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laSettimana SETTIMANALE DI INFORMAZIONE DELLA DIOCESI DI ADRIA-ROVIGO
Poste Italiane S.p.A. – Spedizione in abb. postale – D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n.46) art. 1, comma 1 NE/RO Anno CXIV - N. 2 - Una copia € 1,10 - Domenica 12 gennaio 2014 - (Esce il giovedì)
EDITORIALE
L’inutile strage
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Paolo Bustaffa Sono trascorsi cento anni. Non c’è Paese d’Europa che non porti ancora i segni di quella guerra che Benedetto XV denunciò come “inutile strage”. Uno scontro che, incominciato nel 1914, provocò nel triennio 1915-1918 oltre 16 milioni di morti di cui 10 milioni di militari e 6 milioni di civili. Senza contare i feriti nel corpo e nell’anima e la lacerazione profonda del tessuto culturale, sociale ed economico del nostro Paese e dell’Europa. A tenere viva la memoria, accanto ai cippi, alle lapidi, ai monumenti ai caduti, agli enormi e impressionanti ossari militari, ci sono in tutti i Paesi europei i libri di storia. Basterebbe leggerne alcuni per rendersi conto del fiume di dolore e di morte che ruppe gli argini nazionali e inondò il continente. Basterebbe leggerne alcuni per rendersi conto che i popoli europei furono costretti alla reciproca aggressione mentre chiedevano di crescere nella prosperità e nella pace. Di quell’Europa della sofferenza poche tracce si trovano però sui libri di storia. E questo vuoto di narrazione, questo trascurare l’immane ferita nei popoli europei, contribuirono ad accendere altre sconvolgenti tragedie. Sono trascorsi cento anni e, doverosamente, sono iniziate le commemorazioni di quel conflitto europeo che per il suo allargarsi divenne la “prima guerra mondiale”. La memoria, anche attraverso la celebrazione, bussa alla porta della coscienza. Perché questo avvenga si dovrà ricordare anche il grido che in quegli anni bui si è levato, sopra il frastuono delle armi, per denunciare la guerra, per chiedere e implorare la pace. È stata la voce dei Pontefici che si è alzata con fermezza dal 1914 e oggi si leva contro altre guerre in altre regioni del mondo. Da Benedetto XV a Pio XI, da Pio XII a Giovanni XXII, da Paolo VI a Giovanni Paolo I, da Giovanni Paolo II a Benedetto XVI. E ora Papa Francesco. La memoria sosta sul passato ma subito si proietta sull’oggi e sul domani nel riascoltare le loro parole, nel rileggere la grande enciclica, nel registrare le vibrazioni della loro voce, nel seguire i loro gesti,
nel rivedere i luoghi delle loro presenze nel tempo. La periferia di Roma bombardata, il ritiro a Castel Gandolfo in opposizione al dittatore, il palazzo di vetro dell’Onu, i passi di un Papa tedesco in un campo di sterminio... In cento anni l’ininterrotto appello alla pace è stato un contributo, forse non detto ma certamente illuminante, per la nascita di quel nuovo pensiero che avrebbe portato alla costruzione della casa comune europea. E questo perché l’appello dei Pontefici è stato ed è anche oggi l’appello dei popoli, degli umili, dei poveri. Non è troppo sperare che nella celebrazione del centenario della “inutile strage” queste voci tornino a proporre una riflessione seria sul futuro dell’Europa e un pensiero forte in vista delle elezioni europee di fine maggio. Il risveglio della coscienza europea è, infatti, urgente perché se una guerra non è pensabile è invece reale per l’Europa il rischio di corrosione delle fondamenta della dignità umana, della giustizia sociale e della solidarietà. Un rischio alimentato da nazionalismi ed egoismi che ieri contribuirono a formare la miscela esplosiva di due terrificanti conflitti mondiali combattuti sul suolo europeo. Ancora un volta la Chiesa, sentinella della storia, leva la sua voce. È Papa Francesco a chiedere all’Europa un esame di coscienza, un ritorno all’umiltà, un soprassalto di fraternità. Sono i cristiani i primi destinatari dell’appello. Sono i cristiani a essere chiamati per primi ad aggiungere agli applausi risposte coerenti alle domande di un Papa non europeo ma che è ben consapevole della vocazione dell’Europa. In questa prospettiva s’inserisce l’invito al voto per l’Europa della vita, della persona e dei popoli che proprio in questi giorni viene dalla Comece, la Commissione degli episcopati della comunità europea. È bene sottolineare che nella scelta dei vescovi di tenere viva per la loro Commissione la definizione “comunità europea” invece che “unione europea” risuona l’appello di Papa Francesco alla fraternità.
Nomine tra il Clero Mons. Vescovo, in data 31 dicembre 2013, ha nominato Vettorello Don Gianni Rettore del Tempio cittadino della Beata Vergine del Soccorso (La Rotonda).
iovani G
...che si raccontano
Un invito, un invito a raccontarsi. Ma a raccontare non solo ciò che hai fatto, ciò che ti riempie di soddisfazione, ciò che ti ha dato onore, ciò che ha messo in mostra la tua bravitù!! Un invito a raccontare i sogni e i progetti è quello rivolto dal Servizio di Pastorale Giovanile diocesano nell’anno 2013 – 2014 ai gruppi giovanili della nostra Diocesi. E vengono davvero raggiunti in tanti, perché ci raccontino come è possibile coinvolgere giovani e come questo sta per accadere davvero da Melara a Rivà, nella terra fra i due fiumi, nella Chiesa di Adria – Rovigo.
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I giovani di
A d r i aper - Si agiovani n Vigilio re piazze
eb, Settimanale e Radio Diocesana per “convergere”insieme
messe a disposizione si: la Settimana, Rasito web 5pani2pesci, per un anno accolgogiovani. Sono le piaze della nostra Chiesa, oro da viottoli, strade
DIECI DOMANDE A DON FABIO Dieci domande fulminee
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Incontro dI sensIbIlIzzazIone e dI formazIone
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bambini e ragazzi in missione
Incontro
in Seminario in preparazione della Giornata dell’infanzia missionaria
Servizio a pag. 20
Gioia ed emozione per l’incontro con Papa Francesco pag. 11
Gennaio mese del Seminario - Riflettiamo sul significato vitale del Seminario in diocesi e sulla vocazione al sacerdozio. - Preghiamo per la comunità del Seminario e per i giovani che lo frequentano. - Accompagniamo i nostri ragazzi ed i nostri giovani a visitarlo. - Sosteniamo il Seminario anche economicamente.
Servizio a pag. 3
Per mettere in risalto il ruolo fondamentale della “Parola di Dio scritta” nella vita di noi cristiani e delle nostre comunità, ogni parrocchia è invitata a celebrare, dopo le feste natalizie, nella 2ª domenica del tempo ordinario, il 19 gennaio 2014, la Festa del “Verbum Domini” pag. 3
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la Settimana
comunità
XX Congresso AIMC
domenica 12 gennaio 2014
POPOLO DI DIO IN MISSIONE
Se l’alunno è risorsa l’insegnante è motore di sviluppo Consiglio presbiterale
Una necessità, una strategia e una finalità più ampia. Ne è sintesi “Salviamo la scuola. L’impegno di tutti per il futuro per il Paese”, il tema del XX congresso nazionale dell’Associazione italiana maestri cattolici (Aimc), in corso a Roma fino a domani per valorizzare il ruolo della scuola nella comunità sociale. Professione e impegno. In un contesto, quello attuale, in cui sono mutati il senso del vi-
vere e quello di appartenenza, la partecipazione e la democrazia, la scelta di fede e laicità, l’educazione e la scuola tutta, è da intensificare l’impegno per la persona, “fulcro dell’etica della responsabilità propria di una cittadinanza attiva”, ha detto il presidente dell’Aimc, Giuseppe Desideri, che, al termine del suo mandato quadriennale, ha tracciato un bilancio delle attività svolte. “Princìpi ispiratori”, ha spiegato, sono stati
La preghiera dei Messaggeri di Speranza
Per il progetto pastorale diocesano
I Messaggeri di Speranza, attivi nella nuova evangelizzazione e impegnati a vivere il vangelo con slancio missionario, non potevano non prendere la palla al balzo da quando il nostro vescovo indisse il nuovo anno pastorale: “Popolo di Dio in Missione”. Da tempo si ritrovano ogni primo e terzo martedì di ogni mese dalle ore 18.00 alle 19.00 presso la cappella delle Suore Ancelle della S. Trinità per un’ora di adorazione proprio per sostenere la chiesa diocesana in questo momento in cui è chiamata a riscoprire la sua natura missionaria. Questo momento di preghiera è aperto a tutti coloro che vogliono fare cordata con noi e con le Suore Ancelle pregando lo Spirito perché ci dia soprattutto l’entusiasmo di annunciare il vangelo e la forza per essere coraggiosi testimoni di Speranza.
Rovigo - Carmelo della Trasfigurazione
Lectio divina
Domenica 12 gennaio 2014 alle ore 16, nella cappella del Carmelo della Trasfigurazione di Rovigo,con ingresso da via Curiel, suor Maria Grazia, carmelitana scalza, terrà una lectio divina sulla icona del Battesimo di Gesù.
I comandamenti
Martedì 14 gennaio 2014, alle ore 21, nella cappella del Carmelo della Trasfigurazione, a Rovigo, padre Mario Gallian, domenicano, riprende il corso sui dieci comandamenti, trattando il 6°: non commettere atti impuri.
“l’identità associativa professionale, ecclesiale e sociale e l’aspetto professionale inteso come al servizio della società italiana. Crediamo nella scuola non perché salviamo il posto di lavoro”, ma perché “abbiamo voglia di non arrenderci: sappiamo che, se non facciamo noi le cose di cui ci occupiamo, non le farebbe nessun altro”. Il maestro è, ha proseguito Desideri, un “soggetto particolare, e trascurato: non abbiamo un potere da giocarci, però siamo una delle pochissime voci che tentano di coniugare il ruolo e la professione con un servizio e un impegno”. Tra le caratteristiche fondanti dell’Aimc e del suo impegno, “un ‘insano’ ottimismo, dato dall’attenzione al ruolo dell’educatore in questo Paese oggi: stiamo vivendo - ha evidenziato - un periodo di grandissima difficoltà e dubbi su cosa sia la democrazia, su cosa significhi partecipazione. E, in questo contesto, i corpi intermedi sono fondamentali”. Il presidente Aimc ha poi elencato, tra gli obiettivi prefissi e perseguibili, la valorizzazione della scuola, della professione, dell’associazionismo professionale e del ruolo dei maestri cattolici. Insegnante, motore di sviluppo. Occorre “riportare la scuola all’attenzione di chi decide: noi chiediamo un cambio di prospettiva, non bisogna pensare a quanto costa un alunno, ma a cosa possiamo fare affinché ciascun alunno rappresenti una risorsa per il Paese”. Questa impostazione, inevitabilmente, “rimodula il ruolo dell’insegnante, non più visto come un dipendente e, dunque, un costo, ma come motore di sviluppo”. La crisi dell’autonomia scolastica è stata definita dal presidente Desideri “grande aspet-
tativa tradita”, una delle cause che fanno sì che la scuola risulti “abbandonata a sé stessa, dal momento che ancora oggi mancano quelle condizioni di esercizio che chiedevamo già da tempo”. Di “tentativo naufragato” ha parlato invece in merito al tentativo di riscrittura della partecipazione agli organi collegiali: solo il 10% dei genitori va a votare, una vera e propria “sconfitta invisibile”. Il docente, ha concluso, “per formare deve formarsi”, e “va valutato secondo criteri condivisi”. Il lievito del Vangelo a scuola. Un incoraggiamento “a continuare ad animare con il lievito del Vangelo e dei valori cristiani l’ambiente scolastico, per la crescita umana, culturale e spirituale delle nuove generazioni” è stato espresso in un messaggio dal segretario di Stato vaticano, monsignor Pietro Parolin. Aggiungendo “apprezzamento per l’impegno dell’Associazione che, in un momento per vari aspetti difficile, intende rinnovare con decisione il suo specifico servizio alla formazione degli insegnanti, a beneficio della scuola, delle famiglie e dell’intera società italiana”, il segretario di Stato ha auspicato che il congresso possa incarnare “un momento intenso di comunione, ascolto reciproco, discernimento e progettazione”. Si è soffermato sull’importanza rivestita dall’associazionismo nel campo della scuola Luciano Chiappetta, capo dipartimento del Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca: “Se l’azione educativa non trasmette princìpi morali, di comportamento e giuridici universali, fallisce. Orientare e formare devono essere l’humus su cui costruire ogni giorno attività didattica”. Lorena Leonardi
Battesimo del Signore - A La Giustizia
Nei tribunali campeggia una scritta: “La legge è uguale per tutti”. Ma è facile obiettare che poi non sempre la legge è applicata per tutti in modo uguale. Certo che le situazioni e la loro interpretazioni hanno sempre una complessità non facile da decifrare. Se poi andiamo nel campo più strettamente morale è ancora più difficile perché il peccato non può essere giudicato tale se non dalla coscienza personale e non basta un fatto grave, ma occorre che sia stato compiuto con piena avvertenza e deliberato consenso. La differenza tra reato doloso, colposo e preterintenzionale è ben chiaro anche nel giudizio civile. A districare la matassa tra legge, colpa, errore, coscienza è la giustizia. Oggi tutti e tre i brani biblici citano questa parola-chiave: giustizia; come risposta a diritti universali (Isaia), con l’aggiunta della misericordia (Atti), in una visione onnicomprensiva e universale (Vangelo). Il Battesimo di Gesù è la tappa di arrivo e di partenza delle attese dell’avvento: giustizia e pace. Una osservazione preliminare: il nostro concetto di giustizia corrisponde solo in parte a ciò che la Bibbia intende dire parlando di giustizia. Giustizia è per noi un concetto regolativo: in primo piano sta la cosiddetta giustizia distributiva e compensativa, regolata dal principio: a ciascuno il suo. Di fronte a questo concetto di giustizia, bisogna dire che la nozione biblica non è orientata sui diritti umani fondamentali e neppure semplicemente sul concetto di proporzionalità. Essa considera più in profondità la situazione dell’uomo. Da questo punto di vista l’unica cosa giusta per l’uomo è interrogarsi sempre su Dio, guardare a lui con piena fiducia, porre davanti a lui le proprie richieste e conformar-
sul concetto di “diritto” che va “stabilito sulla terra”: dunque l’eletto, con la redenzione degli uomini, porterà la giustizia quaggiù. Nella debolezza e nella sofferenza sta la forza che solleva il mondo. Gli Atti ci parlano dell’incontro di Pietro con Cornelio, la storia dell’ingresso del primo pagano nel cristianesimo. Pietro prende la parola e tiene un discorso che si può ritenere un modello di annunzio del cristianesimo ai pagani. Alla base l’apostolo pone il principio universalistico della salvezza, destinato da Dio a tutti coloro che credono e operano secondo giustizia, prescindendo dalle appartenenze razziali o culturali. E’ su questo fondamento generale che egli innesta l’annunzio specifico cristiano, che ha al centro il vangelo e la persona di Gesù Cristo, “Signore di tutti”, Giudei o pagani. Il discorso di Pietro è quasi una sintesi della trama evangelica: la predicazione del Battista, il battesimo di Gesù, il suo ministero pubblico segnato dalla lotta contro il male, la crocifissione, la risurrezione, le apparizioni pasquali ai discepoli e la missione al mondo. Si ripetono, allora, gli stessi effetti dello Spirito Santo a Gerusalemme e Pietro è costretto a riconoscere che Dio stesso ha spezzato le frontiere che dividevano pagani e giudei nell’unità della Chiesa di Cristo attraverso il battesimo. Matteo ci presenta Cristo sull’orizzonte della sua storia pubblica, il battesimo ricevuto da Giovanni il Battista che lo rivela come “il mio servo, il mio eletto”. La grande rivelazione si compie mentre Gesù si fa battezzare. L’epifania divina che accompagna quell’atto ha come elemento decisivo la proclamazione di Gesù come “Figlio prediletto” di Dio e come Messia e profeta, sul quale viene effuso lo Spirito divino. d. Dante Bellinati
Isaia 42, 1-4.6-7; Atti 10, 34-38; Matteo 3,13-17
si con obbedienza alla sua volontà. Questa è la sua giustizia, che si riflette poi anche in una convivenza giusta. Isaia, a differenza dei profeti precedenti che hanno annunziato il giudizio, annuncia un servo che proclama la salvezza e la speranza: non grida, non getta via la canna incrinata ma la riutilizza, non spegne il lucignolo che sta per estinguersi ma lo alimenta di nuovo, recupera e rinforza ciò che era debole e perduto e lancia un messaggio di giustizia su tutta la terra, raggiungendo anche le isole lontane. Il Signore si rivolge poi a un “tu” non precisato: il suo compito è altissimo ed è espresso con immagini esaltanti di luce e di libertà: “il mio servo, il mio eletto”. Colpisce in particolare quell’insistenza
diocesano
Il progetto pastorale diocesano impegna in particolare i presbiteri per la loro responsabilità di educatori e guide del popolo di Dio. Ovvio, quindi, che il Consiglio Presbiterale diocesano abbia riflettuto su contenuti, metodo, evangelizzatori e operatori per la realizzazione del progettoprogramma pastorale. Il marchio dello stile di un “popolo di Dio in missione” deve essere quello di un cristianesimo ospitale. Almeno tre sono i campi per esercitare questo tipo di ospitalità cristiana: le forme pratiche dell’evangelizzazione, la relazione con la città (luoghi sociali, ambienti di vita) e lo stile. E su questi tre aspetti si possono riassumere gli interventi del Consiglio Presbiterale diocesano. Le forme pratiche stanno tra due fuochi, l’annuncio della Parola e la vicenda della persona: accostamento popolare della Scrittura, lettura dei segni dei tempi, servizio della carità, scambio di forze e risorse pastorali e personali tra parrocchie. Dal Consiglio Presbiterale escono queste indicazioni: ruolo dei presbiteri e dei laici, la comunità soggetto evangelizzante, la religione nelle scuole. La relazione con la città domanda l’incontro con gli ambienti di vita, in particolare i giovani e la famiglia, luoghi privilegiati dell’attenzione alla vicenda esistenziale senza la quale gli uomini di oggi non incontrano il Signore risorto. Dal Consiglio Presbiterale escono queste indicazioni: le Unità pastorali, il presbiterio, la scuola, le associazioni giovanili; qualche altro accenno generico: la vita, il Consiglio pastorale, la Vicaria... Lo stile soffre uno scollamento tra appartenenza ecclesiale e presenza negli ambienti di vita (scuola, salute, lavoro, carità, migranti). Una diffusa interpretazione dell’evangelizzazione, catechetica, liturgica e anche caritativa, è attraversata da una sorta di sindrome “fondamentalista”. Forse perché il processo interpretativo dell’esistenza è più complesso, si cerca una scorciatoia in una sorta di offerta della “nuda parola” e dell’evangelo “puro”, in una spiritualità che non riesce ad assumere e a discernere scelte di vita con cui disporre di sé nel tempo presente. Il Consiglio Presbiterale di fronte a questa difficoltà/
limite non può che proporre la formazione degli evangelizzatori e operatori. Il Vescovo riassume gli interventi in quattro punti: - La collaborazione tra i preti: come valorizzare la fraternità presbiterale? - Che tipo di comunità stiamo costruendo? - Cosa ci sta a cuore nelle parrocchie: non i servizi, ma la vita delle persone. - Missionarietà della parrocchia. In concreto, occorre convertire la logica della parcellizzazione dei gesti dell’evangelizzazione (prima evangelizzazione, trasmissione della fede nella catechesi, formazione del volontariato, presenza negli ambienti di vita, impegno civile, ecc.), bisogna superare la pratica di settori pastorali che si pensano come ambiti di vita totalizzanti, dove tutti fanno tutto, senza mai intercettare altre dimensioni della vita cristiana. Questa è la grande correzione (conversione!) che deve favorire una pastorale con ‘attenzione all’umano comune’. Che ne è dell’accesso dei laici a questa immaginazione del futuro del volto della Chiesa popolo di Dio? L’attenzione antropologica non ha essi stessi come protagonisti, come portatori di una competenza singolare? Con simili domande bisognerà confrontarsi coraggiosamente. Papa Francesco esorta (EG, 29): “La parrocchia e le altre istituzioni ecclesiali, comunità di base, movimenti e altre forme di associazione, sono una ricchezza della Chiesa che lo Spirito suscita per evangelizzare tutti gi ambienti e settori. Molte volte apportano un nuovo fervore evangelizzatore e una capacità di dialogo con il mondo che rinnovano la Chiesa. Ma è molto importante che non perdano il contatto con questa realtà tanto ricca della parrocchia del luogo, e che si integrino con piacere nella pastorale organica della chiesa particolare”. Lasciamo a s. Pietro la pista da seguire: “Per questo, appunto, mettete ogni impegno per unire alla vostra fede la virtù, alla virtù la scienza, alla scienza la temperanza, alla temperanza la pazienza, alla pazienza la pietà, alla pietà l’amore fraterno, all’amore fraterno la carità” (2Pt 1, 5-7). d. Dante Bellinati
Attività del Vescovo
Domenica 12 gennaio: Ore 10.30 - Bellombra: celebra la S. Messa. Martedì 14 gennaio: Ore 9.30 - Rovigo, Curia: presiede la riunione dei Vicari Foranei. Ore 15.00 - Rovigo, Curia: presiede la riunione dei Direttori degli Uffici Pastorali diocesani. Mercoledì 15 gennaio: Ore 9.00 - Rovigo, Vescovado: riceve in udienza. Giovedì 16 gennaio:Ore 9.15 - Rovigo, Seminario: partecipa all’incontro di aggiornamento teologico-pastorale dei presbiteri, durante il quale il Vescovo di Trieste mons. Giampaolo Crepaldi svolge la riflessione su: “La relazione dei presbiteri con le istituzioni civili”. Ore 16.00 - Rovigo, Seminario: tiene l’incontro teologico-pastorale con i seminaristi. Venerdì 17 gennaio: Ore 9.00 - Rovigo, Vescovado: riceve in udienza. Sabato 18 gennaio: Ore 18.00 - Sariano: presiede la celebrazione della S. Messa nella festa di S. Liberata. Domenica 19 gennaio: Ore 10.30 - Bosaro: celebra la S. Messa ed amministra il sacramento della Cresima. Ore 16.00 - Rovigo, Sala della Gran Guardia: partecipa al Convegno del Movimento Lavoratori dell’Azione Cattolica.
attualità
domenica 12 gennaio 2014
Domenica 19 Gennaio 2014
Mese del Seminario diocesano
Festa del «Verbum Domini»
I seminaristi… di Papa Francesco!
