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Ammortizzatori sociali, i limiti e le possibili soluzioni

Le lungaggini possono essere superate grazie a procedure digitali già a disposizione dell’INPS. Basterebbe attivarle

Un vero e proprio Tsunami. L’emergenza causata da Covid-19 non ha precedenti nel ricorso agli ammortizzatori sociali richiesti da imprese e professionisti (vedi infografica a pagina 26). A fine aprile i lavoratori in attesa di sussidio erano 8,3 milioni e i fondi stanziati dal Decreto legge “Cura Italia” del 17 marzo riservati ad industria, edilizia, terziario e piccole imprese, 5 miliardi, sono esauriti. Tuttavia esistono dei distinguo. Se infatti il Fondo Bilaterale per l’artigianato (FSBA) ha dato complessivamente buona prova di sé, con prestazioni e procedure di ristoro rapide, i tre diversi trattamenti in costanza di rapporto di lavoro, cioè la Cassa integrazione ordinaria (Cigo), la Cassa integrazione in deroga (Cigd) e il Fondo di integrazione salariale (Fis), hanno mostrato tutti i propri limiti. Dove è possibile intervenire, a questo punto, per sostenere con più efficienza l’erogazione delle risorse che verranno stanziate dal “Decreto Rilancio”? Un automatismo in grado di facilitare l’iter della cassa integrazione in deroga, quella su cui i rimborsi sembrano più in ritardo c’è già, si chiama Emens (Uniemens dal 2009) ed è una procedura attraverso cui l’INPS ha realizzato, a partire dalla sua istituzione nel 2003, un archivio digitale dei lavoratori dipendenti con lo scopo di erogare tempestivamente le proprie prestazioni e certificare la data di accesso alla pensione. Le aziende lo inviano tutti i mesi ed il suo tracciato prevede già tutte le indicazioni dei campi utili ad effettuare i pagamenti diretti, anche di quelli relativi alla cassa integrazione. Attivarlo ora è quindi un primo passo per semplificare le procedure e velocizzare le tempistiche dei versamenti. È poi utile ricordare che a livello locale Regione Emilia Romagna, in accordo con le parti sociali regionali e alcuni istituti bancari, ha sottoscritto il 30 marzo 2020 il “Protocollo quadro di sostegno al reddito dei lavoratori di aziende in difficoltà”. L'accordo ha l'obiettivo di limitare il disagio dei lavoratori beneficiari degli ammortizzatori sociali, dovuto dal tempo intercorrente tra l’inizio delle sospensioni dal lavoro e l’erogazione da parte dell’INPS dei trattamenti stessi. Per azienda in crisi o in difficoltà, il Protocollo intende "l’azienda che attiva ammortizzatori sociali e non ha le condizioni per anticipare ai lavoratori il sostegno al reddito". Il Protocollo ha validità nel periodo compreso tra il 1° gennaio e il 31 dicembre 2020 e fa salva l'ipotesi di adesione da parte di ulteriori Istituti di Credito. I lavoratori interessati a ottenere l’anticipazione della cassa integrazione, sotto forma di finanziamento a costo e tasso zero, potranno recarsi in una delle filiali degli istituti bancari che hanno sottoscritto il Protocollo presenti in Emilia-Romagna. Le lungaggini possono essere superate grazie a procedure digitali già a disposizione dell’INPS. Basterebbe attivarle

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