Jag mag n.08

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numero

08

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News I-Pace e-Trophy

Anno II - Periodico Trimestrale - Euro 8,00

Games of Drones

Story

Cars

Auto fotocopia

Arden AJ 24 Jaguar XE

Zagato XK

D-Type Realm Engineering



la foto The New Jaguar E-Pace

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edito

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tile compatto e sportivo allo stesso tempo, sbalzo anteriore particolarmente corto, parafanghi muscolosi e grandi passaruota. Stiamo parlando della nuova E-Pace, il primo Suv compatto Jaguar lungo appena 4,39 metri con cui la casa di Coventry entra a piè pari nel segmento di mercato più in crescita, quello dei SUV e crossover compatti di lusso. La nuova E-Pace è una vettura dal carattere inconfondibile, una sportiva Jaguar per la vita di tutti i giorni tanto gratificante quanto pratica. Pur con dimensioni ridotte per una Jaguar, lo spazio è notevole sia a bordo che nella capacità di carico del bagagliaio, 577 litri dichiarati con cinque persone a bordo e può arrivare a 1.234 litri abbattendo lo schienale 60/40. Tra le tante particolarità tecniche della E-Pace c’è anche il sistema di trazione integrale Adaptive Drive, che provvede a disinserire l’albero di trasmissione per diminuire i consumi e a reinnestarlo in 300 ms; inoltre il differenziale posteriore è provvisto di due frizioni multidisco che ripartiscono attivamente la coppia tra le due ruote. I motori in gamma sono tutti 2 litri in alluminio della famiglia Ingenium: diesel da 150CV o 180CV o biturbo sequenziale da 240 cv mentre i benzina hanno 249CV o 300CV. La E-Pace è anche la prima Jaguar ad essere prodotta lontana dall’isola britannica, precisamente a Graz, presso gli impianti della Magna Steyr. Finalmente il marchio britannico corre verso una nuova stagione fatta di novità clamorose per la sua storia. Sono lontani i tempi all’insegna di sport e berlinone. L’E-Pace arriva contemporaneamente all’ingresso del marchio nella Formula E e al lancio della prima elettrica di Coventry, il crossover I-Pace. Il “futuro dinamico” di Jaguar è già presente.

Pierluigi Ducci

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sommario News 8 14 20 24 28 32 36 38 40

I-Pace e-Trophy Lonely Hearts Club. Palm Angels for Jaguar Game of Drones Record sul ghiaccio Visita a sorpresa Piquet Jr nel Team Panasonic Jaguar Racing I-Typo 2 al primo ePrix di Roma Jump Jaguar Protagonista ad Auto e Moto d’Epoca

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cars 44

Arden AJ24 Una compact dagli artigli ben affilati!

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Excellence 50

Notizie dalle eccellenze italiane

Place 54

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Golf Club Milano Uno dei piĂš antichi e prestigiosi Golf in Italia.

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JAG mag n. 08

Ottobre - Novembre - Dicembre 2017

Story 58

Auto fotocopia

cars 64 70

D-Type Realm Engineering XKSS di James Chen

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ICONS 78

La libertà di esprimersi. Auto, letteratura e moda ai tempi della Beat Generation.

cultura 88 92

Kandinsky → Cage Anghiari Il paese della battalia… e non solo.

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Story 82

Zagato XK

03 04 18 76

La foto: The New Jaguar E-Pace Edito La foto: Jaguar E-pace e Chris Labrooy La foto: Jaguar D-Type

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NEWS

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Jaguar Racing lancia il primo campionato mondiale riservato alle vetture elettriche di produzione. foto: Media Jaguar Land Rover

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I-PACE eTROPHY

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opo essere diventato il primo premium brand ad entrare in Formula E nel 2016, ora Jaguar lancia il primo campionato internazionale al mondo riservato alle auto elettriche di serie: il Jaguar I-PACE eTROPHY sarà un supporto al campionato FIA Formula E, che si svolgerà negli stessi weekend e nelle medesime città a partire dalla fine del 2018. Riservato esclusivamente alle Jaguar I-PACE eTROPHY da corsa, queste competizioni offriranno ai piloti del futuro la possibilità di mostrare il proprio talento, gareggiando sulla scena mondiale con vetture a zero emissioni. L’innovativo campionato farà anche da supporto al lancio della I-PACE, la rivoluzionaria sportiva Jaguar cinque posti interamente elettrica, che sarà commercializzata lo stesso anno. Sulla griglia di partenza ci saranno fino a 20 I-PACE da corsa, che si sfideranno sulle strade di 10 tra le più grandi città del mondo come Hong Kong, Parigi, San Paolo, New York e Roma, offrendo ai piloti la possibilità di diventare le star della Formula E del futuro. Il campionato si allinea alla decisione del governo britannico di vietare la vendita di automobili benzina e diesel a partire dal 2040. L’I-PACE eTROPHY ribadisce anche l’impegno di Jaguar Land Rover nel processo di elettrificazione dei propri veicoli, che dal 2020 prevedranno delle versioni alimentate elettricamente o tramite la tecnologia ibrida. Le vetture da corsa saranno costruite nel Regno Unito dalla divisione Jaguar Land Rover Special Vehicle Operations (SVO) nella contea di Warwickshire. Le auto saranno basate sulla I-PACE, la prima vettura Jaguar ad alimentazione elettrica, che sarà commercializzata alla fine del 2018.

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Il pacchetto “Arrive and Drive” sarà disponibile per un massimo di 20 piloti, compreso un VIP Driver diverso per ogni location.

Gerd Mäuser, Presidente di Jaguar Racing, ha detto: «Jaguar è tornata alle competizioni motoristiche nel 2016 con la mission “Race to Innovate”. Con il lancio del Jaguar I-PACE eTROPHY abbiamo rafforzato il nostro impegno nei confronti dei veicoli elettrici, delle gare internazionali e della Formula E. Come team britannico,


siamo orgogliosi di presentare oggi il primo campionato mondiale per veicoli elettrici di serie. Abbiamo sempre detto di voler testare le nostre tecnologie elettriche in pista, e questa iniziativa ne è la prova. Sono davvero ansioso di vedere una griglia di partenza composta solo da I-PACE alla fine del 2018, subito dopo il suo debutto sulle

strade europee. Questo innovativo campionato ci consentirà di migliorare i nostri futuri veicoli elettrici, a tutto vantaggio dei nostri clienti. La Formula E è cresciuta in modo esponenziale da quando siamo entrati in qualità di primo premium brand, in anticipo su Audi, MercedesBenz e Porsche. Il Jaguar I-PACE eTROPHY aumenterà

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A partire dal 2020, tutti i nuovi modelli Jaguar Land Rover avranno una versione elettrica

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lo spettacolo per i tifosi e sarà un trampolino di lancio per i giovani piloti verso la Formula E. Ci aspettiamo che il nostro campionato diventi un avvincente ed entusiasmante evento sportivo di livello internazionale». Alejandro Agag, fondatore e CEO della Formula E, ha detto: «Il marchio Jaguar è sempre stato il benvenuto in Formula E, rivelandosi un fantastico sostenitore delle gare cittadine con le vetture elettriche. Sono felice che, oltre alle competizioni della Formula E in cui gareggia il l team Panasonic Jaguar Racing, per la quinta stagione

il nostro programma quotidiano si arricchirà di nuove gare. Il Jaguar I-PACE eTROPHY aumenterà il livello d’intrattenimento per gli spettatori tra le due sessioni e sarà un ulteriore testimonianza dei progressi tecnologici e delle prestazioni raggiunte dai sistemi elettrici. Spero che Jaguar mi consentirà di portare la mia tuta e il mio casco da corsa e magari anche di impugnare il volante!». Le specifiche tecniche, il calendario delle gare e i costi del Jaguar I-PACE eTROPHY saranno disponibili nel 2018.

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NEWS

LONELY HEARTS CLUB

Palm Angels for Jaguar 14

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Jaguar e Palm Angels annunciano l’inizio di una partnership, lanciata in occasione della settimana della Moda di Milano. a cura di: Stefano Bendandi foto: Media Jaguar Land Rover

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aguar e Palm Angels, marchio italiano ispirato alle subculture americane, hanno annunciato l’inizio di una partnership in occasione della settimana della moda di Milano. Per l’anteprima italiana della E-Pace, il SUV compatto ad alte prestazioni di Jaguar, i due brand hanno realizzato LONELY HEARTS CLUB Palm Angels for Jaguar, un secret club dal concept innovativo, che è stato aperto dal 20 al 22 settembre per tre one night con ospiti e DJ internazionali. Jaguar ha scelto Palm Angels per una nuova e inattesa collaborazione, che rispecchia il percorso evolutivo del brand da sempre alla ricerca dell’avanguardia. La creatività outsider e anticonformista di Francesco Ragazzi, Direttore Creativo di Palm Angels, ha trasformato il club in uno spazio dall’estetica urbana e che si ispira alle luci della nightlife californiana. Neon, reti metalliche, atmosfere dark e una policy “members only”, per offrire una nuova energia creativa tra hip hop, R’n’B e musica elettronica.

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Tra gli ospiti del Lonely Hearts Club Palm Angels for Jaguar, il rapper americano Playboi Carti, il duo di dj svedesi Axwell /\ Ingrosso in un back to back con Virgil Abloh, Direttore Creativo di Off-White, e i dj inglesi Siobhan Bell e Benji B. Per l’intera settimana della moda e in anteprima nazionale, la nuova Jaguar E-Pace, è stata esposta in largo La Foppa con un’installazione ispirata agli interni del LONELY HEARTS CLUB Palm Angels for Jaguar. «Sono orgoglioso di annunciare la collaborazione tra Jaguar e Palm Angels, un brand davvero interessante, capace di esprimere grande energia attraverso il suo stile unico ed audace ed in grado di comunicare trasversalmente,

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ai giovani, ma non solo, in modo non convenzionale. – commenta Daniele Maver, Presidente Jaguar Land Rover Italia – Jaguar prosegue in un percorso evolutivo, sia di contenuti che di comunicazione, che sempre più avvicina il brand ad un target contemporaneo, dinamico e sempre più connesso. Non è un caso, dunque, che questa nuova partnership coincida con l’anteprima italiana della nuova E-Pace, la sportiva dallo stile inconfondibile, pensata per un pubblico dinamico che vuole distinguersi in fatto di stile, senza rinunciare a design e performance». «Sono felice di essere riuscito a portare il LONELY HEARTS CLUB qui a Milano, dopo il successo di Tokyo, e di averlo realizzato in partnership con


PALM ANGELS Art director formato in comunicazione e fotografo con un diploma di master conseguito presso la School of Visual Arts di New York, il milanese Francesco Ragazzi ha iniziato Palm Angels nel 2011 come ricerca fotografica sulla cultura skater di Los Angeles. Il progetto si è evoluto in un libro pubblicato da Rizzoli nel 2014, quindi in una linea di abbigliamento nel 2015. Palm Angels nasce da uno sguardo italiano sulla cultura e le subculture americane. Mescola l’apprezzamento per i codici sartoriali e il gusto per il tessuto con una propensione per l’uso dell’abbigliamento come segno di identità e significante culturale. Palm Angels è essenzialmente una visione, con dietro un essere umano in carne e ossa.