Più volte, Papa Francesco, ha parlato a noi Seminaristi, con il suo stile inconfondibile e con le sue “battute” amabilmente provocatorie (per favore!). Desideriamo, in questo mese dedicato al Seminario, che alcune sue parole raggiungano anche le nostre comunità, motivandole a pregare per noi e per i tanti altri, che il Signore sta chiamando, convinti di quanto il Santo Padre ci ha detto: “Gli operai per la messe non sono scelti attraverso campagne pubblicitarie o appelli alla generosità… E’ Lui che chiama, è Lui che manda. Per questo è importante la preghiera”. Gioia. Sempre dove sono i seminaristi, i giovani, c’è gioia! Ma dove nasce la gioia? “Sabato sera torno a casa e andrò a ballare con i miei antichi compagni?” Da questo, per esempio, nasce la gioia di un seminarista? Alcuni diranno: la gioia nasce dalle cose che si hanno, e allora ecco la ricerca dell’ultimo modello di smartphone… Altri dicono che viene dal brivido delle sensazioni più forti (alla gioventù piace andare sul filo del coltello, piace proprio!). Altri ancora dal vestito più alla moda, dal divertimento nei locali più in voga, dal successo con le ragazze, passando magari da una all’altra, e potremmo continuare… Anche voi vi trovate a contatto con questa realtà che non potete ignorare. Ma noi sappiamo che tutto questo alla fine è una gioia che rimane alla superficie, non scende nell’intimo, non rende veramente felici. La gioia vera è un’altra cosa! Nasce dall’incontro con gli altri, dal sentirsi accettati, compresi, amati e dall’accettare, dal comprendere e dall’amare. La gioia è il sentirsi dire, non necessariamente a parole: “Tu sei importante per me”. Questo è bello… Ed è proprio questo che Gesù dice a ciascuno di noi: “Tu sei importante per me, ti voglio bene, conto su di te”. Di là nasce la gioia! Sentirsi amati, sentire che per Lui noi siamo non numeri, ma
persone; e sentire che è Lui che ci chiama. Chiamati. Diventare sacerdote, non è primariamente una scelta nostra. Io non mi fido di quel seminarista che dice: “Io ho scelto questa strada”. Non mi piace questo! Non va! Ma è la risposta ad una chiamata e ad una chiamata di amore. Sento qualcosa dentro, che mi inquieta, e io rispondo di sì. Nella preghiera il Signore ci fa sentire questo amore, ma anche attraverso tanti segni che possiamo leggere nella nostra vita, tante persone che mette sul cammino. Non abbiate paura di mostrare la gioia di aver risposto alla chiamata del Signore e di testimoniare il suo Vangelo nel servizio alla Chiesa. E la gioia, quella vera, è contagiosa, fa andare avanti. Invece, quando tu ti trovi con un seminarista, un prete troppo serio, troppo triste, con una faccia lunga. tu pensi: ma qualcosa qui non va! Per favore: mai preti con la faccia di “peperoncino in aceto”, mai! Per sempre. Tutti voi avete voglia di dare la vita per sempre a Cristo! Ma sentite bene: tutti noi, anche noi più vecchi, siamo sotto la pressione di questa cultura del provvisorio; e questo è pericoloso. Mi sposo fino a che dura l’amore e poi vedrò; mi faccio seminarista per diventare prete, ma non so come finirà la storia. Questo non va con Gesù! Io non rimprovero voi, ma questa cultura del provvisorio, che ci bastona tutti, perché non ci fa bene… Io vorrei che voi pensaste a questo: come posso essere libero da questa cultura del provvisorio? Voi consacrate il vostro amore a Gesù, un amore grande. Il cuore è per Gesù, e questo ci porta a fare il voto di castità, il voto di celibato. Ma il voto di castità e il voto di celibato non finisce nel momento della promessa, va avanti… Una strada che matura, matura, matura verso la paternità pastorale, e quando un prete non è padre della sua comunità diventa triste. E’ una tristezza che viene
la Settimana 3
dal vivere male questa consacrazione, che invece ci deve portare alla fecondità. Non si può pensare un prete che non sia fecondo. Tanti preti che sono gioiosi, è perché sono fecondi, danno vita, vita, vita… Questa vita la danno perché la trovano in Gesù! Fecondità pastorale. Per favore non siate “zitelli”! Autenticità. Parlare di autenticità ai giovani non costa, perché i giovani – tutti – hanno questa voglia di essere autentici, di essere coerenti. Questa è una responsabilità prima di tutto degli adulti. Vogliamo giovani coerenti? Siamo noi coerenti! Ma anche voi, a vostra volta, cercate di seguire questa strada. Io dico sempre quello che affermava san Francesco d’Assisi: La frase è cosi: “Annunciate il Vangelo sempre. E, se fosse necessario, con le parole”. Cosa vuol dire questo? Annunziare il Vangelo con l’autenticità di vita, con la coerenza di vita, poi con le parole! E’ nella nostra vita che gli altri devono poter leggere il Vangelo! Anche qui senza timore, con i nostri difetti che cerchiamo di correggere, con i nostri limiti che il Signore conosce, ma anche con la nostra generosità nel lasciare che Lui agisca in noi. Aprite la porta alla grazia, con questa trasparenza! Il cammino. La coerenza è fondamentale perché la nostra testimonianza sia credibile. Ma non basta, ci vuole anche una preparazione culturale per dare ragione della fede e della speranza. Il contesto in cui viviamo sollecita continuamente questo “dare ragione”, ed è una cosa buona, perché ci aiuta a non dare nulla per scontato, ma è anche una cosa impegnativa: richiede una buona formazione, equilibrata, che unisca tutte le dimensioni della vita. Nella formazione vostra ci sono i quattro pilastri fondamentali: formazione spirituale, ossia la vita spirituale; la vita intellettuale, (questo studiare per “dare ragione”); la formazione pastorale, inco-
minciare ad andare ad annunciare il Vangelo; e, quarto, la vita comunitaria. Quattro. E per quest’ultima è necessario che la formazione sia in comunità, nei seminari… Io penso sempre questo: è meglio il peggior seminario che nessun seminario! Perché? Perché è importante, necessaria questa vita comunitaria, di amicizia e di fraternità. La fraternità, fra tutti! E, se io ho qualcosa con un fratello, lo dico in faccia, o lo dico a chi può aiutare, ma non lo dico agli altri per “sporcarlo”. Tante volte ho trovato comunità dove le giaculatorie più comuni sono le chiacchiere! E’ terribile! Si “spellano” uno con l’altro… Questo non fa bene! Non lasciamoci rubare l’ideale dell’amore fraterno! Uscire/andare. Vorrei dirvi: uscite da voi stessi! Ci sono due uscite: una verso l’incontro di Gesù; l’altra verso gli altri per annunziare Gesù. Queste due vanno insieme. Se tu ne fai una soltanto, non va! Io penso alla Madre Teresa di Calcutta. Era brava questa suora. Non aveva paura di niente, andava per le strade… Ma questa donna non aveva paura anche di inginocchiarsi, due ore, davanti al Signore. Non abbiate paura di uscire da voi stessi nella preghiera e nell’azione pastorale. Siate coraggiosi per pregare e per andare a annunziare il Vangelo. Io vorrei una Chiesa più missionaria, non tanto tranquilla. Quella bella Chiesa che va avanti. Non imparate da noi quello sport che noi, i vecchi, pratichiamo spesso: lo sport del lamento! Non imparate da noi il culto della “dea lamentela”. E’ una dea quella… sempre col lamento! Ma siate positivi, coltivate la vita spirituale e, nello stesso tempo, andate, siate capaci di incontrare le persone, specialmente quelle più disprezzate e svantaggiate. Non abbiate paura di uscire e andare controcorrente. Siate contemplativi e missionari. La Comunità dei Seminaristi
Quest’anno, terminate le feste natalizie, la nostra diocesi celebrerà una festa “nuova”: la Festa del “Verbum Domini”, cioè la festa della “Parola di Dio”. Noi celebriamo da secoli la festa del “Corpus Domini”. Ma sappiamo che Dio si rende presente in mezzo a noi anche mediante la sua parola, scritta nella Bibbia, e non solo con l’Eucaristia? Questa infatti è la fede della Chiesa, espressa bene dal Concilio nella Dei Verbum: “La Chiesa ha sempre venerato le divine Scritture come ha fatto per il Corpo stesso di Cristo, non mancando mai, soprattutto nella sacra liturgia, di nutrirsi del pane della vita dalla mensa (per sé da considerare unica) sia della parola di Dio che del corpo di Cristo, e di porgerlo ai fedeli” (DV n. 21). Nel Messaggio “Popolo di Dio in missione”, che ho pubblicato per la prima volta nel mese di aprile 2013, ho annunciato che, per “ritrovare l’entusiasmo di comunicare la fede”, è necessario che ci mettiamo tutti “in religioso ascolto della parola di Dio”. In questo modo rinnoviamo la nostra conversione al Signore, cresciamo verso una fede adulta e siamo in grado di “rendere ragione della speranza che c’è in noi” (cf. 1 Pt 3,15). Per conservare e far crescere la nostra fede, dunque, è necessario che leggiamo e meditiamo la Parola di Dio, sia personalmente che insieme, in tutte le stagioni della vita, valorizzando gli strumenti di riflessione offerti dalla diocesi, come il Quaderno “Popolo di Dio in missione”. Per mettere in risalto il ruolo fondamentale della “Parola di Dio scritta” nella vita di noi cristiani e delle nostre comunità, chiedo a ogni parrocchia di celebrare, dopo le feste natalizie, nella 2ª domenica del tempo ordinario, il 19 gennaio 2014, la Festa del “Verbum Domini” La festa del “Verbum Domini” si pone in continuità con la celebrazione delle festività natalizie e, quindi, diventa un’occasione privilegiata per prolungare la meditazione sul mistero dell’ incarnazione: Dio si è manifestato all’interno dell’esperienza di fede del popolo d’Israele prima e dei discepoli di Gesù e delle prima comunità cristiane poi: esperienza codificata nella Bibbia. La finalità per cui istituisco la festa del “Verbum Domini” è duplice. Con questa festa desidero far riscoprire
ai fedeli il ruolo fondante e fondamentale della “Parola di Dio scritta” (la sacra Scrittura) nella vita della Chiesa e del cristiano; in secondo luogo voglio sollecitare i fedeli a valorizzare la “Parola di Dio scritta”, per nutrire la propria vita spirituale. Per raggiungere queste finalità, è necessario che la festa del “Verbum Domini” non rimanga un fatto episodico, ma che diventi una festa annuale, tale da promuovere di anno in anno, nelle comunità cristiane e nei fedeli, un progressivo accostamento alla “Parola di Dio scritta” ed una sua progressiva valorizzazione. Inoltre è necessario che la festa sia preceduta, accompagnata e seguita da opportune iniziative di studio e da esperienze di preghiera, capaci di mettere le persone a diretto contatto con la Bibbia. Come ho scritto nel Programma pastorale 20132014, la Festa del “Verbum Domini” prevede che si metta la Bibbia “al centro”, sia in chiesa che nelle case, con le seguenti iniziative: - durante una o più celebrazioni della S. Messa di domenica 19 gennaio, si faccia l’intronizzazione della Bibbia prima della Liturgia della Parola, secondo le indicazioni date ai parroci; - si curi maggiormente la proclamazione della Parola di Dio e nell’omelia si metta in evidenza il ruolo che la Parola di Dio ha nella nostra vita di cristiani; - al termine della S. Messa si consegni il Vangelo ai capi-famiglia; oppure si consegni la Bibbia ai membri del Consiglio Pastorale o ai catechisti o ai lettori; - al termine della S. Messa si esponga la Bibbia su un leggio in fondo alla chiesa, nel corridoio centrale, in forma permanente; - nelle case i fedeli creino l’“angolo della Bibbia”, in cui espongono la Bibbia aperta in modo permanente. Chiedo a tutti – sacerdoti, religiosi e laici – di celebrare bene questa Festa del “Verbum Domini”, domenica 19 gennaio 2014, e auguro a tutti che questa celebrazione dia ulteriore risalto al significato vitale che la “Parola di Dio scritta” ha nella nostra vita di cristiani e nella vita delle nostre comunità ecclesiali. + Lucio Soravito, vescovo
Radio Kolbe 91.2 e 94.5
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la Settimana
polesine
domenica 12 gennaio 2014
Per volontari ed assistiti presso il teatro della parrocchia della Commenda
Rovigo
Anche quest’anno, la sera della vigilia di Natale, per iniziativa della San Vincenzo in collaborazione con le altre Associazioni aderenti alla Rete Territoriale per i senza fissa dimora, è stata organizzata una cena, che ha visto coinvolti, oltre alle persone assistite, anche volontari ed autorità, per un momento di condivisione ed uno scambio di auguri. La festa si è svolta presso il teatro della Parrocchia della Commenda, gentilmente messo a disposizione dal parroco don Antonio, ed ha visto coinvolte circa cento persone. Oltre ai numerosi volontari ed agli ospiti che quotidianamente usufruiscono dei servizi offerti nel territorio, tante sono state le persone che a vario titolo si sono rese disponibili per servire e ad allietare la serata. La cena è stata molto apprezzata non solo per i contenuti culinari, preparati dalla Gastronomia che fornisce la Mensa Ozanam, e per le gustose torte appositamente preparate dalle signore dell’ANDOS, ma soprattutto per il clima di cordialità che si è creato tra tutti e l’allegria suscitata dal karaoke organizzato, che ha dato una nota particolare alla serata ed ha stimolato l’esibizione canora di quasi tutti i presenti. Altri momenti di allegria sono stati portati dall’esibizione estemporanea di un amico con fisarmonica e la “chiarastella” degli amici del Gruppo Folkloriamo.
Interessante il percorso sacro-figurativo che la Presidente del Circolo Arti Decorative, Gianna Mazzetto, ha tracciato con la serie di mostre sulle icone. Abbiamo ammirato le icone cristianoortodosse rumene su vetro di Ana e Ioana Negotia, in seguito, dall’Etiopia, il volto di quelle lignee di Vi v i a n a Zorzato, artista di Padova, eritrea di nascita, studiosa dell’antica pittura sacra con passione per il legno. Belle, considerevoli esposizioni a sottolineare le festività natalizie 2013/2014, con il recupero di quella sacralità delle origini che ci porta agli inizi del nostro più autentico sentimento religioso. Merito di quegli artisti che si fanno carico di trasmettere le memorie di arte e di fede, quelle più intime e autentiche che germogliano da sempre nei cuori dell’umanità. In “Terre emerse”, le icone africane cristiano-copte sono abbinate a maioliche e ceramiche raku di Giovanni Omodeo. Tale titolo simbolico per dire di un linguaggio biblico e recondito, da scoprire e riscoprire d’acque, di terre, di divino, del sentire profondo dell’uomo che forse, solo il mondo creativo dell’arte e il sentimento religioso possono recuperare e plasmare, lode alla natura e alla divinità. Omodeo, po-
Cena dell’accoglienza
“TERRE EMERSE, immaginari a confronto”
Mostra di Viviana Zorzato e Giovanni Omodeo Fino a 14 Gennaio
Come pacchetto natalizio agli ospiti sono state donate delle scarpe, che per qualcuno sono risultate provvidenziali. Oltre alla presenza significativa dell’Assessore ai Servizi Sociali del Comune di Rovigo, che si è intrattenuto per tutta la durata, molto graditi sono stati i saluti del Sindaco Piva e della Presidente della Provincia Virgili. Il presidente della San Vincenzo, Giuseppe Amato, oltre a formulare auguri a tutti gli intervenuti e ringraziamenti a quanti hanno permesso di realizzare l’iniziativa, ha evidenziato l’importanza della stessa che non va intesa come evento
L’attesa del Natale
occasionale per celebrare il Santo Natale, in cui tutti ci si scopre più buoni, ma un momento festoso tra persone che quotidianamente si trovano a condividere relazioni e ad offrire o usufruire di servizi con uno stile amichevole e fraterno. In particolare Amato ha sottolineato l’ottima collaborazione esistente col Comune e la Provincia, che permette la realizzazione di progetti a favore di persone senza dimora o in situazione di povertà estrema, rigettando i luoghi comuni secondo cui il Volontariato deve avere, per partito preso, un atteggiamento critico nei confronti dell’Ente Pubblico ed anche quello di esserne la stampella. G.A.
Ficarolo
Esperienza di famiglia nella festa delle famiglie
Domenica scorsa in occasione della festa della Santa Famiglia, durante la celebrazione eucaristica a Ficarolo, il parroco Mons. Giancarlo Crepaldi, ora parroco anche della vicina Salara dopo il ritiro alla Casa del Clero di Don Benedetto Ghinello, ha organizzato un’omelia originale dove a parlare dall’ambone non era lui bensì una giovane famiglia salarese impegnata sia sul fronte civico, sia su quello religioso. Si tratta del primo cittadino Andrea Prandini, sposato dal 2005 con Eleonora Marin, genitori di Alice ed Alessandro (7 e 5 anni) e ora in attesa del terzo figlio. Un esempio quanto mai azzeccato nel giorno in cui si festeggiano tutte le famiglie, una testimonianza che vuole smuovere le coscienze delle giovani coppie e non solo. I due si sono conosciuti da ragazzini frequentando gli scout a S. Maria Maddalena, e dopo anni di animazione insieme, hanno deciso di impegnarsi su fronti diversi, senza dimenticare il tempo dedicato alla cura della famiglia e i rispettivi lavori: lui è infatti farmacista e sindaco da ormai 10 anni, mentre Eleonora, che lavora in banca, è catechista e responsabile del piccolo coro dei bambini. Facile domandarsi che legame ci sia tra l’impegno cattolico e quello politico, ma la risposta l’ha data lo scorso settembre Papa Francesco, sostenendo che i cittadini non possono non curarsi della politica: “Nessuno di noi può dire: «Ma io non c’entro in questo, loro governano…» – afferma il Pontefice - No, no, io sono responsabile del loro governo e
liedrico artista di Padova è grafico, pittore, ceramista, animatore di eventi culturali. Nella mostra rodigina fra formelle, pesci, barche simbolismo della Chiesa nel viaggio verso l’eterno e i raffinati cromatismi delle ceramiche raku, saltano all’occhio, inteneriscono e sorprendono giocose le simpaticissime, g r o s s e ranocchie. Paiono salutare saltellanti e un poco enigmatiche i visitatori in Galleria. Gradevoli, animano l’ambiente, paiono creature di favole antiche, incantesimi, forse fate, fanciulle tramutate in questi animali straordinari di acqua e di terra. Ma anche un narrare di storie fra paludi, stagni, prati, boschi: un mondo fantastico per stimolare immaginazione e dare un guizzo in più ad ambienti per ragazzi, ma anche adulti. La produzione di icone in Etiopia si diffuse sin dal IV secolo con l’arrivo del cristianesimo e l’inizio di una tradizione di pittura sacra legata anche all’antico culto della Madre terra, patrimonio artistico tenuto in vita sino ai nostri giorni. Viviana Zorzato affascinata da tale intima atmosfera religiosa la tramanda, in particolare, con raffigurazioni della devozione per Maria Vergine, la Prediletta, una venerazione che parte dal XV secolo. Le icone erano su
devo fare il meglio perché loro governino bene e devo fare il meglio partecipando nella politica come io posso. La politica, dice la Dottrina Sociale della Chiesa, è una delle forme più alte della carità, perché è servire il bene comune. Io non posso lavarmi le mani, eh? Tutti dobbiamo dare qualcosa!”. Da qui la scelta del giovane Prandini, allora animatore della parrocchia, di mettersi in gioco alle amministrative del proprio paese natale nel 2004, poi riconfermato alle elezioni del 2009 e ormai alla scadenza del suo secondo mandato. “Negli anni ho avuto modo di applicarmi in molti ambiti, dal catechismo all’animazione scout, dalla musica nel coro parrocchiale alla realizzazione del presepe, dalla sistemazione dei banchi della chiesa alla realizzazione del grest parrocchiale – spiega Andrea - Dal 2004 vivo il mio impegno di servizio principalmente in ambito politico-amministrativo come sindaco di Salara. La guida di una comunità è un’esperienza forte. che ho potuto affrontare sempre con il sostegno e la col-
laborazione della famiglia. Ognuno di noi ha dei doni e l’importante è che siano messi al servizio degli altri. I figli piccoli ci costringono ad impegnarci in tempi e ambiti diversi ma pur sempre condividendo le esperienze e le problematiche. Il nostro sogno più grande è poter svolgere un servizio insieme, quando i bimbi saranno grandi” conclude il giovane papà. A seguire l’intervento della moglie Eleonora “Io e Andrea siamo cresciuti a “pane e scoutismo” quindi, oltre agli insegnamenti ricevuti in famiglia, l’educazione al servizio è stata costante e diventare giovani adulti aperti al prossimo quindi è stato normale. Ci siamo sempre impegnati in ambito parrocchiale e di animazione dell’infanzia con entusiasmo. Abbiamo sospeso il servizio un paio d’anni in concomitanza del matrimonio e della nascita dei due piccoli: partecipavamo alla Santa Messa, abbiamo sempre parlato di Gesù in casa, ma sentivamo che ci mancava qualcosa di importante, e abbiamo quindi gra-
dualmente ripreso il servizio in parrocchia. A giugno nascerà un nuovo piccolo in famiglia, quindi le sfide non mancano. Dobbiamo essere grati di molti doni ricevuti, l’unico nostro merito è di provare ad essere adulti responsabili ed disponibili ad impegnarci nel servizio agli altri”. Concludono infine i due giovani genitori “L’ultimo anno e la malattia di don Benedetto ci hanno messo alla prova come laici facendoci capire quale sia l’importanza dell’impegno della comunità parrocchiale a fianco del sacerdote. Siamo solamente all’inizio di questo percorso che ci chiama ad una maggiore responsabilizzazione sia nella gestione materiale dei bisogni della parrocchia che nella testimonianza educativa. Oggi le parrocchie di Salara e Ficarolo formano un’unica unità parrocchiale e la comunità di riferimento si è ampliata, questo rappresenta uno stimolo che sicuramente ci arricchirà e una sfida da affrontare come giovane famiglia nella consapevolezza che non siamo soli”.
Adria
base lignea di ulivo e un particolare stile fu quello chiamato con il poetico nome: “ dei volti lunari”. E stupore lunare appare nell’icona di Maria giovinetta, graziosissima nella rotondità del viso, illuminato dai grandi occhi sognanti, stupiti e da una preziosa corona a raggiera. Incanto e adorazione anche nelle raffigurazioni di Madonne, Arcangeli, Angeli, Santi e comunità oranti. Piccoli quadri, icone bipartite, a più ante, in legno, pietra o cartapecora da venerare in viaggio e in angoli della casa. Colori naturali e caldi dalle atmosfere africane: ocra, mattone, giallo, oro, arancione e quei volti dagli sguardi scuri, intensi ad indagare misteriose presenze divine che paiono aleggiare attorno impalpabili. Tenerezza per un naif che entra diretto nei cuori, pitture che catturano per continuità atavica, ingenuità e candore di fede. Aurora Gardin
KOLBE
rovigo 91.2 e 94.5 C: 0% M: 0% Y: 0% K: 100%
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Giuseppe Pastega parla di Francesco Girolamo Bocchi e il suo tempo
Jacopo Mercuriati 3°D
Col titolo di Storie adriesi la Biblioteca propone due incontri lunedì 13 e lunedì 20 gennaio alle 17,30 presso la sala della Fondazione scolastica “Carlo Bocchi” in Corso Vittorio Emanuele II, gentilmente concessa dal Presidente prof. Antonio Giolo. Il primo incontro è dedicato ad un illustre adriese, Francesco Girolamo Bocchi, vissuto tra il 1748 e il 1810, cioè nell’epoca del lento tramonto della Serenissima, della rivoluzione francese, delle guerre napoleoniche e dell’alternarsi delle dominazioni francese e austriaca fino al consolidarsi nel Veneto del dominio asburgico. La testimonianza di quegli anni si trova in molte lettere dell’Epistolario di Francesco Girolamo Bocchi e negli Annali da lui compi-
lati tra il 1772 e il 1810, anno della morte. Il prof. Pastega, esperto studioso di quel periodo, ha dedicato accurate ricerche sugli eventi di cui il Bocchi fu testimone e, per certi aspetti, cronista diligente e attendibile. Nel recente libro pubblicato da Apogeo “Il piacere delle memorie” Pastega mette in rilievo, oltre ai dati relativi alla interessante biografia del Bocchi, le opere “Annali” ed “Epistolario” accanto agli eventi più significativi riguardanti la città di Adria. Seguirà un secondo incontro, lunedì 20 gennaio, nella stessa sede e stesso orario, con l’intervento del dott. Paolo Ettore Forzato Arcioni per la presentazione del suo libro “Roma o morte! I garibaldini adriesi prima e dopo Mentana” edito da Apogeo.
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UnIone STAMPA PERIoDICA ITALIANA
FedeRazIone ITalIana SETTIMANALI CATToLICI
polesine
domenica 12 gennaio 2014
la Settimana 5
Intervista al Presidente di A.C. Fabio Callegari
“L’ingegnere di Dio …che visse a Rovigo”
“L’ingegnere di Dio …che visse a Rovigo” , questo è il tema della mostra fotografica allestita presso la Sala della Gran Guardia di Rovigo. Si tratta di una iniziativa molto importante, pensata e realizzata dall’Azione Cattolica della Diocesi di Adria-Rovigo, attraverso la quale si intende ricordare una straordinaria figura di giovane, beato, in cammino sulla via della santità, un credente laico che con la sua famiglia ha trascorso un periodo della sua vita a Rovigo, perciò la sua santità, il suo esempio , la sua straordinaria testimonianza di vita e di laico credente interpella la comunità cristiana di Adria-Rovigo, in modo particolare in questo anno pastorale nel quale il Vescovo Lucio ha indicato il cammino sul tema “Popolo di Dio in Missione”. Alberto Marvelli nacque a Ferrara nel 1918 e dopo aver trascorso i suoi primi anni d’infanzia a Rovigo (parrocchia del Duomo), si trasferì con la famiglia a Rimini. Frequentò l’oratorio salesiano e ancora giovanissimo aderì all’Azione Cattolica ove ricoprì vari incarichi di responsabilità. Nel 1941, dopo aver conseguito a Bologna la laurea in Ingegneria meccanica, Alberto si trasferì a Torino per iniziare la sua attività lavorativa presso la Fiat; nel 1943 rientrato a Rimini, aprì uno studio tecnico con il fratello Carlo. Nella città martoriata dai bombardamenti, Marvelli diverrà figura esemplare di fede e solidarietà, distinguendosi nel soccorso materiale e spirituale agli sfollati. Nominato assessore ai lavori pubblici e capo della sezione Genio Civile, il giovane ingegnere riuscì a coniugare vangelo e cultura, carità e politica, preghiera, azione
e contemplazione. Candidato alle amministrative cittadine nelle file della Democrazia Cristiana, alla vigilia delle elezioni del 6 ottobre 1946, morì investito da un camion militare. Il 5 settembre 2004 a Loreto, Alberto Marvelli venne proclamato beato da Sua Santità Giovanni Paolo II. Anche diversi di noi aderenti di AC della nostra Diocesi eravamo nella piana di Montorso durante la celebrazione della beatificazione. Parliamo di questa iniziativa con il presidente dell’Azione Cattolica diocesana Fabio Callegari . D - Presidente , brevemente cosa ci può dire della mostra? R - La mostra sarà inaugurata domenica 12 gennaio 2014 alle ore 17:30. L’evento è curata dal Centro documentazione “A. Marvelli” di Rimini, l’iniziativa è promossa in collaborazione con l’Associazione “Renzo Barbujani” e con la Parrocchia del Duomo. La mostra si compone di una quindicina di pannelli che ripercorrono la vita del giovane beato. Il pubblico potrà visitare la mostra fino a domenica 19 gennaio, tutti i pomeriggi dalle
Concadirame - Presepio vivente
ore 16 alle 19 e dalle ore 9 alle 12 nelle sole mattine di martedì, giovedì, sabato e domenica. D - Perché a Rovigo una mostra sulla figura del Beato Alberto Mavelli? R - L’Azione Cattolica, in occasione del decennale dalla beatificazione, desidera far ulteriormente conoscere la figura del beato Alberto Marvelli, il giovane “Ingegnere di Dio…che visse a Rovigo” attraverso questa importante iniziativa. Le motivazioni che hanno indotto l’AC diocesana a far conoscere maggiormente la figura di questo giovane beato sono diverse. Alberto era un giovane credente che nei vari ambiti di vita e in un periodo storico difficile ha comunicato senza riserve la propria fede, ricco di vita interiore, instancabile nella preghiera e dedito alla carità. Un cristiano autentico impegnato in politica con lo stile di concretezza, di mettersi accanto, di servire, specie i più bisognosi, e di testimoniare la fede , il Vangelo attraverso la gioia della sua vita più che con le parole. D - Il Beato Alberto, con la testimonianza della sua vita oggi cosa può ancora insegnare? R - La sua figura ci deve interrogare come laici e spronare a vivere con questo spirito di servizio nelle relazioni con i fratelli; ci ricorda le modalità con cui va inteso l’impegno politico specie in questo contesto storico nel quale tale impegno spesso viene utilizzato per fini personali. D - Presidente, possiamo spiegare il titolo della mostra? R - Il titolo della mostra vuole mettere in luce in particolare il legame tra fede e vita, le doti umane spese al servizio
dei fratelli non disgiunte dalla costante spiritualità quotidiana. D - Possiamo ricercare un legame tra la vita del Beato Marvelli ed il piano Pastorale indicato dal Vescovo della Diocesi che ha come tema: “Popolo di Dio in missione”? R - Il Vescovo Lucio indicando alla Chiesa diocesana
Ricostruito l’ambiente del Natale
C’era il fabbro, le fornaie, le lavandaie, i contadini ed i pastori, e perfino chi lavorava la lana. E poi ovviamente Maria, Giuseppe, il Bambino Gesù, l’Arcangelo Gabriele ed i Re Magi. Un vero presepio vivente quello andato in scena per la prima volta a Concadirame, grazie all’impegno dei giovani. La manifestazione si è svolta all’interno della Chiesa parrocchiale, domenica 6 gennaio, perché il tempo non era bello, altrimenti si sareb-
be potuta tenere all’esterno. Il pubblico presente composto in larga maggioranza da genitori ed amici ha apprezzato moltissimo l’idea e si è divertito. Ad accompagnare la rappresentazione le musiche, con i flauti di Marianna Tognin, Riccardo Formaggio e Filippo Salvan e la zampogna suonata da Mario Mechis, non più giovanissimo ma con lo spirito e l’entusiasmo di un ragazzino. Gli interpreti del presepio sono stati: Giorgia Lucchiari, Nicola Franzoso, Giacomo Rigobello, Lorenzo Leonardi, Lorenzo Cominato, Marco Dolfini, Emanuele Salvan, Sonia Carraro Simone e Michele Pavan, Laura Tegani, Ilaria Bellini, Sara Simonetti, Sara Zorzan, Silvia Biscuola, Alice Berti, Elisa Dolfini, Erica Zanella, Alice Costanzo e Daniele, Alberto Tognin. Hanno inoltre collaborato e curato i vestiti, Daniele
Bedon, Beatrice Tramarin, Grazia e Maura Frizziero. Entusiasta alla fine anche il parroco, don Andrea Lovato ed è stato grazie anche al suo sostegno che si è potuto dare vita alla rappresentazione che già c’è la voglia di ripetere e
il piano pastorale, ci stimola nel trovare e nel far ritrovare l’entusiasmo di comunicare la fede, nel dedicarci all’ascolto permanente della Parola di Dio, nell’andare in missione relazionandoci con le famiglie, con i giovani e con chi incontriamo nel lavoro, a scuola, nel tempo libero, in politica.... La testimonianza di Marvelli è ancora estremamente attuale soprattutto per i tanti giovani che vivono l’incertezza del loro futuro. Alberto non era un supereroe ma un ragazzo della “porta accanto” che però ha saputo vivere intensamente e in modo straordinario gli eventi ordinari della sua vita di giovane, di studente, di lavoratore e di politico. D - Quali parole , quali pensieri, possiamo ricordare del Beato Alberto? R - Da poco è iniziato un nuovo anno, mi permetto allora di riportare alcune frasi di Alberto come augurio per tutti
i laici della nostra Diocesi di Adria-Rovigo, poniamo ogni nostra fatica, lavoro, divertimento sotto lo sguardo di Dio, affinchè Egli sia sempre presente in noi. Spendiamoci continuamente nei nostri ambiti di vita per il bene degli altri con gioia, serenità e amore. D - Accanto alla mostra ci sono altre iniziative? R - A conclusione della mostra, domenica 19 gennaio dalle ore 16, nel celebrare il II° Congresso diocesano il MLAC – Movimento Lavoratori di Azione Cattolica, grazie alla relazione che ci sarà offerta dalla Prof.ssa Elisabetta Casadei, docente di Teologia Morale Fondamentale presso l’Istituto di Scienze Religiose “A. Marvelli” di Rimini, ci sarà offerto un ulteriore momento di conoscenza ed approfondimento di questo giovane “santo nel quotidiano”. Settimio Rigolin
Rovigo - Maria Ss. Madre di Dio
Incontro con il Vescovo
magari svolgere all’aperto il prossimo anno. r. g.
