Jag mag n.09

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news Nuove grafiche per la F-Type Presentata la I-PACE La nuova D-Type

Story Anno III - Periodico Trimestrale - Euro 8,00

The Leaping Cat XK100



la foto Schizzi della Jaguar I-PACE

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edito

Via libera alla guida autonoma. Sì ma… Il futuro dell’auto? La direzione è chiara e ci porterà verso un nuovo concetto di mobilità: una mobilità che sarà elettrica, connessa, condivisa e autonoma. Strade e autostrade italiane diventeranno “smart road”, parte la sperimentazione su strada dei veicoli a guida automatica. Il ministro Delrio ha infatti firmato il Decreto ministeriale previsto per l’attuazione dell’art.1, comma 72, della Legge di Bilancio 2018, che autorizza la sperimentazione delle soluzioni tecnologiche per adeguare la rete infrastrutturale italiana ai nuovi servizi smart e per i veicoli automatici. Ciò porterà, entro il 2025, alla conversione e all’aggiornamento delle infrastrutture di tutte le principali vie di comunicazione della Penisola, dando di fatto il via all’introduzione dei servizi di connettività V2X, uno dei pilastri necessari per la diffusione delle auto senza conducente. All’interno del decreto appena firmato è prevista anche la possibilità di collaudare su strada veicoli dotati di sistemi driverless. Il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti potrà autorizzare la sperimentazione di prototipi creati da costruttori, enti di ricerca o istituti universitari, vagliando singolarmente ogni progetto per assicurare che i test stradali per i veicoli a guida autonoma vengano realizzati in condizioni di sicurezza assoluta. Sarebbe interessante capire quali saranno i criteri che permetterranno le condizioni di “sicurezza assoluta”… Ho paura che vista la situazione disastrosa in cui versano le nostre strade e autostrade le condizioni di “sicurezza assoluta” non si raggiungeranno mai…

Pierluigi Ducci

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sommario News 8 16 22 26 30 34 38 44 48 52 54 56 57

I-PACE al debutto Ice test per la I-PACE California: la West Coast per la I-PACE Michelin partner di Jaguar Racing nell’I-PACE eTrophy I-TYPE 2 in pista! F-Type SVR: new Graphic Pack Nuova D-Type XJ Greatest Hits Euro NCAP F-Pace ed E-Pace da 5 stelle F-Pace si colora di una nuova luce Record per la XE SV Project 8 Nuovo Centro R&D in Irlanda JLR Company of the Year 2017 JLR prima Casa produttrice in UK CES 2018

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cars 58

Lister Thunder Il tuono segue la tempesta

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Gennaio - Febbraio - Marzo 2018

Place 66

Donnafugata Golf Resort & Spa

cars 72

1955 Jaguar XK140 MC FHC

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Excellence 78

Tesori al Motor Bike Expo

ICONS 82

Look Country inglese e le sue origini

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Story 88 94

XK 100: il mitico quattro cilindri XK The Leaping Cat

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La foto: Schizzi della Jaguar I-Pace Edito Club: Jaguar Club Italia

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i-PACE al debutto Progettata sin dall’inizio come un vero EV (Electric Vehicle), la I-PACE offre un design audace dalla grande efficienza aerodinamica e uno spazio interno di livello superiore

foto: Media Jaguar Land Rover

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a Jaguar I-PACE è il veicolo elettrico che tutti i guidatori stavano aspettando. Pulita, ecologica e sicura, la I-PACE offre prestazioni sportive sostenibili, un’intelligenza artificiale (AI) di prossima generazione e la tipica praticità dei SUV cinque posti, che consentono a Jaguar di essere all’avanguardia nell’universo degli EV (Electric Vehicles).

«Per sfruttare al massimo la nuova tecnologia di alimentazione elettrica siamo partiti da un foglio bianco, lavorando sui vantaggi offerti da un’architettura progettata per ottimizzare le prestazioni, l’aerodinamica e lo spazio interno. Il risultato è la I-PACE, una vera Jaguar elettrica e un veicolo elettrico realmente focalizzato sul guidatore. Con una I-PACE, le stazioni di servizio saranno un ricordo del passato e dopo una ricarica notturna si sveglieranno ogni mattina con un “pieno di carburante!». Ian Hoban, Jaguar Vehicle Line Director

ALIMENTAZIONE ELETTRICA Grazie ad una innovativa batteria agli ioni di litio da 90 kWh che impiega 432 celle “pouch” (a sacchetto), la I-PACE offre un’autonomia di 480 km (nel ciclo europeo WLTP). Utilizzando un dispositivo di ricarica rapida a corrente continua da 100 kW, i possessori saranno in grado di ricaricare la batteria, da 0 all’80% in appena 40 minuti. Attraverso un wall box domestico a corrente alternata da 7 kW, ideale per la ricarica notturna, sarà possibile raggiungere lo stesso livello di ricarica in poco più di 10 ore. La vettura dispone di una suite di tecnologie intelligenti per l’ottimizzazione dell’autonomia, come ad esempio il sistema di pre-condizionamento della batteria che, una volta collegata la I-PACE per la ricarica, aumenterà o diminuirà la temperatura della sua batteria per massimizzare l’autonomia prima di partire.

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Mentre gli altri parlano di futuro, noi lo costruiamo. Per realizzare la Jaguar I-PACE elettrica, la new entry della famiglia PACE, abbiamo infranto tutte le regole. L’assenza di emissioni, di particolato e di CO2, ci consente di avvicinarci sensibilmente alla nostra visione di un futuro sicuro, pulito e sostenibile. Dr Ralf Speth, CEO di Jaguar Land Rover

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PRESTAZIONI La vettura dispone di due motori elettrici progettati da Jaguar, con alberi di trasmissione passanti tra i motori stessi per una maggiore compattezza. Posizionati su ciascun asse, consentono alla I-PACE di erogare 400 CV di potenza e 696 Nm di coppia che, abbinati alla trazione integrale, assicurano eccellenti prestazioni e grande trazione su ogni superficie stradale.

L’elevata densità di coppia e la grande efficienza energetica dei motori garantiscono delle prestazioni da vettura sportiva, che le consentono di accelerare da 0 a 100 km/h in soli 4,8 secondi. Alle performance immediate si aggiungono un eccellente comfort e coinvolgenti dinamiche di guida.

L’architettura in alluminio, specificatamente progettata per questo veicolo elettrico, utilizza un’avanzata tecnologia per l’incollaggio e la rivettatura dei componenti per una maggiore leggerezza e rigidità della struttura. Insieme alla batteria, la rigidità torsionale raggiunge i 36 kNm/grado, la più elevata di qualsiasi altra Jaguar. La batteria è stata montata centralmente tra i due assi e nella posizione più ribassata possibile, chiusa tra l’alloggiamento e il sottopavimento, in modo da assicurare una perfetta distribuzione 50:50 del peso e un ridotto baricentro. Insieme al doppio braccio oscillante trasversale nell’anteriore e al sistema Integral Link nel posteriore, con sospensioni pneumatiche (opzionali) e Adaptive Dynamics, la I-PACE offre eccellenti livelli di maneggevolezza e comfort di guida.

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DESIGN Sia per il suo design che per la sua guidabilità, sulle strade non ci sarà nulla di paragonabile alla I-PACE, che è stata disegnata e progettata per sfruttare al massimo tutto il potenziale del suo intelligente sistema di alimentazione elettrica. L’elegante silhouette d’ispirazione coupé, risente delle contaminazioni provenienti dalla supercar C-X75, grazie soprattutto al cofano corto e ribassato, al design aerodinamico del tetto e al lunotto posteriore ricurvo. Questo stile cab-forward contrasta con il posteriore squadrato, che contribuisce a ridurre il coefficiente di resistenza a soli 0,29 Cd. Per ottimizzare l’equilibrio tra raffreddamento e aerodinamicità, le Active Vanes (alette attive) posizionate nella griglia, si aprono in caso sia necessaria una diminuzione della temperatura, al fine di reindirizzare l’aria attraverso la presa integrata sul cofano, omogeneizzando il flusso.

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All’interno, lo spazio è stato ottimizzato per tutti i passeggeri, mentre i sofisticati materiali, come i rivestimenti premium Kvadrat e la maniacale attenzione al dettaglio, la identificano come una vera Jaguar. Nonostante sia un SUV compatto, il design cab forward della I-PACE e il suo sistema di alimentazione le consentono di avere un abitacolo paragonabile a quello delle vetture di grandi dimensioni. Nel posteriore, lo spazio per le gambe è di 890 mm e l’assenza di un convenzionale tunnel di trasmissione consente di avere un utile scomparto centrale da 10,5 litri. Sotto i sedili posteriori è stato posizionato un vano portaoggetti ideale per computer e tablet, mentre il bagagliaio offre una capacità di carico di 656 litri, che diventano 1.453 con i sedili abbattuti.


CONNETTIVITÀ La I-PACE adotta il sistema d’infotainment Jaguar Touch Pro Duo. Grazie ad un’innovativa combinazione di schermi, sensori capacitivi e comandi tattili, il Touch Pro Duo è molto intuitivo da utilizzare. Un nuovo sistema di navigazione analizza la topografia del percorso e i dati dei tragitti precedenti, come ad esempio lo stile di guida, per calcolare con eccezionale precisione l’autonomia e lo stato di carica della batteria. Questo sistema utilizza la tecnologia “Smart Settings”, basata su algoritmi AI, per individuare le preferenze del guidatore e adeguare sia le impostazioni che l’ambiente di guida della vettura. La I-PACE lancerà anche un Amazon Alexa Skill, con cui i proprietari potranno chiedere ad Alexa informazioni contenute nell’app Jaguar InControl

Remote, come ad esempio: la mia auto è chiusa? Qual è il livello di carica? Ho abbastanza autonomia per andare al lavoro? Sarà anche la prima Jaguar in grado di ricevere gli aggiornamenti software in modalità wireless, che garantirà al proprietario di mantenere sempre aggiornato il sistema d’infotainment, le unità telematiche e la capacità di ricarica della batteria. La I-PACE sarà disponibile a partire dal 1° marzo nelle varianti S, SE e HSE insieme ad una versione First Edition, totalmente ispirata al design della concept originale. Jaguar Land Rover è impegnata costantemente nella realizzazione di un futuro più pulito e ha pianificato di prolungare la vita delle batterie del suo veicolo elettrico attraverso nuove partnership per il riciclaggio e test di rigenerazione dell’energia.

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ice test per la i-pace Jaguar I-PACE è stata testata in Svezia su ghiaccio e neve ad una temperatura di -40° c, per valutare le prestazioni del sistema AWD in condizioni estreme.

foto: Media Jaguar Land Rover

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a I-PACE, il primo veicolo Jaguar interamente elettrico, promette performance di livello assoluto sia in termini di ricarica che di prestazioni stradali. Grazie alla sua sportività, alla fruibilità e soprattutto ad una capacità di ricarica in meno di 45 minuti (utilizzando un caricatore a corrente continua da 100 kW), la I-PACE sarà l’auto perfetta per tutte le attività quotidiane, come accompagnare i bambini a scuola o semplicemente spostarsi durante la giornata, anche in condizioni climatiche con temperature al di sotto dello zero. Per questo, la I-PACE è stata rigorosamente testata sugli impegnativi percorsi e nelle estreme condizioni meteo del centro prove Jaguar Land Rover di Arjeplog, in Svezia, dove la temperatura scende fino a -40° C.

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«La I-PACE non solo si ricaricherà abbastanza velocemente da permettere ai nostri clienti di svolgere le proprie attività quotidiane, ma offrirà anche delle eccellenti performance stradali in ogni condizione climatica, anche in quelle più estreme. Oltre alla rinomata versatilità della nostra famiglia PACE, questo veicolo sarà un SUV elettrico ad alte prestazioni senza rivali». Ian Hoban, Jaguar Vehicle Line Director

Tony Westerlund, un potenziale cliente svedese, ha posto alcuni interessanti quesiti circa la fruibilità quotidiana della I-PACE alle temperature polari, soprattutto per quanto riguarda la trazione e la stabilità su ghiaccio e neve. Per rispondere alle sue domande, gli ingegneri Jaguar lo hanno invitato presso il centro di Arjeplog consentendogli di guidare in anteprima la vettura. In questo modo i tecnici hanno potuto

mostrargli in che modo l’auto sia stata testata per garantire le migliori prestazioni possibili anche alle condizioni più estreme. Prima di un viaggio, i clienti potranno ricaricare la batteria e climatizzare l’abitacolo della vettura utilizzando l’alimentazione di rete. Con temperature rigide o estremamente calde, il pre-condizionamento

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della vettura assicurerà il massimo del comfort e del benessere a bordo. L’impostazione dei tempi di ricarica e dei programmi di pre-condizionamento preferiti potrà essere effettuata sia a bordo, attraverso il sistema InControl, che in remoto attraverso il proprio smartphone. In entrambi i casi questa operazione risulterà semplice come impostare un allarme. La Jaguar I-PACE sarà presentata in diretta mondiale il prossimo 1 marzo alle ore 19:00 e il 6 marzo, sarà presente in anteprima al Ginevra Motor Show. Coloro che desiderano essere tra i primi a possederla, possono già visitare la sezione dedicata “Ne voglio una” sul sito: www.jaguar.it.

