CarFleet 50

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PERIODICO TRIMESTRALE | 6,00 EURO

N.50 APRILE 2013

FIAT 500L CRESCERE È COOL

LEASEPLAN ACQUISISCE IL BUSINESS DELLE FLOTTE AZIENDALI DI BBVA Intervista a Martínez ad di LeasePlan

È IL SERVICE CHE CONTA Il business del post vendita

DIVE A QUATTRO RUOTE Le auto e il cinema

CASE E FLOTTE: VOLUMI E MARGINI Analisi sulle vendite

LA FABBRICA DEL CODICE Come cambia il codice della strada

PNEUMATICO COMUNICANTE Le innovazioni telematiche delle gomme

A CACCIA DEL MANAGER L’offerta delle Case per il fleet manager

QUANDO L’AUTO VA DA SÉ Al volante la tecnologia sostituisce l’uomo



PEOPLE

WELCOME D

opo 13 anni CarFleet vanta moltissimi lettori che ogni trimestre apprezzano ora un approfondimento socio-economico, ora un’analisi sul mercato delle auto aziendali, ora un’anticipazione sulle tecnologie più innovative. Però adesso abbiamo anche tanti nuovi lettori, i nostri nuovi clienti LeasePlan Autorenting e LeasePlan Renting, che magari sfogliano per la prima volta la nostra rivista. A loro il mio speciale saluto. E il mio caloroso invito a cercare in queste pagine – di volta in volta – il tema di loro interesse in un certo momento. Sono orgoglioso di anticipare che troveranno contenuti spesso inaspettati, raccontati con la qualità e la sobrietà di alcune delle migliori firme del giornalismo economico e automobilistico. Un organo di informazione che non ripropone cose già lette altrove, ma punta a fornire conoscenze utili a progettare e gestire la mobilità aziendale, sempre meglio, sempre al passo con le mutevoli esigenze delle imprese. Due parole anche sulle struttura del giornale, che spinge a una lettura non sequenziale, parallela. Com’è lo stile di apprendimento attuale. Non è necessario scorrere le pagine. Basta di volta in volta aprire la rivista, così, dove capita, trovando sempre un servizio nuovo, interessante. Stiamo tutti attraversando un periodo intenso, di grandi difficoltà. Ma tutti siamo consapevoli che non possiamo limitarci a reagire a queste prove che ci vengono poste. Non con le logiche di ieri. Non con strumenti ormai inadeguati. Questo giornale è uno strumento con cui vogliamo speculare, alla ricerca di strade nuove, con tre punti di riferimento. People. Planet. Profit. La mobilità che stiamo sviluppando con i nostri partner ha la visione di coniugare le ragioni dell’impresa, la tutela dell’ambiente e la soddisfazione delle persone, in un circolo virtuoso di relazioni e di scambio, in cui il giornale gioca un ruolo determinante. E tra le righe farà sempre capolino un concetto fondamentale per LeasePlan: Drive the Future Together. Vogliamo costruire insieme il nostro futuro. È questo lo spirito con cui ci rivolgiamo ai nostri lettori. Quelli affezionati e soprattutto quelli nuovi. Nel 2012, nonostante le difficoltà, siamo riusciti a dare ai nostri clienti ottimi servizi, ricompensati con un apprezzamento generalizzato che abbiamo potuto riscontrare anche nei risultati operativi. In questo momento, non possiamo dimenticare che il nostro mercato di riferimento è soggetto ad una delle sue più profonde crisi strutturali, oltre che di risultati, ma che nonostante tutto le aziende e soprattutto gli uomini in esso coinvolti affrontano ogni giorno la difficile sfida con impegno e volontà. Ci auguriamo quindi che la situazione di attesa e di immobilismo che sembra invece aver colto il contesto generale possa trovare al più presto una valida soluzione. Siamo determinati a sfidare noi stessi, a cambiare il modo di guardare ai problemi e a trovare gli strumenti migliori per risolverli, ma lo stesso compete a chi responsabilmente deve guidare il Paese. Buona lettura e – ancora – ben trovati. Alfonso Martínez Cordero Managing Director LeasePlan Italia spa

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SOMMARIO

EDITORE LEASEPLAN ITALIA Spa Viale Alessandro Marchetti, 105 00148 Roma telefono: +39 06 96707428 email: carfleet@leaseplan.it www.leaseplan.it

NUMERO 50 | APRILE 2013 05

LEASEPLAN ACQUISTA IL BUSINESS GESTIONE FLOTTE AZIENDALI DI BBVA IN ITALIA Intervista a Martínez Cordero ad di LeasePlan Italia

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PER LE FLOTTE NON BASTA IL PRODOTTO, SERVONO SOLUZIONI Intervista a Ambrosino, Corporate&Direct Sales Director di BMW Group Italia

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È IL SERVICE CHE CONTA Il business del post vendita

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QUANDO L’AUTO VA DA SÉ Al volante la tecnologia sostituisce l’uomo

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PNEUMATICO COMUNICANTE Le innovazioni telematiche delle gomme

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VOLVO V40 CROSS COUNTRY Sicurezza sempre più alta

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SEAT LEON Accento tedesco

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A CACCIA DEL MANAGER L’offerta delle Case per il fleet manager

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LA FABBRICA DEL CODICE Come cambia il codice della strada

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DIVE A QUATTRO RUOTE Le auto e il cinema

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LA MACCHINA DEI NUMERI Il mercato società e noleggio e i prezzi dell’automotive

DIRETTORE EDITORIALE Alfonso Martínez Cordero DIRETTORE RESPONSABILE Mauro Manzoni DIRETTORE SCIENTIFICO Pier Luigi del Viscovo COORDINATORE EDITORIALE Alessandro Palumbo ART DIRECTOR Indro Uttinacci HANNO COLLABORATO Andrea Barbieri Carones Giampiero Bottino Francesca Carli Pier Luigi del Viscovo Nicola Desiderio Alberto Motti Alessandro Palumbo Maurilio Rigo

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LE CASE E LE FLOTTE: VOLUMI E MARGINI Quali modelli vendono di più?

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VOLKSWAGEN GOLF Il settimo sigillo

PROVE SU STRADA a cura di Nicola Desiderio PUBBLICITÀ GDN Marketing & Comunicazione Srl gianpiero.denigro@libero.it STAMPA Modulgraf Srl Via di Santa Procula, 23/23A 00040 Pomezia (Roma)

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AUMENTANO I FURTI D’AUTO Cosa e dove si ruba di più?

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FIAT 500L Pensata in grande

Registrazione Tribunale di Milano n.98/1997 TIRATURA: 15.000 COPIE

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NEWS ON THE ROAD

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di Alessandro Palumbo

TOGETHER

LEASEPLAN ACQUISTA IL BUSINESS GESTIONE FLOTTE AZIENDALI DI BBVA IN ITALIA Un investimento strategico in un mercato altamente competitivo.

I

l settore del noleggio lungo termine ci aveva abituato nel decennio passato a numerose acquisizioni. Erano gli anni in cui il settore cresceva a due cifre. Ci trovavamo nella fase di sviluppo del ciclo di vita. Gli operatori più grandi assorbivano quelli più piccoli e le grandi realtà finanziarie internazionali, sia gruppi bancari, sia fondi di investimento, facevano a gara per comprare le società del settore ritenendo il business ad alta remunerazione. Questo processo inesorabile, tipico dei business capital intensive e di quelli che

si avviano alla fase di maturità, ha portato in breve tempo ad un tasso di concentrazione fortemente elevato. Oggi i 6 maggiori operatori sviluppano circa l’85% dell’intero giro d’affari del settore. Ma erano ormai diversi anni che non accadeva più nulla sul terreno delle acquisizioni e degli investimenti nella penisola italiana. A cavallo tra il 2012 e il 2013 qualcosa si è invece mosso nuovamente. Si è infatti registrata un’importante operazione: LeasePlan ha acquisito le attività di gestione delle flotte aziendali di BBVA in Italia. ➔

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TOGETHER

BBVA è una realtà finanziaria internazionale, operante in Italia con le divisioni corporate banking e credito al consumo, alle quali aveva aggiunto quella del noleggio a lungo termine comprando Maggiore Fleet nel 2006 e Intesa Renting nel 2007. Maggiore Fleet all’epoca gestiva una flotta di 8.500 veicoli, mentre Intesa Renting 5.500. La divisione del NLT di BBVA ha operato nel mercato italiano attraverso due brand dedicati a due target di clienti diversi: • BBVA AutoRenting: principalmente dedicata alle aziende di medie e grandi dimensioni, servite attraverso un approccio diretto; • BBVA Renting: pricincipalmente dedicata alle PMI e ai professionisti, serviti sia attraverso un contatto commerciale diretto, sia attraverso nuovi canali distributivi quali intermediari bancari, realtà federative e associative. A fine 2012 la flotta circolante di BBVA contava oltre 20.000 veicoli. L’acquisizione si è perfezionata attraverso l’acquisto da parte di LeasePlan dell’intero pacchetto azionario delle due aziende BBVA Renting Spa e BBVA AutoRenting Spa. L’operazione si è conclusa ufficialmente lo scorso 27 febbraio con la nascita rispettivamente di LeasePlan Renting Spa e LeasePlan Autorenting Spa.