Domenica 5 gennaio 2014 il Vescovo, Mons. Lucio Soravito de Franceschi ha fatto visita alla comunità di Maria SS. Madre di Dio, la cui festa solenne ricorre l’1 gennaio. Prima della celebrazione della S. Messa delle 10.30, il Vescovo ha salutato di persona i fedeli presenti, scambiando, con la cordialità che gli è propria, gli auguri di buon anno. La Santa Messa è stata concelebrata dal parroco, don Mario Ferrari e da don Gianni Azzi. L’assemblea era molto numerosa ed entusiasta di assistere a questa importante Santa Messa. L’omelia, molto attesa da tutti, è stata imperniata sulla parola di Dio: “Il verbo si fece carne e pose la sua dimora in mezzo a noi”: la parola di Dio rimane in noi e porta frutto. Il Vescovo ha inoltre sottolineato che la fede non va vissuta solo in Chiesa, o in casa, chiusi in se stessi, ma va testimoniata in tutti i luoghi e a tutte le persone. Al termine della Santa Messa il Vescovo ha impartito la benedizione, ha ringraziato, nei saluti di congedo, il Parroco don Mario Ferrari, don Gianni Azzi e i fedeli presenti, ha rinnovato gli auguri a tutti per un anno proficuo e sereno. E’ stato addirittura applaudito! La Santa Messa è stata animata dal coro dei giovani, che ha proposto canti del repertorio sacro, tra cui alcuni canti natalizi e altri dedicati a Maria Santissima, eseguiti con gioia e devozione. Francesca Ledda
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la Settimana
polesine
domenica 12 gennaio 2014
Rovigo Casa del Clero
Lions “Contarina Delta del Po”
Ancora una volta è stato Marco Maran ad allestire il presepio della Casa del clero Pio XII di via Pascoli, 49 a Rovigo. Quest’anno Marco aveva una squadra nuova: Oltre al Papà e al Suocero ed alcuni amici, c’erano anche Pietro e Giovanni. Pietro e Giovanni sono due – i più anziani – dei suoi figli. Sono poco esperti di meccanismi e di impianti elettrici, ma sono espertissimi di buon gusto e di innocente ammirazione per i Personaggi del Presepe di Betlemme. Collocato molto vicino all’ingresso della Cappella, è divenuto posto di devozione dei numerosi affezionati amici che frequentano, con gli Ospiti, le celebrazioni presiedute dal Direttore. L’albero … Pietro e Giovanni hanno impostato il non enorme presepe: esso si incentra nella “grotta” che – come in San Pietro a Roma – ha pure lo spazio per l’albero di Natale. Non hanno tutti i torti: esso richiama l’avventura dell’uomo che è passato dal peccato al “nuovo germoglio” che è divenuto pianta grande e che è carico non solo di doni, ma pure di tante storie che rac-
Giovani imprenditori: per ispirazione o per necessità? “Solo il 4% per necessità: la maggioranza lo fa proprio per ispirazione!”. Il ruolo della famiglia? Fondamentale. Chi orienta all’innovazione? Non certo una Università ancora non al passo: piuttosto, i clienti/fornitori, quando non addirittura i concorrenti! Ma la Crisi, non fa paura? Sembra di no (“ma i dati si riferiscono al biennio 2008-10: oggi non si sa se siano ancora validi”, chiosa prudentemente il relatore). Gli aiuti, i bandi, i fondi? “Li conoscono, certo: ma non è certo quella la vera molla”. Il prof Moreno Mancin, al vederlo,è una contraddizione vivente. È giovane, ma ha un curriculum da veterano; ha sguardo chiaro e sorriso mite, ma una determinazione granitica; è Ricercatore (di management, a Ca' Foscari) ma è anche Professore di economia aziendale; svolge attività di formazione per imprese ed Associazioni di Categoria, ma continua ad occuparsi di imprenditoria giovanile. Ed è appunto di questo che è venuto a parlare ai soci del Club Lions "Contarina Delta Po".
Il “Presepe 2013”
contano del bisogno dell’uomo e della misericordia di Dio, nei tempi dell’attesa. La grotta … La Grotta riassume in se tutto l’avvenimento di quella notte in cui Maria diede alla luce il suo Primogenito. E’ massiccia e totalizzante, aperta, piena di riferimenti ai suoi proprietari. Colpisce il ricorso agli spazi aperti che rendono ben visibile il Neonato, sua Madre e San Giuseppe. Colpisce la presenza delle pecore, di qualche persona, mentre tutta la concretezza della natura collinare manifesta la povertà e la semplicità dell’ambiente. Qualche fuoco lascia immaginare la pre-
senza di pastori e di greggi e nel cielo splendente e candido volteggino gli Angeli e si fanno richiamo dell’angelico canto di “pace per gli uomini e la gloria per Dio”! Non è difficile immaginare i volti di Pietro e di Giovanni tutti presi a contemplare il loro … presepe e a sorridere a Don Afro che passando, sosta e sorride, quasi ricuperando l’antico amichevole sorriso. Devi fermarti e sostare e ricuperare l’antico innocente orgoglio per un presepe così semplice e così affascinante come quello che il dr Maran e i suoi bimbi hanno preparato per i nostri preti della Casa del Clero. Gia
Padri e Suore Guanelliane propongono
Fare l’imprenditore oggi
La carrellata, dal più ampio livello nazionale, scende via via a quello regionale, provinciale e locale: il faro resta acceso sul Polesine e sul Delta del Po. In tempo di Grande Crisi, il quadro si presenta in chiaroscuro: dagli inevitabili scossoni della "peggior depressione del dopoguerra" agli spiragli che i giovani sembrano cogliere prima degli altri: il desiderio di fare impresa, la ricerca di contaminazione con altre persone ed altri Paesi piuttosto che di aiuti economici spiccioli, l'innovazione come esigenza indissolubilmente legata all'internazionalizzazione, e una famiglia che sostenga ed incoraggi. Nicola Franzoso, Presidente del "Contarina Delta Po",
Pensieri e ricordi per il Maestro
Era il maestro, per tutti era il maestro
Giovanni Pavarin è stato il marito di Giovanna, il padre di sette figli, un insegnante della scuola elementare, un cristiano sempre impegnato ma, come lui amava definirsi, soprattutto è stato un volontario. La conoscenza e la profonda amicizia erano nate negli anni ’70 con l’esperienza dell’ACR (Azione Cattolica Ragazzi), nella commissione diocesana in un servizio ai più piccoli nelle parrocchie. Campi scuola, convegni, incontri a vari livelli sono stati svolti, ma sempre a servizio dei più piccoli, nella Chiesa, dei fanciulli e dei ragazzi. La sensibilità educativa e la competenza pedagogica, unite ad una profonda fede, erano le caratteristiche che accompagnavano e permeavano la sua statura umana e professionale. Ma il “sogno” che con 12 giovani e adulti ha voluto realizzare con tutte le sue forze, è stata la fondazione dell’Associazione Portaverta, nel 1979 quando, da educatore su nomina del Provveditorato agli studi di Rovigo, animava il Centro di Lettura all’interno del Carcere rodigino. Aprire una casa di accoglienza per offrire nel Polesine un punto di riferimento famigliare, gratuito e sereno a persone con una vita fuori dalla “normale quotidianità”: ecco la realizzazione del sogno, reso possibile dalla disponibilità di una sede a Granzette, nel giugno del 1981 nel periodo in cui era parroco don Vanni Cezza che, con il maestro Giovanni, è stata l’altra figura significativa della storia ormai più che trentennale di Portaverta. Ispirata ai principi cristiani di solidarietà e fraternità, l’Associazione, laica, ha sempre mantenuto un rapporto di apertura con la Curia vescovile e durante l’episcopato di Mons.
Giovanni Sartori, nel 1988 ha potuto acquistare con una consistente elargizione del Credito Fondiario delle Venezie la proprietà di via Forlanini, a Rovigo, sede tuttora aperta e funzionante. Per il maestro la fedeltà e la tenacia nel servizio settimanale nella casa e negli incontri settimanale del sabato sera e mensile, diventavano i cardini di un volontariato coraggioso, motivato per una testimonianza di fede radicale e di carità incarnata, come doni dell’Amore del Padre, frutti dell’ascolto assiduo della Parola e ravvivati dalla preghiera quotidiana. Il nome Portaverta, in dialetto polesano, studiato e pensato in molti incontri prima di aprire il centro di accoglienza, ha voluto essere il segno forte di una scelta coraggiosa, per un volontariato sul territorio, attento ai veri bisogni dei poveri, dei senza voce, di tante persone che, bussando o suonando il campanello della porta, hanno chiesto un aiuto, espresso in vari modi: un colloquio di ascolto, un pasto, una doccia fino ad accoglienze residenziali per molti mesi. E’ sempre difficile e delicato raccogliere in poche righe una vita intensa, coraggiosa, fatta di fede e di amore per gli altri con perseveranza, fino al giorno in cui ha sentito le forze fisiche venire meno. Consegno con profonda stima e con riconoscenza la domanda che ad ogni nostro incontro, nella malattia, mi rivolgeva con la sua fatica di parlare. “E Portaverta, come va?” Alla risposta rassicurante che l’accoglienza e il servizio dei volontari continuavano, si apriva un sorriso che rivelava il suo affetto e la sua consacrazione ai poveri per sempre. Enrichetta Novo
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l’informazione sempre fresca? 28 Luglio - 4 Agosto 2014 da Sarria a Santiago CAMMINANDO COL VANGELO
INFO: www.donguanellaxte.com - www.guanellianisantiago.it caminosantiago.casa@guanelliani.it - sorsarasm@yahoo.es - cell. 338-4962391
che ha impostato l'intero anno sociale ad interagire con il territorio per liberare energie che concorrano ad arginare il serpeggiante diffondersi di sempre nuove povertà, coglie la palla al balzo: "Non possiamo lasciar cadere questa ricchezza di dati e provocazioni come ad una qualsiasi conferenza dotta", dice ringraziando il relatore e prendendo commiato dai soci. "Occorre che alle parole seguano iniziative concrete: perciò l'appuntamento - anche con il Prof. Mancin, se accetterà il nostro invito - è in primavera e, se individueremo il filone giusto, anche in tempi a venire". La Cittadinanza Umanitaria Attiva, per i Lions, non ha scadenze. Orazio Bertaglia
L’importo 2014 è lo stesso dell’anno corrente 2013 Abbonamenti 2014 Annuale ordinario Semestrale Per l’estero Amico
euro 47,00 euro 28,00 euro 150,00 euro 100,00
c.c.p. n. 6253430 - via Sichirollo, 74 - 45100 Rovigo - N. ROC 7848 Codici iban: • Cassa di Risparmio di Ferrara Sede di Rovigo IT65H0615512200000000009277 • Uff. Postale Rovigo IT07R0760112200000006253430
la Settimana SETTIMANALE DI INFORMAZIONE DELLA DIOCESI DI ADRIA-ROVIGO
la Settimana 7
polesine
domenica 12 gennaio 2014
Frassinelle Chiesa
Villadose
Domenica 15 Dicembre le comunità di Frassinelle e di Chiesa si sono trovate presso il teatro parrocchiale per assistere alla rappresentazione del musical “Sulle tracce di Karol” scritto ed interpretato dai “98anno0” di Rovigo. Era la prima volta in assoluto per questo gruppo a Chiesa ed è stata una prima volta davvero ben riuscita: il pubblico ha assistito alla rappresentazione con attenzione e partecipazione, imbattendosi nelle vicende di una classe di Rovigo in gita a Roma con lo scopo di raccogliere notizie su Giovanni Paolo II intervistando dei personaggi del posto. Un ragazzo vestito da centurione romano, un venditore di souvenir ed un mimo aiuteranno i ragazzi ad approfondire due particolari del pontefice: il suo ruolo nella caduta dei regimi comunisti dell’Europa dell’est, in particolare in Polonia, ed il grande amore e la speranza che nutriva nei confronti dei giovani tanto da dedicare a loro la “Giornata mondiale della gioventù”. Gli alunni poi saranno protagonisti di un gesto di solidarietà nei confronti del venditore di souvenir, consentendogli di guarire da una malattia. Una storia semplice
Come ormai tradizione la domenica della sacra famiglia è dedicata agli anniversari di matrimonio, quest’anno domenica 29 dicembre. Le tredici famiglie che hanno aderito hanno partecipato alla Messa celebrata dal parroco don Carlo Marcello, animata dalla corale Santa Cecilia diretta dal maestro Gino Alessio e accompagnata alla tastiera dal maestro Thomas Zogno, la celebrazione e il buffet sono stati invece organizzati dal gruppo famiglie. “Parlare di famiglia - ha concluso nell’omelia il parroco - non significa parlare di un aspetto, ma dell’intera società”. Hanno festeggiato i cinquant’anni di matrimonio Maria Marchetti e Paride Fanchin, Iolanda Piantavigna e Dino Frigato, Giuseppina Bondesan con Vittorino Munerato. Venticinque anni di matrimonio invece per Maria Grazia Gardin e Sergio Fanchini, Mariagrazia Roccato e Maurizio Fantinato, Antonella Romagnolo e Gianni Fontana, Gabriella
Il Natale è “Sulle tracce di Karol”
ma allo stesso tempo intensa che è in grado di proiettare lo spettatore, di qualsiasi età, sulle tracce del Papa che presto sarà santo e lo rende anche portatore di un messaggio di speranza e di solidarietà, consapevole che “il meglio deve ancora venire”. Durante l’intervallo tra il primo ed il secondo atto del musical c’è stato un bellissimo momento: i bambini della scuola dell’infanzia di Frassinelle sono saliti sul palco e hanno fatto, ai presenti, gli auguri di buon Natale cantando quattro canzoni della tradizione natalizia. Al termine della rappresentazione don Licio ha ringraziato tutti e ha sottolineato quanto sia importante oggi, con i tempi che corrono, la solidarietà specialmente se questa viene dai giovani. Il pomeriggio si è concluso con una lotteria, organizzata dalla polisportiva locale, allo scopo di raccogliere fondi per la scuola dell’infanzia. I 98anno0 ringraziano di
Rappresentato il musical dei 98anno0
Casa di cura “Città di Rovigo”
cuore don Licio, il sig. Settimo e tutto lo staff per l’accoglienza e per il buonissimo pranzo preparato ed offerto. I componenti del gruppo sono: Christian Rosa (attore, cantante&musicista, autore), Martina Brasolin (attrice, cantante), Valentina Bellini (attrice, cantante, autrice), Marta Temporin (attrice, cantante), Anna Massaro (attrice, cantante), Paola Landriani (cantante, scenografa), Lucia Rizzo (cantante), Raffaella Bisi (cantante), Eleonora Bellini (attrice), Stefano Magrì (attore, autore), Mark Cavaliere (attore), Alessandro Amato (attore), Michele Zuolo (attore, tecnico luci e suono), Alberto Cominato (tecnico luci e suono), Elena Garavello (artwork e web photo) e Matteo Galisi (webmaster). Se siete una parrocchia, un comitato, un’associazione, una proloco e volete ospitare il musical dei 98anno0 potete contattarli all’indirizzo e-mail 98anno0@libero.it, visitare il sito www.98anno0.too.it , oppure tramite il numero telefonico 338/8647093. R.N.
Il Vescovo Lucio incontra i malati
Venerdì 20 dicembre, accompagnati da Mons. Girolamo Toffanin, nella piccola cappella addobbata a festa con cesti di fiori ed un artistico presepe fatto da Clelia e da alcuni amici di Stanghella, i malati, parenti, amici, personale medico hanno accolto S.E Mons. Vescovo che ha portato a tutti i presenti la gioia del Natale. Il Vescovo ha avuto parole di conforto e di condivisione per i malati, spronandoli alla ricerca di Dio nella sofferenza donandosi con amore e fede nel momento del dolore, di non disperare mai confidando nella grande misericordia divina. Durante la Santa Messa, il nostro Vescovo, è venuto fra i malati per condividere il segno della pace, con la stretta calorosa delle sue mani fra quelle dei presenti, infondendo conforto e coraggio in comunione con il sentimento di gioia e di accoglienza che traspariva dagli occhi di tutti.. Dopo la benedizione, ha augurato il buon Natale ed un felice anno nuovo a tutti i malati, ringraziato i parenti ed il personale medico per il loro ruolo e professionalità e costante presenza sia medica che umana, ha esortato parenti ed amici a continuare la loro opera di assistenza e vicinanza ai malati, augurando un nuovo anno migliore e pieno di promesse tutte volte a migliorare la nostra e la loro esistenza. m.p.
Festeggiati gli anniversari di matrimonio
Bellan con Sandro Stocco. Gli sposi del 2013 che hanno invece festeggiato i dieci anni sono stati Silvia Fontana e Achille Bordon, Elisabetta Rizzi e Damiano Mattiolo, Anita Schibuola e Stefano Ongaro, Natascia Suman con Stefano Palugan, Martina Girotto e Daniele Roccato e Laura Zamboni con Denis Vettorello. Le coppie di sposi hanno rinnovato la promessa nuziale e poi ad una ad una si sono portate sull’altare per la benedizione degli anelli. A ciascuna è stata consegnata un’immagine in porcellana della sacra famiglia. Dopo la foto di gruppo la festa è continuata con un aperitivo in Crg. (m.p.)
Villadose
Presepe vivente
Il periodo di Natale si chiude con l’epifania e così come ormai è tradizione il 6 gennaio ci si è ritrovati insieme in Crg per concludere in festa. Complice una splendida giornata di sole moltissime persone si sono riversate nel parco e nel salone in un clima di amicizia e di condivisione. L’iniziativa sostenuta dalla Parrocchia è organizzata dal Gruppo Amici del presepe insieme, dal Crg e da numerosi volontari e appassionati. La rievocazione del presepe vivente è iniziata con l’’annunciazione della venuta di Gesù davanti alla chiesa il mattino, dopodiché una piccola delegazione di pastori con la befana si è poi portata alla nuova residenza per anziani Sant’Anna per portare gli auguri agli ospiti insieme alla calzetta. Nel pomeriggio, partendo dal sagrato della Chiesa si è svolta la rievocazione con Maria e Giuseppe che si sono portati alla capanna insieme ai pastori per poi dare alla luce Gesù. Suggestiva la ricostruzione del villaggio contadino con le varie capanne dedicate ai mestieri di una volta con “el poentaro, el cordaro, el
becaro, el fornaro, l’osto, el mazin, el favaro, el marangon, el muradore, l’artista, la sarta, la cuoga, i strigozi, el pistocaro”. Per tutti pane caldo, polenta con la salsiccia o coi i funghi, baccalà, biscotti, crostoli e dolci, pistocca con il vin brulé e cioccolata. In contemporanea nel salone del Crg si sono svolti i giochi per i bambini con la tombola e la premiazione dei presepi della rassegna e del concorso. Primi classificati per la rassegna Carlotta Rizzi, per il concorso presepi nelle case categoria bambini al primo posto Mirco Andriotto, al secondo Samantha e Simona Carlini e al terzo Riccardo Fontana, premio originalità a Angela Biasi, per la categoria adulti sono stati premiati Luigino Barin al secondo posto e Matteo Piva con Laura Ghirardello al primo. Segnalato il presepe di Franco Sabbiontini. Prima della chiusura con la brusavecia, l’estrazione della lotteria, l’entrata in scena dei magi con i doni e l’arrivo della befana che ha portato la calza con i dolcetti a tutti i bambini. Mirian Pozzato
Notizie dalla Scuola di Teologia
Finalità dei corsi Dopo le vacanze di Natale, anche la nostra Scuola ha ripreso le normali attività. Eccovi una breve descrizione delle finalità dei corsi che sono appena iniziati: FILOSOFIA, con il prof. Michele Visentin Il corso si propone di introdurre al pensiero filosofico occidentale, individuandone i paradigmi e le forme più significative. Le scelte contenutistiche e metodologiche saranno orientate allo sviluppo nei corsisti di un atteggiamento problematico e aperto alle questioni del proprio tempo. Poiché l’insegnamento avvia ad un primo approccio alle principali tematiche filosofiche, le modalità didattiche favoriranno attività di osservazione, di rielaborazione e di confronto attraverso la discussione per favorire la comprensione critica e l’interpretazione dei contenuti appresi. Si curerà particolarmente l’attenzione ai processi di apprendimento: quali la motivazione, l’organizzazione del lavoro, l’uso dei sussidi, lo stile attivo durante le lezioni. TEOLOGIA MORALE I, con il prof. don Daniele Donegà Finalità del corso è far incontrare Gesù come via di conversione personale per la sequela. La conversione a cui si fa riferimento è compresa come la configurazione del soggetto morale della persona che agisce e che richiede lo sviluppo delle virtù, partendo dal valore interpersonale dell’incontro per giungere alla comunione nello Spirito. La vita felice viene edificata mediante l’incontro tra l’Amato (Cristo) che chiama l’amante (il cristiano) che sfocia naturalmente nella sequela. Vedere il dinamismo morale dell’azione che sorge dall’esperienza primaria di un’unione interpersonale fin dal suo inizio. TEOLOGIA MORALE II con il prof. don Pier Antonio Castello Finalità del corso è delineare il “proprium”
dell’Etica teologica nei riguardi della persona e della società. Obiettivi specifici:convergenza della Rivelazione, del vissuto/Magistero della Chiesa e scienze umane, nella costruzione della riflessione morale sulla persona e sulla società. LITURGIA I, con il prof. Giovanni Melzi Il corso vuole essere una introduzione alla liturgia come celebrazione del mistero di Cristo, attraverso uno sguardo storico-antropologico e pastorale, per celebrare il Mistero di Cristo nella vita della Chiesa. TEOLOGIA PASTORALE II. Il corso consta di due parti: 1) TEOLOGIA DELLA FAMIGLIA, con il prof. don Vanni Cezza Per quest’anno, 2013-2014, si intende proporre una riflessione sul Padre. La motivazione di questa scelta è bene espressa da Pietro Barcellona nella prefazione del libro che intendo proporre come testo di riferimento: «la fine delle ideologie, proclamata come il trionfo delle libertà, ha determinato di fatto la fine di ogni trascendenza anche soltanto storica, costringendo l’uomo a vivere in una forma di costante regressione verso comportamenti sempre più “zoologici”. La riduzione di ogni meta al possesso del denaro e di ogni pratica al godimento sfrenato senza regole, ha prodotto una sorta di desertificazione in cui non c’è alcun spazio per la dimensione sacra della vita. Il volume di Risé è una denuncia di questa devastazione e un tentativo di riaffermare, anche in questo passaggio d’epoca, la centralità dei rapporti genitoriali e la rilevanza della figura paterna». 2) TEOLOGIA DELLA CARITÁ, con il prof. don Dante Bellinati, che ha come finalità quella di introdurre alla teologia della carità nell’ecclesiologia di comunione per una formazione alla pastorale della carità. Per informazioni potete consultare il nostro sito: www.teologiarovigo.it oppure telefonare ai numeri 346.3395166 e 0425.411568.
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la Settimana
polesine
domenica 12 gennaio 2014
Boara Polesine
Festa con le famiglie
Polesine - Un “Natale tutto polesano” Sfogliando a ritroso i giornali delle ultime due settimane, trovi tutto pieno di cronache sul Presepe, sul presepe vivente, sulle mostre di presepi, su concerti di Natale! Presepe vivente pure a San Pietro Polesine! Recite nelle Materne, concerti ad ogni angolo. Lusia, Cavazzana e Bornio – unità pastorale – ha offerto un concerto di voci bianche. Anche la Materna di San Biagio di Lendinara ha offerto il suo spettacolo! E non sono mancati anche quest’anno i presepi sul Canalbianco, ad Adria, Bosaro e nel Delta. E come nella migliore tradizione, aiuti ai più poveri in ogni comunità Rovigo S. Maria delle Rose - Concerto di Natale E’ una tradizione quasi coeva alla nascita della Comunità, il “Concerto di Natale”! La Corale voleva non solo affermarsi, ma pure rimarcare il lavoro svolto nell’anno che con le celebrazioni natalizie si concludeva. Anche quest’anno il “Concerto di Natale” ha fatto centro e con “Ensemble di chitarre “Impronte sonore “ed il “Duo Laura Ricardo Segredin” (chitarra acustica), ha deliziato i numerosi parrocchiani ed amici che hanno partecipato domenica 5 gennaio alle ore 21.00. A fare gli onori di casa con il Parroco don Mario Ferrari, è stata il direttore del coro Maria Teresa Rizzato. Ha accompagnato all’organo, Maria Chiara Marzola e al violino Nello Lupo. Commenda Est - Beato Alberto Marvelli Il Quartiere Commenda Est è pure servito da una zona di attrezzature sportive. Attrezzature nate con la nuova realtà parrocchiale e dai volontari di questa, realizzata fino a qualche anno fa. Campo, recinzione, illuminazione, spogliatoi, rete idrica sono solo alcune delle realizzazioni che i volontari della prima leva, hanno realizzato e sostenuto anche finanziariamente. Lo spazio sportivo è stato da subito dedicato ad Alberto Marvelli. Quegli erano i tempi in cui si stava preparando il cammino per poter farlo giungere nella gloria degli altari. Parrocchie - I “Periodici” Le festività di fine anno sono l’occasione per fare uscire i periodici parrocchiali. Alcuni sono mensili, altri bimensili, altri quadrimestrali altri che escono quando possono! Sono bellissimi, assai curati e sono firmati da giornalisti ben noti in Polesine. Eccone i nomi di alcuni, così come sono arrivati sulla scrivania: “Duomo in dialogo” della Concattedrale di Rovigo; “S. Sofia e la sua voce” periodico della comunità parrocchiale di S. Sofia di Lendinara; “La quinta campana” circolare della parrocchia di San Biagio – Lendinara, “In cammino” periodico della parrocchia di S. Andrea Apostolo Arquà Polesine; “San Bellino e Paolino” mensile di San Bellino; “NOI Natale 2013” periodico Casa S. Famiglia di Fratta Polesine”; “Lettera della Commenda ottobre, novembre, dicembre 2013” Parrocchia Cuore Immacolato di Maria Rovigo; ”Il San Bortolo” bollettino della parrocchia di San Bortolo Rovigo; “La nostra voce” dicembre 2013 parrocchia S. Antonino Martire Ficarolo (Ro); “L’Araldo” mensile parrocchiale di Villadose; “La voce di San Zenone Borsea 2000”, mensile della parrocchia di Borsea; “La Voce 2000” unità pastorale di Badia Polesine; “Camminare insieme” parrocchia dei SS Francesco e Giustina-Rovigo; ”INSIEME … per credere per sperare e per amare” Unità pastorale di Villamarzana e Gognano; “Voci di Comunità” mensile della parrocchia di Canda. Melara pubblica il “Bollettino parrocchiale” a Natale e a Pasqua ed un foglio parrocchiale settimanale. Altri sono ancora in viaggio con le poste italiane che riescono quasi ad essere eterne nei loro tempi. Molte parrocchie oltre al periodico, fanno uscire un foglio settimanale, altre sono ancora più organizzate e pubblicano attraverso gli ultimi … ritrovati elettronici. Tutti insieme sono una grande testimonianza della vitalità delle comunità parrocchiali. Epifania - … ogni festa porta via … I giorni delle festività che hanno tanto impegnato le associazioni, i gruppi, i volontari, le Caritas con la solennità dell’Epifania finiscono ed impegnano tutti nella massiccia opera di formazione cristiana dei giovani con la catechesi, gli incontri, i “ritiri spirituali” i momenti della di preghiera. Il super attivismo dentro e fuori la vita parrocchiale ha fatto desiderare il ritorno ai ritmi consueti. Anche i gruppi che solitamente vivono ai margini delle comunità parrocchiali, hanno più volte espresso il disgusto per la frenesia di alcuni dei giorni delle festività così fatti tutti di corsa. Sono stati particolarmente riusciti gli incontri di fine anno “L’ultimo con gli ultimi”. Elogio dell’“Asino” - “Sono solo un asino” Riporto qui per i miei 23 lettori, alcuni versi su animale spesso poco ammirato! Invece tanto … mansueto e caro! E’ uno sfogo dell’asinello del Presepe, ed è rivolto a Gesù: “Sono soltanto un asino, /però ti ho riscaldato con il mio fiato / quand’eri bambino / nella capanna di Betlemme. Sono soltanto un asino / e ti ho accompagnato / esule in Egitto / liberandoti da Erode. Sono solo un asino / e tante volte ti ho portato / da una città all’altra, / perché arrivassi meno stanco / ad annunciare la tua parola! Sono solo un asino / e a Gerusalemme, / quando hai fatto l’ingresso solenne / re giusto e vittorioso / umile ti ho portato sulla mia schiena. Tutti possono fare qualcosa / di buono e di bello! / Tu non hai creato scarti, non hai fatto cose inutili, grazie Signore Gesù!” “L’Asino del Presepe”
Comune di Rovigo - Servizio Pari Opportunità
“Pronto Donna” N. verde 800.391.609 e-mail: prontodonna@comune.rovigo.it
“Servizio di ascolto telefonico del Comune di Rovigo rivolto alle donne, italiane e straniere, che desiderano ascolto informazioni e aiuto”. Cerchi aiuto? Need help? Besoin d’aide? Cerchi informazioni? Need information? Cherchez informations? Siamo reperibili… il martedì, mercoledì, venerdì dalle ore 13.30 alle 15.30.
