Jag mag n.10

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numero

Anno III - Periodico Trimestrale - Euro 8,00

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News

Cars

Story

Jaguar XJ50

Jaguar MK2

XK140 SE CoupĂŠ

F-Pace SVR

E-Type 1.5 1967

Michelotti


Comunicazione e servizi per il mondo automotive

PIERLUIGI DUCCI EDITORE S.a.s. - Via Farneto 2 - 61012 Gradara - Italia - Tel. +39 3315770456

duccieditore.com - info@duccieditore.com


la foto Jaguar XJ50 M.Y. 2019

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edito

I-Pace

La nuova supercar elettrica Jaguar I-Pace rappresenta una tappa fondamentale nella storia del brand britannico, primo modello con il giaguaro sul cofano 100% elettrico ad arrivare sui mercati di tutto il mondo. Con I-Pace, Jaguar va all’attacco della fascia premium delle auto elettriche, lo stile inedito trasmette visivamente la novità importante di questo salto generazionale nella meccanica di propulsione. La conformazione molto profilata, da coupé, dissimula gli ingombri generosi anche grazie al considerevole avanzamento della zona dell’abitacolo (cab forward) rispetto alle autovetture convenzionali. Quella che poteva diventare una banale due volumi è diventata una dinamica ed eccitante crossover. Il design è quello di un’auto “vera” e di lusso con richiami al concept ibrido C-X75, come gli ampi parafanghi, le fiancate muscolose e l’alta linea di cintura. Un’auto che solo a vederla ti trasporta nel futuro ed è sicuramente un bel passaporto per la mobilità futura della Casa inglese. C’è da scommettere che I-Pace sia solo la prima di un’intera famiglia di auto elettriche a venire che potrà sfruttare la stessa struttura meccanica.

Pierluigi Ducci

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sommario News 8 12 14 16 18 22 28 32 38 40 42 46 48

Smart Settings per E-Pace E-Pace trionfa al Car Design Award 2018 4ª edizione di Parco Valentino Jaguar XE Project 8 protagonista al Supercar Night Parade XE SV Project 8 a caccia di record Una XJ50 per 50 anni di XJ F-Pace MY2019 F-Pace SVR: design da suv con prestazioni da supercar Jaguar I-Pace sul circuito del GP di Monaco Con Waimo per la guida autonoma XE 300 Sport in una sfida sul ghiaccio Jaguar Electrifies: Future Perspective Sull’onda della sostenibilità

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racing 50 54

ePrix di Roma Sfide ad alta tensione Campionato Formula E

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cars 58

Il sogno MK2

people 64

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Baroni Legend

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Aprile - Maggio - Giugno 2018

Place 70 76

Grand Hotel Tremezzo Menaggio e Cadenabbia Golf Club

cars 80

Series 1.5, la gemma rara E-Type 4.2 Roadster 1967

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Excellence 84

Spadolini svela il Concept 85m Supply Vessel

ICONS 88

La moda che fa storia

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Story 94

Un Jaguaro accarezzato in Italia XK140 SE CoupĂŠ Michelotti

03 04 79

La foto: Jaguar XJ50 M.Y. 2019 Edito La foto: Jaguar Race Taxi experience con la XJR575 Club: JAG-lovers Italia

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Smart Settings per E-Pace La Jaguar E-PACE è ora disponibile con la tecnologia Smart Settings e il motore benzina Ingenium da 200 CV foto: Media Jaguar Land Rover

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a Jaguar E-PACE è ora ancora più connessa e confortevole. I nuovi aggiornamenti previsti per il compact SUV Jaguar comprendono la tecnologia di “autoapprendimento” Smart Settings, le sospensioni con Adaptive Dynamics e un efficiente quanto economico motore benzina da 200 CV. Dopo il suo spettacolare debutto, in cui ha effettuato l’avvitamento più lungo del mondo per una vettura di serie, la E-PACE si è aggiudicata il premio ‘Best Design’ nella categoria Production Cars, che premia le proposte di design più innovative, accattivanti e sorprendenti della produzione di serie. Jaguar E-PACE ha già raggiunto ottimi risultati di vendita in un segmento altamente competitivo ed è ancora più desiderabile e conveniente grazie a tutta una serie di nuove funzionalità.

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L’Intelligenza Artificiale personalizza la E-PACE per ogni esigenza del proprietario La E-PACE dispone ora della tecnologia Jaguar di autoapprendimento Smart Settings. Lanciata sull’IPACE elettrica, Smart Settings apprende le abitudini del guidatore e anticipa le sue esigenze agevolandogli la vita. La Jaguar E-PACE rileva l’avvicinamento del guidatore sia tramite le chiavi e sia attraverso il segnale Bluetooth dello smartphone. Di conseguenza, il veicolo regolerà la posizione di seduta, la climatizzazione interna e il sistema d’infotainment in base alle normali preferenze del guidatore. Nel tempo, gli algoritmi adattano le impostazioni in base al tempo, alla posizione, alle condizioni metereologiche e ai modelli comportamentali, come ad esempio il preriscaldamento del volante e dei sedili nelle giornate più fredde, o il cambio della sorgente

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multimediale in un particolare giorno della settimana o orario del giorno. Sulla Jaguar E-PACE è possibile configurare fino ad otto profili, che la rende la scelta ideale per gli utenti delle flotte o per coloro che desiderano condividere il proprio veicolo. La funzione Intelligent Phone Reminder avviserà il guidatore in caso dimentichi il proprio smartphone, mentre il Predictive Call List apprende i metodi d’uso del telefono per individuare i contatti più utilizzati al momento opportuno. La tecnologia Smart Settings viene offerta come parte integrante del Connect Pro Pack, che comprende anche un Hotspot 4G Wi-Fi, il Pro Services, il Navigation Pro e Data Plan - SIM di 500MB al mese (pacchetto dati incrementabile) per la durata del periodo di garanzia, che offrono informazioni in tempo reale sul traffico, la navigazione door-todoor tramite il proprio smartphone, la street view e la disponibilità di parcheggi.


Adaptive Dynamics: per un maggiore comfort di marcia L’Adaptive Dynamics utilizza una tecnologia di smorzamento a variazione continua a triplo tubo con valvole idrauliche montate esternamente, che offre un maggior bilanciamento tra controllo e risposta della vettura. Il set-up intelligente consente di avere risposte più veloci ed una specifica sonorità off-road. L’Adaptive Dynamics monitora i movimenti del veicolo ogni 2 millisecondi e calcola l’idonea forza di smorzamento ogni 10 millisecondi. È in grado di rispondere istantaneamente agli input del guidatore e ai cambiamenti della superficie stradale. Le superfici irregolari e i percorsi off-road vengono rilevati immediatamente, adattando di conseguenza lo smorzamento. Attraverso il menu del Configurable Dynamics nel sistema Jaguar Drive Control System, i guidatori possono selezionare le modalità Normal e Dynamic per l’Adaptive Dampers. La modalità Normal è

focalizzata sul comfort, mentre l’impostazione Dynamic è calibrata per offrire un maggior controllo e una migliore tenuta di strada.

Efficiente motore benzina da 200 CV L’E-PACE è disponibile per la prima volta con il pulito ed efficiente motore benzina Jaguar Land Rover 2,0 litri, quattro cilindri, turbocompresso da 200 CV della famiglia Ingenium, offerto ad un prezzo a partire da 42.200 euro. Questa unità da 200 CV accelera fino a 100 km/h in 8,2 secondi, ha un consumo di carburante di 8,2 l/100 km e delle emissioni di CO2 di 186 g/km(2). Il nuovo motore presenta la stessa suite di avanzate tecnologie presente sul resto della famiglia Ingenium, che comprende il turbocompressore twin scroll, l’alzata delle valvole a variazione continua e la fasatura variabile delle camme, che migliorano la potenza, l’efficienza e la guidabilità.

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E-PACE TRIONFA AL CAR DESIGN AWARD 2018

foto: Media Jaguar Land Rover

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i è conclusa la cerimonia di premiazione del Car Design Award 2018, il premio nato nel 1984 a Torino dalla rivista Auto & Design, il cui obiettivo è quello di celebrare i brand automotive che con le loro vetture hanno contribuito in maniera significativa all’evoluzione del design automobilistico, ospitato per la terza volta dal Salone dell’Auto Parco del Valentino di Torino. L’edizione del 2018 ha visto come protagonista indiscussa Jaguar che ha ottenuto un importante riconoscimento, assegnato da una giuria composta dagli esponenti di alcune tra le più prestigiose testate automotive a livello internazionale. Jaguar E-PACE si è infatti aggiudicato il Production Cars Award, che premia le proposte di design più innovative, accattivanti e sorprendenti della produzione di serie. Il look sportivo e dinamico che richiama le linee eleganti di una coupé dimostra che Jaguar è tra i pionieri del design automobilistico innovativo, in grado di combinare con maestria performance, stile e praticità. Il design esterno trae ispirazione dalla sportiva F-TYPE ed è caratterizzato dalla tipica calandra Jaguar, dalle proporzioni marcate, dagli sbalzi ridotti e dalle possenti fiancate, che conferiscono alla E-PACE un aspetto audace e deciso, evidenziando la sua agilità dinamica.

Ha ritirato il premio Ian Callum, Jaguar Director of Design, che ha accolto con grande entusiasmo questa vittoria: «Jaguar è entrata relativamente da poco nel segmento dei SUV, con il lancio di F-PACE di tre anni fa. Ricevere questo premio per il nostro secondo SUV è un grande onore. Con E-PACE, il nostro obiettivo era di porre l’accento su un design sportivo e dal forte carattere e penso che questo premio possa confermare che ci siamo riusciti. Per un’azienda di auto sportive, ottenere un riconoscimento per la gamma di SUV è particolarmente importante e dimostra lo straordinario talento del team design di Jaguar».

«Per il secondo anno consecutivo abbiamo ricevuto riconoscimenti importanti assegnatoci da una giuria prestigiosa come quella del Car Design Award. Se lo scorso anno per Jaguar I-PACE è stata riconosciuta come la migliore nella categoria “Concept Cars”, in quest’edizione ha vinto il design inconfondibile di E-PACE che combina le linee da vera sportiva alla praticità di un SUV e che rappresenta per Jaguar l’inizio di una nuova era». Daniele Maver Presidente Jaguar Land Rover Italia

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4ÂŞ edizione di Parco Valentino testo: Stefano Bendandi foto: Jaguar Land Rover

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er il quarto anno consecutivo, Jaguar Land Rover ha preso parte alla manifestazione, attraverso la presenza di due vetture del brand, per testimoniare il grande rispetto per la prestigiosa tradizione, ma sempre con lo sguardo rivolto al futuro, l’evoluzione e l’innovazione che caratterizzano la gamma attuale e che continueranno a distinguere i modelli futuri. Esposte la Range Rover Sport PHEV il Suv plug-in hybrid electric che raggiunge prestazioni superbe grazie alla potenza combinata fornita dal motore a benzina e da quello elettrico pari a 404 CV. Jaguar ha esposto la nuova I-Pace, la prima Jaguar elettrica di serie che racchiude il design e le prestazioni delle sportive Jaguar in un corpo da crossover. La I-PACE è equipaggiata con un’innovativa batteria agli ioni di Litio da 90 kWh, che le consente di avere

un’autonomia totale di 480 km (ciclo WLTP) e di ricaricarsi fino all’80% in 40 minuti (con caricatore a corrente continua da 100 kW). La Jaguar I-PACE con il suo design da concept car è stato il veicolo elettrico più ammirato dal vasto pubblico che ha visitato il Parco Valentino.

