JUVE DAY DA RECORD

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www.gazzetta.it domenica 13 maggio 2012 1,20 €

REDAZIONE DI MILANO VIA SOLFERINO 28 ­ TEL. 0262821 ­ REDAZIONE DI ROMA PIAZZA VENEZIA 5 ­ TEL. 06688281 POSTE ITALIANE SPED. IN A.P. ­ D.L. 353/2003 CONV. L. 46/2004 ART. 1, C1, DCB MILANO

ITALIA

anno LXVIII ­ Numero numero 19 Anno

FORMULA 1 Hamilton retrocesso Alonso secondo

GIRO D’ITALIA Tiralongo rompe il digiuno, ma che Scarponi!

TENNIS Internazionali Tutti contro Re Djokovic

Montmelò: l’inglese penalizzato parte in ultima fila. La pole è di Maldonado

Prima vittoria di tappa italiana. Hesjedal rosa. Basso perde 21”

Uno speciale di 12 pagine sul grande appuntamento di Roma

ALLIEVI, CASADIO, DEGL’INNOCENTI DA PAG. 28 A 31

DA PAGINA 32 A PAGINA 39

ALL’INTERNO DEL GIORNALE

3 Fernando Alonso, 30 anni INFOPHOTO

3 Paolo Tiralongo, 34 anni REUTERS

3 Novak Djokovic, 24 anni REUTERS

SPRINT CHAMPIONS

SERIE A I NEOCAMPIONI CON L’ATALANTA PREPARANO LA FESTA

Lazio­Inter volatona con Napoli e Udinese

JUVE DAY DA RECORD

Ai friulani basta un pari col Catania per tornare ai preliminari. Ma Strama, Reja e Mazzarri non si rassegnano

I bianconeri possono vincere lo scudetto imbattuti come il Milan nel 1992 e soltanto altre 6 squadre in Europa

ALLE PAGINE 12­13­14

DOPO IL VERTICE LE STRATEGIE

Allegri: «Berlusconi mi ha promesso un grande Milan» BOCCI, DELLA VALLE, GRANDESSO, PASOTTO PAGG 8­9­10

INIZIATIVE

JUVENTUS, IL LIBRO DELLO SCUDETTO

3 La festa Juve davanti ai propri tifosi

GRAZIANO, IARIA, MANCINI, OLIVERO, MAURO ALLE PAG. 2­3­5­6

SERIE B INSIGNE E IMMOBILE FIRMANO IL 2­0 AL TORINO

Un super Zeman show Ora il Pescara è primo

20 5 1 3>

Scavalcati i granata. Il Varese stende l’Ascoli 4­0 e si avvicina ai playoff

9 771120 506000

BINDA, BOZZA, LONGHI A PAG. 24­25

IL ROMPI PALLONE di GENE GNOCCHI

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Forse sarà rinviata la festa scudetto della Juve. Lapo Elkann ha chiesto di fare lui lo spogliarello in piazza.

VERSO L’EURO 2012

E Prandelli «convoca» anche il figlio per l’Europeo A PAGINA 20

A 7.99 € più il prezzo del quotidiano

Serie A / 38ª PARTITE Oggi (ore 15) FIORENTINA­CAGLIARI JUVENTUS­ATALANTA MILAN­NOVARA CESENA­ROMA (ore 18) PARMA­BOLOGNA (ore 18) CATANIA­UDINESE (ore 20.45) CHIEVO­LECCE (ore 20.45) GENOA­PALERMO (ore 20.45) LAZIO­INTER (ore 20.45) NAPOLI­SIENA (ore 20.45) CLASSIFICA JUVENTUS MILAN UDINESE LAZIO NAPOLI INTER ROMA PARMA BOLOGNA CATANIA

81 77 61 59 58 58 53 53 51 48

* Penalizzata di 6 punti ** Retrocesse in Serie B

ATALANTA* CHIEVO FIORENTINA SIENA PALERMO CAGLIARI GENOA LECCE NOVARA** CESENA**

(0­0) (2­0) (3­0) (1­5) (0­0) (1­2) (2­2) (3­5) (1­2) (1­1)

46 46 45 44 43 42 39 36 32 22


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JUVE CAMPIONE! IL GIORNO DEL TRIONFO

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i gol subiti da Buffon in 35 partite: può diventare il portiere meno battuto nei tornei a 20 squadre

Perché vedere

JUVENTUS-ATALANTA In gioco c’è ancora il record d’imbattibilità (prima della finale di Coppa Italia, tra una settimana). Lo spettacolo? Alla fine, per la grande festa. Juventus Stadium, ore 15

DAL NOSTRO INVIATO

MIRKO GRAZIANO VINOVO (Torino)

Lo scudetto in tasca non ha saziato Antonio Conte. Che ai record ci tiene. Eccome. Vincere aiuta a vincere. «E lui, oltretutto, non sa proprio perdere», ride il vice Angelo Alessio. Il messaggio del Mou italiano è già stato girato alla squadra: «Ci tengo molto a questa imbattibilità, e visto che siamo arrivati fin qui...». Nessuno mai, se... Due gare alla

fine della stagione. Dovesse restare imbattuta in campionato e vincere poi la Coppa Italia (il 20 maggio a Roma, contro il Napoli), la Juventus sarebbe la prima squadra italiana a centrare la doppietta senza aver mai perso una partita. Oggi la banda Conte ha la possibilità di raggiungere il Perugia del 1978-79 (campionato a 16 squadre) e il Milan del 1991-92 (a 18 squadre), uniche formazioni a chiudere imbattute un intero campionato. Solo gli «Invincibili» di Fabio Capello vinsero però poi lo scudetto. Loro e appena altre 6 squadre in Europa. La Juve ha comunque già stabilito il primato di imbattibilità iniziale nel girone unico, superando le prestazioni appunto di Perugia e Milan, bloccati a 30 e 34 gare.

JUVE Scudetto da imbattuta per una festa perfetta Conte può fare un’impresa riuscita in campionato soltanto al Milan di Capello. E in Europa ad appena altre sei squadre Sorpasso a Don Fabio? Sono finora 41 le gare ufficiali giocate dai freschi campioni d’Italia. Fra campionato e Coppa Italia, il curriculum è di 25 vittorie e 16 pareggi. Considerando anche la passata stagione e il 2-2 col Napoli dell’ultima di campionato, la striscia positiva si allunga a 42 partite, proprio come il solito straordinario Milan di Capello, che a cavallo del 1991-92 e 1992-93 mise in fila 33 vittorie e 9 pareggi, Champions League compresa in quel caso. Dunque, ancora un passo

Conte abbraccia Buffon LORENZINI

e la Juve metterà ancora il muso davanti a una delle formazioni più forti di tutti i tempi. Per capire la straordinaria forza di quel Milan, basta ricordare l’inavvicinabile striscia di imbattibilità complessiva in campionato: 58 gare senza sconfitte fra il 1991 e il 1993. Che stagione! «Straordinari, sia-

mo stati straordinari», ripete ad ogni occasione Antonio Conte. Impossibile dargli torto. La sua Juve è un prodigio di bel gioco, carattere e anche statistiche. In gol 18 giocatori diversi: Matri, Marchisio, Vucinic, Vidal, Pepe, Quagliarella, Bonucci, Pirlo, Borriello, Chiellini, Del Piero, Lichtsteiner, Caceres, De Ceglie, Estigarribia, Giaccherini, Krasic e Padoin. Fra i più utilizzati, manca di fatto all’appello solo Barzagli (un palo a Bergamo). E’ il record in casa bianconera, migliorati i 17 giocatori in gol della stagione 2008-2009. Capitolo difesa: la porta di Buffon è rimasta imbattuta per 21 partite di campionato, migliorato il record stabilito nel 1965-66 in serie A e nel 2006-07 in serie B, quando le gare senza incassare reti furono 20. La Juventus, infine,

è di gran lunga la miglior difesa del campionato: 19 reti al passivo, la squadra più vicina è il Milan con 32 gol incassati. L’anno scorso, a fine stagione, erano state 47 le reti prese in campionato dalla Juve di Delneri. Oltre il doppio. La banda Conte si avvia quindi a stabilire il nuovo record del club per quanto riguarda i campionati a 20 squadre: il precedente (24 gol presi) è relativo alla stagione 2005-06. Si giocava invece a sedici squadre, nel 1985-86, quando la Juve chiuse con 17 gol incassati in 30 partite. Pirlo benedice E’ Antonio Conte l’uomo copertina del 28˚ scudetto bianconero. Arriva anche la benedizione di Andrea Pirlo: «Un grandissimo allenatore. Io ne ho avuti tanti, ma nessuno così meticoloso nel lavoro e bravo a spiegare le cose. Dal punto di vista tattico e didattico è perfino più bravo di Ancelotti e Lippi, che pure hanno tante qualità. Prepara benissimo le partite, studiamo i video degli avversari tre-quattro volte alla settimana e quando scendiamo in campo è difficile che qualcosa ci sorprenda. Conte è un talento della panchina». © RIPRODUZIONE RISERVATA

clic LA COPPA SCUDETTO AL CLUB BIANCONERO DOPO I TITOLI NEGATI La Coppa di Campione d’Italia, ideata nella stagione 1960-’61 da Ettore Calvelli, è stata consegnata in campo ai vincitori dello scudetto dal 2004-2005. La Juve ne ha beneficiato per la prima volta già nel ’61 e poi, in campo, nel 2005. Ma quel trofeo fu poi revocato (come nel 2006) dopo Calciopoli


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le partite nelle quali la Juve (con Buffon in porta) non ha preso alcun gol. Prima di lui al top Anzolin con 20 gare nel ’65-66

le squadre imbattute in una stagione prima della Juve: Perugia (1978-79 in 30 gare) e Milan (1991-92 in 34)

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le reti subite dalla Juve in trasferta: è primato a 20 squadre, meglio del Milan 2004-2005 (11 gol al passivo)

Conte l’uomo record «Si comincia da qui» «Se superiamo l’ostacolo Atalanta, nessuno potrà fare meglio. Ma per noi sarà il punto di partenza» DAL NOSTRO INVIATO

VINOVO (Torino)

Tutti attorno al loro «capo». A ranghi compatti. Ieri, in conferenza stampa, si è presentato l’intero staff tecnico bianconero. Lo ha voluto Conte, «perché se io sono l’apice della piramide, sotto c’è una base importante, una struttura che mi ha dato un vero sostegno in moltissime situazioni. Sono tutti allenatori: ho tre collaboratori tecnici come Angelo Alessio, Cristian Stellini e Massimo Carrera; dal punto di vista atletico ci sono il professor Paolo Bertelli e il professor Sassi; quindi Claudio Filippi, preparatore dei portieri». Conte ha parole di sincera stima per ognuno dei suoi uomini, «senza dimenticare nessuno, anche chi ci ha permesso di avere due campi sempre agibili durante la gelata invernale». Tempo di pace Ci prova Conte a «imboscarsi», a lasciare spazio agli altri. Impossibile. Evita di esprimersi solo quando gli chiedono se non gli dia fastidio che tutta questa attenzione sul «tormentone terza stella» finisca per togliere un po’ di luce all’impresa dei suoi ragazzi. «Rispon-

de Alessio», dice. E il «vice» ribadisce il Conte-pensiero: «Per noi è la prima stella, il nostro primo scudetto, questo è importante, solo questo conta». Poi, capitolo contratto: «Il rinnovo? Stiamo discutendo, stiamo discutendo...», sorride il tecnico leccese, che nei giorni scorsi aveva promesso delle «chicche» dedicate a un Milan un po’ troppo brontolone sul caso Muntari. «Non ce ne stanno più di chicche, siamo tranquilli e sereni. Anche perché le vittorie addolciscono. Siamo in tempo di pace in questo momento». L’Atalanta conta Poca dolcezza, invece, se pensa alla gara di questo pomeriggio: «Abbiamo un obiettivo, mantenere l’imbattibilità nel torneo. Sarebbe veramente qualcosa di storico, qualcosa di importante di eccezionale. Se riusciremo a fare una cosa del genere, gli altri in futuro potranno solo eguagliarci, non ci potrà superare più nessuno. Ma in generale è l’atteggiamento che non deve mai cambiare nel gruppo. Quest’anno deve essere un punto di partenza, non un punto di arrivo. Se siamo intelligenti, ci rendiamo conto di essere solo all’inizio. Non

Antonio Conte, 43 anni, primo anno sulla panchina della Juve e subito scudettato: come Trap e Lippi LAPRESSE

dobbiamo mollare nulla». Ale gioca A livello di formazione, «gioca Storari al posto di Buffon e parte sicuramente dall’inizio Del Piero - rivela Conte -. Nella prima gara di campionato Alessandro era titolare, col 10 sulle spalle e la fascia da capitano al braccio. Ha inaugurato lui la stagione nel nuovo stadio, e anche con l’Atalanta sarà in campo dal primo minuto. Mi sembra un atto doveroso nei suoi confronti. Non tanto per la carriera, ma per quello che mi ha dato quest’anno, per quello che ha fatto e che dovrà fare, sia oggi sia domenica prossima. Non dimentichiamo infatti che la stagione non finisce qui». E Del Piero sarà titolare anche nella finale di Coppa Italia, contro il Napoli. Ieri pomeriggio, provato un «4-3-3» pieno di novità: Storari in porta; Lichtsteiner, Bonucci, Chiellini ed Estigarribia in difesa; Padoin, Pirlo e Marrone a centrocampo; Giaccherini, Borriello e Del Piero in attacco. In caso di «3-5-2», dentro Barzagli e fuori uno fra Giaccherini e Marrone.

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m.gra. © RIPRODUZIONE RISERVATA


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JUVE CAMPIONE! L’ADDIO DI ALE TUTTI I GOL DI ALE IN SERIE A HA SEGNATO 187 RETI

story Il primo gol in A La magia ai viola E quello alla Lazio che vale il titolo GDS

Ciao Capitano! Del Piero se ne va Finisce un’era

mo di uno ogni dodici mesi: un appartamento brutto in corso Agnelli, una mansarda-gioiellino in centro, una casa in via Garibaldi non lontano da dove oggi c’è lo Juve store. Con il papà Gino e la mamma Bruna sempre pronti a correre a Torino per dargli una mano, mettere a posto le prese elettriche, farlo sentire protetto e coccolato. E infine la villa in collina, oasi di tranquillità di un campione che a Torino stava (sta) benissimo perché vive tranquillo e ricarica le pile come meglio preferisce.

Una vita per la Juve: oggi gioca l’ultima partita in bianconero. Poi niente sarà più lo stesso

Missione compiuta Oggi in tribuna ci saranno la moglie Sonia, i piccoli Tobias, Dorotea e Sasha, il fratello Stefano con la moglie Ivana e il figlio Lorenzo, il preparatore Giovanni Bonocore, altri amici. Tutti con la maglia ideata per l’occasione: uno sfondo tricolore e in mezzo Del Piero che esulta con la linguaccia. Finisce qui, finisce bene. Ale avrebbe continuato ancora, non gli è stato concesso, ma oggi non è il tempo dell’amarezza. È il giorno del festeggiamento di uno scudetto meraviglioso e del ringraziamento di un popolo al suo eroe che se ne va e può farlo senza rimpianti e con la fierezza di chi ha compiuto la sua ultima missione: rifare grande la Juve. Il resto sono chiacchiere, Del Piero è la storia.

DAL NOSTRO INVIATO

G.B. OLIVERO TORINO

Chissà quanti pensieri, quanti ricordi, quante immagini durante quel tragitto. Quando Alessandro Del Piero salirà sul pullman che lo porterà insieme ai compagni allo Juventus Stadium, inevitabilmente il concetto di ultima partita prenderà corpo. Non sarà più un momento lontano o un fantasma da scacciare. Sarà realtà. E a nulla servirà la consapevolezza che, tra una settimana, ci sarà ancora una partita da giocare: l’ultimissima, la finale di Coppa Italia a Roma contro il Napoli. Ecco, il destino forse ha voluto che anche nel momento dell’addio la storia di Del Piero fosse diversa dalle altre. Il suo ciao alla Juve è un film a puntate: l’ultima in trasferta (a Trieste), l’ultima in casa (oggi contro l’Atalanta, di fronte ai tifosi che tanto lo amano), l’ultima in assoluto e in campo neutro (domenica prossima a Roma). E in questo addio lungo tre settimane non c’è mai la sensazione dell’inutilità, la percezione della tristezza, il sapore del patetico. Mai. A Trieste c’era

Gazzetta.it Gazza

Tvf CONTE: «DEL PIERO IN CAMPO CON LA FASCIA DI CAPITANO»

Giornata di festa in casa bianconera, 90 minuti speciali per Alessandro Del Piero. Allegri al Milan: «Dobbiamo chiudere bene». Gattuso, emozioni di un addio. Mazzarri suona la carica al Napoli: «Tutto può ancora succedere».

LUIS ENRIQUE STANCO STRAMACCIONI: «INTER DA BATTAGLIA...» Luis Enrique torna sui motivi della sua partenza da Roma: «Lascio la panchina perchè sono stanco, ma è stata una avventura bellissima». Inter, Stramaccioni suona la carica ai suoi. Scopri anche la domenica speciale di Guidolin, Colantuono, Cosmi e Sannino

uno scudetto da vincere, oggi c’è un’imbattibilità da conservare, a Roma ci sarà una coppa da conquistare. Questo è un inno alla carriera di Del Piero che più di ogni altra cosa ha sempre e soltanto inseguito la vittoria. Per sé e per la Juve. Tutto quello che Del Piero ha fatto (i 288 gol bianconeri, i fantastici record personali) ha portato gioia, successo, trionfi alla Juve. «La Juventus nel mondo è Del Piero - dice Marcello Lippi - Quando dici Del Piero nel mondo è Juventus. Poi, quello che è successo tra di loro non lo so».

Quante case Quel tragitto sul pullman sarà fortunatamente breve perché altrimenti Ale correrebbe anche il rischio di commuoversi. Gli mancherà anche questo: i ritiri, la condivisione di certi momenti perché lui ha inteso anche così il suo ruolo di capitano. Non tante parole, ma dette bene e al momento giusto. E poi l’esempio, giorno dopo giorno, per diciannove anni. Arrivò a Torino in macchina con un compagno, Giacobbo. E con un altro, Baldini, andò a vivere nel primo anno. Poi fu un trasloco dietro l’altro, ben cinque al rit-

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Juventus-Reggiana 4-0 13 settembre 1993 Il primo gol di Del Piero in Serie A è segnato a Torino alla Reggiana OMEGA

Juve-Fiorentina 3-2 4 dicembre 1994 Forse il suo gol più spettacolare di sempre (oltre che decisivo: è il 3-2)

Juve-Lazio 2-1 11 aprile 2012 Punizione-gol alla Lazio: 2-1 e lo scudetto diventa realtà MINOZZI

Taccuino DONNE SERIE A

Il Brescia dà l’addio al secondo posto (f.sal.) Nella 25a giornata di A femminile la Torres già scudettata cade col Tavagnacco, poker del Verona al Brescia che dunque esce dalla lotta per il 2˚ posto (Champions). I risultati: Lazio-Chiasiellis 2-3, Mozzanica-Como 3-0, Riviera di Romagna-Milan 2-2, Tavagnacco-Torres 2-0, Torino-Roma 5-1, Venezia-Firenze 0-2, Verona-Brescia 4-0. La classifica: Torres 65, Verona 61, Tavagnacco 59, Brescia 55, Mozzanica 42, Torino 37, Chiasiellis 34, Como 29, Firenze 26, Riviera di Romagna 23, Lazio 22, Venezia 19, Milan 12, Roma 8.

CALCIO A 5

La Luparense vola in semifinale (g.l.g.) Si è ripetuta la Luparense nella bella contro Putignano, dopo il 7-1 del ritorno, ieri sera ha vinto la bella 6-1 e vola in semifinale dei play off di calcio a 5. Questi gli accoppiamenti, (si gioca il 18, 24, ev.26/5), Montesilvano-Luparense, Lazio-Marca.

LEGA DILETTANTI

Consegnate le benemerenze 2012 ROMA Tradizionale consegna delle Benemerenze della Lega Nazionale Dilettanti ieri a Roma. Un riconoscimento consegnato dal Presidente LND Carlo Tavecchio e da quello Figc Giancarlo Abete, insieme al presidente del Settore Giovanile e Scolastico Gianni Rivera, alle società e ai dirigenti che negli anni hanno lavorato al servizio della Federazione con passione e professionalità. Tavecchio: «Premiamo i dirigenti in un momento economico delicato per il nostro paese».


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JUVE CAMPIONE! POLEMICHE E FESTE il retroscena

MARCO IARIA

Nel comunicato della Lega scompare il riferimento ai 28 scudetti vinti della nota di ieri. Il presidente Maurizio Beretta non se l’è sentita di provocare un dispiacere ad Andrea Agnelli, sebbene la Lega — essendo l’ente organizzatore del campionato su delega della Figc — non possa che aderire al sistema di regole domestiche e accettare le sentenze sportive. Non a caso, nella sede di via Rosellini l’albo d’oro segue l’indicazione ufficiale: lo scudetto 2005 revocato e non assegnato e quello 2006 passato a tavolino all’Inter.

LA DIFFERENZA CON LE STAGIONI PRECEDENTI

Impaurita perfino della sua ombra, nel comunicato sulla premiazione del campioni d’Italia la Lega decide di evitare qualsiasi riferimento ai 28 scudetti vinti dalla Juventus. Meglio così, per non scontentare i bianconeri. D’altronde, lo stesso presidente del Coni Petrucci, nell’intervista di ieri alla Gazzetta aveva evitato di pronunciare quel numero «maledetto», al contrario del boss della Fifa Blatter e in attesa di parole forti del n.1 della Figc Abete. La polemica sulla terza stella e sui due titoli revocati per Calciopoli, che la società di Agnelli rivendica orgogliosamente, finisce così per svelare una certa debolezza istituzionale: un déjà vu per il calcio italiano. GDS

agli scudetti complessivi non sia mai mancato, se non in quei casi in cui il torneo si è deciso all’ultima giornata, come nel 2010 (ballottaggio Inter-Roma). Il comunicato stampa numero 121 del 2010-11, invece, recitava: «Sabato 14 maggio la

Lega nazionale professionisti Serie A e Telecom Italia consegneranno al Milan, società vincitrice del 18o scudetto, la coppa di campione d’Italia 2010-11». Idem nel 2009. Titolo all’Inter, «società vincitrice del 17o scudetto». E invece cosa

c’è scritto nel comunicato numero 122 della stagione in corso? Il trofeo sarà consegnato «alla Juventus, società vincitrice dello scudetto 2011/2012». E basta. Devono essere state ore di passione quelle che hanno accompagnato la diffusione

giorni hanno suggerito il low profile. Lo stesso della premiazione di oggi. Durante le celebrazioni ufficiali, orchestrate dalla Lega, si eviteranno riferimenti storici, a differenza del passato, quando al centro del rettangolo di gioco campeggiava uno scudetto con dentro il numero dei titoli vinti. Motivi d’opportunità giustificabili, visto il contesto di uno stadio juventino inneggiante ai trenta titoli. Ma usare il bianchetto su un comunicato di routine, questa sì che è una precauzione eccessiva. © RIPRODUZIONE RISERVATA

Un pullman per oltre 70.000 Sfila l’orgoglio bianconero La squadra sul bus scoperto farà il giro di Torino, juventini in arrivo da tutta Italia: una grande invasione per omaggiare i campioni ALBERTO MAURO TORINO

LE TAPPE DEL TOUR IN CITTÀ

È appena iniziato il giorno più lungo della stagione juventina. Quello della festa, dell’orgoglio, delle celebrazioni ufficiali. Del sogno diventato realtà, della rivincita. Inizierà allo Juventus Stadium, proseguirà nelle vie di Torino e si concluderà in discoteca, alle prime luci dell’alba di domani.

Nella notte tutti in discoteca per una festa riservata ai tesserati del club D’ARCO

Perché dopo una stagione da 30 e lode le celebrazioni non possono essere da meno. E la Juve ha pianificato tutto nei minimi particolari, per non lasciare nulla al caso.

bambini e compagne. Perché è soprattutto lo scudetto del gruppo. Dallo stadio alla strada, sul tetto più alto d’Italia, quello del pullman scoperto con il tricolore e le tre stele in bella vista.

Tributo A partire dal pullman

scoperto, nero fiammante, parcheggiato all’uscita degli spogliatoi pronto a scorrazzare giocatori, allenatore e staff in centro, dopo i festeggiamenti di rito sul campo, a fine partita. Compreso il tributo a Del Piero, che contro l’Atalanta indosserà per l’ultima volta la maglia della Juventus davanti al pubblico amico. La curva gli dedicherà striscioni e coreografie memorabili, poi a fine partita gli verrà consegnato il trofeo del campionato. I giocatori si porteranno a spasso la coppa per il campo, insieme a

Cabello: «Che cosa significano le tre stelle?»

Cerimonia Le tensioni di questi

Inedito Stupisce che perfino

una comunicazione ordinaria come quella legata all’epilogo della stagione diventi il territorio di paure e tentennamenti. In che altro modo interpretare lo «stralcio» di quella cifra? Giova ricordare che negli anni precedenti il riferimento

LA CONDUTTRICE TV

Il percorso La prima tappa del

tour bianconero sarà la stazione di Porta Susa alle 20. Unica incognita il meteo, ma le previsioni sono incoraggianti e nel tardo pomeriggio il rischio di pioggia è minimo. Ma gli invincibili di Conte sono pronti ad affrontare anche i tuoni. Da Porta Susa il corteo proseguirà verso piazza Castello e piazza Vittorio Veneto, le due roccaforti del tifo bianconero, mentre sono stati evitati i passaggi in via Roma (per non paralizzare il traffico cittadino) e la storica Piazza San Carlo (pe-

LA CURIOSITÀ IMPEGNATO A PRAGA

Nedved debutta in maratona «Poi di fretta verso Torino» Pavel Nedved stavolta fa sul serio. Dopo aver corso a Praga due edizioni della mezza maratona e un’edizione della 10 km, stamattina farà il suo esordio in maratona. Ma per rispondere sì a Carlo Capalbo, l’organizzatore italiano della Volkswagen Prague Marathon, ha posto una condizione. Appena finito il suo sforzo dovrà essere scortato in aeroporto dove lo attende un aereo privato per non mancare alla festa della Juve. «Ho fatto bene i calcoli — spiega Nedved —. La maratona comincia alle 9, conto di arrivare al traguardo in meno di 4 ore, così potrò decollare alle 13.45 e correre allo stadio».

donale). Il corteo si farà strada a passo d’uomo, tra i 70 mila bianconeri in estasi. Molti tifosi da fuori, infatti, hanno deciso di far rotta su Torino anche senza biglietto per l’Atalanta (lo stadio sarà ancora una volta esaurito come da tradizione), per tornare a festeggiare uno scudetto, a distanza di 6 anni da quello revocato per Calciopoli. Sul pullman, invece, i giocatori immortaleranno ogni attimo della festa con telecamere, iPad e telefonini dal loro punto di osservazione privilegiato. La colonna sonora della serata sarà la «Juventus Stadium Soundtrack», la playlist già prima nella classifica degli album più venduti su iTunes, con canzoni scelte da tutti i giocatori bianconeri, inno compreso. Risalendo il Po, il pullman raggiungerà la tappa conclusiva: il parco del Valentino, con arrivo previsto alle 22. In discoteca Ma la festa non fi-

nisce qui, i bianconeri infatti hanno intenzione di fare le ore piccole. E come dar loro torto. La Juve ha riservato un’intera discoteca, proprio nel cuore del parco del Valentino, per tutta la notte. La festa ufficiale, con ingresso rigorosamente a inviti, è riservata a tesserati, dipendenti Juve e famiglie, per un totale di circa 500 ospiti. Imponente la task force mediatica per il tour scudetto, con la diretta su Sky Sport dalle 14 fino all’arrivo del pullman in centro, ma le immagini della festa saranno anche live su Gazzetta.it con voci dei tifosi e interviste post partita ai giocatori. © RIPRODUZIONE RISERVATA

y

SQUADRA PREMIATA DA BERETTA

Oggi i calciatori della Juventus saranno invitati al centro del campo, al termine della partita con l’Atalanta, per ricevere la medaglia d’oro di campione d’Italia. Lungo la passerella che dagli spogliatoi porterà i calciatori sul palco, saranno schierati venti bambini che indosseranno le maglie delle venti squadre di A

S Del Piero alza la coppa Conte sarà invitato a festeggiare assieme ai suoi calciatori e precederà il capitano Del Piero, che salirà sul palco per ultimo per alzare il trofeo, consegnato dal presidente della Lega Maurizio Beretta

Victoria Cabello, 37 anni NEWPRESS GABRIELLA MANCINI MILANO

«Non chiedetemi delle tre stelle della Juve che non ce sto a capì niente!». Victoria Cabello, catapultata quasi a sua insaputa a Quelli che il calcio oggi presenta l’ultima puntata su Rai 2 (media di 1 milione 600mila spettatori, 9,56%) e fa un bilancio con l’immancabile autoironia. «Io mi sono molto divertita, non pensavo di riuscirci con una materia come il calcio. Invece, da non addetta ai lavori, l’ho trattato in modo diverso. Ho imparato chi sono gli allenatori, non i calciatori...». Che ne pensa di Conte?

«Il più determinato, non ha mollato nulla». Allegri?

«Il più elegante. Può gridarti di tutto, ma lo fa con eleganza». Montella?

«Dire il più simpatico è banale. Dico tenace». Luis Enrique?

«Sfigato, ma in senso buono. Non ho capito se era l’uomo giusto nel posto sbagliato o l’uomo sbagliato nel posto giusto o l’uomo sbagliato nel posto sbagliato...». Stramaccioni?

«Lavoratore. Incosciente in modo positivo. Un po’ come me. L’ho detto, io mi sento come Stramaccioni, la gente pensa: ha culo o talento?». Lei sarà confermata?

«Credo di sì. Ho letto che Giancarlo Leone (direttore di Rai Intrattenimento, ndr) mi ha confermata su Twitter... Sono contenta, anche noi siamo una bella squadra». Che cosa non le è entrato ancora in testa del pallone?

«La classifica non me la ricordo mai. E Sacchi ha tentato invano di spiegarmi gli schemi. Abbiamo fatto valutare i suoi schizzi sulla lavagna da un critico d’arte: valgono quasi 3.000 euro!». Tifa per qualcuno?

«A casa mia Milan, ma io non sono mai stata tifosa» Ha sentito l’ombra di Simona Ventura?

«Sì e la sentirò per altri dieci anni. Simona ha aperto la strada a un nuovo modo di trattare lo sport in tv per le donne». Oggi gran finale con Emiliano Mondonico, Marco Travaglio, Ornella Vanoni e tanti amici. © RIPRODUZIONE RISERVATA


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SERIE A IL MERCATO

Sei personaggi per il nuovo Milan: 5 giovani e un top con Balotelli in pole

Massimiliano Allegri, 44 anni, Mario Balotelli, 21, Francesco Acerbi, 23, e Andreas Granqvist, 27 LAPRESSE/LIVERANI

Allegri: «Berlusconi ad Arcore mi ha detto che terrà la squadra ad alti livelli». E via al mercato

Me li hai promessi Perché vedere

MILAN-NOVARA La classifica non ha più nulla da offrire a entrambe. Resta l’obiettivo 80 punti per il Milan e una chiusura onorevole per i piemontesi San Siro, ore 15

ALESSANDRA BOCCI twitter @picobocci MILANO

Caccia a cinque nomi nuovi e a un top player: è il programma di viaggio del nuovo Milan, che si è costituito l’altra sera, ad Arcore, nel giorno degli addii dei grandi vecchi rossoneri. Silvio Berlusconi, Adriano Galliani e Massimiliano Allegri hanno cenato e chiacchierato del futuro, sul

quale le bocche sono però supercucite. «Ho mangiato bene, è stata una bellissima serata, il presidente era in splendida forma. La promessa che mi ha fatto è che manterrà la squadra ad alti livelli come sempre. Non abbiamo parlato di Balotelli e non abbiamo fatto nomi», dice l’allenatore. E Galliani preferisce concentrarsi ancora una volta sui saluti da fare oggi, nell’ultima uscita a San Siro di Gattuso e compagni. «Sono triste, quei giocatori ci hanno tenuto in cima al-

l’Europa per anni. Ma contro l’età biologica c’è poco da fare. Quei ragazzi ci mancheranno e sostituirli sarà difficile». Conferme L’operazione è complicata di per sè, e lo diventa ancora di più con la politica di rigore imposta dai Berlusconi per prepararsi all’era del fairplay, quando le società non potranno limitarsi a ripianare i debiti. Le nuove linee guida sono dunque: giocatori più giovani, ingaggi più contenuti. Ma la società non vuole smet-

Ufficiale l’arrivo di Montolivo, per la difesa c’è Acerbi, ma piace anche Granqvist Cinque gli acquisti previsti con un top player. E per questo le piste portano al City

tere di investire, questo è il pensiero comunicato ad Allegri, che ritiene scongiurato il pericolo di cessioni importanti (Ibra, Thiago, Boateng). «Il presidente ha detto che terrà il Milan ad alti livelli, quindi penso che resteranno tutti». Piste City Oltre alle conferme

dei suoi top player, Allegri ha avuto conferme su se stesso, con la fiducia ribadita ancora una volta dal presidente. Qualche altro addio è invece previsto nello staff, visto che dovreb-


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A Ibra prova a consolarsi

BOMBER DI RAZZA

S Nordahl 38 gol stagionali col Milan nel 1950-51

Nel mirino il primato dei gol stagionali: 38

Dopo aver superato Van Basten e Sheva, lo svedese con un tris al Novara raggiungerebbe Nordahl, Meazza e Angelillo nese sarebbe una bella soddisfazione.

DAL NOSTRO INVIATO

MARCO PASOTTO MILANELLO (Varese)

Lottatore solo In realtà, in que-

S Shevchenko 34 gol stagionali col Milan nel 2000-01

i, Silvio be lasciare Daniele Tognaccini: si chiude un’era anche nel settore preparatori atletici. Il rinnovamento dunque questa volta sarà profondo: Allegri ha annunciato l’arrivo di Montolivo, Traorè si era già annunciato da solo e per Acerbi è praticamente fatta, ma non saranno gli unici. Fra gli osservati c’è lo svedese genoano Granqvist, difensore centrale di 27 anni, ma si cercheranno altri rinforzi, soprattutto per un set-

Silvio Berlusconi, 75

tore trequartisti ormai assai scarno. Quanto all’attacco, a una domanda su Tevez dei tifosi assiepati ai cancelli Galliani ha risposto così: «Vedremo cosa possiamo fare». E’ un suo pallino, ma sembra più facile portare a Milano Mario Balotelli, che con il City a questo punto è in rotta. Balotelli, fra l’altro, è più vicino alla linea verde che Berlusconi ha scelto per ripartire. Una linea obbligata, perché il diversamente giovane non sempre funziona. © RIPRODUZIONE RISERVATA

S Van Basten 32 gol stagionali col Milan nel 1988-89

Il 13 maggio 2012 sarà ricordato come il giorno degli addii, dei cicli che si concludono, delle lacrime e delle standing ovation. Ma Milan-Novara, totalmente inutile ai fini del campionato, sarà una partita che celebrerà anche un ciclo straordinariamente attuale. Quello di Zlatan Ibrahimovic, il presente a cui il Milan è legato da due anni e il futuro a cui spera di poter continuare ad aggrapparsi. Oggi Ibra, che senza stimoli si disconnette da campo e pallone, oltre a laurearsi ufficialmente capocannoniere del torneo (Milito e Cavani inseguono a -5, una voragine) può mettere nel mirino un primato di portata consistente: diventare il miglior marcatore stagionale nella storia del nostro calcio. Non che lui si curi particolarmente dei primati personali, ma è giusto per provare a dare un po’ di pepe alla partita. Meglio un poker I numeri dicono che Zlatan viaggia attualmente a quota 35 gol: 28 in campionato e 7 nelle coppe.

Zlatan Ibrahimovic, 30 anni LORENZINI

Per salire in cima all’Olimpo gliene mancano tre. Lassù ad attenderlo a 38 ci sono il milanista Nordahl (stagione 1950-51) e gli interisti Meazza (1929-30) e Angelillo (1958-59). Insomma balla una tripletta che, visto l’avversario già retrocesso, non parrebbe così fuori portata (quest’anno, ad esempio, è già riuscita a Palermo). Ovvio, il poker significherebbe piazzarsi da solo davanti a tutti, ma già agguantare quel terzetto di storia calcistica italiana e mila-

sta giornata destinata a celebrare un corposo pezzo di Milan che se ne va, la rincorsa di Ibra all’ennesimo primato si incastra benone: per arrivare a 35 centri lo svedese ha già superato entità rossonere mitologiche come Van Basten (32 reti) e Shevchenko (34). Ibrahimovic si appresta a chiudere la migliore stagione della sua carriera, e ogni volta che ci pensa gli verrebbe voglia di sbattere la testa contro il muro. I conti non tornano: per lui, per l’allenatore e per i tifosi. Il Milan in campionato è riuscito a gettare alle ortiche i 28 gol di Zlatan, esattamente il doppio rispetto a quelli segnati l’anno scorso, che però bastarono per consegnare lo scudetto. Ibra questa volta là davanti si è ritrovato a lottare da solo, senza il compagno di giochi Cassano e senza il supporto di Robinho e Boateng, gli altri prediletti. Ha provato a tenere a galla il Milan, ma alla fine ha potuto tenere a galla soltanto i suoi numeri: almeno lui oggi può chiudere in bellezza. © RIPRODUZIONE RISERVATA


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SERIE A LA FINE DI UN’ERA

il Film Dalla mitica notte di Champions alla doppietta al Real Madrid

Il primo gol Esplode San Siro 9 Settembre 2001: Inzaghi segna a San Siro da rossonero alla Fiorentina DE PONTI

La notte di Atene Doppietta di Coppa 23 maggio 2007: Pippo realizza una doppietta nella finale di Champions OMEGA

Supercoppa a Montecarlo Un altro trionfo europeo 31 agosto 2007: mette il sigillo anche in Supercoppa con il Siviglia RICHIARDI

Mondiale per club Un gol al Boca Juniors 16 dicembre 2007: Pippo fa gol nella finale del Mondiale per club EPA

Il record europeo Doppietta al Real 3 novembre 2010: gli ultimi due gol rossoneri fatti in Champions PHOTOPRESS

Ultimo giro al luna park Inzaghi chiude l’emozione San Siro L’uomo dei record e della doppietta nella finale di Champions saluta i tifosi dopo 11 stagioni I NUMERI

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gol in tre finali con il Milan nello stesso anno (Champions, Supercoppa Europea e Mondiale per club): Inzaghi è l’unico ad aver raggiunto questo traguardo

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le reti in Champions coi rossoneri: Pippo ha raggiunto Shevchenko in testa alla classifica dei goleador del Milan

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gol con la maglia del Milan: Inzaghi ha superato Van Basten, fermo a 124

FABIANA DELLA VALLE MILANELLO (Varese)

L’ultima volta sarà esattamente come la prima, perché le emozioni non invecchiano e l’applauso della sua gente riesce sempre a fargli venire i brividi. Filippo Inzaghi a San Siro si sente come un bambino al Luna Park: non vorrebbe mai venire via. Oggi per lui non sarà facile accettare l’idea che ormai è diventato troppo grande per passare tutte le domeniche lì. Sarà difficile perché quella con il Milan è stata la storia d’amore più bella, più lunga e più importante di tutta la sua vita. E poi perché con San Siro Inzaghi ha sempre avuto un rapporto viscerale: difficile trovare un altro giocatore così legato al suo stadio e tanto amato dalla sua tifoseria. Il saluto della Curva Sud Ieri a Milanello sono arrivati in tanti per rendere omaggio ai giocatori della vecchia guardia che stanno per dire addio, e la maggior parte dei cori e degli striscioni era per lui. C’erano tante maglie rossonere con il numero 9, identiche a quella che per 11 stagioni ha rincorso palloni in tutti i campi d’Italia e del mondo, regalando emozioni a non finire. Pippo è uno di quegli attaccanti che vive per il gol, non riesce a farne a meno. Più ne segnava e più ne desiderava, più i tifosi lo acclamava-

La lunga attesa Inzaghi al Milan

Filippo Inzaghi, 39 anni, è arrivato al Milan nella stagione 2001-02 FORTE

no e più lui voleva ringraziarli mettendo la firma nelle partite che contano. E ogni volta le sensazioni diventavano più forti. Per Inzaghi la rete è festa, è la gioia incontaminata di un bambino che ha ottenuto il regalo tanto atteso. Pippo è tutto istinto e imprevedibilità. Così il ragazzino che passava i pomeriggi a giocare nel campetto di San Niccolò con il fratello Si-

mone è diventato l’uomo dei record e delle prime volte. L’uomo dei record Pippo ha fatto due reti nella finale di Champions League di Atene, un gol nella Supercoppa europea e una doppietta nel Mondiale per club: cinque centri in pochi mesi che l’hanno fatto entrare nella storia, del Milan e del calcio. Inzaghi ha segnato una

ha passato anche momenti bui, come nell’estate 2005, quando per un infortunio temeva che non sarebbe più tornato a giocare, oppure in quest’ultima stagione, quando ha dovuto digerire l’esclusione dalla lista Champions e le tante tribune. Pippo sapeva bene che con Allegri non c’era feeling e a gennaio sarebbe potuto andare via. «Ho detto no al Siena perché volevo vivere a San Siro con i miei tifosi il momento dell’addio», ha confidato agli amici. Oggi allo stadio ci saranno anche mamma Marina, papà Giancarlo e il nipote Tommaso, figlio di Simone, gli amici di sempre e tutti quelli che l’hanno sempre amato e sostenuto. Nessuno vuole perdersi l’ultimo pomeriggio di Pippo al Luna Park. Ciao Pippo, San Siro sarà più triste senza di te. © RIPRODUZIONE RISERVATA

L’ULTIMO RINGHIO SI CONGEDA DAL MILAN DOPO 13 ANNI

MARK SI COMMUOVE

Gattuso: «Sogno i Glasgow Rangers Non mi vedrete mai con Juve e Inter»

Van Bommel «Magari tornerò da allenatore...»

«Mi sono sentito una mascotte, era ora di chiudere un ciclo. Ma al calcio darò ancora molto» DAL NOSTRO INVIATO

MARCO PASOTTO MILANELLO (Varese)

Il Milan come un videogioco infinito, durato 13 anni e ricco di vittorie, un quadro dietro l’altro fino al livello finale. Per descrivere il Milan Rino Gattuso usa una metafora semplice ma efficace, anche perché «invece di andare a scuola andavo in sala giochi». E adesso, dopo aver smanettato come un matto su joystick e pulsanti, Rino dice «game over». Il gioco non ha più segreti, i quadri sono stati completati e le vite sono finite. Quelle nel Milan, al-

meno. «La società voleva che restassi un altro anno, ma io non voglio essere un peso per nessuno. A un certo punto mi sono sentito una mascotte, un gagliardetto buono solo per fare l’uomo spogliatoio. Mentre io voglio giocare ancora». Viva Carletto Dove? L’obiettivo

c’è: «Il sogno è tornare in Scozia ai Glasgow Rangers, sarebbe una scelta di cuore, ma sarà molto difficile. Il club vive difficoltà finanziarie pesantissime. Restare in Italia? Può darsi, ma mai con Juve e Inter, per amore verso la maglia rossonera». Rino prediligerà la pista estera. Se non in Scozia, magari in Inghilterra. E’ stato contattato anche dall’Al Wasl di Maradona, a Dubai, ma il desiderio è quello di giocare in un campionato di livello. «Ho voglia di dare ancora tanto al calcio e dimostrare che non sono morto.

Rino Gattuso, 34 anni, al Milan dal 1999-2000 FORTE

Semplicemente, al Milan si è chiuso il mio ciclo. Sento di non poter dare più nulla, mi sento vuoto dentro. Lascio una squadra in cui si chiude un ciclo storico, di cui resta solo Ambrosini. Spero restino i valori che hanno contraddistinto questi anni, e spero restino Ibra, Thiago e Boateng. Spero anche che, nonostante i problemi finanziari, si riesca ad allestire una squadra competitiva». Poi, un grande abbraccio ad Ancelotti: «Per me è stato allenatore, amico, papà e amante. Ci ha fatto fare il salto di qualità, con lui in Europa abbiamo avuto lo stesso rispetto che ha ora il Barcellona». E un grazie anche ad Allegri: «Quando tutti mi davano per morto, ha creduto in me. Per Ancelotti è stato tutto più semplice anche perché quello spogliatoio era più facile di quello attuale». © RIPRODUZIONE RISERVATA

MILANELLO Un altro addio, altre lacrime. Negli ultimi giorni davanti alle telecamere di Milan Channel è stato un rincorrersi di emozioni forti. Ieri i titoli di coda, oltre a Gattuso, hanno avuto per protagonista Mark van Bommel, che nel ripercorrere il suo intenso anno e mezzo al Milan si è commosso. «Non è facile lasciare questi colori e questo grande gruppo. Non resto perché devo rispettare anche il volere della mia famiglia — ha detto l’olandese, che giocherà nel Psv Eindhoven e oggi non è stato convocato per problemi alla schiena —. Ricordo quando Galliani mi ha detto "Puoi venire a Milano? Abbiamo bisogno di te".Ora torno in Olanda con la mia famiglia: vado al Psv e poi voglio fare l'allenatore. Comunque questo è un arrivederci, magari tornerò qui come allenatore».

v3 identiKit & CARRIERA

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doppietta al Real di Mourinho — uno dei tecnici che, pur non avendolo mai allenato, ha sempre avuto un’ammirazione particolare per lui — raggiungendo quota 70 nelle coppe europee (nessun italiano è mai arrivato così in alto), agganciando Shevckenko in testa alla classifica dei goleador rossoneri in Champions e superando Gerd Müller in quella degli euromarcatori. E pazienza se poi è stato sorpassato di nuovo da Raul, quella serata rimarrà ricordo incancellabile nella memoria di Pippo e di tutti i milanisti.

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domande a... Carlo Ancelotti Allenatore Psg di ALESSANDRO GRANDESSO

«Lasciano tutti nel momento giusto e Pippo farà due gol» Insieme hanno vinto tutto. Anzi, è stato proprio lui a farli crescere, valorizzarli, trasformarli in star, dominando in Italia e in Europa. Carlo Ancelotti ha seguito da vicino l’addio dei veterani rossoneri al Milan. Addio forse sofferto, ma anche ineluttabile di una generazione per sempre legata all’attuale allenatore del Paris Saint Germain.

1 Nesta, Gattuso, Inzaghi, Seedorf. Dal Milan se ne va tutta la generazione Ancelotti. «E’ arrivato il momento anche per loro, come per tutti, ma loro hanno fatto una grandissima carriera e credo abbiano scelto il momento giusto per dire basta». 2 Nei loro addii, tutti hanno fatto riferimento a lei. L’hanno chiamata prima di decidere? «Li sento spesso e sapevo che stavano prendendo tutti una decisione importante. Alla fine l’ho condivisa perché penso sia giusto lasciare un bel ricordo e loro giustamente l’hanno lasciato. Per quanto riguarda il mio ricordo più bello, l’hanno già detto loro: la prima vittoria importante ottenuta insieme, la Champions League vinta a Manchester, contro la Juventus».

3 Domani anche Del Piero dice addio alla Juve e Conte lo mette in campo dall’inizio. Allegri invece lascia probabilmente in panchina Inzaghi, che aspetta di giocare anche la 300a col Milan. Giusto così? «Ma con Pippo i minuti ormai non contano più. Che ne giochi 90 o 1, quello che doveva fare al Milan l’ha fatto. E questo gli sarà riconosciuto per sempre. Ricordo che anch’io per la mia ultima partita ero in panchina, poi entrai e feci due gol (Milan-Verona 4-0, ndr). Pippo farà lo stesso». © RIPRODUZIONE RISERVATA


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SERIE A GLI ULTIMI 90’ PER L’EUROPA 90 MINUTI DA GIOCARE LE 27 POSSIBILI COMBINAZIONI. SE INTER, LAZIO E NAPOLI (SE NON VINCE LA COPPA ITALIA) ARRIVANO SESTE FANNO I PRELIMINARI DI EUROPA LEAGUE

D’ARCO

Lazio-Inter: terzo IL BOMBER BIANCOCELESTE...

Torna Klose Per prendersi due rivincite Con l’Inter ha perso la Champions e deve farsi perdonare un recupero lento Perché vedere

LAZIO-INTER È la gara del dentro o fuori per le due squadre: per conquistare il terzo posto (e il preliminare di Champions) serve solo una vittoria Olimpico, ore 20,45

DAVIDE STOPPINI ROMA

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I gol di Klose nei quattro precedenti contro l’Inter, con le maglie di Werder Brema, Bayern Monaco e Lazio

Due anni meno nove giorni: abbastanza per prendersi una rivincita. Miro Klose, da pescatore appassionato qual è, sa bene che nella vita ci vuole pazienza. Che poi si tratti di palloni e di esche, poco cambia. Il pesce di stasera è l’Inter, passaggio obbligato per la vendetta che si chiama Champions League. Il 22 maggio 2010 i nerazzurri gli sfilarono la Coppa, a nulla servì il suo ingresso in campo a mezzora dalla fine. L’ingresso in campo di oggi, invece, potrebbe aiutare la Lazio a prendersi il terzo posto, elimi-

...E QUELLO NERAZZURRO nando (anche) l’Inter dalla corsa. Due mesi dopo È l’ultima fatica

di Klose, che contro l’Atalanta ha fatto le prove generali. Qualche scatto, poca roba in verità. In settimana ha aumentato i ritmi di lavoro, tanto che Reja lo lancerà dal primo minuto: non accadeva dal 18 marzo. «È bene che giochi dall’inizio — ha spiegato il tecnico —. Sta bene fisicamente e di testa. Non posso aspettarmi il 100%, ma anche l’80% mi basta». All’Inter, in 4 gare tra Werder, Bayern e Lazio, Miro non ha mai segnato. Oggi ha più di qualcosa da farsi perdonare. Per esempio la rete mancata all’andata. Ma ancor di più ancora il lento recupero dall’infortunio, la gestione in prima persona di un problema muscolare, sul quale staff medico e staff tecnico avrebbero voluto pronunciarsi. Reja ci è rimasto male. Il tecnico ha sempre spiegato come senza il k.o. di Klose oggi la Lazio sarebbe già in Champions. Ma forse sarebbe semplicemente bastato un recupero più veloce, per le gare con Udinese e Siena. Il podio Ma c’è ancora margine di successo. Perché Klose è a caccia di un podio con la Lazio e di un podio tutto personale: solo due volte in carriera ha segnato più delle 13 reti attuali (2001-02 col Kaiserslautern e 2005-06 col Werder). Con un gol questo sarebbe dunque il suo terzo campionato più prolifico. Un motivo in più, prima di tuffarsi sull’Europeo. Già domani Miro volerà in Costa Smeralda con la Germania. Chissà se con una rivincita in valigia. © RIPRODUZIONE RISERVATA

E Milito gioca per battere anche se stesso Può migliorare la frequenza gol di Ibra e con una doppietta farebbe record: 25 LUCA TAIDELLI MILANO

Ti volti indietro, ripensi al suo record storico di astinenza da gol (542’), a quegli errori da non crederci contro Trabzonspor, Atalanta e Lilla, ai rigori sbagliati in marzo contro Chievo e Atalanta. E allora quasi non ti capaciti che malgrado tutto questo Diego Milito stia tenendo una media gol nettamente superiore a quella della stagione di grazia 2009-10, quando firmò tutte le finali del Triplete.

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I gol di Milito contro la Lazio. Con i biancocelesti l’argentino non ha mai perso: il bilancio è di 4 vittorie e 1 pareggio

Record centrato, e da centrare Il Principe ha segnato 25 reti stagionali in 40 gare, alla media di 0,625 gol a partita. Statistica che si impenna sino a 0,718 se si considera il solo campionato: 23 centri con 32 presenze. Due anni fa la media complessiva era di 0,577 reti a gara (30 in 52) e di 0,628 in campionato (22 in 35). Stasera Milito andrà anche a caccia di un record personale: nelle quattro stagioni italiane non ha mai superato le 24 reti in campionato. E’ successo nel 2008-09 in

maglia Genoa, quando segnò una tripletta alla Samp (e dopo il tris calato al Milan domenica, è l’unico in serie A ad averlo fatto questa prodezza in due derby diversi). Solo Totò meglio di lui Con una

doppietta all’Olimpico, Milito supererebbe se stesso e terrebbe presumibilmente a distanza Ibrahimovic e Cavani, che lo tallonano sia come reti complessive nel 2012 (20 per l’argentino, 19 per lo svedese e l’uruguaiano) sia come gol nel girone di ritorno (15, contro i 14 e 12 dei rivali). Perché è evidente che il Principe ha cambiato marcia negli ultimi quattro mesi, quando di fatto ha segnato un gol a partita (ogni 92’, per l’esattezza). Una frequenza gol - sul quadrimestre - seconda soltanto al Totò Di Natale che tra il novembre 2010 e il marzo 2011 con l’Udinese aveva segnato una rete ogni 70’. Malgrado gli stenti autunnali, Milito (un gol ogni 111’) in questo torneo ha davanti soltanto Ibra (103’). Paragoni in casa Se si vuole abbozzare un paragone fatto in casa, l’Eto’o indemoniato che trascinò l’Inter nei primi quattro mesi della scorsa stagione si fermò a 19 centri: 9 in campionato, 7 in Champions, 2 in Supercoppa, 1 nel Mondiale per club. E lo stesso Milito chiuse la stagione del Triplete con «appena» 17 reti: 10 in campionato, 5 in Champions e 2 in Coppa Italia. Quei gol pesavano di più - va concesso - ma pensare che, a un passo dalle 33 primavere e due anni dopo la notte di Madrid, il Principe potesse essere ancora il centro di gravità nerazzurro, non era certo così scontato.


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38ª CATANIA Inter

INTER

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LAZIO

NAPOLI

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Siena

In MAIUSCOLO le partite in trasferta

Champions

Europa League

La volata per il terzo posto che vede coinvolte Udinese, Lazio, Napoli e Inter si gioca tutta negli ultimi 90 minuti: tre partite da disputare (Catania-Udinese, Napoli-Siena e Lazio-Inter) e 27 combinazioni possibili. Ma tra tutte le pretendenti al terzo posto, l’Udinese è quella con il maggior numero di possibilità dalla sua parte: ai bianconeri basta un pareggio contro il Catania per conquistare matematicamente il terzo posto, indipendentemente da cosa succederà sugli altri campi. Le altre invece devono vincere e sperare. UDINESE (61 punti) Si qualifica ai preliminari di Champions se vince o pareggia, e anche se perde ma non vince il

Napoli e Lazio-Inter finisce in parità: in totale sono 20 possibilità su 27. Negli scontri diretti, l’Udinese è in vantaggio con la Lazio (2-2, 2-0), e in svantaggio con il Napoli (0-2, 2-2) e l’Inter (1-0, 1-3). LAZIO (59) In Champions se batte l’Inter e l’Udinese perde: 3 possibilità su 27. In vantaggio col Napoli (0-0, 3-1). In svantaggio con l’Udinese (2-2, 0-2). Con l’Inter ha perso 2-1 a San Siro e la attende all' ultima partita. NAPOLI (59) In Champions se vince col Siena, l’Udinese perde e la Lazio non vince: 2 possibilità su 27. In caso di arrivo a pari punti con l’Udinese, il Napoli è in vantaggio negli scontri diretti. A pari punti con l' Udinese e l’Inter, i parte-

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GIOVANILI

SITUAZIONE SE L’UDINESE FA UN PUNTO A CATANIA E’ SICURA DELL’EUROPA DEI BIG Giornata UDINESE 61 59 LAZIO

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nopei sono primi nella classifica avulsa. In svantaggio con la Lazio (0-0, 1-3). INTER (58) In Champions se vince, l’Udinese perde e il Napoli non vince: 2 possibilità su 27. Se arriva a pari punti con l' Udinese a quota 61 è in vantaggio negli scontri diretti (0-1, 3-1). In svantaggio invece col Napoli (0-3, 0-1). All’andata ha battuto la Lazio (2-1). EUROPA LEAGUE Se il Napoli chiude terzo in campionato, vanno in Europa League le tre inseguitrici. Altrimenti il Napoli farà l’Europa League sia se vince la Coppa Italia, sia se scivola in classifica (in quanto finalista di Coppa). In quest’ultimo caso le altre due fanno i preliminari.

Tre gol all’Atalanta dello Zio Bergomi La Berretti a un passo dallo scudetto La Berretti dell’Inter di Sergio Zanetti, fratello di Javier, è a un passo dallo scudetto di categoria, che non arriva dal lontano 1991. I nerazzurri hanno travolto in casa 3-0 l’Atalanta allenata dall’ex bandiera interista Beppe Bergomi e adesso per vincere il titolo potranno anche permettersi il lusso di perdere con due gol di scarto nel ritorno di domenica 20 maggio (ore 11 a Zingonia). La

partita è stata a senso unico, nonostante l’Atalanta potesse contare su molti innesti dalla Primavera. Al 24’ assist di Garritano per Belloni, che ha bruciato Djibo e beffato Zanotti per l’1-0. Prima del riposo, al 43’, il raddoppio, nato da una grande azione di Garritano, rifinita in gol ancora da Belloni, di testa. In chiusura di tempo palo dello stesso Belloni. All’11’ match chiuso grazie al gol di Benassi.

GDS

posto. E non solo 66 anni: il tecnico più vecchio della A

Reja: «Mi aspetto di restare anche senza Champions» DAL NOSTRO INVIATO

STEFANO CIERI FORMELLO (Roma)

Per la Champions e per la conferma. Ma la seconda potrebbe arrivare a prescindere dalla prima. Edy Reja si gioca tutto stasera contro l’Inter. Il sogno di una vita (la qualificazione in Champions) e il sogno di proseguire la sua vita nella Lazio. Tutto in una notte Lui, tecnico

decano della Serie A, dovrà chiedere il lasciapassare per la gloria ai due colleghi più giovani. Per andare in Champions il sessantaseienne Reja deve infatti battere l’Inter del trentaseienne Stramaccioni e sperare che il Catania del trentottenne Montella faccia fuori l’Udinese. «Per noi è la partita che vale la stagione. Certo, potrebbe non bastare battere l’Inter. Ma intanto noi pensiamo unicamente a questo. In quanto al Catania sono sicuro che farà il suo dovere. Forse non sarà sufficiente perché l’Udinese è forte e in salute, ma la squadra di Montella ce la metterà tutta». Anche la sua Lazio darà tutto contro un’Inter che, pure lei, si gioca le residue chance di Champions. «Non me ne vogliano i nerazzurri, ma credo che per loro il terzo posto sia impossibile. Il Napoli vin-

S Edy Reja, 66 anni, tecnico della Lazio dal febbraio 2010 GAETANO

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36 anni: il tecnico più giovane della A

ROMA E INTER, BACI E ABBRACCI IN AEROPORTO

cerà sicuramente col Siena, quindi anche se l’Udinese dovesse perdere...». Pure per la Lazio, peraltro, la Champions resta molto difficile. «La colpa è nostra: ci siamo complicati la vita da soli. Se non dovessimo centrare il traguardo il rammarico sarebbe davvero tanto. In ogni caso andremo in Europa per il secondo anno di fila: il bilancio, insomma, è altamente positivo». Per questo Reja si aspetta la conferma a prescindere: «Credo che una società debba valutare il lavoro complessivo di una stagione e non solo l’ultima partita. Da parte mia posso solo dire che in questi due anni e mezzo ho dato tutto alla Lazio e spero di continuare a farlo». Strama e Zarate Certo, chiudere col botto toglierebbe qualsiasi dubbio alla sua conferma. «Ma non sarà facile battere l’Inter. Troveremo una squadra caricata dalla vittoria nel derby. Stramaccioni ha avuto grandi meriti nel rivitalizzare un gruppo che si era perso per strada: è stato davvero bravo». Tra i nerazzurri non ci sarà Zarate. «Non me l’aspettavo. Se torna alla Lazio l’anno prossimo? Sarebbe un valore aggiunto. A maggior ragione perché sono convinto che questa stagione vissuta all’Inter lo abbia fortificato caratterialmente».

Stramaccioni: «Il mio futuro è soltanto questa partita» S

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ANDREA ELEFANTE APPIANO GENTILE (Como)

Sapessi com’è strano entrare all’Olimpico da avversario (romano). E sapessi come poteva essere strano il destino di Andrea Stramaccioni, romanista dentro e poi anche addosso, che ai tempi che furono sfiorò un cammino proprio dall’altra parte della barricata. Già, perché Romulea e Lazio erano in ottimi rapporti e nella stagione 2004-05, con la prospettiva di prendere una squadra del vivaio biancoceleste nel campionato successivo, il tecnico osservava giocatori anche per conto della Lazio. Poi venne la proposta di Bruno Conti, e Strama non ci pensò un attimo ad abbracciare la «sua» Roma. Dall’alto, l’abbraccio tra Totti e Stramaccioni, e Cambiasso che scherza con Luis Enrique MANCINI La Roma era in partenza per Cesena, l’Inter era appena arrivata nella Capitale. Le due squadre si sono incontrate per caso a Fiumicino: sorrisi e clima rilassato, soprattutto tra Totti e Stramaccioni. E c’è da giurare che oggi a tifare Inter (impegnata con la Lazio) ci saranno anche i giallorossi...

