JAG mag n.12

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numero

Anno III - Periodico Trimestrale - Euro 8,00

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news

CARS

F-Type Chequered Flag

Passione a 12 cilindri

XE 300 Sport e XE SV Project 8

Jaguar XJR-11 TWR



la foto Jaguar F-type Chequered Flag

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edito

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e si trascura la situazione ben poco rosea del mercato italiano, in cui le auto elettriche pesano al massimo per qualche frazione di punto decimale, non si può trascurare che a livello mondiale i veicoli elettrici stanno avendo successo. Jaguar Land Rover sta pensando di fare un passo estremo, facendo diventare Jaguar un brand completamente elettrico entro il prossimo decennio. La nuova strategia ipotizzerebbe la graduale dismissione della gamma di veicoli a motore a combustione interna per i prossimi cinque-sette anni e la loro sostituzione con propulsori esclusivamente elettrici. Già si parla della nuova XJ che dovrebbe debuttare al Salone di New York l’anno prossimo e probabilmente sarà proposta nella sola versione EV e, a seguire, il piano prevederebbe la completa elettrificazione della gamma Jaguar. Personalmente, ho una buona opinione delle vetture elettriche, è un settore che sta di fatto nascendo, anche se avrà bisogno di tempo per arrivare alla propria maturità. Nel frattempo, molte aziende, stazioni di servizio, officine e centri di assistenza, si dovranno reinventare e dovranno diversificare la propria attività, prevedendo anche servizi alle vetture elettriche, se non vorranno perdere la loro competitività in un mercato in continua crescita, sperando di non incappare in cocenti delusioni.

Pierluigi Ducci

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sommario News 8 14 18 20 26 28 36 39 40 42 44 46 48 50 52 53

F-Type Chequered Flag F-Type Rally 70 anni di sportive Jaguar Destinazione Parigi per i 50 anni di XJ Winter Tour Jaguar Land Rover Jaguar con I-PACE alla Barcolana XE 300 Sport e XE SV Project 8 A breed apart. Nati per distinguersi. I-PACE da 5 stelle Race Taxy XE SV Project 8 Un suono per l’I-PACE Stop Red Traffic Light Nuovo stabilimento in Slovacchia Customer experience con la I-PACE Take It Easy Piccioli Deigner of the Year Living Coral Pantone 2019

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people 32 74

Mr. Peter Dredge ci racconta… Dark Blue Racer

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racing 54 58

Pronti per la nuova stagione di Formula E Nella storia con l’I-PACE eTrophy

cars 60 88

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Passione a 12 cilindri Jaguar XJSC V12 del 1986 Voglia di velocità Jaguar XJR-11 TWR

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Ottobre - Novembre - Dicembre 2018

place 66

L’artigliere: Ristorante con Locanda Tra cucina e storicità

hi-tech 70

Arc Vector

70 icons 80

Giovanni Boldini e la moda

cultura 83 84

70° Anniversario del motore XK L’acqua microscopio della Natura Il codice Leicester di Leonardo da Vinci

excellence 86

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The British Institute of Florence

Story 96

…Ho sognato Duncan Hamilton!

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La foto: Jaguar F-Type Chequered Flag Edito Club: Nebbie e Jaguari (Jag-lovers Italia)

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F-TYPE CHEQUERED FLAG Le F-TYPE Chequered Flag Limited Edition, sia CoupĂŠ che Convertible, celebrano 70 anni di vetture sportive Jaguar a partire dal lancio della XK 120. foto: Media Jaguar Land Rover

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in dal debutto della XK 120 nel 1948, le auto sportive sono sempre state una parte integrante del patrimonio storico Jaguar che, con la F-TYPE, ha conosciuto il suo massimo splendore, vincendo oltre 170 premi in tutto il mondo. Ora, per celebrare i 70 anni della gamma sportiva Jaguar, la F-TYPE si arricchisce di una nuova ed esclusiva versione, la Chequered Flag Limited Edition. Basata sui modelli F-TYPE R-Dynamic sia Coupé che Convertible e disponibile con potenti motorizzazioni a quattro e sei cilindri, la Chequered Flag presenta una serie di raffinati miglioramenti apportati al design esterno e all’abitacolo “1+1” della vettura.

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«Proporzioni perfette, purezza stilistica e fisionomia spettacolare: ogni Jaguar deve poter esprimere queste qualità e ovviamente anche la F-TYPE. Nel creare la Chequered Flag abbiamo concentrato la nostra attenzione su dettagli che potessero esaltare le aspettative prestazionali e la personalità dell’auto. In questo modo abbiamo reso omaggio a 70 anni di meravigliose e veloci sportive Jaguar». Ian Callum, Jaguar Director of Design


I cambiamenti più evidenti comprendono il tetto Black Contrast per la Coupé, i lussuosi interni in pelle Windsor caratterizzati dai sedili Performance con poggiatesta goffrati, una finitura in alluminio spazzolato Dark per la console centrale (in ricordo del glorioso passato sportivo di Jaguar), un volante con il logo Chequered Flag e un marker in pelle rossa posizionato alle ore 12 sempre sul volante. Le splendide e proporzionate linee esterne della

F-TYPE sono state enfatizzate tramite l’Exterior Black Design Pack che beneficia di prolungate soglie laterali SV per incrementare in modo discreto la larghezza visiva della vettura, donandole un maggiore equilibrio e un maggiore portamento su strada. I cerchi in lega da 20 pollici Gloss Black con finitura Diamond Turned sono un’esclusiva per i modelli Chequered Flag e si integrano perfettamente alle pinze dei freni di colore rosso. I superbi interni in

La Jaguar F-TYPE è la massima espressione delle sportive Jaguar e fino ad ora ha vinto oltre 174 premi in tutto il mondo, compreso il World Car Design of the Year. Nel segmento delle sportive, la famiglia Jaguar F-TYPE offre un’ impareggiabile varietà di scelta, che parte dalla versione quattro cilindri da 300 CV fino ad arrivare alla F-TYPE SVR da 575 CV e oltre 320 km/h di velocità massima. La lunga tradizione delle sportive Jaguar copre un arco di tempo di 70 anni, sin dal lancio della XK120. Quando nell’ottobre del 1948 fece il suo debutto all’Earls Court Motor Show, questa bellissima roadster da oltre 190 km/h di velocità era la vettura di produzione più veloce del mondo.

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pelle Ebony Windsor vengono offerti con cuciture a contrasto di colore Red o Cirrus. I sedili Performance, con sistema opzionale di riscaldamento e raffreddamento, sono dotati di poggiatesta con logo goffrato Chequered Flag. Al posto della finitura in alluminio Delta della versione R-Dynamic, le F-TYPE Chequered Flag presentano una console centrale rifinita in alluminio spazzolato Dark. La trama e la colorazione di questo materiale si abbina perfettamente alla pelle Ebony Windsor. Il sistema d’infotainment Touch Pro dispone di un impianto audio Meridian, di una suite completa di

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servizi online e, per la prima volta su una F-TYPE, dell’Apple CarPlay e dell’Android Auto, che rendono più semplice che mai l’accesso alle app del proprio smartphone attraverso il touchscreen da 10 pollici. Le motorizzazioni disponibili per questa speciale versione sono il 2.0 litri quattro cilindri Ingenium da 300 CV e 400 Nm di coppia e il 3.0 litri V6 sovralimentato, offerto nelle varianti da 340 CV con 450 Nm di coppia e 380 CV con 460 Nm di coppia. Tutti i propulsori offrono un eccellente bilanciamento tra reattività, potenza ed efficienza, che si esprime attraverso una sonorità sportiva che riflette il reale orientamento verso il guidatore della F-TYPE.


Le motorizzazioni sono abbinate alla trasmissione Quickshift ad otto rapporti e alla trazione posteriore. Le versioni da 380 CV adottano invece la trazione integrale e sono equipaggiate con il sistema Intelligent Driveline Dynamics.

Miglioramenti aggiuntivi F-TYPE MY20 Traendo spunto dalla versione SVR, la taratura d’ammortizzazione delle F-TYPE R Coupé e Convertible è stata perfezionata, offrendo un miglior comfort di marcia alle velocità più basse.

Tutto ciò è stato ottenuto riducendo del 24% le velocità d’ammortizzazione più basse (fino a 0,3 m/s), pur incrementando la capacità complessiva del 30%. In aggiunta, sulle Jaguar F-TYPE R è stato incorporato lo stesso giunto sferico superiore della SVR, che ha comportato modificazioni alla cerniera posteriore e al braccetto di controllo superiore, migliorando in questo modo ulteriormente la capacità e la robustezza del sistema. Su tutte le versioni della F-TYPE sono ora disponibili di serie sia la telecamera posteriore sia i sistemi di assistenza al parcheggio anteriori.

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f-type rally

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Per continuare le celebrazioni dei 70 anni delle sue auto sportive, Jaguar ha creato due F-TYPE Convertibili in versione rally. foto: Media Jaguar Land Rover

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aguar prosegue le celebrazioni per i 70 anni delle sue auto sportive, la cui storia iniziò nel 1948 con il lancio della XK120. Per festeggiare questa ricorrenza, Jaguar ha dato vita a due F-TYPE Convertibili da rally che riprendono alcuni tratti stilistici della F-TYPE Chequered Flag Limited Edition. Queste esclusive F-TYPE vogliono rendere omaggio alla leggendaria Jaguar XK 120 che, registrata con il nome di “NUB 120”, portò a termine tre Alpine Rally consecutivi senza incorrere in un solo punto di penalità, vincendo poi il RAC e il Tulip con al volante Ian Appleyard. Le F-TYPE Convertibili da rally sono alimentate dal motore 2.0 litri benzina Ingenium da 300 CV. Con la supervisione del reparto Jaguar Design and Engineering, entrambe le vetture sono state costruite secondo le specifiche tecniche della FIA e presentano sospensioni e freni maggiorati, un rollcage di protezione, sedili da corsa con sistema di ritenuta a sei punti d’attacco, fari supplementari sul cofano e un estintore.

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«L’opportunità di progettare una vettura da rally non capita molto spesso, per questo ero affascinato dal capire come potevamo trasformare la nostra moderna sportiva in una simile tipologia di auto. Questi modelli sono un perfetto omaggio alla XK 120 e alle grandi sportive Jaguar degli ultimi 70 anni, compresa la recente F-TYPE Chequered Flag Limited Edition». Ian Callum, Jaguar Director of Design

Le F-TYPE da rally presentano sospensioni, trasmissione e freni maggiorati, con dischi dal profilo scanalato e pinze a quattro pistoncini all’anteriore e al posteriore. Gli ammortizzatori da corsa realizzati a mano e le molle più morbide assicurano le massime prestazioni anche sui tracciati più sconnessi. Equipaggiati con cuscinetti sferici per una maggiore precisione di guida, gli ammortizzatori regolabili a tre vie consentono alle vetture di adattarsi a diverse superfici stradali. I cerchi e gli pneumatici da corsa che equipaggiano le auto sono stati scelti per un utilizzo specifico sulla ghiaia, mentre un differenziale a slittamento limitato migliora l’erogazione della potenza sulle superfici a scarsa aderenza. Per aiutare i piloti ad affrontare i tornanti più impegnativi, le F-TYPE da rally sono state equipaggiate con un freno a mano di tipo idraulico.

Per dimostrare tutte le loro potenzialità, i due modelli celebrativi sono stati messi alla prova durante il rally Walters Arena, nel sud del Galles, e nei prossimi mesi parteciperanno a tutta una serie di eventi Jaguar. La livrea delle due auto trae ispirazione da quella della nuova F-TYPE Chequered Flag Limited Edition, che presenta alcuni piccoli miglioramenti estetici come gli esclusivi cerchi in lega da 20 pollici Gloss Black con finitura Diamond Turned e il tetto Black Contrast per la Coupé. All’interno, i lussuosi rivestimenti in pelle Ebony Windsor presentano dei sedili Performance con poggiatesta goffrati con logo Chequered Flag e una finitura in alluminio spazzolato Dark nella console centrale.

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70 anni di sportive Jaguar Nel 1948 Sir William Lyons, fondatore della Jaguar, presentò la sportiva XK 120 all’Earls Court Motor Show. La XK 120 è stato il veicolo di produzione più veloce della sua epoca e ricevette molti consensi positivi grazie al suo sorprendente design, caratterizzato da parafanghi spioventi e line fluide. La XK 120 collezionò successi sia in strada che in pista. A partire dal 1950, portò a termine l’estenuante Alpine Rally senza neanche una penalità per ben tre anni di seguito, con a bordo Ian Appleyard e sua moglie Pat (figlia di Sir William Lyons), i quali furono premiati con l’ambita Coupé D’Or (Coppa d’Oro). Nel 1951 gli Appleyards e la loro XK 120

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vinsero anche il paneuropeo Tulip Rally (lungo 3.400 chilometri) e nel 1953 il RAC Rally di Gran Bretagna, prima volta in cui vennero eletti vincitori assoluti. Incoraggiata dal debutto quasi vittorioso della XK 120 a Le Mans nel 1950, Jaguar investì molte risorse nel suo programma sportivo e, l’anno successivo, la nuovissima C-type vinse la leggendaria gara di durata della 24 ore di Le Mans. Riconosciuta come una delle più belle auto da corsa di sempre, la C-type è stata progetta dall’esperto in aerodinamica Malcolm Sayer e grazie alla sua forma fluida e spiovente, diventò la prima vincitrice di Le Mans a stabilire una velocità media di oltre 100 miglia orarie (160 km/h).