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Jaguar XE Project 8 protagonista al Supercar Night Parade testo: Pierlugi Ducci

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ntusiasmo e passione sono le componenti che hanno animato la 4ª edizione di Parco Valentino Salone Auto di Torino, un festival automobilistico che come sempre ha coinvolto l’intera città di Torino e che ha visto, quest’anno, una grande novità: la Supercar Night Parade, la sfilata di auto sportive aperta da presidenti e dirigenti delle Case automobilistiche che hanno portato per le strade del centro di Torino la propria passione, alla guida delle automobili più rappresentative del loro brand. Tra le vetture che hanno sfilato alla Supercar Night Parade c’era anche la Jaguar XE Project 8, la più potente auto stradale mai prodotta da Jaguar. L’acclamata e applaudita vettura Jaguar è stata guidata per le vie del centro di Torino da un driver d’eccezione: Ian Callum, Jaguar Director of Design. La Jaguar XE Project 8 ha iniziato a raccogliere

sguardi e attenzioni sin dalle prime ore della giornata, quando è stata esposta al Castello del Valentino, tra tante supercar, concept e vetture di serie. La supercar da sogno ha poi percorso le strade cittadine dando vita ad una passerella esclusiva sfilando tra due ali di folla fino a raggiungere Piazza San Carlo.

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xe sv PROJECT 8 a caccia di record

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Inizia l’assemblaggio a mano della XE SV Project 8 nel Technical Centre della divisione Special Vehicle Operations, con un intensivo programma che potrebbe consentire alle Project 8 di battere il record già conquistato al Nurburgring. foto: Media Jaguar Land Rover

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ltime fasi della messa a punto della nuova Jaguar XE SV Project 8, in vista dell’inizio della produzione nel mese di giugno. Fin dal suo debutto ufficiale al Goodwood Festival of Speed dello scorso luglio, la xe Sv Project ha effettuato numerosi miglioramenti per essere la più veloce delle berline stradali.

«La berlina più prestazionale del mondo continua il suo processo di miglioramento. Il team della divisione Special Vehicle Operations, che sta sviluppando la Jaguar XE SV Project 8, si sta spingendo oltre i confini perché è questo che caratterizza il DNA dei nostri progettisti e dei nostri ingegneri». John Edwards, Jaguar Land Rover Special Operations Managing Director

La Project 8 è una vettura quattro porte con prestazioni da vera supercar. La sua velocità massima supera i 320 km/h, mentre per accelerare da 0 a 100 km/h le occorrono solamente 3,7 secondi. Lo scorso anno ha stabilito un nuovo record per una vettura di

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produzione sul circuito del Nürburgring Nordschleife, il “tempio” delle prestazioni motoristiche. Il suo giro più veloce ha fatto registrare un tempo di 7 minuti e 21,23, migliore di quello di tante supercar e più basso di oltre 10 secondi rispetto al precedente.

«Con la Project 8 abbiamo deciso di offrire ai nostri clienti un’auto veloce, divertente e coinvolgente che invoglia ad esplorarne le potenzialità. Il nostro giro record al Nürburgring conferma che abbiamo raggiunto il nostro scopo, ma ora crediamo di poter andare ancora più veloci. Stiamo perfezionando continuamente ogni aspetto funzionale della vettura, concentrandoci sui miglioramenti marginali, per renderla ancora più veloce e al tempo stesso più guidabile». Mark Stanton Special Vehicle Operations Director.

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Con una versione da 600 CV del 5.0 V8 Jaguar sovralimentato, la Project 8 è la più potente auto stradale mai prodotta da Jaguar. Solo 300 esemplari saranno assemblati a mano presso il Technical Centre della divisione Special Vehicle Operations di Coventry. La Project 8 a trazione integrale è dotata di una serie di vere tecnologie da gara come l’altezza di marcia regolabile, il settaggio della campanatura, la possibilità di regolare lo splitter anteriore e l’alettone posteriore, il sottoscocca piatto, un radiatore dell’olio differenziale, i pneumatici sportivi Michelin Pilot Sport Cup 2 di serie su cerchi in lega forgiata da 20 pollici e, per la prima volta su un’auto di produzione, cuscinetti ceramici in stile Formula 1. Completamente nuovi e specifici per la Project 8 sono i montanti anteriori, i doppi bracci trasversali, i giunti sferici al posto delle boccole in gomma, le doppie molle elicoidali, gli ammortizzatori, le boccole inferiori


della sospensione, le barre anti-rollio e i freni carboceramici di ultima generazione. Gli unici elementi provenienti dalla XE di serie sono le coperture del tetto e delle porte anteriori, entrambi in alluminio. Il cofano ventilato, le alette e il paraurti anteriori sono realizzati in fibra di carbonio. Il risultato di questa tecnologia all’avanguardia è il miglioramento della sensazione di guida, della sicurezza e della risposta per il pilota, che in questo modo è in grado di viaggiare più a lungo alle velocità più elevate. Nel suo assetto più estremo e in modalità “Track”, la Project 8 produce un carico aerodinamico di 122 kg a circa 300 km/h, il 25% in più rispetto alla sua diretta rivale. La Project 8 è la prima Jaguar ad offrire la modalità Track di serie su tutte le versioni, in grado di adattare i sistemi di controllo della stabilità e la

trasmissione per l’uso su pista, aumentando la risposta dell’acceleratore e dello sterzo e settando gli ammortizzatori in modo più aggressivo. Due sono le versioni disponibili, la quattro posti con tutto il suo carico tecnologico e la due posti Track Pack, che consente di risparmiare 12,2 kg e comprende sedili racing in fibra di carbonio e sistema di ritenuta a quattro punti. Al posto del sedile posteriore c’è un pannello di metallo e l’Harness Retention Hoop, che contribuisce ad aumentare la rigidità torsionale del 27% rispetto alla versione quattro posti. La Project 8 ha un prezzo di circa 170.000 euro e, dopo la F-TYPE Project 7 del 2014, è il secondo modello Jaguar Collector’s Edition della divisione Special Vehicle Operations. Le consegne inizieranno questa estate.

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Una XJ50 per 50 anni di XJ La nuova XJ50 è un tributo ai cinquant’anni della lussuosa ammiraglia Jaguar.

foto: Media Jaguar Land Rover

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Jaguar celebra i 50 anni della XJ con il lancio di una nuova versione special edition. Nel corso del tempo, la lussuosa ammiraglia è stata l’auto di importanti manager, celebrità, famiglie reali e leader politici. Presentata al Salone di Pechino, la Jaguar XJ50 celebra mezzo secolo di successi, stile e tecnologie. La XJ50 è disponibile in Italia nella versione standard (non nella variante a passo lungo), con motore 3.0 litri diesel da 300 CV. Esternamente, gli aggiornamenti estetici prevedono paraurti anteriori e posteriori in stile Autobiography, nuovi cerchi Venom da 20 pollici, una griglia frontale in colore nero e badge

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esclusivi nelle prese d’aria laterali e nel posteriore. Per questa versione speciale è disponibile una straordinaria palette di colori, che include varianti cromatiche come il Fuji White, il Santorini Black, il Loire Blue e il Rosello Red. All’interno, il lussuoso abitacolo è caratterizzato da sedili trapuntati con trama a rombi, con logo Jaguar in rilievo nei poggiatesta e dal logo XJ50 nel bracciolo centrale. Ulteriori elementi distintivi di questa special edition sono i battitacco illuminati con logo XJ50, le levette del cambio anodizzate ed i pedali in metallo lucido.


«Nell’arco di mezzo secolo, la Jaguar XJ è rimasta sempre fedele alla sua storia grazie ad un bellissimo design, alle prestazioni intelligenti e ad un lusso accondiscendente, che le hanno consentito di distinguersi dalla massa. Questa è una vettura che vale la pena di celebrare perché la XJ50 rende omaggio ad uno dei pilastri del marchio Jaguar, che consideriamo come una delle berline sportive più belle del mondo». Ian Callum, Jaguar Director of Design

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Nel 1968 la Series 1 è stata l’antesignana della dinastia XJ e, per otto generazioni, questa berlina di lusso ha affascinato una vasta schiera di clienti in tutto il mondo. In qualità di auto scelta da VIP, leader politici, manager e intere famiglie reali, per cinquant’anni la XJ è stata una protagonista assoluta delle nostre strade. Innovativa sin dal principio, la XJ ha sempre incarnato l’approccio lungimirante del marchio Jaguar, distinguendosi concretamente dal resto delle vetture. Dopo soli quattro anni dal lancio, fu eletta la quattro posti più veloce del suo tempo e l’unica vettura di serie ad essere equipaggiata con un motore 12 cilindri, che le assicurava una velocità massima di 225 km/h. Con il passare del tempo debuttarono anche altri modelli, sia sportivi che a passo lungo, così come a due e quattro porte. Nel 1975, la Series 2 fu la prima auto ad offrire una versione coupé due porte, mentre la XJ40, prodotta per otto anni a partire dal 1986, introdusse la celebre leva del cambio a forma di “J” e le sospensioni autolivellanti.

A partire dal 2003, una rivoluzionaria monoscocca in alluminio ha contribuito alla riduzione del peso della XJ del 40%, prima che l’attuale gamma introducesse alcune tecnologie aggiuntive come la trazione integrale e il quadro strumenti virtuale. Con l’arrivo dell’iconico linguaggio stilistico di Ian Callum, Jaguar Design Director, sulla XJ sono stati introdotti il lunotto posteriore avvolgente e i fari posteriori ispirati agli artigli dei felini. Costantemente in evoluzione pur rimanendo una delle berline più famose del mondo, la XJ ha avuto tutta una serie di prestigiose apparizioni sullo schermo a conferma del suo iconico appeal culturale, con ruoli da protagonista in pellicole come “Love Actually” e “The Long Good Friday”, senza dimenticare il legame con James Bond. La XJ50 rappresenta un perfetto tributo allo stile e alle prestazioni della lussuosa berlina Jaguar. Ordinabile sin da subito, con prezzo a partire da Euro 99.130.

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f-pace MY2019 Per la nuova gamma della Jaguar F-Pace NUOVE TECNOLOGIE PER LA SICUREZZA, INTERNI MIGLIORATI E la NUOVA VERSIONE SVR CON MOTORE 5,0 LITRI V8 SOVRALIMENTATO. foto: Media Jaguar Land Rover

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aguar ha annunciato una serie di miglioramenti per il suo pluripremiato SUV ad alte prestazioni, la F-PACE, che riguardano gli interni, le tecnologie per la sicurezza e il comfort a bordo. Nella suite degli avanzati sistemi di assistenza alla guida è ora disponibile l’Adaptive Cruise Control con Steering Assist, che opera tra 0 e 180 km/h e utilizza la funzionalità dell’attuale Adaptive Cruise Control con Lane Centring

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per mantenere il veicolo all’interno della sua corsia di percorrenza, conservando al tempo stesso la distanza impostata dal veicolo che precede. Tra i sistemi presenti sulla F-PACE MY19 c’è anche l’Adaptive Cruise Control con Stop & Go, che consente al guidatore di seguire un veicolo fino al suo arresto e ripartire da fermo, toccando semplicemente il pedale dell’acceleratore. Il sistema radar High-Speed Emergency Braking consente di rilevare eventuali incidenti operando tra i 10 e i 160 km/h. In caso di una imminente collisione, il sistema avverte il guidatore e attiva i freni in assenza di una risposta dal conducente.

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Con la F-PACE MY19 si potrà beneficiare di ulteriori dotazioni di serie come la telecamera posteriore, i sistemi di assistenza al parcheggio anteriori e posteriori, il Driver Condition Monitor, l’Emergency Braking e il Lane Keep Assist. I nuovi safety pack, inoltre, rendono il processo d’acquisto più semplice che mai. Il Park Pack comprende il Park Assist, il Parking Aid e il Rear Traffic Monitor con visione a 360°, mentre il Drive Pack offre l’Adaptive Cruise Control con Stop & Go, il Blind Spot Assist e l’High-speed Emergency Braking. Il Driver Assist Pack comprende invece i pacchetti Park and Drive, il sistema surround camera a 360° e l’Adaptive Cruise Control con Steering Assist.