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Andrea Stramaccioni, 36 anni, allena l’Inter dal marzo scorso TANOPRESS

ter: di tutto il resto riparliamo domani sera a mezzanotte». E figuriamoci se è ora di parlare dei rinforzi che saranno: «Due giocatori che sceglierei su tutti? Dico Coutinho e Jonathan, che verranno con noi in tournée in Indonesia. Ci sono già maglie interiste con il nome di Lavezzi e il numero 21? Infatti Orlandoni è arrabbiatissimo...». Inter da battaglia Stramaccioni

ha testa solo a stasera, davvero: «Sarà un Inter un po’ diversa, da battaglia». Ancora senza Milito e Pazzini insieme: «Non dall’inizio, ma confermo che l’interpretazione della gara di Pazzini è stata la chiave decisiva per vincere il derby». Un’Inter, dice il tecnico, «un po’ meno di qualità, ma con tanta voglia. Per questo non firmerei per evitare i preliminari di Europa League a inizio agosto: firmo solo per una vittoria sulla Lazio. Un voto nel caso in cui dovessimo arrivare terzi a sorpresa? Lasciamo stare i voti, la religione è una cosa seria: sarà un’Inter che in campo lascerà tutto, questo sì, che poi arrivare in Champions sia difficile è un fatto oggettivo. Come il forte distacco da Juve e Milan: ma lavoreremo per tornare leader e i 5.000 tifosi di ieri alla Pinetina sono il preludio di una rinascita, della voglia di tornare protagonisti, in Italia e in Europa».

Il progetto di Moratti Stase-

ra, per Stramaccioni, calpestare l’erba dell’Olimpico «sarà emozionante, certo. Ma la difficoltà sta soprattutto nel fatto di entrare in quello stadio da allenatore dell’Inter». Anche del futuro, e però lui per ora preferisce dribblare: «Della mia conferma ha sempre parlato Moratti (anche ieri mattina il presidente è salito alla Pinetina e ha seguito l’allenamento, ndr), che dopo il derby ha deciso di dare forza a un’idea, a un progetto che c’erano già. Ma il mio futuro, per il momento, è Lazio-In-

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COME CAMBIA L’INTER IL TECNICO NON POTRA’ REPLICARE IL 4-4-1-1 DEL DERBY E ORA HA DAVANTI TRE STRADE. MA NON ESCLUDE SORPRESE

PARLA BRANCA

Sneijder fuori per infortunio, Zarate per scelta

«L’Atletico Mineiro si è fatto avanti per avere Forlan»

Ieri mattina lo stop dell’olandese. L’ex Maurito non ha convinto in allenamento

Oltre alle voci di mercato, adesso per Forlan c’è anche un’offerta. Intervistato dal sito brasiliano Lancenet, il direttore dell’area tecnica dell’Inter Branca afferma l’esistenza di un contatto con l’Atletico Mineiro: «Abbiamo ricevuto una proposta per Forlan. Le trattative ci sono e il giocatore sta valutando». In un’altra dichiarazione rilasciata al portale UOL Esporte, Branca ha aggiunto altri particolari: «Il giocatore sta pensando alla possibilità di andare all'Atletico Mineiro. Ne stiamo parlando, la situazione è complicata».

DAL NOSTRO INVIATO

APPIANO GENTILE (COMO)

Ma come può tradursi dal punto di vista delle scelte un’Inter da battaglia (Stramaccioni dixit)? Forse diversa da quella che aveva in mente quanto a sistema di gioco, sicuramente diversa per gli uomini, visto che si sono persi per strada anche Sneijder e Zarate, dopo lo squa-

lificato Julio Cesar e poi Forlan e Obi, non disponibili per problemi fisici (caviglia e gamba sinistra). Dopo 10’ di partitella Zarate no, è stato escluso ieri — ha spiegato Stramaccioni — «per una mia scelta tecnica». Soprattutto nell’ultima settimana, in allenamento l’argentino era stato molto poco convincente, diciamo tutt’altro che da battaglia: probabile crisi di rigetto, dopo aver capito che l’Inter non lo riscatterà, e a quel punto puntare su di lui proprio contro la squadra dove tornerà a fine giugno poteva raddoppiare i rischi. Quelli che probabilmente non si è voluto prendere

Sneijder, «che già ieri (venerdì) aveva sentito un po’ di fastidio» e si è poi fermato ieri mattina, dopo 10’ di partitella: «Ha un fastidio muscolare alla coscia destra e io voglio solo gente al 101%», ha detto il tecnico. Tradotto: il problema dell’olandese non è grave, ma lo avrebbe comunque limitato, anche (o soprattutto?) pensando all’Europeo alle porte.

davanti alla difesa e come esterni Zanetti e Alvarez, che non sta benissimo, anche se il tecnico sdrammatizza: «E’ ’na bomba, per fermarlo bisogna sparargli». Comunque con un 4-4-1-1: Alvarez a fare lo Sneijder e asse sinistro Faraoni-Nagatomo («Yuto ha più esperienza in posizione avanzata»). Con un 4-3-3 inedito: Alvarez e il giovane Longo («Ha vent’anni, è dell’Inter: se non è pronto per una gara così, meglio che si ritiri...») larghi ai fianchi di Milito. Ma a sentire Strama («Stavolta la formazione non la indovinate»), non sono escluse ulteriori sorprese.

Le tre ipotesi Con Sneijder sa-

rebbe stato quasi sicuramente lo stesso 4-4-1-1 del derby; senza Wes, Stramaccioni può decidere di cambiare l’Inter in vari modi. Con il 4-5-1 o 4-1-4-1 che dir si voglia: Cambiasso o Poli (o entrambi, interscambiabili)

a.e.

Mauro Zarate, 25 anni PHOTOVIEWS

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SERIE A GLI ULTIMI 90’ PER L’EUROPA QUI SIENA

SEMPRE PRESENTI IN CHAMPIONS

Samir Handanovic, 27 anni, è il portiere titolare dell’Udinese dal 2007. Quest’anno ha parato due rigori, a Cavani e Thereau FORTE

Antonio Di Natale, 34 anni, ha vinto per due anni di fila il titolo di capocannoniere, quest’anno è a quota 22. Vincerà Ibra ANSA

I tre tenori dell’Udinese per intonare l’inno d’Europa Handanovic, Di Natale e Pinzi cercano la 3a qualificazione Champions: basta un punto nella Catania che saluta Montella Tre colonne. Handanovic 7 an-

Perché vedere

CATANIA-UDINESE Il Catania vuol salutare il suo pubblico con una grande prova. L’Udinese sogna la seconda Champions di fila. Arriva da tre vittorie. Massimino, ore 20,45

MASSIMO MEROI GIOVANNI FINOCCHIARO

Handanovic, Pinzi e Di Natale formano la spina dorsale dell’Udinese che Francesco Guidolin manderà in campo questa sera a Catania per dare la caccia a quel punticino che significherebbe conquista del preliminare Champions. Niente di strano se non fosse che i tre sono stati protagonisti anche delle due precedenti Udinese capaci di entrare nell’Europa che conta: accadde dodici mesi fa, ma soprattutto sette anni fa nella squadra allenata da Luciano Spalletti.

ni fa non era titolare, giocò le ultime tre partite al posto dell’infortunato Morgan De Sanctis. Dopo quella stagione andò a fare esperienza tra Treviso, Lazio e Rimini prima di tornare a Udine dove è alla quinta stagione da titolare. Oggi è uno dei migliori portieri, para i rigori, ma sarebbe riduttivo fermarsi a quello. Pinzi è cresciuto nelle due ultime stagioni, fortificato dalla doppia stagione al Chievo dove Di Carlo lo inventò trequartista. «Quell’esperienza mi ha arricchito», ha detto. E gli è servita anche per calarsi nei panni di regista basso davanti alla difesa. «Fino a qualche anno fa per me era impensabile fare il regista, oggi non più». Quanto a Di Natale, continua a parlare con i numeri. Negli ultimi tre campionati ha segnato 79 gol. Sogni e speranze. A Udine si vi-

ve con trepidazione, ma anche nella giusta misura l’appuntamento. A Guidolin viene facile usare metafore ciclistiche per spiegare quello che attende i

Sannino si rompe tre costole nella partitella

Giampiero Pinzi, 30 anni, mediano «gladiatore» dell’Udinese, dove gioca dal 2000, ma con una parentesi di due anni al Chievo FORTE suoi stasera al Massimino. «La salita sarà dura, durissima e dobbiamo prepararci bene. Non esiste nessun favorito, quando arrivano in volata 4 squadre può succedere di tutto». É teso Guidolin: «Come sempre, questa è la mia condizione naturale, mi accompagnerà fino alla fine dei miei giorni. E’ stata una settimana lunga, vorrei giocarla subito questa partita, vorrei sognare». Le inseguitrici non hanno perso occasione per sottolineare che si aspettano una partita vera dal Catania. Il particolare non è passato inosservato a Udine, ma Guidolin dribbla la polemica. «Sin da inizio settimana ho chiesto ai miei di isolarsi, di leggere e sentire poco e piuttosto concentrarsi sul lavoro perché quella è l’unica strada per presentarsi al meglio a Catania dove noi vogliamo scrivere la storia». Ciao Montella Bergessio non

convocato: i problemi fisici che hanno afflitto l’argentino in settimana hanno costretto Montella a lasciarlo a riposo. E per l’Aeroplanino, ieri in silenzio per evitare domande sul futuro in giallorosso, si tratterà dell’ultimo match da condottiero rossazzurro. Il presidente Pulvirenti non vuole mollarlo, ma Vincenzino vuole tornare a Roma da profeta in patria e tenterà di smarcarsi in pochi giorni. Oggi, intanto, il confronto con l’Udinese metterà di fronte proprio Montella e Guidolin, che allenò a Empoli il tecnico del Catania: 7 presenze, 4 gol, primi numeri da campione. Formazione con il dubbio sul centravanti: Catellani al centro dell’attacco? Suazo potrebbe trovare spazio part time e cercare il primo gol in rossazzurro prima di una conferma o di un altro addio. © RIPRODUZIONE RISERVATA

I colori accendono di passione l’ambiente in cui vivi.

SIENA (a.l.) Né una frattura alle costole rimediata in partitella, né, soprattutto, il calcio scommesse turbano Giuseppe Sannino, in vista di Napoli. «Penso al campo e ai risultati che questi ragazzi hanno saputo ottenere con il sacrificio e la dedizione. Il Siena ha dimostrato di meritare di poter giocare in serie A». Il tecnico, che dovrebbe lasciare Siena per Palermo o Genova, ha convocato 27 giocatori: «Vogliamo finire nel miglior modo, nonostante la salvezza già in tasca da tempo».

ll tecnico del Napoli Walter Mazzarri, 50 anni, col Pocho Lavezzi, 27 IMAGE

Mazzarri carica Lavezzi «Spero che aiuti il Napoli» «Non l’ho mai visto allenarsi così bene. Per noi è importante anche arrivare quarti. Io voglio rispettare il contratto» Notte di ansie Tutto in una not-

Perché vedere

NAPOLI-SIENA Il Napoli vuole ancora arrivare in Champions League. Il sorprendente Siena vuole rifarsi dell’eliminazione in coppa Italia San Paolo, ore 20,45

DAL NOSTRO INVIATO

MIMMO MALFITANO CASTELVOLTURNO (Caserta)

Più che tifare, stasera, guferanno i tifosi napoletani. Perché nulla potrà dipendere dalla loro volontà. Lo sforzo maggiore da compiere sarà quello d’incitare la propria squadra che dovrà battere il Siena e sperare nella sconfitta dell’Udinese, la vera antagonista di questo finale. C’è il terzo posto in gioco e, dunque, la qualificazione alla prossima Champions League. E la questione riguarda loro due oltre la Lazio che entrerebbe in competizione solo se i friulani dovessero soccombere a Catania.

te, dunque, per il Napoli. Anche se resta ancora la finale di coppa Italia di domenica prossima prima di chiudere definitivamente questa stagione. «Si, ma non voglio distrazioni. Il nostro primo pensiero dovrà essere quello di battere il Siena. Se dovessimo pensare alla Juve, allora rischieremmo di fare brutta figura. Per noi sarebbe importante anche arrivare quarti. Il destino non è nelle nostre mani, ma sono certo che sugli altri campi si combatterà come sempre è accaduto quest’anno, abbiamo visto cosa ha fatto il Bologna con noi. Il Catania in casa ha messo sotto tutte le grandi, compreso il Napoli. Se loro giocano come sanno, potranno ottenere qualsiasi risultato, ma tutto salterebbe se noi non battessimo il Siena e poi c’è da considerare l’altra partita, la sfida Lazio-Inter», ammonisce Walter Mazzarri. Bilancio positivo L’epilogo di

questo torneo è ricco di aspettative ed attese, ovviamente.

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Ma per l’allenatore napoletano tutto non può racchiudersi nell’esito dell’ultima notte di campionato. «La nostra stagione va valutata globalmente, tenendo conto della Champions League e della Coppa Italia che ci hanno tolto non pochi punti in campionato. Gli impegni internazionali richiedono un dispendio energie fisiche e mentali. Non eravamo abituati a giocare tanto, quella di domani (oggi ndr.) sarà la 50ª partita stagionale. A Bologna, ad esempio, nel secondo tempo eravamo svuotati. La crescita promessa ad inizio stagione, comunque, c’è stata», osserva Mazzarri. Ultima Lavezzi Potrebbe essere

l’ultima partita di Ezequiel Lavezzi al San Paolo, quella di stasera. L’attaccante argentino è al centro di alcune trattative che Aurelio De Laurentiis sta valutando. Intanto, il Pocho ritornerà titolare per sostituire lo squalificato Cavani, dopo quattro gare vissute in panchina. «Non ho mai visto Lavezzi allenarsi così bene come in questa settimana — dice il tecnico —. Spero ci possa aiutare a battere il Siena, a prescindere da tutte le chiacchiere che girano e delle quali non parlo con i giocatori. Io sono a loro disposizione 24 ore al giorno, ma giuro che non so niente di queste voci di mercato». Bisognerà attendere la finale di coppa Italia prima di affrontare qualsiasi tipo di argomento. «Di mercato si parlerà dopo la finale, in base agli obiettivi che ci prefiggeremo. Io ho un contratto fino al 2013 e voglio rispettarlo, poi ci sono alcune valutazioni che farò con la società. La garanzia per i tifosi è che io parlerò chiaro con loro come ho sempre fatto». © RIPRODUZIONE RISERVATA


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SERIE A GLI ULTIMI 90’ PER NON RETROCEDERE

Il Genoa cerca il punto salvezza a porte chiuse E poi Kaladze si butta in politica I tifosi fuori dallo stadio sosterranno la squadra. L’addio del difensore: «Restiamo in A». Lo aspetta la Georgia Perché vedere

GENOA-PALERMO Al Genoa basta un punto per salvarsi, senza attendere il risultato di Verona. Il Palermo non vince da 7 turni e vuol chiudere bene Marassi, ore 20.45 (porte chiuse)

GRIMALDI-VITALE

Kakha Kaladze, 34 anni FORTE

Il Ferraris è squalificato? Ed i genoani, per l'ennesima gara della vita (serve un punto con il Palermo), si sono organizzati. La maggioranza dei tifosi (esclusi i centouno puniti con il Daspo dopo lo stop di Genoa-Siena) si è data appuntamento davanti alla tribuna di Marassi per seguire la gara via radio e tifare dall’esterno. Gli altri, con un gesto soprattutto simbolico, saranno oggi al Bentegodi, per tifare Chievo (che affronta il Lecce, rivale del Grifone per la salvezza).

A Pegli e dintorni è stata una settimana vissuta più di allenamenti mentali, che atletici. De Canio si affiderà a Gilardino, sostituto obbligato di Palacio, chiamato a riscattare in una notte una stagione deludente. L'altro uomo forte sarà Frey: per lui, un’andata super, ma un bilancio terribile (69 gol al passivo), vicino a quello del peggior Genoa della storia (72 reti subìte nel 1951). Ciao Kakhaber Stasera, poi, di-

rà addio al Genoa e al calcio giocato Kaladze, che proprio ieri ha ufficializzato la sua decisione di ritirarsi con un anno di anticipo. Tornerà a casa, «dopo diciotto anni fra i professionisti. Dico grazie a Genoa e Milan». In Georgia, «ad ottobre, si terranno le elezioni» e lui entrerà in politica. «Ma sono arrivato con il Genoa in A e sono convinto di lasciarlo in questa categoria». Anche il Ferraris sarà di fatto quasi deserto, all'esterno il servizio d'ordine sarà identico a quello di una qualunque gara di campionato con il pubblico sugli spalti. Palermo decimato Oltre a Miccoli, anche Balzaretti e Donati out. Tra infortuni e sindromi influenzali il Palermo chiude con i cerotti una stagione negativa. Mutti prima della sua ultima partita sottolinea cosa non ha funzionato: «I presupposti per far meglio l’anno prossimo ci sono – afferma il tecnico però non si può gestire la squadra come quest´anno. Gli errori sono stati fatti a livello societario. C´è stata una gestione troppo allegra, bisogna gestire realtà come questa con grande equilibrio e certezza. Cercheremo, comunque, di finire il nostro campionato con grande professionalità”. © RIPRODUZIONE RISERVATA

Lecce su 2 campi: con un Palermo rimasto senza big vincere a Verona può non bastare Cosmi: «Battiamo il Chievo e poi si vede» Ma ai salentini serve la sconfitta del Genoa contro i siciliani decimati Perché vedere

CHIEVO-LECCE Il Chievo, che non vince da 6 turni, vuole chiudere bene. Il Lecce è obbligato a vincere per sperare in una salvezza che dipende anche da altri... Bentegodi, ore 20.45

DAL NOSTRO INVIATO

GIUSEPPE CALVI VERONA

Serse Cosmi, 54 anni DI MARCO

clic I SALENTINI STASERA TIFERANNO PALERMO Il Genoa è aritmeticamente salvo se pareggia con il Palermo. Il Lecce invece è salvo solo se vince e il Genoa perde.

Nel suo sogno, sarebbe riuscito a tenere il Lecce in corsa per la salvezza sino all’ultima sfida del campionato. Serse Cosmi arriva all’incontro al «Bentegodi» ancora incollato a una speranzella di salvare i giallorossi. «Quando è cominciata la mia avventura su questa panchina, promisi che avremmo lottato sino all’incontro col Chievo - dice l’allenatore perugino -. Sono stato "profetico". Certo, mi sarebbe piaciuto giocarmela in altra posizione e con qualche punto

in più in classifica. L’occasione persa? Penso all’ultima chance che abbiamo sprecato contro la Fiorentina: i giocatori decisivi non erano nelle migliori condizioni». Autogol e arresti In casa Lecce si registra lo stupore per le assenze, oltre che di Miccoli, di Donati e Balzaretti nel Palermo che affronterà il Genoa. Il tecnico punta lo sguardo sulla sua partita, pur riservando... un’occhiataccia anche al confronto di Marassi «Dovremo pensare solo a battere il Chievo; a fine gara, ci interesserà il risultato del Genoa. Sia noi sia la nostra diretta concorrente affronteremo avversari attendibili. Nel clima di caccia alle streghe che si è creato, basta un errore tecnico per destare sospetti. Magari, facendo un autogol, si rischia poi di andare agli arresti domiciliari. Mi aspetto un Chievo deciso a chiudere bene il torneo. E pure il Palermo farà la sua parte» Con 28 punti in 24 gare, Serse si è rilanciato ma ancora non conosce il suo futuro, anche perché il club di Semeraro tratta con i Tesoro la cessione della società. «Per strada, la gente mi sprona a restare alla guida del Lecce. Mai ho detto di volere andare via ma, al momento, la società, a giusta ragione, ha altre priorità». Chievo motivato Sarà un Chievo molto rinnovato a causa degli infortuni, ma di sicuro non arrendevole. Lo assicura l'allenatore Mimmo Di Carlo che come tutti vuole chiudere in bellezza la stagione migliorando il punteggio dell'anno scorso. «Vogliamo raggiungere quota 49 e congedarci bene dai nostri tifosi con una vittoria» (ha collaborato Giancarlo Tavan) © RIPRODUZIONE RISERVATA

CALCIOSCOMMESSE

Masiello: «Gli ultrà li mandò Bellavista» L’ex difensore ai pm: «Non riusciva a farci taroccare i match, così chiese aiuto ai capi tifosi» ROBERTO PELUCCHI

I capi ultrà come «braccio armato», Antonio Bellavista come «regista» neppure troppo occulto. E’ la tesi che Andrea Masiello ha sostenuto davanti ai pm di Bari nell’interrogatorio del 5 aprile. Secondo Masiello le cose sarebbero andate in questo modo: Bellavista fa pressioni sui giocatori del Bari perché perdano partite sulle quali poi scommettere forti somme, loro non accettano e a quel punto l’ex calciatore mette in campo «l’artiglieria pesante», gli ultrà Alberto Savarese, Roberto Sblendorio e Raffaele Lo Iacono, che intimidiscono a tal punto i calciatori da ottenere il risultato voluto in Cesena-Bari 1-0 e Bari-Sampdoria 0-1, due partite al centro dell’inchiesta barese. «Sapevo che loro erano stati mandati da Bellavista — ha detto Masiello ai magistrati —, con il fatto che lui aveva perso la pazienza, perché faceva le richieste a me, io le riportavo ai miei compagni e mi dicevano di no, allora lui mi disse: "Io, se voi continuate a dire di no, sono disposto a manda-

re gente pesante". Quando sono arrivati loro tre, tutti quanti abbiamo detto: "La gente pesante è questa qua"». Ecco uno stralcio del verbale. Pm: Vuole chiarire il motivo per cui Bellavista si snerva e decide di mandare questi tre capi ultrà. Masiello: «Per spaventarci. Dopo tutte le richieste che mi aveva fatto e che io avevo riportato ai compagni, di mollare la presa e di andare incontro alle loro esigenze». Pm: Quindi i capi ultrà sono stati mandati da Bellavista sicuramente? Masiello: «Sì. E lui ha detto che era ora. Era ora che qualcuno prendesse gli schiaffi tipo Parisi, era ora che qualcuno venisse lì e vi spaventasse». Pm: Le disse che li aveva mandati lui? Masiello: «No, però mi disse "mando gente pesante a mettervi paura e a farvi tribolare" e io ho ricollegato che questi capi ultrà, alzando le mani, facendo discorsi come "dovete perdere a Cesena o con la Sampdoria"... Bellavista, siccome da solo non riusciva a farci mollare la presa del fatto di fare le partite, ha dovuto avere l’appoggio dei capi ultrà». Pm: Bellavista era consapevole del fatto che c’era stata questa visita degli ultrà? Masiello: «Mi chiedeva se, appunto, erano venuti al campo, e alcune volte mi diceva: "Guarda che vengono i tifosi, mettiamo in mezzo i tifosi"». © RIPRODUZIONE RISERVATA


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L’addio di Luis Enrique «Chi verrà dopo spero non soffra così» «Orgoglioso della Roma, però sono stanco e mi fermo un anno. Meglio attaccare, ma migliorerò la fase difensiva» CESENA-ROMA Il Cesena saluta la A, la Roma Luis Enrique: c’è la voglia di lasciare un buon ricordo. Senza esigenze di classifica, può essere show Manuzzi, ore 18

MASSIMO CECCHINI ROMA

Sofferenza & Stanchezza «Qui sono stato benissimo — dice Luis Enrique — ma a volte ci sarebbe bisogno di un po’ di aiuto, di pazienza. E lo dico per chi verrà dopo di me, spero che non dovrà soffrire quel che è successo a me, anche se so che non c’è stato niente di nuovo. Me ne vado perché sono molto stanco, ho dato il 100% e quando uno lo dà non è mai un fallimento. Anche quando mi sono mancate le forze ho pensato di rimanere vicino ai miei calciatori e non ho mai pensato alle dimissioni dopo una sconfitta. Penso che non mi basterà l’estate per recuperare la forza e quindi non potrò darla. Il prossimo anno non allenerò sicuro. Prima di essere un

S La firma Il 20 giugno 2011, Luis Enrique diventa l'allenatore della Roma, firmando un contratto di due anni. Prima era stato sulla panchina del Barcellona B, per tre stagioni

S

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il discorso di Luis La sintesi del discorso che Luis Enrique ha fatto ai giocatori giovedì, messo in rete da Romanews.eu «Sono più nervoso di quando ho esordito in serie A. Vorrei comunicarvi: vado via, anzi andiamo via. A Brunico, vi avevo detto che avevo la sensazione che a questa squadra mancasse dello spirito, che non sapeva soffrire... Da lì, le cose sono andate migliorando, avete fatto dei progressi e avete intrapreso un percorso di crescita... Siete migliorati anche nei rapporti tra voi. Non vi parlo dei risultati, che molte volte sono stati immeritati. Siamo stati spesso molto superiori all’avversario, ma nel calcio se non si segna un gol in più… Vado via perché sono molto stanco,... in 30 giorni di vacanza non avrei recuperato le energie, e se a me per primo mancano le forze, come posso trasmettervi quello che voglio? Il calcio non è tutto nella vita... Ho detto che la partita di Cesena non era l’ultima di questa stagione, ma la prima della prossima... Non voglio andarmene perdendo un’altra partita. Voglio farlo giocando una bella partita e massacrando l’avversario. Vi dico anche che vi trovate in una società speciale, unica... Infine, se sono stato ingiusto... se ho offeso qualcuno, è il momento di scusarmi. Tutti sbagliano, ma l’ho fatto pensando al bene della squadra. Chi di voi farà l’allenatore, lo capirà».

allenatore sono una persona, e la persona vale più di qualsiasi cosa».

Il derby La prima stracittadina per il tecnico è datata 15 ottobre 2011. Vinse la Lazio 2-1. Lo stesso risultato si è verificato al ritorno

Chi verrà dopo A chi gli chiede

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se sarebbe rimasto in caso di qualificazione europea, risponde: «Non lo so, la realtà è questa. È giusto giudicare un allenatore dai risultati, ma per me non è stata una stagione buttata al vento. La squadra è migliorata. Io ho fatto i primi passi e continuerà il mio lavoro un’altra persona (pare Montella, ndr) che avrà la forza che a me manca. Sicuramente dei tifosi non hanno capito quel che faccio, ma penso di essere onesto: se non posso essere d’aiuto alla squadra me ne vado. Questo è successo e può risuccedere. E non voglio essere io il punto di rottura. Ho commesso tanti errori e chiedo scusa. Continuo a preferire il calcio d’attacco, ma cercherò di migliorare anche la fase difensiva. Riprovarci in Italia? Chi lo sa, meglio recuperare un po’ prima». Quasi un consiglio a Beretta, che da Cesena saluta così: «Giocare contro la Roma darà motivazioni. Mi piacerebbe tentare un’altra esperienza all’estero». Magari con maggior suerte di quella del suo amico Luis.

Il filotto Il periodo migliore della squadra giallorossa, dal 10 dicembre 2011 al 21 gennaio 2012: 5 risultati utili consecutivi, tra cui il pari con la Juve (1-1) e la vittoria col Napoli (3-1). Anche la vittoria più larga, quella col Cesena (5-1)

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CONTRO IL CAGLIARI CONTESTAZIONI IN ARRIVO

IN ITALIA 11 MESI

L’esordio La prima partita sulla panchina della Roma, il 18 agosto 2011, nella partita d'andata valida per il terzo turno di Europa League contro lo Slovan Bratislava, gara persa per 1 a 0.

Perché vedere

Conoscevamo «l’angoscia del portiere prima del calcio di rigore» (Peter Handke), «la solitudine dell’ala destra» (Fernando Acitelli), ora aspettiamo un cantore per la resa dell’allenatore più amato da squadra e società. Luis Enrique se ne va e a fargli da scorta in conferenza c’è tutta la dirigenza e lo staff tecnico. Su etere e web, di lì a una manciata di minuti, lo celebreranno quella parte della tifoseria (non piccola) che lo avrebbe voluto ancora. Ma per la 5a volta in 8 anni c’è un allenatore della Roma che presenta le proprie dimissioni irrevocabili per ragioni tecniche, lasciando anche l’ingaggio. Ecco la lista dei caduti precedenti: Voeller (2004), Delneri (2005), Spalletti (2009), Ranieri (2011). Come dire, la Roma non dev’essere una passeggiata.

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S Il bilancio Per il tecnico, in attesa dell’ultima giornata, 15 vittorie, 14 sconfitte e 8 pareggi. La squadra giallorossa ha segnato 57 gol, subendone 52

Vincenzo Guerini, 58 anni, tecnico della Fiorentina nelle ultime due gare ANSA

«Finire con dignità» Ma la Fiorentina si aspetta i fischi Perché vedere

FIORENTINA-CAGLIARI Viola salvi, ma le tensioni delle ultime settimane non permettono comunque distrazioni. E per il Cagliari è una vetrina. Franchi, ore 15

ALESSANDRA GOZZINI MARIO FRONGIA

Prevista pioggia e diluvio di fischi, precipita la temperatura insieme al termometro della curva: oggi il calore del tifo verrà espresso al contrario, cori e slogan metteranno in rima la rabbia per la stagione storta e il fortissimo desiderio di ritrovare, dal prossimo anno, una Fiorentina profondamente rinnovata. La piazza aveva garantito il sostegno alla squadra fino al raggiungimento della salvezza, obiettivo minimo certo non ipotizzato al via: per questo la curva pensa a un saluto freddo, evento peraltro atteso dal gruppo. Parla per tutti Guerini, alla sua ultima da allenatore prima di tornare club manager («In realtà ho il contratto in scadenza ma mi auguro di continuare il mio sogno viola»): «Non ci aspettiamo petali di rose, solo gli stupidi possono pensare a ricevere applausi, l’insoddisfazione è normale». Dignità Molti dei titolari saranno assenti per k.o., il clima intorno alla squadra non subirà alterazioni anche se in campo finiranno molti baby o gente utilizzata pochissimo, dunque colpevole solo in parte; entreranno dall’inizio Neto, Felipe, Sali-

fu, altri partiranno dalla panchina: «Giocherà solo chi è pronto a fare una partita degna, vogliamo chiudere bene. Poi per fortuna è finita: questa stagione ci serva come lezione per il futuro». La pianificazione per il prossimo anno è già stata avviata, il lavoro sarà tosto considerata la necessità di individuare allenatore e un paio di figure dirigenziali. Sul toto-tecnico il nome dell’ex Ranieri svetta già da qualche giorno, piace al club, un po’ meno alla piazza (possibile che sia un altro dei messaggi che verranno fatti filtrare oggi). È sempre Guerini a cercare la conciliazione: «Ranieri ha un curriculum che parla da solo, è stato l’allenatore viola più vittorioso degli ultimi venticinque anni. In ogni caso la scelta del tecnico, a meno che non sia un colpo alla Guardiola, è destinata a dividere». Nella lista non figura Luis Enrique, al quale è diretto l’ultimo pensiero del quasi ex collega Guerini: «Vedendo la sua conferenza mi sono commosso, ha dato una lezione a tutti gli allenatori. La sua squadra ha preso anche gol da dilettanti, ma soprattutto ha fatto intravedere idee belle e nuove, è un peccato che il progetto non prosegua». Qui Cagliari «A Firenze vogliamo chiudere bene la stagione. Finire a quota 45 ci ricompenserebbe dei troppi punti persi per strada». Massimo Ficcadenti parte col piede giusto. Ma frena sul tema del giorno: «Il mio futuro? Ne parliamo lunedì». Il tecnico, contratto fino al 2013, ha un ok di massima con Cellino. Ma la situazione pare ancora tutta da decifrare. Sono rimasti a casa Pinilla e Agostini. © RIPRODUZIONE RISERVATA


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SERIE A COSÌ IN CAMPO GIOCHIAMO A TAVOLINO LA

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FIORENTINA (3-5-1-1)-CAGLIARI (4-3-3) 23 19

JUVENTUS MILAN UDINESE LAZIO NAPOLI INTER ROMA PARMA BOLOGNA CATANIA ATALANTA * CHIEVO FIORENTINA SIENA PALERMO CAGLIARI GENOA LECCE NOVARA CESENA

81 77 61 59 58 58 53 53 51 48 46 46 45 44 43 42 39 36 32 22

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FELIPE

La Classifica PT

PARTITE

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22 23 17 17 15 17 15 14 13 11 13 11 11 11 11 10 10 8 7 4

15 8 10 8 13 7 8 11 12 15 13 13 12 11 10 12 9 12 11 10

0 6 10 12 9 13 14 12 12 11 11 13 14 15 16 15 18 17 19 23

65 72 50 53 64 57 57 53 41 47 40 34 37 44 52 37 48 40 34 22

19 32 35 46 45 52 52 53 42 50 40 45 43 43 60 46 69 55 63 57

LAZZARI

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NETO

NATALI

SALIFU

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i punti del Parma: è già record. Un altro successo permetterebbe di allungare la serie di successi a 7 e di stabilire il nuovo primato degli emiliani nei tornei a 20 squadre

IBARBO

EKDAL

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PERICO

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ASTORI

THIAGO RIBEIRO

CONTI

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NAINGGOLAN

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25 AVRAMOV

30 STORARI

DEL PIERO

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CHIELLINI

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PIRLO

BORRIELLO

19

CANINI

BONUCCI

3

26

ARIAUDO

10

34

3

13

16

20 PADOIN

24

7

6

SCHELOTTO

BELLINI

3

44

11 MORALEZ

LUCCHINI

CAZZOLA

19

78 FREZZOLINI

17

DENIS

5

CARMONA

GIACCHERINI

MANFREDINI

10

LICHTSTEINER

13

BONAVENTURA PELUSO

CASSANI OGGI ORE 15 ARBITRO Gallione di Alessandria (Nicoletti-Raparelli/Merchiori) PREZZI da 12 a 125 euro TV Sky Calcio 3HD; Premium Calcio 3

OGGI ORE 15 ARBITRO Gava di Conegliano (La Rocca-Carretta/Palazzino) PREZZI tutto esaurito TV Sky Sport 1HD, Sky Calcio 1HD; Premium Calcio 1, Premium Calcio HD2

FIORENTINA p. 45

CAGLIARI p. 42

JUVENTUS p. 81

Atalanta p. 46

PANCHINA 88 Manfredini, 39 Rozzio, 29 De Silvestri, 85 Behrami, 92 Romulo, 32 Marchionni, 37 Acosty. ALLENATORE Guerini. BALLOTTAGGI Cassani-De Silvestri 60-40%. SQUALIFICATI nessuno. DIFFIDATI Jovetic, De Silvestri, Olivera, Cerci. INDISPONIBILI Kroldrup, Vargas, Amauri, Nastasic, Jovetic, Montolivo, Gamberini. ALTRI Pazzagli, Boruc, Ljajic.

PANCHINA 1 Agazzi, 2 Gozzi, 29 Murru, 15 Bovi, 27 Dessena, 16 Eriksson, 9 Larrivey. ALLENATORE Ficcadenti. BALLOTTAGGI Avramov-Agazzi 60-40%; Ekdal-Dessena 60-40%; Nené-Larrivey 60-40%. SQUALIFICATI Pisano (1), Cossu (1). DIFFIDATI Conti, Nainggolan, Ariaudo, Ekdal, Nenè. INDISPONIBILI El Kabir, Rui Sampaio. ALTRI Pinilla, Agostini, Ruzittu, Mannoni, Ceppelini.

PANCHINA 1 Buffon, 8 Marchisio, 15 Barzagli, 14 Vucinic, 7 Pepe, 18 Quagliarella, 32 Matri. ALLENATORE Conte. BALLOTTAGGI Borriello-Quagliarella 65-35%. SQUALIFICATI Vidal (1). DIFFIDATI Chiellini, Barzagli, De Ceglie, Marchisio, Giaccherini. INDISPONIBILI De Ceglie. ALTRI Krasic, Grosso, Caceres, Manninger.

PANCHINA 16 Polito, 32 Ferri, 77 Raimondi, 88 Minotti, 21 Cigarini, 28 Gabbiadini, 90 Tiribocchi. ALLENATORE Colantuono. BALLOTTAGGI nessuno. SQUALIFICATI Doni (febbraio 2015), Stendardo (2). DIFFIDATI Bellini, Capelli, Carmona, Consigli, Peluso. INDISPONIBILI Capelli, Marilungo, Brighi, Consigli. Peluso. ALTRI Carrozza, Ferreira Pinto, Masiello, Mutarelli

QUOTE 1 2,00

X 3,25

1

2 3,75

QUOTE

sola sconfitta per Pasqual nei 12 precedenti contro il Cagliari con 8 vittorie e 3 pari

1 1,30

X 4,75

2 10,00

22

le vittorie nel 2011-12 per Marchisio, l’unico bianconero sempre presente quando la Juventus ha vinto

PARMA (3-5-2)-BOLOGNA (3-4-2-1)

I NUMERI

le reti realizzate in stagione dal Siena, le stesse del primo anno di A nel 2004-05; ancora una ed è record

20

KHARJA

CAMPORESE

Juventus Campione d’Italia. Cesena e Novara retrocesse in Serie B. La classifica tiene conto di quest’ordine preferenziale: 1) punti; 2) a parità di partite giocate, la differenza reti; 3) numero di gol segnati. *Atalanta ha sei punti di penalizzazione

44

23 7 CERCI

10

13

31

■ CHAMPIONS ■ PRELIMINARI CHAMPIONS ■ EUROPA LEAGUE ■ RETROCESSIONE

4

24

PASQUAL

GIORNATA SQUADRE

JUVENTUS (4-3-3)-ATALANTA (4-4-1-1)

18 6 LUCARELLI PAVARINI

1

8

GOBBI

GARICS

8 GALLOPPA

10

10

GIOVINCO

RAMIREZ

29

17

PALETTA

9

VALDES

DI VAIO

80

5

VALIANI

ZACCARDO

5 ANTONSSON

6 TAIDER

25

90

PORTANOVA AGLIARDI

33 KONE

11

23

FLOCCARI

DIAMANTI

21

48 RUBIN

7

CHERUBIN

BIABIANY

OGGI ORE 18 ARBITRO Ciampi di Roma (Passeri-Evangelista/Doveri) PREZZI da 15 a 100 euro TV Sky Calcio 4HD; Premium Calcio 3

PARMA p. 53

BOLOGNA p. 51

PANCHINA 92 Gallinetta, 33 Santacroce, 2 Jonathan, 4 Morrone, 32 Marques, 21 Okaka, 20 Palladino. ALLENATORE Donadoni. BALLOTTAGGI Biabiany-Jonathan 55-45%, Valiani-Morrone 55-45%. SQUALIFICATI Nessuno. DIFFIDATI Biabiany, Lucarelli, Mirante, Giovinco, Galloppa. INDISPONIBILI Mariga, Mirante, Santacroce, Brandao, Modesto. ALTRI Ferrari, Pereira, Ferrario, Feltscher.

PANCHINA 32 Stojanovic, 43 Sørensen, 51 Loria, 75 Crespo, 13 Pulzetti, 78 Belfodil, 99 Acquafresca. ALLENATORE Pioli. BALLOTTAGGI nessuno. SQUALIFICATI Morleo (2). DIFFIDATI Mudingayi, Perez, Rubin, Taider. INDISPONIBILI Mudingayi, Gillet, Gimenez, Casarini, Krhin e Perez. ALTRI Lombardi, Raggi, Rickler, Vitale, Paponi, Vantaggiato.

QUOTE 1 1,90

MARCATORI

X 3,35

65

2 4,00

12

GENOA (4-4-2)-PALERMO (3-5-2) 7 CUADRADO

10 LUCIANO

PUGGIONI CESAR

17 4

24

URIBE

MURIEL

31

25

26 BLASI

5 ESPOSITO

18

17

8

PELLISSIER DI MICHELE OBODO

VACEK

80

81

GIACOMAZZI CARROZZIERI BENASSI

BRADLEY SAMMARCO

MORERO

20

90 7

6

Signori, con riferimento a quanto in oggetto con la presente confermiamo l’interesse da parte di nostri clienti ad avviare una procedura di analisi mirata, se ad esito soddisfacente, alla potenziale acquisizione di una

acquistare la maggioranza del Bologna 2010 (la controllante del club), indirizzata a 19 soggetti, è stata inviata e ricevuta a stretto giro di raccomandata tra venerdì (la data è Milano, 11 maggio) e ieri. Ecco il testo: «Egregi

Domani sera a Casteldebole in un Cda molto atteso i soci rossoblù dovranno consultarsi sull’argomento del giorno. La lettera d’intenti di anonimi clienti dell’advisor Tamburi intenzionati ad

CHIEVO (4-3-1-2)-LECCE (3-5-2) JOKIC

28 RETI: Ibrahimovic (10) (Milan) 23 RETI: Milito (7) (Inter); Cavani (3) (Napoli) 22 RETI: Di Natale (4) (Udinese) 18 RETI: Palacio (3) (Genoa) 16 RETI: Denis (3) (Atalanta); Miccoli (2) (Palermo) 15 RETI: Giovinco (4) (Parma) 14 RETI: Jovetic (4) (Fiorentina) 13 RETI: Klose (Lazio) 11 RETI: Di Michele (5) (Lecce); M. Rigoni (6) (Novara); Osvaldo (Roma); Calaiò (4) e Destro (Siena) 10 RETI: Di Vaio (1) (Bologna); Pinilla (3) (2 con il Palermo) (Cagliari); Matri (Juventus); Nocerino (Milan) 9 RETI: Lodi (7) (Catania); Marchisio (Juventus); Hamsik e Lavezzi (1) (Napoli); Borini (Roma) 8 RETI: Ramirez (Bologna); Mutu (2) (Cesena); Vucinic (Juventus); Hernanes (4) (Lazio); Floccari (2) (Parma), Totti (2) (Roma). 7 RETI: Diamanti (1) (Bologna); Larrivey (2) (Cagliari); Bergessio (Catania); Pellissier (3) (Chievo); Vidal (1) (Juventus); Muriel (Lecce)

Bologna, domani i soci valutano la lettera dei nuovi acquirenti

le reti realizzate da Di Vaio nelle 142 presenze in Serie A in rossoblù

13

Zlatan Ibrahimovic, 30 anni FORTE

CAMPIONATO E FUTURO IL PARMA VUOLE MIGLIORARE IL SUO RECORD

3

SARDO

28 BRIVIO

DI MATTEO

1 FREY

31

24

11

MORETTI

JANKOVIC

PISANO

13

88

82

KALADZE

BIONDINI

GILARDINO

5

81

25

GRANQVIST BELLUSCHI

20

7

MESTO

ROSSI

SCULLI

24 MEHMETI

5

6

BARRETO

MUNOZ

8

2

MIGLIACCIO MANTOVANI

19

14

BUDAN

BERTOLO

13 AGUIRREGARAY

OGGI ORE 20.45 ARBITRO Banti di Livorno (Dobosz-Preti/Rocchi) PREZZI da 18 a 61 euro TV Sky Calcio 5HD

OGGI ORE 20.45 ARBITRO Valeri di Roma (Stefani-Cariolato/Brighi) PREZZI si gioca a porte chiuse TV Sky Calcio 4HD; Premium Calcio 3

CHIEVO p. 46

LECCE p. 36

GENOA p. 39

PALERMO p. 43

PANCHINA 18 Squizzi, 21 Frey, 15 Acerbi, 16 Rigoni, 56 Hetemaj, 77 Thereau, 23 Paloschi. ALL. Di Carlo. BALL. Bradley-Rigoni 55-45%, Sardo-Frey 55-45%, Morero-Acerbi 55-45%, Luciano-Thereau 55-45%. SQUAL. nessuno. DIFF. Mandelli, Andreolli, Frey, Hetemaj. INDISPONIBILI Gulan, Moscardelli, De Paula, Andreolli, Dainelli, Sorrentino, Cruzado, Dramè. ALTRI Coletta, Mandelli, Facchinetti, Grandolfo.

PANCHINA 1 Gabrieli, 6 Giandonato, 21 Grossmuller, 91 Bertolacci, 22 Piatti, 11 Seferovic, 10 Bojinov. ALLENATORE Cosmi. BALLOTTAGGI Obodo-Bertolacci 65-35%. SQUALIFICATI Miglionico (1) e Delvecchio (1). DIFFIDATI Corvia, Brivio, Giacomazzi, Bertolacci. INDISPONIBILI Julio Sergio, Corvia, Tomovic, Oddo, Petrachi e Ingrosso. ALTRI Ofere, Falcone, Turbacci, Tondo.

PANCHINA 22 Lupatelli, 18 Alhassan, 3 Carvalho, 4 Veloso, 19 Jorquera, 10 Birsa, 9 Zé Eduardo. ALLENATORE De Canio. BALLOTTAGGI Kaladze-Carvalho 70-30%. SQUALIFICATI Palacio (2), Kucka (1). DIFFIDATI Granqvist, Kaladze, Veloso, Gilardino. INDISPONIBILI Antonelli, Constant, Bovo. ALTRI Scarpi, Sampirisi, Marchiori, Molinelli, Krajnc, Sturaro, Wiliam, Zima, Meucci, Said.

PANCHINA 12 Brichetto, 15 Milanovic, 21 Bacinovic, 26 Lores, 16 Zahavi, 17 Vazquez, 11 Hernandez. ALLENATORE Mutti. BALLOTTAGGI Memheti-Hernandez 70-30%. SQUALIFICATI Silvestre (1). DIFFIDATI Bacinovic, Aguirregaray, Labrin, Migliaccio. INDISPONIBILI Della Rocca, Ilicic, Acquah, Tzorvas, Miccoli, Donati, Balzaretti. ALTRI Patania, Alvarez.

QUOTE 1 2,30

X 3,50

2 2,80

5

le reti realizzate da Oddo al Chievo, vittima preferita: una con il Verona e con il Milan, tre con la Lazio

QUOTE 1 2,00

X 2,50

18 LABRIN

2 5,50

246

le presenze e 13 le reti in Serie A per Kaladze con le maglie di Milan e Genoa

1 VIVIANO


LA GAZZETTA SPORTIVA

DOMENICA 13 MAGGIO 2012

MILAN (4-3-1-2)-NOVARA (4-3-1-2)

CESENA (5-3-2)-ROMA (4-3-1-2)

19

Le quote

6

1

LAURO

15

14

MESBAH

10

MORGANELLA

76

SEEDORF

YEPES

AMELIA

5

99 CASSANO

JEDA

LISUZZO

18

27

10

22

BOATENG

RIGONI

PESCE

29

11

8

IBRAHIMOVIC

GATTUSO

4

PORCARI

AQUILANI

MEXES

19

17

27

CARACCIOLO

3

30

31 FONTANA

CENTURIONI

GEMITI

25

18

VON BERGEN

PAROLO

RAVAGLIA

88

81

MORAS

GUANA

28

7

GARCIA

ZAMBROTTA

11 RENNELLA

31

15

BORINI

PJANIC

17 MALONGA

SANTANA

10

16 DE ROSSI

9

19

OSVALDO

GAGO

OGGI ORE 18 ARBITRO Russo di Nola (Rosi-Cucchiarini/Calvarese) PREZZI da 20 a 70 euro TV Sky Calcio 3HD, Sky SuperCalcio HD; Premium Calcio 2

NOVARA p. 32

CESENA p. 22

ROMA p. 53

PANCHINA 33 Logofatu, 5 Ludi, 23 Radovanovic, 19 Branca, 9 Rubino, 11 Morimoto, 16 Maggio. ALLENATORE Tesser. BALLOTTAGGI Jeda–Morimoto 60-40%. SQUALIFICATI Mascara (1). DIFFIDATI Lisuzzo, Marianini, Morimoto, Pesce. INDISPONIBILI Paci, Mazzarani, Ujkani, Marianini, Coser. ALTRI Dellafiore, Coubronne, Rinaudo, Da Silva, Jensen.

PANCHINA 1 Antonioli, 2 Rodriguez, 16 Comotto, 23 Djokovic, 24 T. Arrigoni, 31 Del Nero, 94 Filippi. ALLENATORE Beretta. BALLOTTAGGI Lauro-Comotto 60-40%. SQUALIFICATI nessuno. DIFFIDATI Guana, Rodriguez, Benalouane. INDISPONIBILI Calderoni, Colucci, Lolli, Martinez, Martinho, Iaquinta, Mutu. ALTRI Tonti, Rossi, Urso, Pudil.

PANCHINA 18 Curci, 77 Cassetti, 3 Josè Angel, 23 Greco, 20 Perrotta, 8 Lamela, 14 Bojan. ALLENATORE Luis Enrique. BALLOTTAGGI Rosi-Cassetti 70-30%, Gago-Josè Angel 60-40%, Borini-Bojan-Lamela 40-30-30%. SQUALIFICATI Taddei (1). DIFFIDATI Juan, Cassetti, Borini, Simplicio, Josè Angel, Marquinho, Osvaldo, Pjanic e Totti. INDISP. Burdisso, Juan, Simplicio, Stekelenburg. ALTRI Pigliacelli, Cicinho.

2 11,00

299

5

7

PANCHINA 30 Roma, 13 Nesta, 16 Flamini, 22 Nocerino, 70 Robinho, 92 El Shaarawy, 9 Inzaghi. ALL. Allegri. BALLOTTAGGI Boateng-Nocerino 60-40%, SQUALIF. Abate (1). DIFFID. Ibrahimovic, Mexes, Seedorf, Yepes, Zambrotta. INDISPONIBILI Abbiati, De Sciglio, Bonera, Antonini, Thiago Silva, Van Bommel, Emanuelson, Muntari, Pato, Maxi Lopez. ALTRI Valoti, Merkel, Strasser. QUOTE

«Faremo di tutto per vincere e poi aspetteremo i risultati. Ognuno è artefice del suo destino e ora questo è tutto quello che possiamo fare». Andrea Stramaccioni (foto), Inter. Il segno «2» all’Olimpico è a 2,50.

LOBONT

MARQUINHO

MILAN p. 77

X 5,50

1

HEINZE

CECCARELLI

1 1,25

2,50

44

TOTTI

77

OGGI ORE 15 ARBITRO Velotto di Grosseto (Giallatini-Cini/Baratta) PREZZI da 18 a 340 euro TV Sky Calcio 2HD; Premium Calcio 2

STRAMA ASPETTA ALTRE NOTIZIE

KJAER

5

BENALOUANE

28

87 ROSI

QUOTE

le presenze di Seedorf in Serie A con la maglia rossonera, casacca che veste dal 2002

1 4,25

X 3,75

199

2 1,75

CONTA SOLO IL CAMPO PER MISTER GUIDOLIN

1,23 «Sono convinto che conta il campo, la nostra capacità di far bene, contro un avversario che ha mostrato fra le cose più belle». Francesco Guidolin (foto), Udinese. La doppia chance «X2» a Catania è a 1,23.

le partite da titolare in Serie A per Guana su un totale di 255 presenze

4

CATANIA (4-3-3)-UDINESE (3-5-1-1) 8 BASTA

12 MARCHESE

3

8

28

SEYMOUR

BARRIENTOS

CARRIZO

6

4

32

ALMIRON

CATELLANI

LEGROTTAGLIE

11

10

17

FABBRINI

66 PINZI

DI NATALE

5 HANDANOVIC 1 DANILO

20

13

17

IZCO

GOMEZ

0

PEREYRA BENATIA

31

SPOLLI

20

I NUMERI

37

le reti realizzate dal Cesena con giocatori subentrati dalla panchina; i romagnoli sono l’unica squadra di A a vantare questo score negativo

11

ASAMOAH DOMIZZI

26

MOTTA

PASQUALE

OGGI ORE 20.45 ARBITRO De Marco di Chiavari (Niccolai-Di Liberatore/Romeo) PREZZI da 10 a 100 euro TV Sky Calcio 3HD

partecipazione di controllo di Bologna 2010 S.p.A. Rimaniamo a vostra completa disposizione per avviare, se di vostro interesse, la procedura di cui sopra». Firmato Tamburi Investment Partnes S.p.A. Intanto il Bologna vuole chiudere al Tardini il suo bel campionato mirando al record dei punti. Ieri una delegazione ha partecipato al funerale di Maurizio Cevenini, il politico-tifoso morto mercoledì.

Qui Parma Un derby o quasi. La possibilità di migliorare il record di vittorie consecutive. Il settimo posto da conquistare. Possono bastare queste motivazioni per il Parma. «Vincere sarebbe il coronamento di una bella cavalcata — spiega Donadoni —. Ora pensiamo al Bologna. Dell’anno prossimo ne parleremo».

1 BIZZARRI

21

27

DIAKITE

CANA

5

25

MAURI

KLOSE

22

19

MILITO

CAMBIASSO

BRITOS

6

GUARIN

6

X 2,25

2 2,75

41

le partite consecutive giocate da Handanovic da titolare e per tutti i 90 minuti: nessuno fa meglio

LUCIO CASTELLAZZI 12

1

DOSSENA

28

CANNAVARO DE SANCTIS

INLER

PANDEV

17

18 ZUNIGA

25

87

POLI

SAMUEL

CANDREVA

14

11

55

CAMPAGNARO

ALVAREZ

29

HAMSIK

18

SCALONI

2 15

Lazio-Inter è un inno allo spettacolo: Over

14

80

GAZZI

CONTINI

Sono 68 i precedenti in A tra Lazio e Inter: 22 le vittorie biancocelesti, 28 i pareggi e 18 le vittorie dei nerazzurri. Quattro degli ultimi sei scontri diretti sono finiti in Over e l’esito alto è favorito anche questa volta a 1,65 sulla lavagna di Better.

8

22

22 BELMONTE DESTRO VERGASSOLA

LAVEZZI

9 LARRONDO

11

23 BRIENZA

3

MAGGIO

NAGATOMO

DEL GROSSO

OGGI ORE 20.45 ARBITRO Damato di Barletta (Maggiani-Copelli/Tagliavento) PREZZI da 20 a 150 euro TV Sky Sport 3HD, Sky Calcio 1HD; Premium Calcio 1, Premium Calcio HD2

OGGI ORE 20.45 ARBITRO Celi di Bari (Iannello-Bianchi/Gervasoni) PREZZI da 10 a 140 euro TV Sky Calcio 2HD; Premium Calcio 2

LAZIO p. 59

INTER p. 58

NAPOLI p. 58

SIENA p. 44

PANCHINA 16 Berardi, 78 Zauri, 14 Garrido, 15 Gonzalez, 23 Onazi, 18 Kozak, 28 Makinwa. ALL. Reja. BALLOTTAGGI Cana-Gonzalez 60-40 %, Klose-Kozak 90-10 %. SQUALIFICATI Dias (1), Marchetti (2). DIFFIDATI Cana, Hernanes, Matuzalem, Radu. INDISPONIBILI Alfaro, Brocchi, Hernanes, Matuzalem, Radu, Rocchi, Stankevicius. ALTRI Rozzi, Sbraga, Zampa.

PANCHINA 21 Orlandoni, 2 Cordoba, 23 Ranocchia, 37 Faraoni, 48 Crisetig, 7 Pazzini, 81 Longo. ALLENATORE Stramaccioni. BALLOTTAGGI Poli-Faraoni 60-40%, Poli-Longo 80-20%. SQUALIFICATI Julio Cesar (1). DIFFIDATI Milito, Obi, Poli, Sneijder, Alvarez, Zanetti. INDISPONIBILI Sneijder, Forlan, Castaignos, Chivu, Stankovic, Obi. ALTRI Di Gennaro, Juan Jesus, Duncan, Palombo, Zarate.

PANCHINA 83 Rosati, 2 Grava, 21 Fernandez, 23 Gargano, 31 Dezi, 90 Ammendola, 16 Vargas. ALLENATORE Mazzarri. BALLOTTAGGI Campagnaro-Fernandez 55-45%, Zuniga-Vargas 60-40%. SQUALIFICATI Cavani (1), Aronica (1), Dzemaili (1). DIFFIDATI Inler, Grava, Zuniga, Maggio. INDISPONIBILI Donadel. ALTRI Colombo, Fideleff, Lucarelli

PANCHINA 1 Brkic, 21 Rossi, 36 Bolzoni, 77 Sestu, 10 D’Agostino, 17 Grossi, 81 Bogdani. ALLENATORE Sannino. BALLOTTAGGI Larrondo-D’Agostino 60-40%. SQUALIFICATI nessuno. DIFFIDATI Destro, Gazzi, Giorgi, Larrondo, Mannini, Rossettini, Vergassola, Vitiello, Terzi, Del Grosso. INDISPONIBILI Calaiò, Angelo, Pesoli, Rossettini, Pegolo. ALTRI Acosta, Codrea, Parravicini, Giorgi, Mannini, Gonzalez.

QUOTE 1 2,50

X 3,65

2 2,50

15

i rigori realizzati in Serie A da Milito su un totale di 18 calciati

QUOTE 1 1,35

X 4,50

4 DEGLI ULTIMI 6

VITIELLO

88

2 9,00

10

11

le espulsioni del Genoa che rischia di chiudere il torneo con questo triste record. Alle sue spalle la Roma e il Cesena a quota 10 rossi

dall’archivio

8

85

MAICON

14

LULIC

LEDESMA

13

ZANETTI

19

BIAVA

QUOTE 1 3,75

© RIPRODUZIONE RISERVATA

4

24

PANCHINA 21 Padelli, 16 Coda, 27 Armero, 4 Pazienza, 6 Fernandes, 25 Torje, 83 Floro Flores. ALLENATORE Guidolin. BALLOTTAGGI Pinzi-Pazienza 60-40%, Pasquale-Armero 70-30% SQUALIFICATI nessuno. DIFFIDATI Isla, Armero, Pazienza, Asamoah, Abdi, Fabbrini. INDISPONIBILI Isla, Ferronetti, Barreto ALTRI Romo, Ekstrand, Neuton, Battocchio, Badu, Abdi.

NAPOLI (3-4-2-1)-SIENA (3-5-2)

29

20

UDINESE p. 61

PANCHINA 29 Terracciano, 33 Capuano, 14 Bellusci, 34 Calapai, 19 Ricchiuti, 22 Ebagua, 9 Suazo. ALLENATORE Montella. BALLOTTAGGI Seymour-Ricchiuti 60-40%, Catellani-Suazo 60-40%. SQUALIFICATI Lodi (1). DIFFIDATI Potenza, Izco, Ricchiuti, Seymour, Bellusci. INDISPONIBILI Biagianti, Potenza, Llama, Bergessio. ALTRI Kosicky, Campagnolo, Paglialunga, Wellington, Lanzafame.

Tosi-Piovani

Il presidente Albano Guaraldi ANSA

LAZIO (4-2-3-1)-INTER (4-5-1) KONKO

CATANIA p. 48

i cartellini gialli stagionali per Paolo Cannavaro: tutti presi in trasferta

19 TERZI

12 FARELLI

MANCA IL PAREGGIO

Siena, lo 0-0 a Napoli sarebbe storico Al San Paolo Napoli e Siena si incontreranno per l’11a volta. Il bilancio è a favore dei partenopei con 6 vittorie, 1 pareggio e 2 sconfitte. L’ultimo successo del Napoli è di due mesi fa: 2-0 nel ritorno della semifinale di Coppa Italia. Solo una volta al San Paolo, invece, è finita in parità: 0-0 il punteggio finale. Lo stesso risultato esatto, questa sera, pagherebbe 14 volte la scommessa.

COSI’ LE ULTIME 2 VOLTE

Cagliari a Firenze per cambiare lo 0-1 Nelle 34 partite disputate a Firenze il bilancio è di 25 vittorie per i gigliati, 5 pareggi e 4 sconfitte. Gli ultimi due scontri diretti a Firenze sono terminati entrambi 1-0. Lo stesso risultato si gioca a 7,00, con l’Under a 2 volte la posta.


