Le chiese colpite dal sisma del 21 agosto 2017 ma non distrutte “Bisogna risollevarsi, in corpo ed in spirito … Io voglio la chiesa, datemi
la chiesa! Mi si fabbrichi la chiesa pure alle falde dell’Epomeo, io lì andrò a radunare il mio popolo: ma presto, ma presto”
Parroco Giuseppe Morgera
di Ernesta Mazzella Propongo un breve viaggio attraverso le nostre chiese che attualmente a causa del terremoto sono state chiuse al culto, scrivo queste poche pagine con la viva speranza nel cuore di rivederle “presto, ma presto” di nuovo aperte. La parrocchia di S. Maria Maddalena Il terribile terremoto del 28 luglio 1883 distrusse l’antica parrocchia di S. Maria Maddalena in Piazza Maio1. Della ricostruzione della Parrocchia s’interessò il SdD Don Giuseppe Morgera sin dal primo momento quando fu prescelto nella terna presentata al Vescovo dal Municipio di Casamicciola. Il primo progetto per la nuova chiesa parrocchiale portava la data del 21 marzo 1884; dopo tante peripezie il 7 maggio 1894 fu firmato il capitolato di appalto alla ditta dell’imprenditore Catello Buonocunto di Castellammare di Stabia per una spesa complessiva di £ 103.620. L’8 luglio 1894 il vescovo d’Ischia Mons. Giuseppe Candido, fra una gran folla plaudente, benediceva la prima pietra della nuova chiesa. I lavori furono seguiti passo dopo passo dal SdD e il 31 maggio del 1896, finalmente, ci fu la solenne benedizione della nuova chiesa parrocchiale dedicata al Cuore di Gesù e a S. Maria Maddalena Penitente. Una lapide ricorda che il 15 maggio 1965 questa chiesa è stata elevata dal papa Paolo VI a Basilica2. 1 G. Castagna - A. Di Lustro, La diocesi d’Ischia e le sue chiese, Forio 2000; A. Della Ragione, Ischia Sacra, Clean Edizioni, Napoli 2005, p. 62-64; A. Di Lustro, 8 luglio 1894 una grandiosa festa religiosa a Casamicciola. Benedizione della prima pietra della nuova Chiesa Parrocchiale, in “La Rassegna di Ischia”, 5, 1994, pp. 7-10; A. Di Lustro, Le Capitolazioni delle Confraternite dell’Università di Casamicciola conservate nell’Archivio di Stato di Napoli, in “La Rassegna di Ischia”, 1, 2007, pp. 39-42; A. Di Lustro - E. Mazzella, Insulanae Ecclesiae Pastores. I pastori della Chiesa d’Ischia, Fisciano, Gutenberg Editrice 2014; E. Mazzella, “L’Anonimo” Vincenzo Onorato e il Ragguaglio dell’Isola d’Ischia, Fisciano, Gutenberg Ed. 2014, p. 252.. 2 Questo tempio / Centro spirituale della risorta Casamicciola / Paolo VI / Per i voti e le preci / Di Mons. Dino Tomassini / Vescovo d’Ischia / Il 15 maggio 1965 / Elevava a dignità di Basilica / Il Comune di Casamicciola Terme / A perenne ricordo.
