www.landitalia.com Periodico bimestrale
INSPIRES AND INFORMS LAND ROVER ENTHUSIASTS Anno VI € 7,00
n u m e r o
news discovery svx • range rover sentinel • Range rover sport My Landy
club
Land Rover 110 camel trophy
visita al 4° stormo
40 set- ott 1 7
Eastnor new Classic Drive Experience Jaguar Land Rover Classic ha lanciato un nuovo brand: Classic Drive Event presso Eastnor Castle. I partecipanti all’Experience possono guidare modelli dalla Series I fino alla Range Rover Classic sul tracciato dove attualmente vengono testate le moderne Land Rover.
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edito Pierluigi Ducci Presidente del Land Rover Registro Storico Italiano
Oggi, al di là dalle leggi che a volte lo consentono, la coscienza ecologista e il timore di essere multati trattengono molti di noi dal lasciare l’asfalto e percorrere qualche tratto in fuoristrada. Troppe volte infatti, il fuoristrada è stato “additato” come incompatibile con la tutela dell’ambiente e con le attività ricreative legate alla natura. È per questo che la passione, l’amore e il rispetto per l’ambiente devono essere le linee guida per tutti noi appassionati di fuoristrada, qualunque sia il mezzo che utilizziamo. Il rispetto verso tutti e verso tutto, ai miei tempi veniva chiamato “educazione civica”, un termine ormai desueto ma che racchiude le semplici regole della convivenza in armonia. Informiamoci prima di intraprendere un percorso, se è tutto percorribile o se ci sono dei divieti, consideriamoci sempre ospiti del terreno che stiamo percorrendo. Pratichiamo il fuoristrada evitando di fare agonismo e godiamo, invece, del paesaggio che ci circonda. Autodisciplina, senso della misura e rispetto debbono essere alla base di ogni nostro comportamento in fuoristrada.
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set tem b re - ot tobre 2017 06 14 18 22 26 30 32 36
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news Discovery SVX Range Rover M.Y.2018 Discovery traina un Road Train Range Rover Sentinel From waste to wave Velar Summer Tour Kahn Lettering MAK Performance Wheels
My Landy Indimenticabile Camel 110
Gentlemen driver Ruvida ed affascinante come la campagna scozzese
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roverphile Qualcosa di veramente speciale
Brochure Mobile Steam Generator
tecnica Il differenziale
Meeting Les Comes Land Rover Party 2017
My Landy Defender 110, offroad-home
Curiosilandia The passion lives here Mister 88 Italian Off Road Pub
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curiositĂ Il Casello del Guardafili
Club Visita al 4° Stormo I nuovi iscritti 5
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discovery svx IL VERTICE DELLA CLASSE ALL-TERRAIN
Foto ↓ Media Jaguar Land Rover
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Land Rover ha presentato la Discovery SVX, la Discovery più evoluta indirizzata agli entusiasti dell’off-road che aspirano ad epiche avventure. La Discovery SVX, presentata il 12 settembre al Salone di Francoforte, aggiunge le capacità di all-terrain estremo al trittico di prodotti realizzati dalla Sezione Special Vehicle Operations (SVO). La SVX affiancherà infatti le Range Rover Sport SVR e le Range Rover SVAutobiography, famose rispettivamente per le performance su asfalto e per il lusso insuperabile. Sarà la prima Land Rover assemblata a mano nel Centro Tecnico SVO nel Regno Unito, quando ne inizierà la produzione, nel 2018.
«I progettisti della SVO hanno lavorato all’interno del Team Land Rover ed a fianco dei nostri tecnici e, dando libero sfogo alla loro passione per l’avventura, hanno creato un altro veicolo indiscutibilmente versatile e desiderabile, che va ad arricchire il line-up Land Rover». John Edwards, Managing Director della Divisione Jaguar Land Rover Special Operations
La Discovery SVX rappresenta l’eccellenza del design e l’integrità ingegneristica, valori insiti in ogni Land Rover, e capitalizza le leggenda-
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rie capacità all-terrain e lo spirito di avventura Land Rover, per offrire il massimo in termini
«La linea di prodotti SVX ci offre la grande oppor-
di desiderabilità e di performance in off-road.
tunità di offrire agli appassionati il vertice delle capacità all-terrain di Land Rover in modo esclu-
Dal suo lancio, nel 2016, la Discovery di quinta
sivo e dinamico, con un SUV robusto e versatile, che
generazione - basata sull’architettura in al-
conquisterà l’intera famiglia: potente, inarrestabi-
luminio Land Rover, robusta, leggera e sicu-
le, connesso, su qualsiasi terreno. La Discovery SVX
ra - ha conquistato la generale ammirazione
è nata per far felici gli entusiasti dell’off-road, of-
come miglior SUV versatile full-size del mon-
frendo loro capacità all-terrain di livello superiore,
do. Questo ne ha fatto la base perfetta per il
senza alcun compromesso in termini di comfort e
primo veicolo SVX della SVO. La Discovery SVX
praticità».
è la prima Land Rover moderna a sfoggiare il
Mark Stanton, Direttore SVO
badge distintivo SVX. 9
La SVX innalza la versatilità Discovery a nuovi
ammortizzatori a corsa lunga e nuove boccole.
livelli grazie al continuo sviluppo delle sue for-
I grandi pneumatici, da 815 mm di diametro,
midabili qualità in off-road. Sarà disponibile
sono i 275/55 R20 Goodyear Wrangler all-ter-
esclusivamente con il 5 litri V8 Supercharged
rain, montati su cerchi in alluminio forgiato.
di Jaguar Land Rover, che eroga 525 CV e 625
Pneumatici con il fianco più alto riducono la
Nm di coppia, e con le sospensioni modificate
pressione al suolo e migliorano le prestazio-
in grado di affrontare in totale fiducia i terreni
ni su superfici sciolte. In combinazione con un
più ostici.
disegno più aggressivo del battistrada; ciò migliora il grip su terreni fangosi.
L’Hydraulic Active Roll Control (H-ARC), è una novità per la Discovery SVX. Questo si-
La Discovery SVX è inoltre equipaggiata con
stema incrementa l’articolazione delle ruote e
differenziali - centrale e posteriore - attivi,
il controllo della scocca, migliora la trazione
bloccabili elettronicamente, che operano con-
nell’off-road estremo e riduce il rollio, per una
giuntamente ad un Terrain Response 2 dalla
guida su asfalto dolce e sicura.
speciale taratura, ottimizzando la trazione su qualsiasi superficie.
La Discovery SVX presenta anche tutti gli an-
Complemento di questi upgrade dell’hardware
goli caratteristici migliorati, grazie alla mag-
sono le calibrazioni esclusive della trasmissio-
giore altezza da terra della scocca leggera in
ne automatica ad otto rapporti con scatola di
alluminio ed alle sospensioni idrauliche, con
riduzione a due gamme di velocità, ed i sistemi di controllo della dinamica Land Rover che comprendono le funzioni Hill Descent Control, Electronic Traction Control (ETC), Adaptive Dynamics, Dynamic Stability Control (DSC), All-Terrain Progress Control (ATPC) e il servosterzo elettrico (EPAS). La Discovery SVX monta per la prima volta un comando della trasmissione a pistola al posto del selettore rotativo, per offrire il miglior controllo delle marce nelle manovre in off-road. Per rispecchiare visivamente l’innata robustezza e l’inarrestabilità della Discovery SVX, i progettisti Land Rover hanno fatto riferimento alle iconiche caratteristiche dei veicoli impiegati nelle più grandi sfide in fuoristrada - come il Camel Trophy e gli eventi del G4 Challenge - così da dare alla SVX un aspetto aggressivo e deciso, esternamente ed internamente.
“L’eccellenza del design e l’integrità progettuale, caratteristiche insite in ogni Land Rover, costituiscono le fondamenta di tutte le nostre attività. La Discovery SVX rinsalda la fama incomparabile di Land Rover quale casa costruttrice di veicoli dalle reali capacità all-terrain, destinate a clienti che desiderano le massime performance in off-road.» Gerry McGovern, Land Rover Chief Design Officer 10
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L’anteprima di produzione SVX in esposizione al Salone di Francoforte presenta paraurti anteriori e posteriori esclusivi, piastre di protezione, occhioni di traino a vista in finitura metallizzata Rush Orange - ognuno dei quali è in grado di sopportare un carico di sei tonnellate, cofano con finitura antiriflesso ed un verricello elettrico integrato al posteriore. La Discovery SVX si distingue anche per l’esclusiva finitura satin della vernice Tectonic Grey, per gli interni caratterizzati dalla combinazione di materiali e colori esclusivi - come le tinte Lunar e Light Oyster abbinate a particolari Rush Orange - e per la X traforata dei sedili brandizzati SVX. Completano la trasformazione: le esclusive prese d’aria laterali in colore Narvik Black con distintivo V8, la griglia Narvik Black Dynamic, i corrimano silver ed un’unità montata sul tetto con due fari aggiuntivi per le condizioni di scarsa visibilità. La prima Land Rover SVX della SVO ha debuttato nello stand Jaguar Land Rover del Salone di Francoforte (12/24 settembre) a fianco di una completa gamma di veicoli Jaguar e Land Rover, che comprende le altre componenti della scuderia SVO, la Range Rover Sport SVR, la Range Rover SVAutobiography Dynamic, la Jaguar F-TYPE SVR e la Jaguar XE SV Project 8.
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RANGE ROVER SPORT M.Y.2018
IL PRIMO IBRIDO PLUG-IN AD EMISSIONI ZERO DI LAND ROVER Foto ↓ Media Jaguar Land Rover
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Oggi la trasformazione tecnologica della nuova Range Rover Sport include un modello a propulsione elettrica ibrida plug-in che offre inediti livelli di efficienza, capacità e performance. La presentazione della Range Rover Sport M.Y.2018 è stata preceduta dall’annuncio che, a partire dal 2020, tutti i veicoli nuovi Jaguar e Land Rover offriranno versioni elettriche ed evidenzia il prossimo passo della grande Azienda
britannica verso l’elettrificazione.
Oltre alle efficienti opzioni PHEV, ogni Range Rover Sport presenta un design migliorato e nuove tecnologie orientate al cliente. L’ammiraglia SVR è equipaggiata con una motorizzazione da 575 CV, che ne fa la più veloce Range Rover di sempre. Questo SUV raggiunge inediti livelli di capacità dinamica, abbinati ad un appeal ed una desiderabilità inarrivabili. La Range Rover Sport, progettata e prodotta nel Regno Unito, ha conquistato oltre 732.000 clienti, dal giorno del suo lancio nel 2004. Il suo inarrivabile mix di raffinatezza e prestazioni esaltanti l’ha resa protagonista sugli schermi televisivi e cinematografici di tutto il mondo. Questa Range Rover Sport è il primo veicolo ibrido plug-in di Jaguar Land Rover. Il nuovo motore, denominato P400e, garantisce performance e sostenibilità abbinando un 4 cilindri 2.0 litri a benzina Ingenium da 300 CV (221 kW) ad un motore elettrico da 116CV (85 kW). La sua potenza complessiva di 404 CV (297 kW) consente al veicolo di raggiungere una velocità massima di 220 km/h accelerando da 0 a 100 km/h in soli 6,7 secondi. Con una coppia di 640 Nm, il nuovo modello combina performance dinamiche e sostenibilità con la proverbiale capacità, il comfort e la raffinatezza Range Rover. La Range Rover Sport P400e presenta emissioni di 64 g/km nel ciclo combinato NEDC, e consente un’autonomia di 51 km con la sola propulsione elettrica, senza che il motore a benzina sia in moto. Per la prima volta il cliente Land Rover può godere di un lusso off-road praticamente silenzioso e ad emissioni zero, abbinato ad un’assoluta capacità all-terrain e con la facoltà di accedere anche a zone a traffico limitato da ordinamenti antinquinamento. 15
Il guidatore ha la scelta fra due modalità di
Il sistema Terrain Response 2 di Land Rover è
guida:
calibrato per distribuire a tutte le quattro ruote
»» Modalità ibrida parallela (modalità di de-
la coppia del motore elettrico, con quella mas-
fault): che combina la propulsione elettrica
sima disponibile già a zero giri/minuto. Questo
con quella del motore a benzina. Il guidato-
assicura il miglior controllo durante le mano-
re può ottimizzare la carica della batteria o
vre in off-road a bassa velocità, riaffermando
il risparmio di carburante selezionando una
l’eccezionale gamma di capacità della Range
delle due funzioni di gestione della ricarica:
Rover Sport.
»» Funzione SAVE: impedisce che la carica della batteria scenda sotto un livello prese-
Il motore elettrico è alimentato da una batteria
lezionato.
agli ioni di litio ad alto voltaggio, da 13,1kWh. I
»» Funzione PEO (Predictive Energy Optimisa-
progettisti Land Rover hanno creato una siste-
tion): impostata una destinazione nel navi-
mazione che offre il massimo spazio interno e
gatore, il sistema - che utilizza i dati GPS di
un’ideale distribuzione dei pesi.
altitudine della rotta selezionata - combina
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intelligentemente propulsione elettrica e a
Il 2.0 Ingenium a benzina è montato longitu-
benzina ottimizzando il consumo di carbu-
dinalmente, mentre il motore elettrico da 85
rante.
kW è situato sulla trasmissione ZF a 8 rappor-
»» Modalità EV (Electric Vehicle): il veicolo
ti, al centro del veicolo. La presa per il cavo
viaggia con la sola propulsione elettrica,
per la ricarica è posta frontalmente, mentre la
utilizzando l’energia della batteria: una so-
batteria agli ioni di litio a celle prismatiche è
luzione ideale per spostamenti silenziosi ad
montata posteriormente, sotto il pavimento
emissioni zero.
del vano di carico.