Due anni più tardi arrivò per la C-type un altro successo a Le Mans, questa volta grazie all’utilizzo dei pioneristici freni a disco, prima che la D-type prendesse il sopravvento in modo dominante. Vincendo per tre volte di fila a partire dal 1955, fu la prima vettura ad utilizzare una monoscocca in stile aeronautico. Condivise gran parte del suo design con la C-type, così come i freni a disco circolari e il motore XK. La vittoriosa scalata di Jaguar verso i successi a Le Mans si interruppe a causa delle restrizioni sulle dimensioni dei propulsori. Per questo motivo il marchio rivolse tutta la sua attenzione alle auto stradali e in particolare alla E-type. Presentata nel 1961, il fascino della E-type rimase inalterato per tre generazioni, grazie al suo elegante cofano, alla sua slanciata monoscocca e al propulsore XK da 3,8 litri. Recentemente il reparto

Jaguar Special Operations ha presentato un’esclusiva versione elettrica di questa iconica vettura, la E-type Zero. La XJ-S arrivò a metà degli anni 70, vendette oltre 100 mila modelli in 21 anni e portò Tom Walkinshaw a vincere l’European Touring Car Championship nel 1984. La XJ220 fu lanciata nel 1992 e, con oltre 210 miglia orarie di velocità massima (circa 337 km/h), fu la vettura di produzione più veloce del suo tempo. Quattro anni più tardi arrivò la XK8, che nel decennio successivo divenne la sportiva Jaguar venduta più velocemente della sua epoca. Nel 2005 e nel 2006 arrivarono le monoscocche in alluminio e il Designer Ian Callum, mentre il 2012 fu l’anno della F-TYPE, il modello successore della E-type, in grado di offrire un design seducente, delle straordinarie performance e un’eccezionale dinamicità di guida.

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Destinazione parigi per i 50 anni di xj 20

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Otto generazioni di XJ sono partite dall’Assembly Plant di Castle Bromwich ed arriveranno al Motor Show di Parigi, per celebrare i 50 anni della lussuosa berlina Jaguar. foto: Media Jaguar Land Rover

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er celebrare i 50 anni della lussuosa berlina Jaguar, un esclusivo convoglio composto da XJ del passato e del presente, è partito dallo stabilimento di Castle Bromwich nel Regno Unito fino ad arrivare al Motor Show di Parigi. Presenti tutte le otto generazioni della XJ prodotte sin

dal 1968 ed erano guidate dalla vettura da cui tutto è iniziato, la Series I, mentre in coda, era chiuso dalla recente XJ50 special edition, che è stata presentata all’inizio di quest’anno. Nel convoglio anche alcuni significativi modelli come la Series II Coupé e la X350 XJR.

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Le vetture del convoglio Dopo la partenza da Castle Bromwich, dove viene prodotta la XJ, durante gli 839 chilometri del tragitto, il convoglio ha fatto tappa in una serie di luoghi molto significativi, come il Jaguar Classic, il Bicester Heritage Centre, il circuito di Goodwood e quello di Le Mans, che hanno ricoperto un ruolo di fondamentale importanza nella Storia di Jaguar e della XJ. Destinazione del viaggio il Motor Show di Parigi, luogo in cui, nel 1968, la XJ fece il suo debutto ufficiale.

«Quella della Jaguar XJ è una storia fatta di stile, fascino e prestazioni, che negli ultimi 50 anni l’hanno trasformata in una vera icona del mondo automobilistico. Per questo è giusto renderle omaggio in un modo speciale. Quando ho iniziato a lavorare in Jaguar, la XJ era già un’icona stilistica, quindi far parte di una storia lunga oltre mezzo secolo è per me un privilegio assoluto». Ian Callum, Jaguar Director of Design

Jaguar XJ Series I del 1968 Jaguar XJ Series II del 1973 Jaguar XJ Series II Coupé del 1973 Jaguar XJ Series III del 1979 Jaguar XJ XJ40 del 1986 Jaguar XJ X300 del 1994 Jaguar XJ X308 del 1997 Jaguar XJ X350 del 2003 Jaguar XJ X351 del 2009 Jaguar XJR575 del 2017 Jaguar XJ XJ50 del 2018

Parigi ha sempre avuto un significato speciale per la Jaguar XJ. Infatti, nel 1968 l’auto fece il suo debutto ufficiale proprio al Motor Show della Capitale francese e, proprio in quell’occasione, il fondatore di Jaguar, Sir William Lyons, presentò la sua visione di

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una berlina di lusso con la guidabilità di una E-type. Con la sua affascinante combinazione di bellezza, equilibrio e prestazioni, la XJ fu una vera rivelazione. Da allora, l’evento parigino ha rappresentato un appuntamento fisso per la XJ: nel 1994 fu lanciata la versione “X300”, mentre nel 2002 fu presentata la rivoluzionaria XJ “X350”, caratterizzata dalla sua leggera monoscocca in alluminio. Per questo speciale compleanno sono state organizzate tutta una serie di celebrazioni, interamente

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dedicate ad una delle più grandi berline del mondo che nel corso della sua storia è stata scelta da uomini d’affari, leader politici e celebrità. In realtà le celebrazioni sono già iniziate all’inizio del 2018 con il lancio della XJ50. Questo modello speciale è equipaggiato con paraurti anteriori e posteriori in stile Autobiography, nuovi cerchi Venom da 20 pollici, griglia anteriore di colore nero, prese d’aria laterali e un esclusivo badge nel posteriore. All’interno, il lussuoso abitacolo è caratterizzato da un giaguaro in rilievo nei poggiatesta, dal logo XJ50 sul bracciolo centrale e dai battitacco illuminati con il logo XJ50.



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winter tour

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rende il via il Winter Tour firmato Jaguar Land Rover, l’appuntamento annuale che, a bordo dei modelli della Casa Automobilistica Britannica, porta ad esplorare le località sciistiche più ambite, provando le vetture tra magnifici paesaggi e percorsi emozionanti.

allestita una lounge invernale negli spazi dello Chalet de l’Ange in via Roma 88, a partire da venerdì 7 dicembre 2018. Concepita come una vera e propria “Casa”, si sviluppa su due piani ed è arredata con dettagli di design, all’insegna di un’atmosfera calda e accogliente in partnership con Molteni&C e Dada.

La stagione 2018/2019 riparte con una veste totalmente rinnovata. La nuova “Casa in montagna” dei due iconici brand automobilistici britannici sarà Courmayeur, località turistica ai piedi del Monte Bianco, nota in tutto il mondo per gli splendidi paesaggi e le numerose attività che propone sia in inverno che in estate.

Nell’area welcome della lounge gli ospiti saranno accolti dalle note musicali in un corner food & beverage creato in collaborazione con la prestigiosa cantina Frescobaldi, dove sarà presente un’area dj-set. Nel dehors antistante la lounge, gli ospiti potranno deliziare il palato nel goloso chocolate corner allestito in collaborazione con Grom. Oltre all’esposizione dei modelli Jaguar e Land Rover e ad un’area dedicata ai test drive, la lounge propone

A Courmayeur, tutti i modelli Jaguar e Land Rover saranno i protagonisti di questa edizione. È stata

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un fitto programma di eventi, pensati per soddisfare ed intrattenere un pubblico vario per età e interessi, grazie anche alla collaborazione con partner di prestigio quali Zenith, Zerosky, Moon Boot, Colmar che arricchiranno un’area design & product, un beauty corner, un’accogliente library e un angolo dedicato ai più piccoli. Sono molti i momenti di incontro previsti: • Meet & Greet con Ambassador Jaguar Land Rover - serate di incontro con il pubblico e di racconto della propria esperienza in qualità di Ambassador dei brand; • Filippo La Mantia showcooking – esibizione del Jaguar Ambassador per gli ospiti della lounge; • Mostra fotografica – realizzata in collaborazione con Leica che racconta l’evento di Jubilee, il raduno organizzato nel mese di agosto che ha celebrato i 70 anni del brand Land Rover; • Mostra pop proposta dall’artista Bob Marongiu in collaborazione con il brand Land Rover; • Truffle cooking lessons – corsi di cucina a base di tartufo in collaborazione con Tartufi & Friends; • Sushi preparation classes – corsi di sushi in collaborazione con Shinto Jaguar Lounge; • Chocolate Party – serate dedicate ai più piccoli per degustare la cioccolata che ha vinto il premio come “migliore del mondo per il 2018”, in collaborazione con Grom. La Lounge sarà attiva nel weekend dal 7 al 9 dicembre e dal 27 dicembre fino al 6 gennaio, con orario continuativo dalle ore 10.00 alle 21.00. Inoltre, per l’intera stagione invernale, Jaguar Land Rover sarà presente anche in Val Gardena, Patrimonio dell’Umanità UNESCO. In uno scenario mozzafiato, caratterizzato da strade innevate, ghiaccio e tornanti, due modelli Jaguar Land Rover percorreranno le strade di questa bellissima valle delle Dolomiti: un’ecologica ed elegante Jaguar I-Pace ed una versatile e affascinante Range Rover Velar.

In particolare la tappa di Ortisei ospiterà The Art of Performance Tour dove sarà presente il Jaguar Truck per poter ammirare le vetture della Famiglia PACE e richiedere un test drive. A Selva di Val Gardena e a Santa Cristina, daranno un tocco di colore al paesaggio i wire form, le installazioni artistiche che svelano le linee della nuovissima Range Rover Evoque, dall’anima eco-chic. Sarà il famoso Rifugio Comici, a 2300 metri di quota, a ospitare la Land Rover Mountain Lounge per offrire agli ospiti un’esperienza indimenticabile ai piedi del Saslong con una serie di eventi e attività per soddisfare le più varie aspettative. Tra le iniziative, spiccherà l’esposizione scenografica della Land Rover Discovery Sport, personalizzata artisticamente con la particolare livrea Vacquarius, creata appositamente dall’artista Bob Marongiu. In ciascuna località e per l’intera stagione, nel tradizionale comfort delle accoglienti ed esclusive Jaguar e Land Rover Lounge, sarà possibile prenotare i test drive e ricevere informazioni sul ricco programma del Winter Tour e sulle numerose attività di intrattenimento che animeranno le località in cui sarà presente.

Date del Jaguar Land Rover Winter Tour Courmayeur: dal 7 al 9 dicembre 2018 e dal 27 dicembre 2018 al 6 gennaio 2019 Val Gardena (Ortisei, Selva di Val Gardena e Santa Cristina): dal 6 a 9 dicembre 2018 e dal 27 dicembre 2018 al 6 gennaio 2019. Per maggiorni informazioni: www.landrover.it/experiences/news/the-above-andbeyond-tour.html

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Jaguar con I-PACE alla barcolana Jaguar Land Rover celebra la 50° edizione di Barcolana all’insegna di eco-sostenibilità e innovazione con i modelli di punta a motore elettrico e ibrido Jaguar I-PACE e Range Rover PHEV. foto: Jaguar Land Rover Italia - Eleonora Felisatti

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radizione e innovazione tecnologica, mobilità del futuro ed eco-sostenibilità sono i temi celebrativi di Jaguar Land Rover Italia che festeggia le nozze d’oro di Barcolana, rinnovando il proprio impegno come Gold Sponsor della storica regata, giunta appunto alla sua 50° edizione. Da mercoledì 10 fino a domenica 14 ottobre, all’entusiasmo della più affascinante manifestazione velica d’Italia, si è affiancata tutta la grinta innovativa dei team Jaguar Vector Racing, Jaguar I-PACE e Range Rover PHEV, che omaggiano la tradizione dettando l’innovazione per la mobilità del futuro con i modelli di punta della gamma a motore elettrico e ibrido. Al Jaguar Village in Riva Nazario Sauro, i riflettori sono accesi sull’esclusivo Jaguar Vector Racing V20E, lo scafo elettrico alimentato a batteria, progettato e costruito da Jaguar Vector in collaborazione con

Williams Advanced Engineering, che spingendosi oltre ogni limite prestazionale mostra al mondo il suo know-how nell’elettrificazione. Jaguar Vector Racing ha infranto ogni record mondiale e nazionale britannico di velocità, per uno scafo alimentato a batteria, registrando una velocità media di 88,61 miglia orarie (circa 142 km/h) nelle due frazioni del Coniston Water, famoso lago dell’Inghilterra, e superando il precedente record del 2008 di 76,8 miglia orarie (quasi 124 km/h).

«Essere presenti a questa speciale 50° edizione di Barcolana è molto significativo per noi perché rappresenta una vetrina d’eccezione e contribuisce a portare la potenza e la versatilità dell’elettrificazione nell’industria navale». Malcolm Crease CEO di Jaguar Vector Racing.

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Il Jaguar Village accoglie il pubblico con un Jaguar Truck, il motorhome di hospitality che accompagna l’esposizione della gamma Jaguar I-PACE, il primo veicolo 100% elettrico premium, un’auto che segna il passo verso le frontiere della nuova mobilità. Nell’emozionante cornice di Barcolana Daniele Bossari, Pacesetter d’eccezione per l’Italia, ha dato seguito al progetto The Pace che porta su strada il concept “The Art of Performance”. Ispirata dalle vetture della famiglia PACE, quali F-PACE, E-PACE e l’elettrica I-PACE, la campagna vuole dare voce alla velocità dell’innovazione. Grazie a un innovativo software Jaguar è possibile editare remix originali in tre modi diversi: attraverso i dati di guida acquisiti a bordo delle vetture della famiglia PACE, tramite le preferenze musicali salvate su account Spotify o semplicemente creando un ritmo attraverso i propri touch sullo schermo dello smartphone. Dopo il successo di Amsterdam, dove The Pace: Season One è stato lanciato grazie alla collaborazione con Dua Lipa, il progetto prosegue in Italia con una serie di perfomance musicali open air.