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Le due aziende operano già oggi ambedue con il brand LeasePlan, a seguito di una rapidissima operazione di re-branding, completata alla fine del mese di Marzo. LeasePlan ha finanziato l’intera operazione con fondi propri. È una modalità che evidenzia lo stato di salute del gruppo leader mondiale nel settore, che nel 2012 ha registrato un profitto globale di 241 milioni di euro, in crescita del 7% rispetto al 2011. Ed è una notizia in controtendenza rispetto a quello che sta succedendo oggi in Italia: quando si parla di imprese, il termine più usato è credit crunch. Dell’acquisizione ne parliamo con Alfonso Martínez Cordero, Managing Director di LeasePlan Italia. Da dove nasce questa acquisizione? L’acquisizione trae origine dalla strategia globale del nostro gruppo di espansione geografica attraverso l’identificazione delle migliori opportunità di acquisizione. Nello specifico BBVA è un’azienda spagnola, ma le attività che questa aveva in Italia erano il presupposto ideale per questa acquisizione. Quali impatti avrà questa operazione? Prima di tutto un impatto di efficienza. Con questa acquisizione arriveremo a ge-

stire circa centodiecimila veicoli. Questo ci porterà a diventare il secondo player del mercato italiano in termini di dimensioni della flotta circolante. Questa crescita dimensionale ci permetterà di aggiungere sempre più valore per tutti i nostri clienti, perché potremmo raggiungere maggiori efficienze ed economie di scala. In questo business la dimensione conta. In secondo luogo l’impatto è strategico. In Italia il noleggio a lungo termine ha raggiunto la fase di maturità; la maggior parte di aziende di grandi dimensioni utilizzano già il servizio, con un tasso di penetrazione molto elevato. Si tratta quindi di un mercato di sostituzione molto concorrenziale. D’altro canto la crescita “naturale” nel segmento a maggiore sviluppo, quello delle Piccole e Medie Imprese e dei Professionisti, non potrà che essere graduale, poiché il livello di conoscenza del prodotto è ancora molto basso. Con questa acquisizione centriamo l’obiettivo di crescita in entrambe i segmenti, con un portafoglio che aumenta di oltre 4.000 clienti, sia di grandi e medie dimensioni (LARGE), sia PMI (SMALL). L’acquisizione di BBVA AutoRenting e BBVA Renting porta infatti il numero dei veicoli gestiti sui grandi clienti a circa 88.000 unità; sui piccoli clienti a circa 21.000.


Quali saranno i prossimi passi di questa integrazione? Dopo il re-branding di Marzo, il prossimo passo sarà l’inserimento delle risorse di BBVA AutoRenting e BBVA Renting, a seguito di attente valutazioni sulle competenze, che ne consentiranno la migliore integrazione all’interno dei nostri team. Per quanto riguarda l’organizzazione operativa e l’erogazione dei servizi ai clienti, al momento le due realtà continueranno a operare seguendo i consueti rispettivi processi. Parallelamente abbiamo già avviato un’attività di comparazione approfondita, per identificare i fattori comuni e le differenze e permetterci di prendere il meglio da ciascuna organizzazione, per creare i presupposti per un’unica grande azienda. Per far questo sono stati creati degli specifici gruppi di lavoro, che stanno operando su ogni area del business model: operativa, commerciale ed amministrativa.

FLOTTA DI LEASEPLAN DOPO L’ACQUISIZIONE FLOTTA SEGMENTO PMI

FLOTTA SEGMENTO LARGE

LeasePlan

13.500

75.500

BBVA AR e BBVA R

7.500

12.500

TOTALE

21.000

88.000

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PROFIT

di Alessandro Palumbo

È IL SERVICE CHE CONTA I

l mercato delle auto nuove è in caduta libera. Il 2012 si è chiuso con un decremento del 20% e anche i primi mesi del 2013 non promettono bene. Sempre di più gli operatori di mercato stanno concentrando l’attenzione verso il business del post-vendita dato che il mercato dell’immatricolato – oltre a essere in decremento – è ormai saturo e la penetrazione di automobili ha raggiunto il suo picco. Attorno al focus del post vendita è stato costruito il summit La Capitale Automobile Service svoltosi a Roma lo scorso 8 febbraio e organizzato dal Centro Studi Fleet&Mobility. Durante il convegno sono stati approfonditi diversi temi, di cui ne riportiamo alcuni. Performance dei dealer Il drastico calo dei volumi di vendita e la stretta delle banche sul credito hanno definitivamente portato le performance

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dei concessionari sotto la linea di galleggiamento. È necessario rivedere il modello distributivo e il format stesso dei saloni, per abbassare il break-even point e tornare a fare utili anche con questi volumi, che non torneranno più ai livelli del primo decennio, perché il ritmo di sostituzione dell’auto si è allungato, grazie a minori percorrenze e a vetture in circolazioni che invecchiano meglio. Valore del post vendita Nel 2011 il mercato dei ricambi e dell’assistenza valeva nel nostro paese circa 27 miliardi di euro. Nel 2012 quello della vendita di auto nuove si è fermato a 25. Se per un momento smettiamo di “andare dove ci porta il cuore” (le macchine nuove sono sexy e i ricambi e i meccanici non altrettanto), scopriamo che il vero senso economico sta qui. Ma c’è di più. Il post-vendita non è ciclico. Certo, risente delle congiunture, ma difficilmente

mostra oscillazioni del 50% (il mercato del nuovo è passato da 47 a 25 miliardi in cinque anni). Il post-vendita non è delocalizzabile. In Italia nel 2011 sono state costruite 492.000 automobili per una domanda di 1.750.000. Nel 1993, a fronte di un mercato inferiore (1.694.000), ne furono fabbricate 1.168.000. A prescindere da chi le abbia vendute, nessuno è venuto in Italia qui

a produrre. Il mercato del postvendita in Italia genera 27 miliardi di euro; di cui il 60% frutto di ricambi e il 40% di manodopera. Tale mercato confrontato con quello dei principali Paesi europei appare meno sviluppato. Infatti ogni auto in circolazione in Italia genera come business di ricambi e manodopera circa 742 euro. La media europea è superiore di quasi 100 euro. ➔


PROFIT

La motivazione di questa differenza va rintracciata innanzitutto nel costo della manodopera in Italia che è inferiore rispetto alla media europea e, in secondo luogo, nella cultura degli operatori italiani, soprattutto i dealer, che hanno sempre sottovalutato il business del post vendita, non investendo nella fidelizzazione del cliente. Incidenti e difettosità dei veicoli Il costo sociale degli incidenti è stimabile in circa 30 miliardi di euro. Le cause sono molteplici, ma una è sicuramente la difettosità dei veicoli, che al momento giusto non rispondono bene e provocano incidenti. Secondo le stime di Dekra, sulle strade italiane circolano 2,5 milioni di auto con difetti gravi che sono molto pericolosi per la sicurezza. Se venisse adottata la proposta di Dekra di rendere annuale l’obbligo di revisione per i veicoli che superano i 10 anni, si ridurrebbe questo costo sociale di 110 milioni di euro all’anno, oltre a generare un giro d’affari di circa 850 milioni di euro, tra revisioni e indotto di manutenzione e ricambi, di cui anche l’erario beneficerebbe. Complessivamente, un ritorno economico intorno al miliardo di euro all’anno. Alti costi assicurativi Tra le cause che concorrono ad allontanare i cittadini dall’automobile, o quantomeno ad af-

fievolirne la passione, ci sono i costi di gestione, in primis l’assicurazione RC”. Secondo uno studio di Vincenzo Borgomeo, milioni di automobilisti omettono di assicurare l’auto, infrangendo la legge. La terza auto di famiglia è diventata un lusso, avviando un fenomeno di “demotorizzazione” tra i privati, come denunciato dall’Unrae. Ma è nei premi RC per le flotte che si osserva un incremento forte e non motivato dai costi, secondo un’analisi presentata da Giampiero Mosca, amministratore delegato di AON RE Trust Broker. Questa dinamica si spiegherebbe con un’applicazione ancora non equilibrata delle nuove norme sull’indennizzo diretto, che ha di fatto spostato il profilo di rischio dalla persona alla vettura, contro le tendenze più diffuse all’estero. Dunque, essendo il valore delle auto nelle flotte sbilanciato verso l’alto, i premi sono aumentati vertiginosamente. Valore del mercato auto e stime per il 2013 Gli italiani hanno speso nel 2012 25 miliardi di euro per acquistare nuove auto, il 19% in meno del 2011 (30,7 mld). Il calo della spesa per l’acquisto di auto nuove nel 2012 è risultato inferiore al calo dei volumi (immatricolazioni: -20%) principalmente perché sono calati molto meno gli acquisti da parte delle imprese e società di noleggio, che solitamente scel-

gono vetture di prezzo più alto rispetto ai privati. Se confrontiamo il valore di mercato del 2007 (44,9 mld) con quello del 2012 deflazionato (22,3 mld) la perdita generata è di 22,6 miliardi (il 50% in meno)”. La previsione del Centro Studi Fleet&Mobility sulle immatricolazioni auto per il 2013 recita 1.255 mila immatricolazioni, 10% rispetto al 2012. La previsione si basa sulla combinazione delle performance stimate dei diversi canali. I privati perderanno il 15% non intravedendosi spiragli di cambiamento né nelle immatricolazioni di gennaio, né negli indicatori di fiducia dei consumatori, complice anche la “sospensione” legata all’attesa per i nuovi assetti politici, ancora non chiarissimi per gli italiani. Anche le demo e le km 0 caleranno del 15% (27.000 unità in meno rispetto al 2011), perché

la situazione economica e finanziaria della maggior parte dei dealer, insieme alla scomparsa di numerosi concessionari, non consentiranno volumi elevati di auto-immatricolazioni. Il noleggio a breve termine immatricolerà 11.000 vetture in meno, in previsione di dinamiche turistiche che sembrano in calo. Anche il noleggio a lungo termine segnerà una battuta d’arresto, ma in misura inferiore agli altri segmenti, con una quota di 130.00 unità (9%). I limitati acquisti del 2009 e del 2010 (vedi memo nlt in tabella in basso a sx), quando il settore fu “colpito” dagli incentivi sul nuovo che di fatto penalizzarono il valore dell’usato, spinsero i noleggiatori verso un allungamento delle scadenza contrattuali. Ora tali vetture dovranno essere sostituite, dando un impulso per il raggiungimento della quota 130.000.

