La Settimana n. 45 del 24 novembre 2013

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Contiene I.R.

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rovigo 91.2 e 94.5

la nostra radio

SETTIMANALE DI INFORMAZIONE DELLA DIOCESI DI ADRIA-ROVIGO Poste Italiane S.p.A. – Spedizione in abbonamento postale – D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n.46) art. 1, comma 1 NE/RO Anno CXIII - N. 45 - Una copia € 1,10 - Domenica 24 novembre 2013 - (Esce il giovedì)

EDITORIALE

Il cuore buono

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Bruno Cappato Di fronte alle immagini disastrose degli allagamenti che hanno sconvolto la Sardegna, noi del Polesine possiamo dire di comprenderli bene. Anzi, avvertiamo forse meglio di altri la portata del disastro umano, sociale e del territorio. Tutto questo perché noi abbiamo avuto l’esperienza dell’Alluvione del Po oltre mezzo secolo fa nel 1951, precisamente il 14 novembre e quindi proprio in questi stessi giorni invernali. Siamo in tanti ancora a ricordare quella esplosione di angoscia e di paura che ha attraversato il nostro territorio con un improvviso, inevitabile carico di disperazione e di dolore; nel muto affanno del cuore gli uomini e le donne colpite dalla fredda tragedia dell’alluvione, allora non riuscivano a capire cosa poteva essere successo. Tutto il mondo improvvisamente era diventato ostile e remoto e così si è dovuto partire, andare lontano; i paesi si sono svuotati e il Polesine ha visto ridursi drasticamente il numero degli abitanti. Stessa cosa in Sardegna perché abbiamo visto la limacciosa massa d’acqua travolgere case, strade e ponti, aprire voragini. Abbiamo letto poi sui volti proprio quei sentimenti che anche noi abbiamo provato allora: il dolore, lo sconcerto e la mancanza improvvisa di futuro. Noi in Polesine abbiamo visto il disastro arrivare dall’apertura rovinosa in rapida successione di tre squarci dell’argine del Po in una stagione fredda e nebbiosa; era già calata la sera ed inoltrata la notte. Un’immensa massa d’acqua si riversò su paesi e terreni creando il più grande allagamento che la nostra nazione abbia mai visto. L’acqua del Po in Polesine ha continuato ad uscire per settimane alimentando questa palude di fango. Solo dopo mesi è stato possibile, con opere colossali, ricucire le ferite degli argini vicino ad Occhiobello. Per questo sentiamo di partecipare dal profondo del cuore a questa disgrazia e alle altre che si sono verificate in questi giorni oltre che in Sardegna. Le distruzioni nelle Filippine operate da un tifone potentissimo e

eghiera

esù, divino pastore, chiamato gli Apostoli ne pescatore di uomini, cuori ardenti e generosi di giovani, nderli tuoi discepoli e tuoi ministri.

Tu, o Signore, ivo a intercedere per noi, chiudi gli orizzonti el mondo intero, ove la silenziosa sofferta supplica anti fratelli e sorelle hiede luce di Fede edizione di Speranza

endo alla tua chiamata, o essere sale della terra luce del mondo, nunciare la vita buona del Vangelo. Amen.

Pastorale delle Vocazioni

recaPitare la scheda

Spedendola per posta a

don Marino ZorZan p.le S. Bortolo, 4 45100 rovigo Oppure

don daniele Spadon c/o Seminario Vescovile “S. pio X” via G. Sichirollo, 70 45100 rovigo Via e-mail all’indirizzo:

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i tornado in America. Occorre reagire subito e tocca ai tecnici dire con saggezza e competenza come si potrà arrivare a creare la sicurezza e la protezione delle persone e del territorio quando si verificano fatti così drammatici. Ma c’è qualcosa che arriva prima di questa fase di ripresa ed è “la solidarietà”. Tante volte episodi e contesti differenti hanno avuto questa esperienza immediata e generosa della fraternità e dell’aiuto. Anche in questo noi del Polesine abbiamo provato la stessa cosa. Capitano queste tragedie dolorose ed ecco che immediatamente si fa strada una solidarietà straordinaria, un fenomeno diffuso che nessuno può misurare anche perché ha il carattere dell’umiltà e del silenzio. Se in tempi normali paesi e città, territori e nazioni sembrano essere lì a curare i fatti propri cercando esclusivamente il proprio interesse, ecco che invece - in caso di grave necessità - emerge chiaramente il cuore della gente, la parte buona di ognuno; senza distinzione di nazionalità o di altro. La speranza è che questo calore abbia ad essere sempre presente, sempre forte, sempre diffuso. Tornando al nostro Polesine, subito dopo l’alluvione, si vide una vera e propria gara per venire in aiuto. Si spalancarono le porte di tante famiglie italiane per ospitare in casa gli sfollati; ci fu l’intervento anche di nazioni lontane dall’est e dall’ovest. In questa terra la gratitudine non è mai venuta meno al punto che una piazza del capoluogo è stata dedicata alla solidarietà con al centro una fontana che - ideata da un artista locale, Virgilio Milani - distribuisce l’acqua in ogni direzione e con i simboli dei principali comuni della provincia. Così come accade in una famiglia dove il calore dell’amore di un congiunto attutisce la disperazione e il dolore, così dovrebbe essere anche per la grande famiglia di un popolo, anzi del mondo intero. Non c’è dubbio: siamo in grado - se lo vogliamo davvero - di farlo. Diocesi di Adria - Rovigo Ufficio Diocesano per la Pastorale delle Vocazioni

Monastero

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don Daniele Spadon

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“Nessuna preghiera si perde nel nulla, anche se non sempre la mia richiesta corrisponde alla volontà di Dio. Tutte le preghiere portano frutti, anche se non sempre so quello che chiedo.” (J. Gautier)

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Concludiamo l’«Anno della Fede» ma continuiamo a crescere nella Fede Domenica 24 novembre 2013, ultima domenica dell’anno liturgico, concluderemo l’Anno della fede con una solenne celebrazione dell’Eucaristia, che faremo nella Chiesa Concattedrale (Duomo) a Rovigo, alle ore 16. Il papa Benedetto XVI, indicendo l’Anno della fede, ci ha invitati a contemplare il volto di Dio, che è Amore, a riscoprire la gioia di essere amati da Dio e a far crescere la nostra amicizia con lui. Per questo nel corso di questo anno 2012-2013 abbiamo meditato sul volto di Dio, Padre e Figlio e Spirito Santo e sulla nostra vita che, grazie ai sacramenti del Battesimo, Cresima ed Euicaristia, è resa partecipe della vita del Signore Risorto e porta dentro di sé già ora i germi dell’eternità: è già “vita eterna”. Abbiamo meditato sulla nostra identità di cristiani: essere cristiani vuol dire aver scoperto di essere amati da Dio. E’ questa la bellezza della nostra fede. La consapevolezza di essere amati da Dio ci aiuta a vivere la fede cristiana come un’esperienza bella, buona, desiderabile, e ci sollecita a non tenerla nascosta, ma a condividerla con i fratelli che incontriamo. Certamente questo comporta anche la fedeltà all’amore di Dio: una fedeltà che si esprime nell’obbedienza ai suoi comandamenti e nell’impegno a costruire un mondo più giusto, più fraterno e più solidale. Ma questa obbedienza e questo impegno sono una risposta di amore all’amore di Dio. Gesù ci propone di vivere la vita non come potere, ma come servizio; non per possedere, ma per condividere; non per comandare, ma per amare fino a dare la vita, come fa lui. E’ questo lo stile che deve caratterizzare i rapporti tra di noi cristiani. Per alimentare la nostra fede, per far crescere il nostro rapporto di amore con Dio e tra di noi, siamo stati invitati dal papa Benedetto XVI ad approfondire il messaggio cristiano. «La conoscenza dei contenuti di fede è essenziale per dare il proprio assenso, cioè per aderire pienamente con l’intelligenza e la volontà al messaggio cristiano» (PF 10). Per questo nel corso dell’anno 2012-2013 vi ho proposto di meditare sulle verità fondamentali che professiamo con il Credo, che non sono verità astratte, ma sono l’annuncio e la professione dell’amore di Dio Padre, Figlio e Spirito Santo. «Credo in un solo Dio, Padre onnipotente… «Credo in un solo Signore, Gesù Cristo… «Credo nello Spirito Santo che è Signore e dà la vita…». Ora vi invito a continuare questa meditazione, per crescere nella comunione con lui e per maturare una mentalità di fede. Maturare una mentalità di fede vuol dire «pensare come Cristo,

Nomine tra il Clero Mons. Vescovo ha provveduto ad assegnare in questi giorni i seguenti mandati di ministero. Brancaleoni Don Giovanni collaboratore pastorale nella parrocchia della cattedrale di Adria; Rossi Don Antonio arciprete di Villamarzana e parroco di Gognano; Manzin Don Lauro Vanni collaboratore pastorale nell’Unità pastorale di Badia Polesine.

