La Settimana n. 34 del 8 settembre 2013

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laSettimana SETTIMANALE DI INFORMAZIONE DELLA DIOCESI DI ADRIA-ROVIGO

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Maria Bolognesi Beata La comunità diocesana - vescovo sacerdoti e fedeli esultano nella gratitudine per questo dono straordinario Servizi alle pag. 9 - 10 - 11 - 12

Testimonianze nell’Anno della Fede

Borca di Cadore

Intervista a mons. Gaetano Bonicelli pag. 13

Il Vescovo con i sacerdoti alla seconda settimana residenziale del clero

Forniture per pesche di beneficenza A Fontaniva da molti anni, l’azienda F.lli Fabian, con la nuova sede appositamente ideata, ha saputo evolvere la propria organizzazione per soddisfare al meglio la clientela operante nel mondo delle festività e delle manifestazioni che valorizzano il territorio e le tradizioni. Con una vastissima gamma di prodotti, prezzi imbattibili e un eccellente servizio pre e post vendita. Il personale dinamico e qualificato, saprà interpretare ogni richiesta con professionalità e spirito di innovazione.

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la Settimana

comunità

8 settembre 2013

La Natività di Maria

Una festa di tutti quella dell’8 settembre, che invita alla preghiera per adorare Dio nei suoi arcani disegni e che ci accosta alla realizzazione della redenzione, facendoci stupire con la nascita della “Donna” che ne sarebbe divenuta la Mamma del Signore! La vicinanza del Santuario di Nostra Signora del Pilastrello, dalle mie parti, ha congiunto tutti i motivi teologici ed antropologici con la festa. Il nascere è di per se festa. Il card. Tonini tante volte ci ha ricordato che la Mamma gli diceva: “quando sei nato , tuo padre ed io abbiamo fatto festa, perché da Dio ti abbiamo avuto in dono”! E in questa scia comprendiamo la festa dell’umanità cristiana per questa nascita. I motivi più profondi venivano riscoperti da ognuno nel proprio animo, perché questa nascita è aurora di speranza per la salvezza che il Figlio di Maria avrebbe tolto la maledizione, donato ogni

benedizione e donato la vita eterna all’intera Umanità. Mi ha sempre sorpreso

Attività del Vescovo Domenica 8 settembre: Ore 10.30 - Artegna (Udine): celebra la S. Messa per il 50° anniversario dell’Ordinazione presbiterale, nel paese in cui ha svolto il suo ministero nei primi 11 anni di sacerdozio. Martedì 10 settembre: Ore 10.00 - Adria, Centro Giovanile della Cattedrale: incontra i sacerdoti del Vicariato di Adria-Ariano. Mercoledì 11 settembre: Ore 10.00 - Rovigo, Centro Giovanile “Don Bosco”: incontra i sacerdoti del Vicariato Urbano di Rovigo. Ore 17.00 - Villadose, Casa Canonica: incontra i sacerdoti del Vicariato di Villadose. Giovedì 12 settembre: Ore 10.00 - Lendinara, Convento dei PP. Cappuccini: incontra i i sacerdoti del Vicariato di Lendinara-S. Bellino. Ore 18.00 - Runzi: celebra la S. Messa nella festa del Ss. Nome di Maria. Venerdì 13 settembre: Ore 10.00 - Badia Polesine, Casa Canonica: incontra i sacerdoti del Vicariato di Badia-Trecenta. Sabato 14 settembre: Ore 9.00 - Rovigo, Vescovado: riceve in udienza. Domenica 15 settembre: Ore 10.30 - Rovigo, Centro Mariano: presiede la celebrazione della S. Messa nella festa della B.V. Addolorata.

come nei nostri paesi si faceva precedere al pellegrinaggio al Santuario di Lendinara, le celebrazioni e le preghiere in parrocchia! Quasi da tutti si interrompeva il lavoro per darsi poi la possibilità a raggiungere il Santuario, compiere le proprie devozione, spendere il resto della giornata in serenità festaiola. Comitive intere facevano del recarsi al Santuario un pellegrinaggio a piedi, recitando preghiere e poi nel ritorno crescere nel clima di

amicizia. Al Santuario, e nelle comunità, la grande affluenza di fedeli e di devoti era occasione per rinnovare, approfondendo la catechesi sulla divina Maternità di Maria e rinnovare la nostra fede sul disegno salvifico del Padre e, farlo divenire vita buona di Vangelo. Fede e vita in un intreccio che rendeva l’esistenza umana serena ,lieta, operosa ed impegnata, perché a tutti non mancassero la ragioni per festeggiare e vivere. Insomma non una festa fatta sulla tradizione, ma sulle ragioni teologiche che ci coinvolgevano nel disegno e nel piano di Salvezza di Dio e che rendevano salvati, che gioivano del dono ricevuto. Anche a mensa, pur nel “desco poveretto, si esprimevano i motivi grandi della festa. La nascita di Colei che Dio aveva scelto a Madre del Cristo, non poteva che essere motivo di serenità e gioia, ma pure di fede per poter con ragione elevare la preghiera riconoscente per quella misericordia che ci donava per mezzo di Maria. La Liturgia del Vespero canta: “La tua nascita o Maria è annuncio di gioiosa speranza, perché è l’aurora del sorgere del sole di Giustizia Gesù Dio nostro, che ci toglie la maledizione e ci dona la benedizione e ci dona la vita senza fine”. Gianni Azzi

Nomine tra il Clero Avendo Don Vincenzo Cerutti, per motivi di salute, rinunciato alla parrocchia di Granzette per dedicarsi unicamente alla parrocchia di Boara Polesine, Mons. Vescovo ha chiamato a succedergli LOVATO Don ANDREA, che assumerà così l’incarico di Arciprete di Concadirame e Parroco di Granzette, lasciando il servizio di Segretario del Vescovo.

La Parola... famiglia, giovani e poveri al festino messianico, dove si entra per la “porta stretta”. Ognuno possiede esperienze che lo hanno fatto riflettere e lo accostano a questa logica evangelica. L’unico necessario: una sacca povera, capace di contenere quanto è essenziale per vivere, un tozzo di pane e parole che restano nel tempo. Queste le cose che appartengono all’uomo libero, allenato a inseguire la scoperta di sé e ad accogliere la ricerca dell’altro. Può essere l’esperienza bella e gioiosa di giovani che vivono un campo estivo sotto la tenda, un pellegrinaggio o qualche giorno di turismo a una stella. Gli spazi entro i quali ci si muove nel quotidiano scorrere dei giorni, dopo una breve sospensione, dopo un frattempo di distacco, dopo una temporanea assenza, appaiono diversi e nuovamente attraenti. Il tempo scelto per prendere momentaneo distacco dall’ordinario e da tutti quegli spazi zeppi di affetti, di riferimenti, di memorie, di legami, di simboli, di nostalgie, di oggetti, di frequentazioni, diventa finalmente opportunità per ridare giusto valore, significato e peso a ciascuna cosa e a ciascuna abitudine. Svuotando la sacca che ci si era portati appresso, nel timore di non avere quelle cose che si ritenevano essenziali per sopravvivere al distacco e alla lontananza, la si ritrova carica, spesso eccessivamente colma, di cose e legami superflui, non essenziali. Sono poche le cose che servono davvero a chi parte. L’uomo è essenzialmente un viandante “costretto” a misurarsi con la verità di sé. Se poi nel cammino si incontra con Cristo è costretto a misurarsi con lui, la Via, la Verità e la Vita. Don Dante

XXIII Domenica delTempo Ordinario - C

Siccome molta gente andava con lui, Gesù si voltò e disse: «Se uno viene a me e non odia suo padre, sua madre, la moglie, i figli, i fratelli, le sorelle e perfino la propria vita, non può essere mio discepolo. Chi non porta la propria croce e non viene dietro di me, non può essere mio discepolo. Chi di voi, volendo costruire una torre, non si siede prima a calcolarne la spesa, se ha i mezzi per portarla a compimento? Per evitare che, se getta le fondamenta e non può finire il lavoro, tutti coloro che vedono comincino a deriderlo, dicendo: Costui ha iniziato a costruire, ma non è stato capace di finire il lavoro. Così chiunque di voi non rinunzia a tutti i suoi averi, non può essere mio discepolo. Una pagina a dir poco sconvolgente. Rovescia il buon senso ancor prima che i comandamenti (l’odio anziché l’onore per i familiari); le priorità della saggezza e delle risorse umane (costruire, calcolare, compiere, finire, esaminare, spesa, mezzi, lavoro) vengono smentite con una rinunzia totale. Si apre alle forze giovani e coraggiose un cammino vocazionale libero da ogni vincolo che non sia Gesù (“se uno viene a me”), per una sequela di servizio eroico (“portare la propria croce”), umile (“dietro di me per essere mio discepolo”) e povero (“rinunzia a tutti i propri averi”). Non è cosa da poco diventare discepoli del Signore. Occorre ponderatezza, determinazione, coerenza. E’ una sequela che domanda distacco da tutto, nel senso che solo Cristo è l’assoluto. Ogni altro legame, per doveroso che rimanga, va considerato e vissuto in lui. Va premessa una esegesi perché il testo è fuori di ogni immediata comprensione. Due condizioni per essere discepoli. a) “Odiare” quelli di casa propria è attestato

Discepolo Luca 14, 25-33

solo in Luca, amante delle formulazioni radicali. Per sé è un ebraismo che esprime il contrario di “amare”. La versione più corretta è: “chi non mi preferisce a..., non mi ama più di...”. Le due formulazioni, casa e vita, illustrano la priorità della sequela alla quale non vanno posti valori alternativi; b) “Portare la croce e seguirlo”. I due detti sono collegati da Luca: all’indomani della Pasqua, seguire lui significa seguirlo nella morte e nella risurrezione. Una dinamica di fede sempre da scoprire. “Portare la croce” non è infatti rassegnazione, ma creativa realizzazione della propria persona alla sequela che introduce alla vita nuova:

domenica 2 settembre 2013

Anno della Fede

Evangelizzare la vita

Una delle Proposizioni del Sinodo dei Vescovi sulla nuova evangelizzazioni riguarda la famiglia (n. 48) su un orizzonte vasto, ma il tema della vita è dominante: “Istituita dal sacramento del matrimonio, la famiglia cristiana, come Chiesa domestica, è il luogo specifico e il primo soggetto nella trasmissione della vita e dell’amore, nella trasmissione della fede e della formazione della persona umana secondo i valori del Vangelo... E’ necessario educare le persone a vivere la sessualità umana in modo rispettoso dell’antropologia cristiana, sia prima del matrimonio sia nel matrimonio”. Lapidaria la posizione dei vescovi: “Non si esce da questa fase critica generando meno figli o peggio ancora soffocando la vita con l’aborto, bensì facendo forza sulla verità della persona umana, sulla logica della gratuità e sul dono grande e unico del trasmettere la vita, proprio in una situazione di crisi”. Nel messaggio per la 46ª Giornata mondiale della pace, Benedetto XVI si è chiesto come si può pensare di realizzare la pace, lo sviluppo integrale dei popoli o la stessa salvaguardia dell’ambiente “senza che sia tutelato il diritto alla vita dei più deboli, a cominciare dai nascituri? Nemmeno è giusto codificare in maniera subdola falsi diritti o arbitrii che, basati su una visione riduttiva e relativistica dell’essere umano e sull’abile utilizzo di espressioni ambigue, volte a favorire un preteso diritto all’aborto e all’eutanasia, minacciano il diritto fondamentale alla vita”. Di qui, il diritto all’uso dell’obiezione di coscienza nei confronti di leggi e misure governative che attentano alla dignità umana, come l’aborto e l’eutanasia. Nel 2011 gli aborti sono stati 109.538 (meno 5,6% rispetto al 2010): 73.812 gli aborti di italiane, 7.240 gli aborti chimici con la RU486 (il 6% del totale). Il Movimento per la vita contesta questi ultimi dati. Se ogni anno vengono vendute circa 380 mila scatole di pillole del giorno dopo, sarebbero almeno 60-70 mila le interruzioni di gravidanza che sfuggono alle statistiche ufficiali. Gli aborti clandestini sono stimati in 15 mila, con modelli matematici non verificabili. Il numero complessivo di aborti, pari a oltre 9.000 al mese, è paragonabile alla popolazione di una città come il nucleo urbano di Bologna. Il “tasso di abortività” (numero

di aborti per mille donne in età feconda tra i 15 e i 49 anni), è pari al 7,8 per mille, con un decremento del 5,3% rispetto al 2010. Un aborto su tre è di una immigrata. E’ in crescita la quota di aborti di non italiane, che raggiunge nel 2011 il 34,2% del totale. Le ragioni sono la condizione più svantaggiata, l’assenza di una rete familiare di sostegno, delega dei maschi all’autodeterminazione femminile, la cultura del paese di origine, la mancata valorizzazione dei servizi primari di prevenzione, scarsa attenzione per la collaborazione col privato sociale, insufficiente attivazione delle reti di sostegno per la maternità, carente informazione sul diritto a partorire in anonimato, poco investimento sull’educazione della sessualità e dell’affettività, non promozione della procreazione responsabile, incentivo diseducativo della legge (ciò che è permesso è moralmente lecito), privilegio della tecnica sulla formazione della coscienza. Stabile, nel tempo, il dato sul secondo aborto: 27,2%. E’ più basso tra le italiane (21,6%) rispetto alle straniere (38%). Dal 5 giugno 1978 ad oggi in Italia gli aborti sono stati 5.329.703: una quantità che non può far piacere nemmeno all’abortista più convinto. I volontari degli oltre 300 Centri di aiuto alla vita nel 2010-2011 hanno accompagnato la nascita di oltre 20 mila bambini, assistendo circa 28 mila gestanti ed entrando in contatto con oltre 40 mila donne. Sono due gli interventi più urgenti: la riforma dell’art. 1 del Codice Civile, stabilendo con chiarezza che i consultori familiari non sono una tappa nel percorso già deciso di interruzione della gravidanza, ma un centro di assistenza alla vita per le donne e di sostegno alla maternità.. La legge dunque viene male interpretata se ha ridotto i consultori a strutture obbligate a rilasciare il documento autorizzativo all’aborto. Chi intende abortire dovrebbe rivolgersi al medico dell’ospedale dopo un’autocertificazione attestante che si è rivolta ad un consultorio, passaggio obbligatorio che restituisca ad ogni donna anche il diritto di non abortire mediante l’accoglienza, l’ascolto, l’informazione, l’aiuto a rimuovere le cause che hanno portato al tragico bivio. Il consultorio potrebbe essere un utile strumento di prevenzione post-concezionale oltre che pre-concezionale. d. Dante Bellinati

Anno della Fede

8 settembre 2013

Per la nostra Diocesi e per i nostri preti: la testimonianza evangelica della Beata Maria Bolognesi ci sostenga tutti a vivere l’Anno della fede come occasione di impegno personale per essere umili, semplici, sobri, miti, poveri, preghiamo.


la Settimana

diocesi

domenica 8 settembre 2013

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Intervista a Mons. Soravito

«Popolo di Dio in missione» Il programma pastorale diocesano per l’anno 2013-2014

“Popolo di Dio in missione”. E’ questo il tema che anima il cammino pastorale della nostra Chiesa di Adria-Rovigo nel terzo anno post–sinodale 2013-2014, iniziato in questo mese di settembre 2013. Il Sinodo diocesano si è concluso il 16 ottobre 2011. Attraverso questo evento straordinario la comunità diocesana si è impegnata nella formazione delle famiglie, nell’ educazione dei giovani e nella solidarietà verso i poveri. In questi tre anni, che hanno fatto seguito al Sinodo diocesano, la comunità cristiana che vive in Adria-Rovigo, seguendo il cammino indicato dalla Chiesa Italiana, ha cercato di guidare i cristiani a vivere “la vita buona del Vangelo”, fissando l’attenzione sui tre “soggetti” fondamentali sopra ricordati: le famiglie, i giovani ed i poveri. Nel secondo anno post-sinodale (2012-2013) il cammino pastorale è stato arricchito dalle proposte dell’Anno della Fede, che ci ha invitati a riscoprire i contenuti fondamentali della fede cristiana, per riscoprire “la gioia di essere amati da Dio” e per ritrovare “l’entusiasmo di comunicare la fede”. Giunti al terzo anno postsinodale il Vescovo mons. Lucio Soravito de Franceschi, rivolge alla nostra Chiesa diocesana l’invito a proseguire il cammino per un autentico rinnovamento della fede e contemporaneamente ci invita ad annunciare la fede con gioia, con fierezza, con entusiasmo, soprattutto alle persone non credenti, non praticanti, lontane dalla fede. Ed è proprio con questo cammino che la Chiesa di Adria-Rovigo diviene “popolo di Dio in Missione”. Abbiamo rivolto alcune domande al Vescovo Lucio, affinché ci illustri quelli che saranno i momenti più significativi di questa nuova esperienza pastorale. D - Eccellenza, brevemente può spiegarci quello che sarà il Progetto pastorale che ha come tema: “Popolo di Dio in missione”? R - Possiamo dire che già durante i lavori delle due settimane di aggiornamento dei sacerdoti, tenute a Borca di Cadore, si sono poste le basi di questo progetto. Si è voluto porre al centro della riflessione la missionarietà della Chiesa, cioè la consapevolezza che noi siamo “cristiani per il mondo”, siamo per natura “annunciatori dell’amore di Dio”: ce lo ha ricordato anche il Papa Benedetto XVI nella Lettera Apostolica “Porta Fidei”, con cui ha indetto l’Anno della Fede. Un tema questo che mira ad educare i cristiani a riscoprire la gioia di essere amati

vengono da altre realtà, ma di promuovere un’esperienza di missione che vede coinvolti attivamente tutti i fedeli cristiani e praticanti. Si tratta di promuovere una autentica pastorale missionaria che permane nel tempo, dando valore a quanto già esiste di bello, di buono, di giusto nelle nostre comunità. Si tratta di dare un impulso nuovo alla evangelizzazione dei non praticanti e dei non credenti. Si tratta di dare vita ad una straordinaria evangelizzazione del nostro Polesine, che veda la partecipazione attiva di tutti i fedeli praticanti.

da Dio e a ritrovare l’entusiasmo di comunicare la fede. D - Possiamo dire che già lo scorso anno la Chiesa diocesana ha vissuto un tempo importante? R - Certamente; lo scorso anno la nostra Chiesa si è soffermata sulla riflessione riguardante i nuclei fondamentali del Credo, e cioè: “Credo in Dio che è Padre”; “Credo in Gesù Cristo morto e risorto per noi”; “Credo nello Spirito Santo che è Signore e dà la vita”. In questo anno desideriamo aiutare i cristiani della nostra Chiesa diocesana a ritrovare l’ entusiasmo di comunicare il dono della fede e questo non solo con il buon esempio, pur sempre necessario, fondamentale, ma anche attraverso la nostra capacità di dire “in chi crediamo” e “perché crediamo”. Stimolati da questo compito, che si fonda sul battesimo, abbiamo voluto dedicare questo anno ed il prossimo anno a vivere questo impegno missionario, a metterci in stato di missione, per diventare concretamente “popolo di Dio in missione”. D - Cosa comporta tutto questo? R - Significa rinnovare la nostra fede, per essere anche noi in grado di annunciarla con fierezza, con gioia, con coraggio e con sincerità. D - Questo invito a chi è rivolto, in modo particolare?

D - L’annuncio consiste nel narrare l’amore di Dio verso ognuno di noi? R - Certamente: è dire ad ogni fratello che Dio ama ognuno di noi personalmente, che Cristo è morto per ognuno di noi, per la nostra salvezza; è dire che lui è “la Via, la Verità, la Vita”.

essere “profeti” (annunciatori), “sacerdoti” (che vivono la vita come dono) e “re” (che collaborano per costruire un mondo più giusto e più solidale). Perciò ogni cristiano deve essere in grado di offrire alle persone che incontra sul cammino della vita l’annun-

teresse pubblico: rinnovare la società, renderla più giusta, più fraterna, più solidale. Essere cristiani significa essere “annunciatori” dell’amore di Dio là dove viviamo la nostra quotidianità. D - Come maturare questa consapevolezza? Come riconoscere che annunciare il Vangelo è una responsabilità che riguarda tutti i credenti in Gesù Cristo? R - Per far maturare in tutti i cristiani questa responsabilità nei confronti dell’annuncio del Vangelo, è necessario aiutarli a riflettere, in questo anno pastorale 2013-2014, sulla “missione” che siamo chiamati a svolgere, in forza del battesimo e della cresima che abbiamo ricevuto. Allora diventa indispensabile la riflessione sulle schede che sono state elaborate e stampate, a questo scopo, su un Quaderno che si intitola: “Popolo di Dio in missione”. In queste schede si propongono alcune tracce di riflessione, che riguarda appunto il nostro impegno missionario, il nostro compito di annunciare l’amore di Dio. D - Allora da dove ripartire? R - E’ necessario rinnovare l’entusiasmo dell’esperienza cristiana; è necessario mettersi in religioso ascolto della Parola di Dio, riscoprire la gioia di essere amati da Dio, impegnarsi a vivere secondo il Vangelo di Gesù, annunciarlo a tutte le persone che incontriamo: in una parola: metterci “in missione”.

R - Questo invito è rivolto a tutti i cristiani credenti e praticanti: tutti sono chiamati a rendersi coscienti della loro identità missionaria e questo in forza del battesimo, che tutti abbiamo ricevuto, per

cio dell’amore di Cristo Risorto. Rendiamoci conto che non è possibile essere dei cristiani muti, privati e invisibili. Essere “cristiani” vuol dire essere “unti”, cioè consacrati, destinati a un compito di in-

D - Eccellenza, può spiegare meglio questa parola “missione”, così antica e sempre nuova? R - Non si tratta di fare una “missione al popolo”, dove la gente rimane passiva, capace solo di ascoltare; occorre mettere “il popolo in missione”, formare una comunità cristiana che evangelizza. Non si tratta di chiamare missionari che

D - Questa esperienza pastorale di missione richiede la presenza di persone formate, in grado di svolgere bene questo sevizio? R - Questa “missione” chiede a tutti fedeli credenti e praticanti di riscoprire il messaggio cristiano, di approfondirlo e di annunciare la propria esperienza di fede, di essere “annunciatori di gioia e di speranza”. E’ importante

che i cristiani diventino degli “evangelizzatori”, persone credenti disponibili a condividere la propria esperienza di fede con credenti e non credenti. D - I cristiani come devono portare il messaggio della “missione”? R - E’ necessario che le persone credenti e praticanti mettano innanzitutto al primo posto le persone che incontrano; e poi occorre che siano disponibili all’incontro, al confronto e al dialogo con tutti, credenti e non credenti, anche con i fratelli e le sorelle che provengono da paesi diversi dal nostro. Poi è necessario che condividano i loro problemi, le loro attese, le loro speranze e comunichino come la fede cristiana li aiuta ad affrontarli. E a questo punto è importante che essi annuncino chi è Colui che li sostiene e li guida nel cammino della vita: GESU’ CRISTO. E’ importante che manifestino la loro fede convinta e gioiosa IN Cristo. La missione diocesana ci chiama a “passare” di casa in casa, da famiglia in famiglia, da persona a persona, per far giungere a tutti, ma proprio a tutti, il grande dono della fede nel nostro Signore Gesù, che vive in mezzo a noi e che dà un senso pieno e un futuro gioioso anche alla nostra vita. a cura di Settimio Rigolin

Conferenza Episcopale Triveneto

Nominato Mons. Parolin Segretario di Stato di Papa Francesco Gli auguri di “fecondità ecclesiale” e l’”affetto collegiale” del Patriarca Moraglia e dei Vescovi del Nordest

Il Presidente della Conferenza Episcopale del Triveneto e Patriarca di Venezia mons. Francesco Moraglia ha inviato il seguente telegramma di felicitazioni al vicentino mons. Pietro Parolin, appena nominato nuovo Segretario di Stato da Papa Francesco: “A nome della Conferenza Episcopale del Triveneto, della Chiesa veneziana e di tutte le Chiese del Triveneto formulo a Vostra Eccellenza il più cordiale augurio per la fecondità ecclesiale dell’alto ministero a cui L’ha chiamata la fiducia del Santo Padre. Assieme alla preghiera assicuro i sentimenti dell’affetto collegiale dei Vescovi della Sua regione d’origine”.