Domenica 29 Dicembre, giorno in cui la liturgia ricorda la Santa Famiglia, nella Chiesa Parrocchiale di Boara Polesine si è tenuta la Festa di tutte le Famiglie. Da sempre, per questa occasione, l’intento del parroco don Vincenzo e del gruppo Famiglie, è quello di avvicinare e coinvolgere il maggior numero possibile di coppie nell’organizzazione e nella cura dei vari momenti della celebrazione per far sentire tutti parte viva della comunità, e anche quest’anno la partecipazione è stata massiva con la chiesa gremita di persone. Ad ogni persona è stata appuntata alla giacca una stella cometa con l’immagine della Sacra Famiglia e la data del giorno del proprio matrimonio; l’assemblea era una piccola distesa di luci scintillanti e il nostro parroco ha potuto introdurre la celebrazione con la frase : “Oggi vedo davvero tante stelle!”. Almeno 20 coppie di coniugi, si sono alternate nella accoglienza dei fedeli all’ingresso della Chiesa, nella lettura della Parola e delle preghiere dei fedeli, nella preparazione dell’altare, nella presentazione dei doni durante l’Offertorio, nello scambio del segno della pace a tutti i presenti, nella distribuzione dei doni a fine cerimonia. Sono stati anche portati all’altare e benedetti 2 filoni di pane, preparati per l’evento,
della lunghezza di 2 metri ciascuno che, alla fine della celebrazione, sono stati divisi in pezzi e distribuiti a tutta l’assemblea. Dopo l’omelia, tutti gli sposi hanno potuto rinnovare le proprie promesse di matrimonio; anche chi non ha più un compagno vicino è stato invitato a ripetere con gli altri la formula stringendo simbolicamente la mano del coniuge non più vivo ma presente nella fede. Al termine della Santa Messa, ogni famiglia ha ricevuto in ricordo della giornata un piccolo vaso con 2 bustine di lievito e la preghiera di Papa Francesco che ci invita ad essere lievito della società. Abbiamo avuto la gioia di distribuire oltre 140 doni ai presenti! L’incontro si è concluso poi con un rinfresco a cui sono stati invitati tutti i presenti, presso i locali dell’oratorio. Sentiamo il desiderio di ringraziare tutti coloro che hanno collaborato alla riuscita di questa bellissima giornata: il parroco don Vincenzo che ha fortemente appoggiato questa iniziativa; tutti i componenti del gruppo famiglie che, nono-
stante l’impegno derivante da figli e lavoro, hanno dato grande disponibilità di tempo per organizzare tutto al meglio; le famiglie che hanno dato testimonianza con la partecipazione attiva ai vari momenti della celebrazione o con la preparazione del rinfresco; e infine i nostri cari giovani e i bambini della catechesi che insieme,
con gioia e energia, hanno cantato e suonato per animare la Santa Messa. Grazie soprattutto a Dio per questa giornata di vera festa e preghiamo la Sacra Famiglia perché protegga e sostenga tutte le nostre famiglie e le aiuti a diventare “sale della terra, luce del mondo, lievito per tutta la società “.
Fiesso Umbertiano
Celebrati gli anniversari di matrimonio e di sacerdozio
Domenica 29 dicembre 2013, in occasione della Festa della Sacra Famiglia di Nazaret, nella parrocchiale della Natività della B.V. Maria, alla Messa delle ore 11,00, diciotto coppie di sposi hanno celebrato la ricorrenza del loro anniversario di matrimonio. Per il 10°: Raimondi Riccardo e Pavanello Barbara; Ghirardelli Damiano e Tessarin Cecilia; Sinigaglia Alberto e Davì Silvia. Per il 25°: Bersanetti Mauro e Barbujani Enrica; Boarin Luigino e Tomaselli Lorella; Bononi Rodolfo e Callegaro Paola; Ghiraldini Mauro e Barozza Patrizia; Negri Gian Paolo e Sartori Roberta; Peretto Roberto e Davì Sonia; Tridello Vincenzo e Borghi Patrizia. Per il 40°: Benetti Giordano e Roveroni Albina; Besaggio Irenio e Nardo Maria Cristina; Bozzi Antonio e Zerbinati Nirvana; Venco Gianvito e Bergamaschi Marina; Stoppa Giordano e Sigolo Mirella. Per il 50°: Martello Umberto e Zocca Lucia; Zerbinati Mario e Pavan Angelina. Per il 60°: Bononi Ercole e Zerbinati Teresa. In questa bella occasione anche Don Giorgio Munerato ha ricordato il 55° anniversario di sacerdozio! Il coro dei giovani ha animato con gioiosi canti e il Parroco Don Giorgio Zanforlin, durante l’omelia, traendo spunto dalle letture, ha ricordato gli impegni degli sposi, la ricchezza delle loro diversità e il doveroso rispetto dei figli. Ti ringraziamo, Signore, per gli anni trascorsi insieme, per i figli ricevuti in dono, per la salute e l’amore condiviso; per coloro che ci hanno sostenuto, per le difficoltà che ci hanno rafforzato, per le gioie che hanno entusiasmato il nostro cammino. Non è stato sempre facile ma è la Fede che ci ha
sostenuto e ci ha fatto superare i difficili momenti della nostra vita insieme. Questo mi sento proprio di dire: è nella preghiera che si trova il coraggio quando si è deboli. Per questo confido in Te, Signore, sei Tu luce ai nostri passi, guida per il nostro cammino! Aiuta tutte le coppie e specialmente coloro che temono (come ha detto Don Giorgio) l’impegno del “Matrimonio”. Un particolare ringraziamento è dovuto al gruppo famiglie dell’Oratorio che ci ha permesso di gustare un prelibato pranzo e ci ha offerto questa
dedica: “vi auguro con tutto il cuore che nella vostra vita tutto avvenga come nel mondo della matematica: i dolori sottratti,
le gioie addizionate, l’amore moltiplicato e diviso per due.” Grazie a tutti. Callegaro Paola
Trecenta
Anniversari di matrimonio
Quattordici coppie della nostra Parrocchia di Trecenta, hanno festeggiato Domenica 29 Dicembre il loro anniversario di matrimonio, quattordici coppie inossidabili nel tempo, già, perchè nonostante tutto quello che succede nel mondo, crisi di tutti i tipi, sono riuscite a superare tutti i vari ostacoli che possono essersi presentati durante il loro cammino. La nostra purtroppo è una società in cui tutto deve avere una scadenza, tutto deve essere il massimo per un breve periodo, per poi lasciare spazio a qualche cosa di più innovativo e aggiornato. Moda, elettrodomestici, automobili, telefonini, tutto è costruito per durare poco, e una società basata sull’ “usa e getta” si lascia influenzare anche nello stile di vita, nei comportamenti e nei rapporti famigliari. Non è frequente sentire di matrimoni che arrivano indenni al decennio, soprattutto fra i giovani, figurarsi longevità maggiori!... È tradizione che gli sposi si scambino un regalo ad ogni anniversario di matrimonio. Ciascun anno questi regali dovrebbero essere di materiali diversi (o confezionati con questi materiali), dal più fragile al più solido, proprio per simbolizzare la maggiore forza che via via la relazione va ac-
quisendo. E per questo motivo si suole chiamare gli anniversari di matrimonio come il materiale usato per festeggiare l’anniversario. Allo stesso modo è possibile utilizzare questi materiali per le decorazioni della festa. I nomi dati ai vari anniversari sono una guida per i regali appropriati che gli sposi si scambieranno o, se hanno organizzato una festa, dei regali che gli invitati potranno consegnare agli sposi. Alcuni Paesi usano materiali diversi per anniversari diversi, ma alcuni di questi sono comuni tra i vari Paesi: 5 di Legno, 10 di Alluminio, 15 di Cristallo, 20 di Porcellana, 25 d’Argento, 30 di Perla, 35 di Corallo, 40 di Rubino, 50 d’Oro e 60 di Diamanti. A tutte le coppie che festeggiano il loro anniversario di matrimonio, i più calorosi auguri da tutta la comunità parrocchiale di Trecenta!. Claudio
formazione
domenica 12 gennaio 2014
Riflessione dopo la Giornata Mondiale della Pace 2014
“Fraternità, fondamento e via per la pace”
Fraternità, è una esperienza antica e sempre nuova, in questi ultimi tempi però questa parola, meglio l’esperienza della fraternità, appare sempre più come una realtà dimenticata, quasi tenuta nascosta, forse perché troppo Impegnativa, anzi profondamente evangelica. “Fraternità, fondamento e via per la pace”, è il tema scelto da Papa Francesco per il suo primo Messaggio per la Giornata Mondiale della Pace 2014. Parliamo di Fraternità e del Messaggio del Papa con i coniugi Cesarina e Mario Chieregato, sposati da 40 anni, 4 figli, appartenenti al Movimento dei Focolari, i quali, hanno donato alcuni anni della loro vita nel volontariato a favore della Famiglia, contribuendo tra l’altro alla fondazione in Diocesi dell’Associazione “Centro per la formazione e la consulenza della coppia e della famiglia” che ha dato origine al Consultorio Diocesano. Da qualche tempo, in particolare Mario, seguendo la proposta, meglio l’esperienza della fraternità, ha scelto di mettersi a servizio della ricerca di un nuovo modo di fare politica, attraverso il Movimento Politico per l’Unità (MPPU). Abbiamo rivolto loro alcune domande riguardanti l’esperienza della Fraternità e del Messaggio del Santo Padre. D - “Fraternità, fondamento e via per la pace”, è questo il tema del Messaggio che Papa Francesco ha rivolto al mondo per la Giornata Mondiale per la Pace 2014. Come accogliere questo invito del Santo Padre? R - “La fraternità ha bisogno di essere scoperta, amata, sperimentata, annunciata e testimoniata” Libertà, Uguaglianza e Fraternità sono i principi della rivoluzione francese, scaturiti dal pensiero illuminista, fondato su una “Dea Ragione” che voleva sostituirsi a Dio. La “Libertà” ha dato origine al pensiero e alla cultura liberale, alla dottrina del libero mercato in economia ed ai partiti liberali in politica. L’ “égalité” o Uguaglianza intende abolire le differenze per nascita o condizione sociale e ha dato origine al pensiero e alla cultura del socialismo e del comunismo. D - In questo nostro tempo il mondo potrebbe cercare di sperimentare la Fraternità? R - Ora è tempo di sperimentare come potrebbe essere il mondo se si vive la Fraternità! Cosi si esprimeva Chiara Lubich, fondatrice del Movimento dei Focolari, in accordo con gli auspici degli ultimi Papi: si vuole infatti proporre al mondo la Cultura della Fraternità, questo terzo principio “dimenticato” della rivoluzione del XVIII secolo. Papa Francesco, nel suo primo Messaggio per la Celebrazione della Giornata mondiale per la Pace, afferma che “nel cuore di ogni uomo e di ogni donna alberga … un anelito insopprimibile alla fraternità che sospinge verso la comunione con gli altri … Infatti la fraternità è una
dimensione essenziale dell’uomo, il quale è un essere relazionale.” La riprova di ciò è che perfino i rivoluzionari francesi, mentre tagliavano le teste di preti e suore, desideravano promulgare nella loro Legge Costituzionale il principio di Fraternità. Evidentemente questo principio ha le sue radici nella profondità dell’essere umano. La sperimentazione della Fraternità certamente spinge l’umanità a ricercare nuove vie sia per l’economia che per la politica! D - Il Messaggio del Papa lo possiamo pensare come un programma di vita. R - Papa Francesco nel Messaggio ci indica che “la fraternità si comincia ad imparare solitamente in seno alla famiglia, … La famiglia è la sorgente di ogni fraternità, e perciò è anche il fondamento e la via primaria della pace, poiché, per vocazione, dovrebbe contagiare il mondo con il suo amore.” La famiglia è la cellula della società e quindi non può essere che questo il luogo, la sorgente della fraternità. Da bambini siamo cresciuti in una famiglia e abbiamo cominciato lì a relazionarci con i fratelli. Ricordiamo gli sforzi per educare i nostri figli a sentirsi fratelli, a superare l’innato egoismo, per cominciare a condividere i giochi ed i dolci tra loro, dapprima; e poi, cresciuti, a relazionarsi positivamente con i compagni di scuola, della parrocchia, del gruppo sportivo; infine di pensare di condividere parte delle loro mance con i bambini poveri del mondo. Chiara Lubich, in un memorabile discorso al FamilyFest del 1993, ci indicava la famiglia come modello della società. Quanto attuali quelle sue parole: “Congegnata da Dio come capolavoro dell’amore, la famiglia può ispirare delle linee per contribuire a cambiare il mondo di domani. Se noi infatti osserviamo la famiglia, se facciamo quasi una radiografia di essa, possiamo scoprirvi dei valori immensi e preziosissimi, che proiettati e applicati all’umanità possono trasformarla in una grande famiglia. … Nella famiglia è spontaneo mettere tutto in comune, condividere ogni bene, avere un’unica cassa. … È normale sovvenire alle necessità di chi ancora non è produttivo e di chi non lo è più.” Se veramente come in famiglia si fa posto al nuovo fratellino che nasce, rimodulando la cameretta o le stanze da letto, e poi, dopo lo svezzamento, si aggiunge il suo seggiolino, spostando i posti a tavola; così sarebbe bello che anche nella società si facesse posto ai giovani neo diplomati o neo laureati, trovando loro un lavoro equo e dignitoso, magari con soluzioni
Intervista a Cesarina e Mario del Movimento dei Focolari
politiche che “stringessero” e rimodulassero funzioni, ruoli e gli stipendi più alti! D - Oggi l’esperienza della fraternità sembra lontana: molte famiglie si dividono, cresce la disuguaglianza nella società, proliferano le guerre e le guerriglie in tante parti del mondo. Perché è così difficile vivere la fraternità? R - Papa Francesco nel suo Messaggio, citando il racconto di Caino e Abele, ci ricorda che: “l’umanità porta inscritta in sé una vocazione alla fraternità, ma ha anche la possibilità drammatica del suo tradimento”. Veramente il peccato è accovacciato alla tua (alla nostra) porta (cfr. Gn 4, 7) alla porta del nostro cuore. Sperimentiamo ogni giorno la fatica di superare l’egoismo che è dentro di noi. D - Come poter rispondere pienamente all’anelito della fraternità? R - Papa Francesco ci indica la risposta al paragrafo 3. “… poiché c’è un solo Padre, che è Dio, voi siete tutti fratelli (cfr. Mt 23, 8). La radice della fraternità è contenuta nella paternità di Dio. … In particolare, la fraternità umana è rigenerata in e da Gesù Cristo con la sua morte e resurrezione. La croce è il “luogo” definitivo di fondazione della fraternità ...” Anche per noi l’incontro con il Movimento dei Focolari e Chiara Lubich ci ha fatto scoprire Dio che è Amore, non quindi un Dio giudice come ci veniva presentato allora. Certo ci siamo resi conto ben presto che non è facile riconoscersi tutti figli dello stesso Padre, tutti fratelli, e amarci come tali. Solo con l’aiuto e la Grazia di Dio possiamo fare qualche passo e ricominciare ogni volta che cadiamo. In particolare, ci ricorda Papa Francesco, come Gesù ha dato la vita per tutti, anche noi siamo chiamati ad accogliere e impegnarci ad amare il fratello che ci è vicino: coniuge, figlio, collega di lavoro, immigrato, … D - Nell’esperienza del Movimento dei Focolari come si cerca di incarnare la fraternità? R - Dal punto di vista politico Chiara Lubich ha dato
la Settimana 9 L’invito del vescovo Crociata a politici e amministratori
La fraternità si sceglie e si costruisce
vita nel 1996 al Movimento Politico per l’Unità (MPPU), il quale vorrebbe favorire il dialogo tra politici di tutti i partiti, cittadini, studiosi e studenti di politica, alla ricerca di nuove vie a vantaggio del bene comune. In un memorabile discorso al Parlamento italiano, il 15 dicembre del 2000, Chiara ha proposto “a tutti coloro che agiscono in politica un patto di fraternità per l’Italia, che metta il suo bene al di sopra di ogni interesse parziale: sia esso individuale, di gruppo, di classe o di partito. La fraternità ricostruisce il tessuto sociale e, per essa, acquistano nuovi significati la libertà e l’uguaglianza.” Dal punto di vista economico il Movimento dei
“Ha senso – è possibile – parlare di fraternità nell’ambito della vita pubblica? E cioè in politica, nell’economia, nell’amministrazione e in tutti gli altri spazi delle istituzioni e della società civile?”. È partito da questa domanda monsignor Mariano Crociata, vescovo di Latina-Terracina-Sezze-Priverno, nella messa celebrata, mercoledì 1° gennaio, in occasione della Giornata mondiale della pace, nella quale ha voluto incontrare politici, amministratori e rappresentanti delle istituzioni sociali, civili e militari del territorio pontino. Un incontro nel quale il presule ha consegnato il Messaggio del Papa per la Giornata e un’occasione per creare rapporti “fecondi” con “la società civile e le pubbliche istituzioni”, ad appena quindici giorni dal suo ingresso in diocesi, per un impegno condiviso per il bene comune del territorio. Questione educativa. “La fraternità è una questione di mentalità, di scelta e di educazione. Bisogna formarsi alla fraternità nella vita sociale, perché essa non è il frutto spontaneo di un po’ di buona volontà o di qualche buona
Focolari propone l’Economia di Comunione, che è stata citata anche nell’enciclica Caritas in Veritate di Benedetto XVI. Essa coinvolge imprenditori, lavoratori, dirigenti, consumatori, risparmiatori, cittadini, studiosi, operatori economici, tutti impegnati ai vari livelli a promuovere una prassi ed una cultura economica improntata alla comunione, alla gratuità ed alla reciprocità, proponendo e vivendo uno stile di vita alternativo a quello dominante nel sistema capitalistico. Ad oggi aderiscono alcune centinaia di aziende, alcune delle quali sono polesane. Settimio Rigolin
intenzione, nemmeno in famiglia e nella Chiesa”, ha avvertito monsignor Crociata. C’è bisogno “di un’educazione alle regole elementari di una convivenza rispettosa della dignità di ogni persona e c’è bisogno di educare a conoscere se stessi e a riconoscere le proprie passioni negative e disgregatrici come la brama del profitto, la sete di potere e soprattutto l’invidia, che scatta sempre tra pari, cioè tra fratelli”. Occorre, poi, “far crescere la reciprocità”, arrivando “ad aiutare l’altro ad aiutarsi, a fare la sua parte, a darsi da fare, a collaborare. Solo quando si innesca questa reciprocità positiva, si crea
fraternità. Il bene fatto sempre unilateralmente, incapace di suscitare collaborazione, spirito di iniziativa, senso della propria dignità e di riscatto, insomma l’assistenzialismo e il favoritismo, esercita potere e dominio sull’altro, crea dipendenza, incapacità di reagire e di dare il proprio contributo, sia in famiglia che nella società”. Una storia recente. “Il nostro territorio – ha evidenziato il vescovo, facendo riferimento alle vicende pontine - ha in qualche misura una storia recente e accoglie una popolazione di varia provenienza, che si incontra con altra di antichissimo insediamento. Abbiamo dinanzi una situazione che è ancora in qualche misura malleabile, pur con tutte le ipoteche sociali e culturali antiche e recenti”. In questo senso “disponiamo di una opportunità maggiore che altrove: fondare su basi fraterne una società ancora non pervenuta a una identità del tutto amalgamata e coerente. Raccogliamo questa opportunità e proviamo a farla fruttificare. È un compito aperto per la nostra diocesi ed è una sfida straordinaria per chi porta responsabilità istituzionali in qualsiasi ambito. Non perdiamo questa occasione”. Tre impegni. Monsignor Crociata ha invitato, ciascuno nel proprio ambito di vita e di lavoro, ad accogliere un “triplice impegno”. Innanzitutto, “far crescere in noi e attorno a noi l’atteggiamento di stima nei confronti di chiunque, la magnanimità come capacità di godere del bene altrui, il desiderio di agire in maniera cooperativa, di prestare generosamente collaborazione”. In secondo luogo, “non preoccupiamoci solo della povertà materiale: non perdiamo di vista un altro tipo di povertà, quella relazionale, che produce sofferenze immediatamente non visibili, ma le cui ricadute diventano poi sociali e materiali; ricordiamoci che la qualità della vita non è misurata solo dal reddito e dal benessere materiale, ma non meno dalla possibilità e dalla capacità di stare bene con se stessi, con gli altri e con l’ambiente, positivamente e cordialmente”. Infine, “di fronte a inevitabilmente insorgenti conflitti, di interesse o di visione e di giudizio, adoperiamoci e impariamo a risolverli se non a prevenirli; impariamo l’arte della mediazione e tutte le procedure necessarie per superare e risolvere le tensioni che si producono”. Insomma, “c’è sempre uno sforzo da fare, per uscire da se stessi e aprirsi agli altri: sta qui il dinamismo profondo della fraternità”. a cura di Gigliola Alfaro
iovani Giovani
Pagina a cura del Servizio Diocesano di Pastorale Giovanile via Sichirollo, 18 Rovigo Pagina a cura giovani@5pani2pesci.it del Servizio Diocesano di Pastorale Giovanile 349 5139409 via Sichirollo, 18 Rovigo www.5pani2pesci.it Pagina a cura giovani@5pani2pesci.it del Servizio Diocesano di Pastorale Giovanile 349 5139409 via Sichirollo, 18 Rovigo www.5pani2pesci.it 349 5139409 giovani@5pani2pesci.it www.5pani2pesci.it
...di Adria San Vigilio ...di Adria - San Vigilio ...di Adria - San Vigilio LA CARTA D’IDENTITA’ IlLAnome. Gruppo Giovani San Vigilio CARTA D’IDENTITA’ Data di nascita. Marzo 2011
IlI fondatori. nome. Gruppo Giovani San Vigilioe Francesca Rossi, su richiesta di SuorMarzo Gisella2011 Guidolin LA CARTA D’IDENTITA’ Data digiovani nascita. alcuni Cresimati nel 2011. IlI fondatori. nome. Gruppo San Vigilioe Francesca Rossi, su richiesta di SuorGiovani Gisella Guidolin Ialcuni membri. Quindici giovani dalla seconda alla quinta superiore, nei Data digiovani nascita. Marzo 2011 Cresimati nel 2011. licei di Adria, nell’istituto tecnico oseconda scuolealla professionali. I membri. fondatori. Suor Gisella Guidolin einFrancesca Rossi, su richiestanei di Quindici giovani dalla quinta superiore, Quando si incontra: il venerdì sera. Non mancano poi gli incontri alcuni giovani Cresimati nel 2011. licei di Adria, nell’istituto tecnico o in scuole professionali. “extra” come ad esempio dopo la S.Non Messa per un poi film, IQuando membri. giovani dallasera. seconda alla quinta superiore, neiil siQuindici incontra: il venerdì mancano glioppure incontri compleanno, oadper passare del tempo insieme. licei di Adria, nell’istituto tecnico olainS.scuole professionali. “extra” come esempio dopo Messa per un film, oppure Dove: presso il per Punto della Non Casa Parrocchiale Vigilio,il Quando si incontra: il Giovane venerdì sera. mancano poi San gli incontri compleanno, o passare del tempo insieme. dopo lapresso recente inaugurazione. ma vero, Punto Giovane loil “extra” come ad esempio dopoStrano la S. Casa Messa perilun film,San oppure Dove: il Punto Giovane della Parrocchiale Vigilio, utilizziamo anche per fare i del compiti insieme ed aiutarci aGiovane vicenda! compleanno, o per passare tempo insieme. dopo la recente inaugurazione. Strano ma vero, il Punto loIl Punto Giovane a tanti sembrare stanza, per Dove: presso il che Punto Giovane dellainsieme Casauna Parrocchiale Vigilio, utilizziamo anche per fare i può compiti edsemplice aiutarci aSan vicenda! Il noi è illaGiovane nostro “covo”. dopo recente inaugurazione. mauna vero,semplice il Punto stanza, Giovaneper lo Punto che a tanti può Strano sembrare utilizziamo anche per fare i compiti insieme ed aiutarci a vicenda! Il noi è il nostro “covo”. Punto Giovane che a tanti può sembrare una semplice stanza, per noi è il nostro “covo”.