Land Rover Ice Academy La Jaguar Land Rover Ice Academy in Svezia resterà aperta fino alla metà di marzo. Quest’anno ospiterà circa 350 clienti che miglioreranno le proprie capacità nella guida sul ghiaccio a bordo di vetture Jaguar e Land Rover. Sono aperte le prenotazioni per l’anno 2019, che prevedono pacchetti da tre e quattro notti, con un prezzo di partenza di 2.990 euro a persona.

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california: la west coast per la I-Pace

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VIAGGIO TUTTO ELETTRICO PER LA JAGUAR I-PACE CHE COMPLETA I TEST FINALI A LOS ANGELES IN ATTESA DEL LANCIO NEL 2018 foto: Media Jaguar Land Rover

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n anno dopo la presentazione della Jaguar I-PACE Concept all’Auto Show di Los Angeles, Jaguar ritorna con un prototipo di produzione per i test finali di autonomia e durata, in vista del lancio mondiale nel 2018. Dal momento della presentazione, migliaia di potenziali clienti hanno cliccato sul pulsante “Ne voglio una” sul sito mondiale www.jaguar.com, per prenotare, o registrare il proprio interesse per l’attesissimo SUV elettrico.

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Fra questi, che avranno la precedenza al momento dell’apertura delle ordinazioni a marzo, alcuni fortunati sono stati invitati ad unirsi ai tecnici Jaguar durante i collaudi finali dei prototipi. Ann Voyer di Pasadena ha chiesto a Jaguar se l’autonomia della I-PACE basterà a completare il suo itinerario favorito sulla West Coast della California. Per rispondere a questa domanda gli ingegneri Jaguar l’hanno invitata ad un test sulla lunga distanza completato senza ricaricare la batteria. Il prototipo di produzione della I-PACE ha infatti viaggiato per 320 km, dal Sunset Boulevard di Los Angeles a Morro Bay, nella contea di San Luis Obispo, con una sola carica dell’evoluta batteria agli ioni di litio.

«Dopo due milioni e mezzo di chilometri di test, la I-PACE è pronta per la produzione e ha dato prova di coprire lunghe distanze con una sola carica. Il primo veicolo a batteria di Jaguar sarà anche veloce da ricaricare; il nostro obiettivo è raggiungere l’80% della ricarica nel tempo di una pausa caffè». Ian Hoban, Vehicle Line Director di Jaguar

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MICHELIN PARTNER DI JAGUAR RACING NELL’I-PACE eTROPHY 26

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Jaguar Racing ha annunciato che sarà Michelin l’Official Tyre Supplier del Jaguar I-PACE eTROPHY, che farà parte della lunga serie di competizioni motoristiche supportate da Michelin come la FIA Formula E, la FIM MotoGP e la FIA WEC. foto: Media Jaguar Land Rover

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aguar Racing ha presentato il primo partner ufficiale del Jaguar I-PACE eTROPHY. Michelin infatti, sarà l’Official Tyre Supplier del nuovo campionato che debutterà nel corso dell’anno. Durante una visita all’Autosport International, James Barclay, Team Director di Jaguar Racing, ha annunciato che Michelin sarà il fornitore ufficiale dei pneumatici di tutte le 20 Jaguar I-PACE da gara, che parteciperanno al primo campionato internazionale riservato ad auto elettriche di serie.

primo team a far parte del trofeo ed ora, con l’annuncio dell’arrivo di Michelin, la competizione guadagnerà ancora più consensi a livello mondiale, soprattutto in vista della prima gara prevista a fine 2018.

Michelin fornisce pneumatici per alcuni dei maggiori campionati mondiali come il FIA Formula E, il FIM MotoGP, il FIM Moto-e World Cup, il FIA World Rally Championship e il FIA World Endurance Championship. Il Jaguar I-PACE eTROPHY si aggiungerà presto a questa prestigiosa lista di eventi motoristici internazionali.

«Il team Jaguar Racing è davvero entusiasta di avere un partner così prestigioso come Michelin per l’I-PACE eTROPHY e siamo fiduciosi che il suo supporto contribuirà in modo determinante al successo del trofeo. Dopo il lancio di settembre e la presentazione del Rahal Letterman Lanigan Racing, come primo team del campionato a novembre, c’è stato molto interesse attorno a questa competizione e non vediamo l’ora di annunciare nuovi partner e nuovi team nei prossimi mesi».

Il Rahal Letterman Lanigan Racing (RLL) è stato il

James Barclay, Team Director Jaguar Racing

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ABOUT MICHELIN Il Jaguar I-PACE eTROPHY è una competizione che affiancherà il Campionato FIA Formula E. Sarà il primo costituito da veicoli elettrici di serie alimentati a batteria. Le gare si svolgeranno nello stesso weekend e sui medesimi circuiti cittadini della Formula E, per tutta la stagione 2018 – 2019. Il trofeo sarà riservato esclusivamente a 20 Jaguar I-PACE eTROPHY da corsa e consentirà ai team di mostrare il proprio talento e le proprie performance di guida, gareggiando a livello mondiale in competizioni a zero emissioni. Nella contea di Warwickshire (Regno Unito), la divisione Jaguar Land Rover Special Vehicle Operations sta costruendo le vetture che parteciperanno alla competizione. A partire dalla stagione 2018 – 2019

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Michelin, azienda leader nel settore dei pneumatici, si impegna costantemente nel migliorare in modo sostenibile la mobilità, ideando servizi e soluzioni per soddisfare le esigenze dei propri clienti, offrendo servizi digitali, mappe e guide che rendono i viaggi delle esperienze uniche, oltre a sviluppare materiali di elevata tecnologia per l’industria automobilistica. Con sede a Clermont-Ferrand, in Francia, Michelin è presente il 171 paesi, ha 111.700 dipendenti e gestisce 68 impianti produttivi in 17 paesi, che nel 2016 hanno prodotto un totale di 187 milioni di pneumatici. www.michelin.com


JAGUAR I-PACE eTROPHY Il pacchetto completo “Arrive and Drive” per l’IPACE eTROPHY comprende: della Formula E, Jaguar Racing offrirà, ad un massimo di 20 piloti, la possibilità di gareggiare in modalità “Arrive and Drive”. Le auto da corsa sono basate sulla Jaguar I-PACE, la prima vettura stradale elettrica del brand, che sarà commercializzata quest’anno. L’impegno dell’azienda nelle competizioni con le auto elettriche si allinea alla scelta di inserire, a partire dal 2020, una versione elettrica nella gamma di ogni modello Jaguar Land Rover.

«Siamo partner della Formula E sin dall’inizio e, grazie al Jaguar I-PACE eTROPHY, siamo entusiasti di estendere la nostra presenza nelle competizioni con le auto elettriche. Il trofeo è nelle sue fasi iniziali e non vediamo l’ora di lavorare al fianco del team Jaguar Racing nel lancio del primo campionato internazionale riservato alle auto elettriche di serie». Pascal Couasnon, Michelin Motorsport Director

›› Ingresso alle 10 gare del campionato mondiale a supporto del FIA Formula E; ›› Supporto tecnico professionale, dalla preparazione della vettura allo studio dei dati tecnici; ›› Logistica completa per vetture, parti di ricambio ed equipaggiamenti; ›› Pneumatici e materiali di consumo; ›› Rimessaggio per i weekend di gara; ›› Presenza sui mezzi di promozione e marketing Jaguar Racing e Formula E; ›› Ospitalità per i concorrenti con possibilità di acquistare ulteriori posti per sponsor e ospiti; ›› Abbigliamento da gara per ogni pilota; ›› Copertura televisiva dedicata al Campionato; ›› Un tipico weekend di gara comprenderà prove libere e qualifiche, seguite da una gara di 30 minuti. Location e calendario saranno soggetti ad approvazione FIA.

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I-Type 2 in pista! Al via la stagione di Formula E con il Team Panasonic Jaguar Racing. Buone i risultati raggiunti con i piloti Nelson Piquet Jr. e Mitch Evans. foto: Media Jaguar Land Rover

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l Team Panasonic Jaguar Racing è già attivo sulle piste del mondo per la seconda stagione della Formula E, il circuito di gare dedicato alle auto da pista elettriche. Con i suoi piloti Nelson Piquet Jr e Mitch Evans, mira a raggiungere alti obiettivi e per questa stagione, i tecnici hanno messo a punto un propulsore con oltre 200 nuovi componenti, in modo da ottenere una maggiore efficienza attraverso l’uso di materiali leggeri ad alta resistenza. Beneficiando di tutti i preziosi apprendimenti e degli sviluppi tecnici dello scorso anno, i tecnici confidano molto sulle nuove prestazioni della vettura. Per questa stagione, il livello di potenza è stato portato a 180 kwh rendendo le auto ancora più veloci. James Barclay, Panasonic Jaguar Racing Team Director, ha dichiarato: «Siamo molto felici di iniziare la nostra seconda stagione in Formula E ed è fantastico ritornare sulla griglia di partenza in una città così iconica. Dal nostro primo anno in Formula E abbiamo raccolto una grande quantità di dati e il team ha lavorato

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duramente per sviluppare il propulsore più competitivo possibile per la nuova stagione. Insieme ai miglioramenti apportati alla Jaguar I-TYPE 2, siamo lieti di dare il benvenuto a Nelson nella nostra squadra, con la speranza che possa arrivare con regolarità nella zona punti». Race to Innovate, la mission di Panasonic Jaguar Racing, si conferma anche in questa stagione con l’obiettivo di ispirare e coinvolgere una nuova generazione di tifosi. Come primo Premium Brand ad entrare in Formula E, Jaguar ha anche recentemente lanciato il primo campionato al mondo riservato alle auto elettriche, il Jaguar I-PACE eTROPHY, che mostrerà il legame tra il coinvolgimento del brand nella Formula E, lo sviluppo dei modelli elettrici Jaguar e il futuro dell’elettrificazione. Dalla quinta stagione, 20 Jaguar I-PACE eTROPHY da corsa si schiereranno sulla griglia di partenza nelle dieci città più iconiche del mondo. Il primo trofeo riservato alle auto elettriche di serie si svolgerà lo stesso giorno della gara della Formula E.


Hong Kong La gara inaugurale della sua seconda stagione nel Campionato FIA Formula E, in cui per la prima volta i piloti del Team Panasonic, Nelson Piquet Jr. e Mitch Evans, hanno guidato insieme, si è svolta il weekend del 2 e 3 dicembre ed è stata anche la prima con doppia sessione di gara. Mitch Evans ha realizzando una fantastica prestazione, salendo sul 3° gradino del podio, dopo aver realizzato il miglior piazzamento di sempre nelle qualifiche del team Panasonic Jaguar Racing. E si è schierato 4° sulla griglia di partenza, mostrando ulteriormente il grande potenziale della nuova Jaguar I-TYPE 2, che in questa seconda stagione nella Formula E ha tutte le carte in regola per arrivare stabilmente nella zona punti.

Un grande inizio anche per Nelson Piquet Jr., che nella gara del sabato ha immediatamente eguagliato il miglior piazzamento della passata stagione, finendo al quarto posto. Nell’E-Prix della domenica è arrivato in 12a posizione, appena fuori dalla zona punti.

«Sono orgoglioso di aver conquistato il primo podio in Formula E per il team Panasonic Jaguar Racing. Al tempo stesso mi dispiace per Daniel (Abt) che è un mio amico e un bravo ragazzo. Dopo un anno difficile nella nostra prima stagione, questo piazzamento è un grande riconoscimento per tutto il duro lavoro svolto dalla squadra. Ora festeggiamo tutti insieme il risultato raggiunto, ma già da domani torneremo al lavoro per ripeterci quanto prima» Mitch Evans

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Marrakesh - Marocco Il 13 gennaio ha preso il via il terzo E-Prix della stagione che, prima di inoltrarsi nelle strade di Marrakesh, partirà dal Circuit International Automobile Moulay El Hassan. All’ombra della medina più famosa del mondo, il tracciato di quasi 3 chilometri è uno dei più lunghi del campionato e indurrà le squadre a dare maggiore priorità alla gestione energetica. Al Marrakesh E-Prix Nelson è partito in 7a posizione raggiungendo la 4a posizione alla linea d’arrivo, mentre il compagno di team Mitch Evans in 9a concludendo in 11a posizione.

“La Jaguar I-Type 2 è andata molto forte nella seconda parte della gara e sono veramente felice. Il Team ha fatto un lavoro fantastico, impegnandosi molto e continuamente tutto il weekend. L’auto è in continuo miglioramento e il set-up in ogni gara è sempre più affidabile. Il momento è positivo fin da Hong Kong e spero di andare sul podio nelle prossime gare”. Nelson Piquet Jr.