Radio Kolbe 91.2 e 94.5


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la Settimana

polesine

Fiesso Umbertiano

Aviosuperficie Stella: festa per tutti

Un gesto di solidarietà sociale per i fratelli Mantovani “Hanno conservato i valori agricoli, il senso etico e la coscienza di appartenere ad una comunità. Oggi si rendono interpreti delle esigenze della collettività del proprio territorio, mettendo a disposizione la loro terra”. E’ il commento del presidente della Coldiretti Rovigo, Mauro Giuriolo, intervenuto domenica scorsa alla festa del campo volo Stella a Fiesso. La pista per velivoli ultraleggeri, realizzata dai fratelli Alessandro e Claudio Mantovani sul terreno agricolo di famiglia, da quest’anno (dal 18 marzo, per la precisione) è stata promossa ad aviosuperficie, ossia è stata autorizzata dall’Enac (Ente nazionale per l’aviazione civile) al decollo e atterraggio degli aerei di aviazione generale, cioè superiori ai due posti. Ma la festa aveva un ulteriore motivo, a sfondo tutto sociale, perché l’aviosuperficie Stella, già convenzionata col Reparto volo emergenze della Protezione civile del Veneto, sarà presto a servizio del territorio comunale. “Il Comune di Fiesso sta per stipulare una convenzione col Reparto volo della Protezione civile - ha annunciato il sindaco fiessese Luigia Modonesi, intervenuta alla festa - con la quale il nostro territorio avrà a disposizione l’aviosuperficie Stella per il supporto nei casi di emergenza. E’ nostro intento estendere questa innovativa convenzione a tutti i comuni del territorio, con l’unico scopo di tutelare la

nostra gente ed il Polesine”. Il presidente del Reparto volo emergenze regionale Davide Burei, ha spiegato l’attività innovativa che la Protezione civile sta sviluppando attraverso la trasmissione d’immagini aeree in tempo reale alla sala operativa, anche attraverso l’impiego dei droni (velivoli senza pilota). A ricordo della giornata il sindaco ha omaggiato i fratelli Mantovani ed il cofondatore del progetto, Paolo Zambonin, con una targa ed una piccola effigie della Madonna di Loreto,

patrona degli aviatori. La benedizione di mons. Claudio Gatti, vicario generale della diocesi di Adria-Rovigo, ha suggellato l’impegno. Per i numerosi partecipanti e le autorità, un pranzo all’hangar a bordo pista, e poi le esibizioni di volo della Protezione civile e delle moto e tante foto ricordo. Nelle foto, (sotto) il sindaco Luigia Modonesi consegna la targa a Claudio Mantovani, Paolo Zambonin ed Alessandro Mantovani.

Adria

domenica 8 settembre 2013

Visita all’Ulss 19

Incontro con il Presidente della va Commissione Padrin Da qualche tempo la Regione Veneto è impegnata nell’esame delle schede ospedaliere al fine pervenire ad un piano sociosanitario innovativo rispetto a quello in vigore. Per questo la Sanità Regionale sta vivendo un momento critico importante nel quale sono concentrate le maggiori attenzioni volte a migliorare le prestazioni ed i servizi al cittadino. In questo quadro s’inserisce la visita compiuta la settimana scorsa dal Presidente della V^ Commissione Regionale dott. Leonardo Padrin alla struttura ospedaliera di Adria. Ringraziando per l’accoglienza riservatagli, l’esponente regionale ha ribadito l’importanza del rapporto diretto con le realtà operanti nel territorio entrando subito, com’è suo costume, nel concreto. Portare la Sanità vicina alla gente è in sostanza la filosofia del Piano Sociosanitario in esame alla Commissione da lui presieduta, ha spiegato. Le schede in approvazione, ha proseguito, dovranno prevedere cure migliori con risposte adeguate alle singole necessità del paziente che a volte necessita di un servizio di assistenza diverso da quello ospedaliero. Le schede in approvazione daranno poi ampio spazio alla mobilità dei pazienti per cui, rompendo lo schema rigido fin qui proposto, sarà resa più facile l’accessibilità a strutture

ospedaliere diverse da quelle di appartenenza. Nel contempo, a fronte di una maggiore autonomia nella gestione conferita alla figura del Direttore Generale, il sistema sarà in grado di reagire da solo per frenare e risolvere sul nascere certe situazioni di degrado. Infine Padrin, che in precedenza aveva incontrato i Primari operanti nella struttura ospedaliera

Rovigo - Azienda Ulss 18

Dal 14 settembre aumenta la disponibilità del centro prelievi

Da 22 a 50 il numero di posti a disposizione per sabato e prefestivi cettazioni. Nel novembre 2012, è stato inaugurato nella sua nuova sede posta al 1° piano, corpo A, offrendo all’utenza una ambiente rinnovato, più confortevole e con una moderna

Rovigo - Palazzo Nodari

Il Comune invita i giovani laureati a presentare le proprie tesi

Gli elaborati verranno illustrati con un incontro ad hoc nell’ambito dell’Ottobre rodigino Visto il successo dello scorso anno, il Comune di Rovigo nell’ambito della programmazione dell’Ottobre rodigino, invita i giovani laureati che desiderassero far conoscere la propria tesi di laurea, a farla avere presso gli uffici dell’assessorato alla Cultura in piazza Garibaldi, 31, entro il 10 settembre. L’amministrazione sarà ben lieta di presentare gli elaborati pervenuti, organizzando un incontro che verrà inserito nel calendario delle manifestazioni dell’Ottobre rodigino. Gli uffici dell’assessorato alla Cultura sono disponibili dal lunedì al venerdì dalle 9 alle 12 e anche nei pomeriggi di martedì e giovedì dalle 15.30 alle 17.30.

gestione dei flussi di lavoro, in un servizio che quotidianamente vede soddisfare la richiesta di circa 350 persone dal lunedì al venerdì. Le prestazioni erogabili sabato ed i prefestivi sono invece, da diversi anni, disponibili solamente previa prenotazione al CUP (fatta eccezione per i pazienti in terapia orale coagulante e per le richieste urgenti). Al fine di ridurre i tempi di attesa per i prelievi su prenotazione e per andare incontro alla crescente richiesta dell’utenza dell’ULSS 18, il Dipartimento di Patologia Clinica in accordo con la Direzione Generale, ha messo a disposizione risorse aggiuntive per incrementare il numero di posti su prenotazione da 22 a 50 per il sabato e i prefestivi con un nuovo orario di accesso dalle 7.00 alle 8.30, confermando l’accesso libero per pazienti in TAO e con richieste urgenti. Tale incremento della recettività sarà attuato dal 14 settembre 2013.

Direttore responsabile BRUNO CAPPATO Direzione e reDazione: Rovigo, via Sichirollo, 74 - tel. 0425.34534 fax 0425.30608 - e-mail: lasettimana@lasettimana.ro.it amministrazione@lasettimana.ro.it - www.lasettimana.ro.it Tipografia: Think Adv srl - via Levà,32 - 35026 Conselve (Pd) Registrazione al Tribunale di Rovigo, decreto del 28 maggio 1948 al n. 6 del registro periodici. Abbonamenti 2013: Annuale ordinario per il 2013 E 47, semestrale E 28; per l’estero E 150; Amico E 100 - c.c.p. n. 6253430 - via Sichirollo, 74 - 45100 Rovigo - N. ROC 7848 CoDiCi iban: • Cassa di Risparmio di Ferrara Sede di Rovigo: IT65H0615512200000000009277 • Uff. Postale Rovigo: IT07R0760112200000006253430

amminisTrazione e pubbliCiTà: via Sichirollo, 74, 45100 Rovigo; conto corrente postale n.6253430 - tel. 0425.34534 - Tariffe: Pubblicità commerciale a modulo (mm. 43,5x40) BN E 14; Colori E 28; Economici E 0,16 a parola. Finanziari, legali, sentenze, eccetera E 0,31 per mm. per col. Anniversari: E 0,31 per mm. per col. Manchettes in prima pagina E 50 cadauna; in ultima pagina E 35 cadauna. speDizione: Poste Italiane s.p.a. - Spedizione in Abbonamento Postale-D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 1, DCB Rovigo. La Testata La Settimana fruisce dei contributi statali diretti di cui alla Legge 7 agosto 1990, n. 250. ASSoCIATo

UnIone STAMPA PERIoDICA ITALIANA

FedeRazIone ITalIana SETTIMANALI CATToLICI

E’ la prima esperienza in Italia

Farmaci che non usi? Non buttarli! La tua farmacia di fiducia li recupera

Da settembre 2013, i cittadini polesani possono portare i farmaci inutilizzati, se in buono stato di conservazione, presso le farmacie presenti nel territorio dell’Azienda ULSS 18: questi, previa verifica e certificazione da parte dei Farmacisti, verranno ridistribuiti a chi ne ha bisogno. L’Azienda ULSS 18, i rappresentanti delle farmacie pubbliche e private ed ecoambiente hanno recentemente siglato un protocollo operativo che permetterà di recuperare con semplicità ed efficacia farmaci ancora utilizzabili. Si tratta del primo progetto sperimentale in Italia a valenza sanitaria, sociale, ed economica, importante anche dal punto di vista ecologico/ambientale. Grazie alle famiglie, ai giovani, agli anziani, che aderiranno al progetto, consegnando le medicine che non usano, farmaci ancora in validità, potranno essere utilizzati da chi ne ha necessità. I cittadini sono pertanto invitati a raccogliere medicinali, che tengono in casa ancora in buono stato di conservazione ma inutilizzati, e portarli presso la farmacia di fiducia, I Farmacisti si occuperanno

Farmaci che non usi? Non buttarli! La tua farmacia di fiducia li recupera.

da settembre 2013

Viene promossa nell’alto e nel medio Polesine la raccolta dei farmaci inutilizzati. nikekaidike.net

Il Centro Prelievi del Presidio Ospedaliero di Rovigo, sotto la responsabilità del Dipartimento di Patologia clinica, ha un elevato accesso d’utenza che nell’anno 2012 è stata superiore alle 86.000 ac-

adriese, ha manifestato la sua viva soddisfazione per l’organizzazione interna esprimendo un giudizio positivo sui servizi prestati sul territorio. Ad accogliere il Presidente della V^ Commissione, con il Direttore Generale dott. Pietro Girardi affiancato dai suoi massimi collaboratori, sono intervenuti l’Assessore Regionale Maria Luisa Coppola, la Presidente della Conferenza dei Sindaci prof. Marina Bovolenta, il Sindaco di Adria Barbuiani, gli onorevoli Munerato e Crivellari ed il Consigliere Regionale Graziano Azzalin. L’impressione ricavata dall’incontro è stata soddisfacente, ha dichiarato la Presidente della Conferenza dei Sindaci prof. Bovolenta nel corso di un breve intervento. Per questo, ha concluso, auspichiamo che “gli appunti di viaggio” che il Presidente Padrin sta raccogliendo nell’ambito del lavoro preliminare per il Piano sociosanitario regionale, “servano per ottimizzare la sanità locale” nel territorio del Delta polesano. Aldo Rondina

della validazione e, successivamente, l’Azienda Ulss ridistribuirà le medicine a coloro che ne hanno bisogno. In questi giorni materiale informativo (locandine e brochure) verrà consegnato presso: comuni, ambulatori medici, farmacie e punti sanità del territorio aziendale. Per richiamare ulteriormente l’attenzione della cittadinanza sul progetto, l’Azienda Ulss ha acquistato spazi

pubblicitari su Radio Birikina e Delta Radio per un totale di dieci spot giornalieri su ogni emittente, per presentare l’iniziativa su tutto il territorio rodigino, basso padovano e veronese. L’iniziativa è promossa da: Azienda ULSS 18, Associazione Titolari di Farmacie, A.S.M (farmacie comunali), Ordine dei Farmacisti, Eco-Ambiente, Conferenza dei Sindaci del Medio Alto Polesine.


la Settimana

polesine

domenica 8 settembre 2013

Rovigo S. Maria delle Rose

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Raccano

Don Mario Ferrari festeggia i 30 anni di sacerdozio Don Graziano prete da 40 anni Sabato 14 e domenica 15 settembre

L’11 giugno 1983 S.E. mons. Sartori ordinava prete don Mario Ferrari! La comunità credente di S. Maria delle Rose ha celebrato con Don Mario, nella preghiera, il giubileo d’argento. Ora alcuni collaboratori del Parroco hanno pensato di festeggiare il suo 30° di sacerdozio, a sette anni dal suo ingresso in S. Maria delle Rose nel quartiere Commenda Est di Rovigo. La Messa del trentesimo Domenica prossima 15 settembre, nell’ampia sala che funge da chiesa, alle 10.30 il coro dei giovani animerà l’abituale Eucaristia della domenica, che è anche la più frequentata dal popolo di Dio. Lo annunciano i numerose manifesti che presentano il programma della giornata. Dopo la celebrazione il circolo parrocchiale Rodon, come è nella sua abitudine offrirà, un momento di convivialità, aperto a tutti. I doni Gli organizzatori hanno scelto di fare comunitariamente alcuni doni e per que-

sto gli offriranno una “casula” preziosa ed un concerto vocale strumentale. La Casula La veste liturgica ha il nome che significa “piccola casa” e con essa vi è l’auspicio che nella comune casa di preghiera, Don Mario possa raccogliere i 6.800 fedeli di Santa Maria delle Rose, per presiedere la comune preghiera, nutrirli del pane eucaristico, dare loro le verità di quella fede che Gesù ha portato per la salvezza di tutti.

Infine gli organizzatori auspicano anche che tutti i parrocchiani possano sentire il sacerdote oltre che un prete secondo il cuore di Dio, anche come padre comprensivo e misericordioso. Il Concerto Alle ore 21.00 di sabato 14, sempre in chiesa, vi sarà il concerto vocale strumentale: “In concerto con Aoidè Ensemble”.Eseguiranno pezzi Eleonora Ranzato, mezzosoprano, Mario Scalabrin, tenore e Monica De Biasi al pianoforte. A presentare i numerosi pezzi in programma sarà Raffaella Marzari Capostagno. ga

sostieni

e

diffondi

Messaggeri di Speranza

Popolo di Dio in missione: per una nuova evangelizzazione

Per evangelizzatori, per animatori dei centri di ascolto, per catechisti e operatori pastorali La scuola di evangelizzazione Sant’Andrea e quella dei Messaggeri di Speranza organizzano per il prossimo settembre un corso di nuova evangelizzazione. E’ un’occasione per lasciarci evangelizzare dalla Parola per poi trasmetterla con gioia ed entusiasmo nelle nostre comunità. Più che un corso è un percorso in cui si fa esperienza della Grazia, come dice papa Francesco, “che non si compera e non si vende” ma si deve conoscere e gustare per avere una nuova vita. Predicatori - Equipe nord Italia della Scuola di Evangelizzazione S. Andrea; - Equipe di Rovigo Messaggeri di Speranza. Luogo del corso Centro Parrocchiale, Piazza Chiesa 1 - Villamarzana (RO) Programma indicativo del corso Venerdì 27 settembre: ore 20.30 arrivi e registrazioni; ore 21.00 inizio dell’esperienza; ore 23.00 fine attività. Sabato 28 settembre: ore 8.45-19.00 attività. Domenica 29 settembre: ore 8.45-18.00 attività e conclusione con santa Messa. Obiettivo del corso Sperimentare la salvezza di Dio attraverso un incontro personale con Gesù risorto ed una effusione dello Spirito Santo, che ci faccia nascere di nuovo per essere autentici e coraggiosi testimoni del vangelo e capaci di annunciarlo con gioia ed entusiasmo. Non si tratta tanto di un corso, ma di un laboratorio il cui scopo è che i partecipanti si lascino plasmare dalla Parola e si lascino amare dal Signore in modo che a loro volta possano evangelizzare con passione a partire dalle proprie comunità di appartenenza. Info e iscrizioni don Lorenzo M. Realdon 3476604090; Marcella 3492677314; Raffaello 337499659 info@messaggeridisperanza.org Destinatari Tutti coloro che desiderano fare un’esperienza profonda dell’Amore di Dio. Quota di Partecipazione La quota per l’esperienza è di € 10.00 da versarsi con l’iscrizione. Questa quota non sarà restituibile. I pranzi saranno a sacco condividendo ciò che ciascuno porterà, in clima fraterno. Iscrizione Tramite compilazione del modulo al sito: www.messaggeridisperanza.org oppure consegnando il modulo allegato al depliant, debitamente compilato, a un membro dell’équipe o

Sabato 7 settembre

Quarant’anni fa nella solennità della Natività di Maria, cui è dedicata la chiesa, S.E. mons. Giovanni Mocellini, a Raccano ordinava presbitero don Graziano Secchiero, figlio di Vittorino e di Rizzato Dina. Don Graziano era nato il 18 luglio 1946 e veniva battezzato nell’antica pieve di San Bartolomeo Apostolo in Frassinelle. Il cammino di formazione La famiglia, la parrocchia, il seminario diocesano sono state le istituzioni che lo hanno formato. In famiglia, con il latte, ha succhiato la fede e la vita di fede, in parrocchia riistituita il 7 ottobre 1954 da S.E. mons. G.M. Mazzocco e riconosciuta civilmente il 3 ottobre 1956, sbocciò la sua vocazione al sacerdozio ed entrava in Seminario, si impegnava nella animazione del Gruppo dei giovani, dei chierichetti e nella ricerca storico archeologica, partecipando pure ai convegni “Ravennatensia” e individuando tracce dell’antica “Letiza” negli edifici di una delle fattorie del paese. Nel Seminario diocesano fu docile ed esemplare nel seguire esempi e insegnamenti dei docenti e degli educatori. L’ordinazione L’8 settembre 1973 ancora una volta la comunità, non ancora ventenne, vedeva un suo figlio diventare sacerdote dopo don Michele e don Giancarlo. Fu festa per l’intera comunità credente. Don Graziano era ben voluto ed amato non solo dai giovani ma da tantissimi. Il parroco don Benedetto animò la festa e i sacerdoti offrirono al novello prete il calice e la patena. I servizi pastorali Don Luigi Berengan che fu il primo parroco della ri-costituita parrocchia, lo volle suo cappellano a Villanova del Ghebbo, ove non gli fu difficile proseguire il lavoro tra i giovani. Dopo il triennio a Villanova vi fu ancora un triennio, a Bergantino con Don Giorgio Pasqualini ed il 1 gennaio 1979 approdava come parroco a Cambio di Villadose. Qui si adoperava per abbellire la chiesa, sistemando il presbiterio, costruendo il porticato arricchendo la chiesa di nuove suppellettili e vesti liturgiche. I sei anni di Cambio volarono in un baleno e il 1 gennaio 1985 fu trasferito a Borsea. Qui arricchì i portali di formelle artistiche e preziose e la facciata della chiesa di una suggestiva scultura. Nei nove anni a Borsea ebbe anche l’occasione di vedere tra i suoi figli un grande testimone della fede, padre Giuliati, che gli permise di approfondire il discorso sulla testimonianza. Curò in modo particolare la pastorale della

famiglia. Altro impegno pastorale parallelo, svolto con particolare impegno, è stato l’insegnamento della Religione nella scuola di Stato. Arciprete di Crespino Dal 1 ottobre 1994 è arciprete di Crespino e il 1 gennaio diveniva pure Vicario Foraneo, per alcuni quinquenni. Il ventennio di Crespino lo trova impegnato ai nuovi mutamenti: assume la guida prima, nel 2008 di Selva e San Cassiano e nel 2009 anche quelle di Villanova Marchesana e Canalnovo. Crespino ha pure una Casa di Ricovero oltre la Materna paritaria che ha rinnovato e fatta crescere con il “Nido”, ma si è anche impegnato per la Sala della Comunità, le aule della Catechesi, il Centro

Sociale. La sua particolare attenzione è stata per la monumentale chiesa arcipretale di cui ha riportato agli originali splendori, il coro, la sacrestia e il suo altare, la sistemazione del presbiterio secondo le norme della Sacrosanctum Concilium. Particolare attenzione ha avuto per la Cappella della B.V. del Rosario che ha fornito di vetrate istoriate antiche. Ciò che lo caratterizza è la sua grande generosità, che non si manifesta solo negli aiuti materiali, come ad esempio, la signorile sistemazione ad abitazione delle Suore, nella già casa canonica di San Cassiano, ma soprattutto nell’instancabile partecipazione ed animazione della vita della comunità. Del Presbiterio diocesano è assiduo partecipante agli incontri ed agli impegni. Con i confratelli della Vicaria è presente agli incontri del lunedì. Guardando a volo d’uccello questi otto lustri della sua vita sacerdotale, nasce spontanea la riconoscenza al Signore per averlo preparato e averlo fatto presbitero in questa nostra Chiesa. Ha conservato l’impegno e l’entusiasmo degli anni giovanili, rendendoli più efficaci per la sapienza del cuore maturati nel tempo. La Messa giubilare Sabato 7 c.m. alle 18.30 nell’antica pieve “de Racan” dedicata alla Natività di Maria, avrà la gioia di celebrare “Il divin sacrificio” per il Babbo Vittorino, per la Mamma Dina, per i Nonni e gli zii circondato dai tanti amici dell’ormai minuscola comunità parrocchiale. Solennizzerà la Messa anche il nuovo organo che Don Graziano ha voluto fornire all’antica “pieve” a segnare i 40 anni di sacerdozio e la sua riconoscenza al Signore datore di ogni bene. d.g.

Praga

Visita al monastero trappista Dedicato a Nostra Signora della Moldava

telefonando ai numeri indicati in alto. L’ iscrizione è obbligatoria ed è da effettuarsi entro il 20 settembre. NB I posti sono limitati. Cosa portarsi Tanta voglia di incontrarsi col Signore e la Bibbia. Come partecipare Perché il corso abbia la sua efficacia, si richiede la partecipazione completa a tutto il percorso. Sei mete del corso I. Accettare l’amore appassionato di Dio II. Riconoscere Gesù come Salvatore personale III. Aprire il proprio cuore per poter avere un incontro personale con LUI IV. Rinunciare formalmente al peccato V. Proclamare Gesù Signore VI. L’effusione dello Spirito

Poco più di un mese fa, in viaggio in auto da Mauthausen verso Praga, abbiamo deciso di fare tappa a Policˇany, piccolo paese di campagna a circa una sessantina di chilometri dalla capitale ceca, per visitare il monastero trappista dedicato a Nostra Signora della Moldava, il fiume che attraversa questa terra. Qui è superiora l’adriese madre Lucia Tartara, che abbiamo così potuto conoscere di persona dopo qualche contatto via mail. Di lei ci avevano parlato con stima e affetto nostra zia e due amiche, tutte sue coetanee ed ex compagne di classe alle medie e al liceo. Su di lei e sulla recente fondazione del monastero, iniziato a costruire nel 2007, avevamo anche letto qualche anno fa un articolointervista apparso su Avvenire, nel quale si faceva riferimento alla richiesta del cardinale Vlk, allora arcivescovo di Praga, di una fondazione trappista in Boemia. Nel giro di soli sei anni, in questo angolo di Europa ex comunista, è sorto così un monastero di clausura che attual-

mente ospita una ventina di suore: cinque italiane, un’ungherese, le rimanenti ceche. Pregano e cantano in ceco, ci ha spiegato suor Lucia, tuttavia nei momenti di confronto e dialogo ognuna si esprime nella propria lingua. Durante la giornata, oltre alla preghiera, ci si dedica alla cura dell’orto e alla produzione di icone e dolci. Inoltre l’ampia e accogliente foresteria è a disposizione di gruppi, sacerdoti e religiosi per momenti di ritiro ed esercizi spirituali. È lontana da Adria e dal Polesine ormai da molti anni suor Lucia, da quando, dopo la laurea in Lettere, ha fat-

to ingresso nel monastero di Vitorchiano. Tuttavia mantiene un legame profondissimo con la sua città e con la sua terra, nella quale non solo è cresciuta ed ha ancora tanti amici, ma soprattutto è nata e maturata la sua vocazione. Ci ha chiesto a questo proposito un favore: fare una visita per lei all’amata chiesa di santa Maria Assunta della Tomba per pregare davanti al Crocifisso lì conservato e nella cappellina della Dormitio Virginis. L’abbiamo accontentata appena rientrate in Italia. Non è stata per noi una richiesta faticosa… è stato un onore! Cristiana e Damiana


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la Settimana

polesine

San Pietro Polesine a

La 158 festa del voto

Nell’agosto 1855, quando la repressione asburgica dei moti risorgimentali insieme a fame e malattie la faceva da padrona, per il gran caldo scoppiò improvviso e letale il colera, che fece assai vittime. Nessuna terapia funzionava e la gente, come sempre nella storia delle pandemie, si rifugiò nella devozione salvifica. Ci si appellò alla Madonna, stante la forza ancestrale del culto mariano qui, tanto che il morbo sparve. Da allora la gente fece voto di organizzare annualmente una processione in ricordo dell’intercessione della madre di Gesù e la tradizione, sempre sentita, è arrivata sino a noi. Il consiglio pastorale ha fatto le cose in grande per la 158a Festa del voto tenutasi lo scorso week end, il clou lunedì sera 12 agosto: messa alle 19; affollata processione per le vie della frazione castelnovese con la statua della Madonna; cena comunitaria in sala parrocchiale. Erano presenti il sindaco Massimo Biancardi, il vice Francesco Masini e la presidente della Provincia Tiziana Virgili. Ha presieduto la solenne commemorazione il vescovo Mario Sivieri, coadiuvato da don Alex Miglioli (parroco di San Pietro Polesine e Castelnovo Bariano), don Stefano Marcomini (parroco di Castelmassa, Ceneselli e Calto), don Michele Samiolo (vicario parrocchiale dell’unità pastorale di Castelmassa, Ceneselli, Calto, San Pietro Polesine e Castelnovo Bariano), don Mario Sidor, don Diego Pisani, il diacono don Stefano Certossi. Ha suonato l’organo il maestro Alessio Verzola ed ha collaborato la locale Confraternita del Santissimo Sacramento. Il vescovo Mario Rino Sivieri torna al paese natale ogni anno per il Voto ed è figura popolarissima da queste parti. Dopo un trentennio come sa-

Raccano

Nuovo Organo

Benedetto ed inaugurato domenica scorsa Dopo tre secoli – dal 1734 – torna a suonare nella antica pieve della Natività di Maria di Raccano, quel prezioso strumento che è l’organo! E’ opera della ditta Loncke & Zonen di Esen, realizzato nel 1965 per l’Organista della Cattedrale di Gand e direttore del Conservatorio di quella Città. Uno strumento di valore storico e di ottima qualità quello installato a Raccano. L’opera sembra fatta per l’acustica della chiesa di Raccano che permette un’ottima diffusione dei suoni. Ora la comunità di Raccano ha lo strumento per sostenerla nel canto ed innalzare al Signore la sua lode. “L’organo favorisce la partecipazione dei fedeli, sostenendo con il suo suono il canto dell’assemblea, accompagna il coro, e nei momenti in cui suona da solo, è in grado - scrive il Concilio - di elevare potentemente gli animi a Dio e alle cose celesti”. Della bellezza dei suoni di questo strumento, domenica 1 settembre ne ha dato un saggio il m° Carlo Barbierato in un signorile e d apprezzato

concerto di musiche religiose e sacre del 19° secolo. Il saluto del Parroco La serata è iniziata con il saluto ai tanti che erano in chiesa, del Parroco don Umberto Rizzi, che ha sottolineato il gesto generoso di don Graziano Secchiero per ricordare con il 40° di sacerdozio, Mamma Dina e Babbo Vittorino e dare testimonianza d’amore al paese, che lo ha visto crescere e diventare sacerdote. La benedizione Subito dopo, seguendo i

testi del “Benedizionale”, don Graziano Secchiero ha benedetto lo strumento: “… siamo riuniti per la benedizione del nuovo organo, che renderà più lieta e solenne la celebrazione della divina liturgia. Anche l’arte musicale a servizio del culto tende allo scopo primario di dar gloria a Dio e di santificare gli uomini … canteremo bene se vivremo bene nella chiave della divina volontà e nell’armonia della carità fraterna”. Il m° Barbierato Il m° Barbierato ha presentato i pezzi che poi sono stati eseguiti e che ha scelto per fare gustare le tante possibilità dello strumento, dei suoni, ora forti e solenni, ora lievi e dolci. Insomma un concerto per sentire e apprezzare tutte le sfumature dei suoni di cui è capace lo strumento. I presenti Nella chiesa prepara a festa e piena di luce, si è potuto gustare come sia stata felice la scelta e l’acquisto dello strumento. Erano presenti pure alcuni dei nove parroci che hanno guidato la chiesa dalla riapertura (1954) al presente! d.G.

