Periodico Bimestrale riservato agli iscritti del Registro Storico Italiano Land Rover
N. 09 - GENNAIO - FEBBRAIO 2011
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NEWS
DEFENDER MY LANDY
X-TECH
LAND ROVER 88 DEL 1981
THREASURE HUNT
LAND ROVER HUE222 DEL 1948
SOMMARIO
Per la rubrica “La Posta dei Lettori” scriveteci ai seguenti recapiti. E-mail: landitalia@landitalia.eu Posta: Registro Storico Italiano Land Rover - Via Renzi, 11 - 47841 Cattolica (RN) - Italy Tel. +39 331 5770456
3 Editoriale 4 Club
5 gennaio nel Monregalese! Natale con i tuoi, Capodanno con Doc4x4
La storia della mia Land VERO Ver
10 My Landy
15 Just Married!
Sempre più cult le nostre Landy!
16 Threasure Hunt
HUE222: notizie, storia, tecnica
Land Rover storiche
22 Restauri 24 News
Land Rover Defender X-Tech Motorshow 2010 Pulse of the City a Bologna
Se in passato hai partecipato a qualche viaggio avventuroso con una Land Rover e/o hai foto di qualche viaggio fatto prima dell’89, inviacele, le pubblicheremo.
29 News dal Registro 30 Tecnica
Restauro di un volmetro Smiths
Tunisia novembre 1974
36 Time Travel
38 Nuovi iscritti Registro 40 Foto del Mese Seguici anche sul Forum “I Love My Landy”! www.landitalia.eu
Registro Storico Italiano Land Rover E-mail: info@registrostoricolandrover.eu Web: registrostoricolandrover.eu LANDITALIA Magazine è curato da Pierluigi Ducci Editore S.a.s. per il Land Rover Registro Storico Italiano Via Farneto, 2 - 61012 Gradara (PU) Tel.:+39. 331 5770456
Hanno collaborato a questo numero per i testi e per le foto: Pierluigi Ducci, Paolo Turinetti, Roberto Unia, Andrea, Roberto De Carlo, Paolo Greppi Progettazione e realizzazione grafica: Eleonora Felisatti (www.eleonorabook.it) Stampa: Studio Pixart srl Unipersonale - Quarto d’Altino (VE)
Web: www.landitalia.eu E-mail: landitalia@landitalia.eu
È vietata la riproduzione, totale e parziale, del contenuto della newsletter senza l’autorizzazione preventiva. Newsletter scaricabile dal sito www.landitalia.eu
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EDITO
ORA VIENE IL BELLO: EVENTI E CHICCHE
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l nuovo anno è iniziato ed ecco il primo numero del 2011 di Landitalia Magazine, pieno di articoli e di foto delle nostre amate Land Rover. Speriamo sia un anno fitto di appuntamenti come gli anni passati. Intanto, per iniziare, a febbraio saremo presenti a Torino all’Automotoretrò, una delle più importanti fra le mostre e fiere nel panorama nazionale. I nostri amici toscani stanno già preparando la seconda edizione dello Spring Landy Party e ci sono voci riguardo a un raduno per solo Series I e Series II organizzato dalla LRT. Non dimentichiamoci che i nostri amici d’oltralpe organizzano a Luglio un bellissimo raduno per Series nei pressi di Losanna, sicuramente qualcuno del Registro Storico parteciperà. Con grande soddisfazione noto che anche in Italia iniziano ad
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essere ricercate le prime Series, la Series One e le Range Rover dei primi anni ’70. In particolare mi riferisco alla Series One HUE 222 del ’49, rimasta abbandonata nei pressi di Firenze e solo grazie all’intervento dell’amico Paolo è ritornata alla luce ed ora è pronta per un degno restauro che la farà tornare al suo originale splendore. Altra chicca uscita allo scoperto a gennaio è la Range Rover bahama gold, costruita a Solihull il 2 aprile 1971, una rara suffisso A, una delle prime costruite. Finalmente ci siamo, queste Land Rover non sono più da considerare vecchie auto da sfascio ma vecchie signore che hanno bisogno soltanto di qualche piccolo lifting per essere più apprezzate. Pierluigi Ducci – Presidente LRRSI
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CLUB
5 GENNAIO NEL MONREGALESE!
A
spettando la befana, mercoledì 5 gennaio 2011, alcuni temerari landroveristi si avventurarono nei boschi innevati. Così inizia il resoconto di una bellissima, anche se un po’ nuvolosa e fredda, giornata dedicata alla nostra passione condivisa: le Series. L’avventura inizia da Mondovì con il ritrovo presso la casa di Roberto con “tutti” i partecipanti: tre macchine (Roj & Roj’sDaughter, PietroMauriceWilks e Gardetta)! Iniziamo subito la nostra avventura, ma facciamo una deviazione andando a curiosare prima dal meccanico di fiducia di Gardetta dove troviamo un terza serie I.L.E (la n 6!! Di proprietà di Gipeto) e un 88 pick up. Dopo qualche foto e un caffè… Si parte!! Prima di raggiungere il sentiero in fuoristrada ci imbattiamo in uno “stormo” di mongolfiere partecipanti ad un raduno che con i loro variopinti colori rallegrano un po’ il cielo grigio di Mondovì. Raggiunto finalmente la zona di Vicoforte, ci inoltriamo nei boschi sul “Sentiero delle Sette Vie” (così l’ha chiamato Gardetta), imbattendoci subito in un fantastico scenario innevato. Immersi in questa favolosa magia
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proseguiamo entusiasti: capo fila Gardetta, che come sempre non guarda in faccia nessuno e prosegue per la sua strada; poi, se qualcuno rimane indietro, forse, si ferma!! Il percorso è molto piacevole, divertente, semplice ma con passaggi tecnici; vari twist e disconnessioni, fossetti, fango
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e chi più ne ha più ne metta. Ovviamente, le Land non si fermano mai!! Anche se il nostro Gardetta pare un po’ scettico al riguardo: in effetti PMW ha avuto qualche problemino… ma solo perché gli si era disinnestata la leva della trazione integrale (la prossima volta, assicurarsi che la leva sia ben posizionata!! Per questa volta ti perdoniamo!!). Continuiamo il nostro giro, scendendo per una via molto più pulita ma comunque bellissima. Proseguiamo su strada
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asfaltata fino al punto di incontro con Super88 e tutti insieme ci dirigiamo verso il luogo dove sosteremo per il pranzo, la “Baita delle Stelle” situata sul Monte Moro (1740 m) nel comune di Frabosa Soprana. Immersi nella neve e nella nebbia, entriamo nella baita dove ci aspetta un caldo piatto di polenta con salsiccia, formaggi e crema di porri. Consumiamo il nostro conviviale pranzetto, allietandoci con discorsi di vario genere… Land… Land… e
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ancora Land!!!! Io più che altro, stavo ad ascoltare. Una visita inaspettata ci distoglie solo per un attimo, Marco di Genova pervenutoci tramite sciovia. Il locale è caldo, il cibo è buono la compagnia è piacevole; ma il tempo passa in fretta e in men che non si dica si fanno le tre
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e mezza. Decidiamo allora di scendere data la nebbia sempre più fitta, ma prima una foto di rito del gruppo non ce la toglie nessuno!! Finisce così la nostra avventura, ripromettendoci di organizzarne un’altra al più presto. Avevo già partecipato
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ad alcuni raduni con Roj ma questo, a parer mio, è stato il migliore. La compagnia è semplice e simpatica e sono felicissima di essere stata accolta nel migliore dei modi da tutti i membri partecipanti. Ringrazio “The President” per questa possibilità e spero di rivedervi al più presto. Ciao a tutti, Roj’s Daughter.