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A Marrakesh dopo l’E-Prix anche Paul Di Resta e Pietro Fittipaldi hanno guidato la I-Type 2 nel Formula E test day, riservato ai piloti esordienti. “È la prima volta che guido durante un E-Prix e che guido un’auto di Formula E. Mi sono avvicinato con la mente aperta, provando a capire meglio come lavora l’auto e come funziona il campionato. La gara è stata molto emozionante e capisci quanto possa essere imprevedibile. È incredibile il modo in cui sta avanzando la tecnologia nelle gare automobilistiche, sono sicuro che fra dieci anni quest’auto sarà completamente diversa da quella che sto guidando ora”. Paul Di Resta «È stato grande essere con il Team Panasonic Jaguar Racing a Marrakesh. Mi ha aperto gli occhi su questo campionato. Nelson Piquet Jr. è un mio grande amico e mi ha aiutato. Sono molto sorpreso per la grande potenza che hanno queste auto. La Jaguar I-Type 2 si guida molto bene, specialmente sui circuiti stradali con dossi e curve. È incredibile quanta tecnologia ci sia dietro questa auto e quanto il Team continui a svilupparla. È lo standard più elevato che abbia mai visto e sono entusiasta di essere qui». Pietro Fittipaldi


Santiago – Cile Il 3 febbraio il Team Panasonic Jaguar Racing ha raccolto altri punti con entrambi i piloti, che si sono classificati fra i primi 10 in una gara spettacolare all’Antofagasta Minerals ABB FIA Formula E Santiago E-Prix. Nelson Piquet Jr. dalla quinta posizione nella griglia di partenza in breve ha superato Lotterer e Buemi, raggiungendo la seconda posizione. Posizionandosi tra i due piloti del Techeetah, Nelson ha lottato per il comando della gara gestendo l’energia della batteria in modo efficace e registrando tempi impressionanti. Mitch Evans ha lottato duramente guadagnare posizioni, passando dalla 20a alla prima metà della griglia. La gara l’ha conclusa settimo, ottenendo così un doppio punteggio per il Team. L’alto livello delle prestazioni di Panasonic Jaguar

Racing nella seconda stagione della Formula E ha portato il Team nella 4a posizione nella classifica a squadre con 54 punti. Nelson è 5° e Mitch è 7° nella classifica piloti.

«Una gara incredibile. Oggi abbiamo capito che la Jaguar I-Type è un’auto veramente veloce e siamo alla ricerca di un altro podio. Entrambi i piloti hanno corso bene e hanno fatto un ottimo lavoro su questo circuito impegnativo e questo dimostra che la squadra sta lavorando molto bene. Sono punti ben meritati per la squadra. Non vediamo l’ora che arrivi Città del Messico, che è stato un momento clou nella nostra prima stagione e non vediamo l’ora di tornare». James Barclay Team Director Panasonic Jaguar Racing

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F-Type SVR: new graphic Pack 34

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L’esclusivo Graphic Pack aumenta ulteriormente l’appeal della F-TYPE SVR, avvalendosi di sei colorazioni stile racing, decalcomanie “575”, prese d’aria sul cofano in fibra di carbonio, cerchi in lega forgiati da 20 pollici, battitacco esclusivi e placchetta identificativa per uno stile ancora più distintivo. foto: Media Jaguar Land Rover

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oloro che desiderano possedere una Jaguar F-TYPE SVR avranno ora una maggiore possibilità di personalizzarla, aggiungendo senza sostenere costi aggiuntivi alcuni affascinanti dettagli ispirati al mondo delle corse. I designer della divisione Special Vehicle Operations, guidati dal Director of Design Ian Callum e dal suo team, hanno creato un Graphic Pack che dona un look ancora più forte e sportivo allo stile della F-TYPE SVR da 575 CV. Queste ulteriori personalizzazioni sono state pensate per accentuare maggiormente l’eccellente lavoro in termini di aerodinamica del paraurti anteriore e dello splitter, del sottopavimento piatto, dell’ala attiva in fibra di carbonio e del venturi posteriore con cornice a contrasto, del cupolino degli specchietti e delle alette laterali inserite nel sottopavimento posteriore.

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Le decalcomanie del cofano e della sezione anteriore con la grafica “575” sottolineano la straordinaria potenza di 575 CV del propulsore 5,0 litri V8 sovralimentato, mentre le prese d’aria in fibra di carbonio e le fiancate laterali rinforzano concettualmente il tema delle alte prestazioni.

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«La F-TYPE SVR è una delle vetture stradali più dinamiche, spettacolari e veloci mai create da Jaguar. Il Graphic Pack integra perfettamente il suo carattere sportivo con alcuni stilemi legati alla tradizione». Ian Callum, Jaguar Director of Design


Il Graphic Pack della F-TYPE SVR è disponibile in sei esclusive colorazioni: • Yulong White con inserti Firenze Red • Santorini Black e Gold • Corris Grey e Ultra Blue • Caldera Red e Black • Ultra Blue e Corris Grey • Indus Silver e Black

Sviluppata dalla divisione Special Vehicle Operations di Jaguar, la F-TYPE SVR è stata progettata per essere la più veloce e la più potente di tutte le F-TYPE, mantenendo al contempo una fruibilità quotidiana. Da oltre 320 km/h di velocità massima, è in grado di accelerare da 0 a 100 km/h in soli 3,7 secondi e offre al guidatore un’eccellente maneggevolezza e una pronta risposta sia dello sterzo che del sistema frenante.

Tutte le versioni dispongono di cerchi in lega forgiati da 20 pollici con pinze dei freni in colore rosso o nero. I freni Carbon Ceramic Matrix (CCM) sono disponibili come optional, con pinze di colore giallo. All’interno della vettura, i clienti troveranno battitacco illuminati con scritta “575” e una speciale targhetta identificativa, montata solamente sulle vetture con Graphic Pack.

Il telaio della è stato migliorato potenziando le barre antirollio e gli ammortizzatori, montando giunti delle sospensioni più rigidi e pneumatici maggiorati, di 265/35 R20 all’anteriore e 305/30 R20 al posteriore. Il propulsore V8 sovralimentato da 575 CV presenta una sonorità più acuta e decisa grazie ad uno scarico in titanio e Inconel.

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“nuova� d-type Dopo oltre 60 anni Jaguar riavvia la produzione della leggendaria D-type da corsa foto: Media Jaguar Land Rover

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yton-on-Dunsmore, Regno Unito – Nel suo impianto di Coventry, Jaguar Classic riavvia la produzione dell’iconica D-type da corsa 62 anni dopo la costruzione dell’ultimo esemplare, avvenuta nel 1956. Questa settimana, il primo prototipo di D-type assemblato da Jaguar Classic, farà il suo debutto mondiale al Salon Retromobile di Parigi. Solo 25 saranno le unità costruite, rigorosamente “hand-made”, presso lo stabilimento Jaguar Land Rover Classic Works nella contea di Warwickshire. Nel 1955 Jaguar pianificò la costruzione di 100 esemplari di D-type, di cui solo 75 vennero completati. Ora, Jaguar Classic ha deciso di portare a compimento quell’ambizioso progetto, realizzando 25 nuove repliche di questa iconica vettura da corsa. La D-type, vincitrice per tre volte della 24 Ore di le Mans tra il 1955 e il 1957, era alimentata dal motore sei cilindri XK. Per i clienti di oggi, le nuove D-type saranno realizzate secondo le specifiche tecniche originali.

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«La Jaguar D-type è una delle più belle e iconiche vetture da competizione di tutti i tempi, con diversi record in alcune delle gare automobilistiche più difficili del mondo. E quella di oggi è altrettanto spettacolare. L’opportunità di proseguire il successo della D-type, completando la produzione pianificata nell’impianto di Coventry, è uno di quei progetti che rendono orgogliosi i nostri esperti di Jaguar Land Rover Classic». Tim Hannig, Jaguar Land Rover Classic Director

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La D-type è il terzo modello portato a compimento da Jaguar Classic, che nel 2014-15 ha completato la produzione degli ultimi sei esemplari della Lightweight E-type e nel 2017-18 quella delle ultime nove XKSS. La scrupolosa ricerca degli esperti di Jaguar Classic, che vantano un accesso esclusivo ai disegni e alle tavole dei progetti originali, garantisce una perfetta corrispondenza dell’attuale D-type con le specifiche dell’epoca, stabilite dall’ingegner Lofty England e dai suoi collaboratori negli anni 50. Sarà possibile scegliere tra due diverse versioni: la Short nose del 1955 o la Long nose del 1956. Il prototipo attualmente costruito è una Long nose del 1956, caratterizzato dall’ampia testata e dalle reattive pinze dei freni. Dal punto di vista estetico è facilmente riconoscibile per via del suo lungo cofano e dalla caratteristica pinna dietro la testa del guidatore.

«Ricreare le nove XKSS derivate dalla D-type è stata una grande soddisfazione oltre che un’impresa tecnica ancora più grande rispetto costruzione delle Lightweight E-type. Il progetto XKSS ci ha fornito il know how necessario per portare a termine la costruzione delle ultime 25 D-type. Ogni vettura sarà esattamente corrispondente, fino all’ultimo dettaglio, al progetto del Jaguar Competitions Department». Kev Riches Jaguar Classic Engineering Manager

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NEWS Nella foto da sinistra Tim Hannig (Direttore di Jaguar Land Rover Classic), Nicko McBrain (batterista Iron Maiden) e Wayne Burgess (Direttore Jaguar Studio).

foto: Media Jaguar Land Rover

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XJ “GREATEST HITS� Per Jaguar Classic i festeggiamenti per le celebrazioni dei 50 anni della XJ iniziano con una commessa speciale per il batterista degli Iron Maiden Nicko McBrain, grande appassionato di vetture Jaguar.

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l Motor Show di Ginevra, Jaguar Classic ha presentato la Jaguar XJ “Greatest Hits” personalizzata per il batterista degli Iron Maiden, Nicko McBrain, con cui iniziano anche le celebrazioni per i festeggiamenti del 50° anniversario della XJ. Questa speciale commessa nasce dalla collaborazione tra Nicko, gli ingegneri e i maestri artigiani del Jaguar Land Rover Classic Works di Coventry e Wayne Burgess, Jaguar Design Studio Director. Per completare il progetto sono state necessarie più di 3.500 ore di lavoro, con oltre 4.000 componenti ridisegnate, rifinite e riposizionate. Diversamente da qualsiasi altra XJ antecedente al 1984, questa vettura dispone di sostanziali modifiche agli esterni, agli interni, alla trasmissione e alle sospensioni, in modo da soddisfare tutte le richieste e i desideri di Nicko.

Principali modifiche • Paraurti anteriori e posteriori esclusivi, integrati senza soluzione di continuità nei parafanghi modificati, con speciali cromature e inserti laterali US a filo. • Passaruota anteriori e posteriori svasati e riprofilati che ospitano speciali cerchi da 18 pollici con penumatici Pirelli P Zero 235/45 R18. • Esclusivi sottoporta e aperture delle portiere posteriori modificate. • Sospensioni anteriori e posteriori aggiornate con ammortizzatori regolabili al posteriore. • Esclusive rifiniture con vernice Mauve. • Sostituzione delle maniglie delle portiere e dei cupolini degli specchietti con quelli della XJ Serie 2. • Nuovi fari a LED con luci diurne “Halo”. • Doppia bocchetta per il carburante. • Nuove guarnizioni delle portiere per ridurre la rumorosità e una maggiore insonorizzazione.

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• Touchscreen integrato con navigatore satellitare, telefono, telecamera posteriore e sistema d’infotainment.Sedili modificati con speciali schiume per un maggior comfort. • Nuovo sistema audio con presa USB e comandi in alluminio ispirati all’amplificatore della chitarra elettrica. • Pulsante Starter sul cruscotto. • Sistema di climatizzazione aggiornato. • Chiusura centralizzata con comando remoto.


All’interno, lo stile di Jaguar Classic si unisce alla comodità dei nostri giorni. I sedili sono rivestiti a mano con pelle Pimento Red, piping nero e poggiatesta goffrati. Anche i tappetini neri sono stati realizzati a mano e, insieme ai rivestimenti in Alcantara, completano la gamma delle finiture. La plancia presenta impiallacciature Sycamore in Dark Grey, il materiale preferito per i rullanti di Nicko. Ulteriori richiami alla professione del proprietario comprendono i comandi rotativi in alluminio sul cruscotto, ispirati ai controller dell’amplificatore della chitarra elettrica creati da un grande amico di Nicko, Jim Marshall, mentre i pedali con finiture cromate e nere sono ispirati alla batteria. Il volante sportivo a tre razze contiene la mascotte di Nicko, “Eddie Growler”, vista per la prima volta sulla versione speciale della sua Jaguar XKR-S 2013.

Una luce soffusa illumina il cruscotto rivisitato, in cui è stato posizionato un innovativo touchscreen Alpine con il quale è possibile gestire l’impianto audio da 1100 W, che è stato abbinato agli speaker preferiti di Nicko, quelli della Jaguar XF MY 2012. Oltre a tutta una serie di componentistica ricondizionata proveniente dall’originale XJ6 di McBrain, il motore 4,2 litri sei cilindri in linea è dotato di tre carburatori SU da 2 pollici di una E-TYPE, mentre il nuovo sistema di scarico prevede quattro terminali finemente lavorati. Alcuni componenti della prima XJ6 di Nicko, rimasta per molti anni in un terreno della casa del bassista degli Iron Maiden, Steve Harris, sono presenti praticamente ovunque. Tra questi l’iconico giaguaro del cofano, che convinse Nicko a comprare la vettura, e la chiave originale del 1984.

