag www.jagmag.it

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La Jaguar XJS della JD Classics ha vinto entrambe le gare della Historic Touring Car Challenge, mentre la E-Type ha vinto il GT e lo Sports Car Cup. Il bottino ora sale a ben 14 vittorie in una sola stagione: che dire di conquiste come la Le Mans Classic e il Monaco Historique! Le prove di qualifica hanno avuto inizio il venerdì ed è stata la Jaguar XJS la prima a scendere in pista. Con Chris Ward al volante pronto per la sessione di 30 minuti, la squadra ha lavorato rapidamente per trovare il giusto set-up migliorando ogni giro. Negli ultimi minuti della sessione, Chris ha completato il giro in 2:02,012 che non solo gli ha assegnato la pole position, ma anche lo ha messo 2,5 secondi davanti al secondo qualificato.

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La prima gara della Historic Touring Car Challenge ha avuto inizio il sabato, Ward con la XJS si è trovato a duellare con uno schieramento di Ford Capri, Datsuns, Rovers. Il passo della Jaguar era tosto come mostrato in qualifica: Ward dopo il terzo giro aveva guadagnato già 4 secondi di vantaggio sugli altri. Pit stop obbligatorio al decimo giro per la JD Classics tirato che così, chiaramente, perde la testa della gara. Impressionante il seguito dal rientro dal pit stop che vede tornare il vento in poppa per Ward, che riesce a guadagnare ben 9,5 secondi di vantaggio dal momento in cui la bandiera a scacchi ha sventolato. Nella GT & Sports Car Cup, il Team JD Classics mette in pista la Lightweight Jaguar E-Type s’è qualificato secondo sulla griglia di partenza: e allora pronti


per la gara di Domenica! Si parte inseguendo il leader con una E-Type mentre una AC Cobra si fa vedere costantemente pronta al sorpasso, John Young però non molla, guidato da vero duro tenendo la posizione fino al primo pit stop. Un last-minute driver change minuto ha costretto la crew ad uno stop penalty di 60 secondi che avrebbe potuto compromettere il percorso positivo guadagnato da Chris Ward ma l’esperienza paga e anche un po’ di fortuna non guasta e così il team è riuscito a riprendere la gara al primo posto della gara . Poco dopo, una safety car ha ricompattato il gruppo ma liberate le belve fin da metà gara, Ward è riuscito a rimanere in testa al gruppo per 15 secondi. Il vantaggio utile al team dura sino al venticinquesimo minuto di gara a causa di un pit stop troppo brusco da parte d Ward che gli costa 60 secondi di penalty… Ma la stoffa di John Young è la stessa del compare, si rimette in pista ed ecco davanti a lui la AC Cobra: entrambi con quantità irrisoria di carburante ancora nel serbatoio arrivano alla bandiera a scacchi che però, sebben per poche gocce di benzina, darà vittoria alla JD Classics!

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Il team con la Cooper Jaguar T33, iscritto al Motor Racing Legends 50s Sports Car, ha guadagnato l’undicesima posizione in un compound composto da squadre delle serie Woodcote e Stirling Moss Trophy. Partenza, Derek Hood ha mantenuto la posizione sino al cambio pilota avvenuto con Chris Ward che ha corso in notturna. Un problema allo pneumatico ha costretto la Cooper Jaguar T33 di nuovo ai box, ma ha ripreso la competizione finendo la gara in onorevoli posti: decimo assoluto, secondo di classe e terzo nella Woodcote Trophy. L’ultima gara del week-end ha visto il team con la Jaguar XJS armarsi dell’instancabile pilota Chris Ward e via di nuovo in pista per la seconda manche dell’Historic Touring Car Challenge! Non solo ottenne la vittoria nella gara precedente, ma la XJS era in pole position di nuovo e partita, al secondo giro mostrava un vantaggio di poco più di sei secondi. Tempo di ingresso box, il vantaggio è pari a 15 secondi, ma

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l’obbligo di stop di 60 secondi ha dovuto dar assai pepe alle marmitte della car di JD Classics per riagganciare la quinta posizione. Ward ha nutrito d’avena buona i cavalli e a 15 minuti dalla fine la Jaguar stava avvicinando il leader su Ford Capri. Mr.Ward non molla l’acceleratore e i giri veloci pagano assai bene: taglia il traguardo ed è la terza vittoria del weekend per JD Crew! Il Managing Director della JD Classics, Derek Hood, così s’esprime: «Il nostro Competition Department si è dimostrato più e più volte essere una squadra tra le più affiatate e preparate al mondo. Con queste vittorie al Algarve Classic Festival le nostre vetture hanno raggiunto 14 preziose conquiste in questa stagione, per non parlare delle pole position e podi. Sono estremamente orgoglioso di tutti i piloti, tecnici e ingegneri che lavorano duro su queste vetture per tutta la stagione al nostro amato workshop di Maldon».

JD Classic: l’azienda JD Classics è una delle principali leading classic car companies al mondo con sede nell’Essex, Inghilterra. Nasce alla fine del 1980 ed ora la JD Classics vanta un team di 60 specialisti che restaurano, preparano e vendono auto d’epoca a clienti in tutto il mondo. Il Team della JD Classics, negli ultimi 25 anni, s’è guadagnato una ormai innegabile reputazione a livello mondiale nel settore dei concours d’elegance e restauri ad opera d’arte dopo aver vinto ad alcuni dei più prestigiosi classic car events nel mondo tra i quali Pebble Beach, The Quail and Salon Privé. Ammirati anche per la tenacia investita nel dare continua linfa vitale al mondo dell’ historic racing con la JD Classics Competition Department ha ridato vita ha vetture storiche da competizione che hanno trionfato a Monaco Historique, Le Mans Classic e Silverstone Classic.

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cultura

STORIA DEL PROFUMO PROFUMO DELLA STORIA

Fino al 26 Febbraio 2017 a Fratta Polesine (RO) presso il Museo Nazionale Archeologico una mostra interamente dedicata all’affascinante storia del profumo.