20

LA GAZZETTA SPORTIVA

DOMENICA 13 MAGGIO 2012

MONDO NAZIONALE

Europeo: Prandelli convoca il figlio Il c.t. tra i preparatori si affida anche a Niccolò (Parma). E per la difesa c’è l’idea Paletta In attesa che da oggi l’arcobaleno del campionato viri nel consueto azzurro tenebra di fine primavera, il primo «convocato» per l’avventura europea ha un cognome familiare: Prandelli. Nessun equivoco, il c.t. non ha voglia di tornare a giocare, ma nello staff sanitario ha deciso di chiamare suo figlio Niccolò. Brusio in Rete: si tratta di una nuova Parentopoli, di scene di nepotismo all’italiana? Niente di tutto questo. Niccolò Prandelli, 27 anni, laureato col massimo dei voti in Scienze Motorie discutendo una tesi: «La tessera del tifoso: opportunità o vincolo?», è uno stimatissimo preparatore che sia al Parma (nell’ultima stagione) che a Firenze (in passato, col padre) si è conquistato ottime referenze soprattutto in tema di recupero

degli infortunati, cosa che in una manifestazione breve e intensa come l’Europeo potrebbe risultare utile. Per questo le fonti federali sono univoche: non si è scelto il «figlio di», ma il professionista. Da segnalare anche l’ingresso del fisioterapista e osteopata, Giorgio Balotta. Per motivi di salute potrebbe dichiarare forfeit il team manager Gigi Riva. Listone & Simpatia Presto, comunque, se ne saprà di più. Oggi infatti, il c.t. diramerà il listone dei 30 azzurri, che da domani (per 48 ore) si sottoporranno a test medico-fisici. Il ritiro comincerà il 21 maggio (tranne che per i calciatori di Juve, Napoli e Psg, attesi il 26), mentre il 29 l’elenco si ridurrà ai 23 effettivi. Da Coverciano e Parma — sede del-

l’amichevole col Lussemburgo — la Nazionale comunque si attende un pieno di entusiasmo in vista dell’Europeo. Nel centro sportivo fiorentino, infatti, per una giornata saranno aperte le porte ai tifosi, mentre a Parma per gli azzurri si sta preparando una presentazione «all’americana», che si annuncia coinvolgente, tanto più che, oltre a Giovinco, tra i papabili all’azzurro c’è anche l’italo-argentino Paletta. Titoli di coda sulla comunicazione: i vertici federali avranno un incontro con gli azzurri per esortarli alla massima disponibilità. Nel calcio del Terzo Millennio, d’altronde, una grande manifestazione si vince (o si perde) anche dal punto di vista dell’immagine. Cesare Prandelli, 54 anni, è c.t. © RIPRODUZIONE RISERVATA della Nazionale dall’estate 2010

OGGI LA LISTA DEI 30

Ballottaggio Matri-Pazzini

Niccolò Prandelli, 27 anni, lavora come preparatore fisico al Parma

Portieri: Buffon, De Sanctis, Sirigu e Viviano; Difensori: Abate, Barzagli, Bonucci, Chiellini, Criscito, Maggio, Ogbonna, Peluso (Balzaretti), Ranocchia (Paletta); Centrocampisti: Aquilani, De Rossi, Diamanti, Giaccherini (Pepe), Marchisio, Montolivo, Nocerino, Pirlo, Schelotto, T. Motta; Attaccanti: Balotelli, Borini (Osvaldo), Cassano, Destro, Di Natale, Giovinco, Matri (Pazzini).

FRANCIA

La penultima spiaggia di Ancelotti PARIGI (a.g.) Ancelotti preferisce scherzarci su: «L’ultima volta che sono arrivato secondo mi hanno cacciato». Una battuta con riferimento all’addio forzato al Chelsea. Il suo Psg, invece, lo scudetto può ancora vincerlo. Ma lo può anche perdere già stasera se il Montpellier batte il Lilla, o ci pareggia, e i parigini (senza Thiago Motta, squalificato) non vanno oltre il pari col Rennes. Incroci comunque pericolosi perché una vittoria del Lilla di Hazard trasformerebbe l’ultima giornata in un thriller. Tutto resta aperto anche per l’Europa League. In ballo Rennes, St Etienne, Bordeaux e Tolosa, in funzione del piazzamento del Lione, già qualificato come il Marsiglia con le coppe nazionali. In nove si giocano la salvezza. 37ª GIORNATA: AuxerreMontpellier; Evian-Brest; Lilla-Nancy; Lorient-Psg; Lione-Nizza; Rennes-Digione; St. Etienne-Bordeaux; Sochaux-Marsiglia; TolosaAjaccio; Valenciennes-Caen. CLASSIFICA Montpellier 76; Psg 73; Lilla 71; Lione 63; Rennes, St. Etienne 57; Bordeaux, Tolosa 55; Evian 49; Marsiglia 45; Nancy 42; Valenciennes 40; Lorient 39; Nizza, Caen 38; Ajaccio 37; Sochaux 36; Brest, Digione 35; Auxerre 34.

TURCHIA

Galatasaray campione col pari nel derby Il Galatasaray fa 0-0 nel derby di Istanbul con il Fenerbahçe e conquista il suo diciottesimo titolo turco (l’ultimo nel 2008). Era praticamente la «finale» del campionato, con i padroni di casa che nel girone finale avevano rimontato 8 punti di svantaggio portandosi a -1. Il pari ha premiato la squadra allenata da Fatih Terim, in campo gli ex serie A Felipe Melo (Juventus) e Muslera (Lazio). A fine gara i tifosi del Fenerbahçe hanno invaso il campo e sono venuti a contatto con la polizia: scontri sedati con lacrimogeni e idrante.


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MONDO

Il giorno atteso 44 anni Oggi il City di Mancini può scrivere la storia La lunga vigilia del tecnico, che ha passato gli ultimi giorni assieme al padre. Da cui si è dovuto separare da ragazzino

la scheda ROBERTO MANCINI 47 ANNI ALLENATORE MANCHESTER CITY

Da calciatore ha giocato con Bologna, Sampdoria, Lazio e Leicester City. In Nazionale A 36 partite (4 gol). Ha vinto il bronzo agli Europei in Germania del 1988 e al Mondiale Italia 1990

DAL NOSTRO INVIATO

STEFANO BOLDRINI MANCHESTER (Inghilterra)

Il signore italiano che alle 17 di oggi — orario del meridiano di Greenwich — potrebbe vincere la Premier se batte il QPR, adora la pasta al forno, beve Coca-Cola, ha un debole per l’attore scozzese Sean Connery — chissà che cosa penserà al riguardo l’altro scozzese, Alex Ferguson —, legge libri gialli, ascolta la musica di Renato Zero, veste Armani, colleziona orologi, indica Roma come città ideale e tra gli altri sport sceglie il tennis, con una citazione speciale per Roger Federer. Signore e signori, ecco Roberto Mancini, che potrebbe consegnare al popolo del Manchester City un titolo atteso 44 anni. Era il 1968, l’ultima volta. I giovani impazzivano per i Beatles. Manchester era il teatro delle follie di George Best.

SPAGNA MOU: «STAGIONE DA NOVE»

PREMIER 38O TURNO Oggi ore 15 Wba-Arsenal; EvertonNewcastle; Man. City-QPR; NorwichAston Villa; Stoke-Bolton; SunderlandMan. United; WiganWolverhampton; SwanseaLiverpool; ChelseaBlackburn; TottenhamFulham CLASSIFICA Man. City e Man. United 86; Arsenal 67; Tottenham 66; Newcastle 65; Chelsea 61; Everton, Liverpool 53; Fulham 52; W. Brom. 47; Sunderland 45; Swansea, Norwich, Stoke City 44; Wigan 40; Aston Villa 38; QPR 37; Bolton 35; Blackburn 31; Wolverham. 25

Da giocatore ha vinto sei Coppe Italia, 2 scudetti, 2 Supercoppe italiane, 2 Coppe delle Coppe, 2 Supercoppe Uefa. Da allenatore è stato sulla panchina di Fiorentina, Lazio, Inter e Manchester City vincendo 4 Coppe Italia (1 con Fiorentina e Lazio, 2 con l’Inter), tre scudetti (con l’Inter) e 1 Coppa d’Inghilterra col Manchester City. Ha vinto la Panchina d’oro nel 2007-2008, nel dicembre 2010 e ottobre 2011 è stato allenatore del mese in Premier.

Papà Aldo Mancio aveva 4 anni, quando il City di Joe Mercer vinse il campionato. Nove anni dopo, avrebbe lasciato casa per inseguire il suo sogno di calciatore. Fa male allontanarsi dagli affetti a quell’età. Si cresce in fretta, ma la fretta aiuta talvolta a dimenticare. Mancio ha buona memoria e ha voluto vicino il padre, Aldo, 78 anni, in questa lunga vigilia. Papà Aldo ha seguito gli allenamenti in panchina: berretto di lana e sorrisi larghi: «Sono andato via da casa presto ed è bello condividere con lui questi momenti», racconta Mancio, che ha vinto molto da calciatore e moltissimo da allenatore. Ma il titolo della Premier, con tutti gli scongiuri del caso, ha un fascino particolare. I soldi degli sceicchi permettono di acquistare i campioni, ma poi bisogna montare l’orologio e farlo funzionare. Mancio trionferà con il suo calcio: «Il nostro è stato il mi-

y

MourInho in conferenza stampa col suo staff EPA

Real da 100? Stasera si può E poi la festa GIULIO DI FEO

Liga blanca, stadio blanco. Il Real festeggia un campionato stravinto, che mancava dal 2008, e vuole esagerare. Così chiede a tutti i tifosi di vestirsi col colore del club, e si prepara ad alzare la coppa sfondando un record: cento punti. A certi livelli non li ha mai fatti nessuno. O meglio, il Benfica di Eriksson nel 1991 sì (32 successi, 5 pari e un k.o.), ma all’epoca la vittoria valeva due. Il primato in Europa però resta in Italia: nel 2005 il Monopoli vinse l’Eccellenza facendone 102 (dilettanti, ok, ma il numero merita). Per la tripla cifra sarà partita vera: al Bernabeu c’è il Maiorca, ancora in lizza per un posto in Europa. Abbondanza Esagera pure Mou, in giornata di ve-

All’Etihad anche tifosi australiani. Per la festa giro d’affari da 230 milioni di sterline gliore della Premier. Meritiamo il titolo». Ferguson, rispolverando antichi pregiudizi, sostiene che Mancio gioca all’italiana: «Io sono italiano e ho una mentalità italiana. Ferguson è scozzese e ha una mentalità scozzese. Ma io lo rispetto, resta il migliore». Cissé Lo United, in scena a Sun-

derland, potrebbe chiudere a 89 punti insieme al City, ma perdere il titolo per differenza reti. Il City ha + 8 e ad orientare i destini è l’1-6 incassato dallo United nel derby del 23 ottobre. Il City segnò tre gol dal 44’ al 48’. Ferguson maledirà per

sempre quei minuti. Sir Alex avrà un campionato per consumare la rivincita, ma il contratto in scadenza nel 2013 e i 70 anni aprono le porte a tanti discorsi. Circola il nome dell’onnipresente Mourinho. Ma questo è domani. Oggi, gli ultimi 90 minuti di un campionato memorabile. Il QPR dell’ex laziale Cissé lotta per sopravvivere. Djibril ha litigato due giorni fa a Londra con un tifoso di fronte a un cinema. Voleva gli autografi in maniera insistente. La polizia indaga. L’ex attaccante della Lazio promette: «Guasterò la festa al City». Tutto esaurito all’Etihad: in arrivo tifosi da Germania, Sudafrica, Usa e Australia. Gli economisti prevedono: «Il titolo produrrà un giro di affari di 230 milioni di sterline per il City». La festa è pronta: il bus scoperto farà il tour della città lunedì pomeriggio. © RIPRODUZIONE RISERVATA

na. Stavolta si presenta in sala stampa con lo staff al completo. Compreso Karanka, quello che si è sciroppato una dozzina di conferenze al posto suo: su cinque è l’unico spagnolo, e Mou lancia il coro «Karanka portugues, Karanka portugues». Poi fa la pagella della stagione: «Annata da 9 sia per lo staff che per i giocatori, qualcuno merita 10 ma non mi chiedete chi. Siamo migliorati, abbiamo giocato ad alto livello, centrato dei record e soprattutto vinto il trofeo più importante, quello che si alza dopo 11 mesi e 38 gare». Una goccia di veleno la mette sulla Coppa del Re («Abbiamo giocato in modo spettacolare, non ci hanno permesso di andare avanti»), poi sguardo al futuro: «L’anno prossimo puntiamo di nuovo a vincere tutto, sapendo che i numeri di quest’anno sono difficili da migliorare. Mercato? Niente rivoluzioni, solo un paio di giocatori per migliorare la rosa (Ivanovic un obiettivo, ed è vicino il rinnovo di Arbeloa, ndr). Higuain voglio tenerlo, ma ha una clausola da 150 milioni. Se qualcuno la paga, non potrò farci nulla». E Kakà? Resta? «Non posso garantire nemmeno che resto io. Mettete che domani faccio un disastro e mi cacciano...». Giusto prima dell’unico giorno in cui, comunque vada, si festeggia. © RIPRODUZIONE RISERVATA

38a GIORNATA Ieri Real Soc.-Valencia 1-0, Betis-Barcellona 2-2. Oggi ore 20 Getafe-Saragozza, Levante-A. Bilbao, Real M.-Maiorca, Rayo V.-Granada, Espanyol-Siviglia, Malaga-Sp. Gijon, Villarreal-A. Madrid, Racing-Osasuna. CLASSIFICA Real M. 97; Barcellona 91; Valencia 61; Malaga 55; A. Madrid 53; Levante, Maiorca 52; Osasuna 51; Siviglia, A. Bilbao 49; Getafe, Real Sociedad, Betis 47; Espanyol 45; Granada 42; Villlarreal 41; Rayo V., Saragozza 40; Sp. Gijon 37; Racing 27.

BORUSSIA DO. BAYERN

COPPA DI GERMANIA DOPO LA BUNDESLIGA IL DORTMUND FA IL BIS

Borussia, che lezione Cinque gol al Bayern Bavaresi umiliati a una settimana dalla finale di Champions PIERFRANCESCO ARCHETTI

La Germania è giallonera: se a Monaco avevano ancora dei dubbi, questi sono stati spazzati dalla quinta sconfitta consecutiva in due stagioni. Alle quattro in Bundesliga, è seguita l’umiliazione nella finale di Coppa, ieri sera a Berlino (5-2). E’ la prima doppietta del Borussia, la terza volta che il trofeo viaggia verso Dortmund, dove oggi sarà adorato

insieme con il Meisterschale, il piattone argentato simbolo dello scudetto tedesco. I motivi Una lezione di calcio: la

velocità del Borussia Dortmund viene aumentata dagli errori dei bavaresi. Anche Neuer regala molto (soprattutto il 5˚ gol) ma fra i più gravi, anche perché avviene al minuto tre, quello di Luiz Gustavo che per due volte consegna palla ai rivali, i quali spezzano i timori con Kagawa, servito da Blaszczykowski detto anche

Kuba per semplificare. Sono loro i protagonisti con Lewandowski (tripletta a Bayern già steso): Kuba va a prendersi il rigore del 2-1 (orribile tackle in area di Boateng), il giapponese manda in porta Lewandowski per il 3-1 prima dell’intervallo. In tribuna Alex Ferguson ha lasciato da soli i suoi cuccioli alla vigilia della partita scudetto per venire a godersi Kagawa, suo prossimo obbiettivo. Il viaggio è stato utile anche perché il tecnico del Manchester United può studiare la per-

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GIUDIZIO7777

Gran Borussia: Kagawa (girato), un gol; Lewandowski (a destra) tre REUTERS fezione del contropiede, vedi il pionato aveva fallito il tiro-scu4-1 sempre di «Lewa». detto. ma per il resto fa poco come Ribery, geniale solo nel Le storie Anche Roberto Di Mat- centro del 4-2. La storia più belteo avrà preso appunti: tra una la è quella di Mats Hummels, settimana finale di Champions cresciuto nel Bayern. Il padre, e può darsi che questa stangata coordinatore delle giovanili bafaccia perdere sicurezza ai ba- varesi, è stato licenziato dopo varesi. Si salva soltanto Go- 17 anni il mese scorso e il fatto mez: prima spacca Weidenfel- che sia il procuratore del figlio ler (il portiere resta in campo (che non ha voluto tornare a nonostante la forte contusione Monaco) ha avuto il suo peso. al costato), poi lo costringe al Hummels junior ha infilato il ririgore e il portiere deve uscire ( gore del 2-1, poi alla fine ha alin ospedale per controlli). Rob- zato la coppa. ben segna il pari mentre in cam© RIPRODUZIONE RISERVATA

PRIMO TEMPO 2-1 MARCATORI Kagawa (Bo) al 3’, Robben (Ba) su rigore al 25’, Hummels (Bo) su rigore al 41’, Lewandowski (Bo) al 46’p.t.; Lewandowski (Bo) al 13’, Ribery (Ba) al 31’, Lewandowski (Bo) al 40’ s.t. BORUSSIA DORTMUND (4-2-3-1) Weidenfeller 6 (dal 34’ p.t. Langerak 6); Piszczek 7,5, Subotic 6,5, Hummels 6,5, Schmelzer 7; Gündogan 7, Kehl 7; Blaszczykowski 8 (dal 39’ s.t. Perisic s.v.), Kagawa 8 (dal 34’ s.t. S.Bender s.v.) , Grosskreutz 7; Lewandowski 8. PANCHINA Santana, Götze, Leitner, Barrios. ALL. Klopp 8 BAYERN (4-2-3-1) Neuer 4,5; Lahm 5,5, J.Boateng 4,5, Badstuber 5, Alaba 4,5 (dal 24’ s.t. Contento s.v.); Schweinsteiger 5, Luiz Gustavo 4 (dal 1’ s.t. T. Müller 5); Robben 5,5, Kroos 5, Ribery 5,5; Gomez 6,5.PANCHINA Butt, Rafinha, Timoshchuk, Pranjic, Olic. ALL. Heynckes 5 ARBITRO Gagelmann 7 AMMONITI Weidenfeller (Bo), Badstuber (Ba), Hummels (Bo), Schweinsteiger (Ba), Gomez (Ba) per gioco scorretto NOTE spettatori 75.708.


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DOMENICA 13 MAGGIO 2012


DOMENICA 13 MAGGIO 2012

pianetaBasket di DAN PETERSON

ndrei Kirilenko, stella del Cska Mosca che stasera giocherà la finale dell’EuroA lega di basket dopo 10 anni di Nba con gli Utah Jazz, dice che le quattro squadre impegnate nelle Final Four, Cska, Olympiacos Pireo, Panathinaikos Atene e Barcellona, potrebbero lottare per i playoff se giocassero nella Nba. Molti pensano sia una battuta, io no. Io dico che ha ragione! E non solo queste quattro squadre. Almeno otto, forse dieci. Perché il Maccabi Tel Aviv o il Real Madrid non sono forse dello stesso livello? E il Montepaschi Siena? La ragione dietro questa mia posizione? Tutte hanno grandi allenatori, sono profonde, con dodici

l’Analisi

di ANDREA SCHIANCHI

n Italia il mestiere di allenare è duro perlomeno quanto quello di vivere. Mai una certezza, Isempre in mezzo al tormento del dubbio o, se va peggio, nel tritacarne delle critiche. Sedersi in panchina, da noi, è un esercizio che richiede coraggio, tanto coraggio: ti giudicano per una formazione (giusta o sbagliata che sia), ti insultano se fai una sostituzione, ti cacciano se perdi una partita. Alla fine sei un uomo solo: quando vinci il merito è dei giocatori; quando perdi la responsabilità è tutta tua. E, sia ben chiaro, soltanto in Italia esistono queste tensioni e questa esasperazione. Lo dicono i numeri: 19 panchine saltate nel nostro campionato contro le 11 in Portogallo, le 10 in Germania e in Spagna, le 6 in Francia e in Olanda, le 4 in Inghilterra. Ciò significa che il margine di errore (o presunto tale...) per gli allenatori italiani è molto più ristretto rispetto a quello dei colleghi stranieri. E significa anche che i nostri tecnici, proprio a causa di questo impressionante carico di responsabilità, per emergere devono dimostrare qualcosa in più. Lasciando stare gli esempi di Ancelotti, Mancini,

Vincenzo Montella, 37 anni. Allena il Catania ANSA

Capello, Spalletti, Trapattoni, che all’estero hanno fatto vedere quanto la scuola italiana sia valida (la migliore come ha scritto Marcello Lippi sulla Gazzetta, e siamo d’accordo con lui), restiamo in casa nostra e valutiamo come gli eredi dei grandi stanno crescendo e si stanno imponendo. C’è una new generation di allenatori da tenere sotto osservazione. Allegri, ad esempio, l’anno scorso ha vinto lo scudetto alla prima esperienza sulla panchina di una big. Conte ha fatto lo stesso. Montella, dopo una manciata di partite con la Roma nello scorso campionato, ha messo le sue idee in valigia, ha accettato di misurarsi con una realtà provinciale come Catania, ha conquistato tutti e adesso si gode la meritata «richiamata» da parte dei giallorossi. Stramaccioni, il volto più fresco dell’ambiente, solo esperienze con i giovani sulle spalle, è stato chiamato da Moratti al capezzale di una squadra agonizzante, l’ha rianimata e si è guadagnato la possibilità della riconferma. E, scendendo in Serie B, c’è pure l’avventura di Fulvio Pea a Sassuolo a testimoniare che la scuola italiana è da applausi: viene dal settore giovanile, si è calato in una realtà ambiziosa e l’ha portata vicino al sogno promozione. Mica poco. Ma non c’è da stupirsi: l’Italia è il Paese della tattica. Se i Mancini, gli Ancelotti e gli Spalletti hanno lasciato il nostro campionato anche a causa della crisi economica delle società (all’estero pagano molto di più e investono meglio durante la campagna acquisti), possiamo comunque stare tranquilli: il ricambio è garantito. E l’eventuale sbarco di Montella sulla panchina della Roma (molto probabile) è anche una rivincita della scuola italiana su quella spagnola. Luis Enrique, arrivato con l’etichetta di allenatore «guardiolista» figlio della filosofia del Barcellona, ha fatto flop. Andandosene, ha dichiarato che dopo una stagione alla guida della Roma non gli sarà sufficiente un mese di vacanza per recuperare le energie. E così si ritorna al discorso iniziale: in Italia, per allenare, ci vuole davvero un fisico bestiale. E gli stranieri, Mourinho a parte, negli ultimi dieci anni hanno dimostrato di non averlo.

giocatori veri, hanno tutti i ruoli coperti e i centimetri in ogni ruolo che sono necessari per competere ad ogni livello. Certo, possiamo trovare delle lacune: il Barça non ha un playmaker dopo aver perso Ricky Rubio (passato proprio nella Nba, con i Minnesota Timberwolves), ma in generale sono ottimi team, completi, ben allenati. Certo in Europa non ci sono giocatori come LeBron James, Dwyane Wade o Kobe Bryant. E complessivamente le squadre Nba sono più atletiche. Ma sono trenta e ognuna di loro ormai è formata da tre grandi protagonisti e nove comprimari, tre giocatori

di ROBERTO PELUCCHI

1234567890f Allegri ha detto di essere uscito dalla cena di Arcore dell’altra sera «soddisfatto». In effetti, non risulta che si sia mai lamentato qualcuno.

E’

come quando da bambino scopri che Babbo Natale non esiste: i regali continueranno ad arrivare ma non sarà più la stessa cosa. Oggi Alessandro Del Piero e Pippo Inzaghi si sfilano la maglietta della loro vita e non facciamo finta che sarà come prima. Perché non è vero. Il pallone rotolerà ancora, Juve e Milan troveranno (magari non subito) un nuovo eroe, ma non sarà più la stessa cosa. Questo è il giorno dell’addio, dei saluti, degli applausi, delle lacrime. Il Pallone ha disegnato la giornata perfetta: nessuna necessità di classifica, entrambi in casa, si gioca per loro. «Pippo e Ale» sembra il titolo di un cartone animato e in fondo sono stati come due supereroi nella nostra vita quotidiana. Ci siamo affezionati a Pippo e Ale perché hanno rispettato il pallone e i sentimenti della gente con la loro eccezionale professionalità e il comportamento irreprensibile. Caratteri diversi, ma stessa educazione: due famiglie solide alle spalle, due ragazzi consapevoli della loro fortuna e mai fuori dal tempo o dal coro. Hanno anche giocato insieme e un giorno davanti alla porta Pippo non passò ad Ale, che tanto aveva bisogno di un gol. Poche ore dopo Moggi

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ultimaGiornata

La Juve «sovversiva» di Conte: gran difesa e mentalità d’attacco E per la retrocessione è difficile che il Lecce eviti la compagnia di Novara e Cesena

Antonio Conte, 42 anni, festeggiato dai tifosi bianconeri LAPRESSE di FABIO LICARI

TwitTwit

IL CINGUETTIO DEL GIORNO

PETA TODD Moglie di Mark Cavendish

Stamattina al bus, prima della firma di partenza... @petatodd

JACK SINTINI Campione di volley ex malato di cancro

di G.B. OLIVERO

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di VALERIO MARINI

Del Piero&Inzaghi

organizzò la più comica conferenza stampa della storia per celebrare una pace finta. Si tennero il muso per un po’, ma poi si sciolsero in una risata. Vinsero insieme il Mondiale, si ritrovarono a cena alle Bahamas per festeggiare. A novembre si sono incrociati a Milano: «Ale, vogliono farci smettere». «Pippo, non ci penso nemmeno». Del Piero ha messo per iscritto che giocherà ancora, Inzaghi forse no. Pippo è istintivo: studia da allenatore, conosce tutti i giocatori dalla A alla C e troverà presto la sua strada. Ale è razionale: sta riflettendo sul futuro, è probabile un’esperienza di vita all’estero e poi un passaggio graduale a un’altra carriera. Non cambieranno. Pippo sarà sempre casinista, allegro, trascinante. Milano Marittima, Formentera e Forte dei Marmi. Il minestrone di mamma Marina e la bresaola. Ale sarà sempre riservato e timido, ma quando lo incontrerai lontano dalla calca sarà lui a chiederti come stanno i figli, se ti piace quello che fai e se hai visto l’ultimo tiro dei Lakers nella notte. Sarebbe bellissimo se per un anno la 10 della Juve e la 9 del Milan restassero senza padrone. Non si possono ritirare per sempre due maglie così simboliche, ma il culto della memoria è esercizio prezioso. Ed è giusto non far finta di nulla: Ale e Pippo ci mancheranno. Babbo Natale non esiste ma continuiamo a volergli bene.

completi e nove giocatori incompleti. Nelle big d’Europa i giocatori completi sono dodici. La controprova? Togliamo ai Chicago Bulls, Derrick Rose e Joakim Noah: vincerebbero l’Eurolega? Non credo. Togliamo ai Los Angeles Lakers Kobe e Pau Gasol: idem. In più, in Europa tutti i giocatori sono abituati a sopportare una pressione per l’importanza di ogni singola partita che nella Nba hanno ormai dimenticato. Non dico che tutte farebbero i playoff ma sono sicuro che qualcuna delle big d’Europa ce la farebbe. Per questo sono d'accordo con Kirilenko.

laVignetta

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PIPPO E ALE, NEMICI-AMICI DI SEMPRE QUANTO CI MANCHERANNO QUEI SUPEREROI

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HA RAGIONE KIRILENKO: BIG EUROPEE SAREBBERO DA PLAYOFF NELLA NBA

laPuntura

LA DURA VITA DEL TECNICO IN SERIE A GRANDE SCUOLA PER IL MADE IN ITALY

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Oggi splendido incontro con i ragazzi del catechismo a Bagnaia (Pg)!"Come ho affrontato le difficoltà della malattia @jacksintini

LUCA DOTTO Campione azzurro di nuoto

È ufficiale!! Tiro dritto fino a Londra! Ma il 9-10 giugno sarò in gara a Montecarlo!! @dottolck

ALDO MONTANO Fuoriclasse di scherma

Podio a Madrid! Bella sensazione dopo la vittoria Mondiale. Perso da Limbach 15:14 onore al mio avversario @aldomontano0586

on c’è rivoluzione del calcio moderno, Olanda di N Cruijff esclusa, che non sia scoppiata dalla difesa: rivedere il Milan di Sacchi per credere. La Juve di Conte non è rivoluzionaria ma — almeno per gli standard italiani più recenti — sovversiva: ha osato combinare solidità difensiva con mentalità d’attacco; circolazione di palla nella trequarti rivale con cinque uomini (teoricamente) dietro; prepotenza psicologica con furbizia tattica. Oggi, nel suo nuovo tempio, celebrerà la cerimonia con la liturgia di un record che non può essere superato, al massimo eguagliato: zero sconfitte in campionato, mai successo a 20 squadre. Difficilmente l’Atalanta s’opporrà alla festa che — venga giù la pioggia che vuole — farà Torino bianconera fino a notte. Lo scudetto più atteso, per fame di «vendetta» o per crisi d’astinenza, non poteva essere più bello. Considerato che il primato d’imbattibilità potrebbe allargarsi a tutta la stagione — c’è la finale di Coppa Italia con il Napoli —, si resta stupiti di fronte a questo senso di totale invincibilità. Forse soltanto per un’ora contro il Milan, a San Siro, i bianconeri si sono trovati sotto mentalmente (oltre che nel risultato): ma non si sono arresi, Muntari o meno. Per una volta le cifre non sono statistiche ma editoriali: 19 gol subiti (il record è 24), 18 giocatori in gol, un possesso palla medio oltre il 60%. Ma c’è un’altra considerazione che accentua l’impresa: il successo costruito per stratificazione, quasi per correzione continua. La Juve era progettata con propositi più zemaniani: un’imbarcata di esterni alti, quattro attaccanti senza licen-

za di copertura, due mediani a protezione della difesa. Errori ideologici, oltre che di costruzione, che l’elasticità mentale di Conte ha cancellato presto. Prima accogliendo il messaggio spontaneo di una squadra nata per il centrocampo a tre. E poi, con geniale variazione sul tema, inventandosi il doppio play nel 3-5-2: l’immenso Pirlo più Bonucci mai abbandonato nel momento più difficile. Il bello, cioè il complicato, viene adesso. Di sicuro la ricostruzione di Milan e Inter agevolerà la ripartenza, ma nessuno crederà più al basso profilo di Conte. E poi si aggiungerà la Champions. I mercoledì della neve hanno chiarito che la Juve, come gli altri, rende di più se ogni tanto va in vacanza: ecco perché serviranno un centrale basso, un esterno sinistro, due mediani (uno di regia) e un attaccante (o un «10», visto l’effettivo utilizzo di Vucinic). Per non pentirsi, dopo, di un’Europa troppo breve. Europa dove, oltre al nuovo e non ancora decifrabile Milan, si aggiungerà con tutta probabilità l’Udinese: oggi le basta un pari a Catania, con 20 risultati utili su 27, per surclassare allo sprint Lazio, Inter (in uno spareggio forse inutile) e Napoli alle quali resterebbe l’Europa League. Non sarà la Champions ma Atletico-Athletic, con la sua intensità, non può non aver emozionato chi ama il calcio. Possibile che soltanto le italiane facciano fatica ad affrontare questo torneo, addirittura a capirlo? Difficile, infine, che il Lecce eviti la compagnia di Novara e Cesena in B, se il Genoa non si fa sfuggire un punto con il Palermo. Calma però: la classifica definitiva andrà riletta tra un po’. Dopo le ormai consuete indagini estive del nostro calcio. © RIPRODUZIONE RISERVATA


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DOMENICA 13 MAGGIO 2012

SERIE BWIN 40a GIORNATA

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E’ ZemAn 140

l’Analisi

I NUMERI

di NICOLA BINDA twitter@nickbinda

La medicina per un calcio che non va Comanda Zeman. La Serie B si inginocchia davanti al boemo e al suo Pescara spettacolo, che produce gol in quantità industriale e — novità assoluta per lui — non li prende. E poi vince, attacca e diverte, salendo al primo posto ma non solo. Il calcio moderno è malato? Ecco la risposta: se il primo pensiero di tutti fosse solo quello di segnare un gol più dell’avversario, forse avremmo meno problemi. Cambia la vetta, quindi, e in coda arriva il secondo verdetto: dopo l’AlbinoLeffe, retrocede il Gubbio. La simpatica matricola paga i troppi cambi di allenatore (quattro) e l’inesperienza. E’ l’altra faccia dell’Umbria felice che ha visto vincere Ternana e Perugia e retrocedere anche il Foligno. Detto questo, il campionato resta tiratissimo, aperto, incerto. Le due promozioni dirette potrebbero essere scritte all’ultima giornata, quando dovremo avere anche i nomi delle quattro dei playoff (anche se Varese e Samp sono a un passo). Non è una novità assoluta, ma quattro squadre in corsa per i primi due posti, con distanze così brevi e tre partite a testa da giocare (domani il Verona, martedì le tre rivali) non si erano mai viste. Adrenalina a mille, colpi di scena assicurati. Ma è questa la vera serie B, oppure è quella che ci viene raccontata dai verbali delle procure? Fateci capire: le cronache extra ci stanno raccontando cose allucinanti sul campionato scorso, con diverse partite combinate, finti protagonisti dei nostri sabati e squadre brave solo nel tarocco. Eppure anche il torneo scorso era stato divertente: ora lo stanno cancellando. Tristissimo. Pare che le sentenze sportive su questa prima tranche di deferimenti arriveranno dopo i playoff. Meno male. Se i tarocchi risalgono alla stagione scorsa, è corretto lasciare in pace questa e anche la sua classifica. Ma dopo no. Dopo chi ha sbagliato deve pagare. E magari risarcire.

il totale dei gol fatti e subiti dal Pescara: si contano anche i 2 col Livorno (totale 54). È record per Zeman: il precedente col Lecce 2004-05, quando si fermò a 139

86

i gol fatti dal Pescara in questo campionato, miglior attacco tra Serie A e B: alla squadra di Zeman ne mancano 9 per battere il record assoluto del campionato di Serie B

900

le panchine di Zeman in Italia, dove ha allenato Licata, Foggia, Parma, Messina, Lazio, Roma, Napoli, Salernitana, Avellino, Lecce e Brescia prima di arrivare a Pescara

45

Le reti della coppia composta da Immobile e Insigne: con le due al Torino, sono saliti a 27 e 18

Pescara in vetta La coppia d’oro abbatte il Toro Segna subito Insigne, raddoppia Immobile Il 2-0 non cambia nella ripresa: è sorpasso Il boemo ha compiuto 65 anni con un trionfo

PESCARA TORINO

2 0

GIUDIZIO 777 PRIMO TEMPO 2-0 MARCATORI Insigne all’11’, Immobile al 47’ p.t. PESCARA (4-3-3) Ragni; Zanon, Romagnoli, Capuano, Bocchetti; Nielsen, Verratti, Cascione (dal 41’ s.t. Gessa); Sansovini (dal 35’ s.t. Kone), Immobile (dal 25’ s.t. Caprari), Insigne. PANCHINA Cattenari, Balzano, Brosco, Maniero. ALLENATORE Zeman. TORINO (4-3-3) Benussi; Darmian, Di Cesare, Ogbonna, D’Ambrosio; Basha, Iori (dal 30’ s.t. De Feudis), Pasquato (dal 19’ s.t. Meggiorini); Stevanovic (dal 1’ s.t. Surraco), Antenucci, Sgrigna. PANCHINA Morello, Zavagno, Masiello, Bianchi. ALLENATORE Ventura. ARBITRO Giacomelli di Trieste. AMMONITI Romagnoli (P), Zanon (P), Capuano (P) e Di Cesare (T) per gioco scorretto. NOTE paganti 17.458, incasso di 172.511 euro; abbonati 2.882, quota di 15.590 euro. Tiri in porta 5-4. Tiri fuori 5 (con 1 palo)-11. In fuorigioco 4-2. Angoli 4-7. Recuperi: p.t. 2’, s.t. 4’.

LE GARE MANCANTI

Domani il Verona Poi martedì sera tocca ai recuperi All’appello mancano tre gare e riguardano le prime quattro della classifica: ecco quali sono (tutte alle ore 20.45). DOMANI Posticipo AlbinoLeffeVerona: arbitra Cervellera di Taranto. MARTEDÌ Recupero: TorinoSassuolo. Ripresa: PescaraLivorno (sospesa al 31’ sullo 0-2).

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RISULTATI

DAL NOSTRO INVIATO

GUGLIELMO LONGHI PESCARA

Il biglietto non sarà rimborsato agli spettatori, come sperava Ventura. Non è finita 0-0 e il Torino ha perso male, lasciando il primo posto al Pescara, al nuovo Pescara. Nuovo, perché la squadra salita al comando è un’altra rispetto a poche settimane fa: più matura, più attenta, più prudente. Insomma: meno zemaniana. Pescara saggio La vittoria

non fa una piega ed è (anche) il risultato di una metamorfosi tattica e psicologica. Del tridente si sta dicendo tutto il bene possibile, di Verratti e delle sue straordinarie invenzioni pure. La novità è che la difesa non sbanda più: solo due gol subiti nelle ultime 5 partite. Roba da non crederci. Anche l’anello in teoria debole, il portierino Ragni, classe ’91, ha fatto il suo. Poi gli altri: l’azzardo del fuorigioco ridotto al minimo, come gli erroracci che avevano reso celebre (!) tutto il reparto. Sentendosi più sicura dietro, la squadra ha giocato con saggezza scoprendo il piacere dell’equilibrio. L’1-0 è infatti una variante classica del gioco di Zeman: lancio di Verratti dalla linea di metà campo, controllo al volo di Insigne, che salta Benussi che poi frana

RETI

PARTITE PUNTI

IN CASA V N P

FUORI V N P

77

14

2

3

10

3

7

39 24

76

14

4

1

8

6

6

39 22 10

10

7

3

10

7

2

14

4

2

8

3

8

68

9

5

6

10

6

4

67

9

8

3

8

8

4

PADOVA

63

10

5

5

8

4

8

BRESCIA

57

8

4

8

7

8

5

4

5

6

4

5

7

3

9

BARI-BRESCIA

2-2

CROTONE-NOCERINA

3-1

PESCARA

EMPOLI-VICENZA

1-1

TORINO

JUVE STABIA-SAMPDORIA

1-2

SASSUOLO

74

LIVORNO-SASSUOLO

0-0

VERONA

73

MODENA-GROSSETO

2-1

VARESE

PADOVA-GUBBIO

3-0

SAMPDORIA

PESCARA-TORINO

2-0

REGGINA-CITTADELLA

3-3

VARESE-ASCOLI

4-0

REGGINA

55

9

7

JUVE STABIA (-4)

54

10

6

PROSSIMO TURNO

MODENA

51

9

6

5

Recupero 35ª giornata Martedì 15 maggio, ore 20.45 PESCARA-LIVORNO (1-3) TORINO-SASSUOLO (0-0) 41ª giornata Sabato 19 maggio, ore 18 VERONA-VARESE (0-0) Domenica 20 maggio, ore 15 TORINO-MODENA ore 12.30 (1-2) ASCOLI-CROTONE (2-1) BRESCIA-LIVORNO (2-0) CITTADELLA-JUVE STABIA (1-3) GROSSETO-EMPOLI (2-2) GUBBIO-ALBINOLEFFE (0-0) NOCERINA-PADOVA (2-2) SASSUOLO-REGGINA (1-1) VICENZA-BARI (2-2) SAMPDORIA-PESCARA ore 18 (0-1)

CROTONE (-2)

49

8

7

5

4

8

CITTADELLA

48

8

3

9

5

6

GROSSETO

48

5

8

7

6

7

BARI (-6)

47

4

11

5

9

EMPOLI

43

7

6

7

4

G

LIVERANI

Qui sotto, la delusione del tecnico Gian Piero Ventura, 63 anni: per il Toro è la settima sconfitta

TOTALE V N

5

P

IN CASA F S

FUORI F S

TOTALI F S

Diff. Reti

10 44 20 42 32 86 52 34 7

34 14

39 20 14

5

23 12 27 16 50 28 22

39 22

7

10 31

40 19

11

10 24 16 30 21 54 37

40 17

16

7

40 18

9

13 25 23 31 30 56 53

3

40 15

12

13 23 24 23 19 46 43

3

9

40 14

13

13 35 27 27 25 62 52 10

8

40 15

13

12 32 22 19 24 51 46

8

40 12

15

13 30 26 19 29 49 55 -6

8

40 12

15

13 33 25 21 29 54 54

9

40 13

9

18 27 30 22 30 49 60 -11

7

40 11

15

14 25 32 21 25 46 57 -11

3

8

40 13

14

13 20 21 23 24 43 45 -2

4

12 40 11

10

19 26 31

18 25 44 56 -12 21 29 42 48 -6

28

18

14 52 28 24

14 24 25 55 39 16 11

23 17

17

51 28 23

5 0

ASCOLI (-7)

43

7

5

8

6

6

8

40 13

11

16

LIVORNO

39

4

6

10

5

6

8

39

9

12

18 20 26 22 22 42 48 -6

VICENZA

38

5

6

9

3

8

9

40

8

14

18

NOCERINA

37

5

5

10

4

5

11

40

9

10

21 27 36 22 34 49 70 -21

GUBBIO

32

6

7

7

1

4

15 40

7

11

22 22 22 14 42 36 64 -28

ALBINOLEFFE

25

3

6

10

2

4

14 39

5

10 24 17 32 19 35 36 67 -31

21

19

16 24 21 36 37 60 -23

Tre promozioni in serie A. Eventuali playoff tra terza, quarta, quinta e sesta se il distacco tra terza e quarta è meno di 10 punti. Quattro retrocessioni in Prima divisione. Eventuale spareggio tra quartultima e quintultima se ci sono meno di 5 punti di differenza U PROMOSSE U PLAYOFF U PLAYOUT U RETROCESSE

prari, che aveva cominciato in panchina, al posto di Immobile con Sansovini centravanti. Il Pescara a quel punto accelera: Insigne si mangia due gol in due minuti (e meno male per lui che alla fine non avranno effetti collaterali), poi il boemo per il suo compleanno (65, auguri) si regala la terza sorpresa di giornata: fuori un attaccante (Sansovini) dentro un mediano (Kone): 4-4-2. Scandalo! Zeman che si copre...

LAPRESSE

E il duello continua Riassumendo: il Torino, che è anche sfortunato (palo su tiro di Sgrigna deviato da Capuano), ha dato l’impressione di una squadra svogliata, senza idee e con poca gamba. È Colpe da distribuire in parti uguali, dai centrocampisti che non hanno frenato Verratti a una difesa instabile a un attacco sconclusionato. Il Pescara ha meritato tutto: vittoria e primato. E martedì si torna in campo: una partita vera per Ventura, una atipica per Zeman, che in un’ora cercherà di ribaltare lo 0-2 col Livorno. Ma tutto è possibile, se ripete il piccolo capolavoro di ieri.

si era verso la metà del primo tempo, abbiamo visto un’altra scena eretica: il Pescara che gestisce il vantaggio, che diventa una squadra di palleggiatori, che si mette ad aspettare. Il Toro, schierato col 4-3-3 (Pasquato ha il compito di fare l’elastico sulla fascia sinistra), non ha mai un guizzo, qualcosa per far cambiare l’inerzia della partita: l’unico a provarci è proprio Pasquato. Poi nel recupero, zac!, ecco il Pescara doc, quello veloce e aggressivo: cross di Zanon da destra, colpo di testa vincente di Immobile con Benussi non esente da colpe. Ventura a quel punto prova a ritoccare l’attacco: Meggiorini per Pasquato, con Sgrigna che arretra a fare la mezz’ala, secondo noi fuori ruolo. Interviene anche Zeman: Ca-

MARCATORI

ALBINOLEFFE-VERONA domani, ore 20.45

S La gioia di Lorenzo Insigne, 20 anni, dopo il primo gol al Torino

Torino piatto A quel punto,

CLASSIFICA SQUADRE

goffamente su Darmian: la metafora di una squadra in stato confusionale sin dall’inizio. L’idea di Ventura era chiara: aspettare nella sua metà campo e poi ripartire. Basso profilo, dunque. Il gol arrivato in tempi così brevi doveva far cambiare atteggiamento e invece non è successo niente: anche con l’obbligo di recuperare, il Toro ha scelto il ritmo blando, con Iori a distribuire un’infinità di palloni, quasi tutti in orizzontale.

27 RETI Immobile (5, Pescara). 21 RETI Sau (3, Juve Stabia). 20 RETI Sforzini (2, Grosseto). 19 RETI Sansone (7, Sassuolo). 18 RETI Insigne (Pescara). 17 RETI Caetano (2, Crotone); Tavano (2, Empoli). 16 RETI Jonathas (3, Brescia); Sansovini (Pescara); Pozzi (2, Sampdoria). 13 RETI Papa Waigo (2, Ascoli); Abbruscato (4, Vicenza). 12 RETI Cocco (6, AlbinoLeffe); Paulinho (1, Livorno); Cellini (Modena; 5 con 1 rigore nel Varese); Gomez (Verona). 11 RETI Florenzi (Crotone); Dionisi (4, Livorno); Cacia (Padova); Ceravolo (5, Reggina). 10 RETI Di Gennaro (4, Modena); Castaldo (5, Nocerina); Antenucci (Torino); De Luca (Varese). 9 RETI Di Roberto (5, Cittadella); Maccarone (3 con 1 rigori nella Sampdoria) (Empoli); Alfageme (Grosseto). 8 RETI El Kaddouri (Brescia); Ciofani (1, Gubbio); Cutolo (Padova); Boakye e Missiroli (Sassuolo; 7 con 1 rigore nella Reggina); Bianchi (1), Sgrigna (Torino). 7 RETI Soncin (Ascoli); Caputo (Bari); Di Carmine, Di Nardo e Maah (Cittadella); Caridi (3, Grosseto); Greco (4, Modena); Ruopolo (Padova); Campagnacci e Ragusa (Reggina).

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top&flop IL TOP

Verratti, il predestinato Il pubblico di Pescara lo applaude, la Juventus lo promuove. Altra grande prova per Verratti. A Torino lo vogliono come vice Pirlo: le strategie bianconere sono prudenti, ma in questo caso bisogna chiudere. E in fretta.

IL FLOP

Ciao Gubbio, è stato bello Il Gubbio è retrocesso. La simpatica matricola umbra non ce l’ha fatta: era difficile, ma anche il club ha sbagliato. Prima un tecnico al debutto come Pecchia, poi Simoni, Alessandrini e troppo tardi Apolloni. Che ingenuità.


DOMENICA 13 MAGGIO 2012

le Pagelle

VERRATTI E’ PRONTO PER LA A IORI L’UNICO GRANATA LUCIDO PESCARA 8

TORINO 5

RAGNI 6,5 Non si fa sorprendere sulla punizione velenosa di Pasquato, dà sicurezza alla difesa. ZANON 7 Scatenato sulla destra, fa valere la sua forza fisica, fa il cross del raddoppio. ROMAGNOLI 6,5 Fa da baluardo, non solo con la prestanza fisica, ma anche con l’intelligenza. CAPUANO 6,5 Rischia l’autorete nel finale per un rimpallo fortuito, ma per tutta la gara è insuperabile. BOCCHETTI 6 Generoso sulla sinistra, bel duello con Stevanovic nel primo tempo, si fa male, resta in campo e corre più di prima. NIELSEN 7,5 Strapotenza fisica per tutti i 90’, recupera palloni, va al tiro, sfiora un gol che sarebbe spettacolare: una muraglia su cui va a sbattere il Toro.

h LA VOLATA PER LA SERIE A E I PLAYOFF

IL MIGLIORE

8 VERRATTI 8

Un paio di errori banali, col pallone concesso pericolosamente agli avversari. E’ l’unica anomalia di un regista che conferma di essere di categoria superiore, ogni tocco può essere citato in un ideale manuale di tecnica calcistica, come il lancio del primo gol. CASCIONE 7 Alla forza fisica, in ideale bilanciamento a sinistra di quella mostrata da Nielsen a destra, abbina una qualità che fa la differenza in mezzo al campo. Pressa sui portatori di palla, sconvolge i piani di attacco torinesi e riparte. (Gessa s.v.)

GDS

SCONTRI DIRETTI

Pescara ok con le tre rivali Il Toro non supera nessuno Ecco la situazione nei confronti diretti fra le quattro squadre che sono in corsa per i due posti della promozione diretta in Serie A. PESCARA p. 77 In vantaggio con Sassuolo (3-2, 1-1) e Verona (3-1, 2-1). In parità con Torino (2-0, 2-4). In svantaggio con nessuno. TORINO p. 76 In vantaggio con nessuno. In parità con Sassuolo (ritorno da giocare, 0-0) e Pescara (4-2, 0-2). In svantaggio con Verona (1-4, 3-1). SASSUOLO p. 74 In vantaggio con Verona (2-0, 0-1). In parità con Torino (0-0, ritorno da giocare). In svantaggio con Pescara (1-1, 2-3). VERONA p. 73 In vantaggio con Torino (1-3, 4-1). In parità con nessuno. In svantaggio con Pescara (1-2, 1-3) e Sassuolo (1-0, 0-2). In caso di arrivo in 4 a pari, la classifica avulsa è: Pescara 13, Torino* 7, Verona 6, Sassuolo* 5 (*una in meno). In A andrebbero Pescara e Torino, ma se il Sassuolo martedì vince, passerebbe in vantaggio.

SANSOVINI 6,5 Zeman lo rimette in formazione dal 1’ e lui, il «vecchietto» del Pescara, mostra una freschezza che si esprime in fughe sulla fascia e puntate verso la porta. (Kone s.v.) IMMOBILE 7 Un movimento continuo, sfianca i difensori e fa perdere loro i punti di riferimento, fino a quando si libera e segna il 27˚ gol. Non solo bravura ed entusiasmo, ma anche grande maturità. CAPRARI 6,5 Entra nella ripresa e si mostra subito pericoloso, vicino al gol con un tiro che sfiora il palo, continue azioni in velocità che fanno sballare la difesa torinese. INSIGNE 7 Geniale come sempre con le sue invenzioni, anticipa Darmian sul primo gol, fa da sponda ai compagni, poi, per troppa voglia di strafare, sbaglia facili occasioni. All. ZEMAN 8 Ancora una volta, dimostra di essere più elastico di quanto pensino i suoi detrattori. La paziente attesa e poi le accelerazioni micidiali, il controllo, il 4-4-2 nel finale, un Pescara che dà spettacolo anche quando sembra andare non alla massima velocità.

y

di GENNARO BOZZA

BENUSSI 5 Indeciso sul primo gol, sul secondo non ha colpe. Non è quasi mai impegnato, o la palla va in porta o i pescaresi sbagliano, e lui è lì a fare da bersaglio. DARMIAN 5 Letteralmente «bucato» da Insigne sul primo gol, la sua è una corsa a inseguimento, quasi mai con l’«acchiappo» finale. DI CESARE 5,5 Anche dalla sua parte i pescaresi sfondano quando vogliono, sballottolato di qua e di là in una difesa che balla continuamente. OGBONNA 6 Cerca di dare ordine alla difesa, prova a controllare la palla, che però va a finire sempre ai pescaresi. D’AMBROSIO 5 Sempre in ritardo su Sansovini, che gli scappa via quando vuole. Quando prova ad andare avanti, non trova alcuna intesa con i compagni. BASHA 5 Evanescente, viene messo in mezzo dai centrocampisti del Pescara, che lo accerchiano. Non riesce mai a costruire un’azione.

h

IL MIGLIORE 6,5 IORI

L’unico che mostra un po’ di lucidità, prova a portare avanti il pallone, a costruire un’azione d’attacco, ma non vede sbocchi. DE FEUDIS 5,5 Sostituisce Iori, mostra un po’ più di velocità e intraprendenza, ma il risultato è lo stesso, il Torino non costruisce azioni che possano definirsi tali. PASQUATO 5 Si vede solo su una punizione battuta a sorpresa, poi appare fuori posizione e inconsistente. MEGGIORINI 5,5 Un po’ di verve, prova a correre, niente di concreto. STEVANOVIC 5 Vaga sulla destra, in tutto il primo tempo non gli arrivano palloni. E’ sostituito, ma non è il più colpevole. SURRACO 5,5 Nel finale, ha la palla buona, ma la butta altissima. ANTENUCCI 5,5 Tanta buona volontà, ma arrivano pochi palloni e anche quando il Torino prova a premere non trova sbocchi.

LE GARE PIU’ VISTE

Queste le partite con almeno 20.000 spettatori (somma di paganti e abbonati) in questa stagione di serie B.

S 25.188 Sampdoria Torino 22.931 Sampdoria Padova 22.852 Sampdoria Verona 21.729 Sampdoria Gubbio 21.463 Sampdoria Grosseto 21.453 Torino Verona 20.839 Sampdoria Varese 20.368 Sampdoria Reggina 20.356 Sampdoria Juve Stabia 20.350 PESCARA TORINO 20.300 Sampdoria Brescia 20.230 Sampdoria Bari 20.139 Sampdoria Vicenza 20.091 Sampdoria Nocerina 20.085 Sampdoria Sassuolo

SGRIGNA 5,5 Corre tanto, ma a vuoto, torna indietro per recuperare palloni giocabili. Si lancia un concorso per capire quale sia la sua posizione in campo. Sta per provocare un’autorete, ma nemmeno questa gli va dritta. All. VENTURA 5 Il Torino rinuncia totalmente a giocare, prova ad aspettare il Pescara per colpire in contropiede, ma ne vengono fuori solo azioni a singhiozzo. E le sostituzioni non cambiano questa tattica suicida.

TERNA ARBITRALE GIACOMELLI 6 Controlla bene la gara, ma concede un po’ di gioco duro. Marrazzo 6 - Paganessi 6

SPOGLIATOI L’ALLENATORE DEL PESCARA: «I MIEI 65 ANNI? NE VORREI QUALCUNO IN MENO...»

Il boemo: «Pensavo di fare più fatica» Zeman: «Lo stadio pieno che regalo» Ventura: «Non abbiamo giocato. Ora i punti per la A» DAL NOSTRO INVIATO

GENNARO BOZZA PESCARA

Una partita in una battuta. Naturalmente di Zdenek Zeman. «Sono contento della prova di Ragni, peccato che non abbia avuto la possibilità di far vedere che sa parare». Come dire, non c’è bisogno della cronaca per indovinare com’è andata: Pescara all’attacco, Torino quasi senza tiri in porta. Così, grazie al boemo, il calcio spumeg-

giante non c’è solo in campo, ma anche fuori. E il riferimento allo champagne è doppio, visto che Zeman compie gli anni proprio nel giorno del sorpasso in testa. Ne fa 65. «Ne vorrei qualcuno in meno, ma non si può» continua a scherzare. Il regalo più bello per il compleanno? «Lo stadio pieno — dice il tecnico — è stata la cosa più bella. Tanta gente tiene a questa squadra e ci vuole aiutare». I tifosi hanno anche voluto ricordare con grandi striscioni il loro capo scomparso la settimana scorsa, Domenico Rigante. C’è però anche una stangata a qualche tifoso: «Ci aiutano, tranne chi butta i petardi». Un po’ troppi, uno è scoppiato la notte prima del match nel cortile dell’Hotel del Torino senza provocare danni. Torniamo al calcio giocato.

Pescara più maturo, un 4-4-2 inusuale per Zeman. «L’ho deciso perché non dovevamo dare al Torino alcuna possibilità di accorciare. Ho sofferto, ma abbiamo lasciato davvero poco a loro» La Serie A? «Andiamo avanti gara su gara, cominciamo col Livorno martedì: dovremo rischiare più del solito». allarga le braccia: «Loro sono stati più bravi sotto tutti gli aspetti. Il mio rammarico non è per la sconfitta, perché a Pescara hanno perso quasi tutti, ma per non aver giocato. Dopo il gol di Insigne è come se si fosse spenta la luce. Non stiamo a strapparci i capelli. Ci mancano tre gare, pensiamo a fare i punti che servono per andare in A». © RIPRODUZIONE RISERVATA

Varese ritrova Neto I playoff a un passo VARESE ASCOLI

4 0

GIUDIZIO 777 PRIMO TEMPO 2-0 MARCATORI Cacciatore al 35’, Neto Pereira al 44’ p.t.; Neto Pereira al 5’, Granoche su rigore al 41’ s.t. VARESE (4-4-2) Bressan 6; Pucino 6, Troest 5, Terlizzi 5,5 (dal 17’ s.t. Camisa 6), Grillo 6,5; Zecchin 6,5, Cacciatore 7, Kurtic 6,5, Rivas 6 (dal 25’ s.t. Corti 6); Granoche 6,5, Neto Pereira 7,5 (dal 15’ s.t. De Luca 6). PANCHINA Moreau, Martinetti, Lepore, Plasmati. ALLENATORE Maran 7. ASCOLI (5-3-2) Guarna 5; Scalise 5, Andelkovic 4,5, Faisca 5, Ciofani 4,5, Tomi 5; Di Donato 5,5, Pederzoli 5,5 (23’ s.t. Parfait 6), Sbaffo 5 (18’ s.t. Gerardi 5,5); Soncin 5, Papa Waigo 5 (35’ s.t. Montalto s.v.). PANCHINA Maurantonio, Vitiello, Giovannini, Pasqualini. ALLENATORE Silva 5. ARBITRO Tommasi di Bassano 6. GUARDALINEE Costanzo 6-Bernardoni 6. ESPULSI Andelkovic (A) al 40’ s.t. per gioco scorretto. AMMONITI Scalise (A) per gioco scorretto; Neto Pereira (V) e Pucino (V) per c.n.r.; Papa Waigo e Pederzoli (A) per proteste. NOTE paganti 1.850, incasso di 13.257,50 euro; abbonati 2.197, quota di 14.455,36 euro. Tiri in porta 5-4. Tiri fuori 3-3. In fuorigioco 3-4. Angoli 5-6. Recuperi: p.t. 1’, s.t. 2’.

DAL NOSTRO INVIATO

VINCENZO D’ANGELO VARESE

«Neto, Neto, Netooooo», canta la curva del Varese per inneggiare al proprio capitano. Un coro che a San Siro i tifosi dell’Inter dedicavano al camerunese Samuel Eto’o. Nessun paragone, per carità. Ma l’importanza di Neto Pereira per il Varese è molto simile a quella che aveva Eto’o nell’Inter. Lo si respira nell’area: palla a Neto e qualcosa succede. E ieri il capitano è tornato al gol dopo 5 mesi. Intanto con il successo contro l’Ascoli diventano quattro le vittorie consecutive della squadra di Maran, alla quale adesso basta un punto per ottenere la matematica certezza dei playoff, visto il vantaggio negli scontri diretti con il Padova (3-0 e 1-1).

Maran, che numeri Il calendario è complicato (trasferta a Verona e poi in casa contro la Sampdoria) ma Maran merita di festeggiare nel migliore dei modi questa straripante rincorsa. All’ottava giornata ha ereditato una squadra sestultima con soli 6 punti in classifica. A 180’ dalla fine il Varese di punti ne ha 68. Con Maran in panchina ha fatto meglio solo il Pescara di Zeman (65 contro 62). E ieri il tecnico ha scoperto di avere a disposizione non solo una squadra compatta, ma anche molto cinica. Perché fatta eccezione per una spizzata senza pretese di Granoche in avvio, il Varese firma tre gol in 50’ tirando in porta... tre volte.

h 7,5 il migliore NETO PEREIRA (Varese) Non segnava da 5 mesi. Una doppietta importante, rodaggio per i playoff?

Festa Apre le marcature Cacciatore, libero di girare di testa in rete un bel cross dalla destra di Rivas. Il 2-0 a fine primo tempo lo realizza Neto Pereira, bravissimo a dettare il passaggio in profondità dietro la linea dei difensori e a battere di prima in diagonale Guarna; ma il gol va diviso con Zecchin, che serve il capitano col contagiri. La gara si chiude al 5’ della ripresa, ancora con Neto Pereira che sfrutta una sponda di Troest per battere di testa da due passi l’incolpevole Guarna. L’Ascoli è lontano parente della squadra che veniva da sei risultati utili consecutivi: difesa imbarazzante (i gol arrivano sempre con la retroguardia schierata) che concede anche un rigore nel finale a Granoche per il 4-0. A Varese si fa festa. I playoff sono a un passo. Anzi, a un punto. © RIPRODUZIONE RISERVATA

IL PARI ALESSIO VIOLA E DI CARMINE PROTAGONISTI

Reggina e Cittadella Gran relax con sei gol REGGINA CITTADELLA

3 3

GIUDIZIO 77 PRIMO TEMPO 1-1 MARCATORI Armellino (R) al 35’, Ciancio (C) al 36’ p.t.; Di Carmine (C) al 7’, A. Viola (R) al 19’, Di Carmine (C) al 31’, A. Viola (R) al 32’ s.t. REGGINA (3-4-3) Belardi 5,5; Adejo 5,5, Emerson 6, Angella 6; D’Alessandro 6 (dal 43’ p.t. N. Viola 6), Armellino 6, Rizzo 6, Rizzato 6; Melara 5,5 (dal 14’ s.t. Ragusa 6), Campagnacci 6, Ceravolo 5,5 (17’ s.t. A. Viola 6,5). PANCHINA Zandrini, Freddi, Castiglia, Maicon. ALLENATORE Breda 6. CITTADELLA (4-3-3) Cordaz 5,5; Ciancio 6, Pellizzer 5, Gorini 6 (dal 30’ s.t. Martinelli s.v.), Marchesan 6; Vitofrancesco 6, Paolucci 6, Schiavon 6; Di Roberto 6 (36’ s.t. Bellazzini s.v.), Di Nardo 6, Di Carmine 7 (41’ s.t. Maah s.v.). PANCHINA Pierobon, Baselli, Job, Scardina. ALL. Foscarini 6.

h 6,5 il migliore Zdenek Zeman ha festeggiato ieri i suoi 65 anni LAPRESSE

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LA GOLEADA L’ASCOLI NON PERDEVA DA 6 GIORNATE

ARBITRO Gavillucci di Latina 6. GUARDALINEE Pegorin 6 - Manzini 6. AMMONITI Rizzato (R), Pellizzer (C) e Di Carmine (C) per gioco scorretto. NOTE paganti 115, incasso di 1.550 euro; abbonati 3.921, quota di 24.926,66 euro. Tiri in porta 4-10. Tiri fuori 4-6. In fuorigioco 3-2. Angoli 7-10. Recuperi: pt 1’, s.t. 3’.