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euro ncap: f-pace ed e-pace da 5 stelle foto: Media Jaguar Land Rover

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F-PACE La Jaguar F-PACE ha ottenuto un nuovo e importante riconoscimento. Oltre al titolo di World Car of the Year 2017, ha infatti ottenuto le Cinque Stelle nei test Euro NCAP. Il prestazionale SUV, che ai World Car Awards 2017 ha vinto anche il titolo di World Car Design of the Year, ha fatto registrare un punteggio molto elevato nella protezione interna, con il 93% per gli occupanti adulti e l’85% per i bambini, mentre per quanto riguarda la protezione verso i pedoni il punteggio è stato dell’80%. La combinazione tra il pluripremiato design, l’innovativa ingegneria e ora le cinque stelle nei test sulla

sicurezza, rende la F-PACE la vettura ideale per tutta la famiglia. Questo risultato conferma l’eccellente livello in termini di sicurezza raggiunto da tutta la gamma PACE, dopo le cinque stelle ottenute anche dal nuovissimo compact SUV Jaguar E-PACE. La F-PACE dispone di serie di avanzate tecnologie di sicurezza come l’Autonomous Emergency Braking con Pedestrian Detection, che è in grado di rilevare il rischio di una collisione con altre vetture o con i pedoni e frenare in modo autonomo. Il sistema ha ottenuto il massimo punteggio nei test con i pedoni, evitando o mitigando gli effetti in caso di incidente in tutti gli scenari urbani.

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E-PACE La nuova Jaguar E-PACE ha ottenuto le cinque stelle nei test Euro NCAP, confermando che questa vettura tanto attesa è anche tra le più sicure del mercato. Ha fatto registrare un elevato punteggio per quanto riguarda la protezione interna, con l’86% per gli adulti e l’87% per i bambini. Ottimo anche il punteggio di 77% raggiunto nella protezione per i pedoni. La E-PACE ha ottenuto la massima valutazione nella protezione laterale così come nei test frontali e laterali per la sicurezza dei bambini. Nei test per i pedoni ha ottenuto un punteggio molto alto soprattutto nella protezione della testa in caso di collisione. È equipaggiata di serie con una completa suite di sistemi di sicurezza che comprendono anche l’Emergency Braking con Pedestrian Detection. Questa avanzata tecnologia è in grado di rilevare anticipatamente il rischio di collisione con una vettura o un pedone e frenare automaticamente l’auto. Grazie ai sistemi di sicurezza attivi e passivi, la E-PACE aiuta a prevenire gli incidenti garantendo al contempo la massima sicurezza per gli occupanti in caso di collisione. Gli avanzati sistemi di assistenza alla guida della Jaguar E-PACE comprendono: ›› Autonomous Emergency Braking con Pedestrian Detection. Emette un avvertimento sonoro e se il guidatore non agisce, innesca la frenata per ridurre l’entità della collisione o per evitarla del tutto ›› Fari LED a Matrice Laser. Utilizza l’Intelligent High Beam Assist (IHBA) e l’Adaptive Front Lighting (AFL) per dividere il fascio principale in impercettibili fasce verticali che massimizzano la luce e proiettano un’ombra sui veicoli in avvicinamento per evitarne l’abbagliamento

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›› Lane Keep Assist. Rileva l’involontario abbandono della corsia e applica contromisure correttive per mantenere la vettura in carreggiata ›› Driver Condition Monitor. Rileva l’affaticamento del guidatore monitorando gli input dello sterzo, dei freni e dell’acceleratore ed emettendo avvisi in caso di stanchezza rilevata


›› Adaptive Cruise Control con Queue Assist. Riduce automaticamente la velocità in caso di rallentamento del veicolo che precede e ripristina automaticamente la velocità impostata

›› Reverse Traffic Monitor. Avvisa il guidatore di veicoli, pedoni o altri potenziali pericoli in avvicinamento ai lati della vettura, emettendo segnali visivi e acustici

›› Pedestrian Airbag. Apre un airbag esterno in caso di collisione per proteggere i pedoni e i ciclisti dal contatto con il cofano e il parabrezza

›› Blind Spot Assist. Avvisa il guidatore con una spia lampeggiante di veicoli presenti nel punto cieco e guida la vettura in modo sicuro in caso di cambio di carreggiata.

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F-PACE SI COLORA DI UNA NUOVA LUCE foto: Media Jaguar Land Rover

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er celebrare i 70 premi vinti in tutto il mondo dal prestazionale SUV F-PACE, Jaguar ha realizzato un filmato davvero speciale. Tra i 70 riconoscimenti ricevuti ci sono anche il titolo di World Car of the Year e World Car Design of the Year 2017 e, per festeggiare questi incredibili successi, Jaguar ha realizzato un video in grado di catturare in modo spettacolare l’avanguardistica ingegneria e l’acclamato design esterno della F-PACE. Il filmato, intitolato Blacklight, mostra migliaia di goccioline rilasciate simultaneamente sulla F-PACE,

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che esaltano il suo distintivo ed elegante profilo mentre esplodono sulla carrozzeria. Con il SUV ricoperto da acqua e vernice, dei giganteschi ventilatori costringono la mistura a seguire le curve della vettura, evidenziando il flusso dell’aria sull’auto e creando una fantastica opera d’arte. Durante il suo sviluppo, gli ingegneri Jaguar hanno lavorato durante per consentire alle fantastiche linee dell’auto, create dai suoi talentuosi designer, di essere non soltanto belle ma anche funzionali. Il filmato rende omaggio alle centinaia di ore trascorse nel


perfezionare le forme della F-PACE nella galleria del vento, che hanno portato ad un coefficiente di resistenza aerodinamica di 0,34. Garantire alla F-PACE di fendere nel modo più efficiente possibile l’aria non era l’unico obiettivo. L’esterno della vettura è stato levigato al massimo per evitare il più possibile l’accumulo di impurità, specialmente nella parte posteriore del veicolo. In questo modo, il retro della F-PACE è stato disegnato per offrire la massima visibilità sia nelle avverse condizioni climatiche che stradali.

«Con il nostro primo SUV ad alte prestazioni abbiamo deciso rompere tutti gli schemi. In Jaguar siamo tutti entusiasti di come lo stile della F-PACE sia stato apprezzato in tutto il mondo. Dopo aver vinto 70 premi, volevamo creare un filmato che rispecchiasse sia il suo acclamato design che l’innovativa ingegneria che risiede in tutto ciò che facciamo in Jaguar. Il risultato è entusiasmante quanto la vettura stessa». Ian Callum, Jaguar Director of Design

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record per la xe sv project 8 La Jaguar XE SV Project 8 da 600 CV ha girato al NĂźrburgring Nordschleife in 7minuti e 21,2 secondi, il giro in assoluto piĂš veloce mai effettuato da una berlina quattro porte di produzione

foto: Media Jaguar Land Rover

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razie ad un giro da record effettuato al Nürburgring Nordschleife, la Jaguar XE SV Project 8, sviluppata dalla divisione SVO, è ora la vettura quattro porte più veloce del mondo. L’incredibile tempo registrato di 7 minuti e 21,2 secondi è di quasi 11 secondi inferiore rispetto al precedente record effettuato sul leggendario circuito tedesco, lungo oltre 20 chilometri. La XE SV Project 8 da 600 CV ha girato più velocemente di alcune delle coupé e delle supercar più veloci al mondo.

«La missione dei progettisti e degli ingegneri della SVO era di creare la Jaguar stradale più orientata alla pista di sempre, non solo in termini di velocità ma anche di agilità. Per questo, solo il rivestimento del tetto e delle portiere è rimasto inalterato rispetto alla XE di serie mentre il 75% della sua meccanica è completamente nuovo. Questo incredibile record al Nürburgring Nordschleife convalida il successo di tali estesi cambiamenti». Mark Stanton, SVO Director

«La divisione SVO è stata creata per spingersi al limite in termini di prestazioni, lusso e capacità all-terrain. La XE SV Project 8, che viene assemblata a mano, porta questo principio al massimo livello, grazie alle prestazioni raggiunte da questa compatta berlina quattro porte. Il record al Nürburgring Nordschleife sottolinea la nostra volontà di consegnare ai clienti Project 8 la Jaguar più estrema di sempre e presto potranno provare questa sensazionale berlina in prima persona». John Edwards, Jaguar Land Rover Special Operations Managing Director

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NEWS NUOVO CENTRO R&D IN IRLANDA Nuovo Centro di sviluppo software a Shannon, Repubblica d’Irlanda, dove sono previsti 150 nuovi posti di lavoro nell’area delle tecnologie relative alla guida autonoma e ed all’elettrificazione dei veicoli. Jaguar Land Rover ha confermato che nel 2018 aprirà a Shannon (Repubblica d’Irlanda) un centro di sviluppo software da 20 milioni di sterline, che produrrà 150 nuovi posti di lavoro. Insieme al Team tecnico di Jaguar Land Rover nel Regno Unito, il centro di Shannon lavorerà alla realizzazione dei progetti dell’Azienda nel campo dei veicoli elettrici ed autonomi, sviluppando nuove tecnologie di elettrificazione e guida autonoma per i futuri veicoli Jaguar e Land Rover. È stato scelto Shannon in quanto centro di eccellenza dello sviluppo software attuale e futuro. Con il sostegno dell’Irish Development Agency, il Team di Shannon inizierà sviluppando la prossima generazione di architettura dei veicoli elettrici ed esplorando le funzionalità dei sistemi avanzati di assistenza alla guida per i veicoli futuri.

JLR “COMPANY OF THE YEAR 2017” Jaguar Land Rover si aggiudica il premio “Companybest 2017” di Autobest. L’Azienda è stata nominata “Companybest 2017” da Autobest, la maggiore giuria automobilistica indipendente in Europa, formata da rappresentanti di oltre 30 Paesi, dall’Ucraina a Cipro. La giuria ha riconosciuto l’appeal e l’innovazione dei nuovi veicoli di entrambi i brand, la solidità dei risultati finanziari e della crescita, la costanza negli investimenti. Dan Vardie, Chairman di Autobest, dichiara: «Jaguar Land Rover continua ad impressionare i giornalisti della nostra giuria - ed i loro lettori - con l’incessante lancio di nuovi ed emozionanti prodotti. L’Azienda detiene anche

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un invidiabile record di crescita ed espansione, connesso a solidi risultati finanziari nonostante le difficili condizioni dell’economia». Il Dr. Ralph Speth, CEO di Jaguar Land Rover, dichiara: «Jaguar Land Rover è felice del riconoscimento della giuria di Autobest. L’Europa è una regione per noi importantissima. Nello scorso anno, i nostri clienti hanno accolto positivamente sia la Range Rover Velar che la Jaguar E-PACE e ora abbiamo in programma, per il prossimo anno, il lancio di altri veicoli emozionanti, come la Jaguar I-PACE elettrica».


JLR SI CONFERMA PRIMA CASA PRODUTTRICE DI AUTO E MOTORI NEL REGNO UNITO Jaguar Land Rover è stata nominata “Maggior produttore britannico di auto e motori del Regno Unito” per il 2017. L’Azienda britannica ha prodotto nelle sue tre fabbriche di Birmingham e Liverpool 532.107 veicoli, il 2,3% in meno del record del 2016. Gli impianti di Wolverhampton hanno prodotto 305.907 motori Ingenium. La notizia arriva con l’annuncio della Society of Motor Manufacturers and Traders (SMMT) relativo alla diminuzione della produzione annuale, verificatosi per la prima volta dopo il record degli ultimi 17 anni raggiunto nel 2016.

Dal 2010 oltre 4 miliardi di sterline sono stati investiti in prodotti ed impianti ed hanno consentito di commercializzare ben sei nuovi veicoli e due motori Ingenium. Nel solo ultimo anno fiscale 400 milioni di sterline sono stati investiti per il lancio della Jaguar XF Sportbrake e della Range Rover Velar. Le fabbriche hanno inoltre acquisito nuove importanti tecnologie di produzione e nuove strutture, a sostegno della politica di continui miglioramenti perseguita dalla Compagnia.

CES 2018 innovative tecnologie connesse di JLR La prima automobile elettrica di Jaguar, la I-PACE, connetterà il guidatore con la sua abitazione, grazie alla nuova app HomeLink Connect sviluppata in collaborazione con la Gentex. Mentre l’industria automobilistica avanza verso il 5G, i veicoli Jaguar Land Rover procedono verso la connettività ultraveloce e le innovative tecnologie connesse di Jaguar Land Rover sono presentate al CES 2018 di Las Vegas, la maggiore esposizione di elettronica di consumo del mondo. Ogni futura Jaguar Land Rover è destinata ad avvalersi dell’avanzatissima piattaforma Qualcomm® SnapdragonTM 820Am grazie alla quale i veicoli Jaguar Land Rover potranno offrire una connettività ultraveloce ed ultra efficiente, intrattenimento a bordo senza limiti e download over the air (OTA). Inoltre ci si potrà avvalere dell’esperienza coinvolgente del sistema, dell’eccellenza dei suoi schermi e della sua grafica. La nuova piattaforma è stata progettata per incrementare l’intelligenza e la “consapevolezza” del veicolo, a tutto vantaggio della sicurezza su strada. Numerosi partner hanno esposto al CES 2018 le innovazioni tecnologiche di Jaguar Land Rover, ormai pronta per la prossima generazione di tecnologie CAV (Connected and Autonomous).