Daniele Maver con Francesco Ragazzi di Palm Angels.

Jaguar. Il LONELY HEARTS CLUB Palm Angels for Jaguar ricrea un crossover di musica, cultura e energie diverse, così come la collaborazione con Palm Angels e Jaguar cerca di fondere lo spirito dei due marchi apparentemente differenti, ma caratterizzati da forte personalità e innovazione» afferma Francesco Ragazzi, Direttore Creativo di Palm Angels. La collaborazione creativa tra Jaguar e Palm Angels proseguirà nel 2018 in occasione degli appuntamenti della Moda Donna e Uomo, con la presentazione delle collezioni di Francesco Ragazzi, Ambassador italiano di Jaguar.

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la foto Ispirato al carattere giocoso della Jaguar E-PACE, l’artista digitale Chris Labrooy l’ha inserita in una serie di immagini della “realtà deformata” per celebrare il suo lancio in Nord America.

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NEWS

GAME OF DRONES LA JAGUAR XJL PROTAGONISTA DI UNA SPECIALE GARA DI VOLO foto: Media Jaguar Land Rover

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er dimostrare la spaziosità e il lusso raffinato della berlina XJ a passo lungo, Jaguar ha organizzato a Londra una speciale gara di droni. Guidati da piloti professionisti, questi droni performanti hanno volato attraverso tre vetture su uno speciale percorso presso l’Alexandra Palace di Londra, costituito da 13 passaggi che riproducono la sagoma della porta posteriore della XJL. Raggiungendo una velocità di quasi 100 km/h, i droni hanno attraversato queste 13 aperture che, per richiamare le illuminazioni del lussuoso abitacolo della vettura, sono state illuminate nei colori Phosphor Blue e Red.

«Sono anni che partecipo a competizioni con i droni, ma questa gara è stata davvero unica nel suo genere. Il percorso è stato una grande prova da superare e l’aver raggiunto simili velocità dimostra la spaziosità che offrono le porte della XJL. Nonostante volassero all’interno dell’abitacolo, abbiamo spinto i nostri velivoli alla loro massima velocità». Brett Collis, pilota di droni La facilità con cui i droni hanno volato attraverso l’abitacolo della Jaguar XJL è frutto dei quasi 13 centimetri di spazio supplementare riservato alle gambe, rispetto alla XJ di serie. Adatta a coloro che desiderano il massimo comfort in movimento, la XJL vanta una ricercata abitabilità

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interna ed una elevata sportività su strada. Tutto questo grazie ad alcune esclusive dotazioni come i sedili reclinabili in stile aereo con funzione massaggiante, un maggior spazio riservato alla testa, i tavolini richiudibili e le sospensioni appositamente tarate per un miglior comfort di viaggio. La XJL è equipaggiata con motori 3,0 litri V6 sia

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diesel e sia benzina, rispettivamente da 300 e 340 CV, oltre al propulsore 5,0 litri V8 benzina da 510 CV. Queste performanti unità offrono il massimo delle prestazioni, consentendo di godersi comodamente il viaggio all’interno dell’abitacolo. La XJL offre nuovi livelli di connettività e una rilassante esperienza di guida grazie ai fari interamente a LED, alla trazione integrale, a l’All Surface Progress Control (ASPC) e all’ultima generazione del sistema d’infotainment Touch Pro. «La qualità e il comfort sono da sempre il nostro primo obiettivo e questo è valido soprattutto per la Jaguar XJL. Il passo lungo ci ha dato lo spazio necessario per offrire ai passeggeri un’esperienza davvero unica. Certo, non l’abbiamo progettata pensando ad una gara di droni, ma sicuramente è un modo divertente per mostrare l’ambiente spazioso che abbiamo creato». Ian Callum, Jaguar Director of Design


I piloti dei droni comandavano i loro velivoli seduti nella parte posteriore della nuova XJR575, la versione ad alte prestazioni della XJ, che eroga una potenza di 575 CV e accelera fino a 100 km/h in soli 4,4 secondi. Il propulsore 5,0 litri V8 sovralimentato sprigiona 700 Nm di coppia e offre un’accelerazione lineare a tutti i regimi. La vettura è disponibile con due esclusive colorazioni esterne, Velocity Blue e Satin Corris Grey, sviluppate dalla divisione Special Vehicle Operations, che per migliorare le prestazioni dell’auto ha anche inserito uno spoiler posteriore, nuovi sottoporta laterali, paraurti anteriori e prese d’aria inferiori con inserti in nero lucido. Il nuovo badge e la doppia presa d’aria del cofano della XJR575 contraddistinguono la vettura dal resto della gamma, così come i cerchi Farallon da 20 pollici in nero lucido con pinze dei freni in colore rosso. Le piastrine personalizzate e i sedili con rivestimento trapuntato a rombi conferiscono il tocco finale agli interni della XJR575.

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NEWS

record sul ghiaccio

foto: Media Jaguar Land Rover

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Jaguar e l’ex Campione Olimpico Graham Bell hanno stabilito un nuovo GUINNESS WORLD RECORDS per la massima velocità di traino raggiunta sugli sci.

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raham Bell, ex Campione Olimpico di sci britannico, ha stabilito un nuovo GUINNESS WORLD RECORDS per la massima velocità di traino raggiunta sugli sci, ottenuta grazie al contributo della nuova Jaguar XF Sportbrake. Dopo un paio di tentativi è stato subito evidente che Graham e la XF Sportbrake avrebbero vinto la sfida. Graham ha infranto l’obiettivo stabilito dal GUINNESS WORLD RECORDS di oltre 76 km/h, raggiungendo una velocità media di 189,07 km/h presso il Revi Test Centre di Jaguar Land Rover in Svezia, nel Circolo Polare Artico. Per stabilire il nuovo GUINNESS WORLD RECORDS, Graham doveva raggiungere una velocità media di oltre 112,65 km/h sui suoi sci, trainato dalla XF Sportbrake. La temperatura esterna di -28° ha messo a dura prova i limiti fisici dello sciatore così come le prestazioni della vettura stessa.

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«Sono veramente orgoglioso di aver raggiunto questo nuovo GUINNESS WORLD RECORDS, ma non sarebbe stato possibile senza il lavoro e l’incessante supporto degli ingegneri Jaguar. Il comportamento della XF Sportbrake è stato esemplare, consentendomi non solo di superare l’obiettivo stabilito ma di infrangerlo con un grande margine!». Graham Bell

La XF Sportbrake è stata la vettura perfetta per vincere questa sfida. Le innate qualità della trazione integrale offrono la massima sicurezza in ogni condizione climatica, mentre l’Adaptive Surface Response (AdSR) e l’All Surface Progress Control aiutano il guidatore nella gestione dell’auto in condizioni di

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scarsa aderenza. Grazie al suo propulsore 3,0 litri V6 benzina sovralimentato da 380 CV che le consente di accelerare fino a 100 km/h in soli 5,3 secondi, la XF Sportbrake ha raggiunto senza particolari difficoltà quelle velocità che hanno permesso a Graham di infrangere il record.


«La XF Sportbrake si basa sul successo della berlina e dispone di tutte quelle tecnologie, come l’avanzata trazione integrale (AWD) e l’architettura in alluminio, che hanno reso la XF una vettura pluripremiata. La superba guidabilità, l’eccellente trazione e la grande stabilità alle velocità più elevate le hanno consentito di essere la scelta perfetta per vincere questa sfida». Nick Collins Jaguar XF Vehicle Line Director

Una serie di avanzate tecnologie telaistiche consentono alla nuova Jaguar XF Sportbrake di essere un’accattivante alternativa nel segmento di appartenenza. La sua rinomata architettura, con l’aggiunta

di tecnologie adattive e funzioni intelligenti, assicura un’eccellente praticità abbinata ad un equilibrio e ad una sportività tipicamente Jaguar. In linea con il suo rinomato design, la XF Sportbrake offre una serie di accessori, come ad esempio i porta-sci e i porta-snowboard (4 paia di sci o due tavole), perfetti per i viaggi più avventurosi. Il Revi Test Centre ospita il centro prove estreme di Jaguar Land Rover e la Jaguar Experience Ice Academy, il luogo ideale per provare quell’eccitante sensazione di testare sul ghiaccio gli ultimi modelli Jaguar e Land Rover. Sotto la guida di esperti istruttori, le competenze dei partecipanti arriveranno ad un livello completamente nuovo.

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visita a sorpresa Il Football manager Mourinho si è unito a sorpresa agli operai Jaguar lavorando insieme a loro nella linea di produzione

foto: Media Jaguar Land Rover

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osé Mourinho ha visitato a sorpresa lo stabilimento Jaguar Land Rover di Solihull, per osservare da vicino la costruzione della sua nuova auto, la 100.000ma Jaguar F-PACE. Mourinho ha indossato l’apposita tuta da lavoro e si è recato direttamente nell’area di produzione per supervisionare la costruzione della sua vettura, aiutando gli operai lungo tutta la linea di produzione.

«Visitare lo stabilimento Jaguar e vedere tutte le vetture, la tecnologia e il duro lavoro necessario per costruire una vettura così bella è stata una straordinaria esperienza. Faccio parte del mondo Jaguar da diversi anni. Nel 2014 sono stato il primo cliente britannico a ricevere la F-Type Coupé ed ora diventare il 100.000mo proprietario della Jaguar F-PACE è qualcosa di davvero unico». José Mourinho

Dopo il suo arrivo nello stabilimento, José ha parlato a lungo con i dipendenti, motivandoli e stimolandoli nel mettere sempre il massimo orgoglio e passione nel loro lavoro e nei prodotti che costruiscono quotidianamente per i clienti. La F-PACE è la Jaguar venduta più velocemente di sempre e il modello Jaguar che più velocemente ha raggiunto le 100 mila unità.

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«È fantastico avere uno dei più importanti tecnici calcistici tra i clienti della F-PACE, un SUV che è stato votato come la vettura migliore e più bella del mondo dalla giuria del premio World Car of the Year 2017. Proprio come José Mourinho, la F-PACE rappresenta il massimo in termini di personalità e prestazioni al top». Ian Callum

Nel 2016, Mourinho ha avuto modo di provare la Jaguar F-PACE in un test drive altamente impegnativo nel Circolo Polare Artico, in cui ha dimostrato tutte le sue abilità di pilota guidando al massimo della velocità su un lago ghiacciato di 60 km nel centro prove Jaguar ad Arjeplog, in Svezia.

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NELSON PIQUET JR nel TEAM PANASONIC JAGUAR RACING 32

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urante un evento live che si è svolto ieri presso il Jaguar Design Centre, il Panasonic Jaguar Racing team ha annunciato l’ingaggio di Nelson Piquet Jr come nuovo pilota del Campionato di FIA Formula E. Piquet si unirà agli altri due piloti del team Panasonic Jaguar Racing, Mitch Evans e Ho-Pin Tung, in vista della seconda stagione nella FIA Formula E. L’arrivo del campione in carica rafforzerà notevolmente il potenziale del team, che il prossimo mese inizierà a Valencia i test ufficiali di preparazione per la nuova stagione.

