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€ 7,00
n u m e r o
GEN-FEB 17
Anno VI
INSPIRES AND INFORMS LAND ROVER ENTHUSIASTS Periodico bimestrale
“WE CALL THE VELAR THE AVANT GARDE RANGE ROVER. IT BRINGS A NEW DIMENSION OF GLAMOUR, MODERNITY AND ELEGANCE TO THE BRAND.
THE RANGE ROVER VELAR CHANGES EVERYTHING” Gerry McGovern Land Rover Chief Design Officer
THE LAND ROVER HERITAGE: I LOVE IT LA MOSTRA DEDICATA ALLA STORIA DEL MARCHIO RACCONTATA ATTRAVERSO LE SUE VETTURE PIU’ RAPPRESENTATIVE
REGISTRO STORICO
Pierluigi Ducci Presidente del Land Rover Registro Storico Italiano
Nuovo anno,nuovo magazine! Sono passati 6 anni da quando uscì il primo numero di Land Italia, allora fu una scommessa. Nato dalla passione dei tanti amici e soci del Registro Storico che vedevano nella realizzazione di un proprio magazine la possibilità di valorizzare il patrimonio storico Land Rover in Italia attraverso articoli di storia, cultura e tecnica, oggi è diventato il magazine di riferimento nel mondo Land Rover in Italia. Anno dopo anno siamo cresciuti, dal primo numero di poche pagine, siamo arrivati ad un magazine corposo ed importante, nel corso degli anni abbiamo aggiunto anche le ultime news di casa Land Rover, così che il lettore si possa fare un’idea completa dell’intera produzione sia attuale che storica della Casa di Solihull. Aprendo il nuovo numero, avrete trovato una nuova grafica, più moderna e più pulita, molto diversa che probabilmente a qualcuno non piacerà ma permettetemi di dire che accontentare tutti è impossibile. Leggetelo, sfogliatelo, soffermatevi sui contenuti. Abbiamo voluto dare maggiore enfasi al magazine che infiamma la nostra passione, renderlo ancora più autorevole e prezioso. Vogliamo incuriosire ed informare, vogliamo che la nostra voce giunga sempre a più persone e che la nostra e vostra passione si diffonda sempre più, siamo già in tanti, ma avanti, c’è posto per tutti.
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6 NEWS
SVR RANGE ROVER SPORT
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12 NEWS NEW DISCOVERY
16 NEWS 2016 UN ANNO DI SUCCESSI
18 NEWS INAUGURATA LA JLR TRAINING ACADEMY
20 NEWS LAND ROVER VARA “RITA”
22 NEWS RANGE ROVER CELEBRA 48 ANNI DI EVOLUZIONE
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26 NEWS VINTAGE CHARME RANGE ROVER REBORN
30 COLLECTION 007 GUARDATI LE SPALLE!
36 MY LANDY SUL BINARIO GIUSTO
44 ROVERPHILE MONTEVERDI DESIGN 4
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BARN FIND FINCHÈ C’È TEMPO...C’È SPERANZA
54 HISTORY CLASSIFICAZIONE DELLE LAND ROVER SERIES MILITARI
60 CURIOSILANDIA UN MONDO DI SERIES
64 TRAVEL LAND ROVER E AFRICA VIAGGIO IN ALGERIA
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PEOPLE PARCO VALDERA AUTO D’EPOCA
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76 TECNICA CARRUCOLA E FUORISTRADA
82 EVENTS AUTOMOTORETRÒ
86 EVENTS RÉTROMOBILE
90 CLUB NUOVI ISCRITTI LRRSI
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RANGE ROVER S P O R T
S V R
Con la pioggia o il sole, sull’erba come Testo e Foto ↓ Media Jaguar Land Rover
sulla neve e la sabbia, il passo della Range Rover Sport SVR è devastante. La perfetta fusione delle capacità all-terrain con la potenza del propulsore V8 da 550CV e con le avanzate tecnologie della trazione, garantisce al veicolo più veloce di Land Rover prestazioni reali ed uniche. Fin dal suo lancio nella primavera del 2015, la Range Rover Sport SVR ha dimostrato le capacità della Divisione Special Vehicle Operations di Jaguar Land Rover, contribuendo a far superare alla Range Rover Sport di seconda generazione, le 285.000 consegne a clienti di tutto il mondo. Molti di loro saranno stati attratti dal tempo di 4,7 secondi registrato in accelerazione da 0 a 100 km/h, ma il dato ufficiale sfiora appena le autentiche capacità della Range Rover Sport. Quando viene a mancare la perfetta aderenza di un asfalto asciutto e pulito, la maggior parte delle auto sportive inizia a soffrire di mancanza di trazione, stabilità e prestazioni.
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E nessuna sportiva ha la leggendaria capa-
ghiaia/neve, Fango e solchi, e Roccia. Il
cità ed esperienza All-terrain di Land Rover.
guidatore può anche scegliere la modalità
Nel suo speciale test la SVR ha completato
specifica tramite il selettore rotativo posto
le prove di accelerazione con pneumatici
sulla consolle centrale. I tempi registrati
di serie Michelin 275/45 R21 All Season su
testimoniano le capacità intrinseche della
ogni tipo di superficie, dall’asfalto all’er-
Range Rover Sport. Sull’erba bagnata, no-
ba, dalla neve alla sabbia, impiegando
toriamente viscida, il tempo di accelera-
l’innovativa tecnologia Terrain Response 2
zione da 0 a 100 km/h è aumentato di soli
di Land Rover. Questo sistema intelligente
0,8 secondi, mentre sulla sabbia il crono-
seleziona automaticamente il program-
metro si è fermato a 5,5 secondi.
ma più appropriato per massimizzare la trazione: Guida generica, Dynamic, Erba/
TERRENO
MODALITÀ
0-100 km/h
Asfalto Erba Ghiaia Neve Fango Sabbia
Dynamic Erba, ghiaia e neve Erba, ghiaia e neve Erba, ghiaia e neve Fango e solchi Sabbia
4,7 secondi 5,5 secondi 5,3 secondi 11,3 secondi 6,5 secondi 5,5 secondi
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DETTAGLIO DELLE PERFORMANCE ALL-TERRAIN
La prima prova per la Range Rover Sport SVR si è svolta sul rettilineo del Rockingham Motor Speedway di Corby, il circuito britannico più veloce d’Europa. In modalità Dynamic, il Terrain Response 2 velocizza la risposta all’acceleratore e cambia marcia ad un regime di giri più elevato. Inoltre irrigidisce il sistema di ammortizzazione variabile all’interno del sistema del Controllo antirollio. Con l’ottimizzazione di questi elementi, la Range Rover Sport SVR è scattata da 0 a 100 km/h in 4,7 secondi. Nella seconda prova il SUV ha affrontato una delle superfici più insidiose: l’erba bagnata. In modalità Erba/Ghiaia/Neve, la risposta all’acceleratore è più morbida, a prevenire lo slittamento, mentre i cambi di rapporto sono più rapidi e dolci. Anche il sistema di Controllo della Trazione interviene anticipatamente per prevenire lo slittamento, mentre il differenziale centrale viene precaricato per ottimizzare le prestazioni in partenza. Il percorso del Land Rover Experience è stato lo scenario perfetto per questa sfida, dove la Range Rover Sport SVR ha registrato il tempo mozzafiato di 5,5 secondi da 0 a 100 km/h. La superficie di una cava di ghiaia ha fornito il luogo ideale per questo tipo di test, dove le innate capacità di trazione della Range Rover Sport SVR sono uscite allo scoperto. Con i sistemi del veicolo ottimizzati per la ghiaia sciolta, il cronometro si è fermato sui 5,3 secondi. Per trovare la neve, la Range Rover Sport SVR si è recata sulla pista dei test invernali di Jaguar Land Rover, ad Arjeplog, Svezia. Qui l’ottimizzazione dei sistemi e la trazione integrale hanno consentito di completare lo sprint su una combinazione di neve e ghiaccio in 11,3 secondi.
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La successiva regolazione del selettore
coppia. Il veicolo mantiene più a lungo il
Terrain Response 2 è avvenuta in modalità
rapporto innestato e blocca il differenzia-
Fango e Solchi. In questo caso le sospen-
le centrale per tenere la velocità acquisita.
sioni pneumatiche si alzano e il Controllo
Il risultato di questa magia tecnologica è
della Trazione consente uno slittamento
stato: 0/100 km/h in 5,5 secondi. L’ultima
limitato degli pneumatici che ottimizza la
modalità del Terrain Response 2 richiedeva
trazione in condizioni di scarsissima ade-
una location diversa. Il programma Roccia
renza. In uno dei siti di prova britannici
assiste il guidatore operando in congiun-
di Land Rover, il prestazionale SUV ha re-
zione ai rapporti lenti della trasmissione,
gistrato, sempre nell’accelerazione da 0 a
per mantenere la ridotta velocità neces-
100 km/h, un tempo di 6,5 secondi, grazie
saria ad affrontare grandi rocce e massi.
all’intelligente tecnologia della trazione
Questa modalità ammorbidisce la riposta
integrale. La spiaggia di Pendine Sands,
dell’acceleratore per limitare ogni mo-
a Carmarthen Bay nel Galles, è legata alla
vimento improvviso e offrire al pilota il
velocità fin dal 1924, quando ospitò il pri-
massimo controllo. Per ottimizzare la di-
mo record mondiale di velocità su terra.
stanza da terra, le sospensioni pneumati-
Questo ne ha fatto la location ideale per
che si alzano. Grazie al Terrain Response 2
la regolazione del Terrain Response 2 in
la Range Rover Sport SVR ha scalato fa-
modalità Sabbia. Questa regolazione ren-
cilmente la pendenza rocciosa del 32% si-
de più brusca la risposta dell’acceleratore
tuata al Centro Prove.
per consentire una rapida erogazione della 10
“La Range Rover Sport SVR è famosa per le prestazioni stradali che tuttavia non sono state ottenute a spese delle tradizionali capacità Land Rover. La nostra tecnologia Terrain Response 2 elimina lo stress dalla guida in ogni condizione.” Il pilota Darren Jones Stability Applications Leader di Jaguar Land Rover
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NEW DISCOVERY IS HIGHLY DESIRABLE WITH UNRIVALLED CAPABILITY AND TECHNOLOGY LIKE NO OTHER
Le prime prove in fuoristrada della nuova Discovery 5, evidenziano il salto generazionale tra la nuova e la precedente, con il passaggio dal telaio in acciaio ad una monoscocca in alluminio che si traduce in un alleggerimento di 480 kg e, quindi, in un miglioramento complessivo delle prestazioni e del comportamento. Dove Discovery 5 non ha rivali è il vero fuoristrada: percorsi al limite del credibile, su sabbia, rocce e discese in forte pendenza; dove le doti della nuova Discovery non sono mai state messe in discussione.
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Testo e Foto ↓ Media Jaguar Land Rover
Jaguar Land Rover ha confermato che la
“Il successo della Nuova Discovery presso i
Nuova Discovery sarà prodotta in due sta-
clienti, ha potuto solo rinsaldare la nostra de-
bilimenti europei, a Solihull nel Regno
cisione di lanciare questo veicolo come primo
Unito e a Nitra in Slovacchia, per far fronte
prodotto della fabbrica in Slovacchia, per af-
al gran numero di ordinazioni della nuova
fiancare la produzione di Solihull. L’approccio
ammiraglia Land Rover.
multiterritoriale rispecchia la strategia messa in atto per la Range Rover Evoque e la Land Rover Discovery Sport nelle fabbriche a Halewood, in Cina e in Brasile, che ci garantiscono una produzione in linea con la forte richiesta dei clienti.”
Wolfgang Stadler Global Manufacturing Director di Jaguar Land Rover
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L’impianto slovacco, che aprirà nel 2018, aggiungerà la sua produzione a quella di Solihull, che lavora a piena capacità su tre turni H/24 per soddisfare la domanda globale delle Range Rover, Range Rover Sport e della più recente Jaguar F-PACE. Questi modelli hanno congiuntamente contribuito a far registrare nel mese di ottobre un 23% di incremento delle vendite rispetto all’anno precedente. L’annuncio conferma quanto già reso noto in occasione del recente Salone dell’Auto di Los Angeles: la Jaguar I-PACE - il primo veicolo elettrico a batteria dell’Azienda sarà prodotta sotto contratto dagli specialisti della Magna Steyr in Austria. La nuova fabbrica da 300.000 metri quadrati in Slovacchia rappresenta un investimento di un miliardo di sterline e darà lavoro a 2.800 persone. L’impianto avrà una capacità annuale di 150.000 veicoli, i primi dei quali dovrebbero lasciare la linea di produzione verso la fine del 2018.