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LISTER THUNDER: IL TUONO SEGUE LA TEMPESTA

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From Gaydon to Cambridge: oltre 30 anni dopo che Laurence Pearce sviluppò il progetto della Lister Le Mans e della Lister Storm, arriva sibilando la Supercharged Thunder. testo: Paolo Pysa - foto: Lister Motor Co.

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uesta preparazione è basata sulla piattaforma della già superba Jaguar F-Type, ma è incattivita dalla dotazione di una versione elaborata del già potente Jaguar 5.0 litri Supercharged V8, che ora produce un diabolico numero di hp: 666! Completano il pacchetto l’up-grade del corpo vettura con paraurti posteriore e una fascia anteriore in fibra di carbonio con 2 piccole prese d’aria laterali e una grande centrale sulla calandra a bocca di squalo, accentuata da una colorazione con stripe verde e munita del logo Lister (il cofano a richiesta si può avere in fibra di carbonio).

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Entrando nella cabina di pilotaggio si nota subito la bellezza e morbidezza della pelle Nappa (offerta in varie configurazioni) con cuciture esagonali a contrasto con filo verde; gli interni vantano un totale rivestimento, dal cruscotto alla consolle centrale così come i pannelli delle portiere ed il tettuccio; i sedili sportivi della Thunder mostrano, sempre in filo verde, cucita l’effigie del preparatore inglese. Dedizione sacra all’assetto, che ora è ancor più sport con luce da terra notevolmente ridotta grazie all’adozione di sospensioni più race e un up-grade della carreggiate, mentre la fermezza sull’asfalto è garantita


da gomme su misura, le Michelin Supersoft XL; potenziato pure l’impianto frenante by Lister con pinze dipinte di verde. Anche il sistema di scarico, con terminali avvolti in carbon fiber, è dedicato alla Thunder e dà al conducente la possibilità di controllare l’erogazione dei gas di scarico: stradale e sport.

Saranno prodotti solo 99 esemplari di Lister Thunders in totale, con 140.000 Sterline si potrà entrare nell’esclusivo Lister Drivers Club. Un curioso pettegolezzo, appena Lister ha iniziato a dare i primi rumors sull’uscita di questa nera meraviglia ha ricevuto in men che non si dica 22 prenotazioni d’acquisto, circa 3,1 milioni di sterline di ordini in sole 24 ore!

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Tiff Needell pilota automobilistico e noto conduttore televisivo britannico ha testato su pista la “666bhp Lister” e qui sotto riassumiamo le sue impressioni: Motore. La “terrificante” spinta è data dalla meccanica in lega leggera, in conformazione 8 cilindri a V da 5 litri di cilindrata con doppia sovralimentazione Supercharged: due compressori volumetrici mossi da

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cinghia che prende movimento, e corretta fasatura, scorrendo su pulegge la quale madre è fissata all’albero motore; con l’aggiunta di questi nuovi polmoni, questo engine sviluppa la “diabolica” cifra di 666hp. Modifiche. I supercharger gemelli prendono fresca aspirazione grazie all’adozione di intercoolers su misura; ciò garantisce perfetta combustione; il


filtraggio “polmonare” performante è stato studiato su misura; l’orchestra meccanica viene superbamente gestita dal Lister Engine Management (centralina by Lister). Ruote. Anteriori: 21x9 pollici; posteriori da 21x11,5”; le gomme sono Michelin Supersoft XL; impianto frenante potenziato by Lister.

Dimensioni. Lunghezza: 4475mm; interasse: 2622mm; altezza: 1290mm; peso: 1650kg; capacità serbatoio: 70 litri. Prestazioni. Potenza: 666hp a 6.000RPM; coppia massima: 720,33FT/LBS; accelerazione: da 0 a 60mph in 3,2 secondi; velocità massima: 208mph, oltre 330kmh.

Nell’ottobre del 1956, Sir William Lyons annunciò che il reparto corse di Jaguar avrebbe saltato la stagione agonistica del 1957, sottolineando quanto fosse pesante mantenere il fardello del ramo tecnico e di ricerca della divisione racing di ingegneria. La voce si sparse e arrivò la Shell-Mex BP che mostrò l’interesse di rappresentare il marchio Jaguar, quindi di divenire suo sponsor nonché di fornire completo supporto al reparto corse con la promessa da parte dei tecnici Jaguar di ottenere ottimi risultati in pista. Alla ricerca del corpo perfetto, l’orgoglio di produrre motori potenti Jaguar già ne mostrava, ora ci si doveva impegnare a fornire un corpo macchina leggero per ottenere ancor più buoni risultati in circuito. Jaguar si rivolse a un abile artigiano telaista, Brian Lister, il proprietario di Brian Lister (Light Engineering) Ltd. A quel punto Jaguar, tramite Shell-Mex BP, era pronta a fornire un motore e una trasmissione da montare su di un telaio Lister con piena soddisfazione dei vertici della casa automobilistica di Coventry supporto. La nuova vettura fu introdotta per la stagione 1957 come Lister-Jaguar. Chi dice Lister non può non conoscere la Race Car Lister Knobbly nata nel 1958 per volere del pilota inglese Mr. Stirling Moss (pluripremiato vincitore): un corpo ultraleggero spinto da una meccanica sei cilindri in linea Jaguar D-Type. …E così iniziò la fratellanza tra il tuner Lister e il marchio Jaguar. 30 anni dopo, nel 1987, sotto la nuova proprietà di Laurence Pearce, venne sviluppata un’auto sportiva su una base Jaguar XJS V12, che diventerà nota come Lister Le Mans. Negli Anni Novanta Lister ha avuto un successo stratosferico con la Lister Storm mossa da un motore Jaguar V12, trionfando al British Empire Trophy, e nel 2000 vincendo il campionato FIA GT. Da sessant’anni, il tempo e i successi ottenuti dall’unione dei due marchi automotive inglesi ha suggellato Lister come uno dei principali tuner dediti al salto del JAGuaro.

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Donnafugata Golf Resort & Spa

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Il Donnafugata Golf Resort & Spa: un luogo dove rilassarsi tra sport, Spa e attività culturali circondati dalle bellezze della Sicilia. foto: Donnafugata Golf Resort & Spa

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l Donnafugata Golf Resort & Spa, situato in uno dei punti più affascinanti della Sicilia, è il luogo l’ideale per rilassarsi fra sport e cultura, o dove organizzare suggestivi eventi o matrimoni. Con un campo da Golf che dispone di due percorsi da 18 buche non può che essere considerato un vero paradiso per golfisti, che se desiderano potranno sfruttare anche le stanze, bar e ristoranti che si affaccino proprio sul campo.

Il Resort si trova a breve distanza da Ragusa, culla del barocco siciliano, con le sue città limitrofe definite perle del patrimonio dell’Umanità dell’UNESCO. Ibla, Modica e Scicli, unitamente all’area della Val di Noto, sono ricche di opere architettoniche e siti archeologici di grande interesse. Immancabile una visita al vicino castello di Donnafugata, palazzo medievale famoso per gli ambienti sontuosi, il salone degli specchi ed il magnifico parco ricco di specie vegetali.

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Punto di partenza per scoprire le meraviglie naturali, storiche e gastronomiche del territorio ragusano, dal Resort è possibile raggiungere in pochi minuti le spiagge di Marina di Ragusa, Scoglitti, Sampieri, Punta Secca e le riserve naturali che contribuiscono a creare una destinazione di grande interesse naturalistico e ambientale. Appuntamenti gastronomici speciali vi attendono nella vicina città di Modica, dove la cioccolata, ancora oggi, viene lavorata secondo l’antica ricetta azteca. Durante il periodo estivo, un “Servizio Navetta” gratuito permette a tutti gli Ospiti dal Resort di raggiungere le spiagge private attrezzate con sdraio e ombrelloni. Il Resort dispone inoltre di Spa, centro fitness, piscina interna ed esterna, 5 ristoranti, 5 bar e 8 sale meeting arredate in modo accurato e funzionale, attrezzate con opportune tecnologie audio-visive e che possono ospitare fino a 300 partecipanti. Per gli amanti del Golf, sono disponibili due percorsi regolamentari da 18 buche ed una Golf Academy dotata di un driving range da 70 postazioni, pitching, chipping e putting green. ll Parkland è un signature course firmato dal leggendario Gary Player, mentre il Links è disegnato dall’architetto italiano Franco Piras. A disposizione degli appassionati la Segreteria Golf ed una Club House comprensiva di ristorante e bar con vista sui campi da Golf, boutique, proshop, spogliatoi, deposito sacche La Golf Academy è la scelta perfetta per chiunque si avvicini per la prima volta al Golf, ma anche per chi intenda migliorare le proprie tecniche affidandosi agli insegnamenti di esperti del settore. Avrete l’opportunità di lavorare sullo swing e sullo sviluppo delle potenzialità grazie ad uno staff di professionisti che vi aiuterà anche con la psicologia del gioco, la strategia e la scelta dell’equipaggiamento.

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Le moderne tecniche combinate con i metodi tradizionali sono il nostro approccio sia nelle lezioni individuali che di gruppo. Il Resort dispone di 194 camere e suites, elegantemente arredate e suddivise nelle tipologie Superior, Deluxe, Premium e Suites, tutte dotate di bagno con vasca e doccia, pavimento in parquet, patio, terrazzo o balcone, accesso a internet Wi-Fi gratuito, TV con piattaforma satellitare, minibar, bollitore, aria climatizzata, telefono diretto e cassetta di sicurezza. Le 18 Suites si caratterizzano per l’ambiente esclusivo


di 77 mq, l’ampio soggiorno, 2 tv con piattaforma satellitare, macchina del caffé, ampio patio privato da 44 mq o terrazzo da 57 mq. Dalle camere Luxury Premium e dalle suites Garden Suites e Terrace Suites è possibile ammirare il parco ed i campi da Golf. Il Ficodindia, 19th Hole-Club House, Bedda MiaCucina tradizionale e pizzeria, Surf ‘n’ Turf- Grill Terrace, Il Carrubo-Gourmet Restaurant: sono i cinque ristoranti che offrono agli ospiti un’ampia scelta dalle colazioni a buffet fino al ristorante

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raffinato per serate romantiche e indimenticabili. Cucina tipica, l’immancabile pizzeria, piatti grigliati rendono il soggiorno completo anche dal punto di vista dei sapori. Cinque Bar per rilassarsi bevendo un drink, durante o dopo una giornata di Golf, di escursioni, di piscina o di spiaggia, sia d’estate sia d’inverno; per cui aperitivi, cocktails, un pregiati vini siciliani anche con degustazioni, birra artigianale e bevande analcoliche per

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mettere sempre più a loro agio gli ospiti durante il soggiorno al Donnafugata Golf Resort & Spa. Per finire il Centro Benessere accoglie gli ospiti in 900mq di spazio suddivisi in 6 sale per trattamento, sauna, bagno di vapore, piscina interna ed esterna, zona relax con tisaneria, centro fitness.

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1955 Jaguar XK140 MC FHC di Keiichi Yamamoto, La Jolla, California

testo e foto: Marco Annunziata

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del 1955, chassis numero S814360DN colore Imperial Maroon e interni in pelle beige. Il motore ha la testa della C-Type, trasmissione a 4 marce con factory overdrive.

Come molti giapponesi è molto discreto e non parla troppo di sé, lo si vede spesso ai concorsi di bellezza nella California del sud, sulla sua sedia pieghevole sempre accanto alla sua Jaguar XK140 MC FHC

Acquistata a maggio 2014 da Classic Showcase a San Diego California, è stata la prima Jaguar di Keiichi, e il sogno di una vita (suo e di sua moglie Junko alla quale piacevano anche Corvette e E-Type). Il precedente proprietario ha eseguito un restauro meticoloso della

eiichi Yamamoto sognava gli Stati Uniti da ragazzino, e quando ha lasciato il Giappone per andare a vivere in Arizona a spiegare i nuovi motori Toyota al pubblico americano, il sogno diventava realtà.

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carrozzeria durato circa 3 anni. Durante il restauro sono stati utilizzati solo componenti originali, inclusi i fari originali “J�, pelle inglese e lussuosa moquette in lana Wilton. Inoltre alcuni aggiornamenti per migliorarne le prestazioni includono un radiatore in alluminio di Ron Davis con una ventola di raffreddamento elettrica, oltre a un sistema di scarico interamente in acciaio inossidabile. La macchina viaggia su una serie di pneumatici radiali Firestone Cavallino.

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Dati Tecnici Prima della XK140 Keiichi ha vissuto un po’ il sogno americano, con una Mustang del 1966, un Ford pick-up truck del 1954 e una Thunderbird rossa con il tetto bianco del 1956. Era innamorato di quell’auto, ma Junko non la sopportava, e ci ha messo qualcosa come 16 mesi per fargliela vendere.