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MR. PETER DREDGE CI RACCONTA... testo: Paolo Pysa foto: Eleonora Felisatti - Vector Racing

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iamo nella città di Trieste, il sole splende in un cielo limpido; in Riva Nazario Sauro una moltitudine di scafi e catamarani è attraccata al molo, siamo alla Cinquantesima Edizione della Barcolana. Questa Regata Velistica ormai famosa in tutto il mondo è guadagnato vanto della Città marittima toccata dal Mar Adriatico e incastonata nella bella Regione che è il Friuli Venezia Giulia! Noi di JAGmag, stavamo passeggiando in Riva Nazario Sauro raggiungendo così il Jaguar Village dove, gli ospitality point accompagnavano la vista verso i nuovi modelli della Casa del Giaguaro. Camminando ci imbattiamo in una chicca, lo scafo elettrico della Jaguar Vector Racing che sulle acque del lago inglese di Coniston Water ha segnato il nuovo record mondiale di velocità per un natante spinto da motore elettrico: 142 chilometri orari! Lo staff del Jaguar Village spinto dalla nostra voglia di saperne di più sullo scafo Jaguar Vector Racing V20E, ci mette in contatto con il pilota che con la sua esperienza e sangue freddo ha portato tale natante a battere questo record, Mr. Peter Dredge! Ci presentiamo e troviamo in lui affabilità e cortesia; allorché gli chiediamo se ci concede un’intervista, lui è accondiscendente così iniziamo ad indagare.

Come è nata la sua passione per i motoscafi da record? E l’idea di pilotarne uno elettrico? Un record su acqua con mobilità elettrica è stato segnato circa 30 anni fa da Fiona Bryde Gore, Contessa di Arran (n.d.r.: che fu una powerboat racer capace di viaggiare alla velocità di 103 miglia orarie sul lago di Windermere, correva l’anno 1980). Allora io ero manager della sezione powerboat racing per la Royal Yachting Association e vidi battere il record di Miss Fiona nel 2008, sempre sul lago di Windermere.

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Come è nata l’idea di provare a battere il record mondiale di velocità con un motoscafo completamente elettrico? Ero sicuro che, visti i miglioramenti nella tecnologia costruttiva delle batterie e i miglioramenti fatti nei motori elettrici, sicuramente c’era un modo per costruire qualcosa che potesse infrangere questo record. Noi come Vector avevamo un team di ingegneri capace di integrare al meglio la electric technology che i nostri partner Williams Advanced Engineering (WAE) sono stati in grado di fornirci.

Qual è stata la preparazione per questa sfida? Una volta che Jaguar aveva accettato di essere nostro

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partner commerciale, ci siamo impegnati in un processo che ha richiesto quasi un anno per poter costruire uno scafo in grado di affrontare la sfida mosso da motori elettrici che noi di Vector, con non poca difficoltà, abbiamo saputo integrare alla perfezione.

La preparazione dello scafo elettrico V20E per affrontare la sfida è stata complicata? Cè voluto parecchio impegno. Una tecnologia veramente all’avanguardia è stata sviluppata e costruita da Williams Advanced Engineering, tuttavia a sviluppare lo scafo, che avrebbe dovuto sopportare il peso aggiuntivo del pacco batterie più i due motori elettrici, siamo stati noi di Vector Racing convinti della riuscita del record.


Tecnica: hai collaborato alla costruzione del motoscafo V20E? Sì, e come precedentemente affermato la Williams Advanced Engineering è stato il nostro partner tecnico in questo entusiasmante progetto.

Quanto è stata grande l’emozione quando hai saputo di aver battuto il record? Sono stati giorni molto emozionanti a Coniston, ma concentrati sul lavoro fino all’ultimo giro consapevoli di aver già oltrepassato il precedente record parecchie volte!

Come è nata la partnership con Jaguar? La partnership di Vector Racing con Jaguar è arrivata in seguito a un viaggio dove abbiamo mostrato le prestazioni del V40R Rosso, ne seguì un incontro ufficiale dove nacque la collaborazione.

Ci potrebbe dare alcuni dati tecnici del V20E? La barca è stata varata come un catamarano del Formula 1 circuit. Pesava 550 kg con montato un motore V6 da 300 CV. La barca ha una lunghezza complessiva di 5,4 metri ha un raggio di 2,2m. Le regole internazionali per la categoria Electric Record richiedono lo stesso livello di protezione di una barca da Formula1, quindi ha una cella di sicurezza completamente in carbonio e tutti gli attuali requisiti, come lo spazio a norma per la testa del pilota, un sistema completo di aria compressa per i conducenti che in caso di incidente attiva automaticamente un sistema air bag. Il safety equipment, electrical system by Williams Advanced Engineering ha portato il peso dello scafo a 880 kg.

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XE 300 SPORT E XE SV PROJECT 8

DUE AUTO UN SOLO DNA foto: Media Jaguar Land Rover

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aguar ha celebrato il DNA unico che unisce la XE 300 SPORT e la XE SV Project 8, dando vita ad un’esclusiva creazione artistica sulla sabbia. Le due auto hanno tracciato un gigantesco motivo a doppia elica sulla spiaggia di Pendine Sands.

simile traccia sul terreno, le due auto hanno viaggiato sino ad arrivare in Galles, a Pendine Sands, luogo che, come Jaguar vanta una tradizione ultracentenaria in record ed evoluzioni motoristiche.

La loro leggera struttura in alluminio, l’eccellente dinamicità di guida e la trazione integrale, sono tutti elementi dello stesso DNA che le due vetture condividono nella loro essenza e che hanno contribuito alla realizzazione estremamente precisa di questa opera d’arte lunga 1.000 metri. Per trovare uno spazio tanto grande da consentire una

Mike Cross, Vehicle Integrity Chief Engineer di Jaguar Land Rover ha dichiarato: «La struttura in alluminio della XE ci ha consentito di creare una vettura così speciale come la Project 8. Le due berline condividono il medesimo DNA, grazie al quale sono in grado di offrire una eccezionale guidabilità, delle impareggiabili prestazioni ed una dinamicità di guida senza eguali».

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Questa impresa, segue quella della Jaguar XE 300 SPORT di qualche settimana fa, in cui l’auto ha percorso le indimenticabili strade del Circuit de Charade. Dopo oltre 30 anni, sugli 8 chilometri dell’originale tracciato francese, Vincent Radermecker ha stabilito un nuovo record sul giro per una berlina di produzione. La Jaguar XE 300 SPORT è disponibile unicamente con il propulsore 2,0 litri benzina Ingenium da 300 CV. Oltre un badge sulla griglia frontale e sul portellone posteriore con la dicitura 300 SPORT, tutti i modelli saranno caratterizzati da esclusive finiture

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Dark Satin Grey nelle ruote, nello spoiler posteriore, nella cornice della griglia anteriore e nelle calotte degli specchietti esterni. Sin dal lancio nel 2017, anche la XE SV Project 8 ha infranto una serie di record di velocità. Con il tempo di 7 minuti e 21,23 secondi, sul circuito del Nürburgring Nordschleife, la Project 8 ha fatto registrare il giro più veloce mai effettuato da una berlina in produzione. Lo scorso mese invece, a Monterey in California, la supercar Jaguar ha stabilito un altro record sul circuito WeatherTech Raceway Laguna Seca, percorrendo un intero giro con il tempo di 1 minuto e 37,54 secondi.


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A BREED APART. NATI PER DISTINGUERSI

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er alcuni vivere non significa soltanto confondersi tra la folla. Significa distinguersi, prescindere dalle ovvietà, essere originali e allontanarsi dalle convenzioni. È questa l’attitudine che distingue coloro che scelgono di guidare una Jaguar, che sono nati per distinguersi. Si ispira proprio a questo concept la nuova campagna firmata Jaguar che vede protagonisti d’eccezione l’intrigante Eva Green, star di Casino Royale e del celebre The Dreamers, e Thure Lindhardt, il camaleontico attore danese di fama internazionale. In seguito all’anteprima per l’Italia, la campagna internazionale cross-canale prende il via oggi a livello internazionale: il primo spot vede Eva Green sfilare elegantemente verso la sua Jaguar I-PACE, accompagnata da un meraviglioso giaguaro, riprodotto digitalmente in maniera estremamente realistica. La bellissima attrice esce dal suo palazzo, sfidando una tempesta di fulmini, commentando: «è solo elettricità, niente di cui temere».

La campagna “A breed apart. Nati per distinguersi” continuerà con nuovi film, dedicati alla famiglia Pace – dal SUV compatto E-PACE a F-PACE, riconosciuta 2017 World Car of the Year - che vedranno entrare in scena anche Thure Lindhardt, attore danese che ha interpretato ruoli fra i più diversi, accanto a star del calibro di Tom Hanks, in Angeli e Demoni, ed Emile Hirsch ne Into The Wild. In questo film, giocando sottilmente con lo humor inglese, il giaguaro che accompagna l’attore si fa strada fiero, mentre al suo avvicinarsi i pastori tedeschi lasciano la scena. La campagna è stata creata da Spark44, creative agency Jaguar Land Rover. I film sono stati diretti da Chris Palmer con Gorgeous, sotto la direzione fotografica di Gary Bryan. In tutti gli spot, la colonna sonora è firmata dall’artista britannico Skepta.

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i-pace da 5 stelle!

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a Jaguar I-PACE 100% elettrica ha ottenuto le cinque stelle nei test Euro NCAP, confermandosi uno dei veicoli stradali più sicuri in assoluto. Il primo SUV elettrico ad alte prestazioni di Jaguar ha fatto registrare un punteggio del 91% nella protezione degli occupanti adulti, dell’81% nella protezione degli occupanti bambini e dell’81% nella sicurezza assistita. L’I-PACE ha ottenuto il massimo punteggio sia nell’impatto laterale contro una barriera sia nel tanto temuto impatto laterale contro un palo, mostrando un’ottima protezione in tutte le zone critiche del corpo vettura. Grazie a questo risultato, ora tutti e tre i SUV della famiglia PACE, ovvero E-PACE, F-PACE e I-PACE, hanno raggiunto il massimo punteggio delle cinque stelle nei test Euro NCAP, a dimostrazione dell’impegno di Jaguar nella costruzione di veicoli

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sicuri e affidabili. La I-PACE è il decimo modello Jaguar Land Rover, il più grande Costruttore Britannico di automobili, a ricevere le cinque stelle Euro NCAP. La leggera struttura del corpo vettura della I-PACE offre dei livelli di rigidità intrinsecamente elevati e, in abbinamento con il pacco batterie integrato protetto da un telaio strutturale in alluminio, offre la più elevata rigidità torsionale di qualsiasi altro modello Jaguar, con 36 kNm per grado. I principali elementi strutturali della sua carrozzeria prevedono l’utilizzo di forgiati in alluminio, una novità assoluta nell’industria automobilistica e le prime applicazioni del trattamento termico postnormalizzazione, per aumentare la resistenza delle leghe di alluminio nelle zone più critiche.


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race taxi xe sv project 8 Jaguar offre a tutti gli appassionati di auto sportive la possibilità di salire a bordo della berlina più veloce del mondo, la XE SV Project 8, che per l’occasione si trasforma in un Race Taxi sul circuito del Nürburgring. foto: Media Jaguar Land Rover

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visitatori del Nürburgring Nordschleife, in Germania, potranno provare il brivido di salire a bordo della più veloce berlina quattro porte al mondo: avranno infatti la possibilità di effettuare un giro del circuito sulla XE SV Project 8 con Track Pack, che per l’occasione si trasformerà in un Jaguar Race Taxi. Mentre sfrecciano ad oltre 250 km/h sul “The Green Hell” al fianco di piloti professionisti, gli amanti del brivido potranno godersi le eccezionali doti di guida e le fantastiche prestazioni di questa supercar Jaguar. Durante i 20,8 chilometri e le 73 curve del percorso, i passeggeri avranno anche la possibilità di sperimentare accelerazioni gravitazionali di oltre 1,3 g, che arrivano fino a 1,8 g nel tornante sopraelevato del Karusell.