La piena carica veloce è ottenibile in 2 ore e 45
scono il punto focale di un abitacolo armonioso
minuti impiegando una Wall-box da 32 A. La
e minimalista - fondendo un look elegante e
batteria può essere ricaricata in 7 ore e 30 mi-
futuristico ad un’interfaccia intuitiva e ad una
nuti con il cavo da 10 A fornito di serie.
impareggiabile funzionalità.
Accanto a cambiamenti tecnologici così importanti, l’esterno si è evoluto per armonizza-
Le prese di corrente disponibili all’interno
re e modernizzare il design rendendo l’aspetto
possono arrivare a 14, inclusa una presa di tipo
della Range Rover Sport ancor più dinamico,
domestico, per mantenere i laptop e gli altri
senza modificarne il carattere.
dispositivi sempre carichi. L’adozione dell’Activity Key di Jaguar Land Rover dona alla Range
Anteriormente, il nuovo sensazionale design è
Rover Sport nuovi livelli di comodità, consen-
caratterizzato dai nuovi fari Pixel-laser LED,
tendo ai clienti di bloccare/sbloccare il veicolo
alloggiati al fianco della griglia ridisegnata e
senza doversi portare dietro la smart key.
da un nuovo paraurti ancora più aggressivo. Il nuovo modello PHEV presenta l’accesso alla
La nuova Range Rover Sport è dotata di altre
presa di ricarica celata dietro lo stemma Land
tecnologie mirate al comfort ed alla praticità:
Rover, sulla destra della griglia. »» Tendina parasole a comando gestuale: con Nell’abitacolo il nuovo sistema di infotainment
apertura e chiusura gestite da un avanzato
Touch Pro Duo, denominato “Blade” dai suoi
sistema di comando gestuale, che rileva il
progettisti, è il più evoluto mai realizzato per
movimento della mano degli occupanti. Per
Jaguar Land Rover ed è decisamente all’avan-
azionare la tendina basta muovere la mano
guardia. Due touchscreen HD da 10” costitui-
di fronte allo specchio retrovisore: all’indietro per aprire, in avanti per chiudere. »» Advanced Tow Assist: facilita il difficile controsterzo richiesto per dirigere con precisione un rimorchio durante la retromarcia. Il pilota può guidare agevolmente il rimorchio nello spazio desiderato usando la manopola rotativa del Terrain Response 2 »» Fari a LED Pixel-laser: questa evoluta tecnologia garantisce una maggiore luminanza e oscura selettivamente le sezioni dei LED evitando di abbagliare i guidatori che procedono in senso opposto. Chi desidera un SUV dalle grandi prestazioni saprà apprezzare la potente versione SVR, che innalza a nuovi livelli la sportività della Range Rover Sport. L’accresciuta potenza di 575 CV, l’accelerazione che fa scattare il veicolo da 0 a 100 km/h in soli 4,5 secondi, le audaci modifiche del design e il maggiore impiego della fibra di carbonio nella realizzazione del veicolo, rendono la SVR più emozionante, più veloce e più agile che mai. Progettata e realizzata da Jaguar Land Rover nel Regno Unito, la nuova Range Rover Sport sarà prodotta negli stabilimenti di Solihull ed è ordinabile da oggi; le prime consegne sono previste a partire da inizio 2018. 17
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DISCOVERY TRAINA UN ROAD TRAIN DA 110 TONNELLATE L’epica impresa si è svolta lungo 16 chilometri della Lassiter Highway, nel Northern Territory, in Australia, per dimostrare le pluripremiate capacità di traino della Discovery
Foto ↓ Media Jaguar Land Rover
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Una Land Rover Discovery ha accettato una doppia sfida: il traino di un road train da 110 tonnellate e l’Outback australiano… e ha vinto. La storia di una motrice con sette rimorchi che viene trainata da un SUV sembra inverosimile, ma è esattamente quanto è avvenuto quando Land Rover ha sottoposto una Discovery alla più difficile prova di traino. Land Rover ha portato a termine la straordinaria dimostrazione trainando un road train lungo 100 metri nel Northern Territory, in Australia, per annunciare l’arrivo della Discovery Model Year 2018. La Discovery TD6 presenta un peso massimo rimorchiabile su strada pari a 3.500 kg, ma ha trainato con successo un road train da 110 tonnellate per 16 km, su una sezione della Lassiter Highway chiusa al traffico, grazie al suo motore diesel 3 litri da 258 CV e alla trazione integrale. In Australia i road train - con un massimo di quattro rimorchi - sono consentiti solo nelle vaste regioni dell’entroterra, normalmente per il trasporto di carburante, minerali e bestiame fra le varie comunità rurali. La loro lunghezza massima è strettamente limitata dal codice 19
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a 53,5 metri, cosicché Land Rover ha richiesto e ottenuto uno speciale permesso per agganciare al SUV sette rimorchi e la motrice da 12 tonnellate, necessaria per azionare i freni dei rimorchi stessi. Alla guida durante l’epico evento il Managing Director della società specialista nel settore G&S Transport, John Bilato, che ha dichiarato: «All’inizio, quando Land Rover mi ha contattato, non credevo che il veicolo potesse farcela, perciò sono rimasto sorpreso dalla facilità con la quale la Discovery ha trainato le 110 tonnellate del road train. La dolcezza dei cambi di marcia, sotto un tale carico, è stata veramente impressionante. Questi road train sono la forma più efficiente in assoluto di trasporto merci su strada e l’impiego della Discovery l’ha reso anche il più economico». Il test estremo è stato superato da una Discovery TD6, con l’ultima di una serie di dimostrazioni di traino portate a termine dalla famiglia Discovery. Al suo lancio, nel 1989, la “Discovery I” originale fu impiegata per il traino di un treno e lo scorso anno una Discovery Sport, il SUV premium compatto, ha trainato tre vagoni ferroviari sul ponte di Hemishofen, a 25 metri di altezza sul fiume Reno.
Quentin Spottiswoode, Product Engineer di Land Rover, ha aggiunto: «La capacità di traino è da sempre una parte rilevante del DNA Land Rover e la pur enorme massa del road train rivela solo una parte della storia. Il traino di una motrice e sette rimorchi, vincendo la resistenza al rotolamento di tante ruote, rappresenta una grande impresa. Ci aspettavamo che il veicolo si comportasse bene, ma ha superato il test a vele spiegate raggiungendo i 44 km/h lungo i 16 km del percorso». La Discovery montava una trasmissione automatica standard a 8 rapporti con il normale sistema di trazione integrale ed era agganciata al road train tramite un sistema di traino montato in fabbrica. Sul road train erano inoltre state caricate 10 tonnellate di zavorra, per raggiungere l’obiettivo delle 110 tonnellate. Con 600 Nm di coppia la TD6 è ben equipaggiata per il traino pesante. Il monoturbo 3 litri da 258 CV presenta una ricircolazione dei gas di scarico a bassa pressione ed una pompa olio a doppio stadio, che potenziano reattività, raffinatezza ed efficienza. Di conseguenza, il modello diesel fa registrare emissioni di CO2 pari a soli 189 g/km, e un consumo di 7,2 litri per 100 km. 21
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RANGE ROVER SENTINEL LUSSO, SPAZIO INTERNO E SICUREZZA
Foto ↓ Media Jaguar Land Rover 22
La Range Rover Sentinel è il primo veicolo
eccezionale veicolo offre protezione laterale
blindato di lusso completamente sviluppato da
contro esplosioni fino a 15 kg di Trinitroluene
Jaguar Land Rover Special Vehicle Operations
(TNT) e protezione contro esplosioni di grana-
(SVO). Realizzata sulla base dell’allestimen-
te DM51 sia da sotto il pavimento che dal sof-
to top di gamma Autobiography, ha un prezzo
fitto.
“indicativo” di 400.000 euro tasse escluse. L’ abitacolo passeggeri è blindato in sei pezzi Sentinel offre il massimo comfort immagina-
con struttura speciale, realizzato in acciaio ad
bile sul SUV più desiderabile al mondo, unita-
alta resistenza e offre una protezione di altis-
mente ad un’eccezionale protezione degli oc-
simo livello. Il vetro standard è stato sostituito
cupanti.
con un vetro multi-laminato oscurato blinda-
Progettato per affrontare con successo le mi-
to.
nacce più dannose e specifiche, compresa la penetrazione da parte di pallottole incendiarie
La Range Rover Sentinel è certificata ai sensi
perforanti ad alta velocità da 7.62 mm, questo
degli standard V8 contro le minacce balistiche
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da QinetiQ – una organizzazione indipendente
Sentinel sono state migliorate, mentre uno
che in passato ha fatto parte del British Go-
scarico con dispositivo anti-manomissione,
vernment’s Defence Establishment Research
il serbatoio del carburante auto-sigillante, la
Agency.
batteria di scorta ausiliaria e il sistema della
Per mantenere un alto livello di comfort du-
batteria a carica separata aggiungono prote-
rante il viaggio e la maneggevolezza leggen-
zione e sicurezza.
daria della Range Rover, le sospensioni della Pneumatici Run-flat montati su speciali ruote in lega da 20 pollici - consentono al veicolo di essere guidato anche se le ruote sono sgonfie. Comunque si svolga l’attacco, la Range Rover Sentinel può sfruttare le notevoli prestazioni del suo motore a benzina sovralimentato 340PS da 3,0 litri V6, unito alla trasmissione automatica con speciale taratura ZF ad otto velocità. La Range Rover Sentinel può essere ulteriormente personalizzata con sistemi di prevenzione dell’incendio per il sottoscocca e il vano motore, sirena, luci d’emergenza e altoparlante esterno. La Sentinel è garantita per tre anni o 50.000 miglia (80.000 km), e nel prezzo è compreso un check-up annuale di un tecnico specializzato. 24
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FROM WASTE TO WAVE JAGUAR LAND ROVER PRESENTA LA TAVOLA DA SURF REALIZZATA CON PLASTICA RICICLATA Foto ↓ Media Jaguar Land Rover
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Per quasi 70 anni Land Rover ha trasportato un numero incalcolabile di persone sui terreni più impervi, ma oggi sta per effettuare la sua prima uscita sull’oceano con la tavola da surf del progetto “Waste to Wave”, realizzata con la plastica riciclata dai primi modelli in argilla dei veicoli. Mentre ogni anno vengono scaricate negli oceani 8 milioni di tonnellate di plastica, che per decomporsi impiega centinaia di anni, Jaguar Land Rover ha incrementato il proprio impegno verso l’eliminazione totale degli scarti, creando una gamma di tavole da surf interamente costituite di plastica riciclata. La tavola è stata realizzata in collaborazione con la SkunkWorks Surf Co - una società del settore che si impegna a minimizzare l’impatto ambientale - per essere poi messa alla prova sulle coste dell’Irlanda del Nord da Lucy Campbell, la campionessa inglese di surf. La tavola da surf è stata costruita con le esatte dimensioni (5’7 x 18 3/8 x 2 3/16) volute dalla Campbell, attualmente impegnata a gareggia28
re nel circuito internazionale. La tavola è dotata di bordi in fibra di carbonio dalla prua e di una striscia in carbonio dalla poppa, che le conferiscono ulteriore robustezza, ma con la flessibilità richiesta per le manovre più impegnative. Il poliuretano è impiegato nella costruzione dei modelli in argilla a grandezza naturale dei veicoli, che vengono realizzati a mano durante le fasi iniziali di progettazione dei nuovi veicoli. Il polimero costituisce lo “scheletro” del modello, che abitualmente viene distrutto dopo il lancio della vettura, mentre l’argilla viene riciclata e reimpiegata sul posto. Ora Jaguar Land Rover recupera tutta la plastica, che viene tagliata in blocchi pronti per una seconda vita come tavola da surf o paddleboard. La prima unità, per la quale è stata usata la plastica di un modello Discovery Sport recuperata nel giugno 2017, è stata disegnata e costruita da SkunkWorks Surf Co nell’Irlanda del Nord. Land Rover ha quindi invitato Lucy Campbell, la surfista numero uno del Regno Unito, a guidare una Discovery Sport prima di mettere alla prova il prototipo della tavola sulle onde della spiaggia di Whiterocks, nell’Irlanda del Nord.
«Appena ho sentito parlare di questo progetto ho desiderato farne parte. L’oceano è un’ampia parte della mia vita, e perciò per me è molto importante diffondere la consapevolezza della assoluta necessità di preservarlo. Non sapevo molto dei processi di un progetto automobilistico, ed è stato affascinante apprendere come Jaguar Land Rover riesca a dare una ‘seconda vita’ ai materiali impiegati. Entrare in acqua e provare la tavola per la prima volta è stato grandioso». Lucy Campbell
«Sono un appassionato surfista, e ritengo che creare tavole sostenibili in grado di cavalcare le onde sia fantastico. Quando Jaguar Land Rover mi ha contattato con l’idea di reimpiegare il poliuretano non vedevo l’ora di contribuire al progetto, riducendo anche gli sprechi - un tema che mi sta molto a cuore. Il feedback di Lucy è stato estremamente utile. La sua esperienza con alcune delle migliori onde del mondo sarà impagabile, nello sviluppo ulteriore dei nostri processi produttivi». Ricky Martin cofondatore della SkunkWorks Surf Co 29
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VELAR SUMMER TOUR Foto ↓ Jaguar Land Rover Italia
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Ha toccato le più rinomate località di mare del nostro paese. Ha incantato, stupito, emozionato. Ha attratto clienti, turisti, curiosi, appassionati dell’avventura. È il Velar Summer Tour, che ha portato in giro per l’Italia la nuova Range Rover Velar, il primo medium SUV Land Rover. Dalla Liguria alla Sardegna, dalla Toscana alla Sicilia. Il Velar Summer Tour ha aggiunto bellezza alla bellezza, cercando gli scenari più affascinanti per presentare il design futuristico, le tecnologie rivoluzionarie e i materiali ricercati di Nuova Range Rover Velar. Oltre alla possibilità di mettersi al volante della più avanguardistica delle Land Rover, a Porto Rotondo i partecipanti sono stati coinvolti in eventi esclusivi, DJ Set e aperitivi con performance di ogni tipo, come la serata del Tartarughino Beach e quella del Nikki Beach, all’insegna dello stile e della buona musica. Dopo l’intensa stagione estiva il Velar Summer Tour si ferma, ma solo per poco. Presto si trasformerà in Winter Tour e ripartirà per splendide località montane pronto a regalare nuove emozioni e brividi di adrenalina. 31
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KAHN Lettering Tra i vizi di kahn c’è una Range Rover 4.4 SDV8 Vogue SE Pace Car.