Chassis: No S814360dn Engine: No G3915-8S Body: No J4560 Gearbox: No Jle29784 Date Built: June 1955

Keiichi e Junko guidano la loro XK140 per andare a concorsi di bellezza e raduni Jaguar in California, e ne sono estremamente orgogliosi, potrebbero tuttavia decidere di cambiarla per una E-Type rossa assolutamente priva di difetti.

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TESORI AL MOTOR BIKE EXPO Motor Bike Expo uguale motociclismo. Siamo a curiosare nei padiglioni della Fiera di Verona. testo e foto: Paolo Pysa

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otor Bike Expo, una manifestazione di livello internazionale, tenutasi dal 18 al 21 gennaio, dove approdano ormai da anni le maggiori riviste del settore motociclistico che si presenta a Verona in ogni sua veste. Stiamo parlando di un posto dove possiamo ammirare la bellezza delle motociclette custom costruite da zero da abili customizer giunti a Verona da tutto il mondo con accanto un’immensa carrellata di bike rese in veste café racer. Ma è scorrendo i padiglioni che si arriva agli stand occupati dalle Case motociclistiche di livello mondiale, pronte a mostrare al pubblico le loro nuove produzioni. Continuando a camminare attraverso questo magico mondo meccanico si arriva nel paese dei balocchi di ogni motociclista: i padiglioni dove vi sono le rappresentanze in campo di ricambistica con nomi famosi pronti a fornire ogni rider, e le loro due ruote, di up-grade in fatto di sicurezza, vestiario tecnico, capacità di carico e prestazioni. GIVI, orgoglio italiano; la storia di GIVI inizia nel 1978, grazie all’intraprendenza del suo fondatore, Giuseppe Visenzi, che dopo aver girato su circuiti come pilota decide di intraprendere delle specifiche vie commerciali. Tanta è la voglia di inventare che Visenzi focalizza la sue capacità nella creazione di accessori per le due ruote e per le esigenze dei motociclisti; così facendo dà vita alla GIVI, marchio che grazie alla versatilità e bontà dei suoi prodotti diventa subito uno tra i leader italiani & global brand nell’ambito di accessoristica dedicata alle two wheels & his rider. Grande amore per il mondo dei motori è quello di Giuseppe Andreani, che dopo oltre una decade di percorso vittorioso nell’ambito delle gare di motocross decide di dedicarsi alla sicurezza e al dare massime prestazioni nell’ambito della telaistica e ammortizzazione non solo delle due ruote ma anche delle quattro ruote. Così, nel 1988, vede la luce la WP Italia

e Andreani diventare distributore in esclusiva del marchio olandese. Passano gli anni e Andreani inizia a distribuire prodotti di alta bontà italiana come il brand Marzocchi e da quel momento si plasma l’azienda italiana Andreani Group: siamo nel 2004. Segue poi un enorme arricchimento in tipologie di marchi distribuiti, come l’acquisizione della distribuzione

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di marchi d’eccellenza come Öhlins, Regina Chain, Termignoni. Squadre corse come Suzuki, Yamaha, Honda, Kawasaki e Aprilia usufruiscono del Racing Service Andreani Group: delle crew capaci di utilizzare le proprie tecnologie all’avanguardia studiate per tarare e chiarire ogni guasto inerente le sospensioni nell’ambito competitivo di gare di velocità, del motocross, dell’enduro e del motard, oltre che nel tempo dedicarsi anche alle quattro ruote sia da pista che da fuoristrada. Dainese torna a Motor Bike Expo guardando al successo avuto nel 2017, e, oltre a portare l’arsenale di tute tecniche, giacche, pantaloni, scarpe, a prova dei rider più esigenti, per il 2018 è orgogliosa di presentare la nuova linea tecnico/stilistica chiamata Dainese Settantadue che, a livello visivo, riscopre la verve dell’abbigliamento dei motociclisti d’un tempo con la possibilità di accontentare il motociclista contemporaneo, ormai convinto che nei prodotti Dainese si rispecchia bellezza e sicurezza. Sono tre le nuove generazioni: Archetypes, Speed Leather e Demon Flower. Come dicevamo, solo l’aspetto è vintage, perché dal punto di vista tecnico sono prodotti all’avanguardia. Archetypes porta a vedere giacche come il mitico chiodo, un must per i biker, rocker e rider negli Anni 60 e 70. Speed Leather è stata creata per presentare prodotti come Rapida72 e Toga72, semi/repliche delle tute racer, prodotti che hanno portato alla ribalta il marchio Dainese anni or sono. La proposta Demon Flower mostra Patina72, un pezzo d’arte la cui fodera è stata disegnata appositamente per Dainese dall’artista newyorkese Othelo Gervacio e inoltre vanta un trattamento della pelle fatto a mano: tinta in botte. Camminando attraverso i padiglioni del MBE era impossibile non essere attratti dall’unione di Sky VR46 con Dell’Orto e Eni i-Ride (a partire da quest’anno Dell’Orto supporterà questo Team) con in bella mostra la potente KALEX Moto 2 showbike dello Sky Racing Team VR46 appunto (e dalle

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modelle accanto alla moto!), ligia a dimostrare la reale complicità tra questi colossi del mercato pronti a promuovere anche la nuova produzione di lubrificanti Eni i-Ride dei quali Dell’Orto Spa è diventata distributore esclusivo, volta a timbrare una collaborazione solida e duratura tra questi due colossi del mondo dei motori. La nuova livrea Dell’Orto/Eni-i-ride andrà a ricoprire anche la KTM che gareggia con orgoglio in categoria Moto3. La Dell’Orto Spa, 80 anni di storia, ha portato al MBE 2018 il cuore pulsante della sua attuale produzione, gli ormai mitici oltreché efficaci carburatori per moto, sistemi a iniezione, continuando


con le loro centraline elettroniche nonché di corpi farfallati, sia meccanici che elettronici, e sistemi lamellari con sensori e attuatori dedicati. Capacità, studio e conoscenza che ha portato Dell’Orto ad affermarsi nell’ambito dei sistemi di alimentazione sia nel mondo delle due sia delle quattro ruote. La grande scuola che è la pista con la MotoGP che vede l’Azienda brianzola offrire ad essa una “armeria” super fornita di sistemi di iniezione elettronica e componenti per motori a 2 e 4 tempi, mono e bicilindrici. Una curiosità è la nuova linea di abbigliamento tecnico, ma allo stesso tempo stiloso, che l’azienda Dell’Orto ha fatto conoscere al grande pubblico del Motor Bike Expo.

per rendere la propria moto unica che per ampliarne la possibilità di carico, così come abbigliamento dedicato per il suo rider. Nel nido dell’aquila inoltre, si potevano ammirare anche diverse rielaborazioni su base Guzzi, naturalmente, plasmate da diversi e famosi customizer. Ne è anfitrione la V7 preparata dalla Crew di South Garage di Via Gardone 22 a Milano, che ha dedicato la suddetta motocicletta al marchio orgogliosamente italiano ProRaso, che miscela prodotti per la cura delle barbe dal lontano 1908. Accanto a questa special vi era un vero e proprio negozio da barbiere “funzionante”, dove abili barber compivano l’arte del proprio mestiere.

Entrando nel padiglione 4 del MBE, si faceva ammirare il marchio Moto Guzzi con le novità come la V7 III Carbon, Milano e Rough, accanto alla V7 III Racer, nuove vesti nate da un sogno che si apre a diverse sfaccettature; inoltre la nave da crociera, la California Touring, le V9 Bobber e Roamer (di cui una resa speciale dalla Rustom da Lodi con la Vecchio Conio con la carrozzeria ricoperta con un decoupage di lire italiane dal 1921!). Detto all’americana, “Bagger”: questo è la MGX-21 mossa dal bicilindrico a V più grosso d’Europa con cilindrata da 1,4 Litri, presenza assai imponente in questo compendio di motorismo italiano. Il marchio motociclistico con l’emblema dell’aquila naturalmente, metteva a disposizione dei fruitori della Guzzi, molteplici accessori sia

All’edizione 2018 del Motor Bike Expo non era presente la Casa ufficiale Ducati, comunque si potevano ammirare parecchi esemplari prodotti da questo marchio, tra i quali la nuova belva street legal Panigale V4, preparati per la pista e messi in bella vista accanto ai trailer delle squadre corsa Ducati presenti, dove le immancabili modelle erano pronte a farsi fotografare. Per concludere questa breve carrellata di Eccellenze Italiane del mondo motociclistico, non si può fare a meno di nominare Aprilia (come Guzzi anch’essa del gruppo Piaggio), la cui esperienza maturata nelle competizioni si rende viva mostrandosi in motociclette uniche come la hypernaked Tuono V4 e la superbike RSV4.

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IL LOOK ‘COUNTRY’ INGLESE E LE SUE ORIGINI

Cordings, UK, azienda specializzata nell’abbigliamento ‘country’.

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Quando si parla di stile country e moda maschile, si pensa inevitabilmente ad un uomo comodamente vestito in tweed e Barbour, oppure al Principe Philip con Elisabetta II d’Inghilterra e cani a spasso per la tenuta di Balmoral in Scozia. a cura di: Virginia Hill

Regina Elisabetta II e Principe Philip.

Principe Charles e Principe Harry da bambino a caccia. Pubblicità Barbour UK, 1913.

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l look ‘country’ oggi come ieri si basa su codici stilistici della tradizione anglosassone. Protagonista indiscusso il tessuto tweed realizzato in pura lana, con colori sempre legati alla natura (sfumature del verde, del marrone ma anche dell’erica con il suo rosa tenue o viola intenso a seconda delle stagioni). I migliori tweed tradizionali vengono ancora realizzati in piccole realtà industriali a gestione

famigliare nelle nord della Scozia. La tradizione vuole il tweed per esterni pesante a tal punto da essere idrorepellente, ma ormai le aziende di moda che scelgono di promuovere lo stile ‘country’ come trend moda per un mercato più ampio, scelgono di sposare la tradizione con la modernità creando dei blend di fibre intelligenti per tessuti dall’aspetto vintage ma dalla mano morbida e leggera.

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Le origini di questo vestire e le ragioni per il suo longevo successo (non solo in Inghilterra ma anche all’estero) hanno un interessante risvolto sociale e politico che si intreccia con il tumultuoso periodo dall’Illuminismo alla Rivoluzione Francese. Per capire l’amore anglosassone per un vestire informale, simile a quello di un fattore o uno stalliere, bisogna risalire alla seconda metà del 1700.

T. Gainsborough, il signor e la signora Andrews, 1749-50.

Nelle sue famose lettere il poeta, scrittore e poi parlamentare, Sir Horace Walpole, parla di un Etica Protestante del Vestire. Il letterato attribuisce la poca cura data all’aspetto dagli inglesi, così come il loro poco interesse per le ultime mode parigine (ai tempi capitale assoluta della moda) alla religione. L’uomo Protestante non è a suo agio con il proprio corpo e la glorificazione di esso. Celebrare sé stessi attirando attenzione con tessuti e abiti vistosi o parrucche appariscenti era imbarazzante e assolutamente poco cristiano. A questo modo di pensare si aggiunge un particolare rapporto con la natura in questo periodo storico. Re Giorgio III volutamente incoraggiava l’aristocrazia a risiedere nelle proprie tenute di campagna, in questo modo consolidando una rete di potere più esteso ed un controllo della produttività agricola del paese. Venne per questo motivo affettuosamente soprannominato ‘Contadino George’ dai suoi sudditi. La scelta di non circondarsi di una corte onnipresente come faceva invece il re di Francia a Versailles, era una scelta politica nonché una critica del Potere Assoluto della tradizione Francese. Non a caso dal Continente arriveranno numerosi intellettuali, uno su tutti Jean Jacques Rousseau, per studiare questo fenomeno di governo democratico, nella speranza di trovare nuove letture di interpretazione e soluzioni ad una situazione a dir poco critica. Si sviluppa al contempo il mito del paesaggio inglese e della libertà fisica e morale che esso rappresenta. I giardini vengono progettati per sembrare paradisi

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T. Gainsborough, W. Poyntz, 1762.

‘naturali’, i giardini alla francese invece sembrano falsi, costruiti per dominare la natura anziché esaltarne la bellezza. Per muoversi a proprio agio in questa natura ormai dominante, il gentleman inglese prende spunto dal modo di vestire pratico dei suoi sottoposti. L’uso di colori nelle sfumature di piante e terra, l’uso di tessuti resi idrorepellenti dalla spalmatura di cera d’api (le origini della giacca Barbour) e gli immancabili stivali da cavallo.


I ritratti della seconda metà del 1700, realizzati appunto nelle campagne inglesi, testimoniano l’inizio di questa tradizione sartoriale ma non solo. Ci mostrano anche una certa informalità maschile attraverso pose rilassate. Difficile da questi ritratti distinguere le classi sociali, l’aristocratico dal borghese, ma cogliamo il pensiero democratico del momento. Infine questi ritratti ci dicono che non è poi lo status di nascita la cosa più importante, ma l’armonia dell’insieme degli uomini e delle cose. Lo stile ‘country’ diventerà così popolare tra i giovani dell’alta società che in esso vedono la rappresentazione degli ideali moderni e liberali, da diventare l’abbigliamento preferito anche in città con gli anni ’80 del 1700. A questo punto anche le donne inglesi saranno state contagiate dal nuovo entusiasmante modo di pensare, ed anche loro adotteranno un nuovo modo di vestire, giacca gilet e gonna basate sul completo all’amazzone, ma evoluto in una precoce sorta di tailleur da passeggio.