Rassegnazione granata Ventura

LA GAZZETTA SPORTIVA

DI CARMINE (Cittadella) Colpisce due volte, con precisione e rapidità

ROSARIO DE LUCA REGGIO CALABRIA

Pochi spettatori, gran caldo, molti gol: partita di fine stagione tra squadre in relax, senza obiettivi. Si assiste a un incontro senza regole, o quasi, utile agli allenatori per fare qualche esperimento o per mettere in mostra qualche giocatore. Utile alla Reggina anche per mettere alle spalle una stagione deficitaria, con una zona playoff abbandonata alla fine dell’andata. La partita ha vissuto su tre momenti clou con le reti segnate in sequenza dalle squadre. Al 35’ Armellino di testa su cross di Rizzato porta in vantaggio la Reggina. Immediata la replica degli emiliani; Ciancio insacca di testa un angolo di Vitofrancesco. Al 7’ s.t. il vantaggio del Cittadella con Di Carmine, che sfrutta un doppio rimpallo in area. Al 19’ è Alessio Viola ad approfittare di un pasticcio difensivo dei modenesi. Al 31’ Di Carmine piazza un tiro angolato dalla distanza (31’) e un minuto dopo Alessio Viola trova il 3-3 grazie a un altro errore difensivo. © RIPRODUZIONE RISERVATA


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LA GAZZETTA SPORTIVA

DOMENICA 13 MAGGIO 2012

SERIE BWIN 40a GIORNATA

Sampdoria, è tutta un’altra storia Juve Stabia in gol, pari di Munari e rosso a Pellè: decide l’esordiente Icardi, l’amico di Messi JUVE STABIA SAMPDORIA

1 2

GIUDIZIO 7777 PRIMO TEMPO 1-0 MARCATORI Zito (JS) al 1’ p.t.; Munari (S) al 6’, Icardi (S) al 39’ s.t. JUVE STABIA (3-4-2-1) Colombi 5,5; Maury 5,5, Molinari 6, Scognamiglio 6,5; Baldanzeddu 7, Mezavilla 6,5 (dal 23’ s.t. Di Tacchio 6), Scozzarella 6 (dal 1’ s.t. Caserta 5), Di Cuonzo 6; Falcinelli 6, Zito 7 (dal 17’ s.t. Erpen 6); Sau 6. PANCHINA Seculin, De Bode, Beretta, Danilevicius. ALLENATORE Braglia 6. SAMPDORIA (4-3-1-2) Da Costa 6,5; Rispoli 6, Volta 6, Rossini 6, Costa 6,5; Munari 6,5 (dal 35’ s.t. Krsticic s.v.), Obiang 6, Soriano 6; Foggia 7 (dal 40’ s.t. Laczko s.v.); Pellè 6, Fornaroli 6 (dal 30’ s.t. Icardi 6,5). PANCHINA Fiorillo, Mustafì, Juan Antonio, Semioli. ALLENATORE Iachini 6,5. ARBITRO Giancola di Vasto 6. GUARDALINEE Chiocchi 6 - Conca 6. ESPULSI Pellè (S) al 21’ s.t. per doppia ammonizione (proteste e c.n.r.). AMMONITI Mezavilla (JS), Zito (JS) e Rispoli (S) per gioco scorretto; Maury (JS) per comportamento non regolamentare. NOTE paganti 2.669, incasso di 38.338 euro; abbonati 1.615, quota di 24.650 euro. Tiri in porta 6 (con 1 palo)-5 (con 1 traversa). Tiri fuori 8-6. In fuorigioco 5-2. Angoli 3-5. Recuperi: p.t. 0, s.t. 5’.

DAL NOSTRO INVIATO

GAETANO IMPARATO CASTELLAMMARE DI STABIA (Napoli)

7 h il migliore

Un amico di Leo Messi, arrivato in Italia dalla cantera del Barcellona, decide la sfida a scacchi tra Braglia e Iachini. L’hombre del partido è Mario Emanuel Icardi, debuttante 19enne. Nato in Argentina, a Rosario (proprio come Messi), svezzato a Barcellona, alla Sampdoria da un anno. Nel giorno del debutto ribalta la sfida del Menti e permette, a Iachini, di centrare la quarta vittoria di fila. Rapido, furbo, entra al posto di Fornaroli e devia un cross teso da sinistra, che Costa gli spedisce davanti a Colombi con l’ennesima sgroppata sulla fascia. Capovolge gara e risultato, proprio quando la Samp è in inferiorità numerica per il rosso a Pellè. Un guizzo che porta tre punti d’oro nella corsa ai playoff.

FOGGIA (Sampdoria) Trascinatore nella ripresa e la sua punizione diventa assist per l’1-1 di Munari

Già dopo 25 secondi, però, si ritrova preso a sberle, con Zito che appoggia in rete la ribattuta di Da Costa d’un suo tiro ravvicinato. Nel primo tempo la musica non cambia: lo Stabia martella e colpisce un palo (Falcinelli si vede deviato un tiro da Rossini), totalizzando 4 palle gol nitide (Sau sfortunato e impreciso). Braglia affolla la mediana: torna alla difesa a 3, avanza Baldanzeddu e lo piazza su Foggia, delegando a Mezavilla e Scozzarella i rifornimenti per le punte. Avanti Foggia Nel primo tempo

SFIDA SALVEZZA / 1 NOCERINA NEI GUAI

Verifiche e sogni La sconfitta

non riduce la bontà del lavoro di Braglia, che a fine gara scimmiotta Luis Enrique: sembrano vicini i saluti, ma deciderà in giornata con i famigliari se rimanere. Iachini, invece, continua nel suo miracolo. La Sampdoria che perde pezzi (stop anche per Gastaldello ed Eder nel pre-gara, duo d’attacco inedito con Pellé e Fornaroli) non frena. E quando Foggia decide di prendere per mano tutti, la sfida cambia volto.

Mauro Icardi, 19 anni, esulta dopo il gol segnato alla Juve Stabia PEGASO

a Braglia riesce tutto, nella ripresa no, a partire dall’inserimento di Caserta. Foggia si prende la regia e riscrive la tra-

SFIDA SALVEZZA / 2 GOL VENETO DI PAOLUCCI

DA 0-1 A 2-1 GROSSETO AVANTI E POI BATTUTO

La chiave Gara tattica, Iachini

la raddrizza dopo il riposo.

ma del match. Sua la punizione dal limite con palla sulla traversa, ma che Munari di testa riesce a mandare in rete mentre Colombi è a terra per il tuffo precedente. Il pari spinge la Juve Stabia a scoprirsi, a sfiorare gol (7’ Baldanzeddu, 25’ Sau ed Erpen), a chiedere un rigore (20’ Erpen s’infrange su Volta) e, infine, a subire la beffa di quell’Icardi che ai tempi del Barcellona seguiva Messi come un fratello minore.

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Festa Crotone Il Vicenza scatta Segna Sforzini Gabionetta-gol Poi è Buscè Il Modena ribalta esulta in tribuna il salva Empoli Bergodi va via? CROTONE NOCERINA

3 1

GIUDIZIO 777 PRIMO TEMPO 0-0 MARCATORI Caetano (C) al 30', Ciano (C) al 37', Di Maio (N) al 47', Gabionetta (C) al 48' s.t. CROTONE (4-3-3) Belec 6,5; Correia 6,5, Vinetot 6,5, Abruzzese 6,5 (dal 36' s.t. Tedeschi s.v.), Mazzotta 6,5; Eramo 6,5, Florenzi 6,5 (dal 39' s.t. Maiello s.v.), Galardo 6,5; De Giorgio 6 (dal 24' s.t. Gabionetta 6,5), Caetano 6,5, Ciano 7. PANCHINA Bindi, Migliore, Djuric, Pettinari. ALLENATORI Drago-Galluzzo 7. NOCERINA (4-2-3-1) Concetti 7; Figliomeni 5,5, Di Maio 5,5, Rea 5,5, Giuliatto 5,5; Mingazzini 6 (dal 20' s.t. Parola 5), Bruno 5,5; Catania 5, Merino 5,5, Laverone 5; Castaldo 4,5. PANCHINA Aldegani, Alcibiade, De Franco, Bolzan, Suarino, Farias. ALLENATORE Auteri 5,5. ARBITRO Nasca di Bari 6,5. GUARDALINEE Ciancaleoni 6,5 - Crispo 6,5. AMMONITI Florenzi (C) e Abruzzese (C) per gioco scorretto; Vinetot (C), Rea (N), Di Maio (N) e Gabionetta (C) per comportamento non regolamentare. NOTE paganti 1.598, incasso di 8.523 euro; abbonati 2.394, quota di 14.476 euro. Tiri in porta 8-4. Tiri fuori 3-2. In fuorigioco 0-8. Angoli 7-0. Recuperi: p.t. 1', s.t. 4'.

LUIGI SAPORITO CROTONE

La festa salvezza del Crotone è nel gesto di Gabionetta: gol al 48', via la maglia e corsa verso la tribuna, dove siede la fidanzata, con tanto di scavalcamento della vetrata di recinzione. Come il romanista Simplicio, un gesto che ha lasciato estasiati i tifosi rossoblù e ha fatto arrabbiare quelli della Nocerina. Il Crotone dunque brinda alla salvezza, si mette male invece per Auteri e i suoi. Moduli rispettati come alla vigilia: Merino dietro Castaldo per i campani e uno svogliato Caetano nei panni del falso centravanti per i rossoblù. L'inizio è di studio anche se Castaldo prova subito i riflessi di Belec al 13', che gli risponde bloccando a terra

h 7 il migliore CIANO (Crotone) Assist-man e goleador. Gioca una gara intensa, tutta corsa e impegno

un diagonale insidioso. Alla mezzora Ciano mette Correia davanti a Concetti che respinge il diagonale del portoghese. Al 35' campani ancora pericolosi con Laverone che mette Castaldo in condizione di battere a rete ma è sempre Belec a dire di no. Il suo collega Concetti si deve allungare al 44' per deviare un tiro dalla distanza di Ciano, sul capovolgimento di fronte Laverone spreca depositando nelle mani di Belec da pochi passi. Si torna dal riposo senza cambi. Castaldo sfrutta bene un passaggio di Figliomeni e a pochi metri da Belec prova un inguardabile pallonetto. La mossa Drago inserisce Gabionetta, abile a sfruttare gli spazi larghi. In uno di questi si buttano Florenzi e Caetano che confezionano il vantaggio chiuso con un pregevole colpo di tacco del brasiliano: centro numero 16 per lui. Auteri ordina la difesa a 3 e lancia i due centrali difensivi in attacco ma becca il raddoppio con una punizione al limite di Ciano. Partita che si riapre a 1’ dal termine quando Di Maio trova lo spazio per battere Belec con una serie di rimpalli. Un minuto dopo lo show di Gabionetta: dopo un assist di Ciano, salta Concetti e segna a porta vuota. © RIPRODUZIONE RISERVATA

EMPOLI VICENZA

1 1

GIUDIZIO 77 PRIMO TEMPO 0-1 MARCATORI Paolucci (V) al 39' p.t.; Buscé (E) al 19' s.t. EMPOLI (4-3-1-2) Dossena 6,5; Buscé 6,5, Ficagna 5,5, Stovini 6, Regini 5,5 (dal 1' s.t. Gorzegno 6); Zé Eduardo 5,5, Moro 6, Coppola 5,5; Saponara 5,5 (dal 17' s.t. Lazzari 6); Tavano 5,5, Maccarone 6 (dal 36' p.t. Dumitru 6). PANCHINA Pelagotti, Valdifiori, Signorelli, Mchedlidze. ALLENATORE Aglietti 6. VICENZA (4-4-1-1) Frison 6; Brighenti 6, Martinelli 6, Pisano 6, Giani 6 (dal 32' s.t. Bianco 6); Mustacchio 6,5 (dal 42' s.t. Abbruscato s.v.), Soligo 6, Botta 5,5, Gavazzi 6; Pinardi 6,5 (dal 36' s.t. Maiorino s.v.); Paolucci 6,5. PANCHINA Pinsoglio, Possebon, Baclet, Bariti. ALLENATORE Cagni 6,5. ARBITRO Massa di Imperia 6,5. GUARDALINEE Bagnoli 6 - Ranghetti 6. ESPULSI Lazzari (E) al 38' s.t. per comportamento non regolamentare. AMMONITI Brighenti (V), Giani (V), Coppola (E) e Ficagna (E) per gioco scorretto; Buscé(E) e Gavazzi (V) per comp. non regolamentare; Gorzegno (E) per proteste. NOTE paganti 2.790, incasso di 3.897 euro; abbonati 1.474, quota di 7.086 euro. Tiri in porta 3-2. Tiri fuori 5-7. In fuorigioco 1-0. Angoli 6-14. Recuperi: p.t. 1', s.t. 4'.

GIACOMO CIONI EMPOLI (Firenze)

È tornato al Castellani da avversario dopo gli anni della serie A e della qualificazione alla Coppa Uefa e quasi quasi Gigi Cagni stava per fare un bello scherzetto al «suo» Empoli. Il Vicenza è vivo e lo dimostra nonostante i 27 gradi. Mentre in Maratona si prende il sole, in campo si boccheggia, soprattutto gli azzurri che sono alla quinta gara in 15 giorni. Aglietti temeva questo calo e infatti la squadra non decolla. I veneti, invece, dopo aver preso le misure iniziano a premere. Paolucci là davanti è un po’ solo, ma Pinardi sa come trovarlo e a destra Mustacchio fa paura quando sale.

I gol Dall’altra parte Maccarone

non sta bene e deve uscire per un guaio muscolare (si teme uno strappo), Tavano si accende solo nella ripresa. Così Paolucci inizia a prendere le misure con due conclusioni fuori bersaglio e al 39' si beve Ficagna in velocità e davanti a Dossena mette dentro un gol meritato. Gli azzurri faticano a riprendersi, ma nella ripresa entra in campo un Empoli più concreto. Già mancano gli spunti di Maccarone, sostituito da Dumitru e Tavano non decolla, ma Aglietti deve essersi fatto sentire negli spogliatoi. A dare la scossa sono i crampi a Saponara, nel senso che l’ingresso di Lazzari velocizza l’azione. Da un suo cross, al 19’, arriva il pareggio: splendido tiro al volo di Buscé. Il Vicenza risponde solo con una conclusione di Mustacchio centrale. Poi ancora Lazzari si fa notare: il trequartista reagisce a una gomitata di Gavazzi, ne nasce un parapiglia da cui esce espulso. In superiorità numerica Cagni gioca l’asso Abbruscato, ma il numero 10 non morde. L’Empoli raggiunge l’Ascoli a 43 punti e di fatto lo supera per la classifica avulsa. Il Vicenza cerca ancora la salvezza diretta, Cagni: «Non ditemi la classifica. So solo che dobbiamo fare 6 punti». © RIPRODUZIONE RISERVATA

h 6,5 il migliore MUSTACCHIO (Vicenza) Inesauribile, pronto sempre a cambiare marcia e a dare dinamicità al Vicenza

MODENA GROSSETO

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GIUDIZIO 77 PRIMO TEMPO 0-1 MARCATORI Sforzini (G) al 3' p.t.; Cellini (M) al 33', Di Gennaro (M) al 46' s.t.

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il migliore NARCISO (Grosseto) Con i suoi interventi consente di limitare i danni: nulla può nel finale

MODENA (4-3-1-2) Caglioni 6; Perticone 5,5, Diagouraga 5,5, Carini 6, Milani 5,5 (dal 21' s.t. Rullo 5,5); Nardini 6,5, Dalla Bona 5,5 (dal 28' s.t. Stanco s.v.), Ciaramitaro 6 (dal 39' s.t. Petre s.v.); Di Gennaro 6; Ardemagni 5,5, Cellini 7. PANCHINA Guardalben, Jefferson, Perna, Gilioli. ALLENATORE Bergodi 6,5. GROSSETO (4-4-2) Narciso 7; Petras 5,5, Antei 5, Olivi 5, Giallombardo 6; Mancino 5, Sciacca 5,5, Asante 5,5 (dal 10' s.t. Biraschi 6), Calderoni 6,5; Sforzini 6, Alfageme 6 (dal 12' s.t. Caridi s.v.; dal 23' s.t. Mancini 5,5). PANCHINA Lanni, Keko, Curiale, Formiconi. ALLENATORE Ugolotti 6. ARBITRO Di Paolo di Avezzano 6 GUARDALINEE Paiusco 6 - Santuari 6 AMMONITI Diagouraga (M) per gioco scorretto. NOTE paganti 2.102, incasso di 9.971 euro; abbonati 3.141, quota di 29.138 euro. Tiri in porta 7-3. Tiri fuori 8-2. In fuorigioco 4-3. Angoli 4-1. Recuperi: p.t. 2', s.t. 5'.

ferito in merito ad una partita con il Mantova quando giocava a Modena nel 2010) la forza per sfoderare una buona partita. Abbracciato dai compagni al primo coro ancora a bocce ferme, sullo 0-1 ha salvato su Cellini (33’) dopo che il palo aveva respinto un colpo di testa di Petras, e nella ripresa si è superato sia sul tiro ravvicinato di Carini (19’) che sulla punizione velenosa (30’) di Di Gennaro. Tocco vincente Ma proprio men-

PAOLO REGGIANINI MODENA

Vittoria in rimonta e salvezza aritmetica. Bergodi porta il Modena dove gli avevano chiesto al suo ritorno, e con 25 punti in 13 gare centra l’obiettivo senza sofferenze. Risultato che sa di addio («Aspetto le mosse della società», dirà a fine gara) per il tecnico, in scadenza di contratto. Dovrà aspettare invece gli ultimi 180’ Ugolotti, ma la pratica per il Grosseto sembra ormai chiusa. Il fatto che il portiere Narciso sia stato il migliore dà una idea del match, a ritmi blandi, deciso alla fine dall’orgoglio del Modena che voleva cancellare la brutta figura di Vicenza. Narciso ha probabilmente trovato nei fischi dei suoi ex tifosi (è stato de-

tre Narciso accarezzava l'idea di rivestire i panni dell’eroe, la determinazione con la quale il Modena ha cercato, soprattutto nella ripresa, di evitare il ko ha fatto la differenza. Da angolo l’azione del pari, con un tocco in mischia di coscia di Cellini, al settimo centro con questa maglia (più i 5 di Varese). Stessa situazione nel raddoppio, nato da una azione personale di Nardini: palla a mezza altezza sulla testa di Di Gennaro, e l'ex milanista per la prima volta in carriera (10 gol) in doppia cifra. E a proposito di reti, l’acuto dell’altro ex aveva solo illuso il Grosseto. Un destro al 3' di Sforzini ha acceso il match. Alfageme in due occasioni (28’ e 30’) ha fallito il raddoppio, risvegliando così il Modena da un pericoloso torpore. © RIPRODUZIONE RISERVATA


DOMENICA 13 MAGGIO 2012

LA GAZZETTA SPORTIVA

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SERIE BWIN 40a GIORNATA

Il Sassuolo rallenta E’ un pari che piace Perotti debutta e ferma il volo della squadra di Pea Il Livorno dopo 29 partite riesce a non prendere gol LIVORNO SASSUOLO

0 0

GIUDIZIO 777 LIVORNO (4-3-2-1) Bardi 7; Salviato 6 (dal 23’ s.t. Meola 6), Bernardini 6,5, Knezevic 6, Lambrughi 6; Filkor 6, Luci 6,5, Remedi 6; Bigazzi 5,5 (dal 14’ s.t. Siligardi 6,5), Dionisi 5,5 (dal 32’ s.t. Lignani 5,5); Paulinho 5,5. PANCHINA Mazzoni, Schiattarella, Piccolo, Barone. ALLENATORE Perotti 6,5. SASSUOLO (3-4-1-2) Pomini 6,5; Marzoratti 6, Piccioni 6,5, Terranova 6; Consolini 5,5 (dal 12’ s.t. Gazzola 6), Magnanelli 6,5, Cofie 6, Longhi 6; Missiroli 6,5 (dal 32’ s.t. Valeri 6); Sansone 6,5, Boakye 5 (dal 10’ s.t. Troianello 6). PANCHINA Bassi, Bianco, Bianchi, Bruno. ALLENATORE Pea 6,5. ARBITRO Candussio di Cervignano del Friuli 6.

noLeffe). Uno 0-0 che maschera ritmi e agonismo apprezzabili e quindi porta indicazioni utili per le due squadre.

NOTE paganti 1.312, incasso di 8.534 euro; abbonati 3.075, quota di 16.308,77 euro. Tiri in porta 2-4. Tiri fuori 5-6. In fuorigioco 0-0. Angoli 7-7. Recuperi: p.t. 1’, s.t. 4’.

DAL NOSTRO INVIATO

cato Bernacci, Perotti opta per il 4-3-2-1. Le novità: a metà campo c’è Remedi, mentre Bigazzi viene lanciato nella trequarti. Nel Sassuolo cambia il centrocampo: spazio a Consolini e Magnanelli. Squadre molto guardinghe. Domina la reciproca attenzione a non lasciare libero il minimo corridoio. Il Livorno rispolvera la grinta, il Sassuolo affila le sue geometrie. Slanci di frenesia sgusciano comunque diverse azioni a rete. Due tentativi su tutti, uno per parte. Al 18’ Dionisi si libe-

NICOLA BERARDINO LIVORNO

Al Picchi il Sassuolo non centra quella quarta vittoria di fila inseguita per far impennare le proprie quotazioni verso la promozione diretta, ma il pari contro il Livorno ha il senso di una missione compiuta. Perché la formazione toscana, guidata in panchina da Attilio Perotti, subentrato in settimana all’esonerato Madonna, ha lottato per far muovere la classifica dopo 5 k.o. di fila a caccia della salvezza. E non è una coincidenza che la porta del Livorno dopo 29 partite sia rimasta inviolata (non accadeva dal 9 ottobre, 4-0 in casa dell’Albi-

rigore assegnato (al Varese), il n. 136 del torneo: ne manca uno per eguagliare il totale 2010-11

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partita senza reti, è la quinta giornata di fila che almeno una gara finisce 0-0

h 7 il migliore

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BARDI (Livorno) Attento a sventare tre pericoli: dopo 7 mesi la porta livornese è imbattuta

ra al tiro, ma Pomini si salva in angolo. Al 22’ la replica emiliana con un diagonale di Sansone deviato da Bardi. La squadra di Pea addomestica il gioco con le sue tipiche giocate orizzontali. L’impressione di un atteggiamento frenato viene fugato dopo l’intervallo. Gli emiliani spostano il baricentro del gioco nella metà campo avversaria.

Padova, un tris 1 con l’amarezza Il Gubbio va giù

le vittorie in rimonta, ottenute da Modena e Sampdoria: solo una volta nelle ultime 12 giornate non si sono registrati successi in rimonta (37ª)

La chiave Nel Livorno, squalifi-

Francesco Bardi, 20 anni, è il portiere del Livorno e dell’Under 21 di Ciro Ferrara. E’ in comproprietà con l’Inter FOTOPRESS

Le mosse Gli ingressi di Gazzo-

la e Troianello (out Consolini e Boakye) garantiscono al Sassuolo nuovo carburante in mediana e più vivacità in avanti. La replica di Perotti con l’innesto di Siligardi (al posto di Bigazzi) cerca altre soluzioni in fase offensiva. Martella il Sas-

suolo: Bardi sventa su Missiroli (17’) e Terranova (19’). Gli emiliani alzano il ritmo per tentare il colpo. Ma il Livorno tiene botta, anzi tira fuori tanta lucidità. Si fa male Salviato che esce in barella (infiammazione al tendine rotuleo). Il Sassuolo va all’assalto per mezz’ora, poi giudiziosamente evita di rischiare. Pea argina il centrocampo con l’innesto di Valeri. La mossa torna utile quando nel finale il Livorno decide di raschiare le sue forze per provare l’assalto. E al 40’ la parabola di Siligardi dalla distanza fa volare Pomini. Il Sassuolo blinda ogni varco e così il punto finale assume il suo giusto peso nei conti verso la serie A.

VITTORIA E VERDETTO DAL CANTO CONTESTATO

I NUMERI DELLA B

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GUARDALINEE Stallone 5,5 - Tasso 5,5. AMMONITI Remedi (L) e Troianello (S) per gioco scorretto.

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le reti casalinghe sulle 31 realizzate: solo alla giornata 32 erano state di più (25). Le 10 in trasferta sono uno dei bottini peggiori: però manca una partita

1092

le reti in totale: già superato il totale della scorsa stagione (1.077)

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PADOVA GUBBIO

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GIUDIZIO 777

La differenza la fa l’incapacità degli ospiti di gestire il pallone in uscita dalla difesa: finché lo hanno i veneti poco male, appena passa agli umbri addio.

PRIMO TEMPO 1-0 MARCATORI Schiavi al 17’ p.t.; Cacia al 17’, Cutolo al 44’ s.t. PADOVA (4-3-3) Perin 6; Legati 5,5, Schiavi 6,5, Trevisan 6, Renzetti 6; Bovo 6,5 (dal 45’ s.t. Osuji s.v.), Marcolini 6, Bentivoglio 6,5; Cutolo 6, Cacia 7 (dal 36’ s.t. Succi s.v.), Drame 5 (dal 1’ s.t. Lazarevic 5,5). PANCHINA Pelizzoli, Donati, Franco, Hallenius. ALLENATORE Dal Canto 6,5. GUBBIO (4-3-3) Farabbi 5; Bartolucci 5,5, Cottafava 5, Caracciolo 5, Rui 6,5; Sandreani 6, Nwankwo 6, Lunardini 5 (dal 13’ s.t. Gerbo 5); Guzman 6 (dal 5’ s.t. Ragatzu 6,5), Ciofani 5,5 (dal 23’ s.t. Lofquist 5), Graffiedi 5,5. PANCHINA Marinelli, Briganti, Raggio Garibaldi, Buchel. ALLENATORE Apolloni 6. ARBITRO Irrati di Pistoia 6,5. GUARDALINEE Vivenzi 6 - Avellano 6. AMMONITI Bovo (P), Rui (G) e Nkwanko (G) per gioco scorretto. NOTE paganti 2.630, incasso di 9.850,66 euro; abbonati 4.607, quota non comunicata. Tiri in porta 6 (con un palo e una traversa)-7. Tiri fuori 5-6. In fuorigioco 0-0. Angoli 7-7. Recuperi: p.t. 2’, s.t. 4’.

DAL NOSTRO INVIATO

ALESSIO DA RONCH PADOVA

Sensazioni a rovescio. Il Padova vince e mantiene un filo di speranza nella corsa ai playoff, eppure lascia lo stadio con Dal Canto contestato per aver sacrificato a lungo Cacia durante la stagione. «Io - ribatte il tecnico – non faccio archivi come Conte, ma ho buona memoria. Ricordo quando tutto lo stadio tritava Cacia e non poteva vederlo». Il Gubbio retrocede, essendo in svantaggio nei confronti diretti con Vicenza e Nocerina, lo fa dopo un solo anno di serie B, ma con serenità, tanto che Apolloni potrebbe pure restare per il prossimo anno. Il Padova vince, ma non domina, anzi soffre parecchio.

Mossa Apolloni sorprende Dal Canto. Guzman parte da destra ma si accentra tra le linee, divenendo fantasista. Renzetti non lo segue, Marcolini neppure lo guarda e nessun centrale esce sulle sue tracce: il paraguaiano così sfrutta abilmente gli inserimenti di Rui, creando scompiglio: Ciofani, Graffiedi e soprattutto Sandreani, però, sprecano i suoi assist. Quando Guzman si spegne ecco Ragatzu: le occasioni arrivano, i gol no e il Gubbio affonda. Contromossa Dal Canto ha la fortuna di non pagare il problema iniziale e la bravura nel correggerlo: inverte le posizioni di Bentivoglio, bravo davanti alla difesa, e Marcolini, più efficace in fase di impostazione. Il Padova, in ogni caso, aveva già sfruttato i regali degli ospiti, con Schiavi, bravissimo a sfuggire a Bartolucci e a concludere al volo e su punizione di Marcolini nata da uno sbaglio di Caracciolo e dalla grinta di Cacia. Il centravanti colpisce un palo e fallisce due occasioni, nate da errori di Cottafava e Nkwanko (fatto bersaglio di cori razzisti), ma chiude il conto sfruttando un’uscita sciagurata di Farabbi. Il 3 a 0 di Cutolo è contropiede puro, ma lo stadio, non esaltato ma illuso, è già raffreddato dalla notizia del vantaggio della Samp. © RIPRODUZIONE RISERVATA

h 7 il migliore CACIA (Padova) Un vero incubo per la difesa del Gubbio, che devasta a forza di scatti

LEGA PRO Supercoppa di Prima e Seconda divisione

Ternana, c’è l’andata Lo Spezia per il triplete Diretta su Raisport 1: il ritorno sarà giocato giovedì 17 LAURETI-MAGI

Primo round oggi della Supercoppa di Prima divisione, che poi sarà assegnata giovedì 17 a La Spezia. Oggi a Terni c’è l’andata tra le due squadre già promosse in Serie B e i liguri inseguono un fantastico triplete (mai nessuno ce l’ha fatta) che comprende anche la Coppa Italia. In campo Toscano ha convocato 19 giocatori, tutti i disponibili (infortunati Bernardi, Nolè e Danti) e ha un dubbio in difesa legato alle condizioni di Pisacane: non dovesse farcela toccherebbe a De Giosa, con Ferraro al centro della linea a tre; in mediana c’è un ballottaggio Miglietta-Cejas, mentre sugli esterni ci sono gli uomini contati, specie in attacco,

dove l'unica alternativa ai tre è Docente. Lo Spezia invece è senza Bianco e Vannucchi, squalificati, con Casoli e Rivalta non sono al meglio, oltre a Lollo, infortunato ormai da tempo; per il resto ci sono tutti e il dubbio rimane solo sul modulo: 4-4-2 o 4-3-3, visto che l'assenza di Vannucchi fa abbandonare il 4-3-1-2. LE FORMAZIONI Così le due squadre in campo (inizio alle ore 15, diretta su Raisport 1): TERNANA (3-4-3) Ambrosi; Fazio, Ferraro, De Giosa; Dianda, Carcuro, Miglietta, Gotti; Giacomelli, Litteri, Sinigaglia. (Virgili, Stendardo, Pisacane, Camillini, Cejas, Arrigoni, Docente). All. Toscano. SPEZIA (4-4-2) Russo; Bianchi, Lucioni, Murolo, Pedrelli; Madonna, Grauso, Buzzegoli, Testini; Iunco, Evacuo. (Russo, Mora, Ricci, Papini, Chianese, Guerra, Marotta). All. Serena. ARBITRO Bindoni di Venezia (Mondin-De Franco).

SECONDA DIVISIONE Si gioca oggi anche l’andata della Supercoppa di Seconda divisione. In programma c’è Treviso-Perugia (ore 15): arbitra Marini di Roma. Il ritorno sarà giocato 20 con inizio alle ore 16.

PLAYOFF E PLAYOUT TRA UNA SETTIMANA IL VIA

Guai Taranto: messa in mora e sequestro ai beni di D’Addario TARANTO Una bufera si è abbattuta sul Taranto. La Guardia di Finanza ha eseguito il sequestro preventivo di beni immobili (un palazzo in pieno centro) del valore di 4,5 milioni di euro al presidente Enzo D'Addario perché dopo accertamenti alle sue aziende sono emersi, per il periodo dal 2009 al 2011, omissione di versamenti di Iva e ritenute. Gli investigatori ipotizzano il mancato pagamento di ritenute certificate, mancato versamento di Iva e indebita compensazione. Inoltre la squadra, senza stipendi ormai da diversi mesi, dopo un incontro con l'Aic ha deciso di mettere in mora il club. IL PROGRAMMA

Sono in programma domenica 20 e 27 i playoff e i playout di Prima e Seconda divisione (finali 3 e 10 giugno). Tutte le gare avranno inizio alle 16, ma sono previste alcune variazioni per le dirette della Rai; in più,

ieri è stato deciso l’anticipo della gara di Lecco visto che domenica in città arriva il Giro d’Italia. Ecco il programma: PRIMA DIVISIONE GIRONE A PLAYOFF Pro Vercelli-Taranto

(ritorno ore 15 con diretta su Raisport 1); Sorrento-Carpi (ore 17, diretta su Raisport 1). Finali: andata ore 17, ritorno ore 15. PLAYOUT Monza-Viareggio; Pavia-Spal. PRIMA DIVISIONE GIRONE B PLAYOFF Cremonese-Trapani

(ritorno ore 19 con diretta su Raisport 1); Lanciano-Siracusa (ore 15, diretta su Raisport 1). Finali: andata ore 15, ritorno 17. PLAYOUT Piacenza-Prato; Latina-Triestina. SECONDA DIVISIONE GIRONE A PLAYOFF Rimini-Cuneo;

Entella-Casale. PLAYOUT Lecco-Mantova (sabato 19). SECONDA DIVISIONE GIRONE B PLAYOFF Paganese-Vigor

Lamezia; Aprilia-Chieti. PLAYOUT Neapolis-Vibonese.

serie D Anche il Salerno a caccia dello scudetto Playoff: grande colpo della Lavagnese Salvezza: c’è lo spareggio del girone H Si giocano oggi in D la prima giornata della poule scudetto, il primo turno dei playoff e uno spareggio per evitare la retrocessione. Vediamo il programma delle partite e gli arbitri (inizio alle 15): POULE SCUDETTO TRIANGOLARE 1 Valle d’Aosta-Castiglione: Panarese di Lecce; riposa Venezia. TRIANGOLARE 2 Forlì-Teramo: Boggi di Salerno; riposa Pontedera. TRIANGOLARE 3 Martina-Salerno (si gioca a Monopoli): Mancini di Fermo; riposa Hinterreggio. REGOLAMENTO Mercoledì si gioca la seconda giornata, domenica la terza. Le vincenti e la migliore seconda vanno alla final four, in programma a Gubbio giovedì 24 e sabato 26.

GIRONE D Mezzolara-San Paolo 2-1 d.t.s.; Este-Castelfranco: Fabbri di San Giovanni Valdarno. GIRONE E Pianese-Castel Rigone: Ranaldi di Tivoli; Arezzo-Sporting Terni (domani, 20.30): Colosimo di Torino. GIRONE F Sambenedettese-Isernia: Gentile di Lodi; Ancona-Civitanovese: Baroni di Firenze. GIRONE G Marino-Budoni: Pagliardini di Arezzo; Pomigliano-Fidene: Lazzeri di Arezzo. GIRONE H Sarnese-Brindisi: Ceccato di Bassano; Ischia-Casertana: Bertani di Pisa. GIRONE I Cosenza-Palazzolo: Del Rosso di Molfetta; Battipagliese-Messina: Zuliani di Vicenza. REGOLAMENTO In caso di parità, si giocano i supplementari: se persiste la parità, va in finale la meglio classificata.

PLAYOFF PRIMO TURNO GIRONE A Chieri-Lavagnese 0-1; Santhià-Novese: D. Alfaré di Mestre. GIRONE B Pontisola-MapelloBonate: Catona di Reggio Calabria; Olginatese-Pizzighettone (18): Strippoli di Bari. GIRONE C Porto Tolle-Sacilese: Farinelli di Roma; Legnago-Montebelluna: Marinelli di Tivoli.

SPAREGGIO PLAYOUT GIRONE H Real Nocera-Viribus Unitis (ad Aversa): Di Martino di Teramo. REGOLAMENTO In caso di parità al 90’, si giocano due tempi supplementari e poi eventualmente i rigori: la perdente retrocede, la vincente gioca il playout con il Grottaglie (tutte le gare di andata sono domenica 20 alle 16).


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LA GAZZETTA SPORTIVA

DOMENICA 13 MAGGIO 2012

FORMULA 1 GP SPAGNA LA GARA IN DIRETTA ALLE 14 SU RAI 1, NOTIZIE E COMMENTI SU WWW.GAZZETTA.IT

METEO: NUVOLOSO CON POSSIBILI ROVESCI; TEMPERATURA: TRA 16˚ E 21˚

I TEMPI QUALIFICHE 1 1. HAMILTON 1’22"583 2. GROSJEAN 1’23"248 3. ALONSO 1’23"276 4. ROSBERG 1’23"370 5. MALDONADO 1’23"380 6. KOBAYASHI 1’23"386 7. RAIKKONEN 1’23"406 8. BUTTON 1’23"510 9. WEBBER 1’23"592 10. HULKENBERG 1’23"720 11. SCHUMACHER 1’23"757 12. VETTEL 1’23"850 13. DI RESTA 1’23"852 14. MASSA 1’23"886 15. RICCIARDO 1’23"906 16. PEREZ 1’24"261 17. VERGNE 1’24"362 ELIMINATI 18. SENNA 1’24"981 19. PETROV 1’25"277 20. KOVALAINEN 1’25"507 21. PIC 1’26"582 22. GLOCK 1’27"032 23. DE LA ROSA 1’27"555 23. KARTHIKEYAN 1’31"122 QUALIFICHE 2 1. MALDONADO 1’22"105 2. HAMILTON 1’22"465 3. GROSJEAN 1’22"667 4. PEREZ 1’22"773 5. RAIKKONEN 1’22"856 6. ALONSO 1’22"862 7. ROSBERG 1’22"882 8. VETTEL 1’22"884 9. KOBAYASHI 1’22"897 10. SCHUMACHER 1’22"904 ELIMINATI 11. BUTTON 1’22"944 12. WEBBER 1’22"977 13. DI RESTA 1’23"125 14. HULKENBERG 1’23"177 15. VERGNE 1’23"265 16. D. RICCIARDO 1’23"442 17. MASSA 1’23"444 QUALIFICHE 3 1. HAMILTON* 1’21"707 2. MALDONADO 1’22"285 3. ALONSO 1’22"302 4. GROSJEAN 1’22"424 5. RAIKKONEN 1’22"487 6. PEREZ 1’22"533 7. ROSBERG 1’23"005 8. VETTEL 9. KOBAYASHI 10. SCHUMACHER * Retrocesso, parte in ultima posizione

la guida Vettel guida la classifica Oggi si corre il GP di Spagna, 5ª tappa del Mondiale sul circuito di Montmelò (4.655 metri). Il percorso prevede 66 giri per una lunghezza di 307,104 km. Programma La gara scatta alle ore 14 e viene trasmessa in diretta su Rai1 e RaiHD. Classifiche piloti 1. Vettel (Ger-Red Bull) 53 punti; 2. Hamilton (GB-McLaren) 49; 3. Webber (Aus-Red Bull) 48; 4. Button (GB-McLaren) 43; 5. Alonso (Spa-Ferrari) 43; 6. Rosberg (Ger-Mercedes) 35; 7. Raikkonen (Fin-Lotus Renault) 34; 8.Grosjean (Fra-Lotus Renault) 23; 9 Perez (Mes-Sauber Ferrari) 22; 10 Di Resta (GB-Force India) 15; 11 Senna (Bra-Williams) 14; 12 Kobayashi (Gia-Sauber) 9. Costruttori 1. Red Bull 101 punti; 2. McLaren 92; 3. Lotus 57; 4. Ferrari 45.

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CHE PASTICCIO 24

I NUMERI

GP per Maldonado prima di ottenere la prima pole. Anche Bruno Giacomelli ha impiegato lo stesso numero di qualifiche per riuscirci.

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Piloti in pole nei primi 5 GP: Hamilton in Australia e Malesia, Rosberg in Cina, Vettel in Bahrain e Maldonado in Spagna.

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Pole per la Williams. La prima la ottenne Alain Jones nel 1979 in Inghilterra mentre la precedente l’aveva fatta segnare Nico Hulkenberg nel 2010 in Brasile. La Williams è terza dietro a Ferrari (205) e McLaren (149).

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Partenze in prima fila per Alonso che stacca René Arnoux e Rubens Barrichello e si lancia all’inseguimento di Stirling Moss e David Coulthard, fermi a 37.

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Piloti sempre in Q3 nel 2012: Hamilton, Rosberg e Grosjean. di g.cor.

La MP4/27 di Hamilton viene recuperata

PINO ALLIEVI MONTMELÒ (Spagna)

Un diabolico film d’azione, quello visto ieri a Barcellona. Con un prosieguo, oggi, dallo svolgimento altrettanto imprevedibile in quanto c’è la bella notizia della Ferrari di Alonso in prima fila: in ventiquattr’ore si è passati dalle perplessità del venerdì a un clima euforico nel quale il Cavallino torna a respirare profumo di vittoria. Traguardo Il primo degli attori,

in ordine di apparizione, è Lewis Hamilton, che con un giro fantastico regala alla McLaren la 150a pole della storia. Quando transita sul traguardo rifila mezzo secondo alla sorpresa Maldonado. Lewis urla di gioia, ma via radio gli arriva un ordine: «Fermati subito, spegni il motore». Lui esegue. Quando i commissari recuperano la macchina e la esaminano, rilevano che a bordo ci sono 1,3 litri di benzina. Il regolamento dice che «nel serbatoio deve esserci, in ogni momento dell’evento, almeno un litro di carburante» per poterne verificare la regolarità. Ma la norma 6.6.2 spiega pure che «eccetto casi di forza maggiore, la macchina deve tornare ai box coi suoi mezzi». La McLaren sostiene di aver bloccato la vettura in modo che restasse la benzina sufficiente richiesta. Ma i commissari sentenziano che la giustificazione non può essere con-

Hamilton: via la pole Non torna ai box, partirà per ultimo Si ferma in pista per conservare il minimo richiesto di benzina: punito. Maldonado e Alonso in prima fila siderata «forza maggiore». Quindi pole cancellata e Hamilton a fondo griglia. Una superficialità inaccettabile della McLaren e un’offesa alle qualità di Hamilton, perché con un litro di benzina in più le prestazioni sarebbero state le stesse e la vettura sarebbe rientrata senza polemiche.

La prima fila che non vedremo oggi: Fernando Alonso soddisfattissimo, Lewis Hamilton (al centro) prima della doccia fredda e Pastor Maldonado (a destra) COLOMBO

Sorpresa Il secondo personaggio si chiama Pastor Maldonado, 27 anni, piede pesante, pochi capelli, colorito bruno di tanti venezuelani. Guida una Williams dal recente passato disastroso, ma che con le ultime modifiche ha messo le ali. Un anno fa, mentre stava conquistando il 5o posto a Montecarlo, fu Hamilton a buttarlo fuori. Ora Lewis gli regala la pole. Fantascienza. Che cosa farà in

Fernando è in agguato con una Ferrari rinata dopo le ultime modifiche gara? Dipende dall’emozione al via, ma la Williams teme l’usura delle gomme... Perfezione Il terzo attore è Fernando Alonso, 3o anche in qualifica, poi proiettato in prima fila, 2o. Un miracolo. Con scenari inimmaginabili. Perché la F2012 è progredita in modo evidente: mai quest’anno era stata a soli 6 decimi dal vertice. Le modifiche funzionano e fanno sperare. Campione dalle tattiche raffinate, scaltro, Alonso


DOMENICA 13 MAGGIO 2012

GALLERIA UNA GIORNATA PARTICOLARE 3

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MCLARENGIU’

1. Hamilton arriva ai box con la safety car. Ha appena lasciato la sua McLaren a bordo pista con una quantità di benzina non regolamentare; 2. Vettel raffredda i freni della sua Red Bull; 3. Tombazis, progettista Ferrari, cerca di cogliere le novità Williams; 4. Scarichi e aperture nella nuova F2012; 5. Massa desolato; 6. Massa in scia ad Alonso in corsia box LAPRESSE-IPP-COLOMBO-CANONIERO

con Grosjean (3o) e Raikkonen (4o). La Lotus è ottima, facile da guidare e da gestire, pronta a vincere perché usura poco le gomme. Potrebbe essere la sorpresa. Poi c’è Perez, il Messico in F.1, 5o. Manca tra le star Sebastian Vettel, 7o senza neppure un giro lanciato per salvare le gomme tenere per la gara. La Red Bull va a corrente alternata (Webber 11o), però con le Pirelli, come si dice, «lavora bene». Il contrario delle Mercedes di Rosberg (6o) e Schumacher (8o). Infine c’è Button, 10o per guai tecnici, ma scaltro nel districarsi nelle situazioni più complesse. Il film di oggi avrà questi protagonisti. Con la variabile clima: caldissimo ieri, con l’asfalto a 42˚, annunciato freddino oggi. Spesso sono state minime variazioni di temperatura a fare la classifica. E siccome le Pirelli tenere durano 10 giri, ma su certe macchine col pieno si deteriorano prima, qualcuno (Mercedes, Massa, Kobayashi) ieri sera pensava di partire con le dure. Una roulette. Con Alonso pronto al colpaccio... © RIPRODUZIONE RISERVATA

Lewis tradito dal suo team «Non capivo il problema» L’inglese firma un tempo mostruoso prima di essere penalizzato dalla giuria «Sull’auto non sentivo niente di strano» DAL NOSTRO INVIATO

MAURO CASADIO MONTMELÒ (Spagna)

Un giro mostruoso. La ventiduesima pole della carriera, la terza del 2012 e, soprattutto, la centocinquantesima della McLaren. Poi l’ordine dai box: «Ferma la macchina subito dopo il traguardo». Lewis Hamilton obbedisce: «Ma non so cosa stava succedendo, dentro l’auto non sentivo nulla di irregolare». Quindi il brivido dopo aver saputo di essere stato convocato dai commissari. La festa dell’inglese dura esattamente 4 ore e 45 minuti. Ovvero dalle 15, quando timbra il miglior giro, alle 19.45, quando il portavoce della Fia ufficializza con un comunicato la retrocessione all’ultimo posto sulla griglia per il caos benzina.

drive through di penalità per l’incidente con Felipe Massa e altri 20" di ritardo sull’ordine di arrivo per quello con Pastor Maldonado. «In sei GP sono stato dai commissari cinque volte. Forse ce l’hanno con me perché sono nero», aveva tuonato Lewis. Da quel momento, la sua stagione aveva preso una brutta piega, influenzata anche dai problemi con il padre Anthony e con la fidanzata Nicole Scherzinger. Forza maggiore Il 2012 doveva

essere l’anno della svolta, della maturità finalmente acquisita. Invece ci ha pensato la squadra a mettergli i bastoni fra le ruote: prima con alcuni pit stop scellerati, adesso con il caos benzina. «C’era un problema, è stato un motivo di forza maggiore», si è difeso Whitmarsh. Poi in serata, subito dopo la re-

Caramelle Fino a quel momen-

Lewis Hamilton GETTY

to Lewis aveva ostentato allegria, aveva provato a sorridere in conferenza stampa con il compagno Button, aveva masticato caramelline a ripetizione offrendone anche al suo capo Martin Whitmarsh. «È stata una delle qualifiche più belle della mia carriera — aveva detto —. I ragazzi nei box hanno fatto un gran lavoro». Ancora non sapeva che quei «ragazzi dei box», fermandolo subito dopo il traguardo, avevano compromesso il suo weekend. Già, perché stavolta non si può proprio dire che la colpa sia di Lewis. Eppure, chissà perché, quando c’è di mezzo qualche questione con i commissari, qualche richiamo all’ordine, qualche penalizzazione, è molto facile imbattersi nel pilota inglese. Sotto i riflettori Ogni anno le cronache «giudiziarie» della Formula 1 hanno per protagonista Lewis. Nel 2011 il picco era stato raggiunto a Montecarlo, quando la direzione gara gli aveva inflitto un

«

È stata una delle più belle qualifiche nella mia carriera LEWIS HAMILTON iridato nel 2008

trocessione all’ultimo posto in griglia, è arrivata la stringata replica di un portavoce del team: «Accettiamo il fatto che i commissari non sono stati d’accordo con la nostra interpretazione di forza maggiore. Il nostro obiettivo è ora quello di portare a casa più punti possibili». Con un litro di benzina in più, la McLaren avrebbe salvato la faccia. Un errore intriso di superficialità, più che un imbroglio come quelli del passato (vedi spy story). Lewis ha scelto di tenere la bocca cucita. Proverà a rispondere con una rimontona disperata, di quelle d’altri tempi, per avvicinarsi almeno a quella vittoria mai conquistata al Montmelò. Il suo talento gode sempre del pieno di benzina. © RIPRODUZIONE RISERVATA

A sorpresa spunta Van der Garde Valsecchi quarto consolida il primato L’olandese Giedo Van der Garde (Caterham) ha ottenuto a sorpresa la vittoria nella gara disputata ieri dalla GP2 Series sul circuito di Barcellona. Van der Garde, terzo pilota della Caterham F1, al via è passato dal quinto al terzo posto. Poi ha sfruttato al meglio le concitate fasi del cambio-gomme per superare James Calado, leader della prima parte di gara, e Fabio Leimer. Calado ha conquistato una piazza d’onore molto importante mentre Leimer è stato bloccato da un drive-through. La terza piazza

WILLIAMSSU

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Inseguitori L’elenco va avanti

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GP 2 SERIES OGGI GARA 2 SUL CIRCUITO CATALANO

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non ha ancora una rossa perfetta ma possiede le qualità per giocarsela nei meandri di strategie da 3 cambi gomme. Tratteniamo il fiato...

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Pastor Maldonado AFP

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è andata a Stefano Coletti,

Olandese monegasco del team Coloni Giedo Van der autore di una grande rimonta Garde, 27 anni dall’ottava posizione al via. PELLEGRINI

Davide Valsecchi ha incrementato la leadership del campionato grazie al quarto posto, mentre Luiz Razia non è andato oltre l’ottavo posto. Il brasiliano scatterà però dalla pole nella gara conclusiva in programma oggi alle 10.30 (diretta Rai2). Gara 1 (37 giri): 1. Van der Garde (Ola/Caterham); 2. Calado (Gbr/Lotus); 3. Coletti (Mon/Coloni); 4. Valsecchi (Ita/Dams). Roberto Chinchero

Pastor sfida gli scettici: «Ho un Paese che mi spinge» Per i critici era in F.1 solo grazie ai soldi dello sponsor petrolifero venezuelano «E invece adesso proverò a vincere» MARCO DEGL’INNOCENTI MONTMELÒ

L’ultima volta pole della Williams era stata quella di Nico Hülkenberg nel GP del Brasile del 2010. Ma allora la breve storia del giovane tedesco nel prestigioso team di Sir Frank era già segnata. Avrebbe dovuto cedere il posto, nella stagione successiva, al venezuelano Pastor Maldonado, fresco campione della GP2. In molti avevano malignato sull’arrivo a Grove del sudamericano: sponsorizzato — si diceva — nientedimeno che dal presidente del suo Paese Hugo Chavez, grazie ai dollari della società petrolifera del Venezuela che avrebbero pagato il suo sedile. Sorpresa Ieri Pastor ha riporta-

to la Williams in prima fila, anzi, di nuovo in pole dopo la penalizzazione di Hamilton, con al suo fianco Alonso. «Non me lo aspettavo — è stato il suo commento stupito, dopo la decisione —. E adesso proverò a vincere. Una pole strana? No, perché tutti dobbiamo rispettare le regole. Ovviamente ora sono un po’ più tranquillo, perché è sempre bello partire primo, ma la gara sarà dura. Comunque è una grande opportunità per prendere tanti i punti. Darò il mio meglio». Orgoglio Una prestazione che diventa la migliore risposta a chi aveva malignato su di lui è stata questa: «Io penso di essere un uomo fortunato per non avere soltanto uno sponsor dietro di me, ma un Paese intero che mi spinge. Io sono qui, faccio il mio lavoro, do il massimo, cerco di migliorarmi ogni giorno. Ho una missione, che è quella di riportare la Williams al top, quindi eccomi qui». Certo, il suo primo anno con gli inglesi non era passato inosservato. Ma soprattutto per alcuni episodi non proprio da manua-

le, come lo scontro di Montecarlo con la McLaren di Lewis Hamilton. «Ma alla fine è anche riuscito a stare quasi sempre davanti al suo compagno di squadra, un pilota esperto come Barrichello», fa notare Alessandro Alunni Bravi, il manager italiano della società di Nicolas Todt, figlio del presidente della Fia Jean Todt, che ne cura gli interessi. Aggiunge Alunni Bravi: «Dovunque abbia corso, Pastor ha vinto». Clan Una carriera di pilota invece che da ufficiale, dopo la scuola militare in Venezuela, iniziata nel ’99 in Italia, a Viareggio, fino al 2004, tra kart, Formula Renault e F3000. Ora, come altri piloti, abita a Montecarlo: «Ma all’Italia sono ancora molto legato, ho una casa a Pisa e tantissimi amici». Anche il suo simpatico e numeroso

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Non c’è emozione so dominare i miei sentimenti E la Williams ora è fantastica PASTOR MALDONADO CAMPIONE GP2 NEL 2010

clan famigliare, che lo accompagna su ogni circuito, ha molte affinità con l’Italia. A cominciare da papà Pastor senior, un grosso commerciante di auto in Venezuela, che parla perfettamente la nostra lingua. E orgogliosa rivela Gaby Tarkanay, la bella fidanzata, cantante e giornalista televisiva nel suo Paese: «Avevo una nonna italiana, altoatesina di Bressanone, che si chiamava Geltrude». Italiano è anche il fisioterapista che lo segue da inizio carriera, Fabrizio Maganzi, toscano di Pietrasanta: «Finalmente si sono accorti tutti di quanto valga Pastor!». Che oggi ha la grande occasione. «Non c’è emozione, so dominare i miei sentimenti. E adesso la macchina è fantastica, veloce e costante». © RIPRODUZIONE RISERVATA


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FORMULA 1 GP SPAGNA

Il Matador

clic

Fernando da urlo «Un giro perfetto, devo finire il lavoro» Lo spagnolo: «Ho tante motivazioni extra e la Ferrari qui è da podio». Massa infuriato: «Colpa del traffico» DAL NOSTRO INVIATO

MAURO CASADIO MONTMELÒ (Spagna)

Già il terzo posto sarebbe stato un risultato eccezionale. Figuriamoci la prima fila al fianco di Maldonado, dopo il pasticciaccio McLaren. Fernando Alonso è il vero protagonista di questo pazzo sabato. Giro perfetto Lo spagnolo ave-

va rimandato ogni giudizio sulle novità della F2012 a dopo le prove del sabato. E ha avuto ragione. «Nelle prime quattro gare riuscivo a stento a entrare in Q3 — ricorda lo spagnolo, che ieri sera ha festeggiato il risultato a cena con la famiglia —. Questo significa che abbiamo migliorato 5-6 posizioni. Ho fatto un giro perfetto, neanche se riprovassi altre cento volte mi verrebbe così bene». Le bandiere della Spagna sventolano a festa, i tifosi sono impazziti per questo campione che non molla mai. E che soprattutto ha la capacità di leggere ogni situazione con lo spirito giusto. Un mago della tattica. Oggi in gara ne servirà in quantità industriale per saper interpretare al meglio una gara lunga, con tanti pit stop (i top team sembrano orientati sulle tre soste) e con molti big che partono nelle posizioni di rincalzo e faranno di tutto per recuperare terreno. «Questo risultato è un sogno — sottolinea Fernando —, ma i punti vengono assegnati in gara. Dobbiamo finire il lavoro che abbiamo iniziato, altrimenti non sarà servito a niente. Dietro di me partono piloti che sono davanti a me nel campiona-

to, devo approfittarne per ottenere punti pesanti».

di Spagna, ma per il resto del campionato. Il podio qui sarebbe un bel traguardo per noi».

Scatti La partenza oggi gioche-

rà un ruolo molto importante, visto che al Montmelò non è facile superare. Fernando non lo dice, ma in cuor suo spera di ripetere lo scatto-capolavoro di un anno fa, quando dal quarto posto in griglia si ritrovò al comando nel giro di poche centinaia di metri. Stavolta dovrà cercare di stare alla larga da Maldonado, che da quando è in Formula 1 si è reso protagonista in più di un’occasione di manovre discutibili. «Ho tante motivazioni extra — ripete lo spagnolo —. Adesso dobbiamo capitalizzare la buona posizio-

« «

Traffico Se Alonso ha firmato la

migliore qualifica del 2012, Felipe Massa deve registrare la peggiore prestazione dell’anno: 17˚ (16˚ dopo la retrocessione di Hamilton; n.d.r.) e ultimo degli eliminati in Q2. Il brasiliano è sempre più scuro in volto. «Ho trovato traffico — si giustifica —, davanti a me c’erano 6-7 macchine. Ho perso 5 decimi. Peccato, perché la macchina è migliorata». Oggi sembra che proverà a scattare con le gomme dure per tentare il tutto per tutto.

ACTION IMAGES

Alonso parte per la 5˚ volta in 1˚ fila con la Ferrari. Era partito dal 2˚ posto a Germania 2010 quando vinse davanti a Massa. Dal 2˚ posto si era lanciato anche nel 2011 in Canada, nella gara più lunga di sempre per i nubifragi, ma fu costretto a ritirarsi. Due sono anche le pole con la Rossa: Italia e Singapore 2010. In entrambi i casi arrivò la vittoria. Insomma, 4 prime file con il Cavallino hanno fruttato 3 successi e un diluvio di proporzioni bibliche. (g.cor.)

Meteo Il capo della Gestione sportiva, Stefano Domenicali, è già proiettato sulla gara, in cui potrebbero giocare un ruolo fondamentale le temperature, previste in calo rispetto a ieri: «Pochi gradi in più o in meno possono cambiare le carte in tavola. Si preannuncia una corsa molto incerta, con il rendimento degli pneumatici che farà la differenza. Una cosa è certa: abbiamo fatto un passo in avanti. Fernando ha fatto un lavoro fantastico dal primo all’ultimo giro delle qualifiche».

S Vettel «Non avevamo il passo per puntare alle prime 5 posizioni, era fondamentale risparmiare un set di gomme soft per la gara»

S Schumi «Ho sentito che per la gara le temperature saranno più basse e questo ci darà una mano. Le gomme sono la chiave? Spero anche i piloti»

S Button «Non so cosa è andato storto. La macchina che il venerdì andava alla grande con le morbide, si è dimostrata molto diversa»

FERNANDO ALONSO IRIDATO 2005 E 2006

«Non vedo Webber in rosso»

MONTMELÒ

«Augureri a Mark Webber un bel contratto con la Ferrari, lo vorrebbe ogni pilota di F.1. É più forte, stabile, motivato. Ma da noi ha una vettura al top. E comunque correre accanto ad Alonso non è più facile che con Vettel». Dietrich Mateshitz, padrone della Red Bull, che oggi sarà in circuito, intervistato dal quotidiano Salzburgen Nachrichten sembra non credere alle voci di un possibile passaggio di Marc a Maranello. Promossa Piuttosto fa un bilancio sull’inizio di stagione: «La F.1 è più avvincente e meno prevedibile di prima. É una cosa positiva per gli spettatori, perfetta». Ed è soddisfatto della sua Red Bull, anche se non domina come nei 2 anni precedenti: «Era chiaro che per il regolamento più restrittivo la situazione si sarebbe livellata, ma ho avuto fiducia nel potenziale delle nostre vetture e continuo a crederci fermamente». Battaglia E per la lotta iridata

ne di partenza. Dobbiamo essere aggressivi ma non pazzi, non bisogna rischiare troppo. Abbiamo fatto un passo in avanti anche se non so di quanto, siamo tutti più vicini e pochi decimi fanno la differenza tra le varie posizioni. Nella Q3 si può fare di più e soprattutto si potrà fare meglio in futuro. Tutto ha funzionato bene ed è positivo non solo per il GP

S Webber «Non ho fatto il 2˚ giro. Nel 1˚ sono stato veloce ed ero messo molto bene. E il team ha pensato che potesse bastare...»

RALLY

Sordo trionfa con la Mini sulle strade della Corsica

Carroll Shelby con la Ford Mustang GT special edition nel 2006 REUTERS mezzo mondo. Nel 1964 la vettura trionfò a Le Mans tra le Gt. Lo stesso anno la Ford chiese a Shelby di sviluppare la serie sportiva della Mustang, un’altra icona Usa. Nacque un sodalizio andato sempre avanti, a parte una parentesi con la Dodge, fino all’ultima GT 500 da

Dietrich Mateschitz, 67 anni

Il patron Red Bull: «Con Alonso non avrebbe vita facile»

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Siamo 5-6 posti più avanti e tutto ha funzionato È importante per il Mondiale

PARLA MATESCHITZ

HANNO DETTO

«In gara spero che possiamo lottare per entrare nei punti».