Testo ↓ Paolo Pysa Foto ↓ Kahn Design
Quello che l’appassionato desidera dal magico Kahn touch lo si può ammirare in questo articolo che mostra una Range Rover 4.4 SDV8 Vogue SE Pace Car caduta tra le braccia del preparatore inglese. Miscelato da Afzal Kahn è il colore che va a ricoprire il corpo di questa auto: l’esterno è abbagliante grazie a una combinazione di colori chiamati Dark Sapphire e Blue Metallic Pearl. La Range Rover 4.4 SDV8 Vogue SE Pace Car s’addensa di qualità e stile, lo si può notare nella precisa lavorazione della fibra di carbonio, che viene sagomata per dar vita a nuovi archi passaruota dal tono importante con air dams integrate. I paraurti sono progettati in modo preciso, incorporano luci fendinebbia e vantano nuovi inserti 3D e prese d’aria. La nuova calandra va a sposarsi perfettamente con il muso dell’auto e da essa parte un inserto che va, con linearità, a raggiungere la parte posteriore di questa Range Rover: il tutto è costruito in leggero materiale composito, così come lo spoiler che alloggia sulla parte superiore del portellone. 33
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Lo stile esterno è completato grazie all’aggiunta di una nuova serie di cerchioni, serie RS 650 forgiati nella misura di 23 pollici capaci di montare gomme Continental da 305/30x23”. La Range Rover Vogue SE Pace Car guadagna stile grazie al nuovo disegno dato dalla Project Kahn che ha cucito su misura comodi e sportivi sedili anteriori e posteriori in pelle color avorio trapuntata. I braccioli delle portiere, la consolle centrale e il centro del volante sono stati rivestiti per adattarsi al nuovo schema di colori. Le piastre battitacco in acciaio inox accolgono i passeggeri, mentre un set di pedali in alluminio lavorato a mano aggiunge un tocco di classe per il conducente. E non è finita così, la dedizione della Project Kahn a questo progetto ha regalato molte altre chicche, come un nuovo impianto di scarico e varie scelte in campo di infotainment. Come ormai il tempo ha ufficiato possiamo solo che assecondarlo, dicendo che chi possiede un veicolo by Project Kahn, possiede un tesoro!
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MAK performance wheels MAK S.p.A. compie 25 anni di attività nel 2016, un traguardo molto importante raggiunto dall’azienda bresciana nata nel 1990 a Carpenedolo, nei pressi del lago di Garda, dalla joint venture di due importanti realtà, una attiva nel settore della produzione industriale metallurgica e l’altra con una forte esperienza commerciale nel campo dell’automotive, ora è riconosciuta come uno dei principali player nel settore delle ruote in lega, sempre innovativo e all’avanguardia. Gli elementi principali del successo di MAK sono: la flessibilità nel processo di produzione, un prodotto in continua evoluzione e una rete commerciale che copre il territorio italiano in modo capillare. Grazie a un magazzino sempre fornito, con più di 100.000 pezzi, si raggiunge velocemente il cliente attraverso consegne rapide in 24/48 h. MAK è alla costante ricerca, per i propri prodotti, di nuovi stili e design, settori nei quali l’Italia è sinonimo di eccellenza. A testimonianza di ciò, MAK collabora con designer affermati, dotati di grande esperienza nel mondo dell’automotive e grazie a questi sforzi i cerchi Mak stanno trovando un sempre più crescente consenso, soprattutto nella fascia delle vetture medio-alte, sempre più interessate all’adozione di un cerchio in lega after market, sia per customizzare la propria autovettura con 37
design originali o misure piĂš grandi di quel-
e permettono una personalizzazione estrema
le riportate a libretto grazie alle omologazioni
grazie alla loro compatibilitĂ con la bullone-
NAD di cui sono dotate le ruote MAK, sia per
ria e i coprimozzi originali. Una strategia che
creare un doppio treno di ruote per velocizzare
si traduce, ad esempio, con le nuove gamme
il cambio stagionale.
disponibili ai driver di autovetture del calibro di Land/Range Rover, con la Birmigham (da
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Uno dei punti di forza che rendono MAK uno
19 a 22 pollici), la Barbury (da 19 e 20 polli-
dei leader sul mercato sono le ruote dedicate
ci), l’imponete Kingdom (da 20 e 22 pollici) o
ai maggiori marchi automobilistici europei:
la sempreverde Highlands, modello di grande
questi modelli riprendono gli stilemi che con-
successo tra gli appassionati del marchio JLR,
traddistinguono il marchio a cui sono dedicati
grazie a un grintoso profilo a dieci razze sdop-
piate, e quattro livelli di finitura – Silver, Matt black, Gun metallic mirror e Black Mirror – per adattarsi a un ampio range di applicazioni, dai 17 ai 21 pollici. È molto facile trovare un cerchio di proprio gradimento all’interno del vasto assortimento offerto dai circa 50 modelli a catalogo, ogni anno aggiornati e implementati da svariati nuovi design. Info: www.makwheels.it
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m y
land y
Indimenticabile Testo ↓ Pierluigi Ducci Foto ↓ Matteo Alfeo
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Un contatto breve e fugace, ma indimenticabile: per chi ormai ha i capelli bianchi, è stato come entrare nella macchina del tempo e di risalire gli anni a ritroso, fino a ritrovarsi fanciullo. Altri tempi. Ne è ovviamente venuta fuori una prova un po’ sui generis, in cui alle impressioni di guida si sovrappongono le suggestioni che ogni vettura suggerisce: ricordi di gioventù, immagini sbiadite, odori e sapori relegati in un angolo remoto della memoria all’improvviso tornati attuali. Stiamo parlando della Land Rover 110 che nel 1988 ha partecipato come auto di supporto al Camel Trophy nell’isola di Sulawesi, in Indonesia.
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Il Camel Trophy ha segnato un’epoca: è stato il simbolo dell’avventura a quattro ruote, un’avventura alla quale molti hanno sognato di poter partecipare.
Il Camel Trophy ha segnato un’epoca con i suoi percorsi in fuoristrada negli angoli più remoti e inospitali del globo. È stato il simbolo dell’avventura a quattro ruote, un’avventura alla quale molti hanno sognato di poter partecipare. Ancora oggi, migliaia di adesivi gialli sbiaditi campeggiano sulle carrozzerie di molte Land Rover d’epoca a testimoniare il grande clamore mediatico che ebbe la competizione. Ma torniamo alla nostra Camel 110, telaio SALLDHMB8BA305856, arrivata in Italia nel 1997; esteticamente si presenta molto bene nella classica livrea gialla - Sandglow – anche perché nel 2011 ha subito un profondo make up, con una riverniciatura esterna completa e con la sostituzione delle portiere che presentavano il classico problema della corrosione galvanica. All’interno la tappezzeria dei sedili è stata rifatta con sky di qualità, conservando il telaio originale. Motore e cambio dovrebbero essere quelli di primo impianto, il tachimetro segna circa 180.000 chilometri e presumibilmente sono originali. Ma vediamola meglio questa bella Cammellona di 30 anni. Tutte le vetture Camel derivavano dalla produzione di serie ed erano preparate ed allestite nella divisione Special Project, con portapacchi per carichi pesanti, verricelli, luci addizionali, protezioni del sottoscocca e gabbie anti-rollio interne, oltre a tutta una serie di equipaggiamenti per le spedizioni e per la sicurezza dei partecipanti. 43
L’allestimento originale è quasi completo: Rollbar interno/esterno, Bullbar con culla portaverricello, e paratiranteria, il portapacchi con pianale in legno (pianale rifatto), scaletta, piastre sabbia. L’impianto elettrico è dotato di un solenoide per la seconda batteria, di una presa all’interno dell’abitacolo per il telecomando del verricello, della consolle per la pulsantiera dei fari ausiliari (pulsanti nuovi); inoltre è presente un serbatoio supplementare per il gasolio sotto sedile passeggero collegato alla spia strumenti di serie. Alcuni elementi sono stati sostituiti, come: i tre ganci dixonbate, due anteriori e uno posteriore; i quattro fari di profondità e i due brandeggiabili; il verricello Warn8274 è nuovo e differisce dall’originale 44
solo la posizione della spina del telecomando che prima era frontale e ora laterale. Anche le antenne CB sono nuove, come anche le due placche in metallo Camel Trophy che sono delle riproduzioni. Nel complesso la 110 è conservata meravigliosamente. Ma adesso viene il bello, mettiamoci alla guida di questa leggenda! Il motore 19J con i suoi 85 hp non brilla di potenza, ma se ha fatto il Camel può bastare anche per il nostro fuoristrada. Su strada il notevole portapacchi alza il baricentro della vettura ed è consigliato affrontare le curve, specialmente quelle veloci, con un po’ di attenzione. Il verricello Warn8274 e l’allestimento pesa, soprattutto se si viaggia con i serbatoi pieni, velocità mozzafiato non ne farete, ma viaggiando a una buona media di 90/100 Km orari potete arrivare ovunque. Inoltre il diametro di sterzata e lo sterzo lento e impreciso sono caratteristiche comuni a tutti i 110 di qualche anno. Come tutte le Land Rover è il fuoristrada il terreno adatto per gustarsi questa Camel. Roba da uomini duri, insomma. Butti dentro le ridotte e ti arrampichi sui muri, nelle paludi dove gli altri affogano passi con un filo di gas in tutta scioltezza e, se proprio volete esagerare, accendete i 4 fari di profondità sulla bagagliera e non passerete inosservati. Ma poi, questa 110 Camel cosa deve dimostrare? Il suo lavoro lo ha già fatto ed è già entrata nella leggenda, ora non deve far altro che essere coccolata dal suo proprietario, naturalmente un socio del Registro Storico Land Rover, ed essere ammirata da noi enthusiast del Brand.
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r v e r i D n e m l e e
a cura di ↓
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Ruvida ed affascinante come la campagna scozzese. Stefano Fassone (Instagram: better.in.the.wind
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40 miglia a sud di Edimburgo. Dovrete spingervi fino a qui per attraversare il Tweed River, il fiume che separa la Scozia dall’Inghilterra e dove si concentrava la produzione, neanche a dirlo, di un famoso filato di pura lana vergine, il tweed appunto. Il nome sarebbe derivato, secondo la leggenda, da una cattiva interpretazione di twill - o tweel, stando alla pronuncia scozzese -, che significa armatura a saia, armatura che dà come risultato un tessuto con rigatura diagonale o disegni ricavati da varie combinazioni come la lisca di pesce. In questo numero non parleremo di un tessuto generico, ma del celebre “Harris Tweed”. Nasce nel lontano 1846, quando la contessa di Dunmore commissionò ad un agricoltore, sulla lontana isola Harris, la creazione in tweed del mantello della famiglia Murray. Ne derivò un capo così eccezionale, tinto, filato, tessuto e completamente rifinito a mano da pura lana vergine che la Contessa volle aumentare la produzione creandone un mercato per la fabbrica a Londra e dintorni.
Il marchio “Harris Tweed” venne registrato dalla Harris Tweed Association Limited e nel 1934 la filatura della lana fu meccanizzata per aumentare la produzione di quasi dieci volte. Nel ’96 grazie alle innovazioni tecnologiche come il telaio Bonas – Griffith fu possibile dare più consistenza al tweed e renderlo più soffice al tatto. Nell’ultimo decennio famosi stiliti, del calibro di Vivien Westwood e Ralph Lauren, hanno utilizzato questo tessuto per le loro creazioni. Appeso sul gancio nei sedili posteriori del vostro Discovery non potrà mancare una giacca realizzata con questo mitico tessuto, calda e ruvida vi terrà compagnia nei freddi weekend d’autunno, sostituendosi, di fatto, al cappotto. Sia per uomo che per donna e dalle innumerevoli colorazioni, la giacca di tweed deve avere un paio di caratteristiche, una fodera interna molto resistente e le immancabili toppe sui gomiti che le donano quello stile country chic da abbinare al vostro Land Rover Discovery.
Dove acquistarlo: harristweedshop.com Nei negozi sparsi per Brick Lane
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roverphile
QUALCOSA DI VERAMENTE SPECIALE A cura di ↓ James Taylor
Sebbene diverse società specializzate abbiano convertito le Range Rover per il Medio Oriente negli Anni 70 e 80, un’azienda si è distinta tra tutte le altre: Wood & Pickett. James Taylor racconta la loro storia.