San Vigilio: GIOVANI AL CENTRO San Vigilio: GIOVANI AL CENTRO La giovinezza di unaGIOVANI Parrocchia è sempre da costruire San Vigilio: AL CENTRO La giovinezza di una Parrocchia è sempre da costruire La giovinezza di una Parrocchia è sempre da costruire La Parrocchia di San Vigilio, che dalla li-
10 la Settimana
LA FORMAZIONE CRISTIANA? NON DA SOLI: E’ UN EVENTO DI CHIESA LA FORMAZIONE CRISTIANA? NON DA SOLI: E’ UN EVENTO DI CHIESA La formazione cristiana è un evento e Riformati. “Per la nostra formazione alla grandiosa Festa Giovani 2014 che LAChiesa FORMAZIONE CRISTIANA? NON DA SOLI: E’ UN EVENTO DI CHIESA di e il Gruppo la realizza parte- econtinueremo a partecipare volentiesi svolgerà a Rovigo in due giornate La formazione cristiana è un evento Riformati. “Per la nostra formazione alla grandiosa Festa Giovani 2014 chee cipando completo ai Venerdì di Chiesaale ilgran Gruppo la realizza parteLa formazione cristiana è un evento Giovani, allagran Festa Giovani Rovigo, cipando al completo aia Venerdì di Chiesa e il occasioni Gruppo laspeciali realizza parte-il ad eventuali Giovani, alla Festa Giovani a come Rovigo, cipando al gran completo ai Venerdì recente incontro di inizio anno guidato ad eventuali occasioni speciali come il Giovani, alla Festa Giovani a guidato Rovigo, da Don incontro Marco Pozza in Cattedrale; lo recente di inizio anno ad eventuali occasioni speciali come scorso ha pure all’Inda Donanno Marco Pozzapartecipato in Cattedrale; loil recente incontro di inizio anno guidato contro Ecumenico a Rovigo che univa in scorso anno ha pure partecipato all’Inda Don Marco Pozza in Cattedrale; lo preghiera i cristiani Cattolici, Ortodossi contro Ecumenico a Rovigo che univa in scorso anno ha pureCattolici, partecipato all’Inpreghiera i cristiani Ortodossi contro Ecumenico a Rovigo che univa in preghiera i cristiani Cattolici, Ortodossi
ri ai Venerdì Giovani che apprezziamo non vediamo l’ora di in partecipare, vistae continueremo a partecipare volentie- si svolgerà a Rovigo due giornate e Riformati. la nostra formazione grandiosa Festa 2014vista che perché sono“Per momenti conoscere alla la positiva riuscita dell’anno precedenri ai Venerdì Giovani cheper apprezziamo non vediamo l’ora di Giovani partecipare, continueremo a partecipare volentiesi svolgerà a Rovigo in due giornate altri giovani più o meno grandi di noi e te. In cantiere ci sono poi altri progetti: perché sono momenti per conoscere la positiva riuscita dell’anno preceden-e ri ai giovani Venerdì Giovani che apprezziamo vediamo di partecipare, vista seguire un cammino di Fede adatto dai tradizionali di festa della altri più o meno grandi di noiad e non te. In cantiere l’ora cimomenti sono poi altri progetti: perché sono momenti per conoscere la positiva riuscita dell’anno precedenognuno. Cogliamo l’occasione per invinostra Parrocchia agli incontri, uscite, seguire un cammino di Fede adatto ad dai tradizionali momenti di festa della altri più o ad meno grandiper diainoi e te. In cantiere ci sono poi altri progetti: tare giovani altriCogliamo giovani aggregarsi sucSante Messe per le quali offriremo la ognuno. l’occasione invinostra Parrocchia agli incontri, uscite, seguire un cammino di Fede adatto ad dai tradizionali momenti di festa della cessivi incontri! È iniziato anche il connostra disponibilità e partecipazione tare altri giovani ad aggregarsi ai suc- Sante Messe per le quali offriremo la ognuno. Cogliamo l’occasione per invi- nostra Parrocchia aglie incontri, uscite, to alla rovescia dei giorni che mancano come sempre fatto!” cessivi incontri! È iniziato anche il connostraabbiamo disponibilità partecipazione tare giovani aggregarsi ai suc- Sante Messe per le quali offriremo la to allaaltri rovescia deiadgiorni che mancano come abbiamo sempre fatto!” cessivi incontri! È iniziato anche il connostra disponibilità e partecipazione “Siamo pronti alle esperienze che il futuro ci to alla rovescia dei giorni cheriserva mancano come abbiamo sempre fatto!” e teniamo come punto di riferimento “Siamo pronti alle esperienze che il futuro ci una frase di Papa come Francesco: amici, non riserva e teniamo puntoCari di riferimento dimenticate: siate il campo della Fede! Siate “Siamo pronti alle esperienze che il futuro ci una frase di Papa Francesco: Cari amici, non gli atletie teniamo di Cristo! i costruttori una riserva punto di riferimento dimenticate: siatecome ilSiate campo della Fede!diSiate Chiesa piùdidibella e di un mondo migliore!” unaatleti frase Papa Francesco: Cari amici, gli Cristo! Siate i costruttori di non una dimenticate: siate il campo della Fede! Siate Chiesa bella e di un “La più sensazione di mondo vederemigliore!” bambini e gli adulti atleti di Cristo! Siate i costruttori una sorridere ediringraziarci per di quello “La sensazione vedere bambini Chiesa più bellafacendo e di un mondo migliore!” e che stiamo è unica!” adulti sorridere e ringraziarci per quello “La sensazione di èpossono vedere e “Tutte che le nostre esperienze essere sinstiamo facendo unica!” bambini adulti sorridere e Giovanni ringraziarci per quello tetizzate nelle parole di Paolo II pro“Tutte che le nostre esperienze essere sinstiamo facendo 2000: èpossono unica!” nunciate Tor Vergata Il Paolo gruppoII deve tetizzate anelle parole dinelGiovanni prodiventare un laboratorio della Fede; non puòdeve più “Tutte le anostre esperienze possono essere sinnunciate Tor Vergata nel 2000: Il gruppo essere impostato in una statica, ma tetizzate nelle parole diforma Giovanni Paolo IIdovrà prodiventare un laboratorio della Fede; non può più essere con proposte che la dinunciate a Tor Vergata nel 2000: Il attivino gruppo deve essere dinamico, impostato in una forma statica, ma dovrà mensione fisica e quella emotiva/affettiva, intediventare un laboratorio della Fede; non può più essere dinamico, con proposte che attivino la digrandole con la sfera razionale estatica, spirituale; sono essere impostato una forma ma dovrà mensione fisica e in quella emotiva/affettiva, inteimportanti in tal senso le uscite, i pellegrinaggi, essere dinamico, con proposte che attivino la digrandole con la sfera razionale e spirituale; sono l’incontro testimonianze vitali”. mensione fisica esenso quellaleemotiva/affettiva, inteimportanticon in tal uscite, i pellegrinaggi, grandole sfera razionale e spirituale; sono l’incontrocon conlatestimonianze vitali”. importanti in tal senso le uscite, i pellegrinaggi, l’incontro con testimonianze vitali”.
VOCI VOCI VOCI DAL DAL DAL GRUPPO: GRUPPO: GRUPPO: I FARI I FARI I FARI NEL NEL NEL CAMMINO CAMMINO CAMMINO
nea ferroviariadia nord di Adriache si èdalla estesa La Parrocchia San Vigilio, lifino a inglobarealanord strada provinciale per nea ferroviaria di Adria si è estesa Rovigo, comprende quartieri di recente La di laSan Vigilio, che dallaper lifinoParrocchia a inglobare strada provinciale insediamento abitativo: il “Borgo Dolonea ferroviaria a nord di Adria si è estesa Rovigo, comprende quartieri di recente miti” è solo una piccola parte diDolouna fino aoggi inglobare la strada per insediamento abitativo: ilprovinciale “Borgo Comunità di circa 1700 abitanti, ricca di Rovigo, comprende quartieri di recente miti” oggi è solo una piccola parte di una molte famiglie giovani. insediamento abitativo: il “Borgoricca DoloComunità di circa 1700 abitanti, di Lì il Gruppo Giovani Vigilio è aldicenmiti” oggi è solo una San piccola parte una molte famiglie giovani. tro una esperienza comunitaria lo Comunità diGiovani circa 1700 abitanti, di Lì il di Gruppo San Vigilio è ricca alche cenpone in rapporto a tutte le età, per molte famiglie giovani. tro di una esperienza comunitaria chel’elo dificazione della Comunità Cristiana. Lì il Gruppo Giovani San Vigilio è per al cenpone in rapporto a tutte le età, l’e-Il modello Parrocchia di San Vigilio tro di unadella esperienza comunitaria chead loIl dificazione della Comunità Cristiana. Adria èinbene daldi titolo questo pone rapporto a tutte leSan età,di per l’emodello dellaespresso Parrocchia Vigilio ad articolo: non confinare giovani comeIl dificazione della Comunità Cristiana. Adria è bene espresso dalititolo di questo uno dei settori della Comunità ma porli modello della Parrocchia di San Vigilio ad articolo: non confinare i giovani come al centro, perché la loro freschezza aiuti Adria è bene espresso dal titolo di questo uno dei settori della Comunità ma porli tutti ad esprimere giovinezza una articolo: non confinare i giovanidicome al centro, perché la la loro freschezza aiuti Parrocchia che è sempre da costruire. uno dei settori della Comunità ma porli tutti ad esprimere la giovinezza di una Gli impegni concreti del al centro, perché lorodei freschezza aiuti Parrocchia che è lasempre daragazzi costruire. Gruppo sono cresciuti poco a poco setutti ad esprimere la giovinezza di una Gli impegni concreti dei ragazzi del condo necessità e lepoco richieste Parrocchia checresciuti è sempre daa costruire. Gruppolesono pocodella seComunità parrocchiale. si sono Gli impegni concretie le deiAlcuni ragazzi del condo le necessità richieste della dedicati al parrocchiale. catechismo diAlcuni fanciulli e seraGruppo sono cresciuti poco a poco Comunità si sono gazzi, altri sono entrati far parteedella del condo lealnecessità e lediarichieste dedicati catechismo fanciulli raCoro. Comunità si sono gazzi, altri parrocchiale. sono entrati aAlcuni far parte del Tutte entrano in dirapporto dedicati al catechismo fanciullicon e ra-il Coro. le età Gruppo Giovani: se pensi ai bambini ti del ve-il gazzi, altri sono entrati a far parte Tutte le età entrano in rapporto con drai scorrere davanti la festa di carnevale Coro. Gruppo Giovani: se pensi ai bambini ti veed grest estivo; se la pensi agli anziani Tutte le età entrano infesta rapporto con eil draiilscorrere davanti di carnevale nonni vedrai la Festa dell’Anziano, un’inGruppo Giovani: se pensi ai bambini ti ve-e ed il grest estivo; se pensi agli anziani tera giornata loro dal Gruppo. drai scorrere festa di carnevale nonni vedrai davanti ladedicata Festa la dell’Anziano, un’inMa stati le faed grestmomenti estivo; sesono pensi agli anziani e terailaltri giornata dedicata loro dalper Gruppo. miglia: la momenti veglia di Natale “C’è un nonni vedrai la Festa dell’Anziano, un’inMa altri sono stati pertempo le faper…” che li ha visti protagonisti nell’attera giornata dedicata loro dalunGruppo. miglia: la veglia di Natale “C’è tempo tesa del Natale, e il noto concorso canoMa altri momenti sono stati per le faper…” che li ha visti protagonisti nell’atro Ladel Raganella, Festa Patronale, in miglia: laNatale, veglia di “C’è un tempo tesa enella ilNatale noto concorso canocui i giovani del Gruppo li trovi in contatper…” che li ha visti protagonisti nell’atro La Raganella, nella Festa Patronale, in to le età, tesa deltutte Natale, e ilnello notolistand concorso canocuicon i giovani del Gruppo trovi gastronoin contatmico a far servizio come sul palco, come ro La Raganella, nella Festa Patronale, in to con tutte le età, nello stand gastrononell’ultimo musical Biancaneve i come sette cui i giovani del Gruppo lisul trovi inecontatmico a far servizio come palco, nani, splendide serate di comunità. to conintutte le età, nello stand gastrononell’ultimo musical Biancaneve e i sette mico a far servizio come sul palco, come nani, in splendide serate di comunità. nell’ultimo musical Biancaneve e i sette nani, in splendide serate di comunità.
domenica 12 gennaio 2014
polesine
domenica 12 gennaio 2014
la Settimana 11
Nel giorno dedicato all’infanzia
Gioia ed emozione: la Scuola “G. Sichirollo” di Rovigo incontra Papa Francesco Grande gioia, sincera e profonda commozione quando Papa Francesco ha rivolto il suo saluto ai bambini, ragazzi e docenti della Scuola Cattolica Diocesana “Giacomo Sichirollo” di Rovigo durante l’Angelus di lunedì 6 gennaio 2014 in Piazza san Pietro a Roma. Un evento importante, unico e sicuramente irripetibile, perché carico di valori oltre che per i bambini anche per le loro famiglie come per tutta la grande realtà educante che è la Scuola Cattolica paritaria “Giacomo Sichirollo”, scelti per vivere direttamente la Festa dell’Epifania accanto al Santo Padre e poter così ascoltare in diretta la sua parola sempre carica di affetto e di amicizia che il Papa Francesco sa esprimere in ogni incontro verso i bambini, i ragazzi e i giovani. I bambini hanno potuto essere a Roma e partecipare all’incontro con il Papa perché scelti come scuola rodigina dalla Conferenza Episcopale Italiana. Oltre ottanta i pellegrini che hanno raggiunto Piazza san Pietro, accompagnati dalla Dirigente, dott. ssa Patrizia Granata, da fra Gianluca Volpato, altri insegnanti e frati cappuccini che prestano il loro servizio presso l’Istituto Diocesano. Due sono stati i momenti di festa che hanno visto divertiti e gioiosi piccoli e grandi, l’incontro con la befana in Piazza Navona e ancor più l’incontro con il Papa in Piazza san Pietro. L’emittente televisiva TV2000, ha trasmesso in diretta televisiva i due momenti e nello stesso tempo ha realizzato una intervista con la dirigente dell’Istituto che ha sottolineato come la Scuola Cattolica da diversi anni è presente e operante e molto apprezzata nel territorio del Polesine, la scuola si propone come una realtà innovativa e si pone l’obiettivo di accompagnare le famiglie nell’educazione dei loro figli, indipendentemente dalla loro condizione economica e sociale. Tra le novità, ha sottolineato la Dirigente, la Scuola Cattolica diocesana ha introdotto da qualche anno “la scuola senza zaino” che vede coinvolti i bambini della scuola dell’infanzia e primaria, ed inoltre sta applicando metodologie accreditate dal ministero della Pubblica istruzione, nonché un progetto di potenziamento dell’intelligenza numerica a partire già dall’ultimo anno del nido. Il Settimanale diocesano La Settimana ha seguito tutto l’evento ed ha realizzato l’intervista con la Dirigente.
D - Dirigente, possiamo dire che è stata una esperienza unica carica di tantissime emozioni? R - Durante la diretta televisiva, è inutile nascondere la tensione e la preoccupazione di non saper raccontarci con le giuste parole, ma sostenuti dalla carica emotiva dei genitori anche questa esperienza è diventata motivo di unione e affermazione professionale. Non troviamo parole per raccontare ciò che si prova con il cuore. Dal momento D - Perché avete voluto incontrare il Papa? R - Siamo stati scelti dalla Conferenza Episcopale Italiana tramite l’emittente televisiva TV2000 a partecipare alla diretta televisiva da Piazza Navona in occasione dell’Epifania. Quale occasione migliore per trasmettere ciò che viviamo quotidianamente nella Nostra Scuola? Ecco il motivo per cui 80 persone, tra bambini, genitori e insegnanti il 5 gennaio si sono messi in viaggio verso Roma. E non era possibile essere a Roma senza vivere il momento dell’Angelus. Pertanto dotati di “striscione” riportante il simbolo e il nome della Scuola, dopo l’intervista di Piazza Navona, ci siamo diretti con passo deciso e cuore carico di attesa in Piazza San Pietro.
in cui si è affacciata Sua Santità così lontana all’occhio, ma così vicina di “affetto”, l’emozione tra noi tutti è cresciuta e nel silenzio quasi innaturale per una piazza affollata le Sue parole dentro ad ognuno di noi hanno risuonato al punto che quando il Papa Francesco ci ha direttamente salutato vi è stata una forte esplosione di voce lasciando cadere dagli occhi di piccoli e grandi una lacrima con diversi significati. D - Dottoressa Granata, brevemente possiamo presentare quella che è la vostra realtà oggi? R - Unico istituto paritario della provincia di Rovigo ad offrire un servizio di istruzione che dall’asilo nido arriva fino alla scuola secondaria di primo grado, si è rinnovato dal primo settembre scorso. Infatti, la conduzione dell’istituto è stata assunta dall’associazione omonima, che ha come soci fondatori la fondazione “San Giovanni Bosco” e i Frati Cappuccini della provincia veneta. L’istituto è attualmente frequentato da circa 250 bambini e ragazzi e si avvale del lavoro di 37 dipendenti e dell’impegno concreto di tre frati cappuccini del convento di Rovigo. I responsabili della Scuola sono convinti che oggi sia necessario più che mai, rafforzare il legame con la comunità locale e sviluppare rapporti di collaborazione e sinergia con altri enti, sia pubblici che privati. Nel contesto educativo dove spesso la lamentela ha il sopravvento sul vissuto di grandi e bambini, la nostra Scuola si ritrova a vivere in serenità le difficoltà di ogni giorno e resta fiduciosa di poter crescere di numero e professionalmente A conclusione di questo intervento siamo aperti a contagiare chiunque voglia venirci a trovare!!!! A cura di Settimio Rigolin
12 la Settimana
polesine
La catechesi del Vescovo nella solennità dell’epifania
Chiamati ad essere testimoni di gioia e annunciatori di speranza
Nella solennità della Epifania il Vescovo Lucio ha commentato la Parola di Dio guardando soprattutto all’aspetto missionario che si collega alla vicenda dei Magi raccontata da Matteo. In primo luogo ha delineato la attualità di questo aspetto: «Carissimi fratelli e sorelle, l’Epifania è un mistero di grande attualità. Anche oggi il Signore è presente in mezzo a noi. Ma noi sappiamo riconoscere la sua presenza? Lo cerchiamo? Lo troviamo? Se rimaniamo chiusi in noi stessi, tranquilli, autosufficienti, insediati nelle nostre sicurezze, nel nostro tradizionalismo: allora non percepiamo la sua presenza e non cogliamo le sue chiamate. Ma se ci mettiamo in cammino, in ricerca, in pellegrinaggio, per scoprire la presenza di Dio nella nostra vita e le sue chiamate; se gli chiediamo ogni giorno, come gli abbiamo chiesto insieme durante il cammino sinodale: “Signore, che cosa dobbiamo fare?”, allora possiamo incontrare il Signore e cogliere la sua volontà. Abbiamo fatto il cammino sinodale per questo: per mettere tutta la Chiesa di AdriaRovigo e ciascuno di noi in cammino, in pellegrinaggio, aperti al nuovo, all’inedito che Dio vuole farci incontrare sulle strade del nostro tempo e del nostro mondo. Metterci in cammino su quali strade? Sulle strade del Polesine e sulle strade del mondo». Il Vescovo ha quindi ampliato il suo pensiero in riferimento al nostro Polesine ed al programma pastorale della diocesi: «A camminare sulle strade del Polesine, per cercare la volontà di Dio, ci invita l’apostolo Paolo con la seconda lettura (Ef 3,3-6): «Per rivelazione mi è stato fatto conoscere il mistero:… che le genti [i non credenti] sono chiamate, in Cristo Gesù, a condividere la stessa eredità, a formare lo stesso corpo», ad essere illuminati dallo stesso Vangelo. In questo anno pastorale abbiamo voluto mettere la nostra Chiesa in missione, per portare l’annuncio dell’amore di Dio a tutti gli uomini, anche agli indifferenti e ai non credenti. Ma per essere in grado di svolgere questa missione, “quale Chiesa dobbiamo costruire?”. Tutto il nostro modo di essere Chiesa e tutta l’azione pastorale dobbiamo ripensarla in chiave missionaria, perché ci troviamo a vivere in una situazione preoccupante. E’ per questo che ci siamo impegnati, con il programma di questo anno, a diventare “popolo di Dio in missione”. Anche nel Polesine come del resto in tutta l’Italia, in Europa e nel mondo occidentale - si è diffusa una forte ventata di secolarismo. È tramontato la cosiddetta “cristianità stabilita” di 50 anni fa e si sta diffondendo l’indifferenza religiosa. Il se-
colarismo ha invaso i costumi, la mentalità, le strutture del nostro Polesine. Anche nel Polesine si estende paurosamente l’area degli indifferenti. L’80% dei battezzati non frequenta più la chiesa. Sono assenti soprattutto i giovani e gli adulti giovani. Molti giovani rischiano di essere travolti da una visione della vita senza senso, che li porta verso le strade cieche della devianza. In molti polesani battezzati manca il senso dell’appartenenza ecclesiale. Molti di essi tendono a vivere la fede in maniera muta, privata e invisibile. Questa situazione non ci permette di trincerarci in posizioni di conservazione del passato, in difesa, ma ci chiede di passare ad una coraggiosa opera di rievangelizzazione. La nostra pastorale deve diventare missionaria prima di tutto in Polesine! I confini della missione non passano solo al di là degli oceani, nelle contrade dell’Africa, dell’Asia, ma passano anche all’interno dei nostri paesi e delle nostre famiglie». Pensando anche alla scomparsa del cristianesimo nel nord Africa il Vescovo ha aggiunto: «Ecco perché dobbiamo far sprigionare nella nostra Chiesa diocesana una carica di missionarietà. La Chiesa di Adria-Rovigo deve levare le tende, farsi pellegrina, annunciatrice del Vangelo sulle strade del Polesine. E perché diventi missionaria, è necessario che noi: - cresciamo nella vita di comunione: “Padre - prega Gesù nell’ultima cena - che siano una cosa sola, affinché il mondo creda”; - testimoniamo una carità più generosa: “Se la fede ci fa essere credenti - diceva mons. Tonino Bello - e la speranza ci fa essere credibili, solo la carità ci fa essere creduti”; - raccontiamo la nostra esperienza di fede e sappiamo dire in chi crediamo e perché crediamo. “Non dirmi quello che sai, mi diceva una persona in ricerca, ma dimmi come te la cavi a vivere con la fede!”». Il Vescovo è ritornato poi a parlare della dimensione universale della missione ed ha ricordato l’esperienza che la diocesi da decenni fa con
Sulle strade del mondo
un legame di comunione e di collaborazione con la diocesi di Caetité: «La nostra diocesi da 40 anni sta vivendo il gemellaggio con la Chiesa di Caetité in Brasile. Sono ben 13 i sacerdoti che, a partire dal 1973, si sono alternati nel servizio di quella Chiesa. Due sacerdoti - don Gabriele e don Giuliano - sono a svolgere il loro servizio pastorale tutt’ ora in quella diocesi. A Caetitè e a Salvador sono presenti anche due comunità delle nostre Missionarie della Redenzione; e alcune loro comunità sono sorte anche in Burundi, nella diocesi di Gitega Resta però un cammino molto grande da fare. E qui chiedo l’aiuto dell’Ufficio Missionario e delle Missionarie della Redenzione. C’è ancora un notevole distacco tra la comunità diocesana che invia e gli inviati della comunità. La partenza di un missionario o di una religiosa non è vista come un “evento splendido” della Chiesa locale, ma come la perdita di una risorsa pastorale. La cooperazione è vista come l’aiuto di una Chiesa ricca di preti a una Chiesa povera; è fondata sui criteri del superfluo, anziché essere vista come uno scambio di ricchezze e di valori, che arricchiscono ambedue le parti. Il Sinodo ci ha fatto riscoprire questa dimensione essenziale della Chiesa, che è la sua dimensione missionaria: essere Chiesa che recupera la genialità originale delle prime comunità cristiane e che si mette in dialogo con tutti sulle strade del Polesine e sulle strade del mondo, per portare a tutti l’annuncio dell’amore di Dio. Preghiamo lo Spirito Santo perché converta la nostra Chiesa e ciascuno di noi alla missione: ci faccia essere più uniti, più solidali, più entusiasti della nostra fede e ci faccia diventare “popolo di Dio in missione”, testimoni di gioia e annunciatori di speranza nel Polesine e per le strade del mondo».
domenica 12 gennaio 2014
Sant’Apollinare
Anniversari di Matrimonio
Domenica 29 Dicembre, la Festa della Santa Famiglia di Nazaret, ha unito la comunità cristiana di Sant’Apollinare per ringraziare Dio del sacramento del Matrimonio e del dono della famiglia. Ricordare gli anniversari è sempre motivo di festa, è un ritrovarsi insieme, un rivedersi, è pregare il Signore per gli anni trascorsi nella condivisione dell’amore coniugale e familiare. Molte coppie erano presenti, accompagnate anche dai loro figli e parenti, erano più di venti con anniversari dal quinto al sessantesimo anno di matrimonio. Più di una coppia è ritornata nella parrocchia dove aveva pronunciato per la prima volta il “proprio Sì”, questi sposi erano i più emozionati. Il parroco Don Bernardo li ha accolti con benevolenza e nell’omelia ha evidenziato le
parole di San Paolo dicendo che l’amore degli sposi deve essere pieno di sentimenti, di tenerezza, di bontà, di umiltà, di magnanimità, di mansuetudine e di perdono. Mai addormentarsi senza il bacio del perdono! Don Bernardo ha ripreso le parole del Vangelo presentando che il modello della famiglia è sempre quello della Famiglia di Nazaret, dove il Figlio di Dio, Gesù, è stato custodito da Maria Santissima e da San Giuseppe suo castissimo sposo, in
una casa dove il rispetto e la carità erano le basi della loro vita quotidiana. Al termine della liturgia, dopo la benedizione solenne, ad ogni coppia è stata consegnata una pergamena ricordo, poi una foto di gruppo e un brindisi in canonica. Dobbiamo ringraziare di cuore tutti, ma soprattutto il Signore che nel suo nome ci fa sentire comunità cristiana donandoci la gioia semplice e vera, la gioia degli affetti familiari e degli amici. Marisa S.