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di Maurilio Rigo

FUTURE

PNEUMATICO COMUNICANTE N

egli ultimi anni è andata crescendo l’attenzione verso gli pneumatici. Una componente di altissima importanza per la sicurezza e l’efficienza dei veicoli, l’unica “scarpa” che mette in contatto i mezzi con le strade. E sono in modo particolare i gestori delle flotte a tenere nella massima considerazione questo elemento ritenuto, a ragione, fondamentale nell’ottimizzazione dei costi di gestione. Uno pneumatico con una pressione sbagliata (e questo vale per tutti), oltre a compromettere la sicurezza del veicolo contribuisce inevitabilmente alla lievitazione dei consumi e quindi finisce per incidere sulla spesa alla voce carburanti. La normativa Ecco quindi che per i sistemi “Tyre Pressure Monitoring System” (TPMS), si prevede una domanda in crescita nel breve termine, specie a seguito della nuova normativa europea, in vigore dall’1 novembre 2012, in base alla quale tutti i nuovi veicoli omologati nell'Unione Europea dovranno essere equipaggiati di serie (a partire dal 2014) con sensori per il monitoraggio della pressione. Un provvedimento dettato dalla necessità di un aumento della sicurezza alla guida e a favore della riduzione delle emissioni inquinanti. I sistemi di monitoraggio della pressione pneumatici dovranno essere installati sia su pneumatici estivi sia invernali e il rispetto di tale prescrizione sarà effettuato mediante ispezioni da parte degli organi competenti, ad esempio durante le revisioni periodiche. La tecnologia, riconosciuta l’importanza

del fattore pneumatico, è quindi venuta in aiuto sia al guidatore che al gestore delle flotte. Ecco quindi alcuni esempi di quello che offre attualmente il mercato per tenere costantemente sotto controllo quello che succede alle nostre gomme. Continental e VDO Continental ha arricchito la sua gamma con sensori capaci di rilevare valori di pressione e temperatura dello pneumatico, valori essenziali per la sicurezza dell'auto e dei suoi occupanti. Continental ha così sviluppato i sensori TPMS a marchio VDO, dispositivi di ridotte dimensioni dotati di un trasmettitore in radio frequenza, alloggiati nella parte interna dei cerchioni e integrati alle valvole di gonfiaggio. Questi sensori VDO sono in grado di rilevare in particolare i valori di pressione, la temperatura dello pneumatico e lo stato di carica della batteria interna e di trasmetterli tramite segnali radio, alla frequenza di 434 Mhz. La minuscola pila di cui sono dotati è progettata per durare circa 5-7 anni, in modo da coprire tutta la durata media della vita di un pneumatico. X InCity di Michelin In occasione degli ultimi Giochi olimpici di Londra la Michelin ha lanciato lo pneumatico “comunicante” basato sulla combinazione del TPMS, e del chip “Radio Frequency Identification” (RFID). Grazie ai chip RFID, parte integrante degli pneumatici Michelin X InCityTM, il TPMS permette di ottenere facilmente le indicazioni di pressione e temperatura oltre a poter

disporre di un’ottima tracciabilità che semplifica e rende sicure le operazioni relative allo pneumatico lungo il suo intero ciclo vitale. Il chip RFID non ha bisogno di essere alimentato da una batteria, perché trae energia dalle onde elettromagnetiche emesse al momento della raccolta delle informazioni e la durata di un chip è ampiamente superiore a quella dello pneumatico. Inoltre il chip non comporta rischi di cancellazione dei dati, né può essere paragonato a un’etichetta con il codice a barre, facilmente staccabile, e offre al cliente, oltre allo spazio per inserire i dati, la possibilità di aggiornarli nel corso della vita dello pneumatico. Le informazioni contenute nel chip RFID possono essere trasmesse senza contatto per onde radio. I vantaggi del sistema messo a punto dalla Michelin sono dimostrati dagli accurati studi effettuati: in media sono necessari 15 minuti per verificare la pressione e lo stato degli pneumatici di un autobus o di un autocarro. Chi gestisce le flotte deve quindi organizzare operazioni di manutenzione impegnative e costose quando si tratta di controllare diverse centinaia di veicoli, tanto più che le ruote gemellate complicano ulteriormente queste operazioni. Michelin ha realizzato un vero e proprio ecosistema che integra i chip RFID nel sistema TPMS, dispositivo di controllo della pressione senza contatto. Lo pneumatico “comunicante” permette all’operatore che si avvicina al veicolo con un lettore elettronico di raccogliere, in un tempo decisamente ridotto, informazioni affidabili ➔

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FUTURE

Il presidente Pirelli, Marco Tronchetti Provera

ed esaurienti relative alla temperatura e alla pressione di ogni pneumatico, grazie al TPMS, e, nello stesso tempo, di avere dal chip RFID il numero identificativo unico per ogni pneumatico. L’operatore può così aumentare la frequenza e l’efficacia dei controlli e assicurare la perfetta tracciabilità della storia di ogni pneumatico, grazie al chip RFID. L’innovazione Michelin si rivela quindi particolarmente vantaggiosa: verificare di persona il numero identificativo dello pneumatico è talvolta un’operazione problematica, specialmente quando il numero si trova sul fianco interno. Quando si trova all’esterno dello pneumatico, non è sempre leggibile per i numerosi sfregamenti. Ecco in sintesi i vantaggi per le operazioni delle flotte. • Più risparmio di carburante e meno emissioni di CO2: pneumatici gonfiati in modo corretto contribuiscono alla riduzione del consumo di carburante e delle emissioni di CO2. Michelin calcola che uno pneumatico sottogonfiato di 1 bar rispetto al livello di pressione consigliato aumenta il consumo di carburante fino a 0,4 l/100 km. • Più durata: gonfiare gli pneumatici in

Le dimensioni di un sensore Rfid-chip

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modo corretto, secondo il livello di pressione richiesto dalle condizioni di carico e d’uso, significa limitarne l’usura. • Più mobilità: studi sulle flotte dimostrano che il 75% degli incidenti e dei problemi legati agli pneumatici dipende da una perdita lenta di pressione. L’innovazione Michelin facilita il controllo della pressione e della temperatura e lo rende più frequente, permettendo al responsabile delle flotte di prevedere rapidamente l’insorgere di problemi. Si potranno così prendere le decisioni giuste in tempo, evitando la temuta immobilizzazione di un veicolo in servizio e garantendo maggior sicurezza ai passeggeri trasportati. Il Cyber Fleet di Pirelli Si chiama “Cyber Fleet” invece la soluzione proposta dalla Pirelli per la sua gomma “intelligente” composta da un sensore elettronico e un sistema telematico che trasmettono in tempo reale all’autista, ma anche al gestore delle flotte, le condizioni dello pneumatico. Il sistema è stato messo a punto dalla divisione Ricerca & Sviluppo Pirelli, in collaborazione con Schrader Electronics, lea-

Il CiberFleet Pirelli

der mondiale delle tecnologie di monitoraggio a bordo dei veicoli della pressione delle gomme, ed è basato su un sensore elettronico capace di verificare le condizioni di marcia dello pneumatico. Il sensore, chiamato Tyre Mounted Sensor (TMS), viene applicato sulla superficie interna della copertura per raccogliere tutti i dati relativi alla pressione, alla temperatura e all’identificazione dello pneumatico. Il sistema trasmette contemporaneamente al guidatore e al gestore della flotta, i dati raccolti dal sensore. La flotta è così in grado di effettuare procedure di diagnostica e intervento, in modo da garantire massima sicurezza a ciascun mezzo pesante. Il processo di interpretazione dei dati non è solo affidato alla responsabilità del guidatore, ma anche al fleet manager, che da remoto, cura la sicurezza dell’intera flotta. Grazie a Cyber Fleet il gestore avrà l’opportunità di controllare se gli pneumatici vengono mantenuti alla pressione ottimale, condizione necessaria all’ottimizzazione dei consumi di carburante e alla massimizzazione della durata delle coperture e potrà altresì programmare le verifiche di usura del battistrada, conoscendo la percorrenza chilometrica di ogni gomma, con benefici concreti in termini di sicurezza. Cyber Fleet può essere impiegato in moto statico o dinamico. Nella modalità statica il sensore memorizza i dati relativi a pressione pneumatici e temperatura che possono essere rilevati attraverso un ricevitore portatile (handheld receiver). Nella soluzione dinamica Cyber Fleet sfrutta la possibilità di integrarsi con la maggioranza dei sistemi telematici disponibili sul mercato consentendo la trasmissione in tempo reale di tutti i dati rilevati al gestore della flotta, che può salvarli in un database per effettuare report e statistiche. Attraverso il collegamento telematico, Cyber Fleet consente anche la tracciabilità dei veicoli, la rilevazione del chilometraggio e funge da RFID per ogni copertura.

Il sensore Tpms Continental



PROFIT

di Pier Luigi del Viscovo

LE CASE E LE FLOTTE:

VOLUMI E MARGINI P

er il noleggio a breve (rent-a-car) il 2012 non è stato un anno normale, è stato “la tempesta perfetta”: il mercato è piombato a un livello che nessuno aveva previsto (i privati hanno acquistato meno di 900mila macchine, quando due anni prima erano a 1.400.000), aumentando la pressione delle Case sui volumi, mentre gli operatori riducevano gli acquisti sotto le 90mila unità, rispetto alle quasi 110mila degli anni precedenti. In questo contesto, è evidente come le trattative siano diventate incandescenti, con le fabbriche che spingevano sui volumi, a qualsiasi prezzo (alias, a qualsiasi sconto), soprattutto per i costruttori più vincolati alla pace sociale, che non potevano facilmente ridurre la produzione. Alcune forniture sono state aggiudicate anche sotto il margine, pur di andare incontro alle esigenze del noleggiatore di

Fonte: Portale Noleggio di Unrae & Fleet&Mobility

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Fonte: Portale Noleggio di Unrae & Fleet&Mobility

tenere basso il costo della flotta. Volkswagen, Audi, BMW e Mercedes, che soffrono in Europa ma recuperano bene sugli altri mercati, dove la domanda tira, hanno mantenuto la quota di mercato. Tra i generalisti, Lancia ha beneficiato delle 5 porte della Ypsilon, modello che ha così raddoppiato la sua quota. Anche Alfa Romeo ha guadagnato, mezzo punto. Ma il leader di mercato Fiat ha perso 4 punti, nonostante la 500 sia cresciuta, a causa della Punto e della Bravo che non ce l’hanno fatta a reggere la concorrenza di modelli più nuovi. Su tutte le francesi, che hanno raggiunto oltre un quarto del mercato (erano sotto il 20% nel 2011) con modelli belli e nuovi, uniti però a un’indubbia aggressività commerciale. Le immatricolazioni del noleggio a lungo termine risentono invece meno delle congiunture: se uno paga un canone non avverte una barriera forte a sostituire la