«Per me è un grande onore entrare a far parte del team Panasonic Jaguar Racing. Jaguar vanta una grande tradizione nelle corse motoristiche e questo è un momento molto emozionante per diventare parte integrante della squadra. L’impegno profuso dal brand nelle competizioni con le auto elettriche è molto stimolante e non vedo l’ora di iniziare a lavorare con il team». Nelson Piquet Jr

«Dopo una grande stagione è davvero fantastico essere ancora qui con il team Panasonic Jaguar Racing. Stiamo andando nella giusta direzione e non vedo l’ora che arrivi la prima gara ad Hong Kong». Mitch Evans

L’annuncio è stato fatto all’evento live Jaguar RE:CHARGE insieme al reveal della nuova vettura da gara, in cui erano presenti anche Ho-Pin Tung, pilota di riserva e vincitore della 24 Ore di Le Mans nella categoria LMP2, Amanda Stretton e George Lamb. Con una nuova livera e molteplici aggiornamenti tecnici, la Jaguar I-TYPE 2 inizia un nuovo ciclo evolutivo della campagna #RaceToInnovate.

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La presentazione della Jaguar I-TYPE 2 avviene nove giorni dopo l’annuncio da parte di Jaguar Racing dell’I-PACE eTROPHY, il primo campionato al mondo riservato alle auto elettriche di serie. Questo nuovo trofeo farà da supporto alla FIA Formula E e partirà alla fine del 2018, rafforzando l’impegno di Jaguar nello sviluppo di vetture premium ad alimentazione elettrica. Dopo l’annuncio dell’accordo con GKN in qualità di Official Partner avvenuto la scorsa settimana, la squadra è stata lieta di dare il benvenuto come Official Team Partner anche a Viessmann, azienda leader nella produzione di sistemi energetici e di raffreddamento a livello industriale, che nella nuova stagione contribuirà allo sviluppo tecnologico e prestazionale del team.

«Siamo veramente entusiasti di avere con noi Nelson per il nuovo campionato. Mitch è stato una delle novità della passata stagione, con alcune grandi prove durante le qualificazioni e le gare. Con i nostri nuovi piloti vogliamo essere dei rivali ancora più agguerriti e competere regolarmente per la zona punti. Abbiamo imparato molto dalla passata stagione e in tutto questo tempo il team ha lavorato duramente, concentrandosi sullo sviluppo della nuova Jaguar I-TYPE 2. Siamo anche lieti di accogliere GKN e Viessmann nella famiglia Panasonic Jaguar Racing. Per migliorare le prestazioni abbiamo bisogno solo dei migliori partner e per questo siamo entusiasti di avere con noi questi due brand, che sono dei leader assoluti nei rispettivi settori di competenza». James Barclay Team Director di Panasonic Jaguar Racing,

peso, l’equilibrio e l’efficienza. Abbiamo apportato alcuni cambiamenti anche al nostro staff, tra cui la nomina di Phil Charles come Racing Technical Manager. Siamo tutti in attesa dei prossimi test di Valencia, dove potremo avere le prime indicazioni circa i progressi effettuati nei confronti degli altri team, prima del debutto della Jaguar I-TYPE 2 ad Hong Kong il prossimo dicembre.” Craig Wilson Race Director di Panasonic Jaguar Racing

, ha detto: «Sapevamo che ci sarebbe stato molto da imparare dalla nostra prima stagione di gare. I dati e le informazioni raccolte sono state estremamente utili per lo sviluppo della Jaguar I-TYPE 2, migliorandone il

«Il mondo sta subendo un grande cambiamento, ci stiamo lasciando alle spalle l’era del petrolio a favore dell’era dell’elettrificazione. La nostra partnership con Panasonic Jaguar Racing è la soluzione ideale per dare vita a questo

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cambio di rotta e mostrare il nostro impegno condiviso in sostenibilità, tecnologia e innovazione. Siamo entusiasti di essere parte di questa evoluzione e siamo già proiettati verso la prossima stagione». Maximilian Viessmann membro del CdA di Viessmann

In linea con l’ambizione Jaguar di portare innovazione dentro e fuori la pista, l’evento live RE:CHARGE di oggi è il primo di una serie di spettacoli che si svolgeranno durante tutta la stagione, finalizzati a far crescere il numero di appassionati e ad attirare una nuova generazione di fan verso questo sport.

«Come leader mondiale negli avanzati sistemi di trasmissione, nelle strutture leggere e nei sistemi di elettrificazione state-of-the-art,GKN è orgogliosa di unirsi a Panasonic Jaguar Racing nella loro missione di innovare il mondo. Non vediamo l’ora che arrivi la gara di Hong Kong». Phil Wash CEO di GKN Driveline

Panasonic Jaguar Racing continuerà la sua pioneristica partnership con Gorillaz per stimolare le nuove generazioni verso le discipline STEM (Science, Technology, Engineering and Maths). All’inizio di questo mese, Jaguar Land Rover ha assunto il primo ingegnere attraverso la sfida di codifica lanciata sull’App Gorillaz.

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I-TYPE 2 aL PRIMO EPRIX DI ROMA 36

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La monoposto elettrica del team Panasonic Jaguar Racing parteciperà alla tappa di aprile 2018 del Campionato FIA Formula E, che arriva per la prima volta in Italia.

È

stata annunciata a Roma, alla presenza della Sindaca Virginia Raggi e di Alejandro Agag, CEO della Formula E, la tappa italiana del Campionato FIA Formula E che vedrà fra le grandi protagoniste Jaguar I-TYPE 2, pilotata dal team Jaguar Panasonic Racing. Il primo ePrix di Roma, in programma sabato 14 aprile 2018, sarà l’occasione per veder gareggiare Nelson Piquet Jr, nuovo acquisto del team, che accanto a Mitch Evans e alla riserva Ho-Pin Tung, lotterà per la vittoria durante la nuova e attesa stagione del campionato. Per rendere omaggio all’evento di presentazione, Nelson Piquet Jr, alla guida della monoposto elettrica

di Jaguar, ha attraversato la città, da piazza del Campidoglio fino ai Fori Imperiali e al Colosseo per giungere alla celebre Nuvola – Roma Convention Center, in un suggestivo percorso fra antico e moderno per esaltare gli affascinanti contrasti della capitale. Jaguar è tornata alle competizioni nell’ottobre del 2016, diventando il primo Premium brand a partecipare alle gare stradali del Campionato FIA Formula E riservato a vetture completamente elettriche. L’ePrix di Roma sarà una tappa fondamentale per Jaguar e il team Jaguar Panasonic Racing entusiasmerà il pubblico italiano, avvicinandolo al mondo dell’elettrico attraverso il fascino e il divertimento della competizione.

«Siamo molto contenti che Roma sia entrata a far parte del circuito dell’elettrico e crediamo di poter sicuramente raggiungere risultati importanti, grazie a Jaguar I-TYPE 2 e ai piloti del team Panasonic Jaguar Racing». Daniele Maver Presidente di Jaguar Land Rover Italia

Daniele Maver e Nelson Piquet JR.

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NEWS

jump! Nasce JUMP! Il prodotto finanziario Jaguar Land Rover per un puro piacere di guida.

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aguar Land Rover sta lanciando in questi giorni JUMP! per proporre un nuovo modo di guidare una vettura della Casa Britannica, una soluzione di acquisto moderna, con un canone mensile estremamente conveniente, che permette di mettersi a bordo della vettura senza alcuna preoccupazione, stimolati solo dalla passione di guida. Si tratta di un leasing a 36 o 48 mesi, dedicato alle Aziende ed ai Privati con un canone mensile completo dei servizi più importanti per poter fornire a tutti i clienti una soluzione straordinariamente competitiva I vantaggi inclusi nel prezzo si riassumono in: • Polizza Furto e Incendio per 3 anni; • RC Auto per 3 anni; • tre anni di garanzia e assistenza stradale che, per il marchio Jaguar, con il programma Jaguar Care, comprendono anche la manutenzione ordinaria per i primi 3 anni.

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Il canone mensile è molto competitivo in virtù di un tasso d’interesse annuo molto basso (tan 1,95%) e di un elevato valore residuo che una vettura Jaguar o Land Rover mantiene nel tempo. Si tratta di una soluzione moderna che impegna in modo limitato le risorse economiche e garantisce una protezione sul valore dell’auto. È proprio il valore Futuro Garantito che protegge da qualunque cambiamento radicale nel mercato dell’auto e contribuisce alla tranquillità e alla sicurezza del cliente. La parte più allettante di JUMP! si presenterà allo scadere dei 3 anni. Il cliente deciderà se tenere, restituire o cambiare la vettura con una nuova Jaguar o Land Rover e godrà, nel caso del cambio, di un bonus esclusivo pari a minimo 2.500 Euro, oltre a tutte le eventuali promozioni che saranno in vigore in quel momento. Disponibile ad oggi per Jaguar XE, XF e nuova XF Sportbrake e per Land Rover Discovery Sport e Range Rover Evoque.


La XF Sportbrake è l’incarnazione di tutto ciò che rappresenta il nostro marchio, portando il design e la dinamicità di guida Jaguar a creare veicoli che stimolano i sensi e sostengono stili di vita attivi.

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NEWS

Jaguar

Protagonista ad Auto Moto d’Epoca 2017

foto: Paolo Pysa

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aguar ha partecipato all’edizione 2017 di Auto e Moto d’Epoca, la kermesse padovana tenutasi dal 26 ottobre sino a domenica 29 ottobre. Per il terzo anno consecutivo, Jaguar Land Rover prende parte alla manifestazione, attraverso la presenza di vetture del brand del giaguaro, per testimoniare il grande rispetto per la prestigiosa tradizione, ma sempre con lo sguardo rivolto al futuro, l’evoluzione e l’innovazione che caratterizzano la gamma attuale e che continueranno a distinguere i modelli futuri. Esperti ed appassionati hanno potuto ammirare i modelli della famiglia PACE allestiti all’interno del

Padiglione 4 del Salone. Grande protagonista della kermesse sarà la nuova Jaguar E-PACE, presentata in anteprima mondiale in occasione dell’ultimo Salone di Francoforte ed il cui debutto nazionale è avvenuto – durante la Settimana della Moda milanese – con l’annuncio della partnership con il brand Palm Angels. Jaguar E-PACE, ultimo modello nato nella scuderia Jaguar è il primo SUV compatto del marchio e racchiude il design e le prestazioni delle sportive Jaguar in una pratica e funzionale vettura a trazione integrale. Caratterizzata da uno spazio interno eccezionale per la sua classe, la E-PACE è in grado di ospitare cinque