«La F-PACE è stata acclamata dalla critica di tutto il mondo ed ha ottenuto oltre 70 riconoscimenti di livello internazionale. Abbiamo deciso di migliorare ulteriormente il nostro SUV più venduto con nuove dotazioni tecnologiche per la sicurezza, per il comfort e per una maggiore praticità. Tutti questi cambiamenti offrono quell’esperienza di guida che ci si aspetta da una Jaguar». Nick Collins, Jaguar Land Rover Vehicle Line Director

All’interno, la F-PACE è equipaggiata di serie con il sistema d’infotainment Touch Pro con schermo da 10 pollici, mentre come optional sono disponibili i nuovi sedili sportivi Performance con 14 regolazione, supporti regolabili e schienali più sottili. La cura prestata al dettaglio è stata ulteriormente evidenziata tramite lo specchietto retrovisore senza cornice, i battitacco illuminati con la scritta Jaguar, i pedali in metallo lucido, i tappetini pregiati premium, il rivestimento del cielo in pelle scamosciata ed i controller cromati del sistema di regolazione dei sedili a 10 vie. Per una maggiore praticità, le versioni benzina della

F-PACE MY19 sono dotate di un serbatoio per il carburante più grande da 82 litri (precedentemente da 63 litri). Tutti i motori benzina sono ora equipaggiati con filtri antiparticolato per essere ancora più puliti. Questi filtri altamente efficienti e montati in tandem, sono perfettamente integrati nel sistema di post-trattamento e, mentre i gas di scarico passano attraverso di essi, intrappolano le particelle ultrafini. In condizioni di guida normali, le particelle intrappolate si ossidano in CO2 e il filtro si rigenera ogni volta che il conducente solleva l’acceleratore.

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F-PACE SVR: DESIGN DA SUV CON PRESTAZIONI DA SUPERCAR foto: Media Jaguar Land Rover

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a Jaguar F-PACE, eletta World Car of the Year e World Car Design of the Year 2017, diventa ancora più potente e veloce grazie al “trattamento” SVR, che le dona un telaio e un’aerodinamica migliorata, per la massima gratificazione del guidatore in ogni condizione di guida. Progettata dalla divisione Special Vehicle Operations (SVO), la sua potenza è stata aumentata del 44%. Il motore benzina 5,0 litri V8 sovralimentato della F-PACE SVR eroga 550 CV di potenza e 680 Nm di coppia, che le consentono di accelerare fino a 100 km/h in soli 4,3 secondi e di raggiungere una velocità massima di 283 km/h.

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«La F-PACE SVR offre guidabilità e agilità perfettamente bilanciate alle sue esaltanti prestazioni. Tutto, dallo sterzo alla taratura delle sospensioni, è stato specificatamente calibrato per questo prestazionale SUV e il risultato finale è una vettura all’altezza delle aspettative sia del nome F-PACE che del marchio SVR». Mike Cross, Chief Engineer Vehicle Integrity di Jaguar Land Rover


I miglioramenti aerodinamici apportati alla F-PACE SVR prevedono prese d’aria maggiorate all’anteriore e nelle fiancate, che riducono la pressione nei passaruota e la portanza, oltre ad offrire un raffreddamento supplementare ed una migliore stabilità alle alte velocità. Inoltre, le estensioni dei passaruota e le modanature inferiori della carrozzeria offrono una distintiva muscolosità, tipica delle vetture SVR. Le bocchette di ventilazione sul cofano contribuiscono ad estrarre l’aria calda dal vano motore e offrono una chiara visione delle dinamiche potenzialità della vettura. Nel posteriore, un spoiler è stato abbinato ad un nuovo paraurti che ospita i quattro terminali di scarico del

sistema Active Exhaust. Il paraurti incorpora anche delle prese d’aria che migliorano le prestazioni aerodinamiche, omogenizzando il flusso dell’aria nella zona posteriore della vettura. Il telaio migliorato ora adotta molle progressive all’anteriore e al posteriore, che sono più rigide rispettivamente del 30 e del 10 per cento, e incorporano una specifica barra che contribuisce a ridurre il rollio del 5%. I nuovi cerchi in lega forgiata da 21” (e da 22” in optional) sono più larghi nel posteriore di 25 millimetri rispetto all’anteriore e contribuiscono alla

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maggiore maneggevolezza della SVR. La versione da 22 pollici è più leggera di 2,4 kg all’anteriore e 1,7 kg al posteriore ed è stata disegnata per offrire una maggiore ventilazione ai dischi dei freni maggiorati, che ora sono di 395 millimetri all’anteriore e 396 millimetri al posteriore. I dischi dei freni presentano un’avanzata struttura a due pezzi, che riduce ulteriormente il peso e contribuisce alla rinnovata guidabilità dell’auto. La F-PACE SVR è anche dotata del Jaguar Variable Valve Active Exhaust System, che offre alla vettura una seducente sonorità e un maggiore flusso di gas, esaltandone il potenziale prestazionale. Inoltre, questo sistema di scarico è più leggero di 6,6 kg rispetto a quello standard.

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È la prima F-PACE ad utilizzare l’Electronic Active Differential (EAD) posteriore e la SVR presenta una completa gamma di avanzate tecnologie, che sono state appositamente calibrate per questa vettura. La tecnologia della coppia on-demand dell’Intelligent Driveline Dynamics (IDD) con trazione integrale è stata ottimizzata per massimizzare i benefici dell’EAD, mentre i software delle sospensioni con Adaptive Dynamics, dell’Electronic Power Assisted Steering (EPAS) e del Dynamic Driving Mode sono stati tutti specificatamente tarati per la SVR. La coinvolgente modalità Dynamic assicura cambi di marcia più rapidi e reattivi, risposte più immediate dell’acceleratore e una maggiore reattività dello sterzo, in modo da offrire un’esperienza di guida più coinvolgente in tutte le condizioni.


All’interno, la F-PACE SVR presenta dei sedili anteriori dalla forma slanciata e sportiva, che offrono un miglior supporto laterale e la tipica trama trapuntata a losanga con logo SVR in rilievo. In aggiunta, gli esclusivi sedili posteriori riprendono il design scolpito di quelli anteriori, mentre lo Sport Shift Selector evidenzia ancora di più il carattere sportivo dell’auto. Novità anche per il volante, che oltre al logo SVR presenta delle levette in alluminio per i cambi di marcia.

Seppur più prestazionale, la SVR conserva l’intrinseca praticità e versatilità delle vetture della famiglia PACE. Il suo vano di carico di 650 litri (con i sedili in posizione sollevata) non ha certo risentito negativamente dell’incremento prestazionale. A bordo, tutti i passeggeri potranno connettere fino ad otto dispostivi grazie alla connessione WiFi 4G, oppure godere dell’avanzato sistema d’infotainment Touch Pro con touchscreen da 10 pollici. Massima risoluzione anche per il quadro strumenti grazie allo schermo HD da 12,3 pollici.

Quattro temi cromatici scelti per gli interni contribuiscono ad esaltare ulteriormente la personalità sportiva dell’auto. Gli abbinamenti disponibili sono Pimento con Ebony, Light Oyster con Ebony, Siena Tan con Ebony e Ebony con cuciture Light Oyster.

Grazie alla rinomata esperienza di Jaguar Land Rover nei sistemi all-terrain, la F-PACE SVR è equipaggiata con tutta una serie di avanzate tecnologie per garantire superbe prestazioni su ogni fondo stradale. L’AllWheel Drive con Intelligent Driveline Dynamics, l’All Surface Progress Control e l’Adaptive Surface Response assicurano alla vettura le massime prestazioni in ogni condizione atmosferica.

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JAGUAR I-PACE SUL CIRCUITO DEL GP DI MONACO foto: Media Jaguar Land Rover

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aguar ha scelto il circuito del Gran Premio di Monaco per testare le prestazioni e la guidabilità del suo primo veicolo elettrico, la I-PACE. Grazie ai 400 CV di potenza e i 696 Nm di coppia sprigionati dai suoi due motori elettrici, la I-PACE impiega solo 4,8 secondi per arrivare a 100 km/h. Gli impegnativi rettilinei e gli stretti tornanti dell’iconico porto di Monaco, hanno rappresentato il tracciato perfetto per il test in notturna della vettura.

Lanciata il 1° marzo e già ordinabile, la I-PACE è equipaggiata con un’innovativa batteria agli ioni di Litio da 90 kWh, che le consente di avere un’autonomia totale di 480 km (ciclo WLTP) e di ricaricarsi fino all’80% in 40 minuti (con caricatore a corrente continua da 100 kW). Il suo design da concept car e l’intelligenza artificiale a bordo rendono la Jaguar I-PACE il veicolo elettrico che tutti i guidatori stavano aspettando.

I-PACE è stata sviluppata in collaborazione con gli esperti del team Panasonic Jaguar Racing che gareggia nel Campionato FIA Formula E. Tutto questo ha consentito a Jaguar di creare il primo trofeo al mondo riservato alle auto elettriche di serie, in cui si sfideranno esclusivamente I-PACE in versione da gara. A partire dalla fine del 2018 e in concomitanza con la quinta stagione della Formula E, la divisione Special Vehicle Operations di Jaguar Land Rover fornirà fino a 20 I-PACE da competizione, che gareggeranno nell’I-PACE eTROPHY.

Il Principato di Monaco non è famoso in tutto il mondo solamente per il suo legame con gli sport motoristici, ma è anche uno degli stati più progressisti in materia di sostenibilità, con significativi investimenti nell’energia rinnovabile, nelle biciclette elettriche, in sistemi di car sharing per i residenti e in rigorosi controlli della qualità dell’aria.

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con waimo per la guida autonoma La Jaguar I-PACE sarĂ il primo veicolo Premium elettrico ed autonomo della flotta Waymo

foto: Media Jaguar Land Rover

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aguar Land Rover e Waymo hanno annunciato una partnership strategica a lungo termine. Le due aziende insieme svilupperanno il primo veicolo Premium elettrico autonomo adibito a servizi di trasporto senza conducente della Waymo. Jaguar Land Rover e Waymo (in precedenza progetto di veicolo autonomo Google) collaboreranno alla progettazione e all’ingegnerizzazione di modelli Jaguar I-PACE autonomi. Questa collaborazione favorirà gli obiettivi condivisi dalle due Company: automobili più sicure, risparmio di tempo per gli utenti, miglioramento della mobilità per tutti.

«Con la Jaguar I-PACE abbiamo realizzato un’auto di levatura mondiale, che ha saputo conquistare la fantasia dei clienti in tutto il mondo. La nostra passione per lo sviluppo della mobilità intelligente necessita di partner esperti a lungo termine. Collaborando con Waymo intendiamo estendere i confini della tecnologia. Insieme sapremo offrire una Jaguar I-PACE Waymo autonoma, bella, spaziosa ed ecologica come i clienti si attendono». Ralf Speth, Chief Executive Officer di Jaguar Land Rover

Durante i test le prove su strada e l’acquisizione di dati relativi a situazioni di vita reale consentiranno agli ingegneri Waymo e Jaguar Land Rover di affinare le tecnologie, ottimizzando sicurezza e affidabilità. Fino a 20.000 I-PACE saranno completate nei primi due anni di produzione e saranno disponibili per gli utenti dei servizi Waymo senza conducente, che presentano un potenziale di un milione di corse al giorno.