PROFIT

Fonte: Portale Noleggio di Unrae & Fleet&Mobility

macchina vecchia con una nuova. Nel 2012 le nuove targhe sono state appena del 3% inferiori a quelle del 2011. Se una Casa riesce a inserire un modello nelle car policy delle imprese, con un buon lavoro di marketing, è probabile che ci resti per un bel po’, ricevendo ordini man mano che i contratti scadono e vanno sostituiti. I brand storici delle flotte, Fiat e Alfa Romeo in primis, seguiti da Volkswagen, Ford, Peugeot e Volvo, hanno tenuto abbastanza le posizioni. I brand premium sono cresciuti: la quota di Mercedes è salita di quasi 2 punti, con la Classe B davvero in grande spolvero. Anche BMW è cresciuta, di oltre un punto e mezzo, posizionandosi davanti a Audi, Ford e Opel. Le due porte aggiunte sulla Ypsilon hanno portato a Lancia ben due punti di quota, mentre Renault ha perso due punti e Opel uno. Il brand Fiat ha ceduto su Punto e 500, ma la Panda ha bilanciato le perdite, insieme a Freemont, che si conferma un’ottima idea di marketing: è il 5° modello più venduto nel NLT, avanti all’Audi A4. Secondo Nicola Pumilia (Fleet Europe Manager di Fiat Group Automobiles), “il successo di Freemont indica che le flotte stanno osando di più, guardando a modelli con body più innovativi e particolari. Ora che i privati si sono spostati dalla classica station wagon, anche i fleet manager non sono più tanto restii a introdurre le novità nelle flotte”. L’analisi dell’offerta di usato da parte delle società di noleggio a lungo termine svela che circa la metà è composta da auto immatricolate oltre 4 anni prima. È la conferma che le durate dei contratti si sono allungate, rispetto ai classici 36 mesi (che ormai ri-

guardano un contratto su quattro). Franco Oltolini di LeasePlan segnala quanto il fenomeno sia marcato: “Dal 2011 al 2012 abbiamo assistito ad un aumento di circa 5 punti percentuali dei rientri con una anzianità maggiore o uguale a 48 mesi. Questo è sicuramente figlio di dinamiche iniziate dal 2009, con la durata media dei contratti di noleggio che si sta progressivamente spostando dai classici 36 mesi ai 48 mesi.” Il fenomeno è iniziato nel 2009, quando il mercato dell’usato fu depresso dagli incentivi sul nuovo. Il valore di vendita dell’usato era più basso del valore residuo atteso dai noleggiatori, che avrebbero

perso oltre 1.000 euro a macchina. Per evitare un bagno di sangue, molti suggerirono ai clienti di prolungare i contratti in scadenza. Ma l’analisi mostra pure che le società di NLT captive, ossia legate a una Casa automobilistica, propongono un usato che solo per un quarto è più vecchio di 48 mesi, mentre invece vendono circa il 25% delle auto dopo 24 mesi (il 20% dopo solo un anno). Probabilmente agiscono due fattori. Da un lato, le società di NLT canalizzano delle forniture di vetture demo e km 0 alle reti di concessionarie. Dall’altro, favoriscono i contratti brevi per offrire poi alle stesse reti un prodotto usato ancora abbastanza fresco. È la ragione per cui le Case sono così inclini a offrire ai noleggiatori a breve termine le auto in buy-back, che nel 2012 è stato circa il 70% dell’usato venduto dalle società di rent-a-car. Auto con meno di 12 mesi rappresentano un prodotto molto richiesto dai concessionari, che riescono a soddisfare la domanda dei clienti che cercano vetture seminuove. In generale, si può dire che le flotte hanno mostrato, prima di tutti, che l’auto come prodotto è cambiata in meglio e dunque anche il suo utilizzo va adattato. La macchine di oggi sono molto migliori di quelle di 10/15 anni fa e reggono benissimo i 4 anni e i 120/150mila chilometri. È un segnale che gli altri operatori, a cominciare dalle Case ma soprattutto le concessionarie, avrebbero fatto bene a leggere per tempo. Avrebbero previsto la forte caduta di vendite di questi anni, che non dipende solo dalla congiuntura negativa.

Fonte: Portale Noleggio di Unrae & Fleet&Mobility

CARFLEET 50 | APRILE 2013

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DRIVE

di Nicola Desiderio

VOLKSWAGEN GOLF

IL SETTIMO SIGILLO L

a Volkswagen Golf nasce nel 1974 e da allora rappresenta la pietra di paragone per le sue numerose concorrenti. Venduta in quasi 30 milioni di unità, è stata anche nel 2012 la best seller in Europa. La settima generazione è stata presentata lo scorso autunno e sta rapidamente completando la sua gamma. Disponibile con carrozzeria a 3 e 5 porte e motori con potenze da 86 cv a 150 cv, anche con trazione integrale 4Motion, avrà presto le carrozzerie Variant e la Plus, le canoniche GTI e GTD, oltre alle versioni alimentate a metano, ibrido plug-in ed elettrico. Tre gli allestimenti (Trendline, Comfortline e Highline) con prezzi da 17.800 euro. Proviamo la 2.0 TDI da 150 cv. IO SONO LA GOLF Un colpo d’occhio ed è ancora lei. Il miracolo della Golf è assomigliare sempre alla sua immagine pur cambiando in ogni singolo particolare che la contraddistingue. Lunga 4,25 metri, ha un passo che cresce fino a 2,62 metri e uno sbalzo anteriore diminuito di 40 mm, elementi che, insieme allo spostamento indietro dell’abitacolo, le danno proporzioni più atletiche, esaltate dal classico montante posteriore e da superfici lisce e raccordate, segnate da tagli la cui precisione sottolinea la qualità costruttiva della tedesca. Un vero e

Arrivata alla generazione numero 7, la dominatrice d’Europa mantiene la continuità nello stile, ma cresce in ogni aspetto grazie a tecnologie raffinate e a tecniche di costruzione innovative. Più leggera di 100 kg e più efficiente fino al 23%, la compatta di Wolfsburg è la capostipite di una nuova generazione di prodotti per l’intero gruppo e si pone ancora una volta come punto di riferimento per il suo segmento. proprio elogio alla semplicità e alla tradizione che infonde solidità e sicurezza. LA MIGLIORE IN TUTTO L’abitacolo è nel segno della continuità solo apparentemente, in realtà è totalmente nuovo. La plancia è leggermente avvolgente ed è incentrata sullo schermo al centro le cui dimensioni vanno da 5 fino a 8 pollici – ben 6 i sistemi disponibili –, ha i sensori di prossimità e si manovra come quello di uno smartphone. Sul tunnel sparisce la leva del freno sostituita dal comando elettrico e compaiono il pulsante di avviamento (optional) così come

quelli intorno alla leva del cambio in stile Audi. Tutto è a portata di mano e di occhio e ci sono vani per tutti i tipi di oggetto. La posizione di guida è quasi sportiva e c’è più spazio sia per chi siede dietro sia per i bagagli (da 380 a 1.270 litri) con un vano regolare, ben dotato e organizzato. Da riferimento la qualità, sia per i materiali sia per come sono assemblati. Anche il sedile passeggero può essere abbattibile per ospitare oggetti lunghi fino a 2,4 metri e la sicurezza è a 5 stelle Euro NCAP, grazie al sistema proattivo per tutti i dispositivi di ritenuta tra i cui i 7 airbag, oltre ai sistemi di riconoscimento dei ➔

CARFLEET 50 | APRILE 2013

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segnali, per rilevare la stanchezza del guidatore e per evitare di uscire dalla carreggiata, alla frenata automatica (anche per la città) e all’ESC dotato per la prima volta della funzione per evitare le collisioni multiple, che arresta la vettura dopo il primo urto per evitare quelli successivi. Ad integrare la buona visibilità, per parcheggiare ci sono i sensori o il sistema semiautomatico capace di trovare posteggio anche negli spazi trasversali alla direzione di marcia. PIATTAFORMA DI LANCIO La nuova Golf è costruita sulla nuova piattaforma modulare MQB, una struttura che consente di ricavare vetture dalle dimensioni più disparate mantenendo fissa una sola quota: la distanza tra pedaliera e centro delle ruote anteriori. Le sospensioni ricalcano lo schema precedente con la differenza che il retrotreno a 4 bracci è riservato alle versioni con oltre 122 cv mentre per le altre c’è il più semplice e leggero assale torcente. Lo sterzo è a rapporto variabile, una novità per quelli ad assistenza elettromeccanica. Oltre l’80% della scocca è in acciaio ad alta resistenza, il 38% sagomato a caldo, con parti saldate

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CARFLEET 50 | APRILE 2013

a laser e questo, grazie ad altri accorgimenti ha consentito di ridurre il peso in media di 100 kg abbattendo i consumi fino al 23% e in media del 14%. Ampia la gamma motori, tutti turbo ad iniezione diretta con stop&start e recupero dell’energia. I benzina TSI sono l’1.2 (86 o 105 cv) e l’1.4 (122 cv o 140 cv con disattivazione selettiva dei cilindri) anche con cambio DSG a 7 rapporti disponibile pure per il Diesel 1.6 da 105 cv mentre per il 2 litri da 150 cv, oggetto della nostra prova, il doppia frizione è a 6 rapporti. I due motori a gasolio possono avere anche la trazione integrale 4Motion. In arrivo la BlueMotion 1.6 TDI da 110 cv che fa 30 km/litro, la GTI 2 litri da 220 cv o 230 cv, la GTD da 184 cv e le versioni a metano, elettrica ed ibrida plug-in oltre alla Variant. NATA PER DOMINARE La forza della nuova Golf è l’equilibrio e la capacità di fare ogni cosa con naturale autorevolezza dando modo con il Driver Mode di regolare il proprio comportamento su 5 posizioni attraverso lo schermo agendo su sterzo, acceleratore e, nel caso vi siano il DSG e gli ammortizzatori a controllo elettronico, rispettiva-

mente su cambio e sospensioni. La Golf 7 è silenziosa, impeccabile nel copiare ogni sconnessione eppure ha una grande tenuta di strada e il suo diesel 2 litri offre ottime prestazioni (0-100 km/h in 8,6 secondi, 216 km/h), condite da qualche leggera vibrazione ricompensata abbondantemente da una buona risposta in basso e una bella progressione oltre che da consumi molto contenuti (4,1 litri/100 km per 106 g/km di CO2). Precisi il cambio e lo sterzo, la cui risposta richiede un attimo di assuefazione, mentre i freni sono potenti e instancabili. LA SOMMA DEI VALORI La nuova Volkswagen Golf stupisce per come riesce a coniugare ancora una volta equilibrio ed eccellenza in ogni area dimostrando di essersi migliorata e di essere la migliore. Qualità, sicurezza, tecnologia, comfort, efficienza, prestazioni: la tedesca può dire di essere un riferimento per tutto, in più i suoi valori tecnici diventano appagamento per l’utilizzatore e valore residuo per il cliente. Un mix di grande forza, degno di una vettura premium con un prezzo che, a conti fatti, risulta sempre attraente.