Anonimo, gentiluomo inglese a colazione, 1775c.

George Stubbs, la famiglia Wedgewood, 1780.

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George Haigh, la Contessa di Effingham con fucile e cani, 1787.

Louis Gauffier, gentildonna viaggiatrice in redingote nera, 1788c.

Moda femminile che spopolerà non solo in patria ma ovunque. A Parigi e sul Continente scoppia l’Anglomania, le riviste di moda saranno piene di ‘redingote’ (storpiatura del ‘riding coat’ appunto) oltre all’importantissimo cappello a falda larga, anch’esso in origine portato dalle contadine inglesi per proteggersi da pioggia o sole. La Rivoluzione Francese porterà fine al rarefatto ed effimero mondo dell’aristocrazia francese. Il lusso estremo nel vestire, dove l’apparire regnava supremo, diventa politicamente scorretto. Impossibile girare per le strade vestiti alla vecchia maniera per paura di essere accusati di essere monarchici. Gli aristocratici rimasti (molti ormai emigrati, altri imprigionati)

Giornale di moda parigino: Magasine des Modes, redingote e chemise, 1789.

adottano rapidamente lo stile inglese che da diversi anni era riconosciuto come il modo ‘democratico’ e giusto di vestire. Con la fine della Rivoluzione Francese lo stile ‘country’ inglese rimane in voga. La nuova classe dominante si distingue per il suo pensiero politico e per il suo potere economico, quindi i valori rappresentati dalla moda inglese risultano ancora attuali. Con il 1800 la sartoria inglese continuerà a dominare il mondo occidentale sviluppando una vera e propria tradizione moderna. Oggi giorno il vestire ‘country’ può essere visto come una semplice moda, ma in Inghilterra rappresenta ancora dei valori ancestrali per la classe sociale più alta, quella della famiglia reale e la sua aristocrazia.

Giornale di moda parigino: Journal de la mode e du gout, 1792.

J.L. David, signor Pierre de Seriziat, 1797.

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uando Jaguar introdusse il modello XK Super Sports al London Motor Show nell’autunno del 1948, l’auto suscitò un interesse assoluto. Il nuovo motore 3,4 litri da 160 HP, destinato a una futura berlina Jaguar, aveva le prestazioni di un’auto da corsa e la Jaguar venne sommersa dagli ordini. Il nome XK120 rimase sulla bocca di ogni appassionato di velocità nei successivi anni, ma tutti quelli che visitarono uno showroom Jaguar tra il 1948 e il 1949 per prendere un catalogo di quel modello rimasero sorpresi nell’apprendere che esisteva un modello simile chiamato XK100. Questo,

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come scritto nel catalogo, era alimentato da un motore a quattro cilindri con una capacità di 2 litri e lo stesso schema di distribuzione con doppio albero a camme in testa. Quindi, che cos’era esattamente questo motore 2 litri? Era un quattro cilindri da 1995 cc con doppio albero a camme in testa, tre cuscinetti di banco principali e due carburatori SU. L’alesaggio era di 80,5 mm, la corsa era di 98 mm e, con un rapporto di compressione 7:1, la potenza era di 105 HP a 5.000 giri/min. È interessante notare che queste prestazioni erano


XK100

IL MITICO QUATTRO CILINDRI XK James Taylor racconta la storia di una Jaguar XK che è esistita solo sulla carta. a cura di: James Taylor

Nella foto a pag. 82: La straordinaria forma della XK Super Sports venne stata illustrata nella brochure Advance Particulars pubblicata nell’autunno del 1948. Doveva essere disponibile come XK100 o come XK120. A Lato: La copertina dell’opuscolo Advance Particulars si riferisce abbastanza chiaramente al modello XK100 con il suo motore da 2 litri.

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indicate nella brochure Advanced Particulars, mentre a quel tempo diverse riviste di automobilismo furono in grado di svelarne i dettagli, e tutti citarono 95 HP.

litri raggiungendo facilmente le 176 mph (283 km/h, N.d.T), aveva nella sua auto un prototipo a quattro cilindri del nuovo motore Jaguar“.

La cosa più interessante è che il nuovo modello Jaguar Super Sports fu annunciato per la fine di settembre 1948 e che all’inizio di quel mese una versione preparata per le gare di quel motore 1995 cc era stata utilizzata per battere il record di velocità nella Classe C (fino a 2000 cc) lungo l’autostrada di Jabbeke in Belgio. Non era montato su una Jaguar, ma il fatto non passò inosservato alla stampa automobilistica. Sul numero del 29 ottobre 1948, The Autocar riferì che “quando il tenente colonnello Goldie Gardner ha recentemente stabilito il nuovo record nella classe da 2

I tempi non potevano essere migliori e la notizia che Goldie Gardner aveva raggiunto velocità così elevate con il più piccolo dei due motori offerti per il nuovo modello XK Super Sports fornì una pubblicità eccezionale al nuovo motore Jaguar. Infatti si pensa che l’occasione di battere il record fosse un fattore importante nella decisione di Jaguar, che accettò di fornire il motore a Gardner. Anche perché non era una Jaguar che Gardner aveva usato per il suo lancio da record, ma una MG!

Ecco quel motore da 2 litri, con la configurazione a tre cuscinetti di banco destinata alla produzione. Ci sono alcune prove che suggeriscono che questo motore fosse conosciuto all’interno della Jaguar come un XJ type, sebbene il nome sia incerto.

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La MG che aveva il motore Jaguar non era una macchina normale, anche se a quel tempo aveva circa 15 anni. Commissionata dal detentore di record George Eyston nel 1933, la EX135 era stata costruita su un telaio MG K3 con la trasmissione appositamente spostata su un lato per consentire una seduta più bassa e una carrozzeria più snella. MG fornì a Eyston un corpo carrozzeria convenzionale a ruote scoperte per le corse su strada e con un design aerodinamico tipo streamliner (progettato da Reid Railton) per realizzare i record. Tra il 1934 e il 1935 la EX135 ebbe una formidabile e spettacolare carriera, ma poi scomparve dalle scene. Venne resuscitata un paio di anni più tardi da Goldie Gardner, che ancora una volta la usò per battere i

record di velocità. Una prima uscita nel 1939 vide la macchina vincere i record nella Classe F e nella Classe G sul miglio lanciato a oltre 200 miglia all’ora e, sebbene la sua carriera venne bruscamente interrotta dalla guerra del 1939-1945, Gardner la tirò fuori di nuovo al termine del conflitto. Con una varietà di motori diversi, la utilizzò per conquistare molti record diversi prima di ritirarsi (insieme all’auto) nel 1953. La corsa del 1948 a Jabbeke fu solo uno di quei fruttuosi tentativi, durante la quale si sa che gli stemmi MG furono discretamente rimossi dal muso dell’auto! Non sorprende che la versione del motore XK che portò Gardner e la EX135 a quasi 177 miglia orarie in Belgio non fosse esattamente la stessa del motore di serie proposto per la XK100. La brochure di Jaguar Advance Particulars era un po’ ingannevole nella sua descrizione, sottolineando che il motore prestato a Gardner “è un’unità completamente standard a eccezione dei pistoni modificati per dare un rapporto di compressione più alto.” Sembra che montasse lo stesso 1995 cc, sebbene alcune fonti parlassero di un 1970 cc, ma aveva un albero a gomiti a cinque cuscinetti di banco per far fronte alle maggiori sollecitazioni e un rapporto di compressione elevato a 10:1. In questa configurazione sviluppava 146 HP a 6.000 giri, che era molto più di quanto promettesse la XK100! Jeff Daniels, in Jaguar, the Engineering Story, si chiese se la XK100 potesse davvero raggiungere le 100 miglia all’ora, come il suo nome suggeriva, con una potenza di appena 95 HP. Non c’è modo di saperlo,

Questo è sempre l’opuscolo di Advance Particulars, che mostra le specifiche previste per il modello XK100. Nella maggior parte delle voci era identico al XK120 a sei cilindri, anche se doveva esserci un diverso rapporto al ponte.

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La MG EX135 detentrice del record sopravvive ancora, in mostra al British Motor Museum. Era basata su una MG K3 e aveva già 15 anni quando Goldie Gardner ci montò un motore Jaguar da 2 litri. (WikiMedia Commons / Morio)

perché nessun motore di serie sembra mai essere stato costruito, tanto meno provato nel cofano di una XK Super Sports. La ragione principale fu che le straordinarie prestazioni della XK120, con una velocità di oltre 120 miglia all’ora grazie al suo motore sei cilindri da 160 CV, eclissarono completamente qualsiasi interesse da parte del pubblico nel modello a quattro cilindri. Un motivo secondario potrebbe essere che, stranamente, il modello a quattro cilindri aveva un prezzo esattamente uguale al sei cilindri, un errore di marketing, se così si può definire! È risaputo che le vetture XK furono inizialmente costruite a mano in tiratura limitata e che la richiesta colse la Jaguar di sorpresa. Gran parte di quella richiesta proveniva dagli Stati Uniti, e la Jaguar non poteva permettersi di ignorarla. Quindi la XK120 venne rapidamente riprogettata per la produzione in serie con una carrozzeria in acciaio stampato che

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sostituì quella originale in alluminio su legno. Nella fretta di soddisfare la domanda della XK120, la XK100 semplicemente non venne mai costruita. Tuttavia, il motore XK a quattro cilindri rimase all’ordine del giorno all’interno del reparto di ingegneria Jaguar per diversi anni. La rivista Speed Age negli Stati Uniti pubblicò sul numero di ottobre 1950 un disegno del motore a quattro cilindri da utilizzare in una versione della XK120 (anche se con una didascalia che lo descriveva come il motore XK120). La stessa rivista riferì che il modello XK a quattro cilindri da 105 HP era “ancora sottoposto a test intensivi, ma non è ancora entrato in produzione”, quindi presumibilmente qualcuno all’interno di Jaguar aveva dato loro quella versione. Nonostante ciò, la XK100 non figurava più nei cataloghi della Casa da almeno un anno. In pratica, sembra che il quattro cilindri XK non


venne finalmente consegnato alla storia fino alla fine del 1953. Un prototipo sperimentale venne testato come una possibile unità per la nuova piccola berlina che era in fase di realizzazione, e che sarebbe diventata la Mk I o la “compatta” Jaguar quando fu lanciata nel 1955. Ma in fase di sviluppo c’era anche un motore XK a sei cilindri di minore cilindrata, che sarebbe diventato il 2,4 litri montato di serie. A quell’epoca non esisteva un motore di serie Jaguar a quattro cilindri dopo la scomparsa della Saloon 1,5 litri nel 1949. Era anche ovvio che il motore XK a sei

cilindri aveva determinato un cambiamento importante nella percezione da parte del pubblico di cosa Jaguar rappresentasse, così tanto che un motore a quattro cilindri non avrebbe più potuto coesistere con la gamma dell’epoca. Un motore a sei cilindri di piccola cilindrata rappresentava quindi l’unica opzione realistica per la nuova berlina compatta e non ci sarebbero più stati motori a quattro cilindri in nessuna Jaguar fino al 2003, quando la X-Type divenne disponibile con un motore diesel Ford.

La EX135 venne ritratta durante i lanci per il record a Jabbeke, con Goldie Gardner sulla destra. Il motore è inconfondibilmente un Jaguar a doppio albero a camme. (Copyright sconosciuto)

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The Leaping Cat La storia della Mascot Jaguar

a cura di: Stefano Bendandi

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L’

ornamento del radiatore ha sempre rappresentato l’elemento di distinzione tra le varie marche di automobile già dagli Anni Venti. In principio l’ornamento, quando installato, svolgeva una funzione prettamente meccanica, fornendo al conducente una informazione a distanza sulla temperatura dell’acqua all’interno del radiatore; indispensabile per la sopravvivenza dei motori, molto spesso privi di una pompa dell’acqua per facilitarne il circolo e di conseguenza il raffreddamento. A questi meri termometri, inseriti spesso in una bolla rotonda con due vetri con effetto di lente d’ingrandimento, si aggiunsero elementi decorativi raffiguranti le cose più disparate: lance, frecce, lettere, soggetti mitologici e molto spesso animali. Con il passare degli anni le “mascots” del radiatore si trasformarono in vere e proprie sculture, abbandonando la loro funzione pratica ed assumendo invece quello status symbol da mettere in mostra a testimonianza del rango di appartenenza del proprietario dell’automobile; ne sono a testimonianza l’elefante danzante della Bugatti, disegnato nel 1904 da Rembrant Bugatti per il fratello Ettore, che andò ad abbellire il radiatore della Royale quasi venti anni dopo, o lo spirito dell’estasi della Rolls Royce, databile attorno al 1911 e disegnata da Charles Sykes. Questa statuetta fu chiamata con i più disparati nomi, come Spirit of Speed, all’inizio, Spirit of Ecstasy successivamente o più “scherzosamente” Nelly in her Nigtly o semplicemente Emily, in onore di Eleanor Velasco Thornton che si diceva fosse stata la modella per il disegno originale. Sono veramente poche, nel vasto panorama delle vetture e marchi apparsi in questo ultimo secolo le mascots, o simboli del radiatore, ad essere sopravvissute senza grosse differenze, capaci di essere riconosciute da chiunque, anche non appassionato del mondo dei motori, e abbinabili alle rispettive marche.