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Il circuito del Nürburgring Nordschleife ha rappresentato un elemento essenziale nel processo di sviluppo della XE SV Project 8. I piloti e gli ingegneri Jaguar dell’SV Development Centre, situato presso il circuito, hanno lavorato al perfezionamento della più performante vettura da pista mai prodotta dalla divisione Special Vehicle Operations. La Jaguar XE, con il suo design dinamico e la sua monoscocca in alluminio, ha rappresentato la base perfetta per lo sviluppo prestazionale della Project 8. Partendo dalle sue doti in termini di agilità e reattività, i numerosi miglioramenti apportati sulla Project 8 hanno consentito alla vettura di accelerare da 0 a 100 km/h in 3,7 secondi e di raggiungere una velocità massima di 322 km/h. Gli interventi eseguiti sulla vettura hanno riguardato sia la struttura che la meccanica. Nello specifico,


«In termini di velocità e handling, lo scorso anno la XE SV Project 8 ha dimostrato tutto il suo potenziale percorrendo un giro da record sul tracciato del Nürburgring Nordschleife. Ora, i visitatori di questo fantastico circuito, che ha svolto un ruolo chiave nello sviluppo di questa speciale Jaguar XE, avranno la possibilità di sperimentare appieno le capacità della berlina più veloce al mondo». Phil Talboys, Jaguar Land Rover European Engineering Operations Manager

la Project 8 è equipaggiata con pannelli in fibra di carbonio, sospensioni con sistema di regolazione dell’altezza e della campanatura e, per la prima volta su una vettura stradale, cuscinetti ceramici in stile Formula 1. Questa vettura è anche la prima Jaguar con uno speciale Track Mode, che attiva elettronicamente gli ideali settaggi per un uso in pista. La Project 8 Race Taxi due posti equipaggiata con Track Pack si affianca alla XJR575 Race Taxi da 575 CV, la XJ più veloce e potente mai prodotta nei suoi 50 anni di storia. Il giro a bordo dei Jaguar Race Taxi (che è stato disponibile sino alla chiusura del circuito a metà novembre) sarà offerto per tutta la stagione 2019. I voucher per il giro in pista possono essere acquistati ad un prezzo di 199 euro sul sito www.jaguarexperience.de

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un suono per l’i-pace foto: Media Jaguar Land Rover

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ista l’assenza di una specifica sonorità del motore, Jaguar ha sviluppato un nuovo sistema di avvertimento per la full-electric Jaguar I-PACE, che entra in funzione alle basse velocità ed è stato ideato a tutela dei pedoni, con particolare attenzione per le persone cieche e ipovedenti. Il sistema AVAS (Audible Vehicle Alert System), specificatamente progettato da Jaguar per il suo primo veicolo elettrico, rispetta sia le attuali che le future normative mondiali. Gli ingegneri Jaguar hanno

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sviluppato un particolare suono che viene emesso quando la vettura viaggia fino a 20 km/h e che supera la soglia minima dei 56 dB(A) richiesta dalla prossima normativa europea - la più severa a livello internazionale - che riguarderà tutti i veicoli elettrici a partire da mese di luglio 2019. Il suono dell’I-PACE è stato testato da “Guide Dogs for the Blind”, la più grande organizzazione di beneficienza del Regno Unito dedicata alle persone affette da cecità. I test segnano anche l’inizio di una collaborazione con Jaguar per i futuri progetti di sviluppo.


«L’assenza della tradizionale sonorità del motore nei veicoli elettrici crea particolari problematiche soprattutto a quelle categorie di pedoni più vulnerabili, come le persone cieche o ipovedenti. Tutto ciò si evidenzia in modo particolare nei centri urbani e nei parcheggi. Per la Jaguar I-PACE abbiamo sviluppato la tecnologia Audible Vehicle Alert System in modo da garantire la massima sicurezza a tutti i pedoni. Il nostro sistema salvavita non può essere disinserito e proprio per proteggere le persone con problemi alla vista, siamo lieti di avere il supporto della Guide Dogs e di poter testare i nostri prodotti in situazioni di vita reale». Iain Suffield, Jaguar NVH Technical Specialist

Gli ingegneri Jaguar hanno lavorato quattro anni per arrivare alla definizione di una sonorità udibile e discreta, che non viene percepita dall’interno del veicolo. I tentativi iniziali di creare un suono inspirato ai veicoli aerospaziali sono stati ben presto accantonati dopo aver verificato che i pedoni reagivano al passaggio del veicolo guardando verso il cielo, piuttosto che verso la strada. Prima di scegliere il suono definitivo per la full-electric Jaguar I-PACE, gli ingegneri hanno testato le diverse varianti in diverse ambientazioni, compresa una camera anecoica (una speciale stanza priva di rifrazioni sonore) e in vari scenari urbani. Il suono, emesso da uno speaker situato dietro la griglia anteriore, può essere udito in ogni direzione e non è disattivabile. A livello di tonalità e volume, il suono d’avvertimento aumenta in linea con la velocità del veicolo e, quando viene inserita la retromarcia, viene accompagnato da un tono aggiuntivo che indica il cambio di direzione. Alle velocità più elevate il sistema AVAS non è necessario, in quanto sono sufficienti la rumorosità del vento e dei pneumatici per consentire ai pedoni di percepire l’arrivo di un veicolo a zero emissioni.

«Guide Dogs ha sempre lavorato per rendere obbligatorio, sui veicoli più silenziosi, un sistema integrato di produzione di suoni, in grado di attivarsi anche quando il veicolo è fermo ad un passaggio pedonale. Facciamo i nostri migliori complimenti a Jaguar per essere stato il primo brand a lanciare un veicolo elettrico che rispetta i futuri standard ancora prima della loro entrata in vigore e, anche per questo, non vediamo l’ora di iniziare a lavorare insieme ai prossimi progetti». John Welsman, Policy Business Partner (Travel & Mobility) di Guide Dogs for the Blind

Jaguar ha presentato la I-PACE, il suo primo veicolo elettrico, all’inizio di quest’anno in modo da offrire prestazioni sportive sostenibili, una tecnologia con intelligenza artificiale (AI) di prossima generazione e la praticità di un SUV cinque posti. Equipaggiata con una batteria agli ioni di litio da 90 kWh allo stato dell’arte, due motori Jaguar ed una specifica struttura in alluminio, la Jaguar I-PACE raggiunge i 100 km/h in 4,8 secondi e ha un’autonomia di 470 chilometri (ciclo WLTP).

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stop red traffic light

foto: Media Jaguar Land Rover

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a nuova tecnologia Jaguar Land Rover utilizza il Vehicle-to-Infrastructure (V2X) per connettere le auto ai semafori, in modo che i guidatori possano evitare di rimanere bloccati nel traffico e, di conseguenza, si liberi il flusso della viabilità nelle città. I primi semafori al mondo furono installati esattamente 150 anni fa all’esterno del parlamento di Londra. Da allora, i guidatori di tutto il mondo hanno trascorso miliardi di ore in attesa della luce verde. Ora, con questa nuova tecnologia Jaguar Land Rover, le lunghe soste ai semafori potrebbero avere i giorni contati.

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Il sistema Green Light Optimal Speed Advisory (GLOSA) consente alle auto di “dialogare” con i semafori e di informare il guidatore sulla velocità di guida da tenere nelle fasi di avvicinamento agli incroci stradali. La diffusione della tecnologia V2X eviterà ai guidatori di dover accelerare improvvisamente per non rimanere bloccati con il rosso e, conseguentemente, migliorerà la qualità dell’aria grazie alle minori emissioni. L’obiettivo di questa rivoluzionaria tecnologia è quello di creare un flusso maggiormente scorrevole del traffico, con meno ritardi e meno stress per i pendolari dell’auto.


Parte integrante di un progetto collaborativo di ricerca da 20 milioni di sterline, questa tecnologia è attualmente in fase di sperimentazione su una Jaguar F-PACE. Come tutte le attuali vetture Jaguar e Land Rover, la F-PACE vanta già una vasta gamma di avanzate funzionalità di assistenza alla guida (ADAS). I tecnologici test di connessione stanno implementando le attuali funzioni dell’ADAS attraverso l’incremento della linea visiva delle vetture, quando connesse tramite internet ad altri veicoli o a qualche infrastruttura. Il GLOSA è stato testato parallelamente a tutta una serie di altre misure, pensate per ridurre il tempo trascorso dai pendolari nel traffico. Ad esempio, l’Intersection Collision Warning (ICW)

avvisa i conducenti quando non è sicuro procedere ad un incrocio. L’ICW informa i guidatori se altre vetture sono in avvicinamento dalle strade adiacenti ed è in grado di suggerire l’ordine in cui le auto dovrebbero superare l’incrocio. Jaguar Land Rover ha anche lavorato sulla riduzione della perdita di tempo da impiegare nella ricerca di un parcheggio, fornendo informazioni in tempo reale ai guidatori circa gli spazi disponibili. Inoltre, ha sviluppato il sistema Emergency Vehicle Warning per avvisare gli automobilisti dell’imminente arrivo di un mezzo dei vigili del fuoco, della polizia o di un’ambulanza. Le nuove e avanzate tecnologie si basano su sistemi connessi già presenti sulla Jaguar F-PACE, come l’Adaptive Cruise Control.

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nuovo stabilimento in slovacchia Apre in Slovacchia il nuovo stabilimento di produzione Jaguar Land Rover da 1,4 miliardi di Euro, un importante passo all’interno della strategia di crescita globale e sostenibile dell’azienda. foto: Media Jaguar Land Rover

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aguar Land Rover inaugura oggi un modernissimo impianto a Nitra, in Slovacchia, che rappresenta un investimento da 1,4 miliardi di euro. È la prima volta che una casa costruttrice automobilistica britannica apre una fabbrica in Slovacchia. Con l’apertura dell’impianto di Nitra, Jaguar Land Rover, che concentra nel Regno Unito anima e cuore delle proprie attività, compie un ulteriore passo avanti nella strategia di espansione globale della società, che nel 2014 ha già stretto una joint venture in Cina e ha aperto una fabbrica in Brasile nel 2016, supportata dal contratto manufatturiero in India dal 2011 e in Austria dal 2017. La creazione di nuovi impianti internazionali consente a Jaguar Land Rover di offrire

alla propria clientela veicoli sempre più desiderabili, di proteggersi dalle fluttuazioni valutarie e di restare competitiva a livello globale. L’apertura di questo stabilimento di nuova generazione a Nitra, in Slovacchia, rappresenta l’inizio di una nuova era nella produzione di Jaguar Land Rover. Si tratta dell’ultima pietra miliare del nostro programma di globalizzazione a lungo termine e il culmine di una pianificazione di quattro anni. Come per i nostri impianti di produzione presenti nel Regno Unito, in Cina, Brasile, India e Austria, questo nuovo stabilimento tecnologicamente all’avanguardia in Slovacchia integrerà e supporterà le divisioni corporate, R&D e Engineering, con sede nel Regno Unito.

La produzione in Slovacchia L’impianto di Nitra impiega ad oggi circa 1500 dipendenti, il 98% dei quali di nazionalità slovacca, con una rappresentanza femminile del 30%. A novembre avrà inizio la seconda fase di assunzioni, che vedrà altre 850 persone aggiungersi al qualificato team di Nitra. Tutti i dipendenti della fabbrica hanno partecipato ad un training personalizzato di 12 settimane presso la prima Training Academy estera, un istituto che rappresenta un investimento di 7,5 milioni di euro. Il nuovo stabilimento di 300.000 metri quadrati è all’avanguardia in Slovacchia per capacità ingegneristiche e nella lavorazione dell’alluminio e vanta una capacità produttiva annuale di 150.000 veicoli. Nell’ambito dell’impegno societario, che è quello di offrire ai clienti veicoli leggeri e ad alta tecnologia, a settembre è stata finalizzata la prima Land Rover Discovery. Lo stabilimento vanta tecnologie all’avanguardia ed è il primo in Europa ad impiegare la linea Pulse

dell’azienda Kuka, più veloce del 30% rispetto ai convenzionali sistemi di trasferimento. L’impianto di verniciatura altamente automatizzato assicura la più alta qualità e riduce al minimo l’impatto ambientale. Proiettata al futuro, la fabbrica è stata progettata con una flessibilità che consente di adottare tecnologie produttive smart e connesse, come la visualizzazione dello shop floor con l’impiego dei dati in tempo reale per la risoluzione di problemi, garantendo maggiore efficienza nei processi produttivi, nella qualità e nella distribuzione. La Slovacchia vanta un affermato e prestigioso settore automobilistico, che rappresenta il 44% della produzione industriale del Paese. Con una rete consolidata di fornitori nelle immediate vicinanze, Jaguar Land Rover ha individuato e localizzato, a supporto della produzione della Discovery a Nitra, molti componenti come i sedili e le ruote, creando molte migliaia di posti di lavoro aggiuntivi nella catena dei fornitori slovacchi.

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CUSTOMER EXPERIENCE con la i-pace J

aguar Land Rover continua ad investire in ricerche e progetti innovativi tra cui quelli sulla mobilità del futuro, sempre all’insegna dell’ecosostenibilità per contribuire ad un miglioramento della qualità della vita nei prossimi anni. L’Azienda è impegnata nello sviluppo di tecnologie innovative che si concretizzano nella progettazione e produzione di vetture ibride plug-in, elettriche, performanti e rispettose dell’ambiente. Dal 2020, tutte le vetture Jaguar Land Rover avranno delle versioni elettrificate. Protagonista di eccellenza di questo percorso evolutivo, in una strada fatta di rivoluzioni, è oggi la nuova Jaguar I-PACE, il primo veicolo 100% elettrico premium, un’auto che segna il passo verso le frontiere della nuova mobilità. Con la Jaguar I-PACE la rivoluzione è già in atto; una rivoluzione che non può limitarsi alla presentazione di un prodotto, seppur innovativo e certamente intrigante, ma che vuole andare oltre, agevolando un cambiamento di mentalità, una cultural evolution che introduce una nuova filosofia e stile di vita verso il mondo dell’elettrico e a quanto ad esso ruota intorno. Con questo obiettivo, Jaguar Land Rover ha scelto di proporre la vettura attraverso una strategia integrata e mirata ad offrire una “Electric Customer Experience” a 360°, pensata per assicurare al proprietario

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di una I-PACE tutto il supporto necessario, perché non debba preoccuparsi di nulla se non di mettersi alla guida dell’auto ed apprezzarne le caratteristiche distintive. In questa esperienza, i Concessionari Jaguar Land Rover rivestono un ruolo importante, fondamentale ed assistono il Cliente in tutte le diverse fasi di contatto: dall’offerta di test drive estesi per familiarizzare con l’auto, alla fase di scelta, fino all’acquisto e successivamente in assistenza. Anche le fasi di ricarica in concessionaria diventeranno un momento di incontro, accoglienza e relax che pongono il Cliente al centro del mondo dell’elettrico pensato per lui. Coerentemente con questa strategia, è nata la figura dell’E-Angel, un consulente che affianca il Cliente e lo alleggerisce nella gestione degli aspetti tecnicoburocratici, supportandolo nella verifica delle condizioni necessarie per l’installazione della Wallbox gratuita a casa, nella richiesta di potenza al gestore di riferimento e fornendo, chiavi in mano, wallbox di nuova generazione. Per rendere ancora più piacevole l’esperienza del cliente durante i suoi viaggi elettrici in Italia e in Europa, Jaguar Land Rover Italia ha siglato un accordo con Route220, azienda attiva nella mobilità elettrica dal 2014, con l’obiettivo di offrire un servizio


completo e rivoluzionario a chi sceglie di guidare elettrico e creare esperienze positive durante le soste per i tempi di ricarica. Grazie a questa partnership si potrà accedere attraverso l’app evway ad un network interoperabile con i principali operatori CPO (Charging Point Operator). L’app, personalizzata nel look e nelle funzionalità per Jaguar e Land Rover, offre una mappatura completa di tutti i punti di ricarica pubblici italiani ed europei e l’interoperabilità con circa 70.000 punti di ricarica in Italia e in Europa.

punti di interesse di prossimità, delle attività commerciali e suggerisce destinazioni ed itinerari. Unica tra le app dei brand automobilistici, l’app evway per JLR mostra servizi dedicati sia presso tutte le Concessionarie Jaguar Land Rover italiane che mettono a loro disposizione, gratuitamente, le proprie strutture di ricarica, sia presentando proposte esclusive sempre riservate ai Clienti Jaguar Land Rover, accogliendoli presso le strutture di ospitalità delle JLR Charging Lounge.