DRIVE

VOLKSWAGEN GOLF 2.0 TDI 150 cv DATI TECNICI E PER L’IMPIEGO AZIENDALE cilindrata 1.968 cc potenza 150 cv lungh./largh./alt. 4,25 x 1,79 x 1,44 m peso 1.353 kg accelerazione 8,6” (da 0 a 100 km/h) velocità massima 216 km/h cambio manuale a 6 rapporti trasmissione trazione anteriore costo di esercizio al km (*) 0,42

consumo medio 24,4 km/litro capacità di carico da 380 a 1.270 litri comfort ★★★★★ silenziosità ★★★★★ ABS SI ESP SI antislitt. SI (*) percorrenza annua 30.000 km

CARFLEET 50 | APRILE 2013

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di Alessandro Palumbo

PROFIT

Se i ladri di biciclette possono risultare perfino simpatici perché ci ricordano il bellissimo film di De Sica o il complesso musicale di Paolo Belli, i ladri di auto no. Li detestiamo e se per caso ci capitasse di essere noi le vittime del furto, non saremmo dell’umore giusto per augurare al ladro le migliore fortune con la nostra auto.

AUMENTANO

I FURTI D’AUTO I

l furto per la società di noleggio a lungo termine ha un impatto economico che va oltre il valore commerciale dell’auto rubata e del conseguente riacquisto. Infatti genera anche i costi legati al veicolo sostituivo e anche dispendio di tempi e risorse impiegate per gestire le pratiche assicurative e burocratiche. Dal lato della società cliente, se questa in sede contrattuale aveva sottoscritto una franchigia sul furto, in caso di accadimento dell’evento criminale sarà tenuta a pagare al noleggiatore un importo pari alla percentuale della franchigia calcolata sul valore commerciale del bene al momento del furto (di solito il riferimento è Eurotax blu) Per il driver i fastidi non sono da meno. Il furto rappresenta una sottrazione di un bene che, per quanto sia in noleggio, rappresenta sia uno strumento di lavoro, sia uno spazio da vivere, anche con la famiglia. E l’auto sostituiva non è la stessa cosa. Secondo i dati disponibili relativi al settore noleggio a lungo termine, si registrano mediamente 3.000 furti all’anno che rappresentano lo 0,6% sulla flotta circolante e generano un impatto economico pari a oltre 30 milioni di euro, con un’incidenza pari all’1% sul fatturato. Se consideriamo i dati generali dei furti in Italia e quindi non solo quelli relativi al noleggio a lungo termine, dopo 10 anni contrassegnati da un trend quasi ininterrottamente in calo, il numero dei furti di auto nel 2012 torna a crescere (+1,84%). Il problema è che contestualmente, si accentua la diminuzione dei recuperi di auto rubate. Lo scorso anno solo 49.572 delle 115.451 vetture sottratte in modo criminale sono state restituite ai legittimi proprietari, pari al 43% (erano il 45% nel 2011 e il 47% nel 2010). Di quasi 66mila veicoli si sono perse le tracce.

Sono questi i principali indicatori che emergono dal “Dossier annuale sui Furti d’Auto 2012”, elaborato da LoJack Italia, azienda leader nel rilevamento e recupero di beni rubati, che raccoglie e analizza i dati forniti dal Ministero dell’Interno. Stiamo parlando di oltre 316 vetture rubate ogni giorno (ben 6 al dì in più del 2011), più di 13 ogni ora e una ogni 5 minuti. In un anno, dal 2011 al 2012, i veicoli spariti nel nulla sono cresciuti di 3.853 unità (da 62.026 a 65.879), anche a causa dei sistemi sempre più sofisticati e tecnologici di cui si avvalgono i “topi d’auto” e della crescente capacità da parte delle organizzazioni criminali di creare network

efficaci di commercio internazionale in grado di movimentare rapidamente sull’intero territorio europeo centinaia di migliaia di automobili. “L’aumento dei furti”, osserva Maurizio Iperti, Amministratore Delegato di LoJack Italia, “conferma la rilevanza di un fenomeno sociale che vede l’Italia da sempre ai primi posti a livello europeo, insieme a Regno Unito e Francia. Gran parte dei furti di veicoli è perpetrato oggi da bande organizzate, che hanno strutturato reti internazionali per trasportare i beni rubati e che utilizzano metodi simili in tutta Europa, tra i quali sono sempre più diffusi i dispositivi ad alta tecnologia. ➔

DISTRIBUZIONE DEI FURTI PER REGIONE Fonte: elaborazioni LoJack Italia su dati Ministero dell’Interno Regione

2012

2011

Var

Campania

22.350

20.946

7%

Lazio

20.663

20.873

-1%

Sicilia

16.453

15.735

5%

Lombardia

16.017

15.901

1%

Puglia

14.981

15.798

-5%

Piemonte

6.412

6.729

-5%

Calabria

4.295

3.402

26%

Emilia Romagna

3.178

3.263

-3%

Veneto

2.187

2.102

4%

Toscana

2.136

2.046

4%

Sardegna

1.744

1.796

-3%

Abruzzo

1.475

1.352

9%

Liguria

1.050

1.076

-2%

Marche

712

680

5%

Umbria

564

499

13%

Friuli Venezia Giulia

408

393

4%

Molise

309

271

14%

Basilicata

307

283

8%

Trentino Alto Adige

184

195

-6%

26

20

30%

115.451

113.360

2%

Valle d'Aosta Totale

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PROFIT

Questo scenario rende sempre più ardua l’opera di recupero dei veicoli sprovvisti di sistemi di antifurto ‘intelligenti’ in grado di localizzarli. Lo scorso anno, grazie alla nostra unica tecnologia in radio frequenza e alla sinergia strategica con le Forze dell’Ordine, siamo riusciti a garantire il recupero del 90% dei veicoli rubati (equi-

paggiati con i nostri dispositivi) nelle 48 ore successive al crimine e di supportare efficacemente l’attività investigativa di Polizia e Carabinieri”. Guardando alla distribuzione regionale dei dati, emerge con chiarezza una disomogenea dislocazione del fenomeno furti, fortemente concentrato in alcune aree

FURTI DI AUTO PER PROVINCIA Fonte: elaborazioni LoJack Italia su dati Ministero dell’Interno Provincia

Auto rubate 2012

Auto rubate 2011

ROMA

18.951

19.225

Var. % -1%

% Furti 2012 16%

NAPOLI

17.155

15.513

11%

15%

MILANO

9.815

11.222

-13%

9%

CATANIA

8.720

8.582

2%

5%

BARI

5.690

8.725

-35%

8%

TORINO

5.427

5.664

-4%

5%

PALERMO

4.699

4.220

11%

8%

115.451

113.360

2%

66%

TOT. NAZIONALE

TOP TEN DEI FURTI DI AUTO NEL 2012 Fonte: elaborazioni LoJack Italia su dati Ministero dell’Interno Modello

Auto rubate 2012

% sul totale rubato

01

PANDA

11.004

9,50%

02

PUNTO

10.116

8,80%

03

UNO

5.854

5,10%

04

500

5.837

5,10%

05

Ypsilon

4.567

4,00%

06

FIESTA

3.481

3,00%

07

GOLF

3.295

2,90%

08

FORTWO COUPE'

2.215

1,80%

09

CORSA

1.790

1,60%

10

GRANDE PUNTO

1.651

1,50%

TOTALE PARZIALE

49.810

43,10%

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CARFLEET 50 | APRILE 2013

geografiche all’interno delle quali il tradizionale radicamento delle organizzazioni malavitose e/o la penetrazione delle attività industriali e di business del Paese sono polarizzate. Scendendo nel dettaglio delle province, il primato è di Roma in cui nel 2012 si sono verificati 18.951 furti (nel 2011 erano 19.225), seguita da Napoli con 17.155 episodi (15.513 nel 2011), Milano con 9.815 (11.222 l’anno precedente), Catania con 8.720 (8.582 nel 2011), Bari con 5.690 (in calo rispetto agli 8.725 del 2011), Torino con 5.427 (5.664 l’anno precedente) e Palermo con 4.699 (4.220 nel 2011). Le preferenze dei ladri continuano a orientarsi sulle vetture più vendute sul mercato nazionale, spesso utilizzate per il mercato nero dei ricambi o inserite sulle rotte internazionali dei traffici di auto. Sono tutte utilitarie e “auto da città” le vetture che compongo la top ten 2012 del furto. Il Belpaese è la seconda nazione europea per tasso di furti di veicoli, 31 ogni 10mila circolanti, preceduto dalla sola Francia (37 ogni 10mila) e seguito da Gran Bretagna (30 ogni 10mila) e, ex aequo, Russia e Spagna (28 ogni 10mila). Tra i principali trend osservati, si evidenzia il forte aumento, diffuso in gran parte dei Paesi oggetto dell’analisi, dell’utilizzo di strumentazioni hi-tech per rubare autovetture di elevato valore; tali veicoli sono oggetto di interesse delle grandi organizzazioni criminali che, dopo averle prelevate, le trasportano verso Paesi (ad esempio, est Europa, nord Africa) in cui riescono a rivenderle con buon profitto.



DRIVE

di Nicola Desiderio

La piccola torinese allarga i suoi orizzonti con un modello inedito che segna il ritorno del Lingotto nel segmento dei piccoli monovolume, ma con una filosofia che privilegia lo stile e la personalità senza dimenticare lo spazio, la flessibilità e l’efficienza. Confortevole e ospitale, si fa valere in città come nei viaggi grazie anche a un motore brillante quanto parco nei consumi.