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U N A N N O D I S U C C E S S I
SUCCESSO DECRETATO DA F-PACE PER JAGUAR E DALL’INCROLLABILE CONSENSO DEL PUBBLICO PER RANGE ROVER EVOQUE DI LAND ROVER
Il 2016 si è chiuso per Jaguar Land Rover Testo e Foto ↓
Italia con risultati di vendita decisamen-
Media Jaguar Land Rover
te positivi, ottenuti dopo quelli già gratificanti conseguiti nel 2015 dai due brand; anno che, a sua volta, aveva registrato un trend positivo rispetto al 2014 (19.861 vs. 15.949). Con 26.488 unità immatricolate nel 2016, Jaguar Land Rover registra un incremento del 33.3% rispetto allíanno precedente. Grazie alle 4.912 auto vendute, Jaguar ha incrementato le vendite di quasi il 200% rispetto allo scorso anno, segnando il miglior risultato dal 2009. Grande successo di Jaguar F-Pace, primo crossover performante del giaguaro che, a meno di 8 mesi dal lancio, ha quasi raggiunto la quota di 2.300 vetture in circolazione in Italia. L’introduzione della trazione integrale sulle berline Jaguar XE e XF ha considerevolmente aumentato il potenziale di scelta per il cliente, portando le vendite delle due versioni a circa 2.400 unità, con un 65% di contratti effettuati proprio per la versione AWD (All Wheel Drive). Land Rover, nel 2016, ha segnato un record storico con 21.576 unità vendute; risultato che esprime il +18.4% rispetto allo scorso anno.
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In Italia, Land Rover è cresciuta nell’an-
e Land Rover” commenta Daniele Maver,
no
Presidente e Amministratore Delegato di
in percentuale
maggiore rispetto a
quella registrata dal mercato dellíauto che
Jaguar Land Rover Italia.
ha ottenuto il +16.2 % rispetto al 2015.
I risultati conseguiti rappresentano un
Al raggiungimento di questo importante
importante riconoscimento all’evoluzione
traguardo in Italia per il brand Land Ro-
ed innovazione dei nostri prodotti. E ve-
ver, hanno significativamente contribu-
ramente stimolante vedere, da un lato, il
to due lusinghieri risultati: il successo di
grande favore del pubblico per F-Pace che
Discovery Sport, con circa 7.200 vetture
ha introdotto Jaguar in un segmento com-
immatricolate ed il continuo straordina-
pletamente nuovo e, dall’altro, la continua
rio apprezzamento riscosso da Range Ro-
ascesa di Range Rover Evoque che, no-
ver Evoque. A sei anni dal lancio, questo
nostante il suo posizionamento premium
modello non accenna ad alcun declino,
nella parte alta del segmento ed il ciclo
anzi incrementa sensibilmente le vendite
di vita del prodotto, non manifesta alcun
e, con un aumento del +28.7% rispetto al
segnale di invecchiamento, anzi cresce di
2015, ha superato le 10.000 unità vendute
quasi il 30%!
nell’anno. “Il mercato italiano ha confermato il proprio apprezzamento per i marchi Jaguar 17
S W N E
INAUGURATA LA JAGUAR LAND ROVER TRAINING ACADEMY Jaguar Land Rover Italia ha inaugurato, Testo e Foto ↓ Media Jaguar Land Rover
nei pressi di Bologna, la Training Academy, una struttura di eccellenza dedicata alla formazione del personale delle proprie Concessionarie che si propone di divenire un benchmark non solo a livello nazionale, ma anche Europeo. Da sempre fermamente convinti dell’importanza di poter contare su una Rete che vanti personale appassionato ai prodotti e servizi dei Brand rappresentati, competente ed attento alle necessità di una clientela sempre più esigente ed informata, Jaguar Land Rover Italia ha investito circa due milioni di euro nella nuova Training Academy.
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Situata a Casalecchio di Reno, a pochi chilometri da Bologna, polo nevralgico per il settore automotive e facilmente raggiungibile da tutta Italia, la struttura, di circa 1.280 mq distribuiti su due livelli, è caratterizzata da 7 aule, 9 postazioni per vetture in officina e 3 ponti sollevatori. La Jaguar Land Rover Training Academy, già operativa, può accogliere nell’anno circa 1.300 persone tra consulenti vendite, concierge, tecnici, accettatori e altri ruoli nevralgici all’interno dello staff dei Concessionari. Sarà in grado di offrire, nel 2017, oltre 10.000 giornate di formazione assicurando il trasferimento di competenze in varie aree, rivolgendo un’attenzione particolare a temi come l’innovazione e la sostenibilità. I corsi proposti saranno ricchi ed articolati e l’offerta includerà programmi non solo legati alla fondamentale ed imprescindibile conoscenza del prodotto e dei processi, ma, appunto, anche ad argomenti che riguarderanno la digitalizzazione, la mobilità elettrica, la tecnologia, l’innovazione, l’etica ed i valori dei Brand. Proprio l’innovazione sarà un elemento caratterizzante i metodi di apprendimento: con la realtà virtuale ed i collegamenti via web verrà, infatti, facilitata e resa più emozionante l’acquisizione delle competenze da parte del personale coinvolto nei vari corsi. Oltre a prevedere percorsi formativi ben strutturati e differenziati per ruolo, la Training Academy potrà essere sede di seminari universitari ed ospitare eventi con giornalisti e professionisti del settore. Tale elemento permetterà di creare dei collegamenti con le principali ac-
“In questi ultimi anni, ho avuto spesso occasioni per celebrare il raggiungimento di traguardi significativi per Jaguar Land Rover in Italia ed oggi sono particolarmente orgoglioso di questo nuovo obiettivo raggiunto. Lo considero un risultato importante che testimonia il nostro impegno nel continuare ad investire in strutture, uomini e processi che pongono il Cliente al centro del nostro mondo per poterne soddisfare al meglio esigenze ed aspettative e fargli davvero vivere una Customer Excellence Experience con Jaguar Land Rover.”
cademie di ricerca al fine di essere sempre in linea con l’evoluzione del mercato. Questa nuova piccola Università dimostra l’impegno di Jaguar Land Rover nel vo-
Daniele Maver Presidente ed Amministratore Delegato di Jaguar Land Rover Italia
ler contare su una rete di Concessionarie sempre più formata, motivata e competente; condizioni imprescindibili per il conseguimento degli obiettivi prefissati.
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LAND ROVER VARA "RITA"
Testo e Foto ↓ Media Jaguar Land Rover
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L’ESPERIENZA DEGLI INGEGNERI LAND ROVER HA CONTRIBUITO ALLA PROGETTAZIONE DI UNA DELLE BARCHE DA REGATA PIÙ VELOCI E TECNOLOGICAMENTE EVOLUTE MAI REALIZZATE.
Il Team Land Rover BAR ha varato la bar-
progettazione delle derive (le strutture simili a
ca con la quale intende segnare la storia
tavole da surf posizionate sotto lo scafo che gli
della vela. Con il supporto degli ingegneri
consentono di sollevarsi sull’acqua e mante-
Jaguar Land Rover, una delle imbarcazioni
nersi stabile).” Ognuna delle leggere derive
più veloci ed avanzate è stata sviluppata
deve poter sopportare 2.400 kg, il peso di
con un solo obiettivo: vincere il più anti-
una Land Rover Discovery, quindi, il loro
co trofeo sportivo del mondo. Sono passati
lavoro sull’imbarcazione riveste un’im-
50 anni dalla vittoria della squadra inglese
portanza cruciale.
ai Mondiali di calcio. Gli appassionati del
Aggiunge: “È stato incredibile partecipare a
tennis hanno dovuto attendere 77 anni,
questa campagna come brand automobilistico
prima che un britannico seguisse le orme
britannico. Siamo molto orgogliosi di soste-
di Fred Perry, vincendo il torneo di Wim-
nere Sir Ben Ainslie nella sua sfida in questa
bledon. Ma la Gran Bretagna non ha mai
competizione leggendaria.”
vinto la Coppa America, nei suoi 166 anni
A sua volta, Martin Whitmarsh, CEO di
di storia. Al varo, svoltosi alle Bermu-
Land Rover BAR dichiara: “L’input di Jaguar
da, l’imbarcazione “Rita” è stata tenuta a
Land Rover alla progettazione dell’imbarca-
battesimo da Lady Georgie Ainslie, moglie
zione definitiva, ha avuto per noi un’enorme
di Sir Ben Ainslie e da sua figlia Bellatrix.
importanza. Man mano che il rapporto si fa-
BAR ha condiviso il know-how tecnico im-
ceva più stretto, aumentava il grado di coin-
piegato da Jaguar Land Rover nella crea-
volgimento Land Rover. La Coppa America
zione dei nuovi modelli. Aerodinamica,
è sempre stata una competizione di vela e di
autoapprendimento, intelligenza artifi-
progettazione e le imbarcazioni sono passa-
ciale e modellazione virtuale: tutte que-
te da scotte e winch a macchine più tecniche
ste tecnologie sono state messe al servizio
che volano fuori dall’acqua fino a 100 km/h.
della velocità dell’imbarcazione.
Questa progettazione complessa richiede co-
Jaguar Land Rover? È la Casa Costruttrice
noscenze
Britannica che investe di più nella ricerca,
approfondite, e pertanto consente alle case
nello sviluppo e nella progettazione, con
automobilistiche di avere una significati-
risorse di miliardi di sterline impiegate
va incidenza nella corsa alla progettazione, a
nella creazione di nuovi prodotti e per l’in-
somiglianza di quanto accade in Formula 1.”
novazione; la partnership con Land Rover
Conclude Sir Ben Ainslie: “Vedere in acqua
BAR consente agli ingegneri dell’Azienda
alle Bermuda Rita, la nostra imbarcazione da
di affinare le proprie abilità sperimentan-
gara, è stato un momento importante. Siamo
do nuovi metodi in ambienti e piattaforme
felicissimi di questo varo che rappresenta la
diversificati.
somma di tutti gli sforzi del Team di portare a
Dichiara Tony Harper, Director of Resear-
casa la Coppa America. Siamo un Team Start-
ch di Jaguar Land Rover: “Questo processo di
up e abbiamo dovuto creare non solo l’imbar-
engineering bidirezionale ed il più ampio pro-
cazione, ma l’equipe di ingegneri e progettisti,
gramma STEM applicato alle nostre attività,
gli impianti ed i processi che ci hanno portato
ci ha consentito di apprendere, sviluppare ed
fin qui. Alla fine di maggio, quando avrà inizio
offrire le nostre capacità al team BAR. Abbia-
la competizione, mancano solo pochi mesi che
mo creato un innovativo sistema di test aero-
ci vedranno impegnati a lavorare sodo sugli
dinamici per la progettazione dell’ala che oggi
sviluppi ed i test finali della barca, per arrivare
vedete qui sulla barca definitiva. Partendo dal
pronti alle gare.”
ingegneristiche
recentissime
ed
successo di questo progetto, e con la nostra esperienza nell’analisi e nella realizzazione di
La Coppa America inizia il 26 maggio 2017
veicoli leggeri, abbiamo collaborato anche alla
col primo round robin delle qualifiche.
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RANGE ROVER C E L E B R A 4 8 A N N I D I
EVOLUZIONE Testo e Foto ↓ Media Jaguar Land Rover
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DESIGN IMPAREGGIABILE ED INNOVAZIONE TECNICA HANNO CARATTERIZZATO OGNI GENERAZIONE Range Rover si è evoluta nel SUV più ele-
giavano lo stemma Velar (come “velare”
gante e sofisticato del mondo conquistan-
in italiano), realizzato con il lettering del
do, nel suo cammino, più di un milione di
badge Land Rover posto anteriormente e
clienti (1,7 milioni ad oggi). Fra gli stilemi
posteriormente sui veicoli.
più noti, che rendono omaggio al modello
Subito dopo arriva la senza tempo Ran-
originale: il tetto sospeso, il caratteristi-
ge Rover Classic due porte e le immagini
co cofano a conchiglia, la linea di cintura
scorrono attraverso le generazioni succes-
ininterrotta ed il pratico portellone suddi-
sive, per arrivare alla versione più potente:
viso. La storia della Range Rover ha inizio
la SVAutobiography Dynamic da 550 CV,
con 26 unità di pre-produzione, che, nel
firmata dalla Divisione Special Vehicle Ope-
tentativo di nasconderne l’identità, sfog-
rations (SVO) di Land Rover.