Attraverso l’app o il Key Hanger brandizzato, fornito al momento della consegna della vettura e utilizzabile in alternativa all’app, è possibile monitorare lo stato delle prese (disponibili/occupate/in manutenzione), attivare e pagare le ricariche in modalità digitale cashless. In aggiunta, l’app fornisce l’indicazione dei

In uno scenario sempre più sfidante come quello della mobilità elettrica, l’obiettivo Jaguar Land Rover è quello di porre i Clienti al centro di un’esclusiva Electric Customer Experience, in cui far confluire servizi e vantaggi concreti che nel tempo e secondo le diverse esigenze, si arricchiranno di nuove opportunità.

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TAKE IT EASY La proposta Jaguar Land Rover per una soluzione finanziaria accessibile, conveniente e con ancora più valore.

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ell’ottica di offrire programmi che esprimano al meglio la mission aziendale che pone i Clienti al centro del mondo dei servizi pensati per loro, Jaguar Land Rover Financial Services rafforza in Italia l’impegno del gruppo attraverso l’erogazione di prodotti finanziari connessi alla mobilità, proposti direttamente in Concessionaria. Tali servizi saranno presentati da personale competente, che opera a stretto contatto con la Casa, in grado di guidare il cliente verso una scelta intelligente e ponderata di acquisto ed utilizzo. Nasce così la formula Take It Easy, inizialmente applicabile ai modelli Jaguar della PACE Family: E-Pace, F-Pace, I-Pace e che, in futuro, sarà estesa agli altri modelli Jaguar e a quelli Land Rover. Si tratta di un’offerta combinata di accessibilità, garanzia e servizi, che da ancora più valore alla scelta dei clienti, fortemente ispirata dalla cultura loyalty che distingue il brand. Il prodotto Take it Easy, è stato sviluppato proprio con l’obiettivo di avvicinare un target di clientela più ampio ai modelli della Pace Family; un target che possa riconoscersi nel carattere distintivo di questi modelli ed apprezzarne le spiccate caratteristiche di

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dinamicità, performance ed innovazione tecnologica. Take it Easy si basa su 3 principi fondamentali: Accessibilità e Semplicità dell’offerta con il concetto del 50% adesso e 0 canoni per i successivi 24 mesi sempre a TAN 0 (TAEG,95%) Garanzia per il futuro, con il minimo valore garantito dopo 2 anni. In un mercato in continua evoluzione è il miglior modo per poter gestire il cambiamento senza subirlo. Offerta di servizi di mobilità già inseriti nel piano senza nessun extra costo per il cliente; si tratta proprio dei servizi più importanti e costosi nella gestione dell’auto per i primi 2 anni: la copertura assicurativa Furto & Incendio e la manutenzione completa con i tagliandi già inclusi ( Jaguar Care) Coerentemente con l’obiettivo di garantire la massima accessibilità a chi vuole guidare un modello della PACE Family, senza investire un anticipo elevato, Take it Easy sarà a breve disponibile anche con un anticipo inferiore al 50%. In questo caso, non più con canoni pari a 0, ma con importi comunque contenuti che saranno sviluppati in funzione dell’anticipo iniziale. Tutto, sempre con il vantaggio del pacchetto assicurativo Furto &Incendio First per 24 mesi e la manutenzione completa Jaguar Care.


Piccioli “Designer of the Year”

Photo by Mike Marsland/BFC/Mike Marsland/Getty Images

Lo stilista Pierpaolo Piccioli, direttore creativo di Valentino, ha conquistato il prestigioso riconoscimento “Designer of the Year Award” durante il Fashion Awards 2018 tenutosi il 10 dicembre al Royal Albert Hall di Londra. Presentato da Brooke Shields, è risultato essere lo stilista più influente a livello internazionale nel dettare nuove tendenze della moda globale. Altri riconoscimenti iportanti per Miuccia Prada, presentata da Uma Thurman e Steve McQueen come “Outstanding Achievement” e per Marco Bizzarri (Gucci) come “Business Leader”, annunciato da Saoirse Ronan.

Living Coral Pantone 2019 Proclamato il colore Pantone per il 2019: si tratta del “Living Coral”, numero 16-1546. Il brand che da anni suggerisce le tendenze nel campo dei colori definisce il Living Coral come «una tonalità corallo piena di vitalità con un accenno dorato che infonde energia e ravviva con delicatezza. Socievole e vivace è un colore rassicurante che si manifesta nella natura che ci circonda e che mostra al contempo una vivace presenza sui social media».

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pronti per la nuova stagione di formula E 54

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Panasonic Jaguar Racing si appresta ad affrontare la sua terza stagione nel Campionato ABB FIA Formula E con nuove vetture, nuovo format di gara, nuovi circuiti cittadini, nuovi team e nuovi piloti per l’esclusivo Campionato riservato alle auto elettriche. foto: Media Jaguar Land Rover

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Ho-Pin Tung, Mitch Evans and Nelson Piquet Junior.

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anasonic Jaguar Racing è pronta ad affrontare la sua terza stagione del Campionato ABB FIA Formula E che prenderà il via il 15 dicembre con l’Ad Diriyah E-Prix, in Arabia Saudita. La gara di Riyadh è uno dei nuovi circuiti del calendario della Formula E, in cui ci saranno alcune novità per il team Panasonic Jaguar Racing, a partire dalle nuove vetture e da un nuovo trofeo Jaguar I-PACE eTROPHY. Nelson Piquet Jr e Mitch Evans torneranno a gareggiare a bordo delle nuove e velocissime Jaguar I-TYPE 3 con cui, sui 2.495 chilometri del circuito cittadino arabo, ambiscono ad arrivare sul podio. Questa stagione, ogni E-Prix sarà una gara a tempo della durata di 45 minuti più un giro, rendendo le strategie di squadra più difficili e le competizioni più imprevedibili. Per la nuova stagione, Panasonic Jaguar Racing ha sviluppato e costruito un nuovo sistema di propulsione interamente in-house. Con una maggiore

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efficienza e con un peso del tutto simile a quello della I-TYPE 2, la nuova motorizzazione è più potente del 25% ed è in grado di erogare fino a 250 KwH (335 CV). L’avanzata Motor Generator Unit supera i 30.000 giri al minuto, più del doppio di un’auto da Formula 1. Rispetto alla vettura della passata stagione, la nuova Jaguar I-TYPE 3 ha oltre 800 nuovi componenti, il che dimostra gli enormi sviluppi tecnologici dei veicoli elettrici.

James Barclay, Panasonic Jaguar Racing Team Director, ha detto: «Non vediamo l’ora di tornare a gareggiare e che inizi la nostra terza stagione nel Campionato ABB FIA Formula E. Abbiamo fatto tesoro di quanto appreso nelle passate stagioni in modo da rendere le nostre auto sempre più competitive e speriamo in un ottimo piazzamento già dalla gara inaugurale. Quella 2017-18 è la stata la nostra migliore stagione. Con Nelson e Mitch di nuovo a bordo, sono molto ottimista, perché abbiamo il giusto team sulle giuste auto per guadagnare punti e lottare per il podio ad ogni gara».


«Sono determinato nel voler migliorare i progressi fatti dal team nella passata stagione e voglio lottare per il podio ad ogni gara. Mitch e io abbiamo lavorato duramente per entrare in sintonia con la Jaguar I-TYPE 3. Siamo pronti e non vedo l’ora che inizi il Campionato». Nelson Piquet Jr, pilota Panasonic Jaguar Racing

«Ad ogni stagione, la competitività del Campionato di Formula E cresce in modo costante, ma il lavoro fatto dal team e gli sviluppi apportati sulla nuova vettura ci consentiranno di gareggiare tra le squadre di testa. Lo scorso anno ad Hong Kong sono salito per la prima volta sul podio e in questa stagione voglio riprovarci in modo sistematico. Con la nuova auto credo che questo sia possibile e correrò sempre per vincere, perché è quello che mi dà la carica ogni mattina». Mitch Evans pilota Panasonic Jaguar Racing

Rafforzando ulteriormente la mission “Race to Innovate” di Jaguar, il tracciato di Ad Diriyah ospiterà anche la gara inaugurale del Jaguar I-PACE eTROPHY, il primo campionato internazionale riservato alle auto elettriche di produzione.

Il Campionato ABB FIA Formula E 2018-19 prevede 13 gare in 12 delle città più iconiche del mondo, mentre le competizioni del Jaguar I-PACE eTROPHY si svolgeranno durante lo stesso giorno in 10 turni.

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racing

nella storia con l’I-Pace eTrophy

foto: Media Jaguar Land Rover

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urante il fine settimana del 15 e 16 dicembre Jaguar scriverà un’altra pagina della storia delle competizioni motoristiche, grazie al debutto del Jaguar I-PACE eTROPHY, il primo campionato internazionale al mondo riservato alle auto elettriche di serie. Per la prima volta in Arabia Saudita, donne e uomini potranno gareggiare insieme e Katherine Legge, Célia Martin e Alice Powell saranno le prime donne a prendere parte ad una competizione motoristica nel Reame. Negli antichi dintorni di Ad Diriyah, 11 piloti provenienti da cinque continenti si sfideranno sui 2.495 chilometri e i 21 tornanti del percorso che partirà e terminerà nel cuore della città vecchia.

Tra i partecipanti ci sarà anche Alice Powell, vera star britannica delle competizioni motoristiche. La venticinquenne Alice è stata la prima donna a vincere il Formula Renault Championship, la prima donna a conquistare punti in GP3 e nel 2014, ha vinto il Formula Renault Asia Championship. Alice è stata recentemente selezionata anche per il W Series. In qualità di Dare to be Different Ambassador, supporta e incentiva i giovani talenti del kating femminile, così come prepara le giovani donne che si apprestano ad entrare nelle competizioni motoristiche. La gara in programma sabato 15 dicembre ha una durata di 25 minuti più un giro alla massima potenza.

Pilota

Nazionalità Team

Alice Powell

Gran Bretagna

Jaguar VIP car

1

Katherine Legge

Gran Bretagna

Rahal Letterman Lanigan Racing

3

Bryan Sellers

USA

Rahal Letterman Lanigan Racing

6

Cacá Bueno

Brasile

Jaguar Brazil Racing

0

Sérgio Jimenez

Brasile

Jaguar Brazil Racing

10

Célia Martin

Francia

Viessman Jaguar eTROPHY Team Germany

7

Tao Wang

Cina

Team China

8

Yaqi Zhang

Cina

Team China

9

Simon Evans

Nuova Zelanda

Team Asia New Zealand

99

Ahmed Bin Khanen Arabia Saudita

Saudi Racing

24

Bandar Alesayi

Saudi Racing

12

Arabia Saudita

Numero auto

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cars

passione a 12 cilindri Claudia Rumi, food writer milanese ci parla della sua XJSC V12 del 1986 (telaio SAJ-JNVCW4JP139413) e di quanto è stato difficile trovarla, importarla e finalmente guidarla sulle nostre strade. testo e foto: Marco Annunziata

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Questa XJSC V12 si tratta di un modello creato per il mercato americano, come l’hai trovata? Cercavi proprio questo modello? La Jaguar ha creato questo modello partendo dalla normale cabriolet ed inserendo il roll bar per rispondere alle norme di sicurezza del mercato USA, l’auto era prodotta ovviamente nello storico stabilimento Jaguar nel Regno Unito, ma solo per il mercato americano tanto da avere due numeri telaio (il secondo indicato dall’importatore) ed è stata prodotta in poco più di 3.000 esemplari dei quali solo 800 col motore V12.

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La scelta di questo modello è stata motivata dal volere una spider che sia anche una vera coupé fruibile in ogni stagione ed ovviamente una Jaguar, meglio se prodotta appunto in poche unità! La ricerca non è stata per niente facile, sia perché ve ne sono poche in circolazione in Europa e pochissime in Italia, sia perché tutte quelle che avevo visto erano di qualità scadente o non interamente conformi all’originale. Finalmente sono riuscita a trovarne una nera con interni panna in Germania, è stato amore a prima vista e ho organizzato tutto per farla arrivare in bisarca in Italia.