Tempio della Rotonda

Uniti per pregare Venerdì 13 settembre alle ore 20

cerdote missionario in Brasile, nel 1995 è stato nominato vescovo della diocesi di Proprià nello stato brasiliano di Sergipe

(Nordeste) e la parrocchia sampietrese gli ha sempre mandato aiuti per le pressanti esigenze di quelle terre.

Bottrighe

Gianni Sparapan Bontempone onorario

Ma anche a Grazia Carlini, da tempo impegnata con l’associazione. Raccolti 822 euro per le malattie genetiche Il professor Gianni Sparapan è stato nominato “Bontempone Onorario”. L’onorificenza è stata attribuita all’illustre ospite d’onore nel corso di una conviviale organizzata dal gruppo folkloristico “Bontemponi & Simpatica Compagnia” di Bottrighe. La nomina a Sparapan giunge a seguito del suo “Continuo impegno culturale in Polesine e per l’amicizia e la reciproca stima che da sempre lo lega al sodalizio folkloristico del Delta”. Già insegnante di letterattura e storia in istituti superiori, conferenziere, scrittore, poeta, storico, collaboratore di riviste e giornali, ha pubblicato una trentina di opere in lingua veneta e italiana, oltre che testi per prose e commedie. Durante la serata è stato assai festeggiato dal gruppo e dai tanti amici invitati, dove è intervenuto recitando alcuni dei suoi spassosi scritti, ricevendo quindi la spilla di “Bontempone Onorario” da Gianni Spadon, presidente dei “Bontemponi”, oltre al libro su Bottrighe “Il valore di una presenza”. Nella stessa occasione, anche Grazia Carlini, moglie del chitarrista e vice presidente Sergio Salmi, ha ottenuto la medesima nomina onoraria per il “Suo costante impegno nell’aiutare l’asso-

domenica 8 settembre 2013

ciazione nelle varie iniziative”. La piacevolissima serata, alternata da alcuni canti del gruppo, è stata l’occasione anche per raccogliere libere offerte dai presenti, per un totale di 822 euro, che andranno interamente devolute alle malattie genetiche e tumorali

dell’infanzia nel corso della prossima edizione di “Serata d’Onore”. Roberto Marangoni Nelle foto: La consegna dell’onorificenza di “Bontempone Onorario” a Gianni Sparapan e Grazia Carlini.

Fanno riflettere le parole di Papa Francesco dette all’Angelus di domenica 1 settembre. Il suo tono molto accorato ed ansioso fa pensare che la situazione è seria; la minaccia di mettere in discussione la pace nel mondo è il sintomo più infausto che si profila all’orizzonte in queste ultime ore. Guerra chiama guerra, violenza chiama violenza, parole gravi e pesanti come pietre proferite dal papa, che non avremmo mai voluto sentire e .per questo invita anche i sacerdoti a promuovere iniziative ed incontri, veglie di preghiera per invocare la pace nel mondo. Per combattere tutto questo, l’unica arma che noi cristiani abbiamo è la preghiera, quindi accogliamo l’invito del Santo Padre di pregare tutti uniti e digiunare sabato 7 settembre, vigilia della nascita di Maria, ed invocare il suo aiuto e la sua forza, mettere le nostre intenzioni nelle mani della nostra Madre Celeste, perché interceda per noi. Seguendo l’invito del Santo Padre, Mons. Girolamo Toffanin, invita tutti i fedeli venerdì 13 settembre (vigilia dell’esaltazione della croce di Gesù, ritrovata il 14 settembre del 320 da Sant’Elena, madre dell’imperatore Costantino) numerosi e carichi di fede al cenacolo mariano (inizio ore 20), per ritrovarci tutti uniti a pregare per scongiurare la grande minaccia che incombe sul mondo; accogliendo l’ultimo messaggio della Madonna a Medjugorie: pregate, pregate, pregate, e vi prometto che le vostre suppliche giungeranno alte e forti nel cielo a riscaldare il cuore del Nostro Signore Gesù. Reciteremo tutti uniti il

santo rosario, formando una catena tanto grande attorno alla statua della Madonna, così da far tornare il sorriso sul suo volto, ed ancora ascoltiamo il suo invito a pregare, perché solo la preghiera è così forte da arrivare al cie-

lo e salvare il mondo. Ricordiamo infine che, poiché nel prossimo mese di ottobre il giorno 13 sarà di domenica, il cenacolo mensile inizierà alle ore 15, anziché alle ore 20, sempre alla Rotonda di Rovigo.

Teen STAR di Rovigo

Corso per adolescenti Nel mese di settembre

La proposta sarà rivolta ai genitori degli adolescenti in due incontri pubblici: - il 13 settembre, venerdì, alle ore 21.00, presso il Teatro della Parrocchia di Pezzoli; - il 27 settembre, venerdì, alle ore 21.00, presso i locali della Parrocchia di Borsea. Nel corso di questi incontri i tutor forniranno tutte le informazioni sull'iniziativa. Sono invitati i soli genitori, che preghiamo anche di fare passa-parola verso parenti ed amici. Per i ragazzi che desiderano avere notizie sarà successivamente programmato un ulteriore incontro.


Adria

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Notizie dalla Scuola di Teologia

Primo Concorso di Composizione di Musica Liturgica “Luigi Pieressa”

Festa parrocchiale della SDFT

Assegnato il premio ad un giovane compositore spagnolo

La Giuria del Concorso di Composizione di Musica Liturgica intitolato al M° Mons. Luigi Pieressa, per oltre quarant’anni organista e maestro di cappella della Cattedrale di Adria, ha concluso venerdì 30 agosto scorso i propri lavori, decidendo, all’unanimità, di assegnare il primo premio assoluto ad un giovane compositore spagnolo, Francisco José Carbonell Matarredona, ventottenne, di Valencia, per la sua elaborazione per coro a 4 voci miste e organo di un testo tratto da una preghiera di Papa Giovanni Paolo II, “Ave Maria, Donna della Fede”. La Giuria, composta dai Maestri Renzo Banzato, Tiziano Bedetti, Bepi De Marzi, David Macculi e Graziano Nicolasi, è pervenuta a questa decisone dopo aver esaminato i lavori di ben 25 compositori, provenienti da molte regioni d’Italia (Piemonte, Lombardia, Trentino, Veneto, Emilia Romagna, Umbria, Lazio, Puglia, Campania, Calabria e Sicilia) e dall’este-

la Settimana

polesine

domenica 8 settembre 2013

ro (Germania, Francia e, appunto, Spagna). La composizione vincitrice verrà eseguita, in prima assoluta, dal Coro Polifonico della Cattedrale di Adria, organizzatore del Concorso, in occasione della XXI edizione dell’Incontro Corale Mariano che si terrà nella Chiesa Cattedrale di Adria nella serata del 4 ottobre prossimo, nel quadro delle celebrazioni indette per le Feste Quinquennali della Madonna del Rosario; nella circostanza avrà luogo anche la cerimonia di premiazione. Al vincitore, diplomato in pianoforte, organo e composizione, verrà assegnato il trofeo “Concorso di Composizione Luigi Pieressa” e il premio di € 500,00. Nella foto: I componenti la Giuria, maestri (da sinistra a destra) Nicolasi, Banzato, Bedetti, Macculi e De Marzi, con la Direttrice del Coro della Cattedrale, prof.ssa Antonella Cassetta

Il nuovo anno scolastico è alle porte e anche nella nostra Scuola Diocesana di Formazione Teologica, fervono i preparativi per accogliere, nella maniera migliore possibile, quanti frequenteranno i nostri corsi. In modo molto sintetico vi illustreremo le proposte che andranno ad aggiungersi al consueto e consistente percorso di formazione. Si partirà il 22 settembre con la FESTA PARROCCHIALE DELLA SDFT che si svolgerà nella parrocchia di S. Biagio di Canale, il cui parroco è don Emanuele Sieve. La proposta del IV anno di formazione permanente, che quest’anno avrà per titolo “ la Parola: luce sul mio cammino”, offrirà ai partecipanti l’opportunità di approfondire e sperimentare nuove modalità di relazione con la Parola di Dio.

A marzo, la nostra Scuola ospiterà l’edizione 2014 del Forum della Scuole Diocesane di Formazione Teologica del Triveneto. Nel corso dell’evento sarà sviluppato il tema “I mass media nella missione della Chiesa”. In Aprile, nel corso del tradizionale POMERIGGIO DI STUDIO, rifletteremo sul tema: “Dalla Scuola diocesana all’insegnamento accademico: valore della teologia per la vita del laico cristiano”, con il prezioso contributo della prof.ssa Assunta Steccanella.

In maggio, fra Luca Trivellato accompagnerà i nostri studenti in pellegrinaggio in Terra Santa. Ricordiamo che sono aperte le iscrizioni al nuovo anno scolastico e che si possono effettuare di persona presso la S e g re t e r i a dell’Ufficio Scuola Diocesano (c/o Centro Don Bosco Viale Marconi 5) dal 2 settembre al 4 ottobre, con il seguente orario: lunedì-venerdì, dalle 10.00 alle 12.00 e dalle 16.30 alle 18.30. Sabato dalle 10.00 alle 12.00. Potrete avere maggiori informazioni telefonando al numero 346.3395166, contattando l’Ufficio Scuola Diocesano tel. 0425411568, mandando una email a: info@teologiarovigo.it; visitando il nostro sito: www. teologiarovigo.it. Inoltre, in tutte le parrocchie della Diocesi, troverete materiale informativo.

Organizzazione

UFFICIO SCUOLA DIOCESANO

Trombe d’aria e maltempo di metà agosto in Veneto Sulla scorta delle rilevazioni e delle ricognizioni dei danni che gli enti locali interessati hanno nel frattempo comunicato alla Regione, il Presidente del Veneto Luca Zaia ha firmato nei giorni scorsi la dichiarazione di “Stato di Crisi” per gli effetti degli eccezionali eventi atmosferici verificatisi il 13 e 14 agosto scorso in alcuni Comuni delle Province di Rovigo, Verona e Padova. Il provvedimento è finalizzato a fronteggiare l’emergenza conseguente ai nubifragi di quei giorni, accompagnati da grandine e da fortissime raffiche di vento con velocità anche superiori ai 100 km orari. I territorio colpiti sono localizzati nei Comuni di Badia Polesine, Bagnolo di Po, Canaro, Canda, Castelguglielmo, Fiesso Umbertiano, Fratta Polesine, Frassinelle Polesine, Giacciano con Baruchella, Pincara, San Bellino e Trecenta (per la provincia di Rovigo), Castagnaro, Cerea, Legnago e Salizzole (per la provincia di Verona) e Masi (per la provincia di Padova). I Comuni hanno fatto pervenire all’Unità di Progetto Protezione Civile della Regione segnalazioni dalle quali emergono danni ingenti soprattutto alle strutture sia del settore agricolo sia di quello industriale, oltre che a soggetti privati. Il Decreto consente di affrontare con mezzi e risorse adeguate le situazioni di rischio causate dagli eventi calamitosi. Eventuali Comuni danneggiati dalle avversità possono chiedere integrazione dell’estensione geografica dell’evento entro 30 giorni dalla pubblicazione del Decreto del Presidente Zaia nel Bollettino Ufficiale della Regione. Qualora gli Enti e le Strutture competenti formulassero specifiche richieste, l’Unità di Progetto Protezione Civile è autorizzata a ricorrere alle risorse del “Fondo regionale di Protezione civile” per le spese di attivazione del Volontariato; per consentire interventi di carattere urgente necessari a garantire la pubblica incolumità e le operazioni di soccorso e assistenza alla popolazione; ad acquisire con procedure d’urgenza eventuali attrezzature e mezzi necessari per fronteggiare situazioni di emergenza.

DIOCESI DI ADRIA - ROVIGO

Direttore

Sede delle lezioni

ASSOCIATA ALLA:

FEDERAZIONE SCUOLE DI FORMAZIONE TEOLOGICA DEL TRIVENETO CON IL PATROCINIO DELLA

FACOLTÀ TEOLOGICA DEL TRIVENETO

Orari delle lezioni

Iscrizioni

Informazioni

PER OPERATORI PASTORALI e PER CRISTIANI LAICI

Stato di crisi

SCUOLA DiOCESANA di FORMAZiONE TEOLOGiCA

Regione Veneto

(1 Pt 3,15)

2013|2014

La SCUOLA DIOCESANA DI FORMAZIONE TEOLOGICA è un’esperienza partita nel 1974: è stata importante riferimento per centinaia di laici e di religiosi. Oggi, nell’ambito della Pastorale Diocesana, intende indirizzarsi soprattutto alla formazione di tutti quei cristiani impegnati attivamente nelle parocchie, nei gruppi e nelle associazioni. Gli OBIETTIVI della Scuola: educare al pensare cristiano favorire una pastorale di comunione rendere competente chi svolge un servizio pastorale incarnare la fede nella cultura del nostro tempo La scelta dei CONTENUTI tiene conto: delle domande che il contesto sociale e culturale pone all’uomo di oggi e alla comunità cristiana del cammino della Chiesa Diocesana della riflessione teologica attuale IL PERCORSO TEOLOGICO L’ UOMO di oggi continua a ricercare un senso per la sua vita; l’incontro con altre culture e religioni lo fa riflettere; si pone domande radicali su Dio, sulla vita, mondo (I anno). DIO Padre continua anche oggi ad incontrare l’uomo attraverso la persona del Figlio. La Rivelazione è il grande orizzonte di speranza che CRISTO continua a mostrare ai credenti (II anno): La CHIESA, comunità dei discepoli di Cristo animata dal suo SPIRITO, genera l’uomo alla fede e mostra al mondo il volto del RISORTO (III anno).

LA STRUTTURA Il Corso di studi è triennale a) un triennio di base (con 18 corsi, 6 ogni anno, 120 ore di lezioni annuali) b) dei percorsi di approfondimento contemporanei al II e III anno, costituiti da 2 seminari/laboratori per anno (4 in tutto). I corsi sono normalmente quadrimestrali e si chiudono con esami regolari. È richiesta la frequenza alle lezioni (80%). Sono ammessi anche uditori a singoli corsi. Al termine del percorso viene rilasciato un Diploma di Formazione Teologica. È titolo di particolare idoneità per chi svolge il servizio di operatore pastorale Le LEZIONI, formate da 4 unità orarie settimanali di 45’ ciascuna, inizieranno il 4 di Ottobre 2013 e termineranno il 6 di Giugno 2014. Il calendario completo con i giorni di iscrizione sarà consegnato all’iscrizione. IN EVIDENZA: IV ANNO PERMANENTE Rivolto a quanti hanno completato il triennio e a laici formati.


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la Settimana

polesine

domenica 8 settembre 2013

Rosolina Mare - Palazzo dei Congressi

“L’arte di vivere”

Polesine - Ciclovie

Da tempo si parla di piste ciclabili, di ciclovie anche da noi! Pian piano i percorsi tracciati vanno realizzandosi. Da Rovigo è possibile raggiungere ed il Po e l’Adige e non solo. Vi sono pure altri tracciati realizzati e sono quasi sempre itinerari che costeggiano fiumi, canali, che attraversano paesi e paesini, località caratteristiche e monumenti, e immergono nella nostra bella campagna. Sono strade che accorciano i rapporti. Spesso si immettono con quanto hanno realizzato le provincie limitrofi e che fanno entrare nei circuite delle regioni a noi vicine. A Milano in queste settimane, è stato illustrato il progetto europeo di questa viabilità. Una volta ancora possiamo provare la gioia di non esser secondi e di essere gente che intende non solo salvaguardare il creato, ma pure … goderlo!

Adria Cattedrale - “Genitori ancora”

“Speranza per la vita” è il tema che riassume l’incontro per ricordare i 106 giovani scomparsi. L’amore non viene mai meno, e l’hanno mostrato i tanti che hanno partecipato all’Eucaristia nella Cattedrale, per riaffermare il per sempre della vita. Nel partecipare alla mini partita di calcio, per esprimere il desiderio di gioia e nell’accendere il falò il cui fuoco rendeva bene il grande desiderio di continuare. L’amore per chi è chiamato a percorrere il cammino del dolore, conferma la volontà di essere genitori ancora e per sempre!

Rovigo S. Maria delle Rose Si chiude il GREST 2013

Due settimane, dieci giorni reali di GREST, si concludono venerdì 6 settembre, con una serata assieme ai genitori ed amici, nello spazio del pre-fabbricato. Questa iniziativa è realizzata da sempre per rimettere assieme i giovanissimi che si sono naturalmente dispersi tra mare, montagna, campagna e continenti vari per trascorrere l’estate. Riprendere con dieci giornate gioiose e riscoprire uno dei compiti della parrocchia, fare gioiosa la comunità. Giochi, gare, canti e preghiere hanno cadenzato gli incontri. Generosi e numerosi gli animatori che hanno continuato l’opera dei tanti che li hanno preceduti. E’ stato piacevole avere come spazio fruibile il “Parco Carlo Cibotto”.

Un premio veramente speciale, dedicato a Pietro Iacono di Padova A Rosolina Mare, nella prestigiosa sede del Palazzo dei Congressi, ha avuto luogo l’esposizione delle opere artistiche create dai 16 partecipanti alla Seconda Edizione del premio “L’Arte di vivere”; il progetto è dedicato a Pietro Iacono di Padova, mancato all’affetto dei suoi cari nel 2008 a soli 31 anni, proprio mentre era in vacanza a Rosolina Mare. Pietro, a compensazione di una difficoltà personale di comunicare con le parole, aveva sviluppato una grande capacità di esprimersi con modalità artistiche di vario genere, che spaziavano dalla pirografia alla polimatericità ed ampiamente documentate nella mostra di Rosolina. Il Premio “L’arte di vivere” si è articolato in due fasi principali, di cui la prima in data 22 giugno, con un’estemporanea di pittura, scultura e discipline plastiche, con 16 partecipanti, svoltasi all’interno del Palazzo dei Congressi, di cui l’Amministrazione Comunale di Rosolina ha dato la più ampia disponibilità, con una collaborazione e con un supporto logistico veramente encomiabili.

Dopo la valutazione di una competente commissione, tutte le opere sono state esposte e si è svolta la cerimonia di apertura della mostra con l’assegnazione degli attestati di partecipazione e dei vincitori dei 3 premi previsti dal Bando. Il Presidente della Giuria e Maria Rosa Mazzea, mamma di Pietro Iacono, nel loro discorso di premiazione hanno precisato che tutti i partecipanti avrebbero meritato un premio e che pertanto è stato difficile scegliere. I premi sono stati assegnati a: Primo Premio a Barbara Favero di Padova, per l’eccezionale interpretazione del paesaggio; Secondo Premio a Marco Rizzo di Rovigo, per la precisione e la tecnica; Terzo Premio a Giorgia Busato di Castelfranco, per la cura del particolare. Hanno inoltre partecipato

alla cerimonia di premiazione il Vice Sindaco di Rosolina, l’Assessore all’Istruzione, il parroco Don Alberto e tante persone che hanno condiviso lo spirito del premio. L’ideatrice del premio Maria Rosa Mazzea, ha voluto rimarcare gli obiettivi generali della manifestazione, volti a veicolare un messaggio positivo della persona con disabilità, come portatore

di abilità speciali e competenze artistiche; ha poi sottolineato la necessità di integrare le persone con disabilità nei contesti normali della fruizione artistica, potenziando e valorizzando le loro abilità, spesso eccezionali. La mostra, meritevole di essere visitata per il suo elevato valore sociale e nondimeno artistico, è rimasta aperta fino al 15 agosto.

Rovigo Piazza Garibaldi Un cantiere ... quasi infinito!

A Padova dicono sei lungo come la “fabbrica di S. Giustina”. A me viene alla mente ogni volta che passo per piazza Garibaldi a Rovigo, un tempo spazio in cui sorgeva la chiesa di S. Giustina. Sono mesi che il cantiere è aperto a singhiozzo: ora si lavora ora si sospendono i lavori. Si riprende e ancora si fa pausa e così via! Eppure piazza Garibaldi è uno spazio ben trafficato, Questo stato arreca disagio a tanti. O si vuole non esser da meno di Padova e avere anche a Rovigo un cantiere … quasi eterno?

Rovigo Commenda EST 8° festa di quartiere

Anche la festa di quartiere vuole esser l’occasione per riannodare le fila e ritrovarsi dopo il periodo estivo! Dal 5 all’8 settembre viene celebrata l’8° festa del Quartiere Commenda Est. Gare, incontri, mercatino, pesca di beneficenza, lotteria, stand con i piatti tipici del Quartiere sono quanto ognuno può gustare. Il tutto è possibile per la collaborazione del Circolo Rodon, del Gruppo Giovani Famiglie, di quello del Gruppo delle Signore della pesca. La festa trova la sua sede naturale negli spazi della Parrocchia di S. Maria delle Rose.

Piano - Fra Santacaterina

Da quando è venuto a mancare don Primo Zamberlan, a celebrare la domenica e le altre feste, era fra Santacaterina, dell’Ordine dei Frati Minori della Comunità di Taglio di Po. Il Frate era uno di casa per tutti, la sua presenza era rassicurante e le sue celebrazioni momenti forti di fede. Più delle omelie erano vere lezioni di vita cristiana, la sua preghiera e la celebrazione della Messa. Mai stanco, sempre disponibile aveva per tutti una parola di conforto ed un sorriso. “Grazie Padre”!

Polesine - Riaprono le scuole

Ultimi giorni di vacanze questi, segnati pure dagli esami di riparazione e dal crescere del ritorno dei giovani che si godono strade e piazze della città, prima dell’avvio della scuola. Dai “Nidi” agli istituti della scuola superiore, è tutto un mondo che si fa centro della vita. Testi nuovi, nuovi abbonamenti dei bus e dei treni, nuovi insegnanti e nuovo … impegno. Si parte per acquisire nuove conoscenze, fare nuove esperienze, crescere per poter entrare preparati agli impegni che il vivere comporta. Lavoro duro per insegnanti e docenti, impegno grande per tutte le fasce di quanti frequentano la scuola. Che sia per tutti una conquista gioiosa e grande, per poter mettere a servizio di tutti i doni che Dio ha posto in ciascuno. E’ “salvaguardare il creato” la formazione e l’educazione dei giovani.

Rovigo Concattedrale - Per la pace

La comunità credente del Duomo di Rovigo, ha immediatamente risposto all’appello di Papa Francesco per la “pace”. Lo ha fatto esortando a seguire l’invito del Papa a fare il “digiuno per la pace” ed invitando, sabato sera, alla preghiera adorante che si concluderà alla mezzanotte.