La chiesa presenta una pianta basilicale costituita da tre navate e nove altari, la sovrasta un soffitto ligneo a cassettoni. Entrando sulla sinistra si ammira il fonte battesimale di marmo del secolo XVIII, proviene dalla antica chiesa parrocchiale al Maio, il 1° gennaio 1844 fu battezzato il SdD Giuseppe Morgera. Accanto vi è la tomba del SdD, con la seguente iscrizione: mortalia josephi morgera qui pastor bonus et pater pauperum hic in pace christi quiescunt 1 jan. 1844 – XVII apr. 1898. Domina dall’alto la bianca tomba in marmo una lapide posta dal parroco Antonio Schiano per ricordare la traslazione delle spoglie del SdD nel 19663. Vi è l’altare con il Crocifisso in legno scolpito, opera della prima metà del secolo XIX, il SdD mentre inaugurava questo altare il 15 aprile fu colto dall’attacco di emorragia celebrale. Proseguendo si incontra l’altare dedicato alla Madonna di Pompei. L’altare di marmo posto nel transetto proviene dall’antica parrocchia, lo domina una tela raffigurante la Pietà, opera di ignoto pittore eseguita nella seconda metà del XIX secolo. Segue la teca in marmo contenente la bella scultura della Santa Maria Maddalena Penitente (mezzobusto, XVIII sec. Ignoto scultore campano), quest’opera è attribuita dal Borrelli all’artista lacchese Pietro Patalano4. La Santa è rappresentata avvolta in un 3 Giuseppe Morgera / parroco di Casamicciola / canonico onorario della chiesa cattedrale / per il suo lucido ingegno / professore di discipline letterarie e sacre / nel seminario diocesano / annunciatore della divina parola / nella diocesi e fuori / diventato modello del gregge / fatto tutto a tutti / non risparmiava fatiche / per il duplice ideale del suo ministero / una chiesa nuova ed una gente nuova / nell’atto rinnovatore / del sacrificio del calvario chiudeva la sua vita terrena / in questo tempio che egli volle maestoso / e la devozione dei figli sempre piú bello / i venerati resti mortali / del pastore buono / nell’anno del centenario dell’ordinazione sacerdotale / Antonio Schiano parroco / plaudenti autoritá e popolo / traslava / 1966 4 G. G. Borrelli, Sculture in legno di età barocca in Basilicata, Paparo Edizioni, fig. 73. Per la biografia e bibliografia delle opere dei Patalono consultare il prezioso studio di A. Di Lustro, Gli scultori Gaetano e Pietro Patalano tra Napoli e Cadice, Arte Tipografica, Napoli 1995; A. Di Lustro, Gli scultori Gaetano e Pietro Patalano, in “La Rassegna d’Ischia”, anno VIII, n. 9 dicembre 1987;A. Di Lustro, Gli Scultori Gaetano e Pietro Patalano, in “Ricerche Contribu-
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sotto le macerie della sua casa nella catastrofe del 28 luglio 18836. Segue l’altare dedicato a San Giuseppe. Presso l’uscita si ammira una grande teca in legno contenente la statua di S. Emidio, opera della fine XIX secolo, di anonimo scultore campano. Tra le varie e belle opere si ammira il pulpito policromo realizzato in legno a cassa quadrangolare, che poggia su di una grande aquila ad ali spiegate: è una pregevole opera del XIX secolo. La sacrestia la si può considerare un vero scrigno di opere in essa si ammirano le statue di Sant’Anna, San Michele e Santa Lucia, tutte opere della seconda metà del XVIII sec., di ignoti autori campani, inoltre un San Filippo Neri, in tre teche di legno sono conservate l’Addolorata, l’Immacolata e l’Assunta, opere della seconda metà XIX sec., si ammira un altare in legno dipinto a finto marmo con Crocifisso in cartapesta modellata e dipinta (fine sec. XIX), un dipinto con Madonna e Santi della seconda metà del sec. XVIII, un dipinto raffigurante Tobiolo e l’Angelo opera di fine XVIII secolo7.