Chi erano i precedenti proprietari? Mi risultano due precedenti proprietari, il primo un diplomatico USA rientrato in patria ed il secondo un signore tedesco che l’ha importata e nazionalizzata in Germania. Ora si è quasi chiuso il cerchio, infatti anche se io sono una giornalista, mio marito è diplomatico.

È stato complicato il processo di importazione? Moltissimo, la burocrazia italiana è infinita e il doppio numero di telaio (UK ed USA) ha fatto il resto. Alla fine ci siamo riusciti, ma dopo una vera lotta durata vari mesi.

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La macchina e tutta originale? L’auto è originale al 100% e questo la rende ancora più speciale. Sono stati fatti alcuni interventi straordinari, tutti regolarmente fatturati dal precedente proprietario tedesco e tutti con la sostituzione di pezzi originali, quando necessario. L’auto è stata poi certificata ASI qui in Italia.

Quali sono le differenze rispetto al modello europeo? Pochissime in realtà e la maggior parte estetiche: paraurti e fanaleria. Interessante notare che questa vettura montava già di serie (per gli USA) un lettore CD con navigatore GPS! Discorso a parte la motorizzazione: il cambio rigorosamente automatico e il

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potente motore a 12 cilindri (forse comune per le Ferrari e Lamborghini del tempo, ma decisamente insolito per una gran turismo).

Cambieresti qualcosa o è perfetta? Sono innamorata di questa auto e non cambierei assolutamente nulla, anche se non è certo perfetta, e ovviamente qualche perdita d’olio, da buona auto inglese, non manca mai!


Guidi questa auto con regolarita?

Hai mai posseduto o guidato altre Jaguar?

Decisamente in ogni stagione, con piacevolezza e per lunghi viaggi, basta solo organizzarsi per il pieno benzina, visto che consuma smodatamente con i suoi dodici bambini sempre assetati.

Mio marito ha avuto tre Jaguar, ma personalmente non le ho mai guidate.

Cosa pensi dei modelli recenti di Jaguar? Quali sono i tuoi itinerari preferiti dove guidarla? I percorsi di collina sono i miei preferiti, qui in Toscana dal Chianti alla Val d’Orcia dove mi sono trasferita da poco con mio marito.

Il tetto targa la rende una cabrio unica, come preferisci guidare la tua XJSC? In estate anche a mezzogiorno a tetto chiuso ma capote posteriore aperta, nelle mezze stagioni tutta aperta ed in inverno ovviamente chiusa.

Come si dice, la classe non è acqua, e anche se il fascino delle vetture prodotte da Jaguar negli anni d’oro è forse irraggiungibile, la produzione odierna non è da meno.

Quali sono le cinque auto del garage dei tuoi sogni? Una è già presente! Le altre quattro potrebbero essere una Ferrari Mondial cabriolet di colore giallo, una Lancia Flaminia blu, una Alfa Duetto “osso di seppia” rossa e infine una Mercedes Pagoda ovviamente.

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L’Artigliere: Ristorante con Locanda Tra cucina e storicità foto: Andrea Rocca e Valentina Gallimberti

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l ristorante di Davide Botta, nella campagna del riso di Isola della scala, in provincia di Verona è un luogo in cui passione, creatività e storicità s’incontrano per dare vita ad esperienze gustative che sicuramente ricorderete piacevolmente. Nato dalla restaurazione di un’antica pila del riso del 1612, il locale propone una scenografica sala dove è ancora possibile ammirare i pestelli del riso ed i macchinari originali della pila, tra cui il mulino ad acqua. La Locanda, al piano superiore della struttura, offre cinque confortevoli camere denominate come le varie tipologie di riso: Carnaroli, Arborio, Vialone nano, Venere e Basmati, tutte sapientemente arredate con gusto e dotate di ogni confort per un piacevole soggiorno. Al mattino una piacevole sorpresa attende agli ospiti della locanda al loro risveglio: non si tratta di una colazione, ma di un vero e proprio menu degustazione a base di dolci e salate delizie. L’Artigliere è il luogo ideale per soggiornare durante le stagione operistica all’Arena, o per concedersi un po’ di relax ed una buona cucina nelle giornate delle fiere veronesi.

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L’idea di cucina di Davide Botta Secondo lo chef “la cucina è un mezzo attraverso il quale è possibile far emergere la verità degli ingredienti”. Per questo la cucina di Davide Botta pone al centro delle sue sperimentazioni culinarie la qualità ed il rispetto delle materie prime che seleziona accuratamente, a partire dal “suo” riso, il Vialone Nano I.G.P.

“La Pila di Villa Boschi”, che coltiva nei terreni vicino alla Locanda e al quale dedica la carta dei risotti, che propone ben dieci diversi risotti. Cuore, tecnica e amore per la tradizione danno vita a ricette schiette che bilanciano alla perfezione il gusto originario della sostanza con una creatività mai fine a sè stessa.

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Con Vector, ARC apre la strada alla più efficiente sicura e appagante esperienza motociclistica di sempre. foto: Arc

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nMotion Ventures, il fondo venture capital di Jaguar Land Rover, annuncia il suo investimento nella Arc, la casa produttrice che oggi ha presentato “Vector”, la prima motocicletta fully-electric equipaggiata con Interfaccia Uomo-Macchina (HMI). L’Arc Vector è la moto elettrica più evoluta mai commercializzata, grazie a materiali particolari, componentistica di classe, architettura all’avanguardia ed una carrozzeria futuristica. L’investimento di InMotion Ventures, insieme a quello della Mercia Technologies, del Proof of Concept & Early Stage Fund, che è parte del Midlands Engine Investment Fund, e di altri specialisti del settore, sostiene gli ambiziosi obiettivi della Arc: fare della Vector la moto più ecologica, sicura e godibile del mercato. La nuovissima motocicletta è stata presentata a Milano all’EICMA 2018. Lo stand dell’Arc presenta il marchio e la motocicletta, con il suo motoabbigliamento aptico intelligente e il casco connesso con HUD. I visitatori anno potuto anche provare l’esperienza di guidarla in modalità virtuale. Il Team dell’Arc è composto da primari professionisti del settore, che si sono riuniti per sviluppare e produrre una nuova esperienza su due ruote.

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«Il nostro obiettivo è sempre stato quello di combinare tecnologia, prestazioni e sicurezza, per creare un’esperienza motociclistica totalmente nuova. Vector non è solo una moto: è la prima cafè racer fully- electric, corredata di innovativo casco con Head Up Display e di un motoabbigliamento sensoriale - che lavorando all’unisono, producono un’esperienza senza precedenti. Il sostegno di InMotion in questa fase di lancio ci rende particolarmente lieti. Il team condivide la nostra visione e contiamo di proseguire in futuro questa collaborazione creando altri prodotti innovativi». Mark Truman, Fondatore e CEO dell’Arc

«I veicoli elettrici sono essenziali per la futura mobilità urbana, per traversare le città rapidamente e nel massimo rispetto ambientale possibile. Vogliamo assicurarci non solo di cambiare il tipo di mobilità, ma che questo cambiamento generi un’esperienza senza pari. Con la tecnologia e la visione di Arc, la Vector rappresenta una straordinaria evoluzione del viaggio in motocicletta di prossima generazione». Sebastian Peck, Managing Director di InMotion Ventures

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Arc Arc è una scarica elettrica, Arc è Arc-hitettura, l’arco è un elemento strutturale così come lo è la filosofia monoscocca Arc. Arc concerne il viaggio, ed ogni viaggio sul nostro pianeta descrive un arco. Mark Truman è l’azionista di riferimento di Arc. Impegnato ambientalista, ingegnere, progettista, ha vinto nel 2005 il premio della Society of Automotive Engineers International per il lavoro sperimentale sui telai motociclistici, sulla flessione del braccio oscillante e sui parametri di progettazione. Nei suoi 35 anni di esperienza motociclistica ha ricoperto la posizione di Data Acquisition Engineer in competizioni sportive di massimo livello, ed ha costruito molte delle sue personali macchine da strada e da corsa. Per ulteriori informazioni: www.ourroadis.com Arc è anche sui social – su Twitter, Instagram e Facebook: @ArcVehicle #OurRoadIs #ADifferentRoad

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dark blue racer testo e foto: Marco Annunziata

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Francesco Amante, imprenditore di successo appassionato di musica, arte e da qualche tempo anche pilota di auto storiche, ci racconta della sua Jaguar E-Type preparata da corsa su strada.

Quando hai cominciato a correre in auto? Ho partecipato per svariati anni a gare di regolarità CSAI, vincendo nel 1993 il campionato Autocapital del mio raggruppamento al quale partecipavo con una bellissima Austin Healey del 1961. Sempre nel 1993, alla 1000 Miglia, sono arrivato undicesimo su 400 piloti alla guida di una Lancia Aurelia B 22 del 1953. Poi quando nelle vesti di organizzatore della Bologna - Raticosa, gara di velocità per auto storiche, mi sono reso conto che tutti si divertivano alla grande, ho deciso di infilare tuta, guanti e casco e da quel giorno ho cominciato a correre anche io. Poi sono arrivati i risultati, infatti quello del 2018 è stato il quinto campionato italiano che ho vinto. Prima della E-Type ho corso con una Alfa Romeo SS Touring 1900 del 1956 in alluminio.

Vuoi parlarci della tua E-Type? Mi sono innamorato della Jaguar E-Type la prima volta che l’ho vista correre, in una gara in cui battagliava contro la Ferrari 250 GTO (quella di Fabrizio Violati), ma anche per colpa di Diabolik ne ho voluta cercare una, che ho trovato e acquistato dal precedente proprietario.

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Si tratta di una E-Type 3.800 del 1961 nel colore originale Dark Blue, alleggerita e preparata da corsa su strada e con la quale, con grande piacere, ho vinto quattro campionati italiani. L’elaborazione dell’auto è stata eseguita prima da Nicodemi e poi da Gamberini, rispettando le regole FIA, inoltre essendo un periodo E classe GTS, non è granché modificabile. La carrozzeria è di serie, come anche gli scarichi, i collettori e le valvole. Le parti speciali sono i pistoni, gli alberi a camme, le barre di torsione più grosse ed è stata rifatta la geometria delle sospensioni. Ho deciso di cambiare le strisce ogni anno: ho cominciato con l’argento nel 2016, poi l’oro nel 2017, il rosso nel 2018, a breve devo decidere un nuovo colore per l’anno 2019. L’auto è semplicemente perfetta e risponde immediatamente ai comandi. Devo dire però che è molto

difficile da guidare in quanto tutto il peso è concentrato nella parte anteriore, mentre la parte posteriore è molto leggera. In tutte le competizioni comunque si comporta egregiamente e in due gare in particolare mi ha dato grandissime soddisfazioni, la cronoscalata di Castellina in Chianti e la Cesana-Sestriere.

Corri in pista? Segui la F1? Non mi interessa molto la F1, non sono un amante delle gare su circuito in generale e ho corso pochissime volte in pista. Mi piacerebbe provare a correre con una Porsche e ho in programma di farlo a breve. Penso comunque che il futuro delle gare in pista sia la Formula E e mi piace molto quello che sta facendo Jaguar negli ultimi anni.

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GIOVANNI BOLDINI E LA MODA a cura di: Virginia Hill

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n questi ultimi anni si sono viste diverse esposizioni del lavoro del celebre artista Belle Époque Giovanni Boldini, sia in Italia che all’estero. Da metà Febbraio a Palazzo dei Diamanti a Ferrara inaugura una nuovo mostra intitolata “Giovanni Boldini e la moda”. Lo scopo della mostra sarà di indagare il rapporto dell’artista con il mondo della moda attraverso diverse lenti. Molti i quadri e disegni in mostra, ma tanti anche gli abiti dell’epoca che raccontano un capitolo importante della storia della moda a cavallo tra otto e novecento. Con gli anni 80 del 1800 la carriera di Boldini, già in pianta stabile a Parigi da più di un decennio, avrà una svolta importantissima grazie al pittore ed amico, John Singer Sargent. Quest’ultimo lascerà un’”eredità” notevole al giovane Boldini, desideroso di affermarsi come ritrattista del Bel Mondo parigino: gli verrà lasciato lo studio di pittura avviato e con un ricco carnet di indirizzi di clienti internazionali. Un dono preziosissimo in una città dove la competizione tra pittori era feroce. Sargent si era trasferito definitivamente in Inghilterra, ma aveva riconosciuto nel pittore italiano un talento singolare e lo volle sostenere. Arrivarono così le tanto desiderate richieste di ritratti

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G. Boldini, M.me Charles Max, 1896, Musée d’Orsay, Parigi


G. Boldini, La signora in bianco,1902, GAM di Palazzo Pitti, Firenze.

Maison Laferrière, Paris, 1900c, Victoria and Albert Museum Londra.

da aristocratici, industriali ed ereditiere del nuovo mondo. In poco tempo Boldini si afferma come “il” pittore a cui rivolgersi per un ritratto incantevole ed allo stesso tempo moderno. Dall’ultimo decennio del secolo i ritratti della high society internazionale di Boldini sono moderni e seducenti. Il pittore sa rendere le sue clienti belle, sofisticate e glamour allo stesso tempo. Riesce in quegli anni a cogliere l’essenza di un mondo in fase di cambiamento. Il suo stile pittorico diventa espressivo e sicuro di se, cosi come le stesse persone che ritrae. L’epoca vittoriana era finalmente al tramonto, arte e moda si sentivano più libere di esprimere sensualità e vivacità. Boldini spesso ritrae le sue clienti in abiti da gran sera. Scelta dettata non dalle convenzioni pittoriche, ma dal semplice fatto che questo era l’abito più importante del guardaroba. Abito scollato, con piccollissime maniche, in tessuto pregiato (sete francesi provenienti

G. Boldini, René Cole, 1893, collezione privata

dalle esclusive manifatture di Lione), era studiato per mostrare il corpo della donna al suo meglio e per riflettere di luce meravigliosa il suo volto. Una acconciatura all’ultima moda, un maquillage ben applicato ed una profusione di diamanti facevano il resto. Boldini coglie quindi il desiderio femminile di sedurre e lo esprime nella posa, nello sguardo, ma mai con volgarità. La mostra mette a confronto ritratti con abiti dalle casa di moda parigine più pregiate. Le stesse in cui si vestivano le sue committenti. L’eleganza maschile era ugualmente ben rappresentata da Giovanni Boldini. Seppe cogliere le sfumature più sottili del vestire dei dandy dell’epoca. Uno su tutti: il Conte Robert de Montesquiou. La sinfonia di colori nel ritratto ci riporta alla maniacale cura con cui il personaggio selezionava le stoffe ed accostava gli accessori per arrivare ad una raffinatezza assoluta. Più volte lo scrittore ebbe modo di elogiare il lavoro del pittore italiano.