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CLUB
NATALE CON I TUOI CAPODANNO CON DOC4X4
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ncontro al Castello di Acaya, Doc4x4, presente! Mimmo, presente! Tonydefender, presente! Giorgio, presente! Born free, presente! Dopo caffè di rito partenza per provare percorso di un vecchio road book, come promesso la scorsa estate al nostro amico Doc. L’onore di far strada a lui! Anche perché ben equipaggiato di strumenti, oltre che bravo nell’utilizzo (appurato durante il percorso). Prima sosta olivi plurisecolari di visciglito, poi pietraia, poi bosco, poi rotta verso Otranto dove ci ha raggiunto il nostro amico mezzomilione. Arrivo a Porto Badisco dove abbiamo gustato un panino con mortadella e provola piccante e vino primitivo di manduria a pochi metri dal mare, con spettacolare vista dei monti del paese delle aquile e brindato alla nostra Amicizia e al nuovo anno. Doc torna presto! Grazie a tutti
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MY LANDY
LA STORIA DELLA MIA LAND-VERO-VER di Paolo Cerquetta
Nata il 28 Luglio 1981.
T
utto è cominciato il 14 Luglio del 2007 quando il mio caro amico Giammaria mi tornò a trovare dopo alcuni anni. Vidi una “strana” Isa macchina parcheggiata sotto casa, assomigliava ad un Defender e io la chiamavo così perché ero ancora un neofita del mondo Land. Ci salutammo e subito cominciai a fargli un miliardo di domande sul quel fantastico gioiellino beige che lui chiama Isa. È stato un amore a prima vista, di quelle cose che appena le vedi non ti lasciano più. Dopo averla anche provata rimasi semplicemente estasiato, aveva un fascino particolare, testimonianza dei suoi anni, ben 37. Così da quel giorno cominciai un lunga ed intensa ricerca su internet per trovare quante più informazioni possibili. Mi sono imbattuto in tutti quei forum che tutti i land-roveristi
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conoscono, così cercai di convincere mio padre a prenderne una, naturalmente consapevole del fatto che avrebbe necessitato poi di una più o meno intensa opera di restauro. Una sera dell’Agosto 2007, mentre me ne andavo a ballare nei
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soliti rinomati chalet della riviera maceratese, mi accorsi che parcheggiata su di un rifornimento c’era una spettacolare Land Rover 88 rossa. Immediatamente ritornai indietro per vederla e mi accorsi che era in vendita. L’indomani chiamai il proprietario per chiedergli delle info, ma non era preparatissimo, così, visto che potevo andarla a vedere quando volevo (trovandosi parcheggiata in un rifornimento di benzina) una sera dopo aver chiesto consigli al mio amico Gianmaria su cosa era importante controllare, tornai a vederla per verificare meglio il mezzo. Nel frattempo ricercando sui giornali locali di annunci ne avevo trovato un’altra, ero andata a vederla ma non mi aveva entusiasmato anzi; il telaio era fradicio, la carrozzeria parecchio messa male, gli interni un caos: necessitava di un pesante intervento e nonostante il minor prezzo richiesto, decisi che quella che avrei acquistato era l’altra, quella rossa. Non si presentava male, la carrozzeria era buona, riverniciata, non del colore originale, ma andava bene, il telaio era sano, il motore girava bene, diciamo che marciava, l’unica cosa era la testina dello sterzo rovinata che faceva vibrare di brutto il volante intorno ai 55/60 km/h.
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La cosa peggio messa erano gli interni. L’auto era parecchio sporca, i sedili rovinati, il pavimento di hardura impregnato di sporco, polvere e grasso, una cosa normalissima per una vettura da lavoro quale è la series, ma necessitava di una forte ed intensa pulizia per tornare ad essere decente. Il 28 Agosto 2007 accompagnato da mio cugino e finanziato da mio padre, decisi di andare e comprarla, da quel momento è stato l’inizio della fine, in senso buono naturalmente. Subito ho cominciato a sistemare le cose che erano peggio messe: i sedili. Poi gli ho dato una pulita generale e grazie al prezioso aiuto di mio padre che tratta prodotti per carrozzeria, ho proceduto a dare una risistemata agli interni nella parte anteriore, riverniciando i pavimenti e gli sportelli internamente. La usavo quasi giornalmente, anche soltanto per andare a prendere il pane e appena potevo me ne andavo in giro per le campagne (con spiacevoli inconvenienti, vedi foto: non sono un asso in retromarcia); feci anche un’uscita sul fiume con il mio amico Giammaria e la sua Isa, un’esperienza indimenticabile. Mi accorsi subito che c’era qualcosa che non andava, il motore consumava troppo olio, chiesi consigli sui forum
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su cosa bisognava fare e tutti mi risposero che la cosa migliore da fare era controllare la compressione, e così feci; ahimè la compressione era scarsissima: il motore andava rifatto. Cercai in giro tra i vari rettificatori della mia zona per vedere se qualcuno ne aveva uno disponibile o poteva rimediarlo, ma tutti mi risposero che era troppo vecchio e che bisognava rifare il mio. Così con l’ausilio di un amico meccanico e di un altro amico titolare di un’officina di rettifiche decisi che la cosa migliore era rifare tutto. Così nel 2007 a Novembre lo feci tirare giù e rettificare interamente: tutte le parti usurate sono state sostituite con pezzi originali, praticamente solo il monoblocco e la testata sono rimasti gli stessi.
