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SETTIMANALE DI INFORMAZIONE DELLA DIOCESI DI ADRIA-ROVIGO Poste Italiane S.p.A. – Spedizione in abbonamento postale – D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n.46) art. 1, comma 1 NE/RO Anno CXIII - N. 44 - Una copia € 1,10 - Domenica 17 novembre 2013 - (Esce il giovedì)
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EDITORIALE 31-03-2011 17:06:57
Bruno Cappato In questi giorni si sono tenuti degli incontri per una valorizzazione del tutto particolare del Delta del Po: Parco Biosfera Unesco. La direzione che si è cominciato a seguire è quella interregionale visto che il Delta del Po è per una gran parte rodigino e un’altra parte ferrarese. Un riconoscimento da parte dell’Unesco per la preziosità e la particolarità di questo ambiente potrebbe portare dei grandi benefici: un maggiore rispetto ambientale, una promozione del paesaggio e conseguentemente uno sviluppo del turismo ed un ritorno in termini anche economici per la popolazione residente ed anche il territorio circostante. Già è stata una scelta fortunata quella di collegare all’Unesco qualche tempo fa le nostre Dolomiti; si è visto che immediatamente è cresciuto l’interesse e l’apprezzamento per questa ricchezza ambientale del Trentino e del Veneto, anche se Belluno e Trento hanno voluto - con una certa discussione - essere considerate le città di riferimento. C’è dunque da sperare che da un lato venga fatto questo riconoscimento anche per il Delta e dall’altro non si imprigionino le popolazioni residenti in vincoli così costringenti da impedire la libertà di iniziativa e di movimento. Questa preoccupazione negli incontri avvenuti a Porto Viro e a Mesola è stata già affrontata e ci si è ripromessi – almeno dalle dichiarazioni dell’Assessore regionale Manzato – di non imporre vincoli di questo tipo, assicurando nel contempo agli abitanti del Delta delle prospettive di promozione e progresso. La città di Ferrara e il suo Delta sono da tempo dichiarati un bene protetto dall’Unesco perché Ferrara è riconosciuta come «città rinascimentale» e, quasi di conseguenza, anche il suo territorio è stato inserito in questa motivazione. Il fatto la dice lunga sulla bravura e sulla intraprendenza dei ferraresi. Il Delta nelle trasmissioni televisive passa in genere come “ferrarese” e noi
che abbiamo nella provincia di Rovigo il territorio e lo spazio più grande, abbiamo in qualche modo lasciato correre questo vezzo televisivo. Adesso, di fronte a questa nuova iniziativa che valorizza l’ambiente del Delta con una specificità tutta particolare, quella della biosfera, chi mi dice che saranno riconosciuti i confini e la parte di considerazione tutta polesana? Rientrare in una valutazione davvero equanime e rispettosa dei territori è un fatto che il Polesine dovrebbe preoccuparsi di avere. E’ vero che Rovigo non ha le grandezze strutturali ed architettoniche della città di Ferrara, però ha una sua cultura, ha una sua storia e, soprattutto, la città di Adria è riconosciuta come un fulcro di influenze in secoli lontani. Abbiamo visto che gli incontri si sono fatti in luoghi e del Polesine e del Ferrarese e già questo è un indice di equilibrio; speriamo che la forte intraprendenza dei ferraresi non abbia a mettere in ombra la timida fisionomia dei polesani. E’ questo un tema che attiene alla bellezza dei luoghi alla loro particolare conformazione e speriamo che non venga ad aggiungersi ad altre vecchie, defatiganti problematiche che hanno angustiato le cronache in seguito alla decisione di collocare proprio in questo ambiente una grossa realtà industriale come la Centrale di Porto Tolle. In buona sostanza è giusto avere un po’ di diffidenza perché noi polesani siamo abituati a considerarci un po’ marginali su tutto. Questa occasione potrebbe - in un quadro pur interregionale - essere l’occasione buona perché Rovigo possa vantare la sua parte di bellezze nel suo territorio. Il compito è già chiaramente delle istituzioni e del mondo politico e sicuramente vi sarà buona disponibilità da parte di tutti e in ogni modo sarebbe importante che anche la popolazione in generale avvertisse la preziosità di questa valorizzazione. E’ quello che chiediamo, non per invidia del vicino ma per correttezza.
Nomine del Clero Mons. Vescovo ha nominato arciprete di Fiesso Umbertino il M.R. Don GIORGIO ZANFORLIN, trasferendolo dalla Parrocchia di Bergantino.
Tifone Haiyan
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31-03-2011 17:06:57
Filippine : emergenza umanitaria L’aiuto di Papa Francesco e l’impegno della Caritas Il Tifone Haiyan che ha colpito negli ultimi giorni le Filippine, ha lasciato dietro di sé, secondo fonti Caritas, decine di migliaia di morti, feriti, dispersi, probabilmente con numeri molto superiori alle stime attuali. Il disastro si configura pertanto come “un’emergenza umanitaria di massa”, di altissimo livello per devastazione e complessità, vista l’alta densità della popolazione e la vastità del territorio colpito. Moltissime regioni interne non sono ancora state raggiunte dai soccorritori, cosa che fa pensare e rafforza la probabilità che il numero delle vittime e l’entità dei danni siano destinati a crescere. Filippine «Desidero assicurare la mia vicinanza alle popolazioni delle Filippine e di quella regione, che sono state colpite da un tremendo tifone. Purtroppo le vittime sono molte e i danni enormi. Preghiamo per questi nostri fratelli e sorelle, e cerchiamo di far giungere ad essi anche il nostro aiuto concreto», ha detto domenica scorsa all’Angelus Papa Francesco.
Pagina 18 Caritas diocesana
Nella terza domenica di ogni mese, il Vescovo Lucio presenta una riflessione che ha lo scopo di permettere ai fedeli di partecipare alla S. Messa nello spirito Programma della missione, cioè di ore 9.00riscoprire che la fede non Saluto: S.E. Mons. Giuseppe ZENTI, vissuta in maniera Vescovova di Verona e delle Autorità muta, privata e invisibile, Presentazione: S.E. Mons. Adriano TESSAROLLO va testimoniata e Delegatoma CET Scuola Educazione Università annunciata. Consegna “Appello” Pagina 3 On. Alberto GIORGETTI
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Il Delta guarda all’Unesco
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CONFERENZA EPISCOPALE TRIVENETO FISM, FIDAE, AGESC, CdO, CONFAP, FORMA Veneto, MSC, AGIDAE, AIMC, UCIIM, AGE, MSAC, CISM, USMI e FESTIVAL DOTTRINA SOCIALE
FEDERAZIONE ISTITUTI DI ATTIVITÀ EDUCATIVE
Sottosegretario all'economia
Stefano QUAGLIA «PoPoLo Di Dioprof.in MiSSione» Dirigente UST-XII-Verona don Maurizio VIVIANI direttore UNESU-Roma
1. Perché in missione? Quale missione?
Giornata annuale di ringraziamento
ZAIA On. LUCA Presidente della Regione Veneto SERRACCHIANI DEBORA Presidente del Friuli Venezia Giulia UGO ANGELO ROSSI Presidente della Provincia Autonoma di Trento
promuovono
IV CONFERENZA SULLA SCUOLA E FORMAZIONE PROFESSIONALE
LA CHIESA PER LA SCUOLA NELLA COMUNITÀ
On. ENRICO LETTA
Presidente del Consiglio
Conclusioni:
S.E. Mons. FRANCESCO MORAGLIA Patriarca di Venezia e Presidente CET
Ore 11.00 Marcia per la città
Intervista a Mons. G. Caberletti Proclamiamo insieme la stessa fede
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Incontro dei presbiteri con la Coldiretti
Ore 12.00 S. Messa in Cattedrale presieduta da S.E. Mons. Giuseppe ZENTI, Vescovo di Verona Informazioni utili:
d. Edmondo Lanciarotta mail:d.edmondo@lanciarotta.it
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cell: 348 5607760
Domenica 24 Novembre 2013
Gran Guardia - Piazza Brà Verona
IV CONFERENZA SULLA SCUOLA E FORMAZIONE PROFESSIONALE
Ore 9.00-13.00
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2
la Settimana
comunità
21 novembre 2013
Anno della Fede
Il Concilio Vaticano II e la nuova evangelizzazione
Giornata delle claustrali o “pro Orantibus”
Le Claustrali sono quelle persone che vivono nei monasteri di clausura e impegnano le loro giornate nella preghiera per il mondo e il lavoro per guadagnarsi il pane quotidiano. Dio al primo posto da conoscere e da amare, da servire nella carità e nella preghiera per far scendere sul mondo la misericordia di Dio. Quella dei monasteri è una vita che affascina, che avvince e coinvolge: soli con Dio, soli per Dio, soli in Dio. E’ un volare alto la vita in monastero. Dio è, non tanto il centro, quanto piuttosto il tutto del monastero. In Lui il giorno e la notte, la sosta e i pasti e la vita in comune. Dio contemplato, adorato, invocato, percepito fianco a fianco, insomma Dio punto di riferimento di ogni pensiero e azione.
Dio respirato con l’aria, contemplato non solo con l’anima e gli occhi del corpo, ma pure in una visione della vita che anticipa nel quotidiano, quello che saremo nell’eterno. Veramente visitando anche uno solo di questi spazi si prova la gioia del mondo di Dio, del mondo che verrà. Tutto – anche la pietra antica – parla del bello, dell’autenticamente vero. Le cose, gli animali, i fiori, i ritmi tutto aiuta a pensare alto, ad inoltrare l’animo nell’infinito. Non è magia, non è incantesimo. E’ cogliere il messaggio che emana, quasi delicato profumo, dal vivere duro e sereno, da loro che del monastero sono “le residenti”. C’è anche un senso di dolcezza che ti prende e ti induce ad abbassare la voce e spesso a non dire nulla, per permettere al tuo volto di
Attività del Vescovo Domenica 17 novembre: Ore 9.00 - Melara: celebra la S. Messa ed amministra il sacramento della Cresima. Ore 11.00 - Crespino: celebra la S. Messa con i coltivatori della terra nella 63ª Giornata del Ringraziamento. Ore 17.00 Rasa: celebra la S. Messa ed amministra il sacramento della Cresima. Martedì 19 novembre: Ore 9.00 - Rovigo, Vescovado: riceve in udienza. Mercoledì 20 novembre: Ore 9.00 - Rovigo, Vescovado: riceve in udienza. Ore 21.00 - Baruchella: partecipa alla riunione del Consiglio Pastorale Vicariale di Badia-Trecenta. Giovedì 21 novembre: Ore 10.00 - Caviola (Belluno): presiede la celebrazione della S. Messa nella festa della B.V. della Salute. Venerdì 22 novembre: Ore 9.00 - Rovigo, Vescovado: riceve in udienza. Ore 21.00 - Baricetta: presiede la celebrazione della S. Messa nella festa di S. Cecilia, con la partecipazione delle Corali del Basso Polesine. Sabato 23 novembre: Ore 10.30 - Badia: partecipa al Congresso provinciale del Movimento Cristiano dei Lavoratori (MCL). Ore 18.00 - Grignano: celebra la S. Messa e amministra il sacramento della Cresima. Domenica 17 novembre: Ore 9.30 - Lendinara, S. Biagio: celebra la S. Messa ed amministra il sacramento della Cresima. Ore 11.15 - Lendinara, S. Sofia: celebra la S. Messa ed amministra il sacramento della Cresima. Ore 16.00 - Rovigo, Concattedrale (Duomo): conclude l’Anno della Fede con la S. Messa, celebrata con tutti i presbiteri, e conferisce l’Ordine del diaconato permanente a Guglielmo Zampollo di Boara Polesine.
far esplodere la gioia che stai provando e che gusti. Ha persino un altro ritmo il tempo cadenzato dalla campana che invita agli appuntamenti della preghiera e della vita comunitaria. La stessa meridiana che segna silenziosamente le ore del giorno, sembra voglia rallentare i tuoi passi lungo il viale racchiuso dai filari di pini, e il tempo che hai in cuore come in corsa veloce: “Fugit tempus”! Lassù immobile, leggi quasi meravigliato: “Nulla senza il sole sono io / nulla sei tu senza Dio!” I rintocchi del mezzo dì invitano alla preghiera nella cappella e ti accodi agli altri che come te, sono venuti a “veder pregare” le claustrali. La dolce melodia ti incanta e ti fa trovare con le ginocchia piegate e le mani congiunte. Con la loro anche la tua preghiera sale al Signore:
rendi grazie per quel momento di metà giornata. Le Claustrali sono di là dalla grata, le loro figure si muovono lente e le vedi già luminose dello splendore di Dio. Hai sperimentato anche tu che la preghiera ti ha fatto sentire vicino a Dio. Le Oranti sono in attesa di aiutare a farci sentire vicino a Dio. E quando la Cappella non accoglie nessuno sono esse a far scendere Dio tra gli uomini, per aiutarli ad avere la nostalgia del Cielo. Nei due monasteri della nostra Città, le Claustrali ogni giorno domandano a Dio di dare aiuto a noi poveri e distratti uomini che non sempre sentono il bisogno di aver Dio vicino. AG
Ufficio Liturgico
Avviso
Ai Rev. Parroci e Rettori di Chiese Si fa presente che dalla 1° domenica di Avvento 2010 sono obbligatori per uso liturgico i nuovi lezionari; si ricorda che dal 2 novembre 2011 è obbligatorio l’uso del nuovo Rito delle Esequie. Si ricorda altresì che presso la Curia Vescovile si può ritirare da lunedì 25 novembre il foglio con la 2° lettura per la solennità dell’Immacolata di quest’anno (confronta calendario liturgico).
Curia Vescovile - Ufficio Economato
Avviso ai Sacerdoti
Si avvisano i Reverendissimi sacerdoti che il 30 novembre p.v.. scade il termine per il versamento del 2° acconto IRPEF (sacerdoti) e IRES (Enti/Parrocchie) Si prega di passare a ritirare il modello F24 per il versamento a partire dal prossimo 18 novembre.
La Parola... famiglia, giovani e poveri XXXIII Domenica delTempo Ordinario - C
Mentre alcuni parlavano del tempio e delle belle pietre e dei doni votivi che lo adornavano, Gesù disse: «Verranno giorni in cui, di tutto quello che ammirate, non resterà pietra su pietra che non venga distrutta». Gli domandarono: «Maestro, quando accadrà questo e quale sarà il segno che ciò sta per compiersi?». Rispose: «Guardate di non lasciarvi ingannare. Molti verranno sotto il mio nome dicendo: “Sono io” e: “Il tempo è prossimo”; non seguiteli. Quando sentirete parlare di guerre e di rivoluzioni, non vi terrorizzate. Devono infatti accadere prima queste cose, ma non sarà subito la fine». Poi disse loro: «Si solleverà popolo contro popolo e regno contro regno, e vi saranno di luogo in luogo terremoti, carestie e pestilenze; vi saranno anche fatti terrificanti e segni grandi dal cielo. Ma prima di tutto questo metteranno le mani su di voi e vi perseguiteranno, consegnandovi alle sinagoghe e alle prigioni, trascinandovi davanti a re e a governatori, a causa del mio nome. Questo vi darà occasione di render testimonianza. Mettetevi bene in mente di non preparare prima la vostra difesa; io vi darò lingua e sapienza, a cui tutti i vostri avversari non potranno resistere, né controbattere. Sarete traditi perfino dai genitori, dai fratelli, dai parenti e dagli amici, e metteranno a morte alcuni di voi; sarete odiati da tutti per causa del mio nome. Ma nemmeno un capello del vostro capo perirà. Con la vostra perseveranza salverete le vostre anime. C’è una crisi annunciata che non può aspettarsi ammortizzatori né dalla famiglia né dai giovani: “Sarete traditi perfino dai genitori, dai fratelli, dai parenti e dagli amici...”. Sarà una crisi totale e universale: “Non resterà pietra su pietra che non venga distrutta... Si solleverà popolo contro popolo e vi saranno terremoti, carestie e
I segni
Luca 21, 5-19
pestilenze... Sarete traditi e odiati da tutti...” Povertà assoluta, miseria e fine del mondo. Che senso può avere la fede che Gesù propone: “Guardate di non lasciarvi ingannare, non vi terrorizzate...Vi darà occasione di rendere testimonianza... Io vi darò lingua e sapienza... Nemmeno un capello del vostro capo perirà... Con la vostra perseveranza salverete le vostre anime”? Occorre concentrarsi su due poli: “Io vi darò” e “Salverete le vostre anime”. Solo da Gesù c’è da aspettarsi salvezza e una salvezza che privilegia l’anima, il futuro definitivo. Luca si sforza di distinguere gli av-
domenica 17 novembre 2013
venimenti storici dai segni della fine: i primi riguardano la storia in corso; i secondi sono un annuncio alla comunità ecclesiale a non ritenere la fine del mondo imminente. Il discorso avviene nel tempio dove Gesù ormai, da vero Maestro d’Israele, s’intrattiene durante il giorno; i destinatari sono i discepoli in generale. Osservando il tempio, alcuni ne ammirano la costruzione in belle pietre squadrate dagli esperti di Erode il Grande, l’abbondanza e la ricchezza dei doni votivi. La parola “pietra” ha un ruolo centrale: consente il passaggio dal discorso ameno a quello serio, inatteso per l’ascoltatore. La domanda è piena di apprensione e di paura per una morte imminente. Il Maestro chiarisca il suo pensiero e indichi i segni premonitori, sicché nessuno sia colto d’improvviso. Solo in Gesù va riconosciuto il vero Messia. Dalla vaghezza dell’apocalittica alla concretezza dei fatti. A causa del nome del Signore, i discepoli saranno condotti innanzi ai tribunali, alle sinagoghe, ai re, nelle prigioni. Luca vuole richiamare la Chiesa a capire che le persecuzioni le appartengono. Inoltre desidera inculcare fiducia a una comunità sotto pressione: una esortazione alla gioia della testimonianza, verso la croce. Gesù stesso interverrà a loro favore, si ricorderà di loro in quel momento: lui, il Risorto, darà sapienza per argomentare sì che nessun avversario potrà controbattere. Nel Vangelo di Luca il discorso ci è presentato come un solenne e drammatico addio di Gesù al suo popolo: è un arrivederci e un appello alla speranza nella fede. d. Dante
Quando, per dare speranza agli uomini del nostro tempo, si afferma l’esigenza per noi cristiani di una fede vissuta e testimoniata, non vogliamo sottintendere mancanza di rispetto per il mondo contemporaneo e i suoi valori umani. È questa una delle novità maggiori del Vaticano II che non si trova in nessuno dei precedenti concili ecumenici. La condanna degli errori del mondo rimane, perché è un doveroso esercizio di carità nella verità, ma vi è tanta comprensione materna nella Chiesa verso gli erranti. Soprattutto non vi è sfiducia nelle aspirazioni del mondo al bene, al bello e al vero. Sono desideri che Dio stesso ha seminato nel cuore di ogni uomo e che vengono salvati ed esaltati dalla fede sincera in Dio. Proprio nella costituzione pastorale sulla Chiesa nel mondo contemporaneo, Gaudium et spes, i Padri conciliari hanno nella parte terza trattato della fede come pegno di speranza, additando il sacramento in cui “degli elementi naturali coltivati dall’uomo vengono tramutati nel Corpo e nel Sangue glorioso” del Signore, con l’esaltante prospettiva ultraterrena dell’eternità. Il destino soprannaturale dell’uomo non annulla né umilia, bensì esalta quanto c’è di buono nell’uomo su questa terra ed eleva a perfezione nel mistero pasquale l’attività umana. Così recita, in questo numero 38 del documento, il Concilio: “Cristo tuttora opera nel cuore degli uomini con la virtù del suo Spirito, non solo suscitando il desiderio del mondo futuro, ma perciò stesso anche ispirando, purificando e fortificando quei generosi propositi con i quali la famiglia degli uomini cerca di rendere più umana la propria vita e di sottomettere a questo fine tutta la terra”. E’ questa oggi la nostra realtà di cristiani? Per fortuna spesso sì, ma non sempre. E perciò la necessità di rievangelizzare la fede. C’è ancora tanta parte del popolo cristiano, battezzato e plurisacramentato, in cui prevale il distacco tra fede e vita cristiana. Alcuni pensano che la prospettiva della vita eterna li esoneri dal compiere i propri doveri terreni; per altri la vita religiosa consiste soltanto in atti di culto e in qualche dovere morale. Perciò questi altri si immergono negli affari della terra a prescindere dalla fede. Sbagliano sia gli uni che gli altri. La fede ci obbliga ancora di più a compiere i nostri doveri terreni, secondo la vocazione cui ciascuno è chiamato. E gli affari della terra non sono estranei a un retto modo di vita cristianamente ispirato. Non si può mettere la vita religiosa da una parte e l’esercizio delle attività professionali e socioeconomiche dall’altra. Nel numero 43 del capitolo IV la Gaudium et spes afferma espressamente: “Il cristiano che trascura i suoi impegni temporali, trascura i suoi doveri verso il prossimo, anzi verso Dio stesso, e mette in pericolo la propria salvezza eterna”. La vita cristiana richiede la sintesi dei valori, che poggia sul Vangelo stesso (Matteo 23, 3-28): “Essi dicono e non fanno...guai a voi, scribi e farisei ipocriti... Gerusalemme, Gerusalemme, tu che uccidi i profeti...”. È la sintesi che ha alimentato l’esistenza cristiana di tanti laici santi a tutta la nuova schiera di testimoni della fede nella nostra società secolarizzata. Il Concilio fa appello proprio al modo di vivere e testimoniare la fede cristiana da parte delle molteplici categorie di laici, impegnati nell’esercizio delle realtà temporali, non esclusa certamente l’attività politica, come campo di propria spettanza, anche se non esclusivo, per “iscrivere la legge divina nella vita della città terrena”, assumendo essi stessi le proprie responsabilità. Una conferma di tutto questo viene dalla Propositio 19 del Sinodo dei Vescovi sulla nuova evangelizzazione: “Il magistero papale, nella sua dottrina sociale, ha mostrato i legami teologici, antropologici ed educativi che esistono tra evangelizzazione, da una parte, e lo sviluppo e la libertà sia della persona sia della società, dall’altra. Non è possibile pensare alla nuova evangelizzazione senza l’annuncio della piena liberazione da tutto ciò che opprime la persona umana, cioè il peccato e le sue conseguenze. Senza un serio impegno per la vita, la giustizia e il cambiamento delle situazioni che generano povertà ed esclusione (cf. Sollicitudo rei socialis, n. 36) non può esservi progresso. Questo è particolarmente vero di fronte alle sfide poste dalla globalizzazione”. D. Dante Bellinati
Avviso ai parroci, sacerdoti, religiosi/e
Calendario liturgico 2013-2014
DOMENICA XXXII DEL TEMPO ORDINARIO 10 novembre 2013
Si comunica che, presso l’Ufficio Amministrativo della Ci sa-zie-re-mo, Si-gno-re, con-tem-plan-do il tuo Curia Vescovile di Rovigo, è disponibile, al prezzo di vol-to. € 20.00, il CALENDARIO LITURGICO 2013-2014, unitamente alle “Indicazioni Generali” e all’elenco dei presbiteri deceduti negli Per tutti i Battezzati, ultimi in 50questo anni. Anno della fede perché comprendano sempre più che la chiamata alla salvezza e rivoltà dal Signore Gesù ad ogni creatura umana, preghiamo.
Anno della Fede
DOMENICA XXXIII DEL TEMPO ORDINARIO 17 novembre 2013
Vie - ni, Si - gno - re, a giu-di-ca-reil mon- do. Per tutti noi, chiamati a far divampare la scintilla divina ricevuta nel Battesimo: l’ Anno della fede infonda in ciascuno rinnovato entusiasmo per cooperare alla missione salvifica di Gesù, preghiamo.
SOLENNITÀ DI CRISTO RE DELL’UNIVERSO 24 novembre 2013
Riflessione del Vescovo Lucio
attualità
ore 9.00 Saluto: S.E. Mons. Giuseppe ZENTI, Vescovo di Verona e delle Autorità
Popolo di Dio in missione
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Programma
domenica 17 novembre 2013
la Settimana
CONFERENZA EPISCOPALE TRIVENETO FISM, FIDAE, AGESC, CdO, CONFAP, FORMA Veneto, MSC, AGIDAE, AIMC, UCIIM, AGE, MSAC, CISM, USMI e FESTIVAL DOTTRINA SOCIALE
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Verona - Autorità civili e religiose di primo piano
La Chiesa per la scuola
Presentazione: S.E. Mons. Adriano TESSAROLLO Delegato CET Scuola Educazione Università Consegna “Appello”
FEDERAZIONE ISTITUTI DI ATTIVITÀ EDUCATIVE
di far partecipare i fedeli alla S. Messa nello spirito della missione, cioè a far riscoprire loro che la fede non va vissuta in maniera muta, privata e invisibile, ma va testimoniata e annunciata. A questo scopo il Vescovo Lucio invita i sacerdoti ad offrire ai fedeli, con l’omelia che faranno durante le Sante Messe di questa terza domenica del mese di novembre, la seguente riflessione.