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a storia, quella con la S maiuscola, non è fatta solo di battaglie, incoronazioni e altri grandi eventi. È fatta anche di profumi. Chissà, ad esempio, se la Storia sarebbe stata la stessa nel caso in cui Cleopatra non avesse usato i suoi mitici unguenti profumati! Via via, il profumo è stato ed è, strumento di seduzione, medium per subliminali messaggi, fragranza in grado di avvicinare alla divinità, ma anche modo per occultare l’odore di corpi mai lavati e di ambienti dove l’igiene non aveva casa. Di tutto questo da conto l’affascinante mostra “Storia del Profumo, profumo della storia” che il Comune di Fratta Polesine, l’Università degli Studi di Ferrara e il Polo Museale Veneto con la Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo propongono negli ambienti del Museo Archeologico Nazionale (inaugurato nel 2009) nelle barchesse di Villa Badoer, tradizionale sede di importanti mostre d’arte (dal 17 settembre 2016 al 26 marzo 2017). Alla realizzazione della mostra collabora la Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo.

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L’esposizione, curata da Federica Gonzato con Chiara Beatrice Vicentini, Silvia Vertuani e Stefano Manfredini, dipana diversissime storie, tutte incentrate sul profumo e sull’arte profumiera.

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In mostra tremila anni di profumi, attraverso i loro contenitori: da quelli – aryballoi, alabastra e lekythoi – preziosissimi in alabastro, pasta vitrea o ceramica decorata dell’età greca e romana, a quelli più recenti,


dove cominciano a “pesare” i marchi della grande profumeria planetaria di oggi. Insieme a oggetti, libri, antichi formulari e farmacopee, strumenti multimediali ed esperienze sensoriali. La mostra non offre solo reperti e documenti rarissimi, ma fornisce anche sensazioni e esperienze coinvolgenti. Tutti, ad esempio, potranno cimentarsi come “nasi”, alla scoperta delle diverse essenze e immaginando le loro composizioni, facendo appunto ciò che fanno i maghi della profumeria. Si annuseranno essenze diversissime, nella quasi totalità di origine vegetale. Compresa quella della mitica Rosa Centifolia, la varietà che, coltivata a Grasse in Provenza, offre la fragranza che rende unico Chanel n. 5. La casa profumiera parigina ha l’opzione sull’intera produzione della famiglia Muol, il miglior produttore di Centifolia, per i prossimi 100 anni. Per ottenere 1,5 chili di essenza vengono impiegate centinaia di migliaia di rose, per l’esattezza una tonnellata di petali, per un controvalore economico a molti zeri. L’olio essenziale della rosa di Taif è il più costoso al mondo e se ne producono solamente 16 kg all’anno al costo di oltre 50 mila euro al chilo. La produzione è destinata in gran parte al Re dell’Arabia Saudita. Nulla di nuovo in questo: i profumi e l’arte profumiera hanno sempre affascinato le famiglie reali e principesche. Questa passione contagiò, tra le tante, Caterina Sforza e Caterina de’ Medici, ma soprattutto Isabella d’Este marchesa di Mantova, che nella città lombarda frequentava il suo rinomato laboratorio di profumeria, componendo lei stessa le preziose essenze”. Venezia era una capitale dei profumi. Qui venivano fatte arrivare le essenze più rare, provenienti da paesi lontanissimi. Qui operavano celebri “essenzieri”: Qui, non a caso, venne edito “I Notandissimi Secreti de l’Arte Profumatoria”. Correva l’anno 1555 ed era, per l’Occidente, il primo ricettario ufficiale dell’arte cosmetica. L’esposizione è arricchita da prestiti concessi dai Musei Archeologici Nazionali di Venezia, Adria,

Portogruaro e dal Museo Correr. La mostra è resa possibile grazie alla collaborazione nel progetto scientifico e come prestatori di Accademia Italiana di Storia della Farmacia, Sistema Museale di Ateneo e CosMast dell’Università di Ferrara, Biblioteca Comunale Ariostea di Ferrara, Centro Studi Etnografici “Vittorino Vicentini”, Fondazione Musei Civici di Venezia-Museo del Profumo e del Costume di Palazzo Mocenigo. La parte interattiva della mostra è stata realizzata con il contributo economico e tecnico di: AmbrosiaLab, Cura Marketing GmbH Innsbruck, ViaVai, Mavive, The Merchant of Venice. Queste realtà hanno reso possibile la realizzazione di specifici tester di fragranze e di una profumazione di Iris, costruita secondo antichi schemi olfattivi, che caratterizza un gel che verrà messo a disposizione dei visitatori. Info: www.comune.frattapolesine.ro.it/museo-archeologico-nazionale.html

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story

Design IRRICONOSCIBILe James Taylor esamina alcune idee alternative su come avrebbero potuto apparire le Jaguar.

U

no degli elementi più noti del design Jaguar è sempre stata la griglia del radiatore e anche oggi la creazione di una forma riconoscibile a colpo d’occhio è molto importante nel design dei modelli attuali. Tuttavia, quando i telai Jaguar venivano assemblati dai carrozzieri specializzati, quella griglia a volte risultava difficile da incorporare.

Nello scorso numero di JAGmag e in questo, abbiamo voluto dare particolare attenzione al lavoro di due mastro carrozzieri italiani che della griglia Jaguar fecero a meno. Il primo è Boano ( JAGmag n.3), che lavorava secondo i disegni di altri progettisti, mentre il secondo è Farina. Soltanto una Jaguar fu prodotta con carrozzeria Boano, mentre di Farina ne furono fatte quattro.

La Meteor Coupé di Farina del 1951 era stata costruita su chassis della Mk VII, qui in foto la vediamo quando era nuova. Dalla griglia non si riconosce l’identità Jaguar, ma sulle fiancate i badge svelavano che invece lo era.

a cura di James Taylor

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Farina era un prestigioso carrozziere molto rispettato, ma i suoi disegni dei primi anni Cinquanta non erano dei migliori. Questa foto del posteriore della Meteor Coupé tende a rendere l’auto molto pesante e ingombrante.