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Finita l’opera di rettifica motore e rimontato il tutto, decisi che per un periodo avrei voluto godermela così com’era senza fare altri interventi che l’avrebbero fatta rimanere ferma nel garage per un periodo lunghissimo. Ma ogni volta che la prendevo c’era sempre qualcosa che non andava: dapprima tolsi la vernice nera dagli zinchi della carrozzeria con lo sverniciatore, ma non era sufficiente, così il primo giugno 2008 decisi che avrei voluto sistemarla meglio, e chiesi consiglio a mio padre su cosa era meglio smontare per effettuare un buon lavoro, e mio padre mi rispose: “Più cose smonti meglio è”. Lo presi in parola e praticamente invasi il garage perché smontai l’auto fino al telaio, lasciai soltanto la parte anteriore.
Ed iniziai l’opera di riverniciatura del telaio prima e poi di tutto il resto della carrozzeria, naturalmente del suo colore originale. Per fortuna che mio padre vende le vernici!!!!! Una volta che avevo terminato tutta la parte di verniciatura, mi sono armato di santa pazienza e grazie all’aiuto della mia ragazza che fungeva da scrivana, ho prima ricostruito graficamente l’impianto elettrico, e poi l’ho totalmente rifatto, aggiungendo qualche relè per migliorarlo un po’. Infine ho provveduto a tutta la difficile ma affascinante opera di montaggio, mi sembrava quando ero bambino che seguendo le istruzioni costruivo gli oggetti con le Lego. Tra i vari interventi anche la sostituzione dei freni ormai mi ci trovavo. Fondamentale è stato il manuale d’officina e quello dei ricambi, un caro compagno di lavoro. Alla fine dopo circa sei mesi sono riuscito a terminare il
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rimontaggio… mancava sempre qualcosa ma ero stufo, volevo utilizzarla, così la prendevo anche se non avevo terminato di rimontare proprio tutto, ma si trattava soltanto di piccolezze estetiche… Ormai mancavano solo due cose: il passaggio ad autovettura 7 posti e la possibilità di montare il soft top. Così con tanta pazienza e sacrificio, tra chiamate al Cetoc, prove in motorizzazione e lungaggini burocratiche, sono riuscito
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ad effettuare la trasformazione e ad ottenere la categoria Autovettura e tipo carrozzeria: chiusa trasformabile B9. L’estate scorsa ho comprato con molto sacrificio l’occorrente per montare il soft top(centine e telone) e finalmente la mia Vero( questo è il su nome) ha ritrovato tutta la sua lucentezza e il fascino di un tempo.
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JUST MARRIED!!! Sempre pi첫 cult le nostre Landy!
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THREASURE HUNT
HUE 222: NOTIZIE, STORIA, TECNICA di Paolo Turinetti
LA SCOPERTA E L’INIZIO DELLA RICERCA La prima notizia della sua esistenza in Italia comparve su “Legend” N. 123 sett/ott 2004 (rivista del Series One Club). Il sig. Martin Turner della ditta “Cox & Turner” la fotografò a Firenze durante la sua luna di miele. Le era sembrata a prima vista una qualsiasi prima serie con hard top, ma con uno sguardo più accurato vide la targa inglese HUE222 e questo destò la sua curiosità. Si chiese che diavolo ci facesse una macchina così abbandonata sotto un albero in Italia. La foto fu scattata dalle mura del giardino di Boboli che si affacciano su una proprietà privata dove la macchina
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era parcheggiata. L’articolo e la segnalazione fu fatta da Ian Cox socio del LRSOC. Nel numero di “Legend” 124 nov/dic 2004 Anthony Kilsby riferì qualcosa in più. Durante un viaggio in Europa compiuto con la moglie Jane a bordo di una Series One 86 inc (KBW 860) durato sei mesi, nel mese di luglio visitarono Firenze e anche loro videro HUE222 nel giardino. Facendo un giro attorno riuscirono a parlare con il proprietario del giardino, il quale riferì che le macchine, visto che c’erano parcheggiate anche un Series Two A, una Series Three, una Morris Traveller e una vecchia Triumph, appartenevano ad un amico di famiglia che le aveva temporaneamente lasciate lì non Legend n. 123 sapendo dove metterle.
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Legend n. 124
Il sig. Kilsby riusci a dare un’occhiata da vicino e riferì di uno stato generale più che buono, con un insieme completo e con poche tracce di ruggine. Un nido di vespe lo fece desistere
Nel giardino a Firenze
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Blank number plate
dall’indagare meglio. Facendo ricerche in vecchi registri e newsletter di “Legend” saltò fuori come proprietario di HUE222 il sig. Enrico Tedeschi. Per le feste di fine hanno organizzai allora una settimana in camper in centr’Italia, passando ovviamente una giornata a Firenze!!! Qui, pur avendo passato un pomeriggio intero a sbirciare oltre tutti i muri della collina fiorentina, della Series nessuna traccia. A quel punto scattò da parte mia la curiosità di saperne di più e tramite una ricerca su internet, trovai il sig. Tedeschi in Inghilterra, dove viveva ormai da parecchi anni nella città di Brighton. Contattato con una mail mi rispose gentilmente che si la macchine era sua, ma l’aveva venduta prima di andare a vivere in Inghilterra, e anzi conservava ancora la proprietà della targa, ma non mi fornìi informazioni ulteriori. Non dandomi per vinto cercai allora, sempre tramite internet, notizie su club di Land Rover fiorentini e trovai il LR Florence club. Telefonando al presidente riuscii a trovare, anche se in maniera non ufficiale (date vecchie ruggini tra membri del club), il nome di chi aveva comprato la macchina dal sig. Tedeschi. Era il marzo del 2005: feci una serie di infinite periodiche telefonate, passando attraverso tanti “non ci penso nemmeno” e “la restaurerò io” e poi a qualche più possibilista “se un giorno la venderò te lo dirò sicuramente”; fino a circa un anno fa, quando divenne “se ne può parlare ma sappi che non è una macchina normale, questa ha una targa celebre” etc etc, per arrivare a novembre del 2010 quando finalmente si stabilì la cifra e poi nel mese di dicembre la data per andare a prenderla!!! E finalmente a dicembre 2010 ho attaccato il trailer al DEF e sono partito per Firenze accompagnato dalla mia “comprensiva” moglie. Domenico, il venditore, ci ha aspettato all’uscita dell’autostrada per accompagnarci a quella che lui chiama “la sua bacheca”, dove sono custodite una quindicina di Series in varie condizioni e una quantità imprecisata di ricambi e pezzi vari tutti rigorosamente Land Rover. Qui si trova anche la Morris
Senza grab rail
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Fasi di salvataggio
Engine bay
L’uscita
Engine number