Che qualifica! Se riprovassi altre cento volte non mi verrebbe così bene

Muore Un mito americano Addio Shelby l’ex allevatore papà della Cobra e della Mustang Muore un mito americano. Carroll Shelby, che si è spento a Dallas a 89 anni, aveva legato il suo nome prima alle corse e poi ad auto da sogno. Ex allevatore di polli, era stato pilota in F.1 per Aston Martin e Maserati (8 GP), vincendo la 24 Ore di Le Mans 1959 con Roy Salvadori su Aston Martin. Si era ritirato subito dopo per un problema cardiaco. Nel 1962 aveva fondato la Shelby-American, dando vita al primo modello di «muscle car» destinata alla storia. Era la Cobra, su telaio dell’inglese Ac e con motore V8 Ford di 4,7 e 7 litri, prodotta fino ai giorni nostri e imitata in mille repliche dagli artigiani di

S Macché 3˚ Fernando Alonso, 30 anni, è alla Ferrari dal 2010. In questa stagione, ha vinto con la rossa il GP della Malesia

PER LA QUINTA VOLTA L’ASTURIANO PORTA LA ROSSA IN 1˚ FILA

A

650 Cv. Per costruire Cobra e Mustang, di recente Shelby si era avvalso della manodopera dei detenuti del carcere del Nevada, che si trova nel deserto non lontano dalla sua fabbrica. Per loro uno stipendio e una speranza. Per Shelby un posto sicuro in Paradiso.

La prima vittoria nei rally per la Mini e la prima affermazione internazionale per lo spagnolo Dani Sordo arrivano nella 55ª edizione del Tour de Corse, sulle strade dell’isola che fino al 2008 è stata teatro del Mondiale e di tragiche pagine tra cui la morte di Attilio Bettega e Henri Toivonen a metà degli Anni 80. Oggi la Corsica è una nobile decaduta e vale per il campionato Irc. Nel caso di Sordo, 29 anni, si trattava di una partecipazione estemporanea. Lo spagnolo è infatti impegnato da 7 anni nella serie iridata, dove è stato compagno di Seb Loeb alla Citroen e quest’anno si è alternato alla guida della Mini Wrc e della Ford Fiesta Wrc, a causa di un programma limitato. Sordo, che gareggiava per la prima volta nell’Irc con la Mini S2000, ha centrato il successo davanti al ceco Jan Kopecky (Skoda) e al francese Pierre Campana (Peugeot). Dopo l’uscita di scena di Andreas Mikkelsen (Skoda), che ha forato nella quinta speciale, lo spagnolo ha controllato la rimonta di Kopecky. Classifica: 1. Dani Sordo (SMG Mini) in 3h22’01".6; 2. Kopecky (Skoda) a 17".9; 3. Campana a 32"4. © RIPRODUZIONE RISERVATA

Mateschitz è convinto che non ci saranno grosse sorprese: «Si restringerà a un duello McLaren-Red Bull. La Ferrari faticherà di più, mentre la sorpresa è la Lotus, col ritorno di Raikkonen e la forza di Grosjean. La Mercedes non riuscirà a tradurre in gara i vantaggi della qualifica: non siamo convinti dell’efficacia del loro f-duct e per questo non lo copieremo». m.d.i. © RIPRODUZIONE RISERVATA

Taccuino EUROPEO F.3

Marciello strepitoso a Pau Strepitosa vittoria di Raffaele Marciello (Prema) sul difficile cittadino di Pau, nella 2ª prova dell’Europeo F.3. Il 17enne italo-svizzero della Ferrari Driver Academy, dopo la vittoria di Hockenheim con record di precocità e la pole, ha preceduto il malese Jazeman Jaafar. Nella Porsche Cup pole per Sebastien Loeb.

MOTOCROSS

Cairoli subito davanti in Messico Il Mondiale cross approda a Guadalajara (Messico) per la quarta prova stagionale con Tony Cairoli in fuga nella Mx1. E il messinese della Ktm si è subito confermato come il più veloce nelle libere e nella prequalifica: ha tenuto dietro Boog e Pourcel, con le Kawasaki; 6˚ tempo per Philippaerts (Yamaha). Oggi su Sportitalia, alle 19 la gara Mx2 e alle 20 la Mx1.

BARI APRE LA CAMPAGNA FIA

Kart in piazza per la sicurezza Sarà Bari ad aprire oggi l’iniziativa «Kart in Piazza 2012», legata alla campagna Fia per la sicurezza stradale, che porterà nelle piazze d’Italia migliaia di ragazzi tra 7 e 9 anni, per apprendere i fondamentali della guida al volante di kart appositamente allestiti. Il progetto è promosso da Aci e Csai.


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SUPERBIKE GP EUROPA

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Melandri sfida Sykes «Questa la vinco io»

I TEMPI DI IERI

L’inglese della Kawasaki fa la 4ª pole stagionale, ma Marco (3o) punta tutto sulla Bmw PAOLO GOZZI DONINGTON (Gran Bretagna)

Tom il simpaticone ha disintegrato il record Superbike disegnando traiettorie da artista ed è andato a festeggiare la 4a pole in 5 gare (6a della carriera) davanti alla calorosa platea di Donington. «A Monza ho fatto festa a metà, qui spero di completare il lavoro», ha promesso Sykes alludendo alla vittoria di domenica scorsa nella gara amputata dalla pioggia con bottino dimezzato. Inseguitori Max Biaggi, ieri 4o e

capofila del Mondiale, è lontano appena 6 punti. Marco Melandri, 3o tempo, ha lasciato sfogare l’entusiasmo di pilota e pubblico, ma lasciando il palco delle interviste ha lanciato sot-

Biaggi in prima fila con un’Aprilia troppo cattiva. Occhio a Checa, nono ma veloce tovoce il guanto di sfida: «Sarà una battaglia da panico, saremo in tanti là davanti, ma sento che questa è la mia gara». Grinta Ma proprio su questa pi-

sta Sykes, nel 2008, quando non era nessuno e correva con la Suzuki nella campionato nazionale, si lanciò ad occhi chiusi nel diluvio impegnando allo spasimo Bayliss, mito Ducati e dominatore quell’anno. Il secondo posto gli valse una Yamaha e il passaporto Mondiale. Sugli stessi curvoni Melan-

dri sfiorò il podio a 15 anni, finendo 4o in 125 del ’98. Poi ha sbancato nel 2002, l’anno del titolo in 250, e si è ripetuto 12 mesi fa, conquistando il primo trionfo Superbike con la Yamaha. Oggi andrà all’assalto con la Bmw ancora a secco nonostante gli 80 milioni di euro investiti in 3 anni e mezzo. Compagno Sykes non è l’unico ostacolo sulla strada di Marco. Con la sua stessa moto punta in alto Leon Haslam, 2o in griglia con un nuovo ed elegante casco bianco, identico a quello di papà Ron, protagonista della 500 Anni 80 e asso del Tourist Trophy. Dove magari un giorno il giovane Haslam sfiderà la sorte: «Perché no? È un bellissimo posto per giocarci a golf...».

S Cresciuto Tom Sykes, 26 anni, corre con la Kawasaki dal 2010. L’anno scorso ha concluso il campionato al tredicesimo posto ALEX PHOTO

schiaffetti nel box per uno sgarbo in Superpole, Melandri si troverà ancora fianco a fianco con Max Biaggi. L’Aprilia è un belva su questo tracciato dove conta soprattutto la dolcezza dell’erogazione, ma l’ex iridato è riuscito ad addomesticarla, agguantando l’ultima posto tra i «magnifici 4» della prima linea. Che però si dovranno guardare dalla mina vagante Carlos Checa, relegato in 3a fila da una Superpole incolore, quasi mezzo secondo più lento della sua pole 2011, sbagliando a non dare fiducia alla gomma super-soffice degli altri. «Ero convinto che ci fosse più grip. Ma non mi abbatto perché la prima curva è vicina e basterà una partenza a razzo per non perdere il treno». Bis Ma si tratta di un altro erro-

Sorpresa Un anno dopo gli

re, dopo la gomma da pioggia

1. Sykes (GB-Kawasaki) 1’27”716 2. Haslam (GB-BMW) 1’27”864 3. Melandri (Ita-BMW) 1’28”177 4. Biaggi (Ita-Aprilia) 1’28”340 5. Guintoli (Fra-Ducati) 1’28”420 6. Rea (GB-Honda) 1’28”546 7. Camier (GB-Suzuki) 1’28”551 8. Smrz (RCec-Ducati) 1’28”785 9. Checa (Spa-Ducati) 1’28”497 10. Badovini (Ita-BMW) 1’28”614 11. Fabrizio (Ita-BMW) 1’28”683 12. Laverty (Irl-Aprilia) 1’29”032 13. Giugliano (Ita-Ducati) 1’29”236 14. Canepa (Ita-Ducati) 1’29”319 15. Berger (Fra-Ducati) 1’29”371 16. Davies (GB-Aprilia) 1’29”493

LA GUIDA

Le 2 gare su La7 in diretta alle 13 e alle 16 Oggi a Donington si disputerà la quinta prova del Mondiale Superbike. CLASSIFICA PILOTI: 1. Biaggi (Ita-Aprilia) p. 97,5; 2. Checa (Spa-Ducati) 95,5; 3. Sykes (GB-Kawasaki) 91,5; 4. Melandri (Ita-BMW) 72,5; 5. Rea (GB-Honda) 70; 6. Haslam (GB-BMW) 68; 7. Guintoli (Fra-Ducati) 66; 9. Smrz (R.Ceca-Ducati) 42,5; 10. Giugliano (Ducati) 41; 12. Fabrizio (BMW) 26; 14. Zanetti (Ducati) 21; 15. Canepa (Ducati) 20. COSTRUTTORI: 1. Ducati 140,5 p.; 2. Aprilia 108; 3. Kawasaki 97,5; 4. BMW 96. IN TV (diretta La7): ore 12.20 gara-1; 16 gara-2.

di Assen, dove ha perso il primato iridato. E nella squadra di punta Ducati comincia ad affiorare qualche crepa. Checa deve rimontare anche i cugini del Team Liberty che, dopo aver ritrattato sul ritiro dal Mondiale per il caos di Monza, puntano a far saltare il banco col consistente Sylvain Guintoli (5o) e con cavallo pazzo Jakub Smrz, primatista del venerdì e ieri 8o. Se il meteo rimarrà bello sarà la scelta della gomma a fare la differenza. Checa è stato il più veloce sul passo e per la dolcezza della Ducati può permettersi una mescola più soffice. Bmw e Kawasaki, invece, dovranno puntare sulla media, rinunciando a qualche decimo di prestazione per non pregiudicare la durata. Biaggi è in bilico tra le due soluzioni. © RIPRODUZIONE RISERVATA


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95˚ GIRO D’ITALIA LA 7a TAPPA SCINTILLE A ROCCA DI CAMBIO

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POZZOVIVO SESTO A 6"

UN GIORNO DA LEADER

Malori a 11’28’’ Finisce la favola A Rocca di Cambio, primo arrivo in salita del Giro, Paolo Tiralongo batte Michele Scarponi: secondo centro al Giro e prima vittoria italiana in questa edizione. Adriano Malori, a 11’28", perde subito la maglia rosa che passa a Ryder Hesjedal: storica prima volta per il Canada.

ANCORA INCERTEZZA

Distacchi minimi tra i favoriti Al traguardo tutti i big di classifica sono racchiusi in una manciata di secondi: Frank Schleck e Joaquin Rodriguez a 3", Basso a 9", Kreuziger e Cunego a 11", come Gadret. Bene anche Pozzovivo. Scarponi però guadagna anche 12" di abbuono e Schleck 8.

ASCESA FINALE DI 9,9 KM

Oggi si fa più dura C’è Lago Laceno Oggi 8ª tappa, SulmonaLago Laceno, 229 km, con finale più impegnativo di Rocca di Cambio. La salita finale è 9,9 km, dislivello 589 m, pendenza media 5,9% e punte del 12%; poi 4,3 km pianeggianti. Diretta Tv: RaiSport 2 dalle 14, Rai3 dalle 15; Eurosport, Radio1 Rai e Radio 101.

Gazzetta.it IN DIRETTA DALLE 14.30 E SEGUITE LA NOSTRA NUOVA RUBRICA Alle 14.30 parte la diretta streaming della tappa con il commento di Andrea Berton e Marco Saligari, che potrete seguire su pc, tablet e smartphone. Nello speciale Giro di Gazzetta.it troverete anche le video interviste a Hesjedal, Tiralongo, Basso, Schleck, Capecchi e Gasparotto. In più una nuova rubrica di Paolo Condò e Marco Pastonesi: Surplace a colazione.

ARRIVO 1. Tiralongo 207 km in 5h51’03", abb. 20" 2. Scarponi s.t. abb. 12" 3. F. Schleck a 3", abb. 8" 4. Joaq. Rodriguez a 3" 5. Hesjedal a 5" 6. Pozzovivo a 6" 8. Basso a 9" 15. Gadret a 11" 18. Kreuziger a 11" 22. Cunego a 11" 29. Rujano a 22" 34. Pinotti a 25" 36. Cataldo a 25" CLASSIFICA 1. Hesjedal 1066,9 km in 26h16’53" 2. Tiralongo a 15" 3. Joaq. Rodriguez a 17" 4. Vande Velde a 21" 5. Stetina a 26" 7. Kreuziger a 35" 8. Basso a 40" 10. Cataldo a 46" 11. Pinotti a 46" 12. F. Schleck a 48" 16. Scarponi a 54" 24. Cunego a 1’14" 38. Pozzovivo a 1’42" 53. Gadret a 2’38" 54. Rujano a 2’39"

Finalmente 1

1 Paolo Tiralongo va in caccia di Michele Scarponi, che è scattato in anticipo sul traguardo di Rocca di Cambio BETTINI 2 Il siciliano dell’Astana va a chiudere il buco sul marchigiano della Lampre, che pensava di aver fatto il vuoto LAPRESSE 3 Il sorpasso si completa proprio a pochi metri dall’arrivo LAPRESSE 4 Tiralongo esulta per il successo, il secondo al Giro BETTINI

2

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Scarponi accende la miccia E Tiralongo fa il fenomeno Primo arrivo in salita: il vincitore del 2011 attacca ai -500, ma quando sembra fatta spunta il siciliano dell’Astana. Hesjedal nuova maglia rosa DAL NOSTRO INVIATO

LUCA GIALANELLA ROCCA DI CAMBIO (L’Aquila)

Qui, tra le aspre montagne abruzzesi, dove una volta si cambiavano i cavalli nel viaggio tra Roma e L’Aquila, Michele Scarponi fa capire che la gerarchia del Giro d’Italia non è cambiata, anzi. Una bella lezione al compagno Damiano Cunego, su un arrivo perfetto per gli scatti del veronese; poi un avvertimento a tutto il gruppo. Quella maglia

rosa che gli è stata data alla vigilia della corsa 2012 per la squalifica di Alberto Contador la vuole tutta per se, la vuole sul campo. Per scattisti Ancora a corto di brillantezza per una primavera un po’ stentata, con quella faccia sempre da anima in pena, Scarponi non perde tempo. Il primo arrivo in salita non è impegnativo (19 chilometri al 4% medio), si adatta di più agli scattisti, ma Michele mette davanti il fedelissimo

Niemiec, polacco cresciuto ad Auschwitz, e ai 500 metri finali, appena dopo il tratto al 10%, allunga. Gli resta a ruota soltanto Paolo Tiralongo, il gregario dei gregari, l’uomo al quale Contador l’anno scorso regalò la vittoria a Macugnaga. Anche stavolta c’è una storia di amicizia, perché Scarponi si allena spesso sull’Etna e Tiralongo, che è di Siracusa, diventa il suo compagno di giornata. Il canadese Ryder Hesjedal, 31, nuovo leader REUTERS

Missione Michele e Paolo a po-


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Italia 4

suoi gregari e nel finale ha rinunciato a inseguire Scarponi: oggi la verifica sul secondo arrivo in quota, più severo, a Lago Laceno, nel Beneventano. Cunego, il rivale in squadra, la seconda punta della Lampre-Isd, cede 11 secondi: così si capisce una volta per tutte chi comanda. Per Damiano la sconfitta è totale: aveva avuto la sua occasione venerdì a Porto Sant’Elpidio, e non si era mosso. Poteva replicare ieri su un arrivo perfetto, ma Scarponi ha fatto la voce grossa. Il nervosismo l’ha portato pure a uno scatto, in risposta a Sella, a 11 chilometri dalla conclusione: un’azione senza senso con una settantina di corridori ancora in gruppo e una velocità in salita di quasi 30 orari. Due giorni fa, sulla Gazzetta, il commissario tecnico azzurro Paolo Bettini l’aveva giudicato «non pervenuto»: ieri non sarà stato contento del veronese, leader della sua Nazionale per il Mondiale di Valkenburg.

Pericolo Nella giornata della

Cresce Schleck: è 3˚ a 3". Basso si imballa: tra ritardo e abbuono cede 21" a Scarponi Cunego, nervoso, chiude 22˚ a 11": per il veronese un’altra occasione sfumata chi centimetri, Michele davanti, Paolo sembra cedere, poi si riporta sotto e all’ultima curva, ai 70 metri, lo infila, per poi buttarsi a terra trasfigurato dalla fatica. È la prima vittoria italiana di tappa in questa edizione. Ma la missione, per Scarponi, è compiuta. Ivan Basso, il rivale numero 1, perde 9" sulla linea, che diventano 21" con i 12" di abbuono di strappati dal rivale. Non è apparso bellissimo il varesino, che non ha fatto lavorare i

lunga fuga di Rabottini junior, Selvaggi, Beppu e Hollenstein, iniziata al chilometro zero e stoppata dopo 197 km, e degli scatti, a volte sconclusionati, di Pirazzi nel finale, la maglia rosa cambia ancora. Il giovane Adriano Malori si stacca a 14 km dal traguardo e la casacca passa a Ryder Esjedal, primo canadese della storia a conquistare le insegne del primato: non è una meteora. Ma l’arrivo abruzzese porta un altra notizia: il terzo posto di Frank Schleck. Quella maglia bianco-nera è una minaccia. Alto sui pedali, il lussemburghese terzo al Tour de France 2011 respira l’aria della classifica che conta, lui che nel 2005 faceva il gregario di Basso. Già due giorni fa avevamo visto che stava bene, non soffriva le colline marchigiane, lì in prima fila con Basso e Scarponi: ieri la conferma. La scommessa di Bruyneel, che vinse nel 2005 il Giro con Savoldelli, può ripetersi. E attenzione, perché Schleck, dalla sua, ha gambe che possono solo migliorare e tanta esperienza. Il fatto che abbia preceduto uno veloce come Rodriguez per prendersi l’abbuono la dice tutta. © RIPRODUZIONE RISERVATA

y Sì, Michele c’è

8 VOLTA AL GIRO a

S Michele Scarponi è nato a Jesi (Ancona) il 25 settembre 1979. È alto 174 cm per 62 kg di peso. È soprannominato «l’Aquila di Filottrano», il paese in provincia di Ancona dove vive

«Big distratti Li ho sorpresi» Scarponi «Non conoscevo la salita, nel finale mi sono affidato all’istinto»

S CARRIERA Pro’ dal 2002, è il leader della Lampre-Isd, con cui corre dal 2011. Ha conquistato 24 successi in carriera, tra i quali la TirrenoAdriatico 2009, il Giro di Catalogna e il Giro del Trentino 2011

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guez, 17" a Hesjedal, 21" a Basso e 23" a Kreuziger, per limitarsi ai rivali più importanti. Atmosfera Michele non approfondisce oltre: la Lampre ha scelto di non concedere alla Gazzetta interviste singole in questo Giro. Intanto Damiano Cunego, che aveva tentato due volte l’azione sulla salita finale (ai -11, dietro a Sella, e ai -6), diceva: «Ho giocato le mie carte, ma non mi sentivo al massimo nell’ultimo chilometro (ha chiuso 22˚ a 11", ndr). Michele stava meglio e ci ha provato, anche se non ha vinto, perché ha trovato un ottimo Tiralongo, la giornata è buona per noi». Soddisfatto anche il general manager Beppe Saronni: «Non tanto per i secondi guadagnati ma per il segnale che ha dato Michele. Se gli altri sono rimasti dietro, peggio per loro e buon per noi. Anche se la giornata di oggi, in prospettiva, conta fino a un certo punto. Di certo noi sappiamo che lui ha cominciato il Giro d’Italia meno in for-

Saronni: «La tappa conta poco ma sono contento, abbiamo dato un segnale a tutti»

S AL GIRO Ha vinto l’edizione 2011 dopo la squalifica dello spagnolo Contador. Nelle sette partecipazioni precedenti aveva conquistato tre tappe. Prima del trionfo 2011, il suo miglior piazzamento era stato il 4˚ posto 2010

LA GAZZETTA SPORTIVA

Cunego: «Ho giocato le mie carte ma nel finale non mi sentivo al meglio» Michele Scarponi al ritrovo di partenza della tappa di ieri a Recanati LAPRESSE DAL NOSTRO INVIATO

CIRO SCOGNAMIGLIO twitter@cirogazzetta ROCCA DI CAMBIO (L’Aquila)

«Erano tutti un po’ distratti. E allora li ho sorpresi». Lo scatto di Michele Scarponi, a 500 metri dal traguardo di Rocca di Cambio, non è stato altro che il lancio di un guanto di sfida, anche se in sede di commento il marchigiano lo racconta con il sorriso. Tiralongo gli ha ricacciato in gola l’urlo per la vittoria di tappa e soffiato 8 secondi d’abbuono che, in un Giro d’Italia così equilibrato, è sempre meglio prenderserli che il contrario: «È andata a finire che mi ha sorpreso lui». Ma il primo arrivo in salita del Giro d’Italia lo ha chiarito comunque: Michele Scarponi c’è. È vivo e lotta assieme ai compagni per conquistare «sulla strada» quella maglia rosa che nel 2011 ha vinto a tavolino per la squalifica di Contador. Ritmo La faccia ce l’aveva ispirata e concentrata già al mattino.

La piazza Giacomo Leopardi di Recanati era un catino troppo piccolo per l’entusiasmo della sua gente marchigiana, che gli ha dedicato cori degni di uno stadio. Una carezza dolcissima al pancione della moglie Anna, che era passato a trovarlo e per agosto aspetta i gemelli Giacomo e Tommaso. Poi, via: la maglia rosa di Malori da scortare, fino a quando possibile, e un piano per far saltare il banco nel finale. «No, quello no. In realtà non è stata un’azione studiata. Anche perché non conoscevo la salita finale: è stata lunga, non impossibile, ma con qualche tratto molto impegnativo. E resa più severa dal caldo che abbiamo trovato, per il secondo giorno consecutivo. Però è successo che nella curva ho visto tutti un po’ imbottigliati e allora sono partito. A quel punto non ci sarebbe stata male la vittoria di tappa, ma sono partito troppo lungo e Tiralongo ha vinto meritatamente. Bene così comunque». Bilancio (abbuoni compresi): 7" presi a Frank Schleck, 15" a Rodri-

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I NUMERI

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le tappe vinte al Giro La prima volta di Michele Scarponi al Giro nel 2009: il 14 maggio a Mayrhofen (Austria) vince la 6a tappa. Due settimane dopo conquista la 18a a Benevento. L’ultimo successo parziale all’Aprica nel 2010 (19a tappa)

ma dell’anno scorso, ma speriamo che possa crescere di più». Prospettive E quello di ieri — mentre oggi c’è subito un altro arrivo in salita — è stato appunto il primo «toc-toc» alla porta del Giro di Scarponi. L’avvicinamento, onestamente, non era stato dei migliori, tra l’inserimento a sorpresa di Cunego e le dichiarazioni del compagno Stortoni, poi smentite, sul malessere «dell’Aquila di Filottrano». La cronometro iniziale di Herning, disputata vestito di rosa, era stata al di sotto delle aspettative. La cronosquadre di Verona invece era andata abbastanza bene, ma è ieri che la missione di Scarponi è cominciata per davvero. Al bus lo aspettava Giuseppe, un tifoso del suo paese, che è letteralmente scappato da un congresso per non perdersi il finale dal vivo: «Come spesso capita ai marchigiani, quel ragazzo non si sa vendere bene. Però, avete visto che grinta?». Sì, abbiamo visto. Noi, e tutto il Giro. © RIPRODUZIONE RISERVATA


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95˚ GIRO D’ITALIA LA 7a TAPPA DALLE VACANZE SALTATE AL PROGETTO ROSA

Schleck ripescato di lusso «Ci sto prendendo gusto» Il lussemburghese: «Non era stato bello essere chiamato all’ultimo. Ho solo un problema, non conosco il percorso. Ma la forma cresce» Che cosa hanno detto le prime sette tappe del Giro?

DAL NOSTRO INVIATO

CLAUDIO GHISALBERTI ROCCA DI CAMBIO (L’Aquila)

Frank Schleck non ha perso l’occasione e alla prima salita vera ha messo le carte in tavola. Chi vorrà vincere il Giro d’Italia dovrà fare i conti anche con il 32enne lussemburghese di Radioshack. Ok, come ci tiene a sottolineare Ivan Basso questa è montagna, non alta montagna. Certo, saranno le vette alpine i giudici della corsa, ma intanto Frank ogni giorno migliora e comincia a lanciare segnali agli scettici. Pensare che lui al Giro è venuto all’ultimo momento e controvoglia. A spingerlo alla corsa rosa l’imposizione del team manager Johan Bruyneel, avallata in pieno da patron Flavio Becca. I due, già avevano in testa di scindere la coppia dei fratelli per poter ottenere il meglio da entrambi, così quando il danese Jakob Fuglsang, leader designato del team, è stato costretto a rinunciare per infortunio, loro hanno preso la palla al balzo e Schleckone non ha potuto dire no. Però è riuscito a imporre una condizione, che a seguirlo fosse Kim Andersen, il «suo» diesse, scelta che ha creato malumori e dissapori all’interno del team. «È vero — afferma — al momento la cosa non mi è piaciuta. Non è stato bello. Sapete che ero a casa a riposare dopo le classiche delle Ardenne e programmare il Tour per cercare di migliorare il 3˚ posto dello scorso anno. Mi hanno chiamato e ho dovuto accettare». Schleck, è stata la prima battaglia tra i big?

«Eravamo davanti in tanti, la vera battaglia c’è stata solo negli ultimi due chilometri». Come si sente?

«Venerdì mi sentivo bene, oggi (ieri, ndr) mi sentivo meglio. So che mi manca ancora qualche giorno per essere al top. Sono arrivato terzo (suo miglior risultato stagionale, ndr), ma sulle grandi salite è un’altra storia».

«Rimango della mia idea, tra i favoriti non è cambiato nulla. Sulle grandi salite in più dovremo fare attenzione a gente come Pozzovivo e Sella». Lei è stato otto giorni senza pedalare. Quali caratteristiche ne hanno risentito di più?

«Non c’è una cosa che perdi più o meno, in una settimana perdi tutto. Per questo ci alleniamo tutti i giorni. Per fortuna ho una buona squadra e tanto morale. Abbiamo tutto per fare una grande corsa». I grandi obiettivi si preparano anche andando a studiare il percorso. Lei cosa conosce di questo Giro?

Una smorfia. «Niente, e questo è grave. Conoscere le tappe è

«Se sarò ancora in classifica, manderò qualcuno a visionare le salite decisive» Frank Schleck, 22 anni: il 3˚ posto di ieri è il suo miglior piazzamento in stagione SCANFERLA

JOAQUIN INGOLOSITO DALLA TAPPA DI OGGI

Rodriguez aggiorna l’agenda: «Aspettatemi a Lago Laceno» ROCCA DI CAMBIO Forse voleva festeggiare il 33˚ compleanno con la vittoria e la maglia rosa, visto che era facile prevedere la resa di Malori e Golas, e invece Joaquin Rodriguez con il 4˚ posto è rimasto quasi a bocca asciutta. «Ho sbagliato - ammette lo spagnolo della Katusha (a sinistra nella foto Bettini) - perché quando Scarponi è scattato io ero troppo dietro. Così ho dovuto fare la volata non per vincere, ma per non perdere tempo». E l’occasione rosa sfumata? «Ma sinceramente per ora non divento matto. Prima

preferirei vincere una tappa. Chissà, magari Lago Laceno è l’occasione buona perché la salita, soprattutto all’inizio, è più dura. Non voglio perdere tempo e posizioni in classifica, ma non voglio neanche buttare via energie che saranno preziose nella terza settimana». Quasi a bocca asciutta, dicevamo. La Farnese infatti gli ha regalato una bottiglia di vino per brindare. «Ne berremo un goccio a testa, ma senza fare troppo casino. Eventualmente per far baldoria ci sarà tempo». c.ghis.

veramente importante. Sono sicuro che Basso, Kreuziger, Rodriguez e Scarponi sanno tutto in ogni dettaglio».

le Pagelle di Luca Gialanella

DA OGGI NIBALI IN GARA NEGLI USA

9

9

Chiamiamolo «scala-cista»: scalatorevelocista. Il siracusano è uno dei gregari modello degli ultimi 15 anni: esempio di tenacia e di lealtà sportiva. Stavolta una vittoria tutta sua

Come ai vecchi tempi, anche se gli mancano rodaggio e brillantezza (in primavera ha corso poco). Sembrava il Michele di Montevergine 2011. Un segnale a tutti, pure alla sua squadra

Tiralongo

Scarponi

8

7

Ancora un po’, e avrebbe vinto la tappa. La sua determinazione incute timore, perché è uomo di grande esperienza. Pronto su Scarponi: la condizione può soltanto crescere

Canadese di Vancouver, la nuova maglia rosa non è uno sconosciuto, anzi. Ha vinto alla Vuelta e viene dalla mountain bike, quindi guida bene la bici e ha coraggio. Ha pure una buona squadra

5,5

4,5

È vero, il finale non era per lui, ma non ha reagito allo scatto di Scarponi e ha perso 21". Non ci è piaciuto come pedalava nel finale, con le mani alte a spingere sul manubrio. Oggi la verifica

A Porto S.Elpidio ha perso una chance: ieri un incomprensibile scatto ai -11 km, quando si andava a 30 all’ora! Su un arrivo per lui, ha preso una sberla da Scarponi

Schleck

Hesjedal

«Prima della tappa Kim (Andersen, ndr) studia le cartine».

«Di questo non abbiamo ancora parlato, ma se sarò in classifica prima delle montagne manderò qualcuno avanti». Visto che lei non voleva venire al Giro, come si trova? È davvero una cosa così tremenda essere qui?

Sorriso. «No, anzi devo fare i complimenti a Michele Acquarone (direttore generale di Rcs Sport, ndr) che ha disegnato davvero un bel Giro: equilibrato, non pericoloso e senza tanti trasferimenti».

Vincenzo Nibali torna in gara oggi al Giro di California: prima tappa a Santa Rosa, conclusione il 20 a Los Angeles (al via, tra gli altri, Boonen, Horner, Sagan, Van Garderen). Quanto al futuro, assodato l’addio alla Liquigas del siciliano, si conferma in pole l’Astana. E il 26 maggio ci dovrebbe essere un incontro per discutere l’operazione col team kazako.

S

Quindi lei come fa?

È sufficiente oppure nelle prossime tappe manderete qualche vostro uomo di fiducia in avanscoperta?

y

Basso

Cunego

BRUYNEEL DAVANTI AI MAGISTRATI Secondo il sito Usa Velonation.com, Johan Bruyneel, storico team manager di Lance Armstrong, avrebbe ricevuto un ordine di comparizione al suo arrivo in California, a metà settimana, sulle accuse doping e all’indagine federale sul texano, peraltro chiusa a febbraio. I magistrati l’avrebbero ascoltato venerdì.

FOTO BETTINI

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Pinzolo.

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DOMENICA 13 MAGGIO 2012

LA GAZZETTA SPORTIVA

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95˚ GIRO D’ITALIA LA 7a TAPPA IL VINCITORE

Tiralongo estasi di fatica «Non capivo più dov’ero» Tiene l’allungo di Scarponi, lo sorprende in volata, poi crolla «Sperava di essere solo: ho estratto la riserva della riserva» DAL NOSTRO INVIATO

PAOLO CONDO’ ROCCA DI CAMBIO (L’Aquila)

Stavolta partiamo dalla fine perché in quella figura stesa a terra pochi metri dopo l’arrivo, una crocifissione orizzontale in cima a un piccolo Golgota, c’è l’immagine più sincera e brutale del prezzo della vittoria. Sai che Paolo Tiralongo è vivo perché la spasmodica ricerca di ossigeno da parte dei suoi polmoni gli muove freneticamente il petto, su e giù, su e giù, e a ogni contrazione le guance — bianchissime al traguardo — riguadagnano un minimo di colore. Sai che è sopravvissuto allo sforzo perché gli Astana che ac-

«

Non sono un fuoriclasse Ma adesso ho la libertà di provarci PAOLO TIRALONGO 34 ANNI, ASTANA

corrono ridono, e si danno di gomito, e si accingono a rialzarlo con la cura riservata a una preziosa porcellana. Sai tutte queste cose — le vedi proprio — eppure quando Tiralongo non molti minuti dopo compare sul palco, pettinato e rifiorito per premiazione, spumante e miss, stenti a credere che tutta la stanchezza del mondo, così pesante da averlo abbattuto subito dopo il traguardo, si sia già sciolta. Il presagio «Erano due giorni

che dicevo ai miei direttori sportivi "guardate che il traguardo di Rocca di Cambio è adatto a me". Loro un po’ tentennavano, e li capisco perché abbiamo un capitano con grandi ambizioni come Kreuziger; alla partenza, però, mi hanno detto che se continuavo a sentirmela avevo la libertà di provarci». Libertà, certo: Tiralongo ha appena pronunciato la parola chiave di questo suo incendiario crepuscolo di carriera — sta per compiere 35 anni —, con due magnifiche vittorie di tappa al Gi-

ro dopo una vita da gregario. «Ho sempre pedalato al servizio di grandi campioni, senza rimpianti e senza montarmi la testa perché penso di essere un ottimo corridore ma non un fuoriclasse. Da quando sono qui mi è stata però concessa qualche libertà in più, e allora se c’è un arrivo come dico io e la classifica generale lo consente, mi faccio avanti. A Rocca di Cambio saremmo arrivati in pochi, lo sapevo, io prendo in considerazione le tappe più lunghe di 200 chilometri e col finale duro. La partenza in progressione di Scarponi è stata tremenda, perché Michele è durato molto a quella velocità, e io non riuscivo a chiudere quei dieci metri di buco. Ma quando, dopo essersi finalmente seduto, si è voltato, ho capito che era lo sguardo di chi sperava di non vedere nessuno. Invece io c’ero: non ne avevo più come lui, eppure da qualche parte ho estratto la riserva della riserva, e l’ho passato. Mi avete visto, dopo il traguardo: non ero soltanto stremato, proprio non capivo dove fossi finito». Contador Tiralongo è andato a

credito, nel senso che ha speso ciò che non aveva, e certo lo restituirà al silenzioso e crescente Kreuziger nei prossimi giorni. Ridendo racconta che in gruppo lo chiamano Mario — come Cipollini — a significare la sua accresciuta capacità nei finali. Senza ridere dedica invece il successo ad Alberto Contador, che un anno fa a Macugnaga lo scortò al traguardo, lasciandogli il primo successo della carriera al Giro. «Siamo sempre in contatto tramite amici comuni, so quello che sta passando». Quello che Contador sta passando è una squalifica per doping, ed è dunque necessario chiedere a Tiralongo se la sua sia pura solidarietà umana o convinzione che lo spagnolo, che si è sempre protestato innocente, sia vittima di un errore giudiziario. «Non entro nel merito della squalifica — risponde Paolo — ma Alberto è un caro amico e un fuoriclasse. Gli sono vicino». © RIPRODUZIONE RISERVATA

Al traguardo Il siciliano sfinito dopo il trionfo Lo sforzo col quale ha rimontato e battuto Michele Scarponi l’ha fatto crollare esausto dopo l’arrivo. Paolo Tiralongo si è ripreso dopo diversi secondi e s’è rialzato con l’aiuto di alcuni inservienti. Per il siciliano è la 2a vittoria in carriera: la prima, sempre al Giro, un anno fa a Macugnaga IPP

-5 LA GRANDE STORIA

LA CORSA AI RAGGI X DATA

TAPPA

KM

ARRIVO

MAGLIA ROSA

5/5

1ª HERNING-HERNING (cronometro)

8,7

PHINNEY

PHINNEY

6/5

2ª HERNING-HERNING

207 CAVENDISH

PHINNEY

7/5

3ª HORSENS-HORSENS

190

GOSS

PHINNEY

8/5

RIPOSO a Verona GARMIN

ROSSA

AZZURRA

BIANCA

PHINNEY

-

PHINNEY

CAVENDISH

BALLONI

PHINNEY

GOSS

BALLONI

PHINNEY

9/5

4ª VERONA-VERONA (cronosquadre)

33,2

NAVARDAUSKAS

GOSS

BALLONI NAVARDAUSKAS

10/5

5ª MODENA-FANO

209 CAVENDISH NAVARDAUSKAS

GOSS

BALLONI

11/5

6ª URBINO-PORTO SANT’ELPIDIO

210

Ieri

7ª RECANATI-ROCCA DI CAMBIO

207 TIRALONGO

DATA Oggi

TAPPA 8ª SULMONA-LAGO LACENO

RUBIANO

KM

DIFFICOLTÀ

229

***

NAVARDAUSKAS

MALORI

GOSS

RUBIANO

MALORI

HESJEDAL

GOSS

RUBIANO

STETINA

GIUDIZIO GAZZETTA Secondo arrivo in salita: qui Pantani subì Zulle

Domani 9ª SAN GIORGIO DEL SANNIO-FROSINONE

166

*

15/5

10ª CIVITAVECCHIA-ASSISI

186

***

Finale duro nel centro storico: punte del 15%

16/5

11ª ASSISI-MONTECATINI TERME

255

**

La più lunga: per velocisti

17/5

12ª SERAVEZZA-SESTRI LEVANTE

155

***

Dura nei 100 km finali: 4,5 km all’8% ai -11

18/5

13ª SAVONA-CERVERE

121

*

19/5

14ª CHERASCO-CERVINIA

206

****

Terzo arrivo in salita: 49,4 km all’insù

20/5

15ª BUSTO ARSIZIO-PIAN DEI RESINELLI

169

****

Quarto arrivo in salita con Valcava, Bura e San Pietro

21/5

RIPOSO a Limone sul Garda

22/5

16ª LIMONE SUL GARDA-FALZES

173

*

23/5

17ª FALZES-CORTINA D’AMPEZZO

186

*****

24/5

18ª SAN VITO DI CADORE-VEDELAGO

149

*

25/5

19ª TREVISO-ALPE DI PAMPEAGO

198

*****

Due volte Pampeago: qui vincono i grandi

26/5

20ª CALDES/VAL DI SOLE-STELVIO

219

*****

La tappa regina: Mortirolo da un versante inedito

27/5

21ª MILANO-MILANO (cronometro individuale) 30

***

Primo volume dal 18 maggio a 1 euro

Seconda volata: curva difficile ai 450 metri

La tappa più breve non sfuggirà all’epilogo in volata

Volata, ma ai 4 km uno strappo al 12% Tappone dolomitico: Valparola, Duran, Staulanza e Giau Ultima volata del Giro

In ogni caso, è impegnativa

Il Giro una sola volta ha posto l’arrivo dell’ultima tappa al culmine di una salita. Fu nel 1975. Vinse la frazione lo spagnolo Francisco Galdos, il Giro Fausto Bertoglio. Potrete leggerlo dal 18 maggio nel libro «Gli anni di Gimondi e il "Cannibale" Merckx», parte della collana in 27 volumi «Giro d’Italia. La Grande storia». Il primo volume in edicola a 1 euro con la Gazzetta dello Sport.


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DOMENICA 13 MAGGIO 2012

95˚ GIRO D’ITALIA LA 7a TAPPA MAI SUCCESSO CHE UN CANADESE VESTISSE IL SIMBOLO DEL PRIMATO

Quercia Hesjedal La rosa al gigante dalle mille storie Viene dalla mountain bike e adora il surf «Forgiato da Armstrong, non mi pongo limiti» DAL NOSTRO INVIATO

MARCO PASTONESI ROCCA DI CAMBIO (L’Aquila)

La prima maglia rosa canadese è un cittadino del mondo, che abita a Victoria, British Columbia, che vive a Girona, Spagna, che passa l’inverno a Maui, Hawaii, e che è sposato con Ashley, americana. La prima maglia rosa canadese è un corridore che ha cominciato con la mountain bike, che è passato alla strada, che va forte a crono e in salita, nelle corse di un giorno e in quelle di tre settimane, e che a 31 anni non conosce ancora i propri confini. La prima maglia rosa canadese è un uomo di 31 an-

ni, alto (1,90) come un giocatore di basket e magro (72 kg) come uno specialista dei 3000 siepi, che va in bici da quando ha il bene della memoria e che ama il surf, inteso come tavola per solcare le onde dell’oceano. Armstrong Ryder Hesjedal dice

che «pensavo di prendere la maglia rosa a Porto Sant’Elpidio, invece era stata una giornata frustrante, Farrar caduto e tanti di noi a pochi secondi dal primato». Aggiunge che «non so quanto potrò tenere la maglia, non si sa mai, meglio organizzarsi giorno dopo giorno». Spiega che «non so quanto sia popolare il Giro d’Italia

in Canada, certo in Canada sono molto popolari gli italiani, e magari adesso grazie alla mia impresa si saprà di più anche del Giro». Racconta che «ho debuttato fra i professionisti nel 2004, in squadra c’era Lance Armstrong, il tipo che, quando entra in una stanza, la occupa tutta. Io ero concentrato sull’Olimpiade di Atene, mountain bike, l’anno dopo ho provato la strada, l’inizio è stato duro, ma ho imparato». Ricorda che «il mio primo grande giro è stato proprio il Giro, sono caduto alla quinta tappa, ho stretto denti e bende finché mi sono ritirato alla quattordicesima, proprio il giorno in cui il mio capitano Savoldelli indos-

sava la maglia rosa». E confida che «a questo Giro, il mio terzo, penso fin dallo scorso novembre, quando la squadra ha stilato i programmi. Preparazione, corse, classiche, un breve stacco, quindi testa e gambe sul Giro pensando alla generale». E c’è chi si è offerto di costruirgli, in caso di vittoria, una nuova casa. Gratis. Giochi e imprese Il bello è che, proprio ieri, Hesjedal era l’eroe dei due mondi: al Giro con la maglia rosa, in Canada al Tour de Victoria. Che festeggiava i volontari della corsa con gara, giochi e un’asta per la maglia della Garmin indossata da Ryder al Tour. Forse

Garmin e di Hesjedal.

A fine tappa ha messo in palio tra i volontari la sua maglia Garmin del Tour quella del Giro andrà all’asta il prossimo anno. Hesjedal vanta anche un altro primato: la scalata — in bici — del vulcano Haleakala, dal mare al cratere, tremila metri di altitudine in 59 km, totale 2 ore e 32 minuti, sei meno del precedente record, detenuto da Jonathan Vaughters, ex professionista e attuale team manager — guarda caso — della

Esperanto Il Giro è un esperanto. E Hesjedal è solo l’ultimo di una legione straniera privilegiata. Il primo non italiano al comando del Giro fu un piccolo bretone, Lucien Georges Mazan detto Petit Breton. Venne, vide e vinse: prima una tappa, poi la classifica. Era il 1911. Il piccolo bretone era un grandissimo corridore: sei anni prima aveva stabilito uno spaziale record dell’ora con 41,110 km. Era anche un grandissimo inventore: aveva escogitato un mozzo a molla che riduceva automaticamente il rapporto senza dover scendere dalla bici. Peccato che l’ultimo giorno la


DOMENICA 13 MAGGIO 2012

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Ryder Hesjedal, 31 anni, canadese di Victoria, pro’ dal 2002 4 successi in carriera

LA GAZZETTA SPORTIVA

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22 PAESI PER UNA MAGLIA C’È IL BELGIO DOPO L’ITALIA

I NUMERI

1910

LAPRESSE

Adriano Malori, 24, s’è goduto l’unico giorno rosa AFP

l’anno della prima vittoria straniera al Giro: il francese Jean Dortignac il 20 maggio nella UdineBologna. L’anno dopo, l’altro francese Lucien Petit Breton è il primo straniero a diventare leader della corsa.

1975

Ramunas Navardauskas, 24, prima rosa lituana LAPRESSE

molla s’inceppò e lui si ritirò. Gli rimase la soddisfazione di essere stato il primo straniero per la prima volta primo al Giro d’Italia. Ma la maglia rosa non esisteva ancora. Così il primo straniero a indossare la maglia rosa fu il tedesco Hermann Buse. Era il 1932. Si aggiudicò la seconda tappa, la Vicenza-Udine dopo 93 km di fuga e con 11’07" di vantaggio, ai giornalisti rilasciò un’intervista a gesti, salì sul podio e azzardò un saluto romano. Tre anni dopo, il 28 aprile 1945, morì sulle barricate della Seconda guerra mondiale, a Brema, contro le avanguardie russe. © RIPRODUZIONE RISERVATA

clic E IL GIAPPONE SFRECCIA A L’AQUILA: DALLA CITTÀ DEL TERREMOTO UN SORRISO DOPO LO TSUNAMI Ieri il traguardo volante di L’Aquila è stato vinto da Fumiyuki Beppu, unico giapponese al Giro. Una sorta di gemellaggio ideale fra una città segnata dal terremoto e un Paese colpito dallo tsunami. Ieri L’Aquila ha accolto il Giro con affetto e passione. Nel 2009, un mese e mezzo dopo il terremoto, una delegazione del Giro con corridori di ieri e di oggi visitò la città per manifestare la propria solidarietà. A tre anni di distanza, il centro storico è ancora chiuso, blindato, paralizzato.

l’anno della Norvegia Knut Knudsen prende la maglia rosa dopo la prima tappa: resta il leader del Giro nato più a Nord, per pochissimo su Hesjedal

D’ARCO

le prime volte

1988: benvenuta America Il 5 giugno, dopo la tremenda tappa nel gelo del Gavia, lo statunitense Andy Hampsten diventa il primo non europeo a vestire la maglia rosa: la porterà sino alla fine BETTINI

2002: irrompe l’Australia Il 29 maggio, a Corvara, un giovane Cadel Evans, secondo anno da pro’, regala la prima rosa all’Oceania. La perderà già l’indomani, poi tornerà a indossarla 8 anni più tardi BETTINI

2010: spunta l’Asia Il 10 maggio, a Middelburg, dopo la 3ª tappa, il kazako Alexandre Vinokourov porta l’Asia nella storia del Giro. Vestirà la maglia rosa altri 4 giorni, dalla 7ª alla 10ª tappa AFP


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95˚ GIRO D’ITALIA LA 7a TAPPA LA GUIDA GIORNO PER GIORNO ORDINE D’ARRIVO

Festa Italia: 5 nei primi 10 Cav a 17’21"

POS. CORRIDORE

1

TEMPO

TIRALONGO (ITA) Astana Pro Team, 207 km in 5h51'03", alla media di 35,379 km/h, abb. 20"

2

SCARPONI (ITA)

3

F. SCHLECK (LUS)

4

JOAQ. RODRIGUEZ (SPA)

5

HESJEDAL (CAN)

a 5"

6

POZZOVIVO (ITA)

a 9"

7

MORENO (SPA)

8

BASSO (ITA)

9

NIEVE (SPA)

abb. 12" a 3", abb.8"

a 11"

10 BRAMBILLA (ITA) 11 HENAO (COL)

Con Tiralongo, primo a Rocca di Cambio, sono 5 gli italiani che si piazzano nei primi 10: Scarponi 2˚, Pozzovivo 6˚, Basso 8˚ e Brambilla 10˚. Cavendish chiude a 17’21", Phinney nel gruppo degli ultimi 6 a 23’27". L’americano Stetina è 27˚ e balza in testa alla classifica dei giovani.

12 INTXAUSTI (SPA) 13 CAPECCHI (ITA) 14 PAUWELS (BEL) 15 GADRET (FRA) 16 CARUSO (ITA) 17 GARATE (SPA) 18 KREUZIGER (R.CEC.) 19 HERRADA (SPA) 20 PARDILLA (SPA) 21 SLAGTER (OLA) 22 CUNEGO (ITA) 23 LAGUTIN (UZB) 24 URAN URAN (COL) 25 VANDE VELDE (USA)

26 27 28 29 30 31 32 33 34 35 36 37 38 39 40 41 42

TSCHOPP (SVI) STETINA (USA) DE GENDT (BEL) RUJANO (VEN) SELLA (ITA) SZMYD (POL) VISCONTI (ITA) ZAUGG (SVI) PINOTTI (ITA) AMADOR (C.RICA) CATALDO (ITA) NIEMIEC (POL) VELASCO (SPA) ULISSI (ITA) BRUSEGHIN (ITA) SANTAROMITA (ITA) LARSSON (SVE)

43 44 45 46 47 48 49 50 51 52 53

CASAR (FRA) FELLINE (ITA) DE CLERCQ (BEL) SEELDRAYERS (BEL) GUSTOV (UCR) BAKELANTS (BEL) BARTA (R.CEC.) DE GREEF (BEL) NIERMANN (GER) KANGERT (EST) SAMOILAU (BIE)

a 22" a 25"

a 31"

a 38" a 40" a 42" a 44"

54 55 56 57 58 59 60 61 62 63 64 65 66 67 68 69 70

HUZARSKI (POL) DUPONT (FRA) VERMOTE (BEL) OROZ (SPA) JACK. RODRIGUEZ (VEN) RUBIANO (COL) ROHREGGER (AUT) CLEMENT (OLA) SANTAMBROGIO (ITA) PERGET (FRA) PIRAZZI (ITA) BATTAGLIN (ITA) IZAGUIRRE (SPA) OLIVEIRA (POR) CABEDO (SPA) OCHOA (VEN) GASPAROTTO (ITA)

71 72 73 74 75 76 77 78 79 80 81

SOUPE (FRA) BERARD (FRA) FRANK (SVI) RABOTTINI (ITA) HERMANS (BEL) VICIOSO (SPA) SPEZIALETTI (ITA) AGNOLI (ITA) PIETROPOLLI (ITA) MOUREY (FRA) MONTAGUTI (ITA)

a 49" a 50" a 1’00" a 1’07" a 1’11" a 1’14" a 1’16" a 1’23" a 1’25" a 1’39" a 1’44" a 1’47" a 1’51" a 2’41" a 3’01" a 3’24" a 4’48" a 5’38" a 5’50" a 6’55" a 7’48"

a 8’01"

82 83 84 85 86 87 88 89 90 91 92 93 94 95 96 97 98

HANSEN (AUS) FLECHA (SPA) MARCZYNSKI (POL) ZEITS (KAZ) PAGANI (ITA) KWIATKOWSKI (POL) GOLAS (POL) TXURRUKA (SPA) BONNAFOND (FRA) TOSATTO (ITA) PETROV (RUS) POZZATO (ITA) FAILLI (ITA) MAZZANTI (ITA) WYSS (SVI) SABATINI (ITA) KEIZER (OLA)

99 100 101 102 103 104 105 106 107 108 109

MEIER (CAN) DIETZIKER (SVI) CHRISTENSEN (DAN) VANENDERT (BEL) GASTAUER (LUS) VELITS (SVK) BRUTT (RUS) BRANDLE (AUT) SMUKULIS (LET) MALORI (ITA) PONZI (ITA)

a 8’18" a 9’26" a 10’02" a 10’09"

a 11’24"

a 11’28"

110 111 112 113 114 115 116 117 118 119 120 121 122 123 124 125 126

GATTO (ITA) a 14’41" BEPPU (GIAP) a 15’30", abb. 6" SELVAGGI (ITA) abb. 4" GAZVODA (SLO) SCHORN (AUT) HOLLENSTEIN (SVI) abb. 2" COLBRELLI (ITA) a 17’21" IMPEY (S.AF) HUNTER (S.AF) EISEL (AUT) ROLLIN (CAN) KEUKELEIRE (BEL) SALERNO (ITA) CAVENDISH (GB) DENIFL (AUT) LANCASTER (AUS) CARRARA (ITA)

138 139 140 141 142 143 144 145 146 147 148 149 150 151 152 153 154

J. J. HAEDO (ARG) L. S. HAEDO (ARG) SEUBERT (GER) KAISEN (BEL) DE NEGRI (ITA) MAES (BEL) RASCH (NOR) VENTOSO (SPA) MODOLO (ITA) FAVILLI (ITA) BALLONI (ITA) SERPA PEREZ (COL) LEEZER (OLA) BELLETTI (ITA) CAZAUX (FRA) DELAGE (FRA) BULGAC (OLA)

127 128 129 130 131 132 133 134 135 136 137

SERGENT (N.ZEL) LONGO BORGHINI (ITA) LOSADA (SPA) BALLAN (ITA) IGNATYEV (RUS) BODNAR (POL) LOCATELLI (ITA) LUND (DAN) ROBERTS (AUS) SCHILLINGER (GER) VAITKUS (LIT)

155 156 157 158 159 160 161 162 163 164 165

RASMUSSEN (DAN) BILLE (BEL) BAK (DAN) BENEDETTI (ITA) BONO (ITA) BOARO (ITA) RENSHAW (AUS) KRISTOFF (NOR) COLEDAN (ITA) SAEZ DE ARREGUI (SPA) BAUER (N.ZEL)

CLASSIFICA GENERALE

LAMPRE - ISD D.S. Maini 1 2 3 4 5 6 7 8 9

Tiralongo sale al 2˚ posto. Basso (8˚) recupera 2" a Kreuziger ma ne perde 21 da Scarponi. Cunego sale di 30 posizioni mentre Cataldo ne recupera «solo» 3 ma è nei 10. TEMPO

POS. CORRIDORE

TEMPO

POS. CORRIDORE

HESJEDAL (CAN) Garmin-Barracuda, 1066,9 km in 26h16'53", media di 40,595 km/h

64 SOUPE (FRA)

a 4’14"

129 SCHORN (AUT)

a 35’51"

65 OCHOA (VEN)

a 4’40"

130 HERMANS (BEL)

a 35’59"

66 IZAGUIRRE (SPA)

a 4’46"

131 BAUER (N.ZEL)

a 36’07"

67 BERARD (FRA)

a 6’00"

132 CHRISTENSEN (DAN)

68 BATTAGLIN (ITA)

a 6’36"

133 BONO (ITA)

1

2

TIRALONGO (ITA)

a 15"

3

JOAQ. RODRIGUEZ (SPA)

a 17"

4

VANDE VELDE (USA)

a 21"

5

STETINA (USA)

a 26"

6

MORENO (SPA)

7

KREUZIGER (R.CEC.)

a 35"

8

BASSO (ITA)

a 40"

9

CARUSO (ITA)

10 CATALDO (ITA)

a 45" a 46"

11 PINOTTI (ITA) 12 F. SCHLECK (LUS)

a 48"

13 INTXAUSTI (SPA)

a 51"

14 CAPECCHI (ITA)

a 52"

15 URAN URAN (COL)

a 53"

16 SCARPONI (ITA)

a 54"

17 PAUWELS (BEL)

a 57"

18 HERRADA (SPA)

a 58"

19 VISCONTI (ITA)

a 1’04"

20 KANGERT (EST)

a 1’06"

21 BAKELANTS (BEL) 22 HENAO (COL)

a 1’10"

23 BRUSEGHIN (ITA)

a 1’12"

24 CUNEGO (ITA)

a 1’14"

25 SZMYD (POL)

a 1’16"

26 AMADOR (C.RICA) 27 SEELDRAYERS (BEL)

a 1’18"

28 RUBIANO (COL)

a 1’19"

29 PARDILLA (SPA)

a 1’20"

30 BARTA (R.CEC.)

a 1’21"

31 TSCHOPP (SVI)

a 1’28"

32 ULISSI (ITA) 33 SLAGTER (OLA)

a 1’29"

34 LARSSON (SVE) 35 SAMOILAU (BIE)

69 VICIOSO (SPA)

a 7’17"

TEMPO

a 8’28"

135 SELVAGGI (ITA)

71 FLECHA (SPA)

a 8’34"

136 TXURRUKA (SPA)

a 36’24"

72 GOLAS (POL)

a 9’19"

137 HUNTER (S.AF)

a 36’30"

73 MOUREY (FRA)

a 9’27"

138 STANNARD (GB)

a 36’31"

74 HANSEN (AUS)

a 9’39"

139 BENNATI (ITA)

a 37’46"

75 KWIATKOWSKI (POL)

a 9’45"

140 MODOLO (ITA)

a 38’15" a 38’27"

a 36’20"

76 SPEZIALETTI (ITA)

a 10’34"

141 CARRARA (ITA)

77 TOSATTO (ITA)

a 10’50"

142 LONGO BORGHINI (ITA) a 38’42"

78 MALORI (ITA)

a 11’06"

143 VANENDERT (BEL)

79 SMUKULIS (LAT)

a 11’49"

144 LANCASTER (AUS)

a 39’37"

80 SABATINI (ITA)

a 11’50"

145 SERGENT (N.ZEL)

a 39’43"

81 BRUTT (RUS)

a 11’55"

146 KEUKELEIRE (BEL)

a 40’04"

82 POZZATO (ITA)

a 12’21"

147 L. S. HAEDO (ARG)

a 40’33"

83 PONZI (ITA)

a 12’22"

148 DELAGE (FRA)

a 40’55"

84 WYSS (SVI)

a 12’28"

149 GOSS (AUS)

a 41’04"

85 DIETZIKER (SVI)

a 12’40"

150 ROLLIN (CAN)

a 41’05"

86 BONNAFOND (FRA)

a 12’45"

151 LOSADA (SPA)

a 41’34"

87 FAILLI (ITA)

a 13’04"

152 VAITKUS (LIT)

a 41’40"

88 CABEDO (SPA)

a 14’18"

153 DE MARCHI (ITA)

a 41’45"

89 FRANK (SVI)

a 14’50"

154 NIZZOLO (ITA)

a 43’08"

90 GASTAUER (LUS)

a 15’22"

155 KRISTOFF (NOR)

a 44’03"

91 RABOTTINI (ITA)

a 15’43"

156 VEIKKANEN (FIN)

a 44’48"

92 HOLLENSTEIN (SVI)

a 16’27"

157 BILLE (BEL)

a 45’15"

93 ROBERTS (AUS)

a 17’40"

158 FAVILLI (ITA)

a 45’34"

94 BODNAR (POL)

a 17’42"

159 DEMARE (FRA)

a 45’42"

95 IMPEY (RSA)

a 17’55"

160 BANDIERA (ITA)

a 46’14"

96 BALLAN (ITA)

a 17’57"

161 TUFT (CAN)

a 46’22"

97 VENTOSO (SPA)

a 18’58"

162 IGNATYEV (RUS)

a 46’31"

98 VERMOTE (BEL)

a 19’10"

163 RASCH (NOR)

99 COLBRELLI (ITA)

a 19’17"

164 SEUBERT (GER)

a 46’58" a 47’52"

100 PETROV (RUS)

a 19’48"

165 CHICCHI (ITA)

101 VELITS (SVK)

a 20’43"

166 LEEZER (OLA)

a 48’10"

37 GUSTOV (UCR)

a 1’32"

102 BRANDLE (AUT)

a 21’04"

167 RENSHAW (AUS)

a 48’33"

38 POZZOVIVO (ITA)

a 1’42"

103 MARCZYNSKI (POL)

a 21’19"

168 CAVENDISH (GB)

a 48’40"

39 NIEMIEC (POL)

a 1’44"

104 PAGANI (ITA)

a 21’37"

169 CAZAUX (FRA)

a 49’28"

40 GARATE (SPA)

105 PERGET (FRA)

a 21’47"

170 DE NEGRI (ITA)

a 50’01"

41 LAGUTIN (UZB)

106 LUND (DAN)

a 21’55"

171 KEIZER (OLA)

a 50’44"

42 ZAUGG (SVI)

a 1’45"

107 CLEMENT (OLA)

a 22’26"

172 SCHILLINGER (GER)

a 51’36"

43 HUZARSKI (POL)

a 1’47"

108 BENEDETTI (ITA)

a 22’27"

173 BULGAC (OLA)

a 51’37"

44 ROHREGGER (AUT)

a 1’51"

109 BAK (DAN)

a 23’11"

174 J. J. HAEDO (ARG)

a 52’31"

45 CASAR (FRA)

a 1’53"

110 ZEITS (KAZ)

a 23’42"

175 BALLONI (ITA)

a 52’40"

46 DE CLERCQ (BEL)

a 1’55"

111 DYACHENKO (KAZ)

a 24’52"

176 KUSCHYNSKI (BIE)

a 52’43"

112 PIETROPOLLI (ITA)

a 25’41"

177 SALERNO (ITA)

a 53’07"

a 27’00"

178 COLEDAN (ITA)

a 53’34"

a 27’21"

48 DE GREEF (BEL)

a 1’57"

113 MAES (BEL)

49 NIERMANN (GER)

a 2’00"

114 GATTO (ITA)

179 EISEL (AUT)

a 54’38"

50 OLIVEIRA (POR)

a 2’08"

115 MONTAGUTI (ITA)

a 29’30"

180 KAISEN (BEL)

a 56’50"

51 FELLINE (ITA)

a 2’25"

116 THOMAS (GB)

a 30’35"

181 FERRARI (ITA)

52 SANTAMBROGIO (ITA)

a 2’33"

117 KENNAUGH (GB)

a 31’20"

182 BROWN (AUS)

a 2’38"

118 MEIER (CAN)

a 31’26"

183 SAEZ DE ARREGUI (SPA) a 57’41"

54 RUJANO (VEN)

a 2’39"

119 BELLETTI (ITA)

a 31’32"

184 BOBRIDGE (AUS)

55 BRAMBILLA (ITA)

a 2’41"

120 LOCATELLI (ITA)

a 31’36"

185 BONNET (FRA)

56 SELLA (ITA)

a 2’49"

121 GAZVODA (SLO)

a 31’41"

186 RASMUSSEN (DAN) a 1h04’02"

57 GASPAROTTO (ITA)

a 2’58"

122 SERPA PEREZ (COL) a 33’24"

187 ROSSELER (BEL)

a 1h05’14"

58 DUPONT (FRA)

a 3’13"

123 BOARO (ITA)

a 33’32"

188 GUARDINI (ITA)

a 1h06’32"

59 NIEVE (SPA)

a 3’18"

124 DENIFL (AUT)

a 34’56"

189 PHINNEY (USA)

a 1h06’42"

60 PIRAZZI (ITA)

a 3’42"

125 NAVARDAUSKAS (LIT) a 35'20"

190 MINGUEZ (SPA)

a 1h08'12"

61 OROZ (SPA)

a 3’46"

126 MAZZANTI (ITA)

a 35’23"

191 HUNT (GB)

a 1h09’50"

62 JACK. RODRIGUEZ (VEN)

a 3’49"

127 RIGHI (ITA)

a 35’25"

192 VAN WINDEN (OLA)

a 1h10’43"

63 VELASCO (SPA)

a 3’57"

128 BEPPU (GIAP)

a 35’45"

193 BOS (OLA)

a 1h16’24"

a 59’50" a 1h02’52"

MONTAGNA

CLASSIFICA DI TAPPA: 1. Paolo TIRALONGO (Astana Pro Team) 25 punti; 2. Scarponi 20; 3. F. Schleck 16; 4. Jo. Rodriguez 14; 5. Hesjedal (Can) 12; 6. Pozzovivo 10; 7. Moreno (Spa) 9; 8. Basso 8.