Farina

Mk VII

Stabilimenti Farina – da non confondere con Pinin Farina, anche se c’era una relazione di famiglia tra le due aziende, carrozzieri da molto tempo, durante gli anni della guerra. Verso la fine degli anni Quaranta, l’azienda trova difficile adeguarsi al nuovo stile dell’epoca, e alcuni dei suoi prodotti sembravano fatti veramente da una mano pesante. Molti produttori di auto iniziarono con la costruzione a monoscocca, che diede delle difficoltà ai carrozzieri. Tutto sommato, le Jaguar degli anni 1940 e 1950 erano ancora costruite su telai separati, e Farina costruì un totale di quattro carrozzerie su telai del 1951-1952. Erano fra le sue ultime carrozzerie, dato che Farina chiuse le porte nel 1953.

The Anglo-Belgian Motor Company, guidata da Madame Joska Bourgeois, fu la prima agenzia per Jaguar cars. Nel 1951, commissionò a Farina di costruire la prima di tre carrozzerie su telaio della Jaguar Mk VII. La prima scocca era una due porte coupé con i profili molto rotondi, cosa che piaceva moltissimo all’epoca. Farina la montò con i cerchi a raggi per dare un’apparenza più sportiva, ma scelse di non integrare la griglia originale nel muso della nuova auto. Optò per un look più anonimo e verticale con le barrette orizzontali, che la rendevano irriconoscibile come una Jaguar. Fu messa in esposizione al Brussels Motor Show nel gennaio del 1952, come la Jaguar Meteor, e fu convertita alla guida destra più tardi per il suo eventuale nuovo proprietario. Esiste ancora oggi ed è negli Stati Uniti d’America, riconvertita alla guida sinistra. Sempre al Brussels Motor Show del 1952, c’era una versione cabriolet dello stesso design. Quest’auto era

Molti produttori di auto iniziarono con la costruzione a monoscocca, che diede delle difficoltà ai carrozzieri.

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Le linee basiche della Metor Coupé erano state re-impiegate per la Golden Arrow drophead Coupé del 1952. Questo design dà l’impressione che l’auto sia meno pesante e ingombrante, anche se non c’è da nascondere la pesantezza delle forme rotonde favorite negli anni Cinquanta. Ancora una volta, una lunga scritta sulle fiancate identifica l’auto agli osservatori.

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su un telaio Mk VII e con numero 731715, fu conosciuta come «The Golden Arrow», la freccia d’oro. La carrozzeria a due porte fu fatta d’acciaio e le porte in alluminio, come il cofano e lo sportello del baule. L’auto aveva gli interni in pelle, i cerchi a raggi, apparentemente di manifattura italiana, forse di Borriani. Questa automobile fu messa in esposizione al Motor Show di Torino, assieme al XK120 coupé di Farina (vedere foto a pag. 72). Nel 2002 era ancora in circolazione e quindi mi auguro ancora lo stesso oggi nel 2016! La terza auto di Farina su telaio Mk VII era una seconda Meteor coupé, costruita durante il 1952. Quest’auto aveva delle differenze minori rispetto alla prima; da notare che portava i cerchi a raggi marchiati Jaguar e gli indicatori di direzione più semplici. Quest’auto sopravvive, probabilmente in Belgio.

Terza carrozzeria Farina su telaio della Mk VII, un’altra Metor Coupé. In questa immagine di alcuni anni fa, la vediamo in vendita presso un negoziante belga di automobili. Gli indicatori di direzione diversi sono chiari e i cerchi standard Jaguar sono appena visibili.

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Il Flying Jaguar era in mano a un francese, quando nel 2015 fu fotografata all’esibizione dedicata agli 80 anni di Jaguar a Bruxelles. Il colore a bi-tonalità rende giustizia all’auto e l’assenza delle pareti bianchi sulle gomme sembra essere davvero un miglioramento.

XK120 Farina rielaborò il suo design della Meteor coupé per adattarla allo chassis della XK120. La espose sempre al Motor Show di Torino nel 1952, accanto alla Golden Arrow cabriolet, chiamandola Flying Jaguar. La riduzione in scala del design era perfetta sul telaio più corto del veicolo (2.591mm contro i 3048 della Mk VII) e fu resa ancora più attraente dalla verniciatura bicolore. Anche questa auto aveva i cerchi a raggi e la griglia radiatore anonima con le sue barrette

orizzontali, oltre che un giaguaro che usciva fuori dal cofano come mascotte, rendendo le origini del telaio più evidenti. The Flying Jaguar ( Jaguar Volante) aveva il telaio numero 660922 e la data è dell’ottobre 1951, quindi Farina forse aveva costruito la sua carrozzeria un po’ prima della sua apparsa in pubblico. È attualmente di proprietà di un francese ed è apparsa all’esibizione degli 80 anni di Jaguar all’Autoworld a Bruxelles durante il 2015.

L’ultima delle Jaguar Farina fu costruita su telaio XK120 nel 1952. Il passo delle ruote più corto è evidente e Farina ha aggiunto un profilo che va dalla porta e appena sopra il parafango posteriore, in modo da dare l’impressione di maggior lunghezza alla carrozzeria, che in origine era fatta per il telaio Mk VII. Il design sembra funzionare bene e il Flying Jaguar forse fu il più attraente dei disegni di Farina.

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la foto Classic Ice Driving Experience: nella foto Jaguar Mark VII

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NEWS

Jaguar XK140

a cura di Stefano Bendandi

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Nell’arco degli anni che vanno dal 1954 al 1957 Jaguar inserisce un nuovo tassello nella serie XK: nasce la XK 140, pochi anni di produzione e pochi modelli che la rendono fra i piÚ ricercati.

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N

el mese di ottobre 1954, dopo sei anni dall’uscita della prima XK 120, apparve sul mercato britannico la nuova Jaguar XK 140. L’occasione fu il Salone di Londra, scelto nuovamente quale luogo per il debutto come per la precedente XK 120. Il progetto della 120, seppur di ottima fattura, non era esente da migliorie, come accade, del resto, per tutte le automobili di produzione. Esse emersero nel corso della sua evoluzione dall’esperienza maturata dello staff dei tecnici e soprattutto dalle sollecitazioni del mercato USA, dove la 120 rappresentava il modello di riferimento per quanto riguardava le vetture Sport britanniche. Se è vera l’affermazione che “squadra che vince non si cambia”, è altrettanto vero che “progetto vincente non si cambia”, apportando comunque migliorie tecniche e stilistiche. La prima riguardava il motore. La 140 era equipaggiata di serie con l’ultima evoluzione di potenza prevista per la 120, e cioè con i 190 Bhp ed anche in questo caso la possibilità di ottenere l’opzione di potenziamento acquistando la testata “tipo C” da 210 Bhp. Erano quattro gli elementi differenzianti che contribuivano ad elevare la potenza rispetto allo standard: un maggiore diametro delle valvole, incremento del diametro dei collettori di aspirazione, una modifica all’angolatura delle sedi valvole ed un nuovo profilo delle camme.