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Termometro sul tappo.

Bugatti Elephant.

Spirit of Ecstasy.

Bentley ufficiale.


Probabilmente le possiamo numerare sulle dita di una sola mano: lo “spirito” della Rolls Royce, la “B” della Bentley, la stella a tre punte della Mercedes ed infine il Giaguaro della Jaguar. Il Giaguaro per noi italiani, collegando il flessuoso felino al marchio di fabbrica: “The Leaping Cat” per tutti gli altri. Leaping Cat, ovvero il gatto saltante, apparentemente sembra lo stesso mentre nella realtà cambiò più volte nel corso della sua permanenza sui frontali delle vetture di Coventry: dalla dimensione, alla forma delle zampe, alla lunghezza della coda. La storia narra che Sir Williams Lyon non fosse particolarmente attratto da questo tipo di ornamenti, tuttavia già sulle prime sue automobili, le Austin Seven Swallow del 1927, appariva una rondine: anche qui in assonanza con il termine Swallow, rondine appunto. Pur non essendo ufficialmente di serie appariva nelle pubblicità del periodo e non solo nella versione Austin, ma anche nell’allestimento della versione Fiat 509. Con l’evoluzione dell’azienda e di conseguenza anche del nome della fabbrica da Swallow a SS non ci furono altri ornamenti, tranne che un osso di cane “Dog Bone” messo perpendicolare alla vettura e posizionato al centro del tappo nelle SS90 e SS100; faceva eccezione una sola SS100, la prima 3,5 litri di serie (CKV 250) destinata al Principe Michael I di Romania, alla quale fu adattato un giaguaro ma non del tutto uguale a quello che diverrà ufficiale, che prese il nome di “Prince Michael Mascot”, realizzato forse in due esemplari (non vi è certezza) in quanto il Principe acquistò a distanza di un mese anche una Saloon e pare, da una foto delle vetture già in Romania, la presenza dell’ornamento anche su quest’ultima. Alcuni proprietari, all’uscita delle vetture marcate Jaguar, installavano sul radiatore vari tipi di felini nelle più disparate posizioni, anche tra i dipendenti dell’azienda tant’è che fu proprio uno di questi a colpire

Stella Mercedes ad ancoraggio fisso.

Swallow car.

Swallow secodo tipo.

Mascot Jaguar.

Prince Michael leaper.

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Non ufficialeJaguar, prodotta dalla Desmo.

Sir Lyons che poco cortesemente lo criticò definendolo un gatto lanciato fuori da una staccionata (in foto quella prodotta dalla Desmo). Fu però grazie a quell’ornamento che Lyons decise di incaricare Bill Ranking, un suo impiegato dilettante nella scultura, di realizzarne uno da adottare sulle sue vetture. Non fu però Ranking a realizzarlo, ma bensì Frederick Gordon Crosby, probabilmente amico di Ranking e già più noto illustratore di soggetti automobilistici, impiegato per Autocar, la nota rivista d’automobili, ma anche abile scultore. Crosby aveva realizzato da sé la mascot per la sua SS Saloon e fu proprio quella ad essere utilizzata come stampo per le riproduzioni di serie. Di queste fusioni in bronzo se ne fecero sei e ad oggi pare ne sia rimasta solamente una in mano ad un collezionista privato. Questa mascot appare ufficialmente nel 1938 e rimane in produzione per tutte le vetture fino al 1951, con la fuoriuscita dal mercato della MK V. Dal 1951 al 1954 non fu più utilizzata, ma dal 1955 riappare e per un decennio e la si vedrà su questi modelli: Mk1, Mk2, Mk VIII, Mk IX, S-type, 240, 340 e XK 150. Differisce però dalla precedente su indicazione diretta di Lyons con l’allungamento delle zampe posteriori ora più estese, come a significare l’estensione del salto e con un angolo di stacco più accentuato verso l’alto e non come la fase preparatoria del salto a zampe raggruppate.

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L’originale di Crosby, campione per le future realizzazioni.

la prima Ufficiale del 38.

Versione 1962.

Ultime solo per mercato Nord Amerca, con la coda accorciata.


Con l’evoluzione dei modelli e delle linee della carrozzeria, le mascots non erano più fissate ai tappi del radiatore ma venivamo montate direttamente sul cofano, molto spesso raccordate da profili decorativi. All’arrivo della MK X “the Leaper” si riduce di dimensioni e dal 1961 in poi rimarrà tale. Le ultime vetture ad esserne dotate furono le 340, le 420 e 420G e con l’arrivo delle nuove berline XJ scomparve definitivamente… O quasi. Il popolo americano, da sempre il più grande utilizzatore di Jaguar, continuò a richiedere la mascot anche se ufficialmente non più di serie e a fronte di tanta insistenza, solo per il mercato americano, Jaguar decise di mantenerlo. Si dovette però tenere in considerazioni le nuove leggi sulla sicurezza di veicoli che vietava qualsiasi protuberanza atta ad arrecare danni ai pedoni qualora venissero investiti , salvo l’adozione di particolari accorgimenti da renderli inoffensivi. Mentre la Rolls Royce adottò il sistema retrattile all’interno della calandra che faceva scomparire la statuetta, anche in caso di tentato furto, la Mercedes applicò una sfera sotto la stella capace di farla roteare in qualsiasi direzione fino a renderla parallela alla lamiera del cofano, il Giaguaro invece aveva un sistema di cavi agganciati sotto che gli permetteva di roteare e sganciarsi dalla propria sede.

Nel 2005 il Giaguaro scomparve definitivamente dal frontale delle auto, dove nel corso degli anni era stata adottata e standardizzata anche l’immagine della testa del giaguaro in una vista frontale apparsa sui cofani delle XK120 nel lontano 1948, ma si sa che la tradizione inglese è la più radicata e rinunciare al proprio “gattone” sarebbe stata cosa difficile; ecco quindi che riappare, questa volta in forma bidimensionale non più frontalmente ma posteriormente a partire dalla versione F-Pace e le vetture che seguiranno. Ancora una volta… La tradizione è stata salvata!!! Un avviso agli appassionati e possessori di Jaguar di tutte le epoche: applicare il Giaguaro sul cofano è possibile, compatibilmente alle normative assicurative, ma sceglietelo accuratamente; la Casa madre per ogni modello ha previsto la sua mascot con un codice di ricambio dedicato e, considerate che solo dal 1994 in poi ci sono 8 versioni differenti tra loro; la scelta diventa una vera “giungla”. Tanti libri sono stati pubblicati ritraendo i più belli ed interessanti ornamenti da radiatore o cofano, da quelli esclusivamente in cristallo a quelli più classici in metallo cromato: un oggetto entrato di diritto nel mondo del collezionismo, talvolta paragonato ad un vero e proprio gioiello. Un mondo affascinante.

Altri esempi di ornamenti da radiatore, da sinistra: Automobili Voisin in pura Art Deco, la mascotte originale Rover, Hispano suiza, Horch.

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IL GIAGUARO DI JAGUAR CLUB ITALIA CONTINUA A RUGGIRE. Primi anni di storia del sodalizio. a cura di Jaguar Club Italia

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aguar Club Italia, che Storia signori! Diversi presidenti, tanti soci, automobili sempre più evolute (ora addirittura elettriche), ma ancora oggi, dopo più di 35 anni, Jaguar Club Italia continua ad unire gli automobilisti attratti dal fascino felino e dalla classe Jaguar, da sempre sinonimo di linee eleganti e meccanica ricca di prestazioni tecniche. La storia del sodalizio inizia il 27 settembre 1982, quando quattro grandi appassionati e collezionisti del marchio fondano a Milano il Jaguar Club Italia. Il presidente del neonato Club è L’Ing. Vieri Rapi, progettista aeronautico, ma che ha dato il meglio di sé nella Carrozzeria Zagato, nonché “figlio d’arte” dell’Ing. Fabio Luigi Rapi, altrettanto stimato e conosciuto nel campo automobilistico ed in particolare in Isotta Fraschini, OM, Fiat (con la meccanica della 8 V) e Autobianchi (con la Stellina e la Bianchina cabriolet). Presiede la simpatica cerimonia di fondazione l’attore comico Walter Chiari, che non risparmia simpatiche battute ed auspici al neonato club. La passione per le Jaguar, si sa, difficilmente abbandona le sue “prede”, tanto che alcuni dei soci fondatori sono ancora oggi stimati possessori di queste fascinose ed

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aggressive vetture. Presto si riunisce intorno al Club una notevole quantità di appassionati e collezionisti: il sodalizio cresce e raggiunge dimensioni ragguardevoli per un club di marca che si posiziona in una fascia di mercato medio-alta. Gli scopi di Jaguar Club Italia, perseguiti ancora oggi con fervida passione e un pizzico di creatività, vengono da subito individuati come: organizzare e promuovere incontri e manifestazioni sociali, istituire e gestire il registro con i dati tecnici di riconoscimento delle vetture, favorire conservazione, restauro ed esercizio delle vetture Jaguar e stringere collaborazioni e alleanze con gli enti che contemplano automobili Jaguar in tutte le loro declinazioni. Il Club si prefigge inoltre, non solo alla sua fondazione ma ancora oggi, di svolgere la propria attività seguendo alcune linee guida qualitative, proponendosi cioè di mantenere uno stile elegante ma non vistoso, di utilizzare le vetture con la massima ragionevolezza ma senza rinunciare alla sportività, e promettendosi di proporre sempre contenuti culturali, turistici, enogastronomici e paesaggistici interessanti ma non pretenziosi. Nel 1983 l’ASI accora l’affiliazione al Club, che entra con buon diritto nel novero dei sodalizi che rappresentano un marchio. Nel 1996 la casa di Coventry riconosce a Jaguar Club Italia l’utilizzo del “Growling Jaguar”, il Giaguaro Ruggente, per promuovere l’immagine dello storico marchio (mentre il “Leaping Jaguar”, il Giaguaro che balza, dall’immagine stilizzata e dinamica, rimane esclusivo utilizzo della Casa madre).


Nello stesso periodo e fino al 1989, Jaguar Italia decide di riservare ai soci del Club condizioni di riguardo sull’acquisto di vetture nuove, a garanzia di grande considerazione e stima nutrite nei confronti del sodalizio. Si organizzano nel corso del tempo diversi raduni di successo, durante i quali i soci possono far correre le loro Jaguar tra bellissimi panorami, su piste famose, in eventi e gare di alto livello e visitare luoghi e musei di grande interesse tecnico e storico. Incontri speciali vengono organizzati per la celebrazione dei 40 anni dal lancio della XK 120, per festeggiare le superlative vittorie a Le Mans, per la presentazione sul mercato della avveniristica E type e in tante altre occasioni. il Club promuove e realizza inoltre collaborazioni con altri Jaguar Club esteri, tra cui Svizzera, Olanda, Germania, Inghilterra e altri, organizzando anche un Giro d’Italia in Jaguar. Entrano a far parte del club, negli anni, personaggi di spicco di ambienti pubblici, politici e dell’imprenditoria privata, soci appassionati che alimentano con fervore l’attività ed immagine del Club; tra loro Il Dottor Fabio Tullio, pilota ufficiale del Club, che ne porta i colori sulle piste di tutta Europa con vetture Jaguar di assoluto valore storico e competitivo. Per diversi anni il Club ha pubblicato un notiziario per appassionati, i cui fascicoli, distribuiti anche in concessionari Jaguar, sono oggi un vero pezzo da collezione: la costosa carta patinata, la maniacale impaginatura, il livello ma anche la sobrietà dei raduni illustrati, ne fanno un documento cult per chi ama consultare “il come eravamo”. Passano così i primi 25 anni di attività: alcuni soci danno vita a nuovi sodalizi e si può ben dire, con simpatia ed orgoglio, che con loro portano il DNA che il Jaguar Club Italia ha fin dall’inizio cercato di instillare in ogni appassionato. Nel 1989 il marchio viene acquistato dal gruppo Ford ed inizia una nuova fase di rilancio e presenza sul mercato… ma questo rimanda ad un diverso capitolo da raccontare, un secondo periodo sempre ricco di personaggi di rilievo e appassionati, nonché momento

in cui Jaguar Italia, filiale della casa madre, inizia a rivestire sempre più un ruolo di partner di Jaguar Club Italia. Concludiamo con un accenno ad oggi: il Club ha in programma per il 2018 6 eventi tra raduni, confronti competitivi ed occasioni culturali e conviviali, un calendario ricco e interessante, che riflette la passione e l’impegno del Consiglio Direttivo. Da segnalare che, come sempre, JCI accoglie gli appassionati di Jaguar di ogni epoca, comprese le auto moderne ed attuali, oltre ai possessori di vetture che rappresentano il meglio della produzione contemporanea, che potranno confrontarsi in una apposita categoria che il Club ha per loro riservato.

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