Ospedale di Rovigo
Segno di amore materno per chi è nella malattia
Si è tenuto lo scorso lunedì 6 Gennaio 2014 alle ore 11.00, nella hall dell’Ospedale di Rovigo, la benedizione della splendida statua lignea della Santa Vergine del Drago recuperata nella Cappella dell’Ospedale Psichiatrico di Granzette dismesso dall’anno 1996. Qualche anno fa durante un sopralluogo dedicato a un importante servizio fotografico sulla bellezza del luogo, ci si accorse che nella chiesa continuava il suo mistero una statua bellissima, proprio quella della Madonna, situata in quella che una volta era la Cappella dell’Ospedale Psichiatrico. Si tratta di una statua ad altezza naturale che ricrea la Vergine con un piede sulla testa del drago, intenta a schiacciarlo, in quella che è storicamente indicata come l’iconografia dell’ Immacola-
ta Concezione che vince il male. Nel 2009, quindi, la Madonna è stata trasportata nei locali della Chiesa dell’Ospedale di Santa Maria della Misericordia, ma la storia non finisce qui. Alcuni mesi fa, terminando il loro ministero, i Padri Francescani dell’ospedale
Torna a splendere nella hall dell’ospedale di Rovigo una preziosa statua lignea del 1931, recuperata nella Cappella dell’ex Ospedale psichiatrico di Granzette di Rovigo, hanno deciso di donare all’Azienda Ulss 18 il restauro della statua consegnandola nelle mani amorose di Don Camillo Magarotto, nuovo parroco della comunità ospedaliera. La statua ha un altissimo valore artistico, che era rimasto nascosto sotto l’inevitabi-
le usura del tempo. Risale infatti
al 1931. Per inaugurare ufficialmente il restauro e la sua nuova locazione, nella hall dell’Ospedale di Rovigo, lunedì 6 Gennaio 2014, si è tenuta una messa per la festività dell’Epifania la quale è seguita la benedizione solenne della statua della Madonna.
la Settimana 13
chiesa
domenica 12 gennaio 2014
Ottava di preghiera per l’unità di tutti i cristiani
Pellegrinaggio in Terra Santa
E’ il secondo, necessario e santo motivo di preghiera in questo mese di gennaio. A tutti è ben noto che dal 18 al 25 del mese corrente si celebra la OTTAVA DI PREGHIERA PER L’UNITA’ DI TUTTI I CRISTIANI. Già la formulazione dell’intenzione di preghiera, che evidentemente viene dal mondo cattolico, è molto significativa. Negli anni della mia gioventù si pregava perché gli altri cristiani tornassero all’unico ovile intendendo, con questo, la Chiesa di Roma così com’è. Oggi, con più vero senso evangelico ed obbedienza al volere di Cristo Signore, preghiamo tutti insieme per camminare verso LUI, verso quell’unità per la quale l’Unico Signore ha innalzato la sua preghiera accorata nell’ultima cena. La prima grazia da chiedere nella preghiera ecumenica è proprio la conversione del cuore perché ognuno e tutte le chiese e confessoni cristiane, liberandosi da ogni orgoglio ecclesiale culturale, ritrovino la purezza dell’adesione all’Unico Signore e l’impegno a vivere, senza adattamenti, l’Unico Vangelo. Da questa indispensabile conversione diventerà lampante l’urgenza di chiedere perdono, come singoli e come comunità ecclesiali, per l’infedeltà verso Cristo Gesù. Nella preghiera-testamento Egli ha domandato l’unità dei credenti in Lui:
Quello appena iniTerra Santa - Cenacolo a Gerusalemme ziato, a Dio piacendo, potrebbe e dovrebbe essere quello destinato a ricomporre in unità le membra sparse del Corpo di Cristo che è la Chiesa. Il ritornare in pellegrinaggio nella Terra Santa dove è nato, vissuto, morto e risorto il Maestro dalla sua elezione, nella fase come fanno normalmente i e dove è risuonato il primo culminante e critica del Con- comuni pellegrini. Ciò che annuncio della buona novel- cilio Vaticano II, che doveva conta per il vescovo di Roma la, ha una forza paragonabile trovare la via della conclu- Francesco è andare in umiltà solo a un concilio universale sione di un lavoro che durava a pregare e non a recriminare dal suo primo annuncio, fatto o rivendicare qualcosa. Lo ha di tutta la cristianità L’annuncio era atteso. nella Basilica di San Paolo detto: andrà ad incontrare alOra che è giunto ufficial- fuori Le Mura da Giovanni tri fratelli nella fede, in primo mente dalle parole di Papa XXIII (25 gennaio 1959), luogo Bartolomeo, per ricorFrancesco, durante l’Ange- da ben 5 anni. Significava dare e rinverdire la suggestilus di domenica 5 gennaio, rompere la cerchia vaticana va e famosa icona dell’absi è diffusa gioia e speranza. e aprirsi al mondo, ritornare braccio tra il grande vecchio Gioia per quello che sta per all’origine, alla terra dalla dalla lunga barba bianca, avvenire (dal 24 al 26 maggio quale era partito Pietro per Atenagora patriarca di Coprossimo) e per tutto ciò che andare a Roma. Ora e per stantinopoli, sede della catè avvenuto in precedenza e lo la prima volta il successore tedra dell’apostolo Andrea, e rende oggi possibile e ancor di Pietro ritornava in quella l’esile papa Montini, vescovo più significativo; speranza terra per respirare l’aria pura di Roma, sede della cattedra per lo sviluppo desiderato e dell’ aurora della fede cristia- dell’apostolo Pietro, fratelnecessario per la vita della na e il vento dello Spirito che lo di Andrea. Quell’incontro Chiesa e per la credibilità ed aveva dato origine e slancio ebbe come conseguenza un agli Apostoli per l’evangeliz- fatto poco conosciuto, poco efficacia della sua missione. valorizzato, ma decisivo: la L’annuncio era atteso. zazione del mondo. Quello che ha significato cancellazione delle vicendeOra che è giunto ufficialmente dalle parole di Papa per il primo pellegrinaggio voli scomuniche (7 dicemFrancesco, durante l’Ange- di Paolo VI è stato ripreso e bre 1965), comminate con lus di domenica 5 gennaio, confermato da Giovanni Pao- asprezza nel lontano 1954 tra si è diffusa gioia e speranza. lo II (20-26 marzo 2000) e da i rappresentati della Chiesa Gioia per quello che sta per Benedetto XVI (8-15 maggio romana d’Occidente e il paavvenire (dal 24 al 26 maggio 2009) ed ora da Francesco. triarca dell’Oriente bizantino prossimo) e per tutto ciò che Segna una tradizione, un e così fu scritto e sottoscritè avvenuto in precedenza e lo punto di riferimento chiaro. to il Libro dell’amore (Torende oggi possibile e ancor Noi proveniamo da lì, lì ab- mos Agapes) per cui le due più significativo; speranza biamo il cuore e la mente per- Chiese di Roma e Bisanzio per lo sviluppo desiderato e ché vi sono le nostre radici. si considerano due sorelle necessario per la vita della Non possiamo né dobbiamo confessando la stessa fede e Chiesa e per la credibilità ed delocalizzare il cristianesi- partecipando ciascuna a riti mo e adulterare la sua storia. validi e santi. Ciò è nato a efficacia della sua missione. È stato detto e scritto che L’itinerario della Parola è sta- Gerusalemme cinquanta anni nel primo millennio la Chiesa to da Gerusalemme, la prima fa e Francesco lo sa bene e cristiana, sia pure pluralisti- Chiesa, a Roma, Atene, chie- forse in questa occasione pocamente articolata in patriar- se dell’Apocalisse, fino ai trà fare gesti che consentano cati, teologie e riti diversi è confini del mondo a oriente una più ampia e ed efficarimasta sostanzialmente uni- e occidente. Il cristianesimo ce comunione e divenire un ta, nel secondo millennio si è non è nato nelle aule di qual- evento “storico” come quello divisa e si sono avuti cristiani che facoltà teologica e tra i di 50 anni fa, di quella storia contrapposti ad altri cristiani testi di biblioteche anche se della salvezza che conduce i a colpi di scomuniche e lotte, ricche e famose, tanto meno cristiani ad essere uniti affinil terzo millennio appena ini- nelle cancellerie degli Stati e ché il mondo creda. L’incontro ecumenico anziato, a Dio piacendo, potreb- nei palazzi dei sovrani. Se pensiamo che esisto- nunciato da Papa Francesco be e dovrebbe essere quello destinato a ricomporre in uni- no ancora “chiese nazionali” che avverrà presso il Santo tà le membra sparse del Cor- o sette cristiane con mille sepolcro rappresenterà il mopo di Cristo che è la Chiesa. diverse denominazioni alter- mento culminante di questo Risuona a questo proposito il native alle chiese storiche, il pellegrinaggio e sarà una ritema della prossima settima- divenire tutti idealmente uni- sposta, speriamo definitiva, na di preghiera per l’unità dei ti con Francesco pellegrini a allo scandalo della divisione cristiani (18-25 gennaio) trat- Gerusalemme vuol dire an- e contrapposizione che si to dalla angosciata domanda che chiedere perdono a nome perpetua nel tempo tra Chiedi Paolo ai Corinti: “Il Corpo del male e dello scandalo del- se cristiane diverse e separate che si contendono spazi e didi Cristo è diviso?” (1 Cor la divisione. Non importa se il pelle- ritti sul luogo santo destando 13), Così tradotto in una vecchia traduzione di F.Nardoni grinaggio si svolgerà solo a stupore e scandalo tra i pel(Editrice fiorentina 1960): “Il Gerusalemme e Betlemme legrini. Elio Bromuri corpo di Cristo è tagliato a e non in tutti i santi luoghi pezzi?”. Il ritornare in pellegrinaggio nella Terra Santa dove è nato, vissuto, morto e risorto il Maestro e dove è risuonato il primo annuncio della buona novella, ha una forza paragonabile solo a un concilio universale di tutta la cristianità. Non per nulla Paolo VI intraprese la coraggiosa e inedita iniziativa in un momento storico Ottobre 1967, incontro tra Paolo VI unico, quell’inizio del ed il Patriarca ortodosso ecumenico di Costantinopoli Atenagora 1964, a soli sei mesi
Verso l’unità voluta da Cristo
noi, che magari ci gonfiamo d’orgoglio nel dichiarci suoi discepoli, abbiamo dimenticato la sua invocazione, ci siamo messi sotto i piedi le sue parole, non abbiamo prestato la dovuta attenzione e il necessario religioso ascolto ad un testamento che, in tutte le culture umane, ha valore sacro ed inappellabile. Di qui sono venuti i contrasti, gli orgogli teologici e culturali, gli interessi meschini, la volontà diabolica di supremazia e di prevaricazione. Chiedendo perdono per questi peccati gravissimi, dobbiamo anche disporci a metterci in attento ascolto di ciò che la Parola di Dio continua a ripeterci ancor oggi. Così potremo riscoprire il sogno di Dio, da sempre, di fare dell’umanità dispersa, la sua famiglia, Così ricomprenderemo, in tutta la sua forza, la
volontà espressa in Cristo, che il Padre di infinita misericordia ha di fare dell’umanità il Corpo del Cristo Salvatore, il nuovo e definitivo popo1o di Dio che, seguendo il suo Signore, cammina deciso verso il Regno definitivo. Davanti all’Unico Pane spezzato e non condiviso, comprenderemo meglio che prima dell’Unica Eucaristia, segno e fonte dell’Unità perfetta, c’è una fraternità da ricomprendere e da riesprimere. Sarà necessario convincerci sempre più che l’unità perfetta dei credenti in Cristo è opera divina da invocare con la preghiera fiduciosa ed insistente ed insieme impegno concorde di, ogni singola comunità cristiana come di ogni credente nell’Unico Signore Gesù. Con la preghiera invocheremo il dialogo sincero tra tutti i credenti in Cristo. Questo non sarà la semplice, pur preziosa, cordialità di rapporti, ma confronto schietto e amichevole su come intendere la fede, come viverla, come annunziarla. Saranno necessari i dialoghi teologici che proseguono con esiti discontinui, sarà soprattutto indispensabile la crescita, fra tutti, della carità fraterna. Questa, che ci commuove nei capi, non dovrà mancare in tutti credenti nel Signore Gesù per anticipare, nella mutua, schietta e sincera accoglienza, quell’Unica Carità che ci fa essere una cosa sola nell’Unico Signore. don Vittorio De Stefani
Verso la Settimana di preghiera
“Dall’unità nella preghiera all’unica Chiesa”
Il cammino percorso E’ un camino lungo quello percorso per realizzare l’unità della preghiera per domandare al Signore di poter realizzare l’unica Chiesa, come è nell’ardente desiderio suo! Si è iniziato con il domandare la conversione degli “altri” ed ora ci si impegna per trovare tutte le strade che uniscono. L’unità nella preghiera in questi otto giorni fa pregustare già il giorno in cui tutti, un cuor solo ed un’anima sola, realizzeremo la volontà del Signore di essere l’unica sua Chiesa, non nell’uniformità ma nella ricchezza degli infiniti modi di incarnare la volontà del Redentore. Il ritrovarci un cuor solo nella preghiera già è gioia e festa, e d è una premessa alla desiderata realizzazione del desiderio di Cristo.
“Il Cristo non può esser diviso” (1 Cor 1, 1 – 17) Il tema dei sette giorni è preso dalla prima lettera di Paolo ai Corinti per comune scelta e offre lo spazio per la riflessione sia comunitaria che personale. Affermarlo è già consolazione, impegnarci per viverlo diviene più ripagante perché rende consapevoli che si sta costruendo l’unità. E’ impegno alla ricerca di quanto sostiene nel farlo divenire realtà grande. I temi dei singoli giorni sono un itinerario, non solo percorribile, ma pure entusiasmante:” Insieme … siamo popolo di Dio”; ”insieme … rendiamo grazie per la grazia di Dio in ciascuno di noi”; “ insieme … non manchiamo in nessuno dei doni spirituali”; “Insieme … proclamiamo che Dio mantiene le sue promesse”; “Insieme … siamo
chiamati alla comunione”; “Insieme … cerchiamo di essere uniti”; “Insieme apparteniamo a Cristo”, “Insieme … proclamiamo il Vangelo”! Un itinerario che mentre viene percorso realizza, o almeno tenta di realizzare il progetto dell’unità. E fa intravedere la potenza della grazia di Dio, che edifica l’unità nel rispetto di ognuno e già fa vedere quante e quali possibilità sprigiona a favore del Vangelo. Tutti in preghiera Ogni battezzato apra il proprio cuore allo stimolo dello Spirito e partecipi alla unitaria preghiera, perché superati gli ostacoli possiamo essere collaboratori di Dio per la salvezza degli uomini e la realizzazione completa della Chiesa, non solo popolo di Dio, ma pure mistero di salvezza. AG
Francesco apre il Terzo Millennio
14 la Settimana
missioni
domenica 12 gennaio 2014
Intervista a don Silvio Baccaro dell’Ufficio missionario diocesano
Rovigo - Casa Regina delle Missioni
L’anno pastorale nel suo cammino sta sviluppando attraverso incontri, momenti di riflessione, di preghiera il tema indicato dal Vescovo della Diocesi di Adria-Rovigo mons. Lucio Soravito de Franceschi “Popolo di Dio in Missione”. Un momento importante si è dimostrato l’incontro dei bambini e ragazzi missionari, importante perché è necessario sensibilizzare i più piccoli all’esperienza missionaria, aiutandoli a comprendere la necessità di far conoscere a tutti coloro che lo desiderano la persona di Gesù, la sua parola, il suo Vangelo. E chi meglio dei bambini e dei ragazzi, nella semplicità e nella spontaneità della loro vita possono dire agli adulti che è Gesù e cosa insegna il suo Vangelo. Parliamo del “Popolo di Dio in missione”, in questa nostra intervista realizzata con don Silvio Baccaro, responsabile diocesano dell’Ufficio missionario. D - Don Silvio, come sacerdote e Direttore dell’Ufficio missionario Diocesano, come ha accolto il programma pastorale indicato dal Vescovo nell’invito “Popolo di Dio in missione”? R - Posso dire di aver maturato in questi anni, circa 21 anni in questa responsabilità, una attenta, profonda, sensibilità missionaria e di questo rendo grazie a Dio per l’esperienza e il servizio svolto in favore del mondo missionario nella nostra Diocesi, in questa dimensione per me “normale”, ho accolto l’invito del nostro Vescovo Lucio ad essere tutti missionari, come Popolo di Dio. E’ doveroso dire che la missione non si improvvisa, certo i laici cattolici, le famiglie, i cristiani, si sentono provocati dalle parole del Vescovo, dalla realtà che mostra una scarsità di vocazioni ad un coinvolgimento, ad un impegno maggiore, in questo momento penso alle diverse comunità della Diocesi dove non è più possibile garantire la presenza del presbitero, oppure in altre situazioni dove il parroco è anziano, malato, solo ecc… Una realtà ormai diffusa per
Dal 21 dicembre 2013 fino al 18 gennaio 2014 è aperta la mostra dei presepi nella casa “Regina delle Missioni” della Famiglia Missionaria della Redenzione, in via Alberto Mario 36, a Rovigo. L’esposizione comprende due parti. I presepi dal mondo, con composizioni di vari paesi, soprattutto Perù e Colombia, ma con un’ampia sezione dell’Africa, dal Burundi al Kenya. Il Brasile è rappresentato da colorati presepi di varie forme, mentre anche l’Europa è presente con presepi dall’est europeo e dall’Italia con una bellissima natività in legno dell’Alto Adige. Non mancano presepi originali e diversi, come quello costruito di metallo, il presepe in stile azteca e i minipresepi che riprendono le caratteristiche tipiche di alcuni popoli, come quello olandese, esquimese, indiano, ecc. Ma questa sezione è accompagnata anche quest’anno dalla mostra del concorso per i bambini e i ragazzi delle scuole: “Il presepe parla al cuore”. Molti sono stati gli elaborati consegnati da varie scuole, creativi nel spiegare il tema del concorso. I ragazzi si sono sforzati nel cercare di esprimere l’idea della fraternità che, come ha sottolineato il papa Francesco, è essenziale per la costruzione della pace nelle comunità ecclesiali, nelle famiglie, nella società. Il presepe parla al cuore di ogni uomo e di ogni donna perché sappiamo riconoscere la presenza di Dio in ognuno e nella realtà che viviamo, anche quando è difficile credere davanti a tanto individualismo che oggi contamina le nostre relazioni. Ringraziamo tutte le persone che ci hanno aiutato a organizzare e realizzare questa esposizione e ci auguriamo che questa iniziativa possa ripetersi nei prossimi anni, perché abbiamo riscontrato che è un momento importante di evangelizzazione, un’occasione di parlare di valori, del vangelo e di Gesù Cristo, rinnovando una tradizione sempre interessante che è il presepe. Famiglia Missionaria della Redenzione
Tanti fratelli e sorelle attendono l’annuncio che salva
la quale è necessario un forte senso di responsabilità, di consapevolezza, provocati anche dalle parole di Papa Francesco il primo missionario, non dimentichiamo che il Santo Padre ripetutamente rivolge a tutti i cristiani l’invito ad uscire sulle strade del mondo per offrire a tutti la parola di Gesù, la sua vita, il suo amore, il suo Vangelo, ci sono tanti fratelli e sorelle che attendono di conoscere la sua parola. D - Possiamo dire che per i laici è questa una sfida, una occasione, un invito forte a mettersi in gioco? R - Certamente come cristiani laici, catechisti, operatori pastorali, dobbiamo avvertire tutto questo come una esigenza nella consapevolezza che la fede si rafforza donandola. Il cristiano è chiamato ad evangelizzare con la testimonianza della sua vita, nella famiglia, nel lavoro, nel tempo libero, nell’amicizia, penso a tante situazioni difficili che coinvolgono i genitori, gli sposi, tante “mamme coraggio”, i giovani, gli anziani, così ogni persona, dobbiamo recuperare la dimensione normale della vita cristiana, il Vescovo ci invita a d essere Popolo non una massa anonima, credo che come comunità sia importante, sia bello raccontarci quello che è la fede, la speranza, il come si vive, si dona, si condivide l’esperienza della fede.
D - Il Vescovo rivolge questo suo invito ad ogni cristiano in quanto battezzato? R - Certamente si, è bella anche l’esperienza di vivere la missione come scambio, la nostra Diocesi ha vissuto una sua importante esperienza missionaria per circa 40 anni in Brasile, ora sarebbe significativo che missionari, sacerdoti e laici, dall’Africa, dall’America Latina, o da altre parti del mondo raggiungessero le nostre comunità per annunciare lo stesso Vangelo di Gesù. Dobbiamo avere l’umiltà di saper ricevere oltre che di donare, aperti ad accogliere la testimonianza, l’esperienza di vita di fratelli e sorelle che vivono esperienze di vita, di Chiesa, di umanità profonda, diverse dalle nostre esperienze, senza presunzioni, è importante questa capacità di apertura verso gli altri . Certo non dobbiamo dimenticare che abbiamo ancora bisogno di missionari che con generosità siano pronti a partire per le terre lontane. D - Come Ufficio missionario diocesano come avete accolto l’invito del Vescovo Lucio? R - Si avverte una certa fatica c’è il rischio di vanificare la parola missione, non dobbiamo mai dimenticare che la missione è una parte essenziale dell’essere cristiani, dell’essere Chiesa, in questa ottica ecco importanti appuntamenti che si susse-
Borsea
Aggiungi un posto a tavola …
Domenica 5 gennaio, dopo la S. Messa delle ore 11,00 si è svolto per il secondo anno il pranzo comunitario presso la Sala Madre Teresa di Borsea. “Aggiungi un posto a tavola” è il tema di questo pranzo annuale, che, come quella dello scorso anno, ha visto la partecipazione di famiglie di diverse etnie e religioni, il cui filo conduttore è stato la voglia di vivere assieme un giorno di festa. Quest’anno, l’organizzazione ha avuto degli stimoli in più, provocati dai messaggi quotidiani lanciati da Papa Francesco. E’ stata la giornata dei bambini con doni e calze, ma lo stupore più grande, per noi adulti, è stata la compostezza di questi bimbi che hanno sa-
Pranzo comunitario con i poveri sostenuti dal Centro di Ascolto puto aspettare e vivere il loro momento di festa. Grazie alla generosità e disponibilità di tante persone si è potuto gioire anche
quest’anno e soprattutto a pensare di poter ripetere più spesso questi momenti.
guono durante l’anno, ultimo l’incontro de bambini e dei ragazzi missionari, è importante che bambini e ragazzi fin da piccoli siano sensibilizzati verso la realtà missionaria, perciò è necessario far vivere esperienze missionarie che siano di aiuto a formare un cuore missionario. Nello stesso tempo le famiglie possono farsi missionarie con i parenti, gli amici, i vicini. Per concludere non dimentichiamo che anche oggi sono ancora migliaia i cristiani, sacerdoti, religiosi, religiose, laici, catechisti, animatori pastorali, che nelle varie parti del mondo donano la loro vita per il Vangelo, e tra questi anche diversi italiani, così il tempo dei martiri non è mai finito. D - Don Silvio, con quale pensiero possiamo concludere questa nostra intervista? R - Mi piace richiamare l’attenzione sulle parole di Papa Francesco, quando dice di preferire una Chiesa accidentata, ferita, sporca per aver camminato sulle strade del mondo, delle periferie delle città, piuttosto che una Chiesa malata nella sua chiusura, una Chiesa che Papa Francesco definisce la Casa della gioia e che si trasforma poi in Casa della missione. Da ultimo vorrei ricordare che l’eucaristia domenicale possiede una straordinaria forza missionaria di accoglienza e di annuncio, uscendo dalla celebrazione della eucaristia il credente deve sentirsi spinto a testimoniare con la sua vita ciò che ha vissuto e sperimentato in chiesa, cioè il dono della fede, l’incontro con il corpo e il sangue di Gesù, l’incontro con la persona di Gesù. Settimio Rigolin
I presepi per l’evangelizzazione
Giovani per la Missione
Graz…ie! Austria 2013
Graz..ie per l’esperienza vissuta dal 26 al 29 Dicembre 2013 a Graz, città situata in una verde conca della Stiria, nel cuore della Mitteleuropa alle estreme propaggini delle Alpi Orientali. Siamo partiti una rappresentanza dei “Giovani per la Missione” e delle Missionarie della Redenzione per incontrare Don Celestino, sacerdote Burundese della Famiglia Missionaria della Redenzione presso il Seminario Diocesano austriaco per il dottorato in patristica. Graz è seconda città dell’Austria dopo Vienna e prestigiosa sede universitaria. Il suo centro cittadino è uno dei più conservati dell’Europa centrale e per questo nel 1999 venne aggiunta all’elenco dei Patrimoni dell’umanità dell’UNESCO. Graziosa e ordinata, ha tra i suoi simboli la Torre dell’orologio, situata sulla collina dello Schlossberg e visibile da ogni angolo della città, data la sua singolare posizione. Un grazie speciale va a tutte le persone incontrate: dal seminarista rumeno Giovanni, premuroso ed accogliente, ai seminaristi vietnamiti, sorridenti e gioviali, al Direttore spirituale del Seminario, guida competente e cordiale. Grazie di cuore anche ad una famiglia austriaca, che la-
vora presso il Seminario e che è già venuta quest’estate a far visita alla Famiglia Missionaria della Redenzione a Teolo, che ci ha ospitato nella propria casa offrendoci una cena tipica, ricca di salumi, legumi, patate e assaggi di birra! Un grazie unito ad una preghiera va a Maria, protettrice e silenziosa presenza di questo nostro breve viaggio natalizio. Tra i momenti più intensi ricordiamo infatti la visita-pellegrinaggio a Mariazell, antico Santuario cuore dell’Austria mariana ed una delle più frequentate mete di pellegrinaggio dell’Europa Centrale. Avvolta spesso da un manto, secondo una antica usanza, la statua della Madonna si trova nel mezzo della chiesa, dentro la “Cappella delle Grazie”. La “Madonna del buon ritorno”, dallo sguardo amabile, la corona in capo,
lo scettro in mano e il Bambino benedicente, è una delle più belle e commoventi sculture di questa Basilica-Santuario, avvolta tra le montagne. Da questo viaggio, da questa visita, da questo incontro, siamo “ben ritornati” alle nostre famiglie e alle nostre città con una preghiera che si fa impegno: «Vergine e Madre Maria, tu che, mossa dallo Spirito, hai accolto il Verbo della vita nella profondità della tua umile fede […] aiutaci a dire il nostro ‘sì’ nell’urgenza, più imperiosa che mai, di far risuonare la Buona Notizia di Gesù […] Dacci la santa audacia di cercare nuove strade perché giunga a tutti il dono della bellezza che non si spegne » (Papa Francesco, Evangelii Gaudium). Grazie! Elettra e Daniele Giovani per la Missione
radio kolbe
domenica 12 gennaio 2014
la Settimana 15
Rovigo e Provincia 91.200 mhz Rovigo città 94.500 mhz Lendinara 98.400 mhz Canda 98.700 mhz Ficarolo 98.500 mhz
Ponte Radio - A quattro anni dal terribile terremoto
Angela ad Haiti per la Caritas Quanto è stato fatto e cosa rimane da fare
Sono già passati quattro anni dal 12 gennaio 2010, giorno in cui ci fu il terribile terremoto che ha distrutto il territorio di Haiti. Ne abbiamo parlato con Angela Osti giovane operatrice della Caritas proprio ad Haiti e che è tornata a casa in occasione delle festività natalizie per trascorrerle con la sua famiglia. E’ stata l’occasione per farci raccontare come è la situazione in quella nazione sul Mar dei Caraibi, a quattro anni di distanza da quel drammatico evento e per conoscere da vicino l’operato della Caritas. Angela pur essendo molto giovane ha già maturato molta esperienza in
ambito internazionale: «ho iniziato con esperienze di breve periodo, in Palestina e in Colombia, con Operazione Colomba della Comunità Papa Giovanni XXIII, poi sono stata in Messico, come volontaria per la Fondazione Fratelli Dimenticati di Cittadella (Pd) e poi sono stata
in Cile con Caritas Italiana e quindi ad Haiti». A quattro anni di distanza dal terremoto ci dice Angela: «le piccole cose si vedono, gli interventi più puntuali di piccole dimensioni, grossi interventi hanno visibilità se sono grosse costruzioni e non solo la Caritas, ma anche grandi organizzazioni hanno investito in infrastrutture. Tutte le strutture erano crollate, soprattutto in tre dipartimenti colpiti dal terremoto e quindi cliniche, scuole, case, questo si vede. Altri interventi hanno bisogno ancora di tempo ed hanno bisogno che altri attori, altre volontà più politiche si muovano». Haiti era già prima del terremoto uno dei paesi più poveri al mondo: «Manca ancora una volontà politica, il Governo non è ancora ben definito né a livello presidenziale né a livello parlamentare, ci sono interventi che vanno fatti dalla forza pubblica, quelli più strutturali, le strade, gli acquedotti, le fognature, il sistema di smaltimento rifiuti, l’elettricità, cose che le piccole organizzazioni pos-
sono fare in piccola parte magari nelle zone più rurali, cose che anche la chiesa può fare ma in appoggio alle entità pubbliche locali». Dopo il terremoto, c’è stata una colletta, che ha visto una straordinaria solidarietà da parte del popolo italiano: «Caritas italiana lavora proprio con i soldi raccolti tramite i fondi raccolti dalla Conferenza Episcopale Italiana nell’immediato dopo terremoto del 2010, sono stati raccolti circa 25 milioni di Euro che hanno permesso di fare circa 150 progetti ed ancora tanti sono in fase istruttoria». Nel sito della Caritas italiana sono pubblicati tutti questi progetti, con gli importi ed i rendiconti, questo per dare la massima trasparenza alle persone che hanno versato un contributo. In questo momento sono tre gli operatori della Caritas ad Haiti: «Io mi sono occupata e mi occupo dell’accompagnamento dei progetti fatti da alcune organizzazioni locali Haitiane e soprattutto in
zone rurali, quindi che hanno riguardato lo sviluppo agricolo, sociale ed economico in queste zone». Roberto Giannese
Quando? L’intervista ad Angela Osti andrà in onda venerdì 10 gennaio alle 18.20, lunedì 13 gennaio alle 18.20, martedì 14 gennaio alle 21.30.