Il telaio era fondamentalmente rimasto lo stesso, con la stessa architettura, solamente aggiornato per acconsentire due piccole, ma allo stesso tempo rilevanti migliorie. Esse erano: lo spostamento in avanti degli attacchi del motore di circa 7,5 cm e nuovi attacchi per una nuova scatola dello sterzo. Il primo intervanto contribuì sensibilmente a dare una migliore distribuzione dei pesi, caricando maggiormente l’avantreno e di conseguenza ottenendo un miglior inserimento in curva. Lo spostamento in avanti del gruppo propulsore e cambio acconsentì altresì di

Buona l’abitabilità della OTS, superiore alla media delle vetture spyder inglesi.

Vista frontale: in evidenza il grosso paraurti a lama unica.

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Vano motore con il possente sei cilindri in linea e doppio albero a camme in testa.


migliorare l’abitabilità interna, facilitando l’ingresso in vettura anche alle persone più alte che precedentemente, per accomodarsi al posto di guida, dovevano fare parecchi contorsionismi. Anche il radiatore subì una modifica, passando da una soluzione verticale ad una inclinata, ciò permise di ottenere un aumento della massa radiante a tutto beneficio del raffreddamento del motore. La nuova scatola dello sterzo, a cremagliera e non più a circolazione di sfere, non solo migliorò la sensibilità di guida ma lo rese anche più leggero, grazie anche alle nuove geometrie dei tiranti, a beneficio delle

driver di sesso femminile che apprezzavano questo tipo di automobile ma che imprecavano, in silenzio come si addice alle vere Signore, ad ogni parcheggio. Dal punto di vista estetico come primo impatto visivo colpiva il nuovo disegno del paraurti, sia anteriore che posteriore; anche in questo caso le normative USA ebbero il loro peso. La nuova lama in un pezzo unico sormontata da due rostri era ancorata saldamente al telaio al punto da assolvere pienamente al ruolo deputato e non soltanto di fungere da elemento decorativo come sulle 120. Il posizionamento di questa lama nel posteriore costrinse lo staff tecnico di Coventry a rivedere sia le dimensioni del cofano posteriore, accorciandolo, che la struttura interna del bagagliaio per l’alloggiamento della ruota di scorta. Tornando al frontale, anche la calandra subì un aggiornamento, ora realizzata in zamac con meno griglie rispetto alla precedente e con l’inserimento dello stemma riportante la scritta XK 140. Precedentemente il logo con la testa del giaguaro era posizionata all’esterno della griglia, fissata direttamente sul cofano. Dalle berline SS 3,5 litri alle sportive SS90 e SS100, sparirono i classici fari chiamati tripoidi (ref. Lucas PF770), ultima eredità in scala ridotta dei possenti fari esterni che avevano caratterizzato le vetture Jaguar degli anni Trenta, per lasciare spazio ai nuovi fari di tipo J 700.

Il classico faro tripoide Lucas F770 della XK120.

I nuovi fari Lucas tipo J700.

Nuovo fregio sulla calandra, ora con barre più rade e grandi.

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La Jaguar XK 140 in versione DHC.

Come standard anche le XK140 uscivano dalla casa con le ruote in lamiera verniciata e i copriruota posteriori, “spats” in lingua originale, che comunque creavano non pochi problemi al raffreddamento dei freni posteriori. In alternativa si potevano richiedere i cerchi a raggi che venivano sempre forniti verniciati nello stesso colore della carrozzeria. Per ottenere i cerchi a raggi cromati era necessaria una richiesta specifica e questo abbinamento veniva riportato sulla scheda di costruzione dell’auto. Con l’installazione delle ruote a raggi non era più possibile montare gli Spats per gli ingombri derivanti dal montaggio dei gallettoni di fissaggio dei cerchi. A differenza di quanto accadde per la 120, che presentò in periodi successivi le varie versioni delle carrozzerie, la 140 fu presentata contemporaneamente come OTS (Open Two seater) o Roadster per il mercato USA, DHC (Drop Head Coupè) o Cabriolet/Convertible per i mercati Oltremanica e FHC (Fixed Head Coupè) o semplicemente Coupè per il resto del mondo. Sarebbe interessante andare a risalire le origini di queste denominazioni che di sicuro riprendono vecchie terminologie.

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Vista di ¾ della versione OTS.

I due posti di fortuna ricavati dietro i sedili anteriori. Ufficialmente veniva definita 2+2.


Vista laterale della fhc. Si noti l’allungamento del padiglione rispetto alla precedente 120.

Mi chiedo: “Coupè a tetto fisso” traduzione di FHC… Ma esisterà da qualche parte una Coupè a tetto non fisso? Allora non sarebbe una coupè. Ma è anche per questi piccoli dettagli che gli inglesi sono unici. Per tutte le vetture vennero mantenuti gli stessi alti elementi di raffinata fattura degli interni, specialmente nelle versioni Coupè e DHC con ampio impiego di legni pregiati. Quella che più si distaccò dal disegno originale della 120 fu la versione Coupè. Sempre a seguito delle modifiche di avanzamento del motore e di un nuovo disegno del padiglione, la nuova 140 poteva accogliere all’interno dell’abitacolo altre due persone, acquisendo la definizione di 2+2. Per raggiungere questo scopo, oltre al padiglione vennero ridisegnate anche le portiere, aumentandone le dimensioni per facilitare l’ingresso posteriore, anche con la possibilità di abbattere in avanti lo schienale. È possibile trovare alcune 140 Coupé con le portiere in alluminio ed altre con quelle in acciaio: questo cambio avvenne nel corso dell’anno 55 a seguito di una sempre maggiore attenzione ai costi di produzione. Ora, per chi non ha provato, sfiderei chiunque ad

Brochure di gruppo per la nuova 140. Presentata al pubblico in tutte e tre le versioni contemporaneamente.