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vedere la storia come lui, giudicare la vita come lui, scegliere ed amare come lui, sperare come insegna lui, vivere in lui la comunione con il Padre e lo Spirito Santo» (RdC 38). Ma in questo nuovo anno pastorale 2013-2014 vi ho ripetuto con insistenza che la fede nell’ amore di Dio è un dono che non possiamo tenere nascosto, ma che dobbiamo condividere con tutti. L’amore Cristo ci spinge ad evangelizzare. Egli ci invia per le strade del mondo per proclamare il suo Vangelo a tutti i popoli della terra (cf. Mt 28,19). «Oggi è necessario riscoprire la gioia del credere e ritrovare l’entusiasmo del comunicare la fede. Nella quotidiana riscoperta del suo amore attinge forza e vigore l’impegno missionario dei credenti che non può mai venire meno. La fede cresce quando è vissuta come esperienza di un amore ricevuto e quando viene comunicata come esperienza di grazia e di gioia» (PF 7). Per questo, prima che si concludesse l’Anno della fede, abbiamo iniziato l’anno della missione e ho invitato tutti voi cristiani praticanti a “ritrovare l’entusiasmo del comunicare la fede” e a diventare “popolo di Dio in missione”. Come vi ho scritto nel Messaggio di quest’anno, “Popolo di Dio in missione”, il Signore chiama tutti noi a metterci in religioso ascolto della sua Parola, non solo per crescere verso una fede adulta, ma anche per far conoscere Gesù Cristo e il suo Vangelo agli altri fratelli e sorelle, vicini e lontani. Ogni parrocchia è chiamata a passare dalla “pastorale della conservazione” all’audacia della missione, cercando il suo baricentro fuori di sé, fuori della chiesa, tra i fratelli della soglia, i quali sono infinitamente amati ed attesi dal Padre. Preghiamo il Signore perché ci aiuti a ravvivare la nostra fede, a purificarla, a confermarla, a viverla, a professarla in tutti i giorni della nostra vita e ci insegni a condividerla con tutte le persone che incontriamo nel cammino della vita. Rovigo, 21 novembre 2013 + Lucio Soravito, vescovo

Tre Suore polesane nel dramma delle Filippine

la

17ª Giornata Nazionale del

Colletta Alimentare 2013

Condividere i bisogni per condividere il senso della vita

per inforMaZioni

la nostra radio

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puoi ricevere il sussidio di preghiera per le vocazioni

don Marino Zorzan

rovigo 91.2 e 94.5

Domenica 24 novembre – Festa Di Gesù cristo re Dell’Universo

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per posta per e-mail collegandoti al sito: www.5pani2pesci.it, nella sezione “vocazioni”

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“Condividere i bisogni per condividere il senso della vita”

«La vita umana, la persona non sono più sentite come valore primario da rispettare e tutelare, specie se è povera […]. Il consumismo ci ha indotti ad abituarci al superfluo e allo spreco quotidiano di cibo, al quale talvolta non siamo più in grado di dare il giusto valore, che va ben al di là dei meri parametri economici. […] Invito tutti a riflettere sul problema della perdita e dello spreco del cibo per individuare vie e modi che, affrontando seriamente tale problematica, siano veicolo di solidarietà e di condivisione con i più bisognosi. […] quando il cibo viene condiviso in modo equo, con solidarietà, nessuno è privo del necessario, ogni comunità può andare incontro ai bisogni dei più poveri». (Papa Francesco, Udienza Generale del 5 giugno 2013) Raccogliendo l’appello del Papa, invitiamo tutti a partecipare alla Colletta Alimentare per educarci a quanto da Lui proposto.

www.bancoalimentare.it

Appello alla Solidarietà dalla Caritas Italiana

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