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Il canto scomparso di
Giacomo Bottinelli con le illustrazioni di Giordana Galli
N sonaggio. Qualcuno diceva che non fosse una persona reale, ma
elle foreste di Rocca Sganghera si aggirava a volte un losco per-
una specie di spirito maligno. Altri sostenevano invece di conoscerlo e che veniva da un altro paese. La verità era che quando arrivava lui gli uccelli cominciavano a sparire. Tordi sasselli, pavoncelle, tordi bottacci, cesene, allodole e merli – tanto per dirne qualcuno – che a seconda della stagione e delle migrazioni passavano per Rocca Sganghera, improvvisamente non si vedevano né sentivano più. Tacevano lo “tsik” di sasselli e bottacci, il “ghik-ghii” della pavoncella, il "ciakciakciak" della cesena, il lieve e armonioso canto dell’allodola e il fischiettare allegro del merlo. Il tasso Carlo, quell’inverno, si accorse per primo dello strano silenzio del bosco. «Il canto degli uccelli è scomparso» disse alla maestra Ludmilla un mattino in cui la prima neve copriva i prati.
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