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La testimonianza delle vittorie jaguar a le mans, appare sul cofano posteriore uno stemma Commemorativo, tuttavia la 140 non contribuĂŹ a questi successi.

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alloggiare nei due minuscoli sedili posti dietro ai principali, al massimo potrebbero starci due ragazzini al massimo di 5 o 6 anni. Consideriamola una buona azione di marketing utile ad un nuovo posizionamento della vettura senza però far venire meno le caratteristiche principali di ottima sportiva. Le XK 140, indipendentemente dalle versioni non furono protagoniste in pista o in gare come la precedente 120. Di fatto la Jaguar aveva sviluppato il progetto della C Type prima e della D Type dopo e su quelle vettura andava tutto il loro impegno agonistico; tuttavia Lyons ben sapeva che i risultati di quel determinato modello, e non solo del marchio, in competizioni potessero contribuire alla buona immagine dello stesso. Accade appunto che la Jaguar decise di far partecipare un’unica 140 Coupé alla edizione del 1956 della 24 ore di Le Mans, dove malgrado la sua ottima prestazione non riuscì a concludere la gara. Va ricordato che prima dell’avvento del campionato di Formula 1, la “gara” per definizione, quella che era il riferimento per tutti i costruttori, era appunto la 24 Heures Du Mans o la Mille Miglia fino alla sua chiusura forzata avvenuta nel 1957.

Alcuni dati di produzione La XK 140 venne realizzata in circa 9000 esemplari, dei quali la maggior parte OTS con 3350 unità circa, seguiti dai DHC, in 2.800 esemplari ed infine dalle Coupè, con 2.800. Inizio produzione: ottobre 1954. Fine produzione: febbraio 1957. Dal punto di vista collezionistico, la 140 OTS con guida a destra è la più rara e ricercata in assoluto, essendo stata realizzata in soli 73 esemplari. Esce definitivamente di scena nel f ebbraio del 1957 per lasciare posto alla sua erede la XK 150.

Le C Type nel ’51 posano davanti la fabbrica in partenza per la gara di Le Mans.

La D Type vincitrice a Le Mans nel ’55.

Le XK 140, non furono protagoniste in pista o in gare come la precedente 120

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auctions

RM Sotheby’s sbanca a Milano AutoClassica testo: Pierluigi Ducci - foto: Courtesy of RM Sotheby’s

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P

er gli appassionati di auto storiche è stato indubbiamente l’evento dell’anno, l’asta “Duemila Ruote”, organizzata da Rm Sotheby’s al Milano Auto Classica 2016. In tre giorni è stata battuta l’intera collezione sequestrata al trevigiano Luigi Compiano dopo il crac della Nes: centinaia tra autovetture, moto, biciclette e barche. Tutti i lotti erano senza prezzo di riserva. Diciamo subito che l’asta è iniziata con prezzi di vendita molto superiori alle aspettative e farà molto discutere per i valori di aggiudicazione raggiunti da quasi tutti i lotti. Per diritto di cronaca si segnala che il record di vendita appartiene alla Ferrari 275 GTB sei carburatori, naso lungo, del 1966, aggiudicata a

3.416.000 euro compreso i diritti d’asta, seguita dalla Maserati MC12 del 2004, battuta a 3.024.000 euro. Ma quello che a noi interessa di più sono le aggiudicazioni delle oltre 60 Jaguar e teniamo presente che la maggior parte dei lotti erano in uno stato conservativo invero dubbio ed erano rigorosamente venduti come “visto e piaciuto” poiché non vi era modo di mettere in moto i veicoli. In genere il valore di aggiudicazione delle Jaguar battute in asta era uguale o poco distante dal valore commerciale, segno che la speculazione non si è ancora abbattuta sulle auto di Coventry. Nelle prossime pagine una panoramica sulle Jaguar dell’asta Duemila Ruote di Milano AutoClassica 2016.

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Lotto 552. 1963 Jaguar E-Type S1 3.8 OTS (Chassis No. 879618). Venduta a 173.600 euro.

Lotto 580. Lotto 312. 1957 Jaguar XK 140 OTS (Chassis No. S 813153 DN). 1953 Jaguar XK 120 FHC (Chassis No. S 680697). Venduta a 95.200 euro. Venduta a 91.840 euro.

Lotto 314. Lotto 272. 1958 Jaguar XK 150 S 3.4 OTS (Chassis No. T 831743 1962 Jaguar E-Type S1 3.8 FHC (Chassis No. TBA). Dn). Venduta a 91.840 euro. Venduta a 90.720 euro.

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Lotto 868. 1962 Jaguar E-Type S1 3.8 OTS (CHASSIS NO. 877454). Venduta a 156.800 euro.

Lotto 856. 1952 Jaguar XK 120 OTS (Chassis No. 672562). Venduta a 87.360 euro.

Lotto 850. 1965 Jaguar E-Type S1 4.2 OTS (Chassis No. 1E 11132). Venduta a 76.160 euro.

Lotto 245. Lotto 230. 1968 Jaguar E-Type S1 4.2 OTS (Chassis No. 1E 1967 Jaguar E-Type S1 4.2 FHC (Chassis No. 1E 16931). Venduta a 69.440 euro. 34169). Venduta a 67.200 euro.

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Lotto 579. 1966 Jaguar E-Type S1 4.2 FHC (Chassis No. TBA). Venduta a 151.200 euro.

Lotto 551. 1964 Jaguar E-Type S1 3.8 FHC (Chassis No. TBA). Venduta a 67.200 euro.

Lotto 246. 1969 Jaguar E-Type S2 4.2 FHC (Chassis No. 1R 26441). Venduta a 61.600 euro.

Lotto 586. 2009 Jaguar XKR-S (Chassis No. TBA). Venduta a 61.600 euro.

Lotto 302. 1965 Jaguar E-Type S1 4.2 FHC (Chassis No. 1E 32152). Venduta a 52.640 euro.

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Lotto 852. 1962 Jaguar E-Type S1 3.8 FHC (Chassis No. 885409). Venduta a 147.840 euro.

Lotto 226. 1970 Jaguar E-Type S2 4.2 FHC (Chassis No. TBA). Venduta a 50.400 euro.