L

a Fiat 500L è l’auto che fa diventare la 500 un brand aggiungendosi al modello omonimo e alla variante 500C con il tetto apribile. Una famiglia destinata ad allargarsi ulteriormente per potenziare la presenza del marchio su tutti i mercati, compreso quello statunitense, e per conquistare clienti nuovi e diversi. Prodotta nel nuovo stabilimento serbo di Kragujevac, la 500L è offerta con motori con alimentazione a benzina, metano e gasolio da 80 cv a 105 cv in quattro allestimenti (Pop, Pop Star, Easy e Lounge) con prezzi a partire da 15.550 euro. Abbiamo provato la versione 1.6 Multijet II da 105 cv. IL FUTURO NEL PASSATO La 500L ha uno stile inconfondibile, iconico, e sfrutta tutti gli elementi tipici della 500 per riprodurne la simpatia garantendo spazio e flessibilità superiori e riuscendo a offrire anche una buona aerodinamica (cx di 0,30). I fari anteriori, le luci di posizione e lo stemma Fiat accompagnato da due ali cromate sono quelli, ma la lunghezza di 4,15 metri e l’altezza di 1,66 metri sono ben superiori a quelle della famosa sorellina. E se le rotondità ricordano qualcosa di già visto, i designer Fiat non negano di essersi ispirati anche alla 600 Multipla, l’auto che anticipò di decenni l’idea di monovolume, mentre la forma del terzo cristallo e le bombature intorno ai parafanghi ricordano la Panda. FA TUTTO, ANCHE IL CAFFÉ Fantasia, allegria e luce sono le qualità dominanti dell’abitacolo della 500L. Merito in particolare della plancia verniciata in

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FIAT 500L PEN tinta, dei motivi scelti per i tessuti dei sedili e infine del parabrezza avanzato e poco inclinato e del montante sdoppiato che creano una grande sensazione di spazio confermata dalla volumetria interna di ben 3,17 metri cubi e dalla libertà che hanno gambe, testa e spalle di chi sale sulla 500L. Il divanetto posteriore 60/40 è traslabile attraverso 12 posizioni così la capacità del bagagliaio può crescere da 343 a 400 litri e poi fino a 1.310 litri ripiegandoli a libro. Il vano è regolare, ben accessibile, il piano di carico è posizionabile su altezze diverse ed è abbattibile anche lo schienale del passeggero nel caso ci sia un oggetto lungo fino a 2,4 metri da caricare. In tutto le configurazioni possibili sono 1.500 mentre i vani sparsi per l’abitacolo sono 22. All’altezza anche la dotazione di sicurezza con airbag frontali e a tendina (laterali e per le ginocchia a richiesta), l’hill-holder e il City Brake Control ossia la frenata automatica in città per evitare i tamponamenti tra 8 e 30 km/h. Per la personalizzazione tra le 11 tinte per la carrozzeria, 3 per il tetto e 7 per gli interni si arriva a 333 configurazioni diverse in più c’è il catalogo Mopar con oltre 140 accessori dedicati: badge e sticker in 6 motivi grafici diversi, 4 tipi di cerchi, pedaliera in alluminio, calotte dei retrovisori in 5 motivi più quello cromato e altro ancora fino ai set di valige e kit per il carico dedicati, al navigatore TomTom GO Live personalizzato e 13 diverse cover per la chiave. C’è anche il tetto in vetro panoramico, fisso a apribile. Dulcis in fundo, una prima mondiale, da vera italiana: la macchina del caffè realizzata in collaborazione con la Lavazza.


SATA IN GRANDE


DRIVE

SICUREZZA GLOBALE La 500L è basata sulla piattaforma Wide per le vetture di segmento B e ha una struttura studiata per soddisfare tutte le normative sulla sicurezza anche quelle americane ed ha già ottenuto le 5 stelle Euro NCAP. I motori a benzina sono già Euro 6 e sono l’1.4 Fire da 95 cv e il bicilindrico TwinAir 900 da 105 cv con stop&start e cambio a 6 rapporti, disponibile a breve anche in versione Natural Power a metano. Per i diesel si parte dall’1,3 litri con turbina a geometria variabile da 85 cv, con cambio a 5 rapporti manuale o Dualogic robotizzato che offre consumi di 4 litri/100 km pari a 105 g/km di CO2. Poi c’è l’1,6 litri da 105 cv con cambio a 6 rapporti oggetto della nostra prova. Tutti e due i motori a gasolio hanno alimentazione common rail di terza generazione, stop&start, recupero dell’energia, pompa dell’olio a portata variabile e gestione intelligente del raffreddamento.

L’1.6 ha inoltre intervalli di manutenzione di 35.000 km. ARIOSA E BRILLANTE Il posto guida è comodo, un po’ bassa la leva del cambio e i comandi della climatizzazione. Particolare la cloche del freno a mano. La 500L si fa subito piacere perché è leggera da condurre e soprattutto confortevole, grazie alle sospensioni ben tarate e alla generale silenziosità. L’1,6 litri offre buone prestazioni (0-100 km/h in 11,3 secondi, 181 km/h), ma soprattutto ha una coppia di ben 320 Nm già a 1.750 giri/min, spinge dunque senza problemi anche con i rapporti alti garantendo sempre una buona riserva all’acceleratore e consumi limitati: 4,5 litri/100 km pari a 117 g/km di CO2. Con il sistema eco:drive LIVE inoltre si può rendere più virtuoso il proprio stile di guida attraverso consigli in tempo reale oppure analizzando su pc i dati scaricati

dal sistema. Si può così consumare il 16% in meno che vuol dire, nell’arco della vita della vettura, emettere 3 tonnellate di CO2 e consumare 1.200 litri di benzina in meno. Per il fleet manager c’è dunque la possibilità di tenere meglio sotto controllo i costi, per l’utilizzatore quella invece di fare meno soste al distributore. È UN’ALTRA 500 La Fiat 500L aggiunge tante ragioni in più a chi è innamorato della 500 ma ha bisogno di spazio e, viceversa, a chi cerca praticità ma non vuol fare a meno dello stile, dell’originalità e del gusto di personalizzare la propria vettura. I consumi, le emissioni e i bassi costi di esercizio sono invece elementi preziosi per una flotta e la 500L, grazie anche alla forza del suo brand, li garantisce tutti dando la ragionevole aspettativa che anche i valori residui saranno favorevoli.

FIAT 500L 1.6 Multijet II 105 cv DATI TECNICI E PER L’IMPIEGO AZIENDALE cilindrata 1.598 cc potenza 105 cv lungh./largh./alt. 4,15 x 1,78 x 1,66 m peso 1.365 kg accelerazione 11,3” (da 0 a 100 km/h) velocità massima 181 km/h cambio manuale a 6 rapporti trasmissione trazione anteriore costo di esercizio al km (*) N.D.

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CARFLEET 50 | APRILE 2013

consumo medio 22,2 km/litro capacità di carico da 343 a 1.310 litri comfort ★★★★★ silenziosità ★★★★★ ABS SI ESP SI antislitt. SI (*) percorrenza annua 30.000 km



NEWS ON THE ROAD

di Nicola Desiderio

AUDI Q3 BUSINESS: CON I PACCHETTI VA DI LUSSO Anche la Q3, come altri modelli Audi, ha ora gli allestimenti Business e Business Plus dedicati alle flotte. Il primo offre a 1.950 euro un pacchetto che comprende: navigatore, volante multifunzione in pelle a 4 razze, radio Concert, display multifunzione, cruise control e sensori di parcheggio posteriori. Per il cliente il vantaggio è del 37% mentre è del 35% con il Business Plus a 3.350 euro che aggiunge: cerchi in lega con pneumatici 235/55 R17, proiettori xeno plus con lavafari e LED diurni. La Q3 è offerta con due motori 2 litri – TDI da 140 CV anche con trazione anteriore e 177 CV, TFSI da 170 CV o 211 CV – i più potenti disponibili anche con cambio S tronic a doppia frizione. Si parte da 30.950 euro e in arrivo c’è anche la RS con il 5 cilindri 2.5 da 310 CV (0-100 km/h in 5,5 secondi, 250 km/h). Un fringe benefit con i fiocchi. ECOLOGIA ★★★★★ / SICUREZZA ★★★★★ / COMFORT ★★★★★ / CAPACITÀ DI CARICO ★★★★★ / COSTO D’ESERCIZIO ★★★★★

BMW SERIE 3 GT: L’ALTRO MODO DI CERCARE SPAZIO La BMW Serie 3 GT riprende il concetto già adottato sulla Serie 5 GT. Lunga 4,82 metri e con un passo di ben 2,92 metri, la GT offre 70 mm in più per chi siede dietro e una seduta rialzata di 59 mm per il guidatore. Il bagagliaio ha una capacità che va da 520 a 1.600 litri e il portellone elettrico che si apre con il movimento di un piede. Tre i motori, con cambio manuale a 6 rapporti o automatico a 8 marce. I benzina sono il 2 litri omologato Euro 6 da 184 CV della 320i o da 245 CV della 328i e il 6-in-linea 3 litri da 306 CV (0100 km/h in 5,7 secondi, 250 km/h). A gasolio il 2 litri da 143 CV della 318d e da 184 CV della 320d, disponibile anche Euro 6. La gamma Serie 3 GT parte da 37.990 euro e sarà completata nel corso dell’anno dalla 325d biturbo da 218 CV e dalle xDrive a trazione integrale. Un altro concetto di spazio per il long term. ECOLOGIA ★★★★★ / SICUREZZA ★★★★★ / COMFORT ★★★★★ / CAPACITÀ DI CARICO ★★★★★ / COSTO D’ESERCIZIO ★★★★★

CITROËN DS4 JUST MATT: COSCIENZA OPACA Just Matt è la versione con carrozzeria ad effetto opaco della Citroën DS4, la compatta proposta dalla linea di lusso del marchio francese. Ben 7 le tinte: Terra, Acqua, Ghiaccio, Aria, Tempesta, Fuoco e Oscurità. La dotazione è quella dell’allestimento So Chic: clima automatico bizona, radio CD con USB, comandi al volante e Bluetooth, sensori di parcheggio posteriori, regolatore e limitatore di velocità, sensori pioggia e luci con l’aggiunta dei cerchi in lega da 18 pollici Brisbane e l’eTouch, il sistema infotelematico che integra le chiamate di emergenza e assistenza. Tutti a gasolio i motori: 1.6 litri e-HDi da 114 CV anche con cambio pilotato e 2 litri da 136 CV o da 163 CV anche con cambio automatico. La gamma parte da 20.650, la Just Matt da 28.250 euro, dunque 3 mila euro in più del So Chic. C’è anche il Business. Per il rent alla premium. ECOLOGIA ★★★★★ / SICUREZZA ★★★★★ / COMFORT ★★★★★ / CAPACITÀ DI CARICO ★★★★★ / COSTO D’ESERCIZIO ★★★★★

