La Rassegna d'Ischia n. 6/2016

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L'Isola d'Ischia terra di storia Ischia: quest’isola, con un passato lontano e vicino e con un presente rinnovato, ha fatto e fa sempre vibrare, sotto la guida di appassionati studiosi, storici, archeologi, artisti e poeti…, che nel loro contesto ne hanno costituito una vera e propria località culturale con un patrimonio che un tempo tutti hanno cercato di arricchire. Anche da parte di rappresentanti stranieri, soprattutto attualmente. Una maggiore spinta in tal senso è venuta e viene dalle scoperte archeologiche di Giorgio Buchner e dagli studi sui suoi reperti che crescono nell’ambito scientifico di tale settore. L’isola è stata riconosciuta come la prima colonia greca del Mediterraneo occidentale, e oggi ancora questa terra è fatta oggetto continuo di ricerche, di studi e di valutazioni da parte di eminenti studiosi nazionali ed internazionali. E non è soltanto in questo settore che Ischia fa valere la sua qualificata presenza, ma, come scrive Pietro Greco, essa si pone all’attenzione generale come un “laboratorio naturale”, un “laboratorio a mare aperto”, un “laboratorio culturale”. “Ischia è un patrimonio naturale e culturale dell’umanità. Il fatto è che tutto questo Ischia non lo sa. È per molti versi un’isola senza consapevolezza e senza memoria” (Pietro Greco1). Oppure, forse lo sa, ma ritiene preponderanti altri interessi e altri impegni, per certi aspetti maggiormente appariscenti e redditizi. C’è stato un periodo in cui prevaleva la volontà di acquisire beni per utilità pubblica e 1 Ambiente, Rischio, Comunicazione, quadrimestrale di analisi e monitoraggio ambientale, n. 11, luglio 2016.

per arricchire il patrimonio degli enti comunali. I partiti politici volevano, a volte, dare significato in tal senso alle amministrazioni. Si parlò dell'esproprio del Castello Aragonese e del Palazzo Reale d’Ischia; dell’Osservatorio di Casamicciola; diventarono proprietà comunali Villa Arbusto (destinata a sede del Museo di Pithecusae); fu acquisita La Colombaia (ricordo di Luchino Visconti); le pinete d’Ischia furono rese pubbliche; nel frattempo però si abolivano le biblioteche di Lacco Ameno e di Forio, da poco realizzate; non si è mai pensato ad un museo per gli artisti isolani; ma sorgevano iniziative private, come il Museo del mare, il Museo del Contadino, la Mortella, etc…; si valorizzava privatamente il Castello Aragonese e in parte il Palazzo Reale si apriva ad iniziative pubbliche; assumeva importanza e valore il Centro di Ricerche Storiche d’Ambra di Forio; cresceva il Museo di Santa Restituta a Lacco Ameno, grazie alla passione e al lavoro di don Pietro Monti: questo poi è stato (e rimane, si spera non per sempre)) chiuso al pubblico. Prevalgono oggi altre iniziative, soprattutto con manifestazioni di breve durata e provvisorie, che non incidono affatto sul territorio. Queste hanno forse l'obiettivo di distogliere da una indifferenza generale verso realizzazioni cncrete e di maggore valore. Che cosa abbiamo oggi di particolare da osservare? Tutto ciò che è diventato pubblico non è più curato appieno o non funziona affatto. E molte volte questo non lo si dice affatto. Tanti desiderano e si recano a visitare il sito di Visconti o il Museo di S. Restituta, ma vi trovano solo

Raffaele Castagna porte chiuse e pieno abbandono. Non ci sono fondi, si dice, e il Museo di Pithecusae che dovrebbe costituire, insieme con il Castello Aragonese, il dono più prezioso del patrimonio isolano e un volano dell’economia turistica, va avanti in modo ridotto e grazie alla partecipazione dei volontari. Eppur si dice che si opera per il bene del paese!! Esisterebbero poi i sentieri interni (montagne collinari) che, eccetto utilizzazioni private, poco o niente vengono curati, protetti e valorizzati con opportuna segnaletica e indicazioni delle specie vegetali, alcune di rilevanza unica, in ricordo e testimonianza del botanico Giovanni Gussone che, nell’anno 1855, dedicò alla flora isolana un suo famoso libro, scritto in lingua latina2. Ci sono quindi tutti i presupposti per qualificare e determinare come isola culturale un territorio che precedentemente si diceva isola termale, per la presenza delle numerose sorgenti valorizzate, anche sul piano letterario e critico, da studiosi e ricercatori, come Jasolino, De Quintiis3 (autore di un poema latino che faceva dire a Mons. Onofrio Buonocore: “Molti hanno scritto di Ischia in tutte le lingue; Eucherio De Quintiis lascia dietro tutti : la sua Inarime sta ad Ischia come l’Eneide di Virgilio sta a Roma”), D’Aloisio, De Rivaz, Morgera, e più recentemente Mancioli. Ci sono tutti, volendo, 2 Giovanni Gussone, Enumeratio plantarum vascularium in insula Inarime sponte provenientium vel oeconomico usu passim cultarum, Neapoli 1855. Esiste anche versione italiana. 3 Camillo Eucherio de Quintiis, Inarime seu de Balneis Pithecusarum libri VI, 1726. Esiste anche versione italiana.