Lotto 329. 1954 Jaguar XK 120 OTS (Chassis No. S675930). Venduta a 50.400 euro.

Lotto 264. 1973 Jaguar E-Type S3 V12 OTS (Chassis No. TBA) Venduta a 50.400 euro.

Per gli appassionati di auto storiche è stato indubbiamente l’evento dell’anno, l’asta “Duemila Ruote” da Rm Sotheby’s al Milano Auto Classica 2016.

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Lotto 576. 1963 Jaguar E-Type S1 3.8 OTS (Chassis No. 879361). Venduta a 145.600 euro.

Lotto 908. 1954 Jaguar XK 120 FHC (Chassis No. 681459). Venduta a 47.040 euro.

Lotto 335. 1960 Jaguar XK 150 3.8 FHC (Chassis No. S 836999 DN). Venduta a 39.200 euro.

Lotto 339. 1955 Jaguar XK 140 MC FHC (Chassis No. TBA). Venduta a 35.840 euro.

Lotto 911. 1971 Jaguar E-Type S3 V12 2+2 (Chassis No. TBA). Venduta a 35.840 euro.

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Lotto 632. 1964 Jaguar E-Type S1 3.8 OTS (RHD) (Chassis No. 850848). Venduta a 140.000 euro.

Lotto 527. 1984 Jaguar XJS V12 Cabriolet (Chassis No. TBA). Venduta a 34.720 euro.

Lotto 914. 1992 Jaguar XJS V12 Cabriolet (Chassis No. TBA). Venduta a 32.480 euro.

Lotto 947. 1978 Jaguar XJ6 4.2 Coupé (Chassis No. TBA). Venduta a 31.360 euro.

Lotto 167. Jaguar D-Type Children’s Car. Venduta a 30.420 euro.

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Lotto 564. 1963 Jaguar E-Type S1 3.8 FHC (Chassis No. Tba). Venduta a 136.640 euro.

Lotto 846. 1994 Jaguar XJS Cabriolet (Chassis No. SAJJNAFD8EJ195831). Venduta a 30.240 euro.

Lotto 841. 1958 Jaguar XK 150 3.4 FHC (Chassis No. S 835001 BW). Venduta a 29.120 euro.

Lotto 862. 1993 Jaguar XJS Cabriolet (Chassis No. TBA). Venduta a 28.000 euro.

Lotto 833. 1990 Jaguar XJR-S 6.0 (Chassis No. TBA). Venduta a 25.760 euro.

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Lotto 881. 1965 Jaguar E-Type S1 4.2 FHC (CHASSIS NO. 1E 32207). Venduta a 134.400 euro.

Lotto 943. 1983 Jaguar XJS V12 Cabriolet (Chassis No. TBA). Venduta a 25.760 euro.

Lotto 864. 1963 Jaguar Mark II 3.8 (Chassis No. 222871). Venduta a 24.640 euro.

Lotto 227. 1976 Jaguar XJ12 5.3 Coupé (Chassis No. TBA). Venduta a 22.400 euro.

Lotto 252. 1962 Jaguar Mark II 3.8 (Chassis No. TBA). Venduta a 22.400 euro.

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Lotto 581. 1964 Jaguar E-Type S1 4.2 FHC (Chassis No. 1E 30108). Venduta a 106.400 euro.

Lotto 629. 1956 Jaguar Mark I 2.4 (Chassis No. S 940324). Venduta a 21.280 euro.

Lotto 251. 1966 Jaguar S-Type 3.8 S (Chassis No. 1B 79842 DN). Venduta a 17.920 euro.

Lotto 361. 1956 Jaguar XK 140 FHC (BODY NO. J 6106). Venduta a 15.680 euro.

Lotto 512. 1966 Jaguar S-Type 3.8 S (CHASSIS NO. 1B 802 DN). Venduta a 15.680 euro.

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Lotto 890. 1965 Jaguar E-Type S1 4.2 OTS (Chassis No. 1E 10844). Venduta a 106.400 euro.

Lotto 942. 1965 Jaguar S-Type 3.8 (Chassis No. TBA). Venduta a 14.560 euro.

Lotto 935. 1966 Jaguar 420 G (Chassis No. G1D 76925 DN). Venduta a 13.440 euro.

Lotto 249. 1953 Jaguar Mark VII (Chassis No. TBA). Venduta a 12.320 euro.

Lotto 923. 1968 Jaguar 420 G (Chassis No. G1D 77580 DN). Venduta a 12.320 euro.

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Lotto 330. 1963 Jaguar E-Type S1 3.8 OTS (Chassis No. 878946). Venduta a 100.800 euro.

Lotto 521. Lotto 523. 1966 Daimler Sovereign (3rd Car Built) (Chassis No. 1972 Jaguar XJ12 SWB (Chassis No. TBA). TBA). Venduta a 11.200 euro. Venduta a 10.640 euro.

Lotto 945. 1966 Daimler Sovereign (Chassis No. 1A 70042 DN). Venduta a 10.640 euro.

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Lotto 351. 1968 Jaguar 420 G (Chassis No. G1D 77621 BW). Venduta a 10.080 euro.


Lotto 681. Jaguar Engines & Parts. Venduta a 9.945 euro.

Lotto 353. 1996 Jaguar XJ6 4.0 LWB (Chassis No. SAJJFALD4BJ754621). Venduta a 9.520 euro.

Lotto 937. 1997 Jaguar Double Six LWB (Chassis No. SAJDKAMS4BR791368). Venduta a 9.520 euro.

Lotto 938. Lotto 316. 1965 Jaguar S-Type 3.8 S (Chassis 1967 Jaguar 420 (Chassis No. 1F No. 1B 77313 DN). 26665 DN). Venduta a 9.520 euro. Venduta a 7.280 euro.

Lotto 359. 1963 Jaguar Mark X (Chassis No. 352776 DN). Venduta a 9.520 euro.

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Lotto 368. Lotto 913. 1971 Jaguar XJ6 4.2 SWB (Chassis 1991 Jaguar XJR 4.0 Sport (Chassis No. 1L 59566 BW). No. SAJJPALD8AD656228). Venduta a 7.280 euro. Venduta a 5.040 euro.