Bill Wood e Les Pickett erano apprendisti in-
rono un modello che chiamarono Mini Mar-
sieme verso la fine degli Anni 30 presso la
grave, con un riconoscibile cruscotto in cuoio e
Hooper & Co, uno dei più prestigiosi carroz-
legno di noce, selleria in pelle o tessuto Dralon
zieri britannici. Nel 1947 decisero di metter-
e barre paraurti anteriori e posteriori. Un lun-
si in proprio, ma all’inizio dovettero lavorare
go elenco di optional permetteva ai clienti di
nel salotto di casa di Bill Wood. Il loro scopo
creare una Mini speciale che soddisfacesse nel
era quello di portare gli standard di artigianato
dettaglio le loro esigenze.
che avevano appreso da Hooper nella loro attività, che dipendeva in gran parte da singole commissioni, ma comprendeva anche lavori di routine per diversi importatori di automobili, i quali volevano che gli interni dei loro veicoli venissero portati agli standard che il mercato britannico si aspettava. Non appena la società si sviluppò, fu possibile trasferirsi in Abbey Road, nel quartiere di Park Royal, a quel tempo il centro dell’industria londinese di carrozzieri. Ispirandosi al lavoro che il carrozziere Harold Radford aveva portato
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↓
avanti per primo sulle Mini dal 1963, decisero
Questa conversione Wood & Pickett, una delle
di offrire le loro conversioni di lusso per que-
prime, ha un particolare frontale, interni tra-
sta piccola auto alla moda. Dopo essersi fatti
sformati, con un cruscotto speciale, e una ver-
conoscere come Wood & Pickett Ltd, sviluppa-
niciatura fuori serie.
Wood & Pickett superò presto Harold Radford
lettera all’autore. Nel 1979 la domanda era in
nel business delle Mini trasformate e nel 1966
forte espansione. Alla Wood & Pickett scelsero
i due soci riuscirono anche a persuadere due
di subappaltare gran parte dei lavori di con-
personaggi chiave dello staff di Radford a la-
versione della carrozzeria e del telaio, in par-
vorare per loro. Erano Len Minshull, l’ammi-
ticolare alla AE Smith di Kettering, mentre si
nistratore delegato, ed Eddie Collins, respon-
concentrarono sui lavori agli interni, che era-
sabile marketing. Molti degli affezionati clienti di Radford li seguirono. Ci furono importanti cambiamenti negli Anni 70. Eddie Collins divenne amministratore delegato della società e, sebbene continuassero i lavori sulle Mini, Wood & Pickett decise di integrare quell’attività con una nuova specializzazione. Quella specializzazione era sulle Range Rover; poiché il loro produttore era ostacolato dalla proprietà British Leyland e non poteva migliorare il suo prodotto per soddisfare le richieste dei clienti, una nuova industria aftermarket stava crescendo per soddisfare queste esigenze. La domanda di interni migliorati e di un maggior numero di sportelli venne aumentata da un interesse proveniente dal Medio Oriente per gli arredi lussuosi e i tocchi di stile, e questo era esattamente quello che Wood & Pickett faceva meglio. «Siamo stati la prima azienda a introdurre opzioni stilistiche speciali per la Range Rover nel 1978», scrisse orgogliosamente Eddie Collins in una Wood & Pickett deteneva il franchising inglese
↓
per i sedili Recaro e li ha usati spesso nelle sue conversioni. Il Dralon, un tessuto acrilico popolare negli Anni 70, è stato spesso utilizzato per la tappezzeria. I poggiatesta hanno altoparlanti incorporati per l’impianto stereo.
Questa prima traformazione a quattro por-
↓
te sfoggia le scritte distintive Sheer Rover.
Questa trasformazione con passo allungato a
“Shir” è una parola araba che sta per “leone”,
quattro porte ha uno dei primi frontali Sheer
e alcuni veicoli in seguito avevano anche uno
Rover, con i fari della Rover SD1 installati in
stemma con un leone che corre.
un paraurti nero in materiale termoplastico. 49
↓
↓
Erano disponibili anche trasformazioni a sei
I lavori sugli interni erano una specialità di
ruote e questa fu fotografata nel dicembre
Wood & Pickett. Questi sedili erano in una
1979 presso la sede dell’azienda.
Range Rover del 1978.
↓
↓
I montanti del finestrino su
inclinati
questa
Range
Rover da 136 pollici sono caratteristici delle
trasforma-
zioni di carrozzeria fatte sotto contratto dalla AE Smith.
↓
Una massiccia trasformazione della carrozzeria telaio crearono
e
un
allungato questo
stupefacente
vei-
colo da caccia per il Medio Oriente.
50
Una speciale commissione di Harrods, il fa-
↓
moso grande magazzino di Londra, portò a questo veicolo straordinario, uno dei soli due
↓
che sono stati costruiti, da quanto è noto. L’altro aveva la guida a sinistra. Il colore è il verde utilizzato sui furgoni Harrods.
Anche se il veicolo Harrods aveva alcune ca-
↓
ratteristiche particolari, il suo cruscotto era Questo era l’interno della Harrods Range Ro-
del tipo Margrave, così chiamato da Wood &
ver, rivestito in pelle verde e dotato di un let-
Pickett, un nome preso dal loro periodo con
tore di videocassette per passeggeri posteriori.
le Mini.
↓
no la loro specialità. Presto necessitarono di più spazio per laboratori e alla fine del 1979 si trasferirono in una sede nuova e più grande in Victoria Road, a South Ruislip. Il business delle trasformazioni di Range Rover era al suo apice negli anni Ottanta, all’epoca in cui Wood & Pickett era diventata la più rinomata tra le aziende operanti in quel settore. Furono particolarmente famosi per i loro lavori sugli interni, che spesso erano caratterizzati ↓
da componenti in legno e pelle di prima qualità
Nei primi Anni 80 l’azienda applicava regolar-
che richiamavano alla mente il periodo passato
mente questo logo distintivo ai Range Rover
dai fondatori dell’azienda alla Hooper. Perfi-
che aveva costruito. 51
↓
La piastra di identificazione Wood & Pickett
Un’opzione su modelli cabriolet era il baga-
è spesso nascosta dietro il cruscotto, ma sul
gliaio allungato, come questo di una quattro
veicolo per Harrods venne fissata sul rivesti-
porte nuova del 1982.
↓
mento interno del cofano. Si noti anche la data di fabbricazione, giugno 1983.
Wood & Pickett chiamarono questo il loro veicolo Multiuso, ed è stato progettato per loro da Ogle (che ha anche
realizzato
le
Range Rover papamobili). Può essere adattato per uso militare, di polizia o per la caccia.
↓
Datata 1987, questa è una conversione relati-
Questa cabriolet a quattro porte è stata co-
vamente semplice di Wood & Pickett, con un
struita per un cliente inglese nel 1986 e non
interasse di 109 pollici.
aveva il bagagliaio allungato. Gli stemmi sulla
↓
coda che riportano la scritta “Vogue SE Injection” non sono quelli originali. 52
no la Land Rover li consultò per assistere alla
Le immagini mostrano una parte della vasta
preparazione della sua prima Range Rover “di
gamma di conversioni prodotte da Wood & Pi-
lusso”, anche se l’unico elemento che Wood &
ckett.
Pickett effettivamente fornì per la versione In
L’orgoglio dell’azienda fu quello di creare vei-
Vogue del 1981 fu il portaoggetti centrale tra
coli personalizzati che incontrassero le esi-
i sedili anteriori. E anche se Bill Wood e Les
genze individuali, oltre al fatto che non esisto-
Pickett si ritirarono dalla società che avevano
no al mondo due Range Rover Wood & Pickett
fondato nel 1981, questa continuò nello stesso
identiche fra loro.
business anche nel decennio successivo, soddisfacendo la domanda di Range Rover perso-
Il loro vasto listino di opzioni ha assicurato che
nalizzate.
questa prerogativa rimase tale fino alla fine.
Questa trasformazione del 1988 era partico-
↓
larmente ben riuscita e venne presentata nelle brochure commerciali di Wood & Pickett. Venne costruita per un cliente inglese e tenuta in Spagna per molti anni. Le griglie sul frontale erano una replica del design Sheer Rover. Le ruote erano dello specialista inglese Wolfrace.
↓
L’intero cruscotto di questo modello del 1988
I sedili in pelle bianca con impunture blu e le
fu rivestito in pelle, e a un livello qualitativo
finiture in legno di noce sono esemplari della
molto alto.
miglior produzione di Wood & Pickett. 53
↓
bro c hure
MOBILE STEAM GENERATOR A cura di ↓ Filippo Capellaro
Da molti anni colleziono brochure del marchio Land Rover; ne ho raccolte diverse decine senza per altro completare la collezione che sembra non avere fine. Negli ultimi anni purtroppo di brochure particolari o per me interessanti se ne trovano sempre meno nel mercato dell’usato on line, ma quando mi capita di scovare un pezzo raro che oltretutto non avevo mai visto o di cui non conoscevo nemmeno l’esistenza, il mio entusiasmo schizza alle stelle com’è successo recentemente con questa straordinaria pubblicazione. Come sappiamo gli allestimenti progettati ed eseguiti su veicoli Land Rover sono innumerevoli e oltretutto di svariate tipologie, ma questo più di tutti mi ha colpito per la rarità e singolarità del dispositivo pubblicizzato.
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Fin dai primi esordi della Series I ed in seguito in maggiore quantità con la Series II, gli accessori, gli allestimenti speciali e i macchinari specifici presenti sul mercato si moltiplicarono a dismisura. Molti costruttori dell’epoca infatti progettarono attrezzature specifiche realizzate per essere montate, trainate o in qualche modo gestite da un veicolo Land Rover. Si svilupparono soprattutto negli Anni 60 attrezzature di tipo agricolo, altre per lavori stradali, piattaforme aeree, allestimenti antincendio o mezzi per l’emergenza, in seguito ereditati parzialmente anche dalla successiva Series III; quella che vi presento in queste pagine pubblicizzava una Land Rover 109 pollici Series II allestita con un generatore di vapore trasportabile da utilizzare per l’avviamento economico di grandi motori a turbina.
Questa unità venne sviluppata dalla Associated Electrical Industries (AEI) per soddisfare la necessità degli operatori delle compagnie aeree, dei produttori di motori e di altri operatori a cui potesse essere di supporto un’apparecchiatura economica per l’accensione di motori a turbina in abbinamento con gli avviatori ad aria già presenti sui velivoli. La Associated Electrical Industries, con sede in Raglan Street a Coventry, fu costituita come holding britannica nel 1928 attraverso la fusione della British Thomson-Houston Company (BTH) e delle società di ingegneria elettrica Metropolitan-Vickers. Siccome queste due storiche società erano attive entrambe nello stesso mercato dell’elettricità, per via della concorrenza interna e della gestione duplicata che si stavano instaurando, nel 1959 la Associated Electrical Industries decise di rimuoverle dal mercato dell’elettricità riportandoli entrambe sotto il marchio AEI; questa azione però com55
portò un calo drastico delle vendite e conseguentemente un indebolimento sul mercato. Per questo nel 1967 la AEI fu acquisita dalla General Electric Company (GEC), con l’intento di creare il più grande gruppo elettrico del Regno Unito. Nel 1989 la GEC subì una nuova sostanziale ristrutturazione avvenuta con la fusione della francese Compagnie Générale d’Electricité (CGE) e la successiva creazione della GEC ALSTHOM col fine di acquisire un maggior potenziale nel mercato export in Europa. La scelta di allestire una Land Rover nei primi Anni 60, fu dettata dall’estrema ed oramai consolidata versatilità di questi mezzi che garantivano una rapida trasportabilità delle attrezzature unita alla fornitura continua di energia sviluppata dalla presa di forza presente sul veicolo. Il generatore montato sulla 109 pollici era poi collegato all’aeromobile tramite un tubo flessibile e ad un cavo di comunicazione tra l’operatore a terra e la cabina di pilotaggio per una migliore interscambiabilità dei comandi. La Land Rover allestita con questo generatore pesava circa 5.000 libbre e conteneva nei suoi serbatoi acqua e carburante sufficienti per l’accensione di circa 30 motori.
Questa unità produceva vapore a 160° C erogati ad una velocità di 1,2 libbre al secondo con un consumo medio di carburante corrispondente a 0,12 libbre al secondo. La maggiore efficienza del vapore prodotto dal generatore aumentava le performance di accensione in combinazione con gli avviatori d’aria a bassa pressione presenti sui motori più comuni. I costi d’esercizio erano piuttosto limitati e l’energia sufficiente era garantita dai serbatoi di carburante della Land Rover, da quello dell’acqua per il vapore e da quello del Kerosene per il riscaldamento dell’acqua. Questo tipo di generatore risultava intercambiabile con i generatori dell’epoca a bassa pressione e poteva essere utilizzato con i sistemi di avviamento più comuni. La pressione di uscita del vapore poteva essere pre impostata a qualsiasi valore desiderato in maniera da essere abbinabile ad avviatori di motori di grandi e piccole dimensioni. La fornitura di potenza ausiliaria per le pompe del ventilatore, dell’acqua e del combustibile, assieme ad un piccolo consumo elettrico per il controllo generale della strumentazione, era garantita direttamente dalla presa di forza presente sulla Land Rover così da permettere la totale autonomia dell’unità mobile. La pressione del vapore in uscita garantiva un avviamento della turbina sicuro da qualsiasi accumulo di elettricità eliminando rischi da folgorazione. 56
Questo tipo di generatore risultava inoltre intrinsecamente sicuro a causa della sua bassa energia immagazzinata. Il sistema veniva controllato da una sola leva sul pannello situato a lato del veicolo in cui erano inclusi anche gli strumenti per il controllo della temperatura del vapore e dei manometri della pressione. Grazie all’energia prodotta dalla presa di forza della Land Rover si attivavano le apparecchiature presenti sul veicolo ed il ciclo di avviamento poteva essere controllato anche direttamente dalla leva della presa di forza presente in cabina, senza ulteriori interventi da parte dell’operatore; nell’arco di 5 secondi veniva quindi generato vapore sufficiente per avviare l’accelerazione del motore. Il ciclo poteva essere terminato manualmente dal pannello di controllo dopo il ricevimento del comando di stop dalla cabina del velivolo o da un segnale elettrico dell’interruttore centrifugo della turbina di avviamento che indicava il raggiungimento della velocità di disinserzione del dispositivo. Al termine dell’operazione il sistema ritornava alla condizione di rotazione minima pronto per essere utilizzato nuovamente per il successivo ciclo di avviamento. 57
c a c ni te
Il differenziale
a cura di ↓ Manuel Tentarelli
Il differenziale è uno di quegli organi meccanici che da sempre suscitano un certo fascino sugli appassionati di autoveicoli. L’interesse verso questo componente fondamentale per i veicoli terrestri si avverte ancora di più in ambito off-road. Ma cos’è il differenziale? A cosa serve? E, soprattutto, come funziona? Se volessimo dare una definizione di differenziale potremmo dire che esso è un particolare rotismo epicicloidale che consente il trasferimento del moto da un albero motore a due alberi condotti facendo in modo che: • ciascun albero condotto sia libero di ruotare ad una velocità diversa da quella dell’altro; • il rapporto tra le coppie trasmesse ai due alberi condotti sia costante. Queste due condizioni sono di fondamentale importanza perché rappresentano l’essenza stessa del differenziale ed il suo motivo di esistere. Ma perché vengono adottati i differenziali? Osserviamo la fig. 1 che schematizza un veicolo in fase di sterzatura. Come possiamo notare, la traiettoria di ciascuna ruota ha un raggio diverso da quelli di tutte le altre e ciò vuol dire
Figura 1. 58
inevitabilmente che tutte le ruote hanno velocità angola-
ri diverse tra loro, perché percorrono distanze differenti durante la sterzata. Se le ruote di un asse fossero connesse tra loro rigidamente ci sarebbero continui slittamenti con tutte le conseguenze del caso (consumo eccessivo del battistrada, perdita di aderenza e di direzionalità, ecc.). Per questa ragione è stato introdotto il differenziale ed è per questo motivo che un veicolo può essere dotato di uno o più differenziali a seconda del numero di assi traenti. Ad esempio, una vettura a trazione anteriore o posteriore avrà un solo differenziale che ripartirà la coppia in maniera uguale alle due ruote motrici. Un veicolo con trazione integrale permanente avrà invece tre differenziali: • uno sull’asse anteriore e uno sull’asse posteriore per ripartire la coppia in parti uguali tra le ruote di uno stesso assale; • uno tra i due assi, detto anche ripartitore, che distribuisce la coppia tra avantreno e retrotreno (in questo caso, non è detto che la ripartizione sia fatta in parti uguali).