«Mentre noi ci dedicavamo alla creazione del pilota più esperto al mondo, il team di Jaguar Land Rover ha sviluppato una nuova piattaforma elettrica a batteria che mira a stabilire nuovi standard in termini di sicurezza, design e capacità. Siamo certi che i passeggeri della Waymo ameranno l’esperienza prestigiosa, divertente e sicura che la Jaguar I-PACE saprà offrire loro». John Krafcik, Chief Executive Officer della Waymo

Waymo Waymo è un’Azienda focalizzata sulle tecnologie di guida autonoma, con la missione di rendere più facile e sicura la mobilità di persone e cose. Il suo obiettivo è migliorare il trasporto delle persone in tutto il mondo, capitalizzando sul software e sulle tecnologie sviluppate nei laboratori Google fin dal 2009. Waymo sta realizzando il pilota più abile del mondo. I veicoli Waymo hanno percorso autonomamente oltre 8 milioni di chilometri sulle strade pubbliche di 25 città statunitensi, e 8 miliardi di chilometri in simulazioni. Oggi Waymo è la sola Compagnia al mondo con una flotta di veicoli autonomi - senza alcun pilota al sedile di guida - su strada pubblica. Waymo lancerà il primo servizio di trasporto senza conducente nel 2018, cominciando da Phoenix, in Arizona. Con questo servizio il pubblico potrà usare giornalmente i veicoli Waymo completamente autonomi per recarsi al lavoro, a scuola, al campo sportivo, o altrove.

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XE 300 SPORT in una SFIDA SUL GHIACCIO La XE 300 SPORT mostra tutto il potenziale della sua trazione integrale e della sua dinamicità di guida contro il campione Olimpico di pattinaggio Shaolin Sándor Liu, su una pista di ghiaccio di 3 km.

foto: Media Jaguar Land Rover

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a nuova Jaguar XE 300 SPORT ha fatto il suo debutto stabilendo un record davvero unico. Questa speciale versione della berlina sportiva è diventata la prima auto a portare a termine un giro completo sul circuito di ghiaccio più lungo del mondo, che si trova a Flevonice nei Paesi Bassi. Per stabilire il nuovo record ha dovuto battere un Campione Olimpico di pattinaggio. Dopo aver assicurato la medaglia d’oro all’Ungheria nella staffetta dei 5.000 metri ai Giochi Olimpici Invernali del 2018, il velocista Shaolin Sándor Liu ha stabilito un ottimo tempo sul giro, percorrendo la pista del Flevonice Sports & Funpark in 4 minuti e 4 secondi. Per rendere più ardua la sfida, nel team Jaguar c’era la fidanzata di Shaolin, la pattinatrice Elise Christie

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della squadra britannica, seduta sul sedile del passeggero. Durante la competizione, la XE 300 SPORT ha potuto beneficiare al massimo della suo avanzato sistema all-wheel drive e delle sue sofisticate tecnologie di trazione per mantenere la necessaria stabilità. In questo modo Sean Haughey, Jaguar Stability Development Leader, ha percorso la pista in 3 minuti e 3 secondi, con una velocità media di 59 km/h.

«Il ghiaccio è una delle superfici più impegnative da affrontare per qualsiasi veicolo. Questa sfida ha dimostrato le intrinseche capacità della XE su qualsiasi fondo stradale e la sua eccellente guidabilità anche nelle condizioni più avverse». Mike Cross, Chief Engineer di Jaguar Land Rover


Rimanendo fedele al DNA sportivo di Jaguar, la nuova 300 SPORT è stata equipaggiata con l’avanzato propulsore 2,0 litri Ingenium a benzina da 300 CV, che consente alla XE di arrivare a 100 km/h in 5,7 secondi. Con 400 Nm di coppia, la sua accelerazione lineare per tutti i 3 km del percorso le ha consentito di vincere contro il campione Olimpico.

«Pensavo di poter avere un grande vantaggio sul ghiaccio rispetto alla vettura ed ero molto soddisfatto del mio tempo considerando le condizioni atmosferiche, ma quando ho visto la XE 300 SPORT decollare dalla linea di partenza, ho subito capito che sarebbe stata più veloce». Shaolin Sándor Liu «Volevo a tutti i costi essere contro la XE 300 SPORT, ma sedere sul sedile del passeggero mi ha regalato un’esperienza che non dimenticherò mai. Non pensavo sarebbe stata in grado di percorrere l’intero tracciato così velocemente come un campione Olimpico, ma la trazione della Jaguar XE è stata davvero impressionante» Elise Christie

La nuova versione 300 SPORT si unisce al resto della gamma XE ed è disponibile anche per la XF e la XF Sportbrake con esclusivi elementi stilistici sia esterni che interni. La XE è equipaggiata unicamente con il propulsore 2,0 litri Ingenium benzina da 300 CV, mentre la XF e la XF Sportbrake sono disponibili anche con il motore 3,0 litri TDV6 diesel da 300 CV. Tutti i motori a benzina ora sono dotati di filtri antiparticolato per essere ancora più puliti. Tutti i modelli 300 SPORT presentano degli esclusivi inserti Dark Satin Grey nei cupolini degli specchietti retrovisori, nello spoiler posteriore e nella cornice della griglia, oltre al badge 300 SPORT sulla griglia anteriore e sul bagagliaio. Sono disponibili i cerchi da 19 o 20 pollici con finitura Satin Technical Grey insieme alle pinze dei freni 300 SPORT.

Per l’esterno si può scegliere tra tre diverse colorazioni: Yulong White, Indus Silver e Santorini Black; la XE è disponibile anche in colore Caldera Red. Alcuni dettagli stilistici sono riscontrabili anche all’interno con le cuciture a contrasto di colore giallo sul volante, i sedili, il rivestimento delle portiere e il bracciolo. noltre sono personalizzati 300 SPORT i battitacco, i tappetini sportivi, il volante e i poggiatesta con logo in rilievo. La XE, la XF e la XF Sportbrake consentono di essere sempre più connessi grazie all’avanzato sistema d’infotainment Jaguar Touch Pro con schermo touchscreen da 10 pollici. Ulteriori miglioramenti stilistici di serie per tutti i modelli comprendono delle cornici cromate per i finestrini laterali, i comandi cromati per tutti i sedili elettrici, tappetini pregiati in colore nero, pedali in metallo lucido e lo specchietto retrovisore Infinity Mirror con autoregolazione.

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JAGUAR ELECTRIFIES: FUTURE PERSPECTIVE

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Jaguar presente al Fuorisalone 2018 con un’installazione in cui il futuro della mobilitá cambia prospettiva. foto: Media Jaguar Land Rover

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aguar è tornata alla Milan Design Week per presentare “Jaguar Electrifies: Future Perspective”: un’installazione che immerge il visitatore in una dimensione fatta di innovazione, dove presente e futuro si fondono per creare insolite prospettive che portano il visitatore verso un nuovo orizzonte della mobilità. Protagonista indiscussa del concept creativo è stata la Jaguar I-PACE, il nuovo modello totalmente elettrico della flotta che, posto al centro dell’installazione, incarna uno dei nuovi volti del brand. Caratterizzata da design essenziale ed elevate prestazioni, questa innovativa vettura è la prova concreta di come il mondo dell’elettrico abbia raggiunto una nuova dimensione, creando una diversa prospettiva attraverso cui guardare il futuro. Coraggio, abilità e conoscenza sono gli elementi chiave che hanno guidato la creazione di I-PACE e che sono stati utilizzati come punto di partenza per “Jaguar Electrifies: Future Perspective”, l’installazione creata dallo studio di progettazione romano Mama Design. Geometrie luminose vevano il compito di introdurre il visitatore all’universo di prospettive che ha animato

Ian Callum.

il Chiostro Nina Vinchi del Piccolo Teatro, location d’eccezione che ha ospitato Jaguar durante l’intera settimana del Fuorisalone. Il visitatore veniva coinvolto in un’atmosfera immersiva, realizzata con l’obiettivo di stimolare punti di vista inediti che hanno ispirato la creazione della nuova Jaguar I-PACE e dettato le regole di un avveniristico “electrification design”. Una cloud metafisica, inoltre, ha animato il colonnato del chiostro, creando una dimensione astratta in cui parole chiave raccontano i concetti ispiratori che hanno guidato lo sviluppo dell’installazione. Un concept con lo scopo di mettere in luce come i valori tradizionali del brand si uniscano oggi ai concetti di innovazione e continua evoluzione, propri della nuova cifra stilistica di Jaguar, di cui I-PACE è l’iconica interprete.

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sulL’ONDA DELLA SOSTENIBILITÀ 48

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Nelson Piquet Jr e Mitch Evans si affrontano in una speciale sfida per il #FanBoost utilizzando tavole da surf realizzate con materiali riciclati di alcuni modelli Jaguar. foto: Media Jaguar Land Rover

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campioni del team Panasonic Jaguar Racing, Nelson Piquet Jr e Mitch Evans, hanno domato l’Oceano Atlantico sfidandosi a vicenda in una gara ad alta sostenibilità. Per ottenere ulteriori voti in vista della prossima gara del Campionato ABB FIA Formula E a Punta Del Este, in Uruguay, i due piloti sono scesi dalle loro Jaguar I-TYPE 2 da competizione per salire su speciali tavole da surf, realizzate con materiali riciclati provenienti da alcuni modelli Jaguar. Durante lo sviluppo progettuale dei veicoli Jaguar Land Rover, compresa la nuova I-PACE elettrica, il poliuretano viene utilizzato per dare forma allo

“scheletro” dei modelli in argilla a dimensione naturale. Solitamente, dopo il suo utilizzo, la plastica viene distrutta, ma in questo caso è stata riciclata in modo sostenibile per creare due tavole da surf “Waste to Wave”, nel pieno rispetto della mission “Race to Innovate” di Jaguar Racing. La plastica depositata nelle discariche impiega fino a 500 anni per decomporsi. La tavola da surf di Jaguar Land Rover è parte integrante dell’iniziativa “second life”, che supporta la strategia a lungo termine dell’azienda per l’abbattimento degli sprechi. Le speciali tavole da surf Panasonic Jaguar Racing sono state realizzate a mano dalla SkunkWorks Surf Co, nell’Irlanda del Nord.

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ePrix di Roma foto: Pierluigi Ducci

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E-Prix di Roma della Formula E ha mantenuto le aspettative: una gara avvincente con colpi di scena lungo il percorso monumentale nel quartiere Eur conclusasi con la vittoria della DS Virgin del pilota britannico Sam Bird e con un lungo elenco di commenti positivi tra ospiti, politici e pubblico. Il percorso capitolino della Formula E, con 2,84 chilometri, ventuno curve per ventuno giri si è confermato uno dei circuiti di Formula E più tecnici al mondo. La Formula E quest’anno festeggia il suo settimo compleanno. Ideata dalla Federazione Internazionale dell’Automobile (FIA) nel 2012 (anche se il primo campionato si è svolto nel 2014), è dedicata a veicoli

spinti da motori elettrici. L’idea è di offrire maggiore visibilità a una tecnologia ‘automotive’ più verde. Le auto che gareggiano sono tutte uguali: inizialmente le vetture erano fornite da un unico costruttore, ma oggi più costruttori partecipano e diversi partner tecnici forniscono parti specifiche, per esempio l’italiana Dallara fornisce i telai, la McLaren Electronic Systems i propulsori, l’elettronica e il cambio, la Williams le batterie al litio. Brembo è stata scelta come fornitore unico dell’intero impianto frenante, comprensivo di dischi e pastiglie in carbonio, per le prossime tre stagioni. Da gennaio di quest’anno l’azienda svizzera ABB è diventata title partner del campionato, che infatti si chiama ABB FIA Formula E Championship.

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In gara 20 piloti di 10 differenti team si sfidano in due sessioni, ma a determinare la vittoria è coinvolto anche il pubblico, grazie al meccanismo del Fanboost: a partire da diversi giorni prima della gara gli appassionati possono infatti attraverso un’app apposita oppure attraverso Facebook e Twitter, votare i piloti preferiti, permettendo ai tre che ottengono il maggior punteggio, di avere un incremento di potenza dei loro motori che, nel resto della gara, vengono limitati a 150 kW. In pratica, si tratta di 5 secondi alla ‘Fast and Furious’. Il meccanismo di Fanboost è una delle peculiarità che legano la Formula E al mondo digitale, conquistando un pubblico di Millennials. Il campionato ABB FIA di Formula E si distingue per la sua audience digitale in rapida crescita, con un aumento del 347% del numero di fan di 13-17 anni (Generation Z), fan molto attivi online.