Scultura di S. Maria Maddalena penitente
manto giallo, poggia la mano sinistra su un teschio e nella destra regge un crocifisso. L’altare maggiore in marmi policromi proviene dalla distrutta chiesa parrocchiale come anche gli altari dei transetti destro e sinistro, mentre quelli delle navate furono eseguiti dopo l’inaugurazione del 1898. Nell’abside si notano la poltrona e gli sgabelli, dai piedi decorati da volute, in legno intagliato e dorato, opere di artigianato campano, fine sec. XIX. Sull’altare l’immagine del Sacro Cuore e di S. Maria Maddalena inviate da Venezia, rispettivamente il 6 marzo 1884 e il 31 luglio 1884 da un pio anonimo, probabilmente l’ex re Francesco II di Borbone, al suo amico d’infanzia, il parroco SdD Giuseppe Morgera. Nel transetto di sinistra, altare con tela raffigurante l’Assunzione, seconda metà del sec. XVIII, probabilmente dipinta dal pittore napoletano Nicola La Volpe; l’opera proviene dalla distrutta chiesa dell’Assunta in Piazza Bagni. Nella navata si incontra l’altare con la tela raffigurante la Trinità opera dell’inizio XIX sec. di un ignoto pittore campano. Proseguendo vi è a tomba di Mons. Carlo Mennella, vescovo titolare di Mennith e vescovo ausiliare di Ischia5, morto ti e Memorie”, atti relativi 1984-1999, Vol. III, pp. 25-45. 5 C. d’Ambra, Ischia tra fede e cultura, Torre del Greco 1998, p.212-214; A. Di Lustro - E. Mazzella, Insulanae Ec-
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* La piccola chiesa di Santa Maria dei Suffragi detta del Purgatorio nella frazione del Maio8, fu fondata probabilmente nel 1695. Nel 1720 venne indicata come di diritto patronato della famiglia Sacchetti, ma nel maggio del 1859 la Curia di Ischia pone nelle varie chiese dell’isola un editto in cui si annuncia e si precisa che, non trovandosi in Curia titoli di fondazione e di dotazione e non avendo per questo la chiesa una annua rendita per il suo culto e mantenimento sarebbe stata adibita ad usi profani se non si fosse presentato in Curia chi ne vantava diritto di paclesiae Pastores. I pastori della Chiesa d’Ischia, Fisciano, Gutenberg Editrice 2014, p. 65. 6 Nella lapide che sovrasta la tomba si legge: Carolus Mennella / Huius communitatis Casamicciolae / Parochus benemerentissimus / Ob humaniorum literarum / Aliarumque scientiarum doctrinam / In dioecesano seminario / Studio rum moderator diligentissimus / Ob praeclara virtutum merita / Cathedralis ecclesiae canonicus honorarius / Dehinc episcopus Mennithen I.P.I. / Antisti isclano auxiliaris renuntiatus / Incentis terrae motus / Qui die XXVIII iulii MDCCCCLXXXIII / Prima nocte / Totam insulam ex imis concussit / Et Casamicciolam a fundamentis evertit / Ruinis oppressus / Victima missiprime occubit / vixit annos XLIX et dies XXXIX / Franciscus Di Nicola antistes isclanus / Episcopo suo auxiliari acceptissimo / Moerentissimus / Posuit 7 G. Castagna - A. Di Lustro, La diocesi d’Ischia e le sue chiese, Forio 2000. 