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Lavoriamo per accelerare la ripresa

Istituzioni, enti locali e associazioni devono sfruttare questo momento per fare quadrato e attuare misure condivise di semplificazione burocratica e fiscale

I mesi che ci attendono saranno difficili. I dati che arrivano dalle imprese e dai principali osservatori economici sono preoccupanti e le azioni messe in campo sin qui da governo e regioni non hanno sortito l’effetto sperato: in particolare una massiccia dose di semplificazione burocratica e fiscale per far fronte allo shock seguito alla pandemia. L’Ufficio Studi di Confartigianato ha calcolato che dal 1° marzo al 3 maggio sono state emanate 14 disposizioni legislative alla settimana tra ordinanze, circolari, direttive, allegati, chiarimenti, linee di indirizzo, protocolli, conferimenti di incarico e decreti, per un totale di 142 provvedimenti. Una mole imponente di articoli, commi e sottocommi cui si aggiungono le oltre 400 pagine del cosiddetto “Decreto Rilancio” (in attesa di pubblicazione mentre scriviamo questo articolo ndr.). Il lavoro della confederazione ha comunque prodotto risultati importanti. In particolare per quanto riguarda la ripartenza di tutte le attività economiche entro il 18 maggio (unica eccezione la Campania ndr.), lo spostamento delle scadenze dei versamenti tributari e contributivi al 16 settembre e la rateizzazione degli stessi. Sul fronte della tassazione Confartigianato ha ottenuto da ARERA, l’autorità per l’energia e l’ambiente, il parere positivo ad una riduzione della TARI da parte dei Comuni. Importanti sono inoltre i bandi e contributi stanziati a fondo perduto su sollecitazione delle principali associazioni datoriali e il rifinanziamento degli ammortizzatori sociali. Sul fronte del lavoro è stato notevole il lavoro svolto con le principali rappresentanze sindacali per raggiungere un accordo condiviso col governo sulla misure di sicurezza da mettere in pratica sui luoghi di lavoro. A tal proposito Confartigianato e Lapam hanno richiesto sin dalla sua emanazione una correzione dell’articolo 42 del decreto legge cosiddetto “Cura Italia” - ahinoi non ancora pervenuta mentre scriviamo - sull’esclusione della responsabilità civile e penale del datore di lavoro per eventuali infezioni da Covid-19 dei propri collaboratori. Correttivo indispensabile come sottolineato pubblicamente dal presidente Lapam, Gilberto Luppi e dal presidente Confartigianato, Giorgio Merletti, per evitare azioni di rivalsa in capo ad imprenditori già duramente colpiti dalla sospensione di queste lunghe settimane. L’aggiornamento in tempo reale degli associati, la diffusione delle Istituzioni, enti locali e associazioni devono sfruttare questo momento per fare quadrato e attuare misure condivise di semplificazione burocratica e fiscale

Dal livello nazionale al livello locale

notizie attraverso gli stru- menti social e il confronto con tecnici ed amministra- tori, hanno contrassegnato la nostra attività associati- va a livello locale. Oltre all’interlocuzione e alla partecipazione a tutti i tavoli attivati dalle pre- fetture, dalla regione, dalle province e dai comuni, abbiamo poi promosso alcune campagne media- tiche su temi di assoluto rilievo. In particolare “Non spez- zare la catena” con cui ab- biamo rimarcato l’impor- tanza dei rapporti solidali tra clienti e fornitori e “Io porto a casa”, una mappa interattiva che ha raccolto in poche settimane oltre 9mila visualizzazioni su internet e 180 imprese commerciali e di servizio, disposte a consegnare i propri prodotti o servizi a domicilio. Abbiamo infine pubblica- to un elenco in continuo aggiornamento di imprese associate che commercia- lizzano o producono DPI o offrono servizi di sanifi- cazione e pulizia specializ- zata. Ora, con questo numero di “Imprese & Territorio”, proviamo a disegnare alcune direttrici per l’a- zione associativa che ci attende. Istituzioni, enti locali e associazioni sono infatti chiamate a sfruttare questo momento per con- dividere - come suggerisce anche il professor Enzo Rullani nella nostra intervi- sta - decisioni e misure utili alla ripartenza del nostro tessuto imprenditoriale.

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