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passeggeri in assoluto comfort e di offrire loro, grazie alle avanzate tecnologie che equipaggiano la vettura, la massima connettività a bordo. La Jaguar E-PACE si affianca alla “sorella maggiore”, la F-PACE, la vettura che ha segnato l’ingresso del giaguaro nel segmento dei SUV ad alte prestazioni e che è stata sviluppata utilizzando la Jaguar Lightweight Aluminium Architecture in grado di apportare grande agilità, raffinatezza ed efficienza al veicolo. Recentemente, la F-Pace è stata eletta World Car of the Year 2017. A testimonianza del percorso evolutivo del brand, da sempre alla ricerca dell’avanguardia, era esposta anche I-TYPE, il primo veicolo interamente elettrico, utilizzato dalla scuderia Panasonic Jaguar Racing nella scorsa edizione del Campionato FIA Formula E. Nel prossimo campionato, che per la prima volta arriverà in Italia con l’inclusione della tappa di Roma, prevista il 14 aprile 2018, Jaguar sarà in competizione con la Jaguar I-Type 2 guidata dai piloti del team Panasonic Jaguar Racing, Nelson Piquet Jr, Mitch Evans, con la riserva Ho-Pin-Tung. Jaguar ha esposto inoltre alcuni tra i modelli più rappresentativi che hanno segnato la storia del marchio: di fronte alle vetture di nuova generazione, in uno stand dedicato, sarà possibile infatti ammirare la E-TYPE e la MKT 120. Anche in questa edizione 2017 del Salone Auto e Moto d’Epoca, Jaguar ha voluto coinvolgere il pubblico in un doppio appuntamento nel quale, oltre a poter ammirare i cinque modelli in esposizione, i visitatori hanno avuto l’opportunità di vivere fino in fondo lo spirito del brand del Giaguaro, approfittando della tappa di Padova del “The Art of Performance Tour”, l’evento itinerante pensato per far conoscere ed esaltare le prestazioni e l’eleganza dei modelli della flotta Jaguar. Nello spazio antistante al Salone, infatti

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era a disposizione una zona attrezzata Jaguar presso cui era possibile effettuare un test drive a bordo dei modelli della flotta Jaguar al completo, compresa la nuova Jaguar XF Sportbrake. «Siamo orgogliosi di essere ancora una volta presenti al Salone Auto e Moto d’Epoca di Padova» - ha commentato Daniele Maver, Presidente di Jaguar Land Rover Italia. «L’edizione 2017 è stata un nuovo interessante appuntamento per tutti coloro che vorranno ammirare e toccare con mano la storia e l’evoluzione di un marchio come Jaguar che mai come quest’anno ha dimostrato capacità di grande rinnovamento. Oltre ai modelli della famiglia PACE, che hanno segnato l’ingresso del marchio nel segmento dei SUV, Jaguar è protagonista anche con I-TYPE, il primo veicolo elettrico, precursore dell’ITYPE 2 che parteciperà al campionato di Formula E previsto nella primavera del 2018 a Roma».


Il Balzo del Giaguaro L’intera storia della Casa di Coventry, 200 modelli analizzati, consigli per acquistare gli esemplari migliori: l’opera sulla Jaguar più ampia e completa mai apparsa in Italia.

Autore: Fabio Berardi; Editore: “Alter Ego”; Pagine: 336 Formato: 21×29 cm; Prezzo di copertina: Euro 59,90


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Arden AJ 24: una Compact dagli artigli ben affilati!

testo: Paolo Pysa - foto: Arden

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aguar, marchio che è la quintessenza dell’automotive britannico che nei suoi 70 anni di vita è riuscita a unire uno spirito aristocratico con la potenza e l’agilità del felino predatore che è sua firma.

La Casa automobilistica inglese arriva al 21° Secolo dimostrando di essere capace di plasmare un modello di auto nella classe compact premium con l’X-Type, successivamente divenuta XE. La XE del 2015 è il modello scelto per la

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personalizzazione dagli specialisti tedeschi Arden con ben 35 anni di esperienza nel proporre tuning di alto livello dedicato alle auto di lusso. La loro nuova creazione è l’Arden AJ 24 basata sulla Jaguar XE e viene presentata in questo servizio “vestita” di nero con accenti di color giallo. Il customizing package inizia con il donare alla XE una serie di ruote in lega marchiate Arden Sportline Black Edition da 8.0Jx19 pollici con pneumatici 225/40ZR19. Un kit di assetto Arden Sport abbassa l’altezza di

30 mm, dando all’auto un aspetto da giaguaro pronto a cacciare la sua preda, migliorandone il totale handling su strada. Inoltre sono stati dedicati per questa personalizzazione, degli spessori che allargano l’aspetto dell’auto con le ruote che vanno ad avvicinarsi al bordo degli archi passaruota. Arden, in più, offre ai suoi clienti appassionati del marchio inglese, una classica statuetta di giaguaro, che “salta” sul cofano sopra la griglia del radiatore!

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I tuner teutonici vantano l’omologazione e il riconoscimento come produttori di veicoli da parte della KBA (Kraftfahrt Bundesamt), l’autorità di trasporto tedesca, quindi Arden può offrire, in tutta sicurezza, anche up grade di potenza come turbocompressori per i motori diesel sovralimentati, installati nella gamma Jaguar XE, per esempio il motore V6 sovralimentato da 3.0 litri che alimenta il modello di punta XE S viene regolato per esprimere 422 cavalli e ben 573Nm di coppia. L’acustica per l’Arden AJ 24 arriva decisa dallo scarico sportivo Arden con silenziatori a flusso libero, giungendo al posteriore dell’auto con doppi tubi di scarico da 100 mm con stampato il logo Arden. Questo scarico “portatore” di potenza, vanta l’omologazione europea e il suo rombo, con un pizzico di ironia, viene insignito come migliore soundtrack dei saloni automotive britannici. Per i proprietari di modelli diesel, inoltre, l’Arden Active Soundsystem fornisce un autentico suono motore con cinque profili che vanno dal suono di un V6 al profondo rombo di un V8. Gli esperti artigiani del reparto dedito alla cucitura degli interni della Arden hanno inoltre aggiunto finiture personalizzate all’abitacolo della AJ24 usando pregiata pelle e Alcantara con i quali hanno saputo creare una fascia centrale dei sedili in colore rosso attorniata da un elegante copertura nera, rivestando pure il volante Special Sport in nero con striscia rossa che va ha indicare l’assetto centrale di questa special. I tappetini, così come la pedaliera in alluminio, sono marchiati con logo Arden. La Arden Automobilbau è felice di affrontare le sfide di ulteriori personalizzazioni commissionate dai propri clienti utilizzando i migliori materiali come pelle Nappa, fibra di carbonio, preziosa radica di noce e non solo. www.arden.de

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excellence Chic al quadrato con lo scozzese di Princess Handle With Care Le nuove Highlander dell’eleganza, esplorano le mille possibilità dello scozzese. Niente di classico però perché a renderlo di tendenza sono le suggestioni sartoriali. Come la gonna asimmetrica Princess Handle With Care, realizzata artigianalmente con tessuti made in Italy. Only hand made. Prezzo al pubblico euro 225 All’origine della moda a quadric’è l’indumento tradizionale scozzese, il kilt. Si tratta di una gonna, confezionata con un tessuto di lana chiamato tartan, in cui dei motivi a righe si incrociano formando dei quadri. Sebbene il più famoso sia il tartan verde e blu, in #scozia ne esistono più di 5.000 varianti, ed ognuna rappresenta una famiglia dell’aristocrazia scozzese, i cosiddetti clan. Uno stile intramontabile in perfetta armonia con tutte le Principesse moderne.

La tradizione Pasticcera di Giovanni Cova & C. assieme all’archivio Storico Ricordi per promuovere le Eccellenze di Milano Quello di Giovanni Cova & C., icona della tradizione nella pasticceria e l’Archivio Storico Ricordi è un progetto che unisce due eccellenze di Milano per portare l’attenzione su un importante tratto di storia musicale e artistica nazionale. Nasce così una collezione di esclusivi prodotti dolciari per il Natale 2017, interamente dedicata alle straordinarie raccolte dell’Archivio e rivestita con le immagini iconiche dei più grandi maestri della musica operistica e dell’illustrazione italiana. Un Natale all’insegna della cultura, quello di quest’anno. I panettoni di Giovanni Cova & C. saranno vestiti con le riproduzioni delle opere dei grandi Maestri del Melodramma, la massima espressione dell’Opera, testimonianze che l’Archivio Storico Ricordi conserva nel tempo e che mette a disposizione per promuovere la memoria di compositori come Giuseppe Verdi, Giacomo Puccini ma anche di illustratori come Marcello Dudovich e Leopoldo Metlicovitz tra gli altri grandissimi.

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Rosetti Marino Group fa il suo ingresso nell’industria dei superyacht con il brand Rosetti Superyachts Fondata nel 1925, la Rosetti Marino SpA è uno dei leader mondiali nella progettazione e nella costruzione di un’ampia gamma di navi commerciali, dai rimorchiatori oceanici e alle navi di servizio per le piattaforme fino a quelle passeggeri, equipaggiate con i più avanzati sistemi di propulsione, automazione, ausili di navigazione e impianti di controllo. Quotato alla Borsa di Milano (listino MAC), #rosettimarinogroup, che comprende 18 società, 9 filiali e 1.200 dipendenti, ha registrato nel 2016 un giro d’affari in attivo di 213 milioni di euro. Fulvio Dodich, manager con una grande esperienza dell’industria dei superyacht, che ha occupato importanti cariche presso marchi come Ferretti e Sanlorenzo, è partner e Presidente di Rosetti Superyachts, la nuova divisione con sede a Montecarlo che punta a sfruttare al meglio la grande esperienza del gruppo

per costruire superyachts di lusso, supply vessels ed expedition yachts da 40 a 150 metri. Per realizzare questo programma, Dodich ha individuato la persona più adatta nel progettista italiano Tommaso Spadolini, famoso a livello internazionale, che svilupperà una flotta di concept da 48 a 85 metri. Il primo di questi concept è un supply vessel di 85 metri di 2.200GT con motori principali MTU e sistema propulsivo Rolls Royce. È disponibile in due configurazioni con helipad centrale o poppiero; i renderings mostrano la versione con un ponte elicottero certificato sopra all’area poppiera dedicata all’armatore. L’helipad e la sovrastruttura prodiera sono collegati tramite una passerella centrale che si sviluppa in mezzo al ponte che accoglie i grandi tender e i toys. Fulvio Dodich è già in un’avanzata fase di negoziazione con possibili armatori per questo e altri progetti.