Per capire come funziona un differenziale è d’uopo parlare innanzitutto della categoria di meccanismi di cui esso fa parte: quella dei rotismi epicicloidali. Un rotismo epicicloidale è un meccanismo costituito da un gruppo di ruote dentate disposte in modo da suddividere il moto fra tre alberi. Esso differisce da un rotismo ordinario per il fatto che in quest’ultimo tutte le ruote dentate hanno un’intelaiatura fissa, mentre in un rotismo epicicloidale ci sono ruote dentate con intelaiatura rotante. Fondamentalmente, il classico rotismo epicicloidale si compone di tre membri (fig. 2): • una ruota dentata con dentatura esterna, detta pignone; • una ruota dentata con dentatura interna, detta corona; • una struttura, detta portatreno, che funge da telaio per i perni di due o più ruote dentate, dette satelliti, interposte tra pignoFigura 2.
ne e corona.
A seconda di come vengono utilizzati i tre membri, un rotismo epicicloidale può assumere tre diverse modalità di funzionamento: • riduttore, nel caso in cui venga bloccato uno qualunque dei tre elementi del rotismo; • variatore di velocità, nel caso in cui ci siano due elementi motori ed uno resistente; • differenziale, nel caso in cui ci sia un solo elemento motore e due resistenti. Un perfetto esempio di rotismo epicicloidale in modalità riduttore lo troviamo nei mozzi ruota dei veicoli pesanti. In tale applicazione il rotismo funge da riduzione finale della trasmissione e solitamente trasmette il moto dal pignone (collegato al semiasse del veicolo) al portatreno (fissato al cerchione), mentre il membro fisso è la corona (fig. 3).
Figura 3. 59
Invece, un esempio di rotismo epicicloidale con funzione di variatore di velocità è il cambio automatico di alcune vetture ibride: tale soluzione sfrutta il motore elettrico dell’auto per muovere il portatreno consentendo, in tal modo, di variare in modo continuo il rapporto di trasmissione tra il motore termico e le ruote. Infine, la terza modalità di funzionamento di un rotismo epicicloidale è quella da differenziale, che è l’argomento di quest’articolo. Pertanto, per capirne il funzionamento, partiamo dalle relazioni che governano il moto di un rotismo epicicloidale classico.
Innanzitutto, definiamo cosa si intende per rapporto di trasmissione caratteristico di un rotismo epicicloidale. Per far ciò, blocchiamo il portatreno e mettiamo in rotazione il pignone: in questa condizione il meccanismo diventa un rotismo ordinario. Osserviamo la fig. 4 con le relative formule notando che il rapporto di trasmissione caratteristico di un rotismo epicicloidale dipende dal numero di denti del pignone e della corona, pertanto esso è definito per costruzione ed è una costante del meccanismo. Ora lasciamo liberi tutti i membri del rotismo ed applichiamo la formula di Willis per ottenere i rapporti tra le velocità angolari.
Figura 4.
Con qualche semplice passaggio matematico possiamo esplicitare un po’ meglio la relazione (4).
L’equazione (5) ci dice che, note le velocità angolari di due membri del rotismo, possiamo ricavare la velocità del terzo. Qualora, però, sia noto il moto di un solo membro, ci saranno infinite coppie di valori degli altri due membri che soddisferanno l’equazione: quest’ultimo è proprio il caso del differenziale. Nel caso in cui si tratti di un differenziale posto su uno degli assi di un veicolo, il pignone e la corona diventano le due ruote dentate coniche calettate su ciascun semiasse e prendono il nome generico di planetari, mentre il portatreno è la scatola del differenziale che riceve il moto dall’albero di trasmissione (fig. 5). 60
Figura5.
Dato che i due planetari (uno per la ruota destra ed uno per la sinistra) hanno un ugual numero di denti, per la relazione (3) il rapporto di trasmissione caratteristico del rotismo è pari a -1. Sostituendo questo valore nella (5) otteniamo la legge che lega le velocità dei membri di un differenziale ordinario.
Quindi, se fissiamo la velocità dell’albero di trasmissione in ingresso al differenziale (ω ), le velocità dei semiassi saranno tutte possibili tra 0 e
2ωpt.
pt
Ecco il motivo per il quale il differenziale consente alle ruote a cui è collegato di girare a velocità differenti.
Passiamo ora ad analizzare come viene distribuita la coppia in un differenziale ordinario nel suo funzionamento a regime. Per far ciò abbiamo bisogno di tre equazioni: • l’equazione di equilibrio alla rotazione (bilancio delle coppie), formula (7); • la formula di Willis, formula (8); • l’equazione di conservazione della potenza, formula (9).
61
Risolvendo il sistema formato dalle equazioni (7), (8) e (9) otteniamo le espressioni delle coppie inviate ai due semiassi. Possiamo poi esprimere la potenza persa in attriti sottoforma di una coppia d’attrito moltiplicata per la differenza di velocità dei due semiassi (come illustrato nella formula (12)). Naturalmente la potenza persa sarà sempre positiva o al massimo nulla (nel caso ideale di assenza di perdite). Sostituendo la formula (12) nelle (10) e (11) otteniamo finalmente le formule delle coppie motrici inviate ai semiassi (formule (13) – (16)): queste sono le relazioni che cercavamo e sulle quali si può fare qualche considerazione pratica. Ho cercato di ridurre al minimo indispensabile le espressioni matematiche per non tediare coloro che vorrebbero arrivare subito al nocciolo pratico della questione, ma vi assicuro che è stato necessario per dimostrare e capire il funzionamento del differenziale. Le formule dalla (13) alla (16) ci consentono di fare qualche affermazione di carattere pratico e sfatare alcuni falsi miti.
Innanzitutto, la ripartizione di coppia di un differenziale ordinario è sempre la stessa: nel caso delle due ruote di un assale, la coppia motrice di una sarà sempre uguale a quella dell’altra, qualunque siano le loro velocità angolari. L’unica differenza è data dal contributo della coppia dovuta agli attriti interni (C tosto ridotto.
attriti) che comunque è piut-
Il semiasse che riceve una coppia maggiorata del contributo degli attriti è quello che gira più lentamente. Quando siamo impossibilitati a muoverci perché abbiamo una ruota su suolo con scarsa aderenza e l’altra ovviamente immobile, la differenza tra le due ruote non sta nella coppia, ma nella potenza. La ruota senza aderenza avrà quasi tutta la potenza in arrivo dal motore e all’altra non resterà quasi nulla. Quindi, cosa succede quando la ruota di un asse dotato di differenziale ordinario non ha più aderenza? Per quanto detto in precedenza, la coppia motrice inviata ai semiassi sarà ripartita sempre nello stesso rapporto, la ruota senza aderenza avrà un surplus di coppia che non riuscirà a scaricare a terra, ma impiegherà per aumentare la sua velocità di rotazione. Abbiamo visto che, data la velocità angolare dell’albero di trasmissione, all’aumentare della velocità di un semiasse l’altra dovrà necessariamente diminuire fino al punto limite in cui avremo un semiasse fermo e l’altro che girerà ad una velocità doppia rispetto a quella dell’albero di trasmissione. In tutto questo, la ripartizione della coppia motrice resterà sempre uguale e, in particolare, la coppia disponibile su ciascuna ruota sarà pari alla coppia utilizzabile dalla ruota con ridotta aderenza (a meno della coppia dovuta agli attriti interni del differenziale che comunque è abbastanza piccola). Tutto quanto visto sopra avviene con un differenziale ordinario aperto. Diverso è il caso dei differenziali a bloccaggio automatico o manuale, ma tali argomenti saranno oggetto di future trattazioni. 62
n g t i e e m
LES COMES LAND ROVER PARTY 2017: SPETTACOLARE! Testo ↓ Paolo Pysa Foto ↓ Land Rover Party
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Oltre 600 Land Rover hanno calcato le piste di Les Comes all’undicesima edizione del Land Rover Party: superate le presenze della scorsa stagione. Quest’anno l’evento ha aperto le sue porte il venerdì a mezzogiorno per offrire una dose supplementare di avventura e divertimento agli appassionati. I partecipanti all’evento hanno potuto ammirare la nuova gamma Land Rover, in particolare la Range Rover Velar. Il Land Rover Party ha celebrato dal 29 settembre al primo di ottobre la sua undicesima edizione con un grande successo di partecipazione. 600 veicoli Land Rover, provenienti da tutta Europa, hanno attraversato le tracce di Les Comes per godendosi questa festa dedicata agli appassionati di motori e di avventura. Circa 3000 persone, su 1300 veicoli, cariche di tanta voglia di godersi questa festa. La Stella di questa undicesima edizione è stato il nuovo modello della gamma, la Range Rover Velar, con spazio dedicato: “the Velar Zone”. Il pubblico ha potuto scoprire e testare tutti i dettagli comprese le caratteristiche off-road del nuovo veicolo con accanto i migliori istruttori del centro Land Rover Experience di Les Comes. Tutti gli utenti di veicoli Land Rover, provenienti da tutta Europa, hanno potuto godere per la guida 4x4 delle straordinarie condizioni del percorso del Land Rover Experience di Les Comes (che è l’unico della penisola) e godere di tutte le attività organizzate per questo weekend. Dopo il successo dell’evento commemorativo del Camel 67
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Trophy tenutosi durante la decima edizione, per quest’anno gli organizzatori hanno voluto tenere una conferenza sul “Challenges Land Rover”, con la partecipazione di piloti come Ramon Franquesa, che ha battuto il record mondiale del peso nel 1998 guidando una Range Rover modificata fino a 6.893 metri di altezza “scalando” le pendici del vulcano Nevado Ojos del Salado in Cile. L’altro protagonista è stato Moi Torrallardona, che ha infranto il record attraversando il deserto del Empty Quarter in 10 ore e 22 minuti con un Range Rover Sport. Gli altri due partecipanti sono Francesc Selga e Fèlix Salido, che hanno terminato la Dakar 2005 in tredicesima posizione a bordo di una Bowler. La Velar Zone, i corsi di guida 4x4 e i percorsi dedicati hai modellini RC Crawlers, la Adventure Zone hanno raccolto immenso successo. I tour 4x4 per i visitatori, la fiera e il concerto di musica dal vivo hanno completato questa splendida kermesse. Non potevano mancare a Les Comes le attività dedicate hai più piccoli, che si sono divertiti guidando, attraverso un piccolo circuito dedicato, modelli in scala di Land Rover elettrici. Altre attività come l’adventures area e la playroom sono stati la ciliegina sulla torta di una grande manifestazione a misura di famiglia! 69
land y m y
DEFENDER 110, OFFROAD-HOME Elaborazione Land Rover Defender 110 by Sahara 4x4
Testo ↓ Sonja Vietto Ramus Si ringrazia Codigo4x4 70
È da poco uscita di produzione, ma per 68 anni
della vita, hanno scelto di acquistare una 4x4
è stata un’icona di prestazioni. Resistenza e
di casa Land Rover, una bella Defender 110, per
capacità senza eguali hanno trasformato que-
viaggiare alla scoperta del mondo.
sta fuoristrada “pura” sin dalla sua nascita in
A trasformare il veicolo di serie in uno ancor
una vera e propria leggenda, grazie anche alle
più performante e adatto ad ogni tipologia di
spedizioni impegnative di cui è stata protago-
tracciato ci ha pensato l’azienda Sahara 4x4
nista e al supporto umanitario che è stata in
che, su richieste ben precise, ha realizzato
grado di offrire in tutti i continenti. Dotata di
un’autentica “offroad-home” su misura per i
un appeal del tutto particolare e capace di af-
due viaggiatori.
frontare terreni fangosi e rocciosi, la Defender è uno di quei mezzi che non tramontano mai.