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i parametri necessari per far prevalere le nuove espressioni, presenti magnificamente nel territorio, come importanza primaria di Ischia, anche per dare il giusto valore a coloro che sono stati gli artefici esclusivi di questo nuovo corso. Ma chi dovrebbe preoccuparsi e impegnarsi in tal senso, al momento e in futuro? Il fatto è che, prima di poter arrivare a tanto, ci vorrebbero veramente la consapevolezza e la coscienza della nuova realtà dell’isola, il cui presupposto va ricercato anche nella valorizzazione della “memoria” di cui prima si parlava e da cui non si deve giustamente trascurare il presente. Studio del passato e conoscenza esatta dell’attualità non possono essere disgiunti e vanno insieme considerati. "Non c’è oggi studioso del mondo classico o del Mediterraneo antico che non conosca il nome e l’opera di Giorgio Buchner: pur nella vastissima gamma dei suoi interessi, egli soprattutto è, e resterà, sinonimo dell’euboica Pithekoussai, e dell’autentica rivoluzione che questa scoperta ha portato in tutte le nostre nozioni riguardanti la Magna Grecia, e di conseguenza anche la Grecia arcaica da un lato, e dall’altro l’Italia antica" (Pietro Greco) . Ma sull’isola conoscono tutti l’archeologo noto “in tutto il mondo”? E che cosa si fa per farlo ricordare? Esiste una testimonianza viva, un ricordo qualsiasi di questo personaggio?

Si dovrebbe creare una biblioteca (a Lacco Ameno per esempio, a Villa Arbusto specificamente) che raccogliesse tutte le pubblicazioni di Buchner e quelle che oggi parlano della colonia di Pithekoussai; invece nulla si fa in merito a questo riferimento, come nulla si obietta (a Lacco Ameno e in diocesi) sulla chiusura (ed è ormai più di un anno) degli Scavi e Museo di Santa Restituta o del Museo di Pithecusae che apre solo mezza giornata. E a chi interessano in loco queste strutture? Forse si aspetta che l’incuria del tempo le riduca in una condizione malsana tale perché tolgano il disturbo e mettano in pace l’animo di coloro che dovrebbero provvedervi e renderle del tutto attive e funzionanti.

Russia-Italia Film Festival

più esigenti. Nel programma presenti 25 pellicole, tutte partecipanti o vincitrici di festival cinematografici italiani regionali o internazionali tra cui cinque opere proposte dall’Ischia Film Festival. Tutte le opere sono state proiettate in lingua italiana con sottotitoli russi e proposti ai migliori distributori russi. Dal 15 al 27 novembre il Festival RIFF si è spostato a Novosibirsk presso il cinema Pobeda, e dal 4 dicembre raggiungerà il cinema Rodina di San Pietroburgo.

A Mosca, al cinema Oktyabr dall’1 al 13 novembre 2016, si è svolta la III edizione del RussiaItalia Film Festival (RIFF) dedicato al cinema di fiction, del documentario e del cortometraggio; vi ha partecipato anche una selezione di film provenienti dall’Ischia Film Festival. Il Programma del Festival cinematografico è stato pensato in modo da presentare al meglio il cinema contemporaneo italiano, dai film da botteghino alle rarità d’autore, apprezzati dai cinefili

Prendere in considerazione tutte queste realtà esistenti sull’isola, privilegiarle nella costante valorizzazione e riconoscere loro un valore altamente significativo (e non solo per lo sviluppo dell’isola turistica) significa anche dare maggior peso ad ogni richiesta che si fa (quando si fa) di finanziamenti e di riconoscimento sul piano nazionale ed internazionale ed anche in ambito regionale, ove si dà oggi scarso significato a ciò che rappresenta la realtà isolana . Se non si dà valore alle cose localmente, come si può sperare che altri vengano a riconoscerle nella loro importanza e a valorizzarle? E ciò non solo in questo settore. Raffaele Castagna

Lunedì 12 dicembre 2016 ci sarà a Roma, Valle Giulia, la presentazione degli Atti del Convegno Contextualizing Early Colonization – Archaeology, Sources, Chronology and Interpretative Models between Italy and the Mediterranean A cura di Lieve Donnellan, Valentino Nizzo e Gert-Jan Burgers Vol. 1 – Context of Early Colonization Vol. 2 – Coceptualising Early Colonization 4 La Rassegna d’Ischia n. 6/2016

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