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Chi salverà le gru?
Sono considerate un portafortuna, per questo motivo in Africa Orientale è sempre più diffusa l'usanza di tenerle come animale domestico nei giardini degli alberghi, nei parchi e persino nei cortili delle case. Così, la gru coronata grigia sta rischiando di estinguersi. La sua ultima chance, forse, è l'impegno di un giovane veterinario.
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Testo Tilman Botzenhardt / Foto Thierry Grobet
Olivier Nsengimana scopre la sua passione per la difesa della natura mentre lavora con i gorilla nel nord del Ruanda. Ora il trentenne veterinario combatte per la sopravvivenza delle gru coronate grigie (Balearica regulorum gibbericeps).
Sulle catene collinari del Ruanda, i campi si susseguono: questo Paese densamente popolato, da anni sta vivendo un boom economico, ma gli habitat naturali della gru coronata grigia stanno scomparendo.
Nsengimana e il suo team esaminano e inanellano una delle centinaia di gru tenute in cattività.
Nel tentativo di riportare le gru nei parchi nazionali a nord e nord-est del Paese, quando la salute degli uccelli consente la loro reintroduzione in natura, gli animali vengono prelevati e trasportati in un centro di quarantena con delle cassette di legno.
Tenuti come animali ornamentali: alberghi, ambasciate, parchi e persino scuole di Kigali, la capitale del Ruanda, tengono le gru coronate grigie come animali domestici (destra). Ma dato che questi animali in cattività non si riproducono, la forte domanda alimenta la caccia illegale di uccelli.
La maggior parte delle gru coronate grigie rimangono vive nelle paludi di Rugezi nel nord del Ruanda. Quest’area è protetta, ma mancano ranger che facciano osservare le regole. Con la vendita di una gru i bracconieri guadagnano quanto una famiglia in un mese.
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Da bambino, ricorda Olivier Nsengimana, la vista delle gru coronate grigie era all’ordine del giorno. A quei tempi viveva a Kamonyi, una regione rurale a ovest della capitale: «Vivevamo su una collina, e nella valle sottostante giravano indisturbate le gru», racconta. «Animali meravigliosi, con lunghe gambe e una corona di piume dorate, che quando camminano sembrano danzare. Erano parte della nostra vita; e ogni volta che andavo a prendere l’acqua sentivo le loro grida». La gru coronata grigia (Balearica regulorum gibbericeps) è tra gli uccelli più suggestivi dell’Africa Orientale: alta più o meno un metro, un corpo snello dalle piume grigie, nere e bianche, un sottogola rosso lucente e sulla testa una cresta di piume, da cui deriva il suo nome. «Le gru coronate grigie», continua Nsengimana, «sono parte della storia di questo popolo. Considerate un portafortuna per chi le vede, e addirittura si dice che chi ne possiede una sia destinato a grandi ricchezze e una lunga vita». Lo stemma e la bandiera nazionale dell’Uganda, Paese confinante con il Ruanda, recano l’immagine di una gru coronata grigia. Nel frattempo, purtroppo, dalla patria di Nsengimana le gru coronate grigie sono quasi scomparse. Oggi, per poter osservare gli uccelli della sua infanzia allo stato brado, questo veterinario trentenne ha bisogno di tanta fortuna e tanta pazienza. Nel suo Paese il numero delle gru viventi negli ultimi 45 anni è diminuito di oltre l’80 per cento, spiega Nsengimana, e ora si aggira tra 300 e 500 esemplari. Questo giovane ecologista ha fatto della loro tutela la sua missione. Tra i Paesi tieri più benestanti, fanno da elemento che occupano un’area geografica estesa, il decorativo di aree verdi attorno ad alber-