«La Formula E continua a crescere sempre più forte, attirando una nuova e più giovane generazione di fan entusiasti e coinvolti. Con una chiara strategia digitale e un approccio sempre attivo, queste cifre impressionanti sono il risultato del parlare la stessa lingua dei nostri fan». Alejandro Agag, fondatore e CEO

Ma la Formula E a Roma, non è stata solo pista. Il GP ha coinvolto tanto pubblico anche in una vera e propria festa iniziata già dal sabato mattina. All’Allianz E-Village sono andate in scena tante auto elettriche e ibride targate Renault e BMW, poi i simulatori di guida virtuali, master, lezioni e addirittura sessioni di yoga. Migliaia di persone coinvolte nel cuore pulsante della manifestazione. Senza dimenticare il gran gala di chiusura con il presidente FIA Jean Todt, la sindaca di Roma Virginia Raggi e il presidente del CONI Giovanni Malagò.

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Sfide ad alta tensione foto: Media Jaguar Land Rover

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Mexico City - Messico Il 3 marzo il Team Panasonic Jaguar Racing è tornato a Mexico City, archiviando la gara come la migliore fino a quel momento nella Formula E, portandolo in 3a posizione nella classifica squadre. Nelson Piquet Jr. ha concluso in 4a posizione, dopo un’altra ottima prestazione frutto della sua costanza e abilità. Mitch Evans, che è partito dal 12 posto nella griglia di partenza, completando una gara pulita e grazie anche ad un rapido pit-stop, ha raggiunto rapidamente i primi dieci concludendo in 6a posizione.

«È stata una gara dura. È importante prendere una decisione in merito al rischio di sorpasso o al risparmio l’energia. Una migliore posizione di partenza ci avrebbe permesso di raggiungere il podio, ma sarà l'obiettivo della prossima gara in Uruguay». Nelson Piquet Jr

Punta del Este - Uruguay Gara fra alti e bassi il 17 marzo in Uruguay. Mitch Evans con la sua I-Type 2 conquista la quarta posizione dopo essere partito dal 16° posto della griglia di partenza a causa di una violazione tecnica, nonostante abbia girato nel 3° miglior tempo durante le qualifiche. Anche Nelson Piquet Jr. aveva iniziato la gara in modo incoraggiante, in accoppiata con il suo compagno di team, ma un problema tecnico l'ha costretto al ritiro. Al termine della gara Piquet si trovava posizionato al 5° posto della classifica piloti, mentre Evans al 6°.

«È stata una bella ripresa raggiungere i primi posti dopo la partenza da una posizione con penalità. È un po' frustrante perché avremmo potuto gareggiare con i piloti davanti, ma questo ci fa ben sperare per il resto della stagione. Oggi è stata una gara veloce, mi sono divertito molto. Sfortunatamente non abbiamo conquistato un podio, ma non vediamo l'ora di dare il massimo a Roma». Mitch Evans

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Parigi Gara sfortunata quella di Parigi, il 28 aprile, dove il Team Jaguar Panasonic non ha raccolto punti. Entrambi i piloti del Team hanno subito incidenti durante le qualifiche, con il risultato che Mitch Evans (a causa in una penalità) si è trovato nell'ultima posizione della griglia di partenza, mentre Nelson Piquet Jr. non ha potuto partecipare alle qualifiche, trovandosi quindi a partire 18°. Evans ha subito un incidente anche in gara, finendo in 15a posizione. Piquet Jr. è stato costretto al ritiro per un ennesimo malfunzionamento delle cinture di sicurezza.

Roma La gara del 14 aprile tenutasi nel circuito cittadino di Roma ha visto ancora una volta il Team Jaguar Panasonic al centro dell’azione. Mitch Evans ha conquistato la più alta posizione del Team nella griglia di partenza, piazzandosi al 3° posto, mentre Nelson Piquet Jr. partiva dal 13° posto. Entrambi i piloti hanno gareggiato duramente, gestendo al meglio l’energia delle loro Jaguar I-Type 2. Purtroppo Piquet Jr. per un problema alle cinture di sicurezza ha dovuto ritirarsi, mentre Evans si è trovato a battagliare per il podio, ma la lotta ha impoverito le sue riserve di energia e per questo motivo ha concluso in 9a posizione.

«Un vero peccato per il risultato finale, dopo aver mostrato di essere in ottima forma conquistando la nostra miglior posizione in griglia di partenza. Avevamo la possibilità di lottare per la vittoria o per il podio, ma abbiamo usato troppa energia e abbiamo dovuto rinunciare per poter terminare la gara. Sono piloti e punteranno sempre al massimo. Roma ha ospitato un fantastico debutto in Formula E in Italia e ora siamo in un buon momento, vedremo nella prossima gara di Parigi». James Barclay, Team Director

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Berlino Il 19 maggio il Team Jaguar Panasonic torna a raccogliere punti con la gara di Berlino, presso il Tempelhof Airport Circuit, conquistando la 6a posizione finale con Mitch Evans e la 12a con Nelson Piquet Jr.. Prima della gara il Team ha scoperto che Evans non poteva comunicare con il Team via radio, a causa di un problema, ma poteva comunque sentire le indicazioni che gli venivano date. Evans quindi ha portato la sua I-Type 2 a migliorare la posizione di qualifica, dimostrando la sua abilità naturale nella gestione della vettura e la forte dinamica di squadra che esiste tra

piloti e ingegneri. Nelson Piquet Jr. si ha provato a combattere per la nona posizione, cedendo e concludendo quindi in dodicesima.

«È stato un week-end difficile, abbiamo faticato per ottenere il meglio dall'auto. La gara è stata promettente e potevamo finire nella zona punti prima del mio incidente all'ultimo giro. Ma abbiamo concluso con un buon passo, non vediamo l’ora di affrontare una nuova sfida a Zurigo». Nelson Piquet Jr.

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Il sogno MK2 Francesco Bosio ci parla della sua Jaguar MK2 3,8 del 1964, numero di telaio 223285DN. Automobile interamente originale (a parte l’impianto stereo).

testo e foto: Marco Annunziata

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uesta MK2 è la prima Jaguar che possiedo. Devo dire che il mio interesse per le auto d’epoca in generale si era un po’ assopito, l’ha risvegliato mio figlio Luigi che ha un’autentica passione per le automobili ed è un gran conoscitore della meccanica con una sensibilità straordinaria per il funzionamento del motore e della guida su strada. La passione come dicevo si è risvegliata e, insieme a mio figlio, abbiamo scoperto le auto inglesi nella loro bellezza, originalità e criteri di avanzata concezione per la loro epoca di costruzione spesso associato ad una semplicità costruttiva invidiabile (dettaglio importantissimo soprattutto quando occorre farne la manutenzione)».

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Hai mai guidato altre Jaguar? Hai sempre pensato a questo modello di Jaguar o l’hai trovata per caso? «Ho guidato delle Jaguar più recenti. La MK2 rappresenta per me un mito su ruote da sempre. L’origine dell’innamoramento risale ai primi Anni 60 quando con un mio carissimo amico ebbi modo di sedermi dentro una MK2 che era esposta in un salone del mio paese. Fui rapito dal fascino dei suoi interni, dai profumi della pelle, dalla sua linea elegante, dal motore monumentale e dalla magia di quelle ruote a raggi. Il tempo passato non ha spento l’innamoramento e quando, a marzo dell’anno scorso, Luigi, che alla sera


piuttosto che guardare la TV scandaglia le proposte delle auto d’epoca in vendita online, mi segnalò questo bel “Jaguarone”».

artigianali, come la recente riproduzione di poche decine di D-Type, auto che personalmente ritengo favolosa».

Cosa pensi dei nuovi modelli Jaguar?

Come e quando sei venuto in possesso della tua MK2? Dove l’hai trovata? Chi erano i precedenti proprietari?

«Penso siano automobili di elevata qualità e contenuti tecnologici d’avanguardia, lo stile tenta di riecheggiare i “classici”, ma i risultati francamente non sono paragonabili. Trovo di grande importanza la loro strategia che periodicamente riproduce e propone in vendita piccole quantità di modelli gloriosi con processi totalmente

«L’ho acquistata nel marzo 2017. Come dicevo l’ha trovata mio figlio Luigi online. Il proprietario precedente era un commissario ASI di Todi, prima di lui l’auto era di proprietà di un signore di Biella (il che spiega la targa originale piuttosto rara BI003800 essendo stata appunto immatricolata a Biella), ex

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Presidente della Provincia di Biella e noto collezionista di auto d’epoca (interessante la sua partecipazione alla recente fiction Rai su Luisa Spagnoli, nella ricostruzione della corsa automobilistica Coppa Perugina a bordo di una Salmson del 1927)».

esperienza, queste auto una volta messe a punto non danno problemi».

Tutte le parti della tua MK2 sono originali? Hai cambiato qualcosa?

«La perfezione estetica della MK2 non si può toccare, anche la meccanica penso sia da primato, ancora di più pensando alla sua epoca di costruzione».

«La vettura è interamente originale - escluso l’autoradio, che comunque non uso mai. Vorrei conoscere chi rinuncia a sentire la musica di un motore del genere per una canzone qualsiasi!».

Quali sono le parti o i ricambi per le quali hai speso la maggior parte di tempo e denaro? «Fino a oggi non ho dovuto sostenere nessuna spesa significativa, la maggior parte di tempo è stata spesa per “scoprire” centimetro per centimetro l’auto, sempre con grande soddisfazione. Dalla mia

Ci sono degli aspetti che cambieresti del design o della meccanica di questa auto?

Quali sono le gare e concorsi a cui hai partecipato con la tua MK2 che ti hanno dato maggiori soddisfazioni? «Io più che “possedere” le mie auto d’epoca le “custodisco”. E mio figlio Luigi mi incolpa di questo utilizzo contenuto ricordandomi che l’inattività per i motori è molto più dannosa del loro utilizzo costante. Nel marzo 2017 ho partecipato alla Firenze-Fiesole, storica gara organizzata dalla scuderia Clemente Biondetti, e la mia Jaguar ha ottenuto il premio per l’auto più elegante».

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Baroni Legend A Corsico, appena fuori Milano, ha la sua sede Baroni Legend, un centro specializzato che si prende cura con dedizione e grande competenza di auto d’epoca inglesi. Una realtà unica in Europa e probabilmente nel mondo. testo e foto: Marco Annunziata

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ianni Baroni e il figlio Walter ormai da una vita restaurano con passione Jaguar, Daimler, Aston Martin, Rover, MG e Triumph, in modo totale e in ogni dettaglio (telaio, carrozzeria, meccanica, impianto elettrico e interni utilizzando solo pezzi originali o provenienti da strutture artigianali inglesi).

Ciao Walter, cominciamo questa breve intervista su Baroni Legend dalla fine, puoi dirmi quale è la storia dalla E-Type bianca del restauro che avete appena concluso? Abbiamo trovato questa E-Type (E-Type 4.2 prima serie del 1966, telaio 1E1312 X) negli Stati Uniti in stato di totale abbandono (vedi foto). Ho una persona

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di fiducia che gira in lungo e largo gli Stati Uniti per me in cerca di auto inglesi da portare in Italia e restaurare. Altre auto ci vengono portate dai clienti, ognuna


in uno stato diverso e ognuna con la propria storia. Le auto che arrivano dagli Stati Uniti sono solitamente ferme da almeno 30 anni. Se si è fortunati le troviamo all’asciutto in Stati caldi, altrimenti arrivano conciate molto male. Questa non era messa malissimo, abbiamo comunque dovuto cambiare i sottoporta, i tralicci, il telaio anteriore, il fondo del baule e le due vasche poggiapiedi».