Ultima versione del modello Defender, questo
Ecco perché Walid e Colleen, due giovani spa-
2.400 cc. di cilindrata, con 4 cilindri in linea, è
gnoli appassionati di avventura e innamorati
alimentato da uno dei motori Duratorq di re71
cente generazione, noto come Td4 Puma, con turbo a geometria variabile che eroga 122 CV di potenza. Iniezione elettronica, trasmissione manuale e trazione permanente sulle 4 ruote completano l’identikit di questa Land Rover. Sotto il sedile del conducente, in un apposito vano protetto da polvere e acqua, sono state alloggiate due batterie Optima Yellow, di cui una destinata agli accessori aggiuntivi per permetterne l’utilizzo senza scaricare la batteria principale dedicata all’avviamento. Praticamente originale il reparto motore, dove si è solo intervenuti installando uno scambiatore di calore che, sfruttando la temperatura prodotta dal cuore propulsore del 110, fornisce acqua calda alla doccia con cui è stata equipaggiata la LR. L’asse anteriore del 110 si presenta come da fabbricazione di serie con due molle, due ammortizzatori, una barra Panhard, una barra stabilizzatrice e due tiranti inferiori che per la loro forma vengono definiti anche “prosciutti”.
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l’azienda Sahara 4x4 che, su richieste ben precise, ha realizzato un’autentica “offroad-home” su misura per i due viaggiatori.
Essendo questo mezzo destinato prevalente-
Differente invece l’intervento del preparatore
mente a lunghi viaggi, non si è resa necessaria
sulla geometria del posteriore: il 110 possiede
un’escursione particolarmente rilevante a li-
sì due molle, due ammortizzatori, una stabi-
vello di sospensioni, per cui tutti gli elementi
lizzatrice e due tiranti inferiori, ma invece che
originali, ad eccezione di molle e shock absor-
utilizzare una Panhard per controllare il movi-
bers, sono stati conservati in modo da garan-
mento trasversale dell’albero rispetto al telaio
tirne massima affidabilità. Si è optato però per
si è optato per l’adozione di un terzo tirante
delle molle Ironman +5cm che permettono di
collegato all’albero attraverso la parte centrale
sollevare lo chassis, sostenere carichi più pe-
superiore, con un sistema che consente mag-
santi e migliorare gli angoli di attacco del 4x4,
giore mobilità all’intero complesso delle so-
mentre per rispondere meglio alle irregolarità
spensioni.
del terreno sconnesso sono stati installati dei
Visto che, sin dall’inizio, uno degli obiettivi
robusti ammortizzatori Tough Dog regolabili
primari di questa preparazione è stato il mi-
in durezza.
glioramento di stabilità e confort soprattutto 73
nella guida in fuoristrada e i tiranti originali si sono rivelati sufficientemente larghi per l’altezza raggiunta dal veicolo, il preparatore ha scelto di mantenere quelli di serie. Si è poi provveduto a sostituire la barra stabilizzatrice in dotazione di serie con una più robusta e di maggior spessore, più adatta anche ad evitare l’effetto rimbalzo quando il 4x4 è molto carico. Anche al retrotreno, il preparatore ha ritenuto opportuno montare molle Ironman +5cm e Tough Dog regolabili, anch’essi sempre in durezza. Il sottoscocca del 110 è stato infine equipaggiato con robuste protezioni, utili quando si pratica l’offroad: nello specifico, sono stati installati un para differenziale anteriore e uno posteriore e una piastra per la barra di direzione. 74
a lungo raggio e, ciliegina sulla torta, una tenda Genara Merzouga, che permette a Walid e Colleen di accamparsi ovunque e godersi albe e tramonti con incantevoli paesaggi diversi ogni giorno. A completare la confortevole tenda, a cui si accede tramite l’apposita scaletta telescopica, vi è una pratica veranda laterale fissata sul montante del Defender, facilmente richiudibile nella sua apposita sacca antipioggia. Il capiente bagagliaio del 110 ospita un serbatoio supplementare per l’acqua della capacità di 60 litri: la relativa pompa è collegata all’uscita del serbatoio che, passando l’acqua attraverso lo scambiatore di calore (alloggiato nel vano motore), permette di ottenerla alla giusta temperatura per l’utilizzo con la doccia. Sempre nel vano posteriore si trova un cassettone in legno di fabbricazione artigianale – personalizzato con le iniziali di Walid e Colleen – in cui riporre accessori da viaggio e campeggio. Fra la dotazione interna presente su questa Land Rover vi sono anche una consolle da tetto by Sahara 4x4, perfettamente integrata, che ospita la pulsantiera per accendere/spegnere entrambe le luci a lungo raggio, sia quelle fissate sul paraurti anteriore che quelle sul tetto; gli altri pulsanti saranno invece utilizzati per l’azionamento di futuri dispositivi supplementari. Fra la strumentazione tecnologica dell’abitacolo non manca neppure un utilissimo GPS Tom Tom. Vi è inoltre un IBS (Isolator Battery System) che, oltre a mostrare il livello di carica di entrambe le batterie, permette di mettere in collegamento l’una con l’altra traPer migliorare la visibilità nel fuoristrada not-
mite un pratico pulsante. Quando il veicolo è
turno, il 4x4 è stato dotato di due fari a led
in movimento è dunque possibile collegare le
a lunga distanza (griffati Piaa) alloggiati sul
due Optima per caricarle contemporaneamen-
paraurti anteriore, appositamente modificato
te, mentre si può scegliere di scollegare la bat-
dall’originale per ospitare anche un perfor-
teria principale quando gli accessori utilizzano
mante verricello Warn 9.5. Sul lato passegge-
quella ausiliaria.
ro, fissato con specifici supporti, si trova inve-
Poiché le dimensioni degli pneumatici non
ce lo snorkel, un originale di casa Land Rover.
sono state maggiorate - 235/85/R16 – il pre-
Sul portellone posteriore al posto della ruota
paratore ha scelto di mantenere i cerchi in al-
di scorta (alloggiata sul portapacchi) è stata
luminio (7,5x16) originali Land Rover, abbina-
posizionata una cassa di fabbricazione home
ti però a delle BF Goodrich Mud-Terrain che
made in cui riporre stivali, strops e attrezza-
rispetto alla gommatura di serie presentano
tura varia. Il tetto – sulla fiancata lato guida
maggiore grip in fuoristrada. Per aumentare la
c’è anche il disconnettore dell’installazione
larghezza della carreggiata e allo stesso tempo
elettrica dei fari - è stato equipaggiato di un
assicurare stabilità al veicolo, sono stati inoltre
resistente portapacchi dove trovano spazio la
montati distanziali Hoffman, sempre in allu-
ruota di scorta e le piastre, un faro aggiuntivo
minio, +3cm su entrambe le ruote. 75
c uriosilandia
MISTER 88 ITALIAN OF ROAD PUB
THE PASSION LIVES HERE Testo e Foto ↓ Paolo Turinetti
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Oggi si parla molto di start up, un termine in-
del “Mister 88 Italian Off Road Pub” di Ovin-
glese che pomposamente definisce quello che
doli in Abruzzo. Sono venuto a conoscenza di
“una volta” altro non era che un’idea impren-
questa realtà circa due anni fa grazie ai social
ditoriale, che attraverso l’inventiva, la crea-
e precisamente dapprima sul forum del Land
tività e la volontà di una o più persone dava
Rover Registro Storico Italiano e poi attraver-
inizio ad un nuovo lavoro.
so la pagina Facebook del suo ideatore, Simone
La storia che vi voglio raccontare parla proprio
Pietrantoni. Nel mese di settembre, facendo ri-
di un’iniziativa di questo genere, che ha molto
torno dal raduno Apulia 2017, sono finalmente
a che fare con il mondo Land Rover: si tratta
riuscito ad andare a far visita al Pub e ai suoi
↓
Leonardo, Giorgia e Simone.
proprietari insieme ad un equipaggio amico.
ti da un’atmosfera ricca di colori, alle pare-
La visita era stata programmata per tempo e
ti ci sono foto, pezzi di macchina, porta abiti
noi due equipaggi piemontesi eravamo atte-
fatti con delle bielle saldate, e poi magliette,
si, per cui la sera stessa del nostro arrivo ab-
modellini, cartine geografiche che parlano di
biamo ricevuto l’invito a passare la serata al
viaggi in terre lontane, placche pubblicitarie…
pub aperto appositamente per noi, in quanto
Tutto rigorosamente inerente il mondo Land
chiuso per ferie nel periodo di fine settembre
Rover. Pezzo forte del pub, facente parte del
e metà ottobre, in attesa della riapertura per la
progetto ispiratore iniziale, il motore di una
stagione invernale. L’accoglienza che abbiamo
vecchia Series dotato di cambio, che attraverso
ricevuto è stata a dir poco eccezionale: da subi-
una applicazione laterale alla testata permette
to è sembrato di rivedere vecchie conoscenze e
di spillare quattro differenti tipi di birra: un’i-
siamo stati letteralmente travolti da un’ondata
dea originalissima e geniale. Impossibile non
di amicizia. Ad attenderci oltre ai fratelli Si-
cimentarsi nel provare a riempire un boccale,
mone, Giorgia e Leonardo Pietrantoni, c’erano
anche a costo di magre figure!!!
anche i cordialissimi genitori e in più due altri amici landroveristi.
Non nascondo di essere stato molto attratto dall’idea di vedere il “motore della birra” in
Visto da fuori il locale si caratterizza per una
azione, ma devo anche dire che tutto l’insieme
grossa vetrina coperta da un adesivo che ri-
è davvero di effetto e un landers qui si sente a
chiama il frontale di un Land Rover e introduce
casa o come dice Simone: «Il Pub è casa sua».
la tematica interna. Entrando si viene avvol-
Dopo aver fatto tutte le foto di rito ed aver gu77
stato birra e cibo appositamente cucinato per la compagnia, ho voluto un po’ approfondire il discorso sulle motivazioni e sulle idee che hanno portato alla nascita di Mister88. Intanto bisogna dire che questa “start up”, che ha vi↓
Simone spilla la birra.
↓
Ricordi dei visitatori.
↓
sto la luce nel 2014, nasce come idea in un pe-
Cimeli appesi al muro.
riodo in cui dei ragazzi giovani come i fratelli Pietrantoni pensarono ad allestire un locale come occasione di lavoro. Simone, classe 1986, mi ha raccontato di come quel che adesso ci circonda debba la sua origine ad almeno un decennio prima, quando… «…Dopo aver comprato il primo fuoristrada di famiglia, un Pajero Sport, ho iniziato ad andare su per i sentieri di Ovindoli. Passando per Rocca di Mezzo, all’incrocio c’era e c’è ancora, un rivenditore di land Rover Series. Lì ho iniziato a vedere queste vecchie Land, ma una in particolare mi aveva stregato a prima vista: una Land 88 Series 2A del 1971. Acquistata per 2500€, ma ne valeva scarsi 400, non era buona neanche per i pezzi di ricambio. Purtroppo la mia prima fregatura, da lì ho iniziato a capire le leve, quella gialla, quella rossa e poi le ricerche su internet. Poi il primo viaggio a Carrara, al “4x4 Fest”, dove ho conosciuto la Land Rover Team. C’era esposta la Land di Picchiottini messa su di un lato e poi la 78
meravigliosa Aziza 3, dove ingenuamente chiede-
Simone ben coadiuvato dalla sorella Giorgia, 29
vo se era possibile salirci dentro. Non so per quale
anni, ragazza vulcanica, che essendo socia nel
motivo, ma sono stato l’unico della Fiera a salirci
progetto si occupa della parte amministrativa
sopra, perché ricordo che una gentilissima signo-
oltre che alla conduzione del locale, e saltua-
ra dai capelli biondi mi fece entrare, mentre subito
riamente da Leonardo, il fratello più giovane,
dopo, Franco, prese le chiavi e chiuse le portiere.»
riesce a portare a termine il suo sogno.
Bello questo racconto, si capisce da dove arrivi
Oggi il Mister 88 è ben conosciuto, un vero e
il nome “Mister 88”! Al primo (incauto) ac-
proprio punto di riferimento, e i fuoristradisti
quisto hanno fatto seguito l’arrivo di una Se-
di passaggio, in prevalenza Landroveristi, non
ries III 109 pick up e una Discovery del 1998.
mancano di far visita al locale. Spesso, come
Dopo questa prima fase di “innamoramento”
abbiamo fatto noi, ci si va apposta perché è
verso il mondo Land Rover, Simone, compiuti i
un luogo particolare e carico di passione che
vent’anni, comincia a pensare ad un’attività e
deve essere visitato. Di sicuro, oltre al locale
ci racconta di come…
in sé, non si rimarrà delusi dall’accoglienza e dall’atmosfera amichevole che vi si respira.