8 G. Castagna - A. Di Lustro, La diocesi d’Ischia e le sue chiese, Forio 2000; A. Della Ragione, Ischia Sacra, Clean Edizioni, Napoli 2005.
tronanza con titoli autentici. Nessuno si presentò, allora il vicario foraneo don Arcangelo Cesareo, insieme alle sorelle Maria Giuseppina e Teresa, insieme a Marianna Morgera e le sorelle Regina Parole espresse da Pedro de Borbon-Dos Sicilias, discendente di Francsco II delle Due Sicilie dopo il terremoto del 21 agosto 2017. Lettera inviata al Parroco don Luigi Ballirano e pubblicata su Facebok da Amedeo Piro
È con viva costernazione e profonda commozione che ho appreso del terribile terremoto che lo scorso 21 agosto ha colpito l'isola d'Ischia e in particolare la ridente città di Casamicciola Terme, distruggendone parte dell'abitato più antico, provocando due vittime e decine di feriti e lasciando centinaia di persone senza più nulla. La sincerità dei miei sentimenti è vieppiù ravvivata dai legami storici che già legarono la mia famiglia proprio alla città di Casamicciola, nella persona del mio avo Sua Maestà il re Francesco II delle Due Sicilie, il quale, ricordandosi dei suoi soggiorni da fanciullo presso la Casina Reale al porto d'Ischia e del Venerabile Giuseppe Morgera col quale si era intrattenuto bambino, all'indomani del terremoto del 1883 si prodigò, nella più perfetta discrezione cristiana, per la rinascita del paese e il conforto dei superstiti. Da lui furono donate anche le statue del Sacro Cuore di Gesù e di S. Maria Maddalena, che ancora campeggiano nel tempio parrocchiale ad essi dedicato, che hanno rappresentato il segno della rinascita. In quanto Capo del Sacro Ordine Militare di San Giorgio Martire, ma più ancora in quanto discendente di Francesco II delle Due Sicilie, sento la responsabilità di dover intervenire in prima persona, attraverso il Sacro Ordine di cui Ella è Cappellano, con aiuti concreti per la nuova ricostruzione di Casamicciola, la quale già più volte si è dimostrata forte e capace di riprendersi. La prego di estendere la mia vicinanza anche al Sindaco, il Prof. Ing. Giovan Battista Castagna e alle altre Autorità. Mi rendo conto dei gravosissimi compiti cui esse stanno attendendo e del lungo e delicatissimo lavoro che si prospetta; ad esse va tutto il mio più accorato sostegno. Le invio i mici più sinceri e cordiali saluti.