Con il Vangelo di oggi (Lc 21,519) Gesù vuole scuoterci, usando il linguaggio apocalittico del suo tempo, perché perseveriamo nel fare il bene e viviamo con coerenza il Vangelo, nonostante il dilagare del male, del secolarismo e della stanchezza. Il Vangelo ci offre tre messaggi. 1. La storia e il mondo non sono in balìa di un destino cieco o di fato oscuro, ma sono nelle mani di Dio. Dio sta conducendo il mondo e la storia verso il suo compimento, verso la sua meta. Verrà il giorno in cui Dio metterà a tacere i superbi, i prepotenti, gli ingiusti, e farà sorgere sui giusti, sui poveri, sui diseredati “il sole di giustizia”. Gesù non annuncia la fine del mondo, ma lascia presagire il fine del mondo, il suo futuro definitivo: un mondo più giusto, più fraterno e più solidale, dove regna la giustizia, la fraternità e la pace. 2. Gesù chiama i suoi discepoli – e oggi noi – a collaborare con lui nella costruzione di questo mondo nuovo, anche se questo comporta la contestazione, il linciaggio morale, l’ incomprensione perfino delle persone care. Saranno accusati di essere degli “integralisti”, perché difendono la vita, la famiglia, il diritto di professare pubblicamente la propria fede. Ma non soccomberanno: “Nemmeno un capello del vostro capo perirà”. Il bene che essi compiono non andrà perduto, anche se a volte esso appare insufficiente e inefficace. 3. Oggi Gesù chiede anche a noi tre atteggiamenti di fondo: 1) il coraggio di testimoniare la fede ed i valori cristiani a testa alta. Gesù ci darà “lingua e sapienza a cui gli avversari non potranno resistere né controbattere” (Lc 21,16); 2) la perseveranza nella vita cristiana, nonostante la stanchezza e la tentazione di lasciarsi omologare, adattare all’opinione dominante; nulla di buono va perduto; 3) l’impegno quotidiano nel compimento del proprio dovere, senza lasciarsi tentare da fanatismi disordinati. S. Paolo ci dice: “Mangiate il vostro pane, lavorando in pace” (2 Ts 3,12). Questo invito a testimoniare la nostra fede, con la vita e la parola, il Signore c’è l’ha rinnovato con l’Anno della fede, indetto dal papa Benedetto XVI e iniziato l’11 ottobre 2012. Indicendo questo Anno della fede il papa Benedetto XVI ci ha invitati a ravvivare la nostra fede
don Maurizio VIVIANI “ritrovare l’entusiasmo di comunicaLe Chiese del Triveneto direttore UNESU-Roma re la fede” e ad annunciare l’amore per la scuola nella comudi Dio con fierezza e con gioia, annità desiderano continuare ZAIA On. LUCA che ai non credenti e ai nonPresidente pra- ildella cammino intrapreso in Regione Veneto ticanti. questi anni proponendo la SERRACCHIANI DEBORA Noi cristiani, Conferenza sulla base PresidenteIV del Friuli Venezia Giulia mediante il batdella Costituzione Italiana UGO ANGELO ROSSI tesimo e la cresidella Dottrina Sociale Presidenteedella Provincia Autonoma di delTrento ma, siamo “unti”, la Chiesa, per evidenziare ENRICO consacrati, On.cioè la LETTA fecondità e preziosità del Consiglio “destinati aPresidente un del sistema educativo di compito di interesse Conclusioni:istruzione e di formazione, pubblico”: portare Superiori S.E. Mons.dall’Infanzia FRANCESCOalle MORAGLIA a tutte le persone Centri di Formazione Patriarca diaiVenezia e Presidente CET che incontriamo Professionale, presente nel 11.00 nostro territorio per il bene l’annuncio Oredell’ Marcia città amore di Dio, conper ladi tutti. la testimonianza Questo incontro, che Ore 12.00 della vita eS.con la in Cattedrale concludepresieduta il Festival della Messa da parola. NonS.E. siamo DottrinaZENTI, Sociale, è anche in Mons. Giuseppe Vescovo di Verona cristiani per noi, vista della grande manifeInformazioni utili: ma per rinnovare stazione di popolo promosd. Edmondo Lanciarotta la nostra società sa dalla CEIcell:“La Chiesa per mail:d.edmondo@lanciarotta.it 348 5607760 con la testimo- la scuola” il 10 maggio 2014 nianza cristiana e in piazza S. Pietro a Roma l’annuncio espli- con la presenza di Papa cito del Vangelo Francesco. Oggi la situazioe per ridare ne è particolarmente diffifondamento cri- cile per le Scuole Paritarie stiano ai valori e i Centri di Formazione della vita, del- Professionale a causa sia la libertà, della dei continui drastici tagli fraternità, della dei contributi, sia per i semsolidarietà. pre più lunghi ritardi delle parziali erogazioni a fronte E’ Cristo di un evidente risparmio che ha affidato significativo alle casse puba noi credenti il bliche. Urge individuare grande compito insieme con i responsabili di annunciare il risposte politiche concrete Vangelo a tut- ed adeguate in modo da te le genti e di evitare il rischio sempre più introdurle nel- prossimo del collasso di la vita di Dio: tutto il sistema di istruzio“Andate e am- ne e di formazione del nomaestrate tutte stro territorio, fondato sui le nazioni, bat- principi della sussidiarietà, tezzandole nel autonomia, libertà. Tutte nome del Padre le scuole, Pubbliche Statali e del Figlio e dello Spirito Santo, e Pubbliche Paritarie, e insegnando loro ad osservare tut- i Centri di Formazione to ciò che vi ho comandato” (Mt Professionale, vanno so28,18-20). stenute e valorizzate con Il papa Paolo VI ci ricorda che l’impiego di tutte le forze “evangelizzare è la grazia e la vo- necessarie affinché possacazione propria della Chiesa, la no svolgere l’indispensasua identità più profonda. Essa bile ruolo educativo a loro esiste per evangelizzare” (EN 14). affidato. La Chiesa è per la Anzi, “la missione riguarda tutti i Scuola, per tutta la Scuola, cristiani, tutte le diocesi e parroc- perché la Scuola fa parte del chie, le istituzioni e associazioni bene comune. ecclesiali” (RM 2). “la scuola è uno degli “Il Signore chiama sempre a ambienti educativi in cui si uscire da se stessi, a condividere cresce per imparare a vivecon gli altri i beni che abbiamo, co- re, per diventare uomini e minciando da quello più prezioso donne adulti e maturi, cache è la fede” (RM 49). L’impegno paci di camminare, di permissionario, rivolto al proprio correre la strada della vita.” ambiente e al mondo intero, con (Papa Francesco) la testimonianza e con la parola, è indice della nostra fede in Cristo. “La scuola va valorizzaDel resto, “la fede si rafforza donan- ta, rinnovata e sostenuta e dola” (RM 2). noi siamo persuasi che solo una società che le dà il giuIl momento storico attuale, se sto valore, promuovendola per certi aspetti è problematico e sostenendola, può guarper l’annuncio cristiano, per altri dare con fiducia al futuro. motivi è anche un tempo favore- La chiesa è per la scuola, vole. Anche se talvolta in forme perché interessata ad una strane, l’uomo d’oggi manifesta formazione integrale e arun’inquietudine e un ricerca di monica dell’individuo. senso che attende risposta. Essa che ha come compito Dobbiamo cogliere, interpreta- specifico l’annuncio del re e purificare questa ricerca, che Vangelo e la crescita dei cresta riemergendo nelle coscienze, denti verso la pienezza dele rispondere ad essa mediante un la grazia, è al tempo stesso rinnovato annuncio del Vangelo. ‘intimamente solidale con L’annuncio deve essere corag- il genere umano e con la gioso e franco, ma anche umile: storia’(GS,1), e per questo la verità, che abbiamo ricevuto in fa sua la questione delicata dono, non è un vanto per noi, ma e fondamentale dell’eduè una responsabilità. cazione.” (Bagnasco Card. Chiediamo al Signore che ci Angelo, 3 maggio 2013, aiuti a svolgere bene questa mis- Roma) sione, questo servizio. Ci suggeLa Scuola in generale risce questa invocazione anche la oggi vive una situazione preghiera con cui abbiamo inizia- difficile, quella paritaria to questa Santa Messa: in particolare. Da sempre “Il tuo aiuto, Signore, ci renda la Chiesa ha collaborato in sempre lieti nel tuo servizio, perché vario modo all’educazione solo nella dedizione a te, fonte di ogni delle giovani generazioni. bene, possiamo avere felicità piena e Anche le Scuole paritarie di duratura”. ogni ordine e grado, riconosciute e abilitate a svolgere + Lucio Soravito, vescovo tale servizio scolastico, han-
IV CONFERENZA SULLA SCUOLA E FORMAZIONE PROFESSIONALE
LA CHIESA PER LA SCUOLA NELLA COMUNITÀ
Programma ore 9.00 Saluto: S.E. Mons. Giuseppe ZENTI, Vescovo di Verona e delle Autorità Presentazione: S.E. Mons. Adriano TESSAROLLO Delegato CET Scuola Educazione Università
imaginewebproject@db-service.org
1. Perchè in missione? Quale missione?On. Alberto GIORGETTI Convegno domenica 24 Novembre 2013 alla Gran Guardia in Piazza Brà Sottosegretario all'economia Nella terza domenica di ogni e a “riscoprire la gioia di essereprof. amati Stefano QUAGLIA dalle ore 9.00 alle ore 13.00 e marcia per le vie della città scaligera promuovono Dirigente UST-XII-Verona mese, i sacerdoti sono pregati da Dio”. Ma ci ha invitati anche a
Consegna “Appello” On. Alberto GIORGETTI Sottosegretario all'economia prof. Stefano QUAGLIA Dirigente UST-XII-Verona don Maurizio VIVIANI direttore UNESU-Roma
Domenica 24 Novembre 2013
Gran Guardia - Piazza Brà Verona Ore 9.00-13.00
no offerto e stanno offrendo al Servizio Scolastico nazionale e regionale, in collaborazione e non in concorrenza con la Scuola statale, un servizio di qualità, che per lo Stato rappresenta anche un notevole risparmio economico, sia per quanto riguarda il personale che i locali delle Scuole. (dalla “Lettera ai politici”, dei Vescovi del Triveneto 2.8.2011) Info Utili Percorso della Marcia: Piazza Brà, Liston, Via Oberdan, Corso Portoni
ZAIA On. LUCA Presidente della Regione Veneto SERRACCHIANI DEBORA Presidente del Friuli Venezia Giulia UGO ANGELO ROSSI Presidente della Provincia Autonoma di Trento
Borsari, Via On. ENRICO LETTA Presidente del Consiglio Garibaldi, Via Pacifico, Conclusioni: D u o m o . S.E. Mons. FRANCESCO MORAGLIA Indicazione Patriarca di Venezia e Presidente CET per il parc h e g g i o : Ore 11.00 P u l m a n : Marcia per la città carico e scarico mo- Ore 12.00 m e n t a n e o , S. Messa in Cattedrale presieduta da Porta Nuova S.E. Mons. Giuseppe ZENTI, Vescovo di Verona Auto: zona Informazioni utili: gersi a Vicentini Davide Fiera, con servizio navetta d. Edmondo Lanciarotta cell: 348davide.vicenti5607760 oppure in cittàmail:d.edmondo@lanciarotta.it Per ulte- 347.2388190 riori informazioni rivol- ni@fondazionetoniolo.it
Rovigo - Centro Servizio per il Volontariato
Una ricerca per misurare l’impatto sociale del volontariato
Specialmente in tempi di crisi, le associa- 17, nella sede della Fondazione Cariparo, in zioni sono chiamate a migliorare l'efficienza piazza Vittorio Emanuele II a Rovigo. La ridei loro interventi e ottimizzare l'uso delle cerca ha coinvolto le associazioni, i loro utenrisorse. E' essenziale "misurare" gli effetti ti e alcuni testimoni privilegiati del territorio, delladati Famiglia Altoprodotti Polesine reali delle attività sul territorio e Servizio sui benefi-di Pastorale per raccogliere sugli effetti dai Soluzioni IT ciari, per poterne rendere conto a sostenitori, progetti delle associazioni. L'obiettivo è poServizio di Pastorale della Famiglia Alto Polesine donatori, istituzioni. Il Centro di servizio IT ter certificare come sono state utilizzate le Pastorale dei separati e divorziati Soluzioni per il volontariato di Rovigo, in collabora- risorse economiche e con quali esiti. Il rapdei separati e divorziati zione con la Fondazione Zancan di Padova, Pastorale porto sarà illustrato da Tiziano Vecchiato, diha condotto anche quest'anno una ricerca rettore scientifico della Fondazione Zancan. sull'impatto sociale dei progetti delle asso- Ne discutono Francesco Musco, docente delciazioni, valutando nello specifico i progetti lo Iuav di Venezia, e Giovanni Carrosio, doche hanno ricevuto un sostegno economico cente dell'Università di Trieste. Al termine, dal Centro. Il rapporto "La valutazione di confronto e dibattito con istituzioni e assoimpatto della progettazione sociale del vo- ciazioni. A tutti i partecipanti sarà distribuita lontariato", che illustra i risultati della ricer- copia del report 2013, che sarà poi scaricabile ca, sarà presentato venerdì 22 novembre, alle anche dal sito www.csvrovigo.it.
FFaam i g l i e d i v i s e , C h i e s a miglie divise, Chiesa ee CCoom muunniittàà cciivviillee Servizio di Pastorale della Famiglia Alto Polesine Soluzioni IT DUE SERATE DI CONFRONTO PER RIFLETTERE
SUL VISSUTO DELLE FAMIGLIE SEPARATE E LA Pastorale dei e divorziati DUE SERATE DI separati CONFRONTO PER RIFLETTERE MISSIONE CHE CHIESA E COMUNITA’ CIVILE SUL VISSUTO DELLE FAMIGLIE SEPARATE E LA POSSONO SVOLGERE PER LORO. MISSIONE CHE CHIESA E COMUNITA’ CIVILE POSSONO SVOLGERE PER LORO.
“Vivere la separazione e il divorzio oggi. Fuori dentro la comunità?” “Vivere la oseparazione e il divorzio oggi. o dentro comunità?” Interviene Fuori il dott. Ernesto laEmanuele, fondatore e
Famiglie divise, Chiesa e Comunità civile
Durante le due serate saranno
presentati anche i percorsi che Con il patrocinio di: Durante le due serate saranno la Pastorale della Famiglia presentati anche i percorsi che Con il patrocinio di: dell’Alto Polesine offre alle la Pastorale della Famiglia persone che stanno vivendo la dell’Alto Polesine offre alle separazione o il divorzio. persone che stanno vivendo la separazione o il divorzio. In parallelo verrà presentato il nuovo progetto di “Incontri In parallelo verrà presentato il espressivi” rivolti ai figli di nuovo progetto di “Incontri genitori separati e divorziati. espressivi” rivolti ai figli di
Comune di Badia Polesine Assessorato Comunealle di Politiche Sociali Badia Polesine Assessorato alle Politiche Sociali
Presidente Nazionale dell'Associazione delle Famiglie Interviene il dott. Ernesto Emanuele, fondatore Separate Cristiane ONLUS di Milano. Introduce Claudio e Presidente assessore Nazionalealledell'Associazione dellecomune Famiglie Brusemini, Politiche Sociali del di Separate Cristiane ONLUS di Milano. Introduce Claudio Badia Polesine. Brusemini, assessore alle Politiche Sociali del comune di Badia Polesine. Sabato 9 Novembre ore 21.00 Sala Soffiantini dell’Abbazia Vangadizza Sabato 9 Novembre ore 21.00 Polesine (RO) DUE SERATEBadia DI CONFRONTO PER RIFLETTERE Sala Soffiantini dell’Abbazia Vangadizza SUL VISSUTO DELLE FAMIGLIE SEPARATE E LA Badia Polesine (RO) MISSIONE CHE CHIESA E COMUNITA’ CIVILE POSSONO SVOLGERE PER LORO. “Separazione e divorzio dei genitori:
emozioni e ebisogni deidei figli.” “Separazione divorzio genitori: “Vivere la separazione e il divorzio oggi. emozioni e bisogni dei figli.” IntervieneFuori la dott.ssa Daniela Pipinato, pedagogista o dentro la comunità?”
e psicologa di Padova, esperta in mediazione familiare e Interviene dott.ssa Daniela Pipinato, pedagogista Gli incontri sono aperti e gruppi di parola per bambini di genitori separati. Introducee e Interviene illa dott. Ernesto Emanuele, fondatore psicologaBernardoni, di Padova, assessore esperta in familiare Barbara allemediazione Politiche del e Presidente Nazionale dell'Associazione delleSociali Famiglie rivolti a tutti, in particolare Comune di Gli incontri gruppi di diCristiane parola per bambini genitoriIntroduce separati. Claudio Introduce Durante le due sono serate aperti sarannoe Castelmassa comune Castelmassa. Separate ONLUS di di Milano. ai genitori, a figure Barbara Bernardoni, Politiche Sociali di del rivolti a anche tutti, in particolare Assessorato presentati i percorsi che Con Comunealle didi: Brusemini, assessore alleassessore Politichealle Sociali del comune il patrocinio professionali come Politiche Sociali Castelmassa comune diVenerdì Castelmassa. genitori, a figure laai Pastorale della Famiglia Badia Polesine. 15 Novembre ore 21.00 Assessorato alle insegnanti ed educatori, e Sala Consigliare Comunale professionali dell’Alto Polesine come offre alle Politiche Sociali Venerdì Novembre 21.00 ad operatori e volontari Castelmassa (RO) Sabato 915 Novembre oreore 21.00 insegnanti ed educatori, persone che stanno vivendo la e Sala Consigliare Comunale che a vario titolo operano Sala Soffiantini dell’Abbazia Vangadizza ad operatori e volontari separazione o il divorzio. Castelmassa (RO) con famiglie e minori. Badia Polesine (RO) che a vario titolo operano Per maggiori informazioni: Comune di famiglie minori. il don Incon parallelo verrà epresentato Badia PolesineMalanchin (responsabile percorsi per persone separate e divorziate) Christian Per maggiori informazioni: Assessorato alle nuovo progetto di “Incontri pastoraleseparati.altopolesine@gmail.com 338-1031652 oppure Politiche Sociali Malanchin (responsabile “Separazione e per divorzio dei genitori: don Christian percorsi persone separate e divorziate) espressivi” rivolti ai figli di 338-1031652 oppure p a s t o r a l eemozioni s e p a r a t i . a l teobisogni polesine@ g mfigli.” ail.com dei _______________________________
genitori separati e divorziati.
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genitori separati e divorziati.
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Gli incontri sono aperti e rivolti a tutti, in particolare
Interviene la dott.ssa Daniela Pipinato, pedagogista e psicologa di Padova, esperta in mediazione familiare e gruppi di parola per bambini di genitori separati. Introduce Barbara Bernardoni, assessore alle Politiche Sociali del
CON
FISM, FIDAE MSC, AGIDA
FEDERAZIONE ISTITUTI DI ATTIVITÀ EDUCATIVE
IV CO E FORM
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4
la Settimana
società
Il Disegno di Legge Del Rio/2
Basta confusione e disorientamento Occorre innanzitutto definire le funzioni
Da giuspubblicista che da decenni dedica un’attenzione non marginale alle tematiche delle autonomie territoriali, sento il dovere di portare a conoscenza della Commissione Affari istituzionali della Camera le principali ragioni di perplessità in ordine al ddl 1542, distinguendo rilievi critici di carattere generale (relativi al quadro e al metodo con cui si è avviata questa iniziativa governativa) da appunti più specifici su alcune sue proposte. Nel complesso, nonostante la proposta abbia un’apparenza di organicità per struttura e numero degli articoli, si tratta sostanzialmente di una ipotesi di “legge tampone”, che si aggiunge ai molteplici interventi erratici, occasionali e approssimativi, della XVI legislatura in materia di enti locali, per lo più frutto della “legislazione della crisi”, e non certo di un approccio sistematico volto a realizzare, in base ad una Carta delle autonomie, il disegno di semplificazione amministrativa e di valorizzazione delle autonomie locali prefigurato dalla riforma costituzionale del 2001, tuttora di fatto inattuata. Una “legge tampone” resa necessaria dall’esigenza di fare in qualche modo fronte alla sequenza sconcertante di interventi o proposte, spesso disomogenee, specie sulle Province: bersaglio da qualche anno di una furia iconoclasta, alimentata da campagne di stampa spesso disinformate e fuorvianti, che hanno indotto via via a ipotizzarne lo svuotamento di funzioni, o la soppressione o la riduzione di numero o il riordino a livello nazionale o la loro regionalizzazione. L’effetto complessivo, che il ddl 1542 contribuisce ad aumentare, è di grande confusione e disorientamento, con un disagio crescente non solo per gli studiosi, ma anzitutto per gli amministratori e gli operatori coinvolti in questa temperie, in questo diluvio di innovazioni, spesso destinate ad avere vita assai breve, senza una tenuta ordinamentale, anche perché annegate dentro provvedimenti finanziari volti a ridurre in qualche modo i costi della politica e delle istituzioni. Una “legge tampone” che è, al tempo stesso, un intervento per molti aspetti provvisorio e transitorio, una sorta di legge ponte, in attesa che possa essere approvata la riforma costituzionale, sempre frutto di iniziativa governativa (“Abolizione delle Province”), il cui obiettivo peraltro non appare del tutto chiaro perché nell’articolato ci si limita a sopprimere le Province o il riferimento alle Province in Costituzione, mentre nella relazione si profila anche un’ipotesi peraltro confusa, di regionalizzazione dell’ente intermedio provinciale.
In ogni caso, con la proposta governativa in esame si rinuncia con tutta evidenza a dare finalmente attuazione organica e coerente alla Costituzione vigente sul versante degli enti locali: ossia non si immagina di provvedere alla definizione delle funzioni fondamentali e le altre funzioni di Comuni, Province e Città metropolitane come vorrebbero gli artt. 117 e 118 Cost., punto di partenza ineludibile per poter riorganizzare e semplificare tutta l’amministrazione locale, in base ai tre ben noti principi di sussidiarietà, differenziazione e adeguatezza, che vengono sì richiamati, ma risultano di fatto poco applicati anzi emarginati nelle soluzioni dell’articolato. Viene, cioè, meno un’altra volta la possibilità di dar corpo a quell’autentica innovazione e semplificazione del sistema amministrativo prefigurato dal nuovo Titolo V, in coerenza col fondamentale principio autonomistico dell’articolo 5, da cui dovrebbe scaturire lo spostamento del baricentro amministrativo di tutto il sistema sui due livelli locali – Comuni e Province o Città metropolitane – , con la valorizzazione più ampia possibile di autonomie responsabili, in sintonia con le scelte di fondo operate dai costituenti sulla Repubblica delle autonomie, riqualificando nel contempo la Regione come soggetto con un ruolo essenzialmente legislativo e programmatorio, rafforzato con la riforma del 2001, sia pur con qualche chiaroscuro nel riparto della potestà legislativa tra Stato e Regioni. Così la sussidiarietà viene fraintesa in senso ascensionale per legittimare funzioni amministrative in capo allo Stato e alle Regioni, piuttosto che per decentrare il sistema, partendo dalle funzioni allocabili a livello comunale, eliminando le sovrapposizioni, riducendo o sopprimendo gli enti strumentali subregionali/ locali (come indicato anche di recente dalla giurisprudenza costituzionale). Così l’autonomia e la respon-
sabilità finanziaria, strettamente connessa a quella politico-amministrativa, viene quasi del tutto sacrificata ad un malinteso coordinamento della finanza pubblica, in base al quale le autonomie sono mere destinatarie, anzi “in balia”, delle decisioni finanziarie del centro (tanto più dopo che si è emarginato quel poco di federalismo fiscale che era stato avviato con la legge n. 42, peraltro partita male, in assenza del previo riassetto delle funzioni e della definizione nazionale dei livelli essenziali delle prestazioni concernenti i diritti civili e sociali); le uniche autonomie in grado, in qualche modo, di difendersi sono quelle speciali che godono di un regime finanziario – spesso peraltro privilegiato – sancito con norme di grado costituzionale. In sostanza, sembra allontanarsi sempre più la prospettiva di quella Carta delle autonomie, per la quale – dopo la legge La Loggia n. 131/03 – avevano elaborato proposte sia la Commissione Vari, sia poi i vari progetti governativi e parlamentari della XIV e XV legislatura, in parte ripresi all’inizio della XVI (ma poi abbandonati), che si fondavano anzitutto sulla chiarificazione del riparto delle funzioni locali di prossimità e di area vasta, con connesse risorse finanziarie e con elementi di garanzia dell’autonomia comunale e provinciale, in sintonia con la Carta europea dell’autonomia locale del 1985 e la dichiarazione di Valencia del 2007 sull’innovazione istituzionale e il buon governo locale. Si consolidano, invece, orientamenti che – in nome di malintese semplificazioni istituzionali e riduzione di costi (spesso solo apparenti) – rinunciano ad affrontare i nodi veri della semplificazione istituzionale e dei risparmi, che potrebbero certamente derivare, in modo assai consistente, proprio da un coerente e ordinato riassetto delle funzioni pubbliche come prefigurato nell’art. 118, accompagnato da un drastico ridimensionamento delle varie migliaia di enti e soggetti strumentali, pubblici e privati, operanti a livello subregionale e locale. Un’ulteriore osservazione (generale) riguarda la totale gratuità degli incarichi di chi sia chiamato a far parte sia degli organi delle Unioni di Comuni, sia di quelli delle Province e delle stesse Città metropolitane: si tratta di una scelta demagogica, per nulla giustificata dalla poca importanza dei compiti assai rilevanti affidati a questi organi, per cui ne può sostanzialmente derivare un disincentivo per l’impegno amministrativo, se non un aumento dei problemi di corruzione nelle amministrazioni locali. Gian Candido De Martin
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UnIone STAMPA PERIoDICA ITALIANA
FedeRazIone ITalIana SETTIMANALI CATToLICI
domenica 17 novembre 2013
Uccisa nel 1952 a 13 anni nelle campagne di Borsea
Maria Abino, la Goretti del Polesine La beata Maria Bolognesi confortò la madre
Era il tramonto del 5 agosto 1952, una di quelle giornate torride d’inferno. Dall’acqua limacciosa e maleodorante dello scolo Vespara affiorava una mano di bambina. Poco lontano, sull’erba della Campagna Grande dei Valier, una bicicletta. Si capì subito che non era stata una disgrazia. Strangolata, la testa quasi spiccata dal tronco con il volto nel fango, il corpo martoriato dagli spini e la violenza subita dopo la morte. Quella mano era di Maria Abino, tredici anni, la figlia di Pasquale e di Aida Piombo, due giovani contadini con altri due figli. Maria - un fuscello ancora di bambina - buona, sempre disponibile e ubbidiente, timida e seria, ogni giorno portava all’asilo di Borsea i fratellini Mario e Milena e poi andava a riprenderli. Percorreva quel sentiero fra distese di grano e papaveri, canapa e granoturco, due, quattro volte al giorno. Era una scorciatoia di un chilometro per andare a scuola, a bottega, in chiesa o dalla maestra Maria Pellegrini, una sarta che insegnava a Maria il mestiere che avrebbe voluto fare. - Diceva sempre sì, non si ribellava mai agli ordini di mia madre – ricorda Milena. Se la sarta le dava la mancia, usava i soldi per la famiglia mai per sé. Milena mi mostra le pagelle, il ricordo della Cresima, la foto; mi parla della sua maestra. Era brava a scuola, avrebbe potuto continuare gli studi, ma a lei piaceva cucire. Torno per la ciclabile ormai buia, dileguate le ultime pennellate rosse del cielo. Penso a Maria: sì, era stata un angelo in terra. Quel 5 agosto Maria era andata dallo zio Sante Spada per prendere della carne e dal droghiere per un pacco di liscivia. Aveva una sporta fatta con ritagli di pelle, tipica di quegli anni in cui non si buttava nulla. Aveva una borraccia per attingere acqua potabile alla pompa. Era partita verso le ore 13 e alle 14 era già sulla via del ritorno. Alla fontana incontra l’amica Nelda Filippi, 17 anni. Scambia con lei le ultime parole e l’ultimo sorriso, poi attraversa le due passerelle sugli scoli Borsea e Vespara. Davanti a lei la carreggiata diritta verso casa, fra due campi di canapa, a destra una grande macchia di robinie, dai grappoli bianchi e aromatici in primavera, ma dai rami spinosi. E’ qui che Maria verrà trovata, prona a mezz’acqua, in un nugolo di zanzare impazzite. E’ una storia simile a tante dei giorni nostri, che sarebbe finita in tutte le trasmissioni televisive, ma che allora venne riportata da molte testate. A rileggere gli articoli di quei giorni si rimane però sconcertati dallo scenario ben diverso dall’attule. Giornalisti che erano scrittori-poeti come Lauro Bergamo; fotografi-pittori come Giuseppe Giulianelli. C’è una foto, simile a un quadro di genere, che ritrae la madre, 35 anni, mentre stringe fra le mani il suo volto di dolore, minuto quasi di bambina, il lume a petrolio, la candela accesa, perché ancora non era arrivata la luce elettrica. Una giustizia funzionante che la sera del delitto aveva già fermato cinquanta persone sospette e note per pedofilia in zona, fra le quali il colpevole. Scopro con sorpresa che le indagini vennero condotte da un giovane sostituto procuratore, Michele Coiro, che veniva a Crespino con la Topolino e che dormiva al bar sport della Renata, poiché era fidanzato con mia cugina Loredana Dall’Occo. Sarebbe diventato procuratore della
Repubblica a Roma. Fu un fatto che sconvolse il Polesine che ritornava a vivere dopo l’alluvione del ’51. Ricordo che la mamma ci leggeva gli articoli perché stessimo attente e fino agli ultimi anni di vita ci raccontò della sua nonna che l’accompagnava a scuola lungo la Valdimezzo per proteggerla da un pedofilo. La bisnonna Maria, donna terribile, aveva minacciato quell’uomo: gli avrebbe tagliato il collo con la roncola se avesse toccato la sua nipotina (at taj al col con la curtlina – gli ripeteva). Lo sentiamo tutti i giorni, me lo hanno raccontato amici che hanno subito violenza: queste storie lasciano tracce indelebili. Fu un fatto che sconvolse anche la Diocesi. Erano altri tempi e tutto venne messo a tacere. Era allora parroco di Borsea don Giuseppe Astori e vescovo monsignor Guido Maria Mazzocco. L’assassino, Antonio Bianchi, 27 anni, alto un metro e novanta, sciancato, figlio di ricchi proprietari terrieri di Borsea molto vicini alla parrocchia, era maestro di dottrina a Borsea. Evidentemente riscuoteva la fiducia del parroco, anche se le sue tendenze erano note nella frazione. Tre ragazzine, fra le quali Maria, l’anno prima, erano fuggite davanti all’offerta di caramelle, di una collana e di mille lire da parte del Bianchi. Il Vescovo si recò a casa degli Abino e offerse per i due bambini un posto in un collegio
ma i genitori rifiutarono. Anche Maria Bolognesi, quasi 28 anni, andò in bicicletta a trovare la madre di Maria e consegnò del denaro. Un episodio significativo che mi ha raccontato Milena, ancora sconosciuto ai biografi della Beata. Il Bianchi confessò dopo due giorni le atrocità commesse. Determinante fu la testimonianza di una cugina suora che lo aveva visto sconvolto cambiarsi d’abito e che depose al processo a porte chiuse. Il processo si tenne nel 1955. La foto Zambon-Correggioli ritrae la folla che invase via Verdi fino alla Rotonda, all’esterno del tribunale, in attesa di entrare e di sapere. Bianchi fu condannato a trent’anni e gli fu riconosciuta la semi-infermità mentale. Maria riposa in una cappella del cimitero di Borsea. Milena ora è una dolce signora che abita sulla sinistra dell’Adigetto, poco lontano dall’oratorio di San Sisto. Forse pochi sanno che è sorella di Maria, ma tutti si fermano ad ammirare i fiori del suo giardino, più simile a un orto botanico, dove crescono fiori di ogni specie e splendide corolle di ibisco. Milena dona piantine e semi a chi glieli chiede ma i fiori più belli sono ogni giorno per Maria, per quella sorellina buona e santa che lei si porta nel cuore con un dolore mai sopito. [Riproduzione riservata] Graziella Andreotti
Come un tuffo al cuore… Furtive lacrime sgorgano dal cuore affranto dal lutto. Incubo … evento indimenticabile, ferita che non si rimargina. E’ l’amore che si rinnova in un ripetersi di affettuosi pensieri rievocazioni di esperienze vissute insieme all’amato defunto, come sentore di un’apnea sempre latente. Paola Besola Novembre 2013 SAE - Gruppo di Rovigo
Condividere e annunciare la Parola Calendario Attività 2013/2014
Appuntamenti mensili Rovigo via Alberto Mario,36 - ore 16.30 Lunedì 25 novembre - Introduzione ai Vangeli Lunedì 16 dicembre - Vangelo di Giovanni - I dialoghi Lunedì 24 febbraio - Vangelo di Giovanni - I segni Lunedì 24 marzo - Vangelo di Giovanni - “Io sono”: rivelazione di Gesù Lunedì 14 aprile - Lettura di un Documento Ecumenico Lunedì 25 maggio - Incontro di Preghiera • Il S.A.E. (Segretariato Attività Ecumeniche) è un movimento interconfessionale di laici per l’ecumenismo e il dialogo ebraico-cristiano. È nato a Venezia nel 1947 per iniziativa di Maria Vingiani, sua attuale Presidente emerita. La sede nazionale è a Milano in Piazza S. Eufemia n. 2. Tel.: 02878569 - Fax: 0286465295 -saenazionale@gmail.com - www.saenotizie.it • Il S.A.E. è soggetto accreditato dal Ministero dell’istruzione per la formazione del personale della scuola (D.M. 177/2000 e D.M. 26/7/2007 prot. n. 15325) • Dal 2006 è nato a Rovigo un “gruppo SAE” interconfessionale che si riunisce una volta al mese, di lunedì, in Via Alberto Mario n. 36, presso le Missionarie della Redenzione. • L’attività del gruppo vuole favorire l’esperienza del dialogo e il servizio di formazione ecumenica. • Responsabile del gruppo SAE è la Dott.ssa Alessandra Moretto tel. 0425 28122.