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G. Boldini, Conte Robert de Montesquiou, 1897, Museé d’Orsay, Paris.

La mostra promette di incantare con abiti suntuosi ed accessori di lusso. Ma sarà ugualmente istruttiva nel suo raccontare un capitolo della Belle Époque poco studiato, ovvero il legame tra le arti in un periodo dove l’apparire era fondamentale nella costruzione della propria identità pubblica e privata. Attraverso abiti di stilisti famosi, ritratti di pittori celebri e con l’aiuto della stampa di moda che raccontava alle masse di questo mondo dorato, si forgiava il mito di un epoca. Co-Curatrice della mostra: Virginia Hill, in qualità di storica della moda.

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G. Boldini, passeggiata al Bois (signor e signora Lydig), 1909, Museo Boldini - Ferrara.

Brass and Pike, London, 1910c , Victoria and Albert Museum Londra.


cultura

70° anniversario del motore Xk Durante Milano AutoClassica si è tenuta una conferenza, con relatore Fabio Berardi, per celabrare la storia del motore Jaguar XK.

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l 24 Novembre, in occasione di Milano Autoclassica 2018, presso lo stand dell’ASI, è stata messa in programma una conferenza in occasione del 70° anniversario della presentazione del motore Jaguar XK all’Earl’s Court Show di Londra dell’Ottobre 1948 ed il 50° del lancio della berlina XJ al Salone di Parigi del Settembre 1968. Relatore della stessa è stato Fabio Berardi del Jaguar Drivers’ Club Italy, che ha dato vita con l’addetto stampa dell’ASI dott. Nanni Cifarelli, ad un dialogo serrato ed avvincente che ha attratto molto pubblico. I temi affrontati hanno spaziato dalle ragioni del

concepimento di queste due pietre miliari della Storia, ai successi commerciali e sportivi che per lunghi decenni hanno caratterizzato il cammino e la fama che la Casa del Giaguaro si è guadagnata, conquistando il cuore di tutti gli appassionati di automobili. Sono stati esposti nello stand due pregevoli esemplari di auto, una Jaguar XK 120 OTS e una XJC 4.2, gentilmente messe a disposizione dal Jaguar Club Italia. Al termine della conferenza, il dott. Mauro Pasotti, vicepresidente dell’ASI, ha omaggiato Fabio Berardi di un bellissimo libro redatto per l’anniversario del 50° anniversario dell’ASI.

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cultura

L’acqua microscopio della natura. Il codice Leicester di Leonardo da Vinci Una mostra per anticipare le celebrazioni per i 500 anni dalla morte del genio vinciano.

« L’

acqua vetturale della natura» scrive Leonardo da Vinci in quel Codice Leicester che fino al 20 gennaio 2019 è esposto nell’Aula Magliabechiana degli Uffizi. Ossia afferma che è proprio l’acqua a svolgere ed aver svolto da sempre la funzione di motore vero e proprio dell’evoluzione del pianeta. Tutto il manoscritto, 36 fogli, 72 pagine, è fitto di appunti, riflessioni, teorie e straordinari disegni per illustrarci i concetti esposti, e la protagonista indiscussa del prezioso testo, acquistato nel 1994 da Bill Gates, è l’acqua. Il Codice Leicester di Leonardo da Vinci a firenze è anteprima di assoluta grandezza delle celebrazioni leonardiane che si svolgeranno in tutto il mondo nel 2019 in occasione dei 500 anni dalla morte (2 maggio del 1519) di una delle figure-icona della storia dell’umanità.

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La mostra, L’acqua microscopio della natura. Il Codice Leicester di Leonardo da Vinci, a cura di Paolo Galluzzi, è frutto di oltre due anni di preparazione, e presenta eccezionali apparati tecnologici per poter consultare il codice così come numerosi altri preziosi fogli vinciani, e non solo. Un progetto delle Gallerie degli Uffizi e del Museo Galileo realizzato col determinante contributo di Fondazione CR Firenze. La mostra si avvale inoltre del patrocinio e del contributo del Comitato Nazionale per la celebrazione dei 500 anni dalla morte di Leonardo da Vinci. Leonardo scrisse il Codice in gran parte tra il 1504 e il 1508. Per Leonardo, furono anni di intensa attività artistica e scientifica. In quel periodo effettuava infatti studi di anatomia nell’Ospedale di Santa Maria


Nuova, cercava di mettere l’uomo in condizione di volare, era impegnato nell’impresa, poi non condotta a termine, della pittura murale raffigurante la Battaglia di Anghiari a Palazzo Vecchio, e studiava soluzioni avveniristiche per rendere l’Arno navigabile da firenze al mare. A quel tempo era diffusa la teoria che la luna fosse una perfetta sfera di cristallo: ma, riflette Leonardo, se così fosse la luce del sole apparirebbe sulla luna come un punto luminoso. Ne deduce, discostandosi dalla cosmologia tradizionale, che il motivo della sua luminosità diffusa sta nella stessa composizione del nostro satellite che, afferma, essere “gemella della terra” e coperta di acqua. Non solo, sostiene che perché la luce solare vi risulti diffusa uniformemente, la sua superficie deve essere irregolare come quella di una mora o di una pigna. Questo fitto intrecciarsi di considerazioni e annotazioni aumenta il fascino di questo documento meraviglioso, anche esteticamente, del quale si possono ammirare in mostra tutti i fogli, recto e verso, esposti in severe ed eleganti teche di corten. Se la lettura per il visitatore non risulta agevole viene in soccorso una serie di schermi interattivi che consentono di consultare facilmente il Codescope, un avanzato strumento digitale grazie al quale è possibile sfogliare, in rappresentazione digitale ad altissima risoluzione, tutte le pagine del manoscritto. In mostra sono presenti anche alcuni preziosissimi fogli originali e autografi del Codice Atlantico, del Codice Arundel e del Codice sul volo degli uccelli, rispettivamente di proprietà della Biblioteca Ambrosiana di Milano, della National Library di Londra e della Biblioteca Reale di Torino; fogli tutti compilati da Leonardo durante il corso dei medesimi anni. Oltre alle teche che espongono le pagine originali dei Codici ed altri manoscritti preziosissimi, grandi pannelli e schermi digitali narrano, anche con animazioni, del volo degli uccelli, dello scorrere dell’acqua dei fiumi e del moto ondoso dai mari, degli effetti

delle maree, della luna, delle gocce d’acqua e delle bolle di sapone, del principio della costanza di flusso uguale sia nella confluenza di due fiumi che nell’organizzazione e funzionamento della circolazione sanguigna nell’uomo, del progetto avveniristico del canale navigabile sull’Arno da firenze al mare, delle macchine per realizzarlo, per azionare una grande gru, per misurare le grandi distanze sul terreno.Particolarmente suggestiva è la proiezione sul pavimento del cadere di gocce d’acqua e dello scorrere dei ruscelli: il visitatore prova quasi l’effetto di immergervi i piedi, come il Cristo e il Battista che affondano nel fiume Giordano fino alle caviglie nel Battesimo di Cristo dipinto da Leonardo insieme al maestro Verrocchio ed esposto, nella nuova sala dedicata al da Vinci, solo due piani sopra, agli Uffizi.

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excellence

The BRITISH INSTITUTE OF FLORENCE

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ondato nel 1917 per promuovere gli scambi culturali tra l’Italia e il mondo anglofono, oggi il British Institute of Florence offre un vasto programma di corsi di lingua inglese, lingua italiana e storia dell’arte e organizza numerosi eventi culturali di varia natura. Il British Institute of Florence, fondato nel 1917 e insignito della Royal Charter nel 1923, è stato il primo degli istituti culturali britannici a operare al di fuori dal Regno Unito e fu preso a modello alla nascita del British Council nel 1934. Nelle biblioteche e nei salotti letterari, poeti, giornalisti, professori universitari e editori della Firenze di primo Novecento, quali Herbert Trench, Lina Waterfield, Guido Ferrando, Guido Biagi e Aldo Sorani discussero l’idea di creare uno spazio e una biblioteca dove fosse possibile uno scambio culturale tra il mondo inglese e quello italiano.

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Allo scoppio della Prima Guerra Mondiale la propaganda inglese che spingeva l’Italia all’entrata in guerra e il sempre crescente movimento popolare a favore del conflitto resero urgente la realizzazione del progetto pensato in tempi di pace. La fondazione dell’Istituto avvenne con il significativo supporto di John Buchan del Ministry of Information londinese e di Rennel Rodd, Ambasciatore Britannico a Roma. Negli anni immediatamente a seguire, con il conferimento della Royal Charter nel 1923, l’Istituto costruì solide basi per il futuro con l’aiuto di esponenti locali e inglesi, tra cui Arthur Acton (padre di Harold Acton), Walter Ashburner, Edward Hutton, G.M. Trevelyan e Janet Trevelyan, Gaetano Salvemini, Edmund Gardner e Sir Israel Gollancz. A quel tempo l’Istituto era pienamente consapevole delle ragioni della sua esistenza e degli obiettivi che desiderava raggiungere. Il British diede vita a una serie di conferenze, pubblicò un periodico, La Vita Britannica, e avviò la formazione


della propria biblioteca. Gli obiettivi dell’Istituto, definiti proprio nella Charter del 1923, erano quelli di promuovere la mutua conoscenza tra i cittadini italiani e quelli dei paesi aderenti al Commonwealth attraverso il mantenimento a Firenze di una biblioteca che illustrasse entrambe le culture e promuovesse lo studio delle due lingue. Negli anni Venti e Trenta l’Istituto sviluppò la sua missione didattica e, secondo un accordo con l’Università di Firenze, divenne responsabile dell’insegnamento universitario della lingua inglese formando così un’intera generazione di futuri insegnanti nelle scuole italiane. Furono organizzate anche Scuole Estive che prevedevano scambi per gli studenti tra Londra e Firenze. Nel frattempo la collezione della biblioteca si accrebbe grazie a donazioni di privati e di editori. Nel maggio 1940, con l’entrata in guerra dell’Italia, l’Istituto fu costretto a chiudere. In una lettera pubblicata

su The Times nel luglio 1940 Janet Trevelyan parlò di un “tempo distante” quando “in un’Italia diversa” il British Institute, con la sua “magnifica biblioteca”, “avrebbe ancora trovato lavoro da fare”. E così fece. L’Istituto riaprì formalmente nel 1946 insieme alla sua biblioteca, che era stata messa in salvo durante la guerra. Negli anni che seguirono continuò a sviluppare i suoi corsi, in particolare avviando quello di storia dell’arte, e a mantenere fede ai propositi iniziali. Ospitato dapprima nei locali della Loggia Rucellai in Via della Vigna Nuova, poi in Via de’ Conti, nel 1923 l’Istituto si trasferì in Palazzo Antinori, in Via Tornabuoni, dove rimase per oltre quarant’anni. Il trasferimento della biblioteca a Palazzo Lanfredini, in locali messi generosamente a disposizione da Sir Harold Acton, avvenne nel 1966, mentre le attività didattiche si svolsero fino al 1998 a Palazzo Feroni e in seguito a Palazzo Strozzino dove sono tuttora attive.

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voglia di velocitĂ 88

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Questa Jaguar è un esempio del successo della serie XJR-11: è stata costruita in soli tre prototipi per gareggiare nel World Sports Car Championship. testo: Paolo Pysa - foto: Bonhams

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Raccontiamone la storia. Nonostante Jaguar abbia dominato il Campionato del mondo Group C Sports Prototipe del 1988 e abbia vinto la 24 Ore di Le Mans, ormai era chiaro che le Jaguar TWR con motore V12 aspirato stavano gradualmente perdendo competitività, cosa grave, specialmente in vista delle gare Sprint che la Fédération Internationale du Sport Automobile (FISA) stava introducendo. Le auto avversarie alimentate dai nuovi motori turbo compressi, potenti oltre che più leggeri e più compatti, stavano prendendo il sopravvento e in risposta la TWR

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JaguarSport (una collaborazione nata dall’unione tra TWR con le Jaguar del team Tom Walkinshaw Racing) ha iniziato lo sviluppo di un motore V6 per competere nella stagione 1989. Il progetto sarebbe stato supervisionato dal leggendario Ross Brawn che, come gli appassionati di Formula 1 sanno, in seguito divenne Ferrari Team Principal nonché fondatore di un proprio Team. Ia nuova meccanica Jaguar era basata sul motore V64V, un V6 a 90° progettato da Cosworth, originariamente destinato alle auto da rally MG Metro Group B e, in seguito, montato anche sulla supercar Jaguar XJ220.