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FUTURE

FIAT FREEMONT PARK AVENUE: 7 POSTI ALLA GRANDE Park Avenue è l’allestimento di punta della Fiat Freemont, la 7 posti più venduta in Italia. Da fuori si distingue per i cerchi in lega cromati da 19 pollici e la sua dotazione include climatizzatore automatico tri-zona, cruise control, sistema keyless, sensori di parcheggio posteriori, retrovisori ripiegabili elettricamente, sedili rivestiti in pelle e riscaldati con quello del guidatore a regolazione elettrica oltre a impianto audio Premium e navigatore satellitare con touch screen da 8,4 pollici, DVD, Bluetooth e telecamera posteriore. La Park Avenue è offerta con il Diesel 2 litri da 140 CV a 32.950 euro o con quello da 170 CV, trazione integrale e cambio automatico a 36.450 euro. La gamma, che parte da 26.950 euro, comprende altri tre allestimenti (Freemont, Urban e Lounge) e anche il V6 3.6 a benzina da 280 CV. Per una flotta di valore. ECOLOGIA ★★★★★ / SICUREZZA ★★★★★ / COMFORT ★★★★★ / CAPACITÀ DI CARICO ★★★★★ / COSTO D’ESERCIZIO ★★★★★

FORD KUGA: LA SECONDA HA AMBIZIONI GLOBALI Seconda generazione per il Suv compatto di Ford che diventa globale pur mantenendo la denominazione di Escape in Nordamerica. Lunga 4,52 metri, la nuova Ford Kuga è basata sul pianale della Focus, offre più abitabilità, più bagagliaio (456-1.653 litri) e la migliore sicurezza del proprio segmento secondo Euro NCAP grazie alla ricca dotazione (Active City Stop, Blis, fari automatici, mantenimento della corsia, controllo della stanchezza del guidatore) che include anche il sistema di riconoscimento vocale Sync e l’Emergency Assistance. Due gli allestimenti (Kuga e Titanium) e altrettanti i motori, più efficienti fino al 26%: 1,6 litri a benzina da 150 CV o 182 CV e 2 litri Diesel da 140 CV o 163 CV. La trazione è anteriore o integrale e il cambio manuale o a doppia frizione. Si parte da 26mila euro. Globalmente è più per il lungo. ECOLOGIA ★★★★★ / SICUREZZA ★★★★★ / COMFORT ★★★★★ / CAPACITÀ DI CARICO ★★★★★ / COSTO D’ESERCIZIO ★★★★★

HYUNDAI ix20 APP MODE: VOCAZIONE TELEMATICA La Hyundai ix20 App Mode è la versione del piccolo monovolume coreano dotata del sistema multimediale Pioneer con schermo a sfioramento da 6,1 pollici che, oltre alla navigazione con mappe di 45 paesi, consente il collegamento con iPhone e iPod utilizzando 20 applicazioni tra native e scaricabili da iTunes. La dotazione è la stessa dell’allestimento Comfort (sensori di parcheggio, fendinebbia, cerchi in lega da 16”, retrovisori elettrici e climatizzatore automatico) con mille euro in più. La App Mode parte dunque da 17.050 euro con l’1.4 a benzina da 90 CV, e i Diesel 1.4 da 90 CV e 1.6 da 115 CV. La gamma parte da 13.900 euro, include la copertura Tripla 5 e comprende altri tre allestimenti (Light, Classic e Style) e altre due motorizzazioni 1.6: a benzina da 125 CV anche con cambio automatico e Diesel da 128 CV. Per la giovane clientela rent. ECOLOGIA ★★★★★ / SICUREZZA ★★★★★ / COMFORT ★★★★★ / CAPACITÀ DI CARICO ★★★★★ / COSTO D’ESERCIZIO ★★★★★

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NEWS ON THE ROAD

di Nicola Desiderio

INFINITI Q50: I NUMERI DALLA SUA PARTE L’erede della Infiniti G berlina si chiama Q50 ed è il primo modello del marchio giapponese ad adottare la nuova denominazione. Lunga 4,79 metri, ha un cx di 0,26 e un sistema infotelematico con due schermi in plancia. Novità assoluta è il Direct Adaptive Steering, il primo sterzo privo di collegamento meccanico con le ruote. Per la sicurezza ci sono l’Active Lane Control e il sistema di visione perimetrica che segnala la presenza di ostacoli. L’assetto è stato messo a punto dal 3 volte campione del mondo di Formula 1, Sebastian Vettel e la gamma comprende anche motori V6 3.5 da 328 cv (anche a trazione integrale) e l’ibrida da 364 cv e, ma in Italia la Q50 sarà offerta solo con il Diesel 2.1 da 170 cv di origine Mercedes e la trazione posteriore, con cambio manuale a 6 rapporti o automatico a 7 marce. Prezzi a partire da 40.250 euro. Il lungo alternativo. ECOLOGIA ★★★★★ / SICUREZZA ★★★★★ / COMFORT ★★★★★ / CAPACITÀ DI CARICO ★★★★★ / COSTO D’ESERCIZIO ★★★★★

JEEP GRAND CHEROKEE: CAMBIA CON L’8 RAPPORTI La Jeep Grand Cherokee si aggiorna e adotta su tutte le motorizzazioni il cambio automatico a 8 rapporti. In gamma ci sono il Diesel V6 3 litri da 190 CV o 241 CV e tre unità a benzina: V6 3.6 da 286 CV, V8 5.7 da 352 CV e V8 6.4 da 468 CV per la versione sportiva SRT (257 km/h, 0-100 km/h in 5 secondi), quest’ultimi due con disattivazione dei cilindri. Due i sistemi di trazione integrale. Per ridurre consumi ed emissioni c’è anche l’Eco Mode che abbassa le sospensioni Quadra-Lift per migliorare l’aerodinamica. Ampliata anche la dotazione di sicurezza con il Forward Crash Mitigation e il Selec-Speed Control in abbinamento con il pacchetto Off-Road per controllare in fuoristrada la velocità in discesa. Migliorati anche plancia, strumentazione e il sistema infotelematico UConnect con schermo a sfioramento da 8,4 pollici. Per flotte di scalatori. ECOLOGIA ★★★★★ / SICUREZZA ★★★★★ / COMFORT ★★★★★ / CAPACITÀ DI CARICO ★★★★★ / COSTO D’ESERCIZIO ★★★★★

MAZDA6: LA MEDIA DIVENTA AMMIRAGLIA La media giapponese arriva alla terza generazione. La berlina è lunga 4,87 metri e ha cx di 0,26, la Wagon è 4,80 metri, ha comunque un ottimo 0,28 e vano bagagli da 522 a 1.664 litri. All’avanguardia la dotazione di sicurezza con sistemi di frenata automatica e controlli per la distanza di sicurezza, l’angolo cieco e il superamento involontario della linea di carreggiata. La Mazda6 porta al debutto l’i-eloop, lo stop&start alimentato da superconduttore per un’efficienza maggiore. I motori sono il 2 litri a benzina da 165 CV, 2.5 da 192 CV solo con cambio automatico così come il Diesel 2.2 Euro 6 da 175 CV mentre la versione da 150 CV vanta un consumo di soli 4,5 litri/100 km pari a 119 g/km di CO2. Prezzi pari per berlina e wagon con tre allestimenti (Essence, Evolve, Exceed) a partire da 29.750 euro. Il lungo termine in stile ed efficienza. ECOLOGIA ★★★★★ / SICUREZZA ★★★★★ / COMFORT ★★★★★ / CAPACITÀ DI CARICO ★★★★★ / COSTO D’ESERCIZIO ★★★★★

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FUTURE

MERCEDES CLASSE A BlueEfficiency: AMICA DELL’ARIA La fortunata compatta della Stella va a gonfie vele nelle vendite e guadagna due versioni BlueEfficiency ad alta efficienza. L’aerodinamica migliora grazie all’abbassamento del corpo vettura di 15 mm e al cx che passa da 0,27 a 0,26 carenando il frontale, il sottoscocca e i bracci delle sospensioni. I rapporti al cambio sono più lunghi e il frontale ha luci supplementari a Led. La A 180 CDI con motore 1.5 da 109 CV migliora di 0,2 litri/100 km e 6 g/km dichiarando 3,6 litri/100 km e 92 g/km. La A 180 con motore a benzina 1.6 da 122 CV taglia invece di 0,3 litri e 8 g/km fissando i dati dichiarati rispettivamente a 5,2 litri/100 km e 120 g/km. Tutta votata alle prestazioni invece la A 45 AMG da 360 CV con cambio DCT a 7 rapporti e trazione integrale che raggiunge 250 km/h e accelera da 0 a 100 km/h in 4,6 secondi. La Stella fa sempre la sua figura. ECOLOGIA ★★★★★ / SICUREZZA ★★★★★ / COMFORT ★★★★★ / CAPACITÀ DI CARICO ★★★★★ / COSTO D’ESERCIZIO ★★★★★

OPEL CORSA 1.3 CDTI EcoFlex: EVOLUZIONE CONTINUA La Opel Corsa 1.3 CDTI Ecoflex si evolve ancora arrivando a un consumo di 3,3 litri/100 km e ad emissioni di 88 g/km di CO2. Migliora dunque del 6% rispetto a un anno fa e addirittura del 26% rispetto alla prima Corsa Ecoflex apparsa 6 anni fa. Frutto del lavoro del centro GM Powertrain di Torino, dove vengono sviluppati tutti i motori a gasolio del gruppo americano, che ha modificato l’1,3 litri da 95 CV intervenendo sulla centralina e adottando una lubrificazione con olio a bassa viscosità e pompa a portata variabile. Nuovi anche gli pneumatici a bassa resistenza di rotolamento e il cambio a 5 rapporti, più scorrevole e meglio manovrabile. La Opel Corsa 1.3 CDTI Ecoflex raggiunge 177 km/h, accelera da 0 a 100 km/h in 12,3 secondi e costa 16.600 euro nella variante a 3 porte, 17.350 euro la 5 porte. Ideale per flotte a vocazione cittadina. ECOLOGIA ★★★★★ / SICUREZZA ★★★★★ / COMFORT ★★★★★ / CAPACITÀ DI CARICO ★★★★★ / COSTO D’ESERCIZIO ★★★★★