Comune di Rovigo - Servizio Pari Opportunità

“Pronto Donna”

N. verde 800.391.609 e-mail: prontodonna@comune.rovigo.it

“Servizio di ascolto telefonico del Comune di Rovigo rivolto alle donne, italiane e straniere, che desiderano ascolto informazioni e aiuto”. Cerchi aiuto? Need help? Besoin d’aide? Cerchi informazioni? Need information? Cherchez informations? Siamo reperibili… il martedì, mercoledì, venerdì dalle ore 13.30 alle 15.30.

Rovigo

“La Pietà” di Tullio Lombardo

Luigi Piombo è un pensionato rodigino - quartiere Commenda Est - con il gusto della fotografia e nel suo tempo libero - è più volte nonno - va per il Delta, per paesi e per chiese a scattare foto che fermino momenti particolari del paesaggio, della natura o dell’arte. Piombo che sta visitando a tappeto ogni angolo della Città, a san Francesco ha trovato “pane per i suoi … scatti!” Qualche giorno fa mi ha fatto pervenire una bella foto della “Pietà” di Tullio Lombardo. Qualche tempo fa mi aveva fatto pervenire la foto dell’affresco del Capitello Rovigo, sullo stesso tema. Di San Francesco - Rovigo mi ha mandato la bella foto del-

la Pietà di Tullio Lombardo (* seconda metà del 1400 - +1532) opera eseguita su ordinazione di M. Casalini. Di quest’opera, Luigi Piombo scrive: “l’Artista rappresenta una donna sulla cinquantina, seduta, che ha sulle

ginocchia il figlio nella rigidità della morte. Gesù è raffigurato morto, esanime, con gambe e braccia cadute giù. La mano sinistra della Madonna aperta esprime desolazione, anche il mantello che copre la testa è cadente come tutti i panneggi.

Tutti i particolari della scultura sono molto curati ed espressivi. I volti, l’espressione della Madonna, i suoi occhi, la fronte corrugata, il panneggio, sono di una esecuzione accuratissima e perfetta. Il marmo bianco, non lucidato, ma satinato rende la composizione più naturale e raffinata senza lucentezze e riflessi che potrebbero distrarre … “ Nelle foto: a sinistra la Pietà di Michelangelo, Basilica di San Pietro in Vaticano; a destra la Pietà di Tullio Lombardo, Chiesa dei Santi Francesco e Giustina di Rovigo.

Bottrighe

E’ scomparso Benito Cominato

Ha suscita profondo cordoglio a Bottrighe la scomparsa, causa un male incurabile, di Benito Cominato, regista, speker e animatore di innumerevoli eventi. Era nativo del paese polesano, ultimo di tredici fratelli, tra questi Loris, noto fisarmonicista e tra i fondatori del gruppo folkloristico “Bontemponi & Simpatica Compagnia”, ed era emigrato nemmeno vent’enne, trasferendosi a Susa in Piemonte, avviando una rinomata salumeria.

La sua passione per lo spettacolo lo vide protagonista negli anni ’50 e ’60 quale organizzatore di eventi in quella città, collaborando con le varie amministrazioni

comunali e la pro loco riuscendo a portare numerosi personaggi della canzone e della televisione, tra questi Pippo Baudo. Suo ”Papo” un personaggio da lui creato, una sorta di cantastorie per i bambini e che secondo il suo desiderio, recentemente confidato alla nipote Paola, avrebbe voluto rispolverare per portare a Bottrighe, paese che amava tantissimo, sul quale aveva anche prodotto un video, tredici anni fa, “Bottrighe 2000”. Dopo il pensionamento

si era trasferito con la moglie a Imola per avvicinarsi ai figli e da qualche anno a Massalombarda. Aveva anche il desiderio di comprarsi una casa a Bottrighe, dove spesso tornava per salutare parenti e amici o per presenziare ad alcune manifestazioni. Tante anche le riprese agli spettacoli dei suoi amici Bontemponi. Non aveva mai smesso di dedicarsi agli eventi, anche di solidarietà, collaborando in svariate iniziative anche in Romagna. Roberto Marangoni


domenica 8 settembre 2013

la Settimana

attualità

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Francesco e la crisi siriana

Il costo della pace non è mai la guerra

Ferma condanna della violenza e dell’uso delle armi chimiche, ma un forte appello alla ripresa del dialogo e del negoziato. Poi l’invito a tutti, credenti e non credenti, a costruire, a partire da piazza San Pietro la sera del 7 settembre, una catena umana per la pace Anche la pace ha un costo. Ma ce n’è uno sempre inaccettabile e si chiama guerra. “Mai più la guerra” ha ripetuto ieri Papa Francesco, sulle orme di due grandi pontefici, Giovanni XXIII e Paolo VI che le guerre le videro da vicino. Senza dimenticare, poi, la denuncia di Benedetto XV della “inutile strage”. Dinanzi al rischio mortale che corre il mondo moderno, cioè di veder scivolare la polveriera mediorientale nel vortice di un conflitto difficilmente contenibile in quell’area, ecco Papa Francesco scegliere, senza incertezza, la strada dell’appello alle coscienze di chi può fermare la corsa verso le armi. Anche la pace ha un costo. Ma ce n’è uno sempre inaccettabile e si chiama guerra. “Mai più la guerra” ha ripetuto ieri Papa Francesco, sulle orme di due grandi pontefici, Giovanni XXIII e Paolo VI che le guerre le videro da vicino. Due uomini di Chiesa che, testimoni privilegiati del “secolo breve”, subirono gli orrori della Prima e della Seconda guerra mondiale. I due primi conflitti moderni e globali che hanno preceduto la pace nel mondo, pagata col prezzo altissimo di decine di milioni di morti. Caduti sui campi di battaglia, ma anche sotto il fungo atomico di Hiroshima e Nagasaki. Per non parlare dello scandalo disumano della Shoah. E come dimenticare, poi, la guerra come “inutile strage” di Benedetto XV dinanzi al Primo conflitto mondiale? Tutto questo ci fa dire che c’è una solida coerenza e continuità, nel pontificato di Francesco, nella difesa strenua della pace. L’intervento intenso e tempestivo di Papa Francesco rivela la solida consapevolezza della gravità della crisi siriana come crisi globale. La prima guerra globale – Dio non voglia – del nuovo Millennio. Un rischio di guerra che merita le parole severissime del Papa, forse le più taglienti di questo pontificato: “C’è un giudizio di Dio e anche della storia sulle nostre azioni a cui non si può sfuggire. Non è mai l’uso della violenza che porta alla pace. Guerra chiama guerra, violenza chiama violenza”. E qui torna la valutazione sul costo della pace. Quel costo che certamente il dittatore di Damasco, espressione della minoranza sciita siriana, non intende assolutamente pagare perché si vedrebbe sfuggire un regno non dinastico, ereditato da un padre violento e sanguinario. Quel costo che i ribelli, musulmani sunniti come la maggioranza dei siriani, non intendono assolutamente versare dopo essersi illusi di poter chiudere

i conti, presto e facilmente, con il regime satrapico di Bashar al-Assad. Quel costo che i Grandi del mondo, come le potenze dell’area, non intendono accettare perché negoziare la pace è difficile. E perché le contrapposizioni, come ricorda a tutti il Papa, sono cieche. Incapaci innanzitutto di vedere le sofferenze dei popoli e di percepire sino in fondo l’orrore per l’uso delle armi chimiche. Un salto inaccettabile e orrorifico del conflitto. Dinanzi a questo rischio mortale che corre il mondo moderno, cioè di veder scivolare la polveriera mediorientale nel vortice di un conflitto difficilmente contenibile in quell’area, ecco Papa Francesco scegliere, senza incertezza, la strada dell’appello alle coscienze di chi può fermare la corsa verso le armi. E poi la sua decisione di parlare a tutti di pace, perché la pace è di tutti. È un bene incommensurabile per tutti e per i poveri in particolare. Dei cattolici come degli altri cristiani, ma anche di tutti gli uomini che credono. Così come dei non credenti. A tutti chiede di costruire, a partire da piazza San Pietro la sera del 7 settembre, una catena umana perché chi deve decidere sappia da che parte stanno i popoli. E soprattutto chiede ai credenti un atto antico, quello del digiuno che affina la sensibilità, acutizza la consapevolezza, rende più carnale la partecipazione. Ci fa essere, soprattutto noi occidentali più sazi, per un giorno più vicini a quanti manca tutto. A cominciare da quella pace nella quale noi ci siamo adagiati da quasi settant’anni, ma che in un attimo potremmo perdere a causa di una guerra nel cuore del Mediterraneo. Il Papa ci ricorda che quanto accade in Siria è anche affar nostro. E nessuno pensi, con superficialità, che il Papa non conosca bene il peso delle responsabilità e delle colpe che gravano sugli uni e sugli altri protagonisti della crisi siriana. Ma il Papa, uomo di pace, non può stare che dalla parte della pace. Ad ogni costo e con la sola arma di cui dispone: la preghiera. Perché questo è quello che tocca al Papa e ai credenti. Lui ha la forza per chiedere “alle parti in conflitto di ascoltare la voce della propria coscienza, di non chiudersi nei propri interessi, ma di guardare all’altro come a un fratello e intraprendere con coraggio e con decisione la via dell’incontro e del negoziato”. Incontrarsi, dialogare e negoziare è ancora possibile. Domenico Delle Foglie

Settimana sociale

Nella famiglia lo spazio delle “cose nuove”

A Torino per vivere insieme un’iniziativa culturale ed ecclesiale di alto profilo” su un tema centrale per la vista delle persone e per il bene comune del Paese Le Settimane Sociali “intendono essere un’iniziativa culturale ed ecclesiale di alto profilo, capace di affrontare e se possibile anticipare gli interrogativi e le sfide talvolta radicali poste dall’evoluzione della società”. Queste finalità appaiono più che mai attuali dal tema scelto per la 47ª Settimana Sociale dei Cattolici Italiani, che si terrà a Torino nei giorni 12-15 settembre di quest’anno: “La famiglia, speranza e futuro per la società italiana”. Si tratta di un tema centrale per la vita delle persone e per il bene comune del Paese. Esso era già presente nell’agenda proposta alla Settimana Sociale di Reggio Calabria del 2010, la cui attualità è dimostrata dal dibattito proseguito in questi anni ai vari livelli istituzionali del Paese, oltre che dallo sviluppo stesso degli avvenimenti. Tra i punti all’ordine del giorno dell’agenda (intraprendere, educare, includere, slegare la mobilità sociale, completare la transizione istituzionale), la famiglia appariva trasversalmente come soggetto di futuro, capace di sciogliere i nodi che impediscono al nostro Paese di crescere. Proprio lì nasceva l’esigenza di mettere a tema la famiglia in modo diretto e centrale, in concreta continuità con le riflessioni già svolte, nel desiderio di declinare il bene comune sui problemi particolarmente urgenti per la comunità nazionale. Nella prospettiva della ricerca continua del bene comune, la famiglia appare quanto mai importante, perché tocca i nodi antropologici essenziali per l’integrità e il futuro della persona umana; costituisce un pilastro fondamentale per costruire una società civile davvero libera, nella quale trovino spazio innanzitutto la libertà religiosa e quella educativa; è dunque condizione fondamentale per una società dove i diritti di tutti e di ciascuno siano realmente rispettati. Il tema della famiglia - e il ruolo che essa ha svolto e continua a svolgere nel cuore della nostra società - chiama in causa anche diversi aspetti economici e sollecita ad affrontarli nella prospettiva del primato della persona. Oltre che per queste ragioni, la famiglia emerge come un soggetto portante anche nell’assun-

zione del compito indicato dagli Orientamenti pastorali decennali su “Educare alla vita buona del Vangelo”: “Nell’orizzonte della comunità cristiana, la famiglia resta la prima e indispensabile comunità educante. Per i genitori, l’educazione è un dovere essenziale, perché connesso alla trasmissione della vita; originale e primario rispetto al compito educativo di altri soggetti; insostituibile e inalienabile, nel senso che non può essere delegato né surrogato”. Tenendo presenti questi aspetti, a Torino si parlerà di famiglia nella prospettiva propria delle Settimane Sociali, che oggi significa, ad esempio: ascoltare la fatica e la speranza che salgono dal vissuto di tante famiglie; riconoscere la famiglia come luogo naturale e insostituibile di generazione e di rigenerazione della persona, della società e del suo sviluppo non solo materiale e civile, ma anche morale e spirituale; essere concretamente vicini ed essere percepiti come vicini dalle famiglie - genitori e figli - che soffrono per i motivi più diversi; valorizzare l’indicazione presente nella nostra Costituzione che definisce la famiglia come istituzione fondata sul matrimonio tra un uomo e una donna; riconoscere e tutelare sempre e in primo luogo i diritti dei figli; mettere in evidenza il legame che unisce il “favor familiae” con il bene comune e lo sviluppo del Paese, al di là di pregiudizi e ideologie, per cogliere le tante ragioni condivisibili da molti, oltre gli schieramenti e le differenti posizioni culturali e religiose. L’intento della Settimana Sociale è di favorire un approccio critico e al tempo stesso propositivo a un tema così vasto e impegnativo; di suscitare un dibattito e offrire chiavi di lettura in modo che tutti, credenti e non credenti, stimolati da queste sollecitazioni, si impegnino in un discernimento veramente corale a difesa e per la promozione della famiglia, determinati a far scaturire “cose nuove”, frutto di positivo cambiamento e spinta per politiche organiche e coerenti. + Mariano Crociata Segretario Generale Cei

DIOCESI DI ADRIA-ROVIGO

BEATIFICAzIonE della�ServadiDio mArIABolognESI

Sabato 7 Settembre 2013 ore 10.30

Rovigo - Piazza XX Settembre

celebrazione eucariStica e beatificazione presiedute dal Signor Cardinale

Angelo AmAto

Prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi

INFO: www.beatamariabolognesi.it info@beatamariabolognesi.it Cell. 328.7584950

Su Telechiara diretta dalle ore 10.25 AVVISo SACRo


10 la Settimana

speciale

domenica 8 settembre 2013

Rovigo - Curia Vescovile sabato 31 agosto 2013

per la beatificazione l’invito e’ rivolto alla comunita’ e al territorio Mons. Vescovo ha presentato alla stampa la figura di Maria Bolognesi

Sentimenti di gioia, di ringraziamento, di preghiera e di riconoscenza verso il Santo Padre Francesco, e verso tutta la Chiesa per la beatificazione di Maria Bolognesi, una umile e povera donna silenziosa e di carità del Polesine, all’incirca con queste parole il Vescovo di Adria-Rovigo, mons. Lucio Soravito de Franceschi ha presentato alla stampa la figura della Beata Maria Bolognesi, nel corso della conferenza stampa che ha avuto luogo presso la Sala Convegni in Vescovado a Rovigo, sabato 31 agosto 2013. Accanto al Vescovo don Diego Pisani, responsabile dell’organizzazione della cerimonia di beatificazione, il maestro Giorgio Mazzucato, direttore del gruppo “Corali riunite” che animeranno i vari momenti dell’eucarestia, Ludovica Mazzuccato, responsabile del Centro studi “Maria Bolognesi”, delegata del postulatore padre Talmelli della causa di canonizzazione, mons. Bruno Cappato, responsabile dell’Ufficio

Sabato 7 settembre 2013, ore 10.30, si svolgerà a Rovigo, in Piazza XX Settembre, davanti alla Chiesa della Rotonda, la beatificazione di Maria Bolognesi.

Stampa diocesano e del Settimanale diocesano La Settimana, Oscar Tosini, già sindaco di Bosaro (Rovigo) paese natale della beata, collaboratore del Centro Maria Bolognesi. Erano inoltre presenti tra gli altri: il Vicario Generale della Diocesi di Adria-Rovigo, mons. Claudio Gatti e il parroco di Bosaro don Camillo Magarotto. Tra i giornalisti erano presenti tutte le testate della

carta stampata e televisive presenti nel territorio. Don Diego, ha illustrato ai giornalisti e cineoperatori tutte le varie fasi della liturgia di beatificazione, osservando che la Beatificazione di Maria Bolognesi è stato e rimarrà un grande evento storico per la Chiesa che vive in AdriaRovigo e per tutto il territorio polesano. Don Diego ha poi sottolineato che è da circa tre mesi

che la Diocesi ha dato avvio alla organizzazione della cerimonia, facendo osservare ai giornalisti che la cerimonia di beatificazione è una semplice celebrazione eucaristica, ma nello stesso tempo ricca di segni e di momenti forti, quali ad esempio lo scoprimento dell’immagine della nuova beata, la deposizione sull’altare delle reliquie della Beata e l’iscrizione di Maria Bolognesi al registro dei beati.

Il Vescovo a sua volta si è soffermato sugli aspetti spirituali, teologici, catechetici racchiusi nella beatificazione di una persona, e in questo caso di Maria Bolognesi. (L’intervento integrale del Vescovo lo trovate nel servizio sotto riportato). Il Vescovo Lucio ha ricordato ai giornalisti l’episodio riconosciuto miracoloso avvenuto per intercessione di Maria Bolognesi. Ha parlato

del giovane Marco Ferrari, 23enne padovano attualmente alunno del Seminario di Vicenza, testimone vivente dell’intercessione di Maria Bolognesi. “Ferrari, nel 1994, sono parole del Vescovo, era un bambino gravemente malato al punto da essere considerato clinicamente morto. La sua mamma venne da Padova a Rovigo per poter pregare sulla tomba di Maria Bolognesi, a seguito di quella accorata preghiera il cuore del suo bambino ha ripreso a battere. Il caso, miracoloso per chi crede, inspiegabile per i medici, è stato riconosciuto come miracolo dalla Commissione che valuta questi fatti quando si tratta di riconoscere un fatto miracoloso e per poter poi proseguire nel cammino di un processo di beatificazione. Si tratta di una Commissione molto severa, ha spiegato il Vescovo, composta da medici credenti e non credenti”. Da cinque anni le spoglie della beata sono conservate nella chiesa parrocchiale di Bosaro. Settimio Rigolin

Maria Bolognesi: donna silenziosa di carita’

Finora la nostra diocesi ha potuto venerare solo una Santa polesana: Maria Chiara Nanetti, nata a S. Maria Maddalena nel 1872 e trasferita con la sua famiglia a soli tre anni nella vicina provincia di Ferrara, prima a Medelana (1875) e poi a Francolino (1881). Entrata a 20 anni nell’Istituto delle Francescane Missionarie di Maria, dopo alcuni anni trascorsi prima in Francia e poi in Belgio, nel 1899 venne inviata come missionaria in Cina, dove fu martirizzata il 9 luglio 1900. Tra una settimana abbiamo la gioia di festeggiare, come “beata”, un’altra polesana: Maria Bolognesi, nata a Bosaro il 21 ottobre 1924, vissuta prima a Crespino, poi a San Cassiano e poi a Rovigo, deceduta il 30 gennaio 1980, dopo aver testimoniato in modo eroico le virtù cristiane della fede e della comunione piena con Dio e dell’amore verso i poveri ed i malati. L’imminente beatificazione di Maria Bolognesi è un evento straordinario per la nostra diocesi di Adria-Rovigo e per me è un motivo di grande gioia, perché mi fa scoprire ed accogliere un esempio straordinario di vita cristiana, vissuta con semplicità, con umiltà, con fede e con carità verso i più bisognosi. Maria Bolognesi era figlia di una ragazza madre di Bosaro, Giuseppina Samiolo, che nel 1930 si sposò con un uomo di Crespino, Giuseppe Bolognesi. Anche Maria andò ad abitare a Crespino con la mamma e fin da piccola dovette accudire ai suoi fratellini più piccoli e lavorare nei campi. Nel 1946 si trasferì a San Cassiano, presso la famiglia Piva, e qui avviò una sorta di asilo nido e di scuola materna per una trentina di bimbi che avevano bisogno di assistenza. Nel 1953, a causa della sua precaria situazione di salute, si trasferì a Rovigo, dove fu accolta per alcuni anni dalla famiglia Guerrato e dove si dedicò all’assistenza dei malati (in casa e in ospedale), all’aiuto degli orfani, alla raccolta di generi alimentari per le famiglie povere. Nel 1955, in seguito alla morte improvvisa di Wanda Guerrato, fu accolta a Rovigo dalla famiglia dei Mantovani (dove incontrò Zoe, che visse con Maria fino nel 1980 e che vive tutt’ora nella casa di Via Tasso). Con l’aiuto di altre persone, continuò il suo servizio ai poveri; ammassò per loro gli indumenti più disparati;

si dedicò con generosità anche al clero anziano o malato o bisognoso di assistenza. Per le persone che la Provvidenza le mise accanto nei modi più impensati, Maria fu sorella e madre affettuosa. Da dove proveniva questo amore solidale e questo servizio verso i poveri e i malati? Dall’ amore che la legava al Cristo sofferente: la visione del Volto Sofferente di Cristo si tradusse nel riconoscimento immediato della presenza del Cristo nei mille volti della sofferenza umana, che Maria cercò di servire con amore e dedizione totale, fino all’ultimo giorno della sua vita. Il 30 gennaio 1980, Maria fu colpita da un secondo e grave infarto e il suo cuore si fermò. La causa della sua beatificazione dal 1989 al 2011 fu curata dal postulatore P. Tito Sartori dei Servi di Maria. Nel gennaio 2012, avendo P. Sartori compiuto gli 80 anni, la causa di beatificazione fu affidata a P. Raffaele Talmelli, che ha delineato in modo oggettivo e molto bello la vita di Maria Bolognesi nel volume: “Il profumo dell’unguento. Ricordo di Maria Bolognesi”. In quest’opera egli ha presentato, tra l’altro, i tratti più significativi della spiritualità di Maria Bolognesi, che sono stati riconosciuti come i motivi principali della sua beatificazione e che meritano essere oggetto di meditazione di tutti i fedeli. 1) Maria Bolognesi ha vissuto il suo rapporto con Dio con un amore appassionato e pieno di fiducia, che l’ha portata a una comunione profonda con Lui e a un amore sempre più intenso verso i poveri ed i malati. Essa guardava gli eventi quotidiani con gli occhi della fede e vi percepiva la presenza del Signore. Maria sembrava toccare con mano il messaggio di Gesù: «Ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo» (Mt 28,20). Anche le rivelazioni private di cui fu graziata tendevano sempre a mettere nel massimo risalto l’importanza dell’«oggi», da vivere in piena comunione con Dio. 2) Maria era convinta che il rapporto con Dio si esprime attraverso il rapporto personale e profondo con la Chiesa, che è “Corpo mistico” di Cristo. Maria si trovò a vivere il rapporto con la Chiesa nel difficile periodo che seguì alla chiusura del Concilio Vaticano II, carico di contrasti a tutti i livelli. Capiva però che un vero rinnovamento esigeva un profondo rapporto personale con Cristo e una piena ubbidienza alla Chiesa. Con molta semplicità invitava ad

«amare la Chiesa Madre e Maestra» e diceva esplicitamente: «Con la Chiesa Maestra si può anche discutere, ma non si può mai smettere di amare la Chiesa come Madre». E ancora: «Non ha Dio per Padre, chi non ha la Chiesa per Madre». 3) Maria Bolognesi ha manifestato un amore profondo verso le persone povere e malate, dedicando tutte le sue energie agli ultimi e offrendo al Signore la sua vita, segnata pesantemente da varie malattie. Ha saputo scorgere il volto del Redentore nei tanti fratelli sofferenti che ha assistito. Ha vissuto un autentico apostolato della sofferenza, in piena comunione con il Cristo sofferente. Il Diario di Maria ci fa scorrere innanzi le immagini di orfani, di bimbi segnati nel corpo o nella mente, di padri senza lavoro, di mamme ricoverate in sanatorio, di ammalati giovani e vecchi senza più speranza di guarigione, di moribondi bisognosi di una mano amica pronta a chiudere i loro occhi e di una parola di speranza nella misericordia del Signore; di sposi tormentati dal dubbio di una separazione o di una maternità da accettare; di giovani incompresi, bisognosi di una collaborazione concreta per trovare lavoro. E poi la lunga, interminabile fila di tanti poveri, ai quali Maria portò il suo aiuto nella massima riservatezza e con tanta discrezione. Essa ha dimostrato un amore grande anche verso i sacerdoti, dando un aiuto concreto ai sacerdoti poveri, anziani, ammalati, al punto da offrire al Signore tutta la sua vita e i suoi dolori per la santificazione del clero. Ha incoraggiato i sacerdoti a vivere con intensità il loro rapporto con Dio, vera sorgente di ogni bene. 4) La sofferenza segnò indubbiamente tutta l’esistenza di Maria Bolognesi, ma non intaccò la fede e la forza morale di questa creatura che, come ebbe a dire il vescovo Giovanni Mocellini, nel giorno delle esequie, è diventata un fulgido esempio di “donna silenziosa della carità”. Maria, infatti, si è abbandonata fiduciosamente a Dio soprattutto nella sua infermità

fisica, accettando la sofferenza pazientemente e perfino gioiosamente, vivendola in un’ottica di generosa associazione alla Passione di Cristo. Maria sostenne tutti offrendo a Dio la sua incessante preghiera e le sue sofferenze. Alla visione di Gesù sofferente reagì con l’accettazione paziente delle sue tante malattie e con l’assistenza ai malati fino a fare sue le loro pene, a cominciare dai suoi familiari, fino ad arrivare a persone anche molto lontane che raggiungeva con ogni mezzo possibile. «Avrei dato il mio cuore per sollevarli; il loro dolore è anche mio; vorrei che tutte quelle sofferenze fossero mie». Sono convinto che l’esempio di amore verso i poveri ed i malati che ci ha dato Maria Bolognesi, e l’accettazione della sofferenza, sostenuta dalla sua fede ardente, sia più che mai prezioso e urgente in questo nostro tempo, segnato da tante crisi: crisi economica, crisi lavorativa, crisi familiari, crisi della vita… Oggi non ci sono solo i poveri “tradizionali”, quelli che una volta andavano a cercare l’ elemosina. Oggi un sesto delle famiglie non ha il sufficiente per vivere. Nei nostri paesi sta aumentando il numero delle persone anziane e sole. Sta crescendo il numero di coppie che si separano, con conseguenze pesanti nei figli. Sta aumentando a dismisura il numero dei disoccupati e dei giovani senza lavoro. Sta dilatandosi il numero dei disperati e di coloro che arrivano a togliersi la vita! In questa situazione è più urgente che mai far crescere la solidarietà, soccorrere i poveri e salvare il “bene comune”. E’ più urgente che mai imparare da Maria Bolognesi a tenere salda la fede nelle difficoltà (lei è vissuta per molti anni, da giovane, in estrema povertà) e a “tradurla” nella carità evangelica, nell’amore gratuito e generoso verso tutti, a partire dai più bisognosi. Prego il Signore perché la beatificazione di Maria Bolognesi ci aiuti tutti a rinnovare la nostra fede e a crescere nella carità. Rovigo, 31 agosto 2013 + Lucio Soravito, vescovo


domenica 8 settembre 2013

DIOCESI DI ADRIA-ROVIGO

speciale

BEATIFICAzIonE della�ServadiDio mArIABolognESI Avviso alle Religiose e ai Religiosi Sabato 7

Settembre 2013

➤ I presbiteri concelebranti potranno accedere a La Rotonda dalle ore 9.00 per indossare le vesti sacre, sono pregati di arrivare non oltre le 9.45; porteranno con sé camice e stola bianca.

ore 10.30

➤ I diaconi che hanno dato disponibilità per il servizio liturgico (portando con se camice e stola bianca) vorranno trovarsi in Rotonda entro le ore 9.30; i seminaristi (in veste e cotta o in alba) arriveranno in Rotonda entro le ore 8.30.