che fece compagnia ad HUE222 sotto una pianta nella collina fiorentina. Portata a casa, adesso è al riparo nella mia “bacheca” e da qui si muoverà quando sarà ora di iniziare il restauro, che dovrà riportarla allo splendore dei giorni che videro nascere la leggenda Land Rover. CERCANDO DI TRACCIARE LA SUA STORIA INGLESE Data di costruzione: 17 dicembre 1948 Data di consegna: 20 dicembre 1948 Destinatario: Midland Autocar Co Ltd, Russel Street , Leamington Spa - Worwickshire Prima registrazione: 15 gennaio 1949
Radiatore originale 11/1948
Intestatario: P.J. Lloyd, 19 New Street, Kenilworth, Worwickshire (interessante notare che Kenilworth era il paese dove risiedeva Maurica Wilks e che anche HUE166 fu immatricolata in questo paese per la prima volta il 17 gennaio 1949 a W.F Adcock, Daisy Farm, Ashow - Kenilworth). Secondo OLEGIT (Yorkshire) del forum LRSOC è possibile che come HUE166 anche HUE222 fosse una factory car usata come dimostrazione off road o con trade plate prima di essere venduta e immatricolata ad un privato. Facendo ricerche sul LAND ROVER REGISTER 1947 – 51 ho trovato che partendo dal 15 dicembre 1948 e fino a marzo del ’49, ben 15 Land Rover furono immatricolate con targa HUE nel Worwickshire County Council. La carichiamo sul carrello
Fuori dall’antro...
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Il fascino dei fari behind grille
Ride Domenico
Il magazine “FULL GRILLE” del Land Rover Register 1947-51, nel numero 17 del dicembre 1980 riporta la registrazione sotto la voce R86 PRODUCTION VEHICLE di HUE222 a nome di Enrico Tedeschi. Lo stesso su “Legend” n. 7 del 24 marzo 1981 ed è l’unica macchina registrata sotto la voce R86 Production (80”). Sul REGISTER OF VEHICLES del Land Rover SERIES ONE CLUB DEL 2001 è ancora presente con le diciture: Colour Light green e Hardtop, Truck Cab. Numero di telaio: R 861194 Numero di motore: 861194 In realtà sulla macchina è presente il motore 861413, avvalorando la tesi che i motori venissero sostituiti per la prima immatricolazione dopo che le macchine erano state usate come factory car.
Il numero di telaio stampato sullo chassis nel lato sinistro in prossimità dell’attacco del motore, evidenzia accanto al numero principale R861194 un numero più piccolo 1584 sormontato a sua volta da due piccoli cerchi, uno più evidente con all’interno una sigla DCU 754 e l’altro molto meno marcato con la sigla DCU 755. Questo numero definito “chassis build or frame number” doveva in teoria tenere conto del totale della produzione e si sospetta facesse parte del QMS (sistema di controllo qualità!) interno per garantire un miglior monitoraggio della costruzione dei telai, dove nel circolino doveva trovare posto il marchio dell’operatore che aveva lavorato alla costruzione del telaio stesso. Altra fonte cita il fatto che il numero fosse apposto in una factory collegata con Solihull per il cui conto provvedeva alla costruzione di telai in un momento di
Full grille e ...paglia
Tail gate e targa
Chassis number e build number
Nella bacheca a Firenze
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New proud owner
UE targhe Worwickshire
D lamp e land rover badge
forte richiesta del mercato e dalla ancora inadeguatezza della produzione interna. La targa in questi anni era curiosamente costituita da due placche sovrapposte. Indagando su questo aspetto ho scoperto che normalmente veniva apposta dalla fabbrica una “Blank number plate” che veniva anche definita painted plate perché, in teoria, si poteva dipingere semplicemente il numero di targa attribuito. In realtà capitava sempre che una nuova targa stampata con il numero venisse sovrapposta a quella originale. Questo è il caso di HUE222 sia per la targa frontale che per quella posta sul retro. La macchina è sprovvista del “grab rail”, una sorta di tubo che serviva al passeggero per tenersi ed era posto sul Bulkhead, nello spazio compreso tra i due ganci ferma windscreen. Pare che molte Land dell’epoca ne fossero sprovvisti e come unica spiegazione viene dato il fatto che semplicemente mancassero al momento del montaggio e siccome le macchine dovevano essere consegnate, venivano finite sprovviste di questo componente. L’hard top che equipaggia questa macchina
Primi particolari
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Cerniera porta
Il colore sage green
è sicuramente un post vendita dato che i primi hard top risalgono al 1950. Di certo la macchina è arrivata in Italia con questa configurazione. Caratteristico il fatto che la misura sembri decisamente non relativa al mezzo da 80”, ma è anche decisamente più largo e dunque tutto lascia supporre che fosse costruito apposta maggiorato, forse per far scorrere l’acqua al di fuori del cassone e della cabina di guida. Caratteristico il volante definito “flat four spoke”, la particolarità è il flat perché al contrario di tutti gli altri four spoke è piatto ed è stato prodotto pare solo nei mesi tra maggio e ottobre del ’48 Uno dei particolari salienti delle macchine definite le “prime 1.500” e costruite dall’aprile ’48 a gennaio ’49 era senz’altro la copertura angolare del “flywheel housing” e del “gearbox cover”, con la flangia della leva cambio direttamente fissata sopra e dalla caratteristica forma spigolosa tipica di una costruzione prettamente manuale. Un nuovo bulkhead fu messo in produzione a questo punto, in considerazione del fatto che fu abbandonato il procedimento originale per passare ad una nuova fase più industrializzata con l’uso delle presse. Facile
Copertura cambio manuale
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Volante flat four spoke
Flat four spoke steering
capire quale fosse la diffidenza iniziale della dirigenza che addirittura, forse data anche la scarsità di risorse economiche, aveva iniziato la produzione di quella che doveva essere solo uno “stop gap” affidandosi ancora a tecniche costruttive puramente manuali senza fare grossi investimenti in macchinari tecnici. NOTIZIE DELLA SUA STORIA ITALIANA La storia italiana di HUE222 comincia nella fine degli anni 70, penso attorno al 78/79 ,quando Enrico Tedeschi, la importò dall’Inghilterra. Allora, mi ha detto il Tedeschi nuovamente interpellato, lui era titolare della LONDON LIMITED con sede ad Acilia nei dintorni di Roma ed era in pratica l’unico importatore italiano di Land Rover e di ricambi. Pensiamo ad un mercato dove i numeri erano davvero bassi e un importatore ufficiale forse non esisteva ancora. Hue 222 fu importata non per essere venduta ma per uso personale e fu comperata pare dalla AYLMER MOTOR WORKS di Londra. Venne in Italia caricata su di un Forward Control della ditta inglese. A questo punto ho contattato anche loro, dopo aver scoperto che esistono ancora.