«…Nel sangue scorre una vena imprenditoriale ri-
Il lavoro non è ancora finito, diciamo che si
guardo al settore beverage e food. I miei bisnonni
tratta di un work in progress, ci sono già idee
sono stati i primi ad avere un albergo qui sull’alti-
per un locale attiguo dove Simone mi ha mo-
piano. Poi mia nonna ha gestito per anni una pen-
strato dei nuovi tavolini con piani serigrafati
sione ed io volevo continuare con questo settore che
a tema Land Rover. Ogni visitatore se lo vuole
all’epoca andava forte. Il primo pub che stavo si-
potrà portare in regalo un oggetto che andrà a
stemando si trovava a 20 mt da quello attuale, ma
completare l’allestimento del Pub, concorren-
per motivi di famiglia dopo 4 anni di duro lavoro e
do a creare un luogo davvero unico.
sacrificio ho abbandonato. Senza perdermi d’ani-
Un’idea interessante a cui Simone sta lavo-
mo ho iniziato daccapo a ricostruire il locale dove
rando è quella di offrire ai visitatori del Pub
si trova adesso. Prima del pub in quel punto c’e-
la possibilità di partecipare a visite guidate nel
ra la ferramenta di mio padre, aperta nel lontano
territorio di Ovindoli. Ovviamente c’è bisogno
1982».
del coinvolgimento dell’ente parco, ma sembra che qui siano ben disposti ad un’idea che di si-
Simone nel 2008, dopo aver visitato una fie-
curo potrà valorizzare la conoscenza della zona
ra del settore senza vedere nulla che lo aves-
ed incrementare il turismo con conseguente
se entusiasmato, trova un’azienda alla quale
ricaduta su tutto il comparto. Regolamentare e
propone di realizzare un impianto di spillatura
non vietare, questo dovrebbe essere l’atteggia-
partendo dalla base di un vecchio motore Land
mento responsabile ed intelligente degli enti
Rover; la ditta accetta e così parte con nuovo
preposti al controllo del territorio.
entusiasmo il progetto dell’off road pub. Finalmente nel 2014, dopo un durissimo lavoro,
Intanto noi di Land Italia Magazine abbiamo avuto l’autorizzazione a percorrere i tratturi alle pendici del Monte Sirente, così il giorno dopo la serata al Mister88, guidati da Simone e Giorgia ed accompagnati da un landroverista locale arrivato in compagnia di un amico australiano , abbiamo potuto godere delle meraviglie della zona per una giornata intera in cui abbiamo percorso circa 100 chilometri in off road. Ma questo ve lo racconteremo sul prossimo numero!
Facebook: Mister 88 Italian Off Road Pub Il pub si trova in Via Ceraso 47 - Ovindoli (AQ) tel +39 320 3682579 79
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c lub
Visita al 4° Stormo Un giorno presso una delle più importanti basi dell’Aeronautica Militare
Testo e Foto ↓ Claudio Lencioni
Il Registro Storico Italiano Land Rover, è ormai una realtà affermata da quasi 10 anni. Dalla nascita, nel 2008, ad oggi sono stati raggiunti numerosi traguardi ed il Registro è ormai un riferimento per tutti gli appassionati di Land Rover storiche. Il Registro Storico è un club federato ASI dal 2013 ed è ufficialmente riconosciuto dalla prestigiosa associazione tra i club Land Rover “Association of Land Rover Clubs” dal 2010. Oltre alle consuete attività quali i classici raduni, viaggi in Inghilterra e la partecipazione a tutte le principali fiere del settore, il Registro Storico ha iniziato ad organizzare alcune attività non direttamente correlate alla normale attività, ma ugualmente interessanti. Nell’ambito di queste attività, si colloca la visita alla base aerea militare di Grosseto, sede del 4° Stormo caccia, svoltasi nel marzo ultimo scorso. Dopo aver contattato l’Aeronautica Militare ed ottenuto le necessarie autorizzazioni, il 16 marzo i soci si sono dati appuntamento come programmato presso l’ingresso dell’aeroporto Corrado Baccarini di Grosseto, sede della base del 4° Stormo. 81
Il nostro gruppo è stato accolto da un giovane Maresciallo, che è stato poi il nostro fedele accompagnatore per tutto il giorno. L’Aeroporto Corrado Baccarini di Grosseto, sede del 4° Stormo, è una delle basi più importanti dell’Aeronautica Militare ed al suo interno vivono e lavorano moltissime persone. Una volta entrati nella base, dopo un breve briefing, ci è stato messo a disposizione un pullman militare con il quale ci siamo spostati in tutte le zone previste dalla nostra visita. La prima tappa è stata presso l’archivio storico ↓
della base.
Inizio del nostro tour della base con pullman dell’Aeronautica Militare.
L’ARCHIVIO STORICO Il 4° Stormo è tra i Reparti più anziani dell’Aeronautica Militare: con 90 anni di vita. I due gruppi e alcune sue squadriglie risalgono alla 1^ Guerra Mondiale. Le sue tradizioni sono le più antiche della linea caccia italiana, nata con le vittorie di Francesco Baracca. Alla fine del maggio 1931 le squadriglie 84ª e 91ª, incorporate nel VII Gruppo Caccia Autonomo schierato sull’Aeroporto di Ciampino Sud, ricevono l’ordine di trasferirsi a Campoformido (UD), sede vengono tratti il IX gruppo con le squadriglie:
↓
a quel tempo del 1° Stormo. Da questo Stormo
Una parte della fornitissima biblioteca dell’archivio storico.
73ª, 96ª e 97ª e il X gruppo con le squadriglie, 90ª, 84ª e 91ª, nota come Squadriglia degli Assi. Nasce così, il 1° giugno del 1931, il 4°
82
Stormo Aeroplani Caccia formato da due grup-
primo tra tutti Francesco Baracca (34 vittorie)
pi: IX e X. Il 4° Stormo può annoverare tra le
con il suo Spad contrassegnato dal cavallino
proprie fila le squadriglie più blasonate del I
rampante.
conflitto mondiale: la 91ª Squadriglia degli
L’Archivio storico all’interno della base di
Assi, 60 velivoli nemici abbattuti, 3 medaglie
Grosseto rappresenta un importante “riassun-
d’oro assegnate ai suoi piloti (Baracca, Piccio
to” di tutto ciò che è avvenuto in questo glo-
e Ruffo di Calabria), 16 medaglie d’argento e 7
rioso stormo dalla sua nascita ai giorni nostri.
di bronzo, 10 assi della caccia tra i suoi piloti,
In spazi dedicati, sono conservati con cura e
dedizione pubblicazioni, documenti, fotografie, modelli, divise storiche, parti di velivoli, Sono anche presenti cockpit e parti di velivoli utilizzati in un passato recente con scopi didattici. Un vero tuffo nel passato che fa rivivere la storia dell’Aeronautica italiana.
L’Ufficio Meteo Conclusa la prima tappa all’archivio storico, ci trasferiamo velocemente presso l’Ufficio Meteo. Questa struttura è di fondamentale importanza per la pianificazione di tutte le missioni sul territorio nazionale ed all’estero. Oltre alle consuete previsioni che come noto sono gestite dall’Aeronautica Militare anche per i civili, particolare importanza assumono anche le previsioni sullo stato dei mari. Infatti, qualsiasi missione che preveda il sorvolo di mari deve
vo l’equipaggio. Le condizioni del mare sono
tener conto dell’eventualità di un incidente sul
importantissime per capire se tale intervento
mare con possibile ammaraggio o espulsione
sarebbe possibile e con quali difficoltà.
del pilota. Questo metterebbe in all’erta il Ser-
Bisogna tenere presente inoltre che a seconda
vizio Search and Rescue – SAR, che avrebbe il
della temperatura dell’acqua la vita del pilota
delicato compito di ricercare e mettere in sal-
potrebbe essere molto limitata.
Alcuni momenti della visita all’Ufficio Meteo 83
↓
20° Gruppo “Unus sed Leo”
Alla base di Grosseto, il 20° Gruppo opera con due di essi e noi abbiamo avuto la possibilità di poterne vedere uno.
Al 20° Gruppo, è demandato
Veniamo accolti da due tecnici i quali ci illu-
l’importante compito dell’adde-
strano i compiti del 20° Gruppo e ci introduco-
stramento dei piloti.
no, nella sala simulatore.
Come è noto, far volare i moderni aerei da caccia è molto costoso ed è ormai prassi comune
L’ambiente è estremamente professionale,
alternare missioni reali all’utilizzo dei simula-
insonorizzato, con luci soffuse. Il simulatore
tori per l’addestramento dei piloti.
trova posto nel centro della sala ed alle spalle
↓ Un F-104 fa da “Gate Guardian” alla palazzina sede del 20° Gruppo. “Unus
La sede del comando del 20° Gruppo.
84
↓
sed Leo” – “Uno ma Leone”.
di quest’ultimo è posizionata una cabina di re-
lo Stormo ha anche conseguito per primo la
gia dove si possono impostare vari tipi di mis-
certificazione NATO “Quick Response Force”.
sione con qualsiasi condizione meteo.
In virtù dell’esperienza maturata, il 4° Stormo
Il realismo è impressionante: il pilota opera in
è ormai considerato un riferimento a livello
un simulacro che replica fedelmente la plancia
nazionale ed internazionale per la definizio-
dell’Eurofighter Typhoon in tutti i dettagli con
ne delle tattiche d’impiego e per lo sviluppo e
l’enorme schermo posto davanti ad esso.
l’ottimizzazione dei sistemi d’arma.
Il simulatore è in grado di replicare qualsiasi manovra del velivolo, incluso missioni di ri-
Il decollo su allarme - “Scramble” avviene in
fornimento in volo e di combattimento.
tempi ridottissimi e grazie alle superbe doti
I piloti che usufruiscono del simulatore pro-
dell’Eurofighter i caccia provvedono all’iden-
vengono dai corsi di addestramento basico
tificazione e gestione dell’intruso.
avanzato effettuato su altri velivoli, ma anche
Dopo aver avuto ampia illustrazione sullo Stor-
i piloti già in servizio sull’Eurofighter, devono
mo e la sua missione, assistiamo alla presen-
addestrarsi un minimo di sei ore/anno al si-
tazione dell’Eurofighter, condotta attraverso
mulatore.
la proiezione di una serie di slide.
Una breve presentazione del simulatore ci lascia tutti a bocca aperta… Tutti vorrebbero un
Dopo la presentazione del Gruppo abbiamo
“videogioco” così a casa!
avuto la possibilità di visitare la “Sala Vesti-
IX Gruppo Caccia La visita prosegue a ritmo serrato e ci trasferiamo presso la sede del IX Gruppo Caccia, (4°Stormo) dove operano i piloti dell’Eurofighter in servizio presso la base. Veniamo accolti da un Maggiore e dopo i saluti di rito, veniamo riuniti in un ampia sala dove ci viene presentato il IX Gruppo ed il velivolo in loro dotazione: L’Eurofighter 2000 Thypoon. La missione principale del IX Gruppo di stanza a Grosseto, è quello della sorveglianza dello spazio aereo. Sulla base di Grosseto, è sempre (H24) in all’erta un team composto da due piloti e otto specialisti, pronti a far alzare in volo una coppia di Eurofighter su richiesta del centro Radar di Ferrara -Poggio Renatico. Il 4° Stormo, insieme al 36° di Gioia del Colle ed al 37° di Trapani, costituiscono l’ossatura della difesa aerea nazionale. I tre Stormi operano in totale sinergia, con rischiaramenti sia in Italia che all’estero nell’ambito di Task Force composte da personale misto, ma il 4° Stormo è sicuramente quello che vanta una maggior esperienza operativa sul velivolo. I primi Eurofighter sono arrivati a Grosseto nel nel marzo 2004 e sono stati ufficialmente impiegati nel Servizio di Sorveglianza Spazio Aereo a partire dal dicembre 2015, anno nel quale 85
↓ Una delle slide proiettate durante la presentazione del Typhoon.
L’Eurofighter 2000 Typhoon
L’Eurofighter Typhoon è uno dei caccia multiruolo più avanzati oggi disponibili sul mercato mondiale. Nasce dalla collaborazione tra Italia, Regno Unito, Germania, e Spagna. È stato ordinato da otto forze aeree, che hanno finora totalizzato più di 330.000 ore di volo, comprese operazioni reali in teatri quali la Libia e il Medio Oriente e quelle di polizia aerea in Islanda e nei Paesi Baltici. L’aggiornamento costante delle dotazioni, compreso un nuovo radar a scansione elettronica e nuovi armamenti, garantirà l’efficacia operativa dell’aereo per i prossimi 30 anni.
Caratteristiche tecniche
Bimotore, supersonico, con versioni monoposto e
Apertura alare: 10,95 m
biposto, l’Eurofighter impiega soluzioni avanzate
Lunghezza: 15,96 m
in ogni ambito, dalle strutture (con materiali com-
Altezza: 5,28 m
positi e leghe metalliche di titanio e alluminio), ai
Superficie alare: 50 mq
comandi di volo (che comprendono alcuni comandi
Peso a vuoto: 10.995 kg
vocali).
Peso massimo al decollo: 23.000 kg
Il pilota ha un’ampia dotazione dei più moderni e
Impianto propulsivo: 2 turbofan Eurojet EJ200 da 60kN (13.490 lb) a secco e 90kN (20.000 lb) con postbruciatore
avanzati sensori di navigazione, scoperta e attacco,
Velocità massima: 2 mach
Tutti i parametri primari sono proiettati diretta-
Tangenza operativa: 13.000 m
mente sul visore del casco del pilota.
pienamente integrati e capaci di scambiare dati e informazioni con altri velivoli e stazioni di terra.
Autonomia massima: 3.600 km
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Raggio d’azione: oltre 1.350 km
In servizio in Italia dal 2004, equipaggia nel nostro
Equipaggio: 1/2 piloti
Paese il 4°, 36° e 37° Stormo dell’Aeronautica Mi-
Armamento: 1 cannone Mauser cal. 27 mm, fino a 6.500 kg di carichi esterni (serbatoi ausiliari, missili aria-aria a guida radar e infrarossa, ecc.
litare. Oltre ai quattro paesi partner che ne hanno ordinati fino ad oggi 472 esemplari, i clienti internazionali comprendono Arabia Saudita (72 aerei), Austria (15), Oman (12) e Kuwait (28).
zione Equipaggi”, tappa obbligata di tutti i piloti prima di ogni missione. L’equipaggiamento con il quale ogni pilota si alza in volo è piuttosto complesso e integra maschera a ossigeno, tuta anti G, sistemi di comunicazione, casco con svariate interfacce a dispositivi di sopravvivenza per eventuali emergenze. Prima di lasciare il IX Gruppo, non è mancato un breve incontro con un pilota al quale abbiamo potuto rivolgere alcune domande in un clima del tutto informale. È arrivata l’ora di pranzo e tutto il gruppo viene ↓
trasferito presso la sala mensa dell’aeroporto,
Alcuni momenti della visita al IX Gruppo.
dove pranziamo velocemente insieme al personale della base, in un clima disteso e familiare. Terminata la pausa pranzo, finalmente è arrivato – inutile negarlo – il momento più atteso da tutti: andiamo a vedere i Typhoon!