Ospite di TV 2000
Angela Osti sarà ospite della trasmissione “Missioni nelle periferie del Mondo” su TV 2000 (Canale 28 del digitale terrestre) alle 20.20.
Polesine coast to coast
I ragazzi del Liceo Scientifico Prima puntata del nuovo anno con i quattro giovani
Anno nuovo iniziato anche per la rubrica “Polesine coast to coast”, condotta da Thomas Paparella e da Aberto Boldrini con il supporto in regia di Enrico De Stefani e di Davide Trevisan. Puntata dedicata alle canzoni che hanno caratterizzato ed un pensiero è stato rivolto anche a Don Giampietro Ziviani che sta vivendo un momento difficile. Ospiti della puntata sono stati quattro studenti della classe 5ª Pni del Liceo Scientifico Paleocapa di Rovigo che stanno trascorrendo alcuni giorni presso la Casa GP2 e precisamente hanno partecipato Andrea Verza, Stefano Cammisa, Valeria Galleran
Ponte Radio il libro di Luca B.
Gli accordi dell’anima Una nuova raccolta di riflessioni
Si intitola “Gli accordi dell’anima” il nuovo libro di Luca B. Si tratta del secondo lavoro dell’autore polesano che è stato ospite nei giorni scorsi a Ponte Radio. Luca B. aveva esordito, nel 2011 con la sua prima raccolta di scritti intitolata “Semplici pensieri di vita”, edito come quest’ultimo da Greta Edizioni, per la collana paper and digital edition. «Il primo libro lo avevo scritto solo a titolo personale, lo avevo scritto per comprendermi, per comprendere quella parte di me stesso che spesso fuggiva al controllo della mente, mi resi conto che mettendo assieme le parole dei miei pensieri riuscivo in qualche modo a rileggermi e questo mi aiutava a comprendermi meglio. Ne uscì una raccolta di undici pensieri. Questo secondo lavoro mi è costata molta fatica ma ne sono molto fiero». Il libro è diviso in quattro sezioni come ha spiegato Luca B. durante l’intervista: «Ho voluto riassumere i miei pensieri e suddividerli in quattro capitoli. Il primo e più corposo si intitola La coscienza dell’anima, il secondo è intitolato “La forza del Coraggio” che ovviamente segna il percorso di ognuno di noi perché per vagliare secondo me, determinati percorsi bisogna avere il coraggio ma anche la forza altrimenti quest’ultimo da solo non serve. Il
terzo capitolo si intitola “la magia dello straordinario”, che io intendo come le emozioni che la vita ti regala e che io definisco magia perché sono un po’ quelle cose che accadono quando meno te lo aspetti, non sono cose tangibili ma le percepisci con il cuore, poi concludiamo con il capitolo “L’amore dei sogni”, ed è il capitolo che più mi appartiene perché io sono fondamentalmente un romantico e credo nell’amore e sono innamorato dell’amore». Scrivere queste emozioni per Luca B. come ci ha detto lui stesso: “E’ un modo per comunicarle, perché tutti noi le proviamo, le abbiamo dentro di noi ma non tutti le ascoltano ed allora magari leggendole, può rendersi conto e ritrovarsi». Il libro è arricchito da illustrazioni di Heidi Hani e sono un omaggio all’artista surrealista Renè Magritte. In apertura del volume c’è poi la prefazione di Eric Mc Grath. Per conoscere Luca B. c’è un sito web: www.lucab.it e poi è presente sul social Facebook basta cercare “il diario di Luca B ed anche possibilo seguirlo su twitter cercando @Diario_Luca_B. r. g.
On line
Le rubriche di Radio Kolbe si possono ascoltare e scaricare anche sul blog della nostra
radio: http://radiokolberovigo.blogspot.com
e Gioele Gasparetto. Gioele fra l’altro che è molto bravo a suonare la chitarra ha eseguito alcuni brani live di Vasco Rossi e Ligabue.
Quando?
Ogni martedì alle 10.00, il mercoledì alle 21.15, il giovedì alle 17.05 e il venerdì alle 22.30
Dall’alba al Tramonto Tutti i giorni alle 9.30 e alle 20.15 a cura di Don Bruno.
16 la Settimana
rubriche
angolo francescano a cura dell’Ordine Francescano Secolare del Polesine
Taunotizie
L’Amore per contagio
Pace e bene, carissimi fratelli e sorelle, ben trovati. Vorrei condividere con tutti voi cos’è “il cuore del francescano”! E’ il contagio dell’amore. Il Vangelo di Luca 2,49 dice «Perché mi cercavate ? Non sapete che devo occuparmi delle cose del Padre Mio?» Questo Vangelo è la chiamata di vita e di amore per noi francescani, innamorati di Dio, ed è una grande vocazione alla gioia, alla vita, alla santità. Siamo chiamati ad occuparci delle cose del Padre Nostro, a “servire l’Amore di Dio” agli altri nella gioia, nel dono gratuito e generoso. Essere francescani è una chiamata per chi in fondo al cuore sente il desiderio e la gioia di trasformare la “Parola di Dio”in opere d’amore e che la Vita deve essere amata e annunciata, soprattutto attraverso l’Amore per contagio. Ma come rendere vita questa istanza profonda? Facendo Comunione, diventando Eucarestia con Gesù come fu San Francesco dopo che ebbe incon-
trato l’Amore nell’abbracciare un lebbroso. Essere nella gioia è un cammino molto profondo e che non può farsi in solitudine, perché la gioia nasce da una relazione, dal dono reciproco di sé all’altro. La gioia è scoprire la bellezza di essere immensamente amati da un amore sincero, libero, non obbligato, e quando lo scopri non puoi tenerlo per te, senti l’esigenza profonda di Annunciarlo questo Amore, perché la “Gioia è un dono che scopri quando incontri Dio nella tua vita”! Dal cuore di un cristiano, di un “francescano” innamorato dell’Amore, innamorato di Gesù, nasce spontaneamente “la gioia di servirlo, la gioia di Annunciarlo, la gioia di Testimoniarlo con la propria vita. Quando Francesco trovò questo tesoro non lo tenne per sé, ma lo volle condividere con i suoi amici più intimi, i quali poi lo seguirono nella cura ai lebbrosi, nel chiedere l’elemosina per i fratelli che vivevano nella miseria, nell’annunciare l’Amore, la fratellanza, portare “Dio agli altri per portare gli altri a Dio”. Per le strade di Assisi il Serafico Padre non vedeva un “ammalato”, non vedeva un lebbroso, vedeva Dio, vedeva “l’Amore non Amato”. San Francesco diceva: “I giullari di Dio devono commuovere il cuore degli uomini ed elevarlo alla Gioia spirituale”. Carissimi, sforziamoci ad essere “Giullari di Dio”, portiamo la nostra testimonianza di fede, di gioia attorno a noi in questo periodo di crisi, dove tutto sembra aver perso il suo valore, dove sembra che vivere non abbia più senso. A noi sono stati affidati i due denari da usare per prendersi cura dei fratelli che giacciono a terra, feriti nel cammino della vita. Facciamoli entrare nella locanda del nostro cuore e usiamo il denaro dell’amore, il denaro della gioia nell’essere fratelli versando l’olio della consolazione e il vino della speranza sulle ferite di chi è nella sofferenza. Lasciamoci sempre più invadere dal virus dell’amore perché possiamo sempre più esserne portatori e contagiare gli altri ad essere operatori di una vera e propria epidemia nell’Amore. Oriana
domenica 12 gennaio 2014
Orari Sante Messe Adria Adria-Cattedrale: Festive 7.30 - 9.15 - 10.30 - 12.00 - 18.30; Feriali: 7.30 - 9.00 - 18.30; Prefestiva 19.00. Casa di Riposo: 16.30. Divin Lavoratore: Festive: 9.30 - 11.30 - 18.00; Feriale 18.00; Prefestiva 18.00. Tomba: Festive: 8.00 - 9.30 - 11.30 - 19.00; Feriale: 8.00 18.30; Prefestiva: 19.00. S. Vigilio: Festive: 8.00 10.00; Prefestive: 18.00. Rovigo Duomo Concattedrale: Festive: 8.30 - 10.00 - 11.30 - 19.00 - Feriali: 8.00 - 10.00 - 19.00 SS. Francesco e Giustina: Festive: 10.00 - Per i cattolici anglofoni 11.00 (Chiesa del Cristo) - 11.30 - 18.30 - Feriali: 18.30 (Chiesa del Cristo, tranne al sabato) Rovigo Commenda: Festive: 8.00 - 10.00 - 11.30 - 18.00 Feriali: 7.00 - 18.00 Maria SS.ma Madre di Dio (delle Rose): Festive: 8.30 10.30 - 12.00 - 18.30 - Feriali: 8.30 - 18.30
S. Bartolomeo Apostolo: Festive: 8.00 - 10.00 (Iras - infermeria ore 10.00) - 12.00 - 18.00 - Feriali: 8.30 - 18.00 (Iras - Casa soggiorno sabato ore 16.45) S. Pio X: Festive: 8.30 - 10 - 11.30 - 17. Prefestiva: 17 Feriali: 8.30 (al mercoledì alle 17). S. Antonio: Festive: 10.00 in Casa Serena - 11.00 - 18.30 - Prefestiva: 18.30 - Feriale 18.00. Tempio “La Rotonda”: Festiva: 10.30 - Feriale: 9.00 Centro Mariano: Festiva: 10.00 - Feriale: 7.30 S. Domenico: Festive: 9.00 - 11.00 - 18.00; Prefestiva: 18.00. Feriali: 8.00 - 18.30. Cappuccini: Domenicale e festivo: ore 7.30 - 9.00 - 11.00 - 17.00 Prefestiva: ore 17.00 Feriale: ore 9.00 - 17.00. S. Rita: Festiva: 10.00 - Feriale: 18.00 (solo al Sabato) Carmelo della Trasfigurazione: Festiva: 8.00 - Feriale: 7.30. Ancelle della SS.ma Trinità: Festiva 8.30 - Feriale: 7.30.
Ceregnano
Festa della Befana per Telethon
In campagna
Iniziamo a scrivere le pagine dell’agenda 2014
“Il divoratore di ogni cosa” come afferma Orazio (a scanso di equivoci, Quinto Orazio Flacco -Venosa 65 a. C./ Roma 8 a.C.), il tempo continua imperterrito ma galantuomo la sua opera. Lasciamolo al suo compito con la dovuta, serena disposizione ben consci dei nostri limiti al riguardo per aprire l’animo alla speranza che in questa ormai lunga stagione di crisi - non solo economica ma anche di valori come li intende la gente che “fa”, cioè lavora e produce per tutti- parrebbe lasciare intravvedere un tenue spiraglio. La campagna dorme il sonno imposto dalla Natura. E’ un dormire apparente perché, in realtà, continuano i processi vitali pur rallentati in tutti gli ambiti. E’ il tempo della depurazione che è propedeutico alla ricarica vitale
per la nuova partenza primaverile. Finora l’andamento meteo di questo scorcio d’inverno nei nostri areali è stato abbastanza mite, più piovoso che secco escluso qualche punta di poche giornate con temperature di poco sotto lo zero. Un freddo sufficiente a soddisfare le esigenze delle creature animali e vegetali come le poliennali erbacee ed arboree. Questo nei campi. Non
Farmacie di turno Farmacie di Turno notturno e diurno a Rovigo nella settimana dal 12 al 18 gennaio 2014 Domenica 12 - S. Bortolo, P.zza S.Bartolomeo, 28 Rovigo; S. Giovanni - Grignano Polesine. Lunedì 13 - dr. Dian, Corso del Popolo, 284 Rovigo. Martedì 14 - Tre Colombine, Via L. Barucchello, 10 Rovigo. Mercoledì 15 - Comunale n. 3 Via Tre Martiri, 61 Rovigo. Giovedì 16 - Sant’Ilario, Viale Gramsci, 34 Rovigo. Venerdì 17 - S. Pio X Via Amendola,15 Rovigo; “dr. Lo Curzio, Sarzano. Sabato 18 - Rhodigium S.A.S, Via Umberto I, 44 Rovigo Comunale n. 4 Boara Polesine; pomeriggio: dr. Dian, Corso del Popolo, 284 Rovigo.
- CHE COS’È ? E’ un servizio di volontariato a disposizione della donna che si trova in difficoltà a causa di una maternità difficile. - CHI PUÒ RIVOLGERSI AL CENTRO? Ogni donna in una situazione difficile per la sua maternità: la ragazza non sposata che attende un figlio; la donna
dorme, invece, la burocrazia. La nuova PAC 2014-2020, richiede documenti da compilare e presentare alle Istituzioni nei tempi assegnati per poterla attivare con i suoi provvedimenti. “Non c’è da darsi pensiero più di tanto”, afferma l’amico coltivatore ben assistito dagli uffici della sua organizzazione professionale. Semmai i pensieri sono di altra natura come la stesura dei contratti di coltivazione delle colture industriali a cominciare dalla barbabietola da zucchero per continuare con le orticole, passare nei cereali e finire con le oleaginose. I contratti di coltivazione sono strumenti ormai affinati e collaudati e costituiscono una garanzia per l’agricoltore e il trasformatore industriale
in termini di conferimenti in quantità, qualità, nel tempo convenuto e nei pagamenti. Queste procedure permettono una programmazione lineare di tutti i soggetti implicati con risparmio di tempo e razionale impiego dei mezzi tecnici e del capitale di anticipazione mirati allo scopo. Ma presentano anche un altro aspetto: inseriscono il mondo dei campi ampliandolo nel contesto industriale dando vita al settore agroindustriale che permette al Belpaese di primeggiare nelle esportazioni con le sue specialità, tanto che la sua bilancia commerciale del comparto è in attivo. Con i tempi che corrono, non è da poco. Alla prossima. Orazio Cappellari
Santa Maria Maddalena
Università popolare “Dante Alighieri”
Anno accademico 2013/2014 – 2° parte L’Auser RisorsAnziani, l’Università Popolare Dante Alighieri di S. Maria Maddalena e l’Amministrazione Comunale – Assessorato alla Cultura del Comune di Occhiobello, hanno programmato le lezioni dell’anno accademico 2013-2014 – seconda parte, che si terranno il lunedì e giovedì nell’Auditorium di Via Amendola n. 29 dalle ore 15.30 alle 17.00. Coordinatore dei corsi è il Prof. Luciano Saretto tel. 3389376468. Programma di gennaio Lunedì 20 – Storia delle Religioni “L’Antisemitismo secondo l’ottica storico biblica”, Relatore Dott. Luciano Piva.
già madre che aspetta un altro bambino e ha bisogno di aiuto; ogni donna che ha paura di un figlio, che non riesce ad accettarlo che lo sente come un problema - CHI C’È AL CENTRO? Una donna che ti capisce, e ti offre la sua amicizia. Volontari qualificati per darti un aiuto, un consiglio, ospitalità, informazioni sui tuoi diritti e sui diritti del bambino. Se ne hai bisogno puoi trovare aiuti domestici di emergenza e famiglie amiche da cui avere ospitalità. • ROVIGO - Vicolo CAMPANA, 1
‘Festa della Befana con l’orchestra Genio e Pierrot’, un concerto benefico a favore di Telethon si è svolto sabato nella sala del ristorante Cà Rosa di Ceregnano. Affollata la sala di persone che hanno aderito all’iniziativa e che hanno potuto apprezzare un’offerta musicale che ha spaziato in un repertorio a 360° con musica anni ’70 e ’80 l’Italia di ieri. Musica anche attuale e insieme i tanti tormentoni tra cui:‘Vamos a la playa’ particolarmente colorato, a cantarlo infatti si sono alternati due cantanti uno con parrucca e bermude arancio e l’altro in lilla, portando l’immaginazione di tutti all’estate, al mare. Genio & Pierrot sin dalle note del primo brano ha catturato per la sua originalità e simpatia tutto il pubblico portandolo quasi tutto in pista. Un grande successo per la band e come sempre anche per il suo leader, front-man ‘Genio’ di grande presa sul pubblico per le sue doti di trascinatore. Successo anche allo scopo dell’iniziativa dove il presidente del Comitato Telethon-Bnl Rovigo Paolo Avezzù, a metà serata, nel suo intervento ha ricordato Telethon la lunga maratona televisiva per raccogliere fondi in favore della ricerca sulle malattie genetiche, è terminata ma continua con iniziative locali. Quest’anno Telethon ha compiuto 20 anni e come gli anni passati anche Rovigo ha contribuito raccogliendo un 10% in più rispetto all’anno passato ed a livello nazionale, in 20 anni, sono stati sostenuti 1600 ricercatori, finanziati 2500 progetti di ricerca, individuate e studiate 450 malattie genetiche. Paolo Avezzù presidente anche de Il Circolo che ha promosso l’iniziativa insieme all’Associazione Fans Club Genio & Pirrot Nord Italia ha quindi donato una sciarpa di Telethon a Genio dell’orchestra ed una medaglia sempre Telethon a Daniele Antico presidente dell’Associazione Culturale Musicale Genio & Pierrot Fans Club Nord Italia. Non è mancata la lotteria dove l’Agenzia viaggi ‘Vivere e Viaggiare’ ha messo in palio un viaggio per due persone di una settimana in Italia ed il cui cofanetto è stato consegnato al vincitore e da Elisa Forno responsabile dell’agenzia, il secondo premio è stato invece consegnato dall’assessore ai lavori Pubblici di Ceregnano Renzo Soldà. Una bellissima opportunità di far festa insieme ma anche di sostenere, nel contempo, la maratona benefica di Telethon. Stefania Sgardiolo
TEL. 0425 27779 Orari: Lunedì e Martedì 16-18; Mercoledì 10-12; Venerdì 10-12 • ADRIA - P.tta CAMPANILE, 11 TEL. 0426 900040 Orari: Martedì, Mercoledì e Giovedì dalle ore 9.30 alle 11.30 • TRECENTA C/O OSPEDALE SAN LUCA tutti i Mercoledì dalle ore 9,30 alle 11,30 C/O TORRE CIVICA Piazza Garibaldi - Trecenta
il Giovedì dalle ore 15 alle 17 • C/O Ufficio EPACA – Via G. Garibaldi CASTELMASSA - 2° Mercoledì di ogni mese dalle ore 15 alle 17 Centro di Raccolta Ex Scuole di Runzi – Bagnolo di Po - 2° Domenica e ultima di ogni mese dalle ore 15 alle 17 S.O.S. VITA NUMERO VERDE 800.813000 Le difficoltà della vita non si risolvono eliminando la vita ma superando le difficoltà
la Settimana 17
cultura
domenica 12 gennaio 2014
D con il patrocinio
Centro per la Formazione e la Consulenza della Coppia e della Famiglia
Comune di rovigo
provinCia di rovigo
DANTE , la febbre del sabato sera DIALOGHI del Prof. Gregorio Vivaldelli sulla Divina Commedia. L’Inferno Centro Don Bosco, Viale Marconi - Rovigo Sabato 18 gennaio 2014 ore 21.00 “Inferno - Canti I e II”
Sabato 8 febbraio 2014 ore 21.00 “Inferno - Canti III e V”
Sabato 8 marzo 2014 ore 21.00
“Inferno - Canto XXVI” Per informazioni: tel. 0425 422500 mail: centrofamiglie.rovigo@gmail.com cfdrovigo@libero.it Si chiede un contributo per ogni serata di 3 euro per gli adulti e 5 euro per le coppie di sposi. È garantito il servizio animazione per i figli.
Vivaldelli come Benigni? Il vivace biblista come l’attore istrionico? Calma, tutt’altra cosa. Anche qui c’è un palco, ma non si tratta di uno spettacolo (l’ingresso è gratuito) o di una lettura teatrale dantesca. “E’ una cosa semplice, nata su richiesta di alcuni amici’: precisa il professore rivano, docente di Scienze Bibliche allo Studio Accademico Teologico Tridentino. Eppure, centinaia di persone hanno riempito lo scorso anno la sala del Casinò ad Arco, affascinate da questa proposta d’incontro con la Divina Commedia che quest’anno si replica al Palacongressi di Riva del Garda, con invito rivolto soprattutto ai giovani: un successo preannunciato, sul quale abbiamo interrogato alla vigilia Vivaldelli, anche per capire come un esegeta laico, 4 figli,
si sia innamorato della Divina Commedia. Prof. Vivaldelli, come sono nate questa serate? Da alcuni amici, fa cui il fondatore di Via Pacis Paolo Maino, che mi avevano sentito citare qualche terzina dantesca. Mi han proposto di provare a parlarne ai giovani. La sorpresa è stata la grande risposta di pubblico, anche seduti per terra: coglievano che Dante invita ad un’avventura esistenziale. Come un biblista s’innamora della Commedia? Nel corso dei miei studi mi sono imbattuto nel teologo Romano Guardini che molto ha scritto sul valore teologico della Divina Commedia. Mi ha affascinato scoprire come Dante abbia cercato di dire in modo a suo tempo semplice -in volgare -le grandi bellezze del deposito della nostra fede. Un’occasione per
l’uomo d’oggi per respirare aria fresca, che dà ossigeno alle grandi domande che ci accompagnano. Lei non fa concorrenza ai dantisti, agli addetti ai lavori… No, non ne sarei all’altezza. Cerco solo umilmente di spiegare il testo biblico che è difficile. Vorrei far cogliere il tentativo di Dante di spingerci ad un’avventura esistenziale: intraprendere un viaggio. Che prevede anche la conoscenza del proprio male per riuscire a risalire ad un bene superiore. Si parlerà nella dell’anti Purgatorio, nella seconda serata entreremo nel Purgatorio. Un invito solo peri giovani? Mi rivolgo ai giovani principalmente, ma l’invito è aperto a tutti: dall’ottantenne all’insegnante d’italiano, dalla massaia al professionista che ha qualche reminiscenza scolastica o ha seguito Benigni in tv. Il titolo è “La vita come scelta”. L’essere umano è libero quando sa scegliere. Purtroppo in questo contesto culturale i giovani sono spinti a non scegliere mai, come notava anche Papa Francesco ad Assisi. Dante pone sempre il lettore di fronte alla scelta, ci educa a capire che vera maturità umana consiste nell’imparare a fare piccole scelte quotidiane, per non dipendere dalle scelte degli altri. È le nostre scelte hanno un valore eterno, condizionano non solo la nostra vita ma anche quelle degli altri. Il bene che fac-
cio può avere ricadute anche ultraterrene. Come definirla? Performance, spettacolo, lezione? No, è una condivisione, senza pretese accademiche o letterarie. Cerco di condividere con più persone possibili ciò che di bello ho scoperto leggendo la Divina Commedia e ciò che Dante ha voluto condividere con l’uomo di sempre: cioè il suo desiderio d’incontrare il bene dell’Intelletto, cioè Dio. “Nel mezzo del cammin di nostra vita… :” l’idea di un viaggio? Più che un dato cronologico è un dato esistenziale. In ogni istante della nostra vita possiamo trovarci nel mezzo, nel mezzo di una situazione, di una gioia o di un dramma ... e lì sentire la voce della ragione, Virgilio che ci suggerisce “A te conviene tenere un
altro viaggio”. A te conviene affronta re quella situazione in un modo diverso, aperto alla grazia di Dio. Dante ci fa da Virgilio, è nostro contemporaneo… E anche da Beatrice, nel senso che vuole veicolare il valore della ragione che della grazia. Dante riesce a intercettare la sete di senso dei giovani e dell’uomo postmoderno. Lei sottolinea l’apertura mentale del Sommo Poeta: in che senso? Proprio perchè uomo del Medioevo - con le sue grandi scoperte - Dante ha la mente molto aperta. Affronta i personaggi più disparati e non esita a mettere pagani come il suicida Catone come custode del Purgatorio, la cantica che è il trampolino del Paradiso. In che modo ha applicato
il rigore del biblista? Per non strumentalizzare il testo a fini pastorali? Ho cercato di riferirmi sempre a commentatori all’altezza - come Bondioni e Chiavacci - per poter divulgare in modo corretto. Solo per far cogliere la bellezza anche letteraria -del testo. Dante e la Chiesa? È un grande figlio della Chiesa. Questo amore per la Chiesa lo ha spinto anche a cogliere le fragilità storiche, pastorali e politiche, degli uomini di Chiesa. Ma rimarcando sempre il suo affetto per la Chiesa, ricordando il suo ruolo determinante per la realizzazione del bene comune. Che merito attribuisce a Benigni? Aver messo a disposizione questo patrimonio dell’umanità e di umanità che è la Divina Commedia. È riuscito con la sua capacità a rendere amabile il testo senza nascondere le difficoltà testuali, per far emergere il significato buono presente in ogni terzina. Certo, alcuni aspetti spirituali teologici rimangono sullo sfondo, non approfonditi. Ai giovani che trovano indigesto il volgare dantesco, confessiamo che anche per lei al liceo era così Si, lo confesso. L’ho scoperto solo dopo, ma con la chiave di lettura giusta tanti insegnanti riescono a trasmettere passione per quest’opera. Una curiosità per finire: i suoi canti preferiti? Il primo del Purgatorio, perché vi è presente l’anelito dell’uomo alla libertà. L’ultimo del Paradiso perché l’inno a Maria è la sintesi della grande passione del popolo di Dio per la madre di Dio. di Diego Andreatta (da “Vita Trentuina)
18 la Settimana
caritas
di don Dante Bellinati
“Pensavo...”
! !
La casa, prima di tutto Quello della casa è forse l'argomento che ha più stretta attinenza con il mondo della grave emarginazione. Se in Italia le persone di cui parliamo venivano chiamate “barboni” e in Francia clochard, nel mondo anglosassone la definizione va al cuore del problema: homeless, senza casa. Ma gli esperti, giustamente, correggono: si può essere senza “fissa” dimora per un'esuberanza di abitazioni, al punto che ci si permette di vivere ora qui, ora lì. Le persone di cui parliamo non hanno il problema di dove decidere di dormire stanotte, dal momento che di dimore non ne hanno... Il tema dell'abitare, delle politiche della casa, dello scandalo degli innumerevoli appartamenti di edilizia popolare sfitti o inutilizzabili per problemi di manutenzione, è il piena sintonia con la battaglia di civiltà a favore dei diritti di chi finisce per strada. Le organizzazioni europee che si occupano di grave emarginazione stanno maturando un approccio eloquente: Housingfirst, “anzitutto casa”, a dire che il primo modo per combattere il degrado esistenziale di chi finisce a vivere sotto i cartoni è promuovere meccanismi di housingsociale, per un abitare accompagnato che tolga le persone dalla strada e le sostenga nel percorso di riacquisizione della dignità. Qualcuno obietterà con un ritornello ormai stucchevole: non è il momento, non ci sono risorse. Forse è vero. Ma è altrettanto vero che non c'è mai stata un'epoca d'oro, con risorse in abbondanza. E allora, ieri come oggi, è un problema di visione ella società: quanto degrado umano siamo disposti a tollerare? A quanto benessere siamo disposti a rinunciare, pur di assicurare a tutti e a ciascuno almeno un tetto sotto cui ripararsi? Roberto Davanzo direttore Caritas Ambrosiana
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domenica 12 gennaio 2014
PRIMO PIANO - Il resoconto delle assemblee delle vicarie di Rovigo e Adria, tenutesi sabato 04 gennaio!