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“Nel corso degli anni la Range Rover ha acquisito il suo status iconico attraverso l’evoluzione progressiva del suo DNA, culminata in un veicolo di una distinzione senza uguali. A partire dal senso di evoluzione e dalla raffinatezza intrinseca al design degli interni, e fino alle proporzioni esterne, minimaliste ma possenti, la Range Rover è un veicolo unico. Non ne esiste, semplicemente, una simile.” Gerry McGovern Chief Design Officer di Land Rover
Al lancio, nel 1970, la Range Rover è sta-
logia semiautonoma All-Terrain Progress
ta una delle prime auto ad essere dotata
Control (ATPC), un efficace cruise control
di trazione integrale permanente, men-
per l’off-road in grado di regolare autono-
tre molti altri veicoli presentavano ancora
mamente la velocità su qualsiasi terreno.
quella inseribile. Nel 1971 il modello ori-
Il modello più recente incluso nell’anima-
ginale fu il primo veicolo ad essere espo-
zione, la SVAutobiography Dynamic, con-
sto al Louvre di Parigi ed in tale occasio-
divide il motore V8 con l’acclamata Range
ne venne citato come “opera esemplare di
Rover Sport SVR, prodotta con una specia-
design industriale” rimanendo, da allora,
le taratura che eroga 680Nm di coppia e
all’avanguardia del design e dell’innova-
consente di accelerare da 0 a 100 km/h in
zione tecnica. La variante a quattro por-
soli 4,5 secondi. Molto raffinate ed inte-
te, presentata nel 1981, fu presto seguita,
ressanti le migliorie apportate agli interni
nell’anno successivo, dalla prima Range
che esibiscono rivestimenti in pelle tra-
Rover con trasmissione automatica. Nel
puntata a losanga con cuciture a contrasto.
1989 il SUV di lusso divenne la prima 4x4
Dal lancio del 1948 l’ammiraglia Land Ro-
a montare il sistema ABS e, nel 1992, il
ver ha conquistato più di 1.700.000 clienti
primo SUV al mondo ad essere equipag-
in tutto il mondo e la fama di veicolo di
giato con il controllo elettronico della tra-
lusso all-terrain per definizione. L’ine-
zione e le sospensioni pneumatiche auto-
guagliabile gamma di capacità del leg-
matiche a controllo elettronico. Un altro
gendario SUV e la sua eleganza ne fanno il
primato tecnico fu conquistato nel 2012,
veicolo favorito di opinion leader, perso-
quando la Range Rover divenne il pri-
nalità e celebrità in tutto il mondo. Range
mo SUV al mondo realizzato interamente
Rover è progettata e realizzata nel Regno
in alluminio. Più recentemente, nel 2014,
Unito e viene esportata in oltre 170 paesi
il SUV di lusso è stato il primo veicolo ad
del mondo.
essere equipaggiato con l’avanzata tecno-
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V I N T A G E
C H A R M E
RANGE ROVER REBORN
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Land Rover continua la sua strada nella
pia massima a 2.500 giri. Ogni modello
valorizzazione dei veicoli d’epoca. La di-
Reborn è corredato dal pedigree originale
visione Land Rover Classic della casa au-
della Casa che certifica tanto l’autenticità
tomobilistica inglese amplia il program-
del veicolo quanto le fasi salienti della sua
ma Reborn con l’introduzione del modello
prima vita; ed è inoltre coperto da garanzia
Range Rover. Il nuovo programma Range
di un anno o 12 mila miglia. La prima Ran-
Rover Reborn prevede il restauro com-
ge Rover Reborn restaurata by Land Rover
pleto delle auto riportandole alle specifi-
Classic è stata presentata al Rétromobile di
che di fabbrica, utilizzando, naturalmen-
Parigi, telaio n.35541977F.
te, solo parti originali. Al momento, Land Rover Classic prevede di produrre solo 10
Quanto costa restaurare una Range Rover con
esemplari della Range Rover Reborn, tut-
il programma Reborn?
te in tinta Bahama Gold, motorizzate con
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il loro motore di origine, il classico V8 da
Per il restauro completo di una Range Ro-
3.5 Rover con carburatori Zenith-Strom-
ver si parte da oltre 130 mila sterline. Un
berg 175CD. Abbinata al cambio manuale
cifra considerevole ma a giudicare dall’in-
a quattro marce e al differenziale centra-
teresse mostrato al Rétromobile c’è da
le bloccabile, il V8 esprime una potenza di
scommettere che ai primi 10 modelli ne
134 cavalli a 5.000 giri e 251 Nm di cop-
seguiranno molti altri.
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007
GUARDATI LE SPALLE! TWEAKED AUTOMOTIVE SHOWCASES DEFENDER 007 SPECTRE EDITION
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Avete mai sognato di possedere un mezzo Testo ↓ Paolo Pysa Foto ↓ Tweaked Automotive
come quello visto in un film? Quelli di voi che amano i film della saga di James Bond, non si sono persi sicuramente “Spectre”, dove a dar filo da torcere allo 007 e alla sua Aston Martin DB10, surclassando la Stunt Jaguar C-X75 del perfido Hinxvi, vi era una massiccia Land Rover Defender dall’aspetto very strong: the anti-hero car per eccellenza! Per alcuni di noi il mezzo del nemico di Bond è avvolto da un’aurea scura incredibilmente affascinante, ci attrae. Un po’ come nel mitico film “Bullitt”, dove si vede Steve McQueen guidare la Ford Mustang, ma mal celata in noi vi è la tentazione di sfrecciare sulla Dodge Charger del 1968 che viene strapazzata dall’antagonista.
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N O C T I L L E C O
La Land Rover Defender Spectre Edition promette di offrire queste “cattive” emozioni, una replica pienamente funzionale della vettura vista nel film. Tweaked Automotive può costruire un Defender 90 o 110 con un corredo completo interno ed esterno che, per gli appassionati della saga di 007, potrebbe essere confuso per la reale macchina usata nella pellicola! Ogni Defender verrà personalizzato con il montaggio di cerchi da 16 pollici costruiti a Mount Vernon, Washington, dalla TR Beadlock, arcate passaruota maggiorate così come la gommatura: ogni elemento mostrato nel film deve esserci e adattato ad un perfetto uso stradale. L’unicità nella diversità: numbered interior & exterior plaque, a marchiare che questa Defender è speciale, è una Spectre Edition. Tweaked Automotive adora la Defender ed è fiera di continuare ad assecondare il volere di personalizzazione dei proprietari della mitica Land Rover, soprattutto ora che il modello non è più in produzione: il momento migliore per offrire anche tale versione della Defender. I preparatori di Tweaked Automotive non giocano ad aggiungere gadget, ma bensì vogliono dare alla Defender le capacità in & off road e renderla capace di
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essere una Villain seria e capace di dar filo da torcere anche ad un vero Bond. Gli aggiornamenti apportati agli interni includono un’unità multimediale di navigazione, telecamere anteriore e posteriore, uno smaller steering wheel e full leather upholstery. Alcuni adattamenti tra il veicolo apparso nel film e quello replicato dalla Tweaked Automotive ci sono, come ad esempio gli pneumatici da 35 pollici al posto di quelli da 37 pollici utilizzati nel film per la Def 110 con lift da due pollici, mentre lo stesso trattamento non contempla il modello Defender 90. L’intero impianto di sospensioni è stato aggiornato per uso stradale. La calandra con un grosso bull bar squadrato che mostra un potente verricello by Warn. L’intero impianto luci è a led: il nemico è sempre sott’occhio… L’upgrade meccanico porta il motore ad erogare circa 190 CV, mentre la coppia massima è stata aumentata a 490 Nm circa (361 lb-ft). I want to be bad with the Tweaked Automotive Showcases Defender 007 Spectre Edition!
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A N D Y L M Y
Testo ↓ Mark Saville Foto ↓ © 2016 JWS
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SUL BINARIO GIUSTO MARK SAVILLE ‘CONVERTE’ PLIMSOLL, LA SUA SERIE I , IN UN TRENO
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A N D Y L M Y
PERCHÉ MAI VUOI FARE UNA COSA DEL GENERE? Alcuni di noi rimangono un po’ bambini. Sono sempre stato un sognatore e non vedo alcuna ragione per cambiare ora. Dopo tutto, riflettere su come sarebbe stato guidare Plimsoll (PSL193) in Islanda mi ha condotto proprio lì, per scoprirlo, per tre volte. Più tardi, la mia curiosità mi ha spronato a sperimentare la sensazione di vedere Plimsoll galleggiare su un lago, utilizzando solo un telo impermeabile e due grandi cinghie a cricchetto. È questa sensazione di curiosità e di tempo trascorso “con le fate” che mi ha finalmente condotto qui, dopo tanti anni di tentativi, alla Ferrovia di Foxfield, nei pressi di Stokeon-Trent. Sono qui per guidare Plimsoll sui binari per la prima volta.
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DA DOVE PROVIENE L’IDEA?
Do la colpa a David Conroy di Contracked Lands. È “colpa” sua. Dopo aver incontrato lui e la sua Range Rover Classic 6x6 di Carmichael girovagante sulle rotaie parecchi anni fa, ho cercato di trovare qualcuno che potesse e volesse fabbricare delle ruote per Plimsoll da utilizzare su rotaia. Sebbene la mia ambizione di guidare sui binari fosse leggermente bizzarra, la mia determinazione è aumentata cercando online altri esempi di “scienziati eccentrici ed esploratori intrepidi” degli anni Cinquanta e Sessanta. Quando il trio di Top Gear ha guidato delle strambe automobili lungo la Great Central Railway, ho provato a scoprire da dove avevano ottenuto quelle ruote, ma senza alcun risultato. Alla fine, verso gli inizi del 2016 ho trovato qualcuno che ha risposto “si” alla mia richiesta se fosse possibile fabbricare ruote per Plimsoll da utilizzare su rotaia. Avevo avuto successo, o comunque lo avrei avuto presto.
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LA PRODUZIONE DELLE RUOTE
David mi ha inviato una rivista commer-
ha un’importanza decisiva per quanto ri-
ciale in cui aveva evidenziato alcune po-
guarda il modo in cui queste lavoreranno,
tenziali aziende in grado di aiutarmi a
centrando entrambe le ruote sui binari
realizzare le mie ruote su rotaia. Il mio
e attivando i differenziali di velocità tra
primo contatto era Dennis Hewitt di Ca-
ruota interna ed esterna in fase di curva
sting Services, a Leicester. Si è dimostrato
(su asse rigido, trovandosi sotto un vagone
sicuro fin dall’inizio, e ha organizzato un
ferroviario). Un’altra questione chiave che
incontro con David Wright di Locomotive
ho scoperto è la necessità di poter bloccare
Maintenance Services, con base al deposi-
lo sterzo in posizione diritta, e avevo un
to macchine della Great Central Railway a
piano. Ho acquistato un tirante longitu-
Loughborough.
dinale della Serie III dotato di una staffa
Anche David era molto entusiasta.
per l’ammortizzatore di sterzo, quindi ho
Dopo alcune settimane, Dennis mi ha in-
chiesto a Russell Hearn, del club, se fosse
viato una foto del modello in legno che
in grado di procurarsi un supporto idoneo
aveva progettato: era perfetto. Dopo qual-
e una specie di barra filettata da inserire
che tempo, ho incontrato Dennis presso C
tra il supporto e la staffa dell’ammortiz-
& J Castings, a Coventry per assistere alla
zatore di sterzo. Il supporto creato è fis-
vera e propria fusione delle ruote.
sato direttamente sul lato del supporto
Una volta fuse, le ruote sono state inviate
ammortizzatore anteriore, già dotato di
al trattamento termico e successivamente
alcuni fori idonei, quindi senza la neces-
a David di LMS per la lavorazione finale.
sità di forare ulteriormente. Si tratta di un
Ecco, è così che ho fatto produrre le mie
lavoro molto preciso. Ora le ruote erano
ruote. E nel corso del tragitto ho imparato
state fabbricate e montate.
anche molte cose in fatto di ruote ferroviarie. Per esempio, il profilo delle ruote
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Dovevo solo trovare un luogo dove provarle.
AVANTI TUTTA
“La ferrovia Foxfield Light Railway è dotata della sezione più ripida di binari ad adesione di qualsiasi linea del Regno Unito”. Queste sono state le parole di uno dei presentatori del programma Full Steam Ahead della BBC. “Ecco”, ho detto a Julia, mia moglie. “Quello è il luogo per testare le ruote”. Mi sono tuffato nelle ricerche online del sito web di Foxfield per ottenere informazioni su come contattarli. Dopo un paio di telefonate ed e-mail riesco a parlare con l’uomo che fa al caso mio, Ron Whalley, colui che può tramutare tutto questo in realtà. Gli spiego cosa vorrei fare e, sorprendendomi, mi risponde: “Si”. Ci accordiamo per incontrarci l’ultimo venerdì di settembre.