A Casa S. Antonio di Trecenta
Ricordo di mons. Edgardo Stellin Il funerale in Duomo a Rovigo
Credo che tutti quelli che lo hanno incontrato ricordino la sua gioiosa briosità e la voglia di stare assieme per comunicare! Don Edgardo era nato a Guarda Veneta il 13 novembre 1946 da Rufino ed Elide Tenan. La sua era una famiglia di cristiani, lavoratori nella terra nella profonda campagna mediopolesana. Credo che sia proprio stata la sua terra a dargli quel senso di gioia che esprimeva sempre. Nel Seminario diocesano percorse tutta la sua formazione per divenire sacerdote. Il 21 giugno 1969, nel Tempio Cittadino della Rotonda per la preghiera e l’imposizione delle mani di S.E. Robero Carniello vescovo ausiliare di Concordia diveniva diacono. Prete Il 27 giugno 1970, nella centralissima chiesa dei SS. Francesco e Giustina di Rovigo, S.E. mons. Giovanni Mocellini lo ordinava prete assieme ad altri sette compagni di viaggio. Con essi sempre tenne viva l’amicizia. A Selva, sua parrocchia, fu festa straordinaria la sua prima Messa solenne. Porta la data del 15 settembre 1970 la nomina a Cappellano di Canaro: Don Mario Raule l’accolse festosamente e la comunità ancora di più. La Liturgia, la Catechesi, i giovani, la sala della Comunità furono da Lui bene usati sulla scia del suo Parroco. Sono stati anni felici e laboriosi quelli di Canaro. Dall’aprile 1974 i Superiori lo mettono a disposizione dell’Ordinario Militare per la
la Settimana
polesine
domenica 17 novembre 2013
poi il Policlinico, poi l’assistenza domiciliare ed infine Casa S. Antonio di Trecenta. Qui aveva avuto vari miglioramenti. Domenica alle 7.30 chiudeva la sua giornata terrena. La notizia si diffondeva molto in fretta suscitando partecipazione al dolore.
funzione di cappellano militare. Agli inizi del 1975 viene nominato Vicerettore del Collegio Vescovile Angelo Custode con il Preside e Rettore Mons. Frison. Al Collegio si fa notare per la sua capacità si stare con i giovani. Il 6 aprile 1983 gli arrivava la nomina a Cappellano della Caserma Polesine di Rovigo. Qui si impegnava per la catechesi alle giovani leve della Guardia di Finanza in preparazione alla Cresima e al matrimonio. Si distinse anche
per i Pellegrinaggi Militari a Lourdes. Il 1 settembre 1997 l’Ordinario Militare lo trasferiva a Bologna via De Marchi, 2. Ebbe la stima dei Superiori e fu annoverato tra i Cappellani del Papa. Il ritorno in Polesine Gli acciacchi lo limitavano nella sua attività e decideva di tornare in Polesine. La malattia non gli dava tregua e dopo un periodo in famiglia, iniziava il suo calvario: l’Ospedale S. Maria della Misericordia,
La sua personalità E’ sempre difficile racchiudere in poche righe la ricchezza di una persona e di un sacerdote. Mi pare che Don Edgardo si possa racchiudere con l’espressione era un prete dalla gioiosa fiducia in Dio e nel prossimo”! Era stato preparato a questo dagli Educatori del Seminario Diocesano, e prima ancora dai Sacerdoti in parrocchia, non ultimo Don Camillo Colognesi, e in famiglia da mamma Elide e da papà Rufino. Ed il segreto era la fedeltà alla preghiera ed ai sacramenti. Colpiva la sua capacità di animare i giovani, sia in parrocchia a Canaro, sia al Collegio che tra i Militari. Tra noi sacerdoti sapeva sempre metterci in perfetto clima di amicizia e ci ricordava i momenti comuni felici. Quel suo sguardo Era il 29 settembre scorso, festa di San Michele, quando lo vidi per l’ultima volta. Muoveva solo gli occhi e me li teneva fissi, anche quando fedi cenno di uscire! Ora, sono certo, che purificato dalla sofferenza, tiene nel Dio che rende perenne la giovinezza i suoi occhi buoni e sereni, godendo del premio del servo fedele! AG
Nel Duomo cittadino
L’abbraccio dei Finanzieri e della Diocesi Il rito presieduto dal Vescovo
Una partecipazione di gente delle grandi occasioni, per l’abbraccio a don Edgardo! Non solo il folto gruppo degli uomini della Guardia di Finanza, ma soprattutto gente, la nostra gente di sempre da Selva, da Guarda Veneta, da Pontecchio, quasi una riunione di famiglia della Comunità credente di San Lorenzo di Selva, o un convegno di ex allievi del Collegio Vescovile. Semplice e solenne Un rito tanto semplice quanto solenne! Il Vescovo S.E. Mons. Lucio attorniato dai diaconi, dagli alunni del Seminario, e da quaranta Preti tra cui alcuni cappellani della Finanza, provenienti da tutta Italia e il loro Responsabile per la Pastorale. Anche i canti assembleari davano alla celebrazione quel senso di viva partecipazione dei giorno del Signore. Tra i fiori il labaro del Corpo Nazionale della Finanza, il picchetto in armi e al centro la bara con un grande Cristo, il libro dei Vangeli ed un fascio di fiori bianchi.
uniti a Lui. Le anime dei giusti sono nelle mani di Dio … i fedeli nell’amore rimarranno presso di Lui (Sap 3,1-9) Don Edgardo è stato uomo giusto, un sacerdote buono caratterizzato da una gioiosa fiducia in Dio … siamo certi che il Signore l’accoglierà nella sua casa: “le anime dei giusti sono nelle mani di Dio”. Rifacendosi a San Paolo, ha affermato che Don Stellin intimamente unito al Signore con il Battesimo e con il sacerdozio e nella missione sacerdotale, è tra coloro per i quali Gesù ha pregato il Padre: “Padre voglio che quelli che mi hai dato siano anche essi con me … ”. Gesù ha fatto conoscere l’amore del Padre anche a Don Edgardo e don Edgardo l’ha fatto conoscere alle persone che gli sono state affidate. Ora egli è partecipe dell’amore con cui il Padre ha amato Gesù. Con felici espressioni il All’alba di domenica 10 novembre 2013 chiudeva la giornata terrena
nostro Vescovo ha riassunto la vita di Don Stellin, della sua testimonianza sacerdotale, del suo impegno nella Chiesa nostra e tra gli uomini della Guardia di Finanza, ed ha affermato: “è rimasto tra i militari … con affetto fraterno e con amore fedele. Questi gli hanno voluto bene e hanno ricambiato il suo servizio con affetto … ne è prova tangibile, la loro folta presenza oggi”. La preghiera del finanziere Prima del commiato un militare ha recitato la preghiera dei finanzieri d’Italia ed il Cappellano capo responsabile ha tracciato l’opera di Don Edgardo tra i militari esaltandone la generosità e l’abnegazione ed ha ricordato che anche quando aveva terminato il servizio, continuava a mantenere i legami con loro. Il Cappellano capo ha ringraziato la Chiesa di Adria–Rovigo e il Vescovo per il dono del servizio di Don Stellin. Un grande applauso ha sottolineato il momento, che s’apprestava a chiudere il rito funebre.
Mons. Edgardo Stellin
Devozione e fede Devozione e fede sono le due parole che ben traducono l’atmosfera del rito Eucaristico per Don Edgardo. Ciascuno sentiva che non poteva barare: quel prete ha creduto, ha amato, ha seguito Cristo e lo ha fatto sentire a quanti lo hanno avvicinato. L’omelia del Vescovo “La morte è un evento carico di mistero; essa fa paura a tutti, ha esordito il Vescovo, ma la parola di Dio ci conforta e ci assicura che non viene ad azzerare la vita, ma introduce nella comunione piena e definitiva con Dio, se siamo vissuti
Cappellano militare emerito di anni 66 l’annuncia S.E. il Vescovo Unitamente al Presbiterio di Adria – Rovigo, all’Ordinariato militare, alla Mamma ed al Fratello. Chiede la preghiera per l’anima del laborioso sacerdote che per 43 anni ha servito Dio, la Chiesa ed i fratelli. La Liturgia funebre sarà oggi martedì 12 novembre alle ore 15.00 a Rovigo in Duomo.
Il congedo liturgico Le preghiere ed i canti nella melodia gregoriana hanno caratterizzato questo momento, seguito con devozione. Al canto della Salve Regina, omaggio a Maria “Regina della pace”, il lungo corteo dei sacerdoti s’avviava all’uscita. La gente faceva ressa al corteo e cercava di toccare la bara portata a spalle da sei finanzieri. Sul sacrato del Duomo un picchetto rendeva alla salma l’omaggio dell’arma della Finanza. Infine l’ultima preghiera del Vescovo. La salma accompagnata dal Vicario Generale s’avviava verso il cimitero ove attenderà il giorno della resurrezione finale. AG
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Ceregnano
Festa Famiglie
Domenica PARROCCHIA DI SAN MARTINO VESCOVO 17 Novembre a CEREGNANO VICARIA DI VILLADOSE Ceregnano a partire dalle 8.45 si svolFAMIGLIE INSIEME... gerà la festa delle E PERCHÉ NO? famiglie della vicaRICARICHIAMOCI! ria di Villadose che comprende le parrocchie di Villadose, Ceregnano, San Martino di Venezze, Gavello, Cambio, Canale, Lama Polesine, Pezzoli e FESTA DELLE FAMIGLIE Beverare. DELLA VICARIA domenica 17 Novembre 2013 Lo slogan è Ceregnano “Famiglie insieProgramma: me e perché no. 8.45 Accoglienza Teatro Parrocchiale 9.15 Presentazione Ricarichiamoci” 9.30 Gioco 10.00 Riflessione con l’intento di dare 11.00 S. Messa 12.00 Aperitivo (APERI-MESSA) l’impulso per partire È previsto servizio di animazione per i bambini con le diverse attiviPer informazioni: Stefania Poletto (mail: stefania.poletto@tin.it) tà dei singoli gruppi famiglie, delle famiglie della vicaria e anche partecipando ai numerosi appuntamenti programmati a livello diocesano. La mattinata sarà animata con giochi e momenti di riflessione fino alle 11 quando il gruppo parteciperà alla messa celebrata dal parroco don Piero Mandruzzato e animata dalla corale. La festa si concluderà con l’aperitivo “Aperimessa” prima di pranzo. (m.p.)
Villadose
Corso per fidanzati Inizio il 17 novembre
Domenica 17 novembre alle 15 in cenVICARIA DI VILLADOSE tro Mons. Maragno PERCORSO PER FIDANZATI 2013 si svolgerà il primo incontro del Percorso “Non è bene che per fidanzati 2013 e l’uomo sia solo... 2014. Il corso è rivolto ... gli voglio fare a tutti i fidanzati della un aiuto che gli sia simile” Vicaria di Villadose, Genesi che comprende le parrocchie di Villadose, Primo incontro Cambio, Ceregnano, DOMENICA 17 NOVEMBRE 2013 Canale, Lama, Pezzoli, Ore 15-18.30 Gavello, San Martino e Parrocchia di Villadose Beverare, che intendoSala Van Thuan no sposarsi secondo il presso il Centro Mons. Maragno rito cristiano. Il corso è condotPer informazioni: to dalle coppie del Parrocchia di Villadose - via Umberto I, 52 tel. 0425/405232 gruppo famiglie di e-mail: famigliavicariavilladose@gmail.com Stefano Concreto tel. 340/7306381 Villadose seguite dal mail: stefano.concreto@gmail.com Quota iscrizione: 10 euro a coppia parroco don Carlo Marcello. Sono previsti sei incontri in cui verranno affrontati i temi della comunicazione, della quotidianità, della famiglia, spiritualità della coppia e sacramento del matrimonio cristiano. (m.p.)
Rovigo
Il laboratorio Procaccini 14 La presentazione
Sabato 16 novembre alle ore 17.30 alla bottega solidale “La Fionda di Davide”, in via della Tecnica, 10 a Rovigo, incontro con Consuelo Granda e presentazione degli abiti prodotti dalla cooperativa sociale “Il laboratorio di Procaccini 14”. Consuelo Granda è la presidente della cooperativa. Il Laboratorio di Sartoria di Procaccini Quattordici coinvolge persone con problemi psichici ed è specializzato nella realizzazione di abiti da donna su misura e tailleurs. Si tratta di abiti veramente unici, frutto della competenza, fantasia e creatività degli stilisti. Vi aspettiamo
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la Settimana
polesine
Parrocchia San Vigilio - Scuola dell’Infanzia S. Teresa del Bambin Gesù
Allegra castagnata
Festa di bambini e genitori nella famiglia della materna La scuola dell’Infanzia S. Teresa del Bambin Gesù, nell’ambito del progetto educativo-didattico 2013/14 “ Natura…avventura meravigliosa” per valorizzare un elemento molto rappresentativo della stagione dell’autunno, il giorno 10 novembre 2013 ha organizzato un’allegra castagnata! Con canzoncine e giochi ai quali hanno partecipato anche i papà e le mamme, i bambini hanno animato il pomeriggio gustando alla fine le tanto amate caldarroste. Ed è inesprimibile la soddisfazione e la gratificazione provate dai piccoli nel ricevere la marea di applausi attestante l’ottima riuscita della festa. Così è terminata questa esperienza che evidenzia l’importanza di quando l’istituzione scolastica si apre alle famiglie, non solo per far sentire ai bambini che i genitori li seguono, li osservano nelle loro attività, ma anche per creare situazioni di incontro e di scambio. Alle spalle un grande lavoro di squadra!!!! Un grazie al Presidente della scuola don Fabio
per il saluto rivolto ai presenti, al gruppo della Raganella
per aver tagliato e arrostito le castagne, ai rappresentanti di sezione ed al personale della scuola che hanno aiutato ad organizzare questa bella manifestazione e tutte le persone che sono intervenute dimostrandoci la loro vicinanza! Grazie di cuore a tutti!
Rovigo
Esimia figura di educatrice E’ morta la Maestra Melega
Si sono celebrati nel Duomo cittadino, lunedì 11 c.m., presieduti dall’Arciprete mons. Carlo Santato, i riti funebri per l’insegnante Giuseppina Melega vedova Billi. Aveva oltre 92 anni la maestra Melega e per mezzo secolo aveva insegnato a leggere e a scrivere e a far di conti, a generazioni di ragazzi. Iniziò ad insegnare nello splendido Delta del nostro Po, e via via si era avvicinata a Rovigo, sostando prima a Grignano e poi concludendo al Tintoretto nel quartiere Commenda. Era una educatrice nata ed alla tenerezza univa anche la capacità di dirigente, per cui per più decenni ricoprì il servizio di capogruppo. Per sottolineare la sua decisionalità la si
chiamava “il Capogruppo”, ma era sempre capace di sostenere ragioni e diritti di Colleghe e alunni. Molti dei sacerdoti e dei cittadini la ricordano come la figlia dell’infermiere Marcello. E da papà Marcello ebbe la capacità di aiutare e sostenere i più deboli. Era una cattolica e non lo nascondeva, ma non ha mai voluto imporre la sua visione della realtà. Trovò in Francesco Billi l’uomo dei suoi ideali, con cui visse una vita serena che per Maririta fu lo spazio ideale per crescere. E pure negli anni della pensione non rallentò la sua vicinanza ai più deboli. Lascia un vuoto non solo per la pastpresident del C.I.F la figlia Ma-
domenica 17 novembre 2013
Rovigo - Ancelle della Trinità
Ricordo di suor M. Carmela Gambato Una lunga esperienza di vita claustrale
Nata a Campo S. Martino il 7 marzo 1923, era entrata in monastero a Rovigo il 16 luglio 1948, a 25 anni. Dopo il tempo del probandato Rita Gambato vestiva l’abito della novizia e assumeva il nome di suor Maria Carmela, era il 19 luglio 1949. Dopo il noviziato emise nelle mani di Mons Guido M. Mazzocco i voti, il 19 giugno 1951. Cinque anni più tardi diventava per sempre claustrale nella Congregazione delle Ancelle della SS. Trinità. Gli anni della giovinezza al paese l’avevano preparata alla vita impegnativa nel monastero. Avesa e Roma A Rovigo le giornate erano cadenzate dalla preghiera e dal lavoro. Nel 1980 la Comunità le domandò di passare a vita attiva nella casa di Avesa (VR), ove rimase fino al 1991. Qui si impegnava ad educare i bimbi e le giovani alla vita cristiana. Passata nella casa di Roma donava la sua attività alla assistenza alle Consorelle. Passata l’opera alla “Charis”, suor M. Carmela rientrava a Rovigo e nella vita claustrale ritrovava la generosità della giovinezza. Negli ultimi tempi accettò di fermarsi, per vivere la stagione della sofferenza. Dal 2 novembre u.s. fu ricoverata all’ospedale cittadino e sabato 8 novembre, alle 10.30 del mattino chiudeva la sua non breve giornata terrena.
Il commiato liturgico Lunedì 11 novembre nella Cappella della Congregazione la celebrazione della liturgia funebre. I l Delegato della Vita consacrata presiedeva il rito con accanto Mons. Diego cappellano della Casa, mons. Giuseppe De Stefani, mons. Lino Sacchetto, Don Marino Zordan, Don Daniele Spadon, padre Mario Gallian, e il diacon Lorenzo Realdon. All’inizio il celebrante ha portato le espressione di partecipazione al lutto di Mons. Vescovo alla Congregazione, alla Sorella ed al Fratello della defunta ed ha assicurato la preghiera di suffragio. Con le Consorelle erano a fare corona alla salma numerosi amici e parenti.
L’omelia del Delegato Don Gianni ha sottolineato la presenza del Signore nell’ordinarietà della vita della Claustrale, il suo dialogare con Dio per intercedere per la Città, la Chiesa ed il mondo, rendendo la vita della claustrale una antenna sull’intero cosmo, per renderlo meno indegno dell’uomo e più gradito a Dio. Ha poi sottolineato come suor M. Carmela abbia condiviso la sua vita con i fratelli nell’impegno attivo di Avesa e di Roma. Prima del Congedo la Sorella della Defunta ha espresso il grazie della famiglia e la gran voglia di vivere che aveva la Sorella Claustrale e il dolore per il distacco. Con il canto della Salve Regina si è conclusa la Liturgia. La salma è stata sepolta nel cimitero cittadino in attesa della resurrezione. AG
KOLBE
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17ª Giornata Nazionale de
Jacopo Mercuriati 3°D
13 0 2 e r a t n e im l A a t t e l Col ririta, il Genero e l’adorato nipote Joachin, ma pure per tanti degli amici. Anche gli amici de “la Settimana “ esprimono alla famiglia Andretto - Billi le condoglianze e la partecipazione al dolore.
Diocesi di Adria - Rovigo Ufficio Diocesano per la Pastorale Sociale Scuola di Formazione Anno 2013 - 2014
Corso di Formazione all’impegno sociale e politico
Centro Giovanile S.Giovanni Bosco - Giovedì 18.00 - 20.00 In collaborazione con L’Osservatorio Internazionale sulla Dottrina Sociale della Chiesa “Card. Van Thuan” e la Fondazione Lanza di Padova - Con il Patrocinio dell’Amministrazione Comunale della Città di Rovigo - Con il Patrocinio dell’Amministrazione Provinciale di Rovigo Con il Patrocinio della Camera di Commercio di Rovigo * Tutti gli altri incontri si svolgeranno presso il Centro Giovanile S.G. Don Bosco, in Viale Marconi, 5 a Rovigo * 21 Novembre ore 18.00 Prof. Don Gianluca Guerzoni - Docente di Teologia Morale - Collabora con l’Osservatorio Internazionale “Card. Van Thuan”
Il ruolo pubblico della fede cristiana: gli umanesimi senza Cristo si trasformano in ideologie 5 Dicembre ore 18.00 Mons. Lucio Soravito De Franceschi - Vescovo di Adria - Rovigo - Già docente di Teologia Pastorale e Catechetica Il senso cristiano della vita o la “vita buona” del Vangelo 6 Febbraio 2014 Prof. Simone Morandini - Docente di Matematica, Fisica e Teologia Ecumenica. Collabora con la Fondazione Lanza Per una nuova convivenza civile: il contributo dei Cristiani 20 Febbraio 2014 Dott. Matteo Mascia - coordinatore del “Progetto Etica e politiche ambientali” della Fondazione Lanza. Strumenti e pratiche per un civismo attivo in ambito economico, sociale e ambientale.
Condividere i bisogni per condividere il senso della vita «La vita umana, la persona non sono più sentite come valore primario da rispettare e tutelare, specie se è povera […]. Il consumismo ci ha indotti ad abituarci al superfluo e allo spreco quotidiano di cibo, al quale talvolta non siamo più in grado di dare il giusto valore, che va ben al di là dei meri parametri economici. […] Invito tutti a riflettere sul problema della perdita e dello spreco del cibo per individuare vie e modi che, affrontando seriamente tale problematica, siano veicolo di solidarietà e di condivisione con i più bisognosi. […] quando il cibo viene condiviso in modo equo, con solidarietà, nessuno è privo del necessario, ogni comunità può andare incontro ai bisogni dei più poveri». (Papa Francesco, Udienza Generale del 5 giugno 2013) Raccogliendo l’appello del Papa, invitiamo tutti a partecipare alla Colletta Alimentare per educarci a quanto da Lui proposto.
www.bancoalimentare.it
Bellombra ricorda mons. Nicola Malerba
Pastore e padre per 50 anni Iniziative e celebrazioni a 30 anni dalla morte
A Bellombra si ricorda in questi giorni l’amabile e cara figura di Don Nicola Malerba. Sono state predisposte diverse iniziative a cominciare da una mostra nei locali della Scuola Materna con tutta una serie di ricordi del Parroco che fu come un padre per tutti nei suoi 50 anni di vita passati a Bellombra. Sono trascorsi 30 anni dalla scomparsa ma il ricordo di lui è sempre vivo e presente. Basta andare in questo piccolo paese della campagna adriese per capire che c’è stata un’impronta particolare lasciata dalla sua testimonianza sacerdotale e umana. Sembra che tutto il paese senta ancora adesso mons. Nicola Malerba come un parente, come un familiare. Anche chi non lo ha conosciuto accoglie in sé come il riverbero della sua presenza, del suo ricordo. Le celebrazioni sono state aperte dalla Compagnia teatrale “El Tambarelo” sabato 9 novembre. Venerdì 15 novembre sempre nel teatro
la Settimana
polesine
domenica 17 novembre 2013
parrocchiale si avvicenderanno varie voci che ricorderanno il sacerdote e la sua testimonianza di paternità spirituale. Si passa sabato e domenica nella chiesa parrocchiale. Al sabato - il 16 novembre - ci sarà un concerto di cori collegato al coro della parrocchia. Domenica 17 dicembre sarà presente il Vicario Gene-
Interviste
Così ricordo don Nicola
Riprendiamo due brevi passaggi di una intervista fatta dal giornale parrocchiale Bell’ombra sulla figura di don Nicola Malerba; gli intervistati sono Vittorio Andreolli e Lidia Parmegian. Al primo viene posta una domanda sulle vocazioni e risponde: «Era orgoglioso dei “suoi” preti e delle vocazioni religiose nate in Parrocchia durante il suo ministero; non meno lo era per i “suoi” laici operanti nelle associazioni ecclesiali, tanto da non lasciarsi mai sfuggire occasione per valorizzare il loro lavoro nel difficile compito di essere esempio per tutti mediante una spiritualità viva. Difficoltà, incomprensione, scoraggiamento non mancavano ma don Nicola, confermando fiducia nei suoi parrocchiani, spronava ad andare avanti dicendo: “Non fatevi prendere dalla delusione e non pretendete di raccogliere subito i frutti del vostro lavoro; a voi spetta di seminare e, dov’è possibile, seminare sodo perché i frutti verranno.., e, con l’aiuto del Signore, anche abbondanti”.» Poi una parola sulla “grande eredità pastorale” lasciata da don Nicola: «Credo resti ancora a noi il dovere di continuare a testimoniare il tanto che egli ci ha lasciato, trasmettendo ad altri questa innegabile ricchezza facendo si che tale insegnamento non vada disperso, come non lo è stato in tutti questi anni. Grazie ai successori di don Nicola che ancora oggi riconoscono l’impronta inconfondibile e le caratteristiche della guida di questa Comunità del loro predecessore, posso affermare che si è davvero continuato a lavorare nel solco da lui tracciato. Si sono così realizzate le sue parole profetiche: “Tu semina e vedrai che i frutti a loro volta verranno!”». A Lidia Parmegian viene chiesta una testimonianza su quali aspetti maggiormente ricorda: «E’ stato un bravo sacerdote. Pensando a lui, per prima cosa mi vengono in mente le sue visite il venerdì, quando veniva a portare la Comunione a mio marito ammalato; in particolare ricordo un momento in cui lo dovevo medicare e, non volendo far star male il sacerdote, gli chiesi di voltarsi. A un certo punto si volle rigirare per comprendere meglio ciò che comportava la malattia; quando, poi, se ne andò era profondamente commosso. Fu mio marito a farmelo notare: “Hai visto che aveva le lacrime agli occhi?”.Questa era la sua grande carica di umanità». Una domanda poi sullo stile pastorale di don Nicola; Com’era con gli adulti?: «Iniziava per primo a far battute, gli piaceva scherzare spesso; non metteva, perciò, soggezione, anzi invitava ad aver confidenza e fiducia nel parroco, a condividere con lui non solo le gioie ma anche e soprattutto le situazioni di necessità personali o familiari. In certi momenti esigeva ascolto attento, soprattutto durante la Santa Messa e diceva: “Uno che va in chiesa deve ascoltare per poi mettere in pratica in famiglia”. Agli incontri dell’Azione Cattolica ci spronava a stare uniti perché “la Comunità parrocchiale è la famiglia di tutti”. Ci ha insegnato ad amarla; per questo ho un amore grande per la Parrocchia e per i diversi parroci che l’hanno guidata! Aveva attenzione speciale per i poveri e spesso affermava: “Aiutate i poveri!”». L’ultima domanda riguarda don Nicola e la vocazione della figlia dell’intervistata suor Ilaria: «Giulietta (questo era il suo nome prima della professione religiosa) andava alla S. Messa tutte le mattine. Un giorno tornando esclamò: “Vado a Vercelli”. Le chiesi: “A cosa fare?”. Mi rispose: “Come aspirantina e per studiare”. Don Nicola con la te nerezza del Pastore di questa comunità e con la consueta sollecitudine volle unirsi alla nostra famiglia nell’accompagnarla a Vercelli e nel presentarla personalmente alla Comunità delle suore di Santa Maria di Loreto.
rale mons. Claudio Gatti a presiedere una celebrazione eucaristica che avrà come concelebranti i sacerdoti originari di Bellombra e i parroci emeriti. In seno all’assemblea saranno presenti anche la religiose originarie di questo paese che ha conosciuto una storia feconda di azione e di servizio da parte delle suore alla comunità parrocchiale. Dopo la solenne celebrazione eucaristica ci sarà il pranzo comunitario nelle strutture del centro parrocchiale. Nel pomeriggio ci si porterà poi a Castelnovo Bariano, paese di origine di mons. Malerba, per un omaggio ed una preghiera sulla tomba dell’amato sacerdote. Il programma di tutte le iniziative è stato presentato insieme ad un ricordo/intervista dall’attuale parroco don Maurizio Savella con un dèpliant dal titolo: “Don Nicola e la bellezza di Dio”. Don Maurizio scrive così: “Può sembrare un titolo strano, ma mi è venuto in mente pensando a don Nicola che per 50 anni nella nostra comunità ha testimoniato prima con i fatti che con le parole la grandezza e la bellezza di Dio, quindi il suo fascino che attira a lui e ci sprona a seguirlo. Non a caso quanti laici cristiani, quanti preti e suore si sono formati nel periodo in cui è stato qui e queste persone hanno scoperto la loro vocazione specifica animati da questo grande prete. E da quando sono con voi a Bellombra, parlando con don Graziano, suo successore e con don Antonio mio predecessore, sono rimasto convinto di quanto, in questi 30 anni, si è beneficiato della sua semina e della sua testimonianza”. E poi la gratitudine: “Grazie don Nicola, dal paradiso preghi per la sua e nostra comunità cristiana affinché sappiamo continuare la sua missione di testimoniare la bellezza di Dio, l’unica che può veramente salvare il mondo”. Chi ha conosciuto don Nicola Malerba non può non ricordare il suo stile pacato e la sua figura distinta, quasi aristocratica. Vestiva quella sciarpa bianca e portava l’anello al dito; erano segni del tutto insoliti in un prete di una certa età. Nel presbiterio, anche chi non era stato a celebrare a Bellombra identificava quella comunità con lui costituendo di fatto una sorta di sodalizio spirituale che la diocesi avvertiva come stabile e naturale. Parlando con i preti nati lì avevi sempre il senso di una devozione filiale; andando a parlare con la gente di Bellombra avverti che don Nicola ha costruito una cultura fatta di cristianesimo, di vangelo, di amore a Cristo Signore. Tutto lo fa intendere anche perché quando lo si incontrava aveva sempre con discrezione e vero rispetto, una testimonianza da offrire. Quando a Castelnovo morì il fratello Edoardo, lui venne in Alto Polesine, e proprio con questa sua semplicità e naturalezza - accanto alle spoglie mortali del fratello - fece per i presenti una catechesi sulla vita eterna e sul cammino dell’uomo. b.c.
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Bottrighe
Pronti a partire per il Kenia
Sesta missione benefica a sostegno di alcuni orfanatrofi e scuole. Il saluto e la benedizione del Parroco e la partecipazione della comunità E’ con molta gioia e entusiasmo che in due scaglioni, chi il 17 e chi il 24 novembre,i componenti dell’Associazione “Un sorriso per la vita” Bertaglia Milvia, D’Andrea Stefano, Migliori Guido, Crepaldi Delfina, Valandro Egidio e nuovi amici incontrati durante il loro percorso di vita, Zoppellaro Maria Luisa, Corona Michele e Garbo Maria Patrizia, sono pronti a partire per la loro sesta missione. Come consuetudine, ormai da anni, arrivati sul posto provvederanno a comprare beni di prima necessità come riso, farina, zucchero, fagioli, ecc., materiale sanitario, materiale didattico e vestiario portato direttamente nelle proprie valigie per poi essere donato in prima persona alle due scuole e ai tre orfanotrofi che gli stessi sostengono con i propri aiuti e con le loro forze. Da 2 anni il loro progetto per costruire un orfanotrofio proprio di sana pianta in località Marereni di Malindi, è ormai a buon punto. Terminata per ora la costruzione in muratura e finito altresì il tetto, per questa nuova missione oltre a provvedere agli altri istituti per gli usuali aiuti, hanno come scopo per il loro progetto di comprare tutto il materiale elettrico per la costruzione dell’impianto di illuminazione. E’con molto entusiasmo che, dopo un lungo dialogo e visto l’interesse per l’iniziativa svolta dall’Associazione, che domenica 10 novembre il parroco di Bottrighe Don Antonio Cappato ha voluto dedicare ai volontari che partiranno per la loro missione una messa per la benedizione della loro partenza e per met-
tere a conoscenza tutta la comunità Bottrighese e non, per la loro bellissima opera. Oltre ai vari aiuti raccolti durante l’anno, sempre nella giornata di domenica al termine della santa messa, dopo aver allestito un mercatino con articoli fatti e realizzati direttamente dai volontari, è con enorme gioia che gli stessi
hanno raccolto una cospicua somma da devolvere sempre al loro progetto. “Se riusciamo a fare tutto ciò è solo grazie al sostegno e alla volontà di chi crede in quello che facciamo e ci dà la forza per andare avanti” dicono i componenti dell’associazione….per cui, un grazie infinito a tutti.