Questo motore fu costruito in due varianti: un 3 litri per correre nella American IMSA Series e un 3,5 litri pronto a rispettare le Group C specification for the World Sports Car Championship. Una meccanica in alluminio, quella del nuovo motore V6 a 24 valvole, del peso di soli 143 kg che, equipaggiata con due turbo compressori Garrett, dimostrava una potenza massima di circa 750 CV! Per sfruttare le dimensioni più compatte del nuovo V6, Tony Southgate di Jaguar Sport, progettò telai completamente nuovi per le auto battezzate XJR-10 per il campionato IMSA e XJR-11 per le gare del Gruppo C. Il motore è stato abbinato a un cambio a cinque marce con funzione di elemento strutturale che ha aiutato a irrigidire il telaio, quest’ultimo un’evoluzione delle monoscocche in fibra di carbonio create in precedenza, la progenie XJR-6/8/9. Un telaio che era dotato di sospensione a doppi bracci trasversali, con molle anteriori e ammortizzatori azionati da aste di spinta. Questo set-up non convenzionale ha donato più spazio per i tunnel aerodinamici della scocca che risultavano rasoterra, aumentando

significativamente il carico aerodinamico e di conseguenza l’aderenza. Un netto miglioramento, quello della aerodinamicità, confermato anche da molti piloti che hanno ribadito quanto la Jaguar del Gruppo C offrisse un’esperienza di guida senza precedenti. Mentre la XJR-10 debuttò a Lime Rock nel maggio 1989, la XJR-11 del Gruppo C prese parte alla sua prima gara a Brands Hatch nel mese di luglio dello stesso anno. Le aspettative erano alte quando la vettura di Jan Lammers e Patrick Tambay si è guadagnata la pole position. Tuttavia, come la sua controparte nel campionato IMSA, la XJR-11 ha affrontato la dura concorrenza del team Sauber Mercedes e le sue potenti “Silver Arrows” con motore V8, quindi non ha potuto fare meglio di un 5° posto… Purtroppo le delusioni sono state un tema ricorrente per tutta la stagione 1989, in quanto la squadra fu perseguitata dalla sfortuna per la maggior parte dell’anno. Nonostante i considerevoli miglioramenti intrapresi dal connubio TWR/Jaguar, la stagione 1990 è iniziata con un deludente risultato sul circuito giapponese di Suzuka.

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La gara seguente, del 29 aprile, si tenne a Monza e vide il debutto della terza ed ultima XJR-11, quella con telaio n°490, guidata da Martin Brundle e Alain Ferté che conquistò il 3° posto gareggiando contro le formidabili Mercedes C11. Questa performance soddisfò Walkinshaw, che si dimostrò fiducioso sulla maneggevolezza della XJR-11, specialmente nei circuiti con meno rettilinei, ma intanto si avvicinava la prossima gara, quella inglese di Silverstone. A questa gara, “il 490” si presentò con la parte anteriore dalla ampliata carreggiata e ancor più aerodinamica. E… la fiducia di Walkinshaw si dimostrò giustamente dispensata: la gara vide Brundle e Ferté che prendevano il 1° posto (col telaio 490) e così la TWR Jaguar Sport ottenne una vittoria di fronte a un pubblico entusiasta e festante. Sfortunatamente il successo di Silverstone non fu ripetuto a Spa-Francorchamps in Belgio, un vero peccato perché Brundle e Ferté riuscirono a qualificarsi terzi prima che la loro gara fosse interrotta da problemi all’impianto elettrico. La successiva apparizione del “490” fu a Dijon, e vide un Brundle, fresco della sua vittoria a Le Mans, finire quinto classificato. Nell’agosto del 1990 l’auto fu rinumerata e corse al Nürburgring con il telaio n° 1190. Un’entrata, quella sul circuito tedesco, che ha visto conquistare un ottimo 3° posto, risultato che Brundle e Ferté stavano per bissare pure a Donington, finché arrivò la squalifica in seguito ad un errore commesso in fase di rifornimento. Le ultime due gare della stagione 1990 a Montreal e Città del Messico sono state analogamente tormentate dalla sfortuna, ma la vettura ha messo a segno ottime prestazioni in qualifica con una terza posizione a Montreal e addirittura una pole position a Città del Messico. In queste ultime due gare, Brundle era in coppia con Jan Lammers e i due ebbero la soddisfazione di stare davanti alla vincente Sauber Mercedes C11 di Mass/Schumacher a Città del Messico, prima che

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un guasto li portò al ritiro. Nonostante le delusioni nel corso dell’anno, la TWR Jaguar Sport con telaio n° 490/1190, s’è guadagnata ottime posizioni nel campionato a squadre dovuto in gran parte all’abilità dei piloti Brundle e Ferté. In seguito ai cambiamenti del regolamento per la stagione 1991, che vietavano i motori turbo compressi, le XJR-11 vennero sostituite dalle XJR-14 con motore V8 aspirato come nella Formula 1, mentre la vettura con telaio n° 1190 passò allo All-Japan Sports Prototype Championship, dove riprese la sua precedente numerazione di telaio, il 490, e corse con la livrea verde/bianca del suo sponsor Suntec. Nel corso della stagione 1991 la vettura venne iscritta a sei gare tra le quali quella di Fuji, dove conquistò un 7° posto, poi Suzuka e in seguito quella del circuito di Sugo, dove si assicurò una sesta posizione contro una agguerrita concorrenza. Dopo la stagione 1991, il telaio 490 fu restaurato dalla TWR e venduto a un collezionista. Nel mentre è stato mantenuto con cura certosina, pronto a rientrare nelle gare storiche del Gruppo C negli Anni 2000 dove gareggiò con successo. Nel 2010 la vettura fu ritirata dal mondo delle corse e successivamente fu sottoposta a un restauro completo

dalla JD Classics, che all’inizio di quest’anno ha preparato la vettura in previsione di un ingresso nel circuito di Le Mans Classic 2018: purtroppo ciò non avvenne. Questa vettura è stata sottoposta a una revisione completa di carrozzeria, telaistica, motore e cambio dalla JD Classics, è stato completamente rifatto l’impianto elettrico ed è stata testata al banco di prova al momento della vendita (dimostrando risultati positivi in tempo reale). Questa potente Jaguar XJR-11 TWR è stata una delle protagoniste all’asta “Goodwood Revival” indetta da Bonhams l’8 settembre 2018 e conquistata all’importante cifra di 1,191,000 Sterline. Il vincitore dell’asta ha avuto l’esclusiva opportunità di acquisire una Jaguar TWR corretta in tutte le sue parti e storicamente importante; una vettura vincente nella sua categoria ed è stata guidata da tre dei principali piloti di vetture sportive di quel periodo. La Jag TWR è in condizioni meravigliose, prontogara e sarebbe una eccellente concorrente per la Peter’s Historic Group C Series e altre gare historic altrettanto importanti. Ma lasciamo che il nuovo proprietario se la gusti con le posate d’argento e magari sorseggiando una flûte di profumato champagne!

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story

‌ho sognato Duncan Hamilton!

XK 140 nel giorno del suo acquisto 35 anni fa.

a cura di: Fabio Berardi

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S

e ogni possessore di una Jaguar della serie XK degli Anni 50/60 ne è profondamente innamorato, chi dopo 35 anni scopre che la sua è stata di proprietà di Duncan Hamilton, oltre che amore, penso venga travolto da un sentimento di felicità allo stato puro… È quello che è capitato al prof. Alessio Puletti di Perugia, possessore della Jaguar XK 140 ots con numero di chassis 811101, uscita dallo stabilimento di Coventry il 22 Febbraio del 1955. Il grande pilota britannico, vincitore con Tony Rolt dell’edizione della 24 Ore di Le Mans del 1953, l’acquistò usata, nel giorno di Ferragosto del 1955. Si preoccupò di ricondurla in fabbrica per apportare tutta una serie di modifiche e personalizzazioni, dettate dalla sua esperienza di driver di lungo corso. Innanzitutto fece spostare la guida da sinistra a destra, sostituì il motore con quello di una XK 120 elaborato con la testata “C” di sua proprietà e, sostituendo i tradizionali freni a tamburo, fece montare un impianto frenante a disco di ultima generazione, gemello di quello della C type che lo aveva visto trionfare due anni prima nella leggendaria 24 Ore.

L’auto, che era uscita da Coventry in versione sperimentale, a sottolineare la sua unicità, montava i paraurti della XK 120, sicuramente più consoni alla sua linea filante. Innumerevoli furono le grandi e piccole modifiche apportate che rendono oggi questa XK 140 ots, un pezzo unico e irripetibile. Stiamo cercando di ricostruire l’eventuale palmares agonistico di quest’auto, se ci corse o la usò quotidianamente o se addittura per entrambe le cose, alla stregua di Mike Hawthorn con la sua indiavolata Mark I, con cui trovò la morte sulla strada di Guildford Bypass il 22 Gennaio del 1959. Quando il prof. Puletti, dovendo sostituire il serbatoio del carburante che col tempo si era deteriorato, ordinò

Fabio Berardi e Alessio Puletti.

Matching numbers.

il ricambio originale in UK, il suo meccanico lo avvisò che lo stesso non era compatibile con lo spazio a disposizione nel retrotreno. E non lo era neanche quello della XK 120… Non ci è dato a sapere quale altra diavoleria escogitò Duncan Hamilton per arrivare a

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farsi costruire un serbatoio su misura; si pensa, forse, al montaggio di un serbatoio più capiente, adatto alle gare di durata. Philip Porter, universalmente riconosciuto come il più grande autore di testi che hanno per argomento la Casa di Coventry di tutti i tempi, a pagina 140 del suo libro “Original XK” cataloga quest’auto a livello sperimentale, con i paraurti della 120, il doppio scarico, la conversione della guida da sinistra a destra e l’assenza del numero “Body” nella targhetta dei matching numbers. Il serbatoio incriminato.

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Verifica sul ponte.

Original Jaguar XK pag140.

Testata C.

Freni a disco.

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La Jaguar XK 140 oggi.

Forse per questioni di privacy, non fa menzione del suo illustrissimo secondo proprietario. Lo fa invece, fortunatamente, il “Jaguar Daimler Heritage Trust”, che nel suo certificato storico “Heritage”, lo indica come “Second Hand” con addirittura la data di acquisto del 15 Agosto 1955. Un ignaro esperto che si trova davanti un’auto del genere, di primo impatto, pensa subito ad un’auto a dir poco “taroccata” con la guida a destra quando il numero di chassis la detta a sinistra, con il suffisso del motore “W” riferito a quello di una XK 120 mentre

invece l’originalità della XK 140 detta il suffisso motore “G” ed, addirittura, con i paraurti della XK 120… E chi andava mai a pensare che c’era nientemeno lo zampino di Duncan Hamilton? Il grande campione, che lasciò questo mondo nel 1994, sicuramente da lassù, con la sua immancabile bottiglia di whisky al fianco, si sarà fatto una risata sotto i baffi vedendoci alle prese con questa sua creatura che ha scatenato in noi, poveri mortali, tutti questi dubbi e queste perplessità… Dicono che era un giocherellone e mi piace pensare che a noi ha riservato uno dei tanti scherzi che era solito fare nei box di Le Mans!

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nebbie e jaguari

a cura di: Pietro Lucioli (Presidente Jag-lovers Italia)

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C

ome ultimo appuntamento della stagione 2018, il Jag-lovers Italia ha deciso di omaggiare le Terre Verdiane, organizzando un raduno nella caratteristica e unica Busseto (PR). Nonostante il meteo tipicamente autunnale, ma del resto il tema del raduno era “Nebbie e Jaguari”, i soci del Jag-lovers Italia non hanno esitato a tirare fuori le proprie Jaguar e così è stato possibile avere la bellezza di 19 equipaggi provenienti da Liguria, Piemonte, Toscana e Lombardia. In particolare, nella pittoresca Piazza Verdi di Busseto, dopo un ingresso trionfale, facevano bella mostra di se ben due Jaguar E type Coupe (1° e 2° serie), sei Jaguar XJS (di cui 3 rari esemplari Celebration), diverse XJ dalla seconda serie fino alla X308 ed un nutrito gruppo di XK8 ed S type. Dopo una gradita colazione nello storico Caffè Centrale, i soci hanno potuto visitare il Museo Casa Barezzi, antica dimora di Antonio Barezzi, benefattore e suocero di Giuseppe Verdi, che si esibì al pubblico per la prima volta proprio nello storico Salone, oggi sede dell’Associazione Amici di Verdi. Terminata la visita di Casa Barezzi il Sindaco di Busseto, Giancarlo Contini, si è offerto come guida per ammirare il Teatro Verdi, ubicato nella Rocca (già Castello dei Pallavicino), autentica chicca e dotato di un acustica fra le più rinomante al mondo. A seguire, percorrendo circa 30km nella bellissima campagna circostante, i 19 equipaggi sono arrivati a San Nazzaro dove hanno pranzato sulla riva del Po, con le Jaguar schierate lungo la riva (in quei giorni piuttosto irrequieto).

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Periodico trimestrale dedicato agli appassionati di Jaguar Registrato al n.4 del Registro dei Periodici del Tribunale di Pesaro

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