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A N D Y L M Y
IL TEST DELLE RUOTE
Non avrei potuto scovare un posto migliore
Cambiare le ruote è un lavoro sempli-
per testare le ruote ferroviarie di Plimsoll.
ce ma pesante. Appoggio Plimsoll sul-
Da Ron ho saputo che la linea conserva-
le rotaie sommerse per metà alla fine di
ta di Foxfield è impiegata per testare tutti
un binario di sosta e metto un cuneo alle
i tipi di attrezzature ferroviarie moderne
ruote anteriori. Cambio prima quelle po-
da svariati produttori e utenti del settore;
steriori. Mentre abbasso la ruota, le flange
quindi non sono l’unico che utilizza la li-
si inseriscono perfettamente sulle rotaie.
nea per testare una propria idea. Ciò che
Quindi sollevo l’anteriore. Ho bisogno che
rende la linea di Foxfield così speciale è
entrambe le ruote siano alzate così da po-
l’inclinazione, 1 di 19 su un tragitto bre-
ter inserire la speciale barra di blocco del-
ve, nei pressi del villaggio di Dilhorne, fine
lo sterzo, girando prima tutto a sinistra,
della tratta. È qui che ci troviamo oggi.
quindi riportando lo sterzo al centro mentre la barra entra in sede. Ron e io controlliamo che le ruote anteriori siano perfettamente allineate con quelle posteriori, in posizione diritta, quindi stringiamo i dadi della barra di blocco. Abbasso le ruote anteriori sui binari. Plimsoll è bellissima. Mi siedo e spingo la manopola gialla in basso per selezionare la trazione a quattro ruote motrici high range, inserisco la retromarcia, rilascio il freno a mano e inizio la mia prima avventura su rotaia, all’indietro. Il test iniziale prevede di scoprire se le flange passano attraverso il centro preciso dei punti oppure si scontrano su un lato o sull’altro, causando probabilmente un deragliamento. Ho tolto le portiere e il portellone per migliorare la visibilità, consentendo a me e a Ron di osservare con attenzione le ruote. Procedo lentamente in retromarcia lungo un pendio moderato senza avere alcun controllo della direzione, e sembra molto strano dire una cosa del genere. Trattengo il respiro mentre attraversiamo gli scambi; le ruote “funzioneranno”? Gli scambi non causano alcun problema di sorta. Persino fermarsi è facile; una tale aderenza era completamente inaspettata. Ron è ancora prudente circa la capacità di Plimsoll di scalare Foxfield Bank, l’ostacolo che abbiamo di fronte a noi, quindi eseguo un paio di test per fermarci e ripartire così da vedere cosa succede. Va tutto bene.
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AVANTI VERSO L’ALTO
Avanziamo lungo la pendenza in seconda marcia, ancora in 4WD high range, ed è davvero facile. Ogni momento che passa, la nostra fiducia aumenta. Ci fermiamo persino a metà strada per vedere come se la cava Plimsoll con una partenza in salita: un gioco da ragazzi. Inizio appena a rilassarmi quando Ron mi informa che se perdessimo potenza e freni, ritornando quindi giù per la collina, potremmo toccare le 80 miglia orarie una volta finita la pendenza. “Grazie Ron”, rido. Persino nella sezione più ripida della collina, continuiamo ad avanzare senza alcun problema. Il delicato suono metallico è familiare per qualsiasi appassionato di treni rappresenta un’ulteriore esperienza entusiasmante; Plimsoll produce quasi il suono di un vagone ferroviario. Le ruote funzionano perfettamente e sto già pensando alla mia prossima avventura ferroviaria, mentre mi trovo a vivere questa. Desidero guidare sul Forth Rail Bridge, ma prima mi piacerebbe viaggiare sulla linea ferroviaria North Yorkshire Moors Railway, oltre a tante altre. Inizia a piovere. Senza alcun porta, ci inzuppiamo d’acqua. Cosa più preoccupante, anche i binari sono bagnati, e l’unico modo per tornare è in retromarcia, scendendo dall’enorme collina. Non mi sarei dovuto preoccupare, Plimsoll scende lungo la collina in totale sicurezza. Mentre ritorniamo al binario di sosta, continua a piovere e rimontiamo le ruote e gli pneumatici speciali OE. È stato fantastico. Sono davvero felice della prestazione delle ruote e di Plimsoll. Ci attende un tragitto di tre ore lungo la M50 e la M1 per tornare a casa.
È stata un’altra bellissima giornata di sogni tramutati in realtà, ma non è proprio questo che ci regala un’esperienza di guida su una Serie I? 45 43
R P H I
L E
↑
R O V E
MONTEVERDI DESIGN Testo e Foto ↓
Nel 1981 Monteverdi costruì un concept aggiungendo il proprio tocco di lusso. Il veicolo sopravvive ancora nel Regno Unito.
James Taylor
C’è un collegamento molto speciale tra la Range Rover Monteverdi e l’Italia. Anche se Monteverdi era il nome del carrozziere svizzero con cui Land Rover aveva stretto rapporti per la realizzazione di quest’auto, in realtà la carrozzeria della quattro porte fu costruita dalla Carrozzeria Fissore di Savigliano. Tuttavia, ci sono ancora alcuni misteri sulla storia di questa vettura, quindi, se qualcuno di voi ne sa di più vi prego di farcelo sapere! Originariamente Land Rover Ltd apparteneva al gruppo British Leyland e solo nel 1978 conquistò la propria autonomia gestionale. Mike Hodgkinson, il nuovo Amministratore Delegato, raccolse intorno a sé un gruppo di circa 20 top manager per sviluppare i programmi futuri della nuova società. Un passo importante fu quello di introdurre nel 1983 i nuovi modelli “coilsprung” 110” e 90”, ma altrettanto importante fu quello di sviluppare il modello di punta della società, la Range Rover. Nella prima metà degli anni 1970, era diventato evidente che gli acquirenti pretendevano di più dalla Rover Range di se↑
Foto tratte dalla prima brochure del 1980. La vernice verde metallizzata non era un optional previsto nel listino Range Rover, da notare le ruote verniciate di oro.
rie che la British Leyland stava offrendo. Diverse aziende aftermarket avevano realizzato Range Rover personalizzate. Non si trattava di veicoli destinati a servizi di emergenza ma di personalizzazioni per clienti che prediligevano il lusso e le pre-
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fosse posta sul mercato nel 1970 il mar-
il proprio marchio. Alcune storie afferma-
keting Land Rover richiese un modello a
no che Monteverdi avesse già sviluppato
quattro porte ed un modello sperimentale
una quattro porte ancora prima che Land
fu costruito nel 1972. Ma in British Leyland
Rover gli affidasse il progetto, questa vet-
non c’era denaro disponibile per metterlo
tura fu probabilmente venduta in Medio
in produzione. Nel 1974 Land Rover affidò
Oriente. Altri affermano che Monteverdi
un progetto di conversione a quattro porte
progettò la quattro porte autonomamen-
al carrozziere di Londra FLM Panelcraft.
te nella speranza che Land Rover gli af-
Seppure la conversione fu fatta abilmente,
fidasse l’esecuzione della conversione.
la linea della vettura non risultava molto
Non c’era alcun dubbio che il “concept” di
armoniosa ed il progetto non ebbe svilup-
Monteverdi fosse molto più ordinato e più
po. Mike Hodgkinson e il suo team, iden-
sofisticato rispetto alle altre conversioni
tificarono il progetto quattro porte Range
viste fino ad allora. Abilmente Monteverdi
Rover come priorità assoluta. Il diparti-
fece uso di componenti di produzioni già
mento di ingegneria, forse scoraggiato
esistenti alla British Leyland; questo fu
dopo tanto tempo senza un adeguato fi-
giudicato positivamente dalla Land Rover.
nanziamento per lo sviluppo del proget-
Gli accordi prevedevano che non appena
to, pensava che non fosse possibile crea-
la carrozzeria svizzera avesse raggiun-
re un modello quattro porte dal progetto
to un certo volume di produzione il mo-
esistente. Hodgkinson e il suo team, erano invece convinti di questa possibilità e de-
Questo è il primo badge montato su un veicolo pre-produzione.
struito un piccolo volume di supercars con
↑
stazioni. Ancora prima che la Range Rover
cisero di affidare un nuovo progetto fuori da Land Rover. I dettagli della storia sono un po’ confusi ma, in un modo o nell’altro, Land Rover si ritrovò a parlare con la Monteverdi Automobiles di Binningen in Svizzera. Monteverdi era una carrozzeria specializzata nella creazione di auto derivate da vetture di serie, migliorandone le prestazioni, il design e le personalizzazioni del lusso. La società aveva anche co-
47 45
L E R P H I R O V E 48 46
↑
Il prototipo pre-produzione in una foto scattata a Solihull nel 1980.
dello quattro porte sarebbe stato venduto
Arctic White. La società svizzera Monte-
attraverso la rete di rivenditori ufficiali
verdi aveva da tempo subappaltato il la-
Land Rover e doveva rappresentare il mo-
voro sulle carrozzerie all’italiano Fissore.
dello “top” dell’intera produzione Land
Qui infatti la Casa di Solihull consegnava
Rover. Nel frattempo Land Rover avrebbe
le Range Rover a due porte.
ulteriormente sviluppato il progetto della
Il tempo di produzione di ogni veicolo era
quattro porte autonomamente e l’accordo
di circa tre mesi e le vetture ritornavano
prevedeva che quando Land Rover avesse
a Solihull prima di essere consegnate ai
messo sul mercato la propria Range Rover
rivenditori. Sembra che quelle destinate
avrebbe pagato a Monteverdi una royalty
all’Europa e al Medio Oriente non pas-
su ogni vettura costruita per un periodo
sassero per Solihull ma venissero spedite
di cinque anni. Dopodichè i diritti di desi-
direttamente da Savigliano alla loro de-
gn sarebbero passati direttamente a Land
stinazione finale. La Range Rover Mon-
Rover. Furono quindi date disposizioni a
teverdi fu presentata al Salone di Ginevra
Monteverdi di approvvigionarsi di Ran-
nel marzo 1980 ed era immediatamente
ge Rover a due porte e di altri componenti
disponibile, anche se nel Regno Unito le
Leyland necessari alla realizzazione della
vendite iniziarono nel 1981. Le Range Ro-
conversione. Ad esempio le maniglie delle
ver Monteverdi avevano i colori della ver-
porte esterne erano quelle montate sul-
nice e gli interni fuori serie. Era previsto
le berline Morris Marina e Austin Allegro.
un cubby box tra i sedili anteriori e la tap-
Per quanto ne sappiamo, tutti i modelli a
pezzeria poteva essere sia in cuoio che in
due porte spedite a Monteverdi erano in
velluto (su richiesta); lo stesso materiale
↑
Più tardi le Range Rover Monteverdi avevano un distintivo più piccol0 e più ordinato.
era utilizzato sui pannelli personalizza-
l’interesse dei clienti verso la Range Rover
ti delle porte. La maggior parte montava
Monteverdi diminuì. Le ultime due porte
di serie l’aria condizionata. Una curiosità,
spedite a Fissore furono al marzo 1982, e
montava di serie gli specchietti retrovisori
gli ultimi tre modelli con la guida a de-
della italiana Vitaloni modello “Tornado”
stra passarono da Solihull nel gennaio del
e non quelli montati di fabbrica sulla due
1983. È tutt’altro che chiaro quante Ran-
porte. Monteverdi continuò a sviluppare
ge Rover Monteverdi siano state costrui-
la progettazione nel corso del 1981, an-
te. Sembra che inizialmente ci fossero due
nunciando un modello turbo nel marzo di
prototipi, uno con guida a sinistra e uno
quell’anno al Salone di Ginevra. Anche se
con guida a destra, entrambi costruiti nel
non è certo che questo modello fu poi co-
1979, per un totale approssimativo di circa
struito. Naturalmente quando il modello
150 veicoli costruiti ma da un documento
quattro porte fu costruito direttamente a
svizzero apparso pochi anni fa sembra che
Solihull e si rese disponibile sul mercato,
i modelli costruiti furono 167.
↑↑
Il rivestimento interno in pelle era standard, il rivestimento in velluto era offerto come opzione. Da notare il rivestimento delle portiere nella trama a pieghe.
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L E R P H I
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R O V E
La copertura del tachigrafo personalizzato da Monteverdi.
Il tallone d’Achille dei modelli Monteverdi: il passaruota posteriore sensibile alla corrosione.
↑
Il progetto si è evoluto durante la produzione. Nel corso della produzione furono montati due diverso loghi in metallo con la scritta Monteverdi e anche Land Rover sperimentò una versione del logo. Negli anni 1980-1981 la Range Rover Monteverdi veniva offerta con una propria gamma di colori mentre sui modelli costruiti nel corso del 1982 veniva utilizzata la cartella colori della gamma BMW della stagione 1981. Molto probabilmente ci furono anche degli ordini particolari per vetture di colore diverso. I cerchioni sui primi modelli erano in tinta con la carrozzeria, dal giugno 1980 potevano anche essere dipinti in oro. Oggi una Range Rover Monteverdi è una rarità. Punti critici della conversione sono i passaruota posteriori facilmente attaccabili dalla ruggine e di cui non esistono le parti di ricambio. Vi è comunque un notevole interesse per queste Range Rover molto speciali, esiste anche un proprio sito web www.rangerovermonteverdi.com.
