fotografie: formati di salvataggio

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note sulla gestione delle immagini

formati di salvataggio per fotografie

a cura di Laura Marcolini

Q

JPG con compressione di livello 4

uando fotografiamo possiamo in genere scegliere già dal menù della fotocamera (anche da vari modelli di fotocamere compatte) le dimensioni e il formato di salvataggio dei file immagine. Per esempio possiamo scegliere tra formati JPEG diversi tra loro per peso e dimensione (S, M, L), oppure tra JPEG e RAW (anch'essi S, M, L per alcune fotocamere). Il RAW, come sappiamo, può essere in formato proprietario (3FR, ARW, CR2, DCR, MRW, NEF, ORF, PEF, RAF, ecc.) oppure chiamarsi semplicemente DNG, una sigla che sta per Digital Negative, un formato che Adobe avrebbe cercato di rendere universale, tentando di farlo adottare sulle fotocamere digitali in sostituzione dei formati proprietari e creando un software di conversione da formato proprietario a DNG scaricabile gratuitamente dal suo sito. I formati proprietari vengono aggiornati con le fotocamere (portano in sé informazioni sul modello) e questo implica la necessità di aggiornamento anche dei software di editing RAW (anche di Adobe Camera Raw che però non è aggiornabile su versioni di Photoshop precedenti a quella corrente). Spesso le fotocamere offrono in bundle un software per sviluppare e ricodificare i file RAW in modo da poterli poi aprire con qualunque software di editing per immagini non RAW. Perché diffondersi a

le prossime annotazioni 44 | IL FOTOGRAFO

scrivere di file RAW? Perché, come abbiamo raccontato in altre occasioni, si tratta di un formato che presenta i dati puri che descrivono un’immagine, ampiamente modificabili con i software adeguati. In genere, per fare un paragone con la fotografia analogica, si dice che il file RAW è un’immagine latente, come il negativo non sviluppato, come la pellicola esposta e impressionata, ma non ancora sviluppata. Il grande vantaggio (che porta anche notevole confusione) è che il negativo digitale non sviluppato* (RAW) si vede grazie all’anteprima generata dalla fotocamera (un JPEG integrato nel file RAW) ingannandoci di essere già una vera propria immagine formata. O

200%

Queste due immagini non hanno subito modifiche in Photoshop, ma si può notare una differenza nella tonalità e nel contrasto sui bordi che rivela in realtà la presenza di un maggior numero di sfumature nel RAW

TIFF | Tagged Image File Format

PSD | Photoshop Document

Quando salviamo un’immagine dopo averla modificata con un software di editing è consigliabile mantenere una copia master con i Livelli in modo che se occorresse siano modificabili, e una copia nel formato che ci occorre per l’utilizzo che andremo a farne. Se si lavora in Photoshop ci sono buoni motivi per salvare la copia master in un formato non compresso, che mantenga la maggior compatibilità possibile anche con versioni successive del programma Photoshop CS, essendo il formato nativo del programma.

Dimensioni e risoluzione (10X15cm @72dpi o @300dpi?)

I formati di salvataggio: RAW, JPG, TIFF, PSD...

Dual Tone e Bianconero


formati di salvataggio per immagini fotografiche RAW generato dalla fotocamera

UN CONFRONTO AL 200% TRA RAW E JPEG

Gli esperti ritengono che osservando un file al 200% si possa percepire visivamente la perdita dovuta alla compressione anche moderata di un JPEG, la quale dovrebbe evidenziare scacchi da 8x8 pixel. Nei due particolari il JPG aperto era stato salvato a livello 4. La perdita della compressione JPEG è irreversibile. D’altra parte il RAW sembra quasi senza bordi: questo indica uno dei vantaggi del formato che contiene in assoluto più informazioni sulle sfumature di luminosità e potenzialmente di colore (*il RAW ha informazioni di sola Luminosità sui tre Canali Colore, ma non contiene colori, solo il processo di conversione provvederà a questa trascrizione secondo le indicazioni da noi date con il software di editing RAW, detto anche di sviluppo RAW).

SOFTWARE PIÙ DIFFUSI E FORMATI DI SALVATAGGIO LIGHTROOM

200%

PHOTOSHOP JPG | Joint Photographic Experts Group

Fino a qualche anno fa il formato TIFF era soggetto ad alcune limitazioni nel salvataggio dei Livelli, ma è sempre stato il formato di immagine standard per le pubblicazioni, affiancato dal formato EPS (Encapsulated PostScript) che è però compresso e utilizzato specificamente per l’impaginazione e la stampa professionale. Nelle opzioni di salvataggio si può selezionare fra tre forme di Compressione con (JPEG) e senza perdita (adatte a immagini ad un solo colore). L’Ordine dei pixel sembra essere indifferente sebbene Ps consigli Interlacciato per scrupolo di compatibilità. L’Ordine dei byte si consiglia PC IBM per compatibilità con tutte le piattaforme, sebbene sembra non si verifichino reali problemi di compatibilità. Salvare la piramide immaginaria può essere utile alla velocità di visualizzazione dell’anteprima, mentre la Compressione dei Livelli è attiva solo se sono rimasti dei Livelli nel file, in quel caso, è consigliabile salvare in PSD (vedi PSD) più che in TIFF.

Profili per il Colore e per il Bianconero

Prende il nome dal Comitato ISO che lo mise a punto come standard internazionale di compressione per le immagini con toni continui, nonostante sia un formato «con perdita» (lossy) di qualità, è il più utilizzato per le immagini, grazie alla sua grande duttilità e alla varietà di opzioni di compressione. Ottiene file di peso notevolmente minore all’immagine master anche mantenendo la stessa risoluzione. Tra le opzioni di compressione ci sono anche quelle che modificano la modalità di apparizione durante il caricamento di una pagina web. È importante ricordare che ogni volta che si apre un file JPEG con un software di editing e lo si salva di nuovo si incrementa il grado di compressione, perdendo proporzionalmente in qualità. Per visualizzare immagini compresse senza decomprimerle è sufficiente un browser per web o un software per le anteprime.

La Regola dei Terzi

GIMP

APPLE APERTURE

Soggetto e Sfondo

nei prossimi numeri IL FOTOGRAFO | 45


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