Nella pausa pranzo ovviamente non ci sono sfuggite alcune Defender in servizio presso la base.
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904 GEA - Gruppo Efficienza Aeromobili Mentre ci avviciniamo presso gli hangar, subito notiamo le possenti sagome dei Typhoon, che si stagliano sullo sfondo del cielo azzurro di Grosseto. I nostri accompagnatori per questa visita guidata sono valenti tecnici in forza al 904 GEA. Il 904 GEA nasce nel 2005 con la mission di garantire l’efficienza di tutti i velivoli del 4° Stormo ed avendo a che fare con un velivolo così avanzato, è facile capire che il compito assegnato non è dei più banali. Gli uomini del GEA sono tutti tecnici altamente specializzati ed esperti di avionica. La maggioranza delle operazioni di manutenzione necessarie vengono indicate dai sistemi di diagnosi presenti a bordo del velivolo, che indicano, a seconda della condizione dei componenti, gli interventi da effettuare Questo consente uno snellimento molto rilevante della manutenzione e conseguentemente un incremento della disponibilità delle macchine. Oltre a poter osservare da vicino i Typhoon, dai piazzali del
↓ Un TF 2000A Typhoon biposto presso gli hangar
Il nostro gruppo al 904 GEA.
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↓
del 904 GEA.
GEA abbiamo potuto assistere con emozione ad alcuni decolli e atterraggi dei Typhoon che ci hanno fatto stare con il naso all’insù per un bel pò di tempo…. Vedere in azione questi velivoli è sempre uno spettacolo e poterli osservare da vicino è stato il coronamento di una giornata speciale, che rimarrà scolpita nella nostra memoria. La visita purtroppo è terminata e dopo i calorosi saluti, ci accingiamo a lasciare la base, portando con noi un immagine di uomini e mezzi che lavorano all’unisono in perfetta armonia e la netta impressione di un qualcosa che funziona davvero, senza clamori né pretese, un eccellenza italiana di cui in questo periodo c’è tanto bisogno. Grazie 4° Stormo, il nostro non è un addio ma un arrivederci.
Alcuni EFA Typhoon negli hangar del 904 GEA.
Il Land Rover Registro Storico Italiano ringrazia per la disponibilità e l’accoglienza: • L’Aeronautica Militare • Il Comandante Colonnello Marco Lant • Tutti gli uomini del 4°Stormo
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c uriosit à
Il Casello del Guardafili Una Storia di grande passione e volontà
Testo ↓ Claudio Lencioni Paolo Stefani Foto ↓ Claudio Lencioni
A fine luglio, sono stato invitato all’inaugurazione di una piccola costruzione posta sull’appennino Tosco-Emiliano, al confine tra le provincie di Lucca e Modena. Il piccolo casottino in pietra è stato completamente ristrutturato in due anni di duro lavoro da Paolo Stefani, giovane veterinario residente a Lucca e grande appassionato di montagna e di Land Rover. Di seguito, la storia del suo acquisto ed del successivo lungo e difficoltoso restauro, raccontata da Paolo.
Quasi una ventina di anni fa, appena patentato, mi recai con un amico a fare un’escursione fino a Foce a Giovo e già allora notai quel rudere diroccato e senza copertura che pur mi affascinava. Appena laureato, cominciai a lavorare, spesso accettando di fare visite alle poche aziende agricole rimaste nei posti più disparati ed è proprio dopo una di queste visite da veterinario di campagna che decisi di terminare la mia mattinata recandomi fino alla Foce. Notai di nuovo quel rudere e preso dalla curiosità volevo sapere se avesse un proprietario. Nello scendere a valle mi recai presso il palazzo municipale di Bagni di Lucca. All’ufficio tecnico domandai, spiegando in qualche modo la posizione dell’immobile, se avessero notizie sul proprietario. L’addetto cominciò a tirar fuori rotoloni di mappali per poi scoprire che quel fabbricato nel comune di Bagni di Lucca non c’era proprio. Infatti, proprio nel punto della Foce convergono i territori dei comuni di Barga, Coreglia Antelminelli, Bagni di Lucca, oltre a comuni del pistoiese e del modenese! Fui più fortunato recandomi successivamente al palazzo comunale di Coreglia Antelminelli: ripetendo lo stesso rito della spiegazione della 90
↓ Il
Casello
Guardiafili
del prima
del restauro
posizione, lo srotolamento delle carte e quindi, la signora dell’ufficio tecnico mi disse: «Lo so io di chi è quel rudere! Appartiene ad un geometra del comune, oggi in pensione, il quale lo aveva acquistato anni addietro dall’ENEL» e lì prontamente mi scrisse su un foglietto nome e numero di telefono. Giunto a casa composi il numero e quell’ex dipendente comunale mi disse subito che se ero interessato il rudere lo poteva anche vendere perché, per ironia della sorte, dopo che lui lo aveva acquistato per farne un casotto di caccia per il periodo di passo dei colombacci l’anno successivo tutto il territorio era diventato parco naturale con il divieto assoluto di caccia! La sua sfortuna poteva diventare la mia fortuna… L’unico inconveniente fu che il geometra cominciò a decantare le meraviglie del posto e le potenzialità dei quattro muri ormai quasi completamente crollati ed all’atto della richiesta mi propose un prezzo di vendita veramente esoso. Allora tutto sfumò, sogni e speranze. Tre anni fa, a distanza di anni dal primo incontro telefonico il proprietario del rudere del casello si presenta in ambulatorio ed appena mi vede letteralmente mi getta sulla scrivania una cartellina rossa contenente il suo atto notarile con allegate tutte le planimetrie ed i mappali di quell’unica proprietà privata presente all’interno di un mare di territorio demaniale, dicendomi: «se lo vuoi è tuo, dammi quello che ti pare». Da lì, dopo aspre discussioni in famiglia, con chi stava dalla mia parte e chi mi remava contro, decisi di acquistare quel rudere e cominciai a sognare di riportare in vita un pezzo di storia. 91
Alcune fasi dei lavori di restauro del piccolo fabbricato.
↓
La storia del Casello del Guardafili
vincia di Pistoia togliendo a quella di Modena la Val di Luce, da sempre appartenuta al comune di Fiumalbo. Qui si diede avvio alla costru-
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La storia del Casello del Guardafili ha origine
zione di due slittovie, come erano chiamate
con la SELT, Società Elettrica Ligure Toscana,
all’apoca le sciovie che salivano fino al Passo di
antenata dell’ENEL, che negli Anni Trenta co-
Annibale e alla vetta dell’Alpe delle Tre Poten-
struì l’elettrodotto che trasportava la corrente
ze, alimentate appunto dalla corrente elettri-
elettrica dalla centrale idroelettrica del ponte
ca proveniente dalla centrale idroelettrica del
di Bussato fino alla Val di Luce, attraversando
ponte di Bussato, in Val Fegana. Ricordiamo
l’Appennino proprio sulla Foce.
che il Passo di Annibale è un valico percorribile
Negli stessi anni, infatti, alcuni imprendito-
a piedi tra la provicia di Modena e la provincia
ri toscani “notabili” del regime fascista, con
di Pistoia e che mette in comunicazione la valle
l’avvento del primo turismo di massa, pensa-
delle Tagliole con la Val di Luce. Il nome del
rono alla valorizzazione dell’area dell’Abetone.
passo ricorda il presunto passaggio nel 217 a.
Con questo scopo nel 1936 fu creato il comune
C. del generale cartaginese Annibale durante la
autonomo dell’Abetone, aggregato alla pro-
seconda guerra punica. Marciando dalla Spa-
gna attraverso i Pirenei, le Alpi e gli Appenni-
Kesselring nel 1944, nel tentativo di rallentare
ni, scese nella penisola arrivando fino a Roma
l’avanzata dell’esercito alleato anglo america-
con 26.000 uomini (dei 100.000 partiti) e 37
no verso l’Italia settentrionale. La Linea Go-
elefanti da battaglia al seguito.
tica rappresenta, nell’arte militare, l’esempio
Il Casello del Guardafili talvolta viene consi-
classico di un sistema di difesa elastica con-
derato appunto abitazione provvisoria per i
dotta con successo, avvalendosi di un sistema
guardafili, talvolta semplicemente una cabi-
fortificato organizzato in profondità e in grado
na elettrica. Compito dei guardafili era quel-
di esaurire gradualmente l’impeto degli attac-
lo di scuotere i cavi per rompere i manicotti
chi avversari, permettendo ai comandi germa-
di ghiaccio che si formavano inevitabilmente
nici di assicurare con limitate forze la tenuta di
dopo ogni bufera invernale (cavallaccia). Que-
un esteso fronte.
sto avveniva usando delle grosse bacchette in
Sul passo dell’Abetone furono infatti realiz-
materiale isolante dette fioretti, un lavoro in-
zati dai tedeschi tutta una serie di bunker e
grato, che richiedeva lunghe permanenze in
piazzole costruiti con legname. Altro problema
quella casetta sperduta.
per i tedeschi fu quello di costruire le difese
Poi venne la guerra, gli impianti sciistici ven-
anticarro, come si nota nelle fortificazioni di
nero abbandonati e la linea elettrica, senza le
Anchiano-Valdottavo e nel punto dove la Lima
regolari manutenzioni e interventi dei guar-
finisce nel Serchio, dove viene eretto un vero
dafili finì per cedere sotto il peso del ghiac-
e proprio sbarramento in cemento armato, un
cio e per i forti venti. Nel dopoguerra furono
muro che chiude la valle ad ogni accesso.
costruite nuove centrali idroelettriche nell’al-
Il fronte si era fermato sulla linea che andava
to pistoiese per cui la linea della Val Fegana
dall’Abetone alla Foce a Giovo e tale linea ri-
divenne completamente inutile e, per ironia
mase invariata fino all’arrivo del III battaglio-
della sorte, oggi la cabina elettrica è rimasta
ne del 5° reggimento della divisione fanteria
senza corrente!
di marina “San Marco”, alleato con i tedeschi,
Questa zona dell’Appennino fu uno degli ulti-
che entrerà in linea il 24 gennaio 1945.
mi capisaldi della Linea Gotica, forse l’ultimo,
La logica difensiva della Linea Verde, come ve-
mentre tutto attorno c’era il nulla e la disfatta.
niva chiamata questa parte della Linea Gotica,
La Linea Gotica fu una linea fortificata difen-
era quella di bloccare tutti i passi e le vie di
siva istituita dal feldmaresciallo tedesco Albert
comunicazione.
La vista della zona di Foce al Giovo, al confine tra Toscana ed Emilia Romagna 93
↓
Dal casello del Guardafili, un antico sentiero praticato da pastori e carbonai, scende a zig zag costeggiando il Solco Grande, sul cui fondo giace ancora la carcassa di un autocarro americano a tre assi Dodge. Gli partirono i freni un giorno di Giugno del 1945, a guerra finita, e l’autista ebbe la prontezza di saltare fuori prima del volo finale. I Marò utilizzarono la casermetta della forestale, oggi rifugio Casentini, come punta estrema del caposaldo presentando il vantaggio, pur trovandosi a 1500 metri dalla Foce a Giovo, di affrontare meglio i rigori dell’inverno. L’altra postazione che offriva un ricovero ai marò era la casa dei guardafili, posta circa 300 metri a valle del passo, oggi rifugio al Mercatello, che fu ribattezzata Casa Mitraglia. Il casello del Guardafili rappresentava una postazione avanzata e fu ribattezzata dai marò come Casa Elettrica. Una MG42 montata su un treppiede al piano primo, proprio sul balconcino (la ringhiera, costruita con pezzi di traliccio, era stata storta per permettere al mitragliatore di puntare verso la strada) batteva tutta l’area fino a Casa Mitraglia.
I DATI DEL CASELLO DEL GUARDIAFILI RESTAURATO Struttura portante in pietra, su tre livelli. Copertura su struttura in legno, con tavolato e manto di copertura in pannelli sandwich termoisolanti. Al piano terra cucinotto e bagno; ai piani superiori 4+4 posti letto in cuccetta e piccolo balcone al primo piano.
Impianto elettrico a 12V alimentato da pannelli solari. Impianto di riscaldamento a mezzo stufa a legna. Acqua potabile da serbatoio interrato da 350 litri. 94
Panoramica sulla strada di Foce al Giovo, con il casello del Guardiafili sulla destra
↓
I marò arrivarono al caposaldo il 26 gennaio attraversando il Passo di Annibale in mezzo
La festa di inaugurazione del 30 luglio 2017
alla neve per dare il cambio ad una squadra tedesca che era in prima linea da quattro mesi e subito furono attaccati dagli americani e dagli Alpini. Persero la caserma della forestale, in una cruenta battaglia persero poi la Casa Mitraglia e l’ultima a cedere fu il 10 Febbraio del 1945 la Casa Elettrica. L’85° reggimento di fanteria da montagna uccise un nemico, catturò 11 prigionieri di guerra italiani, due mitragliatrici MG42 e varie armi, bruciarono la Casa Elettrica e la Casa Mitraglia poco sotto. Sopra una pietra della Casa Elettrica, a fianco della costruzione, Agostino Molteni, uno dei marò fatti prigionieri in quel drammatico giorno d’inverno, aveva scolpito le sue iniziali per scaldarsi le mani durante un lungo turno di guardia. La scritta AM è tuttora visibile. 95
c lub 96
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