Rovigo - Piazza XX Settembre

celebrazione eucariStica Si ringraziano tutti gli interessati per la cordiale collaborazione. e beatificazione

➤ L’accesso per i presbiteri, i diaconi e i seminaristi è previsto da via IV novembre.

presiedute dal Signor Cardinale

Avviso a tutti i fedeli Angelo AmAto

➤ L'accesso per tutti i fedeli sarà da via Silvestri;Prefetto l'ingresso della Congregazione in Piazza XX settembre sarà possibile dalle ore 8.00; gli delle Cause dei Santi Scuot e i Volontari faranno accedere ai vari settori per i posti a sedere le persone provviste di PASS; chi non ha il pass potrà comunque partecipare nei settori riservati ai posti in piedi. ➤ I disabili, accompagnati dai volontari dell'UNITALSI, potranno accedere ai posti loro riservati da vicolo Longhena o da via Verdi.

ITINERARIO DAL PARCHEGGIO INFO: www.beatamariabolognesi.it info@beatamariabolognesi.it IN SEMINARIO Cell. 328.7584950 ALLA CHIESA DELLA ROTONDA AVVISo SACRo

USCENDO DAL CANCELLO DEL SEMINARIO DIOCESANO IN VIA SICHIROLLO, SI PERCORRE A PIEDI VIA SICHIROLLO CONTROMANO, QUINDI SI PROSEGUE PER VIA SPERONI. NON APPENA OLTREPASSATA PORTA AUGUSTINA SI GIRA A DESTRA RISALENDO VIA PIGHIN. SI ATTRAVERSA CORSO DEL POPOLO E CI SI PORTA IN PIAZZA MERLIN; SI GIRA A SINISTRA PER VIA X LUGLIO. SI GIUNGE IN PIAZZA GARIBALDI E SI GIRA A DESTRA VERSO LA CHIESA DI SAN FRANCESCO, DAVANTI ALLA QUALE SI GIRA A SINISTRA E SI PERCORRE TUTTA LA VIA IV NOVEMBRE AL TERMINE DELLA QUALE SI GIUNGE IN ROTONDA

La disposizione in Piazza XX settembre

la Settimana

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12 la Settimana

speciale

Rovigo - Chiesa dei SS. Francesco e Giustina

“Maria ha saputo assumersi le sue responsabilita’ di fronte a dio e agli uomini”

domenica 8 settembre 2013

Rovigo - Accademia dei Concordi

Una donna, una polesana, una beata Incontro con Giuseppe Manzato, Pierluigi Bagatin e Ludovica Mazzuccato

Venerdì 30 agosto veglia di preghiera con P. Talmelli Una Veglia di preghiera e di incontro sulla figura della nuova Beata e in preparazione alla cerimonia di Beatificazione si è svolta venerdì 30 agosto 2013 presso la chiesa di san Francesco in Rovigo. A presiedere l’incontro il Vescovo Lucio mentre a guidare i diversi momenti di riflessione e di preghiera è intervenuto il postulatore della Causa di Beatificazione di Maria Bolognesi, padre Raffaele Talmelli. Dalle sue riflessioni è emerso che Maria Bolognesi è stata, ed è oggi, una figura luminosa per tutti i polesani,

una donna del Polesine, semplice, umile, povera, animata da un amore straordinario verso Gesù e verso i fratelli, e oggi la Chiesa pone Maria come esempio da seguire e da imitare, allo sguardo di tutti, credenti e non credenti. Maria, ha osservato il

Postulatore, è una vera cristiana, quotidianamente fedele alla Chiesa di Cristo e obbediente agli insegnamenti del suo Magistero. M a r i a Bolognesi, ha concluso padre Talmelli, era sempre preoccupata di fare del bene al prossimo, a tutti, e così, ha osservato più volte il Postulatore, Maria si è chinata sui poveri, sugli ultimi, sui malati, sulle famiglie, sui bambini, ha preso su di sé le povertà e le sofferenze dei fratelli. Maria, ha concluso padre Raffaele, ha saputo sempre assumersi le sue responsabilità di fronte a Dio e agli uomini.

Sabato 7 settembre

Preparazione e svolgimento del Rito di Beatificazione

1. Annuncio della beatificazione di Maria bolognesi : 3 maggio 2013 Venerdì 3 maggio 2013 il Vescovo Lucio ha dato l’annuncio ufficiale della imminente beatificazione di Maria Bolognesi. Infatti nel giorno precedente, giovedì 2 maggio, il papa Francesco aveva autorizzato il Card. Angelo Amato, Prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi a promulgare i decreti riguardanti il miracolo, attribuito all’intercessione della venerabile Serva di Dio Maria Bolognesi, e a presiedere il Rito della sua beatificazione. D’intesa con il Card. Angelo Amato, il Vescovo Lucio ha fissato la data della beatificazione di Maria Bolognesi a Rovigo, P.zza XX Settembre, per sabato 7 settembre 2013. 2. Preparazione dei fedeli alla beatificazione di Maria Bolognesi Il Vescovo Lucio, con la lettera del 7 luglio 2013, ha invitato i Sacerdoti, gli Istituti di Vita Consacrata e le Aggregazioni laicali della Chiesa di Adria-Rovigo a prepararsi alla beatificazione di Maria Bolognesi, meditando i tratti più significativi della sua vita, mediante incontri di riflessione e veglie di preghiera. Con una lettera analoga, del 15 agosto, il Vescovo ha invitato i sacerdoti ed i fedeli a prepararsi, a iscriversi e a partecipare al Rito di beatificazione. 3. Lettera apostolica del papa Francesco, che autorizza la beatificazione di Maria Bolognesi Il papa Francesco, con la Lettera Apostolica del 24 agosto 2013, ha decretato che la venerabile Maria Bolognesi sia proclamata “beata” e che si celebri la sua “memoria” ogni anno il 30 gennaio, giorno in cui essa è tornata alla Casa del Padre. 4. Preparazione immediata della beatificazione di Maria Bolognesi: 30 agosto-6 settembre Per la preparazione immediata dei fedeli alla beatificazione di Maria Bolognesi sono stati fissati tre incontri diocesani: • Venerdì 30 agosto 2013: Veglia di preghiera in S. Francesco a Rovigo, presieduta dal Vesco-

vo Lucio e animata dal Postulatore P. Raffaele Talmelli. • Martedì 3 settembre 2013: Incontro di approfondimento in preparazione alla beatificazione, nell’Accademia dei Concordi, P.zza Vittorio Emanuele, Rovigo, con tre relatori: Giuseppe Manzato, Pier Luigi Bagatin, Ludovica Mazzuccato. • Venerdì 6 settembre 2013: Veglia di preghiera in S. Francesco, presieduta dal Vescovo Lucio. 5. Celebrazione del Rito di beatificazione di Maria Bolognesi: 7 settembre 2013, ore 10.30 Il Rito di beatificazione di Maria Bolognesi e la celebrazione della S. Messa si svolgono sabato 7 settembre 2013, ore 10.30, a Rovigo, nella Piazza XX Settembre, davanti alla chiesa della Rotonda. Dietro il palco con l’altare si collocano i cantori. Ai fianchi del palco sono previsti 180 posti per i sacerdoti ed i seminaristi. Davanti al palco ci sono: a sinistra i posti per le Autorità civili e militari e a destra i posti per i familiari di Maria Bolognesi e i soci del Centro Maria Bolognesi. Seguono i posti per il pubblico. Sono previsti in totale circa 1.400 posti a sedere e 1.400 posti in piedi. Altri fedeli si mettono nel cortile adiacente alla chiesa di S. Francesco. Altri fedeli assistono alla beatificazione davanti a un maxi-schermo, collocato dentro la chiesa di S. Francesco. Dopo l’inizio della S. Messa e l’atto penitenziale, il Vescovo chiede al Card. Amato di procedere alla beatificazione di Maria Bolognesi. Il postulatore P. Raffaele Talmelli legge il profilo biografico della Serva di Dio. Al termine, il Card. Amato legge la Lettera Apostolica con cui il Papa ha iscritto Maria Bolognesi nell’Albo dei Beati. Segue la celebrazione della S. Messa. Alla fine della S. Messa il Vescovo Lucio ringrazia il Card. Amato per la beatificazione di Maria Bolognesi, la cui festa sarà celebrata nella diocesi di Adria-Rovigo ogni anno il 30 gennaio.

Giuseppe Manzato

Pierluigi Bagatin

Ludovica Mazzuccato

“Maria Bolognesi una donna, una polesana, una beata”, questo il tema dell’incontro sulla figura della beata Maria Bolognesi, che ha avuto luogo martedì 3 settembre 2013 a Rovigo presso la Sala degli Arazzi dell’Accademia dei Concordi. Al tavolo dei relatori: il prof. Pierluigi Bagatin, direttore della Biblioteca di Lendinara, storico e scrittore di storia locale, Giuseppe Manzato, docente di Sociologia generale e della religione presso la Facoltà Teologica del Triveneto di Padova e Università Ca’ Foscari di Venezia, Ludovica Mazzuccato, segretaria del Centro Studi “Maria Bolognesi” di Rovigo. Della Beata Maria Bolognesi, illetterata, donna umilissima, povera, considerata talvolta anche pazza, se ne è parlato nel luogo da secoli più importante e più rappresentativo per la cultura, la storia e l’arte, per Rovigo e il territorio, l’Accademia dei Concordi. Giuseppe Manzato ha presentato con molta chiarezza la realtà odierna, soffermandosi su quella che è oggi l’idea di uomo, di persona presenti nella società, un uomo sempre più ripiegato su se stesso, un uomo che di poter fare senza Dio, di essere lui il padrone di padrone di tutto, della sua vita e del proprio destino. Ben di-

verso era il modo di pensare e di intendere la vita di Maria Bolognesi che sempre ha saputo affidarsi al Signore. Il prof. Pierluigi Bagatin ha delineato il lungo percorso della santità nel Polesine e nella storia millenaria della Diocesi di Adria-Rovigo, ha ricordato figure di santi quali san Beda, san Teobaldo, san Bellino, la Serva di Dio suor Baseggio, le fondatrici della Congregazione Serve di Maria Riparatrici, suor Andreoli e suor Inglese, per arrivare a parlare della Beata Maria Bolognesi. Il professore si è soffermato a delineare la realtà del Polesine, della sua gente minata dalla miseria, dalla povertà, è in questo contesto, ha spiegato Bagatin che si trova a vivere anche Maria Bolognesi, nella

sua famiglia non vede altro che miseria, povertà e discordie. Maria è una donna forte, animata da una fede profonda, una donna, ha spiegato il relatore, che amava i poveri, gli umili, i miseri, gli ammalati, i bambini, i sacerdoti, per tutte queste persone la nuova Beata a speso la sua vita nella certezza che nei poveri, negli ultimi, nei bambini è sempre presente Gesù. È lui che tende la sua mano e ti chiede l’aiuto. Ludovica Mazzuccato ha sottolineato l’aspetto della femminilità di Maria Bolognesi, la sua delicatezza verso i bisognosi, osservando che l’umile donna del Polesine, oggi riconosciuta Beata dalla Chiesa Beata è la pietra di inciampo, di scandalo come ci insegna il Vangelo, questa umilissima donna che ha sofferto nel suo corpo e nello spirito, oggi è posta a noi come esempio da imitare, da seguire, da pregare affinchè possa lei ora intercedere presso il Signore per noi, per la nostra vita, per i nostri cari, per la nostra fede, per la nostra pace, interiore e sociale. La Beata Maria Bolognesi, ha concluso la Mazzuccato, ha saputo veramente vivere ogni giorno le virtù del Vangelo nel silenzio della quotidianità, facendo ogni giorno del bene ai fratelli. Servizi a cura di Settimio Rigolin


la Settimana

anno della fede

domenica 8 settembre 2013

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Testimonianze nell’Anno della Fede

«è il Signore che sa fare cose stupende» Intervista a mons. Gaetano Bonicelli, Arcivescovo emerito di Siena L’Anno della Fede che si sta avviando alla sua conclusione, offre ancora moltissime opportunità di preghiera, di incontro, di riflessione. Il Settimanale diocesano di settimana in settimana attraverso interviste e testimonianze vuole raggiungere i suoi lettori offrendo spunti di riflessione e di confronto. In questa nostra intervista parliamo della fede con l’Arcivescovo emerito di Siena mons. Gaetano Bonicelli, figura nota della Chiesa Italiana dove ha ricoperto diversi e importanti incarichi, testimone di una fede profonda, appresa in famiglia, e poi maturata accanto a grandi figure per santità di vita e per cultura quali ad esempio il Beato Giovanni Paolo II. Incontriamo mons. Bonicelli al Santuario della Madonna del Pilastrello di Lendinara dove è stato invitato presiedere la celebrazione eucaristica per l’apertura delle celebrazioni promossa per l’antica festa della Madonna, la Natività di Maria. D - Eccellenza, stiamo celebrando l’Anno della Fede, dono di Papa Benedetto XVI, una esperienza importante che si sta avviando alla conclusione. Riguardo a questo lei quale pensiero può offrirci? R - L’Anno della Fede è stata ed è, una provvidenziale iniziativa di Papa Benedetto, a prima vista forse si può dire che noi siamo già cristiani, che andiamo in chiesa, che sappiamo molte cose della fede, ma forse siamo in errore, perché avere fede non significa solo dire mi fido di Dio, perché oggi le voci che ci giungono sono molto più insistenti in altre direzioni. D - E’ questo un riferimento ai giovani?

Bisogna far comprendere ai giovani e ai meno giovani, che il fidarci di Dio non vuol dire perdere la propria autonomia, ma vuol dire fondarla su quelle basi solide che provengono dalla grazia di Dio e dall’impegno nel quale noi possiamo spenderci ogni giorno. D - Eccellenza, cosa vuol dire credere, ho fede? R - Credere vuol dire affidarsi, diciamo che il senso del credere è presente in tutti, fin da bambini, si crede alla mamma, al papà, ma quando diciamo fede in Dio ciò significa che a tutto questo che c’è di umano e di valido, bisogna saper aggiungere che la fede è accettare Dio, ed è quella la base di ogni rilevanza a carattere umano.

R - Certamente c’è il pericolo, specie per le giovani generazioni che la fede sia considerata una opzione anche possibile, ma che ormai non ha più nessuna influenza sulla vita, ed è proprio questa la grande sfida per noi cristiani, pensare che la fede sia soltanto una evasione personale, sentimentale, in grado di soddisfare ciò che non riusciamo a raggiungere immediatamente, questo atteggiamento ci fa comprendere che noi della fede abbiamo compreso molto poco, soprattutto in questo momento in cui la fede non è che vada contro il progresso sociale, tutt’altro, è proprio la fede in Dio che ci obbliga ad immergerci nelle vicende della nostra esistenza, personale, famigliare, sociale. Dobbiamo allora recuperare il senso della fede, che è il fidarsi di Dio, è abbandonarsi nelle sue mani, e comprendere che la sua grazia ci stimola e ci costringe a

Servizio Pellegrinaggio Diocesi Adria-Rovigo

Natale a Betlemme

Dal 23 al 27 dicembre 2013 Il Servizio Pellegrinaggi della Diocesi di Adria-Rovigo propone di vivere a Betlemme il Natale 2013. Per poter partecipare alla Messa di Mezzanotte nella Basilica della Natività è necessario confermare la propria adesione (allegando la fotocopia del passaporto) on un anticipo di tre mesi (entro il 20 settembre 2013). Nei giorni di permanenza è in programma, a cura dell’Agenzia organizzatrice I.O.T. d Gorizia, la visita ai più significativi luoghi della Terrasanta. Per informazioni rivolgersi a don Guido Borin (Rovigo, Corso del Popolo 252 – tel. 0425 25839).

compiere scelte che rendono migliore la nostra vita e quella del nostro prossimo. D - Pensando alle tante famiglie che oggi vivono momenti difficili, ai tanti giovani angosciati e delusi della vita quanto la fede potrebbe essere di aiuto per queste realtà? R - Dobbiamo dire che sempre la fede è stato un problema perché chiama in causa la nostra responsabilità, la nostra conversione radicale verso Dio, e questo in particolare oggi a causa delle tante insidie e tentazioni che minacciano la nostra vita, e rendono sempre più difficile e problematico chinare il capo. Se saremo capaci di giungere a questo allora vuol dire aver recuperato la libertà radicale nel nostro cuore, nel nostro agire, nella nostra libertà interiore.

D - Credere o non credere, dove sta la differenza? R - Mi guarderei bene dal dire quelli non hanno fede, non credono, perché sostanzialmente poco o tanto tutti nel loro cuore nutrono quella fiammella che è la fede. E’ certo che coloro che apertamente non hanno la fede si ritrovano sicuramente svantaggiati, fatta questa considerazione dobbiamo aggiungere che ogni cristiano è chiamato a vivere la fede sia livello personale, ma pure deve aiutare i fratelli con la parola e la testimonianza a desiderare il dono grande della fede. Noi cristiano dobbiamo essere più testimoni autentici credibili della nostra fede. Dobbiamo ritornare alla essenzialità del Vangelo, allora ritroveremo la forza per dire io credo e perciò rendo testimonianza. D - Stiamo vivendo un tempo di crisi e per quanto riguarda il lavoro, l’economia ecco in tutto ciò quanto la fede può essere necessaria? R - La fede mi dice che Dio non può permettere questa gravissima situazione senza poi trarne un vantaggio spirituale più profondo dei nostri desideri. La fede deve allora sostenerci nelle nostre difficoltà e affidarci al Signore, che sempre dispone per il nostro bene. Non dimentichiamo che i tempi di Dio sono molto diversi dai nostri progetti.

D - In questi giorni il mondo vive la paura della guerra, dei conflitti proprio la nella terra dove ha avuto inizio la storia della salvezza, la fede cristiana. Riguardo a questo cosa ci può dire? R - La fede per sua natura è tale da poter intervenire e sostenere ogni sforzo per raggiungere la vera giustizia, e questo a livello personale, familiare, internazionale. Dobbiamo ritrovare il senso vivo della fede, poter avere la gioia di saper camminare sulle strade di Dio, e nella logica della fede saper intervenire efficacemente nelle piccole e grandi vicende della vita. Noi cristiani in forza della nostra fede dobbiamo essere dei costruttori di pace. D - Eccellenza, lei ha avuto la gioia di poter condividere una bella amicizia con il Beato Giovanni Paolo II. Riguardo a questa grande figura di santo cosa ci può dire? R - Ecco un uomo che viveva la sua vita ricca di fede, nelle situazioni più difficili amava ripetere che solo la fede può ottenere ciò che umanamente non è possibile. Lui aveva veramente una fede profonda, limpida, forte, decisa, la fede per Giovanni Paolo II era la capacità di vedere le cose, la vita come la vede Dio, con gli occhi di Dio, ed è questa la fede vera. Poter vivere la fede in questa di-

mensione, incisiva, come lo era per Giovanni Paolo II, vuol dire aver raggiunto i livelli più alti e poter godere di una profonda serenità interiore. D - Eccellenza, un suo pensiero anche riguardo alla figura di Papa Francesco? R - Ecco una delle grandi sorprese della fede, nessuno pensava Papa Francesco, non tanto alla sua persona quanto al suo stile, è il Signore che sa fare cose stupende. Papa Francesco è una grande persona che nella semplicità dei suoi gesti e delle sue parole dimostra agli uomini come la fede davvero sia qualcosa di autenticamente valido per tutti. D - Eccellenza, lei ha celebrato l’eucaristia nel santuario della Madonna del Pilastrello di Lendinara, un luogo molto caro alla devozione di numerosi fedeli. Ecco pensando alla fede quanto sono importanti questi luoghi di preghiera? R - I santuari sono luoghi preziosi, di fede, di preghiera, di incontro, anche se talvolta sembrano emergere solo alcuni aspetti popolari, ma non è così, perché se la gente sempre più numerosa cerca questi è perché desidera qualche cosa che altrove non trova ecco allora che in questi luoghi diventa importante la nostra testimonianza di fede. Settimio Rigolin

Unitalsi - Sottosezione di Rovigo

Pellegrinaggi

Da Settembre a Novembre 2013 Tema Pastorale: Il pellegrinaggio nell’anno della fede “Verso Dio” Gesù con Maria p 22/28 Settembre: Pellegrinaggio Nazionale a Lourdes. p 6 Ottobre (domenica): Visita alla Basilica di Sant’Antonio a Padova e ai luoghi del Santo a Camposanpiero (PD). p 14/25 Ottobre: Fatima - Santiago di Compostela Pellegrinaggio Triveneto in Pullman (visita a Nimes Barcellona - Saragozza - Salamanca - Fatima - Santiago di Compostela - Santander - Nourdes – Nimes). p 17/23 Ottobre: Fatima - Santiago di Compostela (con aereo di linea). p 19/26 Novembre: Pellegrinaggio in Terra Santa (in aereo 120 posti). Per informazioni e adesioni (almeno 30/40 giorni prima della partenza, presso la segreteria dell’Unitalsi - Sottosezione di Rovigo, C/o Centro Don Bosco, Viale G. Marconi, 5 - Rovigo Tel. 0425/412191 - aperto al Martedì dalle ore 10 alle ore 12 e al Giovedì dalle ore 16 alle ore 18; o al cell. 3394273795.


14 la Settimana

missioni

Brasile 2013

Esperienza ... a portata di mano!