James Taylor si occupa e scrive di Land Rover sin dagli anni 70, la sua pagina Roverphile è conosciuta in tutto il mondo per informazioni particolari che svelano i dettagli che sono stati trascurati in altri libri o articoli riguardanti le Land Rover. Ci racconterà tutto quello che ha scoperto sulle nostre amate old Landy’s e spera
Siete alla ricerca di una di queste auto? Controllate il numero di telaio, le prime iniziali devono essere RV1AA (RHD) o RV2AA (LHD) prima del numero di serie.
che anche voi abbiate storie o informazioni da condividere con lui, in modo da poter formare un vero e proprio archivio internazionale sulla Casa di Solihull per poi metterlo a disposizione di tutti coloro che seguono questo stile di vita. Potete scrivergli via e-mail tramite Land Italia Magazine all’indirizzo: landitalia@landitalia.eu
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N D I F B A R N
FINCHÉ C’È TEMPO... C’È SPERANZA Veramente la speranza l’avevo persa, poi... Testo e Foto ↓
Nell’immaginazione di ogni Land Rover
Paolo Turinetti
enthusiast c’è di sicuro l’ambizione di
Foto storiche ↓ Erwin
qualche modello da aggiungere alla propria collezione, una specie di Santo Graal, quello che per certo si sa che esiste, ma nella realtà difficilmente capita di possedere. Personalmente avevo provato diverse volte a trovare una Tempo, mi era stato offerto un “progetto” iniziato da uno dei massimi esperti tedeschi che poi ha abbandonato per motivi personali. Non me l’ero comunque sentita di affrontare un’impresa così grande, anche perché un conto è avere una macchina intera e restaurarla al meglio, un conto è un avere un mucchio di ferraglia, per di più di un modello costruito in forse duecento esem-
50
Erwin e la sua Tempo
↑ plari, senza dunque avere la possibilità
importanti, assolutamente no, dopo HUE
di trovare i pezzi di ricambio necessari al
ho giurato di non cacciarmi più in questo
completamento del restauro. Un amico in-
genere di cose. Un messaggio al vendito-
glese mi aveva mezzo promesso la sua, ma
re glielo si può sempre mandare, tanto per
sarebbe stata una storia lunga. Ne vende-
sentire, com’è, dov’è e se si può tratta-
vano forse una in Belgio ma poi non se ne
re. È solo nella bassa Baviera, un occhio a
era fatto nulla, dunque come si suol dire
Google Maps e: “passando dalla Svizzera
“me l’ero messa via!”.
sono meno di 500 km, neanche tanti, poi
Poi, come spesso accade, quando meno te
è vicino al Bodensee, il lago di Costanza,
l’aspetti arriva il messaggio da un amico,
bei paesini e bella l’atmosfera con quel-
in questo caso da un belga già possessore
le casette dallo stile mitteleuropeo che ci
di una Tempo, che sapendo della mia ri-
piacciono tanto. Sono due anni che non si
cerca, mi segnala un sito tedesco dove ne
fa più nessuna missione”. È sempre bel-
è apparsa una in vendita. Anche solo per
lo partire con il rimorchio ed andare a re-
curiosità un’occhiata per forza gliela do-
cuperare qualcosa di carino, Inghilterra,
vevo dare, ma ovviamente una volta vi-
Belgio, Olanda, perchè non la Germania?!
sta ho cominciato a pensarci su. No, non
L’inserzionista però non è il proprietario
voglio più affrontare imprese di restauro
della Tempo. Wolfgang (questo il nome
51
N D
saggio davvero da favola ed a metà mattina
I
amico Erwin, ormai anziano, vuole ven-
siamo da Erwin dove ovviamente troviamo
F
dere la sua adorata compagna di lavoro e
anche Wolfgang. Non sono ancora sceso
di svago ma non ha dimestichezza con il
dalla macchina che da dietro una legnaia si
computer così ha chiesto a lui di occupar-
apre un portone e la Tempo esce fuori con
sene. Dalle foto si vede che la macchina è
il suo orgoglioso proprietario alla guida.
vissuta, negli ultimi 42 anni è stata sem-
Erwin, 76 anni, un orecchino da giovanot-
pre dello stesso proprietario, lui la usava
to e vecchietto proprio per niente. Subito
per andare a far legna sulle colline della
nasce spontanea la simpatia, e con qual-
bassa Baviera, possiede una baita a 1500
che difficoltà cerco di ottenere un po’ di
metri nell’alto Allgau ed un grosso ap-
notizie sulla storia della macchina. Erwin
pezzamento di bosco, per cui tempo fa ha
mi da subito il libretto che è ancora quello
“radiato” la macchina per usarla esclusi-
civile originale.
vamente nella sua proprietà privata.
La Tempo è stata dismessa dalle guardie di
Allora, domande via mail, Wolfgang che
frontiera, il corpo della Bundesgrenzshutz
parla inglese, prende nota, riferisce e ri-
il 24 agosto del 1966, dunque è rimasta in
sponde. Ci scambiamo i numeri di tele-
servizio per undici anni. Di fianco alla data
fono, con WhatsApp si fa più velocemente
di dismissione, l’informazione che cerca-
e alla fine ci si mette d’accordo. Nel frat-
vo, la sua targa militare BG-20-240!
tempo è passato Natale è arrivato l’anno
Mi aiuterà molto nel restauro avere altre
nuovo e perché non approfittare dell’Epi-
macchine di riferimento, e fortuna vuole
fania? Alberghetto in riva al lago, 3 giorni
che ci siano foto della 238 e 239 dunque,
di viaggio/vacanza e il 6 mattina, con la
quasi la stessa. Prima di Erwin, altri cin-
mia “very understanding woman”, par-
que proprietari, uno di Hessen nel nord,
tiamo. Dopo 2 giorni di viaggio, relax ed
poi altri quattro tutti bavaresi. Dal 18 set-
un po’ di turismo (con un clima rigido che
tembre del 1974 è sempre stata sua. Quello
va dai meno 6 ai meno 14), la mattina del-
che salta subito all’occhio è che il parafan-
la domenica partiamo presto dai dintorni
go sinistro non è originale, non c’è il tipico
di Lindau, la notte ha “messo” un bel 15
cassettino che caratterizza tutte le Tempo.
cm di neve e ci aspettano circa settanta km
Erwin dice che l’aveva già comprata così.
di strade collinari. Comunque tutto bene,
Poi, un bel po’ di “rattoppi” rivettati e av-
strade innevate ma percorribili, un pae-
vitati qua e là. Pare che durante il lavoro
Il passaggio di consegne
B A R N
del referente) se ne occupa perché il suo
↑ 52
nei boschi capitasse di dare qualche col-
zo di solido e liscio alluminio” e il danno era bello che riparato! Il tocco di classe però è decisamente nella parte posteriore. Normalmente nelle 86 pollici al centro della paratia c’è una tanica per la benzina da 20 litri. Ora si può ben
↑
tro che attaccare un, parole sue, “bel pez-
Riscaldatore Bosh
pettino e lui per rimediare non facesse al-
capire perché la tanica e la paratia fissa fossero un bell’impiccio dovendo caricare del legno. Soluzione!? Facile, via la tanica, via un pezzo di paratia ed al suo posto ci mettiamo una bella portina di legno apribile ed il gioco è fatto! Mi fa impazzire quella portina! Vedendo il mio interesse per la storia e la reale passione verso la macchina, Erwin mi ha promesso che mi avrebbe mandato alcune foto di quando
smartphone in viaggio). Beh, dire della grande soddisfazione per questo ritrovamento penso sia superfluo. Certo bisogna proprio che questi “rottamoni” piacciano, di sicuro agli occhi dell’inesperto definire la Tempo un gran bel pezzo può sembrare eresia, ma è molto
↑
casa avevo già la mail (controllato sullo
Capstan winch originale
Precisione teutonica, prima di arrivare a
rara e noi siamo fatti così. Sono sicuro che molti di voi condivideranno se dico che è
Tipico cassettino sul parafango
stato proprio un bell’acquisto.
↑
Sul libretto originale la targa della BGS
usava la sua “compagna” su all’alpeggio.
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↑
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H I
S T O
R Y
LA CLASSIFICAZIONE DELLE LAND ROVER
S E R I E S M I L I TA R I
Le Land Rover Series impiegate dalle forze Testo ↓
armate britanniche, derivano nella mag-
Claudio Lencioni
gior parte dei casi dalle omologhe versioni civili. Fanno eccezione le Land Rover Half Ton e 101, che sono state progettate appositamente per impieghi militari e non sono mai state rese disponibili per l’utenza civile. Le forze armate inglesi hanno però denominato le Series secondo una propria classificazione (a volte poco chiara) che non coincide con quella civile. La classificazione militare è riportata sulla targhetta chiamata “Data Plate” di cui ogni veicolo è dotato. È bene precisare che le versioni militari, nonostante derivino dalle civili, hanno numerose differenze rispetto alle stesse, a cominciare dal telaio. Non è quindi possibile “militarizzare” una Land Rover civile. Vediamo di seguito qual è la corrispondenza tra la versione militare e quella civile.
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R Y S T O H I
LAND ROVER SERIE I CLASSIFICAZIONE MILITARE
CORRISPONDENTE VERSIONE CIVILE
Rover Mk1
Land Rover 80 SI 1595cc. (1948-51)
Rover Mk2
Land Rover 80 SI 1997cc. (1951-53)
CLASSIFICAZIONE MILITARE
CORRISPONDENTE VERSIONE CIVILE
Rover Mk3
Land Rover 86 SI 1997cc. (1953-56)
Rover Mk4
Land Rover 107/109 SI 1997cc. (1953-56)
→
Le Land Rover 107 sono state impiegate in pochissimi esemplari (si presume circa n°20 pezzi) e rientravano nella classe ¼ ton.
CLASSIFICAZIONE MILITARE Rover Mk5
CORRISPONDENTE VERSIONE CIVILE Land Rover 88 SI 1997cc. (1956-58)
LAND ROVER SERIE II CLASSIFICAZIONE MILITARE
CORRISPONDENTE VERSIONE CIVILE
Rover Mk6
Land Rover 88 SII 1997/2286cc. (1958-61)
Rover Mk7
Land Rover 109 SII 1997/2286cc. (1958-61)
LAND ROVER SERIE IIA E HALF TON Con l’introduzione in servizio della serie IIA, la classificazione militare cambia e i vari modelli non vengono più contraddistinti attraverso i numeri “Mk” ma viene semplicemente usata una classificazione composta da “Rover” + un numero.
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CLASSIFICAZIONE MILITARE Rover 8
→
CORRISPONDENTE VERSIONE CIVILE Land Rover 88 SIIA 2286cc. (1961-67)
Le varianti sono: GS 12V con positivo a terra o FFR 24V. In numero più limitato, esistevano anche le versioni CL (Commercial Logistic).Il suffisso /1 (es. Rover 8/1) indicava la presenza del differenziale ed i semiassi rinforzati. Il suffisso /2 (es. Rover 8/2) indicava che il veicolo usciva con differenziale e assali rinforzati come standard. Questi veicoli sono stati impiegati in quantità consistenti, anche nelle varie basi inglesi all’estero. In Italia sono presenti svariati esmplari, provenienti in larga parte dalle forze armate inglesi di stanza in Germania, denominate BAOR (British Army of the Rhine).
CLASSIFICAZIONE MILITARE Rover 9
→
CORRISPONDENTE VERSIONE CIVILE Land Rover 109 SIIA 2286cc. (1961-66)
Prefisso /1 o /2 per indicare la presenza di assali rinforzati.
57
R Y S T O H I
CLASSIFICAZIONE MILITARE Rover 10
→
CORRISPONDENTE VERSIONE CIVILE Land Rover 88 SIIA 2286cc. (1967-71)
Questa classificazione viene introdotta a seguito delle numerose migliorie introdotte sulle 88 SIIA a partire dal 1967.
CLASSIFICAZIONE MILITARE Rover 11
CORRISPONDENTE VERSIONE CIVILE Land Rover 109 SIIA (1967-71)
Questa classificazione viene introdotta a se→
guito delle numerose migliorie introdotte sulle 109 SIIA a partire dal 1967.
CLASSIFICAZIONE MILITARE Rover 1
NON ESISTE CORRISPONDENZA CIVILE Land Rover serie IIA Half Ton (Lightweight) 2286 cc. (1968-71)
→
58
Versioni GS 12V e FFR 24V
LAND ROVER SERIE III
CLASSIFICAZIONE MILITARE Rover Series 3
→
CORRISPONDENTE VERSIONE CIVILE Land Rover serie III 88 o 109
Le versioni 88 impiegate nelle forze armate britanniche sono state molto poche e di conseguenza è molto raro vederne qualcuna. Ciò è dovuto alla presenza in servizio delle Half Ton che erano più adatte agli impieghi militari e quindi preferite alle 88 SIII.