Quali sono i vari passaggi del restauro? «Prima di tutto dobbiamo smontare tutta la meccanica, procedendo con motore e cambio, poi gruppo differenziale, sospensione anteriore, smontaggio interni e impianto elettrico. Tiraggio a lamiera di tutta la scocca a mano (non sabbiata o ad acqua). Fare il punto della situazione dei lamierati, mettere l’auto in

dima e procedere con il risanamento. Mentre l’auto è in lattoneria si procede con lo smontaggio al banco di tutta la meccanica, si verificano gli ingranaggi cambio e differenziale, lo stato d’uso dell’albero motore, etc. Nel frattempo si chiede a Heritage Jaguar per l’abbinamento dei colori. Si sostituiscono poi canne e pistoni, bronzine catene e valvole, l’impianto frenante e il gruppo differenziale. Si sostituiscono tutti i cuscinetti, si effettua la revisione degli strumenti e la revisione al banco del cambio. L’auto dopo la lattoneria passa al premontaggio. Verifica di tutte le aree, se tutto va bene si passa alla verniciatura di cui il cliente ha visionato precedentemente un esempio su una lamiera 60x60 e che solitamente porta a casa per apprezzare il colore con calma. Arrivano poi gli interni dall’Inghilterra e si prepara l’ossatura dei sedili. Si ritirano le cromature dopo averle

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provate sulla scocca e si prosegue con il montaggio della meccanica e dell’impianto elettrico, poi guarnizioni e cromature e per ultimo interni e gomme».

Fate tutto da voi? «Facciamo tutto qui da noi a parte la carrozzeria».

Su quali Jaguar state attualmente lavorando? «Abbiamo in lavorazione quattro XK120, sette E-Type, due XK150, tre MK2. Una E-Type è una preserie prodotta in soli 385 esemplari prima del flat floor. L’abbiamo trovata abbandonata negli Stati Uniti, completa e messa discretamente, ma comunque da restaurare completamente. Il proprietario una volta resturata vuole portarla a un’asta negli Stati Uniti».

Quanto durano generalmente i vostri restauri? «I nostri restauri durano da un minimo di 8 mesi a un massimo di 13 mesi in base alle condizioni della scocca».

Riportate sempre le Jaguar che restauri allo stato originale come uscita dalla fabbrica? «Cerchiamo sempre di convincere il cliente a riportare l’auto alle condizioni originali, ma in alcuni rari casi il cliente sceglie un colore diverso, ma che esisteva comunque nella tavola Jaguar dell’epoca».

Lavorando sempre sulle macchine dei clienti non hai tempo per lavorare sulle tue. Quali Jaguar possiedi e stai aspettando di restaurare? «Ho tante auto da restaurare per me, ma come si dice, il ciabattino va con le scarpe rotte».

Quali i tuoi modelli di Jaguar preferiti? «Le preserie, XK120, XK140, XK150, MK2, E-Type. Sono affascinato dalle pre-produzioni, dal vedere e toccare con mano il lavoro artigianale delle auto prima delle modifiche».

Cosa pensi dei nuovi modelli di Jaguar? «Chiamiamo questi modelli Jaguar New Generation, se ci salite dentro non hanno lo stesso odore delle macchine tedesche? Le ultime Jaguar classiche per me sono la serie XJS e la terza serie XJ. Il cliente Jaguar è cambiato, tende a seguire la moda e sta attento agli optional. Certo pretendere di costruire di nuovo una Jaguar con certi criteri, soprattutto di design, costerebbe troppo e forse non sarebbe nemmeno capita. Direi che è finita un’epoca, e i veri appassionati sono rimasti in pochi, confidiamo nei loro figli!».

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Grand Hotel Tremezzo Un’icona sul Lago di Como a cura di: Stefano Pegli

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embra ieri quando le luci del Grand Hotel Tremezzo, perla di eleganza e di ospitalità del Lago di Como, si accendevano in una meravigliosa notte d’estate. Era il 10 luglio del 1910, nel cuore della Belle Epoque. Oggi, 108 anni dopo l’atmosfera sognante è ancora la stessa. Il Grand Hotel è un autentico palace in stile Liberty, un hotel 5 stelle lusso dove ritrovare il fascino intatto della villeggiatura e il piacere di un’ospitalità morbida e sorridente. Qui, il panorama su Bellagio e sulle Grigne è incantevole, unico, perché unica è la posizione sulla sponda

del lago. Per accogliere gli Ospiti c’è tutto un mondo di tentazioni da scoprire, che insieme danno vita a quella che viene chiamata T Vacanza. Una vera esperienza. La gioia di un soggiorno che ha atmosfere e sapori come solo qui a Tremezzo. Interni d’epoca curati in ogni dettaglio accolgono e avvolgono gli Ospiti. Sale e saloni si inseguono, aprendosi uno dietro l’altro, affacciandosi il più delle volte con grandi finestre sul lago. Il Grand Hotel Tremezzo dispone di 90 tra camere e suite, tutte caratterizzate da una vista mozzafiato sul lago o sul parco secolare di 20.000 mq.

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La raffinata T Spa offre oltre 1.000 mq. di spazio dedicato al benessere ‘a misura di lago’ firmati ESPA. Con la sua splendida piscina coperta con vista panoramica, le sue lussuose cabine trattamento, il nail studio, una privatissima “Spa Suite” e un prezioso Hammam di ispirazione orientale, completa la sua offerta con un’ area umida, con sauna vista lago, bagno di vapore e bagno mediterraneo. A renderla ancora più speciale sono le sale d’epoca della settecentesca Villa Emilia, con soffitti affrescati e pavimenti in mosaico. Le Rooftop Suite finemente arredate dispongono di una terrazza privata, jacuzzi all’aperto, servizio di maggiordomo ed una vista panoramica sul lago.

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L’hotel dispone di tre piscine: WOW - Water On the Water - una piscina galleggiante proprio di fronte alla spiaggia privata; la Piscina dei Fiori, letteralmente circondata da giardini e fiori e l’Infinity Pool della T Spa. L’hotel offre un’ampia varietà di esperienze culinarie: la cucina raffinata del ristorante “La Terrazza”, offre un menu firmato dal Grande Maestro della cucina italiana Gualtiero Marchesi. In alternativa, l’“Escale Trattoria & Wine Bar” presenta piatti dal sapore contemporaneo, il “T Pizza”, immerso negli splendidi giardini dell’hotel, dove gli ospiti possono gustare la


pizza cotta nel forno a legna o il “T Beach”, per gustare deliziose grigliate di carne e pesce a bordo lago. Nella deliziosa corte dell’hotel si apre il “T Shop”, esclusivo negozio dove acquistare i simboli dell’eleganza del Grand Hotel Tremezzo. Scelte con amore ed estrema raffinatezza dalla famiglia dei proprietari, le collezioni, riassumono il gusto inconfondibile del saper vivere italiano, di cui l’hotel è uno dei massimi interpreti. Gli ospiti del Grand Hotel Tremezzo possono ritrovare quella familiarità con le acque del lago sulla nuova waterlimo del Grand Hotel Tremezzo, per scoprire l’eleganza, la freschezza e la disinvoltura nella

navigazione che hanno reso memorabili le gite di un tempo. La magnifica “waterlimo Batt” e la sua ricchissima e sofisticata cambusa, sono i compagni di viaggio ideale per un romantico tour, un picnic, un bicchiere di champagne al tramonto, navigando alla scoperta delle perle del Lago di Como, da Bellagio all’Isola Comacina, da Villa Balbianello a Villa Melzi, senza dimenticare gli approdi più segreti. Agli appassionati di sport, fitness e golf, il Grand Hotel Tremezzo offre un ricco ventaglio di attività e di proposte. Ce n’è per tutti i gusti e per ogni livello di pratica, direttamente in albergo o negli immediati dintorni, avete solo l’imbarazzo della scelta. Allenarsi

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al “T Fitness”, godersi una partita a Tennis nel campo in terra battuta da dove si può cogliere una splendida vista del lago, delle montagne e dei paesi intorno. Jogging, Sport Acquatici, Trekking e Mountain Bike, Paracadutismo, Equitazione. E per gli appassionati di Golf sette dei migliori campi da Golf italiani a 18 buche sono situati nelle vicinanze dell’hotel, per rendere perfetta anche la vacanza dei golfisti più esigenti. Da quest’anno il privilegio di poter soggiornare in Villa Sola Cabiati, meravigliosa residenza settecentesca

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dei Duchi Serbelloni, oggi gestita dal Grand Hotel Tremezzo nella tradizione della più raffinata ospitalità italiana. Gli ospiti, in forma esclusiva, per un minimo di tre notti vivono così il privilegio di un’eleganza d’altri tempi, avendo a disposizione sei affascinanti suite, il grande parco-giardino con piscina, e le sale affrescate dalla scuola del Tiepolo per una cena a lume di candela preparata dal proprio chef privato. T. +39 034442491 – www.grandhoteltremezzo.com


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place

Menaggio e Cadenabbia Golf Club Il Circolo di Golf più “British” d’Italia. a cura di: Stefano Pegli

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l Menaggio & Cadenabbia Golf Club è stato fondato nel gennaio 1907 ed è il secondo Golf Club più antico d’Italia. Sul finire dell’800 il Lago di Como era una delle mete più frequentate dal turismo d’elite anglosassone che aveva trovato un’area ideale tra Menaggio, Tremezzo, Cadenabbia e Bellagio, dove erano sorti alberghi e ville per ospitare una comunità in un continuo crescendo. Erano soprattutto industriali e commercianti tessili uniti dallo stesso business e dall’ amore per questi luoghi. Con l’ intento di ricreare l’ ambiente familiare inglese, anche se in un contesto diverso e dal clima decisamente migliore, quattro gentiluomini Inglesi si riunirono il 10 Gennaio 1907 per fondare il Menaggio e Cadenabbia Golf Club. Fu costruito un primo percorso di 9 buche, che verrà ampliato negli anni seguenti, portandolo a 18 buche. Il campo fu completamente ridisegnato nel 1965 e l’“English style” regna ancora oggi sovrano sul percorso e nelle sale del Circolo,

punteggiate da pregiate stampe d’epoca, come quella che raffigura Tom Morris “grande” di St Andrews, che lo storico del Royal & Ancient Golf Club scozzese, R.A.L. Burnett, donò nel 1985 ad Antonio Roncoroni, per suggellare un’autentica amicizia fra i due Circoli. Ci sono posti in cui è sufficiente un semplice sguardo per esserne immediatamente conquistati. Menaggio e Cadenabbia Golf Club è uno di questi. Prima di un Circolo di Golf è un luogo senza tempo, dal fascino discreto ed elegante, capace di incantare e travolgere allo stesso tempo chiunque lo visiti. La sua riservatezza, l’atmosfera magica che si respira, la cordialità e l’attenzione della sua gente. Ogni piccolo dettaglio contribuisce a rendere Menaggio e Cadenabbia Golf Club una tra le mete preferite non solo di appassionati golfisti provenienti da ogni parte del mondo ma anche di molti personaggi famosi, politici, regnanti, attori e campioni dello sport. Tutti allo stesso

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modo conquistati e innamorati dal suo fascino unico, capace di rendere ogni visita un’esperienza davvero indimenticabile. La posizione sopraelevata del campo consente la vista di incantevoli scorci paesaggistici del Lago di Como. Menaggio e Cadenabbia Golf Club è infatti incastonato tra le colline di Grandola e Uniti sopra Menaggio ed è un percorso prealpino decisamente mosso. E sotto l’attuale presidenza il percorso ha ricevuto ulteriori modifiche. Le piante sono cresciute, i fairways si sono stretti ed il campo si presenta molto delicato. Da qui l’ideazione del motto “Far and Sure”, lontano e sicuro. Sembra essere un suggerimento molto indicato al giocatore che affronta per la prima volta il percorso. Dai tee di partenza è importante individuare il punto giusto al quale mirare per poi giocare al meglio il colpo al green. Una culla del golf, in puro stile britannico, affacciata sul Lago di Como, con un percorso naturale dal fascino antico. Il Menaggio & Cadenabbia Golf Club è tutto questo. T. +39034432103 - www.menaggio.org