Ruanda è uno di quelli con la maggiore ghi e ambasciate, in parchi pubblici e densità di popolazione del mondo; l’eco- scuole. nomia del Paese è in forte crescita, sempre «La gente taglia loro le penne, affinché più zone umide vengono drenate per crea- non possano volare via», racconta Nsengire campi da coltivare o da edificare. Così mana, «talvolta arrivano addirittura a facendo scompare anche l’habitat naturale rompere loro le ali». Prigioniere, spesso in delle gru. Ma questa è solo una delle cause città, le gru conducono un’esistenza triste. della tragedia che stanno vivendo questi Molte non sopravvivono a lungo: vittime animali. L’altra, almeno altrettanto impor- di malattie, ferite e alimentazione scorrettante, è il bracconaggio. Gli uccelli vengo- ta. Questi uccelli tenuti in cattività non no catturati e venduti: la loro bellezza e la covano e non si riproducono. Per questo loro fama li hanno trasformati nell’anima- motivo nel 2012 l’Uicn, l’Unione internale domestico preferito dalla classe più ab- zionale per la conservazione della natura, biente del Ruanda. ha classificato la gru coronata grigia come
Per questo motivo, oltre alla palude di Ru- “specie in pericolo di estinzione”. gezi, un parco nazionale nel nord del Pae- A quei tempi Olivier Nsengimana lavorase, in Ruanda esiste anche un altro luogo va come veterinario per gli animali più a dove sicuramente è possibile vedere le gru rischio del Ruanda: i gorilla di montagna coronate grigie: la capitale Kigali. Qui nel Parco Nazionale dei Vulcani nel Ruanquesti eleganti uccelli sono presenti a doz- da Nord-occidentale. Il suo primo inconzine nei parchi, servono come animali or- tro con questi primati risale al periodo in namentali nei giardini delle ville dei quar- cui era studente, durante il suo apprendistato presso i Gorilla Doctors, un’associazione di veterinari che si prende cura di queste grandi scimmie. «Quando mi trovai per la prima volta là fuori, nella natura selvaggia», ricorda, «mi fu subito chiara una cosa: era questo che volevo veramente. Capii che avrei dedicato la mia vita alla difesa degli animali». Con questo obiettivo ben chiaro in testa, Nsengimana concluse gli studi universitari come migliore del suo corso; da allora lavora per l’associazione Gorilla Doctors e collabora Olivier Nsengimana con studenti del college anche a un programma di ricerca nella riserva naturale. Spiegare la situazione delle sulle nuove malattie infettive. «Tra i gru è una parte importante della campagna. gorilla di montagna mi sono reso
Lo sfruttamento agricolo del territorio è in aumento: anche attorno alle paludi di Rugezi, le aree umide vengono trasformate in campi coltivati. Purtroppo le gru alla ricerca di nutrimento in queste zone rischiano di avvelenarsi con i pesticidi.
Una vita dedicata alla difesa della natura: Nsengimana non si prende cura solo delle gru, ma come veterinario si occupa anche della specie più importante della fauna del Ruanda: i gorilla del Parco Nazionale dei Vulcani.
conto che la difesa della natura è l’unica carta che ci resta da giocare», afferma, «infatti grazie alle molte persone che lottano per la loro salvezza, il numero di esemplari inizia finalmente a crescere. Allora, ho pensato, perché non dovrei riuscire a fare lo stesso anche per le gru?». È così che Nsengimana ha concepito il suo programma: ridare la libertà alle gru in cattività del Ruanda. La reintroduzione avviene in tre fasi: innanzitutto le gru tenute nelle città devono essere registrate. Sapendo dove vivono gli animali è possibile stabilire se sono abbastanza sane per provvedere a loro stesse una volta rimesse in libertà. Infine gli esemplari idonei vengono consegnati a un centro di reintroduzione in natura presso il parco nazionale. Fin dall’inizio gli fu chiaro che senza aiuti non sarebbe mai riuscito a realizzare la sua missione. Nella ricerca di fondi e sostenitori, a questo ingegnoso medico dei gorilla sono tornati utili i suoi contatti nell’ambito della difesa della natura, ma soprattutto il suo ottimismo e il suo spirito imprenditoriale. Nell’estate del 2014 Nsengimana riuscì a conquistare per il suo progetto uno dei