Notizie dalla Scuola di Teologia
La missione del laicato Continuiamo la riflessione sul laicato iniziata sul numero della scorsa settimana, per sottolineare quanto la formazione teologica dei laici sia un tema particolarmente significativo per la missione della Chiesa nel contesto della cultura contemporanea. Nell’esortazione apostolica Christifideles laici che papa Giovanni Paolo II scrisse come frutto del Sinodo dei vescovi del 1987, dal tema “Vocazione e missione dei laici nella Chiesa e nel mondo”, al n. 57 leggiamo: «La formazione dei fedeli laici va posta tra le priorità della diocesi e va collocata nei programmi di azione pastorale in modo che tutti gli sforzi della comunità (sacerdoti, laici e religiosi) convergano a questo fine». E, fra le urgenze relative agli aspetti dell’itinerario formativo, dopo la necessaria insistenza sulla dimensione spirituale fondamentale, l’esortazione indica a chiare lettere la necessità della formazione teologica: «Sempre più urgente si rivela oggi la formazione dottrinale dei fedeli laici, non solo per il naturale dinamismo di approfondimento della loro fede, ma anche per l’esigenza di “rendere ragione della speranza” che è in loro di fronte al mondo e ai suoi gravi e complessi problemi”» (n. 60). Nella Costituzione Lumen Gentium, cap. II, paragrafo 12, si legge: “Lo Spirito Santo dispensa tra i fedeli di ogni ordine grazie speciali con le quali li rende atti e pronti ad assumersi varie opere o uffici utili al rinnovamento e alla mag-
giore espansione della Chiesa. Il decreto Ad Gentes del CVII, sull’attività missionaria della Chiesa,afferma: “Essendo la Chiesa tutta missionaria, essendo l’opera evangelizzatrice dovere fondamentale del Popolo di Dio il Sacro Concilio invita tutti i fedeli ad un profondo rinnovamento interiore, affinché avendo una viva coscienza della propria responsabilità in ordine alla diffusione del Vangelo prendano la loro parte nell’opera missionaria presso le genti. Tutti i fedeli - continua - come membra del Cristo vivente a cui sono stati incorporati e assimilati mediante il Battesimo, la Cresima e l’Eucaristia, hanno lo stretto obbligo di cooperare alla espansione e alla dilatazione del Suo Corpo sì da portarlo il più presto possibile alla sua pienezza. Pertanto tutti i figli della Chiesa devono avere viva coscienza della loro responsabilità di fronte al mondo, devono coltivare in se stessi una spiritualità veramente cattolica, devono spendere le loro forze nell’opera di evangelizzazione” (Ad Gentes, cap. VI, nn. 35-36). Quanto riportato è per chiarire come tra evangelizzazione, compito che compete a tutti i fedeli, e formazione teologia vi sia un nesso necessario e strettissimo, in quanto quest’ultima permette un adeguato approfondimento della verità rivelata che consente di evangelizzare in modo appropriato. (continua)
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la Settimana
polesine
domenica 17 novembre 2013
Salara - 14 anni di grande amore alla comunità cristiana
Grazie, don Benedetto! L’affetto della comunità parrocchiale
Rovigo San Bortolo - Le “40 ORE”
In preparazione alla solennità di Cristo Re dell’universo e per ringraziare dell’Anno Liturgico che con la solennità di Cristo si conclude, nella parrocchia cittadina di San Bortolo si svolgono le “40 ORE”, o come si chiamano adesso la solenne adorazione prolungata! Mercoledì 20 c.m. l’Esposizione dell’Eucaristia sarà dalle ore 21.00 alle ore 22.00. Giovedì 21 e venerdì 22 invece dalle ore 15.00 alle ore 18.00.
Lusia - “Solenne Quarantore”
Nei giorni di giovedì 21, venerdì 22 e sabato 23 novembre si tengono nella parrocchia dei SS Vito Modesto di Lusia, le solenni Quarantore. Saranno aperte giovedì con la celebrazione dell’Eucaristia alle ore 15.00, seguita dalla solenne esposizione del sacramento. Alle ore 16.00 inizieranno i turni di gruppi di famiglie. Venerdì 22 e sabato 23 novembre i turni inizieranno dalle ore 9.00 alle ore 11.00 e nel pomeriggio dalle 15.00 alle 18.00. La chiusura solenne sarà domenica 24 alle ore 9.00 con la celebrazione dell’Eucaristia seguita dalla “coronazione di Cristo Re”!
Rovigo S. Maria delle Rose La castagnata di San Martino
E’ stato il circolo parrocchiale “Rodon” ad organizzare per la serata dell’11 novembre la cena con la “castagnata” tradizionale. Dopo il caratteristico menù del “mussetto con la polenta” sono state distribuite le caldarroste innaffiate dal buon vino del nostro Polesine, che ha soddisfatto tanto i numerosi soci del Circolo che hanno riempito lo spazio del “capannone” e che ha regalato a tutti una serata in … allegria.
21 novembre - La Madonna della “Salute”
Sono numerose le chiesette dei rioni dedicate alla “Madonna della Salute!” Eccone alcune: Badia Polesine, Baricetta, Calto, Canalnovo, Canaro, Costa, Fiesso, Gavello, Guarda Veneta, Lendinara San Biagio, Polesella, Pontecchio, San Bellino Cà Moro, Villafora, Villamarzana all’”Anconetta”e altre. Il 21 novembre fanno della vera festa. Al grazioso oratorio che sorge sulla strada che da Pontecchio porta a Guarda, le celebrazioni si susseguono per granparte della giornata. La Liturgia denomina questa festa così: “Presentazione al tempio della Beata Vergine”. La festa esterna è legata alla cessazione della pestilenza che aveva colpito la città lagunare. E i numerosi proprietari veneziani, che in Polesine avevano grossi appezzamenti di terreno si univano ai concittadini rimasti in Città. Alla nostra gente poco importa di Venezia e dei veneziani e in quel giorno fa festa la Madre di Gesù che è la nostra salvezza dell’anima e del corpo.
“22 novembre”” - S. Cecilia
S. Cecilia è la patrona delle corali parrocchiali e per venerdì 22 novembre sono numerosi i gruppi canori che fanno il servizio di animazione del canto nelle celebrazioni, che si apprestano a celebrare la Patrona. Lo fanno con il solennizzare con il canto l’Eucaristia della festa della Santa e … poi la continuano in un momento di cordiale convivialità. E’ veramente esemplare spesso il loro servizio nelle messe domenicali! Sanno infatti che non stanno eseguendo in uno spettacolo teatrale, ma elevando a Dio la preghiera in canto e aiutando i fratelli presenti a fare altrettanto!
25 novembre - S. Caterina d’Alessandria
C’è un grazioso centro alla periferia di Rovigo che porta il nome di Roverdicrè! E’ tagliato in due dall’Adigetto e da ambo le parti è aperto alla campagna. Dalla parte di Rovigo è quasi congiunto alla città. La sua gente lavora nel capoluogo e a Roverdicrè va per dormire e avere casa. In paese vi è anche una antica chiesa, con tanta storia e tanta vita. La chiesa di Roverdicrè è dedicata a S. Caterina di Alessandia, la ragazza martirizzata con la ruota dentata. Essa è universalmente riconosciuta come patrona degli universitari. La chiesa di Roverdicrè è stata consacrata dall’Arcivescovo di Ferrara il Beato Giovanni da Tossignano. Di Roverdicrè ha scritto una piacevole storia il preside Braggion che a Roverdicrè risiedeva! In tempi passati il paese fu più volte conteso sia dalla Città di Rovigo, che dai monaci che avevano un monastero a Costa. Contese che più volte per essere risolte si dovette ricorrere ad arbitraggi di oltre … confine.
Buso
“Credo in Dio” Catechesi sul “Credo”
Avrà inizio sabato 16 novembre alle ore 19.45 dopo la Messa vespertina, nella chiesa parrocchiale la prima delle tre serie di catechesi sul “Credo”. A condurla l’arciprete padre Mario Gallian. Egli si propone sulla scia del Catechismo della Chiesa Cattolica di esporre la dottrina della Chiesa per approfondire in quanti vi partecipano, la loro adesione a Dio e farla divenire forza per realizzare la vita buona del Vangelo. Il cammino della catechesi sul Credo consta di tre tappe: l’attuale sul Padre, una seconda su Gesù Cristo in preparazione al Natale e la terza dopo la Epifania sullo Spirito Santo. Scrive padre Gallian sul pieghevole: “la nostra professione di fede incomincia con Dio perché Dio è il primo e l’ultimo (Is 44,6), il Principio e la Fine di tutto. Il Credo incomincia con Dio Padre, perché il Padre è la prima Persona divina della santissima Trinità; il nostro simbolo incomincia con la creazione del cielo e della terra, perché la creazione è l’inizio e il fondamento di tutte le opere di Dio”. Ecco il calendario degli incontri e delle tematiche trattate: 16 novembre: “Io credo in Dio” (Compendio del C.C.C. nn° 36 – 43) 23 novembre: “Il Padre” (nn° 44 – 49) 30 novembre: “L’Onnipotente il Creatore” (nn°50 – 58) 7 dicembre: “Il cielo e la terra” (nn°59 – 64) 14 dicembre: “L’uomo e la caduta” (nn° 65 – 78). Padre Gallian indica come testo di riferimento il Compendio del Catechismo della Chiesa Cattolica. AG
Domenica 10 novembre, la comunità di Salara si è stretta attorno a Don Benedetto Ghinello, per salutarlo e ringraziarlo per i 14 anni in cui l’ha servita e guidata con sollecitudine e premura. Come ricordato nella lettera inviata dal Vescovo Lucio Soravito alla comunità, e letta da Don Giancarlo Crepaldi, in questi anni Don Benedetto ha condiviso gioie e dolori della comunità, impegnandosi per il bene delle anime e anche per il decoro delle opere parrocchiali, in primis la Chiesa. Ora le condizioni di salute non gli permettono più di svolgere con le necessarie energie e forze il servizio di parroco per cui, il vescovo ha accolto la sua richiesta di rimettere il mandato nelle sue mano. Sempre in questa lettera, c’è il passaggio ufficiale di consegne da don Benedetto a Don Giancarlo, così come scritto dal Vescovo Lucio “La comunità di Salara, è stata ora affidata alla guida di Mons. Giancarlo Crepaldi, arciprete di Ficarolo, che con la collaborazione di Don Shinod (Don Luca), e don Mario cercherà di offrire ciò che necessita al bene delle anime e all’edificazione del Popolo di Dio cercando di far crescere la collaborazione tra le comunità”. Nella sua omelia, Don Benedetto ha ricordato i 14 anni passati insieme, anni trascorsi nella fatica, nel lavoro quotidiano, nel riorganizzare gli ambienti parrocchiali, particolarmente la Chiesa. Don Benedetto ha ricordato la paura e il dispiacere causato dal terremoto, la sua malattia che gli impedisce il suo ritorno stabile nella parrocchia di Salara. A conclusione Don Benedetto ha detto: “In questo momento stiamo vivendo un giorno carico di cordialità, di amicizia, di emozioni, mi sento in dovere di ringraziarvi per tutto quello che avete fatto per me e di chiedervi perdono se non sempre ho potuto
soddisfare le vostre richieste, soprattutto nel portare avanti l’attività parrocchiale. Grazie della vostra amicizia dimostratami in questi ultimi mesi. Di nuovo vi chiedo perdono, vi ringrazio e vi saluto cordialmente” Prima della benedizione finale sono poi intervenuti il vice presidente del Consiglio Pastorale e il Sindaco Andrea Prandini che hanno ringraziato Don Benedetto ringraziandolo a nome di tutta la comunità, ed elencando i motivi per cui la comunità di Salara non potrà dimenticare Don Benedetto: - Non possiamo dimenticare la cura e la dedizione con cui preparava e celebrava l’Eucaristia, dalla semplice e raccolta messa feriale, all’amministrazione dei sacramenti, in particolar modo quelli dell’iniziazione cristiana che vedevano i bambini e ragazzi
sempre protagonisti attivi della celebrazione. Celebrazioni che sapevano coinvolgere ed emozionare tutti i presenti. - Non possiamo la sua ferma guida ed insegnamento pastorale e morale verso tutti i gruppi parrocchiali, ed in particolare con il Consiglio Pastorale, con il gruppo dei catechisti, con gli animatori; gruppi di cui ha sempre sostenuto le attività, promosso la crescita spirituale ed umana di chi ne ha fatto parte. - Non possiamo dimenticare il suo impegno continuo e instancabile, profuso per: la manutenzione, il restauro, il decoro, la messa a norma della Chiesa parrocchiale, della canonica, e di tutti i locali parrocchiali. Tra tutti i lavori, quello che ha reso la comunità e don Benedetto più orgogliosi è il restauro della Chiesa parroc-
chiale di San Valentino, tanto faticosamente realizzato e così brutalmente ferito dal terremoto del maggio 2012. Un evento che ha ferito l’edificio ma ancor di più don Benedetto che tanto ha dato per il suo restauro. - Non possiamo dimenticarlo per essere stato vicino a noi, per essere stato la nostra guida e il punto di riferimento, per le parole che ha saputo dirci nei momenti gioia e soprattutto in quelli tristi e difficili in cui il dolore mette a prova la nostra fede. Non possiamo dimenticarci di Don Benedetto, della sua semplicità, della sua determinazione, dell’umile operaio chiamato alla vigna del Signore, lo porteremo sempre nei nostri cuori e nelle nostre preghiere. A nome di tutta la comunità, Don Giancarlo e il Consiglio Pastorale hanno poi regalato a Don Benedetto, una formella di vetro raffigurante la facciata della Chiesa parrocchiale, lavorata con la tecnica del vetro sabbiato dagli artigiani della vetreria Tomanin di San Bellino. Anche l’amministrazione Comunale, l’Avis Comunale ed i catechisti hanno voluto fare alcuni regali a Don Benedetto, in segno della riconoscenza, per non dimenticare-ci di questo legame che ci ha unito per 14 anni. Al termine della celebrazione Eucaristica, la giornata di festa e proseguita presso il ristorante “Nuova Padus” dove circa una settantina tra: parrocchiani, parenti di Don Benedetto hanno pranzato assieme, ringraziando nuovamente Don Benedetto ed augurandogli di poter continuare a rendersi utile nei servizi pastorali che potrà affrontare relativamente alle sue condizioni di salute. Matteo Tegazzini Il Vicepresidente del Consiglio Pastorale
19 novembre 2013
Ricordo di don Fabio Berto Ad un anno dalla morte
Aveva 72 anni l’arciprete di Concadirame quando chiuse in un letto del S. Maria della Misericordia, la sua giornata terrena. Don Fabio Berto era nato ad Adria il 12 luglio 1940. Dal 1° settembre 2007 era giunto nella comunità di S. Maria del Rosario, ma la sua vita di sacerdote l’aveva vissuta tutta a Rovigo ed in Commenda: Direttore spirituale del C.A.P. S.G. Bosco, cappellano nella parrocchia della Madonna Pellegrina, Direttore del settimanale diocesano, assistente del M.A.C., Consulente ecclesiastico del C.T.G. Delegato vescovile per la erigenda parrocchia e poi parroco di S. Maria delle Rose. Arrivato da Adria a Rovigo, aveva vissuto la sua giovinezza in S. Bortolo e in quella parrocchia aveva celebrato la sua prima messa solenne e con mons. Giuseppe Peretto muove i primi passi nella pastorale: la Liturgia, la Catechesi, la pastorale degli anziani e la cultura. In Commenda Si inserisce bene nella Commenda: l’incontro con i giovani del Centro addestramento gli apre il mondo del lavoro e ai suoi problemi. In parrocchia del Cuore Immacolato che ha le caratteristiche ben definite sin dal suo nascere:
don Fabio è ben preparato, trova il suo ambiente: i giovani, la catechesi, il canto, la Liturgia. In Commenda si fa conoscere anche come forbito scrittore. Gli viene affidata la direzione del settimanale diocesano, il MAC e il CTG. Infine il passo definitivo: erigere e poi reggere una nuova comunità parrocchiale. Si chiamerà “S. Maria delle Rose” per volontà dell’allora Vicario Generale mons. Fortunato Giavarini che vi vede un parallelo con Firenze città del fiore e Rovigo città delle rose. A S. Maria delle Rose Il 22 maggio 1977 può celebrare all’aperto la Messa al centro del territorio della nuova comunità. Ha trovato acquistato il terreno per la chiesa e le
opere. Ha affittato un appartamento che condivide con la Cappella, le aule della catechesi e degli incontri. La Comunità cresce, e cresce il senso comunitario, crescono le presenze, gli incontri, le realizzazioni: dal garage al “salone, dal salone” al prefabbricato e da questo alle opere parrocchiali, ove trovano collocazione la canonica, le aule della catechesi e degli incontri, e nella sala della comunità, la chiesa e nel terreno rimasto il campo per i giovanissimi ed il prefabbricato diviene spazio prezioso per tante iniziative. La pastorale E’ figlio delle sue origini! La catechesi e la Liturgia, i sussidi preparati di notte da Lui, la corale curata da Lui, il foglio settimanale opera sua, l’Azione cattolica, la Caritas, i chierichetti. In tutto questo lo caratterizza la sua capacità di assecondare le proposte dei parrocchiani. Due preti Nei punti fermi della preghiera, ha la domanda a Dio di vocazioni. Lo fa con costanza. Alla fine ha la gioia di accompagnare all’altare don Matteo e don Piero. Tanti … sposi Cura personalmente le giovani coppie e quasi le accompagna per mano! Qui la lista è tanto lunga. Certo non ha realizzato tutto, ma tanto!
L’ultima fatica Con costante perseveranza curò e diresse il settimanale la “Messa festiva” e nei tempi degli acciacchi, preparò e pubblicò “Prega e contempla” per una recita meditata del S. Rosario con i tipi di AB editore che ebbe ben tre edizioni, lui vivente E gli apprezzamenti del card. Farina. Don Mario la gente del quartiere Il 19 novembre la gente della parrocchia si ritroverà per partecipare all’Eucaristia di suffragio e don Mario Ferrari che gli è succeduto in S. Maria delle Rose, scoprirà domenica 24 novembre alla Messa delle ore 10.30 una targa a ricordo riconoscente del primo Parroco di S. Maria delle Rose. Sono certo … Sono certo di aver solo fatto qualche cenno su don Fabio, come sono certo che ha avuto scelte non sempre facili, ma tutti, senza eccezione, abbiamo la convinzione che è stato un prete buono che ha servito Dio e il suo popolo che vive in Commenda Est, in S. Maria delle Rose, in quello spazio che è stato prelevato dall’antica parrocchia dei Santi Francesco e Giustina, in cui ha conservato la fedeltà a Cristo e alla sua Chiesa. Don Gianni
A Torreglia per “per contemplare il volto di Cristo”
Esercizi spirituali per i preti della Diocesi Guidati dal Vescovo emerito Mons. Renato Corti
E’ stato un bel cammino di preghiera e di intensa meditazione il Corso di Esercizi Spirituali proposto anche quest’anno per i preti della diocesi dal 4 all’8 novembre a Torreglia ospiti nella accogliente Casa di Spiritualità “S. Cuore”. Abbiamo avuto il dono di avere tra noi – come guida – Mons. Renato Corti, già vescovo di Novara e per 11 anni ausiliario del Card. Martini. Le 10 meditazioni suggerite hanno avuto come tema “il tuo volto, Signore io cerco” (dal salmo 26). La vita del prete oggi più mai è chiamata a nutrirsi di contemplazione dentro il cam-
mino del ministero pastorale carico di sfide. Il relatore ha spesso provocato noi sacerdoti a lasciarsi guidare da una spiritualità incarnata che dà profondità alla missione. In un clima di preghiera il
Vescovo Renato ha invitato a comunicare la propria esperienza interiore sia al mattino con il commento all’ufficio delle letture sia alla sera con il rosario meditato insieme. Accanto alla Parola di Dio ci ha accompagnato la esorta-
zione del dopo-Giubileo di Papa Giovanni Paolo la “Novo Millennio ineunte” una vera scuola di contemplazione e di comunione. Sono emerse pure alcune proposte per i sacerdoti come lasciarsi guidare da una vera “Regola di Vita” come pure una Parola Guida che illumini e accompagni la giornata del presbitero. E’ stato veramente un bel cammino con tanta serenità nel cuore! Un grazie sincero al Vescovo Lucio che ha condiviso da buon pastore e discepolo, a don Oddone e a chi ha guidato la preghiera e la liturgia.
Anniversario della morte
Una spiritualità profonda
Negli anni ’90, al termine del corso d’esercizi spirituali per i vescovi, l’allora direttore di “Villa Immacolata” (Torreglia) ne vide uno assorto in preghiera. Si avvicinò con delicatezza e sana curiosità e vide che era proprio Mons. Martino Gomiero nostro Vescovo di cui, il prossimo 20 c.m., ricorre l’anniversario della piissima morte. “Sto facendo la visita pastorale – disse – e vado a incontrare i miei preti e prego per loro per incoraggiarli, per sostenerli e dar loro coraggio per affrontare le tante difficoltà che trovano nella loro azione pastorale”. Era il dono più bello che assicurava al suo clero. Un’altra immagine emblematica è quella che tutti possono osservare ancora oggi. Nel cimitero di Castelnovo di Teolo, entrando, un po’ avanti, sulla sinistra, si vede una semplicissima tomba nella terra nuda, una croce di legno, una foto in veste nera, il nome e le date di nascita e morte: questa l’umile sepoltura del Vescovo Martino. La prima icona, o immagine, è quanto mai indicativa di uno stile e di una profonda spiritualità. È stato tra noi, questo Pastore giunto in Polesine da una breve esperienza in terra laziale, un vescovo orante. Il suo portamento devoto non era certamente ostentazione: era segno d’uno spirito profondo e vivamente unito a Dio. Egli sapeva e voleva far comprendere che l’anima di ogni apostolato è un’autentica vita interiore. Egli predicava con i fatti che il tralcio porta molto frutto, e non si riduce a lussureggiante fogliame, se resta vivacemente attaccato alla Vite. Questa robusta spiritualità, che si vedeva trasparire dallo stile del celebrare, dall’attardarsi in preghiera, dal conversare spontaneamente animato dal senso vivo della presenza di Dio, diventava la forza e l’incoraggiamento per sostenere un impegno di condottiero cui, penso, non si sentiva particolarmente incline. Certamente un vescovo non è soltanto tale quando, sull’altare, attorniato da presbiteri, diaconi e dal popolo di Dio, celebra i Divini Misteri. In questa solenne epifania di Chiesa egli esprime il punto più alto, pone in essere la fonte e il culmine della vita di ogni chiesa. Ma è chiaro, solare, tra la fonte e il verti-
la Settimana
polesine
domenica 17 novembre 2013
Ricordo del Vescovo Martino Gomiero
ce c’è tutta necessario, l’azione pae promesse storale che affinché in un vescoogni comuvo, con la nità sia semsua chiesa, pre accesa è chiamato la lode bead esprimenedicente, re. Oggi si è la supplica, complicato l’invocaziotutto, tutto ne di perrisulta partidono e la colarmente richiesta di complesso e aiuto al Pac’è bisogno dre di ogni di riflessiomisericorne attenta dia. Penso per scelte che nel veimpegnatiscovo Marve e detertino, l’intenminanti il sità di vita cammino di interiore si una diocesi. esprimesse In questo e per questo fu non anche in quelle opere di mipoco criticato e discusso, non sericordia che, a suo tempo, soltanto dai preti. Sembrava fecero luminoso il pontificato che non ci fosse una bussola, del beato Giovanni XXIII, e la nostra chiesa appariva una che la più bella tradizione ci nave senza nocchiero. Eppu- ha regalato. Quante case di rire, se si fosse stati più attenti poso, quante scuole materne, alla personalità del Vescovo, quanti ospedali hanno visto la alla sua sensibilità pastorale visita discreta e rasserenante e alla sua del vescodelicatezGiovedì 21 novembre alle vo; le paroza d’animo ore 18,30 in Cattedrale ad Adria, le sembrasi sarebbe verrà celebrata una Messa di no sempre c o m p r e - suffragio per il Vescovo Mons. uguali ma so meglio Martino Gomiero l’intensità l’uomo di dell’amore Dio, il pastore, a suo modo, evangelico era sempre nuova. attento e sollecito a suo modo Per riandare al celebre episodei pastori e del suo gregge. dio evangelico, questo attegAi suoi preti, come ricordato giamento di Maria dell’episopra, garantiva innanzi tutto scopato di mons. Martino il dono della preghiera, quasi può completare e rendere più come un nuovo Mosè, che sul armonico uno stile che pare monte invoca per i confratelli rendere maggiormente visibiluce, sostegno e aiuto. le l’attivismo di Marta. L’altra Un dono discreto, umile immagine, che ci ripresenta ma preziosissimo, che nessu- la semplicità evangelica della no può contare. Dovremmo sua tomba, ci raccomanda una tutti ricordare che, come di- virtù tanto celebrata e così ceva il compianto Don Oreste poco praticata che è l’umiltà. Benzi, per “stare in piedi biOggi in particolare, tutti sogna mettersi in ginocchio”. vogliono apparire, tutti sono Se questo, per esempio, por- bramosi di far scena. Avvolti tasse tutti a celebrare la San- come siamo da innumerevoli ta Liturgia, in tutti i suoi atti, messaggi e proposte dei mez“scientemente, devotamente zi di comunicazione, ci troe fruttuosamente”, porrem- viamo a giocare anche noi ad mo le basi d’una pastorale più essere personaggi da piccolo viva e più produttiva di opere schermo, a cercare un di più di bene e di irradiazione gio- di attuale visibilità. iosa dell’evangelo del Signore L’umiltà ci rende graditi a Gesù. Dio che, invece, resiste ai suE non è soltanto la pre- perbi. L’umiltà ci colloca nei ghiera liturgica da curare di giusti rapporti con Dio, fonte più e da celebrare con intensi- di ogni bene, ci spinge a rità e verità, perché sia sempre conoscere che i talenti di cui immagine autentica di chiesa siamo portatori sono dono orante. Tutte le altre forme di dell’Altissimo, che questi doni devozione, da quelle più tra- si evidenziano e si moltiplicadizionali e popolari ad altre no nel trafficarli e nel farne ocpiù specifiche, andrebbero casione per rendere gloria alla curate, “evangelizzate”, se Fonte prima e per farne uno
strumento di servizio ai fratelli. L’umiltà ci spinge a riconoscere i doni che sono negli altri, a gioire del bene altrui, a collaborare con tutti perché possano esprimersi in pienezza ed essere così di aiuto all’intera comunità. L’umiltà di Mons. Martino traspariva da tutto il suo modo d’essere e di fare e dalle modalità con cui si accostava alle persone. Alle volte poteva sembrare quasi a voler nascondere i talenti che pur aveva in abbondanza. In fondo, la sua “carriera” dimostrava distinta qualità naturali e una genuina spiritualità affinata dall’ottima educazione e formazione ricevute. Ma questa virtù non è mai troppa e, per quanto sia praticata, non riesce ad assicurare il pareggio con le infinite manifestazioni di tronfio e stupido orgoglio che recano tanti malanni ai singoli e alle comunità. Questa virtù svela anche un significato preziosissimo per le Comunità. Evitare vuoti orgogli di gruppo o di chiesa, ricordarci che quello che siamo e abbiamo ricevuto è tutto grazia, che il nostro Signore si è umiliato sino alla morte di croce rende ogni comunità più evangelica, specchio un po’ più convincente dell’Unico Signore. Questo atteggiamento di spirito garantisce anche ai singoli, come è stato nel vescovo Martino, e alle comunità un sereno stato d’animo, una capacità più sicura di affrontare i problemi, una forza maggiore nel sopportare le croci. Ed anche a Mons. Martino queste non sono mancate per i problemi che travagliano un po’ tutti ed anche perché talvolta, pensandolo debole, si era meno attenti e rispettosi. Tutto egli ha sopportato in silenzio e umiltà facendosi anche così segno del Pastore che dà se stesso per le sue pecorelle. È doveroso ricordare per pregare per lui, ammesso che ne abbia bisogno, in ogni caso pregare per noi affinché la lezione di umile e fervorosa adesione al Signore che egli ci ha lasciato sia accolta con ferma decisione. Così la nostra Comunità diocesana sarà sempre di più una chiesa che si fida soltanto del suo Signore, che annunzia con gioioso entusiasmo il suo Vangelo e che testimonia, soprattutto verso i più lontani, l’infinita carità di Cristo Signore. Don Vittorio De Stefani
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Rovigo - Palazzo Nodari
Sfratti sempre più in aumento
L’assessore Saccardin: “la situazione è drammatica” La situazione sfratti è sempre più drammatica. Lo ha comunicato l’assessore ai Servizi Sociali Antonio Saccardin, illustrando un contesto veramente preoccupante. In 24 mesi sono stati eseguiti 62 sfratti, con il coinvolgimento di 84 minori e 7 anziani. Di questi 40 riguardano famiglie immigrate e 22 famiglie italiane. “Il futuro non è sicuramente roseo, ha spiegato Saccardin, e stiamo cercando di trovare delle strade da percorrere per tamponare la situazione nei prossimi due-tre anni, con la speranza che la forte crisi del Paese passi, o quantomeno, si attenui. Per questo sono stato dal prefetto e ho interpellato il presidente dell’Ater. L’Ater ha infatti, degli alloggi che non sono dentro la programmazione annuale, per i quali si potrebbe fare una convenzione con il Comune, per la sistemazione di alcune abitazioni e una compensazione dell’esborso con gli affitti. Il Comune destinerà diecimila euro, ricavati dalla destinazione del 5 per mille, altri 25 mila li metterà la Fondazione
Cariparo e, in questo modo sarà possibile sistemare 7-8 alloggi. Un’altra decina è in fase di sistemazione e poi mi rivolgerò anche all’assessore regionale Giorgetti, per verificare se può dare un aiuto. Nel frattempo delle 62 famiglie, siamo riuscite a sistemarne 11 che erano posti in graduatoria alloggi parcheggio o Ater, 5-6 sono rientrati nel Paese d’origine, una ventina sono ospitati temporaneamente nelle strutture di accoglienza o in bred&breakfast e 25-26 hanno trovato soluzioni proprie più o meno stabili, per altre 4-5 stiamo tentando con i proprietari di prolungare l’affitto per 3-4 mesi. E’ comunque – ha concluso Saccardin -, una situazione sempre più complicata, che mi fa veramente soffrire, servirebbe una politica della casa a livello nazionale. La povertà è in continuo aumento, basta pensare che in 10 mesi, ho incontrato 146 persone che non avevano mai contattato i servizi sociali. Colgo l’occasione per ringraziare tutte le associazioni di volontariato e le parrocchie, per il lo fondamentale e prezioso lavoro”.