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la foto Jaguar Race Taxi Experience con la XJR575

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Cars

Series 1.5, la gemma rara testo: Paolo Pysa foto: Silverstone Auction

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a E-Type Series1 (come venne successivamente battezzata) veniva proposta inizialmente solo per il mercato estero; era il 1961 quando su questo modello di auto veniva montato il motore Jaguar XK a sei cilindri da 3,8L e alimentato da una tripletta di carburatori SU. L’auto ha continuato ad essere sviluppata nel tempo con i primi importanti cambiamenti che arrivano nel 1964, come l’aumento della cilindrata che raggiunse la capacità di 4,2 litri. Non c’era mai una specifica fissa o una designazione ufficiale per questo modello provvisorio, fino all’arrivo della Serie 2, così le prime E-Type vennero battezzate ufficialmente Series1, mentre i progetti intermedi a cavallo tra le Series 1 e 2, presero il nome di Series 1.5. La Serie 1.5 porta segni distintivi all’anteriore come i fari senza vetro, poi mantenuti nella Serie2, mentre al posteriore mantiene alcuni dettagli della Serie1, come le luci posteriori e gli indicatori di direzione posizionati sopra i paraurti (la Serie2 invece montava i fanalini posteriori sotto i paraurti). È indubbiamente una delle varianti più rare di E-Type in quanto solo 1.942 sono state realizzate con guida a destra e, di queste, solo 320 di tipo Roadster. Gli enthusiasts affermano che questa versione è più agile e potente grazie al motore da 4,2 litri accoppiato ad un cambio sincronizzato e conserva l’aspetto favoloso delle vetture precedenti. Naturalmente ci sono aficionados per ogni iterazione di E-Type dalle prime “fondo piatto” (flat-floor), a quelle con scatola del

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cambio Moss-gearbox e auto skinny-seat (dai sedili sottili e avvolgenti) fino ai cultori del V12 Series 3; tuttavia, i veri intenditori, le persone che sanno davvero la storia delle Jaguar, suggeriscono che, possedere un pezzo marchiato Series1.5, mantenuto e configurato correttamente, rappresenterebbe il massimo. La targa RDO 171 conferma che questa è un’autentica serie 1.5 con guida a destra, nata Regno Unito, rifinita in un perfetto blu opalescente argenteo con interni in pelle blu scuro. Immatricolata per la prima volta nel novembre 1967, fu consegnata a un certo Mr. Alastair Gilchrist di Esher nella Contea del Surrey; costui ne fu proprietario per undici anni. La targa RDO 171 rimase nel Surrey anche dopo essere stata venduta al Signor John Lucas che ne fu proprietario per trentaquattro anni prima di essere acquistata dal venditore della Silverstone Auctions, che ha goduto di questa bellissima E-Type per sei anni. Sotto la sua cura, questa 1.5, si presenta oggi in condizioni meravigliose, perfettamente restaurata grazie anche agli esperti del Marchio M&C Wilkinson – Jaguar Spares & Specialists: questo team di ingegneri della meccanica hanno reso motore, cambio, frizione e freni come questa Jaguar E-Type 4.2 Roadster Series 1.5 fosse appena uscita dalla fabbrica!

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1967 Jaguar E-Type 4.2 Roadster Series 1.5 Unità con guida a destra Provenienza Regno Unito; in 40 anni due proprietari. Completo rifacimento di motore, cambio, frizione e freni . Carrozzeria e interni completamente rinnovati nel 2016. Nuova capote e nuove gomme.

Registrazione/targa: RDO 171 Numero telaio: IE 1915 Numero motore: 7E13795G Motore: 6 cilinders Cilindrata: 4.200cc Anno di nascita: 1967 Battuta dalla Casa d’Aste Silverstone per 105,750 £.

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excellence

spadolini svela il Concept 85m Supply vessel

Tommaso Spadolini svela i dettagli del layout del Concept 85m Supply Vessel di Rosetti Superyachts.

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l designer fiorentino Tommaso Spadolini ha divulgato le sezioni verticali del Concept 85m Supply Vessel con Helipad sul ponte di poppa. I disegni svelano alcune delle speciali e uniche caratteristiche del progetto: • Ponte armatoriale su due livelli con terrazza privata a prua • Salone principale e beach club sotto l’helipad poppiero • Passaggio chiuso che collega il ponte poppiero con gli alloggi a prua «La sfida più grande era creare qualcosa di differente rispetto agli expedition vessels esistenti» spiega Spadolini. «Ho studiato molto attentamente il mercato e ne è nato un design esterno mascolino e senza fronzoli, ma sono i piani generali che rendono davvero diverso questo progetto».

La disposizione del ponte di poppa, in particolare, offre soluzioni uniche disegnate per esaltare la vocazione da expedition yacht o supply vessel di questo progetto. Al fine di ottimizzare le manovre dell’elicottero, l’helideck certificato è correttamente posizionato il più lontano possibile dagli alloggi degli ospiti e dalle sovrastrutture di prua. Arrivando in elicottero, l’armatore può camminare dall’helipad alla sovrastruttura prodiera lungo un passaggio dedicato e accedere direttamente al proprio appartamento su due livelli. All’arrivo, gli ospiti possono essere accolti nell’enorme salone principale inferiore – completo di dispensa, day toilet e terrazza poppiera – per poi procedere lungo il passaggio coperto sul ponte principale per raggiungere i loro alloggi a prua. Sotto il salone principale, sul lower deck si trova un altrettanto spazioso beach club con piattaforme laterali apribili, bar, sauna e area massaggi, oltre a un accesso diretto alla zona tender.

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Tommaso Spadolini ha sviluppato nel tempo diversi layout, ma il progetto di Rosetti Superyachts gli ha garantito i volumi per realizzare al meglio il suo concept. «Nonostante i notevoli volumi del ponte dedicati al tender e ai giochi, sono riuscito a sviluppare uno yacht con un volume di oltre 2.000 gross tons diviso tra la sovrastruttura prodiera e l’area ospiti sotto all’helipad» spiega il designer «Il passaggio aperto/coperto che collega le due aree è una soluzione unica su uno yacht ispirato agli yacht da lavoro». Il grande appartamento armatoriale è sviluppato su due livelli. La master suite con bagni His and Her è situata sull’upper deck e una scala privata collega con il ponte privato soprastante, che presenta una lounge e una terrazza open-air con vasca idromassaggio con vista sul ponte prodiero.

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Quattro cabine ospiti con bagno privato e cabina armadio sono situate sul ponte principale, concepito intorno alla lobby centrale e all’ascensore che serve tutti e cinque i ponti. Il lower deck accoglie la cucina e gli alloggi dell’equipaggio (ulteriori cabine per l’equipaggio sono poste a prua del ponteprincipale). Il bridge deck con timoneria, cabina del capitano e area comunicazioni/ufficio è interamente dedicata alla navigazione e offre la massima visibilità. The under-lower deck ha accesso diretto alla sala motori e ospita officina, lavanderia, cella frigorifera, dry store, deposito biancheria, deposito dei rifiuti e altre aree tecniche. Essendo un progetto full-custom, gli

armatori possono scegliere il proprio interior designer, sebbene Spadolini abbia sviluppato una proposta interna che descrive come “contemporanea e confortevole ma non sfarzosa”. «Non essendo costretto dai limiti di uno yacht tradizionale o dalle richieste di uno specifico armatore, ho potuto creare soluzioni che rompono la tradizione», racconta Spadolini. «L’85m è disponibile anche con helipad a centrobarca, ma la versione con helipad a poppa è senza dubbio la più pura espressione di un expedition yacht o di un supply vessel. Capace di viaggiare ovunque e realizzabile con costi relativamente bassi, è lo yacht più autentico che io abbia disegnato nei miei quarant’annidi carriera».

Studio Tommaso Spadolini Lo studio Tommaso Spadolini celebra 40 anni di attività nel 2018. Architetto e designer: Tommaso Spadolini è uno dei più qualificati rappresentanti delle eccellenze culturali Italiane e proviene da una famiglia fiorentina di architetti; il padre, Pier Luigi, a partire dagli anni ’60 è stato autore di diversi progetti di imbarcazioni, tra le quali la celebre serie Akhir dei Cantieri di Pisa. Timeless classic: questa è la definizione più internazionale dello stile Spadolini. Linee pulite, essenziali, sobrie e senza tempo, volte a creare un design al servizio della funzionalità che nasce dalla continua interazione con l’armatore. Interazioni che nella maggior parte dei casi si sono ripetute fino a fidelizzare i clienti nel corso degli anni, diventando rapporti personali e di lungo respiro. Progetti dedicati ad una committenza di alto livello, sensibile ed esigente, come il Fortuna progettato per la Famiglia Reale spagnola, il primo yacht a superare i 70 nodi di crociera, oppure Nina J, 42 metri - vincitore del World Yachts Trophies nel 2006 a Cannes. Risale al 2011 Numptia, il 70 metri costruito da Rossinavi che vince i World Superyacht Awards nel 2012.

Un design al servizio della funzionalità: stilema riconoscibile in ogni progetto Spadolini, elaborato negli anni, dall’esordio con Canados, lunga collaborazione che ha visto nascere oltre 100 barche, sino al Don Giovanni di Aprea selezionato per il Compasso d’oro. La profonda conoscenza del mare e dei segreti della navigazione unita a un personalissimo estro creativo, segna con forza la progettazione di Tommaso Spadolini e del suo studio. Capace di indicare nuove strade e nuovi trend, è stato il primo progettista a intuire che l’aumento dei volumi interni avrebbe rivoluzionato l’intera industria dei superyacht.

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la moda che fa storia

a cura di: Virginia Hill

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Palazzo Morando, oggi “Museo Costume Moda Immagine”.

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Milano si pensa al futuro della moda. Non a come ci si vestirà nel futuro, ma a come preservare la memoria della moda per chi la vorrà conoscere nei tempi a venire. Mostre temporanee, a Palazzo Reale si è appena conclusa una mostra dedicata alla moda italiana nel periodo 1970 – 1990, e progetti più a lungo termine con archivi e collezioni di case di moda messe a disposizione del pubblico in modo permanente. Nel 2018 Milano non ha ancora un vero Museo della Moda. Fatto che sbalordisce gli stranieri, abituati a grandi città della moda come New York, Parigi e Londra, dove per ognuna di queste città possiamo contare su almeno due grandi musei, oltre a realtà più piccole ma non meno importanti. Quindi cosa offre Milano al ‘fashion tourist’ oltre agli splendidi negozi del Quadrilatero della moda? Proprio in quella zona di algida e rarefatta eleganza, troviamo palazzo Morando, oggi intitolato “Museo Costume Moda Immagine” in via Sant Andrea. Nella cornice del delizioso palazzo settecentesco della famiglia Litta, ancora con arredi originali, da tempo, ha trovato casa parte della vasta collezione

di abbigliamento appartenente alle Civiche Raccolte di Arte Applicata della città di Milano. Il palazzo, già “Museo della città di Milano” da decenni ed allestito con numerose opere che rappresentano la città stessa, ha dovuto far spazio a questa nuova realtà. I fondi limitati sono il problema principale di questo museo. Spazi per mostre temporanee sono stati ricavati al piano terra, ma lo spazio adatto a mettere in mostra abiti ed accessori in modo permanente rimane minimo. Gli stilisti milanesi per fortuna cominciano a capire l’importanza di “educare” alla moda e non solo allo shopping. Due realtà molto importanti in questo senso sono vicine l’una all’altra, in zona Tortona a Milano. Giorgio Armani, così come gli eredi di Gianfranco Ferré, hanno creduto nello sviluppo di questa zona ex industriale della città e vi hanno portato i propri archivi. La Fondazione Gianfranco Ferré nasce nel 2008, all’indomani dell’inaspettata scomparsa dello stilista. In un secondo tempo verrà acquistato lo spazio attuale in via Tortona per allestire l’archivio cartaceo ed una selezione di capi a rotazione (i migliaia di capi

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Gianfranco Ferré.