CLASSIFICAZIONE MILITARE
NON ESISTE CORRISPONDENZA CIVILE
Rover Series 3 Truck
Land Rover Series III Half Ton
Utility 1/2 Tonne
(Lightweight) 2286 cc. (1971-84)
Lo sviluppo ed i test di accettazione di ogni veicolo militare, sia cingolato che su ruote, era svolta sotto il controllo dell’FVRDE (Fighting Vehicles Research and Development Establishment), dal 1970 diventato MVEE (Military Vehicles and Engineer Establishment). Periodicamente, anche con scopi commerciali presso Chertsey, in Inghilterra, venivano organizzate delle presentazioni di tutti i veicoli militari prodotti dall’industria britannica. Gli stessi venivano censiti in appositi e ormai rarissimi volumetti. Le immagini di questo articolo sono tratte da questi volumi, e rappresentano la foto ufficiale delle varie Land Rover Series militari. Al momento dell’entrata in servizio, o durante il loro impiego, con la specifica classificazione militare. Le immagini sono integrate da alcune foto di Data Plate, recanti la specifica classificazione.
59
A I A N D L S I O C U R I
UN MONDO DI SERIES A partire dalla metà del 1958, come sapTesto ↓
piamo la Land Rover introdusse il nuovo
Paolo Turinetti
modello Series II. Com’era successo per la
Foto ↓ Paolo Turinetti
Series I, numerose “declinazioni” e destinazioni caratterizzarono la storia di questo modello. Qui di seguito potete leggere
Davide Gremmo
e vedere le immagini di tre storie diver-
Guy Houten
se per uso e destinazione, tre curiosità fra migliaia, della storia Land Rover. Come comune denominatore, l’essere parte della produzione iniziale quando il nome era Series II (dal 1961 in poi il modello venne denominato Series IIA).
60
land lover from kenya
L’occasione di poter conoscere questa
del parco stesso, con il vantaggio di poter
macchina mi è stata offerta da un italia-
“sfruttare” la possibilità di avere tutta la
no, più precisamente un torinese, Davide
fauna presente praticamente a portata di
Gremmo. Da molti anni la famiglia di Da-
mano. Oltre ai numerosi mezzi di trasporto
vide possedeva un grosso appezzamento
a disposizione, recentemente Davide non
di terreno in Kenya, circa 430 km quadrati
ha resistito alla tentazione di acquistare
ai confini con il parco Tsavo, che veniva
un Series II del 1958. La macchina è stata
utilizzato per safari fotografici “privati”.
da sempre in Kenya, ed è un 88 pollici con
Ad un certo punto Davide e la moglie, da
guida a destra, è stata in passato di tre di-
sempre innamorati dell’Africa, decise-
versi proprietari inglesi che la usavano per
ro di trasferirsi dall’Italia per dar vita ad
i safari e che la dotarono di un robusto bull
una struttura ricettiva facendo della loro
bar e di una botola sul tetto per l’osserva-
passione un lavoro. Fondarono dunque il
zione degli animali. Ha bisogno di qualche
Lualenyi Camp, un vero e proprio campo,
piccolo lavoro da fare, ma come si addice
con delle tende (dotate di tutti i comfort)
a una Land Rover, viene subitto messa “al
adibite a camere e con un annessa strut-
lavoro” nell’ambiente ideale per una vec-
tura ricettiva in muratura. La straordina-
chia signora inglese.
rietà del luogo è data dal trovarsi ai confini con il parco, ma tutto il terreno è privato,
Davide Gremmo - www.lualenyi.com
per cui non soggetto alle regole restrittive
Kenya wildlife service - Professional safari guide
61
Davvero curiosa questa series II del 1959. Appartiene oggi al collezionista olandese Guy Houten. In origine era uno dei mezzi appartenente alla Beschering Bevolking, la difesa civile olandese facente capo al ministero degli interni e preposta ad intervenire in caso di guerra, guerra nucleare o calamità naturali. Trattandosi di un’organizzazione volontaria, era soggetta a ricevere fondi statali per finanziare gli acquisti delle attrezzature necessarie, la Series II fu dunque acquistata come “command vehicle” e registrata civilmente SF 00 73. Negli anni a seguire il mezzo passò di mano diverse volte, fu dato in dotazione all’esercito ed al corpo dei pompieri, e fece parte di colonne mobili pronte ad intervenire in caso di necessità. Riguardo alla sua particolare carrozzeria, pare che all’epoca in Olanda ci fossero diversi “coach builder” che trasformavano i mezzi in base alle richieste dei clienti e non è ben chiaro il perché di questa strana conformazione. Durante il periodo in cui fu in forza ai pompieri, fu aggiunto un robusto verricello elettrico. La macchina è stata acquistata dall’attuale proprietario da un museo rurale in Frisia dove faceva parte di una collezione di “anticaglie” di vario genere. Non è in buonissime condizioni ma può essere un restauro che vale la pena di intraprendere data la particolarità dell’allestimento.
62
Land lover from Holland
Vista ad ottobre durante l’ultimo Land Rover Party a Les Comes, la Series II 88 San-
Land lover from spain!
tana telaio numero 203 è una delle prime prodotte dalla casa di Linares nel 1960. Recentemente è stata restaurata da un collezionista di Barcellona, che con orgoglio l’ha voluta lasciare in esposizione durante il week-end dedicato al mondo Land Rover. Un gran bel lavoro per una macchina dall’originalità eccezionale.
63
L T R A V E
LAND ROVER E AFRICA
66 64
VIAGGIO IN ALGERIA
Anche l’ultimo bullone che tiene il porta taniche sul portellone posteriore è stretto, sono le 18:00 di un giovedì del mese di marzo. Detto così sembra normale, un appassionato che gioca a fare modifiche/manutenzioni alla sua Land, invece il giorno dopo si parte per l’Algeria. Land Rover e Africa, qualunque enthusiast di Land Rover ha sognato di fare, almeno una volta nella vita, un viaggio con la propria Land in terra africana. I preparativi sono iniziati molto prima ma come al solito ci si riduce agli ultimi giorni, se non addirittura agli ultimi minuti. Comunque sia ormai si parte, la macchina è pronta, provviste ed attrezzature caricate, non resta che augurarmi buon viaggio e andare. Tanti mi hanno chiesto come ho fatto a spingermi così lontano con una macchina così “anziana”, la mia risposta è sempre la stessa: “Per affrontare un viaggio di questo tipo bisogna avere il 10% di organizzazione e il 90% di follia”. La follia è necessaria per affrontare 5500 chilometri in terra straniera con una Land di 37 anni. Chi possiede e guida queste macchine può capire cosa intendo. Il mio 88 non ha avuto necessità di grandi preparazioni. Un 88 terza serie diesel 3 supporti di banco, ori-
Testo e Foto ↓ Domenico Nieddu
ginale in ogni sua parte.
65
L T R A V E
Le uniche modifiche sono state dettate dalla necessità di allestire la macchina per un lungo viaggio, quindi tenda da tetto modello air camping, porta taniche nel portellone posteriore al posto della ruota di scorta, serbatoio supplementare sotto il sedile guidatore, quello previsto nelle versioni militari, e piccole altre aggiunte. La parte difficile è stata scegliere cosa portarmi, ed è qui che l’organizzazione gioca un ruolo fondamentale. Non avevo mai fatto un viaggio del genere e documentarmi sul web non faceva altro che aumentare i dubbi sulla riuscita o meno dell’impresa. Ho letto di viaggiatori che hanno rotto tutto quello che si poteva rompere, altri che hanno dovuto interrompere il viaggio per poter effettuare le riparazioni necessarie al rientro, altri ancora che hanno avuto problemi con dogane e quant’altro.Allora ho deciso di ragionare con la mia testa e il mio Land, quindi mi sono portato tutto. Sistemati bene o male all’interno dell’abitacolo avevo attrezzature e ricambi tali che le balestre e gli ammortizzatori ancora si lamentano. Tutti i Semiassi, un differenziale, due fogli di balestra singoli, testine di sterzo, cuscinetti e paraoli mozzi, 2 ammortizzatori, 2 gomme di scorta e 4 camere d’aria, guarnizioni varie (compre-
66
sa quella della testata), lampadine, mani-
il sacco a pelo e una sedia. Nel lato pas-
cotti radiatore, tubi freno in rame e tubi
seggero, visto che viaggiavo da solo, han-
gasolio in rislan, pasta per guarnizioni,
no trovato posto le provviste e tutto quel
mastice turafalle per serbatoi, albero tra-
che occorre per i campi nel deserto, for-
smissione completo, crociere di ricambio,
nellino da campeggio, piatti e posate, car-
pistoncini freni (uno per tipo) pompa fre-
ta ed asciugamani, caffettiera ecc. Senza
ni, pompe frizione (master e slave), nastro
dimenticare il kit di primo soccorso con
telato, nastro adesivo, silicone, grasso, fil
medicinali vari. Infine, tutto questo mi ha
di ferro, 5 litri di olio per motore, 5 litri
permesso di scaricare parte dell’ansia che
di olio trasmissione, 2 candelette ed infine
mi ha attanagliato durante il viaggio, sa-
2 iniettori. A questo è da aggiungere tutta
pere di essere pronto ad ogni evenienza mi
una serie di chiavi e attrezzi per ogni eve-
ha aiutato nei momenti di sconforto, che
nienza. All’interno della tenda da tetto ho
vi assicuro non sono mancati. Il viaggio è
messo gli abiti e la biancheria di ricambio,
stato organizzato da alcuni amici della Sicilia, che oltre ad essere validi compagni di avventura, hanno 20 anni di esperienza in viaggi africani. La meta finale è stato il parco nazionale Tassili N’Ajjer, nell’estremo sud dell’Algeria oltre la città di Djanet a circa 30 chilometri dal confine con il Niger e la Libia. Bellissimo posto anche dal punto di vista storico-naturalistico in quanto disseminato di siti archeologici di notevole importanza. Ho potuto ammirare dal vivo le pitture e i graffiti rupestri di 10.000 anni fa, che avevo visto solo nei libri o su Quark. Ancora oggi a distanza di qualche mese, riguardando le foto provo una sensazione che è difficile da spiegare, sono stati comunque 15 giorni fanta
67
L T R A V E 70 68
stici. I lunghi trasferimenti su strada (con
gasolio in tanica. Nessuna voglia di capire
i tappini nelle orecchie), le soste notturne
l’origine della perdita (da dove perde) e via
nel buio più totale del deserto del Sahara
verso sud. Il secondo problema riguarda la
con la piccola Land attrezzata per la notte,
temperatura dell’acqua. Durante il trasfe-
le chiacchiere al fuoco con la guida alge-
rimento stradale tra Hammamet e Tozeur
rina che parlava francese, l’immancabile
incontriamo un forte vento contrario che
rito del the, i guasti ed i problemi mec-
oltre a “sabbiare” tutta la parte anterio-
canici degli altri, sono tutti ricordi indi-
re della Land, ha messo alla prova la mia
menticabili che ancora mi accompagnano
macchina. Il passo era sostenuto, alme-
e lo faranno per molto tempo ancora. Al-
no per me, viaggiavo sempre alla velocità
meno fino al viaggio in Marocco che sto
massima con overdrive inserito e macchina
organizzando per il prossimo anno. Or-
caricata all’inverosimile. Ad un certo pun-
mai il bisogno di provare quelle sensazio-
to la lancetta comincia a spostarsi verso
ni è diventata una dipendenza, quindi via
il rosso, continuo la marcia con un occhio
verso nuove avventure. Alla fine di questo
alla strada ed uno alla lancetta, ma nien-
breve racconto, qualcuno si chiederà se io
te, sempre il segnale di temperatura alta.
non abbia avuto problemi o difficoltà con
Mi fermo, controllo il radiatore, aggiun-
il Land Rover, è quindi doveroso raccon-
go acqua, ma puntualmente butta fuori
tarvi anche questo. Il primo problema si è
dal troppo pieno del vaso di espansione e
verificato nel tratto di strada tra Tunisi e
continuo. Tutto il viaggio di andata con un
Hammamet, una grossa perdita di gasolio
ansia addosso che potete immaginare, poi
dal serbatoio supplementare, cominciamo
nel mezzo del deserto di Tassili la svol-
bene. Vuotato il serbatoio e trasferito il
ta. La lancetta della temperatura scende al
di sotto della N e comincia ad oscillare tra 0 ed N. Decreto finale, bulbo temperatura andato. Meglio così, occhio non vede cuore non duole, soprattutto a forza di viaggiare con un occhio sulla lancetta stavo diventando strabico. Terzo problema. La strumentazione di bordo comincia a mostrare i suoi 37 anni, il tachimetro mi abbandona, conteggio i Km utilizzando i cippi a bordo strada. Poco importante ma mi serviva per verificare la reale velocità, toccavo punte di 95 km orari ma cercavo di non tenerle più di tanto per risparmiare il motore, avevamo ancora tanta strada da fare. Ultimo problema, la spia dell’olio, anche lei aveva deciso di martellare la mia testa. Rimaneva accesa al minimo e più andavo avanti e più dovevo accelerare per farla spegnere. Provo ad aggiungere olio ma niente, provo a sostituirlo e ancora non si spegne. Durante una sosta in attesa della scorta, si viaggiava su strada sempre scortati dalla gendarmeria algerina, stacco il bulbo dell’olio e metto in moto. L’olio esce copiosamente, decreto: bulbo andato. Lo scollego e continuo il mio viaggio. A questo aggiungete l’interruttore della retromarcia e l’elenco dei guasti è concluso. Direi che posso ritenermi soddisfatto. Per onore di cronaca concludo che la macchina più moderna che faceva parte del gruppo di 7 fuoristrada, un J.P del 2014, ha avuto i problemi maggiori in quanto non digeriva il gasolio algerino e andava continuamente in recovery.