Rovigo
Successo della rassegna “Voci del Polesine” Divina commedia: “inferno - canto XXVi” Sabato 8 marzo 2014, ore 21.00 Centro Don Bosco - Rovigo
Il presidente della Barbujani, Arnaldo Pavarin, ringrazia Relatore: Dr. G. Vivaldelli Conclusa con successo la settima edizione delle Voci del6PoSabato 5 - Domenica aprile 2014 lesine, il presidente dell’AssociaSeminario - Rovigo zione culturale Vescovile ‘Renzo Barbujani’, Arnaldo Pavarin, intende ripercorso spiritualità coniugale: correre il cammino dell’evento, “il Profetaleelia: silenzio” ringraziando tante fuoco persone e che hanno partecipato con entusiaRelatore: Dr. G. Vivaldelli smo alla manifestazione. “È stata una rassegna molAprile 2014e significativa, (data da definire), ore 9.30-12.00 to importante un percorso finalizzato a conoscere Centro Don Bosco - Rovigo meglio la nostra storia e i suoi ilincontro studenti scuole lustri personaggi, attraverso azio- superiori ni condivise con molti partner”. E Lombardo Relatore: Don Ciotti o Prof. Pietro proprio il grande appoggio ricevuto dalla realtà rodigina spinge il presidente Pavarin ad un ringraziamento sincero. “Desidero rinLunedìl’Accademia 2 giugnodei 2014 - Rovigo graziare Concordi, il Comune e la Provincia di festa per famiglie Rovigo il loro aiuto. E anche la Fondazione Cassa di Risparmio, determinante per la realizzazione dell’evento”. Per la prima volta è nata agosto la rassegna, protagoniste delle Voci del 1a o da 2a quando settimana 2014 - da definire Polesine, sono state quattro donne: Jole Petrowna Bellonzi in Mifamiglie in… vacanza 14! Calzavarini e Argia Castigliorini, Jessie White Mario, Adalgisa glioni Vitalis. Una scelta voluta dal presidente Pavarin e condivisa con entusiasmo dall’associazione Barbujani. “È un periodo delicato per la figura femminile – afferma il presidente -, così abbiamo deciso di raccontare la vita e le opere di quattro donne straordinarie per il nostro Polesine. Un piccolo gesto per far conoscere la vita di personaggi forse ancora poco noti, ma che hanno regalato Itinerari per separati e risposati molto al nostro territorio”. La rassegna coordinata da Eva Grandi, presidente della commissione Pari Opportunità, ha conosciuto Corso per animatori di pastorale famigliare un confortante successo di pubblico, fotografato dalla tantissima Percorsi delle che siha preparano gente che, ad ognicoppie appuntamento, affollato Sala Oliva dell’Acdi Adria - Rovigo cademia dei Concordi di Rovigo. “Per questo ringrazio i relatori al sacramento delDiocesi matrimonio che, con grande impegno, delineato le figure dei quattro Ufficiohanno fAmigliA DiocesAno personaggi per la rassegna, trasmettendone le emozioni. Ed Percorsi discelti iniziazione cristiana oltre a loro, il numeroso pubblico che ci ha accompagnato in queportati avanti condelle la responsabilità sta settima edizione Voci del Polesine”.dei genitori
Percorsi Ufficio Familiare Diocesano
Calendario 2013-2014 Diocesi di Adria - Rovigo
Percorsi Consultorio Familiare Ufficio fAmigliA DiocesAno Sabato 26 ottobre 2013, ore 21.00 Diocesano
Centro Bosco - Rovigo Percorso perDon adolescenti Tema: educazione dei figli di educazione alla vita affettiva Relatore: Dr. Ezio Aceti Percorsi sulla comunicazione di coppia Sabato 16 novembre 2013, ore 9.30 per fidanzati e per sposi Sabato 26 ottobre 2013, ore 21.00 Centro Don Bosco - Rovigo Percorsi per coppie senza figli Centro Don Bosco Rovigo incontro studenti scuole superiori Tema: educazione dei figli (Tema: comunicazione) Corsi formativi e consulenza di coppia sui metodi naturali
Calendario 2013-2014
Relatore: Dr.Aceti Luca Lazzarini Relatore: Dr. Ezio
Per informazioni Sabato 30 novembre 2013, 21.00 Sabato 16 novembre 2013, oreore9.30 Ufficio Familiare Diocesano Centro Don Bosco Rovigo Centro Don Bosco - del Rovigo Via la Sichirollo, - RovigoTema: figura18 padre tel. 0425.209621
incontro studenti scuole superiori Relatore: Dr. Gigi Avanti Familiare Diocesano Consultorio (Tema: comunicazione) Via Pascoli, 51A - Rovigo- tel. 0425.422500 Sabato 23Lazzarini novembre 2013, ore 21.00-22.00 Relatore: Dr. Luca in varie Chiese Parrocchiali
Sabato 30 novembre 21.00 serata di preghiera2013, per le ore famiglie Centro Don Bosco Rovigo Sabato 18 gennaio 2014, ore 21.00
10 la Settimana
speciale
domenica 17 novembre 2013
Domenica 24 novembre in Duomo il Vescovo Lucio ordina diacono permanente Guglielmo Zampollo
Un ministero da assolvere con umiltà La storia della vocazione di Mino che diventa diacono nel giorno che conclude l’Anno della Fede
Domenica 24 novembre 2013, nel Duomo concattedrale di Rovigo il Vescovo Lucio ordinerà diacono permanente Guglielmo Zampollo, per tutti Mino. Guglielmo ha iniziato il cammino di formazione Teologica, spirituale e pastorale con altri quattro amici, Benedetto, Settimio, Marco, Alfredo, tre di loro sono stati già ordinati diaconi permanenti. Si tratta di persone sposate e genitori, che svolgono la loro professione in vari ambiti, chi nella finanza chi nella scuola e nei mezzi della comunicazione, chi nella salvaguardia dei beni ecclesiastici. Nella Diocesi di Adria-Rovigo è questa la prima esperienza del diaconato permanente. Mino, da ventinove anni è sposato con Cristina, genitori di quattro figli: Teresa, Carlo, Rita e Miriam; con la sua famiglia vive nella comunità di Boara Polesine e svolge la sua professione presso l’Agenzia delle Entrate. Con la moglie Cristina fa parte dell’equipe dell’Ufficio Famiglia Diocesano. Abbiamo chiesto a Mino di raccontarci la sua testimonianza. D - Domenica 24 novembre il Vescovo Lucio la ordinerà diacono permanente, un traguardo che giunge dopo un cammino impegnativo di formazione teologica, culturale, pastorale e spirituale. Con la sua famiglia come sta vivendo questo momento così importante della sua vita? R - A volte si ha l’impressione che la vita sia tutta una corsa e di essere perennemente impegnati in mille cose da fare e, qualche volta, è proprio così. In questo periodo anche per me e la mia famiglia c’è il rischio di lasciarsi prendere da mille preoccupazioni umane e così – come Marta – perdere il senso di ciò che si sta facendo e, soprattutto, per chi lo si sta facendo; cioè c’è il forte rischio di dimenticarsi di ciò che ha un
valore eterno e che la vita è un cammino verso Dio. Pertanto, il nostro sforzo maggiore attualmente è quello di prendere sempre più coscienza di cosa voglia dire per noi essere una ‘famiglia diaconale’, una famiglia che sa voler bene e sa fare il bene. D - Cosa vuol dire per lei oggi essere ordinato diacono permanente? R - Qualche volta, pensandoci, ho avuto come la sensazione che mi ‘mancasse l’aria’, con il rischio di lasciarmi sopraffare dalla grandezza di questo ministero, che, per quanto mi riguarda, consiste in una vocazione (quella diacona-
le) nella vocazione (quella matrimoniale). Nel tempo ho preso consapevolezza che il diaconato, come ogni sacramento, è conferito indipendentemente dalla santità e dalla grandezza morale di chi lo riceve; pertanto, nonostante il peso della mia debolezza, della mia fragilità e del mio peccato, pur sentendomi indegno di riceverlo, credo fermamente che Dio sceglie proprio le persone in apparenza meno adatte per manifestare la Sua potenza. Come scrive san Paolo “quando sono debole, è allora che sono forte” e ancora: “Tutto posso in colui che mi dà la forza”; anch’io riesco a vincere il mio senso di inadeguatezza abbandonandomi con fiducia in Dio, perché è Lui che rende fecondo ciò che è sterile, fa parlare i muti e fa vedere i ciechi. Personalmente, posso affermare di avere un ardente desiderio di vivere il diaconato con un cuore traboccante di umile amore a Gesù, affidandomi allo Spirito Santo e chiedendo l’intercessione di Maria Santissima. Naturalmente non manca il sostegno tangibile di Cristina, mia moglie, che condivide con me questo ministero; non manca nemmeno il supporto dei miei figli (Teresa, Carlo, Rita e Miriam) e pure quello di tante persone che, nel tempo, hanno dimostrato la loro sincera amicizia nei miei confronti. D - Come è maturata questa sua scelta? R - La scelta appartiene a Dio, è Lui che chiama. La mia è una libera risposta a questa chiamata. Per farla breve, direi che per la prima volta circa quindici anni fa, ascoltando una trasmissione radiofonica sul diaconato, ho avuto un sussulto interiore che non saprei meglio definire e poi più niente. Poco meno di dieci anni fa una religiosa mi ha scosso invitandomi a prendere sul serio l’idea del diaconato permanente. Infine, circa sette anni fa, il mio confessore mi ha chiesto se avevo mai pensato al diaconato permanente; da quel momento è iniziato tutto un cammino – condiviso dalla mia famiglia e, in particolare, da mia moglie – di presa di coscienza e di preparazione teologica, culturale, pastorale e spirituale (iscrizione all’università, incontri formativi e i ritiri spirituali periodici, ecc.). E così siamo arrivati ad oggi e, a Dio piacendo, siamo ormai prossimi all’ordinazione… D - In questo momento a chi sente di dover dire grazie per il traguardo raggiunto? R - Una persona merita molto più di un ringraziamento ed è Cristina, mia moglie, veramente ha condiviso ogni istante di questo ‘nostro’ percorso; però ci sono tante persone da ringraziare e se facessi l’elenco qualcuna senz’altro la dimenticherei. Veramente ho trovato disponibilità da
parte di tante persone che si sono date da fare, anche ultimamente per preparare questo evento; tante ‘Marta’ ma anche tante ‘Maria’, che nel silenzio hanno pregato e pregano per me. Ognuno vorrei ricordare e ringraziare personalmente, non potendolo fare, con infinita gratitudine assicuro a tutti la mia preghiera. D - Mino, lei ha iniziato il cammino di formazione in compagnia di altri cinque amici, tre dei quali sono già stati ordinati diaconi permanenti, ripensando al vostro cammino cosa sente di poter dire a questi fratelli? R - Ritengo questo ministero ordinato non sia stato ancora ben compreso; pertanto, facilmente si possono incontrare fraintendimenti e incomprensioni, un po’ in tutti gli ambiti. A mio avviso ci vuole tanta pazienza con sé stessi e con le persone che di volta in volta condividono il cammino con noi. Ci vuole quella pazienza che lascia il tempo a noi e agli altri di maturare, perché ognuno ha i suoi tempi e suoi modi e ci vuole rispetto per ognuno; d’altra parte anche Dio fa così con ciascuno di noi, basta ricordare la parabola del ‘figliol prodigo’. Bisogna cercare di convincere tutti con un servizio che si esprime nella carità; diceva bene S. Giovanni della Croce: “Dove non trovi amore, semina amore e raccoglierai amore”. D - Pensando al futuro in quali realtà lei desidera poter vivere il suo servizio di diacono permanente?
R - Un’idea precisa non ce l’ho, confido nell’azione dello Spirito Santo; ho la speranza ‘cristiana’ che sarà Lui a illuminare su quale servizio possa essere il più indicato per me e per la mia famiglia. In effetti, ogni ministero è per l’edificazione del corpo del Signore ed ha riferimento alla Parola ed all’Eucaristia, che è fulcro di tutta la vita della Chiesa, espressione suprema della carità di Cristo; offrirsi ogni giorno completamente a Dio, nel servizio dell’altare; essere, nella casa del Padre, di esempio a tutti con un comportamento serio e rispettoso ed avere un sincero amore per il corpo mistico di Cristo, in particolare operando per i più deboli e gli ammalati… Quando prego, non chiedo tanto in quale realtà vivere il mio sevizio, ma piuttosto l’umiltà e la semplicità di Maria santissima per essere docile all’azione dello Spirito Santo e acquisire le doti spirituali e le virtù necessarie per assolvere questo ministero qualunque sarà il servizio particolare da esercitare nella concreta realtà in cui sarò ‘mandato’. D - La sua ordinazione diaconale coincide con la chiusura dell’Anno della Fede, questa coincidenza, non certo casuale cosa significa per lei? R - Riscoprire che Gesù è il punto di partenza, è il centro ed è il punto di arrivo dell’umanità nuova, di ogni uomo che è stato immerso, con il battesimo, nel mistero pasquale: “Egli è morto per noi perché, sia che vegliamo
sia che dormiamo, viviamo insieme con lui” . L’esempio umano più grande nella Sacra Scrittura ci viene da Abramo, nostro padre nella fede, che si è completamente affidato a Dio; analogamente, ogni cristiano, con identica fede deve affidarsi a Dio. La fede è, prima di tutto, obbedienza nell’amore; è accoglimento incondizionato della Parola di Dio, consenso all’attività di Dio in noi, atto di povertà spirituale che fa agire l’uomo secondo gli imperativi dello Spirito Santo. La visione di fede porta a giudicare tutto in modo soprannaturale, con sguardo di eternità, a dare una dimensione escatologica al proprio modo di pensare. San Josemaría Escrivá de Balaguer affermava che il cristiano deve essere alter Christus, ipse Christus, un altro Cristo e lo stesso Cristo: il punto di partenza è l’identificazione sacramentale con Cristo nel Battesimo, dove la persona diventa un altro Cristo, ma questa identificazione iniziale deve spingersi fino a raggiungere la piena identificazione con Cristo quaggiù in terra. Per arrivare alla piena identificazione con Cristo bisogna contemplare la sua vita, per questo dobbiamo meditare la storia di Cristo per conoscerne i minimi particolari e avvicinarci il più possibile a Lui. Questa, in sintesi, è la mia riflessione a chiusura di questo anno della fede; vuole essere uno stimolo, prima di tutto per me, ma è rivolto a chiunque voglia vivere una vita autenticamente cristiana. Settimio Rigolin
Paramenti Vasi sacri Candelabri
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la Settimana
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domenica 17 novembre 2013
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Fratta Polesine
Una storia che rivive Le Giornate della Carboneria
Un grande evento sempre nuovo, attuale e ricco di emozioni, di spettacoli, aspetti storici, culturali, artistici, così si può definire la XII edizione de “Le Giornate della Carboneria”, che si sono svolte a Fratta Polesine da venerdì 8 a domenica 10 novembre 2013. L’iniziativa supera di molto i confini del Polesine e del suo territorio, una manifestazione ben riuscita, di grande successo e coinvolgimento di pubblico che ha partecipato a vari momenti della manifestazione, completamente allestita con il coinvolgimento di ragazzi, giovani e adulti di Fratta che da tempo hanno lavorato per realizzare l’evento, guidati dalla mano sapiente del bravo regista Adriano Farinelli con la collaborazione di Maria Selene
Farinelli per i costumi, nelle vesti di attori, comparse, personaggi vari. Unico intralcio il maltempo di domenica pomeriggio che ha costretto registi e attori a ridimensionare i tempi di rappresentazione. L’iniziativa è stata organizzata dal Comune di Fratta Polesine con il sostegno della Provincia di Rovigo, la Regione Veneto, la Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo e dalla generosa collaborazione di altri enti e realtà di Fratta. Tra i vari momenti particolarmente emozionante il banchetto carbonaro organizzato nelle serate di venerdì e sabato presso il Salone d’onore di Villa Molin ora Avezzù, tra il numeroso pubblico anche molte autorità, civili e militarti, tra queste il sindaco di Fratta
Polesine e il Prefetto di Rovigo, rappresentanti delle istituzioni e del mondo della cultura. Il sindaco, dottoressa Tiziana Virgili, nel rivolgere il saluto ha sottolineato il valore culturale e storico dell’evento, che ha visto coinvolto tutto il paese che in modi diversi ha contribuito alla realizzazione della manifestazione. Una cena tutta speciale e nello stesso temo “commovente”, con menù d’epoca e la rievocazione storica dell’arresto dei giovani Carbonari della Fratta e di altre località del Polesine. Sia durante il banchetto come nella manifestazione che si è svolta nella piazza di Fratta dove si trova il monumento ai Carbonari, si è voluto rappresentare gli eventi che hanno caratterizzato il paese di Fratta
nel 1818 nel periodo della Carboneria sotto la dominazione austro-ungarica, e cioè la rievocazione storica della festa di San Martino, che ha visto la cittadina di Fratta in festa, tra danze, musicisti, claon, spettacoli di burattini, venditori di dolciumi e castagne. Da sottolineare i due incontri di carattere storico e culturale, venerdì 8 novembre presso la Sala Consiliare del Comune di Fratta la professoressa Lodovica Muterle ha parlato di: “Viaggio nell’archivio storico di Fratta Polesine per rivivere,
attraverso gli atti, la Carboneria del 1800”. Altro momento importante sabato 9 novembre presso la Casa Museo Giacomo Matteotti con il Convegno
dal titolo: “Dalla Carboneria a Giacomo Matteotti un ideale comune di libertà”; relatore il dottor Leonardo Raito. Settimio Rigolin
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domenica 17 novembre 2013
i concerti Concerto a Costa di Rovigo nella Chiesa di San Rocco
Ca' Venier - Chiesa di San Nicolò
La musica per la gloria di Dio
organo a canne e preghiera
Intervista alla M.a Paola Chiarion
Intervista al M.o Graziano Nicolasi
XI edizione della rassegna “Antichi Organi Del Polesine”, in memoria del celebre organaro Gaetano Callido (1727 – 1813). Si tratta di una serie di concerti d’organo che si inseriscono nel circuito Regionale “Cantantibus Organis”. Progetto ideato da Asolo Musica – Veneto Musica con il sostegno di: Regione Veneto, Ministero dei beni e delle attività culturali, Provincia di Rovigo e i Comuni di Adria, Ariano Polesine, Costa di Rovigo, Giacciano con Baruchella, Guarda Veneta, Lendinara, Loreo, Porto Viro, Porto Tolle, Rovigo, S. Bellino e Villanova Marchesana. Sabato 9 novembre ha avuto luogo il concerto d’organo a Costa di Rovigo, all’organo Gaetano C a l l i d o , op.189, 1782, della chiesa di san Rocco la prof. Paola Chiarion. Ad aprire la serata il saluto del parroco Don Daniele Bragante che, dopo aver espresso viva soddisfazione per la presenza del pubblico, ha ringraziato gli organizzatori del concerto e ha sottolineato come tutti noi viviamo giornate frenetiche e questa serata di musica rappresenta un’occasione per fermarsi ad ascoltare e riflettere. A rappresentare l’amministrazione comunale era presente l’assessore alla cultura Moira Ferrari. L’organista Paola Chiarion ha dettagliatamente spiegato il programma della serata eseguito e ha esaltato l’organo, sottolineando che si tratta di un magnifico strumento di Gaetano Callido dal suono inimitabile. L’apertura e la chiusura della serata con le musiche di Johann Sebastian Bach, che “rapito” dalla musica di Antonio Vivaldi, volle trascriverne interi concerti per strumenti a lui cari. A seguire la ricerca timbrica della melodia delle due Toccate di Bernardo Pasquini (1637-1710), di Domenico Zipoli (1688-1726), Giovanni Battista Cervellini 1735-1801). Coinvolgimento assoluto del pubblico durante l’intero concerto e applausi scroscianti alla fine di ciascuno dei brani eseguiti. Abbiamo rivolto alcune domande alla prof. Paola Chiarion D - Prof.ssa, mi permetto di dire che è raro vedere esibirsi in un concerto d’organo una signora. Lei a tal proposito cosa può dire? R - Effettivamente, nel passato, questo strumento era quasi esclusivamente riservato agli uomini. Nel servizio liturgico le donne non erano ammesse; ora, con una maggiore apertura della Chiesa al ruolo sociale della donna, le cose sono cambiate e quindi è più facile trovare delle organiste. Anche nel settore concertistico, vi è una maggior presenza delle organiste donne; dobbiamo ricordare però che anche nel passato non lontano abbiamo esempi di celebri concertiste di pianoforte e di organo, voglio ricordare in particolare, Fanny Mendelssohn, le sorelle Boulanger e la grande Marie Claire Alain, scomparsa lo scorso febbraio. D - Posso aggiungere che ancora oggi l’organo appare uno strumento principalmente di dominio maschile. Perché? R - L’organo rispetto al pianoforte risulta più imperioso e austero anche perché, in certe esecuzioni, richiede una notevole forza fisica. Tradizionalmente, la donna appare più predisposta ad uno strumento come il pianoforte. Però, dalla mia esperienza personale, sin da bambina, sono rimasta attratta da ambe-
due gli strumenti e per questo continuo la doppia attività di pianista, soprattutto in duo col violinista Elio Orio, e organista solista, un’attività che fanno del resto alcuni colleghi che stimo molto. Questo doppio ruolo non è inconciliabile, richiede solo una certa maturità musicale. Ogni giorno cerco di mantenere la buona abitudine di dedicare al mattino alcune ore alla tecnica pianistica, perché questo mi permette di affrontare con facilità anche il più arduo repertorio organistico e cameristico. D - Lei è docente presso il Conservatorio. Le chiedo, dal suo osservatorio, se lo studio dell’organo interessa in ugual modo i ragazzi e le ragazze. Sono molti gli allievi? R - Quale docente di pianoforte, posso confessare che la maggior parte dei ragazzi/e è orientata principalmente a questo strumento perché esso appare inizialmente più semplice e generoso nel regalare in poco tempo una certa soddisfazione, mentre l’organo, per la sua notevole complessità, richiede sin dall’inizio una certa maturità musicale e interpretativa. Per questo non è raro trovare organisti diplomati anche in pianoforte. Certo, esistono anche delle eccezioni di giovanissimi che, per loro scelta, intraprendono sin da piccoli, con serietà e grande tenacia, gli studi organistici. D - Lei è organista titolare presso il Tempio de “La Rotonda” di Rovigo e presso il Duomo Concattedrale di Rovigo. Cosa vuol dire oggi ricoprire questo ruolo? R - Nelle mia attività musicale devo coordinare molti impegni…ma lo faccio con una grande passione, sin da bambina, e perciò tutto mi risulta molto piacevole. Svolgere il servizio organistico alla Rotonda ed al Duomo di Rovigo, (considerando che suono anche nella mia Chiesa Parrocchiale e a volte anche alla Chiesa di San Francesco), mi impegna notevolmente i fine settimana, a parte quando mi trovo fuori città per l’attività concertistica. Fare il servizio liturgico non mi pesa affatto: per me è una scelta legata alla mia fede cristiana. Come cattolica, sento il gradito dovere di servire la casa di Dio attraverso il dono che Egli mi ha dato. D - Un suo giudizio riguardo l’organo Callido della chiesa di Costiola di Costa. R - L’organo di Costiola, a Costa di Rovigo, è un magnifico strumento di Gaetano Callido dal suono inimitabile, tipico degli strumenti di questo costruttore. Si nota la cura nella scelta della stagionatura delle parti lignee, come della lavorazione delle canne. Questi tipi di strumenti sono delicatissimi ai cambi di temperatura, come fossero piccoli cantanti…sembrano vivi e perciò sensibilissimi al tocco. Richiedono una “presa” del dito assai particolare. Per questo, quando tengo un concerto con questi strumenti, cerco di evitare lo studio nell’organo moderno che richiede una tecnica manuale molto differente, direi, in alcuni casi, già più vicina a quella del pianoforte, ovvero più solida. Settimio Rigolin Nella foto in alto la m.a Paola Chiarion e in basso il Parroco don Daniele Bragante e l'Assessore Moira Ferrari.
Domenica 10 novembre 2012 ha avuto luogo il settimo concerto d’organo presso la Chiesa Arcipretale di S. Nicolò Vescovo di Ca’ Venier, all’organo Giacomo Bazzani, 1887 il maestro organista Graziano Nicolasi. Si tratta della rassegna Antichi Organi del Polesine, progetto ideato da Asolo Musica – Veneto Musica. Ad aprire la serata i saluti del parroco Don Michele Mariotto che ha ringraziato gli organizzatori del concerto per aver scelto la chiesa di Arcipretale di San Nicolò Vescovo. A rappresentare l’amministrazione comunale era presente l’assessore alla cultura del comune di Porto Tolle Leonarda Ielasi. L’assessore ha esaltato il valore di questa manifestazione così importante in quanto valorizza gli organi storici che si trovano nelle chiese del territorio. Il maestro Graziano Nicolasi ha dettagliatamente spiegato il programma da lui eseguito e ha esaltato l’organo, sottolineando che si presenta come un pregevolissimo strumento, il repertorio eseguito dal M° Nicolasi durante la serata è stato scelto per esaltare pienamente le caratteristiche del prezioso strumento. La tradizione organaria italiana si presenta alle soglie del sei-settecento ricca di esperienza, di organari illustri e di strumenti di pregevole fattura imperniati per lo più sui timbri classici dell’organo italiano. Anche lo strumento costruito da Giacomo Bazzani e ben custodito nella Chiesa Arcipretale di S. Nicolò Vescovo a Cà’ Venier nel comune di Porto Tolle rientra in questa logica costruttiva. A conclusione della serata abbiamo rivolto alcune domande all’organista Nicolasi D - Maestro, cosa significa per lei poter esibirsi in un concerto d’organo? R - Esibirmi in concerto lo vedo come un’opportunità culturale: cioè la possibilità di trasmettere all’ascoltatore quel bagaglio di conoscenze apprese durante gli studi musicali che spesso rimangono a livello personale. Nel concerto, invece, queste conoscenze vengono, per così dire, spiegate al pubblico mediante la messa in opera delle musiche. Inoltre è un modo per valorizzare ed avvicinare alla conoscenza di organi che spesso giacciono muti e pieni di polvere. Si ha la possibilità di far sentire i vari suoni (registri) dell’organo che magari non vengono mai usati o usati in modo inappropriato se non c’è un organista preparato. Suonare in concerto è anche una possibilità che viene data
alla comunità parrocchiale che dispone di un organo, spesso antico, per invogliare ed avvicinare magari qualche giovane allo studio e alla pratica di questo strumento difficile ma affascinante e mistico. D - Maestro cosa ne pensa di questi antichi e storici strumenti quali sono gli organi, molti di questi abbandonati nelle chiese? R - Penso che dovrebbero essere più valorizzati anche all’interno della liturgia della chiesa oltre che in concerti ed elevazioni spirituali. Infatti possono essere, e lo sono, veicolo di cultura musicale, ma sono pur sempre collocati in un luogo dove la preghiera deve essere al primo posto. E la preghiera in musica e con la musica è la più significativa e bella. Una comunità parrocchiale dovrebbe quasi esigerla per essere più unita e più viva. D - Lei ritiene sia ancora necessario l’uso dell’organo a canne, l’organo tradizionale nella liturgia? R - La Costituzione Conciliare Sacrosantum Concilium al n°120 ricorda espressamente che l’organo a canne è “uno strumento musicale da tenere in grande onore in quanto, per tradizione, il suo suono è in grado di aggiungere un notevole splendore alle celebrazioni della Chiesa e di elevare potentemente gli animi a Dio e alle cose celesti”. Mi sembra chiaro come la Chiesa onora ed desideri incrementare l’uso e la costruzione di organi a canne anche nuovi, dove è possibile. Il problema è individuare e trovare organisti preparati, soprattutto in ambito liturgico, che sappiano entrare e vivere le celebrazioni della Chiesa. Lo strumento verrà di conseguenza, dal desiderio di celebrare bene in spirito e verità. D - Cosa può dire riguardo dell’organo di Ca’ Venier? R - Direi che l’organo Bazzani di Ca’ Venier è stato ben restaurato ed è in un buon stato di conservazione. Non saprei dire se è usato molto o poco. Spero non venga utilizzato solo per concerti perché tradirebbe il suo ruolo primario che è quello di essere strumento per dar gloria a Dio e per santificare i fedeli che lo ascoltano con gioia e devozione. S.R. Nelle foto in alto l'organista Graziano Nicolasi e sotto l'Assessore alla cultura del comune di Porto Tolle Leonarda Ielasi e il parroco Don Michele Mariotto.
Porto Viro
Concerto d’organo con il m.o Matteo Venturini Sabato 16 novembre 2013 alle ore 21.00 concerto d’organo nella chiesa di san Bartolomeo di Porto Viro (Rovigo). All’Organo Gaetano Callido, op. 236, 1787 il maestro Matteo Venturini. Si tratta della rassegna Antichi Organi del Polesine, progetto ideato da Asolo Musica – Veneto Musica. Matteo Venturini, diploma in Organo, Composizione Organistica e Composizione, ha perfezionato gli studi presso la Musikhochschule di Freiburg im Breisgau – Germania sotto la guida di Klemens Schnorr ed il Diploma Post – Gradum “cum laude”. Ha conseguito, con il massimo dei voti, il Diploma Accademico di Secondo Livello in Organo presso il Conservatorio di Musica “Francesco Morlacchi” di Perugia. Ha inciso diversi cd per OnClassical, E-Plus, EMArecords, Fugatto e Brillant Classic, ha pubblicato proprie composizioni e revisioni di musica corale ed organistica per conto delle case editrici Carrara ed Eurarte ed ha effettuato registrazioni per Radio3, Radio Vaticana, la Radio Nazionale Croata e la radio tedesca Südwestrundfunk. È organista nella Chiesa dei SS. Jacopo e Lucia e nella Cattedrale di Santa Maria Assunta e San Genesio in San Miniato – Pisa, direttore artistico del Festival Organistico Internazionale “Silio Taddei” di Livorno, docente
ospite per i corsi di perfezionamento dell’Accademia “Organistas de México” di Città del Messico, docente di Organo e Composizione Organistica e Teoria e Solfeggio alla Scuola di Musica “Giuseppe Bonamici” di Pisa. L’ organo della chiesa di Porto Viro è costruito da Gaetano Callido nel 1787 op. 236 è collocato in cantoria sopra la porta d’ingresso. Restaurato dalla ditta “Fratelli Ruffatti” nel 1999. Programma del concerto Georg Friedrich Händel (1685-1759) Ouverture all’«Occasional Oratorio» HWV 62: Grave - Allegro - Adagio - Marche; Georg Muffat (1653-1704) Dall‘“Apparatus musico – organisticus” (1690): Toccata nona; Johann Caspar Kerll (1627-1693) Capriccio sopra il cucù; Dieterich Buxtehude (16371707) Toccata in G BuxWV 165; Da un manoscritto custodito nella Biblioteca del Seminario Vescovile di San Miniato – Pisa: - Giuseppe Buccioni (Firenze, 1758 – ivi, 1830) Offertorio; - Anonimo (sec. XVIII) Elevazione - Disma Ugolini (Firenze, 1755 – ivi, 1828) Rondò per Postcommunio; - Pasquale Anfossi (Taggia, Imperia, 1727 – Roma, 1797) Sinfonia per Organo - Antonio Botti (attivo prima del 1776) Postcommunio; Giovanni Morandi (1777 – 1856) Sinfonia in re S.R.