e Maria Grazia Mennella dotarono la chiesa, e la Curia concesse il diritto di patronato comune il giorno 12 gennaio del 1860. La chiesa fu ristrutturata nel 1890 e nel 1949 ed ancora rifatta, dopo un incendio, negli ultimi anni. La chiesa presenta un solo altare dove si venera l’Addolorata. La statua dell’Addolorata fu incoronata dal vescovo d’Ischia Mons. Antonio Pagano9. Questa statua fu salvata dall’incendio e dall’ultimo terremoto del 21 agosto, attualmente è custodita nella chiesa di S. Gabriele dei Padri Passionisti. Il popolo di Casamicciola è molto legato al culto dell’Addolorata, la cosiddetta “Madonna di notte”, un’antica processione che, nella notte del Venerdì Santo, tocca sette chiese del comune in ricordo dei sette Dolori di Maria Addolorata, partendo dalla Chiesa di S. Maria della Pietà alla Marina per percorrere i Rioni della Marina, Perrone, S. Pasquale, Piazza Bagni fino a giungere all’alba del sabato Santo presso la Basilica di S. Maria Maddalena. In sacrestia si conservano due dipinti: l’Assunta opera di un anonimo artista campano dell’Ottocento ed una Sacra Famiglia, settecentesca, eseguita da un modesto artista vicino ai modi di Francesco Solimena10. * La Chiesa di S. Pasquale Baylon, fondata nella metà del 1700 da Francesco Antonio Corbera, figlio di Cesare e nipote di S. Giovan Giuseppe della Croce. Pervenne ai Mancuso, Baratelli, De Sanctis, eredi, in linea femminile, dei Corbera. Nel 1889, in seguito a trattative condotte da Antonio Morgera, la concedettero alla Congrega di Sant’Anna. La chiesa aveva già accolto, dopo il terremoto del 1881, la pia opera laicale Santa Maria del Suffragio, istituita nel 1872 dal sacerdote Vincenzo Piro nella chiesa del Purgatorio al Maio, che fu appunto distrutta dal terremoto del 4 marzo 1881. Sull’altare maggiore in marmo troneggia la statua lignea di San Pasquale Baylon. Si ammirano le statue di Sant’Antonio da Padova, di S. Giovan Giuseppe della Croce, di San Ciro. Due altari laterali, uno dedicato a Sant’Anna, l’altro all’Addolorata. Da ammirare l’artistica Via Crucis, opera di Luigi Marta, dono della contessa Giulia Von der Pahler in Samoyloff nel 1844. * La Chiesa e Congregazione di S. Maria della Pietà11 che accoglie nelle sue mura l’antica 9 E. Mazzella, Le Madonne Incoronate, in “La Rassegna di Ischia”, n° 3, 2017, p. 26. 10 A. Della Ragione, Ischia Sacra, Clean Edizioni, Napoli 2005, p. 71. 11 G. Castagna - A. Di Lustro, La diocesi d’Ischia e le sue
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Congregazione di S. Maria della Pietà, detta anche “Oratorio”, situata, prima del terremoto del 28 luglio 1883, al Maio, congregazione che risale agli inizi del 1600. Sull’altare di marmo si ammira la preziosa Pietà opera del Vaccaro12. Da notare le statue di San Giovanni, della Madonna, del Cristo Risorto opere protagoniste della tradizionale cerimonia della “Gloria” nella domenica di Pasqua, nonché quelle di San Gabriele, del Cuore di Gesù, di San Giuseppe e dell’Addolorata. Sulle pareti, in alto, tele raffiguranti i sette dolori di Maria: la Presentazione al Tempio, la Fuga in Egitto, Ritrovamento di Gesù al Tempio, L’incontro di Maria e Gesù che sale al Calvario, la Crocifissione, La deposizione dalla Croce, la Sepoltura di Gesù. * La chiesa del Buon Consiglio13, detta anche la Chiesa dei Marinai, fu fondata da un gruppo di patroni marittimi, i cui nomi sono scolpiti in una lapide di marmo entrando a destra. Questi “si costituirono innanzi al notaio D. Ignazio Monti” per la costruzione di una chiesa da dedicare al culto della Madonna del Buon Consiglio, di S. Giovanni Battista e delle Anime del Purgatorio. I lavori iniziarono nel 1821, dopo l’acquisto del suolo in piazza Marina. La prima Messa fu celebrata il 1° novembre 1824 dal Vescovo Mons. Giuseppe D’Amante. Con rescritto reale del 16 gennaio 1833 venne riconosciuta ai compatroni l’amministrazione in proprio della chiesetta, il che consolidò il diritto di patronato già riconosciuto con decreto del 1826. La piccola chiesa venne ampliata nel 1883, distrutta la Parrocchia di S. Maria Maddalena al Maio, vi fu temporaneamente trasferita la cura parrocchiale. L’interno della chiesa è costituito da un›unica navata. Sui lati, fin dalle origini, furono collocati due altari: uno dedicato alle Anime del Purgatorio e l›altro a S. Giovanni Battista. Nel 1929 le pareti sono state rivestite di marmo. Sull›altare maggiore vi è un quadro d›autore ignoto, dedicato alla Vergine del Buon Consiglio. Si nota una statua che si presume costruita, verso la seconda metà del ‹700, da ignoti artisti laziali ed acquistata dai compatroni che, per motivo di commercio, frequentavano quei lidi. Si ammirano gli affreschi dell’artista Canino. Una lapide sul pavimento, la bocca di una chiese op. cit., p. 14. 12 A. Della Ragione , Andrea Vaccaro opera completa , Editore Napoli Arte, Napoli 2014; E. Mazzella, L’Anonimo Vincenzo Onorato e il Ragguaglio dell’Isola d’Ischia, Fisciano, Gutenberg Editrice 2014, p. 252. 13 G. Castagna - A. Di Lustro, La diocesi d’Ischia e le sue chiese op.cit., p. 13.