CLASSIFICA DI TAPPA: 1. Paolo TIRALONGO 9 punti; 2. Beppu (Giap) 5; 3. Scarponi 5; 4. F. Schleck (Lus) 3; 5. Rabottini 3; 6. Jo. Rodriguez (Spa) 2; 7. Hollenstein (Svi) 2.

CLASSIFICA GENERALE: 1. Matthew GOSS (Aus, Orica Greenedge) 65 punti; 2. Cavendish (Gb) 53; 3. Rubiano (Col); 4. Thomas (Gb) 26; 5. Tiralongo 25; 6. Phinney (Usa) 25; 7. Soupe (Fra) 25; 8. Malori 24; 9. Bennati 24; 10. Renshaw (Aus) 24.

CLASSIFICA GENERALE: 1. Miguel Angel RUBIANO (Col, Androni Giocattoli-Venezuela) 24 punti; 2. Golas (Pol) 16; 3. Tiralongo 9; 4. Benedetti 7; 5. Balloni 6; 6. Beppu (Giap) 5; 7. Scarponi 5; 8. F. Schleck (Lus) 3; 9. Rabottini 3; 10. De Negri 3.

GADRET BELLETTI BERARD BONNAFOND DUPONT GASTAUER GAZVODA MONTAGUTI PERGET

21 22 23 24 25 26 27 28 29

Fra Ita Fra Fra Fra Lus Slo Ita Fra

RUJANO SERPA PEREZ SELLA FERRARI FELLINE DE MARCHI RUBIANO CHAVEZ OCHOA JACKSON RODRIGUEZ

Ven Col Ita Ita Ita Ita Col Ven Ven

ASTANA PRO TEAM D.S. Shefer 31 32 33 34 35 36 37 38 39

KREUZIGER GASPAROTTO TIRALONGO PONZI DYACHENKO ZEITS SEELDRAYERS PETROV KANGERT

Cec Ita Ita Ita Kaz Kaz Bel Rus Est

BMC RACING TEAM D.S. Baldato

L’8a TAPPA: SULMONA-LAGO LACENO

Altro test severo: pressione sui big

41 42 43 44 45 46 47 48 49

HUSHOVD BALLAN FRANK PHINNEY PINOTTI SANTAMBROGIO SANTAROMITA TSCHOPP WYSS

Nor Ita Svi Usa Ita Ita Ita Svi Svi

COLNAGO - CSF INOX D.S. Reverberi 51 52 53 54 55 56 57 58 59

POZZOVIVO MODOLO BATTAGLIN G.L. BRAMBILLA PIRAZZI COLBRELLI S. LOCATELLI PAGANI COLEDAN

Ita Ita Ita Ita Ita Ita Ita Ita Ita

EUSKALTEL - EUSKADI D.S. Gonzalez de Galdeano 61 62 63 64 65 66 67 68 69

a 56’56"

53 GADRET (FRA)

Ita Ita Ita Ita Ita Pol Ita Ita Ita

ANDRONI GIOCATTOLI - VENEZUELA D.S. Savio

a 39’09"

a 1’30"

A PUNTI

11 12 13 14 15 16 17 18 19

134 JORGENSEN (DAN)

70 AGNOLI (ITA)

SCARPONI CUNEGO ULISSI BONO MALORI NIEMIEC PIETROPOLLI RIGHI SPEZIALETTI

AG2R - LA MONDIALE D.S. Biondi

a 36’16"

36 DE GENDT (BEL)

47 SANTAROMITA (ITA)

a 21’47"

ROSSELER (BEL) DYACHENKO (KAZ) BOBRIDGE (AUS) BROWN (AUS) NAVARDAUSKAS (LIT) BOS (OLA) BANDIERA (ITA) GOSS (AUS) TUFT (CAN) MINGUEZ (SPA) JORGENSEN (DAN) STANNARD (GB) THOMAS (GB) KENNAUGH (GB) HUNT (GB) RIGHI (ITA) DEMARE (FRA) VEIKKANEN (FIN) BONNET (FRA) DE MARCHI (ITA) FERRARI (ITA) GUARDINI (ITA) NIZZOLO (ITA) PHINNEY (USA) CHICCHI (ITA) BENNATI (ITA) KUSCHYNSKI (BLR) VAN WINDEN (OLA) MEERSMAN (BEL)

a 21’58" a 22’05" a 23’10" a 23’27"

IN GARA 193 CORRIDORI DI 22 TEAM

Balzo di Cataldo: l’abruzzese è 10˚

POS. CORRIDORE

166 167 168 169 170 171 172 173 174 175 176 177 178 179 180 181 182 183 184 185 186 187 188 189 190 191 192 193 rit.

NIEVE SAEZ DE ARRAEGUI IZAGUIRRE MINGUEZ CAZAUX CABEDO VELASCO TXURRUKA OROZ

Spa Spa Spa Spa Fra Spa Spa Spa Spa

FARNESE VINI - SELLE ITALIA D.S. Scinto

L’8a tappa è la Sulmona-Lago Laceno, 229 km. Ritrovo alle 9.30 in Piazza Garibaldi, partenza alle 11. L’arrivo è previsto tra le 16.52 e le 17.32. Il traguardo volante è a San Giorgio del Sannio (km 164,3) mentre il rifornimento è a allo svincolo di Bojano (km 98,3). Due i gran premi della montagna: Valico di Macerone (km 65,5) di 4a categoria e Colle Molella (km 224,6) di 2a categoria, a 4,4 km dal traguardo. CAROVANA Oggi cinque appuntamenti: a Sulmona (ore 9), Castel di Sangro (10.36), Benevento (13.36), San Giorgio del Sannio (13.56) e Lago Laceno (15.41). METEO Giornata nuvolosa con possibilità di precipitazioni sparse. Temperatura intorno ai 15-17˚. IN TV Su Raitre e Rai Sport 2 la giornata inizierà con «Si Gira» alle 12.25. Dalle 14 su Rai Sport 2 e dalle 15.05 su Raitre le fasi salienti della corsa; a seguire il «Processo alla tappa». Alle 20 su Rai Sport 2 spazio a «TGiro». La diretta su Eurosport dalle 15.15.

FAST TEAM

CLASSIFICA DI TAPPA: 1. GARMIN-BARRACUDA 17h33’36"; 2. Liquigas-Cannondale a 4"; 3. Movistar a 6". CLASSIFICA GENERALE: 1. GARMIN-BARRACUDA 77h36’14"; 2. Astana Pro Team a 39"; 3. Liquigas-Cannondale a 1’09".

71 72 73 74 75 76 77 78 79

POZZATO GATTO FAILLI RABOTTINI GUARDINI FAVILLI DE NEGRI MAZZANTI BALLONI

Ita Ita Ita Ita Ita Ita Ita Ita Ita

FDJ - BIGMAT D.S. Gayant 81

CASAR

Fra

82 83 84 85 86 87 88 89

DELAGE DEMARE BONNET MOUREY SOUPE RASCH ROLLIN VEIKKANEN

Fra Fra Fra Fra Fra Nor Can Fin

GARMIN - BARRACUDA D.S. Wegelius 91 92 93 94 95 96 97 98 99

FARRAR ROSSELER BAUER NAVARDAUSKAS HESJEDAL HUNTER RASMUSSEN STETINA VANDE VELDE

Usa Bel N. Zel Lit Can S. Af Dan Usa Usa

ORICA - GREENEDGE D.S. White 100 101 102 103 104 105 106 107 109

GOSS BEPPU BOBRIDGE IMPEY KEUKELEIRE LANCASTER CH. MEIER TUFT VAITKUS

Aus Giap Aus S. Af Bel Aus Can Can Lit

KATUSHA TEAM D.S. Piva 111 112 113 114 115 116 117 118 119

JOAQ. RODRIGUEZ BRUTT IGNATYEV KRISTOFF KUSCHYNSKI LOSADA MORENO SMUKULIS VICIOSO

Spa Rus Rus Nor Bie Spa Spa Let Spa

LIQUIGAS - CANNONDALE D.S. Zanatta 121 122 123 124 125 126 127 128 129

BASSO AGNOLI BODNAR CAPECCHI D. CARUSO LONGO BORGHINI SALERNO SZMYD SABATINI

Ita Ita Pol Ita Ita Ita Ita Pol Ita

LOTTO BELISOL D.S. Leysen 131 132 133 134 135 136 137 138 139

DE CLERQ BULGAC DE GREEF BAK BILLE HANSEN KAISEN MEERSMAN VANENDERT

Bel Ola Bel Dan Bel Aus Bel Bel Bel

VISCONTI BRUSEGHIN HERRADA INTXAUSTI LASTRAS AMADOR PARDILLA SAMOILAU VENTOSO

Ita Ita Spa Spa Spa C. Rica Spa Bie Spa

OMEGA PHARMA - QUICKSTEP D.S. Bramati 151 152 153 154 155 156 157 158 159

CATALDO BANDIERA CHICCHI GOLAS MAES PAUWELS KWIATKOWSKI M. VELITS VERMOTE

Ita Ita Ita Pol Bel Bel Pol Slk Bel

RABOBANK D.S. Boven 161 162 163 164 165 166

RENSHAW GARATE BOS LEEZER CLEMENT NIERMANN

GIOVANI

CLASSIFICA GENERALE: 1. Peter STETINA (Usa, Garmin-Barracuda) 26h17’38"; 2. Caruso a 19"; 3. Uran Uran (Col) a 27"; 4. Kangert (Est) a 40"; 5. Henao (Col) a 44"; 6. Ulissi a 1’02"; 7. Slagter (Ola) a 1’03"; 8. Oliveira (Por) a 1’42"; 9. Felline a 1’59"; 10. Brambilla a 2’15"; 11. Pirazzi a 3’16"; 12. Soupe (Fra) a 3’48"; 13. Izaguirre (Spa) a 4’20"; 14. Berard (Fra) a 5’34"; 15. Battaglin a 6’10"; 16. Kwiatkowski (Pol) a 9’19"; 17. Malori a 10’40"; 18. Smukulis (Let) a 11’23".

Ola Aus Ola

RADIOSHACK - NISSAN D.S. Andersen 171 172 173 174 175 176 177 178 179

F. SCHLECK BAKELANDTS BENNATI HERMANS NIZZOLO OLIVEIRA ROHREGGER SERGENT ZAUGG

Lus Bel Ita Bel Ita Por Aut N. Zel Svi

SKY PROCYCLING D.S. De Jongh 181 182 183 184 185 186 187 188 189

CAVENDISH EISEL FLECHA HENAO KENNAUGH STANNARD HUNT THOMAS URAN URAN

Gb Aut Spa Col Gb Gb Gb Gb Col

TEAM NETAPP D.S. Heppner 191 192 193 194 195 196 197 198 199

BENEDETTI BARTA SEUBERT SCHILLINGER HUZARSKI HOLLENSTEIN DIETZIKER BRANDLE SCHORN

Ita Cec Ger Ger Pol Svi Svi Aut Aut

TEAM SAXO BANK D.S. Mauduit 201 202 203 204 205 206 207 208 209

TOSATTO LUND GUSTOV JÖRGENSEN J.J. HAEDO ROBERTS CHRISTENSEN BOARO L.S. HAEDO

Ita Dan Ucr Dan Arg Aus Dan Ita Arg

VACANSOLEIL - DCM D.S. Van Poppel 211 212 213 214 215 216 217 218 219

CARRARA DE GENDT R. FEILLU LAGUTIN LARSSON MARCZYNSKI KEIZER DENIFL SELVAGGI

Ita Bel Fra Uzb Sve Pol Ola Aut Ita

IN FRANCIA

MOVISTAR TEAM D.S. Jaimerena 141 142 143 144 145 146 147 148 149

167 SLAGTER 168 BROWN 169 VAN WINDEN

Aus Spa Ola Ola Ola Ger

Picardie: 2ª tappa a V. Hummel Van Hummel (Ola) ha vinto la 2ª tappa del Tour de Picardie (Fra), Tergnier-Villers Bocage di 178,5 km. Lo sprint era andato a Bouhanni (Fra), poi squalificato per volata irregolare. Degenkolb (Ger) resta leader della classifica generale.

SQUADRE

CLASSIFICA DI TAPPA: 1. KATUSHA TEAM 31 punti; 2. Colnago-Csf Inox 26; 3. Liquigas-Cannondale 26; 4. Astana Pro Team 23; 5. Lampre-Isd 19; 6. Radioshack-Nissan 18. CLASSIFICA GENERALE: 1. GARMIN-BARRACUDA 174 punti; 2. Orica Greenedge 133; 3. Radioshack-Nissan 111; 4. Fdj-Bigmat 99; 5. Sky Procycling 96; 6. Katusha Team 81; 7. Bmc Racing Team 73; 8. Team Saxo Bank 72.


DOMENICA 13 MAGGIO 2012

LA GAZZETTA SPORTIVA

39

95˚ GIRO D’ITALIA LA 7a TAPPA PERDE TERRENO DA SCARPONI E SCHLECK, MA GUADAGNA SU KREUZIGER E CUNEGO

L’onestà di Basso «Non ce l’ho fatta a rispondere»

La zampata DI MARIO CIPOLLINI

La Lampre al festival degli errori Non ho capito la Lampre. Cunego, sulla «sua» salita, ha fatto uno scattino e poi è sparito. Per Scarponi, errore doppio. È scattato con un rapporto assurdo a 500 metri dal traguardo. Ma dove va a meno di 60 pedalate al minuto? È impossibile per uno così magro e leggero, resistere a quello sforzo per 1’15"-1’20". Pensava di staccare tutti invece ha perso tappa e 8" in più di abbuono. Va sempre troppo duro in salita. Indurain e Armstrong hanno tracciato una linea, il ritmo di pedalate elevato. Scarponi non andrà a 100 al minuto, ma non può salire a 60. Molto bene Schleck e in progresso Basso, su una salita non per lui.

Il varesino sereno: «Ho altre caratteristiche, non sono uno scattista. Ma è cambiato poco» DAL NOSTRO INVIATO

CIRO SCOGNAMIGLIO twitter@cirogazzetta ROCCA DI CAMBIO (L’Aquila)

«Non è che abbia preferito non rispondere. È che non ce l’ho fatta a rispondere». È onesta e allo stesso tempo serena l’analisi di Ivan Basso. Il 34enne varesino della Liquigas-Cannondale al traguardo è arrivato 8˚, a 9" da Tiralongo e Scarponi: abbuoni compresi, al marchigiano della Lampre-Isd (considerato alla vigilia il suo rivale più accreditato sulla strada verso il tris rosa, dopo i successi 2006 e 2010) ha ceduto 21". A Frank Schleck, 14", a «Purito» Rodriguez, 6"; mentre ha guadagnato 2" su Kreuziger e Cunego. In classifica generale, Basso è 8˚ a 40" dal primato del canadese Hesjedal. Sul primo degli avversari principali, Rodriguez, ha un ritardo di 23". Bilancio Anche in situazioni più difficili, Basso è solito sfoggiare una diplomazia degna di

un segretario generale delle Nazioni Unite. Limitandosi a ieri, era come già sottolineato molto sereno: «Non era un arrivo adattissimo alle mie caratteristiche. Il finale era abbastanza tecnico, prima dell’ultimo chilometro in salita. Per me ci stava di perdere qualche secondo, anche se sarebbe stato meglio il contrario. Ho tenuto il ritmo di chi è più scattante di me fino a quando ho potuto. Non è successo nulla, parliamo di pochi secondi che un giorno si perdono e un giorno si danno. Anzi, sono contento per il primo piazzamento dell’anno... (8˚: nel 2012 non aveva mai chiuso nei 10, ndr)». La sua Liquigas-Cannondale, prima dell’acceso finale, aveva mosso anche Valerio Agnoli («ma non sono ancora al top», dice all’arrivo il laziale) e Damiano Caruso, bravo a finire subito alle spalle del capitano (come Capecchi). E in merito ai rapporti di forza tra le varie squadre, ecco il parere di Basso: «Era una salita anomala, molto pedalabile, si faceva a

circa 30 chilometri orari: non è che si possano trarre chissà quali giudizi. Frank Schleck è andato bene e per me non è una sorpresa, ho sempre pensato che possa crescere ed essere un avversario molto pericoloso, anche per la sua esperienza. Ma siamo ancora tutti lì». Percorso Insomma, Ivan Basso va avanti spedito per la sua strada (e intanto contento per il successo del suo Varese, che ieri in serie B ha battuto 4-0 l’Ascoli e vede i playoff). La squadra è un monolite attorno alla sua figura e non perde occasione per sottolinearlo, con frasi come questa che stanno diventando un mantra: «Abbiamo corso come una squadra, oggi tutti capitani», dopo la cronosquadre di Verona. Oppure: «Non esistono tappe da tre, quattro o cinque stelle: ogni tappa è difficile. Le uniche stelle che conosco sono otto, i miei compagni». La scalata al terzo Giro d’Italia si costruisce anche così. © RIPRODUZIONE RISERVATA

FONDAZIONE VERONESI

Sulla Rai, come tenersi in forma con il pomodoro

«

Schleck non mi sorprende Ha grande esperienza e può ancora crescere IVAN BASSO 34 ANNI (foto BETTINI)

I benefici del pomodoro a «Correre con la scienza» della Fondazione Veronesi, in onda su Rai 3 e Rai Sport 2. In studio Chiara Tonelli, genetista. Info su: fondazioneveronesi.it

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GRANFONDO GIMONDI

Torna a vivere oggi il mito della storica maglia biancoceleste della BianchiCampagnolo nella 17a edizione della Granfondo Internazionale «Felice Gimondi» in programma a Bergamo. A indossarla sarà proprio Gimondi, 69 anni, che per l’occasione ha voluto accanto a sé nove dei compagni in biancoceleste negli anni Settanta (Marino Basso, Foresti, Santambrogio, Fabbri, Gualazzini, Casalini, Cavalcanti e i fratelli Van Linden). Più di 3000 gli iscritti, partenza alle 7: percorso corto da 101,8 km e medio da 141,2


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LA GAZZETTA SPORTIVA

DOMENICA 13 MAGGIO 2012

CANOA E GINNASTICA EUROPEI

Daniele Molmenti, 27 anni, friulano di Pordenone, in azione agli Europei di canoa slalom di Augsburg EPA

Tris Molmenti L’oro in slalom trampolino verso Londra Un altro trionfo dopo il 2009 e 2011, unico azzurro a riuscirci: «Se vinco ai Giochi vale doppio, avrò Cinque Cerchi...» RISULTATI

C1: Cipressi 14o stacca il biglietto per l’Olimpiade

K1. Individuale: 1. Molmenti 1’33"20; 2. Boeckelmann (Ger) a 1"85; 3.Aignes (Ger) a 3"17; 6. Kauzer (Slo) a 4"60. Squadre: 1. Fra 1’48"35; 2. Ger a 0"88; 3. Aut a 1"94; 7. Ita a 53"26. C1 uomini. Individuale: 1. Tasiadis (Gre) 1’38"80; 2. Estanguet (Fra) a 1"30; 3. Savsek (Slo) a 1"75. Selezione olimpica: 1. Cipressi 1’45"91; 2. Koechlin (Svi) a 0"61; 3. Sayfiev (Rus) a 3"26. Squadre: 1. Slk 1’50"47; 2. Ger a 1"11; 3. Fra a 5"23. C1 donne. Individuale: 1. Louen (Ger) 2’05"53; 2. Franklin (Gb) a 4"76; 3. Grimm (Ger) a 18"56. Squadre: 1. Ger 2’31"02; 2. Fra a 2"93; 3. Gb a 19"07.

ALBERTO FRANCESCUT

E’ magico triplete. Un tris cristallino con cui, ad Augsburg (Ger), ha scritto un’altra indelebile pagina della storia della canoa azzurra. E non solo. Daniele Molmenti si esprime così: con i risultati. Unico azzurro a vincere 3 Europei, ieri si è confermato campione dopo il titolo dello scorso anno a La Seu D’Urgell (Spa) e quello del 2009 a Nottingham (Ing). Unico, come il posto in vetta al mondo: il 27enne della Forestale è sempre numero 1 del ranking davanti al rivale di sempre, e quindi anche a Londra, l’iridato sloveno Peter Kauzer (ieri 6o) a cui ha inflitto un distacco abissale: 4"60. Freccia Quando mette la frec-

cia Daniele scappa via anche senza schiacciare troppo l’acceleratore: «Con Pierpa (il suo allenatore Ferrazzi, olimpionico a Barcellona 1982, ndr.) abbiamo scelto la strategia giusta, senza rischiare troppo, ed è andata benissimo» dice Daniele. Stravittoria nel giorno della tripla vista olimpica: a Londra gli azzurri vanno con i 2 K1 e il C1. E siccome l’appetito vien mangiando...: «Non c’è 3 senza 4 — dice il c.t. della Nazionale di slalom, Mauro Baron, in attesa di

oggi —. Speriamo di farcela anche nel C2 di Camporesi e Ferrari. Non ci sarebbe modo migliore per festeggiare i miei 55 anni (compiuti venerdì, ndr.)». Ieri il pass l’ha conquistato nel C1 Stefano Cipressi: 14o, ha preceduto il russo Lipatov che gli contendeva il posto. Campione del mondo nel K1 a Praga 2006, il bolognese della Marina Militare si è riciclato nella canadese che mancava all’Olimpiade da Atlanta ’96 con Renato De Monti. «Di fronte a un campionissimo come Daniele — afferma Baron — avrebbe avuto poco spazio, così abbiamo pensato di adattarlo. D’altra parte, se vogliamo competere dobbiamo fare scelte azzeccate. Il nostro movimento è in crescita ma pecca in quantità rispetto ad altre nazioni che hanno un canale artificiale dove allenarsi. Noi invece dobbiamo andare all’estero. Se ne parla da tanto e costa poco più di un campo da calcio di serie C ma ancora nulla. Ma se vinciamo l’oro a Londra, Coni e Governo potranno finalmente provvedere». Cerchi Quei Cinque Cerchi che Molmenti ha iniziato a conteggiare dallo scorso dicembre: «Il primo è in Cina, ai campionati Asiatici; il secondo a febbraio, in Australia, agli Oceanici; ieri il terzo. Per arrivare a cinque? Beh, la vittoria olimpica — dice (e ride, ndr.) — ne varrebbe due». Per completare il puzzle, il canoista di Torre di Pordenone sta studiando i dettagli anche da attento collaudatore: «La nuova barca del costruttore Nelo, a cui dedico la vittoria perché ha creduto nelle mie idee, mi consente una maggior manovrabilità nelle rotazioni e nel controllo del posteriore. La scelta è fatta ma per sfizio proverò un muletto (ai raduni di Londra dal 28 di maggio, ndr.) con una lieve differenza di volume». Il miglior viatico, lo dice il palmares, per impugnare la... pagaia e aggiungere al libro vincente il capitolo olimpico. Da fuoriclasse della canoa. Unico.

Carlotta Ferlito, 17enne catanese, 1.57 per 50 kg, in gara agli Europei di artistica di Bruxelles AFP

Ragazze da applausi: bronzo dietro ai marziani Ferrari (oggi in finale nel corpo libero), Ferlito, Fasana, Campana e Deagostini battute solamente da romene e russe DAL NOSTRO INVIATO

LA GUIDA

Anche la Fasana in una finale: al volteggio

BRUXELLES — Catalina Ponor, tre ori ad Atene 2004, è tornata. Ad agosto compirà 25 anni e agli Europei trascina la Romania verso l’oro. Oggi sarà tra le rivali di Vanessa Ferrari nella finale al corpo libero. Tornano in pedana anche le juniores: Enus Mariani a volteggio e corpo libero, Elisa Meneghini nei 4 attrezzi. Finale a squadre: 1. Romania 176.228 (volteggio 45.291, parallele as. 42.099, trave 44.499, corpo libero 44.399; 2. Russia 175.536 (44.732, 46.932, 41.398, 42.474); 3. ITALIA (Ferrari, Ferlito, Fasana, Campana, Deagostini) 171.430 (43.065, 42.599, 43.200, 42.566); 4. Gran Bretagna 167.763; 5. Francia 164.295.

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FEDERICA COCCHI BRUXELLES (Belgio)

Vanessa Ferrari, Carlotta Ferlito, Erika Fasana, Giorgia Campana, Francesca Deagostini. Agitare, non mescolare. Ecco il cocktail perfetto della squadra femminile di artistica che ieri nella finale degli Europei ha conquistato una fantastica medaglia di bronzo che si accompagna al trionfo nell’all around individuale di Enus Mariani, azzurra juniores della Pro Lissone, venerdì. Confine Una linea di confine,

quella segnata dalle azzurre, tra le aliene romene e russe e il resto del continente. La Gran Bretagna, 3a in qualifica e 4a ieri, è staccata di 4 punti, gli stessi che separano le nostre dalla Russia d’argento. La gara, dopo la prima rotazione alle parallele asimmetriche, vedeva l’Italia al 4a posto a una manciata di centesimi. Da quel momento in poi, con la Romania in fuga da subito e la Russia a rincorrere con le solite Mustafina e Komova traballanti, le ragazze d’Italia hanno ingranato una marcia in più: quella della determinazione. E così dopo la trave con una Ferlito ritrovata e capace finalmente di un esercizio alla sua altezza (con il 2o

punteggio di specialità) e un corpo libero da manuale con la Ferrari di un tempo (oggi si gioca il podio nella finale per attrezzo), l’Italia completa il capolavoro con il volteggio. Erika Fasana, al primo Europeo senior, ha fatto la differenza in questo attrezzo, così come Giorgia Campana alle parallele asimmetriche e Francesca Deagostini alla trave. Uniti Un gioco di squadra che pareva impossibile fino all’anno scorso quando la tensione nella spedizione azzurra si tagliava a fette. «Le ragazze sono state eccezionali — ha commentato Enrico Casella, che insieme a Claudia Ferrè ha accompagnato in pedana la squadra — In due giorni di gare abbiamo fatto 25 esercizi giusti. Segno che stiamo lavorando nella direzione giusta. La Romania è una potenza, sono tornati gli allenatori di un tempo e hanno ripulito la squadra. Anche la Russia è irraggiungibile, poi a Londra ci saranno Cina e Stati Uniti. Ma la speranza di una finale olimpica a squadre è alla nostra portata». La forza del gruppo è l’unità, ritrovata, costruita: «Siamo entrate determinatissime - spiega la Ferlito —, ci siamo dette "Dobbiamo portare a casa la medaglia". Ognuna di noi ha cercato di fare il proprio meglio, ci siamo sostenute e incoraggiate. E questo è il risultato, abbiamo lasciato dietro squadre che a Tokyo ci avevano superato». Non è finita E oggi per la Ferrari al corpo libero e la Fasana al volteggio, ci sono le finali di specialità. Per la campionessa mondiale 2006 le possibilità sono buone: «Sapete che non ho mai voluto parlare di medaglie. Finalmente sono tornata sul podio, a 21 anni e dopo tre di sofferenza. E sono felice. Al corpo libero posso giocarmela, devo solo fare il mio esercizio con serenità. Avrò un body nuovo e chissà che non mi porti fortuna... La scaramanzia non l’ho mai persa». E neanche la grinta, rivogliamo la farfalla cannibale. © RIPRODUZIONE RISERVATA

RUGBY GARA-1 DELLA FINALE D’ECCELLENZA

Calvisano vince a Prato: mani sullo scudetto RICCARDO TEMPESTINI PRATO

Calvisano, nella prima finale-scudetto, espugna il Chersoni, battendo Prato grazie a una ripresa eccezionale, dopo un primo tempo chiuso in ritardo 17-3. Di fronte a 2500 spettatori, compresi il presidente federale Dondi e il c.t. Brunel, le squadre non si risparmiano nonostante il caldo, ma è la tenu-

ta mentale a far la differenza. «Nell’intervallo ho dato fiducia ai ragazzi e sono tornati in campo con le giuste motivazioni — spiegato il coach bresciano Andrea Cavinato — se sono contento per questa partita, sono molto preoccupato per quella di sabato, perché avremo tutto da perdere». Ben diverso l’umore di Andrea De Rossi, preoccupato per l’inspiegabile calo. Dopo un ping-pong Griffen-Wakarua, è Ngawini a firmare la pri-

ma meta ed è Wakarua, con altri due piazzati, a siglare il 17-3 dell’intervallo. Si ricomincia e Griffen accorcia. Un minuto dopo l’apertura bresciana slalomeggia, trasmette l’ovale a Vunisa che manda Bergamo in meta: 17-13. Al 50’ Kolofai ruba palla da una mischia e vola a sua volta in meta per il 22-13. C’è una mischia a 5 metri in area pratese, la prima linea tuttonera non regge e dopo due avvertimenti, Garfagnoli si becca

il giallo. Terzo tentativo e terzo crollo, Damasco assegna la tecnica a Calvisano (22-20). L’uomo in meno si fa sentire, Calvisano spinge e il pack pratese non regge: Damasco assegna la seconda meta tecnica per gli ospiti ed è sorpasso. © RIPRODUZIONE RISERVATA

PRATO-CALVISANO

22-27

MARCATORI: p.t. 6’ c.p. Griffen, 11’ e 20’ c.p. Wakarua, 24’ m. Ngawini, 30’ e 36’ c.p. Wakarua; s.t. 3’ c.p. Griffen, 5’ m. Bargamo tr. Griffen, 10’ m. Kolo’Ofai;

25’ e 30’ m. tecnica Calvisano tr. Griffen. PRATO: Berryman (4’ s.t. Bocchino); Vezzosi (14’ p.t. Majstorovic), Von Grumbkow, Chiesa, Ngawini; Wakarua, Patelli (31 s.t. M. Frati); Saccardo, Belardo (30’ s.t. E. Leonardi), Petillo (20’-29’ s.t. Stefani); Kolo’Ofai, Boscolo (24’ s.t. Bernini); Garfagnoli (30 s.t. Stefani), Giovanchelli (14’ s.t. Lupetti), De Gregori (30’ s.t. Borsi). All. F. Frati/A. De Rossi. CALVISANO: Berne; Canavosio, Visentin, Castello (24’ s.t. Frapporti), Appiani (1’ s.t. Bergamo); Griffen, Palazzani; Vunisa, Scanferla, Birchall; Erasmus (12’ s.t. Nicol), Beccaris; Costanzo (12’ s.t. Maistri), Morelli (21’ s.t. Violi), Lovotti. All. Cavinato. ARBITRO: Damasco. NOTE: p.t. 17-3. Spett. 2500. Gialli: 22’ s.t. Garfagnoli, 40’ s.t. Visentin. Calci: Wakarua 4 su 7 (12 punti), Griffen 5 su 6 (12 punti. Uomo del match: Griffen.

IN FRANCIA

Parisse k.o. Gamba fratturata? Grave infortunio per Sergio Parisse: ieri il capitano azzurro, al 33’ di BiarritzStade Français 16-5 del 26˚ turno del Top 14 francese, ha subito una probabile frattura alla gamba destra. Intanto il Leicester di Castrogiovanni (dal 59’) è finalista in Premiership inglese contro gli Harlequins: battuti i Saracens 24-15.


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PALLAVOLO QUALIFICAZIONE OLIMPICA

A

Vai Italia: l’ultimo scoglio è la Germania

HANNO DETTO

S Simone Parodi «Ho sentito una fitta al polpaccio nel salto per la battuta. Sono a Macerata, il santuario di Loreto è lì vicino, forse è meglio che ci faccia un giro»

S’infortuna Parodi, ma gli azzurri reagiscono e superano la Serbia Ora la finale che vale l’Olimpiade DAL NOSTRO INVIATO

MARISA POLI SOFIA (Bulgaria)

La nuova Italia può perdere un giocatore chiave (Simone Parodi, per infortunio) e sbandare per un set. La nuova Italia può battere lo stesso la Serbia (3-1), nella rivincita della finale europea di otto mesi fa. E’ un altro mattoncino sulla via per Londra, in palio oggi nella finale contro la Germania che vale la qualificazione olimpica. Infortunio Era l’11-7 del secon-

do set quando Simone Parodi si è preparato per la battuta, ha lanciato in alto la palla, ha cominciato la rincorsa e si è bloccato di colpo. Una fitta al polpaccio destro, già stirato sul finale del campionato, e la certezza che partita e torneo, per lui, sarebbero finiti lì. Poteva essere un colpo da k.o. per gli azzurri perfetti per un set e mezzo, da applausi come al solito a muro (12 alla fine, 6 solo nel primo set), bellissimi in attacco (da registrare e rivedere i voli di Zaytsev, 22 punti con il 68% in attacco, quattro muri e un ace). Soluzioni Dice Berruto: «Pote-

va essere un elemento di disturbo e non lo è stato, sono contento di come i ragazzi hanno controllato la situazione». L’uscita di Parodi avrebbe forse ferito l’Italia di una volta, non ha lasciato segni su questa. Né nel punteggio del secondo set (25-19, dopo il 25-14 del primo set, revival di quello di Vienna), quando al suo posto il c.t. ha schierato Samuele Papi. Il quasi 39enne (domenica prossima) ha ripagato con gli interessi del 100 per cento in attacco (5/5, col

ITALIA SERBIA

3 1

NORCECA

Usa-Canada è la finale Cuba rischia (a.a.) Sono Stati Uniti e Canada in finale a Long Beach (Usa) il posto olimpico per la Norceca. Gli Usa battono Cuba 3-1 (25-21, 18-25, 25-17, 2516), i canadesi ancora una volta il Portorico 3-2 (22-25, 25-23, 19-25, 25-23, 15-11). Se vince il Canada, Cuba è fuori dall’Olimpiade. DONNE (a.a.) Il Perù di Cristofani imbattuto col 3-0 (25-17, 25-15, 25-21) all’Argentina e affronterà la Colombia in semifinale a Sao Carlos (Bra). L’altra è Brasile-Venezuela. Girone A:Colombia-Uruguay 3-0 (25-21, 25-14, 25-19); class. Brasile 6; Colombia 3; Uruguay 0. Girone B: CileVenezuela 0-3, Perù-Argentina 3-0; class. Perù 9; Venezuela 6; Argentina 3; Cile 0.

S Ivan Zaytsev «Un dispiacere vedere Simone così sfigato, lui è un componente importante per noi: tecnico in campo e bravo ragazzo fuori. E’ stato un colpo»

(25-14, 25-19, 19-25, 25-16) ITALIA: Parodi 3, Fei 13, Lasko 19, Zaytsev 22, Mastrangelo 3, Travica; Bari (L), Papi 6, Savani. N.e. Boninfante, Birarelli, Kovar. All. Berruto. SERBIA: Podrascanin 8, Petkovic, Nikic 9, Stankovic 7, Atanasijevic 15, Kovacevic; Rosic (L), Janic 10, Mitic, Starovic 1, Terzic, Rasic. All. Kolakovic. ARBITRI: Markov (Rus) e Groenewegen (Ola).

BEACH VOLLEY

Greta & Marta 2˚ posto record Azzurri da sogno

NOTE Spettatori 7300. Durata set: 21’, 24’, 24’, 22’; totale: 91’. Italia: battute sbagliate 16, vincenti 7, muri 12, seconda linea 14, errori 24. Serbia: battute sbagliate 18, vincenti 2, muri 7, seconda linea 8, errori 26.

Non si passa: Michal Lasko e Alessandro Fei bloccano la strada al serbo Bojan Janic TARANTINI

Zaytsev spietato Papi fa il 100% in attacco: così i campioni d’Europa sono battuti solito repertorio da maestro) e dell’86 per cento in ricezione.

sare il calo in attacco del terzo set), all’ordine di Travica e alla ricezione di Bari, in miglioramento dopo le insicurezze di inizio torneo. Significa anche poter contare sempre su Zaytsev, impegnato molto in ricezione e grande protagonista nell’accelerazione dal 10-9 al 15-11 che ha messo fuori gioco i campioni d’Europa.

S Samuele Papi «Peccato per il terzo set, perso per un paio di giri a vuoto. Siamo stati bravi a riprenderci. Ho la barba grigia? No, è alla George Clooney»

IL PROGRAMMA

In campo oggi alle 19.45 Tv: diretta Rai Sport 1

Calo Ci ha provato la Serbia a

tirare su la testa, ci è riuscita solo nel terzo set quando Kolakovic ha rivoltato la squadra dal palleggiatore (dentro Mitic per Petkovic) agli schiacciatori (dentro Janic, fuori Kovacevic), trovando conforto però dal muro, cinque solo in questo set, due per chiuderlo. L’Italia di una volta forse si sarebbe disunita, avrebbe ripensato alle occasioni perse, a partire proprio da quella finale persa a Vienna. Quella attuale invece sa cancellare gli errori e ricominciare da capo, che vuol dire appoggiarsi alle battute di Fei, ai muri di Lasko(ieri il migliore, con 5, a compen-

Soluzioni «Sono contento di come abbiamo controllato le situazioni» commenta il c.t. Mauro Berruto. Questione di maturità («Commettiamo ancora errori, ma riprendiamo subito in mano il volante, otto mesi fa non era così»), di soluzioni («Ne abbiamo tante, anche per la finale»). Da battere, oggi, a sorpresa, c’è la Germania. Non ci sarà il tifo indiavolato dei tredicimila della Armeec Arena che già nella semifinale di ieri hanno fischiato gli azzurri. «Io non vedo l’ora di giocarmela», dice Berruto. E’ la nuova Italia.

Simone Parodi (25) col polpaccio fasciato TARANTINI

S

(a.a.) La Germania ha ammutolito l’Arena Armeec di Sofia superando i padroni di casa. La Bulgaria come la Serbia, avrà un’altra possibilità di qualificarsi, attraverso i tornei intercontinentali di giugno essendo le due migliori squadre europee nel ranking Fivb che non si sono ancora qualificate. Sia Italia che Germania, in caso di sconfitta oggi, vi accedono come organizzatrici. Semifinali: Italia-Serbia 3-1, Bulgaria-Germania 1-3 Oggi finale: (19.45 diretta Raisport1) Italia-Germania.

Milos Nikic «L’Italia ora è la squadra più in forma, quella che gioca meglio. Sono convinto che vincerà anche la finale e ci cederà il torneo di qualificazione»

(c.f.) Quella di ieri è stata la giornata più trionfale che si ricordi nel beach azzurro. Con due risultati inediti. Al Grand Slam di Pechino prima Greta Cicolari e Marta Menegatti hanno chiuso al 2˚ posto: battendo 2-0 (21-18, 21-18) in semifinale le olandesi KeizerVan Iersel, e poi cedendo 0-2 (13-21, 15-21) in finale alle iridate Juliana-Larissa. mai nessuna coppia azzurra era arrivata in finale a un Grand Slam, ed è quindi il più importante risultato di sempre. Per le aviere del. c.t. Lissandro è il 5˚ podio allo Swatch World Tour, 2˚ in uno Slam. Da record anche il risultato di Daniele Lupo e Paolo Nicolai che ieri hanno battuto Plavins Smedins (Let) 2-0 (21-17, 21-15), poi anche Erdmann-Matysik (Ger) 2-0 (21-18, 21-18), e oggi giocano la semifinale contro gli iridati Emanuel-Alison (Bra): mai una coppia italiana maschile era arrivata in una semifinale di un Grand Slam.

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GLI AVVERSARI BULGARIA FAVORITISSIMA E BATTUTA: TENSIONE TRA KAZIYSKI E STOYTCHEV

A-2 DONNE

Sorpresa tedesca: attenzione a Grozer

Casalmaggiore sfida Crema: derby per la A-1

SOFIA

Tutti si aspettavano la Bulgaria, dai rumorosissimi 13 mila tifosi bulgari che hanno riempito l’Armeec Arena al c.t. e ai giocatori italiani. «La Bulgaria è la squadra più forte, per noi arriva la partita più difficile» diceva Fei dopo il 3-1 dell’Italia sulla Serbia. Invece sarà la Germania di Popp (in campo) e Hubner (in panchina, come vice c.t.) l’avversario da battere nella finale di stasera per volare a Londra. Nella seconda semifinale i tedeschi hanno lasciato solo un set ai padroni di casa, ancora in campo con il palleggiatore

Gyorgy Grozer TARANTINI

di riserva dopo l’infortunio a Zhekov proprio alla vigilia del torneo. Qualche tensione in casa Bulgaria: dopo un cambio Kaziyski (ha chiuso con 22 punti e il 71% in attacco) ha gettato la paletta per terra, in polemica con il c.t. e suo tecnico a Trento, Rado Stoytchev. Tecnici Il dopo Lozano, in pan-

china, ha il nome del belga Vital Heynen nominato c.t. a fine febbraio e conosciuto per la lunga esperienza come tecnico dei belgi del Noliko Maaseik (dal 2006). Del sestetto titolare, solo Marcus Popp (a Verona) è reduce da un campionato in Italia; in panchina Schwarz ha giocato a Padova,

| 1-3

Kampa è arrivato a Piacenza a metà dicembre. Ma la stella è l’opposto Gyorgy Grozer (30 punti ieri), 27 anni, figlio di Georg senior, a Loreto per tre partite nella fase finale della stagione 2007/2008. Con la Germania l’Italia è in serie positiva da 3 gare (l’ultima sconfitta un anno e mezzo fa, in amichevole a Schio), con un bilancio di 23 vittorie in 28 sfide. L’ultima solo tre giorni fa nel girone, col 3-0 degli azzurri e i due schiacciatori Kaliberda e Popp lasciati in panchina. Un brutto ricorso per Andrea Bari, colpito al volto dalla violentissima battuta di Grozer.

(22-25, 25-20, 22-25, 16-25) BULGARIA: V. Nikolov 18, Aleksiev 2, Yosifov 2, Bratoev, Kaziyski 22, Todorov 5; Salparov (L), Penchev 5, Sokolov, Skrimov 1, N. Nikolov 6. N. e. Zhekov. All. Stoytchev. GERMANIA: Kaliberda 9, Gunthor 8, Grozer 30, Popp 12, Bohme 6, Tischer 4; Steuerwald (L), Schops, Dunnes, Andrae 2. N.e. Schwarz, Kampa. All. Heynen. ARBITRI: Gaupp (Fra) e Yener (Tur). NOTE Spettatori 12.000. Durata set: 30’, 27’, 31’, 25’; totale: 113’. Bulgaria: battute sbagliate 15, vincenti 6, muri 5, seconda linea 8, errori 24. Germania: battute sbagliate 12, vincenti 4, muri 10, seconda linea 14, errori 24.

ma.po

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Bulgaria-Germania

(m.l.) Oggi al PalaFarina di Viadana (Mn) primo atto del derby cremonese che decreterà la seconda promossa in A-1 donne con Giaveno. Gara-1 (al meglio delle 5) ore 18: Pomì Casalmaggiore-Icos Crema. SEMIFINALE UOMINI A-2 (f.c.) Oggi a Segrate (ore 16 diretta su Sportitalia 2) si gioca Crazy Diamond Segrate-Bcc Castellana (serie 1-2), gara-4 di semifinale playoff. Molfetta è già in finale. CONFERME (an.me.) Dopo l’allenatore Kovac, la neopromossa Sir Safety Perugia (A-1) conferma Daldello (29 anni), Tomassetti (30) e Vujevic (39).


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DOMENICA 13 MAGGIO 2012

PALLANUOTO FINAL FOUR

Potenza Recco: l’Europa è tutta nostra I liguri battono il Primorje e conquistano la settima Champions: en plein di coppe per l’Italia La Pro Recco (foto Borsarelli) fa festa

DAL NOSTRO INVIATO

FRANCO CARRELLA ORADEA (Romania)

Un giorno atteso 11 mesi, per cancellare l'inatteso scivolone di Roma. Dalla delusione col Partizan al trionfo sul Primorje: la Pro Recco stavolta non tradisce e regala all'Italia uno straordinario en plein europeo che rievoca quello del 2005. Tutti i trofei sono nostri, diciamo grazie anche al Savona (Euro Cup) e alle ragazze di Imperia e dello stesso club biancoceleste (Coppa Len e Coppa Campioni femminile). «Mi aspettavo una gara combattuta e così è stato. Onore agli sconfitti avversari e bravi i miei che hanno preparato quest’evento con impegno estremo» racconta Pino Porzio mentre i ragazzi fanno festa assieme ai 30 tifosi al seguito. C’è anche la signora Tempesti, Emilia, che ringrazia il figliolo, nuovamente tra i protagonisti: «Mi hai fatto un meraviglioso regalo per la festa della mamma». E il munifico patron Gabriele Volpi guarda già oltre: «Adesso mi aspetto lo scudetto, anche della squadra femminile». Amici contro Nella curiosa sfi-

da tra club gemellati, che si erano affrontati pure nella finale di Lega Adriatica (15-4 per la Ferla), sembra un match in discesa quando il primo tempo contrassegnato da ritmi lentissimi si chiude sul 4-1. Non è così perché i tenaci fiu-

PRO RECCO PRIMORJE

11 8

(4-1, 2-3, 3-3, 2-1) MARCATORI: 2’27" Buljubasic, 3’10" Filipovic s.n., 4’28" Zlokovic, 6’ Ivovic s.n., 7’10" Madaras s.n.; 8’41" e 11’10" (s.n.) De.Varga, 12’52" J.Garcia rig., 13’32" Felugo s.n., 14’11" Ivovic; 16’46" Da.Varga rig., 18’02" Kasas s.n., 18’55" Ivovic, 21’27" J.Garcia, 22’31" Setka, 23’57" Madaras s.n.; 26’23" Setka s.n., 26’53" Prlainovic s.n., 28’20" Zlokovic. FERLA PRO RECCO: Tempesti, Buric, S.Sukno, Felugo, Filipovic, D. Pijetlovic, Prlainovic; Madaras, Kasas, Perrone, Zlokovic, Ivovic, Molina. All. Porzio. PRIMORJE: Car, Buljubasic, Paskvalin, De.Varga, Muslim, Da.Varga, J.Garcia; Krapic, Frankovic, Jelaca, Barac, Setka. N.e. Radic. All. Roje. ARBITRI: Stavridis (Gre) e Borrell (Spa). NOTE: s.n. Pro Recco, Primorje. Spett. 1200. Finale 3˚ posto: Mladost (Cro)-Vasas (Ung) 11-7.

mani, che iniziano a difendere a pressing per chiudere a zona negli ultimi secondi dell’attacco italiano, non demordono, sospinti dalla classe pura di Denes Varga (poi eletto miglior giocatore della Final Four): al 12’ si è sul 4-4 e Buric è già gravato di due falli gravi. Equilibrio Si fila in equilibrio fi-

no al nuovo break dei campioni d’Italia, che allungano sull’8-5 nella terza frazione con una bomba di Ivovic, tra i migliori in campo. Scintille ai due metri (Buljubasic e Pijetlovic), arbitri che perdono un po’ la bussola (falli semplici scambiati per falli gravi, rigori scambiati per superiorità numeri-

che), Primorje che risale a -1 all’inizio dell’ultimo tempo (9-8 con il sorprendente Setka) rispecchiando il carattere dell’allenatore Roje, vecchio asso della Canottieri Napoli. Sono le reti di Prlainovic (con l’uomo in più) e Zlokovic (splendida palombella) a chiudere definitivamente i conti. Al suono della sirena, rituale bagno collettivo. Per la squadra ligure è la settima Coppa Campioni della storia: soltanto Partizan e Mladost hanno fatto altrettanto, e già si sogna lo storico sorpasso per l’anno prossimo. In campo internazionale, in questa stagione, Tempesti e compagni hanno vinto tutte le 29 partite: 10 volte in

Champions e 19 volte nella prima Lega Adriatica. Aspettando il Brescia E ora, ap-

punto, arriva la settimana della finale scudetto. Il Recco sfida il Brescia (giovedì gara-1 a Sori, domenica il ritorno in Lombardia), ma dei suoi fuoriclasse stranieri presenti a Oradea può schierare soltanto Zlokovic e Ivovic. Dal campionato 2012-2013, con l’apertura ai comunitari sollecitata dall' Unione Europea, le cose cambieranno. È un argomento di cui si è discusso in questi giorni a bordo vasca: tra le soluzioni studiate dalla Fin, un numero minimo di italiani in campo, come avviene nella pallavolo.

l’albo d’oro Ecco l’albo d’oro recente della Champions League, in passato Coppa Campioni ed Eurolega. Il maggior numero di vittorie, 7, appartiene alla Pro Recco, ai croati della Mladost e ai serbi del Partizan. A quota 4 ci sono i tedeschi dello Spandau, a 3 il Posillipo e i croati dello Jug. '95 Catalunya (Spa); '96 Mladost (Cro); '97, '98 Posillipo; '99 Posk (Cro); 2000 Becej (Jug); 2001 Jug (Cro); 2002 Olympiakos (Gre); 2003 Pro Recco; 2004 Honved (Ung); 2005 Posillipo; 2006 Jug; 2007, 2008 Pro Recco; 2009 Primorac (Mng); 2010 Pro Recco; 2011 Partizan (Ser); 2012 Pro Recco. WORLD LEAGUE DONNE Oggi a Siracusa alle 11.45 le azzurre giocano contro l’Ungheria per l’ultimo impegno di qualificazione della World League donne. Ieri: Ungheria-Spagna 11-14; Germania-Italia 11-8; Germania-Ungheria 10-15; Italia-Spagna 7-8. Class.: Italia 10; Germania 8; Ungheria 7; Spagna 5.

Qui si è parlato pure della Superleague, il torneo che vorrebbero lanciare alcuni grandi club insoddisfatti della Champions League (per formula e partecipanti): il più battagliero è proprio Predrag Sloboda, presidente del Primorje, socio in affari del recchese Gabriele Volpi e numero uno della Federazione croata. La Len ha inviato una lettera al Cio per intimarlo a desistere da propositi bellicosi, minacciando sanzioni. Quanto a Volpi, le lungaggini burocratiche che gli impediscono di costruire un proprio impianto a Recco lo infastidiscono, ma la passione resta. Campioni nonostante tutto. © RIPRODUZIONE RISERVATA


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BASKET PLAYOFF L’ALA DI MIAMI MIGLIOR GIOCATORE DELLA STAGIONE REGOLARE

Est: Semifinali: BostonPhiladelphia (ieri notte gara-1); Miami-Indiana (stasera gara-1). Ovest: Primo turno, gara-6: Clippers-Memphis 88-90 (Griffin 17; Gasol 23), serie 3-3 (stasera, ore 19, gara-7); Lakers-Denver 3-3 (ieri notte gara-7); San Antonio-Utah 4-0; Oklahoma City-Dallas 4-0.

LeBron vince l’mvp: è il numero uno per la terza volta negli ultimi 4 anni Ha vinto LeBron James. Non era scontato, perché per il titolo di miglior giocatore c’erano almeno altri 4 giocatori (Durant, Paul, Bryant e Parker, che lo hanno seguito nell’ordine nelle votazioni) con credenziali tali da poter puntare al successo.

MASSIMO ORIANI

Nostalgia canaglia. Per una generazione di appassionati Nba, la semifinale Est partita nella notte tra Celtics e 76ers porta alla mente le prime partite dei pro’ arrivate sui teleschermi italiani. Erano gli anni ’80, in campo i veri Big Three da una parte, Larry Bird, Robert Parish e Kevin McHale, e il leggendario Doctor J, con Moses Malone, Andrew Toney (soprannominato «lo Strangolatore di Boston» dopo i 25 punti nel 4o periodo rifilatigli in una gara di regular season dell’82), Mo Cheeks, dall’altra.

Invece l’ala di Miami ha vinto il suo terzo mvp, al termine di una delle migliori stagioni regolari mai viste nella Nba, chiusa con 27.1 punti, 7.9 rimbalzi e 6.2 assist a partita, tirando con il 53% dal campo. Per King James si tratta del terzo successo negli ultimi 4

anni. Come o meglio di lui hanno fatto solamente Kareem Abdul Jabbar (6), Michael Jordan e Bill Russell (5), Wilt Chamberlain (4), Larry Bird, Magic Johnson e Moses Malone (3). Nella notte si è giocata gara-7 tra Lakers e Denver, ma anche i

Clippers, l’altra squadra di Los Angeles, sono andati alla bella, perdendo in casa l’occasione di chiudere i conti con Memphis. Hanno pesato fortemente le condizioni fisiche tutt’altro che buone di Chris Paul (solo 11 punti e 7 assist in 35’).

Celtics-Sixers, tuffo al cuore Riecco il «clasico» della Nba L’eterna sfida degli anni ’80 si rinnova solo per la seconda volta in 17 anni Da Bird-Erving a Garnett-Iguodala. Boston favorita, se Pierce e Allen reggono

ieri

oggi

Lunga pausa Una rivalità sopita

per 17 anni (unica eccezione la sfida al 1o turno del 2002, vinta 3-2 dai biancoverdi, che ha di fatto posto fine all’era Iverson coi Sixers), pronta a riesplodere con nuovi attori. Boston ha faticato non poco a liberarsi degli Hawks e ha tanti problemi fisici: Ray Allen con una caviglia da operare a fine stagione, Pierce con un legamento del ginocchio sinistro stirato, Avery Bradley con una spalla lussata. Ma ha un Garnett mai visto da quando è in biancoverde, capace di dominare in post basso contro Atlanta e di finire la serie con +74 di plus/minus (con lui in campo i Celtics hanno segnato 74 punti in più degli avversari). Nucleo I Sixers hanno invece

sfruttato la grande occasione che si è loro presentata con gli infortuni che hanno tolto di mezzo Derrick Rose e Joakim Noah, eliminando Chicago, testa di serie n.1, in 6 partite. Phila non ha una stella, ma un nucleo di solidi giocatori che fanno capo ad Andre Iguodala, un lungo in crescita come Spencer Hawes (nipote dello Steve che giocò alla Giomo Venezia nell’84-85), un reparto esterni di

Julius Erving al tiro contro Larry Bird in una delle tante leggendarie sfide tra Celtics e Sixers degli anni ’80. Il bilancio nei playoff è di 11 serie vinte a 4 in favore di Boston GETTY

talento formato da Jrue Holiday, Evan Turner e Lou Williams. Radici La rivalità tra Celtics e Sixers è datata. Nasce nel 1964, quando i Syracuse Nationals traslocano a Philadelphia, riportando la Nba nella città dell’amore fraterno, abbandonata dai Warriors che si erano spostati a San Francisco nel

’62. I Sixers non persero tempo per farsi odiare dai Celtics, ingaggiando nel ’65 Wilt Chamberlain, storico avversario di Bill Russell. Per 5 stagioni consecutive le due squadre si affrontarono in finale di conference, con Boston vittoriosa 4 volte. Si arrivò poi agli anni ’80, con la rissa dell’85 tra Bird e Erving (immortalata in una delle foto più famose di sempre dello

Kevin Garnett, 36 anni sabato prossimo, durante una delle tre sfide di stagione regolare contro Philadelphia (2-1 per i Sixers). 18.7 punti e 10.5 rimbalzi a gara contro Atlanta AFP

sport Usa, entrambi con le mani al collo dell’avversario), altre 4 serie di playoff, con Boston capace di eliminare i rivali nell’81 e 84, stagioni poi chiuse con la vittoria del titolo. Ma forse la più famosa resta quella dell’82, con Phila che vince gara-7 in trasferta e il pubblico del Garden che accompagna gli ultimi minuti della disfatta (120-106) con il coro «Beat L.A» che invita-

Toney passò alla storia come lo «Strangolatore di Boston» dopo un quarto da 25 punti

va i 76ers a sconfiggere gli ancor più odiati Lakers in finale (ma poi persero 4-2). Come andrà a finire stavolta? Boston è favorita, (ma non troppo) se gli arti inferiori di Pierce e Allen reggeranno. Altrimenti dagli spalti del nuovo Garden si alzerà il coro «Beat the Heat». Sarà anche una rivalità, ma volete mettere l’odio per LeBron? © RIPRODUZIONE RISERVATA

EUROLEGA FINAL FOUR A ISTANBUL

Kirilenko: «Ho detto no ai pro’ per vincere col Cska» Il russo guida la squadra che lo ha lanciato nella finale contro l’Olympiacos

za americana nel 2011, per vincere una medaglia a Londra.

Lontana Ma l’America resta lonStile «Il gioco di squadra è pro-

DAL NOSTRO INVIATO

LUCA CHIABOTTI ISTANBUL

«E’ cominciato tutto con Siena»: Giorgios Printezis gira il coltello nella piaga spiegando come mai l’Olympiacos Pireo, nell’anno della crisi greca e del taglio del budget, oggi affronterà il Cska Mosca per il titolo continentale. Aver battuto i campioni d’Italia, dopo una stagione da 9 vittorie e 7 sconfitte, ha dato alla squadra di Dusan Ivkovic una coscienza assoluta dei propri mezzi, corroborata dal trionfo col Barcellona in semifinale. Il sogno continuerà? Difficile. Il Cska ha già pagato il prezzo della tensione all’inizio della gara col Panathi-

d’Europa.

Andrei Kirilenko, 31 anni, ala del Cska, a terra con Calathes del Pana AFP

naikos. Poi Andrei Kirilenko ha ribaltato il destino della sua squadra: «Lo stess della vigilia ci stava abbattendo — dice — per un quarto non abbiamo mostrato nulla del nostro gioco fatto di aggressività, aiuti tra compagni, rapidi cambi». Kirilenko, 10 anni di Nba alle spalle coi Jazz, è l’unica stella europea della Nba rimasta da noi dopo la fine del lockout. Perché era free agent e ha potuto sce-

gliere: «Avevo molti dubbi e tanti fattori da considerare. Mi eccitava l’idea di vincere l’Eurolega col Cska, la squadra che mi ha lanciato, e volevo prepararmi al meglio per l’Olimpiade». Così, quando ha visto che la Nba proponeva 66 partite in 4 mesi, mettendo a rischio la forma per i Giochi, ha pensato di restare in un mondo che sente tecnicamente più suo, nonostante abbia preso la cittadinan-

fondamente radicato nel basket europeo più che nella Nba — dice — e io sono uno che crede nei compagni e ama lasciare che la partita venga da me piuttosto che forzare le situazioni». Quando succede, come in semifinale col Pana, Kirilenko diventa un giocatore totale: ha segnato 15 dei 22 punti nel parziale Cska che ha ribaltato la partita. Con 9 rimbalzi, 4 stoppate e l’annullamento di Diamantidis: non per niente ha vinto il premio di miglior difensore d’Europa. Così Mosca sta ottenendo i dividendi per aver puntato sui free agent come hanno fatto i cinesi (l’altro è Krstic, 7 stagioni Nba alle spalle) invece che su giocatori con la scadenza come Gallo, Batum o Rudy Fernandez. Non solo perché con 30 milioni di budget chiavi in mano, il club di proprietà della Norilsk, n.1 mondiale del nickel, è il più ricco

tana, anche se Kirilenko sostiene che «Le squadre delle Final Four lotterebbero per i playoff Nba». Ieri è stato eletto mv dell’Eurolega («Divido il premio per 15 perché i compagni mi hanno fatto diventare ogni giorno una persona migliore oltre che un giocatore») .A breve però potrebbe tornare tra i pro’ coi Nets il cui proprietario è il russo Prokhorov (padrone del Cska ai tempi di Messina). Da Brooklyn sono giunte smentite ma a Istanbul è arrivato anche il g.m. e agli incontri c’era pure Deron Williams, free agent d’oro che deve rinnovare coi Nets. «Deciderò cosa fare dopo le Final Four», dice Kirilenko, cioè da domani. Prima, però, vuole vincere col Cska. Poi l’Europa cambierà di nuovo faccia. © RIPRODUZIONE RISERVATA

L’OPINIONE di DAN PETERSON

A PAGINA 23

&

SU SPORTITALIA 2

In campo alle 20 Le prossime due Final 4 a Londra La finale tra Cska e Pana si gioca alle 20 italiane (SportItalia 2). Le prossime 2 edizioni delle Final Four si disputeranno alla O2 Arena di Londra, impianto da 20.000 spettatori. LEGADUE Ieri due gare-2 dei quarti: Pistoia-Veroli 83-84 (Hardy 25; Jackson 29, serie 1-1); Scafati-Brescia 106-92 (Marigney 23; Thompson 17, serie 2-0). Oggi due gare-3: Piacenza-Barcellona (20.30, RaiSport 2, 0-2), Ostuni-Brindisi 18.15, (0-2). CIAO SHERMA Il georgiano Giorgi Shermadini, 22enne centro di Cantù, giocherà le prossime due stagioni con il Maccabi Tel Aviv (biennale da 600.000 dollari l’anno).