Lotto 352. Lotto 212. 1969 Jaguar XJ6 4.2 SWB (Chassis 1969 Jaguar XJ6 4.2 SWB (Chassis No. TBA). Venduta a 5.040 euro. No. TBA). Venduta a 3.360 euro.

Lotto 647. Lotto 925. 1987 Jaguar XJ6 (Chassis No. 1990 Jaguar Sovereign (Chassis No. SAJJHALH8AA519131). SAJJHYLD4LS619178). Venduta a 3.360 euro. Venduta a 3.360 euro.

Lotto 364. Lotto 695. 1980 Daimler Sovereign (Chassis Jaguar Engines. No. SAJDKALH4AA533112). Venduta a 2.340 euro. Venduta a 2.800 euro.

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excellence

luisa spagnoli 98

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testo: Stefano Bendandi foto: Carlotta Malpeli, G. Mosti

S

pesso accade che per riportare alla mente alcuni “odori” chiudi gli occhi e, se riesci, cerchi di escludere i rumori circostanti e ti concentri. Ecco che piano piano provi a far riemergere qualche ricordo nascosto nei meandri più profondi dei tuoi sensi e, molto spesso, ciò che tenti di ricordare è un qualche cosa che inevitabilmente di riporta al passato. La frase “ti ricordi..?” viene sempre più pronunciata quando tra amici ti confronti in una sorta di gioco, nominando caramelle, cioccolatini, prodotti del passato o magari una pubblicità di Carosello, ultimo sprazzo di vita “notturna”, demarcatore tra la vita sociale di bimbo ed il letto. Nel campo alimentare l’angolo dei ricordi è spesso legato al vecchio quaderno di appunti della nonna, spesso scritto in bella calligrafia e stile difficile da ritrovare oggigiorno, sapientemente custodito e tramandato da una generazione all’altra. Ricette d’altri tempi spesso molto più semplici delle attuali, basate sulla disponibilità degli ingredienti del momento e di una sapiente lavorazione. Forse è stato tutto questo mix di sensazioni, di ricordi, il desiderio di ripercorrere fasi di vita passata ricca di soddisfazioni o semplicemente la magia del nome: Luisa. Luisa Spagnoli, due generazioni dopo la Luisa, bisnonna, creò il cioccolatino più famoso al mondo, il Bacio.

Photo G. Mosti.

Oggi Luisa Spagnoli ha ricreato nel suo laboratorio i piccoli capolavori di cioccolateria del passato unendo alla ricetta una lavorazione totalmente manuale ed una scelta degli ingredienti ad alto livello.

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Se è vero che una ricetta si legge, non è detto che il risultato sia il medesimo se accanto alle dosi non ci metti la passione e la tradizione; ecco appunto che Luisa a distanza di 110 anni dall’apertura del primo negozio della Bisnonna a Perugia, si avvia a riprendere l’attività del padre anch’esso maestro cioccolatiere al quale chiede un supporto per riportare in vita le creazioni più famose di allora. Ecco quindi che oggi si può gustare il “Nonna Luisa”, proprio in onore della sua inventrice, evoluzione del classico Bacio, la Pomona oggi “Giovanni” in onore del padre, ed ancora il Tre Re, oggi “Signora Vittoria”. Una serie di nomi legati alla storia ed ai protagonisti di questa famiglia che hanno deliziato tutti noi con le loro specialità. La produzione tuttavia non si limita solamente ai cioccolatini ma si sviluppa per rispondere alla richiesta più

Nonna Luisa, la ricetta del Bacio originale.

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Luisa Spagnoli: lavorazione di Nonna Luisa.


Luisa Spagnoli e alcune figlie in laboratorio.

ampia del cliente, affiancando loro: uova, galline o le piacevolissime “dragette” (una nocciola caramellata), torrone, crema nocciola ed altro. La ricercatezza e la qualità fa sì che la produzione della Spagnoli si rivolga ad una clientela selezionata, quella che “assaggia o degusta” un cioccolatino e non lo “mangi”, colui che riesca a far salire fino alla mente i piaceri del palato, che riesca a valorizzare il lavoro che sta dietro alla loro realizzazione ed apprezzi altresì il modo in cui vengono presentati. Confezioni semplici, ma al contempo eleganti, che ben svolgono il loro compito di contenere senza soverchiare il valore del contenuto, che lasciano trasparire tutto l’amore per queste realizzazioni che ogni giorno nascono nel piccolo laboratorio, all’interno della casa di Luisa Spagnoli a Sant’Enea di Perugia. Per maggiori informazioni visitate la pagina dedicata su facebook: Spagnoli Confiserie Du Chocolat Perugia oppure Via Todi 31, 06132 Perugia.

“Giovanni”; riedizione della Pomona

Tartufo

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VADOLIBERO

IL CYCLING INCONTRA L’INTERIOR DESIGN foto: Vadolibero

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V

adolibero è un’azienda milanese, creata nel 2014 dalla giornalista Antonella Grua e dal fotografodesigner Ran Reuveni, con una precisa missione: offrire soluzioni smart dedicate ai ciclisti, e in particolare a chi sceglie di pedalare come espressione di sè, come stile di vita e di pensiero. È nata così un’esclusiva collezione di interior design che semplifica la vita al biker ed espande la sua cycling experience. E proprio perché non tutti i prodotti sono uguali, noi di Vadolibero vogliamo metterci più cuore, più testa e più tempo per dar vita a un mondo speciale pensato per le due ruote, ad alto tasso di passione, creatività e innovazione. Un mondo fatto di materiali ricercati, qualità inossidabile e abilità artigianale, fondendo funzionalità e bellezza. Tutti i prodotti firmati Vadolibero, rigorosamente progettati e fatti in Italia, sono concepiti con attenzione maniacale per i dettagli biker-friendly, perché crediamo che possano fare una grande differenza. E vogliamo diffondere la cycling attitude in ogni sua forma, perché è un modo di vivere (e condividere) cool e sostenibile.