Gianfranco Ferré, abiti kimono,1986-87.

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Ferré pubblicità couture, 1994.


Archivi Fondazione Ferré, Milano.

personalmente selezionati da Ferré dopo ogni sfilata e raccolti meticolosamente come memoria storica, sono oggi ospitati in un apposito sito con condizioni climatiche conservative adeguate). La Fondazione accoglie i visitatori su appuntamento e permette di visionare abiti, bozzetti, disegni tecnici, opere d’arte e oggettistica varia collezionata dallo stesso stilsta. Il materiale è collocato su scaffali a vista e basta chiedere per vedere. La mission della Fondazione è proprio quella di condividere con studenti ed addetti ai lavori l’enorme patrimonio lasciato dal grande stilista.

Alcuni bozzatti di Ferré.

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Armani Silos, vetrata ed esposizoni abiti.

Giorgio Armani,completi donna uomo,1989.

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Armani, Vogue IT 1980.

In via Bergognone, poco distante, troviamo gli archivi di Giorgio Armani, altro titano indiscusso della moda italiana, da più di quarant’anno sulla cresta dell’onda. Un lungo periodo durante il quale partecipa alla creazione dell’“Italian Style” così osannato ovunque dalla fine degli Anni 70 ad oggi. Armani ha costruito un impero, migliaia di dipendenti in tutto il mondo, fatturato stellare, stile inconfondibile. Nel 2015 ha deciso di condividere la sua storia in modo permanente con la città di Milano e gli appassionati di moda che la visitano. Ha costruito un edificio ad hoc, in stile minimalista e quasi monastico come gli si addice, per mettere in mostra parte dei propri archivi. I capi provengono anche qui da una sapiente selezione fatta dallo stilista al termine di ogni stagione e conservati religiosamente. Qui si può ammirare ma non toccare:


Armani ad Barney’s, NY,1978.

Armani, 1978c.

ogni abito è esposto su un manichino trasparente così da far vedere anche l’interno, la lavorazione, il fiore all’occhiello del made in Italy. Non troviamo materiale cartaceo, ma all’ultimo piano una serie di postazioni da dove si può accedere agli archivi virtuali, utilissimi per studenti e storici della moda.

enormi cambiamenti avvenuti nella società, nonché nei sistemi di produzione industriale a cavallo tra gli Anni 60 e 70. Modernizzazione sì, ma senza rinunciare alla qualità: dal tessuto, la lana del Biellese, la seta del Comasco, il pellame con le concerie del trevigiano e le manifatture toscane di borse e scarpe.

Le due realtà, Ferré ed Armani, apparentemente agli antipodi, condividono però un pensiero importantissimo: la consapevolezza dell’importanza della memoria storica. L’oggetto come testimone, che in questo caso parla di un vero e proprio fenomeno industriale e culturale avvenuto in Italia tra gli Anni 70 e gli Anni 80 del secolo scorso. L’Italia si può giustamente vantare di aver visto per prima la nuova strada che la moda doveva intraprendere per sopravvivere agli

Il sistema moda italiano ha molto da raccontare, storie di successo, rigore, stile e qualità. Grazie all’apertura al pubblico di archivi e musei si trasmetterà questo unico ed importantissimo ‘Heritage’ a future generazioni ed al mondo intero. Possiamo solo augurarci che altri stilisti e celebri brand della moda italiana penseranno anche loro al futuro, investendo oggi nella creazione di archivi e musei aperti a tutti per celebrare la bravura e l’unicità della moda italiana.

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story

Un Jaguaro accarezzato in Italia Andiamo a narrare la storia di un’auto costruita in Inghilterra il 25 maggio 1955, stiamo parlando di una Jaguar XK140 SE CoupÊ (numero di telaio S814286). testo: Paolo Pysa - foto: Bonhams

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uesta Jaguar fu consegnata nuova in Francia, quindi, tramite il distributore francese Charles Delecroix, raggiunse la sua prima proprietaria: la signora Jeanne Gaymard di Parigi. Questa è una delle 286 voiture coupé costruite con guida a sinistra e marchiata con il numero di carrozzeria J4457; la combinazione dei colori originali era crema con interni blu a due tonalità. Era il 1957 quando l’auto, purtroppo, fu coinvolta in un incidente dove venne danneggiata gran parte della carrozzeria. Dato che, dopo il sinistro, il corpo della Jaguar era irreparabile, rimase ferma fino a quando l’auto passò sotto gli occhi del famoso carrozziere italiano Giovanni Michelotti, amante del Marchio Inglese, che decise di usare questa sfortunata auto per compiere una delle sue opere di trasformazione. Si dice che Michelotti abbia progettato tre corpi dedicati alla XK140 in quel periodo, tutti e tre diversi,

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per rendere questa vettura unica. Il Mastro Lamierista italiano lavorò sulla carrozzeria disastrata della Jaguar donandole una nuova struttura filante in puro stile fastback che, negli Anni Cinquanta era considerata veramente all’avanguardia. Nel corso della ricostruzione, gli interni, compresa la strumentazioni, sono stati tutti modificati secondo il design esclusivo di Mr. Michelotti. Con l’aiuto dell’esperto professionista Sebastian Hoffman, specialista della FSP tedesca (Fahrzeug Sicherheitsprüfung Prüfstellen: Centri di collaudo e sicurezza dei veicoli) e soprattutto nei controlli delle auto d’epoca, affiancato da un caposaldo della storia dei mezzi del Giaguaro come Bernard Viart (specialista in XK140), la Casa d’Aste Bonhams è stata in grado di rintracciare e tracciare la storia di questa vettura unica al mondo.

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Nel 1979, il suddetto Bernard Viart, grande appassionato nonché scrittore di libri sulla storia di Jaguar, ispezionò questa straordinaria automobile di fronte all’antica dimora di Stephen Langton, che fu nell’Undicesimo secolo Arcivescovo di Canterbury e Cardinale nel Kent (ne sono testimoni le fotografie in bianco e nero dell’evento). Questa professionale ispezione venne commissionata da Roland Urban, Presidente del French Jaguar Drivers Club, nonché collezionista con un particolare interesse per le Jaguar più rare. Durante gli studi Viart notò che il motore aveva molte caratteristiche della serie C, cosa assai inusuale per un XK140. Roland Urban acquistò la XK140 registrandola a Haute Vienne, in Francia (dipartimento 87). È stato anche ipotizzato che la vettura passò nelle


mani della famosa attrice francese Brigitte Bardot, anche se non ci sono prove “schiaccianti” per confermare la novella. L’auto in seguito è arrivata in Belgio. Notiamo che i paraurti a quel tempo erano stati rimossi (anche se ancora “nel bagagliaio” dell’auto) e due piccoli faretti Marchal erano stati montati nella griglia anteriore. Nel 1999, questa XK140, raggiunse Bruxelles perché acquistata da Mr. Schepens, il coachbuilder di Gand (la rivista che mostra la Jaguar alla Fiera di Bruxelles con la didascalia “Questa macchina era di proprietà di Brigitte Bardot”). Il signor Schepens aveva già posseduto negli Anni Settanta una E-Type Series I Roadster e una Series I Coupé. La Jaguar XK140 SE by Michelotti divenne il suo orgoglio e la sua gioia! Schepens registrò l’auto e la guidò per alcuni anni

e a metà dell’anno 2000 decise di intraprendere un restauro completo che, a quel punto, era diventato una necessità. Purtroppo, il signor Schepens venne a mancare nel 2016 all’età di 80 anni, lasciando incompiuto il rifacimento dell’amata XK che rimase a riposo nel suo garage, insieme ad altre 10 auto, per molti anni.

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Durante le ricerche sulla composizione di questa speciale Jaguar è stato scoperto che il suo telaio numero S814286, non contemplava solo il montaggio di alcuni rari componenti da competizione, ma anche l’adozione di un blocco motore con la matricola E-1016-8. Questo motore sportivo era quello in uso sulla Jaguar “to race” modello C-Type - XKC016! È probabile che l’incidente che ha distrutto la carrozzeria abbia danneggiato anche il motore originale che quindi doveva essere sostituito. La C-Type XKC016 venne ritirata dalle corse nello stesso periodo, quindi è probabile che il suo motore sia stato rimosso e usato per la ricostruzione del gruppo propulsore/cambio della XK 140/S814286. Risultato delle accurate ricerche: sembra che il motore e il cambio race, siano stati installati in quest’auto per la maggior parte della sua vita, presumibilmente dal 1957 in poi. Proprio come Brigitte Bardot, che era famosa per aver collaborato con molte organizzazioni animaliste, anche il signor Schepens era un amante degli animali. Non avendo figli Mr.Schepens decise che le sue auto, dopo la sua dipartita, sarebbero state donate all’associazione Animal Rescue Center di Ghent che ora ha

battuto all’asta questa XK140 e ne utilizzerà i proventi per continuare la costruzione del loro nuovo centro per la cura degli animali. Le altre auto della collezione Schepens saranno vendute alla Beaulieu Sale di Bonhams a settembre 2018. Questa esclusiva Jaguar è completa al 100%, compresi i sedili già rivestiti in pregiata pelle così come i finestrini, i preziosi badges, tachimetro e altra strumentazione, compresa la griglia anteriore, il tutto risulta originale: comunque necessitano di ulteriori interventi di restauro. Assieme alla XK140 Michelotti è stata data una rivista di auto d’epoca risalente al 1999 (che raffigura l’auto a Bruxelles dove l’ha acquistata l’ultima proprietaria), degli estratti dal libro “Les Metamorphoses du Jaguar” di Roland Urban, alcune fotografie d’epoca degli Anni 70, 80 e 90, e i documenti di registrazione belgi. Certo che chi ha vinto l’asta si è aggiudicato una particolare pietra preziosa del mondo delle Signore a quattro ruote d’un tempo. Ah, stavamo per dimenticarci di rivelarvi a quale cifra s’è fermato il martello del banditore di Bonhams: 356.500 Euro…

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club

Jag-lovers Italia: 50 anni di XJ foto: Jag-lovers Italia

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o scorso 14 e 15 aprile si è svolto nella splendida città di Lucca il raduno del Jag-lovers Italia per il 50° anniversario della serie XJ. Il raduno è stata l’occasione perfetta per celebrare ed onorare il cinquantesimo anniversario della presentazione al Salone di Parigi della prima berlina della gloriosa serie XJ. La eXperimental Jaguar. L’esperimento è durato 50 anni e tuttora, dopo cambiamenti

e innovazioni, la XJ rappresenta il massimo tra le berline del marchio di Coventry. Sabato, è stato il presidente del sodalizio Marco Rippa ad accogliere nell’elegante location di Palazzo Pfanner, uno dei palazzi di maggior fascino dell’intera città, i Soci e i partecipanti al raduno, alla cena elegante, dove non sono macate le premiazioni e i ringraziamenti di rito.

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Periodico trimestrale dedicato agli appassionati di Jaguar Registrato al n.4 del Registro dei Periodici del Tribunale di Pesaro

PDE Comunicazione e servizi per il mondo automotive www.duccieditore.com Direzione, redazione, amministrazione: Pierluigi Ducci Editore S.a.s. Via Farneto, 2 - 61012 Gradara (PU) Tel.:+39. 331 5770456 www.jagmag.it - jag@jagmag.it Direttore responsabile: Giulia Elena Ducci Direttore editoriale: Pierluigi Ducci Hanno collaborato a questo numero per testi e foto: Pierluigi Ducci, Simona Fumelli, Marco Annunziata, Stefano Bendandi, Virginia Hill, Paolo Pisaniello, Stefano Pegli, JAG-lovers Italia. Altri contributi fotografici: Media Jaguar Land Rover, Jaguar Land Rover Italia. Silverstone Auction, Bonhams. Traduzioni: Lorenzo Rinaldi Progettazione e realizzazione grafica: Eleonora Felisatti - Udine - www.eleonorabook.it

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