Alla prossima
69
P L E O P E
PARCO VALDERA AUTO D’EPOCA
DALL’IDEA AL PROGETTO DEFINITIVO
Era il 2013 quando Paolo Ceccanti, appasTesto ↓
sionato di Land Rover d’epoca e ns. socio,
Claudio Lencioni
ebbe l’idea della creazione di un parco te-
Foto ↓
matico dedicato al motorismo storico nel-
Paolo Ceccanti Claudio Lencioni
la Valdera. L’idea è nata dall’intuizione dell’importanza che nella società odierna riveste il coltivare una passione. Il mondo delle auto d’epoca conta in Italia centinaia di migliaia di appassionati che conservano un patrimonio storico di notevole interesse. Per poter passare da una semplice idea ad un progetto definitivo sono stati necessari tre anni di duro lavoro, ricerche, verifiche, incontri con i rappresentanti comunali, regionali ed i vari enti coinvolti nell’iter burocratico di approvazione di un progetto di tale livello. Oggi il progetto, anche grazie all’interessamento del Comune di Capannoli, è ormai una realtà e dobbiamo dire che è veramente un sogno per qualsiasi appassionato del motorismo storico. L’area individuata per la realizzazione del parco, ricade nella cittadina di Capannoli (molti dei partecipanti alla Parade 2014 se ne ricorderanno), in provincia di Pisa, nel cuore della Toscana. Il parco si estende per 13 ettari ed al suo interno sono previste strutture che ospiteranno una serie di attività all’insegna della condivisione e della passione dell’auto d’epoca.
70
71
P L E O P E
Una vera “mecca” per qualsiasi appas-
terrà ben stretto il suo parco” ma che que-
sionato di auto d’epoca e del loro mondo.
sto non significherà precludere collabora-
Le potenzialità del parco sono enormi e la
zioni con realtà anche molto distanti dal
struttura potrà generare importanti rica-
territorio, sul quale si spera di convogliare
dute per l’economia del territorio e di tut-
esperti del settore o semplici appassionati
ta la Toscana. Nonostante lo scetticismo
con evidenti ricadute per tutta l’area della
iniziale di alcuni, l’idea del Parco Valdera
Valdera. La stima di massima per i costi di
va avanti e l’8 febbraio scorso, presso Villa
realizzazione dell’intero complesso am-
Baciocchi, sede del Comune di Capanno-
montano a 10/12 milioni di euro. Una ci-
li, si è tenuta una conferenza stampa, alla
fra importante, ma che non ha scoraggiato
quale ha partecipato anche il primo citta-
la neonata cooperativa. Alessandro Pao-
dino di Capannoli - Arianna Cecchini, con
lini che si occupa della parte finanziaria,
cui è stato presentato il comitato esecutivo
spiega che attraverso il coinvolgimento di
da poco costituito nella forma di coope-
svariati investitori e un gruppo di banche
rativa. Il comitato esecutivo è formato da
locali (Banca Popolare di Lajatico di Ban-
esperti ed imprenditori, spesso già legati
ca di Pisa e Fornacette) conta di rendere il
al mondo del motorismo e si occuperà di
progetto molto attrattivo e finanziabile.
guidare il percorso del Parco Valdera fino a
Il comitato esecutivo ancora non è in gra-
compimento. Alla conferenza hanno par-
do di fornire date su un possibile inizio dei
tecipato tutti i membri della neonata so-
lavori, ma l’aria che si respirava durante
cietà: Marzio Rifiuti - Presidente, Paolo
la conferenza rendeva esplicita la grande
Ceccanti - Vicepresidente, Alessandro Pa-
passione e volontà con cui il gruppo sta
olini - Consigliere, i soci Ermanno de An-
lavorando e siamo convinti che i risultati
gelis, Marco Tarducci, Euro e Simone Fo-
concreti non si faranno attendere.
schi, Luca Montagnani ed Eugenio Leone. Il sindaco ha specificato che “Capannoli si 72
Il neonato comitato esecutivo con il sindaco di Capannoli
↑
IL TEAM DI PROGETTISTI CREATO DA PAOLO CECCANTI
Silvano Bagagli - Per. Ind. Edile Svolge attività di Project Manager in Italia e all’estero, con formazione professionale maturata alla SDA Bocconi di Milano per la gestione dei patrimoni immobiliari, e quella finanziaria presso alcune Banche d’Affari.
Alfredo Signorini - Architetto Svolge attività professionale nel settore del restauro di edifici monumentali e nella progettazione di edfici residenziali, con esperienze maturate in Italia, Russia, Siria e Francia.
Paolo Ceccanti - Architetto Svolge attività professionale di progettista con importanti esperienze maturate in Italia sia nel settore residenziale, commerciale, turistico-ricettivo e del restauro.
73
CHI È PAOLO CECCANTI Architetto, appassionato di auto storiche e collezionista di Land Rover. Nato a Pisa nel 1959 e laureatosi in Architettura a Firenze, Paolo decide di continuare l’attività del padre Viero Ceccanti, scomparso prematuramente nel 1990, nel cui studio di progettazione è cresciuto professionalmente. Il profondo rapporto avuto con il padre lo lega in modo particolare alla sua Land Rover, acquistata dal padre nel 1982 e con la quale ha condiviso particolari momenti di vita vissuta, come viaggi, escursioni e tanti momenti quotidiani. “Il particolare rapporto che mi lega a quest’auto è unico, non è una semplice scatola di latta, ma è per me una parte della mia vita.” dice Paolo “Mi ha accompagnato in tanti momenti, unici, ricordo il viaggio in Sardegna con mia moglie e mia figlia nel 1991. La vita è fatta di momenti unici ed indimenticabili e in molti di essi sono stato accompagnato dalla mia Series.”
74
“Ed è proprio per questa particolare affezione che ho verso questa auto, che mia figlia ha voluto, con mio indicibile piacere, essere accompagnata in chiesa il giorno del suo matrimonioâ€?
75
CARRUCOLA E FUORISTRADA COME SFRUTTARE LE FORZE IN MANIERA Testo ↓ Manuel Tentarelli
INTELLIGENTE
Foto ↓ Media Jaguar Land Rover
76
Prima o poi, per un motivo o per un altro,
Essa non è altro che un dispositivo costi-
capiterà a chiunque si cimenti nel fuori-
tuito da un disco che ruota attorno ad un
strada di rimanere bloccato nel percorrere
perno. Sulla circonferenza esterna del di-
un certo tratto di terreno e di dover ricor-
sco è presente una gola che ospita un fles-
rere ad ausili esterni per riuscire a tirar
sibile. Gli organi flessibili utilizzati nelle
fuori dall’impiccio il proprio veicolo. In
applicazioni meccaniche rientrano prin-
questi casi, oltre ad armarsi di pazienza, è
cipalmente in tre categorie: funi, catene,
bene procedere con prudenza e, soprattut-
cinghie (in questo articolo faremo riferi-
to, usare la testa.
mento solo a funi).
Nel momento in cui si deve recuperare un
In un’operazione di recupero, le carruco-
veicolo impossibilitato a muoversi, le forze
le possono essere utilizzate fondamental-
richieste possono essere elevate e difficili
mente per due motivi:
da applicare, pertanto occorre sfruttare al
- variare a proprio piacimento la direzione
meglio le forze disponibili. La carrucola è
della forza di tiro (fig. 1);
uno dei mezzi che possiamo utilizzare per
- ridurre l’entità della forza di tiro da ap-
assolvere tale scopo.
plicare.
MA QUALI SONO I PRINCIPI CHE REGOLANO IL FUNZIONAMENTO DI UNA CARRUCOLA?
Le resistenze interne al flessibile, invece, si generano all’atto della deformazione del flessibile stesso e danno luogo ad una
In molte spiegazioni meccaniche spesso si inizia con la frase “Ipotizziamo di trascurare le perdite bla bla bla…”: personalmente, per capire meglio l’argomento, preferisco partire prima dalla situazione generale e poi passare ai casi particolari. Quindi inizierò col parlare del sistema carrucola comprensivo di dissipazioni energetiche. Come tutti i sistemi meccanici reali, anche la carrucola presenta perdite meccaniche: ciò vuol dire che l’energia sviluppata risulta sempre inferiore a quella introdotta. Nel caso specifico abbiamo due fonti di perdite: l’attrito sul perno della puleggia e le resistenze interne al flessibile. L’attrito sul perno della puleggia dà luogo ad una coppia resistente stimabile, con buona approssimazione, con la seguente relazione:
perdita di energia sia in fase di piegatura, sia in fase di raddrizzamento. In poche parole, non tutta la forza che impieghiamo per deformare un flessibile va a curvare il flessibile: in parte essa viene utilizzata per vincere le resistenze interne. Per capire meglio il discorso andiamo per gradi e partiamo dal caso ideale, cioè senza attriti e resistenze (fig.2). Chiamiamo r il raggio della carrucola, P la forza di tiro, Q la forza resistente del carico e R la forza agente sul perno della carrucola (R non è altro che la sollecitazione esercitata sul punto in cui viene fissata la carrucola). Per capire in che rapporto stanno il tiro ed il carico, basta uguagliare la coppia esercitata dalla forza di tiro (P•r) e quella esercitata dalla resistenza del carico (Q•r) rispetto al perno della carrucola (fare riferimento alle formule di fig. 1).
forza a cui è soggetto il perno ← fig. 1
Cr • perno = f • R • rperno
raggio del perno coefficiente di attrito
77
Svolgendo qualche semplice passaggio
tiro a velocità costante, la coppia motrice
matematico si arriva alla seguente rela-
e la coppia resistente devono essere ugua-
zione:
T E
C A C N I
Infatti, in condizione di regime, cioè con
li. Per quanto sopra, otteniamo che P e Q sono uguali, quindi la forza di tiro che
P=
esercitiamo è identica alla forza resisten-
P
te opposta dal carico. Ora aggiungiamo le resistenze passive dovute al flessibile e rifacciamo lo stesso ragionamento. Mentre nel caso ideale i due rami della fune erano paralleli ed equidistanti r dal centro del perno, nel caso reale il flessibile si oppone al piegamento sia sul ramo di avvolgimento che su quello di svolgimento, quindi la situazione è come quella illustrata in fig. 3. Ciò comporta che il braccio rP a disposizione della forza di tiro P è inferiore al braccio rQ a disposizione della forza resistente Q. Dato che, a regime, la coppia motrice e quella resistente devono comunque risultare uguali, necessariamente la forza P da applicare deve essere maggiore della forza Q da vincere a causa della differenza tra i bracci di azione (proprio come evidenziato dalle relazioni di fig. 3). Abbiamo visto separatamente l’effetto dissipativo del perno e quello del flessibile, ora non ci resta che metterli insieme. Facciamo il bilancio dei momenti rispetto al centro del perno: momento resistente (dato dal carico Q)
momento dovuto all’attrito nel perno
Cm- Cr - Cr.fune- Cr.perno = 0
momento motore (dato dalla forza di tiro P)
momento dovuto alle resistenze nel flessibile
→ fig. 2
78
( r -f∙r
rQ+f∙rperno
→ fig. 3
perno
) ∙Q
Possiamo quindi scrivere:
P=k∙Q
nostro vantaggio. Per semplicità di trattazione, nei casi che seguono non introdurremo le perdite, perchè ciò che interessa d’ora in avanti è capire come vengono demoltiplicati gli sforzi. Ipotizziamo che il
coefficiente di perdita della carrucola
nostro veicolo, dotato di verricello frontale, sia rimasto bloccato in una pozza di fango e che vogliamo utilizzare il verricello per tirarlo fuori. Mediante i materiali che abbiamo provveduto a portare con noi (cinghie, grilli, funi, ecc.), sfruttiamo un albero per fissare l’estremità libera del cavo del verricello ed iniziamo la manovra di tiro (fig. 5). Nel caso ideale, lo sforzo a cui verrà sottoposto il verricello sarà semplicemente pari alla forza necessaria a muovere il veicolo. Tale forza, indicata
→ fig. 4
con Q, è la somma della resistenza dovuta all’eventuale pendenza e della resistenza
In genere, buone approssimazioni per il valore di k sono le seguenti: - k = 1,04 (per funi metalliche) - k = da 1,045 a 1,09 (per funi vegetali dai
di rotolamento (in cui facciamo confluire tutte le altre forze dovute all’interazione con il terreno che si oppongono al moto del veicolo).