più ambiti Rolex Awards, oltre 50 mila franchi svizzeri, con il quale vengono premiati i giovani più intraprendenti di tutto il mondo. Il giovane veterinario ha cercato sostenitori anche attraverso i social network: così grazie a un’iniziativa di crowdfunding ha finanziato la realizzazione di un fumetto divulgativo sulle gru rivolto ai bambini. Questo suo spirito intraprendente è stato convincente anche per le autorità del Ruanda che si occupano della difesa della natura nel Paese, che tra le altre cose hanno finanziato una campagna sulla sopravvivenza della gru coronata grigia: attraverso articoli su giornali, spot televisivi e radio, si invitavano i proprietari degli uccelli tenuti in cattività a registrare i loro animali. Come contropartita inizialmente le autorità garantivano l’impunità ai proprietari; chi invece al termine di questa campagna d’informazione possedeva ancora una gru non registrata sarebbe stato perseguibile dalla legge. La campagna si è dimostrata subito un successo: «Dopo poche settimane avevamo oltre 130 gru nella nostra banca dati», spiega Nsengimana, secondo il quale il numero di gru in cattività si aggira attorno a 300 esemplari. «Molti proprietari non erano nemmeno consapevoli della grave situazione delle gru nel nostro Paese. Ora desiderano aiutare e collaborano volentieri». Come per esempio i proprietari di uno dei migliori alberghi della città, che hanno registrato ben otto gru. Nsengimana e i suoi aiutanti – studenti impegnati e veterinari – visitano questi animali, li inanellano e raccolgono i dati Gps della loro posizione. Poi verificano se gli uccelli sono idonei per il programma di reinserimento in natura: quattro uccelli dell’albergo erano idonei. Così la missione di Nsengimana inizia a diventare realtà: «Siamo appena riusciti a trasferire 42 gru in cattività in parchi e
giardini al nostro centro di quarantena di Kigali», racconta alla fine di dicembre. Gli uccelli restano qui Ruhengeri quattro settimane con lo scopo di
Gisenyi evitare di propagare eventuali malattie tra gli animali liberi. Se gli uccelli sono sani, vengono trasferiti in un centro di reintroduzione presso il parco nazionale di Akagera. Qui gli animali si abituano progressiva-
Cyangugu Butare mente alla vita libera; a medio termine Nsengimana ha in programma anche un piano di riproduzione per questi uccelli. Infatti, per aiutare veramente le gru Il Ruanda si trova nell’Africa Orientale, è grande la in modo sostenibile, il veterinario metà della Slovacchia e ha il doppio dei suoi abitanti. non si limiterà a liberare gli uccelli in cattività: «Dobbiamo fermare anche il bracconaggio nell’habitat delle gru». In passato nei villaggi attorno alle paludi di Rugezi era possibile acquistare una gru per una somma pari a circa cinque dollari americani. In città, invece, i commercianti ricavavano fino a 200 dollari per un esemplare: un bel margine di guadagno! Per questo motivo Nsengimana vuole informare anche gli abitanti delle zone vicine ai parchi nazionali sul destino che tocca in sorte alle gru che vengono catturate e promuovere la loro protezione, magari parlando direttamente con i capi locali nella regione attorno alle paludi, formando guardie e istruendo i bambini nelle scuole. A lungo termine, spera Nsengimana, il suo progetto potrebbe diventare l’esempio per la prossima generazione di ecologisti in Ruanda e l’impegno verso le gru potrebbe servire per motivare i suoi aiutanti proprio come l’opera dei Gorilla Doctors fece per lui quando era uno studente: «Desidero trasmettere ai giovani veterinari qualcosa di più di come curare gli animali», spiega. «L’ideale per me sarebbe riuscire a ispirarli affinché creino dei loro progetti per la difesa della natura».
KigaliGitarama Kibungo 50 km
Parco Paludi di Rugezi Nazionale dei Vulcani
Parco Nazionale dell'Akagera
BURUNDI
UGANDA REP. DEM. TAN-
CONGO ZANIA
L a go K i vu
RUANDA
Akagera