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Intervista a mons. Giordano Caberletti
Proclamiamo insieme la stessa fede Il valore della fede in tutta la vasta esperienza della Chiesa chiamata a testimoniarla e a trasmetterla
L’Anno della Fede visto e vissuto da chi, sacerdote, si ritrova a svolgere il suo servizio a Roma, al centro della cristianità. In questa nostra intervista parliamo dell’Anno della Fede con mons. Giordano Caberletti, sacerdote del Presbiterio diocesano, Prelato Uditore della Rota Romana. Il Settimanale diocesano in questo anno ogni settimana ha offerto ai suoi lettori testimonianze, interviste e articoli al fine di aiutare i propri lettori a riflettere sul grande dono della Fede. D - Monsignore, lei si trova a Roma, a due passi dalla basilica di san Pietro, dove svolge il suo ministero di sacerdote presso la Rota Romana, e come docente presso l’Università del Laterano. Le chiedo un suo pensiero riguardo all’Anno della Fede che sta per concludersi. R - Sono a disagio per il tema della intervista; mi sembra siano molto più competenti e preparati i parroci che nella parrocchie vivono un cammino di fede e di formazione cristiana e, a tal proposito, sono state molte le iniziative in questo Anno della Fede: momenti di preghiera, di adorazione, incontri, riflessioni e così via; in particolare si sono vissuti momenti di adorazione eucaristica, perché la fede si esprime proprio nel mettersi in ginocchio davanti al Signore, adorandolo e dichiarando tutto il nostro amore a Gesù. Vivendo il mio servizio a Roma presso la Rota Romana e nell’insegnamento, ho avuto modo di partecipare ogni mese ad un ritiro per sacerdoti. In questo anno la riflessione è stata rivolta proprio al tema della fede; ci sono stati poi i grandi eventi che - per chi è a Roma - è stato possibile vivere più da vicino. D - Come definire il senso di questo Anno della Fede? R - Mi sembra che il senso di questo Anno della Fede voluto da Papa Benedetto XVI sia anzitutto di ravvi-
vare la fede. A tal proposito il Papa ha voluto ricordare proprio in questo anno un grande evento che ha segnato la Chiesa, il cinquantesimo anniversario del Concilio Vaticano II. L’11 di ottobre 2012 ho partecipato in Piazza San Pietro alla fiaccolata di inizio dell’Anno della Fede e in ricordo dell’inizio del Concilio. E’ stata un’esperienza molto bella, forte. Proprio il Concilio Vaticano II è stato ed è anche oggi una grande scuola per ravvivare la fede, basti pensare alle tre Costituzioni: la “Dei Verbum”, la “Sacrosanctum Concilium” e la “Gaudium e spes”, possono esserci di grande utilità per rendere la nostra fede più viva e matura. “Dei Verbum”, la Costituzione sulla Parola di Dio, dalla parola del Signore viene sempre nuova luce, quello che conta non è solo il sapere ma la sapienza che viene a noi meditando la sua parola. La “Sacrosanctum Concilium” riguardante la Liturgia, il nutrimento spirituale della nostra fede è l’eucaristia, e la “Gaudium e spes”, che ci invita ad accogliere e interpretare i segni dei tempi. In tutto questo è necessario essere animati da uno spirito di fede e da un senso di fede per intravedere nella storia umana il passaggio del Signore. Perciò non una fede statica, stanca, ma dinamica che non vuol dire l’inquietudine di chi è insicuro, ma il desiderio, l’impegno per un di più per vedere il volto del Signore. D - Cosa dire dei pellegrini giunti a Roma in questo anno? R - E’ bello vedere a Roma, centro della cristianità, migliaia e migliaia di pellegri-
Avviso ai RR. Parroci
Archivi parrocchiali
Domande di contributo alla Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo per la valorizzazione degli Archivi Parrocchiali Si ricorda ai RR. Parroci che qualora intendessero avviare domande di contributo alla Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo per la valorizzazione degli Archivi Parrocchiali, tali interventi dovranno preventivamente essere comunicati all’Archivio Diocesano (trasmettendo copia del progetto per la verifica della congruità tecnicoscientifica e la necessaria approvazione), tramite il numero telefonico 0425.360648, oppure l’indirizzo e-mail archiviocuria@diocesi.rovigo.it. L’Archivio Diocesano, inoltre, informa che è in fase di avvio, sempre in collaborazione con la suddetta Fondazione, un progetto conoscitivo complessivo per la mappatura e l’inventariazione di tutti gli archivi parrocchiali della Diocesi di Adria-Rovigo.
anno della fede molte sono le testimonianze al riguardo, nelle parrocchie, nella Diocesi molti sono stati i momenti nei quali ci si è sentiti comunità, camminando insieme e vivendo proprio questa esperienza nel silenzio della preghiera.
ni; indubbiamente l’elezione di Papa Francesco ha portato ondate di pellegrini, il pellegrinaggio a Roma vuole essere proprio motivo di crescita interiore, un andare in avanti, in altre parole un ravvivare la nostra fede. D - Altri aspetti che ci giungono da questo anno? R - Un secondo aspetto che ci viene dall’anno della Fede mi sembra di poter dire che è quello dell’unità, del desiderio di camminare insieme uniti nel segno della fede. Papa Benedetto nell’Anno della Fede ha voluto non solo ricordare il cinquantesimo anniversario del Concilio Vaticano II ma anche il ventesimo anniversario del Catechismo della Chiesa Cattolica che è una miniera per poter crescere, maturare nella fede. Da osservare che tutti i temi riguardanti la fede sono espressi con un linguaggio bello, attuale, con riferimenti alla Sacra Scrittura, ai Padri della Chiesa, ai testimoni della fede, ai santi; in tutto questo il Catechismo della Chiesa Cattolica è uno strumento preziosissimo per crescere nella fede. Ma tutto ciò non basta è necessario fare esperienza di un popolo che proclama insieme la stessa fede, l’atto di fede è si personale ma anche comunitario, perché il dono della fede lo abbiamo ricevuto da e nella Chiesa e lo facciamo crescere proprio restando uniti nella stessa fede. Sono rimasto colpito la sera della elezione di Papa Francesco, nel vivere quel momento di profondo silenzio nel quale il Papa invitava tutti a pregare e chiedere al Signore di benedire il nuovo vescovo di Roma. La fede unisce, e in questo
D - Oggi come poter annunciare la fede? R - Annunciare la fede, questo termine lo preferisco, anche se molti usano la frase trasmettere la fede. Annunciare mi sembra che rispetti la libertà di chi ascolta, mostra il coraggio di chi testimonia e proclama la propria fede, annunciare la fede con la freschezza dei gesti comuni e qui comprendiamo il gesto di Papa Benedetto che si pone in disparte per dire a noi tutti: io sono arrivato fin qui; in questo modo ci ha insegnato la parola più autorevole del suo alto Magistero, l’umiltà. Comprendiamo quel suo gesto non come una rinuncia ma piuttosto un consegnare se stesso al Signore, alla sua volontà, nel silenzio della sua coscienza. Papa Francesco ci insegna la spontaneità con i suoi gesti così semplici ma profondi, inizia la sua giornata come tutti i sacerdoti, celebrando l’eucaristia, così ci insegna che vivere la fede è immergersi nel Signore, nella sua parola, e viverla poi nella nostra quotidianità, nella nostra esperienza. Ho avuto la grazia di partecipare ad una celebrazione eucaristica del mattino, con i confratelli sacerdoti e il personale della Rota Romana; veramente la sua parola ti riporta alla concretezza della vita. D - Pensando al mondo universitario, cosa dire di questo Anno della Fede? R - Nell’Università Lateranense, nella quale ho il dono di insegnare, il nostro Rettore ha raccomandato a noi docenti, sacerdoti e laici, di essere autentici testimoni della fede. D - E riguardo alla vita matrimoniale cosa si può osservare? R - Nella mia esperienza di giudice posso dire che nella maggior parte dei casi dopo aver vissuto esperienze difficili, storie drammatiche, spesso laceranti, c’è il deside-
rio di poter vivere una fede rinnovata, convinta. Mi sembra di poter dire che riguardo al fallimento di una vita matrimoniale, ritrovare la fede spesso aiuta a comprendere gli errori. Dobbiamo riconoscere che è molto importante preparare i giovani, i futuri sposi, a vivere nella fede il sacramento del matrimonio. Una fede immatura offusca il valore del matrimonio. E’ necessario un grande impegno affinché coloro che celebrano il matrimonio, cioè gli sposi, siano coscienti ministri del sacramento. E’ perciò necessario promuovere un cammino di catecumenato ed inoltre offrire un’adeguata preparazione per essere educatori nella fede dei propri figli. D - E riguardo al tema della catechesi, cosa dire? R - Ci sono catechisti generosi ma purtroppo spesso immaturi, che percepiscono la presenza del parroco come un ostacolo; non comprendendo che lui è il primo responsabile della evangelizzazione, nel rendere consapevoli i genitori, gli educatori della loro grande responsabilità. E’ un cammino non facile ma necessario; il catechismo può quindi rappresentare per il parroco una opportunità di incontro con i genitori. Siamo noi sacerdoti che dobbiamo fare il primo passo per avvicinare i genitori, ed è questa la pastorale che ci sta insegnando Papa Francesco. L’Anno della fede dovrebbe aver dato questa dimensione: una fede che ci orienta al senso giusto della storia in un cammino verso la bellezza della vita eterna di cui nessun uomo
può appropriarsi, ma che è dono di Dio. Mi piace sottolineare il momento della conclusione dell’Anno della Fede, domenica 24 novembre 2013, solennità di Cristo Re, un Re che serve l’uomo e tutto il creato. E’ bello perché la fede è capace di riportare tutti alla giusta dimensione, sia l’uomo che il creato. D - E riguardo al dopo dell’Anno della Fede cosa pensare? R - Papa Francesco ci orienta verso il Sinodo della famiglia; è questo un gesto molto importante perché tutto il popolo di Dio è coinvolto ad accogliere e comprendere le domande fondamentali e proporre le risposte; in questa dimensione mi piace concludere con una espressione molto bella di Madre Maria Oliva Bonaldo, Fondatrice della Congregazione delle Figlie della Chiesa, che fu in Rovigo e nella Diocesi una presenza bella e importante: “La Vita della Chiesa è una Pentecoste continua, un’effusione ininterrotta dello Spirito di Sapienza e d’Intelletto, dello Spirito di Consiglio e di Fortezza, dello Spirito di Scienza e di Pietà e lo Spirito del Timor del Signore la riempie”. Penso che questo anno della fede voluto da Papa Benedetto e continuato da Papa Francesco sia veramente una occasione per non seguire lo spirito del mondo, oggi senza speranza e immerso nel pessimismo, ma di seguire veramente lo spirito della fede, che ci chiede di annunciare ad ogni uomo il grande messaggio del Vangelo di Gesù. Settimio Rigolin
Parrocchia di San Bellino v.m.
Andiamo Pellegrini a San Bellino
3° Anno post-sinodale 2013-2014 “Popolo di Dio in Missione” Calendario pellegrinaggi vicariali sabato 16 novembre: Parrocchia di S. Bellino, ore 17.00 domenica 17: Parrocchia di S. Bellino, ore 17.00 lunedì 18: Vicaria di Adria-Ariano, ore 17.00 martedì 19: Vicaria di Villadose, ore 17.00 mercoledì 20: Vicaria di Crespino-Polesella, ore 17.00 giovedì 21: Vicarie di Stienta, Castelmassa e Badia-Trecenta, ore 17.00 venerdì 22: Vicaria di Rovigo, ore 17.00 sabato 23: Celebrazione Penitenziale, ore 17.00; Liturgia della Parola per Giovani e Famiglie della Vicaria di Lendinara-S. Bellino presieduta dal Vescovo, nell’anniversario dei Beati Beltrame-Quattrocchi, ore 21.00. domenica 24: Cristo Re, Parrocchia di S. Bellino e pellegrini, ore 16.00; Concerto d’organo, organizza “Asolo Musica” ore 21.00. lunedì 25: Vicaria di Lendinara-S.Bellino, ore 17.00 martedì 26 novembre - Solennità di San Bellino: ore 9,00 Celebrazione Eucaristica; ore 9,30 Ritiro per i Sacerdoti presso l’Oratorio Parrocchiale; ore 11,00 Solenne Celebrazione presieduta dal Vescovo Luciio; ore 17,00 Celebrazione Eucaristica. Note organizzative: Pellegrinaggi Vicariali e Festa di S. Bellino i sacerdoti portino il camice. Nei giorni della Novena alle ore 16.30 S. Rosario e possibilità di confessarsi. In occasione della Novena, si dia il nome dei sacerdoti partecipanti al pranzo del 26 novembre: è un momento prezioso di convivialità e cordialità. Ai Parroci: Partecipate e fate partecipare: è dal nostro entusiasmo che dipende l’entusiasmo dei fedeli.
14 la Settimana
missioni
Villa Concordia di Teolo
Cristiani, santi di periferia. OK! Mini-campo invernale dei ragazzi missionari
Alle 9.30 di venerdì 1 novembre l’ambiente tranquillo e silenzioso di Villa Concordia è tornato a riempirsi delle voci di noi ragazzi, che dopo l’esperienza dei campi estivi missionari abbiamo deciso con entusiasmo di prendere parte anche a questo piccolo campo invernale, realizzato nel fine settimana tra il 1 e 2 novembre approfittando della pausa scolastica. Insieme a noi “veterani” di Teolo, hanno preso parte al campo anche altri amici curiosi di provare quest’esperienza. Eravamo una ventina di ragazzi e ragazze tra i dodici e i quindici anni, guidati da cinque animatori: Francesco, Riccardo, Filippo, Valentina, Annamaria e ovviamente le sorelle missionarie. Al mattino, dopo essere arrivati, siamo andati a messa in paese dato che era il giorno dei santi. Successivamente, abbiamo pranzato, ed il clima era già di festa e allegria, grazie anche alla bellissima e calda giornata di sole che aveva messo tutti di buon umore. Dopo aver mangiato, ci siamo recati in cappella per un momento di riflessione sulle beatitudini e sui santi, per conoscere meglio questi famosi personaggi molto importanti nella nostra cultura religiosa. Successivamente ci hanno distribuito dei fiammiferi: dovevamo accenderli e raccontare la nostra esperienza ai campi missionari finché la fiamma non si spegneva. Giulia missionaria e le altre sorelle poi ci hanno ricordato di come sia importante ogni tanto “staccarci” dai cellulari e dalla vita frenetica di ogni giorno per prendersi un po’ di tempo, ascoltare gli altri, aiutarli e ascoltare noi stessi. Alla fine dell’attività siamo usciti tutti insieme a giocare a pallavolo, lasciando la cappella riecheggiante ancora delle nostre voci e dell’odore di fumo. Dopo un po’ di tè bollente, gli animatori ci hanno suddivisi in quattro squadre guidate da me, Serena, Michael e Kevin: siamo partiti alla ricerca degli enigmi sparpagliati per Villa Concordia, inseguiti dai pirati e da Mr.Gibbs (successivamente soprannominato Mr. Fox per il berretto a forma di volpe). Un gioco divertente ed una sfida all’ultimo sangue, di cui ricorderò sempre le corse su e giù per il parco con la torcia in mano. La serata si è conclusa con una cena conviviale e dei giochi nella sala attigua alla cappella: la tombola dei santi, e infine il gioco della cipolla, molto temuto da noi ragazzi per le sue penitenze imbarazzanti ed esilaranti. Dopo una preghiera, siamo andati a dormire senza smettere di ride-
re in compagnia. L’entusiasmo della serata si è protratto anche durante la notte (ne è testimone la povera Giulia missionaria!) e qualche inconveniente tecnico: so di parlare per tutti quando dico che abbiamo trascorso una notte sì movimentata, ma anche allegra e piacevole. Al mattino, la sala da pranzo di Villa Concordia si è subito riempita del profumo del tè, dei biscotti e della cioccolata, per caricarsi un po’ ed eliminare i postumi della nottata. Dopo colazione ci siamo recati in cappella per ricordare con la preghiera i nostri defunti, in onore della giornata dei morti. Abbiamo cominciato le attività leggendo una lettera di S.Paolo e discutendo con gli altri su quello che ci aveva colpito di più delle sue parole: abbiamo realizzato che chi è in Cristo Gesù non deve temere la morte, facendoci riflettere sullo spirito che ci libera dal male e dai peccati. A turno ognuno di noi ha scritto quello che più l’aveva colpito dalle parole di S.Paolo e l’ha letto agli altri, componendo poi un cartellone. Successivamente, abbiamo visto un film: racconta la storia di Lorenzo, un ragazzo emarginato dagli altri con un difficile rapporto con la famiglia e la sorellastra, Olivia: quest’ultima è tossicodipendente e senza una casa, così va ad abitare in cantina con Lorenzo che si è rinchiuso lì per non andare in settimana bianca. Col tempo i due fratelli imparano a sopportarsi a vicenda e al termine della settimana escono dalla cantina insieme, più uniti
Famiglia Missionaria della Redenzione
Appuntamenti Incontro di evangelizzazione
Sabato 16 novembre 2013 (dalle ore17,30 alle 19,30) “PARROCCHIA: casa per pochi o per tutti?”, Relazione di Don Antonio Chiereghin, Parroco nella Parrocchia “Buon Pastore” di Sottomarina di Chioggia (VE) e Docente di Pastorale I nella SFT della diocesi di Adria-Rovigo. Lavoro di gruppo… Lavoro di gruppo - confronto di atteggiamenti e scelte di fronte alle diverse situazioni di vita. Ore 19.30 S. Messa e cena di fraternità (dare l’adesione)
Ragazzi e genitori dei campi (10-12 anni) Il 24 novembre 2013 dalle ore 15.30 alle 18.00 incontro dei ragazzi e genitori dei campi. Tutti gli incontri avranno luogo presso Casa “Regina delle Missioni” di Via A. Mario n. 36 – a Rovigo – tel. 042523806.
di prima. Dopo il pranzo ci siamo nuovamente suddivisi in gruppi, ognuno guidato da un diverso animatore, per riflettere insieme sulla visione del film. Ne sono uscite emozioni contrastanti: sia la felicità per il fatto che i due fratelli sono riusciti a chiarirsi, sia un po’ di paura nel momento in cui Olivia entrava in astinenza dalla droga o quando Lorenzo si isolava dagli altri compagni. Allo stesso tempo il film è stato un invito per noi a non assumere sostanze, perché, come diceva Olivia, “quando
ti droghi sei indifferente, e non provi più emozioni”. Al termine di questo, dopo l’ultima sfida a pallavolo e l’ultima merenda tutti insieme, Riccardo ci ha insegnato un balletto divertente e infine ci siamo suddivisi in squadre per l’ultimo gioco. Purtroppo, è giunto il momento dei saluti, arrivato troppo in fretta per i nostri gusti. In tutta velocità le valigie erano pronte ed alle cinque e mezza, dopo esserci salutati, noi ragazzi eravamo già in viaggio verso casa. È stata un’esperienza bellissima, in questi due giorni sono regnate la gioia, la condivisione e anche il divertimento: nessuno voleva più tornare a casa, tanto che noi ragazzi abbiamo supplicato gli animatori di allungare la durata dei campi missionari. Questo campo è stato per me una piccola pausa dalla vita quotidiana, un’occasione per conoscere nuove persone ma soprattutto per divertirmi; perché se qualcuno mi chiede a cosa associo la parola “Teolo” io rispondo subito: a divertimento sfrenato! Che dire ancora? Questo mini-campo mi ha fatto venire ancora più voglia che sia luglio per ritornare nuovamente a Villa Concordia, sempre in un clima familiare in cui c’è armonia tra divertimento e preghiera. Infine, vorrei ringraziare gli animatori e le missionarie per tutti i giochi e le attività interessanti che ci propongono, sempre nuove ogni giorno, e per la pazienza che riservano nei confronti di noi ragazzi (ce ne vuole davvero tanta…) Betta
Padre Puttinato da Khartoum
Messaggio per il Natale 2013
Carissimi, Come il Papa anche il Papino (così mi chiamano qui a Khartoum storpiando il mio nome Beppino) spedisce i suoi messaggi settimane prima di una celebrazione. Quindi questo è il mio messaggio di Natale 2013. Lo spionaggio dei governi non dovrebbe crearci problemi se – come ci ha fatto capire Papa Francesco – il nostro interesse è il Regno di Dio, che sicuramente cresce in tutto il mondo, anche in Sudan. La televisione e la radio vi informano sufficientemente – penso – sulla situazione socio-politica in questo Paese. La Chiesa qui, in seguito alla separazione del Sud, è ridotta numericamente ai minimi termini, ma è viva e vivace. Al Collegio Comboni, alla domenica, ci sono quattro Messe, due in arabo e due in inglese. Due cori, uno in inglese e uno in arabo, nonostante la mia omelia di 5-7 minuti, portano le celebrazioni a un’ora e un quarto, e con altri celebranti anche ad un’ora e mezza. E ciascun coro è presente a due Messe! Gli studenti del Collegio, l’anno scorso, dopo la separazione del Sud, non sono diminuiti, e quest’anno i nuovi iscritti sono più numerosi dell’anno scorso. Purtroppo aumenta anche il numero di quelli che non possono pagare le rette complete. La mia salute di ottantenne rimane buona, ma il mio successore designato è quasi pronto a prendere il mio posto (ha bisogno di un’altro anno per completare i suoi studi). Il 2013 è stato un po’ difficile per noi, probabilmente anche per voi. Speriamo e auguriamoci che il 2014 sia migliore. Buon Natale. Suppongo che gradiate alcuni dettagli sul Collegio, al quale limito la mia presenza e la mia attività, dati i miei ottant’anni compiuti. Le periferie, alle quali Papa Francesco ci manda, vengono qui, al mio ufficio, che è aperto a tutti. PROGRAMMI: 1. Scienze del computer; 2. Educazione e Studi Religiosi, per la formazione di maestri di religione cristiana; 3. Contabilità; 4. Amministrazione finanziaria; 5. Lingua e Letteratura inglese; 6. Corsi brevi di lingua inglese, di italiano, di spagnolo, di arabo, e delle prime conoscenze del computer. STUDENTI a livello universitario: Laureati, dal 2005 a novembre 2013: 479; Nel mezzo degli studi: 379; Matricole: 271. Totale dei frequentanti: 650. Sudanesi: 55% - Sud Sudanesi: 20% - Non Sudanesi: 25%. Ragazze: 35% - Giovanotti; 65%. Cristiani: 60% - Musulmani: 40%. Un caro saluto. Padre Beppe
domenica 17 novembre 2013
I nostri missionari ci scrivono da... Brasile, popoli diversi e una sola casa
Pur essendo il Brasile odierno un paese nato da un crogiuolo di razze: gli indigeni, gli africani e gli europei, esso non è esente dai problemi di integrazione tra popoli, culture e religioni. Il vasto fenomeno delle migrazioni costituisce, sempre più, una importante componente della crescente interdipendenza tra Stati e Nazioni e concorre, in modo stretto, a quella globalizzazione che ha aperto i mercati ma non le frontiere. Ha spezzato le barriere per la circolazione delle informazioni e dei capitali ma va a rilento nel definire regole certe per la circolazione delle persone. Le migrazioni, oggi, costituiscono il maggior movimento umano di tutti i tempi e coinvolgono ben 200 milioni di persone. In questi ultimi decenni il fenomeno si è fatto strutturale e costituisce un problema sempre più complesso dal punto di vista sociale, politico, culturale, economico e, per quanto riguarda le chiese, anche pastorale. Il documento dei Vescovi dell’America Latina, riuniti nella città di Aparecida, in Brasile, nel maggio 2007, entra nella realtà con queste parole: “milioni di persone migrano dentro e fuori i rispettivi paesi; le cause sono le più diverse e sono legate alla situazione economica, alle varie forme di violenza, alla povertà e alla mancanza di opportunità per lo sviluppo professionale”. Quanti migranti hanno sofferto a causa della violenza, dell’abbandono e dello sfruttamento? Quanti non hanno vissuto sensazioni di paura, solitudine, insicurezza, emarginazione e discriminazioni di ogni genere? Quanti non sono stati vittime di propagande ingannevoli, sfruttamento nel lavoro e violenza sessuale? Non lontano dalla nostra parrocchia possiamo accompagnare la triste realtà delle lavoratrici e lavoratori che si recano alle piantagioni di caffé, cotone o canna da zucchero per lavori stagionali. Nonostante cominci a muoversi qualcosa dal punto di vista della giustizia del lavoro, ci sono ancora denunce di situazioni pesanti che colpiscono soprattutto le donne e i minori. Molti dei nostri giovani, costretti a recarsi nelle metropoli per mancanza di lavoro nelle nostre parrocchie, subiscono ogni tipo di umiliazione e sono preda facile di gruppi organizzati di banditi o di trafficanti di droga. Ho già visto mamme disperate recarsi a visitare figli in prigione a San Paolo del Brasile e altre che sono andate a prendere i corpi dei loro figli, uccisi dalla violenza, per seppellirli vicino a casa. Quante famiglie che si sono dovute dividere a causa del lavoro si sono ritrovate in pochi anni disintegrate per mancanza di appoggio! Altri migranti, fuggendo dalle guerre, lasciano tutto e sono costrette a vivere in condizioni disperate e indegne. Non dimentichiamo i migranti che fuggono dai disastri naturali (siccità, terremoti, alluvioni e altri) e quelli che sono stati spostati dalle loro case e dai loro villaggi a causa delle grandi opere, come le enormi dighe idroelettriche. Senza parlare delle sofferenze dei popoli indigeni che vengono allontanati, in varia forma, dalle terre e foreste dove abitavano da secoli. Lo stesso documento dei Vescovi, redatto ad Aparecida, aggiunge: “La situazione precaria di tanti migranti, dovrebbe provocare la solidarietà di tutti. Al contrario essa provoca paura e timore in molti che considerano i migranti come un peso, come una minaccia”. Papa Francesco ha avuto parole chiare sull’argomento. La vera pace sarà edificata solo sulla giustizia. Don Gabriele
radio kolbe
domenica 17 novembre 2013
Rovigo e Provincia 91.200 mhz Rovigo città 94.500 mhz
la Settimana 15
Lendinara 98.400 mhz Canda 98.700 mhz Ficarolo 98.500 mhz
Radio Volontariato - Una ragazza di Adria e una ragazza spagnola
Giulia e Marina a sostegno dei senza dimora Ci raccontano la loro esperienza di volontariato presso l’asilo notturno
Due esperienze di volontariato diverse ma per la stessa associazione. Le ospiti della puntata di Radio Volontariato per il mese di novembre sono Giulia Rociola e Marina Puyol che prestano servizio presso l’Arcisolidarietà di Rovigo. «Arcisolidarietà – ha detto Giulia – è una associazione che si occupa di persone senza fissa dimora e anche di persone che sono arrivate in Italia a seguito dell’emergenza nord-Africa. Ha un asilo notturno a cui le persone che si trovano in difficoltà economica ma anche di relazione, difficoltà affettive, possono rivolgersi. Possono trovare ospitalità dalle ore 20 (durante il periodo invernale e dalle 21 nel periodo estivo) e possono rimare per la notte fino alle 7 della mattina, orario in cui noi volontarie andiamo per preparare le colazioni». Un ruolo importante dunque, quello di questa associazione in un momento di difficoltà per tutti e dove i poveri hanno il volto del tuo vicino di casa: «io anche se studio temi sociali, quando sono arrivata, la prima sera nella mia mente avevo il classico stereotipo della persona vestita di stracci, che puzza, con la barba incolta e che magari ha
anche bevuto ed invece poi ho visto arrivare queste persone vestite più o meno come me, curate, con la loro valigia del lavoro. Questa cosa mi ha stupito molto. Sono persone speciali perché in realtà sono loro che ti accolgono e cercano di farti entrare nel loro mondo, di farti capire il perché si trovano in quelle condizioni e quindi capisci che se uno è lì non è perché è povero ma perché si sono verificate determinate circostanze e ti fanno capire che veramente è un attimo trovarsi in quel-
le condizioni. Quindi sono persone che ti fanno sentire a casa anche se una casa in realtà non è». Giulia oltre a fare volontariato con Arcisolidarietà svolge servizio presso l’associazione Emmaus. E consiglia questa esperienza anche ad altri giovani: «io sto parlando tanto anche con gli amici perché voglio combattere queste barriere che ci fanno considerare la persona senza fissa dimora come una persona alla quale bisogna solo dare, una persona inferiore
Ritratto d’autore - E’ ospite Franco Callegaro
Quando scrivere poesie è un destino Il poeta adriese ripercorre il suo cammino di autore
Tutto è iniziato un giorno come gli altri, mentre Franco tornava dal lavoro, lungo una strada di campagna. Solo che quel giorno si è trovato davanti un affascinante tramonto. Tanto affascinante da fargli decidere di accostare la sua automobile per fermarsi ad ammirarlo. Solo con se stesso. Questo succedeva quattordici anni fa. L’incontro con quel tramonto è stato anche il suo incontro con la poesia. E da allora non l’ha più lasciata. A “Ritratto d’autore”, rubrica condotta da don Bruno, Franco Callegaro incontrerà invece gli ascoltatori della nostra radio. Il poeta adriese in questi quattordici anni di poesie e di tramonti, ha già ottenuto importanti riconoscimenti anche a livello nazionale e l’intervista sarà così l’occasione per conoscere lui e le sue opere, anche se molti già le conoscono. Intervista che comincia proprio da quel giorno, da quel tramonto emozionante, come mai ne aveva visti o forse nel modo che mai li aveva visti: «In quel momento mi passava nella testa una frase: mi mancheranno…” e mi riferivo a quelle emozioni che stavo provando nel vedere quel tramonto e pensavo che mi sarebbero mancate. Così ho preso l’agenda e ho scritto due versi: “mi mancheranno gli infuocati tramonti” e poi l’ho lasciata lì. Mai ave-
vo scritto poesie in vita mia fino ad allora. Poi un’altra sera lungo la stessa strada, mentre c’era un presagio di temporale mi sono fermato a guardare un salice pian-
gente mosso dal vento ed ho scritto degli altri versi. Ne è uscita così una poesia. L’ho terminata e l’ho fatta leggere ad alcuni amici. Mi hanno fatto diversi apprezzamenti ed anche incoraggiamenti.