Dal 18 luglio al 3 agosto 2013 siamo stati in Brasile con un duplice intento: conoscere da vicino la missione della Famiglia Missionaria della Redenzione a Salvador e a Condeúba nello Stato di Bahia e vivere la Giornata Mondiale della Gioventù a Rio de Janeiro, nei due giorni centrali della veglia e della Messa di invio a Copacabana. Nel periodo in cui siamo stati in Bahia abbiamo visitato la città di Salvador de Bahia, la Diocesi di Caetité e la parrocchia di Livramento in una diocesi vicina, per un totale di circa 3000 Km su strada! In quei giorni abbiamo inoltre partecipato alla festa del Centenario della Diocesi di Caetité, i cui fedeli hanno risposto numerosi. Il 2013 è un anno particolare perché coincide anche con i 40 anni della presenza della Diocesi di Adria-Rovigo nella Bahia e con i 25 anni della missione della FMdR in Brasile. Sintetizziamo la nostra esperienza ricorrendo ad un’immagine, quella della mano, aperta, tesa, accogliente, e delle sue 5 dita, laboriose, comunicative, tattili, emblematicamente espressa da uno dei simboli del Brasile: il Cristo Redentore: «le sue [mani] e braccia aperte sono il segno dell’accoglienza che il Signore riserverà a tutti coloro che verranno a Lui e il suo cuore raffigura l’immenso amore che Egli ha per ciascuno e per ciascuna di voi» (Messaggio di Benedetto XVI per la GMG 2013). Mano che raccoglie: 5 bellezze le distese naturali del Sertão, regione semi-arida che abbraccia molti stati del nord est brasiliano, caratterizzata da clima secco e cespugli bassi e contorti; il Prodec, Progetto di sviluppo del bambino, esperienza di doposcuola gestita dalla Famiglia Missionaria con ragazzi

che vivono in condizioni di disagio sociale o familiare, che oggi arriva ad aiutare circa trecento bambini, in un luogo che li accoglie e orienta; le Comunità di base animate da laici che si ritrovano alla domenica, nonostante vi sia spesso l’impossibilità di celebrare l’Eucarestia, per ascoltare e meditare la Parola e per far festa insieme con canti, balli e pranzo condiviso; la forza del cambiamento nei giovani e il coraggio di realizzarlo: «Siate protagonisti. Giocate in attacco! Calciate in avanti, costruite un mondo migliore, un mondo di fratelli, un mondo di giustizia, di amore, di pace, di fraternità,

Lasciarci evangelizzare per evangelizzare

L’Anno Pastorale della “il Popolo di Dio in missione” promosso dal Vescovo Lucio, coinvolge la Famiglia Missionaria della Redenzione (FMdR) nel progettare le proprie iniziative per un servizio efficace dentro la Pastorale Ordinaria e l’ambiente sociale in collaborazione con Parrocchie, Gruppi e Scuole di ogni ordine e grado. In sintonia con il nostro Carisma che ci chiede di: - Contemplare il mistero che si attua nella passione, morte e risurrezione di Cristo Redentore - Vivere con FEDE la quotidianità scoprendo nei fratelli il volto dell’amabilissimo Redentore che si dona per l’umanità - Annunciare con responsabilità il Vangelo della redenzione per far nascere nei cuori la nostalgia del Padre Misericordioso; la FMdR intende offrire proposte e percorsi di animazioneformazione, di evangelizzazione, di interscambio di culture e di educazione alla solidarietà, privilegiando ragazzi, giovani e famiglie. Quattro sabati di EVANGELIZZAZIONE, per rimotivare gli appartenenti alla FMdR e aiutare altri, che lo desiderano, a diventare evangelizzatori rispondendo: perché evangelizzare; dove evangelizzare; chi evangelizzare; come evangelizzare (metodologia). Presso Casa “Regina delle Missioni” Via A. Mario, 36 Rovigo dalle 17,30 alle 19,30 poi per coloro che desiderano condividiamo insieme la cena. Invitiamo catechisti, operatori pastorali, fedeli. EVANGELIZZARE IL QUOTIDIANO PER RINNOVARE LA VITA OBIETTIVO: Riflessione su come rinnovare il nostro essere evangelizzatori. METODO: Approfondimento con un relatore per sabato e testimonianze di fede vissuta – dal problema alla speranza - In ogni serata risonanza con lavori di gruppo coinvolgendo i partecipanti. 1) Sabato 28 settembre 2013: FAMIGLIA: la fedeltà nella fragilità, S. E. Mons. Lucio Soravito De Franceschi Seguiranno altri quattro incontri: 2) Sabato 19 ottobre 2013: SCUOLA: in tempo di pensiero liquido come educare e formare ai valori veri? 3) Sabato 16 novembre 2013: PARROCCHIA: casa per pochi o per tutti? 4) Sabato 14 dicembre 2013: TERRITORIO: solidarietà nelle relazioni dentro l’ambiente e con il mondo.

di solidarietà. Giocate in attacco sempre!», ha esortato Papa Francesco a Copacabana; la preghiera e l’adorazione, come quelle vissute nella veglia notturna, come già ci aveva ricordato Benedetto XVI nel Messaggio per la GMG: «L’evangelizzazione autentica nasce sempre dalla preghiera ed è sostenuta da essa: dobbiamo prima parlare con Dio per poter parlare di Dio». Mano che batte il cinque: 5 cose simpatiche il concetto di “distanza” brasiliano che rende tutti i luoghi “a due passi” sebbene siano spesso a diverse ore di viaggio e collegati da strade polverose, lunghe e piene di buche; i quebra molla (dossi molto prominenti), numerosi e di varie dimensioni, mettono a dura prova non solo le sospensioni, ma anche la cappotta delle auto a causa delle capocciate dei passeggeri poco attenti; il riso con fagioli: onnipresente durante i pasti e servito perfino durante la merenda pomeridiana, con grande, e per noi sorprendente, soddisfazione dei bambini; il folklore delle processioni: moltitudini di persone colorate in movimento fra rumorosissimi carri pieni di altoparlanti, che sembrano ricordare a volte più i nostri stadi; il più grande “flash mob do mundo”, ballo realizzato Domenica 28 luglio prima della Messa da tutti i giovani presenti per rendere omaggio a Papa Francesco e alla Chiesa intera e per dimostrare che i giovani, insieme, riescono a parlare al mondo: forse non tutti danzavano a tempo ma l’obbiettivo è stato raggiunto! Mano che stringe un’altra: 5 impegni dare valore della Parola, che proclamata e meditata, spin-

ge all’azione: «Anche io oggi rubo la parola a Madre Teresa e ti dico: iniziamo? Da dove? Da te e da me! Ognuno, ancora una volta in silenzio, si chieda: se devo iniziare da me, da dove inizio? Ciascuno apra il suo cuore perché Gesù gli dica da dove iniziare» (discorso di Papa Francesco durante la veglia); riempire di entusiasmo le celebrazioni, con canti, danze e piena partecipazione: « l’annuncio del Vangelo non può che essere la conseguenza della gioia di avere incontrato Cristo e di aver trovato in Lui la roccia su cui costruire la propria esistenza» (Messaggio di Benedetto XVI per la GMG); donare ospitalità e tempo, nella disponibilità e nell’ascolto dell’altro: «Impegnandovi a servire gli altri e ad annunciare loro il Vangelo, la vostra vita, spesso frammentata tra diverse attività, troverà la sua unità nel Signore, costruirete anche voi stessi, crescerete e maturerete in umanità» (Messaggio di Benedetto XVI per la GMG); apprezzare la semplicità di vita, riscoprendo la forza che viene dallo stare insieme, dallo stare uniti in Cristo: «Gesù non ha detto: “Va’”, ma “Andate”: siamo inviati insieme […] Quando affrontiamo insieme le sfide, allora siamo forti, scopriamo risorse che non sapevamo di avere. Gesù non ha chiamato gli Apostoli perché vivessero isolati, li ha chiamati per formare un gruppo, una comunità» (Omelia di Papa Francesco durante la Messa); vivere la missionarietà, che ben si rispecchia nel tema della GMG “Andate e fate discepoli tutti i popoli” (Mt 28:19) e nel carisma proprio dei “Giovani per la Missione”: «I «popoli» ai quali siamo inviati non sono soltanto gli altri Paesi del mondo, ma anche i diversi ambiti di vita: le famiglie, i quartieri, gli ambienti di studio o di lavoro, i gruppi di amici e i luoghi del tempo libero. L’annuncio gioioso del Vangelo è destinato a tutti gli ambiti della nostra vita, senza alcun limite» (Messaggio di Benedetto XVI per la GMG). Concludiamo con un gesto di saluto e approvazione tipico dei ragazzi brasiliani, la mano con il pollice in alto, con cui sembrano quasi incoraggiarsi l’un con l’altro: punta verso Dio e tutto andrà per il verso giusto! Ci congediamo allora a nostra volta con saluto carico di speranza: «Non facciamoci rubare la speranza, non permettiamo che sia vanificata con soluzioni e proposte immediate che ci bloccano nel cammino, che “frammentano” il tempo, trasformandolo in spazio. Il tempo è sempre superiore allo spazio. Lo spazio cristallizza i processi, il tempo proietta invece verso il futuro e spinge a camminare con speranza» ( Papa Francesco, Lumen Fidei, p. 107). Elettra e Daniele Giovani per la Missione Famiglia Missionaria della Redenzione

domenica 8 settembre 2013

I nostri missionari ci scrivono da... Brasile

Rafforzati i vincoli tra le nostre Diocesi

La coincidenza tra le date della Giornata Mondiale della Gioventù, conclusasi da poco tempo a Rio de Janeiro, e del Centenario della nostra diocesi sorella di Caetité, ha fatto vivere a noi, qui, momenti meravigliosi di incontro e di scambio, di nuove esperienze e di amicizia. Se poi aggiungiamo i festeggiamenti per i 25 anni di presenza, sempre in questa stessa diocesi, delle Missionarie della Redenzione, il momento festivo che abbiamo vissuto si fa ancora più ampio e piacevole. Lascio a un prossimo resoconto delle Missionarie tutto ciò che concerne l’aver festeggiato, con la presenza del vescovo burundese, mons. Bonaventura, il loro giubileo d’argento brasiliano e mi soffermo sul tema iniziale. Anche se io non ho vissuto tutte le tappe del servizio missionario della diocesi di Adria-Rovigo, oserei dire che non si è mai vista una presenza, in contemporanea, così ricca di laici. Ben cinque quelli giunti con don Giuseppe Mazzocco, parroco di Adria-Carbonara, altri cinque quelli giunti con don Fabio Finotello, parroco di Adria-San Vigilio e coordinatore diocesano della Pastorale Giovanile e altri due arrivati su invito del parroco di Caculé, padre Gilvan. In tutto quattordici persone. Avrebbero dovuto essere quindici se un problema repentino di salute non avesse bloccato in Italia don Vincenzo Cerutti. Se potessi riassumere i momenti vissuti in un’unica breve riflessione direi che sono pronti i momenti per una presenza diversa della nostra diocesi in terra brasiliana. Non ci sono piatti pronti da offrire e nemmeno ricette già scritte ma un mondo nuovo da scoprire. In realtà, come sa bene che ci accompagna fin dall’inizio, lo schema di presenza fu quello tradizionale. L’aiuto offerto sul modello FIDEI DONUM, felice intuizione di Papa Pio XII, l’ha fatto da padrone in questi primi quaranta anni. Sacerdoti inviati, pur da una diocesi non ricchissima di clero, a sopperire una grave situazione pastorale in questo angolo, quasi sconosciuto, del Nordest brasiliano. Quando giunsi a Caculé, quasi 33 anni fa, questa diocesi contava solo 19 sacerdoti per offrire un accompagnamento spirituale a ben mezzo milione di persone. Quello che era percepito come urgente era soddisfare un diritto giusto e necessario: l’Eucarestia celebrata, vissuta e condivisa. La Santa Messa, definita dal Concilio Vaticano II, chiusosi pochi anni prima, fonte e culmine della vita cristiana. E accanto all’Eucaristia la condivisione del pane materiale, in un momento economico ben più favorevole di questo per tutta l’Europa. Era privilegiato il dare. Dare con urgenza, dare con amore, dare con fiducia. Oggi, dopo quaranta anni di presenza, il verbo che si fa strada con forza è il ricevere. E le quattordici persone che contemporaneamente hanno vissuto anche se pochi giorni con noi, hanno sentito forte questa esigenza. Cosa e come possiamo ricevere da una chiesa ancora giovane? Si è offerta a un giovane sacerdote di qui la possibilità di approfondire gli studi teologici, abitando in una parrocchia dove aiutare nei fine settimana e nei momenti forti dell’anno liturgico. E’ un’idea interessante. Offrire stages in Polesine ad alunni della Scuola Famiglia Agricola di Caculé? Perché no? Stringere nuovi legami con l’aiuto della rete Internet? Continuare con visite mirate alla diocesi di Caetité anche se il servizio missionario dei sacerdoti dovesse essere sospeso? Dall’aiuto allo scambio. Un nuovo slogan. Un nuovo percorso. Tutto da inventare ma niente di impossibile. Anzitutto occorre crederci. In seguito verrà l’umiltà di tentare. Don Gabriele


la Settimana 15

radio kolbe

domenica 8 settembre 2013

Rovigo e Provincia 91.200 mhz Rovigo città 94.500 mhz

Speciale di “Sulle Ali di Maria Bolognesi” in vista del 7 settembre

Dietro le quinte della grande Festa per la Beatificazione Intervista a Don Diego Pisani che ha curato la preparazione della Celebrazione Liturgica

In vista del Grande evento in programma sabato prossimo, 7 settembre, in cui sarà Beatificata la Serva di Dio Maria Bolognesi, Radio Kolbe propone una puntata speciale della rubrica “Sulle ali di Maria Bolognesi”. Nel corso della puntata Ludovica Mazzucato intervista don Diego Pisani, liturgista, che ha curato la celebrazione eucaristica che si terrà in piazza XX settembre. «Dopo un iter di beatificazione durato solo 20 anni, la Diocesi di Adria-Rovigo avrà la prima Beata laica della sua storia – ha detto Ludovica – infatti il 2 maggio 2013 Papa Francesco ha autorizzato la Contrazione per la Causa dei Santi a promulgare il decreto di Beatificazione per Maria Bolognesi». Il comitato presieduto dal Vescovo Soravito si è rimboccato così le maniche e in pochi mesi ha messo in modo la macchina organizzativa. «Maria Bolognesi è un segno per la nostra diocesi – ha detto don Diego Pisani – e ci ricorda che, come diceva anche Madre Teresa di Calcutta, la Santità non è un lusso per pochi ma una possibilità, una vocazione che è realizzabile da ciascuno nel quotidiano, sapendo comunque che le proprie forze non sono sufficienti ma ci vuole qualcosa di fondamentale che è la Grazia di Dio». Come ha poi

ricordato don Diego: «La celebrazione sarà preceduta da due Veglie di Preghiera, una in programma il 30 agosto e l’altra il 6 settembre e poi da un incontro il 3 settembre nell’accademia dei concordi. Inoltre in tante parrocchie si sono organizzati momenti di preghiera, proprio per prepararsi nel migliore di modi a questo appuntamento. Ci sono tante persone che hanno lavorato anche gratuitamente, in questi giorni, per preparare nel migliore dei modi anche dal punto di vista logistico per garantire il sereno e solenne svolgimento della Messa. La liturgia di Beatificazione deve essere bella e partecipata. In questi ultimi giorni occorrerà tanta buona volontà per predisporre l’arredo completo, quindi

il palco, l’impianto audio, le luci, le sedie, l’altare, l’arazzo con Maria Bolognesi che sarà svelato durante la messa, per il coordinamento dei vari ministeri liturgici. Poi anche garantire una sistemazione per le tante persone che vorranno essere presenti, con tanta attenzione per coloro che sono fisicamente più svantaggiati». Don Diego ha precisato che non si tratta di una cerimonia: «Come ho imparato dal mio insegnante don Diego Monzeglio le cerimonie le fa il comune, noi facciamo delle celebrazioni. Le liturgie di beatificazione fino a qualche anno fa si svolgevano alla presenza del Papa, era lui stesso che a Roma proclamava i Beati. Dal 2005, Benedetto XVI ha stabilito che le beatificazio-

Ponte Radio - Intervista a Beppe D’Alba

A difesa della Costituzione Le iniziative del Comitato Polesano Anche Rovigo si è attivata per la difesa ed il rispetto dalla nostra Costituzione. Abbiamo avuto modo di illustrare ai nostri radioascolatori le modalità per sostenere e per aderire al Comitato polesano per la difesa della costituzione, costituitosi il 2 giugno di quest’anno e che ha raggiunto fino ad ora oltre 60 adesioni. Un comitato nato in sintonia con altri comitati che a livello nazionale si sono attivati per la stessa finalità. A parlarci di questa iniziativa è stato uno dei componenti dello stesso comitato, ovvero Beppe D’Alba che è stato ospite nei nostri studi nella rubrica Ponte Radio. «Già da molti anni, ci siamo attivati per fare conoscere la Costituzione Italiana - ha detto D’Alba - nelle scuole grazie all’Associazione “Viva la Costituzione”, presieduto da Rosanna Cavazzini, ora abbiamo deciso di intervenire a difesa della nostra costituzione, perchè si mira a cambiarla con delle modalità che non rispettano la medesima Carta Costituzionale. In particolare ci stiamo attivando per difendere la

Carta costituzionale dagli attacchi che in questo ultimo periodo ha subito in maniera particolare l’articolo 138 che è importantissimo in quanto ne salvaguarda la stessa integrità. Invece la Costituzione può essere aggiornata ma non demolita». Il Comitato sarà presente in questi giorni in diversi punti della città per raccogliere le adesioni, a partire da venerdì 6 settembre dalle ore 17.30 alle ore 19.30, in piazza Vittorio Emanuele II e poi sabato 7 settembre dalle 10.00 alle 12.00 nei pressi del mercato della Commenda e nello stesso giorno sarà presente dalle 17.30 alle 19.30 in piaz-

za Vittorio Emanuele. E poi il giorno 1 ottobre dalle 10 alle 12.00 ancora in Piazza Vittorio. Il comitato ha poi in programma di partecipare alla manifestazione nazionale per la difesa della Costituzione, che avrà luogo a Roma il prossimo 5 ottobre. Beppe D’Alba ha letto alcuni articoli importanti della Costituzione ed ha anche letto un pensiero di Pietro Calamandrei, uno dei padri della Costituzione, tratto dal libro di Domenico Gallo intitolato “Da sudditi a cittadini”. Chi volesse partecipare alla manifestazione in programma il 5 ottobre a Roma può ricevere informazioni presso la sede dell’Arci di Rovigo in Viale Trieste. r. g.

Quando? La puntata di Ponte Radio con ospite Beppe d’Alba andrà in onda venerdì 6 alle ore 18.20, martedì 10 alle 22.30 e venerdì 13 settembre alle 18.20.

ni avvengano nella diocesi. La Beatificazione si terrà in piazza XX settembre 1870 che come sappiamo non è una data felicissima per la Chiesa. Ci vollero molti anni affinché i rapporti tra Stato e Chiesa potessero normalizzarsi ed è significativo che un evento ecclesiastico di così grande portata avvenga in una piazza che porta quella data, si tratta quindi di una riconciliazione anche per la nostra Rovigo tra mondo laico e la chiesa. Il cuore di tutto l’evento è la celebrazione durante la quale il Cardinale Angelo Amato, su richiesta del Vescovo diocesano darà lettura della lettera apostolica di Papa Francesco. Poi ci sarà lo svelamento dell’arazzo raffigurante la nuova Beata.

A seguito di questo momento Marco Ferrari, guarito per intercessione di Maria Bolognesi, che allora era un bambino e oggi è un giovane seminarista, porterà all’altare le reliquie che saranno poste a lato dell’altare e verranno incensate dal Cardinale». Roberto Giannese

Quando? Sulle Ali di Maria Bolognesi con ospite Diego Pisani andrà in onda Martedì alle 18.20, Mercoledì alle 11.00, giovedì alle 17.05 e Domenica alle 22.00. Sempre sui 91.200 e 94.500 mhz. Sarà poi inserita sul blog.

L’ultimo paro de ore La commedia fa il bis

Le nostre rubriche

LUNEDI 10.00 “Maria Maestra di Speranza” a cura del Centro Mariano; 11.00 “Insieme per pregare” a cura dell’Apostolato della Preghiera con Anna Cecchetto; 11.40 “Con gli ultimi” a cura di Giovanni Dainese; 17.05 “Librando, libri in volo” con Dante Cerati; 18.20 “Ponte Radio”, a cura di Roberto Giannese; 21.30 “Radio Volontariato” a cura del Centro Servizi di Volontariato di Rovigo, con Francesco Casoni. MARTEDI 10.00 ”Missione è…” a cura del Centro Missionario Diocesano, con Riccardo Rizzatello; 11.00 “ArabRovigo” rubrica interculturale a cura dell’associazione Casa Marocco, in studio Dounia e Valentina; 18.20 “Sulle ali di Maria Bolognesi”, a cura del Centro Maria Bolognesi; 21.30 “Ponte Radio” ; MERCOLEDI 10.00 “Madre Elisa” a cura del Centro Mariano; 11.00 “Sulle ali di Maria Bolognesi”; 17.05 “Insieme per pregare” a cura dell’Apostolato della Preghiera con Anna Cecchetto; 18.00 “Con gli ultimi”; 21.30 ”Missione è…”; GIOVEDI 10.00 “Voce Francescana” a cura del Ordine Francescano Secolare del Polesine; 11.00 “Librando, libri in volo” con Dante Cerati; 17.05 “Sulle aldi di Maria Bolognesi” 18.20 “Radio Volontariato” a cura del CSV di Rovigo; 21.30 “ArabRovigo” rubrica interculturale a cura dell’associazione Casa Marocco VENERDI 10.00 “Maria Maestra di Speranza”” a cura del Centro Mariano; 11.00 “Radio Volontariato” ; 17.05 “ArabRovigo” a cura dell’Associazione Casa Marocco; 18.20 “Ponte Radio”, 21.30 “Per un pugno di film”; SABATO 10.00 “Voce Francescana” 11.00 “Tra le braccia di Maria Bolognesi”; 17.05 “Insieme per pregare”; 18.20 “Missione è…” 18.35 “Buona Domenica” riflessioni e commenti per la domenica a cura di Don Bruno; 21.30 “Per un pugno di film” ;

Visto il successo avuto dalla commedia “L’ultimo paro de Ore”, commedia brillante in dialetto Veneto, scritta da Severino Zennaro, che abbiamo già trasmesso martedì e mercoledì scorso, la riproporremo anche la prossima settimana. Gli interpreti della commedia sono: Emanuela Fogato (Agnese, la sposa), Renzo Chiarato, (Giulio, lo sposo), Enzo Mancini (Orazio, il testimone), Lucia Osti (Anna, Fidanzata di Orazio), Elena Rainero (la cameriera Silvia) e Guido Moreni (Direttore dell’Albergo). La voce fuori campo è quella di Fabio Marangoni. La vicenda è quella di Agnese e Giulio per i quali è finalmente giunto il grande giorno del matrimonio … o almeno così dovrebbe essere nelle loro intenzioni....

Quando?

La commedia andrà in onda martedì 10 settembre (1ª parte) e mercoledì 11 settembre (2ª parte) alle ore 21.15. Sarà poi messa sul blog della radio http://radiokolberovigo.blogspot.it

DOMENICA 10.00 “Insieme per pregare”; 11.00 “Voce Francescana”; 16.30 “Buona Domenica”; 17.00 “Per un pugno di film”; 22.00 “Sulle ali di Maria Bolognesi”, a cura del Centro Studi Maria Bolognesi. DAL LUNEDI AL VENERDI 9.30 e 20.45 “Dall’alba al tramonto”, a cura di don Bruno Cappato; 8.30, 12.10, 20.00, 23.00 “La radio informa”, 19.00 Santa Messa in diretta dal Duomo di Rovigo. 17.40 e 23.15 “Lettura del giornale” a cura di Don Bruno. 11.50 e 20.15 “Rassegna stampa ecclesiale” a cura di Enzo Costa. 22.00 Preghiera della sera.


16 la Settimana

rubriche

domenica 8 settembre 2013

angolo francescano a cura dell’Ordine Francescano Secolare del Polesine

Taunotizie Due Sposi Santi: Lucchese e Bonadonna da Poggibonsi Vita dei due primi Terziari Francescani e il loro messaggio agli uomini di oggi L u c chese e Bonadonna, dopo aver indossato l’abito dei Fratelli e Sorelle della Penitenza, vissero del vero spirito di san Francesco, passando il loro tempo libero in preghiera, preferibilmente nella chiesa dei frati, e dedicandosi all’amore del prossimo. Riservando pochissimo spazio per sé, fecero del resto della loro bella casa un rifugio dei malati poveri che servivano con le loro mani. Lucchese visitava anche l’ospedale, aiutando nei servizi più ributtanti. L’amore del prossimo lo spinse da Poggibonsi in Maremma, dove la fame e la malaria infierivano, per aiutare con cibo e medicine. Quelli che lo desideravano si riunivano con Lucchese e Bonadonna per imparare la Regola e la vita dell’Ordine della Penitenza.