Assemblee vicariali Caritas Ogni anno la Caritas diocesana programma un Convegno diocesano delle Caritas parrocchiali, durante il quale responsabili delle istituzioni sociali e religiose, sociologi e teologi, offrono dati statistici sulle povertà e consigli agli operatori nel campo dell'assistenza. Quest'anno la proposta è stata rovesciata, seguendo il Messaggio di Papa Francesco per il nuovo anno e la sua testimonianza: “Io sono convinto di una cosa: i grandi cambiamenti della storia si sono realizzati quando la realtà è stata vista non dal centro, ma dalla periferia: E' una questione ermeneutica: si comprende la realtà solamente se la si guarda dalla periferia, e non se il nostro sguardo è posto in un centro equidistante da tutto. Stare in periferia aiuta a vedere e capire meglio, a
fare un'analisi più corretta della realtà, rifuggendo dal centralismo e da approcci ideologici”. Così, nelle assemblee vicariali, “relatori” non sono più gli esperti dei numeri e dei dossier sulle povertà, ma gli operatori che sono direttamente a contatto con i poveri nell'accoglienza, nell'ascolto, nell'accompagnamento delle persone che soffrono la povertà assoluta o relativa. Storie di vita piuttosto che numeri, incontro con le persone prima che con i bisogni. Questa strada ci sembra la più idonea a stimolare l'impegno che il Vescovo Lucio chiede nel suo Messaggio alla Diocesi per l'anno in corso: “In ogni parrocchia o unità pastorale si costituisca la “caritas parrocchiale”, la cui funzione è quella di
sensibilizzare la coscienza di tutti verso le vecchie e nuove povertà, vicine e lontane. In ogni vicaria si costituisca l'”osservatorio delle povertà” presenti e spesso nascoste nel territorio. La carità è ”il banco di prova di credibilità della Chiesa” (Paolo VI), la carta di riconoscimento dei discepoli del Signore (cf. Gv 13,35) e il punto su cui saremo tutti giudicati nel giudizio finale (cf. Mt 25, 31-46)”. Sabato 4 gennaio, al mattino a Rovigo presso la Caritas diocesana e al pomeriggio ad Adria presso la Parrocchia di Cristo Lavoratore a Carbonara, si sono tenute le assemblee vicariali degli operatorio Caritas parrocchiali, rispettivamente delle due Vicarie di Rovigo e Adria, che hanno riferito della loro esperienza diretta. Non sono usciti dossier, ma testimonianze illuminanti e generose, umili e attente con progetti per una nuova maturazione della esperienza che apra al nuovo, che corregga ciò che il cambiamento evidenzia, che superi tradizioni ormai fuori tempo e realtà. L'accento è risuonato in modo insistente e generale a sottolineare le persone prima dei bisogni e delle risorse: la famiglia al primo posto come problema e risorsa; il coinvolgimento diretto della comunità parrocchiale e della rete sociale come risorse di fraternità e solidarietà; liturgia domenicale comunitaria, Centro di ascolto parrocchiale e operatori giovani come elementi qualificanti l'attività delle Caritas parrocchiali. La richiesta emersa a sintesi delle assemblee, che dovranno impegnare formazione e progetti della Caritas diocesana sono: l'identità della Caritas, la virtù teologale e pastorale della carità, i Centri di ascolto. don Dante Bellinati
Donare al non profit non conviene, meglio diventare un partito…
“Un impegno concreto: più panda per lanciata da due esperti di comunicazione E' la proposta a chiunque, persone o tutti”, “L’Italia giusta: dona a Emergency”. del sociale, Marco Binotto e Nino associazioni, volontari o no, la voglia fare E ancora la lista civica “Amnesty, giustizia Santomartino, punta a sottolineare proprio propria. E' la speranza che il non profit e libertà” e la richiesta al fondatore di questa contraddizione. “Con il nuovo riprenda iniziativa e parola. Che - con le Facebook di inserire sul social network sistema di finanziamento conviene più parole di Stefano Zamagni - la società oltre al “mi piace” anche il tasto “io donare ai partiti che al non profit–recita civile organizzata riprenda coraggio, dono”, per dimostrare che la rete può fare uno degli slogan -. Sei un’organizzazione fiducia in se stessa e cominci a farsi sentire con proteste civili, come venne meglio del governo italiano. Si chiama non profit? Diventa partito. Conviene”. # d i v e n t a p a r t i t o l ’ i n i z i a t i v a d i “L'idea è nata dalle chiacchierate e dalle fatto in altre epoche. Perché crediamo sia comunicazione virale nata per riportare conversazioni da quel network informale il momento di fare provocazioni. Di l’attenzione sul decreto del governo in di persone che da tempo condividono la provocare azioni. Di prender partito”. La tema di finanziamento pubblico ai partiti, passione per il terzo settore e che campagna è stata lanciata circa due che ha reso più conveniente donare ai lavorano, per interesse o professione, nel s e t t i m a n e f a c o n i l b l o g h t t p : / / partiti che alle organizzazioni non profit: campo della comunicazione – spiegano i diventapartito.tumblr.com , ma è anche su nel primo caso, infatti le detrazioni promotori dell’iniziativa -. E' un'idea. Una Facebook (https://www.facebook.com/ possono arrivare fino al 37 per cento su proposta. Come tutte le idee non è di diventapartito) e su Twitter con l’hastag un massimo di 70mila euro annui, mentre qualcuno o qualcuna in particolare. Non #diventapartito. Gli utenti possono per le donazioni al terzo settore si può è una campagna di una organizzazione o contribuire inviando il loro manifesto detrarre fino al 26 per cento e solo fino a di una sola parte. E' l'idea di dare un e l e t t o ra l e p e r l e a s s o c i a z i o n i d i segnale alla classe dirigente nel modo che volontariato. un massimo di 2.065 euro l’anno. L’insolita provocazione, preferiamo: la comunicazione e l'ironia. da Redattore Sociale Diario • 13 gennaio, Rov “Rielaborazion igo, Casa Sant’Andrea, 6° incontro cors • 14 gennaio, e in gr uppo”. o per CdA Rovigo, riunio • 15 gennaio, ne direttori U Contattarci Zelarino (VE) ffi , Delegazione ci Pastorali. Nord-Est. di re ttori delle Car • 18 gennaio, itas del Sede: Via Giacomo Sichirollo n. 58 - 45100 Rovigo Rovigo, sede CSV, assembl Solidale. ea associazio Orari: Lun-Ven 9:00-13:30 e 14:30-17:00 ne Polesine • 19 gennaio, Grignano (R O), incontro famiglie” parr Tel: 0039 0425 23450 sulla carità co occhiale n il “gruppo Fax: 0039 0425 464518 e-mail: info@caritasrovigo.org web: www.caritasrovigo.org
Poliambulatorio “Casa Sant’Andrea” Modalità e criteri di accesso ✓ Il poliambulatorio è un servizio rivolto a tutte le persone che per diverse ragioni non hanno accesso al “medico di base” ✓ Le visite si effettuano esclusivamente su prenotazione ✓ La prenotazione è gestita dal Centro di Ascolto diocesano (lunedì-venerdì dalle ore 9:00 alle 13:00; tel. 0039 0425 23450) Ambulatorio di medicina generale
Lunedì ore 14:30 - 17:00
Ambulatorio dentistico
Lunedì, ore 09:00 - 17:00, Mercoledì e Giovedì ore 14:30 - 17:00
Contribuire C/C intestato a Caritas diocesana di Adria Rovigo RovigoBanca, Rovigo, Corso del Popolo C/C - 012000023103 •IBAN: IT23 H089 8612 2000 1200 0023 103 Contribuire C/C intestato a Sant’Andrea Apostolo della Carita’ Banca Prossima, Milano. P.zza P. Ferrari 10 C/C - 10000 0017778 •IBAN: IT 46 T 03359 01600 10000 0017778 Erogazioni liberali a Sant’Andrea Apostolo della Carità ONLUS Le donazioni sono detraibili ai fini fiscali.
Arzignano: lutto nel mondo della coralità
Franco Consolaro nel ricordo di Bepi De Marzi
La strada che da Campodalbero sale al rifugio Bertagnoli, per noi La Piatta, ha due ampie curve chiamate con i nomi delle fiabe di lassù. Sono come due terrazze aperte sulla Valle: per rassicurare il cuore davanti alle Lobbie, a Cortesani appena sotto, Marana, la Contrada dell’acqua ciara là in fondo verso Bolca, Durlo dei misteri, e, più in alto, il Gramolon; poi il valico della Scagina per Frasele. Campodalbero adagiato sul limite dei prati che Ezio Stocchiero, con il Cai di Arzignano, era riuscito a trasformare in brevi e fantasiosi campi da sci con un allegro impianto di risalita. Dalla seconda curva, la strada entra nella Foresta di Giazza, il bosco dei faggi, delle betulle, dei pochi abeti con qualche larice. Da giugno a settembre c’è un inebriante profumo di ciclamini fino allo slargo luminoso della Piatta e il Rifugio che porta il nome di Bepi Bertagnoli: lo spazio della nostra passione montanara, della nostra poesia respirata nel sorriso della semplicità. Dove si sono formati I Crodaioli come coro del Cai, dove Gianfranco è entrato con delicatezza dopo aver tanto cantato in questa chiesa con la veste bianca dei Pueri Cantores. “Gianfranco, non Franco”, ci diceva la mamma che aveva bella voce di soprano, la mamma che a Thiene era stata solista in qualche lontano Natale nel canto della Nina: “Gianfranco, si chiama Gianfranco, il mio ragazzo che mi allieta il tempo del tramonto suonando la chitarra”. Poi la strada sale ancora, tra rocce incerte e baranci, i pini mughi, elastici e solenni. Gianfranco partiva, anche in solitudine, o insieme a pochi amici del Cai, con il suo zaino di generosità e di amore, dicendo “in montagna, chi porta magna”. E dispensava serenità, intelligenza, arguzia, felici-
la Settimana 19
rubriche
domenica 12 gennaio 2014
Bepi, Enrico, Gianfranco, Giancarlo tà, nobile allegria nel mutare delle ombre nella Valle. In quasi cinquant’anni di coro, di prove, di concerti, è stato assente solo quando gli è morto il papà. E quando l’abbiamo voluto presidente, si schermiva con la timidezza dei buoni, dei generosi; con la commozione dell’incredulità. Pochi di noi sapevano che gli piaceva l’immagine della Parete, dello scalatore solitario carezzato dal vento mentre le campane riempiono il cielo di suoni lontani. Le campane di Arzignano, ricordate anche da Rigoni Stern che qui ha vissuto per quasi due anni subito dopo la guerra. Gianfranco sapeva della fonderia Cavadini di Verona: “Fanno miracoli di bronzo e di bellezza”, diceva. Abbiamo voluto fare un grande coro di amici che gli cantano la riconoscenza. “Dobbiamo intonare E canterà più alto delle stelle” ha proposto qualcuno di noi. “Dobbiamo stargli intorno con la divisa del coro”. Ma quale divisa? Ne abbiamo cambiate tante, lungo gli anni... Non abbiamo mai amato le divise, e sempre per quel desiderio di libertà che si leggeva anche negli occhi accesi e sereni di Gianfranco. E il cappello degli alpini? E la preghiera che ricorda “le nude rocce e i perenni ghiacciai”? Tenerezze, certo, ma accogliamo il suo
Scomparso il 27 dicembre il presidente dei Crodaioli
Rovigo - La famiglia Unitalsiana in lutto
È morto il marito della socia Renata Frattini
Durante il grande Giubileo dell’anno 2000, indetto da S. S. Giovanni Paolo II, accompagnai, sotto la guida del presidente U.N.I.T.A.L.S.I. di Rovigo Franco Cervatti, la disabile Renata Frattini Ravagnani il giorno 11 Febbraio in piazza S. Pietro per il giubileo degli ammalati. Non sto a raccontare, a descrivere i momenti romani eccezionali vissuti sia di giorno che di notte. Con Renata iniziò un’affettuosa amicizia tra la mia famiglia e la sua. “Il Veneto Mariano” espresse, a nome di tutti i soci di Rovigo, i complimenti e gli auguri quando nacque il suo nipotino dalla figlia Cinzia anche lei, come la mamma, molto devota alla Madonna di Lourdes. Giulio, il marito, seguiva ed assecondava, nel suo modo, il desiderio di Renata per essere presente nelle occasioni proposte dall’U.N.I.T.A.L.S.I. Poi la malattia con grandi sofferenze ed è venuto a mancare la notte del 25 dicembre. Il funerale è stato celebrato sabato 28 presso la bella chiesa parrocchiale di Zelo. All’Omelia don Cristian ha ripercorso la vita di Giulio e Renata con semplicità, tanta umanità e coinvolgimento emotivo. Presenti Renata, i famigliari, parenti, amici, conoscenti e soprattutto l’U.N.I.T.A.L.S.I. dal suo presidente Gianpaolo Targa e numerosi soci convenuti da vari paesi della provincia. In una bella giornata di sole, sul sagrato della Chiesa, a cominciare da don Cristian ci siamo stretti a Renata per farle sentire la nostra vicinanza anche a nome di tutti quelli che la conoscevano. Violetta Furini
desiderio, ora. Facciamo suonare le campane con l’accompagnamento di Francesco Finotti che con noi ha registrato proprio qui il disco dei Salmi. Gianfranco ha fatto parte del gruppetto dei solisti che intona “Cantate lodi al Signore, egli è buono”, mentre il coro risponde “eterno è il suo amore per noi”. “Vorrei che si intonasse la Parete, quando toccherà a me”, confidava al suo più vicino nel coro, Bepi Mezzaro. Chissà, forse per le campane alte sulla nostra torre di pietre squadrate, forse per cantare le torri delle Dolomiti, delle montagne tanto amate lungo gli anni, nella vita di lavoro e di saggezza, di onestà e di donazione. Grazie amici che oggi siete venuti anche da tanto lontano, perfino dal cuore dell’Europa. Alcuni sono arrivati già ieri che era capodanno, e ieri sera hanno detto con noi tante Ave Maria in questo duomo dove Gianfranco cantava i fioretti di maggio con la veste bianca, la voce trasparente e un bellissimo ciuffo di capelli castani. Bepi De Marzi
Atelier Domenicale “Il furioso all’isola di San Domingo” Di Gaetano Donizetti, domenica 12 gennaio 2014 Proseguono al Ridotto del Teatro Sociale, gli atelier domenicali dedicati ai più piccoli. Domenica 12 gennaio alle 15.45 avrà inizio il laboratorio dedicato all’opera in cartellone “Il furioso all’isola di San Domingo”. La prima parte prevede l’incontro con la trama dell’opera, l’ascolto della musica e l’uso della stessa per creare una coreografia collettiva composta di movimenti di teatro-danza. I partecipanti scopriranno così le possibilità che offre l’espressione corporea, sulla base dei cambiamenti di ritmo imposti dalla musica nei momenti di maggior pathos della storia. Nella seconda parte, proprio come i personaggi dell’opera, i bambini indosseranno i panni di naufraghi di un’isola deserta e riceveranno uno speciale kit da esploratore, costituito di oggetti da catalogare per riuscire a sopravvivere. In seguito, ognuno potrà comporre con sabbia, sassi, spugne e conchiglie una propria scultura, realizzata con materiali naturali. In conclusione, i partecipanti costruiranno insieme un particolare oggetto che consentirà loro di solcare il mare e mettersi in salvo. L’iniziativa, rivolta a bambini dai 5 agli 11 anni, è curata da Milena Dolcetto e Sarah Lanzoni e rientra nel programma del Teatroragazzi.
Salara
Rosina ha festeggiato i 100 anni
La nuova centenaria salarese si chiama Maria Sandri, ma tutti in paese la conoscono con il diminutivo di Rosina. Nata a Salara il 4 gennaio 1914, lo scorso sabato ha festeggiato le sue prime cento primavere e l’amministrazione comunale, rappresentata dal sindaco Andrea Prandini e dal vicesindaco Alessio Bellotti insieme alla parrocchia di Castelmassa rappresentata da don Stefano Marcomini, hanno voluto festeggiarla recandosi direttamente nella casa della figlia Gabriella a Castelmassa dove da alcuni anni la neocentenaria alloggia a causa dell’età avanzata. Rosina, ancora perfettamente lucida e in salute, è stata festeggiata anche da tutti i nipoti e i pronipoti per il compleanno a tre cifre che aspettava speranzosa ogni giorno in tutti questi ultimi mesi. L’arzilla anziana ha sempre vissuto a Salara dove si è dedicata con amore e sacificio alla cura della famiglia e al lavoro in campagna, e chiunque la ricorda arrivare dalla frazione di Veratica fino al centro del paese con un grande sorriso a bordo del suo
motorino giallo fiammante. Solo negli ultimi anni è stata costretta a spostarsi a Castelmassa a casa della figlia, senza mai dimenticare il suo amato paesino di cui aspetta sempre curiosa notizie e novità. E’ facile quindi immaginare l’emozione nel vedere il primo cittadino e il vicesindaco che, consegnando un omaggio floreale, si sono uniti al brindisi, portando simbolicamente gli auguri più affettuosi di tutta la comunità di Salara. Insieme a loro anche la benedizione di don
Stefano, che ha anche portato la Comunione. Linda Zanforlin
Cartoline di viaggio Sinigaglia
per il Delta del Po e il Polesine Passa anche per il Polesine “La Via di Karol”, l’Itinerario Europeo dei Piccoli Santuari che ai suoi terminali ha Wadowice, dove nasce il papa polacco e Roma, dove conclude il suo cammino terreno. Il percorso è stato creato nel 2009 dal Circuito Wigwam per promuovere le Comunità Locali di Offerta dei territori, in vista anche della canonizzazione del Papa polacco prevista per il 2014. Il progetto, sposato dalla Regione Veneto, prima ancora, dalla formale adesione della Provincia di Rovigo, ha presentato i primi pacchetti di turismo religioso su “La Via di Karol” nel Veneto alla Fiera europea dei prodotti tipici regionali certificati che si è svolta a Zakopane (PL) a metà agosto, riscontrando un notevole successo. “Lo scopo del progetto – afferma Efrem Tassinato presidente del Circuito Wigwam - è di consolidare un vissuto di esperienze e sensazioni, certamente legate alla Fede per quanti sono credenti, ma patrimonio da condividere con tutti, lungo un asse che oltre alla valenza di mera via di comunicazione esprima anche quella di incontro di popoli, di culture, di tradizioni, di prodotti alimentari e non, delle piccole fattorie e dell’artigianato, nonché delle cucine locali. Patrimonio, solitamente presente in aree rurali e montane dove vi è la presenza di piccoli, a volte umili, ma proprio per questo genuini luoghi della fede. Quella popolare che più di ogni altra ha costruito la storia e le storie dei territori. Strutture che sono belle opere architettoniche e scrigni d’arte, poste in luoghi ameni dove, credenti e non credenti, possono concedersi una pausa dove lo spirito si riconcilia con la materialità delle contingenze quotidiane”. Nel 2014 è prevista la canonizzazione oltre che di Papa Giovanni XXIII anche di Giovanni Paolo II, due nuovi santi, il primo che ha a che fare col Veneto perché fu Patriarca di Venezia e il secondo perché il Veneto si trova quasi a metà della strada che dalla Polonia porta a Roma e “La Via di Karol” appunto già sta generando flussi di pellegrinaggio e non solo. Un’opportunità praticamente unica, sempre che il Veneto e il Delta e il Polesine, in particolare, si attrezzino ovviamente; perché altrimenti questo tipo di turismo destagionalizzato e meno toccato dalla crisi di altri, tirerà dritto, o si fermerà prima o dopo, dove troverà adeguata accoglienza. Presidente Efrem Tassinato, cosa deve fare il Polesine per non lasciarsi scappare un’irripetibile occasione?
“In effetti i piccoli santuari e gli altri luoghi della fede, come possono essere monasteri ed abbazie, musei diocesani, pievi e molto altro ancora, ci sono da un bel po’ di secoli. Possiamo ben dire che sia un regalo dei nostri antenati e, come insegna la parabola dei talenti, starà alle generazioni contemporanee valorizzarli intelligentemente e, direi propriamente, come leva di sviluppo solidale e sostenibile. “La Via di Karol” rappresenta soprattutto un diverso modo di vedere e costruire il turismo: fatto di cose vere, che hanno una storia e, mi vien da dire, dato che l’accostamento è fin troppo facile, un’anima”. Come vi state muovendo come Circuito Wigwam per accogliere al meglio i pellegrini? “Attraverso la promozione di reti di servizi che, in ogni territorio attraversato, stiamo costituendo Comunità Locali di Offerta, per le quali il Circuito Wigwam ha organizzato attività di formazione per gli Operatori che le coordinano e le animano. Nei territori dove sono i piccoli santuari, perché i flussi turistici abbiano motivo di fermarcisi non alla maniera del mordi e fuggi, deve esserci ricettivo alberghiero ed extralberghiero, devono esserci dei punti di ristorazione, dove poter acquistare prodotti tipici del luogo e tutti gli altri servizi accessori che fanno di un’area un sistema turistico. Tutto questo magari c’è già, ma non si capisce bene cosa sia. Come un’orchestra dove ognuno suona per i cavoli propri. E’ chiaro che non se ne percepirà una sinfonia ma un guazzabuglio di rumori che fa scappare lontano piuttosto che attirare attenzione e generare gradimento”. Qual è il compito di Wigwam? “Il lavoro di Wigwam perciò sta nel formare buoni direttori di orchestra e poi affiancarli e supportarli, che per lo specifico, sono gli animatori di Comunità Locali di Offerta. Che sappiano mettere in relazione i vari elementi costitutivi dell’offerta turistica affinché vi sia gioco di squadra, che sappiano costruire proposte integrate, che le sappiano comunicare, che imparino a dialogare coi colleghi delle altre Comunità Locali di Offerta e organizzare scambi, ecc. Alla fine questo diverrà un vero e proprio lavoro, ed ecco che territori considerati svantaggiati possono assurgere ad un nuovo tipo di sviluppo, solidale e sostenibile appunto con nuove forme di occupazione e il gioco è fatto”.
la Settimana domenica 12 gennaio 2014 - pagina 20
Festa in Seminario dei Ragazzi Missionari
“Corriamo con Gesù sulle strade del mondo”
“Corriamo con Gesù sulle strade del mondo”, questo lo slogan che ha animato la “Festa dei Ragazzi Missionari” della Diocesi di AdriaRovigo, giunta quest’anno alla 34° edizione. L’incontro, che ha avuto luogo venerdì 3 gennaio 2014 presso la Sala Convegni del Seminario san Pio X di Rovigo, è stato promosso e organizzato dalla Diocesi di Adria-Rovigo Ufficio Missionario diocesano, quale momento di riflessione, di preghiera e di festa in preparazione alla Giornata Mondiale dei Ragazzi Missionari. A guidare l’incontro don Silvio Baccaro, responsabile diocesano per la Pastorale Missionaria, ad dare inizio alla Festa il Vescovo Lucio che ha invitato i ragazzi missionari a lasciarsi suscitare dalla gioia racchiusa nella Parola di Gesù nel suo Van-
gelo, dalla sua Parola, ha osservato il Vescovo, rinasce la fede, il desiderio di pregare, la ricerca della conversione, l’amore verso il prossimo. I vari momenti della festa sono stati immaginati come le tappe di un cammino che vede delle soste dei momenti di pausa per riflettere, nella prima sosta il pensiero è andato all’Europa, con le testimonianza di alcuni alunni del Seminario Vescovile di Rovigo, nella seconda tappa si è pensato all’Africa aiutati dalle testimonianze di alcuni missionari, tra questi Giovanna, religiosa, Consacrata della Famiglia Missionaria della Redenzione, da diversi anni opera in Brasile nella Chiesa sorella di Caetitè, don Giuseppe Mazzocco sacerdote diocesano Fidei donum, già missionario nella missione diocesana in Brasile. La terza tappa ha propo-
sto come tema di riflessione l’Asia. Don Luca, giovane sacerdote della Diocesi, ha parlato dell’esperienza del grest, che sempre più vede la presenza di bambini e ragazzi provenienti da altri paesi, nuovi amici di culture e religioni diverse. Proseguendo il cammino la riflessone si è soffermata sull’Oceania e in fine l’America. Molto toccante la testimonianza di amicizia, di accoglienza e di amore dei ragazzi del Gruppo giovani della parrocchia di san Martino di Venezze, che hanno raccontato della loro amicizia e accoglienza nel gruppo di Sara, ragazza disabile. Dalle diverse testimonianze è emerso il desiderio, la disponibilità, la gioia, dei ragazzi missionari ad essere annunciatori del Vangelo di Gesù, nel vissuto quotidiano, nei
loro gruppi, con i coetanei, nella famiglia, nella scuola, nel gioco, nella comunità cristiana. Molto bravo il coro Arcobaleno, della parrocchia
di Costa di Rovigo, che con i loro canti ha animato i vari momenti della festa. A conclusione dell’incontro i bambini e ragazzi missionari della Diocesi hanno voluto
esprimere un gesto di carità offrendo il loro sostegno al Progetto missionario che vede impegnata in Tailandia la Chiesa del Triveneto. Settimio Rigolin
SERVE DI MARIA RIPARATRICI in collaborazione con la
CHIESA ORTODOSSA RUMENA di Rovigo
Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani 18-25 gennaio 2014
SABATO 18 GENNAIO 2014 ore 21.00
Celebrazione dell’AKATHISTOS
antico inno alla Madre di Dio
nella CHIESA «BEATA VERGINE ADDOLORATA» Centro mariano di Rovigo Per informazioni: - Suor Maria Grazia cell. 3409209754 Via dei Cappuccini, 17 - Rovigo tel. 0425.422455; centro.mariano@smr.it - Padre Claudiu Savin cell. 3297756676 ; pr.savinclaudiu@gmail.com parrocchia ortodossa rumena Viale della Scienza, 33/F - Rovigo -
Presentazione L’Inno AKATHISTOS (“Akathistos” termine greco che significa “stando in piedi” per la posizione di riverenza alla Vergine Madre di Dio, con cui lo si celebra) appartiene alla tradizione liturgica della Chiesa ortodossa, ed è il più celebre inno mariano della Chiesa di tutti i tempi,
capolavoro di letteratura e di teologia, altissima espressione contemplativa e laudativa di culto alla Vergine Madre. Maria nella visuale dell’inno, è presente e operante quanto si estende il mistero del Verbo incarnato: ovunque l’umanità di Cristo è fonte di vita, ivi è Maria che gli ha dato la carne, ivi è
iscritta la sua figura di Vergine e la sua azione di Madre. La celebrazione di questo Inno, in collaborazione con la Chiesa ortodossa rumena di Rovigo, ci unisce proprio all’inizio della Settimana di Preghiera per l’Unità dei Cristiani (18-25 gennaio), segno che la Vergine, Figlia di Sion, è per tutti un segno di unità.