Poi ho avuto l’idea che io sarei stato un granello di polvere. L’ho appesa in camera ed un giorno il mio medico di base la lesse e mi fece anche i complimenti». Poi ne ha scritto una sul Delta del Po ed è arrivato il primo premio. Tra le sue pubblicazioni, ci sono “L’extraterrestre” e “Foglie di carta”. Durante la puntata don Bruno e Franco regaleranno agli ascoltatori della radio il piacere di ascoltare alcune poesie tratte da queste opere. r. g. Nella foto qui sopra un momento dell’intervista, qui a fianco Franco Callegaro
Quando? In onda il martedì alle 18.20, il mercoledì alle 11.00 e il sabato alle 11.00
a noi. Anzitutto non ci sono solo immigrati ma ci sono anche italiani, quindi uomini che hanno un grosso bagaglio culturale con cui puoi anche parlare di temi attuali e questo rende ancora più difficile la loro situazione perché sono consapevoli di ciò che hanno perso e della strada che dovranno percorre. Una cosa a cui loro manca tantissimo per esempio e che noi diamo per scontata è quella di avere un loro bagno. Tutti abbiamo bisogno di un luogo intimo che ci aspetta». Il 13 novembre alle 18.00 presso il CSV si farà un incontro con i giovani per presentare un progetto di volontariato di Arcisolidarietà: «Proponiamo questo percorso ai giovani perché pensiamo che entrando in relazione con gli altri, specialmente con chi ha bisogno, li faccia crescere». Marina invece è arrivata dalla Spagna proprio per fare volontariato in Italia: «Ho finito i miei studi di Interazione Sociale in Spagna e mi sono specializzata nell’aiuto di persone senza fissa dimora. Purtroppo in Spagna non ci sono molte opportunità di esperienza di lavoro, neanche come volontariato. Ho trova-
to questo progetto a Rovigo ed ho visto che c’è una bella esperienza per uscire dalla Spagna e conoscere altre maniere di lavorare. Sono arrivata a giugno. Il volontariato, in Italia, premettendo che ho visto solo la mia associazione, rispetto alla Spagna si distingue per il fatto che in Spagna i servizi ai senza fissa dimora sono affidati specialmente a professionisti mentre in Italia sono gestiti da associazioni di volontariato». Di positivo a Rovigo secondo Marina: «c’è il fatto che essendo una piccola città, con tante strutture per aiutare le persone senza fissa dimora. Ed essere una città piccola permette di conoscere tutti e creare una buona rete di lavoro e di aiutare meglio le persone». Nella foto accanto, da sinistra a destra, Giulia, Francesco e Marina Roberto Giannese
Quando?
Radio Volontariato è in onda ogni lunedì alle 21.15, ogni giovedì alle 18.20 e il venerdì alle 11.00.
Librando - con Dante Cerati
I colori che ho dentro Intervista a Nadia Boccacci
Dante Cerati nella sua rubrica Librando, questa settimana ci porta alla scoperta del libro di Nadia Boccacci, pubblicato da Butterfly Edizioni. Si tratta di un romanzo che ha per protagonista Gemma una ragazza che vive le sue giornate circondata dai colori che la sua mente e il suo cuore le fanno vedere. Grigio per le giornate piene di dubbi, di tristezza, di un velo che oscura la gioia e la fa sprofondare in un limbo da odiare con tutte le sue forze. Rosso quando l’amore giunge ad alleviare le pene di un cuore che non ne può più di battere al rallentatore. Arancione quando la gioia
LUNEDI 10.00 “La Vergine Maria e la nuova evangelizzazione” a cura del Centro Mariano; 11.00 “Insieme per pregare” a cura dell’Apostolato della Preghiera con Anna Cecchetto; 11.30 “Con gli ultimi” a cura di Giovanni Dainese; 17.05 “Librando, libri in volo” con Dante Cerati; 18.20 “Ponte Radio”, a cura di Roberto Giannese; 21.15 “Radio Volontariato” a cura del Centro Servizi di Volontariato di Rovigo, con Francesco Casoni. MARTEDI 10.00 “Polesine Coast to coast” con Thomas Paparella, Alberto Boldrini, Enrico De Stefani e Davide Trevisan; 11.00 “ArabRovigo” rubrica interculturale a cura dell’associazione Casa Marocco, in studio Dounia e Valentina; 17.05 “La Vergine Maria e la nuova evangelizzazione”; 18.20 “Ritratto d’autore” a cura di don Bruno; 21.30 “Ponte Radio” ; MERCOLEDI 10.00 “Insieme per pregare”; 11.00 “Ritratto d’autore”; 17.05 “Sulle aldi di Maria Bolognesi”; 18.20 “Con gli ultimi” a cura di Giovanni Dainese; 21.15 “Polesine Coast to coast”; GIOVEDI 10.00 “Voce Francescana” a cura del Ordine Francescano Secolare del Polesine; 11.00 “Librando, libri in volo” con Dante Cerati; 17.05 “Polesine coast to coast” 18.20 “Radio Volontariato” a cura del CSV di Rovigo; 21.30 “ArabRovigo”rubrica interculturale a cura dell’associazione Casa Marocco VENERDI 10.00 “La Vergine Maria e la nuova evangelizzazione” a cura del Centro Mariano; 11.00 “Radio Volontariato” ; 17.05 “ArabRovigo” a cura dell’Associazione Casa Marocco; 18.20 “Ponte Radio”, 21.30 “Per un pugno di film” a cura di Simone Muraro; 22.30 “Polesine coast to coast”;
prevale, blu come la notte più oscura. Librando è in onda il lunedì alle 17.05, il giovedì alle 11.00 ed il sabato alle 17.40
Polesine coast to coast
In onda la nona puntata
Nessun ospite ma sempre tanta allegria nella nona puntata di “Polesine coast to coast”, la rubrica dedicata al pubblico più giovane della nostra radio. Thomas, Alberto, Enrico
Le nostre rubriche
e Davide fanno un resoconto delle prime nove puntate. In onda ogni martedì alle 10.00, il mercoledì alle 21.15, il giovedì alle 17.05 e il venerdì alle 22.30
SABATO 10.00 “Voce Francescana” 11.00 “Ritratto d’autore”; 17.05 “Insieme per pregare”; 17.40 “Librando” 18.20 “Buona Domenica”, riflessioni e commenti per la domenica a cura di Don Bruno; 21.30 “Per un pugno di film” ; DOMENICA 10.00 “Insieme per pregare”; 11.00 “Voce Francescana”; 17.30 “Per un pugno di film”; 18.20 “Buona Domenica” a cura di don Bruno; DAL LUNEDI’ AL VENERDI’ 9.30 e 20.45 “Dall’alba al tramonto”, a cura di don Bruno Cappato; 8.30, 12.10, 20.00, 23.00 “La radio informa” con Roberto Giannese; 19.00 Santa Messa in diretta dal Duomo di Rovigo; 12.15 e 20.15 “Rassegna stampa ecclesiale” a cura di Enzo Costa. 22.00 Preghiera della sera.
16 la Settimana
rubriche
domenica 17 novembre 2013
angolo francescano a cura dell’Ordine Francescano Secolare del Polesine
Taunotizie Come Francesco imitiamo la Vergine Maria Per San Francesco l’amore alla Madonna viene espresso in modo speciale nella sua imitazione, particolarmente nell’imitazione della sua povertà. Scrive a Santa Chiara: “Voglio seguire la vita e la povertà dell’altissimo Signor nostro Gesù Cristo e della sua santissima Madre” (FF140). Nella Lettera ai Fedeli, parlando di cristo ricorda: “Egli essendo ricco più di ogni altro essere, volle tuttavia scegliere, insieme alla sua madre beatissima, la povertà” (FF182); e ai frati: “E’ sull’esempio di lui e della sua madre santissima che noi abbiamo scelto la via della vera povertà” (FF1547). San Bonaventura, a questo proposito, sottolinea: “Spesso richiamava alla mente, piangendo, la povertà di cristo e della Madre sua, e affermava che questa è la regina delle virtù, perché la si vede brillare così fulgidamente, più di tutte le altre, nel Re dei re, e nella Regina sua madre” (FF1118). Ad un frate che aveva parlato male di un povero, dice: “Quando vedi un povero, fratello, ti è messo innanzi lo specchio del Signore e della sua Madre povera” (672). Quando il suo vicario lo invita a trattenere parte dei beni dei nuovi arrivati, per venire incontro alle necessità dei frati, egli afferma: “Spoglia l’altare della Vergine e portane via i vari arredi, se non potrai soddisfare diversamente le esigenze di chi ha bisogno. Credimi, le sarà più caro che si sia osservato il vangelo del Figlio suo e nudo il suo altare piuttosto che vedere l’altare osato e disprezzato il Figlio. Il Signore manderà poi chi possa restituire alla madre quanto ci ha dato in prestito” (FF1123). La nostra Regola indica alcuni aspetti della vita di Maria e delle sue virtù particolarmente degni d’imitazione. Si possono individuare alcune virtù sottolineate dalla Regola. L’incondizionata disponibilità di Maria, umile serva. Maria è quella che per prima ha vissuto la minorità davanti a Dio e nel servizio dei fratelli. La sua vita è lode a Dio che ha guardato l’umiltà della sua serva. Seguendo la tradizione dei Padri, la Costituzione Lumen Gentium e l’Enciclica Redemptoris Mater sottolineano l’obbedienza della fede e la fedeltà di Maria. “A Dio che rivela è dovuta l’obbedienza della fede con la quale l’uomo si abbandona a Dio tutto intero liberamente (Dei Verbum 5)In Maria questa disposizione fu perfetta, dal momento in cui disse all’angelo: “Ecco l’Ancella del
Signore, si faccia in me secondo la tua parola”, sino alla croce. La Madonna nel mistero dell’Incarnazione, la Vergine del “Sì” è stata scelta come patrona della Gioventù Francescana. Durante la predicazione di Cristo, dice il Concilio, “raccolse le parole con le quali il Figlio, esaltando il regno al di sopra dei rapporti e dei vincoli della carne, proclamò beati quelli che ascoltano e custodiscono la parola di Dio, come essa fedelmente faceva” (LG 58). Fedeltà alla vocazione I francescani secolari possono imparare da Maria la disponibilità ad ascoltare la voce dello Spirito, la fedeltà alla vocazione, specialmente nei momenti in cui il cammino si fa oscuro, il saper far tesoro delle parole di Dio, anche quando non si capiscono, in attesa che un giorno diventino chiare come è capitato nella vita di Maria. Nella vita d’ogni giorno c’è la permanente opportunità di vivere la beatitudine di quelli “che ascoltano la parola di Dio e la mettono in pratica”. Maria accanto a cristo Gesù a Betlemme e sul Calvario. L’articolo 11 della Regola ha inizio con queste parole che s’ispirano alla Lettera a tutti i Fedeli. “Cristo, fiducioso nel Padre, scelse per sé e per la sua Madre una vita povera e umile”. La povertà e l’umiltà di Maria, la madonna povera, inseparabilmente unita al suo Figlio è un tema che ricorre spesso in san Francesco. La vita evangelica è seguire e imitare il Cristo povero e crocifisso. Francesco contempla Maria accanto a Cristo Gesù a Betlemme e sul Calvario. Con Maria s’illumina tutto il panorama delle beatitudini. In famiglia intorno a Maria. Alla fraternità, come comunità ecclesiale, conviene tenere davanti agli occhi gli Apostoli riuniti nel Cenacolo intorno a Maria. Le riunioni e le attività apostoliche si svolgono sotto la sua protezione, garanzia di fecondità spirituale. Ricordiamo l’esempio di Francesco e dei suoi frati riuniti sotto lo sguardo della Madonna, a Santa Maria degli Angeli. La presenza materna di Maria crea da se stessa ambiente di famiglia e clima di fiducia. Ecco la vera devozione a Maria: amare, seguire, conformarsi a Cristo mediante l’esempio e l’intercessione di Maria. Fiduciosa e cosciente preghiera. L’amore e la fiducia si esprimono in forma di preghiere e di inni di lode. Nel rito della professione viene accennato il ricorso alla Madonna, come preghiera abituale, per vivere e perseverare nella vocazione: “La grazia dello Spirito Santo, l’intercessione della Beata Vergine Maria e di san Francesco, e la fraterna comunione mi siano sempre di aiuto, affinché raggiunga la perfezione della carità”. Preghiera fiduciosa, quindi, in un contesto di vita di orazione e di vita fraterna. Rimaniamo osservanti anche alle esortazioni del Magistero della Chiesa sia a quanto scrive nella Marialis Cultus Paolo VI, che la materna sollecitudine di Maria s’interessa degli aspetti personali e sociali, sia alle parole di Giovanni Paolo II che nelle molteplici preoccupazioni dell’uomo invoca l’antica antifona:; “Santa Madre di Dio, non disprezzare le suppliche di noi che siamo nella prova”. Francesca Magon
In campagna
Il respiro di novembre
Novembre concede il primo respiro nella lunga tirata dell’annata agraria 2012-2013. La chiude e apre alla nuova. Da affrontare i rinnovi contrattuali nelle affittanze e le altre incombenze previste nello scadenziario mentre nei campi è il momento delle manutenzioni a cominciare dalla viabilità per continuare nei fabbricati e rustici, nelle attrezzature per finire alla rete scolante aziendale. Deve essere efficiente per smaltire le precipitazioni: novembre detiene la palma delle quantità. Un respiro corto perché la gestione dell’impresa deve fare i conti con il mercato al momento dell’esitazione delle produzioni. Gli esperti continuano a parlare di “volatilità” dei prezzi all’origine, un termine preso a prestito dal fenomeno fisico con il quale le sostanze liquide e solide passano direttamente allo stato di vapore in determinate condizioni. Al fenomeno non sfuggono i prodotti dei campi non con la loro evaporazione fisica ma con quella dell’alternanza dei prezzi fra minimi e massimi, con la “forbice” che si apre a dismisura, manovrata non si sa bene da chi o
Le difficoltà della vita non si risolvono eliminando la vita ma superando le difficoltà
meglio lo si sa se si considera il mondo un tutt’uno immerso nel processo della globalizzazione nel quale, a vario titolo, saremmo tutti responsabili. Difficile, se non impossibile, farsene un’idea. Se ne è discusso recentemente alla FAO a Roma (Agenzia dell’ONU per l’Agricoltura e Alimentazione) dove i ministri dell’agricoltura di trenta Paesi hanno trattato della formazione dei prezzi degli alimentari a livello mondiale. Il confronto fra la disponibilità
- CHE COS’È IL CENTRO DI AIUTO ALLA VITA? E’ un servizio di volontariato a disposizione della donna che si trova in difficoltà a causa di una maternità difficile. - CHI PUÒ RIVOLGERSI AL CENTRO AIUTO ALLA VITA? Ogni donna in una situazione difficile per la sua maternità: la ragazza non sposata che attende un figlio; la donna già madre che aspetta un altro bambino e ha bisogno di aiuto; ogni
dei cereali (l’asse portante che assicura il cibo) e la domanda ora pare abbastanza in equilibrio dopo la caduta del 20 per cento dei loro prezzi rispetto all’anno scorso ma, si è detto a Roma: attenzione, basta un imprevisto di qualsiasi origine- meteorologica, sanitario, politico di notevole portata- a far scatenare la speculazione. Torniamo a casa nostra sul comparto ortofrutta. Confagricoltura, sulla base delle elaborazioni ISTAT ad ottobre 2013- evidenzia un sensibile calo dei prezzi al consumo della frutta e verdura, mentre Coldiretti denuncia scandaloso il prezzo del radicchio rosso battuto all’asta al mercato di Rosolina: 5 centesimi lordi al kg. Detratte le spese relative al conferimento, al produttore restano meno di quattro centesimi al kg dove per produrlo ne occorrono, in media, 25. Perdita secca: 21 centesimi. Nei negozi il consumatore lo paga da 0,99 a 2,5 Euro. Qualcosa non funziona, e non da adesso, nella filiera e questo origina volatilità. Orazio Cappellari
donna che ha paura di un figlio, che non riesce ad accettarlo che lo sente come un problema - CHI C’È AL CENTRO AIUTO ALLA VITA? Una donna che ti capisce, e ti offre la sua amicizia. Volontari qualificati per darti un aiuto, un consiglio, ospitalità, informazioni sui tuoi diritti e sui diritti del bambino. Se ne hai bisogno puoi trovare aiuti domestici di emergenza e famiglie amiche da cui avere ospitalità.
Orari Sante Messe Adria Adria-Cattedrale: Festive 7.30 9.15 - 10.30 - 12.00 - 18.30; Feriali: 7.30 - 9.00 - 18.30; Prefestiva 19.00. Casa di Riposo: 16.30. Divin Lavoratore: Festive: 9.30 11.30 - 18.00; Feriale 18.00; Prefestiva 18.00. Tomba: Festive: 8.00 - 9.30 - 11.30 - 19.00; Feriale: 8.00 - 18.30; Prefestiva: 19.00. S. Vigilio: Festive: 8.00 - 10.00; Prefestive: 18.00. Rovigo Duomo Concattedrale: Festive: 8.30 - 10.00 - 11.30 - 19.00 - Feriali: 8.00 - 10.00 - 19.00 SS. Francesco e Giustina: Festive: 10.00 - Per i cattolici anglofoni 11.00 (Chiesa del Cristo) - 11.30 18.30 - Feriali: 18.30 (Chiesa del Cristo, tranne al sabato) Rovigo Commenda: Festive: 8.00 - 10.00 - 11.30 - 18.00 - Feriali: 7.00 - 18.00 Maria SS.ma Madre di Dio (delle Rose): Festive: 8.30 - 10.30
- 12.00 - 18.30 - Feriali: 8.30 18.30 S. Bartolomeo Apostolo: Festive: 8.00 - 10.00 (Iras - infermeria ore 10.00) - 12.00 - 18.00 - Feriali: 8.30 - 18.00 (Iras - Casa soggiorno sabato ore 16.45) S. Pio X: Festive: 8.30 - 10 - 11.30 - 17. Prefestiva: 17 - Feriali: 8.30 (al mercoledì alle 17). S. Antonio: Festive: 10.00 in Casa Serena - 11.00 - 18.30 - Prefestiva: 18.30 - Feriale 18.30. Tempio “La Rotonda”: Festiva: 10.30 - Feriale: 9.00 Centro Mariano: Festiva: 10.00 Feriale: 7.30 S. Domenico: Festive: 9.00 - 11.00 - 18.00 - Feriali: 8.00 - 18.30. Cappuccini: Domenicale e festivo: ore 7.30 - 9.00 - 11.00 - 17.00 Prefestiva: ore 17.00 - Feriale: ore 9.00 - 17.00. S. Rita: Festiva: 10.00 - Feriale: 18.00 (solo al Sabato) Carmelo della Trasfigurazione: Festiva: 8.00 - Feriale: 7.30. Ancelle della SS.ma Trinità: Festiva 8.30 - Feriale: 7.30.
Rovigo - Centro Francescano d’Ascolto
A scuola di libertà
Le scuole imparano a conoscere il carcere Il 15 novembre è stata indetta la prima Giornata Nazionale dedicata a un progetto che vuole far incontrare il carcere e la scuola “A scuola di libertà. Le scuole imparano a conoscere il carcere”, organizzata dalla Conferenza Nazionale Volontariato Giustizia. Per Rovigo l’iniziativa è promossa dal Centro Francescano di Ascolto e si terrà presso l’Istituto per ragionieri “De Amicis” venerdì 22 novembre con la presenza di don Ettore Cannavera, cappellano dell’Istituto Minorile di Quartucciu (Ca), fondatore e responsabile della Comunità di accoglienza “La Collina” di Perdiana (Ca), e del direttore del Centro Livio Ferrari, assieme all’insegnante Vincenza Candiloro. “La scuola e il carcere, due mondi che il 15 novembre prossimo avranno l’occasione di conoscersi e confrontarsi – recita il comunicato – per riflettere insieme sul sottile confine fra trasgressione e illegalità, sui comportamenti a rischio, sulla violenza che si nasconde dentro ognuno di noi. Ma che cosa ci può raccontare sulla libertà chi ne è stato privato perché ha commesso un reato? E che cosa ci possono insegnare tutti quei volontari, che entrano ogni giorno nelle carceri italiane per contribuire a renderle più “civili” e meno “lontane” dalle città? Ci possono insegnare: a) Che per apprezzare davvero la libertà è importante capire che può capitare di perderla per errori, per leggerezza, per scarso rispetto degli altri. Ma chi l’ha persa deve avere la possibilità di riconquistarla scontando una pena rispettosa della dignità delle persone. b) Che in carcere ci sono persone, e non “reati che camminano”. c) Che il carcere è meno lontano dalle nostre vite di quello che immaginiamo, perché il reato non è sempre frutto di una scelta, e noi esseri umani, tutti, possiamo scivolare in comportamenti aggressivi e violenti e finire per “passare dall’altra parte”. d) Che le pene non devono essere necessariamente carcere, perché la certezza della pena significa scontare una pena che può essere anche fatta non “di galera”, ma che, come dice la nostra Costituzione, deve “tendere alla rieducazione”. Una pena costruttiva, che accompagni le persone in un percorso di responsabilizzazione rispetto al loro reato. e) Che parlare di pene umane, che abbiano un senso e che non abbiano come scopo di “rispondere al male con altrettanto male” significa rispettare di più anche le vittime. Perché per chi subisce un reato e per la società è più importante che l’autore di quel reato sia consapevole del male fatto e cerchi di riparare il danno creato, piuttosto che “marcisca in galera” senza neppure rendersi conto delle sofferenze provocate. f) Che investire sul reinserimento delle persone detenute significa investire sulla sicurezza della società. Il 15 novembre, nelle scuole di tante città, si parlerà in modo nuovo di carcere, di pene, di giustizia, cercando di sconfiggere luoghi comuni e pregiudizi.
Farmacie di turno Farmacie di Turno notturno e diurno a Rovigo nella settimana dal 17 al 23 novembre 2013 Domenica 17 - Sant’Ilario, Viale Gramsci, 34 Rovigo. Lunedì 18 - S. Pio X Via Amendola,15 Rovigo. Martedì 19 - Rhodigium S.A.S, Via Umberto I, 44 Rovigo. Mercoledì 20 - Tre Mori, Via Zanella, 14 Rovigo; Comunale n. 2 San Apollinare. Giovedì 21 - Centrale, P.zza V. Emanuele II, 17 Rovigo; “La Fenice”, Via Meucci, 2/4 Boara Pisani. Venerdì 22 - Comunale n. 1 Via Badaloni, 47 Rovigo; dr. Lo Curzio, Sarzano. Sabato 23 - S. Bortolo, P.zza S.Bartolomeo, 28 Rovigo; S. Giovanni Grignano Polesine; pomeriggio: S. Pio X Via Amendola,15 Rovigo.
• ROVIGO - Vicolo CAMPANA, 1 TEL. 0425 27779 Orari: Lunedì e Martedì 16-18; Mercoledì 10-12; Venerdì 10-12 • ADRIA - P.tta CAMPANILE, 11 TEL. 0426 900040 Orari: Martedì, Mercoledì e Giovedì dalle ore 9.30 alle 11.30 • TRECENTA C/O OSPEDALE SAN LUCA tutti i Mercoledì dalle ore 9,30 alle 11,30
C/O TORRE CIVICA Piazza Garibaldi - Trecenta il Giovedì dalle ore 15 alle 17 • C/O Ufficio EPACA – Via G. Garibaldi CASTELMASSA - 2° Mercoledì di ogni mese dalle ore 15 alle 17 • Centro di Raccolta Ex Scuole di Runzi – Bagnolo di Po - 2° Domenica e ultima di ogni mese dalle ore 15 alle 17 S.O.S. VITA NUMERO VERDE 800.813000
Ceregnano - Convegno Coldiretti
Biodiversità, la ricchezza dell’agricoltura moderna
Coldiretti riunisce i sacerdoti polesani parlando di terra e cibo di qualità
“Abbiamo bisogno di grano per mangiare, vendere e guadagnare, ma anche di papaveri, che non pesano sul mercato, ma ci danno la bellezza e ci stimolano ad operare per il bene comune”. Un’immagine poetica, che ben sintetizza l’attuale modello di agricoltura, quella usata da Stefano Masini, responsabile dell’Area ambiente della Coldiretti nazionale, intervenuto martedì scorso a Ceregnano. L’occasione è stato l’annuale convegno formativo dedicato al clero polesano, anche in preparazione della Giornata del ringraziamento, organizzato da Coldiretti Rovigo, in collaborazione con Cariveneto ed Agriventure. “Un’agricoltura in bilico tra difesa della biodiversità e del made in Italy e la tentazione del biotec”, era il tema dell’assemblea, che ha impegnato una cinquantina di persone tra parroci di varie provenienze e dirigenze Coldiretti e che si è svolto alla sala riunioni del ristorante Ca’ Rosa di Ceregnano. Gli interventi dei relatori, preceduti da una preghiera assembleare diretta dal consigliere ecclesiastico don Carlo Marcello, hanno ruotato sul rapporto uomo, natura e conservazione della vita. Nell’ordine, il vescovo Lucio Soravito de Franceschi si è soffermato sulle potenzialità del settore primario per risolvere la crisi: “La natura non è un prodotto del caos, - ha detto – ma un dono di Dio, con cui siamo chiamati a collaborare col lavoro agricolo. Multifunzionalità dell’impresa, qualità della produzione, rapporti migliorati tra produttori e consumatori sono strade indicate dalla Cei in vari documenti ufficiali”. Il collegamento stretto tra economia e socialità che distingue la Coldiretti da altre organizzazioni di settore, è stato illustrato da don Paolo Bonetti, consigliere ecclesiastico nazionale di Coldiretti, per la prima volta in Polesine: “Nello statuto di Coldiretti – ha spiegato – c’è scritto che l’azione è ispirata ai principi della scuola sociale cristiana, che significa che gli ideali di centralità della persona, della famiglia, della giustizia, della democrazia e della solidarietà,
la Settimana
cultura
domenica 17 novembre 2013
sono inscindibili dalla politica economica della Coldiretti, come riteneva il fondatore Paolo Bonomi, il quale ha chiesto alla santa sede di avere all’interno dell’organizzazione un sacerdote che consigliasse verso quei principi: è così che nel 1951 è stato nominato il primo consigliere ecclesiastico. L’impresa agricola – ha affermato don Paolo – non è solo un luogo di produzione, ma di relazione: con la natura, con gli altri e con Dio. Se crescono le relazioni, cresce la costruzione della comunità e viene custodita la vita, cioè la fertilità della terra, che va trasmessa, non manomessa”. La riflessione specifica sulla biodiversità è stata fatta da Stefano Masini che ha detto: “Gli agricoltori nel tempo hanno sempre differenziato le specie utilizzate, perché permetteva di produrre in diverse stagioni e supplire ai momenti di carestia. L’estrema varietà dei nostri territori è l’agricoltura che conosciamo oggi”. Lo scambio dei semi è una pratica millenaria, ma l’avvento delle biotecnologie vorrebbe interromperla. “Dietro gli Ogm – ha chiarito Masini – c’è lo sforzo per monopolizzare alcune sementi. Tant’è vero che nei paesi del sud del mondo, dove c’è maggiore produzione di Ogm, c’è anche chi patisce la fame, come in India. L’Ogm è solo una merce, che entra nella logica del profitto ed è sottratta a qualunque ragione di benessere collettivo”. Le conclusioni del presidente di Coldiretti Rovigo, Mauro Giuriolo, provocate anche dalle domande e dagli interventi della sala, hanno toccato svariati argomenti, dalla globalizzazione delle produzioni agricole, alla battaglia contro i mega impianti fotovoltaici a terra ed i mega impianti a biogas, la crisi della politica che dovrebbe decidere anche in campo agricolo, il percorso di Coldiretti per divulgare un modello nuovo di agricoltura eco-compatibile e biosostenibile. “Fino a 20 anni fa gli imprenditori agricoli erano
visti come gli inquinatori della natura – ha ricordato Giuriolo. – Negli anni ’70 con l’avvento dei fertilizzanti chimici e dei fitofarmaci, gli studiosi ci indicavano la produttività come strada maestra. Adesso non è più così. Abbiamo fatto un percorso di consapevolezza del valore del nostro lavoro e siamo riusciti anche a comunicarlo fuori da noi. Oggi noi imprenditori agricoli, che lavoriamo nel quotidiano a contatto con la terra, siamo noi per primi a volerla preservare e custodire. Le colture si associano alla cultura, cioè non esistono senza il fatto culturale del lavoro dell’uomo, il quale ha il limite del bene comune, della sicurezza alimentare, della salute come benessere, altrimenti diventa distruttivo per tutti”.