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L’Aleph Rome Hotel si apre all’arte L’Aleph Rome Hotel, elegante proprietà nel cuore di Roma che ha recentemente riaperto le sue porte nella nuova veste dopo un importante restauro, si apre all’arte con un concetto che va oltre la semplice ambientazione delle opere negli spazi offrendo ai propri ospiti un’esperienza unica quanto contemporanea. Gioielli, dipinti, installazioni, profumi, complementi d’arredo, pensati per essere opere d’arte quotidiane, oggetti di design originali, unici e performance di elevato pregio hanno invaso permanentemente i sontuosi spazi dell’albergo rendendolo un luogo emozionale. Dalla collaborazione con M’AMA.ART, il brand specializzato nel fondere l’arte con la vita quotidiana, è nato un progetto del tutto innovativo tramite il quale il visitatore viene coinvolto in un vero e proprio viaggio sensoriale attraverso il bello e il buono. Un viaggio incantevole, in cui ambienti, opere e performance, mantengono la loro identità, e al tempo stesso dialogano ed interagiscono con il luogo che le ospita ed il visitatore nelle azioni quotidiane creando un’esperienza emozionale. Filo conduttore roma, le sue tradizioni e la sua storia, miscelate a ricorrenti richiami al mondo arabo ed alle sue suggestioni. Il progetto è stato inaugurato l’8 Novembre, in una serata briosa in cui all’arte si è affiancato uno spumeggiante DJ set, curato da DJ Matteo, e un itinerario gastronomico sviluppato parallelamente con l’arte in ogni angolo dell’albergo. Duecento gli ospiti selezionati - accolti dalla padrona di casa, la direttrice dell’Aleph Francesca Romana Caracciolo - tra cui molti volti noti, come lo scenografo Gaetano Castelli con la moglie scrittrice Milissa Gail, le principesse Lucia e Sofia Odescalchi, il noto fashion designer Marco Coretti e la conduttrice televisiva Livia Azzariti. Gli ospiti sono stati accolti in questo viaggio tra Oriente ed Occidente dalle opere di Irem Incedayi, che dialogano con le volute delle grate e la preziosità dei decori dorati dell’arco di entrata e, incamminandosi nella hall, dall’opera di Camilla Ancelotto un

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“ratto delle Sabine” il cui basamento, appositamente realizzato, sembra fondersi con l’onice della fontana che abbellisce il salone. Nello stesso spazio l’istallazione delle opere di Paola Romano, “lune” affascinanti e misteriose che sembravano ispirare le note del djset loungy disco, mentre impeccabili ed elegantissimi camerieri servivano delizie ispirate alla tradizione: la schiacciata romana, la lonza di Norcia, il pecorino “romano de roma”, gli arancini e le verdure in pastella, Gnocco all’Albertone burro e salvia, Mezzemaniche di Grano Duro Cacio e Pepe, Guancia Di manzo cotta a bassa temperatura 12 ore con salsa dei Castelli. La cigar lounge, luogo raccolto di vizi innocenti, accoglie da questo momento il video di Valeria Corvino, mentre nell’Onyx bar le preziose opere di Giulio Rigoni raccontano Roma con citazioni orientali. La Spa è un mondo liquido e odoroso, con il video d’arte di Chicco Margaroli sul mood dell’essenza “ricordati di fiorire” e con le opere di Marianna Masciolini. La suite 416, la più affascinante e lussuosa dell’hotel racchiude ora le preziose “regine” di Titti Garelli. E infine il roof top, in cui la vena metropolitana della Roma più centrale si fonde con l’opera interattiva di Vincenzo Marsiglia e dove note di antichi suoni della musica tradizionale Romana sono stati esaltati nel corso della serata dal live di un tenore.


STELI MILANO

stelimilano.com


place

GOLF CLUB MILANO Uno dei piĂš antichi e prestigiosi Golf in Italia a cura di: Stefano Pegli

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l Golf Club Milano è tra i più antichi circoli di golf in Italia, nasce infatti nel 1928 grazie alla visione del Senatore Giuseppe Bevione. La progettazione delle 18 buche originarie venne affidata all’architetto di golf James Peter Gannon e la direzione dei lavori a Cecil Blandford il quale in seguito ricoprì anche l’incarico di Segretario del Club. Nella primavera del 1958 l’allora presidente Gianni Albertini promosse la costruzione del terzo percorso, portando così il campo a 27 buche, e dell’attuale Club House che è considerata una delle più belle d’Europa. Nel circolo si respira il fascino e la tradizione che solo Club con analoga

storia possono offrire. Il Club mantiene lo stile di struttura riservata ai Soci con grande attenzione alla qualità del servizio, alla tradizione, alla eco compatibilità e gli Ospiti sono benvenuti nei giorni feriali. I 3 percorsi che compongono il Golf Club Milano si snodano all’interno del maestoso bosco del Parco Reale di Monza che copre una superficie di quasi 700 ettari, uno dei più vasti parchi storici europei ed il maggiore interamente circondato da mura. Il primo e il secondo percorso costituiscono il tracciato di gara classico, il terzo percorso è considerato tecnicamente più impegnativo in quanto è il più sinuoso con green piccoli e inoltre ben difesi da numerosi bunker.

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Recentemente sono state apportate alcune modifiche al campo che, senza cambiare il naturale disegno delle buche, hanno aggiunto lunghezza in molte partenze di Campionato sia per le donne che per gli uomini. Il Golf Club Milano ha ospitato ben nove edizioni dell’Open d’Italia, negli anni 1951-1952-19561981-1984-1990-2015-2016-2017. Il 74° Open d’italia si è svolto al Golf Club Milano dal 12 al 15 ottobre 2017 ed ha fatto registrare nuovi primati. Il più importante evento nazionale di Golf, punta di diamante del Progetto Ryder Cup 2022 ed inserita tra gli otto tornei di assoluto livello mondiale delle Rolex Series dell’European Tour, è infatti stato costellato di record. Dalla straordinaria partecipazione di

pubblico, con ben 73.000 presenze, primato assoluto, al montepremi per la prima volta di 7.000.000 di dollari, fino a un field di grandi campioni, che in Italia non si era mai visto prima. Al Golf Club Milano, in quattro splendidi giorni di sole, il colpo d’occhio è stato impressionante. Un muro umano di entusiasmo con tante famiglie e moltissimi bambini conquistati dalle prodezze dei campioni in gara e sempre pronti ad andare a caccia di autografi. Per il Circolo e per tutti i Soci è un onore ed un grande piacere ospitare una competizione esclusiva come l’Open d’Italia. Segreteria Golf tel. 039 303081 e-mail: info@golfclubmilano.com www.golfclubmilano.it

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story

auto fotocopia

Proteus factory.

a cura di: Stefano Bendandi

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redo si possa dichiarare, senza la paura di essere smentiti, che tanto più un prodotto è di successo, tanto più venga copiato ed imitato. Abbiamo molti casi a testimonianza di ciò se andiamo a vedere le grandi griffe, soprattutto nel campo della moda italiana ed internazionale. Questo fenomeno lo si può riscontrare anche nel settore dell’automobilismo, soprattutto quello legato alle vetture del passato. Esistono vetture che a pieno titolo rappresentano le “pietre miliari” della storia dell’automobilismo internazionale; vuoi per i risultati sportivi ottenuti o semplicemente per un design rimasto impresso indelebilmente e molto spesso utilizzato come ispirazione per altri progetti. Bisogna tuttavia fare una grande distinzione tra queste auto “fotocopia”, cloni veri e propri ed altre espressioni di manufacturing, talvolta anche con linee goffe quali sono le Kit car. Mentre le prime, rispettano quasi fedelmente il progetto iniziale, al quale fanno riferimento, sia nelle misure, nella struttura e talvolta anche nella meccanica, le seconde, le Kit car appunto, cercano principalmente di riprendere esclusivamente le sembianze esterne, con l’utilizzo di materiali moderni e mai utilizzati originariamente.

Le motivazioni che hanno spinto i produttori ad esprimersi in tali realizzazioni sono dovute principalmente all’alto costo delle vetture originali, costruite in pochissimi esemplari e pertanto oggetto di desiderio di molti appassionati. Tra i primi esemplari di repliche presenti sul mercato troviamo le Ford GT40, le Porsche soprattutto nei suoi due maggiori prodotti di successo, la 550 e la Speedster, senza dimenticare le AC Cobra. All’interno di questo gruppo di vetture troviamo anche versioni in Kit car di ottima manifattura vendute da assemblare per ridurre ulteriormente il prezzo di vendita e lasciare un piccola libertà di personalizzazione. Questo è un fenomeno che ha visto prendere vita già dagli Anni 70 con un progredire esponenziale da quegli anni in poi. Jaguar, essendo una dei marchi più autorevoli ed avendo realizzato una serie di vetture dall’alto contenuto tecnologico oltreché dotate di un forte appeal estetico, non fu risparmiata da questa attività di clonazione. I modelli più replicati furono la Ctype, la Dtype, la XKSS ed in ultimo la EType Lightweight. Tra i primi ad eseguire copie fu la LYNX. L’azienda, nata nel 1968 con un’attività di supporto alla

E type Lightweight Lynx.

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manutenzione e riparazione di Jaguar sport (quelle originali), pressati dalle richieste di realizzarne alcune, nel 1973 completa la prima D type, seguite a breve tempo da altre 4 C type nel 1976. 3000 ore di lavoro per il completamento di una vettura, ricostruendo il telaio ed utilizzando parti di Jaguar esistenti per quanto riguarda il sistema di sospensioni ed un motore Jaguar inizialmente proveniente da E type ma anche MKII e successivamente da XJ.

Altra azienda di rilievo è Proteus, anch’essa impiegata nella realizzazioni di CType e Dtype. Nata nei primi anni del 1980 e conosciuta per il marchio Copycat dal 1982 al 1987, di chiara ispirazione al giaguaro originale. Realizzazioni perfette realizzate con tecniche di assemblaggio moderno e materiali all’avanguardia con un sapiente mix di acciaio ed alluminio tali da essere riconosciute anche migliori delle originali. Una cosa comune a tutte queste realizzazioni, a prescindere

La XKSS della Lynx.

Proteus in lavorazione.

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dalla provenienza del propulsore, collettore di aspirazione modificato pronto ad accogliere tre carburatori Weber da 40 o 45 con i classici cornetti di aspirazione in bella vista. Una terza azienda degna di essere menzionata è la Realm Engineering che propone sul mercato la RAM LM: anch’essa fedele copia della Dtype. Un telaio realizzato con il supporto della Reynard racing che contribuì a renderlo più robusto dell’originale, l’utilizzo di motori perlopiù di 4,2 litri ed una carrozzeria in fibra di vetro. Fondata da Adrian Cocking nel 1984 con il nome di LR Roadster che trasformò successivamente in Realm nel 2000. Famosa la sua pubblicità per la promozione della Ram che affermava “The Nicest Way to have the hump” che tradotto

Brochure RAM LM.

letteralmente “il modo più bello per avere la gobba/protuberanza”, un chiaro riferimento alla pinna posteriore, e l’altra che tradotta cita: “la differenza tra un uomo ed un ragazzino è la qualità dei loro giocattoli”. Disponibile dal 1988 anche una versione più confortevole, dotata di capote in tela riprendendo le linee della XKSS. La produzione globale non supera qualche centinaio di esemplari.

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PubblicitĂ LR Roadster.

Realm C type.

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In virtù di concessioni del ministero dei trasporti inglesi, tutte queste auto, per poter circolare liberamente nel Regno Unito prelevano da quella che viene definita Donnor car parti meccaniche ed identità; talvolta anche le targhette identificative d’origine. Tutto ciò porta a grandi confusioni riguardo ad una corretta datazione del veicolo. Ad una recente asta una di queste Dtype veniva proposta come anno 1962 il che contrasta con qualsiasi dato relativo a queste vetture, se si considera che la DType è del 1955 e la Realm era stata costruita nel 2000. Da considerarsi già oggetti di interesse storico i primi esemplari di Lynx o Proteus e, a dimostrazione di ciò, le quotazioni relative sono significative, bisogna prestare attenzione all’oggetto con il quale vogliamo approcciare in caso di un eventuale acquisto. Non è difficile trovarsi di fronte a vetture assemblate di recente, e pertanto prive di qualsiasi valore storico, per la facilità di reperimento di alcune scocche in vetroresina mai assemblate, parti di Jaguar recuperate da un demolitore e documenti di una Donnor car trovata abbandonata in un garage. Purtroppo esiste anche la pessima abitudine di applicare su queste vetture, che comunque non possiamo definirle originali, marchi, loghi o definizioni di modelli delle auto alle quali si ispirano, quando di fatto anch’esse hanno una identità vera e propria. Ritrovare, al contrario, il vero logo del riproduttore aiuterebbe di più a far apprezzare questo genere di vetture; facendo un parallelismo con l’arte orafa, sarebbe come trovarsi di fronte ad un bell’oggetto di bigiotteria d’autore paragonato al gioiello griffato.