Vendettero anche la proprietà di Gaggiano e Borgo Marturi a beneficio dei poveri, tenendo per sé solo un campicello. Lucchese questuava per i suoi poveri in campagna, con i vestiti rattoppati e a piedi scalzi, mentre Bona seguitava a curare i malati. Come marito e moglie realizzarono un’unione di spiriti raramente goduta sulla terra. Spesero una vita di privazioni, fatiche, penitenze fino all’età di settant’anni quando Bonadonna si spense serenamente, seguita subito dopo anche dal marito Lucchese. Era il 28 aprile 1250. Le loro spoglie sono custodite in una cappella della Chiesa di san Francesco, - ora nota come Basilica di san Lucchese, - la quale, pur gravemente bombardata durante la seconda Guerra Mondiale, il corpo del beato Lucchese non soffrì alcun danno. Dopo la morte furono i primi dell’Ordine Francescano secolare ad essere invocati come santi. I miracoli operati per l’intercessione di questi due terziari non solo negli anni immediatamente dopo la morte, ma durante i secoli, sono stati numerosi e di vario genere. La preghiera delle mamme per i loro figli riceve speciale ascolto. La vita di Lucchese e Bona, sebbene separate dalla nostra da tanti secoli, ha un significato molto reale per noi; essi ci trasmettono un duplice messaggio. Primo, ci mostrano con la loro vita vissuta nel mondo che si può osservare il Grande Comandamento: “Amerai il Signore tuo Dio con tutto il cuore…e il tuo prossimo come te stesso”, fuori delle mura del convento. Essi erano essenzialmente apostoli laici e vissero pienamente la vita cristiana. Secondo, hanno dimostrato che il marito e la moglie possono formare un insieme inestimabile nel servizio di Dio. La Chiesa ha costantemente predicato la santità del vincolo matrimoniale; eppure sino a tempi recenti il ricco campo dell’attività apostolica è stato lascito largamente incolto. In ogni parte del mondo la famiglia e il vincolo matrimoniale, persino la nascita e la sopravvivenza dei figli, sono insidiate. C’è bisogno oggi, più che mai, di esempi di santi sposi cristiani e fortunatamente, alla luce degli insegnamenti del Concilio Vaticano II, si sta sviluppando in molte coppie di sposi la vocazione missionaria di laici all’apostolato per una nuova evangelizzazione. Chiediamo, dunque, noi laici francescani l’intercessione dei santi sposi Lucchese e Bonadonna al fine di dare un contributo di carità nella diffusione del Regno di Dio su questa nostra società inquieta. (fine) Da Nicola Benson “Due sposi santi: Lucchese e Bonadonna”. Francesca Magon

In campagna

Settembre il mese del giudizio

Il mese giusto perché presenta l’equinozio consegnando l’estate all’autunno ma è anche il mese del giudizio perché sancisce il verdetto sulla bontà dell’annata nei campi per tutte le colture a semina primaverile che costituiscono, nei nostri areali, oltre i due terzi dell’intero patrimonio seminativo e su quelle arboree ed arbustive fra le quali la vite. Ed è l’ampelidea che fa associare all’immaginario collettivo il nono mese a quello della vendemmia, l’operazione che evoca la festa dei colori, sapori e profumi come nessuna altra coltivazione sa dare. Nei vigneti specializzati l’operazione è sempre più meccanizzata, ma non ne viene scalfita la sua valenza culturale, un patrimonio che infonde gioia e serenità nello spirito di chi ha la fortuna di chiamarsi “gente dei campi”. Secondo dati Coldiretti (sostanzialmente il linea con le stime delle altre organizzazioni professionali - Confagricoltura e CIA) il vigneto-Italia con i suoi oltre 650.000 ettari censiti e 250.000 aziende viticole, da lavoro nell’intera

Le difficoltà della vita non si risolvono eliminando la vita ma superando le difficoltà

filiera a 1,2 milioni di persone e colloca il Belpaese al secondo posto al mondo tallonando la Francia con i suoi previsti 46 milioni ettolitri di vino a fronte dei nostri 42. La filiera-vite vale nove miliardi di fatturato metà dei quali ottenuti dall’esportazione delle nostre specialità. Questo asse è costituito dal 40 per cento della produzione ottenuta dai 331 vini DOC (denominazione di origine controllata) e dai 59 vini a DOCG (denominazione di origine controllata

- CHE COS’È IL CENTRO DI AIUTO ALLA VITA? E’ un servizio di volontariato a disposizione della donna che si trova in difficoltà a causa di una maternità difficile. - CHI PUÒ RIVOLGERSI AL CENTRO AIUTO ALLA VITA? Ogni donna in una situazione difficile per la sua maternità: la ragazza non sposata che attende un figlio; la donna già madre che aspetta un altro bambino e ha bisogno di aiuto; ogni

garantita); il 30 per cento dai 118 vini IGT (Indicazione geografica tipica) e il restante 30 per cento comprende i vini da tavola. L’intera produzione è composta dal 50 per cento di vini rossi e l’atra metà dai bianchi con le inevitabili oscillazioni annuali attorno a questi valori. La maturazione delle uve quest’anno segna un ritardo, rispetto a calendario proprio, valutato fra i dieci e i quindici giorni, come risposta alle condizioni meteo che hanno accompagnato le fasi fenologiche dallo scoppio delle gemme, condizioni del tutto particolari con piogge e temperature inferiori alla norma fino a fine giugno e oltre. Gli addetti, però,sono ottimisti per la qualità. Vini ottimi, dunque, ci attendiamo anche dalle nostre plaghe. Per la verità – non me ne vogliano gli esperti- mi pare di ricordare che le previsioni produttive relative alla qualità di ogni annata siano sempre state buone quando non eccellenti. Non potrebbe essere altrimenti. Alla prossima. Orazio Cappellari

donna che ha paura di un figlio, che non riesce ad accettarlo che lo sente come un problema - CHI C’È AL CENTRO AIUTO ALLA VITA? Una donna che ti capisce, e ti offre la sua amicizia. Volontari qualificati per darti un aiuto, un consiglio, ospitalità, informazioni sui tuoi diritti e sui diritti del bambino. Se ne hai bisogno puoi trovare aiuti domestici di emergenza e famiglie amiche da cui avere ospitalità.

Orari Sante Messe

Adria Adria-Cattedrale: Festive 7.30 9.15 - 10.30 - 12.00 - 19.00; Feriali: 7.30 - 8.30 - 19.00; Prefestiva 19.00. Casa di Riposo: 17.00. Divin Lavoratore: Festive: 9.30 - 11.30 - 18.00; Feriale 18.00; Prefestiva 18.00. Tomba: Festive: 8.00 - 9.30 - 11.30 - 19.00; Feriale: 8.00 - 18.30; Prefestiva: 19.00. S. Vigilio: Festive: 8.00 - 10.00; Prefestive: 18.30. Rovigo Duomo Concattedrale: Festive: 7,00- 8.30 - 10.00 - 11.30 - 19.00 Feriali: 7.00 - 8.00 - 10.00 - 19.00 SS. Francesco e Giustina: Festive: 10.00 - Per i cattolici anglofoni 11.00 (Chiesa del Cristo) - 11.30 18.30 - Feriali: 18.30 (Chiesa del Cristo, tranne al sabato) Rovigo Commenda: Festive: 8.00 - 10.00 - 11.30 - 19.00 - Feriali: 7.00 - 19.00 Maria SS.ma Madre di Dio (del-

le Rose): Festive: 8.30 - 10.30 12.00 - 19.00 - Feriali: 8.30 - 19.00 S. Bartolomeo Apostolo: Festive: 8.00 - 10.00 (Iras - infermeria ore 10.00) - 12.00 - 19.00 - Feriali: 8.30 - 19.00 (Iras - Casa soggiorno sabato ore 16.45) S. Pio X: Festive: 8.30 - 10 - 11.30 17. Prefestiva: 17 - Feriali: 8.30 (al mercoledì alle 18). S. Antonio: Festive: 10.00 in Casa Serena - 11.00 - 18.30 - Prefestiva: 18.30 - Feriale 18.30. Tempio “La Rotonda”: Festiva: 10.30 - Feriale: 9.00 Centro Mariano: Festiva: 10.00 Feriale: 7.30 S. Domenico: Festive: 9.00 - 11.00 - 18.00 - Feriali: 8.00 - 18.30 Cappuccini: Domenicale e festivo: ore 7.30 - 9.00 - 11.00 - 17.00 Prefestiva: ore 17.00 - Feriale: ore 9.00 - 17.00. S. Rita: Festiva: 10.00 - Feriale: 18.00 (solo al Sabato) Carmelo della Trasfigurazione: Festiva: 8.00 - Feriale: 7.30. Ancelle della SS.ma Trinità: Festiva 8.30 - Feriale: 7.30.

Rovigo - Accademia dei Concordi

Rovigo, per un giorno, capitale italiana degli agronomi e forestali Convegno nazionale

Salone dell’Accademia dei Concordi affollato e diretta streaming in tutta Italia per il convegno, organizzato a Rovigo dal locale Ordine dei Dottori Agronomi e Dottori Forestali e dalla Federazione Regionale di settore in collaborazione con il Consiglio dell’ Ordine Nazionale (C.O.N.A.F.), per illustrare le novità derivanti dall’obbligo assicurativo, scattato il 14 Agosto scorso, contro i danni provocati ai clienti (enti locali, operatori del settore ambientale, agricoltori, ecc.) nell’esercizio dell’attività professionale. A presentare i nuovi adempimenti è stato il Presidente C.O.N.A.F., Andrea Sisti, che ha evidenziato anche un’anomalia normativa: il professionista è obbligato ad assicurarsi, ma la compagnia non ha il dovere di farlo. Per questo, è stata stipulata una convenzione a livello nazionale, che prevede 13 attività professionali, il cui premio (contributo) è tarato “ad personam” sul fatturato e sulla rischiosità del tipo di attività svolta.

“Un esempio d’attualità – ha sottolineato Gianluca Carraro, Presidente della Federazione Regionale degli Ordini dei Dottori Agronomi e Forestali del Veneto - sono i cambiamenti climatici che, evidentemente, aumentano le possibilità di errore per chi opera nel settore agricolo.” Se stipulata entro il prossimo 10 Settembre, la polizza collettiva aggiudicata a gara per 2 anni dal C.O.N.A.F. alla Compagnia AIG Europe Limited (Rappresentanza Generale per l’Italia), avrà valenza retroattiva dal 14 Agosto, data di avvio del nuovo obbligo, che vede i Dottori Agronomi e Forestali, primi a percorrere una strada innovativa nell’interesse della categoria. “La nuova incombenza, a tutela del cittadino-cliente – ha concluso Andrea Sisti - è una prima, evidente conseguenza della riforma degli Ordini professionali, le cui tangibili potenzialità si potranno pienamente valutare nel prossimo futuro.”

Farmacie di turno Farmacie di Turno notturno e diurno a Rovigo nella settimana dall’8 al 14 settembre 2013 Domenica 8 - Sant’Ilario, Viale Gramsci, 34 Rovigo. Lunedì 9 - dr. Dian, Corso del Popolo, 284 Rovigo. Martedì 10 - S. Pio X Via Amendola,15 Rovigo. Mercoledì 11 - Tre Mori, Via Zanella, 14 Rovigo; Comunale n. 2 San Apollinare. Giovedì 12 - Comunale n. 1 Via Badaloni, 47 Rovigo; “La Fenice”, Via Meucci, 2/4 Boara Pisani. Venerdì 13 - Centrale, P.zza V. Emanuele II, 17 Rovigo; dr. Lo Curzio, Sarzano. Sabato 14 - Rhodigium S.A.S, Via Umberto I, 44 Rovigo; Comunale n. 4 Boara Polesine; pomeriggio: S. Pio X Via Amendola,15 Rovigo.

Radio Kolbe 91.2 e 94.5

• ROVIGO - Vicolo CAMPANA, 1 TEL. 0425 27779 Orari: Lunedì e Martedì 16-18; Mercoledì 10-12; Venerdì 10-12 • ADRIA - P.tta CAMPANILE, 11 TEL. 0426 900040 Orari: Martedì, Mercoledì e Giovedì dalle ore 9.30 alle 11.30 • TRECENTA C/O OSPEDALE SAN LUCA tutti i Mercoledì dalle ore 9,30 alle 11,30

C/O TORRE CIVICA Piazza Garibaldi - Trecenta il Giovedì dalle ore 15 alle 17 • C/O Ufficio EPACA – Via G. Garibaldi CASTELMASSA - 2° Mercoledì di ogni mese dalle ore 15 alle 17 • Centro di Raccolta Ex Scuole di Runzi – Bagnolo di Po - 2° Domenica e ultima di ogni mese dalle ore 15 alle 17 S.O.S. VITA NUMERO VERDE 800.813000


chiesa

domenica 8 settembre 2013

la Settimana

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Riflessioni sulle GMG a Rio de Janeiro

“Per restare… occorre uscire!” In ascolto di Papa Francesco

Mi trovavo in ferie per cui sono stata facilitata nel seguire i tempi più importanti delle XXVIII Giornate Mondiali della Gioventù e di assistere, in diretta, agli incontri inaspettati e allo stile inconsueto, che abbiamo imparato a chiamare “rivoluzionario”, di Papa Francesco. Dalla prima immagine di Papa Francesco, che saliva la scaletta dell’aereo con il suo bagaglio a mano (quell’immagine della borsa nera che ha fatto il giro del mondo), è stato chiaro che: - le GMG sarebbero passate attraverso i “giovani”, definiti discepoli e missionari, ma per raggiungere tutta la Chiesa e tutto il Mondo; - tutti gli eventi straordinari, di cui siamo stati spettatori increduli, avrebbero assunto lo stile della “normalità” come Papa Francesco ha affermato più volte, alle insistenze dei giornalisti, dicendo che tutto ciò che stava accadendo era “normale” per i “credenti credibili”; - il suo stile di vita del primo istante dopo la sua elezione, proprio lì in America Latina, la terra delle mille contraddizioni e degli “ultimissimi”, sarebbe esploso in una manifesta rivoluzione pacifica e pacata, perché essere rivoluzionari è andare controcorrente, come il papa ha ripetuto più volte in questi giorni. È un’utopia, quella a cui abbiamo assistito in questi giorni? Una memoria e un passato che, proiettati nell’utopia del futuro, si incontrano nel presente? Certo è che, dentro le molteplici pieghe della chiesa stessa, molti intenderanno le parole di Papa Francesco come rivoluzionarie e portatrici di quel “cambiamento” e delle “riforme”così desiderati in questo contesto dei gravi mali che, da troppo tempo, affliggono la chiesa; ma per altri forse, reticenti al cambiamento, queste stesse parole potrebbero essere lette semplicemente come conferme della posizione di sempre della chiesa ribadite, in altro modo, anche dagli ultimi Papi. Forse tutti restiamo in attesa, ora, di atti effettivi di governo che traducano in realtà il potere dei segni, i gesti semplicissimi ma potentissimi di questo Papa. Passare in rassegna tutti i suoi discorsi, per mettere in evidenza la moltitudine di problemi che sono stati sfiorati o sollecitati o messi in primo piano, sarà compito delle diocesi e delle parrocchie (magari inserendoli nel progetto decennale della Cei “Educare alla vita buona del Vangelo!) e, quindi, di ogni cristiano e di ogni “uomo di buona volontà”. Vorrei limitarmi a cogliere, qua e là, alcuni passi significativi per tracciare un itinerario, sicuramente incompleto, ma indicativo sulla portata innovativa delle parole e dei gesti di papa Francesco. Il senso della sua venuta in terra brasiliana nella Cerimonia di benvenuto: ” …desidero proseguire nella missione pastorale propria del Vescovo di Roma di confermare i miei fratelli nella fede in Cristo, di incoraggiarli nel testimoniare le ragioni della speranza che scaturiscono da Lui e di animarli ad offrire tutte le inesauribili ricchezze del suo amore…..” Questo tema è ripreso con forza in un dialogo serrato con

i Vescovi (Incontro con i Vescovi responsabili del Consiglio Episcopale Latino-Americano C.E.L.A.M.: “I Vescovi devono essere Pastori, vicini alla gente, padri e fratelli, con molta mansuetudine; pazienti e misericordiosi. Uomini che amano la povertà, tanto la povertà interiore, come libertà davanti al Signore, quanto la povertà esteriore come semplicità e austerità di vita. Uomini che non abbiano la ‘psicologia da principi’. Uomini che non siano ambiziosi e che siano sposi di una Chiesa senza stare in attesa di un’altra. E il posto del Vescovo per stare col suo popolo è triplice: o davanti per indicare il cammino, o nel mezzo per mantenerlo unito e neutralizzare gli sbandamenti, o dietro per evitare che nessuno rimanga indietro, ma anche, e fondamentalmente, perché il gregge stesso ha il proprio fiuto per trovare nuove strade….” p Ai giovani (S. Messa Basilica del Santuario di N.S. di Aparecida; Festa di accoglienza dei giovani; Incontro con i giovani argentini) “Incoraggiamo la generosità che caratterizza i giovani, accompagnamoli nel diventare protagonisti della costruzione di un mondo migliore: sono un motore potente per la Chiesa e per la società. Non hanno bisogno solo di cose, hanno bisogno soprattutto che siano loro proposti quei valori immateriali che sono il cuore spirituale di un popolo, la memoria di un popolo”. Durante la Festa di accoglienza dei giovani, Papa Francesco mette in circolazione uno slogan:” Bota fé - metti fede” e spiega: ”Metti fede: che cosa significa? Quando si prepara un buon piatto e vedi che manca il sale, allora tu ‘metti’ il sale; manca l’olio, allora tu ‘metti’ l’olio... Mettere, cioè collocare, versare. Così è anche nella nostra vita cari giovani: se vogliamo che essa abbia veramente senso e pienezza, come voi stessi desiderate e meritate, dico a ciascuno e a ciascuna di voi: ‘metti fede e la vita avrà un sapore nuovo, la vita avrà una bussola che indica la direzione; ‘metti speranza’ e ogni tuo giorno sarà illuminato e il tuo orizzonte non sarà più oscuro, ma luminoso; ‘metti amore e la tua esistenza sarà come una casa costruita sulla roccia, il tuo cammino sarà gioioso, perché incontrerai tanti amici che camminano con te…” E non esita, nell’incontro con i giovani argentini, ad invitarli a tracciare un nuovo cammino nella chiesa:” Però io voglio che vi facciate sentire nelle diocesi, voglio che si esca fuori, voglio che la Chiesa esca per le strade, voglio che ci difendiamo da tutto ciò che è mondanità, immobilismo, da ciò che è comodità, da ciò che è clericalismo, da tutto quello che è l’essere chiusi in noi stessi. Le parrocchie, le scuole, le istituzioni sono fatte per uscire fuori….se non lo fanno, diventano una ONG e la Chiesa non può essere una ONG. Che mi perdonino i vescovi ed i sacerdoti, se alcuni dopo vi creeranno confusione. È il consiglio. Grazie per ciò che potrete fare.”

p Alla semplice gente del popolo (Visita alla comunità di Varginha; Visita all’Ospedale di S. Francesco) “Avrei voluto bussare a ogni porta, dire ‘buongiorno’, chiedere un bicchiere di acqua fresca, prendere un ‘cafezinho’- non un bicchiere di grappa! - parlare come ad amici di casa, ascoltare il cuore di ciascuno, dei genitori, dei figli, dei nonni... Lo dico perché quando siamo generosi nell’accogliere una persona e condividiamo qualcosa con lei - un po’ di cibo, un posto nella nostra casa, il nostro tempo - non solo non rimaniamo più poveri, ma ci arricchiamo. So bene che quando qualcuno che ha bisogno di mangiare bussa alla vostra porta, voi trovate sempre un modo di condividere il cibo; come dice il proverbio, si può sempre ‘aggiungere più acqua ai fagioli’! Si può aggiungere più acqua ai fagioli? “ E all’Ospedale di S. Francesco, nella dipendenza dalla droga include tutte le altre “dipendenze” rendendoci responsabili socialmente di questi mali: ”Non lasciatevi rubare la speranza. Ma vorrei anche dire non rubiamo la speranza, anzi diventiamo portatori di speranza” … p Agli scarti della società e la cultura della solidarietà (Incontro con i giovani argentini; Via Crucis con i giovani;S. Messa con i Vescovi della GMG) “Non è, non è la cultura dell’egoismo, dell’individualismo, che spesso regola la nostra società, quella che costruisce e porta ad un mondo più abitabile; non è questa, ma la cultura della solidarietà; la cultura della solidarietà è vedere nell’altro non un concorrente o un numero, ma un fratello. E tutti noi siamo fratelli!” … “Guardate, io penso che, in questo momento, questa civiltà mondiale sia andata oltre i limiti, sia andata oltre i limiti perché ha creato un tale culto del dio denaro, che siamo in presenza di una filosofia e di una prassi di esclusione dei due poli della vita che sono le promesse dei popoli. Esclusione degli anziani, ovviamente. Uno potrebbe pensare che ci sia una specie di eutanasia nascosta, cioè non ci si prende cura degli anziani; ma c’è anche un’eutanasia culturale, perché non li si lascia parlare, non li si lascia agire. E l’esclusione dei giovani. La percentuale che abbiamo di giovani senza lavoro, senza impiego, è molto alta e abbiamo una generazione

che non ha esperienza della dignità guadagnata con il lavoro. Questa civiltà, cioè, ci ha portato a escludere i due vertici che sono il nostro futuro. Allora i giovani devono emergere, devono farsi valere; i giovani devono uscire per lottare per i valori, lottare per questi valori; e gli anziani devono aprire la bocca, gli anziani devono aprire la bocca e insegnarci! Trasmetteteci la saggezza dei popoli!”… “… in molti ambienti, e in generale in questo umanesimo economicista che ci è stato imposto nel mondo, si è fatta strada una cultura dell’esclusione, una “cultura dello scarto” Non c’è posto né per l’anziano né per il figlio non voluto; non c’è tempo per fermarsi con quel povero nella strada. A volte sembra che per alcuni, i rapporti umani siano regolati da due ‘dogmi’moderni: efficienza e pragmatismo. Cari Vescovi, Sacerdoti, Religiosi e anche voi Seminaristi che vi preparate al ministero, abbiate il coraggio di andare controcorrente a questa cultura”. p Sul tema della formazione alla fede (S. Messa con i Vescovi della GMG) “Non risparmiamo le nostre forze nella formazione dei giovani! San Paolo usa un’espressione, che ha fatto diventare realtà nella sua vita, rivolgendosi ai suoi cristiani: «Figli miei, che io di nuovo partorisco nel dolore finché Cristo non sia formato in voi» (Gal 4, 19). Anche noi facciamola diventare realtà nel nostro ministero! Aiutare i nostri giovani a riscoprire il coraggio e la gioia della fede, la gioia di essere amati personalmente da Dio, questo è molto difficile, ma quando un giovane lo comprende, quando un giovane lo sente con l’unzione che gli dona lo Spirito Santo, questo ‘essere amato personalmente da Dio’ lo accompagna poi per tutta la vita; riscoprire la gioia, che Dio ha dato suo Figlio Gesù per la nostra salvezza. Educarli, nella missione, ad uscire, ad andare, ad essere ‘callejeros de la fè [girovaghi della fede] …” p Alle classi dirigenti del paese (Incontro con la classe dirigente del Brasile) “Quanti, in una Nazione, hanno un ruolo di responsabilità, sono chiamati ad affrontare il futuro ‘con lo sguardo calmo di chi sa vedere la verità’, come diceva il pensatore brasiliano Alceu Amoroso Lima. Un proces-

so che fa crescere l’umanizzazione integrale e la cultura dell’incontro e della relazione; questo è il modo cristiano di promuovere il bene comune, la gioia di vivere. E qui convergono fede e ragione, la dimensione religiosa con i diversi aspetti della cultura umana: arte, scienza, lavoro, letteratura… Il cristianesimo unisce trascendenza e incarnazione…. Un secondo elemento che vorrei toccare è la responsabilità sociale. Questa richiede un certo tipo di paradigma culturale e, conseguentemente, di politica. Siamo responsabili della formazione di nuove generazioni, di aiutare ad essere capaci nell’economia e nella politica, e ferme sui valori etici. Il futuro esige oggi l’opera di riabilitare la politica, che è una delle forme più alte della carità. Il futuro esige anche una visione umanista dell’economia e una politica che realizzi sempre più e meglio la partecipazione della gente, eviti gli élitarismi e sradichi la povertà” ... p Per i lontani dalla chiesa (Incontro con l’episcopato Brasiliano) “Rileggiamo in questa luce, ancora una volta, l’episodio di Emmaus (cfr Lc 24, 13-15). I due discepoli scappano da Gerusalemme. Si allontano dalla ‘nudità’ di Dio. Sono scandalizzati dal fallimento del Messia nel quale avevano sperato e che ora appare irrimediabilmente sconfitto, umiliato, anche dopo il terzo giorno (vv. 17-21). Il mistero difficile della gente che lascia la Chiesa; di persone che, dopo essersi lasciate illudere da altre proposte, ritengono che ormai la Chiesa - la loro Gerusalemme - non possa offrire più qualcosa di significativo e importante. E allora vanno per la strada da soli, con la loro delusione. Forse la Chiesa è apparsa troppo debole, forse troppo lontana dai loro bisogni, forse troppo povera per rispondere alle loro inquietudini, forse troppo fredda nei loro confronti, forse troppo autoreferenziale, forse prigioniera dei propri rigidi linguaggi, forse il mondo sembra aver reso la Chiesa un relitto del passato, insufficiente per le nuove domande; forse la Chiesa aveva risposte per l’infanzia dell’uomo ma non per la sua età adulta. Il fatto è che oggi ci sono molti che sono come i due discepoli di Emmaus; non solo coloro che cercano risposte nei nuovi e diffusi gruppi religiosi, ma anche coloro che sembrano ormai senza Dio sia nella teoria che nella pratica. Di fronte a questa situazione che cosa fare? Serve una Chiesa che non abbia paura di entrare nella loro notte. Serve una Chiesa capace di incontrarli nella loro strada. Serve una Chiesa in grado di inserirsi nella loro conversazione. Serve una Chiesa che sappia dialogare con quei discepoli, i quali, scappando da Gerusalemme, vagano senza meta, da soli, con il proprio disincanto, con la delusione di un Cristianesimo ritenuto ormai terreno sterile, infecondo, incapace di generare senso.”

p Per un rinnovamento della Chiesa e i fedeli laici (Incontro con i Vescovi responsabili del Consiglio Episcopale Latino-Americano C.E.L.A.M.) “Il ‘cambiamento delle strutture (da caduche a nuove) non è frutto di uno studio sull’organizzazione dell’impianto funzionale ecclesiastico, da cui risulterebbe una riorganizzazione statica, bensì è conseguenza della dinamica della missione. Ciò che fa cadere le strutture caduche, ciò che porta a cambiare i cuori dei cristiani, è precisamente la missionarietà … occorre generare la coscienza di una Chiesa che si organizza per servire tutti i battezzati e gli uomini di buona volontà. Il discepolo di Cristo non è una persona isolata in una spiritualità intimista, ma una persona in comunità per darsi agli altri. Ciò implica pertanto appartenenza ecclesiale … … In questo senso, è necessario che, come Pastori, ci poniamo interrogativi che fanno riferimento alle Chiese che presidiamo. Queste domande servono da guida per esaminare lo stato delle Diocesi nell’assunzione dello spirito di Aparecida e sono domande che conviene ci poniamo frequentemente come esame di coscienza. - Facciamo in modo che il nostro lavoro e quello dei nostri Presbiteri sia più pastorale che amministrativo? Chi è il principale beneficiario del lavoro ecclesiale, la Chiesa come organizzazione o il Popolo di Dio nella sua totalità? - Superiamo la tentazione di prestare attenzione in maniera reattiva ai complessi problemi che sorgono? ... - Nella pratica, rendiamo partecipi della Missione i fedeli laici? … - È un criterio abituale il discernimento pastorale, servendoci dei Consigli Diocesani? Tali Consigli, e quelli parrocchiali di Pastorale e degli Affari Economici, sono spazi reali per la partecipazione laicale nella consultazione, organizzazione e pianificazione pastorale?... - Noi Pastori, Vescovi e Presbiteri, abbiamo consapevolezza e convinzione della missione dei fedeli e diamo loro la libertà perché vadano discernendo, conformemente al loro cammino di discepoli, la missione che il Signore affida loro? Li appoggiamo e accompagniamo, superando qualsiasi tentazione di manipolazione o indebita sottomissione?”... Devo però confessare che dentro la ricchezza di contenuti, verità e sollecitazioni di queste giornate, una delle perle evangeliche più preziose, che resterà nella “prassi più innovativa” di questo papato, è la frase che Papa Bergoglio, nel viaggio di ritorno, rilasciò alle domande dei giornalisti:” Chi sono io per giudicare?” Aveva detto in precedenza: “per restare... occorre uscire”: cioè, uscire dalle proprie logiche mondane, dalla miopia degli efficientismi, dalle chiusure del clericalismo, dalle spiritualità intimistiche, dai comportamenti di autoreferenzialita’, dai preconcetti consolidati, dalle gabbie di sicurezza, per vivere in tensione verso le periferie dell’umano e della storia. Giovanna Pastore Università Cattolica-Roma


di don Dante Bellinati

“Pensavo...”