Upper tail gate
Graham Bentley, uno degli attuali manager, molto gentilmente mi ha risposto dicendomi di non ricordare una Series verde ma una rossa che venne consegnata a E.T., poi in una mail successiva dopo aver interpellato un suo collega, proprietario della ditta in quegli anni, mi ha confermato di una Series One verde consegnata in Italia e caricata su di un loro Forward Control. Aspetto ora con impazienza le ultime novità. Intanto ho già richiesto il certificato d’origine e la scheda tecnica all’Heritage a Gaydon. Ad un certo punto comunque E.T. decise di andare a vivere in Inghilterra e HUE222 fu venduta nel 1998 (pare) a Domenico G., titolare di un’officina di Firenze che da sempre si occupa di Land Rover. Non avendo Domenico un posto dove poterla rimessare, ecco che finì in un giardino di amici, il famoso giardino confinante con Boboli dove fu poi avvistata e fotografata dal turista inglese. Poi da qui fu spostata nella famosa “bacheca” attorno al 2004, dove è rimasta fino a quando sono andato a prenderla. Un aneddoto. Prima di partire, forse nell’ultima telefonata Domenico mi disse con il suo inconfondibile accento fiorentino: “Un tu penserai mia di vedere la Claudia Shiffer??”. Ed è cosi che adesso HUE222 ha anche un nome!!!
Nella sua nuova bacheca
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RESTAURI
LAND ROVER STORICHE Consigli per la ricerca, la scelta e il restauro
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el momento in cui il pensiero inizia a correre verso l’acquisto di un Land Rover storica, il più delle volte si è già appassionati od addirittura proprietari di auto d’epoca. Una scelta quasi scontata: auto storica > raduno > auto in colonna > ristorante > auto in colonna > saluti e tutti a casa. Con le Land Rover è diverso: i raduni si fanno in campagna o in montagna, i trasferimenti sono già dei viaggi, la natura fa da padrona, si ritrova la gioia di stare su un prato a giocare al pallone con i più piccoli e spesso è possibile visitare parchi meravigliosi altrimenti chiusi alle auto. Semplici cose che però danno un ulteriore must alle Land Rover. Bene, appurato che questo è ciò che state pensando, potete già iniziare a cercare ….. cosa? Quale Land potrà fare al caso vostro? LA SCELTA La “Series 1” è da “veramente appassionati” e cultori della Marca, il carrello per trainarla, soprattutto per le prime 80”, è quasi indispensabile anche se ho amici che fanno più di 400 km su passi alpini per partecipare ad un raduno di Land. Con le 86”, 88” e 107” è già possibile fare dei viaggi di qualche centinaio di km senza grossi problemi… Non vorrei essere frainteso: i problemi possono essere solo quelli del conducente e dei passeggeri che non sono abituati alle medie un po’ basse che si possono tenere su strada con le 80”. Per la “Series 2” e “Series 3” (sia 88 che 109), il discorso già cambia sempre però con la filosofia che il viaggio inizia appena usciti dal box ed il tempo che ci vuole è quello che serve per raggiungere la località prescelta con tutta tranquillità. La famiglia numerosa: 107 – 109 Soli con la ragazza: 80 – 88 In albergo: 80 -88 In tenda più giorni: 107 -109 Dimenticavo: se pensate, invece, ad una “Range Rover” nessun problema se il mondo non vi sembra troppo piccolo! Bene, un po’ di dati li avete ed inizia a frullarvi l’idea che non sarebbe niente male? Si, ma dove trovarla? Internet: non c’è che l’imbarazzo della scelta, ma attenzione, troppo spesso arrivano da noi Land “completamente restaurate” da “alchimisti”, faciloni che di restaurato hanno solo la parola, quindi il parere di un esperto è sempre vivamente consigliato. Passa parola fra appassionati: lo consiglio sempre, tante volte una bella Land è nel fienile vicino alla casa di un amico . Operatori del settore: consigliati, se hanno un’officina, non è escluso che almeno sia stata ben controllata e mantenuta. IL RESTAURO Restaurare da soli una Land Rover è abbastanza semplice, ma sono sempre necessari una buona manualità, un’ottima competenza, un posto libero per un bel po’ di tempo e
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a cura di Franco Picchiottini
naturalmente un grande amore per questa Marca… Dimenticavo: una compagna comprensiva, meglio se appassionata è particolarmente consigliata! Purtroppo la Land Rover il più delle volte ha passato gran parte della sua vita all’aperto viaggiando su strade sconnesse e fangose con una minima manutenzione sufficiente a farla funzionare. Una volta ho tolto da una coppa dell’olio mezzo secchio da muratore di una fanghiglia che con ogni probabilità ancora tratteneva particelle dell’olio messo all’uscita della catena di montaggio! Eppure andava lo stesso! Quindi è difficile trovare un esemplare ben conservato e ben mantenuto e se capita di trovarne uno consiglio vivamente di cercare per quanto è possibile di conservarlo e curarlo come facevano i proprietari precedenti facendo solo un bel tagliando, la patina del tempo nessuno ve la potrà più riprodurre. Allora se siamo pronti per il gran passo ecco le “dritte”. Cosa serve: - 1 Box possibilmente grande - 1 Idropulitrice a pressione - 1 Crick - 1 Gruetta o capretta - 4 Colonnette - 1 Serie di chiavi a pollici fisse - 1 Serie di chiavi a pollici a bussola - 1 Manuale dei ricambi - 1 Manuale d’officina - 4 Bombolette di “Svitol” - 1 Macchina fotografica digitale e scusate se mi ripeto: la compagna deve essere comprensiva meglio se è anche appassionata di Land! Bene: prima cosa da fare è munirsi di una macchina fotografica digitale per iniziare ad immortalare la futura compagna di divertimento, fin dal suo ritrovamento e dall’arrivo a casa, poi subito un lavaggio ad alta pressione che tolga tutta la terra, l’unto e la ruggine possibile. Consigli importanti da seguire: - segnare su “scotch” di carta da carrozziere il punto di collegamento (es.: lampadina posizione dx) e poi attaccarlo su ogni singolo filo elettrico che viene scollegato; si sarà tentati di strappare tutto, perché è difficile che i proprietari precedenti non ci abbiano messo le mani, però anche se ci sono ancora impianti elettrici nuovi è meglio seguire il consiglio: sarà più semplice fare i collegamenti con il nuovo impianto elettrico. - Fotografare il più possibile, fra un po’ di mesi sarà difficile ricordarsi dove andrà ogni singolo bullone od una squadretta. - Segnare su un foglio tutti i pezzi che andranno sostituiti, prendendo i riferimenti dal catalogo ricambi. Un consiglio:
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attenzione ai ricambisti inglesi spesso spediscono pezzi che non sono quelli che avete ordinato e molto spesso di bassa qualità. Utilizzare sempre ricambi di qualità, il mercato del ricambio Land Rover è purtroppo inflazionato da ricambi “made in China” e vale sempre la legge “chi più spende meno spende”. ECCO FATTO, SI PUÒ INIZIARE Togliere: 1. I sedili, le porte, il tetto o il telone; 2. I pannelli di appoggio dei piedi, il tunnel del cambio ed il cassone porta sedili; 3. I parafanghi anteriori, staccando prima tutti i cavi elettrici; 4. La mascherina anteriore con il radiatore; 5. Il divisorio che separa il motore dall’abitacolo (bulkhead); 6. Il cassone posteriore ed il serbatoio del carburante parte. Ci troviamo ora con il telaio con tutti gli organi meccanici. 7. Si staccano ora gli alberi di trasmissione dai differenziali e dal gruppo cambio; 8. Togliere il gruppo motore e il cambio; 9. Si può mettere ora il telaio con i ponti sui 4 cavalletti per lavorare con più comodità; 10. Si tolgono le ruote, i ponti, ammortizzatori e le balestre; 11. Staccare tutti i tubi dell’olio freni dal telaio; 12. Attaccare un filo di ferro al fascio di cavi elettrici che escono dal telaio che servirà poi da traino per infilare nel telaio il nuovo impianto elettrico.
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Ecco fatto semplice no? Se non ci sono intoppi in circa trenta ore si riesce a smontare il tutto. Un consiglio: portare la “meccanica” presso un’officina di consolidata esperienza: inciderà un po’ sul vostro conto, ma vi accorcerà notevolmente i tempi del restauro e vi toglierà un po’ di preoccupazioni. Ed ora arriva la parte più interessante e più “premiante”. Un po’ per volta si risaneranno tutte le parti, si dovrà pulire, grattare, saldare, sabbiare, zincare, verniciare ed un po’ per volta si potrà iniziare a rimontare il tutto nel senso contrario allo smontaggio. Fotografate e catalogate le foto, farete un bel “book” che rimarrà a testimonianza del vostro lavoro e della vostra dedizione. Beh dimenticavo, se tutto ciò vi spaventa, non preoccupatevi: affidatevi ad un’officina specializzata, ma ricordatevi di farvi fare un preventivo di massima, una scaletta dei lavori e soprattutto chiedete di essere avvisati per ogni intoppo; seguite bene passo per passo, visitate spesso l’officina per controllate le varie fasi delle lavorazioni. Buon divertimento a tutti i futuri possessori di queste meravigliose Land Rover!
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NEWS
LAND ROVER DEFENDER X-TECH
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and Rover ha presentato al Salone di Bruxelles, lo scorso 10 gennaio, la X-Tech, una nuova Limited Edition del suo leggendario Defender. Questo modello si distingue dalle altre
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versioni in gamma essenzialmente per alcuni particolari estetici, quali la verniciatura bicolore della carrozzeria e gli interni in pelle in tinta Ebony. Gli esterni si caratterizzano dunque per l’abbinamento tra la colorazione
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Santorini Black del tetto e dei passaruota e lo Zermatt Silver del resto della carrozzeria. Il Santorini Black viene poi ripreso anche dai cerchi in lega Saw Tooth da 16″ che sfoggiano un’inedita livrea nero lucida. Sotto il cofano è presente il consueto 2.4 turbodiesel da 124 CV e 360 Nm.
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Il Defender X-Tech Limited Edition si presenta con uno stile crudo e tagliente, con la stessa capacità ai vertici della categoria all-terrain, proprie ed esclusive di questa icona dell’automobilismo. Questo modello sarà in vendita dal prossimo mese di marzo.
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NEWS
RANGE ROVER EVOQUE AL 35° MOTORSHOW
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l Motor Show di Bologna, si è potuta ammirare da vicino la Range Rover Evoque con carrozzeria a cinque porte, che offre maggiore praticità senza perdere granché in termini di fascino: per i passeggeri posteriori ci sono cinque centimetri di larghezza e tre centimetri di distanza dal soffitto in più.
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Così la più attesa fra le suv compatte diventa un’auto adatta anche alla famiglia (le sedute posteriori laterali sono provviste di attacchi Isofix ove agganciare i seggiolini per i bimbi, e il divano frazionato permette di aumentare facilmente lo spazio di carico), senza per questo perdere la sua impronta raffinata, sottolineata dalle lussuosissime finiture dell’abitacolo.
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ANCHE A DUE RUOTE MOTRICI La gamma dei motori è la medesima della sorella “coupé” e si basa sui turbodiesel 2.2 SD4 da 190 CV e TD4 da 150 CV, quest’ultimo utilizzato anche nella versione “ecologica” eD4 a due ruote motrici (mentre tutte le altre hanno la trazione integrale); ma per chi vuole il massimo delle prestazioni c’è la Si4, spinta da un due litri turbo a benzina da 240 CV. Nell’ottica della riduzione dei consumi e delle emissioni, tutte le Evoque equipaggiate con cambio manuale a sei rapporti (in alternativa si può avere l’automatico) sono provviste di sistema Start&Stop, che spegne e riavvia automaticamente il motore nelle brevi fermate.