Ritrovare il vero logo del riproduttore aiuterebbe di più a far apprezzare questo genere di vetture.

RAM Cobra

Shelby, creatore della Cobra assieme a Cocking, creatore della RAM

Il telaio RAM Cobra ed il motore V8

Per avere un’idea di quanto vasto sia questo fenomeno e la gamma delle vetture proposte basta visionare il sito Kitcarlist.com che, pur essendo molto completo, non le rappresenta tutte. Nato come fenomeno di nicchia e sviluppatosi all’inizio per la produzione delle Dune Buggy, oggi è sicuramente da tenere in considerazione, pur con tutte le precauzioni ed attenzioni del caso.

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D-Type

Realm Engineering testo e foto: Marco Annunziata

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a D-Type è sicuramente uno dei veicoli Jaguar meno facili da vedere per strada in quanto ne sono stati costruiti solamente 53 da strada e 18 da corsa dal 1954 al 1957, con cui Jaguar ha vinto la 24 ore di Le Mans tre volte di fila dal 1955 al 1957 (Mike Hawthorn e Ivor Bueb nel 1955, Ron Flockhart e Ninian Sanderson nel 1956, Ron Flockhart e Ivor Bueb nel 1957). Questo uno dei motivi per cui in Inghilterra a Honeybourne nel Worcestershire (a poche miglia a sud di Coventry) Adrian Cocking, il fondatore dell’officina Realm Engineering, realizza, a partire dalla fine degli anni 70 (quando si chiamava LR ed in seguito RAM), repliche di Jaguar C e D-type. Giuliano Bensi: «Nel lavoro di Adrian Cocking c’è tutto il fascino dell’artigianalità inglese, che ha tanti aspetti in comune con quella italiana. Da loro però è ancora consentito dare sfogo alla propria creatività e capacità tecnica poiché non soffocati da regolamenti e leggi europee senza senso».

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La D-type mi è sempre piaciuta come barchetta sportiva e la C-type ancora di piÚ. Ho deciso di cercarla dopo la vendita della mia Ferrari 250 Testarossa Fantuzzi del 1959. Giuliano Bensi.

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La Jaguar D type di Bensi fu una delle prime realizzazioni di Cocking e monta un motore della XK120 di 3,4 litri in conformità dei pochi esemplari di D-type originali costruiti dal 1954 al 1955. Il telaio di questa particolare vettura è in parte migliorato rispetto all’originale Jaguar adottando un posteriore con doppi ammortizzatori. Le dimensioni, il disegno della carrozzeria, i freni, gli assetti sono conformi alla D-type originale.

Il motore è il classico 6 cilindri in linea di 3.442 cm³ a doppio albero a camme in testa e alimentato da tre carburatori doppio corpo Weber, motore che nella versione da competizione raggiungeva i 285 cv a 5750 giri con un rapporto di compressione di 9:1 e grazie all’accurata aerodinamica e ad un peso di soli 800 kg permetteva alla D-Type di raggiungere i 270 km/h. Nel 1958 cambiano le regole dell’automobilismo sportivo e la D-Type non è più competitiva. William

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Lyons, a capo di Jaguar decide di convertire 25 D-Type da corsa invendute in un nuovo modello da strada: la XKSS. Durante il processo di conversione la fabbrica di Browns Lane va a fuoco e 9 veicoli vanno distrutti, riducendo solamente a 16 le XKSS prodotte e rendendola la Jaguar piÚ rara in assoluto. Parlando di vetture rare, nel garage di Giuliano Bensi anche una Lancia Aurelia B24 cabriolet, una Lancia Aurelia B20 corsa, una Ermini Sport Barchetta, una Alfa 1900 CSS Touring, una Fiat Balilla 508 CSS Coppa d’Oro, una rarissima e incedibile Cisitalia 202 e un’altra Jaguar, una Mark 2 3,8.

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testo e foto: Marco Annunziata

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Xkss di James Chen

ames Chen non è un collezionista di automobili qualunque. Da sempre appassionato di automobili, inizia come fotografo completamente autodidatta e viene pubblicato sui più importanti magazine di automotive, qualche anno dopo fonda a Santa Fe Springs, California AXIS WHEELS, che in tempi brevissimi diventa uno dei marchi di riferimento per cerchi in lega per auto sportive negli Stati Uniti. I cerchi in lega disegnati da James Chen si vedono per la prima volta nel film blockbuster “The Fast and the Furious” e da quel momento comincia l’ascesa inarrestabile di AXIS e del suo fondatore che inizia a collezionare automobili. Acquista una bellissima Ferrari 250 GT Lusso poco prima della nascita di suo figlio (che insieme alla moglie italiana decidono di chiamare Enzo come omaggio a Enzo Ferrari) e poi Porsche, Lamborghini, Land Rover, auto americane e la Jaguar XKSS RAM di cui ci racconta su JAGmag.

James ci dai i dettagli della tua XKSS? Si tratta di una Jaguar XKSS del 1957 basata sulla E-Type del 1964, numero seriale 881603, colore British Racing Green, motore da 3.8 litri numero RA69 43-9.

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Come hai deciso di acquistare una XKSS RAM? La XKSS è una delle mie vetture Jaguar preferite, una XKSS originale però vale intorno ai 15 milioni di dollari qui negli Stati Uniti, quindi ho necessariamente optato per una riproduzione RAM che ho un po’ modificato e dotato di qualche strumento moderno per andarci a fare dei giri e partecipare a raduni Jaguar e concorsi. Come hai personalizzato la tua XKSS? L’ho resa più affidabile e adatta a percorrere lunghe distanze qui in California dove abbiamo un clima decisamente diverso da quello che hanno in Inghilterra. Ho installato un radiatore in lega, una ventola di

L’ho resa più affidabile e adatta a percorrere lunghe distanze qui in California dove abbiamo un clima decisamente diverso da quello che hanno in Inghilterra

raffreddamento elettrica e ho sostituito il generatore con un alternatore. Ho fatto queste modifiche con l’aiuto del preziosissimo Craig Calder, il proprietario di Fast Cars a Redondo Beach.

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Ci sono altre modifiche che faresti alla XKSS? La trovo un’auto perfetta, ma mi piacerebbe avere più spazio per la guida. Io non sono altissimo ma ci sto abbastanza stretto. Non si sa bene quante XKSS ci siano a giro, tu ne hai idea? Il numero esatto di XKSS su strada non saprei dirlo, so che delle 16 originali uscite dalla fabbrica Jaguar circa 10 dovrebbero essere negli Stati Uniti, Realm Engineering ne ha costruite poi una cinquantina come la mia che sono state vendute un po’ ovunque. Hai commissionato tu la tua XKSS? No, l’ho acquistata da un altro collezionista che aveva

una D-Type messa in garage perché aveva raggiunto un valore troppo elevato per guidarla e andarci ai raduni. L’ultimo premio che hai vinto con la tua XKSS? Best of Class all’evento JCNA ( Jaguar Clubs of North America). Ti piacciono i modelli recenti costruiti da Jaguar? Non disprezzo la F-Type. A parte la XKSS quale è l’auto che preferisci nella tua collezione? Senza alcun dubbio la mia Lamborghini Countach QV5000S del 1986.

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la foto Jaguar D-Type

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LA LIBERTA’ DI ESPRIMERSI ARTE, LETTERATURA E MODA AI TEMPI DELLA BEAT GENERATION

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l museo MAGA di Gallarate (VA) tra Dicembre 2017 ed Aprile 2018 si terrà una mostra dedicata all’attività pittorica e grafica di Jack Kerouac, principale esponente del movimento culturale americano conosciuto come ‘Beat’. Dipinti, disegni ma anche molto materiale video e fotografico che ritrae Kerouac ed altri membri del movimento in varie fasi della loro vita letteraria e creativa. Un progetto espositivo particolarmente interessante appunto per l’indagine che viene fatta su molteplici fronti: dalla produzione pittorica di Kerouac (molto meno nota al grande pubblico rispetto alle sue opere letterarie come “On the Road”, ancora oggi considerato testo ‘cult’), alla relazione tra i membri del movimento e l’Italia tramite Fernanda Pivano, colei che tradusse e introdusse questo nuovo genere letterario in Italia dagli Anni 50. In questa mostra avremo prova

a cura di: Virginia Hill

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Beat esistenzialisti vestiti di nero, Parigi anni ‘50


Sacred Heart, N.D., olio su carta. 23x30,5 cm

concreata delle importanti relazione lavorative e di amicizia che la Pivano sviluppò a partire dagli Anni 50 con Kerouac e gli altri. Verranno esposte, molte per la prima volta, le numerose fotografie scattate da suo marito Ettore Sottsass, poi celebre architetto e designer del boom del design Made in Italy. Mondi creativi che si incrociano, culture che si contaminano attraverso confini geografici. L’Italia del dopo guerra era sicuramente molto diversa dall’America. Ma per certi versi neppure troppo, entrambi i paesi condividevano una cultura dominante piena di pregiudizi di razza, genere e religione.

La Pivano riconosce nei testi, nelle poesie di quei ragazzi americani un grido di ribellione contro una mentalità ottusa e ne condivide i principi. Tradurre e far pubblicare la nuova letteratura americana fu un modo per portare un nuovo discorso anticonformista e generazionale all’attenzione del pubblico italiano. Anticonformista è la chiave di lettura per tutta la produzione artistica e letteraria dei Beat. A loro non interessava rientrare nei canoni ‘main stream’, scrivevano di getto quello che provano, che vivono, senza pause senza regole. Profondamente influenzati dalle sub culture che li circondano, specialmente da quella afroamericana con cui convivono nelle zone

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meno borghesi di New York. Il ritmo della musica jazz, il Beat appunto, rappresenta la vita che pulsa, la realtà vera e non quella rappresentata dai cartelloni pubblicitari, e poi dalla TV, creata e consumata da un America bianca, bigotta e middle class. Anche nel loro aspetto i protagonisti della beat generation esprimono tutto il loro anticonformismo. Non per loro gli stereotipi dei teenager rock ‘n’ roll o dei ‘preppies’, i giovani studenti bianchi delle università prestigiose. I giovani Beat non sembrano badare al loro look. Sono spesso e volentieri fuori moda, indossano capi vecchi, messi insieme in modo casuale. I maschi se indossano completi lo fanno a modo loro, con una

Olio e pennarello, 14 x21,2 cm

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Alan Ginsberg legge Kerouac in una libreria, 1960c


T shirt al posto della camicia e cravatta. Spesso indossano jeans consumati e camicie di cotone stropicciate, le scarpe da ginnastica a tutte le ore del giorno. Le ragazze scelgono pantaloni o gonne con camicie da uomo, oppure un total look nero composto da gonna tubino e maglione. Poco il trucco e capelli naturali. Questo rifiuto per il consumismo dilagante del periodo è espresso in quello che potremmo oggi definire un desiderio di andare ‘contro’, di creare quindi una Non Moda a tutti gli effetti. Difficile sapere oggi se consideravano il loro modo di vestire uno ‘stile’, se avevano già consciamente sviluppato dei codici vestimentari. Rimane il fatto che la filosofia dell’ anti

moda rispecchiata dalle innumerevoli immagini che li ritraggono (foto e video, molte delle quali vedremo nella mostra) divenne, già con la fine degli Anni 50 un trend moda ‘intellettuale’ riconosciuto perfino dalle riviste di moda. Il colore nero amato dai primi Beat diventa il nero esistenzialista nella Parigi di Jean Paul Sartre. Yves Saint Laurent perde il suo prestigiosissimo posto di lavoro come stilista della maison Christian Dior quando, nel 1960, dedica una intera collezione haute couture alla Beat generation. Troppo presto, non viene capito. Il nero rimane tutt’oggi il re dei non colori che esprimono raffinato distacco da tutto quello che è effimero, superficiale e pop nella moda contemporanea.