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delle due antiche sepolture presenta una iscrizione molto interessante:”Siste navita / qui templum istud aere collato struxisti / memento / quod huc fortunae manebunt / consule / ut bene sancteque obeas feliciterque resurgas”.14 La chiesa racchiude non poche statue entrando sulla sinistra si ammirano: Sant’Antonio, l’Addolorata, l’Immacolata e il Cuore di Gesù, inoltre vi sono alcuni dipinti il Battesimo di Gesù Cristo e la Vergine del Buon Consiglio. Di questa chiesa, secondo Cervera15 esisteva la seguente tradizione: “Allora, quando un veliero salpava per recarsi nel Lazio o in Liguria, cioè verso ponente dove il percorso era più rischioso, le campane della chiesa accompagnavano il veliero, finché questo non scompariva all’orizzonte. Al ritorno la scena si ripeteva dal primo apparire del veliero fino all’attracco.” * La chiesa dell’Immacolata16, nella frazione della Sentinella, è stata costruita nel XX secolo, tra edifici storici, che ricordano il soggiorno di illustri personaggi, come Benedetto Croce e Ibsen,. La Chiesa della Santissima Immacolata sorge sul luogo dove era un edificio religioso intitolato a Sant›Antonio da Padova, del 1703. A tale proposito lo storico isolano Giuseppe d’Ascia, nella sua monumentale «Storia dell’isola d’Ischia», scrive: «Altra piccola chiesa dedicata all’Immacolata e S. Antonio di Padova, abbellita ed ampliata da pochi anni. È fornita di quattro altari, uno di marmo, ed attira la devozione dell’intero Comune di Casamicciola (…)» (d'Ascia, 1867) Questa chiesa, descritta brevemente dal d’Ascia, che scrive nel 1867, fu distrutta dal terremoto del 1883 ed era intitolata sia all’Immacolata sia a S. Antonio da Padova. Nello specifico, l'intitolazione a Maria SS. Immacolata risale al 1855. La chiesa, infatti, possiede una statua in legno della Madonna opera settecentesca di scuola napoletana, che si narra sia stata ritrovata sotto le macerie dell’edificio, dopo l’evento sismico del 1883, da tre soldati. La statua è stata incoronata solennemente il giorno 3 ottobre 19545 , anno mariano, per decreto dell’11 gennaio 1954 del Capitolo Vaticano; il sacro rito fu presieduto dal Cardinale Celso 14 “Férmati navigante, / che costruisti questo tempio con denaro raccolto / ricorda / che qui rimarranno i tuoi beni / provvedi / a che tu muoia bene e santamente per felicemente risorgere” 15 G. Giuseppe Cervera, Guida d’Ischia, 1959. 16 G. Castagna - A. Di Lustro, La diocesi d’Ischia e le sue chiese op. cit., p. 21.
Costantini, Cancelliere di Santa Romana Chiesa accompagnato dal Cerimoniere Pontificio Mons. Fattinnanzi. La corona della Madonna fu realizzata dall’orafo Visconti17. L’edificio è formato ad unica navata, con abside semicircolare. La facciata principale si presenta molto semplice e si conclude con un timpano triangolare. A destra si nota un campanile a pianta quadrata. * La Chiesa di San Giuseppe al Fango, purtroppo, mostra gravi danni alla struttura. La sua costruzione dovrebbe risalire al XVI secolo, ma la bolla di fondazione, con la concessione del patronato alla famiglia Verde di Forio, è datata 1714. Nel 1712 la sacrestia e la chiesa erano completate. Il suo aspetto attuale risale a metà degli anni Sessanta del Novecento, quando, dopo alcuni lavori fu riaperta al culto nel 1969. Nel 1973 fu terminato il campanile. L’edificio ha un solo ambiente, con una pianta quasi pentagonale, abbellita da vetrate colorate che da sinistra a destra rappresentano l’Annunciazione, la Natività, la Presentazione al tempio e San Giuseppe. La facciata è molto semplice, priva di frontone, arricchita da una 17 E. Mazzella, Le Madonne Incoronate, op. cit., p. 25.