La “piccola” di casa Range sarà proposta con tre allestimenti - Pure, Prestige e Dynamic - e può essere richiesta con il tetto in tinta a contrasto e lo spoiler posteriore senza maggiorazioni di prezzo. Sia la “coupé” a 3 porte, sia la versione a cinque, saranno disponibili da giugno. I prezzi della Range Rover Evoque partiranno da 35.000 euro per le versioni a due ruote motrici e 38.000 per le 4x4.
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PULSE OF THE CITY APPRODA A BOLOGNA
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l progetto Pulse of the City è approdato a Bologna il 1 dicembre 2010 con una serata di gala presso il “Loft Be20”, dopo che la Range Rover Evoque 5 porte aveva appena fatto il suo debutto sulla scena europea al Motor Show di Bologna. La sagoma della nuova vettura è stata svelata fra giochi di luce, esibizioni acrobatiche e musica dal vivo, con i funambolismi dei Citepò e le canzoni di Brendan Croskerry. Il party è proseguito per il resto della notte con il DJ trendy di Milano Sergio Cerruti e il suo speciale set musicale ispirato al triplice concept della nuova auto: Pure, Prestige e Dynamic. Alla serata hanno partecipato tanti trendsetter fra cui Francesca Versace, Natasha Slater e Neil Barrett, oltre ai vertici della JLR Italia, Daniele Maver e Arturo Frixia e Gerry Mc Govern direttore del design della casa inglese.
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NEWS DAL REGISTRO
ORDINA IL CALENDARIO 2011! Anche quest’anno siamo riusciti a stampare il calendario del Registro Storico Italiano Land Rover: grazie a tutti gli iscritti che hanno inviato le bellissime foto che sono pubblicate. Le foto giunte in segreteria che non abbiamo potuto inserire potrete vederle nel corso dell’anno in qualche altra pubblicazione del Regisro Storico. Per maggiori info: www. registrostoricolandrover.eu
APPUNTAMENTI ITALIA 20 marzo Raduno Land Rover a Levone (TO) 14 Maggio Vairano, seconda edizione del Raduno dei Raduni organizzato dalla rivista Quattroruote Spring Landy Party, Lucca (data da definire) 2/5 Giugno Landmagia, www.landmagia.com REGNO UNITO 24 Aprile CONVOY for HEROES (UK) 1 Maggio Heritage Land Rover Show (UK) 18/19 Giugno Dunsfold Collection Open Weekend (UK) 24/26 Giugno LRSOC National Rally, Dorset (UK) 15/17 Luglio Billing Show, Billi ng Aquadrome, Northampton (UK) SVIZZERA 8/11 Luglio “Les Série’s en Helvètie” Losanna (CH)
HALF TON Storia, evoluzione, dettagli
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inalmente, dopo quasi un anno di lavoro, ricerche, foto e correzioni, è andato in stampa l’ultimo lavoro del Registro Storico Italiano Land Rover. Questo “manuale”, così mi piace chiamarlo, racchiude una dettagliata monografia che fornisce a tutti i possessori e appassionati della Lightweight materiale esclusivo e preziose informazioni sulle versioni costruite dalla Casa di Solihull. Ogni modello è corredato da dati tecnici, con la descrizione di eventuali modifiche succedutesi nel corso degli anni. Un volume tutto in italiano curato da Claudio Lencioni per il Registro Storico Italiano Land Rover. Claudio, come molti sanno, è un appassionato di veicoli militari Land Rover e nel corso degli anni ha raccolto appunti, fotografie e curato diversi restauri di Half Ton. Un manuale in italiano facilmente consultabile da tutti, dal neofita che vuole conoscere meglio la Lightweight, all’esigente collezionista. Un libro che non può mancare nella biblioteca del Lander italiano.
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TECNICA
RESTAURO DI UN VOLTMETRO SMITHS a cura di Roby65to
Il voltmetro Smiths p/n PRC1111 veniva montato di serie sulle Range Rover Classic e come optional su alcune versioni delle Land Rover SIII. Si tratta di uno strumento a movimento magnetico, piuttosto affidabile che in genere richiede solo restauri dal punto di vista estetico. Lo strumento da restaurare è il seguente:
Il quadrante con il meccanismo in genere richiede solo una pulizia e una prova che si può fare con un alimentatore da banco regolabile; la lancetta si dovrebbe trovare all’interno della zona nera per tensioni comprese tra i 12,5 ed i 15 volt che corrisponde alla tensione dell’impianto elettrico rispettivamente a motore spento ed a motore avviato con alternatore che ruota ad elevato numero di giri. Se l’indicazione fosse errata si può sfilare la lancetta e riposizionarla in modo che indichi il valore corretto, avendo cura di testare lo strumento con tensione variabile da 10 a 16 volt verificando che ogni volta che la lancetta si trova nella parte nera del quadrante la tensione sia sempre compresa tra 12,5 e 15 volt. Se ad ogni test si rilevano valori considerevolmente differenti, lo strumento è difettoso e va scartato. L’operazione successiva è l’accurata pulizia di tutte le parti; la vernice bianca che si sta staccando va passata con della carta abrasiva fine dopo di che si può riverniciare l’interno della carcassa metallica con dello smalto acrilico bianco opaco.
Si presenta con la vernice della corona scrostata e con qualche lieve traccia di ruggine; inoltre sotto il vetro ci sono delle briciole di colore bianco presumibilmente dovute alla verniciatura interna che si sta staccando. La prima operazione da compiere è lo smontaggio completo dello strumento. Come al solito la guarnizione interna in gomma è completamente marcita incollando insieme cornice, vetrino e carcassa dello strumento, occorre sollevare delicatamente le tre linguette di bloccaggio della corona e staccarla con molta cautela, facendo attenzione a non far cadere il vetro.
La corona, invece, va ripulita bene dalla vecchia guarnizione, carteggiata e riverniciata con smalto nero satinato.
Il fondo dello strumento non va verniciato in quanto alcuni (non è il caso del voltmetro) hanno una massa che per farlo funzionare regolarmente deve far contatto sul metallo e l’eventuale vernice potrebbe fare da isolante impedendone il regolare funzionamento. Riassembliamo ora lo strumento inserendo il meccanismo dentro la scatola e mettendo gli isolatori, i capicorda positivo e negativo, le grower ed i cilindretti di fissaggio che andranno serrati facendo uso di una pinza con punte sottili.