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VELA VIA AL CITY OF VENICE TROPHY

Luna Rossa incanta La laguna di Venezia sembra Auckland Folla record per seguire il Trofeo che anticipa le World Series di Coppa America: trionfa l’azzurra Piranha I PROTAGONISTI L’ESULTANZA ITALIANA E L’ATTESA AMERICANA 1

fetto dei copioni nella prima giornata, Luna Rossa Piranha infila tre primi posti, ideale linea di continuità con la vittoria di Napoli, nell’altra tappa italiana di avvicinamento alla Coppa America. «Complimenti ai ragazzi di Piranha che con tre primi posti hanno fatto un gran lavoro. Noi di Swordfish (Pescespada, la seconda barca degli allunati, ndr) siamo al secondo posto: penso che non si potesse chiedere di più a questa prima giornata veneziana». Max Sirena deve andare, il sindaco velista, Giorgio Orsoni, giustamente reclama una foto ricordo con lo skipper di Luna Rossa. «Abbiamo lavorato tanto e duramente — aggiunge Checco Bruni, uno degli uomini di Piranha, con Bertelli da un decennio —. Queste regate non hanno valore per la Coppa, ma avere ridotto le distanze con avversari che si allenano su questi catamarani (Ac45, un po’ meno di quindici metri di lunghezza, ndr) da molti mesi è motivo di grande soddisfazione. Ci riproveremo domani (oggi, ndr), quando il vento sarà più forte – è attesa Bora da Trieste – e quindi avremo condizioni molto più complicate di quelle che abbiamo avuto in queste regate».

y

ORACLE QUARTA Questa la classifica dopo tre prove del Trofeo Città di Venezia: 1 Luna Rossa Piranha (piazzamenti 1-1-1), 27 2 Luna Rossa Swordfish (piazzamenti 2-4-3), 21 3 Energy Team (Fra) (piazzamenti 4-2-4), 20 4 Oracle Spithill (Usa) (piazzamenti 3-3-5), 19 5 Artemis (Sve) (piazzamenti 6-6-2), 16 6 China Team (piazzamenti 5-7-6), 12 7 Team Korea (piazzamenti 7-5-7), 11

Bora Oggi ci sarà meno possibi-

lità di fare passerella (in mare): è previsto brutto tempo, con vento forte, ma i veneziani già pregustano la terza regata, 2

3

4

1 Luna Rossa Swordfish nel Trofeo Città di Venezia 2 Il sindaco di Venezia Giorgio Orsoni presenta il trofeo 3 L’equipaggio di Luna Rossa Piranha festeggia le sue tre vittorie 4 Larry Ellison (sin.) con James Spithill su Oracle BORLENGHI LUNA ROSSA DAL NOSTRO INVIATO

GIAN LUCA PASINI VENEZIA twitter@GianLucaPasini

Neppure Larry Ellison, uno degli uomini più ricchi del mondo, ha voluto perdere l’occasione e – in gran segreto – è salito a bordo di Oracle per partecipare alle prime tre regate, delle prove generali di Coppa America a Venezia. 700 barche Come Ellison che

non ha bisogno di albergo, ma vive in Laguna sul suo mega yacht Mushashi, 88 metri, 22 uomini di equipaggio, ormeggiato a suon di migliaia di euro

(proprio a due passi dall’Arsenale, vicino alla fermata del vaporetto, guarda il video su www.gazzetta.it), migliaia di veneziani fin da prima mattina hanno preso d’assalto l’Arsenale, riappropriandosi di una parte della città da troppo tempo inaccessibile. «Mi sembrava di essere ad Auckland durante la finale di Coppa America», ha detto sorridendo Max Sirena, lo skipper di Luna Rossa, appena tornato a terra. «Era molto tempo che non vedevo tante barche in mare durante una regata». Qualcuno dice 600, qualcuno 700 natanti, comunque sia parliamo di un entusiasmo che raramente travolge velisti e marinai. E come nel più per-

clic TUTTE LE PROVE IN DIRETTA E POI COMMENTI, INTERVISTE E VIDEO DELL’AVVENTURA Su www.gazzetta.it le dirette delle regate di Venezia, i commenti, le interviste e i video che raccontano la nuova avventura che sta vivendo l’America’s Cup. In particolare guardate il filmato sulla «limousine» di Ellison. Il no 1 di Oracle seguirà le regate ormeggiato sul suo Mushashi, un megayacht enorme di 88 metri di lunghezza, con Tender di oltre 10 metri. Maggiori approfondimenti sul blog http://ventoevele.gazzetta.it/.

Oltre 900 barche in mare per tifare, oggi l’arrivo è davanti a piazza San Marco Seconda l’altra Luna Rossa, Swordfish, ma da Trieste è in arrivo la bora quando le barche dopo essere partite dal Lido, in mare aperto, termineranno il loro percorso davanti a piazza San Marco, 30 mila euro il montepremi per il primo catamarano a tagliare il traguardo. Ci saranno anche i neozelandesi bloccati ieri da un problema tecnico, ma che dopo un paio di notti di lavoro vogliono essere al via. Se vinciamo metteremo il montepremi a disposizione dell’equipaggio per attività ricreative – hanno detto quelli di Team New Zealand -, che dopo le regate hanno chiesto un catamarano a Luna Rossa per uscire ad allenarsi. A Venezia vogliono esserci tutti… © RIPRODUZIONE RISERVATA

Taccuino IL PROGRAMMA

Da giovedì le regate per la classifica (r.ra.) Oggi giornata conclusiva del City of Venice Trophy: due regate di flotta davanti al Lido e una regata lunga (in palio 30 mila euro per il vincitore) che porterà i catamarani AC 45 dal Lido a piazza San Marco (queste regate non sono valide per la classifica delle World Series). Questo il programma delle World Series. Giovedì 17: regate di flotta match race. Venerdì 18: regate di flotta match race. Sabato 19: regate di flotta, match race e a seguire prove di velocità sui 500 metri. Domenica 20: finali di match race, regata di flotta con punteggio maggiorato.

NEW YORK-LIZARD POINT

Soldini vola fra gli iceberg (r.ra.) Dopo tre giorni è di ben 200 miglia il vantaggio virtuale accumulato da Maserati nei confronti del 140 piedi Mari Cha IV (il maxi yacht detentore del record New York-Lizard Point, con un tempo di 6 giorni, 17 ore, 52 minuti, 39 secondi). Perfetto il passaggio di Giovanni Soldini e il suo team tra gli iceberg e la nebbia di Terranova: Maserati è volata nell’acqua a 2, 3 gradi, tra gli iceberg, a 20 nodi di velocità, macinando miglia su miglia. «Ora però rischiamo di non battere il record per colpa dell’alta pressione — dice Soldini da bordo —. La sfida di Maserati contro l’alta pressione delle Azzorre si giocherà tutta nelle prossime 24 ore».

CLASSE MINI

Pedote trionfa fra i 6.50

Il trofeo in palio a Venezia

(m.nan) Giancarlo Pedote (Prysmian) in coppia con Rémi Aubrun ha vinto a Plymouth, in Inghilterra, la Trinité-Plymouth riservata ai Mini 6,50. È la prima vittoria di un italiano all’estero nella classe Mini. Pedote è adesso secondo nel ranking mondiale di classe nella categoria Prototipi ed è a un passo dalla qualificazione per la regata in solitario Les Sables-Azzorre.

MONDIALI LASER

Slingsby conquista il quinto titolo Tom Slingsby ha conquistato il suo quinto titolo mondiale nella classe laser. L’australiano, prossimo a partire per l’Olimpiade di Londra, ha trionfato a Boltenhagen, in Germania, ed è uno dei favoriti proprio in vista dei Giochi, che vedranno i laser protagonista a Weymouth, nel sud dell’Inghilterra. Slingsby, 27 anni, ha preceduto il croato Tonci Stipanovic e il neozelandese Andrew Maloney, che si è piazzato terzo.


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TUTTENOTIZIE & RISULTATI Baseball Rimini in testa

Ippica VARENNINI DA MONTEGIORGIO IERI A MODENA OGGI

Osasco, prova di forza Ora Pascià e Per Amore Nel Gran Premio d’Europa non si era neanche allineato e aveva fatto impazzire Jos Verbeeck. Ieri, ritrovato Roberto Vecchione, il Varennino Osasco di Ruggi non ha fatto sciocchezze e ha vinto alla maniera forte il GP San Paolo di Montegiorgio. L’allievo di Holger Ehlert dopo 600 metri si è portato ai lati della leader Orsia e piano piano l’ha messa sotto pressione per passare in retta e respingere di stretta misura Owen’s Club, che ha avuto un percorso ottimale sempre nella sua scia. Per Osasco di Ruggi primo GP della carriera, mentre i successi dei figli di Varenne sono saliti a 77 e Osasco è l’erede n. 32 a conquistare un Gran Premio. Di questi, solamente undici sono maschi. Dei 77 Gp, 20 sono stati conquistati su piste straniere. Oggi Giovanardi E non è finita

qui perché oggi a Modena (inizio convegno alle 15.25) è il giorno di Giovanardi (e Filly), ovvero la prima vera classica in prospettiva Derby. E i favoriti delle due prove sono proprio figli di Varenne ed entrambi allenati da Ehlert. Pascià Lest è il più atteso nella prova Open dopo lo strepitoso successo al rientro a Treviso il 1˚ maggio. Stesso discorso per Per Amore Gual (che ha dominato a Firenze,

Black Caviar ora verso Ascot

GALOPPO

Black Caviar 21 su 21 Roma: Crackerjack sarà Presidente?

In primo piano, Osasco di Ruggi (R. Vecchione) respinge l’assalto finale di Owen’s Club (P. Gubellini) e vince il GP San Paolo a Montegiorgio BRONTE

Trieste e Bologna) nella prova riservata alle femmine. Montegiorgio ieri 7ª corsa - GP San Paolo - m 1600: 1 Osasco di Ruggi (R. Vecchione) 1.12.7; 2 Owen's Club; 3 Orleans Om; 4 Orsia; 5 On The Way Grif; Tot.: 6,92; 2,22, 2,25, 2,33 (19,07) Trio: 250,07. Modena oggi 6ª corsa - 17.55 - Pr. Tito Giovanardi - m 2060: 1 Perkins Grif (non corre); 2 Pick Kronos (L. Baldi); 3 Picone (Santo Mollo); 4 Phantom (R. Andreghetti); 5 Plutonio (P. Gubellini); 6 Pascià Lest (E. Bellei); 7 Penner Lb (G.P. Maisto); 8 Prinz del Vento (B. Congiu); 9 Priority Ok (L. Becchetti); 10 Pershing Bi (A. Di Nardo); 11 Pontiac Turbo (L. Besana); 12 Positano d’Ete (M. Minopoli Jr); 13 Pick and Go (R. Vecchione); 14 Panzer Roc (I. Guasti).

Bologna: 15-6-13-10-7 8ª corsa - m 1660: 1 Guttusoz (E. Moni) ; 2 Nadia Trio; 3 National Trgf; 4 Nero di Girifalco; 5 Ninfa Gas; Tot.: 2,81; 1,61, 2,22, 2,28 (36,48). Quinté: e 8.468,20. Quarté: e 454,57. Tris: e 110,29. OGGI SI CORRE ANCHE Galoppo: Milano (14.45). Trotto: Napoli (14.55), Torino (15) e Montecatini (15.15). ANCORA LEBEN RL Ieri a Vincennes ennesima prova di forza di Leben Rl (J. Verbeeck, trainer Ehlert) che ha dominato il Prix du Gâtinais (m 2700) in 1.13.1. E’ la sua sesta vittoria sulla pista nera parigina. OSLO GP Oggi a Bjerke bella edizione dell’Oslo GP (m 2100) con al via il campione in carica, l’americano Arch Madness, sfidato da Rapide Lebel e Commander Crowe.

Hockey ghiaccio MONDIALE

Pentathlon MONDIALI A ROMA

Italia sconfitta dalla Svezia

Dominio inglese Biedermann bis Addio a Perkins Crognale 18ª Steffen: 53"68 Fu rivale di Loi

STOCCOLMA L’Italia perde anche contro la Svezia padrona di casa (9000 spettatori), ma complice il k.o. della Danimarca contro la Germania tiene viva la speranza di salvezza (retrocede l’ultima del girone). Svezia-Italia 4-0 (2-0, 1-0, 1-0). Marcatori: p.t. 5’13" Kruger, 19’12" Kronwall; s.t. 5’45" Karlsson 2 s.n.; t.t. 1’45" Landeskog. Italia: Tragust (Bellissimo); De Marchi, Plastino; Marchetti, Egger; Johnson, Larkin; Hofer; Scandella, Tudin, Ansoldi; Fontanive, Rocco, Sirianni; Insam, Felicetti, Iannone; Edwardson, Bernard, De Toni; Iori. All. Cornacchia. Note: spett. 8979. Penalità: Svezia 6’, Italia 16’. Sup. num.: Sve 1/8, Ita 0/3. Tiri: Sve 42, Ita 19. Girone Helsinki - Ieri: Slovacchia-Bielorussia 5-1 (1-0, 4-1, 0-0); Francia-Svizzera 4-2 (1-0, 1-2, 2-0); Canada-Kazakistan 8-0 (1-0, 2-0, 5-0). Classifica: Canada* 16; Finlandia 12; Usa 10; Slovacchia 9; Francia, Svizzera 6; Bielorussia 3; Kazakistan* 1 (*una in più). Oggi: Finlandia-Usa (ore 15.15); Slovacchia-Svizzera (ore 19.15). Girone Stoccolma - Ieri: Norvegia-Lettonia 3-0 (1-0, 2-0, 0-0); Germania-Danimarca 2-1 (0-1, 1-0, 1-0); Svezia-Italia 4-0. Classifica: Russia, Svezia* 15; R.Ceca 11; Norvegia 7; Lettonia, Germania 6; Italia* 2; Danimarca 1 (*una in più). Oggi: Russia-R.Ceca (ore 16.15); Norvegia-Germania (ore 20.15).

Daniel Bellissimo, 27 anni REUTERS

Sabrina Crognale, 18ª sarà ai Giochi

(g.l.g.) Dominio inglese nella finale donne dei Mondiali a Roma. La francese Caze, favorita, è stata rimontata nella prova combinata dalla Spence e dalla Murray ed è finita fuori dal podio, superata anche dalla cinese Chen, poi 2ª, in rimonta partendo da 9ª. Bene la Crognale, 18ª con 5156 punti e praticamente qualificata per Londra. Oggi (8.30 scherma all’Ippodromo militare di Tor di Quinto; 11,50: nuoto all’Aquaniene; 15 equitazione e 17,50: combinata all’Ippodromo) finale uomini a 36 con Nicola Benedetti, Riccardo De Luca e Pier Paolo Petroni che puntano anche alla medaglia a squadre (Russia inarrivabile). Tra i più accreditati, i russi Moiseev oro ad Atene 2004 e Pechino 2008, campione del mondo e d’Europa in carica e Lesun due volte argento mondiale e leader del ranking, nonché l’ungherese Marosi, campione del mondo 2009 e bronzo 2011. Finale donne: 1. Spence (Gb) 5484, 2, Chen (Cina) 5460, 3. Murray (Gb) 5452, 4. Caze (Fra) 5448; 18. CROGNALE 5156.

Nuoto TEDESCHI: 400 SL IN 3’’47"98

Un allenamento, o poco più, quello con cui la campionessa australiana Black Caviar ha conquistato ieri a Morphettville (Adelaide) davanti a 30.000 spettatori la 21ª vittoria di una carriera senza sconfitte. Nella prova di gr. 1 sui 1200 metri, Black Caviar (L. Nolen) ha sempre galoppato in scioltezza, disponendo facilmente dei 7 avversari. Tra i cavalli in attività, a 22 vittoria consecutive (ma non imbattuto) c’è l’americano Rapid Redux. Black Caviar tenterà di raggiungerlo il mese prossimo ad Ascot, sui 1200 metri delle Diamond Jubilee Stakes: è già nettamente favorita a 4/6. In Italia, invece, a Roma si corre il Presidente, nel mirino di Crakerjack King, che l’anno scorso sulla pista ha vinto il Derby. Il grigio è stato appena venduto per metà agli australiani. Il tedesco Waldpark è il rivale. 6ª corsa - 17.30 - Pr. Presidente della Repubblica (gr. 1) - m 2000: 1 Afsare (Fallon); 2 Crackerjack King (Branca); 3 Douce Vie (C. Colombi); 4 Estejo (M. Demuro); 5 Quiza Quiza Quiza (C. Demuro); 6 Saratoga Black (D. Vargiu); 7 Sri Putra (Callan); 8 Theo Danon (Minarik); 9 Waldpark (Pedroza).

(al.f.) Paul Biedermann vince i 400 sl ai trials tedeschi di Berlino in 3'47”98 (55”85, 1'53”92, 2'52”08), crono che gli vale il pass olimpico. Vince pure Britta Steffen nei 100 sl in 53”68, 3/100 sopra il tempo di staffetta. Nei 200 dorso, primato nazionale per il sorprendente Jan-Philip Glania, 24enne che toglie 2"6 al suo personale e tocca in 1'55”87 (prec. Meeuw 1'56”34, 2006), e Jenny Mensing, capace di battere il suo record in batteria (2’08”58; prec. 2’08"80, 2009) e di ritoccarlo nuovamente in finale vincendo in 2’08”30. Record tedesco anche per Markus Deibler nei 200 mx: 1'57”82 (precedente 1'58”67 del 2011). Uomini: 50 sl Di Carli 22”44, S. Deibler 22”57, Fildebrandt 22”72; 400 sl Biedermann 3'47”98, Grodzki 3'48”54, Rapp 3'49”53; 200 do Glania 1'55”87 (r.n.), Lebherz 1'56”84 (2˚ e 5˚ t. 2012), Wolf 1'58”11; 100 fa S. Deibler 52”00, Starke 52”09; 200 mx M. Deibler 1'57”82 (r.n.), Heintz 1'58”82, Schepers 1'59”37. Donne: 100 sl Steffen 53”68, Schreiber 54”41, Lippok 55”01, Vitting 55”09; 400 sl Kohler 4'14”56; 200 do Mensing 2'08”30 (r.n.), Graf 2'13”46; 100 fa Wenk 58”59, Sutter 58”70.

Britta Steffen e Paul Biedermann

Boxe NEGLI USA: AVEVA 75 ANNI

(m.c.) Una valida di Reginato al 9˚ (suo anche il pbc dell'1-0) consente al San Marino di vincere ancora la sfida su Bologna, caratterizzata dal testa a testa Panerati-Da Silva. Rimini, con una doppietta su Parma, balza in testa: con le mazze rosa per la festa della mamma, in gara-1 sfoderano un attacco da 14 valide che supplisce alla brutta serata di Cruceta (3rl con 6 punti subiti); in gara2 bastano 5 doppi. Tutto facile per Nettuno, sorretta da Santo Hernandez (2bv-9so) e Ricardo Hernandez. Il Novara brinda con 2 vittorie (ieri pvbc Tavarez al 9˚), su un Grosseto in crisi, l'arrivo dello sponsor saudita Al Abdulkarim, holding dello Sceicco Khalid Al Abdulkarim, che ha firmato una joint venture con la Elettra Energia. 7˚ turno, gara1 e gara2: Parma-Rimini 8-11, 1-6; Nettuno-Godo 10-4, 9-0; Novara-Grosseto 5-1, 4-3; San Marino-Bologna 2-1 (v. Palanzo, p. Cillo). Class.: Rimini 750 (15-5); Bologna, 737 (14-5); San Marino 700 (14-6); Nettuno 650 (13-7); Parma 450 (9-11; Godo 421 (8-11); Montepaschi Grosseto 200 (4-16); Novara 100 (2-18).

Boxe Cammarelle vince a San Pietroburgo (i.m.) Roberto Cammarelle manda un messaggio aii rivali di Londra per il bis olimpico. Alla San Pietroburgo Cup batte in finale il campione d’Europa youth (u18). Per gli altri olimpici azzurri 2˚ posto per Clemente Russo, Vittorio Parrinello e 3˚ per Vincenzo Mangiacapre, unico fuori dal podio Valentino. Semifinali e finali: 56 Parrinello b. Batrutdinov (Rus) 17-12, p. Yunusov (Tag) 11-4; 64 Mangiacapre p. Sifin (Rus) 15-11; 91 Russo b. Mazahari (Iran) 14-7, p. Tischenko (Rus) 11-6; +91 Cammarelle b. Volokv (Rus) 15-3, b. Veryasov (Rus) 13-8. AZZURRE AVANTI (m.moro.) Ai Mondiali di Qinhuangdao (Cina) le due azzurre delle categorie olimpiche passano il 1˚ turno. Nei 51 kg Calabrese batte la Petecio (Fil) 11-10, Marenda batte Trimmel (Aus) 26-12. Oggi Calabrese contro Petrova (Bul), Marenda- Thongjan (Tha) e nei 54 non olimoici Gordini-Puurunen (Fin). TRICOLORE FARSA (r.g.) A Cisterna (Lt) spettacolo indecoroso tra Mario Pisanti (10-1-1) e Fabrizio Trotta (14-7-3) per il vacante tricolore piuma. Responsabile principale l’arbitro Ruggeri che lasciava correre ogni scorrettezza. Il pari tecnico, al 6˚ tempo, per ferita di Trotta (testata involontaria) applicava il regolamento ed evitava l’assegnazione del titolo che nessuno dei due meritava. Gli altri: Leggeri: Marongiu (3-1) b. Lo Faro (4-7) p. 6; mediomassimi: Rettori (4-2-1) e Habachi (2-0-1) pari 6; piuma: Latini (0-0-1) e Hamza (0-2-2) pari tecnico 2. EUROPEO E MONDIALE (r.g.) A Goeppingen (Ger) il russo Alex Alekseev (23-2-1) mantiene l’Europeo massimi leggeri pareggiando contro Firat Arslam (Ger, 32-5-1). L’altro massimo leggero Rakhim Chakhkiev (Rus, 14), mette ko 6 Page (Usa, 21-39-2). A Cordoba (Arg) J.C. Reveco (28-1) conferma l’interim Wba mosca, battendo Guerfi (Fra, 18-1) unanime. MATANO (r.g.) A S. Maria Maddalena (Ro), il superwelter Marcello Matano (4) mette ko 2 Haaz (Ung, 4-9).

Hockey ghiaccio NUOVA LEGA (m.l.) Il veronese Tommaso Teofoli, dirigente del Cortina, è il nuovo presidente di Lega (subentra al dimissionario Nilo Riva): vice presidente Werner Zanotti (Egna); consiglieri Andreas Leitner (Val Pusteria), Piercarlo Mantovani (Asiago), Alessandro Mazzer (Alleghe), Mario Vinci (Bolzano), Simone Bressan (Vipiteno) e Hannes Prinoth (Merano). Saranno in carica fino al 2014.

Perkins e Duilio Loi nel 1963 OMEGA

(r.g.) Eddie Perkins (74-20-2) è morto a 75 anni a Chicago. Attivo dal 1956 al 1974, è stato l’ultimo e anche il più ostico degli avversari di Duilio Loi, con il quale ha prima pareggiato, poi vinto e infine perduto, in palio il Mondiale superleggeri sempre a Milano, tra il 1962 e ’63. Nato a Clarksdale (Missouri), pugile scorbutico e furbo, abile di rimessa, più che allo spettacolo badava al risultato. Per questo non fu mai popolare in patria. Ritiratosi Loi, riconquista la cintura a spese di Cruz a Manila (Fil), ma la perde nel ’65 in Venezuela contro Hernandez. Perkins ha combattuto per i titoli sempre fuori dagli Usa. Si è esibito in Giappone, Sud Africa, in Australia e in Europa. Nel suo record figurano i migliori superleggeri e welter dal 1950 al 1970: Loche, Napoles, Espada, Cruz, Espinoza, Henrique, Adigue, Pruitt, Scanlon, Lane. Lo hanno affrontato altri due italiani: Paolo Rosi nel 1960 con quale ha vinto e Mattioli nel 1974 a Melbourne, con cui ha perso sui 10 round.

PLAYOFF NHL Oggi (alle 2 di notte italiane, diretta Espn America, canale 214 di Sky), Phoenix-Los Angeles apre la finale della Western Conference dei playoff Nhl (al meglio delle 7).

Hockey pista

Tennistavolo: a Doha

Bobocica, pass olimpico Mihai Bobocica conquista il pass per i Giochi di Londra, il secondo per gli azzurri dopo quello di Tan Monfardini tra le donne. Alle qualificazioni mondiali per l’Olimpiade, a Doha (Qatar), batte 4-1 Pitchford (Ing) e 4-0 Burgis (Let) e si trova nei primi 8, posizione che dà già diritto al pass (è il 200˚ azzurro). Oggi affronterà Apolonia (Por). Eliminato invece Stoyanov, battuto 4-1 da Drinkhall (Ing).

27”99; 50 ra Hardy 30”82, Soni 30”86; 100 ra Soni 1'05”85 (1˚ t. 2012), Hardy 1'07”52; 100 fa Vollmer 57”21 (2˚ t. 2012), Coughlin 58”82; 400 mx Leverenz 4'38”35. AZZURRI AD ATENE (al.f.) Ad Atene (Gre). Uomini: 50 do Bonacchi 26”74; 200 ra Pizzini 2'16”30; 400 mx Mrabet (Tun) 4'22”86, Cuoghi 4'25”37. Donne: 200 sl Carpanese 2'03”75; 200 do Sorriso 2'18”80; 200-400 mx Negri 2'26”36-4'51”59. A Olsztyn (Pol). Uomini: 50 fa Czerniak 22”04, Majchrzak 22”49; 200 fa Korzeniowski 1'56”64. Donne: 200 fa Jedrzejczak 2'09”36. DOTTO A MONTECARLO (al.f.) Luca Dotto riemtrerà a Montecarlo (9-10/6) prima del Settecolli.

Pallamano DONNE (an.gal.) In gara-2 della finale scudetto donne Salerno-Teramo 28-35 (serie 1-1). Gara-3 sabato 19/5 a Teramo. Europei maschili 2014: il girone D di pre-qualificazione con Italia, Grecia, Svizzera e Gran Bretagna a Bari dall’8 al 10/6.

Rugby Finale Celtic League Ospreys-Leinster E’ Ospreys-Leinster la finale di Celtic League (26 o 27 maggio). Dopo il successo di venerdì dei gallesi sul Munster (45-10), ieri gli irlandesi hanno piegato il Glasgow 19-15. FIRA DONNE Ieri a Rovereto (Tn), nel Fira donne, Italia A-Francia A 19-22.

Scacchi SECONDA PATTA Seconda patta, questa volta dopo 25 mosse, nella sfida mondiale di Mosca tra il campione in carica, l’indiano Viswanathan Anand, e l’israeliano Boris Belfand, che ieri giocava col bianco. Domani terza sfida.

Scherma Montano terzo Aldo Montano è 3˚ in coppa del Mondo di sciabola a Madrid. L’iridato cede di una stoccata in semifinale al tedesco Limbach (15-14) nella rivincita della finale di Catania finita con l'oro azzurro. Per Montano è il primo podio dopo l’operazione subìta al tendine peroneo, a fine ottobre. «Una bella sensazione, onore al mio avversario, è stato fortissimo». Fuori agli ottavi Occhiuzzi. Oggi la prova a squadre. Sciabola uomini. Finale: Limbach (Ger) b. Yakimenko (Rus) 15-13. Semifinali: Limbach (Ger) b. Montano 15-14; Yakimenko (Rus) b. Dumitrescu (Rom) 15-12. Quarti: Montano b. Marti (Spa) 15-12. Ottavi: Limbach (Ger) b. Occhiuzzi 15-8; Montano b. Beisheim (Ger) 15-8.

Paralimpici NEL PESO

Esordio Legnante Record mondiale

CERS (m.nan) Sarà Braga-Bassano la finale di coppa Cers alle 17,30 a Bassano del Grappa. Nella prima semifinale, successo 5-4 al golden goal per il Braga contro l’Alcoy (rete decisiva di Nunes),nella seconda semifinale vittoria ancora al golden goal del Bassano contro il Vilanova 3-2 (gol decisivo di Nicolas).

Lotta ASSOLUTI (g.l.g.) Assegnati ad Ostia i primi tricolori. Donne, kg. 48: Felice, 51 Mori, 55 De Santi, 59 Piva, 63 Bonfante, 67 Diana, 72 Caneva. Uomini, libero: 55 Alampi, 60 Mannino, 66 Rizzotto, 74 Lumia, 84 Fasugba, 96 Trapani, 120 Miano Petta.

Nuoto Berens batte Phelps A Charlotte (Usa), Ricky Berens batte Michael Phelps, mentre è solo sesto Ryan Lochte: era l’ultimo test in questa gara per i due campioni prima dei Trials Usa di Omaha di fine giugno. Primo crono mondiale del 2012 per Rebecca Soni nei 100 rana. A Charlotte (Usa). Finali. Uomini: 200 sl Berens 1’47"32, Phelps 1’48"01, 6. Lochte 1'49”70; 50 do Godsoe 25”24; 50 ra Murphy (Irl) 27”81; 100 ra Shanteau 1'00”46; 100 fa Tarwater 52"87; 400 mx Vanderkaay 4’16”22, Mellouli (Tun) 4’18"81, 7. Lochte 4’26"04. Donne: 200 sl Schmitt 1’57”38, Vollmer 1’58”62; 50 do Connolly

(c.arr.) Primi lanci senza vedere e record del mondo per Assunta Legnante (foto Ability Channel). Agli Assoluti paralimpici di Torino, l’ex oro europeo indoor del peso, divenuta cieca, porta il limite fra i non vedenti (cl. F11) a 13.27, dopo 4 lanci da ferma (13.22, 12.51, 13.20, 13.23) oltre gli 11.84 del limite della cinese Zhang Liangrim. Oggi il giavellotto. Record europei nei 100: Martina Caironi (cl. T42, amputati completi di gamba) con 16”39 e Giusy Versace (cl. T43, biamputati sotto il ginocchio) con 15”50.


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ALTRI MONDI

Il fatto del giorno

_dopo i casi di Napoli e Livorno

A CURA DI GIORGIO DELL'ARTI gda@gazzetta.it

Ma che cos’è Equitalia e perché ora ne assaltano pure le sedi?

Ancora paura Due immagini dell’attacco contro la sede di Equitalia di Livorno, avvenuta venerdì notte intorno alle 4.30. Nella foto in alto gli effetti delle due molotov (ma una alla fine non è esplosa) lanciate contro l’ingresso dell’agenzia. Nella foto sotto, la scritta «Equitalia boia» con vernice rossa e falce e martello a fianco, trovata sulla saracinesca dell’agenzia ANSA

È un’azienda statale che riscuote le tasse. È possibile che certi funzionari si mostrino prepotenti. La lotta all’evasione, però, resta determinante La micronotizia di due bombe-molotov lanciate contro la sede livornese di Equitalia diventa una notizia di prima grandezza in questo clima in cui ci sono cittadini che si tolgono la vita per colpa delle tasse e altri cittadini, riuniti in piccoli gruppi e talvolta governati da formazioni politiche, che manifestano, gridano, lanciano uova o bottiglie molotov, come già successo venerdì a Napoli, procurando danni minimi, ma finendo tuttavia sui giornali, sempre più allarmati. E sono allarmate anche le personalità politiche, naturalmente: a parte la “ferma condanna” di tutti quanti, la Severino (ministro della Giustizia) ha dichiarato a SkyTg24 che le tasse bisogna pagarle, che Equitalia non è un nemico, che è anche sbagliato pensare che i suicidi siano solo dovuti allo stress da fisco; la Cancellieri, ministro dell’Interno, dal Salone del Libro di Torino, ha aggiunto che chi attacca Equitalia attacca lo Stato, «e lo Stato siamo noi». Il viceministro Grilli: «Io mi scuso in anticipo se alcuni cittadini, come può accadere e non dovrebbe accadere, essendo perfettamente in linea con i propri doveri di cittadini e di contribuenti, sono stati disturbati nella loro attività. Però il processo di lotta all’evasione è una questione di doveri verso lo stato e verso i propri concittadini. Quando parliamo di riuscire a ridurre il peso dello Stato, di ridurre le tasse vogliamo dire che se tutti pagano il dovuto, tutti pagheremo meno tasse».

1 Magari non ci sentiamo troppo Stato.

Ed è sbagliato, direi, per quanto male si possa pensare di come l’Italia è governata. Lo Stato siamo effettivamente noi. Il problema è che l’Amministrazione è diventata una giungla di competenze che si paralizzano a vicenda e di diffuse incompetenze... Ma non è di questo che dobbiamo parlare, oggi. Concentriamoci sulla vicenda Equitalia.

2 Intanto: che cosa è successo?

A Livorno un gruppetto di sette persone, o forse di tre, è andato alle 4 e mezzo del mattino a tirare due bottiglie molotov attraverso la saracinesca a maglie che chiude l’ingresso della sede di via Indipendenza. Molotov fabbricate con bottiglie di birra. Risultato: una porta annerita, un muro sbreccato. Cioè, niente (anche se abbandonate sono state trovate una bomba carta inesplosa, altre due bottiglie molotov e soprattutto degli inneschi rudimentali). Ma il clima politico fa dire al sindaco della città toscana Cosimi: «Siamo davanti a un salto di qualità non banale. Sarebbe un grave errore sottovalutare». L’altro giorno a Napoli, lungo il corso Meridionale, c’è stata una specie di battaglia, con cassonetti rovesciati a mo’ di barricata, tra un gruppetto di duecento persone e la polizia: lanci di uova, vernice, sanpietrini, petardi, bottigliette, sacchetti della

CONSIGLIO DI AMMINISTRAZIONE DIRETTORE RESPONSABILE ANDREA MONTI andrea.monti@gazzetta.it VICEDIRETTORE VICARIO Gianni Valenti gvalenti@gazzetta.it VICEDIRETTORI Franco Arturi farturi@gazzetta.it Stefano Cazzetta scazzetta@gazzetta.it Ruggiero Palombo rpalombo@gazzetta.it Umberto Zapelloni uzapelloni@gazzetta.it

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DIRETTORE GENERALE DIVISIONE QUOTIDIANI Giulio Lattanzi

2 milioni

i controlli nel 2011 Il Fisco nel 2011 ha effettuato circa 2 milioni di controlli e ha recuperato 11,5 miliardi

L’ACCUSA

Maradona: «Pure io perseguitato dal vostro fisco» Anche Diego Maradona interviene sull’ondata di suicidi causati dalla crisi e dalle impellenze del Fisco: «Ne so qualcosa. Capisco chi ha fatto gesti estremi e qualche volta anch’io sono caduto nella disperazione più totale, ma agli italiani dico di lottare e che non vale la pena di farsi del male per una cartella di Equitalia. Da 25 anni sono perseguitato dal fisco (deve 40 milioni all’erario italiano, ndr) ma vincerò la mia battaglia anche per tutte le vittime». Maradona potrebbe essere in Italia la prossima settimana per tentare una transazione col fisco versando 3,5 milioni.

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spazzatura e, dall’altra parte, qualche carica, qualche lacrimogeno. Dodici poliziotti contusi, un ferito tra i dimostranti. Sette manifestanti sono stati identificati, passeranno i loro guai con l’accusa di resistenza, lesioni, aggravate, danneggiamento e blocco stradale. Il direttore dell’Agenzia delle Entrate della Campania, Enrico Sangermano, ha rilasciato questa dichiarazione: «È un periodo particolare a livello nazionale, l’Agenzia delle Entrate si è messa in discussione senza timori e posso garantire che ha sempre gestito le pratiche che interessano i contribuenti con il massimo equilibrio e la massima cautela, e così continuerà a fare in futuro».

3 Che cos’è esattamente Equitalia?

Un’azienda interamente dello Stato che ha il compito di riscuotere le imposte dai cittadini e dalle imprese. Con metodi coattivi, se non può in altro modo. Trattiene per sé, e le serve per mantenersi, il 9 per cento di quanto riesce a recuperare. È assolutamente possibile che, sentendosi investiti di un potere, certi funzionari o certi impiegati di Equitalia si siano innalzati ad atteggiamenti arroganti, si siano abbandonati a prepotenze. Càpita: la nullità che trovandosi dietro uno sportello crede di essere qualcosa, la mosca poggiata sul culo del cavallo convinta che si vada a quella velocità grazie a lei… Detto questo, credo che Agenzia delle Entrate ed Equitalia stiano provvedendo a pre-

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tendere dai loro addetti comportamenti civili per una causa che è civile. All’estero chi evade le tasse, va di corsa in galera e senza scuse che tengano. Da noi, molte volte, c’è persino troppa comprensione.

4 Mettiamo che un poveraccio – un artigiano, direi, perché i dipendenti non possono sfuggire... - non ce la faccia, magari perché lo Stato non gli salda le fatture... Che deve fare?

Nelle ultimissime dichiarazioni Attilio Befera, che è capo dell’Agenzia delle entrate e di Equitalia, invita a rivolgersi con fiducia al suo personale. I debiti pregressi si possono rateizzare e per il solo fatto di essersi presentati si riacquista il diritto a partecipare alle gare d’appalto. Con questo comportamento ci si garantisce anche una sanzione più lieve o addirittura, certe volte, il perdono totale (relativamente alla sanzione). Con tutto questo, non voglio dire che l’architettura fiscale italiana, e relativa pressione, non siano allucinanti. Ma questo è un altro discorso.

GLI EX OPERAI FIAT

Caos Termini «Ci hanno dimenticato Agiremo» Erano (e restano) preoccupati per il futuro. E da mercoledì occupavano la locale Agenzia delle Entrate. Poi ieri a Termini Imerese, in provincia di Palermo, è ritornata la calma: gli ex operai della Fiat hanno sospeso per un po’ la protesta. La decisione è arrivata al termine di un’assemblea nel corso della quale sono state messe a punto altre azioni di lotta finché non ci saranno garanzie per la riapertura della fabbrica automobilistica dismessa dal Lingotto. Le tute blu, una cinquantina, che da dicembre sono senza lavoro, sono intenzionati a proseguire sulla strada della lotta perché da quelle parti la situazione sembra arrivata a un punto morto: nonostante la firma dell’accordo di dicembre che prevedeva l’insediamento della Dr Motor al posto di Fiat, la graduale assunzione dei lavoratori e la messa in mobilità di 640 persone che sarebbero state accompagnati alla pensione, niente si è ancora mosso. La riunione sul futuro del polo automobilistico prevista per il 3 maggio a Roma al ministero per lo Sviluppo economico è, infatti, slittata e ancora non si conosce una data. Da qui la decisione di agire: tra l’altro, venerdì una cinquantina di metalmeccanici dell’indotto Fiat avevano occupato, e poi «liberato» in serata, anche la sede della Serit, l’agente di riscossione delle tasse in Sicilia. Per domani mattina un’altra assemblea è stata convocata in piazza Duomo a Termini, davanti alla sede del municipio. E nuove azioni «eclatanti» sono annunciate per la prossima settimana da Fim Fiom e Uilm con l’obiettivo di ottenere la soluzione definitiva per il rilancio dello stabilimento di Termini Imerese. Da questo dipende il destino di 2.200 lavoratori.

5 Fanno bene i sindaci della Lega a disdire i contratti con Equitalia?

È una buffonata. La legge già prevede che dal 1˚ gennaio 2013 Equitalia cessi l’attività di riscossione per conto dei comuni. La denuncia dei contratti è un’iniziativa politica dello stesso livello dei ministeri a Monza.

Gli ex operai della Fiat che hanno occupato l’Agenzia delle Entrate di Termini Imerese ANSA

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DOMENICA 13 MAGGIO 2012

ALTRI MONDI L’ALTRA EMERGENZA

Allarme sbarchi: «Presto nuova ondata dalla Libia» Una nuova ondata di sbarchi. Il ministro degli Esteri libico, Ashour Bin Khayal mette in guardia il capo della Farnesina Giulio Terzi: «Temiamo un peggioramento sul fronte dell’immigrazione clandestina. Ci sono immigrati africani arrivati al confine tra Egitto e Libia: per ora non sono grandi numeri ma la situazione potrebbe degenerare». Terzi precisa: «Un tema urgente che riguarda la Ue. Ne parlerò lunedì a Bruxelles».

Roberto Adinolfi, 59 anni: l’a.d. di Ansaldo Nucleare, gambizzato lunedì scorso, è tornato a casa ANSA

Terrorismo, il governo: «Si rischia l’escalation» Dopo l’agguato al manager dell’Ansaldo il ministro dell’Interno Cancellieri allerta le prefetture: «È vero, colpiranno ancora» VINCENZO DI SCHIAVI

La rivendicazione contro «lo stregone dell’atomo» scuote le istituzioni che invitano tutti ad alzare il livello di guardia. La Fai, Federazione anarchica informale, ha così definito il suo obiettivo, il 59enne Roberto Adinolfi, a.d. di Ansaldo Nucleare gambizzato a Genova lo scorso 7 maggio. Il gruppo aderisce al Fronte Rivoluzionario Internazionale, si definisce Nucleo Olga, l’anarchica greca detenuta nel carcere di Diavata e annuncia altre «sette azioni». «La rivendicazione per l’attentato a Roberto Adinolfi è attendibile. Il rischio escalation esiste» annuncia il ministro dell’Interno Anna Maria Cancellieri entrando al Salone del Libro

S’indaga sull’area anarchica che avrebbe deciso di sposare il ritorno alla lotta armata di Torino per un incontro su Falcone e Borsellino. «Non credo ci sia area di consenso intorno a questi atti — continua il ministro —. È importante che tutta la cittadinanza reagisca e prenda le distanze». La Cancellieri, che ha allertato tutte le prefetture ad intensificare l’attività investigativa sugli ambienti eversivi, al momento esclude contaminazioni con altre aree antagoniste: «Per ora non abbiamo alcuna notizia di collegamenti tra chi ha compiu-

to l’attentato all’a.d. dell’Ansaldo con il movimento No Tav. Sono comunque tutti settori sensibili e in quanto tali i collegamenti possono crearsi facilmente». I timori della Cancellieri vengono raccolti dal Guardasigilli Paola Severino: «So quanto sia seria il ministro Cancellieri e quanto avrà pensato prima di rendere questa dichiarazione, quindi sono molto preoccupata», ma ha aggiunto «ci vuole molta cautela prima di indicare una matrice anarchica piuttosto che un’altra matrice distruttiva. Penso che la rivendicazione non sia affatto sufficiente». Ricerche Intanto si cerca di far luce su quella fetta di area anarchica che avrebbe sposato la lotta armata. Fonti investigati-

ve fanno sapere sul sito Anarchaos comparirebbe una mappatura delle sigle aderenti al Fai/Fri tra le quali la Brigata 20 luglio (data della morte di Carlo Giuliani) che ha già firmato attentati a Milano, Genova e Bologna. Inoltre gli autori dell’agguato ad Adinolfi avevano già postato il 9 maggio (due giorno dopo l’attentato) sul sito greco di Indymedia un documento di solidarietà a Olga e i suoi compagni con frasi e concetti poi ripresi nella rivendicazione. Quattro degli otto anarchici greci infine erano indagati dalla Procura di Bologna per un pacco bomba spedito a Silvio Berlusconi che costrinse un cargo della Tnt a un atterraggio di emergenza, il 2 novembre 2010, al Marconi. © RIPRODUZIONE RISERVATA

LA SVOLTA IL MANAGER 77ENNE È ANCHE A CAPO DI AXEL SPRINGER E CONSIGLIERE DI RCS

PAESE IN CRISI

Vita: «C’è un modo italiano di conquistare il mondo»

Grecia al bivio: un premier entro giovedì o si vota

Il nuovo presidente di Unicredit: «Ora voglio contribuire a farne una grande banca europea» ANTONELLO CAPONE MILANO

«Mi sarei messo tra i candidati, ma non mi sarei scelto. Perché ho 77 anni. Evidentemente ne dimostro qualcuno in meno»: si presenta così il neo presidente di Unicredit Giuseppe Vita, intelligenza italiana "e siciliana" esportata in Germania. Ora torna «per contribuire a fare di Unicredit una grande banca europea con l’a.d. Federico Ghizzoni col quale c’è stata subito empatia. Io so gestire al massimo il mio conto corrente, ma penso di saper far funzionare una grande azienda che si pone obiettivi ampi e di far brillare un management capace, prima di tutto con l’armonia». Pochi giorni prima Vita è stato eletto anche nel nuovo Cda di Rcs (che tra l’altro pubblica Corriere della Sera e Gazzetta dello Sport). «E manterrò l’incarico perché so-

Giuseppe Vita, 77 anni REUTERS

no indipendente. Resterò anche presidente del gruppo editoriale tedesco Axel Springer (il colosso pubblica tra l’altro la Bild, ndr) mentre lascerò Barilla, Banca Leonardo, Allianz e Pirelli». Innovativo Per Ghizzoni «Vita non insegnerà ai giornalisti, ma di sicuro tanto all’editore. E sarà fortemente innovativo». Vita «Lunedì in Cda non sceglieremo l’ad di Rcs, dobbiamo ancora valutare. Ma è il problema numero uno. Credo nel futuro di un’informazione di qualità e a pagamento. Per il grosso c’è già Internet, Il

giornalista di un grande giornale deve essere autorevole, conosciuto e rispettato dal pubblico e deve offrire esclusive e analisi uniche da veicolare su carta stampata, ma soprattutto su iPad e tutti i sistemi multimediali. Vanno aggiunti contenuti video primari: con Springer ho appena acquistato i gol in diretta della Bundesliga solo per iPad. Poi l’editore deve affiancare un sistema di raccolta e fruibilità pubblicitaria che porti un’azienda automaticamente dal cliente con clic immediati e percorsi facili. Qui l’Italia è molto indietro e si vede dai conti: tanti spazi sono già stati occupati da stranieri. Ma c’è modo di recuperare, in fretta. Ma d’altro canto stiamo permettendo al mondo di credere che Nespresso sia un’invenzione svizzera e un signore tedesco è diventato il più grande produttore di pizze congelate. Ecco, io lavorerò in Unicredit e in Rcs perché credo in un modo italiano di fare le cose capace di conquistare il mondo e dare lavoro a milioni di persone. Sono amico della Merkel, ma non il suo inviato in Italia. L’asse Berlino-Roma? C’è bisogno di Europa, quindi di tutti. Poi, come in una squadra, c’è chi attacca e chi difende...». © RIPRODUZIONE RISERVATA

A notizie

IL TEMPO PEGGIORA

Tascabili Inchiesta sul «voto di scambio»

S Freddo, piogge, e grandine Dopo l’ondata di caldo degli ultimi giorni, con temperature superiori ai 30 gradi, il tempo cambia ancora. Sono in arrivo oggi temporali con grandine, vento e rischio di piccole trombe d’aria. Colpa di una perturbazione scandinava che ieri ha valicato le Alpi portando violenti temporali a partire dal Triveneto diretti in tutto il Nord. Poi il maltempo si sposterà sul resto della Penisola. Le temperature scenderanno anche di 10-15 gradi, ma stavolta bisognerà resistere per soli due giorni: già da martedì l’alta pressione tornerà a dominare l’Italia, con sole quasi ovunque e temperature di nuovo gradevoli

Comunali a Catanzaro Sequestrate le schede La Procura della Repubblica ha sequestrato ieri le schede votate a Catanzaro nelle elezioni comunali del 6 e 7 maggio, nell’ambito dell’inchiesta sui presunti episodi di compravendita di voti in cui sono indagati un consigliere eletto del centrodestra, Franco Leone, ed altre due persone. Il sequestro delle schede dei 90 seggi avrebbe carattere probatorio con lo scopo di riscontrare l’ipotesi di reato di voto di scambio. Il sindaco eletto, Sergio Abramo (Pdl), ha commentato così la notizia: «Non posso che essere soddisfatto di questa decisione. In questo modo saranno fugate definitivamente tutte le ombre gettate sulla mia limpida e netta vittoria. Se emergessero responsabilità penali apparterrebbero a singoli individui». Abramo è stato eletto al primo turno per soli 140 voti.

Mobilitazioni anche a Roma

Un anno fa i primi cortei Indignados in piazza da Madrid a New York

Gli indignados ieri a Madrid, alla Plaza del Sol REUTERS Madrid celebra un anno dalla prima manifestazione degli «indignados» tornando in piazza. In migliaia hanno riempito come allora la Puerta del Sol al grido «è una truffa, non è una crisi» e «contro i tagli non tacere». L’intenzione è quella di occupare la piazza per tre giorni, fino al 15 maggio, giorno dell’anniversario. Ma il ministro degli Interni ha già avvertito: «Non vi saranno accampamenti, perché si tratta di atti illegali». Gli indignados hanno marciato anche nel resto della Spagna e del mondo: ci sono state manifestazioni a Roma, New York, Washington, Rio de Janeiro, Città del Messico, Caracas, Sidney, Mosca, Atene, Parigi, Berlino, Francoforte, Londra, Bruxelles e Tel Aviv.

Nuovo incidente vicino a Bergamo

Auto travolge i ciclisti Uno muore sul colpo

Dopo la rinuncia a formare un nuovo governo da parte del socialista Venizelos, il presidente greco Karolos Papoulias ha convocato oggi alle 11 lo stesso Venizelos, il conservatore Samaras e il leader della sinistra radicale Tsipras con l’obiettivo di gettare le basi per un governo di unità nazionale entro giovedì. Se l’operazione non dovesse riuscire, la Grecia potrebbe tornare alle urne in giugno con la quasi certa uscita dall’Euro (la sinistra radicale antieuropeista di Tsipras è in testa ai sondaggi) e il taglio degli aiuti Ue che vorrebbe dire default sicuro. Jens Weidmann, capo della Banca centrale tedesca: «L’uscita dall’euro è più grave per la Grecia che per il resto dell’Eurozona».

Un’auto che travolge una manciata di ciclisti ed ecco l’ennesimo dramma delle biciclette. Un corridore amatoriale è morto ieri a Caravaggio, vicino Bergamo, dopo che la macchina ha urtato il suo gruppo, fatto di uomini tra i 50 e i 60 anni. L’auto, una Nissan Primera a bordo della quale viaggiavano due persone, per cause ancora da definire si è spostata all’improvviso sulla corsia opposta, travolgendo i ciclisti che si stavano muovendo in senso contrario. L’uomo che è morto sul colpo aveva 58 anni ed era di Bresso. Anche un suo compagno, secondo quanto riferito dalla polizia stradale, è rimasto ferito ed è stato portato all'ospedale di Treviglio, insieme al passeggero dell’auto. Leggermente ferito anche l’uomo che era al volante, 53 anni.

LOTTO BARI

SUPERENALOTTO 77 11 23 3 29

CAGLIARI

77 27 80 84 67

FIRENZE

68 18 61 70 36

GENOVA

67 33 88 80 15

MILANO

47 13 18 78 33

NAPOLI

77 64 90 37 2

PALERMO ROMA

11 13 63 49 56 55 5 6 29 61

TORINO

25 38 45 21 9

VENEZIA

42 11 70 32 89

NAZIONALE 38 27 43 65 57 ESTRAZIONE DEL 12 MAGGIO

LA COMBINAZIONE VINCENTE 10 45 58 66 83 85 Jolly: 51; Superstar: 20 Jackpot e 93.300.000 Punti 6: nessuno Punti 5+: nessuno Punti 5: 14 totalizzano: e 31.324,18 Punti 4: 1.302 totalizzano: e 339,03 Punti 3: 47.822 totalizzano: e 18,40 QUOTE SUPERSTAR Punti 4: 8 totalizzano: e 33.903 Punti 3: 254 totalizzano: e 1.840 Punti 2: 3.710 totalizzano: e 100 Punti 1: 24.370 totalizzano: e 10 Punti 0: 52.599 totalizzano: e 5 Montepremi di concorso e 2.923.590,09 10 e LOTTO Numeri vincenti

5 11 13 18 23 25 27 33 38 42 47 55 61 64 67 68 77 80 88 90


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ALTRI MONDI

Compleanno super «Tv inguardabile Ha le ore contate»

Un’immagine di «Eragon», film del 2006 ispirato al libro di Christopher Paolini, 28 anni (nella foto sotto)

La mente di tanti programmi di successo festeggia oggi 80 anni: «La vedono solo i vecchi, durerà poco»

Che drago Paolini «La vita è fantasy» Grande folla al Salone di Torino per il creatore della celebre saga: «Il mio ciclo non è chiuso» DAL NOSTRO INVIATO

STEFANIA ANGELINI TORINO

Il successo di uno scrittore si misura anche dalla capacità di radunare i fan. E così, qui al Salone del libro di Torino, un annuncio al microfono riassume un fenomeno editoriale: «Mettetevi in fila con un libro a testa. Ma fatevelo firmare senza dedica: Christopher ha solo un’ora». Il Christopher che sta arrivando, accolto come una star da centinaia di giovanissimi, è Christopher Paolini, l’autore della saga di Eragon. I patiti del fantasy lo conosceranno bene: è il 28enne americano del Montana che quando ha iniziato a scrivere il primo dei quattro capitoli sulle avventure dell’eroe-cavaliere e della dragonessa Saphira aveva soltanto quindici anni. Da allora la scalata è stata inarrestabile perché il Ciclo dell’Eredità — gli altri bestseller editi in Italia da Rizzoli sono Eldest, Brisingr e Inheritance — ha venduto 32 milioni di copie nel mondo ed è stato tradotto in più di 125 Paesi (l’intera opera è disponibile anche in un solo e-book). In attesa che firmi autografi, troviamo Paolini su un divanetto mentre gioca alla PlayStation: «Non dovrei farlo, toglie tempo alla mia scrittura...».

«

Il prossimo libro potrà essere di fantascienza e non sarà certo un tradimento CHRISTOPHER PAOLINI SCRITTORE AMERICANO

Nessuna operazione di marketing?

«No, sono sempre stato libero di fare quello che volevo: ci ho messo 13 anni a scrivere 3 mila pagine, troppe. Ma il successo è arrivato perché i lettori sono diventati grandi assieme ai miei personaggi». Però il ciclo adesso si è chiuso...

«Sì, ma non escludo un sesto libro che prenda spunto da tutta la saga. Magari di fantascienza». Come, ha deciso di cambiare genere?

Allora non vive solo nel mondo degli elfi e dei nani?

«No, però le aquile e i cervi che incontro tutti i giorni vicino alle montagne di casa mia sono una bella fonte di ispirazione». Immaginava un successo simile?

«Ho iniziato per caso. Non ho mai frequentato vere e proprie scuole, i miei hanno scelto di educarmi privatamente. Così

l’avventuroso DI REINHOLD MESSNER

Il turismo rispetti la montagna Le pareti non siano «chiodate» Le montagne occupano una larga parte dell’Italia, ma purtroppo non costituiscono un argomento serio di discussione. Nell’ambito del FilmFestival di Trento e in collaborazione anche con l’International Mountain Summit di Bressanone, domenica scorsa a Castel Firmiano ho organizzato un Forum, intitolato «Quo CLIMBis?», con alpinisti di primo piano. Abbiamo parlato di dove va la nostra,

ho letto tantissimo e ad un certo punto mi è venuta in testa una storia da poter raccontare: era Eragon, il primo libro della serie. E lo ha fatto stampare a sue spese la mia famiglia».

che è anche un’attività sportiva. Sono intervenuti Albert Precht, Hervé Barmasse, Hanspeter Eisendle, Roger Schaeli, Denis Urubko e Heinz Mariacher. Ovviamente, abbiamo anche discusso delle montagne. E di come esse sono state «consumate» per fini turistici. Spesso con la complicità, se non addirittura dietro la spinta degli stessi Club Alpini. Come è a esempio avvenuto

«Forse, ma non è un tradimento: tutta la letteratura che affronta temi universali, come il bene e il male, fa evadere dalla realtà. E quindi per me anche Omero, Dante, William Shakespeare oppure Gabriel Garcia Marquez sono fantasy». Se non avesse fatto lo scrittore?

«Avrei fatto il pittore, ma ho capito che erano troppi gli artisti che facevano la fame. Il mio destino era un altro...». © RIPRODUZIONE RISERVATA

in Germania, dove le pareti sono state riempite di vie ferrate. Già un secolo fa Paul Preuss aveva visto le cose con chiarezza, dicendo che non si doveva chiodare le pareti. La nostra non è stata una presa di posizione d’élite o contro il turismo. Ma dove esso arriva, là finisce l’avventura. Quindi, pensiamo che non vada distrutto quel che resta di natura selvaggia per portare in quei luoghi anche chi non saprebbe arrivarci con le sue forze. Che è quanto invece avviene oggi perfino all’Everest o al Polo Sud. Se si vuole preservare degli spazi dove l’avventura esista anche nel futuro, bisogna che le infrastrutture che nutrono il turismo si fermino ai loro confini, là dove l’uomo s’era sempre arrestato prima che nascesse l’alpinismo.

BONCOMPAGNI80

Eragon

Gianni Boncompagni con Renzo Arbore e Fabio Fazio. Col primo arrivò al successo in radio «Alto Gradimento». Suoi anche «Pronto Raffaella?» o «Non è la Rai» in tv ANSA ELISABETTA ESPOSITO

Stasera arriveranno gli amici. Una settantina di persone — tra cui ovviamente Arbore, la Carrà e Freccero — per la festa organizzata dai figli per i suoi ottant’anni. «Non mi ci fate pensare, hanno scelto casa mia, immaginate voi il casino...». Beh ma sono ottanta. Gianni Boncompagni, un pezzo (grosso) della radio e della tv italiana, non può sperare che passino inosservati. «Ma in fondo cosa cambia? Gli ottantenni di oggi non sono mica quelli di trent’anni fa». Vero, però hanno visto il mondo trasformarsi.

d

SULLA RAI

S Dirigenti analfabeti «In Rai ormai non ci sono interlocutori, mi dicono che questi nuovi dirigenti abbiano la terza elementare, alcuni nemmeno quella, sono analfabeti»

«E ci sono ricordi che il tempo non cancella. Come la guerra. Io ero piccolo ma ho tante, troppe immagini di quegli anni nella testa. I bombardamenti, le fughe, i continui cambi di casa. La guerra è stata la vera rivoluzione dell’Italia che ho vissuto io». E gli anni di Piombo? Tangentopoli?

«Niente a confronto». L’era Berlusconi?

«Una rivoluzione? Quella è stata un’involuzione, a tutti i livelli. Compresa la comunicazione televisiva».

Trasmissioni rivoluzionarie in tv?

«Non me ne viene in mente una. Le mie? Figuriamoci. Forse lo sbarco sulla luna, per il resto niente di quello che abbiamo visto in quella scatola resterà sui libri di storia». Ma la guarda?

«Qualche programma politico, tutto il resto è invedibile. Credo che questi siano gli ultimi anni di vita della tv, sono convinto che stia per sparire. La guardano soltanto i vecchi, i ragazzi preferiscono altro». Però l’auditel dice...

«La interrompo, anche quei numeri sono sorpassati, tra poco usciranno quelli veri e vedrete, saranno infinitamente più bassi». Se le chiedessero di realizzare un Sanremo?