Penna e matita su carta, 20x12,8 cm

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story

Zagato

XK

Fondata negli anni Venti, la Carrozzeria Zagato è stata a lungo una delle prestigiose Case stilistiche italiane. James Taylor descrive le tre carrozzerie costruite su telaio Jaguar XK negli anni Cinquanta.

C

ome molti altri che avrebbero fatto conoscere il proprio nome nel mercato dei carrozzieri degli anni Venti, Ugo Zagato è stato ispirato dalle possibilità di trasferire le tecniche di costruzione aeronautiche sulle carrozzerie automobilistiche. Di conseguenza iniziò a specializzarsi sulle carrozzerie sportive e da corsa, e durante gli anni Venti e Trenta ne costruì alcune piccole e leggere per un certo numero di produttori italiani, tra cui Alfa Romeo, Fiat e Lancia.

a cura di: James Taylor

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Con la diffusione dei corpi monoscocca dopo la Seconda Guerra Mondiale divenne più difficile trovare commissioni per lavori di carrozzeria. Il figlio più grande di Ugo Zagato, Elio, prese il posto del padre come amministratore delegato all’inizio degli anni Cinquanta e trascorse gran parte di quel decennio tentando di interessare le grandi Case di automobili a costruzioni in piccola serie di carrozzerie su misura. Sembra che fu questa ricerca ad aver portato all’ideazione dei corpi carrozzeria Zagato per le Jaguar, dei quali ne vennero realizzati tre.


La prima auto Zagato Elio Zagato era amico dell’uomo d’affari Guido Modiano, che gestiva una tipografia. Modiano comprò una coupé XK140 del 1956, con numero di telaio 814357, ma fu coinvolto in un incidente poco dopo l’acquisto dell’auto. Chiese a Elio Zagato se fosse possibile ricostruirla piuttosto che semplicemente ripararla, e sembra che Zagato vide in questa richiesta una preziosa opportunità. L’affare fu concluso, Zagato avrebbe ricostruito la vettura per Modiano a condizione che potesse esporre il risultato come esempio delle competenze della sua azienda in occasione di uno show automobilistico europeo. Quello che Zagato aveva in mente sembra aver interessato Jaguar a iniziare una produzione in piccoli volumi, e riuscì nel persuadere l’azienda britannica a esporre l’auto finita nel proprio stand al Salone di Parigi del 1957. Non sorprende che la nuova carrozzeria Zagato della XK140 mostrasse alcune somiglianze con il design del costruttore milanese per la Ferrari 250GT di quell’epoca, e somigliava anche alle carrozzerie che stava costruendo per Alfa Romeo in quel periodo. Era realizzata in alluminio, che la rendeva piuttosto leggera rispetto all’originale in acciaio costruita da

Jaguar. È interessante notare che aveva un tetto piatto piuttosto che la caratteristica “doppia bolla” di Zagato, che permetteva un profilo elegante in combinazione con un dignitoso spazio per gli occupanti. Verniciata in verde scuro, l’auto venne rivestita all’interno con pelle scamosciata, una scelta insolita che senza dubbio venne influenzata dall’intenzione di Zagato di usarla come auto dimostrativa del talento della sua azienda. Aveva anche dei paraurti piuttosto fuori dal comune, anch’essi realizzati in leggero alluminio, che presentavano degli speroni tubolari orizzontali anteriori e posteriori. Erano certamente accattivanti, anche se la loro utilità è discutibile! Le foto suggeriscono che l’automobile venne costruita con piccole griglie curve ai fianchi della grata principale di Jaguar. Tuttavia sembra siano stati cambiati nelle fasi successive. Di sicuro quando l’auto venne restaurata nel 2003 aveva delle griglie rettangolari più piccole di fianco a quella principale. Il restauro venne realizzato in parte in Italia, ma la Zagato XK140 ora si trova negli Stati Uniti. La sua prima esibizione dopo il restauro fu al Pebble Beach Concours d’Elegance, e negli ultimi anni è apparsa in molti altri concorsi, anche nel Regno Unito.

Questa immagine mostra probabilmente la XK140 come originariamente costruita nel 1957. Le due griglie più piccole accanto a quella principale non sono molto attraenti.

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Così è come la XK140 appare dopo il restauro. Le griglie più piccole migliorano l›aspetto del frontale.

Il rivestimento interno in pelle scamosciata era un tocco insolito per il 1958. (Foto: WikiMedia/Arnaud)

Gli speroni tubolari sono molto evidenti in questa vista posteriore della XK140. (Foto: WikiMedia/Arnaud)

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Identità confusa: la seconda vettura Continuando a perseguire la sua visione di produzione in piccole quantità su telaio Jaguar, Elio Zagato fece disegnare una brochure per le vendite. Venne realizzata per la carrozzeria coupé sull’ultimo modello di Jaguar, la XK150 che venne presentato nel maggio 1957 per sostituire la XK140. La brochure aveva un logo Jaguar, così come quello Zagato, quindi la società britannica aveva chiaramente dato il suo benestare all’iniziativa, anche se più probabilmente aveva semplicemente detto a Zagato che se avesse potuto vendere le sue automobili modificate, sarebbero stati felici di vendergli i telai necessari.

Non c’è mai stata alcuna indicazione precisa sul fatto che Jaguar fosse disposta a commissionare un certo numero di auto. Quella brochure descriveva l’auto come una Jaguar XK150 SE Zagato e, a sostegno delle sue aspettative per questo modello, Zagato costruì una seconda vettura, questa volta su telaio XK150 SE da 210 HP con freni a disco. Per lungo tempo, ci fu confusione sulla provenienza di questa vettura, ma ora è chiaro che venne costruita su telaio numero S834369, assemblato a Browns Lane nell’agosto del 1957. Questa seconda carrozzeria presentava alcune differenze rispetto a quella della XK140, in particolare

La Jaguar XK150 SE Zagato ha debuttato a Ginevra nel marzo 1958. Il trattamento della griglia è molto diverso da quello della XK140.

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un diverso disegno della griglia del radiatore senza i curiosi speroni tubulari. Venne esposta al Salone di Ginevra nel marzo del 1958 ed è noto che venne verniciata in colore bronzo scuro. I sedili erano rivestiti da una combinazione bicolore di camoscio e vinile. Si conosce poco o nulla della sua storia negli anni successivi, ma nel 1964 aveva raggiunto gli Stati Uniti e venne venduta da una concessionaria di San Diego. In questo periodo venne riverniciata di bianco e, in un secondo momento, venne di nuovo riverniciata, questa volta in giallo. Nell’agosto del 1975 fu coinvolta in un pauroso incidente frontale, ma venne riparata, sebbene la parte anteriore rimase leggermente disassata a destra. Questa seconda auto è ora oggetto di un importante restauro negli Stati Uniti e l’avanzamento dei lavori è documentato sul sito http://classicjaguar.com/cj/ zagato.html

La macchina esposta al Salone di Ginevra successivamente finì negli Stati Uniti, dove è stata fotografata alla metà degli anni Sessanta dopo la riverniciatura in bianco.

Dispersa: la terza macchina Una fotografia superstite fa capire che c’era una terza macchina, leggermente diversa. Per lungo tempo si è creduto che questa terza macchina fosse quella esposta al Salone di Ginevra del 1958, mentre si pensava che l’auto effettivamente presente a Ginevra risalisse al 1960 e fosse di colore nero. Solo il restauro della vettura esposta ha messo alla luce questa confusione. Questa terza macchina era rossa e aveva ancora un altro disegno della griglia del radiatore. Una fotografia sopravvissuta la mostra con una targa svizzera del Canton Ticino e si presume sia stata costruita su un telaio XK150 SE. Tuttavia, quel telaio non è stato identificato, e l’auto è semplicemente scomparsa. È avvolta da un affascinante alone di mistero che conclude questa serie di peculiarità delle Jaguar costruite in Italia

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Missing in action… Questa era la terza Jaguar con carrozzeria Zagato, presumibilmente una XK150 SE, ma sconosciuta. Il disegno della griglia era ancora una volta diverso.


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cultura

KANDINSKY Musica e Spirituale nell’Arte.

Mostra a cura di Martina Mazzotta

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CAGE Un grande percorso tra arte e musica.

L’

11 novembre, a Palazzo Magnani di Reggio Emilia, ha aperto al pubblico una grande mostra su arte e musica che parte da Kandinsky e approda a Cage, dove le nozioni di interiorità e spiritualità vengono indagate come temi aperti, capaci di raccogliere molte suggestioni. «A partire dalla fine dell’Ottocento, e poi fino ai giorni nostri» anticipa la curatrice Martina Mazzotta, «si può individuare un filo rosso che pone la musica in connessione con gli sviluppi dell’arte moderna e contemporanea. Non vi è artista che non si sia confrontato con l’immaterialità dell’arte-sorella, con la sua sovrana indipendenza dal mondo del visibile e dalle finalità riproduttive. Sintomi dell’invecchiamento dell’arte, diceva il filosofo Adorno, sono l’individualismo e il razionalismo sempre più esasperati. Alla musica, allora, va il ruolo di restituire all’arte il suo compito più nobile e antico, quello di divenire sede di idee universali. Negli anni a cavallo tra il XIX e il XX secolo, soprattutto in ambito germanico, il culto di Goethe, il wagnerismo, le indagini in campo filosofico e scientifico riflettono l’esigenza di una aspirazione all’armonia dell’individuo con il tutto, di una spiritualizzazione del lavoro artistico che produce un forte impatto sulle arti figurative, favorendo il ricorso al modello della musica». È da queste premesse che prende avvio la mostra “Kandinsky → Cage: Musica e Spirituale nell’Arte”, presentando preziosi bozzetti di opere di Richard

Wagner (dell’Archivio Ricordi di Milano), la “Fantasia di Brahms” di Max Klinger e una serie di Lubok. Segue un importante nucleo di una cinquantina di opere di Wassily Kandinsky – dipinti, acquerelli, grafiche – provenienti da musei e collezioni private, tra le quali spiccano quelle di carattere eminentemente musicale, come gli acquerelli dipinti per gli spettacoli teatrali (del Centro Pompidou, Parigi) e per “Quadri di un’Esposizione” sulla musica di Mussorgskij (della collezione universitaria del Castello di Wahn, Colonia). Dal confronto dialettico con un musicista e artista grande come Constantin Ciurlionis, rappresentato in mostra da opere e spartiti provenienti dall’omonimo museo lituano di Kaunas, nonché dalle suggestioni della musica atonale dell’amico Arnold Schöenberg (poi maestro di Cage), celebrato a Palazzo Magnani come pittore con una straordinaria selezione di dipinti del Schöenberg Center di Vienna, Kandinsky giunge intorno al 1910 all’astrattismo spirituale e apre la via al suono interiore dei segni e dei colori, alla continua ascesa verso la libertà della materia. Le espressioni artistiche, ricondotte all’unità del soggetto e al suo ruolo di artefice, spostano l’attenzione sull’interiorità, su quello che Kandinsky chiama das Geistige in der Kunst (lo spirituale nell’arte). La tensione profetica verso l’età dello spirito che anima l’omonimo libro, scritto nel 1909 e poi pubblicato nel 1912, viene drammaticamente negata dall’avvento del primo conflitto mondiale.

