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“Si deve guardare avanti e non indietro”
Il ruolo di “highlander” della Lega in consiglio comunale, visto che è l’unico eletto del partito di Salvini, tocca a Jacopo Maltauro, 23 anni, al suo secondo mandato come consigliere a palazzo Trissino.
Cominciamo con una curiosità: durante il mandato di Rucco lei era consigliere con delegaalle politiche giovanili. Lo sa che il suo diretto predecessore nell’incarico è l’attuale sindaco?
(ride) Si, lo sapevo. Devo dire che non ho ricevuto critiche per il mio operato da parte di chi mi ha preceduto, piuttosto degli apprezzamenti; allo stesso modo io ho cercato di non gettare quanto di positivo era stato fatto prima di me. C’è sempre stato un rapporto di rispetto reciproco.
Alle amministrative del 2018 la Lega aveva sfiorato il 16% dei consensi eleggendo sei consiglieri, alle ultime si è attestata sotto il 6,5% eleggendo un solo consigliere, lei. Come legge questi dati? Cosa è successo?
Secondo me dipende da un mix di fattori e condizioni. Il calo è stato trasversale per tutte le formazioni di natura politica a vantaggio di quelle civiche. I partiti scontano un riflesso della situazione nazionale: lo stesso dato della Lega alle ultime elezioni politiche non è stato entusiasmante. (Quarto partito, con l’11.5% dietro anche a Italia Viva - Azione, seppure di poco, ndr.) A livello locale conta molto il radicamento; la Lega, che è un partito popolare, paga in maniera pesante gli anni delcovid, dove è venuta meno la dimensione della militanza, del coinvolgimento degli iscritti, per ovvieragioni.
Basta questo, cioè dare la colpa al Covid?
In queste elezioni dal punto di vista politico probabilmente non è stato ben comunicato tutto ciò che di buono siamo riusciti a fare negli anni in cui eravamo in maggioranza.
Potendo tornare indietro, cambierebbe qualcosa rispetto all’impostazione della campagna elettorale?
Purtroppo con i “se” e con i “ma” è difficile fare politica, le considerazioni post elettorali possono essere preziose ma lasciano il tempo che trovano. Al netto di questo, secondo me la politicizzazione radicale che è stata data alla campagna non ha giovato.
In che senso?
Polarizzare politicamente più del dovuto un voto locale, amministrativo, dicendo di votare centrodestra perché l’alternativa è il Partito Democratico della Schlein, probabilmente non ha pagato. Sarebbe stato forse meglio raccontare quanto a livello locale è stato fatto in questi anni per Vicenza.
Troppe “passerelle” nazionali, insomma.
Sicuramente non è sbagliato aver comunicato che la filiera di natura regionale e nazionale, il dialogo continuo con le istituzioni per noi rappresentano un valore. Però aver radicalizzato il confronto dal punto di vista politico in ambito locale non ha pagato, il cittadino è più attento al punto di vista amministrativo.
Come si riparte adesso?
“Dobbiamo avere nuovi stimoli, nuove idee, nuovi progetti e nuovi volti. Inutile recriminare sul voto: hanno ragione gli elettori. Comunque non ci ha giovato aver politicizzato troppo il voto locale. Non do alcun giudizio sulla giunta perché sarebbe un pre-giudizio. Dobbiamo lasciarli lavorare e li misureremo sui fatti”
Riconoscendo la vittoria e il valore dell’avversario. In politica si hanno dei giudici, gli elettori, che hanno sempre ragione. Quindi è inutile ora dare colpe o cercare giustificazioni: l’area politica di centrodestra si ricostruisce avendo la maturità di prendere atto del risultato elettorale e con aria nuova, aria fresca, nuovi stimoli, nuove idee, nuovi progetti, nuovi volti, avendo il coraggio di guardare avanti, non indietro. Che giudizio può dare sulla nuova giunta?
Non posso dare un giudizio sul merito perché bisogna lasciare alla giunta il tempo di lavorare. Un giudizio dato adesso sarebbe un pre-giudizio, una polemica a priori sui nomi che per me non ha molto senso.
Quali sono le prossime sfide per Vicenza?
Bisognerà lavorare per rendere Vicenza una città sempre più attrattiva, e secondo me questo passa attraverso l’università e sul riuscire a renderla una città a misura di giovani. Il mio impegno dai banchidell’opposizione in questo senso sarà sempre propositivo.
Alvise Ferronato
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