Perché Vadolibero Vadolibero è una filosofia in movimento alla ricerca di libertà e bellezza, è uno stile di vita contemporaneo che fonde la passione per la bici con l’attitudine al design-thinking. È dedicato a chi sceglie di pedalare perché ama sentire la brezza in faccia, a chi pensa fuori dalla scatola, a chi non può fare a meno dell’euforizzante sensazione di libertà che si prova quando si è in bici, a chi si identifica quella speciale “velocità lenta” generata dalle gambe e dal cuore.

La Ride Home Collection Ride Home è la prima linea firmata Vadolibero: porta il cycling nel mondo dell’interior design per far vivere la passione per la bici anche all’interno delle mura domestiche. È dedicata a chi ama pedalare: diverse soluzioni funzionali che spettacolarizzano l’oggetto del desiderio in casa e lo trasformano in un pezzo unico. L’intento creativo è pensare (e progettare) out of the box, reinterpretando oggetti funzionali comuni, come uno svuotatasche, una libreria, una lampada, per trasformarli in sorprendenti complici di chi va in bici. Oggi la Ride Home Collection comprende la linea dei Bike Butler, Bike Safe e Bike Shelf.

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BIKE BUTLER Il maggiordomo che ogni ciclista si merita. Bike Butler è il più smart portabici in circolazione. Grazie alla base tubolare non deve essere fissato al muro, ma soprattutto è un efficiente svuotatasche capace di contenere e organizzare tutto l’occorrente di cui si ha bisogno quando si esce in bici. Lo spazio è stato ottimizzato al massimo (30 x 55 cm): dispone di un ampio cassetto dove mettere casco, guanti e sciarpa; c’è uno spazio verticale con antina a ribalta e chiusura magnetica, dotato di gancetti, per appendere occhiali, chiavi, orologio, ecc. E, infine, un capiente vano interno, nascosto alla vista, in cui sistemare le scarpe, gli attrezzi, la borraccia… Sul vassoio a vista, il foro passacavi consente di organizzare la ricarica dei dispositivi elettronici, luci usb incluse. Due o quattro pioli in massello, da avvitare ai lati del mobile, consentono di appendere altri accessori (giacca, borse, lucchetto, cuffie audio). Bike Butler è corredato di un kit in pelle italiana cucita a mano: il cuscinetto imbottito su cui appoggiare il telaio e il cinghietto fermaruota.

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La Linea Bike Butler • Bike Butler B - “Black Edition”. Lo stile grafico del nero assoluto regala al rovere un twist contemporaneo. • Bike Butler C - “Classico”. Soddisfa la voglia di spazi aperti con il legno d’acero. • Bike Butler X - Edizione “Deluxe”. Il legno di quercia si veste di una nobile sfumatura cioccolato fondente. • Bike Butler S - “Maggiordomo Smart” che suona la tua musica! Nel mobile sono stati inseriti un amplificatore e una coppia di potenti altoparlanti: basta connetterli via bluetooth a smartphone, tablet o computer per ascoltare le proprie playlist. Una porzione del ripiano superiore è dotata della tecnologia di ricarica wireless.


BIKE SHELF La libreria “illuminata” che trasforma la bici in un’opera d’arte. Ideata per ospitare in casa la bicicletta (e tutti gli accessori) in modo spettacolare e funzionale, Bike Shelf reinterpreta l’idea della libreria trasformandola in un palcoscenico: è infatti un mobile organizer in legno di quercia, dalle linee essenziali che si adattano a ogni tipo di ambiente. Il dettaglio clou è l’asta appendiabiti a forma di manubrio stilizzato: in realtà è una lampada a led che si accende e spegne con sensore touch. Nell’elemento base si parcheggia qualsiasi tipo e taglia di bici, grazie a un morsetto regolabile in acciaio inox satinato che si adatta a ogni ruota e larghezza di manubrio; il vano inferiore, corredato di un ampio cassetto con divisorio mobile, è stato concepito per riporre tutta l’attrezzatura necessaria. Bike Shelf ha una struttura modulare personalizzabile con cassetti grandi, divisori a croce e cassetti piccoli. Si può aggiungere, inoltre, una Side Unit, dotata di quattro ripiani, oppure una Mag Unit, ideata per riporre riviste e libri. L’asta appendiabiti in acciaio inox è corredata di due ganci in cuoio per appendere giacche e accessori; in più, ci sono in dotazione otto pioli in massello di quercia da posizionare a piacere negli appositi fori del pannello laterale. Infine, per chi vuole usare il mobile anche per la manutenzione della bici, è incluso un tappeto in gomma nera, a prova di macchie e graffi. Bike Shelf è disponibile in due varianti: rovere naturale e rovere tinto scuro.

BIKE SAFE L’unico portabici di design con lucchetto incorporato. Bike Safe è il primo portabici da muro in acciaio inox che incorpora un lucchetto ad alta tenuta per esporre e mettere in sicurezza le due ruote a casa, in ufficio, in garage e anche… sul balcone! Concepito come un vero pezzo di design, Bike Safe coniuga linee fluide ed essenziali con una maniacale

attenzione per i dettagli smart. La staffa tubolare è telescopica: è possibile quindi personalizzarne la profondità a seconda della larghezza del manubrio, dai più stretti delle bici da strada fino ai più larghi delle mountain bike. La base d’appoggio basculante consente di compensare l’inclinazione dei telai sloping: si può appendere dritta al muro qualsiasi bici. Il lucchetto in acciaio, dotato di cilindro antimanomissione (con più di 250.000 combinazioni) e di una serratura a spine radiali con perno anti-trapano, dispone di chiavi univoche (ogni Bike Safe ha la sua) da usare solo per aprirlo, la chiusura è automatica. In dotazione un pad in gel, da collocare sulla base d’appoggio, per evitare che il telaio si graffi o scivoli. Bike Safe è disponibile in due versioni: in acciaio inox sabbiato AISI-304 e AISI-316, indicato se si desidera montarlo all’esterno, dotato del più alto grado di resistenza agli agenti atmosferici, ambienti salini inclusi e non arrugginisce. Molto pratico anche per fare un po’ di manutenzione, Bike Safe è anche estremamente facile da fissare al muro: nella confezione sono inclusi quattro tasselli anti-manomissione e la maschera di puntaggio.

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Periodico trimestrale dedicato agli appassionati di Jaguar Registrato al n.4 del Registro dei Periodici del Tribunale di Pesaro

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