18 la Settimana

caritas

Guerre e vittime civili

Le guerre civili sono per la maggior parte lotte intestine per il controllo del governo o del territorio. A questo spesso si intrecciano enormi interessi economici di cui beneficiano da una parte governi confinanti o invasori, dall'altra diverse compagnie multinazionali che, approfittando dei vuoti di potere legislativo e di governo, utilizzano tangenti e corruzione per sfruttare ingenti risorse a poco prezzo. Nel 2011 sono state rivelate 20 guerre in riferimento a 14 paesi (Sudan Nigeria, Pakistan, Yemen, Afghanistan...). Questa è solo la punta dell'iceberg in quanto nello stesso anno il totale di tutte le situazioni di guerra e di conflitto armato ammontano a 388. Un dato allarmante consiste nel fatto che il numero degli scontri continua ad aumentare e il 2011 è l'anno con il numero più elevato di guerre mai registrato dalla fine del secondo conflitto mondiale. Ricordiamo inoltre i “nuovi conflitti” inquadrabili all'interno del più vasto contesto della cosiddetta “primavera araba”: le popolazioni di molti paesi della sponda Sud del Mediterraneo indignati dalla corruzione hanno sottolineato la mancanza di legittimità dei governi e attraverso delle rivolte li hanno rovesciati avviando un radicale rivolgimento politico. La Tunisia e l'Egitto sono nel pieno di una transizione democratica; in Libia si è compiuto il drammatico abbattimento del regime di Gheddafi e si è avviata una fase nuova; in Siria è in atto un sanguinoso conflitto che, secondo dati aggiornati a novembre 2012, conta 37.000 vittime e 408.000 rifugiati accolti nei paesi confinanti. Dati oggi moltiplicati in maniera spaventosa. Tra i danni che vengono messi sul conto della guerra non ci sono solo i numeri dei morti e dei rifugiati ma anche i danni ambientali, economici e sociali che spesso contribuiscono a mantenere interi continenti in condizioni di sottosviluppo. La guerra moderna non fa distinzione, la morte omologa civili e militari e talvolta i cosiddetti effetti collaterali dei vari conflitti sono di gran lunga più micidiali di quelli diretti. Dramma nel dramma è il diffuso utilizzo in questi conflitti di bambini-soldato, minorenni strappati alle famiglie per essere addestrati all'uso delle armi, in modo da ingrossare le file dei miliziani delle opposte fazioni.

domenica 8 settembre 2013

PRIMO PIANO - Si conclude la missione in Giordania e in Terra Santa di Caritas Italiana.

Siria: non globalizziamo la violenza Si è conclusa la missione di Caritas Italiana - guidata dal Direttore, don Francesco Soddu - in visita dal 24 al 30 agosto come segno di vicinanza e di incoraggiamento a tutte le Caritas del Medioriente, a partire da quelle della Giordania e di Gerusalemme. Dopo l'incontro con il vescovo latino di Amman, S.E. mons. Maroun Lahham, la delegazione ha visitato anche alcune comunità che accolgono i rifugiati siriani in Giordania. E' tornata a levarsi alta la voce di papa Francesco contro ogni forma di violenza nell' Angelus del 1° settembre 2013 : «Guerra chiama guerra, violenza chiama violenza». Ed ha poi aggiunto: «Per questo, fratelli e sorelle, ho deciso di indire per tutta la Chiesa, il 7 settembre prossimo, vigilia della ricorrenza della Natività di Maria, Regina della Pace, una giornata di digiuno e di preghiera per la pace in Siria, in Medio Oriente, e nel mondo intero, e anche invito ad unirsi a questa iniziativa, nel modo che riterranno più opportuno, i f ra t e l l i c r i s t i a n i n o n c a t t o l i c i , g l i appartenenti alle altre Religioni e gli uomini di buona volontà». «La Caritas accoglie prontamente l'invito del Papa al digiuno e alla preghiera» afferma don Francesco Soddu, che aggiunge: «La certezza che anche noi riportiamo dal nostro viaggio è che l’uso delle armi in Siria ha e avrà come risultato niente altro che una “spirale” della violenza e un aggravarsi della già drammatica condizione in cui vivono centinaia di migliaia di persone. Ogni ulteriore militarizzazione del conflitto non farà altro che rendere ancor più insostenibile questa situazione». «Ma insieme a questo abbiamo potuto toccare con mano il bel lavoro che sta facendo Caritas Giordania nell'accoglienza dei fratelli siriani», racconta ancora. «Attraverso l'azione di aiuto che svolge la Chiesa locale - prosegue poi - si capisce il significato profondo della carità, e di come questo tocchi l'azione pastorale prima ancora che quella sociale» (vedi l'intervista a don Soddu del 30/08/2013 su TV2000) Tuttavia la situazione rimane drammatica. «La Caritas Giordania ha notizia di decine di migliaia di profughi siriani che, dopo i drammatici bombardamenti dei giorni

Diario

scorsi, in queste ore sono ammassati alle frontiere con il Paese», dice don Soddu. «Inoltre più dell'80% dei rifugiati attualmente presenti in Giordania sono donne e bambini, mentre gli uomini sono rimasti in Siria. Questo porta a una condizione ancora peggiore proprio per i ragazzi, che nella stragrande maggioranza dei casi non posso andare a scuola, ma sono costretti a lavorare o ad elemosinare per mantenere la famiglia». La missione di Caritas Italiana aveva anche l'obiettivo di fare il punto con i partner locali dei progetti sostenuti in questi mesi da Caritas italiana e discutere le modalità delle future collaborazioni. Si sono svolti inoltre incontri con le autorità delle Chiese cristiane locali, per approfondire la situazione delle complessa crisi mediorientale, aggravata dalla situazione in Egitto. «Caritas Italiana - ha dichiarato don Soddu - ha proposto di rilanciare dei veri e propri gemellaggi con le parrocchie della Terra Santa, al fine di rafforzare il contributo e la presenza delle comunità cristiane locali, il cui ruolo può diventare determinante anche come elemento di pacificazione». Gli episodi sempre più gravi avvenuti in Siria e in Egitto in questi giorni ci ricordano come nel Medio Oriente in fiamme non accennano a diminuire tutti i focolai di tensione. Il solo conflitto siriano, negli ultimi due anni, ha provocato almeno 100.000 vittime (fonte HCR). Il numero degli sfollati interni è valutato a 4.500.000 persone, mentre quello dei

• 10 settem bre, R programmaz ovigo, Caritas diocesana ione per il nu , riunione di ovo anno di “Vivere in Ita lia

”.

In Bacheca Servizi della Caritas diocesana e dell’Associazione Sant’Andrea

Microfinanza

Docce

✓ Mercoledì, ore 14:30 -16:30 ✓ Giovedì, ore 10:00 - 12:00 Presso Casa Sant’Andrea, via G. Sichirollo n. 60 - 45100 Rovigo - tel. 0039 0425 0460428 Non è possibile accedere direttamente al servizio; è necessaria la prenotazione.

Lunedì, ore 15.00 - 16.30 (per donne) Martedì, ore 9:30 -12:30 (per uomini) Giovedì, ore 15.00 - 16.30 Venerdì, ore 15:00 - 16:30 Presso Casa Sant’Andrea, via G. Sichirollo n. 60 - 45100 Rovigo - tel. 0039 0425 0460428

Servizio Mobili

Badanti e Famiglie

✓ Martedì, ore 10:00 - 12:00 Presso Caritas diocesana. Non è possibile accedere direttamente al servizio; è necessaria la prenotazione.

✓ Lunedì - Venerdì ore 09:00 - 12:00 ✓ Lunedì - Venerdì ore 15:30 - 17:00 Presso Caritas diocesana. Per accedere al servizio è necessaria la prenotazione

rifugiati nei paesi limitrofi (Libano, G i o r d a n i a , Tu rch i a , I ra q , E g i t t o ) è variamente valutato: in totale circa due milioni sono registrati ufficialmente presso i centri di raccolta dell’HCR, ma moltissimi sono quelli che hanno scelto di non registrarsi. E se il dato ufficiale dei rifugiati siriani registrati in Libano risulta di circa 700.000 a luglio 2013, fonti locali Caritas ipotizzano una cifra ben più alta, intorno ad 1.300.000 presenze. «La povertà – ricorda ancora don Francesco Soddu -, l’insufficienza dell’assistenza sanitaria, l’impossibilità di andare a scuola per centinaia di migliaia di bambini e giovani, gli inevitabili traumi psicologici e le violenze (i rifugiati sono in grande maggioranza donne e bambini) dipingono un quadro così drammatico e precario di cui spesso non ci si rende conto. Proprio in questi giorni poi assistiamo a una crescente militarizzazione e all’uso di armi letali, che colpiscono popolazioni civili innocenti». «Interventi massicci e urgenti da parte della solidarietà internazionale sono necessari, ma resta priorità ineludibile quella di deporre le armi», conclude il Direttore di Caritas Italiana. E facendo seguito anche ai molteplici appelli di Papa Francesco, Caritas Italiana ha sostenuto fin dai primi momenti della crisi le Caritas della Siria e dei paesi limitrofi. In coordinamento con la rete internazionale Caritas, sono stati messi a disposizione finora 550.000 euro alle Caritas di Siria, Giordania, Libano e Turchia per interventi di assistenza di base (viveri, vestiario, medicine). La sola Caritas Siria, che riesce ancora ad operare in sei regioni del paese, assiste migliaia di sfollati indipendentemente dal loro credo religioso, grazie alla collaborazione di molti volontari e di tutta le strutture della Chiesa attive nel paese. Caritas Italiana

Contattarci Sede: Via Giacomo Sichirollo n. 58 - 45100 Rovigo Orari: Lun-Ven 9:00-13:30 e 14:30-17:00 Sab 9:00-12:00 Tel: Fax: e-mail: web:

0039 0425 23450 0039 0425 464518 info@caritasrovigo.org www.caritasrovigo.org

Contribuire: C/C intestato a Caritas diocesana di Adria Rovigo RovigoBanca, Rovigo, Corso del Popolo C/C - 012000023103 •IBAN: IT23 H089 8612 2000 1200 0023 103 Contribuire: C/C intestato a Sant’Andrea Apostolo della Carita’ Banca Prossima, Milano. P.zza P. Ferrari 10 C/C - 10000 0017778 •IBAN: IT 46 T 03359 01600 10000 0017778 Erogazioni liberali a Sant’Andrea Apostolo della Carità ONLUS Le donazioni sono detraibili ai fini fiscali.


la Settimana

varie

domenica 8 settembre 2013

Villaggio del Pino a Melia di Scilla (Reggio Calabria)

“L’Economia Civile al servizio della comunità”

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Cartoline di viaggio Donato Sinigaglia

Campo Nazionale del Movimento Lavoratori di Azione Cattolica (MLAC) presente anche una delegazione del Movimento diocesano Si è svolto dal 20 al 25 Agosto, presso il Villaggio del Pino a Melia di Scilla (Reggio Calabria), il Campo Nazionale del Movimento Lavoratori di Azione Cattolica (MLAC) cui ha preso parte anche una delegazione del Movimento diocesano. Gli oltre cento partecipanti, provenienti da tutta Italia, aiutati dagli interventi dei numerosi relatori, si sono confrontati con il tema “L’Economia Civile al servizio della comunità”. Nella loro introduzione storico-sociale, gli economisti Luigino Bruni e Rosa Albanesi, hanno ben evidenziato la matrice culturale cattolico-latina dell’ Economia Civile, nata in Italia in seno all’Umanesimo civile tra il Quattrocento ed il Cinquecento, e quella protestantecalvinista dell’Economia Politica. Quest’ultima si fonda su due capisaldi: il principio dello scambio di equivalenti, il cui fine è l’efficienza, e il principio di redistribuzione, il cui obiettivo è l’ equità. L’Economia Civile, a questi, aggiunge il principio della reciprocità che costituisce la traduzione pratica della fraternità. Entrambi gli studiosi hanno poi affermato che nel corso degli anni si è passati dal riconoscere l’economia come una scienza sociale, al tentativo di renderla una scienza esatta teorizzando la neutralità della stessa scienza economica dal punto di vista

dei colori di Giulio Romano

etico-morale. Il Campo si proponeva di maturare i principi dell’Economia Civile in concreto, sviluppando l’idea che un altro sistema economico è possibile. In questa prospettiva si sono allora inserite le interessanti testimonianze di Gaetano Giunta (Seg. Gen. Fondazione di Comunità Messina), Gianni Votano (Microdanisma-finanza etica e solidale), Simona Spagna (Banca Etica Calabria) e don Pino Demasi (Vicario Gen. Diocesi Oppido-Palmi) i quali hanno dimostrato con-

cretamente che accanto ad un economia rivelatasi incivile è possibile realizzare esperienze di economia davvero civile. La “cinque giorni” calabrese del Movimento Lavoratori, che ha avuto un altro momento significativo nella giornata di spiritualità guidata da don Emilio Centomo (Assistente Naz. Adulti di AC), ha ospitato la brillante testimonianza di S.E. Mons. Domenico Sigalini (Assistente Gen. di AC) e si è conclusa con la messa presieduta da S.E. Mons. Vittorio Mondello, Arcivescovo di Reggio Calabria- Bova. Andrea Padoan Segretario diocesano MLAC

Riflessioni Sono tanti gli spunti di riflessione che questo primo Campo nazionale Mlac mi ha regalato; innanzitutto ho capito come l’economia non sia solo una questione di numeri per gli “addetti ai lavori” ma si tratti di una scienza sociale a cui ognuno di noi contribuisce ogni giorno. Le scelte che operiamo nella quotidianità della famiglia, negli ambienti di lavoro, possono fare la differenza; ecco che la raccolta differenziata dei rifiuti, un’attenzione al risparmio energetico, acquisti ponderati alla stagionalità e alla provenienza dei prodotti, possono essere davvero piccoli passi verso un’economia civile. I nostri consumi così non si limitano a soddisfare un bisogno ma diventano una vera e propria pratica di virtù. Oggi invece l’economia spinge a farci credere che ci soddisfa la possibilità di poter acquistare tutto, con qualsiasi agevolazione, in qualsiasi giorno della settimana; il consumo ti rende protagonista attivo nella società, è questo il grande inganno. La vera felicità sta in un sistema economico attento alle difficoltà e ai bisogni reali

della società. Il nostro tempo libero ci gratifica e ci fa crescere come uomini e donne se impegnato nella relazione con gli altri; è fondamentale il riposo settimanale che permetta alla famiglia di ritrovarsi, di santificare la festa, di vivere nella società. Se entriamo in quest’ottica tutto prende una luce diversa, anche il nostro modo di vivere la dimensione del lavoro può diventare non più sola prestazione retribuita ma dono di sé, dare quotidianamente alle nostre azioni un valore aggiunto che è il talento in ognuno di noi…anche questo rende l’economia più civile. Non si tratta di sogni, gli stessi relatori tra gli altri il prof. Luigino Bruni e la dott.

ssa Rosa Albanesi, ci hanno confermato quanto queste idee oggi più che mai siano riprese in considerazione da un’ economia tradizionale che tenta di uscire dalla crisi. Molto è ancora da fare per questo è importante conoscere, parlare, stare a contatto con gli altri. Sono certa che, rientrati a casa, tanti di noi alla domanda: “Come hai trascorso le vacanze estive?” si saranno messi a parlare di economia civile incuriosendo così il collega di lavoro o ricordando alla mamma di evitare di fare la spesa alla domenica. Mi sento di ringraziare tutti coloro che hanno organizzato questa settimana di campo, in particolar modo per la squisita disponibilità ed accoglienza gli amici calabresi. Un grazie speciale ai tanti amici da tutta Italia presenti: conoscervi, confrontarci insieme, mi ha arricchita tantissimo e sento nuovo slancio per le attività Mlac di questo nuovo anno ormai alle porte. Buon cammino a tutti! Paola Callegari Movimento Lavoratori Azione Cattolica Diocesi Adria-Rovigo

Storia, arte, cultura, architettura e luoghi magici che suscitano emozioni e stupore. Mantova è tutto questo e altro ancora. E’ una città (con Sabbioneta è iscritta nella lista del Patrimonio Mondiale Unesco) che sa dare molto ad un turista attento e desideroso di scoprirne i segreti, che sa cogliere il suo profilo irreale, sospeso tra cielo ed acqua, che ha emozionato poeti e musicisti di ogni epoca da Virgilio a Dante, da Shakespeare a Verdi e D’Annunzio, fino al grande Giulio Romano al cui nome è legato Palazzo Te. Il gioiello architettonico, edificato e decorato tra il 1525 ed il 1535, concepito come luogo per i piaceri e l’ozio di Federico II Gonzaga, è ritornato all’originaria bellezza. Le raffinate e preziose decorazioni, le pitture murali, gli stucchi, i soffitti dipinti e dorati che fanno di Palazzo Te il luogo di fasto per eccellenza, appaiono risvegliati da una luce nuova, quella dell’ impianto Led (i Guzzini) che per la prima volta rivela la cangiante tavolozza di Giulio Romano. Un genio della pittura e dei colori, tanto che Giorgio Vasari ha scritto: “Veggonsi i miracoli ne’ colori da lui operati, la vaghezza de i quali spira una grazia ferma di bontà e carca di sapienza ne’ suoi scuri e lumi che talora alienati e vivi si mostrano”. Pitture di grande effetto che colpiscono non solo per i temi trattati e narrati, ma anche per la forza espressiva delle forme e dei colori utilizzati da Giulio Romano, allievo prediletto di Raffaello. Grazie al nuovo sistema di illuminazione gli scorci vertiginosi che costituiscono uno dei segni distintivi della superba volta della Camera di Amore e Psiche, giocati con gli effetti di controluce ed i colori crepuscolari (tra l’azzurro cupo ed il blu) degli stupendi notturni si mostrano ora al turista in tutta la loro brillantezza ed intensità cromatica. Anche la scenografia tridimensionale delle maestose raffigurazioni pittoriche della Camera dei Giganti, ideata da Giulio Romano per “ingannare quanto più potesse gli uomini che dovevano vederla”, secondo l’interpretazione di Vasari, trova ora

Palazzo Te a Mantova una nuova intensità di visione trasmettendo al visitatore la percezione dell’incombere della catastrofe totale che travolge le gigantesche figure e le architetture. Effetti cromatici nuovi anche nella Sala Cavalli e nella Camera del Sole e della Luna. L’uso studiato della nuova tecnologia dell’illuminazione consente di cogliere in ogni sala di Palazzo Te, i particolari dei dettagli, le minime sfumature di colore che aiutano a capire e comprendere la grandezza del genio di Giulio Romano. La messa a punto del nuovo impianto (102 nuove lampade) ha richiesto un lavoro lungo e complesso che è iniziato due anni fa sotto la giuda dell’architetto Roberto Soggia con l’obiettivo di trovare soluzioni illuminotecniche capaci di valorizzare il giusto rapporto tra l’opera e la luce. La nuova tecnologia Led non si limita ad offrire solo benefici in termini artistici ma guarda anche al basso consumo e quindi al risparmio energetico. Palazzo Te non è l’unico capolavoro per scoprire la vita, i segreti, gli amori dei Gonzaga. Seguendo il “Percorso del Principe”, che attraversa idealmente le tre cerchie murarie, oggi perdute, che segnano lo sviluppo urbano partendo dall’area più antica di fondazione etrusco-romana fino ad arrivare al polo rinascimentale, si percorre un itinerario ricco di fascino che conduce a Palazzo Ducale con la meraviglia della Camera degli Sposi, attualmente non aperta per i danni del terremoto del maggio scorso. Le visite dovrebbero riprendere a settembre. In Piazza Sordello che comprende la parte più antica della

Sala dei Giganti a Palazzo Te

fondazione della città, oltre alla reggia gonzaghesca c’è anche la cattedrale di San Pietro (Duomo), di impronta tardo gotica ma ricostruito all’interno da Sergio Romano nel 1545, il Palazzo Vescovile (XIII secolo), Palazzo Castiglioni e torre della Gabbia del Trecento. Pochi minuti a piedi e si arriva in piazza Broletto dominata dall’imponente Palazzo del Podestà del 1227 sulla cui facciata è collocata la statua duecentesca raffigurante Virgilio in cattedra e si trova la targa commemorativa che identifica la città di Mantova patrimonio Unesco. Superato palazzo Podestà ecco l’animata piazza delle Erbe dove si affaccia il Palazzo della Ragione , temporaneamente in ristrutturazione a seguito del terremoto, e la Torre dell’Orologio, la romanica chiesa di San Lorenzo, la più antica della città e la Casa del Mercante, caratterizzata da elementi decorativo in cotto di stile gotico che richiama le dimore veneziane. Le bifore danno su piazza Mantegna dominata dalla maestosa basilica di Sant’Andrea che custodisce i Sacri Vasi contenenti secondo la tradizione il Sangue di Cristo: vengono esposti ogni anno solo il Venerdì Santo. Procedendo lungo l’asse che porta a Palazzo Te ecco Casa Viani la cui facciata è arricchita da affreschi attribuiti alla scuola di Andrea Mantegna. Giunti in via Principe Amedeo con una piccola deviazione si può ammirare, solo dall’esterno, la casa di Giulio Romano. A seguire, imboccata via Acerbi s’incontra la Casa del Mantegna, costruzione singolare: il cortile presenta un’architettura quadrata che contiene perfettamente un cerchio. Poco più avanti c’è il Tempio di San Sebastiano (1460) opera di Leon Battista Alberti. Un itinerario che consente di capire il pensiero urbanistico del Rinascimento che nei Gonzaga, signori di Mantova e Sabbioneta ha trovato i massimi artefici. Se da una parte Sabbioneta è città fondazione, ovvero l’idea che diventa forma, dall’altra, Mantova è la città che si evolve. L’impianto urbano, infatti si trasforma per aderire al nuovo disegno che ha lo scopo di celebrare e tramandare la grandezza della potente signora dei Gonzaga. Info: info@mantovasabbioneta-unesco.it



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