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e 15,0V (batteria carica, nessun assorbimento e motore avviato ad alto numero di giri), in pratica durante il normale funzionamento la lancetta si troverà a ¾ della zona nera (14,4V). Una volta verificato il perfetto funzionamento dello strumento si può richiudere, facendo molta attenzione a non far entrare sporcizia, si applica la mascherina sul quadrante, il vetrino (fare attenzione che sovente sono leggermente conici, il lato del vetro con diametro minore va messa contro il quadrante) e la corona con la guarnizione in gomma spugnosa, si ruota nella posizione di bloccaggio e si piegano fino in fondo le alette facendo attenzione a non danneggiare la vernice (appoggiare lo strumento su un tavolo con un rivestimento in gomma con il vetro rivolto verso il basso ed usare un cacciavite piatto per schiacciare le alette della corona contro la battuta della carcassa). Ovviamente si deve fare attenzione a non scambiare i due capicorda, il maschio è per il polo positivo e la femmina per il negativo.
Non resta che completare lo strumento con gli accessori necessari per il montaggio nel cruscotto e la lampada per l’illuminazione:
Un’ultima pulita al quadrante la si darà subito prima del montaggio del vetrino. A questo punto si può procedere con la verifica funzionale dello strumento e l’eventuale taratura: Dopo due o tre ore di lavoro ed ecco il risultato:
Il voltmetro è tornato praticamente come nuovo. Con una tensione di circa 13,8V la lancetta si dovrebbe trovare all’incirca a metà della parte nera della scala contrassegnata dalla scritta “NORMAL”; gli estremi della parte nera corrispondono a circa 12,5V (batteria carica, motore spento)
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Se avete qualche argomento che volete approfondire scriveteci, ne parleremo su queste pagine insieme a Roberto: roby65to@landitalia.eu
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TIME TRAVEL
TUNISIA NOVEMBRE 1972
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ubblichiamo con piacere le foto di Paolo Greppi, scattate in occasione del primo raduno per fuoristrada organizzato in Tunisia da Giorgio Dugnani di Quattroruote, nel novembre del 1972. Parteciparono circa 40 fuoristrada, prevalentemente Series e Range, con l’esclusiva presenza della AZIZA III con Nino Cirani reduce dall’Alaska alla Terra del Fuoco. Greppi partecipò con la Series 88 limestone telonato ex MOD 24 V LHD in dotazione alle truppe inglesi a Berlino anno 1962.
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REGISTRO STOIRCO
I NUOVI ISCRITTI AL REGISTRO STORICO L.R.
000282 chassis 93931629G
000283 chassis SALLDVAC8AA248952
000284 chassis 92900867A
000285 chassis 93900555
000286 chassis SALLHAML4FA380587
000287 chassis 93456912C
000288 chassis 95400395A
000289 chassis LBABH2AA126783
000290 chassis 93930523C
000291 chassis 27105441C
000292 chassis 23900216
000293 chassis 25415662B
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REGISTRO STORICO ITALIANO LAND ROVER: ENTRA NEL CLUB!
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scriversi al Club del Registro Storico Italiano Land Rover significa entrare a far parte di un grande gruppo di appassionati collezionisti e cultori delle auto del passato che portano il marchio LAND ROVER. Il socio potrà entrare in contatto con moltissimi esperti della storia del marchio e delle sue vetture, partecipando così alla diffusione culturale e alla conservazione della memoria di un fenomeno che non fu solo tecnico o industriale, ma anche storico e sociale di grande importanza. Inoltre troverà persone in grado di aiutarlo con consigli per il restauro e la conservazione della propria vettura, nonché una ambiente dove condividere la propria passione per le vetture storiche, in particolare quelle costruite dalla LAND ROVER. L’iscrizione al Club del Registro Storico Italiano Land Rover è aperta a tutti, possessori o amatori di autoveicoli storici Land Rover o più in generale a tutti i cultori della storia dell’automobile. Associarsi è semplice: è sufficiente presentare un domanda scritta al consiglio direttivo il quale, in caso di assenza di impedimenti, delibererà l’associazione.
000294 chassis 93901828C
Il socio riceverà dunque, a fronte del pagamento della quota annuale la tessera di socio, il distintivo da giacca del Club, l’abbonamento alla rivista LANDITALIA Magazine. Oltre alle notizie riportate sulla Rivista del Registro Storico Italiano, il Socio potrà acquistare, ad un prezzo scontato il Badge del Registro, personalizzato con il N° di iscrizione del veicolo al Registro Storico, da applicare sulla propria Land Rover. SERVICE - the new exclusive service only for members Il Registro Storico offre la possibilità ai propri soci di poter acquistare parti di ricambio per la propria Land Rover a prezzi particolarmente vantaggiosi. In questo modo oltre al notevole vantaggio per il socio di poter acquistare i giusti pezzi di ricambio per la propria Land Rover, l’originalità e la qualità della propria Land Rover verrà mantenuta nel tempo. In pratica si entra in una grande famiglia di appassionati, dove ogni socio potrà trovare soddisfazione alla sua passione, in un rapporto con gli altri soci all’insegna della serenità, amicizia e collaborazione.
000295 chassis SALLDVAB8FA381864
000296 chassis 35800114A
000297 chassis 25412099B
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LA FOTO DEL MESE Le foto inviate dovranno essere di vostra proprietà, contenere almeno un fuoristrada Land Rover di interesse storico (oltre vent’anni) anche non in primo piano e nell’e-mail dovranno essere indicati: 1) breve descrizione e/o luogo dello scatto 2) nome e cognome del fotografo. Le immagini dovranno essere in formato JPG in alta risoluzione. Il Registro Storico Italiano Land Rover, si riserva il diritto di non ammettere le
Per partecipare inviare la foto a segreteria@registrostoricolandrover.eu fotografie che non ritiene opportuno accettare per qualsivoglia motivo. - Ogni partecipante dichiara di essere autore delle fotografie, di essere titolare dei diritti sulle stesse e responsabile del contenuto. - Ogni partecipante ne autorizza la pubblicazione, sia in Internet sia su mezzi stampa e mezzi radiotelevisivi o in occasione di particolari eventi, sollevando il Registro Storico Italiano Land Rover da ogni responsabilità relativa ad eventuali diritti di utilizzazione commerciale delle fotografie.
Foto di Paolo Greppi: Tunisia 1972 - Chott el Jerid - Noi con Nino Cirani sul roof di Aziza
Foto di Angelo Petrucci
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