piccoli ai grandi diametri) Il coefficiente k è maggiore dell’unità, quindi, come avevamo anticipato, la forza di tiro P da applicare è maggiore del carico Q a causa della presenza di forze dissipative. Finora abbiamo considerato il caso di una carrucola fissa, cioè con il supporto del perno assicurato ad un punto fisso. Proviamo invece a considerare il caso di una carrucola mobile, in cui il punto fisso è un’estremità del cavo, mentre il carico resistente è agganciato al supporto del perno (proprio come in fig. 4). Nel caso di carrucola mobile ideale abbiamo che alla forza resistente Q si oppongono sia la forza di tiro P, sia la forza di reazione R dell’estremità del cavo attaccata al punto fisso, pertanto il tiro ne-
→ fig. 5
cessario risulta essere pari alla metà del carico (l’altra metà la prende il punto di attacco fisso). Dopo aver fatto una panoramica sul funzionamento di una singola carrucola, andiamo a vedere come poter sfruttare combinazioni di più carrucole a
79
T E
C A C N I
COSA POSSIAMO DIRE INVECE SUGLI SPOSTAMENTI? Il veicolo procederà a marcia indietro ad una velocità pari alla metà della velocità di avvolgimento del verricello. Tale risultato può essere apprezzato più chiaramente osservando la fig. 9 (il sistema è equivalente a quello della figura precedente, con la differenza che ho allineato i rami di fune per renderlo più comprensibile). Lo schema mostra che facendo indietreggiare il veicolo della distanza AB, si verifica un accorciamento di entrambi i rami della puleggia fissata sul posteriore del veicolo. Questo significa che per uno spostamento a marcia indietro di valore AB, il verricello dovrà recuperare una lunghezza di cavo pari a due volte AB. Naturalmente, l’ultimo visto è un esempio particolare che, seppur
→ fig. 8
funzionante, ho utilizzato principalmente come caso di studio per mostrare le potenzialità d’impiego delle carrucole nel fuoristrada. Sul campo, infatti, si cerca di optare solitamente per sistemi di recupero
→ fig. 9
80
più semplici e speditivi.
ESPERIENZA e PROFESSIONALITA’
non si improvvisano, ma sono l’arrivo di un percorso lungo e appassionante.
Land Rover 109 - Series III
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81
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vuoi perché dal 2009 non perdiamo un’e-
Foto ↓
dizione, vuoi perché l’affluenza al nostro
Pierluigi Ducci
stand è sempre esagerata. Tanti i soci del
Paolo Turinetti
Registro Storico e gli appassionati della capitale Sabauda che sono passati a salutarci e quest’anno non sono rimasti delusi dalle auto esposte; Land Rover rare o forse è meglio dire uniche di alto collezionismo erano in mostra nel nostro stand. Nello specifico gli appassionati hanno potuto ammirare una Land Rover Minerva del 1953. La Minerva, costruita su licenza Land Rover dalla Minerva di Mortsel-An-
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versa, fu un veicolo utilizzato principalmente come veicolo per il trasporto truppe dell’esercito Belga ma non solo, fu anche un veicolo della polizia Fiamminga e servì numerose missione all’estero sotto diverse bandiere. La seconda auto esposta era una Land Rover Series One 86 pollici versione “Fire Engine” perfettamente conservata, il tachimetro segna solo 5100 miglia ed è una delle dieci Fire Engine, tra i 47 costruiti nel 1954 arrivati ai nostri giorni. Per finire, la terza auto è sicuramente più unica che rara, una Land Rover Tempo passo 86 pollici del 1955. La Land Rover Tempo era costruita dalla Vidal & Sohn di Amburgo, forniva il rolling chassis che comprendeva oltre il telaio ed i ponti, il motore, il gruppo di trasmissione, il bulkhead, il cofano motore e la griglia frontale. La Vidal & Sohn la “vestiva” completandola con i parafanghi, le porte e il cassone, queste parti erano costruiti in acciaio. 83
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Un bel week end quello trascorso a Torino tra veri appassionati ed amici e se poi si volevamo evadere qualche minuto dallo stand bastava fare un salto all’Automotoracing, il padiglione dedicato al tuning ed alle “alte prestazioni”, o raggiungere la pista esterna dell’Oval per provare qualche brivido guardando i piloti sfidarsi in varie specialità: drifting, derapate controllate e gare di velocità a cronometro. Concludendo possiamo affermare che il 35ˆ Automotoretrò è stata un’edizione davvero ricca ed emozionante, arrivederci al prossimo anno!
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STEFANO FASSONE INTERVISTA BEPPE GIANOGLIO TIRIAMO UN PO’ LE SOMME DI QUESTA 35ˆ EDIZIONE DI AUTOMOTORETRÒ, COSA GLI È RIMASTO PIÙ A CUORE?
COME LAND ROVER MI SEMBRA INTERESSANTE CHIEDERLE CHE RAPPORTO HA CON LE VETTURE 4X4?
Sicuramente la passione e la curiosità dei
In famiglia siamo sempre stati appassio-
visitatori che ogni anno scoprono per la
nati, utilizziamo sovente a Fiat Panda 4x4
prima volta pezzi che in realtà hanno fatto
in montagna e “giochiamo” in campagna
la storia dell’automobilismo, osservandoli
con una indistruttibile Series 109 del 1977.
con stupore e apprezzando questi gioielli che riusciamo a portare dentro la nostra fiera. Questo appuntamento è anche un momento per incontrare vecchi amici, con i quali da oltre 50 anni condivido la passione per i motori.
ANCHE QUESTA EDIZIONE È STATA UN SUCCESSO. QUALI SONO STATI I NUMERI?
LA 35ˆ EDIZIONE È FINITA E IMMAGINO CHE LEI STIA GIÀ PENSANDO ALLA PROSSIMA. QUAL È IL SUO OBIETTIVO PER LA 36ˆ EDIZIONE? L’obiettivo è quello di crescere ancora. Gli spazi del lingotto li abbiamo invasi completamente ma c’è sempre posto per il nuovo pubblico. Ci saranno importanti an-
Come succede da diversi anni, la manife-
niversari da celebrare e modelli eccezionali
stazione sta crescendo esponenzialmente,
da esporre. La mia età avanza ma lo spirito
con un incremento notevole di pubblico
è sempre lo stesso e voglio mantenere viva
per ogni edizione. Quest’anno sono venuti
questa passione e mettermi ogni anno in
a trovarci 65.000 persone. Ma un altro nu-
“pista” dando il meglio per portare avanti
mero rilevante è sicuramente quello degli
quella che ormai è diventata una tradizio-
espositori, 1200. Infatti, al fianco di auto
ne per la nostra città.
e motociclette ci sono restauratori e commercianti che ogni anno prendono parte alla manifestazione.
LEI È 35 ANNI CHE ORGANIZZA QUESTA MANIFESTAZIONE, QUINDI NON PUÒ ESSERE SOLO UNA QUESTIONE DI BUSINESS. COME NASCE QUESTA PASSIONE? La passione per le automobili è un qualcosa che mi appartiene da sempre, sin dall’infanzia. È stata la stessa passione a spingermi, con un briciolo di coraggio, ad organizzare una fiera di auto d’epoca…con emozione ed entusiasmo che oggi posso dire che AMR compie 35 anni.
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RÉTROMOBILE
È uno dei saloni d’auto d’epoca più prestiTesto e Foto ↓
giosi al mondo, appuntamento imperdibile
Sonja Vietto Ramus
per gli appassionati di vetture storiche. Da anni a fare da cornice a questa kermesse internazionale è l’Expo Porte de Versailles, il più grande parco esposizioni situato nel cuore di una capitale europea (venne creato nel 1923 per la Fiera di Parigi) che per 5 giorni - quest’anno dall’8 al 12 Febbraio - ospita splendidi esemplari a 2 e 4 ruote (ma anche a 3 e 6) che hanno fatto la storia dell’automobilismo mondiale in tutte le sue declinazioni, dal settore sportivo a quello extra lusso. “La storia dell’automobile è costellata di storie di uomini: sono loro che hanno fatto dell’auto ciò che è oggi e Rétromobile, attraverso le sue esposizioni annuali, vuole rendere omaggio proprio all’uomo – commenta François Melcion, direttore del salone francese – Un tributo a un’avvincente avventura da sempre legata al genio creativo e artistico di chi l’ha concepita e progettata”.
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In tre padiglioni dell’expo parigino, intenditori di marchi eccellenti assieme a collezionisti e semplici curiosi hanno potuto ammirare da vicino automobili da museo e i più fortunati persino portarsi a casa alcuni pezzi storici grazie a vendite all’asta (con una Dino Berlinetta del 1965 venduta a quasi 4 milioni e 400 mila Euro). Con le loro livree impeccabili una Delage D8 Figoni e una Peugeot Type 3 oltre che una delle 5 spiritose Voitures bouteilles Daimler TL30 hanno attirato l’attenzione di tanti gentleman driver così come la Delage 1500 Grand Prix azzurra e le più recenti Regine dei rallyes Gruppo B hanno infiammato gli animi degli sportivi. Ai flash dei fotografi e agli appassionati del più celebre agente segreto al mondo non è sfuggita l’Aston Martin DB5 del 1964 (guidata da Sean Connery nei film 007 Goldfinger e 007 Thunderball); a noi, con cuore a trazione integrale, lo stand Jaguar Land Rover Classic ha affascinato perché il marchio britannico è tornato a Rétromobile per promuovere, fra l’altro, le attività di restauro e di fabbricazione di accessori originali. Dall’anno scorso negli ateliers storici di Browns Lane per Jaguar e nelle nuove installazioni di Solihull per Land Rover, la divisione Classic del prestigioso brand ha riproposto come obbiettivo quello di ridonare lucentezza e splendore del primo giorno ai vecchi modelli, che si tratti di una Type E o di una Range Rover di prima generazione.
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N T S V E E
Land Rover in scala, dai piccoli 1:43 ricer-
L’appuntamento per il 2018 è dal 7 all’11
cati dai collezionisti di modellini sino a
Febbraio, sempre nella ville lumière.
quelli con carrozzeria in ABS e motore mo-
Le auto antiche hanno sempre un futuro.
nocilindrico a 4 tempi per i piloti in erba, hanno fatto bella mostra di sé fra i numerosi stand di questa edizione dell’Expo che ha riportato numeri straordinari: più di 500 veicoli esposti, 500 espositori, 120 clubs e 45 artisti riuniti nella “Galleria dell’Arte Automobilistica” affiancati da numerose animazioni esclusive. Qualche curiosità fra i padiglioni della 42ˆ edizione di Rétrombile? Gli ultimi due esemplari ormai ultra centenari dei primi blindati francesi (Schneider e Saint Chamond) impiegati sui campi di battaglia della Prima Guerra Mondiale; l’unico prototipo esistente di Chausson CHS, testimone dell’epoca industriale ritrovato in occasione di una vendita all’asta a Silverstone nel 2012; la coupé tre quarti di Louis Pasteur; la moto Perreaux del 1871 totalmente made in France; la monoposto 500 F2 più titolata della storia di casa Maranello con 14 vittorie su 15 partenze. E poi ancora la 4 ruote motrici Fardier alimentata da un bicilindrico Citroen raffreddato ad aria; la Renault 5 Turbo di Jean Ragnotti vincitrice al Tour de Corse nel 1982; la Cadillac serie 62 cabriolet del 1953 della rock star Johnny Hallyday.
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Un ringraziamento a Thello, giovane società nata come joint venture fra il gruppo Ferrovie dello Stato Italiano e Veolia Transport Rail SAS per la gestione del servizio di traporto ferroviario fra Italia e Francia. Per raggiungere la capitale francese è stata utilizzata la tratta EuroNight Venezia (Santa Lucia)-Parigi (Gare de Lyon). Per info su tratte (anche l’EuroCity Marsiglia-Milano) e tariffe www.thello.com.
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Rivista bimestrale dedicata agli appassionati di Land Rover Registrata presso il Tribunale di Pesaro n. 587r.s. del 12/04/2011. ISSN 2240-7979
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