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TÒLA DÒLZA

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REDROB

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FABIO FRAULINI

Per un professionista del settore diventare il primo pasticcere del celebre ristorante “Da Cracco” a Milano, potrebbe rappresentare un traguardo. Ma se fin da giovane sei abituato a viaggiare, accumulare esperienze e a pensare che un giorno avrai qualcosa di tuo, allora rappresenta solo un’altra tappa del viaggio. Quello di Fabio Fraulini, nonostante i 31 anni d’età, è stato anche lungo. «Dopo l’alberghiero frequentato a Casalecchio di Reno, ho lavorato negli alberghi della Riviera, poi ho avuto una breve esperienza a Parigi e in provincia di Parma all’”Antica Corte Pallavicina” di Massimo Spigaroli, infine “Da Cracco” dove sono diventato primo pasticciere. Ma il mio desiderio è sempre stato quello di tornare a casa e far conoscere qui il significato della parola “qualità”». Aperta nel 2017 a Vignola in quella che un tempo era l’antica chiesa medievale del paese, Tòla Dòlza – il bar pasticceria di Fabio Fraulini – è un’attività sui generis. «Facciamo tutto noi partendo da farina, zucchero e uova. Non usiamo né semilavorati né prodotti industriali. È tutto fatto in casa, anche il pane». Grazie a questa ossessiva ricerca di eccellenza Fabio e i suoi collaboratori conquistano la piazza. «Ho l’impressione che da quando abbiamo aperto anche l’offerta dei miei concorrenti è migliorata». Non stentiamo a credergli. Aperti sette su sette, attivi sui principali canali social, con servizio di prenotazione e consegna a domicilio dalle prime ore del mattino e un menù a cui nemmeno un asceta saprebbe resistere, Tòla Dòlza è un punto di riferimento nelle zona. «Due giorni dopo l’inizio del primo lockdown avevamo già attivato un servizio di delivery a cui non credevano nemmeno gli esperti delle consegne che avevo contattato. Mi dicevano: “la gente non vuole uscire in pigiama, non vuole farsi vedere appena sveglia”. Invece la situazione si è sbloccata subito e per noi è stata una manna dal cielo». L’innato talento di Fabio, la “fissazione” per la formazione continua con esperti direttamente in laboratorio (come nel caso della collaborazione con Alessandro Bertuzzi ndr.) e l’amore innato per il territorio, rendono speciale questa realtà. «Se mi sono pentito di aver lasciato Milano? No – conclude il maestro pasticciere – ho sempre voluto tornare a casa».

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