vetrata del 1990 realizzata da Antonio Virgilio, dove è raffigurata “L’Apoteosi di S. Giuseppe”. Il portale d’ingresso è realizzato in pietra lavica, con alla base rosoni in rilievo. * Il primo documento che parla della Chiesa di S. Rocco è un atto notarile di Polidoro Albano nel 1542 18. Il terremoto del 1883 distrusse l’edificio. Prima di tale data, la struttura era maggiore rispetto a quella attuale, con otto archi, un soffitto a botte, con decorazioni in stucco. I primi lavori di ristrutturazione furono affidati all’ingegnere Carlo Mennella di Casamicciola e consentirono una parziale riorganizzazione, dovuta agli scarsi fondi. Nel 1885 il Comitato Centrale di Soccorso per i terremotati di Ischia accordò un sussidio di 1200 lire alla Congrega di S. Anna, ma i lavori si protrassero fino al 1889 e costarono 4.000 lire, la somma fu recuperata grazie all’intervento dei confratelli e i fedeli di Lacco Ameno. Nel 1960 un temporale danneggiò le strutture portanti della chiesa, e fu solo negli anni Settanta, che fu possibile eseguire i lavori necessari. La facciata della chiesa è semplice e lineare, arricchita da un portale in pietra di piperno del XVII secolo. A fianco vi è il campanile, che non è quello originale crollato nel 1883, ma è stato ricostruito dall’ingegnere Antonio Castagna, anche in questo sisma ha riportato alcuni danni, ed attualmente sono in corso i lavori di ripristino. Sopra il portale risalta una pannello in maiolica raffigurante S. Rocco e S. Anna sullo sfondo di Monte Vico ed il “Fungo. Nel timpano da notare l’orologio in marmo con cifre e sfere in bronzo. L’interno si presenta ad una sola navata, con una cupola che si innalza all’altezza del presbiterio. Lungo la parete destra si aprono due cappelle, la prima dedicata a S. Antonio da Padova, la seconda a S. Gioacchino, S. Anna con Maria Bambina. A sinistra, invece, troviamo una sola cappella dedicata a S. Rocco. Sulla parete di fondo del presbiterio vediamo due tele, della prima metà del Settecento raffiguranti San Rocco e San Francesco. Sulla parete sinistra troviamo un dipinto Madonna con il bambino in braccio della fine dell’Ottocento, di un ignoto pittore campano. * La Chiesetta del Purgatorio o di S. Michele, che sorge in località Scentone nel comune di Forio attira subito lo sguardo del turista per la
Lacco Ameno - Chiesa di San Giuseppe al Fango
18 G. Castagna - A. Di Lustro, La diocesi d’Ischia e le sue chiese op. cit., p. 47.
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particolare forma della facciata di uno stile particolare. L’atto ufficiale di fondazione di questa chiesa è una pergamena del Vicario Capitolare di Ischia, Daniele Morgioni, datata febbraio 174319 Purtroppo i pochi documenti esistenti nella chiesa non fanno alcun riferimento al progettista, al direttore dei lavori e alle maestranze che hanno realizzato la costruzione della chiesa. Il terremoto del 28 luglio 1883 danneggiò la cupola per cui rimase per alcuni anni chiusa al culto. Anche il sisma del 21 agosto ha recato alcuni danni alla chiesa. L’aspetto più interessante di questa chiesa è quello architettonico. La costruzione è preceduta da un sagrato quadrato, circondato da sedili scolpiti in pietra e sopraelevato di alcuni gradini rispetto al livello stradale. La facciata è delimitata da due pilastri laterali, sporgenti come contrafforti, ed è divisa in due ordini senza alcun ornamento di stucco e con semplici cornici. Nella parte bassa della facciata si aprono due nicchie lateralmente al portale di pietra lavica grigia. L’interno della chiesa si presenta ad una sola navata. Presenta un solo altare completamente rifatto in seguito agli ultimi lavori di sistemazione, sul quale pende una grande tela raffigurante la Madonna delle Grazie, S. Giovanni Battista, S. Michele e le Anime Purganti attribuita ad Alfonso Di Spigna20 dall’Alparone21. Attualmente l’opera è conservata nel Museo Diocesano di Ischia.
19 A. Di Lustro, La chiesa del Purgatorio di Forio compie 250 anni (1743-1993), in “La Rassegna d’Ischia”, 1, 1993. 20 A. Di Lustro - E. Mazzella, Le Madonne della Misericordia dell’isola d’Ischia storia arte e pietà popolare, Fisciano Edizioni Gutenberg 2016, p.60. 21 E. Persico Rolando, Dipinti dal XVI al XVIII secolo nelle chiese di Ischia, Edizioni Graphotronic, p. 90.
Opere di varie chiese danneggiate dal terremoto del 21 agosto 2017 e trasportate, per salvaguardia, nel Museo Diocesano di Ischia 10 La Rassegna d’Ischia n. 5/2017