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La musica resta tuttavia l’ambito privilegiato, nel percorso di Kandinsky come in quello degli altri artisti in mostra, per proseguire verso la via dell’arte astratta, da interpretare anche in senso mistico, antroposofico, religioso e cosmico. La fusione sinestesica e l’empatia (Einfuehlung) che vedono i fruitori coinvolti in un processo ri-creativo dell’opera, rappresentano presupposti fecondi per guidare i visitatori attraverso il percorso della mostra dove #pittura, scultura, teatro, danza e cinema si relazionano alla non-oggettività della musica. A una sezione su Paul Klee, protagonista imprescindibile in questo contesto, segue un omaggio a Marianne von Werefkin, in collaborazione col Museo

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d’Arte Moderna di Ascona. La grande pittrice legata a Kandinsky e al Cavaliere Azzurro che fu pioniera nell’affrontare il pensiero artistico come “rivelazione della vita in termini di colore, forma e musica”, senza peraltro mai cedere alla pura astrazione, trova un corrispettivo nel “naturalismo” dell’amico Stravinsky – l’altro protagonista, con Schoenberg, della modernità musicale della prima metà del XX secolo – la cui musica è stata scelta per la visione delle opere dell’artista. Campane sonore lungo il percorso e video, infatti, consentono di fruire di alcuni nuclei dell’esposizione con accompagnamenti musicali mirati, dei quali il visitatore potrà godere contestualmente e in modo strettamente connesso alla visione delle opere.


KANDINSKY→CAGE: Musica e Spirituale nell’Arte La mostra viene animata da brani letterari degli artisti, video e installazioni che invitano a sperimentare in maniera ludica e ricreativa la sinestesia e offrono vere e proprie riscoperte. Come quella della figura di Oskar Fischinger, le cui opere giungono dall’omonimo archivio in California, il quale si ispirò a Kandinsky in maniera multiforme e divenne poi maestro di Cage negli USA, animando tra l’altro “Fantasia” di Walt Disney con la “Toccata con Fuga” di Bach, nella quale molte delle suggestioni della mostra sembrano trovare una sede ideale. Il percorso prosegue con una selezione di opere di tre artisti particolarmente legati alla musica e alla spiritualità nel secondo Dopoguerra: Nicolas De Staël e Fausto Melotti (entrambi connessi alla figura del collezionista e musicologo Luigi Magnani, proprietario dell’omonimo Palazzo in cui si tiene la mostra) e dei quali vengono presentati e riscoperti preziosi dipinti e sculture musicali (l’“Uccello di Fuoco” di Melotti per esempio, del 1971, non viene esposto da più di tre decenni) e Giulio Turcato, del quale vengono esposti dopo 33 anni acquerelli, maquette, video e musiche di Luciano Berio appartenenti a “Moduli in Viola. Omaggio a Kandinsky”, lo spettacolo realizzato per la Biennale di Venezia del 1984. La mostra si conclude con un ampio omaggio a John Cage, il musicista, pensatore, poeta e artista i cui princìpi di risonanza interiore e la cui concezione dell’arte come tramite privilegiato di idee universali presenta analogie, rimandi e corrispondenze con la spiritualità kandinskiana. La sezione a lui dedicata si integra con la presenza di opere di altri artisti e si sviluppa attraverso notazioni e documenti audio e video, ma soprattutto attraverso installazioni di grande suggestione che permettono ai visitatori di sperimentare sinesteticamente la poetica cageana. Centrali saranno la ricostruzione di un ambiente anecoico, una “sala del silenzio” nella quale verrà esposta una tela bianca di Robert Rauschenberg, nonché la riproduzione di un teatro che metterà in scena una reinterpretazione in

11 Novembre 2017 - 25 Febbraio 2018 Reggio Emilia, Palazzo Magnani www.palazzomagnani.it

miniatura della composizione per orchestra “Ocean”, durante la quale il visitatore – idealmente seduto nella platea del Teatro Romolo Valli di Reggio Emilia, qui ricreato – sarà avvolto da “onde” musicali provenienti da diversi punti dell’installazione. Presente inoltre lo spartito per pianoforte – il famoso Solo for Piano dal Concert for Piano and Orchestra – che è il capolavoro dell’inventiva di Cage nel campo della notazione musicale. La mostra inaugura un’attenzione specifica che la Fondazione Palazzo Magnani riserverà alle persone con disabilità fisica e psichica, in stretta collaborazione con il Progetto Reggio Emilia città senza barriere. Il percorso espositivo sarà arricchito da tridimensionalizzazione di alcune opere realizzate in collaborazione con l’Unione Ciechi di Modena e Reggio Emilia e da soluzioni idonee ad una fruizione delle opere secondo modalità facilitate e affiancamento di personale specializzato, nella consapevolezza che l’arte sia via di accesso privilegiata al benessere di tutte le persone. La mostra è promossa da Fondazione Palazzo Magnani e Skira Editore con la partecipazione di Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo, Comune di Reggio Emilia, Regione Emilia Romagna, Provincia di Reggio Emilia, Fondazione Cassa di Risparmio Pietro Manodori, Camera di Commercio di Reggio Emilia. Il progetto a cura di Martina Mazzotta si pregia di un importante Comitato Scientifico, presieduto da Paolo Repetto e composto da: Enzo Bianchi, Gillo Dorfles, Michele Porzio, Peter Vergo.

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Cultura

Anghiari Il paese della battaglia‌ e non solo.

a cura di: Stefano Bendandi

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P

ercorrendo la strada che porta all’abitato di Anghiari si incontra un cartello che indica l’avvicinarsi di uno dei più bei borghi d’Italia, e non si può dagli torto. Questo borgo, situato nella parte più estrema ad est della toscana, in provincia di Arezzo è principalmente noto per la famosa battaglia che si combatté nella piana antistante e successivamente riportato alla notorietà per il dipinto eseguito ad opera di Leonardo da Vinci che interpretò una rappresentazione della stessa con un’opera andata distrutta; esposta solo per qualche decennio a Palazzo Vecchio di Firenze ma al contempo studiata e riproposta, anche solo in parte da altri maestri della pittura; Il più famoso Rubens, del quale si può ammirare un frammento del disegno originale di Leonardo oggi conservato al Louvre; ma Anghiari non è solo questo. Nato attorno al XI secolo per opera dei monaci Camaldolesi, dall’omonima cittadina distante 60 km. da Anghiari, per poi subire una trasformazione tra il XII e XIII con la costruzione della cinta muraria ed assumendo così le caratteristiche di borgo. La bellezza

dei suoi piccoli viottoli, piazzette e camminamenti viene esaltata da squarci di visuale sulla vallata sottostante con un panorama unico nel suo genere; dalla valle del Tevere agli Appennini. L’espansione del borgo si è manifestata anche fuori dalla cinta muraria dove si può ammirare la strada o ritta come viene chiamata localmente che congiunge il centro alla valle sottostante, la galleria intitolata a Girolamo Magi ma disegnata dall’Ing. Tuti ed inaugurata nel 1889 e già sede del piccolo mercato coperto di semi e granaglie o il poco distante palazzo Corsi.

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Anghiari veduta aerea.

Garibaldi -O roma o Morte.

La ritta.

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Tovaglia a quadri.

Scorci.


Nella parte più suggestiva all’interno del borgo si trova il museo della battaglia di Anghiari che ne racconta la storia e l’importanza che questa rappresentò più per i risvolti politici che non per la battaglia vera e propria che si sviluppò nell’arco di una sola giornata: il mercoledì 29 Giugno 1440 e si narra priva di vittime. Rinomate le armi anghiaresi, soprattutto le pistole, apprezzate per la qualità e la tecnica delle cesellatura e la raffinatezza dei decori. Una piccola selezione è visibile sempre all’interno della sede del museo della battaglia. L’accesso al paese avviene attraversando Piazza Garibaldi, che deve il suo nome alla presenza del monumento dedicato al famoso eroe dei due mondi.

Antico camminamento medioevale.

Pistola Anghiarese.

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Apparentemente come tanti altri ma la storia racconta che fu proprio Anghiari la prima cittadina italiana ad erigere un monumento in onore di Garibaldi. L’originale, oggi conservato all’interno della sala consiliare, rimosso dalla sede originaria per la precoce usura di parte della struttura e sostituito con l’attuale con la particolarità, a differenza di tanti altri, dell’orientamento. Normalmente il puntamento è sempre verso Roma, mentre in questo caso è a nord. In qualsiasi periodo dell’anno è piacevole fare una visita a questo antico borgo medioevale, tuttavia approfittare di una delle tante manifestazioni che vengono offerte può accrescere il valore della trasferta. La Mostra Mercato dell’Artigianato della Valtiberina

Toscana, che si svolge ogni anno alla fine di aprile, ripropone la tradizione artigiana che è stata alla base dello sviluppo del paese. A fine Giugno con il palio della vittoria, una rievocazione in costume della famosa battaglia. A metà Novembre per la festa dei bringoli: un’occasione per assaggiare questo primo piatto tipico con pasta fatta a mano condita con un ragout tradizionale rosso o quello che viene ancor’oggi chiamato ragout finto, di tradizione popolare quando scarseggiavano le materie prime nobili. Ad ottobre per la manifestazione ciclistica storica “L’intrepida” con i suoi quasi 900 partecipanti

La galleria Magi.

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O d’estate con i mercatini del mercoledì o con una interessante serie di concerti di musica da camera all’aria aperta proposta dall’AnghiariFestival. Nella settimana di Ferragosto le serate chiamate “la tovaglia a quadri”, uno spettacolo teatrale in forma di cena proposto dalla gente del posto nella piazzetta del poggiolino mentre gli spettatori si godono, a tavola, la prelibatezza dei cibi e dell’immancabile vino rosso.

rigorosamente a bordo di cicli d’epoca e spesso abbinati anche a splendidi abbigliamenti del periodo.

Non rimane quindi che programmare questo viaggio in Toscana e fare una sosta ad Anghiari, magari senza dimenticare una sosta alla vicina Sansepolcro, terra di Piero della Francesca, che dista solamente meno di 10 Km.

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Periodico trimestrale dedicato agli appassionati di Jaguar Registrato al n.4 del Registro dei Periodici del Tribunale di Pesaro

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