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Villadose
Emozione per l’inaugurazione del “Christus” Di Alessandra Varolo per San Leonardo
È stato un momento carico di emozioni quello dell’inaugurazione dell’opera “Christus” realizzata e donata dalla giovane Alessandra Varolo alla Parrocchia in occasione delle celebrazioni per il patrono San Leonardo Abate il 6 novembre. La presentazione dell’opera che è stata collocata nella sala congressi del centro Ricreativo Giovanile ha visto una numerosa partecipazione da parte della comunità. “Alessandra - ha spiegato il parroco don Carlo Marcello - ha desiderato regalare quest’opera alla sua comunità. Si tratta di un volto che raffigura Gesù, inciso sul legno. Un lavoro, a mio modesto parere, di notevole portata dal punto di vista tecnico”. Visibilmente commossa Alessandra Varolo ha spiegato: “Questa è la mia idea del volto di Cristo. Nasce unicamente da me, non è un’immagine di internet, l’ho trovato dentro di me dopo aver abbozzato numerosi schizzi, l’ho disegnato in un pomeriggio quasi come se ogni tratto fosse una carezza”. Realizzato a Vienna, il lavoro è il frutto di una ricerca costante mediante l’atteggiamento di discussione del sé nei confronti dell’immagine. Fin dalle sue prime opere, Alessandra Varolo, nata a Rovigo, cresciuta a Villadose e attiva ora fra Vienna e Venezia dove vive e lavora, focalizza il tema della sua ricerca artistica. Alessandra Varolo ha esposto alla prima Biennale d’Arte internazionale presso il Palazzo della Cultura
di Noicattaro in provincia di Bari, alla galleria The Rag factory di Brick Lane a Londra, in numerose collettive e partecipazioni grafiche. Presente anche il sindaco Gino Alessio che nel congratularsi con l’artista ha ricordato il nonno Nini Marega, recentemente scomparso e che per molti anni aveva pre-
stato servizio come sacrestano in parrocchia. “Sono molto contento - ha detto Alessio - che Alessandra abbia regalato questa bellissima opera alla sua comunità che può ancora una volta vantare di dare i natali a persone di valore e di altissima professionalità”. Mirian Pozzato
Napoli - Il Pontefice interviene con un messaggio al X Forum internazionale Greenaccord
Informazione per la Salvaguardia della Natura Papa Francesco: scienziati e giornalisti lavorino per un sistema che non consumi Natura e Uomo
Da Bergoglio un “pressante appello” per diffondere stili di vita sostenibili che promuovano la piena realizzazione della persona. Card. Coccopalmerio (presidente Pontificio Consiglio Testi legislativi): “C’è incompatibilità tra il non amore per gli altri e la partecipazione all’Eucarestia”. Scienziati e operatori dell’informazione paladini di un nuovo modo di vivere, consumare e concepire il rapporto tra economia e natura. È il monito di Papa Francesco che è tornato sul tema della responsabilità degli opinion maker e i decisori politici per orientare l’opinione pubblica verso stili di vita che riducano il proprio impatto sugli ecosistemi. Occasione, il suo messaggio inviato al X Forum internazionale Greenaccord dell’Informazione per la salvaguardia della Natura che si chiude oggi a Napoli. In particolare, il Pontefice rivolge un “un pressante appello a scienziati e giornalisti affinché contribuiscano a sensibilizzare le istituzioni politiche e i cittadini perché si diffondano stili di vita sostenibili sul piano umano ed ecologico e si adoperino affinché il sistema economico non sia orientato al consumo delle risorse di natura e di esseri umani, ma
promuova la piena realizzazione di ogni persona e l’autentico sviluppo del Creato”. A portarlo alla platea degli oltre cento giornalisti specializzati in ambiente provenienti da tutto il mondo, il presidente del Pontificio Consiglio per i Testi legislativi, card. Francesco Coccopalmeriointervenuto stamattina, insieme al sindaco di Napoli, Luigi De Magistris. “La spiritualità che Papa Francesco ha portato in modo vivo e convinto – commenta il card. Coccopalmerio – è la radice per rinnovare la nostra attenzione verso il Creato. Francesco parla di una Chiesa povera per i poveri: la sobrietà di vita di coloro che si professano seguaci di Gesù deve portare anche al rispetto delle cose e del patrimonio naturale”. Infine, Coccopalmerio torna sulle dichiarazioni dell’Arcivescovo di Napoli, card. Sepe che, in apertura del Forum mercoledì scorso, propose di vietare la comunione a chi inquina. “Una presa di posizione molto corretta” secondo Coccopalmerio. “Chi inquina rovina le persone e le cose create da Dio. Porta un attacco ai diritti degli altri e quindi un’aggressione all’amore per gli altri. C’è incompatibilità tra il non amore per gli altri e la partecipazione all’Eucarestia”.
In quattro giorni, sei sessioni di lavoro e l’intervento di trenta relatori di caratura internazionale, il Forum di giornalismo ambientale Greenaccord
ha approfondito i vari aspetti del problema di una corretta gestione dei rifiuti e del loro impatto sull’ambiente e sul benessere umano.
18 la Settimana
caritas
di don Dante Bellinati
“Pensavo...”
! !
Tutti figli dell’Altissimo!
Noi siamo tutti figli dell'Altissimo. Tutti. Il più povero, il più ripugnante, un neonato, un vecchio decrepito, l'essere umano meno intelligente, il più abietto, un idiota, un pazzo, un peccatore, il più grande peccatore, il più ignorante, l'ultimo degli uomini, quello che ripugna moralmente e fisicamente è un figlio di Dio, un figlio dell'Altissimo.! “Tutti figli dell'Altissimo”, lo ha detto Charles de Foucauld, un personaggio decisamente intrigante, interessante, meraviglioso. Tutti siamo figli dell'Altissimo. Non uno, non alcuni, nemmeno pochi o molti, ma tutti. In un mondo in cui ognuno pensa per se, o per i “suoi”, è meraviglioso sentir parlare di “Tutti”. Se tutti sono figli del Padre lo sono anche b”io”. E' meraviglioso. Per quanto ci sentiamo piccoli fragili, poca cosa agli occhi dl mondo, è meraviglioso sentirsi parte di qualcosa, di una famiglia. E' meraviglioso sapere che abbiamo un Padre che ci cerca, anche quando noi siamo stati proprio dei figli bravi e buoni. Anzi abbiamo un Padre che ci cerca spesso proprio perché non siamo stati bravi e buoni, e quindi siamo più bisognosi del suo amore dei figli giusti, bravi, perfetti.! Ma se siamo tutti figli significa che siamo anche fratelli. Charles de Faucauld afferma: “Amiamo ogni uomo perché è nostro fratello e perché Dio vuole che lo consideriamo e lo amiamo tenerissimamente come tale, perché egli è il figlio di Dio beneamato e adorato e perché è costato il sangue di nostro Signore, amato da Dio fino a dare per lui suo Figlio. Stimiamo, amiamo dal profondo del cuore ogni uomo in vista di Dio, nostro Padre comune”.! Amare, non è facile. E' più facile scappare, nascondersi, anche in un deserto. E' più facile parlare a Dio che amare i suoi figli e i nostri fratelli.!
PRIMO PIANO - L’azione della Caritas sul posto. Stanziati 100.000 euro da Caritas Italiana per i primi interventi!
Tifone Haiyan: nelle Filippine un'emergenza umanitaria. Il Tifone Haiyan che ha colpito negli ultimi giorni le Filippine, ha lasciato dietro di sé, secondo fonti Caritas, decine di migliaia di morti, feriti, dispersi, probabilmente con numeri molto superiori alle stime attuali. Il disastro si configura pertanto come “un’emergenza umanitaria di massa”, di altissimo livello per devastazione e complessità, vista l’alta densità della popolazione e la vastità del territorio colpito. Moltissime regioni interne non sono ancora state raggiunte dai soccorritori, cosa che fa pensare e rafforza la probabilità che il numero delle vittime e l’entità dei danni siano destinati a crescere. «Desidero assicurare la mia vicinanza alle popolazioni delle Filippine e di quella regione, che sono state colpite da un tremendo tifone. Purtroppo le vittime sono molte e i danni enormi. Preghiamo per questi nostri fratelli e sorelle, e cerchiamo di far giungere ad essi anche il nostro aiuto concreto», ha detto domenica scorsa all'Angelus Papa Francesco. All'appello lanciato da Papa Francesco, ha prontamente risposto Caritas Italiana che ha messo a disposizione 100.000 euro attivando una raccolta fondi a sostegno degli interventi Caritas nelle zone colpite. La Presidenza della Cei ha stanziato tre milioni di euro dai fondi derivanti dall’otto per mille, da destinarsi alla prima emergenza, sottolineando l'attivazione di
Paolo Andreoletti
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Versamenti su C/C postale numero 347013 intestato a: CARITAS ITALIANA, Via Aurelia 796 – 00165 Roma
Oppure tramite la Caritas diocesana C/C presso RovigoBanca intestato a Caritas diocesana di Adria Rovigo •Codice IBAN: IT23 H089 8612 2000 1200 0023 103
PER TUTTI CAUSALE: Filippine Per informazioni su deducibilità e detraibilità: vedi sito Caritas Italiana http://www.caritas.it/ home_page/come_contribuire/ 00000041_Come_contribuire.html
domenica 17 novembre 2013
Caritas Italiana e le parole del Direttore don Francesco Soddu, circa «l’importanza di un aiuto concreto e immediato». La situazione La regione centrale delle Filippine, il gruppo di grandi isole “Visayas”, già recentemente colpita da un grave terremoto nell’isola di Bohol, è storicamente quella più a rischio sia dal punto di vista della vulnerabilità alle frequenti tempeste tropicali, sia per la scarsa qualità delle abitazioni. Il devastante tifone Haiyan, chiamato localmente Yolanda e definito una tempesta “killer”, ha colpito proprio le isole più povere del gruppo delle Visayas, quelle meno raggiungibili anche logisticamente, Samar in particolare e Leyte. Più di 4 milioni di persone avrebbero perso tutto, dovendo abbandonare le proprie case distrutte e rifugiandosi in ripari di fortuna. Oltre ai drammi vissuti dalla popolazione, i danni alle infrastrutture sarebbero incalcolabili: numerose frane hanno, infatti, distrutto linee elettriche e strade, manca l’acqua potabile in numerose provincie, le comunicazioni sono completamente interrotte in ampie porzioni di territorio. «La situazione è assolutamente caotica» ha confermato al telefono Fr. Edwin Gariguez, direttore di Caritas Filippine (NASSA), durante una teleconferenza organizzata per fare il punto della situazione. «Si tratta di una catastrofe che ha colpito tutta la parte centrale del paese, e la situazione peggiore è quella delle piccole isole che si trovano sulla rotta del ciclone, con cui è difficile mettersi in contatto». «Attualmente, i bisogni più urgenti sono quelli di cibo, acqua e medicine - ha continuato Fr. Edwin – e n e l l e parrocchie è già iniziata la
Come contribuire L'offerta in denaro è una delle forme attraverso cui esprimere prossimità verso i fratelli e le sorelle nel bisogno. Può essere l'inizio di un coinvolgimento verso i poveri che diventa carità vera. Hanno scritto i nostri Vescovi: «Accogliere il povero, il malato, lo straniero, il carcerato è infatti fargli spazio nel proprio tempo, nella propria casa, nelle proprie
amicizie, nella propria città e nelle proprie leggi. La carità è molto più impegnativa di una beneficenza occasionale: la prima coinvolge e crea un legame, la seconda si accontenta di un gesto». (ETC n. 39). A coloro che si fidano della Caritas Italiana e consegnano ad essa un'offerta in atteggiamento di condivisione verso le tante povertà dell'Italia e del mondo,
distribuzione degli aiuti. Nelle zone colpite la maggior parte delle case sono completamente distrutte e la gente vaga senza meta alla ricerca di un riparo. I cadaveri delle vittime della furia del ciclone sono dappertutto, e si fatica anche soltanto a contarli». L'azione Caritas La sede Caritas a Manila è diventato un centro operativo dove 250 volontari sono al lavoro per confezionare pacchi con generi alimentari (soprattutto riso e farina) che vengono poi distribuiti alle famiglie di Leyte. Nelle prossime settimane si prevede di raggiungere con 20.000 pacchi di alimenti altrettante famiglie nelle 9 zone più colpite. In collaborazione con il CRS della rete Caritas sono già stati distribuiti aiuti, in particolare tende, a 18.000 famiglie sfollate nella zona di Cebu City ed è stato messo a punto un piano di interventi in favore di 100.000 famiglie, 500.000 persone, che prevede alloggi, di emergenza e permanenti, distribuzione di acqua, prodotti per l’igiene, attrezzature per la cucina e generi non alimentari di prima necessità. Inoltre si coinvolgeranno le comunità locali nella pulizia e nella rimozione delle macerie dalle aree colpite. Ad ogni famiglia vengono consegnati: un kit con 1 materasso matrimoniale, 3 coperte, una torcia con batterie; prodotti per l’igiene (10 saponette da 135 g, 3 pezzi da 480 g di sapone da bucato, 5 spazzolini, 2 tubetti di dentifricio da 150 ml, 2 pacchi di salviette igieniche, 3 asciugamani); una tanica con rubinetto con 20 litri di acqua; un secchio con coperchio da 16 litri; un kit per cucina (5 cucchiai, 5 forchette, 5 piatti e 5 bicchieri in plastica, 1 pentola). Caritas Italiana nel sollecitare tutti alla solidarietà, invita in particolare le Caritas diocesane a rilanciare l’appello per la raccolta fondi (e non di materiale) e a tenersi in stretto coordinamento con Caritas Italiana per garantire la massima efficacia degli aiuti. Caritas Italiana è attiva da decenni nelle Filippine, in particolare nell’ambito delle ricorrenti emergenze naturali, come terremoti, alluvioni, frane, tempeste e tifoni tropicali. L’intervento si realizza a supporto di Caritas Filippine e in collaborazione con altre realtà locali, lavorando anche nella ricostruzione e nelle fasi successive.
l'augurio di fare il passaggio dalla beneficenza alla condivisione. ATTENZIONE: Caritas Italiana non effettua alcuna raccolta diretta, né manda in giro propri operatori per questi scopi.
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Le offerte possono essere inoltrate alla Caritas Italiana tramite i canali del box a sinistra.
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In Bacheca Poliambulatorio “Casa Sant’Andrea” Modalità e criteri di accesso ✓ Il poliambulatorio è un servizio rivolto a tutte le persone che per diverse ragioni non hanno accesso al “medico di base” ✓ Le visite si effettuano esclusivamente su prenotazione ✓ La prenotazione è gestita dal Centro di Ascolto diocesano (lunedì-venerdì dalle ore 9:00 alle 13:00; tel. 0039 0425 23450) Ambulatorio di medicina generale
Lunedì ore 14:30 - 17:00
Ambulatorio dentistico
Lunedì, ore 09:00 - 17:00, Mercoledì e Giovedì ore 14:30 - 17:00
Contattarci Sede: Via Giacomo Sichirollo n. 58 - 45100 Rovigo Orari: Lun-Ven 9:00-13:30 e 14:30-17:00 Sab 9:00-12:00 Tel: 0039 0425 23450 Fax: 0039 0425 464518 e-mail: info@caritasrovigo.org web: www.caritasrovigo.org Contribuire C/C intestato a Caritas diocesana di Adria Rovigo RovigoBanca, Rovigo, Corso del Popolo C/C - 012000023103 •IBAN: IT23 H089 8612 2000 1200 0023 103 Contribuire C/C intestato a Sant’Andrea Apostolo della Carita’ Banca Prossima, Milano. P.zza P. Ferrari 10 C/C - 10000 0017778 •IBAN: IT 46 T 03359 01600 10000 0017778 Erogazioni liberali a Sant’Andrea Apostolo della Carità ONLUS Le donazioni sono detraibili ai fini fiscali.
Lettere & opinioni E la famiglia? Sono un affezionato lettore della Settimana e vi scrivo perché sono rimasto colpito dal titolo di un articolo, riportato in ultima pagina del numero 43 di Domenica 10 Novembre 2013. L’articolo in questione, avente per titolo “A.A.A. Cercasi coppie di fidanzati e Conviventi per un cammino sulla comunicazione” mi ha colpito proprio perchè mette sullo stesso identico piano le coppie che cristianamente e in castità, senza convivere, si preparano al Sacramento del Matrimonio, con quelle che pubblicamente vivono la loro vita sentimentale e sessuale come coppie di fatto, senza preoccuparsi di quello che dice il catechismo della chiesa cattolica a proposito e trasgredendo così il sesto comandamento. Mi sono stupito ancor di più quando ho letto, nel sito della Diocesi, che voi fate riferimento al Magistero della Chiesa, cito: “L’elemento caratterizzante è l’ispirazione cristiana che fa riferimento, nelle esigenze e nelle motivazioni del servizio, al magistero della Chiesa sulla persona, sulla vita, sulla sessualità, sul matrimonio e sulla famiglia”. Il magistero della Chiesa non mi sembra che affronti il problema delle convivenze come leggo nel vostro programma, cioè considerandole, anche se implicitamente, un’alternativa al matrimonio. Basta leggere cosa dice il documento “Famiglia, matrimonio e unioni di fatto” del Pontificio consiglio per la famiglia oppure leggere il Catechismo della Chiesa Cattolica al numero 2390-2391. Vi scrivo come Padre, preoccupato perché la deriva a cui è soggetto il Sacramento del Matrimonio negli ultimi anni coinvolgerà anche i miei e i nostri figli. Dobbiamo porre un freno alle convivenze e raccontare la Verità ai giovani, per il loro bene. Lettera firmata Sicuramente il titolo citato poteva dare adito a queste opportune riflessioni del lettore che devono indurre noi a fare più attenzione perché non si faccia confusione in una materia così delicata e importante. Non ci sono dubbi però sulla sostanza del discorso: il Sinodo diocesano - nel testo delle Costituzioni - tratta con chiarezza il tema e al capitolo 18 parla delle “Famiglie cellule della società” e al capitolo successivo parla delle «situazioni irregolari». Questo perché l’istituto della famiglia non è certamente in discussione ed anzi - in questo tempo - occorre fare chiarezza. E’ anche vero che la comunità cristiana deve rivolgersi a tutte le eventuali situazioni per orientare a scelte che difendono la indissolubilità del matrimonio con tutto quello che ne consegue sul piano degli affetti e della educazione dei figli. La chiesa è madre e non può non dare un aiuto alle situazioni difficili o irregolari. In particolare la iniziativa alla quale faceva riferimento lo scritto citato riguarda in modo specifico il Consultorio diocesano familiare che ha nella sua principale finalità, l’impegno di educare e di aiutare le coppie orientandole al bene della vita familiare. d. Bruno Cappato
Lettera ad un amico Caro Edgardo, sono Gianni Osti di Bosaro, ma che scherzo mi hai fatto? Proprio oggi - nel pomeriggio - dovevo venirti a trovare; ti avevo cercato da un po’ di tempo e l’altra settimana ero stato a Guarda Veneta dai tuoi parenti. Dopo pranzo era già deciso sarei venuto da te presso la casa guanelliana di S. Antonio a Trecenta; volevo tanto vederti e ricordare i bei tempi e quando venivi a trovare tua zia Iolanda a Bosaro. La notizia l’ho letta questa mattina andando a prendere le sigarette. Era sulla locandina esposta proprio come hai meritato tu. Ti ricordi, Edgardo, quel film sulla II guerra mondiale girato a Selva di Crespino con gli esterni girati sul fiume Po? Da quel tuo primo film è nata la Sterazzo Film a significare Stellin/Ste – Razzolin/Razzo erano le vostre due iniziali quelle tue e quelle del tuo compagno di seminario Razzolin. Lì ho imparato il trucco delle bombe, fatto con la calce, la pugnalata fatta a tratti ecc. Giorni fa avevo chiesto al sig. Oscar Tosini il teatro di Bosaro per proiettare il film e lui era favorevole e ci saresti stato anche tu e pure i ragazzi che l’hanno interpretato. Io, caro amico Edgardo, non sapevo più nulla di te da diverso tempo e visto che il Parroco di Bosaro era stato spostato all’Ospedale Civile di Rovigo, avevo subito pensato che venissi tu al suo posto e pure di questo volevo parlarti. Io, caro Edgardo, sono in pensione da diverso tempo e cerco come posso di aiutare il prossimo come faceva il mio grande padre, anche se come lui non arriverò mai. Ora collaboro con la parrocchia di Borsea al Centro di Ascolto e cerchiamo con don Silvio ed alcuni volontari di aiutare i poveri più bisognosi, fino a quando la santa provvidenza ci aiuta a dar loro alimentari, vestiario ecc. Vedi Edgardo, questo parroco ama i giovani come li amavi tu ed intorno a sé ha gente di tutti i tipi e come te è molto buono e simpatico. Ora che sei lassù in cielo, se incontri mio padre e mia madre dà loro un grande bacio da parte mia. Tuo grande amico Gianni Osti
24 novembre 2013
Pellegrinaggio a piedi Rovigo-San Bellino
… mentre parlavano e discutevano, Gesù si avvicinò e si mise a camminare con loro (Luca 24,15-16) Programma: ore 8,15 Ritrovo in piazza dei Cappuccini a Rovigo; ore 8,30 Benedizione e partenza; ore 11,30 Sosta a Costa di Rovigo; ore 13,30 Sosta a Fratta; ore 15,30 Arrivo a S. Bellino; ore 16,00 Santa Messa in Basilica. Per informazioni tel. Francesco 347 0504405 – Lorenzo 347 6633954.
la Settimana
polesine
domenica 17 novembre 2013
Adria
Musica classica Con il “Buzzolla”
Sono state ampiamente appagate le aspettative del numeroso e raffinato pubblico presente nella suggestiva sala del Circolo Unione del Teatro Comunale di Adria in occasione del terzo appuntamento di musica classica promosso dalla Associazione Società Concerto A. Buzzolla nel ciclo della stagione concertistica “Manifestazioni Autunnali”. In programma la Sonata per pianoforte e violoncello op.5 nn1 di L.Van Beethoven e la Sonata per e pianoforte e violoncello in mi minore op. 38 di J.Brahms. In queste sonate il pianoforte e il violoncello sono entrambi protagonisti e i due strumenti intessono tra loro relazioni finemente calibrate , ora emergendo come solisti ora fondendosi ed integrandosi in un continuo di variare di situazioni musicali. Trattasi di pagine di grande respiro e di rara bellezza il cui ascolto conduce l’animo umano ad “ aprirsi al Bene e al Bello”. Interpreti : il tredicenne Luca Giovannini (violoncello), vincitore di numerosi concorsi tra cui il “Crescendo” di Firenze. Allievo del M° Luca Simoncini, presente in sala, docente presso il Conservatorio “F.Venezze” di Rovigo; Davide Furlanetto (pianoforte) diplomatosi presso il Conservatorio “Monteverdi” di Bolzano lavora da diversi anni presso il Conservato “F.Venezze” di Rovigo e come insegnante presso il Conservatorio “Pollini” di Padova. Il violoncello di Giovannini ha saputo coniugare dolcezza, virtuosismo, musicalità e poesia mirabilmente sorretto, con raffinata eleganza ed intenso sentimento, dal pianoforte di Davide Furlanetto. Ciò che colpisce di questo concerto, oltre alla bellezza delle musiche eseguite, è senz’altro la freschezza esecutiva che il violoncellista Luca Giovannini e il pianista Davide Furlanetto hanno saputo trasmettere. Il brio, l’invenzione, il calore, la passione che caratterizzano queste pagine musicali sembrano procedere dalla partitura all’ascoltatore in virtù dell’ottima capacità interpretativa degli artisti lungamente applauditi dal pubblico. Antonio Stoppa
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Bilancio dell’«Ottobre rosa»
Donne... il seno di poi...
Il seno, a due dita dal cuore ed il tumore che con la prevenzione si può sconfiggere è stato questo, l’obiettivo dell’ottobre rosa giunto quest’anno alla quarta edizione. La storia di Chiara ed un resoconto del rapporto delle visite senologiche effettuate nel mese di ottobre dai medici del comitato scientifico dell’Andos di Rovigo sono state il tema dell’incontro svoltosi sabato, nella sala consiliare di Palazzo Celio. L’Assessore provinciale alle Politiche Sociali, Marinella Mantovani ha introdotto i lavori sottolineando che ‘Donne…il seno di poi…’ è un’iniziativa partita quattro anni fa con la collaborazione di Andos, Lilt ed Aziende sanitarie ed ha avuto un pieno riscontro nel territorio. Ed ecco la storia di Chiara raccontata, con sentimento da Irene Lissandrin direttore di Rovigooggi. Chiara è una giovane di 37 anni, sta aspettando un figlio, a volte accusa un malessere ma non ci fa caso, presa dalla felicità di aspettare un bimbo. Ma all’ottavo mese oltre al parto cesareo dovrà anche asportare un seno. Il figlio Angelo è nato e tutto procede ma poi i sintomi anche nell’altro seno questa volta però, il male sembra non lasciare speranze. “E’ stato come trovarsi nel mare in burrasca, la disperazione e, come un naufrago nella tempesta mi sono aggrappata agli scogli ossia alla fede ed agli affetti familiari. Un po’ alla volta poi, la burrasca è passata, il mare si è calmato ed è diventato verde. La mia vita è stata un’esperienza dolorosa che mi ha fatto scoprire valori dati per scontati…Ma dall’interno sono uscite le forze per lottare, la malattia non sempre rende la vita incerta, ma fa riflettere sull’incertezza.” Sono le parole di Chiara attraverso la dolce voce di Irene Lissandrin, ora Chiara ha più di quarant’anni ed ha sconfitto la malattia. L’assessore Marinella Mantovani visibilmente toccata dal racconto ha affermato: “Il racconto di Chiara ci ha portato dentro a quello che hanno le donne malate” ed ha passato la parola ai dati con il dottor Fabio De Grandis chirurgo senologo che ha subito precisato che le attività dell’ottobre rosa si protrarranno anche nei prossimi mesi. Dal 2011 ad oggi ci sono punti di attività di prevenzione a Rovigo, S. Maria di Occhiobello, Rosolina e quest’anno anche Porto Viro. Nei quattro sabati di ottobre sono state visitate nell’ambulatorio messo a disposizione da Rovigo Medica, 100 persone con età media compresa tra 30 e 49 anni e non sono state riscontrate tipologie neoplastiche, un 5-6% è la percentuale di indagini di approfondimento e sono state viste anche due extra comunitarie. La dottoressa Giovanna Pastore nell’ambulatorio di Rosolina ha rendicontato per l’ottobre rosa, l’esame di 78 donne di età comprese: 31- 40, 41-60, 61-70 e nessun riscontro di neoplasia. Il dottor Francesco Pellegrini ad Occhiobello ha riportato che nei 4 giovedi pomeriggio di ottobre ci sono state 27 visite prenotate di età compresa tra 19 e 64 anni. La prevenzione, la volontà di vivere, il credere nei valori della vita. Stefania Sgardiolo
Cartoline di viaggio Donato Sinigaglia
La magia dell’Avvento in Tirolo Le case sono adornate con ghirlande di rami di pino, le piazze ospitano splendidi alberi natalizi, e tutte le finestre e le vetrine sono arricchite con tipiche decorazioni tirolesi fatte di stelle di paglia, angioletti intagliati nel legno, pigne dorate e composizioni di fiori e spezie al profumo di cannella e chiodi di garofano. Le stradine si trasformano in un trionfo di colori e profumi di dolci natalizi. Il periodo dell’avvento è molto sentito dalla popolazione locale e viene festeggiato con usanze e tradizioni che affascinano sia i grandi che i piccini. In ogni casa della regione viene preparata l’Adventkranz, una corona di rami di pino con 4 candele che simboleggiano le 4 settimane che mancano alla nascita di Gesù. Un’ altra usanza tipica del periodo che precede il Natale consiste nel preparare i biscotti in casa. Contadine, dottoresse o donne manager: non c’è quasi nessuna donna che non prepari almeno qualche tipo di biscotti di Natale. Spezie, marzapane, ostie, frutta secca, canditi e glassa di cioccolato. Ognuno ha la sua ricetta preferita per preparare biscotti diversi come i Vanillekipferl, squisiti cornetti alla vaniglia, oppure i tipici frollini di Linz con il ripieno di marmellata, i baci al cocco, gli speculoos o ancora i biscotti di pan pepato. Le cuoche più esperte si cimentano anche nella preparazione del tipico Zelten tirolese o dello Stollen, dolci tipici natalizi. Molto sentita è anche la festa di San Nicola (Nikolaus). Alla vigilia del santo, il 5 dicembre, si usa fare piccoli doni, soprattutto dolci nascosti nelle calze. In varie località “San Nicola” fa il suo ingresso nel centro storico seguito dalla banda, vestito da vescovo, e portando un enorme sacco di regali che distribuisce ai presenti. Il santo è accompagnato da una schiera di angioletti e da alcuni Krampus, diavoli con catene e bacchette che “puniscono” i bambini che non sono stati bravi durante l’anno. Sono feste che vengono tramandate da secoli e tutta la gente vi partecipa con gioia. Nei tre giovedì che precedono il Natale (i cosiddetti Klöpfelnächte) nella regione del Tiroler Unterland si riceve la visita degli Anklöpfler, un gruppo di uomini che, vestiti da pastori, annunciano con canti la nascita di Gesù. Gli uomini vanno di casa in casa, bussano alle porte e intonano i canti con l’accompagnamento dei tipici strumenti musicali. I canti vengono tramandati di generazione in generazione. Come ringraziamento per la loro esibizione gli Anklöpfler ricevono almeno una tazza di vin brulé o di tè, dei biscotti di Natale o un piccolo spuntino. Questa usanza risale al XV secolo ed è stata dichiarata dall’Unesco un bene immateriale del Patrimonio dell’Umanità. I mercatini di Natale e dell’Avvento sono una tradizione alpina. È la genuinità di questa tradizione e usanza alpina che li rende
così speciali. Chi fosse interessato ai mercatini in Tirolo, non deve lasciarsi sfuggire quelli di “Avvento in Tirolo”. Da non perdere quelli di Hall in Tirol, Innsbruck, Kufstein, Lienz, Mayrhofen e Rattenberg. Tutti i membri del gruppo sono certificati: vi sono severi criteri che ogni mercatino deve rispettare per garantire ovunque ai visitatori un ambiente ricco di atmosfera, i massimi standard igienici e un programma variegato per grandi e piccini. Inoltre, grazie a questo gruppo si possono sfruttare anche interessanti offerte forfait per godersi il periodo dell’Avvento in Tirolo per alcuni giorni. Suggestivo è il mercatino di Seefeld con sue le baite in legno decorate con cura in stile blockhaus, invita a fare due passi e a trascorrere momenti piacevoli nella zona pedonale di Seefeld. Gli ospiti troveranno tutto ciò che è autentico e genuino come gustose prelibatezze, oggetti artigianali regionali o musica della formazione dei fiati di Seefeld. I bambini potranno realizzare decorazioni natalizie e regali presso l’angolo del bricolage o scrivere una letterina a Gesù Bambino presso l’Ufficio Postale degli Angioletti. In particolare, consigliamo di combinare una visita al mercatino di Natale di Seefeld con una visita alle cappelle della Leutasch, che è da anni una tappa fissa del programma dell’Avvento dell’Olympiaregion. Durante il periodo dell’Avvento si organizzano escursioni con le fiaccole in visita alle diverse cappelle della Leutasch accompagnati da Bantl Hansi, un oriundo della Leutasch, e da sua moglie Monika, che raccontano la storia delle cappelle. (www.seefeld.com) Quest’inverno la compagnia di navigazione dell’ Achensee per la prima volta organizza un giro prenatalizio sul lago. Il primo sabato dell’Avvento il battello parte da Pertisau e tocca dapprima uno di quattro moli romanticamente illuminati, dai quali gli ospiti vengono accolti con melodie natalizie e un’incantevole atmosfera. Ogni fine settimana il battello a vapore “Stadt Innsbruck” tocca un altro molo, che al suo arrivo risplende alla luce della cometa di Natale. Sul ponte del battello si può passeggiare attraverso un piccolo mercatino di Natale che offre specialità natalizie, oggetti realizzati a mano e vin brulé, sempre regalando una vista meravigliosa sul lago Achensee in versione invernale. (www.achensee.info e www. tirol-schiffahrt.at) Oltre al Mercatino di Natale nel centro storico, Imst presenta anche un percorso di presepi che dal 22 novembre 2013 al 6 gennaio 2014 riprenderà in forma moderna un’antica usanza tirolese, ovvero quella di visitare i presepi. Un giro attraverso la cittadina innevata conduce a 24 luoghi selezionati, dove verranno presentati all’aperto particolari esempi di artigianato del presepio tirolese. Per informazioni: www.tirolo.com