note sulla gestione delle immagini di Laura Marcolini
apparenze del colore
più scuro per assimilazione
44 | IL FOTOGRAFO
A
bbiamo accennato che avremmo preso in considerazione, oltre a Hipstamatic, anche altri effetti ottenuti attraverso la postproduzione automatica o manuale. Abbiamo notato che in alcuni software professionali e non, per computer e per device mobili, ricorrono piccole particolarità, anche quando non ce le si aspetterebbe, per esempio alla simulazione dello HDR
1. due parole sulla tecnica HDR
U
n’immagine ottenuta con un processo che amplia la gamma dinamica (High Dynamic Range) per definizione dovrebbe contenere e offrire all’osservazione una quantità notevolmente maggiore di informazioni sull’illuminazione della scena e sulla radianza (valore da cui si deduce la luminosità apparente degli oggetti). Attraverso la fusione di più scatti con esposizioni diverse (bracketing o esposizione a forcella) dovremmo poterci avvicinare maggiormente ai valori della luce percepiti dall'occhio umano. Scriviamo dovrebbe perché in realtà la maggior parte dei risultati che si ottengono è tutt’altro che una restituzione verosimile delle scene percepite. Anzi, sembra di poter dedurre che le immagini HDR tendono a rappresentare una specie di iper-realtà. In effetti se si va a scorrere il nome dei predefiniti a disposizione in Photoshop CS5... forse converrebbe parlare di surrealtà. Spesso però capita che le immagini definite come con una gamma dinamica espansa vengano ottenute con algoritmi applicati a un solo scatto fotografico. Fatta questa doverosa premessa, c’è da chiedersi cosa siano diventate le immagini dette in HDR rispetto alla definizione di HDR: da immagini che avrebbero dovuto mostrare opzioni per HDR con PS CS5 sufficientemente illuminate anche aree in ombra sono diventate immagini a cui sembra venire puntualmente applicata una forma pervasiva e particolarmente accentuata di un filtro simile ad Accentua passaggio (con sfocatura), che come dice il suo nome accentua i passaggi tonali per dare un maggior senso di tridimensionalità. Ma queste dovevano essere solo due parole... della tecnica HDR ci occuperemo più in là.
più scuro per diluizione alcune opzioni di Dynamic Light (iPhone)
apparenze del colore più chiaro per assimilazione
più chiaro per diluizione
spesso si aggiunge una simulazione della grana. Sì, non abbiamo sbagliato a scrivere, pensando magari al rumore video generato dalle alte sensibilità Iso. Abbiamo proprio scritto grana. Questo aspetto delle immagini generate ci ha dato da pensare e un libro dedicato al colore in pittura (Giuseppe Di Napoli, Il colore dipinto, Einaudi) ci ha suggerito un parallelismo che proponiamo come ipotesi.
foto iPhone NO effetti
foto iPhone effetto Normal (Dynamic Light)
100%
100%
IL FOTOGRAFO | 45
note sulla gestione delle immagini
tecnica pittorica, somigliante alla grana, che sfrutta l'effetto dell'assimilazione cromatica
2. grana e assimilazione
C
osa accade invece se proviamo ad applicare a una fotografia una grana simile a quella della pellicola? L’operazione, ora approssimativamente ottenuta anche dal plug-in di sviluppo dei RAW (ACR) in dotazione con Photoshop CS5, ma ben meglio simulata da software specifici e plug-in (cfr. più avanti la rubrica postproduzione), che ottengono di far apparire gli scatti ripresi in digitale con un aspetto più simile a quello che avrebbe ottenuto l’esposizione della pellicola e viene da chiedersi perché piacciano tanto da essere ormai largamente utilizzati in ambito professionale anche da chi produce fotografie che si propongono come immagini di documentazione. Noi crediamo, ancora una volta, che non sia solo l'effetto nostalgia.
Photoshop e RealGrain
simulazione grana pellicola con RealGrain
le prossime annotazioni 46 | IL FOTOGRAFO
RAW
ACR Granulosità
Contrasti di luminosità
accentuazione effetto grana con PS
Contrasto di qualità
apparenze del colore
effetto Bezold
Dynamic Light
foto originale
Dynamic Light > Dutch
Crediamo invece si tratti della differente qualità della percezione offerta dalle immagini così ottenute. Per rendere esplicito che non stiamo facendo un elogio immotivato del digitale o dell’analogico, prenderemo in considerazione la percezione del colore in alcuni quadri anziché nelle immagini fotografiche, sulla scorta delle pagine del volume di Giuseppe Di Napoli sopra citato. Nelle opere dipinte a olio da Johannes Vermeer (1632-1675) è stata notata una tecnica per rendere lo schiarirsi e scurirsi di uno stesso colore che ci aiuta a comprendere il contributo alla percezione che può essere generato anche dalla struttura minima delle immagini fotografiche (verrebbe da scrivere dal tessuto delle immagini). Abbiamo accennato con il contrasto di qualità (n°235) come aggiungendo una tinta neutra (bianco, nero, grigio) a un colore non si ottenga lo stesso colore più chiaro o più scuro, ma uno smorzarsi della sua saturazione. Dunque Vermeer, quando voleva farci percepire un colore come fosse stato più illuminato dalla luce, aggiungeva sopra alla stesura del colore a olio una opportuna quantità di piccoli punti di bianco, minimi colpi di pennello che da lontano permettono di apprezzare un colore più in luce, senza essere diluito dalla miscela con la tinta neutra. È meno noto, racconta Giuseppe Di Napoli, che Vermeer utilizzava la stessa tecnica anche per restituire la percezione di certe zone in ombra, aggiungendo minimi tocchi di nero. Il fenomeno percettivo ottenuto da questa tecnica è detto assimilazione cromatica, ma fu definito parecchio tempo dopo Vermeer, da Wilhelm von Bezold (1837-1907). Effetto
Armonie e Hisptamatic
Bezold è ora il nome del fenomeno che si può facilmente riprodurre su una parete di mattoni rossi con fughe nere o bianche... la luminosità della griglia tracciata delle fughe comporta che vediamo un rosso più brillante o meno. Vermeer di Bezold e dei mattoni non poteva prevedere niente, si capisce, ma è certo che utilizzasse strumenti ottici (allora molto avanzati in terra d’Olanda grazie alla presenza di ricercatori e artigiani dediti all’ottica, tra cui un tornitore di lenti di nome Baruch Spinoza... più noto come filosofo). E una camera oscura. È dimostrato che l’utilizzo di questo strumento semplifichi la gamma tonale visibile a occhio nudo, similmente a quanto accade con le nostre fotocamere, e che questo possa avere influito in modo determinante sulle tecniche utilizzate da Vermeer più di due secoli prima che in Francia si iniziasse a sperimentare la tecnica del pointillisme. L'intuizione formidabile di Vermeer permette al colore di non apparire piatto e di essere strutturato in superfici, per quanto minime, che hanno un differente fattore di assorbimento della luce. L’occhio elabora quello che recepisce come si trattasse di un colore più naturale. La nostra ipotesi è che la grana della pellicola produca un effetto che implica l'assimilazione cromatica e questo sia uno dei motivi per cui una foto ripresa in analogico sembra spesso meno piatta e meno solida. È una questione di struttura intima, molecolare, dell’immagine. La simulazione della grana ottiene forse il recupero di una sensazione visiva: il muoversi della luminosità nel tessuto dell’immagine la rende così apparentemente più vibrante e trasparente.
Contrasti HDR e grana
Dynamic Light > Normal
Contrasti e cross processing
nei prossimi numeri IL FOTOGRAFO | 47