«Per carità. E anche se avessi un’idea non saprei a chi proporla. Non ci sono interlocutori, mi dicono che questi nuovi dirigenti Rai hanno la terza elementare, alcuni sono arrivati solo alla seconda, sono analfabeti. E comunque io con la tv ho chiuso, ora preferisco andare in giro con gli amici. Siamo bulimici dell’acquisto, ma mica nei negozietti ricercati della Roma bene: io sono un volgarissimo compratore da centro commerciale». © RIPRODUZIONE RISERVATA

LOS ANGELES SOSTENEVA DI ESSERE NATO DA UN INCESTO TRA LA STAR E LA SORELLA

Il nipote ricatta Stevie Wonder Chiede 5 milioni: lo arrestano Vatti a fidare dei parenti. Specie se sei una star. Un nipote di Stevie Wonder è stato arrestato per un tentativo di estorsione nei confronti del re del soul. Alpha Lorenzo Walker, 38 anni, è finito in manette lo scorso 2 maggio insieme alla presunta complice, la sua fidanzata Tamara Eileen Diaz: i due hanno chiesto al cantante 5 milioni di dollari per evitare rivelazioni imbarazzanti sul suo passato. Il sito americano TMZ.com, citando il procuratore distrettuale di Los Angeles, parla di una presunta storia di incesto. L’uomo ha ricattato il cantante dicendo che avrebbe rivelato ai tabloid di essere nato da una relazione incestuosa tra

Stevie Wonder, 62 anni REUTERS

Wonder e la sorella. Davanti al rifiuto da parte del musicista di pagare la mirabolante somma, gli estorsori avevano abbassato la richiesta a diecimila dollari. A quel punto è scattata la trappola: un poliziotto, fingendosi emissario della star, si è presentato da Walker chiedendogli, in cambio della cifra pattuita, di firmare un foglio dove si diceva che le accuse erano false. L’uomo ha accettato, dopodiché è scattato l’arresto. I due davanti ai magistrati si sono dichiarati non colpevoli e sono in carcere in attesa dell’udienza preliminare che si terrà il 16 maggio. Per la donna è stata fissata una cauzione di 95 mila dollari, Walker rimane in prigione perché in prova ai servizi sociali per una precedente sentenza in cui era stato condannato a tre anni di carcere.


LA GAZZETTA SPORTIVA

50

DOMENICA 13 MAGGIO 2012

ALTRI MONDI Oroscopo

21/3 - 20/4

21/4 - 20/5

21/5 - 21/6

22/12 - 20/1

22/6 - 22/7

23/7 - 23/8

LE PAGELLE

Ariete 6+

Toro 6

Gemelli 6+

Capricorno 7,5

Cancro 6,5

Leone 5,5

DI ANTONIO CAPITANI

Gli amici vi aiutano, la collaborazione nell’équipe di lavoro è palese. Ma il pomeriggio è sfigoirritante. Fate un po’ i suini: vi solleverà.

La mattinata sarà una rottura immane di zebedei. Nel pomeriggio vi ripiglierete, nel lavoro e ovunque. Sudombelico più affidabile.

Tutto gode di supporti lunari super, stamani. Nel pomeriggio, però, potreste accasciarvi e insfighirvi. Insieme all’ormone. Ussignùr…

Dopo una mattinata sfigoombrosa, conseguite ottimi esiti nel lavoro e nello sport. In tanti vi concedono pure attenzione suina. Uau.

C’è un rigurgito di sconforto. E alcune di facile realizzazione si arenano. Non per molto, tranqui. Il sudombelico è meglio che selezioni.

24/8 - 22/9

23/9 - 22/10

23/10 - 22/11

23/11 - 21/12

IL MIGLIORE Luna mirabile per soldi, viaggi, lavoro, svaghi. Il pomeriggio, poi, riserva meeting e sviluppi super. Pure per il sudombelico, muy vibrante.

21/1 - 19/2

20/2 - 20/3

Vergine 6

Bilancia 6

Scorpione 6

Sagittario 6

Acquario 7

Pesci 6+

Idee super e piacevole relax: ecco i doni lunari del mattino. Il pomeriggio appare una mezza palla. E a rischio spese. Ma si fornichicchia.

Mattinata di prove e lievi sfighe. State su. Pomeriggio di rivincite, efficacissime a far risalire l’umore. Ma non il tono sudombelicale.

Tacere e non sbottare vi sarà utile. Ma gli zebedei cadono fra le bottiglie di Barbera giù in cantina. State su. Fornicazione est nell’aere…

La mattina dà soddisfazione, in ogni consesso. Ma nel pomeriggio farete venir voglia di sopprimervi. Siate più cordiali. Pure suinamente.

Stamani lavoro, amore e universomondo potrebbero licantropizzarvi. Be quite. Pomeriggio, fattivo. E col sudombelico vispo.

ANDREA STRAMACCIONI

Il mattino è narcisistico e divertente. Pomeriggio, invece, con il pressing ad opera di qualche fallocefalo invadente. Occhio. Zero suinità…

L’allenatore dell’Inter è nato a Roma il 9 gennaio 1976. Allena la prima squadra nerazzurra dal 26 marzo di quest’anno

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RAIDUE

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20.00 GP DEL MESSICO

Serie A Sky Calcio 1, MP Calcio 1 e MP Calcio 2 HD

Ieri ALGHERO

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ANCONA

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AOSTA

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BARI

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BOLOGNA

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CAGLIARI

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CAMPOBASSO

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Moderati

CATANIA

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FIRENZE

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Ottava tappa. Sulmona - Lago Laceno Rai Sport 2

MX2, gara 1 . Sportitalia

13 16

Torino 14 18

16 18

Milano

Venezia

15 18

Perugia

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11 17

18

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L'AQUILA

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MILANO

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Neve

Mossi

PERUGIA

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Agitati

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ROMA

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TORINO

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Il sole oggi MILANO

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TRIESTE

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VENEZIA

17

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21.00 PLAYERS CHAMPIONSHIP

TENNIS

HOCKEY GHIACCIO

IL BLOG

15.30 WTA MADRID Eurosport

18.30 MASTERS 1000 MADRID

Gioca «Sul green» Vaccari racconta i segreti del golf

Sky Sport 2

02.00 PHOENIX COYOTES LOS ANGELES KINGS

MOTOCICLISMO

VOLLEY 16.00 SEGRATE CASTELLANA GROTTE

Sulla home golf scopri i commenti di Lanfranco Vaccari, inviato speciale nel mondo con la passione del green

Serie A2 maschile. Playoff. Semifinale, gara 4 Sportitalia

11.00 MONDIALE SUPERSTOCK

19.40 ITALIA - SERBIA

Da Donington, Inghilterra Gara 1. La 7 e Eurosport

Qualificazione Olimpica maschile. Finale. Rai Sport 1

www.gazzetta.it

Domani

Dopodomani

Maltempo sul medio e basso Adriatico e sul Sud peninsulare con rovesci e locali temporali. Qualche pioggia anche sul Lazio e sul Nord della Sicilia, tempo asciutto e più soleggiato altrove.

Torna il tempo asciutto e più soleggiato un po' ovunque salvo addensamenti con qualche debole rovescio sui rilievi del Messinese. Temperature in aumento con massime tra 19 e 23° in pianura .

Ancona

Firenze

GENOVA

PALERMO

Finali individuali. Da Roma Rai Sport 2

13 18

17 19

Molto forti

Calmi

Il record di Garrett McNamara (nella foto), che ha surfato sull’onda più alta di sempre, è stato convalidato dal Guinnes

Bologna Genova

Coperto

Temporali

Da Donington, Inghilterra Eurosport

11 16

Forti

MARI

McNamara record Ha cavalcato un’onda di 24 metri

14 17

Rovesci

Pioggia

IL VIDEO

14.00 MONDIALE SUPERSPORT

Australian League. Eurosport 2

Molte nubi su buona parte del Centronord con rovesci e temporali diffusi, localmente anche forti. Qualche rovescio pomeridiano al Sud ma in un contesto più soleggiato, poi qui peggiora la sera tardi. Calo termico al Nord. Trieste

Trento

1.50

GOLF

Oggi

Aosta

23.30 23.35 23.40

L’ampia maggioranza dei nostri lettori vede favorita l’Udinese. Seguono nell’ordine Lazio, Inter e Napoli

18.15 MONDIALI

13.00 MONDIALE SUPERBIKE

Ottava tappa Sulmona - Lago Laceno Rai 3 e Eurosport

MX1, gara 2Sportitalia 24

20.00 20.30 21.30

Da Donington, Inghilterra. Eurosport 2

15.05 GIRO D'ITALIA

MX1, gara 1. Sportitalia

23.00 GP DEL MESSICO

16.15 17.55 18.00

Volata terzo posto Quale squadra potrà spunterla?

TG LA7 TI CI PORTO IO IN PLAIN SIGHT SUPER BIKE TG LA7 MEDICAL INVESTIGATION SUPER BIKE MOVIE FLASH L’ISPETTORE BARNABY TG LA7 IN ONDA JULIE & JULIA Film TG LA 7 TG LA7 SPORT IL SEGRETO DI VERA DRAKE MOVIE FLASH

PENTATHLON

FREMANTLE PORT ADELAIDE

Playoff NHL. Finale Ovest. Gara 1 ESPN America

CICLISMO

Gara. Rai 1

Serie A. Sky Calcio 4 e MP Calcio 3

A CURA DI

Lega Due. Playoff. Quarti di finale. Gara 3. Rai Sport 2

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7.30 10.00 11.20 12.20 13.50 14.25

FOOTBALL AUSTRALIANO

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Eurolega. Finale Sportitalia 2

Da Barcellona Gara 2 Eurosport

Europeo U17. Semifinali Eurosport

Prima tappa Santa Rosa - Santa Rosa. Eurosport

8.30

BOCA J. - VELEZ S.

AUTOMOBILISMO

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GazzaMeteo

Nuvolo

Ligue 1 Sportitalia

0.15

18.00 PARMA - BOLOGNA

Lega Pro. Prima Divisione. Finale andata Supercoppa Rai Sport 1

20.00 SAINT LOUIS CARDINALS ATLANTA BRAVES

21.00 MONTPELLIER - LILLA

Serie A Sky Calcio 3, Sky SuperCalcio e MP Calcio 2

23.30 GIRO DELLA CALIFORNIA

BASEBALL

Serie A Sky Calcio 2 e MP Calcio 2

18.00 CESENA - ROMA

15.00 JUVENTUS ATALANTA

Legenda

20.45 NAPOLI - SIENA

Europeo U17. Semifinali Eurosport

IL SONDAGGIO

LA 7

13 18

L’Aquila 12 22

Campobasso

Bari

12 20

15 25

Napoli

Potenza

14 26

11 23

Cagliari

Catanzaro

18 24

15 26

Palermo

Reggio Calabria 17 29

16 28

Catania 18 26

Il sole domani MILANO

La luna ROMA

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Sorge

Tramonta

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20:44

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28 apr.

6 mag.

13 mag.


DOMENICA 13 MAGGIO 2012

LA GAZZETTA SPORTIVA

TERZO TEMPO

ATLETICA

GazzaFocus

A CODROIPO QUINTO DI SEMPRE IN ITALIA

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IL TALENTO DEL BASEBALL E LA SQUADRA PIU’ FAMOSA Martellata Povegliano Fa 79.08: vale i Giochi

Liddi, la favola continua allo Yankee Stadium Emozioni Alex, oggi in campo a New York: «Spero che i ragazzi italiani mi guardino e vengano in America come me» DAL NOSTRO CORRISPONDENTE

MASSIMO LOPES PEGNA NEW YORK

Alex «Big Boy» Liddi si affaccia sul prato dello Yankee Stadium con largo anticipo rispetto ai compagni. A una decina di metri, due delle sue figurine preferite, Alex Rodriguez e Derek Jeter, in carne e ossa, stanno sparando una raffica di fuoricampo durante la prima fase del riscaldamento. Dice: «Trovarmi qui dentro è un altro sogno che diventa realtà». Occhi sgranati, testa che gira per non perdere di vista le palline che volano oltre il muro di questo luogo simbolo, sacro come il Maracanà o Wimbledon. Sono i momenti in cui è difficile stoppare certi pensieri: da Sanremo a qui, alla Major League Baseball, non ci sono solo seimila chilometri di distanza, ma molto di più. Alex lo sa bene: «I primi giorni ti capita spesso di pensare a quando eri piccolo e speravi di giocare in questi stadi. Poi, andando in campo così spesso, ti abitui alla routine. Però ogni tanto mi fermo, come adesso, e mi vengono i brividi». Manager entusiasta Venerdì sera non ha giocato, lo farà quasi certamente oggi. Ma il fatto che non sia sempre fra i titolari non deve preoccupare. Come spiega il manager Eric Wedge: «Alex è un giovane fantastico, fra quelli che lavora più duramente. Vedrete, farà molta strada. Non lo faccio giocare ogni gara, ma presto sarà dura toglierlo di squadra». Dice Alex: «Non andando in campo in tutte le partite diventa difficile trovare continuità in battuta. Ma sono tranquillo, perché manager e allenatori conoscono bene il problema. Sapevo fin dall’inizio che sarebbe stata dura conquistarmi un posto, ma so che potrò riuscirci». Perché in questi ultimi sei anni è riuscito in imprese anche più

Alex Liddi, 23 anni, in scivolata e sotto con Seager, che spesso sostituisce

Lorenzo Povegliano sbuca (quasi) dal nulla e diventa il 16˚ azzurro dell’atletica ammesso ai Giochi di Londra. Ieri il 27enne friulano, nato a Palmanova e residente a Udine, al 6˚ meeting di Codroipo ha scagliato il martello fino a un clamoroso 79.08: con un progresso sul personale di 2.13, vale il minimo A olimpico (78.00) e il 5˚ posto di sempre in Italia. «Cominciavo a star bene — dice entusiasta —: dopo un buon inverno, con tre gare oltre i 75 metri, coltivavo il sogno a cinque cerchi. Ma non pensavo di poterlo realizzare subito. E’ una carriera che si compie». Carabiniere laureato in medicina, è allenato da Mario Vecchiato, tre volte tricolore della specialità negli anni Settanta, 16 volte azzurro e 9˚ ai Giochi di Monaco 1972. «Ho sfruttato al meglio un’ottima pedana sulla quale mai avevo gareggiato — racconta Lorenzo, già oro europeo junior a Tempere 2003, 4˚ agli Europei under 23 di Erfurt 2005, bronzo alle Universiadi di Shenzhen

Lorenzo Povegliano, 27 LAPRESSE

2011 e dall’agosto 2008 fermo un anno mezzo per un doppio intervento al crociato sinistro —: prima un 75.87, poi un 74.45 e quindi la gran botta. Ora devo capire come programmarmi in vista di Europei e Olimpiade. Vizzoni? Un esempio, un riferimento». a.b. © RIPRODUZIONE RISERVATA

Uomini. 1500: Salami 3’41"55; 2. Nava (Ser) 3’42"36; 3. Massimi 3’43"46; 4. Bellino 3’43"94; 5. Crespi 3’44"05; 6. Iannone 3’46"43. Martello: Povegliano 79.08. Donne. 400: Cusma 55"70; 3. Ceccarelli 56"07.

Taccuino

«

Alex è fantastico, fra quelli che lavorano di più. Presto sarà dura sostituirlo ERIC WEDGE MANAGER SEATTLE

difficili. Racconta: «Iniziare il campionato come uno dei 25 non è la stessa cosa che entrare nella Mlb a fine stagione come ho fatto lo scorso settembre: è una soddisfazione enorme,

che ti trasmette un senso di appartenenza». La garanzia la dà lo stesso Wedge: «E’ possibile che a un certo punto della stagione possa tornare in Triplo A, ma vi posso assicurare che Alex è un giocatore di Mlb e farà qui una lunga carriera». Così, mentre sul tabellone scorrono le immagini di Babe Ruth e Joe Di Maggio, gli eroi immortali di questa fetta di Bronx, Alex sogna: «Spero che in Italia molti ragazzi guardino questo stadio e le cose che faccio e spalanchino gli occhi. E magari decidano di venire in America per

ripercorrere la mia stessa strada». Una strada ancora in salita, ma che non lo spaventa. Anzi, rilancia: «Obiettivo? Giocare più partite possibile. So che se lo farò con continuità, riuscirò a colpire anche un po’ di fuoricampo». Sorride, conscio di aver un pelo esagerato: «Contro chi vorrei colpirne uno?». Ci pensa su: «CC Sabathia». Lanciatore degli Yankees, uno dei migliori della Mlb. Cambiamenti Ammette che la vi-

ta gli è cambiata molto in questi mesi: si dichiara single, abita in centro a Seattle e ha finalmente l’opportunità di vedere le grandi città, non più solo la sperduta provincia d’America che frequentava quando giocava nelle famigerate Minors. Racconta: «Non ero mai venuto a New York, in questi giorni voglio approfittarne per farmi un giro». Ma soprattutto gli piacerebbe accendere l’entusiasmo degli italiani d’America: «Se i Mariners dovessero cedermi dove vorrei andare? Dove c’è una grossa presenza italiana, come New York, Boston o Chicago». Perché «Big Boy» Alex, il suo Paese ce l’ha sempre nel cuore. © RIPRODUZIONE RISERVATA

COPPA MONDO MARCIA

Flop Rubino: 22˚ SARANKS (Rus) — Tracollo azzurro nella 20 km maschile della Coppa del Mondo di marcia: Giorgio Rubino è 22˚, Matteo Giupponi 38˚. Stando ai criteri Fidal (piazzamento tra i primi 20, oltre al minimo) nemmeno il primo sarà ai Giochi di Londra. Bravo tra gli juniores Francesco Fortunato, 5˚. Oggi 50 km uomini e 20 donne. Uomini. Sr. 20 km: 1. Zhen Wang (Cina) 1h19’13"; 2. Krivov (Rus) 1h19’27"; 3. Kanaykin (Rus) 1h19’43"; 4. Dmytrenko (Ucr) 1h20’17"; 5. Morozov (Rus) 1h20’26"; 6. Ruzavin (Rus) 1h20’37"; 22. Rubino 1h22’42"; 38. Giupponi 1h24’23"; 49. Macchia 1h26’10" (pb); 63. Di Bari 1h27’26". Squadre: 1. Russia 10; 2. Cina 21; 3. Ucraina 24; 9. Italia 109. Jr. 10 km: 1. Arevalo (Col) 41’17"; 5. Fortunato 42’13"; 18. Minei 43’27". Squadre: 1. Russia 6; 5. Italia 23. Donne. Jr. 10 km: 1. Arenas (Col) 45’57"; 14. Clemente 48’25"; 22. Poli 50’28". Squadre: 1. Russia 7; 7. Italia 36.

10 KM A CENTRAL PARK

New York: Meucci re NEW YORK — Impresa di Daniele

Meucci che dopo il 27’32" sui 10.000 di 12 giorni fa, vince la 10 km di New York superando una buona concorrenza, i tre statunitensi olimpici sui 42 compresi. Il trionfo dell’azzurro (per lui anche 25.000 dollari di premio), sul classico traguardo di maratona già conquistato da Pizzolato, Poli e Leone e Fiacconi. Decisivo un attacco a 150 metri dall’arrivo. Uomini: 1. Meucci 28’28"; 2. L. Korir (Ken) 28’30"; 3. Curtis 28’37"; 4. Girma (Eti) 28’38"; 5. Abdirahman 28’56"; 7. Keflezighi 29’08"; 15. Hall 30’15". Donne: 1. Bedada (Eti) 34’54".

OGGI IN PISTA

Trento: ecco Vistalli (l.e.) Oggi (ore 14) 23˚ meeting Città di Trento. Uomini: 100: Riparelli. 400: Vistalli. 800: Obrist, Benedetti. 3000 sp: Floriani, Nasti. Lungo: Schembri. Peso: Dal Soglio. Giavellotto: Bonvecchio. Donne. 100: Hooper. 800: Milani. 3000: Weissteiner. Asta: Benecchi. Martello: Palmieri. OSTACOLISTI (si.g.) Ieri a Mannheim (Ger) due 110 hs per Paolo Dal Molin: un 13"88 (+0.4/2˚) e un 13"64 (0.0/1˚), minimo per gli Europei. Oggi a Montgeron (Fra) esordio di Emanuele Abate.


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DOMENICA 13 MAGGIO 2012


VINCENZO MARTUCCI twitter@vincemartucci

Il numero 1 del mondo difende il titolo a Roma. Novak Djokovic, che significò un anno fa la finale vinta con Nadal?

«Batterlo per la prima volta sulla terra, a Madrid, mi aveva dato una grande spinta. Per 3-4 partite ho giocato forse il miglior tennis sulla terra, sempre concentrato ed aggressivo. Ma con Murray è stata dura — mi ha sorpresa per l’energia e la forza —, e poi è arrivata una nuova finale contro Rafa, 8 giorni dopo... Non so quanti vorrebbero giocare due volte di fila contro il re della terra. Ero stanchissimo, dovevo recuperare in fretta, ma in testa avevo solo l’idea della sfida: volevo entrare in campo con grande motivazione e vincere. Anche perché sentivo aspettative e pressione di ripetere Madrid. Quando ho vinto, sono stato in una zona tutta mia, sfinito, sollevato. Dio mi aveva dato la forza. E’ stato un momento molto importante».

pende molto da condizioni e, se scivoli tanto, perdi l’equilibrio». Sul duro il colpo più importante è il servizio, e sulla terra?

«E’ il dritto, per aprirsi il campo e prendere l’iniziativa. Ma nel tennis, la cosa fondamentale, su qualsiasi campo, è muovere bene i piedi». Per lei Roma è un grande, importante, torneo, o è di più?

«Il mio manager, Dodo (Artaldi, n.d.r.), è italiano e Roma è uno dei pochi posti dove mi sento a casa. Ho un sostegno particolare dalla gente, la sento vicina dentro e fuori del campo: come parla, come si muove... Sento amicizia, molto di più della normale relazione fra giocatore e tifoso». E che cos’è Roma-città?

«Mi viene subito in mente il Colosseo, è un posto straordinario, come tutta la vecchia Roma e le sue rovine. Mi

piace tanto la storia dell’Italia. Anch’io vengo da un paese molto vecchio. Noi serbi e voi italiani abbiamo tanto in comune: vino, donne, calcio... Siete i nostri idoli per lo stile di vita, perché avete le macchine migliori. Ci unisce il gusto della vita, e il senso della famiglia: i principi vengono da lì, anche se poi cresci il carattere da solo».

«Era un saggio, predicava la semplicità e i valori della famiglia. Gli ero molto vicino perché tante volte i nonni ti danno la libertà, mentre con i genitori devi sempre stare più attento. Lui soffriva di solitudine, in Serbia, perché i miei cugini vivono molto a Ginevra. E la solitudine è una delle cose peggiori della vita. Io, per fortuna, ho Jelena, la mia ragazza, i fratelli, mamma, la famiglia, gli

«E' la superficie dove ho giocato di più a tennis. Ci sono cresciuto, ho imparato a scivolarci. Fino a 3-4 anni fa, in Serbia, avevamo solo campi in terra: la conosco bene, mi piace».

«Il campo non è duro: per caviglie e ginocchia è buono, fisicamente non prende tanto come altre superfici; ma di-

NOVAK DJOKOVIC LO STOP A SUPER NADAL

amici di sempre, e lo stesso team con cui lavoro, da anni». Magari a Roma la prenderanno in giro per il suo Milan.

«Già lo fa sempre "Fogna", Fognini, che è interista e a Madrid continuava a farmi 4-2 con le dita. E’ colpa nostra: abbiamo perso punti in casa, la Juve è una grande squadra e ha meritato di vincere lo scudetto. Fra un po’ sentirò il mio amico Ibra: adesso la sua testa è un po’ calda. Lo so, mentalità balcanica: testa dura e fredda nei momenti importanti». Chissà che le dirà il suo amico Fiorello.

Però ha vinto tutti gli Slam meno il Roland Garros.

Il più e il meno della terra.

Battere Rafa nella finale dell’anno scorso è stato molto importante»

Perciò ha sofferto tanto per la scomparsa di suo nonno.

Cos’è per lei la terra rossa?

«Il mio campo più vincente è duro, all’aperto. Ma il secondo è la terra: Parigi è sicuramente il mio obiettivo».

«

Re Djokovic I «E’ la mia terra» Nole, n. 1 del mondo e campione in carica: «E’ la superficie che più conosco e qui mi sento a casa»

«Un altro tifoso dell’Inter... Fiore è un grande uomo, un fenomeno dello show business, molto divertente, con grande senso dell’umorismo. Spero di incontrarlo ancora, a Roma, con lui mi sono sempre divertito. Nella vita bisogna ridere perché poi ci sono le cose brutte. Lo diceva sempre nonno: "Vivi semplice e goditi la vita"». © RIPRODUZIONE RISERVATA

ROMA2012 IlCommento di GIANNI VALENTI

SOGNANDO IL 5˚SLAM Se chiedete ad un giocatore che Master 1000 vorrebbe vincere la risposta è quasi sempre Roma. Per l’albo d’oro, per la tradizione, per la cornice ineguagliabile, per il pubblico un po’ più caloroso che da altre parti. E perché sta diventando un torneo tra i più moderni: il secondo stadio (la Supertennis Arena) aperto quest’anno ne è una testimonianza concreta. Il tornare al «combined» (maschile e femminile nello stesso periodo) è stata poi la scelta giusta, sopratutto per il pubblico. I fasti degli anni Cinquanta quando gli Internazionali d’Italia insidiavano il Roland Garros restano ben custoditi nei libri di storia del tennis. Il torneo che decolla oggi deve guardare avanti e sognare il titolo vero o virtuale di 5˚ Slam. La sua crescita

costante non è fine a se stessa ma può essere propedeutica per tutto il nostro movimento tennistico che statistiche e risultati alla mano (Errani, Vinci e Seppi su tutti) si presenta ai blocchi di partenza smagliante come non mai. Roma è il faro attorno al quale costruire le eredi delle nostre sorelle d’Italia (Schiavone e Pennetta) sperando di far nascere finalmente anche il fratellino che ci manca da tanto tempo. E’ lo stimolo che potrebbe poi portare ad una nuova tappa italiana del circuito, magari al Nord durante la stagione invernale. Dei segnali, come l’esibizione dello scorso dicembre a Milano (Italia-Usa al femminile), ci sono stati ed hanno avuto successo. Che torneo ci aspetta? Roger Federer non l’ha mai vinto e vorrebbe mettersi finalmente questa stelletta; a Rafa Nadal brucia ancora la sconfitta dell’anno passato. E Nole Djokovic (che ha tanta rabbia in corpo per la terra blu spagnola) vuole confermarsi come Re di Roma. Basta e avanza. Senza contare che tra le donne sta arrivando da Madrid una Serena Williams pronta a scompaginare tutte le gerarchie.


II

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INTERNAZIONALI BNL D’ITALIA LE STELLE STRANIERE Volée di rovescio

LO SFIDANTE

DI PAOLO BERTOLUCCI

Roma come casa «Sesto trionfo per questa gente»

Non è solo potenza Dico Berdych Il ceco può essere irresistibile anche per i primi 4 del mondo

Al Foro la finale più lunga e quella più bella di sempre: «Impossibile senza l’aiuto del pubblico» RICCARDO CRIVELLI

Montecarlo, Barcellona, Roma, Parigi. Quando sei il più forte di sempre sulla terra, ci sono tanti posti magici nel cuore. Eppure è al Foro Italico che il mondo si accorse di Nadal, si rese conto delle doti di un guerriero ancora ragazzino che però da quel momento avrebbe riscritto la storia del tennis.

Rafael Nadal

Djokovic o Nadal , Nadal o Djokovic: questo è il dilemma. In alternativa, Federer o l'ultimo del quartetto, Murray . Troppo facile, troppo ovvio, troppo scontato. E' arrivata la primavera, gli appassionati cercano la novità, magari non uno di primo pelo, perché Roma è un torneo terribile, per gente davvero tosta, e non c'è spazio per giovani ma inesperti virgulti. Ho giusto qualche spicciolo e quasi quasi mi voglio rovinare puntandoli tutti sull’algido Berdych. Talento purissimo dotato di servizio e dritto devastanti, colpi adattissimi al tennis moderno, che quando è in giornata si dimostra irresistibile. Certo nel ceco non mancano i difetti, come quello degli spostamenti e spesso mette in campo una limitata lettura tattica. Ai più il suo tennis risulta monocorde e quello che non li convince è lo scarso uso della volée per concretizzare ciò che costruisce da fondo. Altri gli imputano una certa fragilità emotiva e uno scarso killer instinct. Probabilmente è tutto vero, ma in diverse occasioni il nostro eroe ha sovvertito i pronostici, sbaragliando la concorrenza con quel gioco potente, con quei movimenti eleganti, con quelle accelerazioni devastanti. Berdych cerca sempre di imporre il proprio tennis, ha capito che l’essere protagonista crea entusiasmo e convinzione, allarga la fantasia e supporta la personalità. Non ha problemi a trovare la profondità di colpi, ma anche a variare la velocità con il back, o ad accarezzare la palla con mano vellutata. Giustamente è ritenuto pericoloso dagli avversari e una mina vagante nel tabellone. E chissà che a Roma non faccia il miracolo e mi permetta magari di passare all'incasso.

La più lunga di sempre Nel 2005, Rafa deve ancora compiere 19 anni quando si presenta in campo per la finale contro Coria. Ha appena vinto a Montecarlo e a Barcellona, però contro l’argentino, tre set su cinque, in pochi sono disposti a puntare su di lui. Invece ne esce una partita leggendaria, un condensato di ciò che lo spagnolo saprà regalare al suo sport: dritti fulminanti, corse e passanti incredibili, la voglia di non mollare mai (nel quinto set, rimonterà da 0-3) e l’immancabile pugno al cielo. Una favolosa maratona di 5 ore e 14 minuti, la finale più lunga di sempre. E’ nata una stella, subi-

to adottata dal tifo romano: «Senza l’aiuto del pubblico, non ce l’avrei mai fatta». Il successo inaugurale in Italia rappresenta una spinta portentosa alla carriera del maiorchino: tre settimane dopo, infatti, vincerà il primo Roland Garros.

La più bella di sempre L’anno dopo, Nadal è già Nadal, almeno sulla terra: quando conquista la finale, ha una serie aperta di 52 vittorie di fila sul rosso, a una dal record di Vilas del ’77. Solo che dall’altra parte della rete incrocia il più forte di sempre, Roger Federer. Sembra impossibile, ma l’ultimo atto del 2006 è addirittura più emozionante e palpitante di quello di 12 mesi prima. Dura cinque ore e 6 minuti ed è un’altalena di cambi di punteggio e colpi meravigliosi: Rafa vince ancora in cinque set e ancora in rimonta (da 1-4 nell’ultimo parziale), soprattutto doma il numero uno del mondo dopo avergli annullato due match point. Non c’è dubbio che quel trionfo, nella più bella partita della storia degli Internazionali, segnerà per sempre la rivalità tra lo spagnolo e lo svizzero, fortificando le certezze di Nadal e sgretolando pian piano le convinzioni di Federer. Per questo Roma è un luogo dell’anima, per il mancino di Manacor, e non solo perché poi vi aggiungerà ancora i successi del 2007, del 2009 e del 2010 (nel 2008 si arrese a Ferrero ma soprattutto alle vesciche ai piedi). Ed è per questo che l’anno scorso, dopo la sconfitta in finale contro Djokovic, aveva promesso: «Tornerò per riprendermi il torneo». Perché è qui, tra l’amata pizza e la terra che più rossa non si può e non certo quella saponetta azzurra che gli hanno propinato a Madrid, che gli appassionati di tennis hanno imparato a conoscerne la forza. E’ a Roma, sotto il cielo immortale, che i paragoni con Borg per la prima volta non sono sembrati azzardati. E’ qui, e oggi, con lo svedese ormai alle spalle, che Rafa vuole che la storia ricominci. © RIPRODUZIONE RISERVATA

Il guinness L’INIZIATIVA GAZZETTA-FIT

In centinaia con i campioni al Foro per tentare il record del palleggio In centinaia per battere il record del palleggio (guarda su www.gazzetta.it). Insieme a loro grandi campioni della racchetta come Petra Kvitova, Jelena Jankovic, Anastasia Pavlyuchenkova, Milos Raonic, Bernard Tomic, Paolo Lorenzi, Mara Santangelo, Tatiana

Garbin, l’ex campione di motociclismo Sete Gibernau con la showgirl Laura Barriales. Ma non è facile come si può pensare. L’obiettivo era raggiungere cento palleggi consecutivi. Niente. Si ritenterà sabato prossimo alle 18, sempre sul Pietrangeli in rosa.

PETRA KVITOVA LA NUMERO 4 SI DIVERTE Tra i campioni che hanno partecipato al tentativo di record anche la ceca Petra Kvitova, numero 4 della classifica Wta TEDESCHI


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LA GAZZETTA SPORTIVA

III

E L’IMPERATRICE Vincendo l’anno scorso al Foro, ha capito di poter giocare al top anche sul rosso: «Sono eccitata di difendere il titolo»

ANCHE LA JANKOVIC TRA LE MADRINE LA SERBA HA VINTO DUE VOLTE A ROMA Anche Jelena Jankovic ha partecipato alla kermesse sul campo Pietrangeli insieme ai protagonisti del tentato record. La serba ha un feeling particolare con il torneo romano, che ha vinto due volte: nel 2007, battendo in finale la Kuznetsova e nel 2008, quando si è imposta sulla francese Cornet TEDESCHI

Dolce terra Ma come sempre accade quando si parla della bionda siberiana, sarebbe riduttivo considerarla semplicemente l’icona più splendente del tennis dei Duemila, con i suoi abitini da gioco sempre all’ultima moda e un conto in banca multimilionario grazie agli sponsor. Perché Masha, che lasciò la Russia a 12 anni per diventare una campionessa all’accademia di Bollettieri, in carriera ha vinto 25 tornei e soprattutto per tre volte ha alzato un trofeo dello Slam, un palmares di lusso che soltanto gli infortuni le hanno impedito di arricchire. Insomma, come si fa a considerare solo una figurina una ragazza che a 17 anni si impone a Wimbledon e

che, comunque, segna a suo modo un’epoca tecnica, visti i suoi tanti cloni che poi si sono succeduti, ultima la fresca numero uno Azarenka? La Sharapova, quindi, è soprattutto una tennista di gran talento, con colpi a rimbalzo tra i più letali di sempre. Certo, la formazione americana ha inciso parecchio sul suo albo d’oro, perché sulla terra Maria ha conquistato solo quattro tornei: Amelia Island nel 2008, Strasburgo nel 2010, Roma l’anno scorso e, due settimane fa, Stoccarda. Poi, a una lettura più attenta, appare evidente come di questi il successo più dolce sia stato appunto quello del Foro, perché in America la superficie è terriccio verde, in Francia il parco giocatrici non è di grande qualità e in Germania il torneo indoor (e una terra più veloce) cambia gli equilibri.

Ripartenza Per questa ragione, dodici mesi fa, tenendo tra le mani la coppa della vincitrice del torneo femminile, la Sharapova ampliò gli orizzonti: «A Roma gioco sempre meglio che altrove, qui mi sento più forte. Non è una nuova vita, ma una ripartenza». Si rife-

QUANTO ENTUSIASMO RAGAZZINI, UOMINI, DONNE: CACCIA AL PRIMATO Malgrado il tentativo di battere il record di palleggi non sia riuscito, l’iniziativa della Gazzetta è stata accolta con grande entusiasmo dagli appassionati di tennis, che hanno fatto la fila sul campo Pietrangeli per colpire almeno una volta la pallina. Ci riproveranno sabato prossimo TEDESCHI

riva certamente ai lunghi periodi di incertezza per quella spalla ballerina che ne ha messo a rischio addirittura la carriera, ma anche alla possibilità, mai apparsa così vicina, di colmare l’unica lacuna negli Slam: il Roland Garros. Sul rosso di Roma, Maria si è resa conto non soltanto di essere tornata al top, ma di poter ambire al trionfo parigino, anche se poi nel 2011 il sogno si è infranto in semifinale contro la Na Li. Il Foro, dunque, dovrà consolidare le certezze terraiole della numero due del mondo e lanciare la campagna di Francia. Il crollo di Madrid contro Serena Williams è stato solo un piccolo incidente di percorso: «In Spagna non ho giocato benissimo — ha detto Masha — ma c’è ancora un torneo prima del Roland Garros ed è un torneo davvero speciale per me. Roma è una città fantastica, tutte le giocatrici lì si sentono amate ed io sono davvero eccitata di potervi tornare come campionessa in carica e di difendere il titolo». Perché un viaggio non finisce: si tratta soltanto di ricominciare di nuovo. ri.cr.

Maria Sharapova

La terra più dolce «Qui sono fortissima»

Un’imperatrice. Ad ogni passo, brividi e sospiri, fotografie e applausi. Maria Sharapova, algida e bellissima, non può stare meglio che a Roma, la città delle regine e del glamour ammantato di storia. Ci ha giocato quattro volte, la prima nel 2004, quando era ancora poco più che una bambina, anche se tirava forte come adesso. Appare nella sua aura divina e, come per incanto, il pubblico è solo per lei.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

IL SORTEGGIO A PIAZZA DI SPAGNA UN PIZZICO DI DOLCE VITA PER I CAMPIONI Prima degli eventi pomeridiani al Foro, a mezzogiorno si è svolto il sorteggio nell’incomparabile scenario di Piazza di Spagna. L’occasione, per i campioni, di una passeggiata in centro: alle spalle del tavolo, si intravedono, da sinistra: Seppi, Murray, Fognini, Ivanovic, Pennetta e Schiavone TEDESCHI


IV

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INTERNAZIONALI BNL D’ITALIA LE NOSTRE SPERANZE LA BENIAMINA DEL PUBBLICO MASCHILE

Roma & Flavia «Che magia L’ho capito già a cinque anni»

carichi Il «nuovo» Seppi che ama la terra è caposquadra degli azzurri

Dalle gite coi genitori alle 11 presenze al Foro: «Quella partita con la Petrova...»

FABIO FOGNINI NUMERO 47 DEL MONDO Fabio Fognini, 24 anni, 5 partecipazioni a Roma, due volte al 2˚ turno (2007 e 2009) e tre eliminazioni al 1˚

Flavia Pennetta, 30 anni, un quarto di finale a Roma 2006 AFP VINCENZO MARTUCCI

twitter@vincemartucci Flavia Pennetta, ma lei a Roma è sempre acciaccata?

«E’ la terza volta, dopo la spalla e gli adduttori, in undici partecipazioni tre acciacchi ci stanno. No? E parliamo di una ciste che mi ha portato la tendinite alla mano destra, vicino al polso. Ci sono cose peggiori nella vita». Perché al Foro non riesce a fare un grande risultato?

«Sono arrivata ai quarti, nel 2006. E’ stato casuale: per me al Foro non c’è niente di sbagliato, dalle campe ai cambi. Certo, le situazioni cambiano, ma io m’adatto anche agli sbalzi di caldo e freddo». Preferisce giocare di giorno o di sera?

«

Da bambina, cercavo gli autografi di Seles e Capriati, poi ho vinto il doppio FLAVIA PENNETTA LA PRIMA AZZURRA TOP 10

«La mattina alle 11, così posso programmarmi con certezza, sapendo che sono la prima e mi tolgo subito il pensiero. O nel primo pomeriggio, senza luci artificiali». Perché Roma fa tanta paura agli italiani?

«No, mi piace molto il pubblico così caldo. Con noi di Fed Cup è sempre un plus importante, trasmette energie. Giocare davanti alla propria gente è sempre speciale, figurati nel nostro torneo più importante, con quella storia». Mora e carina, potrebbe diventare un’altra Sabatini.

«Non ci riuscirei nemmeno se vincessi quattro volte come ha fatto lei: Gabriela è fantastica».

Però di tifosi uomini ne ha tanti anche lei.

«Il tennis femminile è sempre più... femminile. E quindi ben venga se gli spettatori uomini ti apprezzano non solo perché sei brava a tennis, ma per l’aspetto».

MIGLIOR STAGIONE Sara Errani è nata a Bologna il 29 aprile 1987. Alta 1.64 per 60 kg, in carriera ha vinto 5 tornei: Palermo e Portoroz nel 2008, Acapulco, Barcellona e Budapest quest’anno, senza dubbio la sua migliore stagione, cominciata con i quarti di finale agli Australian Open. Attualmente è numero 24 del mondo, sua migliore classifica

«Per tutti noi italiani ha una magia particolare, con un’atmosfera unica e un’attenzione speciale dei tifosi, dagli autografi alle foto. Roma è la nostra casa. E per me è particolarmente importante».

«Perché dai 5 ai 10 anni ci sono venuta ogni anno, era una tradizione di famiglia, con genitori così appassionati e io che sognavo di giocarci, un giorno. Anche se la partita la vedevamo dagli ultimi gradoni, sull’ex centrale, il Pietrangeli, e io andavo pazza per le statue di marmo...».

ANDREAS SEPPI NUMERO 32 Andreas Seppi, 28 anni, 8 volte di fila a Roma, mai fortunato: tre volte k.o. al 1˚ turno, cinque al 2˚ turno.

Che spettatrice era Flavia Pennetta bambina?

«Terribilmente rompiscatole: chiedevo l’autografo a tutte, adoravo Seles e Capriati che vincevano da bambine». E il suo primo bel ricordo da giocatrice qual è?

«Come dimenticare quand’ho battuto la Petrova, allora «top ten» (n. 6 del mondo, n.d.r.) e io ero tanto lontana in classifica (n. 72)? Mi stava massacrando, vinsi una partita fisica, pazzesca, con la gente assolutamente impazzita. E poi è stato molto bello il titolo di doppio che ho vinto con Gisela (Dulko), nel 2010».

FRANCESCA SCHIAVONE NUMERO 11 Francesca Schiavone, 31 anni, 13 volte di fila a Roma e quatto volte nei quarti (2001, 2004, 2005 e 2011)

E qual è il posto che preferisce al Foro?

«Il tunnel che percorrevi per arrivare al vecchio campo centrale: pazzesco. Avevi millecinquecento pensieri per la testa, sentivi quel rumore della folla sempre più forte, sempre più vicino, fuori. Poi entravi nell’arena...». © RIPRODUZIONE RISERVATA

Che inizio 2012 dei nostri: Fognini, Pennetta, Vinci, la Knapp. E se la Leonessa...

FILIPPO VOLANDRI NUMERO 71 Filippo Volandri, 30 anni, 11 volte di fila a Roma, semifinale Nel 2007 (vittoria su Federer) e quarti nel 2003

Che cosa rappresenta per lei il Foro Italico?

Perché per lei Roma è più Roma?

Gioia Nanà con 3 titoli Schiavone, provaci!

ROBERTA VINCI NUMERO 20 Roberta Vinci, 29 anni, 7 volte di fila a Roma, tre volte eliminata al 1˚ turno e quattro al 2˚

Sara Errani GLI ACUTI AZZURRI

Tre finali derby, Panatta e Bossi Poi solo un lampo: Volandri 2007 (lu.mar.) Anche se gli Internazionali sono nati al Tennis Club Bonacossa di Milano nel 1930, il luogo simbolo del torneo è il Foro Italico di Roma. Eppure è curioso che tre delle sei vittorie italiane nel singolare maschile e due delle tre femminili, non abbiamo avuto Roma come palcoscenico. Il primo italiano a iscrivere il proprio nome nel libro d’oro del torneo è Emanuele Sertorio nel 1933, giocatore che però ha lasciato poca traccia (3

partecipazioni al Roland Garros e 2 a Wimbledon) nella storia del tennis nostrano. L’anno dopo la manifestazione tiene a battesimo la prima finale tutta italiana, vinta da Giovannino Palmieri su Giorgio de Stefani. Per vedere la prima vittoria al Foro Italico bisogna aspettare l’edizione del 1955 con la storica finale tra Fausto Gardini e Beppe Merlo. Tra i due c’era molta rivalità e grande contrasto di caratteri e personalità. Se ne parla ancora oggi perché Merlo arrivò, nel

quarto set, per due volte al match point, ma, colto da crampi, sul 6 pari del quarto fu costretto ad abbandonare. Il terzo e ultimo derby italiano in finale si ha nel 1957 con la vittoria di Nicola Pietrangeli su Beppe Merlo. Nel 1961, per i cent’anni dell’Unità d'Italia, il torneo viene spostato al Circolo Stampa di Torino ed è teatro della vittoria capolavoro di Pietrangeli sull’immenso Rod Laver, che di lì a poco realizzerà il secondo Grande Slam della storia. Il Foro Italico riassapora la vittoria di un giocatore di casa, dei Parioli, soltanto nel 1976 con il trionfo di Adriano Panatta che prima annulla 11 match


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LUCA MARIANANTONI

Meglio di così non ci eravamo mai riusciti. L’Italtennis approda lanciatissima alla 69esima edizione dei Campionati Internazionali d’Italia. I risultati ottenuti dai nostri giocatori, dall’inizio dell’anno alla vigilia di Roma, sono nella sostanza i migliori di sempre, se paragonati allo stesso periodo del passato. Squadra Quattro vittorie come

nel 1977 quando a vincere furono soltanto gli uomini con Panatta vincitore a Houston, Barazzutti a Charlotte, Bertolucci a Firenze e Amburgo. Questa volta un successo maschile (Seppi a Belgrado) e tre femminili (Sara Errani ad Acapulco, Barcellona e Budapest). Ma non basta: ancora 4 finali centrate con Flavia Pennetta (Auckland e Acapulco, battuta da Zheng ed Errani), Filippo Volandri (San Paolo, sconfitto da Almagro) e Fabio Fognini (Bucarest, battuto da

point al primo turno all’australiano Kim Warwick e poi supera in finale l’argentino Guillermo Vilas in quattro set. L’unica vittoria femminile a Roma è quella della tedesca di nascita, ma italiana per matrimonio, Annelies Ullstein Bossi Bellani, campionessa tra le bianche statue di marmo nel 1950, prima edizione romana di un torneo restaurato nel dopoguerra dal grande Carlo Della Vida. Prima di lei, era stata Lucia Valerio a vincere a Milano nel 1931 e dopo Raffaella Reggi a Taranto nel 1985 quando la Federazione omaggiò il modesto torneo pugliese del titolo di Campionati Internazionali d'Italia.

Simon), per un totale di 8 finali come nel 2006 (Santangelo a Bangalore, Pennetta a Gold Coast, Bogotà e Acapulco, Schiavone a Sydney e Amelia Island, Volandri a Buenos Aires e Bracciali a Casablanca). Ma i momenti frizzanti arrivano anche dalle 6 semifinali tutte al femminile (Schiavone a Brisbane, Brianti a Memphis, Errani a Monterrey, Vinci ad Acapulco, ancora Vinci e Knapp all'Estoril) e dalle 8 eliminazioni ai quarti di finale: Errani a Auckland e Melbourne, Vinci a Parigi indoor, Knapp a Bogotà, Brianti a Budapest, Seppi a Doha, Rotterdam e Bucarest. In totale, dunque, 4 vittorie, 8 presenze in finale, 14 in semifinale e 22 nei quarti. Classifica Ma non è finita qui:

cin sono stati sette italiani tra i primi 100 del mondo, com’era accaduto per tre settimane di fila nel febbraio-marzo del 1992 e, nel ranking recente, del 23 e 30 aprile. Seppi, che ha doppiato in pochi mesi il

suo rendimento standard, è vicino al record personale (n˚ 27), segno dell’attesa maturità che pare toccare lati umani, fisici, tecnici e mentali. Scatto Sara Errani, concentrato di esplosività e di tenacia, sta migliorando settimana dopo settimana e non sorprenderà vederla a breve quale leader italiana della classifica mondiale. Sarita usa con sapienza tutte le armi che ha, senza timore reverenziale nei confronti delle più dotate. Le 16 vittorie consecutive sulla terra non sono arrivate per caso. Ora da lei attendiamo i successi che contano, quelli sulle prime della classe che danno morale e fiducia. Ripartenza Flavia Pennetta era partita benissimo, ma proprio nel momento più importante della stagione, ha rimediato un infortunio al polso in Fed Cup, ma almeno stavolta s’è fermata per curarsi e non ha insistito più di tanto, giocando sul dolore. Filippo Volandri e

IN TABELLONE

Oggi in campo già tre azzurri Oggi, dalle 10 si completano le qualificazioni e si giocano 5 match del tabellone principale. Sul campo centrale, dalle 12: (tabellone principale) Anderson (S.Af) c. Ferrero (Spa), a seguire LORENZI c. Davydenko (Rus), VOLANDRI c. Troicki (Ser); non prima delle 17: SEPPI c. Istomin. SuperTennis Arena, ore 12: (qualificazioni) BURNETT c. Wozniack (Can), a seguire NASO c. Ramos (Spa), tabellone principale: Bellucci (Bra) c. Youzhny (Rus), non prima delle 17: Raonic (Can) c. Mayer (Ger). Su Supertennis, da domani, copertura record del torneo dalle 10.30 del mattino con i match dal vivo e le rubriche Ponentino e Oggi al Foro Italico.

LA GAZZETTA SPORTIVA

V

Fabio Fognini sono poco continui ma pronti all’acuto: il veterano ha ritrovato la necessaria condizione atletica, il nostro miglior giovane — pur ancora senza fondo atletico dopo lo stop per i soliti acciacchi —, ha tutta la voglia di lottare ad armi pari con i grandi specialisti del rosso. Attenti al talento di Roberta Vinci (a tutto campo tra singolare e doppio), e al recupero di Karin Knapp. Speranza Francesca Schiavo-

ne ci ha dimostrato, con le due finali al Roland Garros, che l’età non conta e che lei può sempre stupire. Glielo auguriamo, dopo quest’inizio di stagione difficile. Perché all’Italia manca, a Roma, solo l’acuto azzurro. Senza considerare la modesta edizione di Taranto 1985, l’ultima italiana in semifinale è stata Lea Pericoli nel ’67 e, fra gli uomini, dopo Panatta ’78, abbiamo avuto in semifinale solo Volandri 2007. E’ ora delle mosse che contano. © RIPRODUZIONE RISERVATA


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DOMENICA 13 MAGGIO 2012

LA GAZZETTA SPORTIVA

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INTERNAZIONALI BNL D’ITALIA LA STORIA va per cui gli Internazionali hanno potuto riprendere il loro percorso nel 1950 grazie alle capacità imprenditoriali di un grande appassionato, Carlo della Vida. Il rilancio della manifestazione non è stato facile ed è avvenuto attraverso fasi e personaggi di diversa estrazione. Uno dei più importanti è stato Jaroslav Drobny, il professore, tre volte vincitore nel giro di 4 edizioni. Non si possono dimenticare i successi italiani di Nicola Pietrangeli

RINO TOMMASI

I Campionati Internazionali d’Italia sono nati a Milano nel 1930 con molti anni di ritardo rispetto ai grandi appuntamenti del tennis mondiale. La prima edizione di Wimbledon si era svolta nel 1877, i Campionati degli Stati Uniti hanno iniziato la loro storia dieci anni più tardi, nel 1877, quelli d’Australia nel 1905 mentre quelli di Francia sono nati alla periferia di Parigi, nel Bois de Boulogne, nel 1925 anticipando e provocando la costruzione del Roland Garros ultimato nel 1925 per dare ai famosi Moschettieri che avevano conquistato la Coppa Davis un teatro degno delle loro gesta. Bordighera Non a caso ho cita-

to i quattro stadi ed i quattro paesi che costituiscono la struttura del Grande Slam, un termine rubato al bridge, un gioco abbastanza diffuso nei primi circoli esclusivi del tennis. Non a caso il primo club tennistico d’Italia è stato quello di Bordighera, dove venivano a passare le vacanze i nobili inglesi che non volevano rinunciare al loro passatempo preferito. Sempre legandosi alle origini anglosassoni del tennis la nostra Federazione ha applicato al nostro torneo più importante la definizione di Quinto Slam. In realtà gli Internazionali erano nati a Milano su iniziativa del Conte Bonacossa, proprietario del Tennis Club Milano, ma furono opportunamente trasportati a Roma nel 1935 non appena è stato pronto il Foro Italico. Purtroppo la particolare situazione politica del nostro paese ha impedito di dare continuità all’iniziati-

Nato nel 1930, il torneo è sbarcato a Roma nel 1935. Dalle difficoltà anni 80 al bum L’ultima gioia italiana al Foro Italico: il pubblico porta in trionfo Adriano Panatta dopo la vittoria del 1976 contro l’argentino Vilas

Milano-Roma, che film Il torneo cade ma ora vola In parallelo tennis ed eventi sociali: il torneo-clou italiano è segnato da personaggi-chiave, da Bonacossa e Della Vida agli assi moderni L’EPOPEA COI PRIMI NOSTRI CAMPIONI, I MOMENTI BUI E IL RILANCIO CON FEDERER Da sinistra, Gardini, eroe del torneo di Roma con Pietrangeli. Che momento: l’arbitro raccoglie le monetine lanciate dagli spalti contro Higueras. Il torneo decolla con Federer

TUTTE LE INIZIATIVE DEL NOSTRO GIORNALE

La Gazzetta è al Foro News, web e negozio Risultati in diretta e approfondimenti con la grande novità dello studio tv CLAUDIO LENZI twitter @clenzi82

Un’informazione unica, per un torneo unico com’è Roma. Mai come quest’anno, agli Internazionali d’Italia, la Gazzetta dello Sport sarà protagonista al pari dei giocatori, per notizie e intrattenimento. Lo sarà fisicamente, con la nuova area Gazzetta Tv sul viale principale del Foro Italico, ogni giorno aperta ai big della racchetta e a tutti gli appassionati. E lo sarà quotidianamente, con gli aggiornamenti in diretta sul proprio canale internet ad accompagnare il ricco approfondimento in edicola. Video Dopo Montecarlo, anche il Masters 1000 di Roma godrà della massima copertura televisiva firmata Gazzetta.it: oltre agli highlights delle partite, non mancheranno le interviste ai protagonisti, il dietro le quinte, gli eventi glamour e gli allenamenti dei big, dal serbo Novak Djokovic alla russa Maria Sharapova. Una sequenza di video esclusivi da vedere e rivedere gratuitamente online, con la diretta di tutti i risultati, le immagini più belle e curiose, la cronaca dei match e gli aggiornamenti su Twitter. In più, come detto, lo

Il Gazza Store al Foro TEDESCHI

studio televisivo open, la vera novità per l’edizione numero 69 del prestigioso torneo, dove si alterneranno campioni azzurri e non per firmare autografi e salutare i propri tifosi. I più fortunati, inoltre, potranno farsi ritrarre in speciali caricature digitali da veri artisti della grafica touch. Extra Non solo informazione. Gazzetta, infatti, rappresenta un mondo a 360 gradi e un marchio affermato, per questo anche al Foro Italico non mancherà l’area commerciale, dove trovare ogni mattina il giornale e tutta la gamma dei prodotti «rosa», dalla linea d’abbigliamento rock 'n' roll & tennis alle cover per tablet e smartphone con le più belle pagine del nostro giornale.

e di Fausto Gardini, le tre vittorie di Martin Mulligan ma anche quelle di Thomas Muster, le emozioni di una indimenticabile finale tra Roger Federer e Rafael Nadal. La più bella C’è stato anche il

ricordo di una brutta finale, quella giocata nel 1983 tra Jimmy Arias e Jose Higueras davanti a poco più di mille spettatori annoiati e quello di una finale non disputata tra Marcelo Rios ed Albert Costa nel 1998 ed un’altra interrotta per infortunio tra Emilio Sanchez ed Alberto Mancini. La più bella di tutte? Forse quella tra Federer e Nadal, due match point mancati dal campione svizzero, che al Foro Italico non ha mai vinto. C’è naturalmente una versione femminile del torneo. Come sarebbe bello se per una volta Francesca Schiavone concedesse anche al pubblico romano una sua presenza in finale! © RIPRODUZIONE RISERVATA

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I NUMERI

5

I titoli in singolare di Rafael Nadal e Chris Evert, i più vittoriosi al Foro Italico

5

Le sedi degli Internazionali d’Italia: Milano, Torino e Roma (uomini e donne), Perugia e Taranto (solo donne)

17

Gli anni (e 11 mesi) di Bjorn Borg nel 1974, quando divenne il più giovane vincitore di sempre. Tra le donne, la più giovane è stata Tracy Austin, 16 anni e 5 mesi nel 1979

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I tornei giocati a Roma da Nicola Pietrangeli dal 1952 al 1973: un record


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INTERNAZIONALI BNL D’ITALIA I TABELLONI

Djokovic e Federer dalla stessa parte C’è subito il derby Vinci-Knapp Sorteggio insidioso per Nadal, che al secondo turno potrebbe trovare il talento Raonic mentre Fognini debutterà contro Baghdatis. Donne: la Schiavone trova la russa Makarova


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L’ALTRO MASTERS 1000 SEMIFINALI A MADRID

y Federer è inarrestabile

ERRANI E VINCI OK

Errani e Vinci si impongono in doppio: è il quarto successo stagionale, il più importante MASTERS 1000 MADRID (3.090.000 e, terra) Uomini, semifinali: Berdych (Cec) b. Del Potro (Arg) 7-6 (5) 7-6 (6); Federer (Svi) b. Tipsarevic (Ser) 6-2 6-3. Oggi: ore 16.30 finale (diretta Sky Sport) Donne, semifinali: Azarenka (Bie) b. A. Radwanska (Pol) 6-2 6-4; S. Williams (Usa) b. Hradecka (Cec) 7-6 (5) 6-0 Oggi: ore 13.30 finale (diretta Eurosport) Doppio, finale: ERRANI-VINCI b. Makarova-Vesnina (Rus) 6-1 3-6 10-4.

Più forte delle polemiche Nadal e Djokovic si lamentano, lui continua a vincere e oggi trova Berdych: «I grandi giocatori si devono adattare». Donne: è Azarenka-Serena RICCARDO CRIVELLI

Gli altri si lamentano, lui vince. Così, mentre gli arcirivali Djokovic e Nadal hanno lasciato Madrid con il sangue ribollente, furiosi per la terra-saponetta colorata di blu che ne ha spezzato gioco e ambizioni, l’ineffabile Federer doma le polemiche e la superficie con la portentosa leggerezza del talento. Non poteva essere l’occhialuto Tipsarevic, il serbo cresciuto a tennis e libri di filosofia alla scuola di Castellani, travolto da 25 vincenti, a spezzare il momento magico: «Sono soddisfatto, ho giocato sempre meglio giorno dopo giorno, anche perché ho avuto un tabellone molto difficile». Conciliante Al debutto, effetti-

vamente, Roger è uscito indenne da un delicato tiebreak nel terzo set contro Raonic e poi, mentre i primi due si incartavano negli attacchi agli organizzatori, ha scavallato le insidie della terra madrilena con il servizio, la volée e le smorzate, perché sulla patina viscosa e a 700 metri d’altitudine è meglio che le palline rimbalzino il meno possibile. Se conquista il torneo (e sarebbe la terza volta), lo svizzero torna al numero due del mondo davanti a

Nadal ed eguaglia lo spagnolo per i successi nei Masters 1000 (a quota 20). Con lui, trionfa la tecnica e si spengono le voci maligne, per la gioia degli organizzatori snervati e preoccupati dagli attacchi di Rafa e Nole: da quando ha perso con Djokovic agli Us Open nel settembre scorso, Federer-Express ha un record di 44-4 e sei tornei vinti. Intanto, con la semifinale di ieri, ha superato i settanta milioni di dollari di premi. Altri record e la sensazione, tornata prepotente, che in certi momenti potrebbe giocare perfino sull’acqua: «La terra blu di Madrid — dice conciliante — è stata una scommessa, dopo Roma e Parigi ci siederemo a un tavolo e discuteremo. Certo, qui c’è anche l’altitudine a fare la differenza e si è sempre scivolato. Ma un grande giocatore deve sapersi adattare». Zucchero per Ion Tiriac, direttore del torneo, che comunque pare disposto a tornare alla ragione: «Sto aspettando di sapere cosa dicono l’Atp e la Wta. Se dicono che la terra dovrà essere rossa, sarà rossa». La sfida più attesa In finale, Fe-

derer trova Berdych, che nel match tra giganti contro Del Potro dimostra solidità mentale giocando benissimo i punti

decisivi dei due tiebreak. Un bel test per lo svizzero, in un pomeriggio di stelle. Perché, tra le donne, l’epilogo è di gran lusso, con la Azarenka che misura il dominio stagionale (ha un record di 36 vittorie e 2 sconfitte che le ha regalato cinque tornei) contro Serena Williams. La bielorussa, dopo il trionfo Slam in Australia, ha legittimato con straordinaria autorità il primato in classifica, ma l’esame-Serenona, quando l’americana è ispirata come in questa settimana, rimane l’ultimo passo verso la maturità. Tra l’altro, Vika è sotto 6-1 nei precedenti e promette un cambiamento: «Lei è una delle più forti di sempre, un’avversaria durissima, però stavolta sarà un’altra storia». La più giovane delle sorellone, che intanto ha trovato pure il tempo di incidere un rap, ormai si concede a sprazzi al circuito, eppure resta la pietra di paragone: «E’ bello affrontare la numero uno, soprattutto quando è così giovane e così forte: ma io non ho nulla da perdere». Neppure sul blu dipinto di blu. © RIPRODUZIONE RISERVATA

SERVIZIO PIU’ VELOCE

Record di Groth a 263 km all’ora

Roger Federer, 30 anni, può vincere per la terza volta a Madrid dopo i successi del 2006 e 2009 AFP

L’australiano Samuel Groth, 24 anni, numero 340 mondiale, ha battuto il record di velocità al servizio con una battuta a 263 km/h durante il Challenger di Busan, in Corea del Sud. Lo ha confermato l’Atp dopo che lo stesso giocatore aveva dato la notizia su Twitter. Il precedente record era di 251 km/h del croato Karlovic nel 2011.


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