PEUGEOT 2008: IL CROSSOVER VA ALLA CITTÀ Il piccolo crossover del Leone affianca la sorella 3008 e sarà prodotta in 3 continenti. Basata sullo stesso pianale della 208, è lunga 4,16 metri e ha una vano bagagli da 360 a 1.194 litri. Completa la dotazione di sicurezza e, così come sulla 208, all’avanguardia è la dotazione telematica con schermo a sfioramento da 7 pollici. La trazione è anteriore con controllo di trazione Grip Control selezionabile su 5 posizioni mentre la gamma motori al lancio, con cambio manuale o robotizzato, comprende il 3 cilindri 1.2 da 82 CV, il 4 cilindri 1.6 turbo da 120 CV e i Diesel eHDi 1.4 da 68 CV e 1.6 da 92 CV o 115 CV. In arrivo i 3 cilindri e-THP 1.2 turbo a iniezione diretta da 110 CV o 130 CV. Le emissioni di CO2 vanno da 98 a 135 g/km. Tre gli allestimenti (Access, Active e Allure) per un totale di 11 versioni. Da 15.100 euro. Alta, piccola e breve. ECOLOGIA ★★★★★ / SICUREZZA ★★★★★ / COMFORT ★★★★★ / CAPACITÀ DI CARICO ★★★★★ / COSTO D’ESERCIZIO ★★★★★

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FUTURE

RENAULT CAPTURE: LA FANTASIA HA LE RUOTE ALTE Dopo la Clio, ecco la Captur, l’inedito crossover di Renault che sfida la dominatrice del segmento, la cugina Nissan Juke. Lunga 4,12 metri e con un’altezza da terra di ben 200 mm, sfoggia il nuovo stile Renault, ha la carrozzeria bicolore e la plancia dominata dallo schermo a sfioramento da 7 pollici mentre inediti sono i rivestimenti sfoderabili della Zip Collection e il grande cassetto portaoggeti Easy Life. Il vano bagagli ha una capacità di 377 litri, scorrendo in avanti il divanetto posteriore per 160 mm si arriva a 455 litri. Tutti turbo i motori. Al lancio ci sono il 3 cilindri 900 da 90 CV e il 4 cilindri 1.2 da 120 CV con cambio EDC a doppia frizione, disponibile anche con il Diesel 1.5 da 90 CV che con la trasmissione manuale fa segnare 3,6 litri/100 km e 95 g/km di CO2. A partire da 15.950 euro. Per la moglie del professionista. ECOLOGIA ★★★★★ / SICUREZZA ★★★★★ / COMFORT ★★★★★ / CAPACITÀ DI CARICO ★★★★★ / COSTO D’ESERCIZIO ★★★★★

SEAT ALHAMBRA: DIVENTA EASY ED HA IL TDI DA 177cv Il monovolume a 5 o 7 posti lungo 4,85 metri della casa spagnola completa la propria gamma con la potente motorizzazione 2 litri TDI da 177 CV che raggiunge 208 km/h e accelera da 0 a 100 km/h in meno di 10 secondi con un consumo di 6 litri/100 km che diventano 5,8 con il cambio DSG a doppia frizione. Arriva inoltre l’allestimento Easy basato su quello di accesso Reference e che con 750 euro in più offre un pacchetto di accessori che valgono oltre 2.400 euro con un vantaggio in valore che supera il 70%. L’Alhambra ha un vano bagagli che va da 267 a 809 litri e poi fino a 2.430 litri ed è offerta anche con l’1.4 TSI a doppio compressore da 150 CV il 2 litri TDI da 140 CV anche con la trazione integrale o da 136 CV con omologazione N1 autocarro. Al vertice c’è l’allestimento Style mentre il listino parte da 29.500 euro. Da rent airport o NLT. ECOLOGIA ★★★★★ / SICUREZZA ★★★★★ / COMFORT ★★★★★ / CAPACITÀ DI CARICO ★★★★★ / COSTO D’ESERCIZIO ★★★★★

VOLKSWAGEN eco up!: A METANO DA RECORD Arriva l’attesa versione alimentata a gas naturale della piccola tedesca che con 79 g/km di CO2 segna il record assoluto per le vetture dotate del solo motore a combustione interna. Il 3 cilindri mille eroga 68 CV ed è dotato di stop&start e recupero dell’energia grazie ai quali riduce i consumi a 2,9 kg (pari a 4,4 metri cubi) di metano ogni 100 km per una spesa di circa 3 euro. Due sono i serbatoi per il gas: uno da 37 litri si trova nell’alloggiamento della ruota di scorta e uno da 37 litri sotto il sedile posteriore così da lasciare inalterata la capacità del bagagliaio e, insieme al serbatoio d’emergenza per la benzina da 10 litri, portare l’autonomia complessiva a 600 km. La eco up! è offerta in tre allestimenti (Take up!, Move up! e High up!) a partire da 12.300 euro, ci vogliono altre 500 euro per la 5 porte. Animaletto da città. ECOLOGIA ★★★★★ / SICUREZZA ★★★★★ / COMFORT ★★★★★ / CAPACITÀ DI CARICO ★★★★★ / COSTO D’ESERCIZIO ★★★★★

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di Alessandro Palumbo

PEOPLE

PER LE FLOTTE NON BASTA IL PRODOTTO SERVONO

SOLUZIONI

A

Abbattere i consumi e le emissioni incrementando contemporaneamente le prestazioni, aumentare la sicurezza attiva e passiva, collegare le auto in rete è tanto, ma non è sufficiente per servire il cliente aziendale. Per Maurizio Ambrosino, Corporate&Direct Sales Director BMW Group Italia, è necessario analizzare le politiche e le esigenze di flotta del cliente e proporre soluzioni cucite su misura. Quali sono stati i risultati di BMW nel 2012 sul segmento flotte? Il 2012 è stato per BMW un anno molto positivo nel segmento flotte. Tutta la gamma ci ha regalato soddisfazioni, dalla Serie 1 alla Serie 7. Le ottime performance del 2012, che proseguono nei primi tre mesi del 2013, derivano da una parte dai lanci delle nuove vetture del 2012, che soddisfano il bisogno personale del driver di avere “il nuovo modello” e che quindi generano volumi di vendita importanti, dall’altra da una gamma completa di prodotti che contengono le caratteristiche fondamentali per la scelta del fleet manager: sicurezza attiva e passiva, alte prestazioni con bassi consumi e basse emissioni e contenuti tecnologici di altissimo livello che consentono la connessione dell’auto in rete. La Serie 3 ci ha regalato grandi soddisfazioni: la berlina è stata lanciata a marzo, mentre la touring, che è l’auto più importante per BMW nel segmento flotte, è a listino da settembre e ci ha regalato una bella volata per l’anno in chiusura e ci dà delle prospettive alettanti e importanti anche per il 2013. A fine marzo 2013 lanceremo l’Xdrive anche sulle Serie 3 Touring. Conferma positiva sia nel 2012 che nei primi mesi del 2013 per la Serie 1 che ha l’importante funzione di passepartout,

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cioè ci permette di entrare nella car policy di molte aziende. Anche la X1, che ha avuto un facelift a luglio, da settembre è ripartita con una vivacità importante. Non dimentichiamo il peso della Serie 5 berlina e touring sia nella versione normale che Xdrive che, grazie ad un ampliamento della motorizzazione con l’inserimento in gamma della 520 Diesel, ci ha consentito di entrare in moltissime aziende. Grande soddisfazione nel 2012 e una conferma nei primi mesi del 2013 per la Mini Countryman che, con i contenuti tecnici e di prodotto così particolari, è una vettura che sta avendo grandissimo successo soprattutto nelle piccole e medie aziende perché è un’auto che abbraccia le esigenze di una flotta che vuole essere mo-

derna, efficace, veloce e simpatica. Il ciclo di sostituzione dell’auto, anche quella aziendale, si sta allungando. Questo è un fenomeno a cui assistiamo da qualche anno. Secondo lei si protrarrà a lungo oppure è soltanto dovuto alla crisi economica? È vero, il ciclo di sostituzione dell’auto aziendale si sta allungando. Ormai la classica durata dei 36 mesi è sostituita dai 48 mesi. Quindi è un aspetto di cui dobbiamo tenere conto. Però BMW, avendo una gamma così ampia e così completa per il mondo delle flotte, riesce a fidelizzazione il cliente in fase di sostituzione e anche a sviluppare importanti azioni di conquista su clienti di altri brand.

BMW EFFICIENT DYNAMICS BMW Efficient Dynamics è la strategia di riduzioni di consumi e emissioni accompagnati dal contemporaneo aumento delle prestazioni di guida, attraverso una serie di soluzioni tecniche. • La tecnologia BMW TwinPower Turbo riunisce il comando del carico variabile, l’iniezione diretta di carburante e la sovralimentazione turbo in una combinazione specifica per ogni singolo motore, così da aumentarne sia l’efficienza che la dinamica. Il comando valvole variabile VALVETRONIC funziona senza produrre delle perdite e serve simultaneamente tutti i cilindri, assicurando così dei valori di consumo del carburante e delle emissioni particolarmente bassi migliorando anche la rapidità di riposta del motore. • Collegamento in rete intelligente. Il sistema di controllo del propulsore è collegato in rete con il sistema di navigazione Professional. Grazie alle informazioni fornite dalla navigazione, la gestione del cambio e il Preview Assistant sono in grado di riconoscere l’andamento e il profilo della strada, salite e discese, ma anche i limiti di velocità e di considerarli nella selezione della marcia e nella decelerazione della vettura. • Gestione intelligente dell’energia grazie all’utilizzo di pompe di calore, superfici di riscaldamento ad infrarossi e regolazione delle prese d’aria.


Oggi il cliente flotte, al pari di quello privato, è alla ricerca di ottimizzazione dei costi. Come risponde BMW a questo bisogno? Per un’azienda che deve scegliere di inserire vetture nel proprio parco è fondamentale pensare ad ottimizzare i consumi. BMW ha lanciato da qualche anno la strategia BMW Efficient Dynamics. Questa realizza la riduzione del consumo di carburante e il conseguente calo delle emissioni di CO2 accompagnati dal contemporaneo aumento delle prestazioni di guida, attraverso una serie di soluzioni tecniche. Sul fronte della ecomobilità abbiamo creato il brand “BMW e” che vuol elettrica. A fine anno lanceremo BMW e3: sarà una vettura che non farà grandi numeri, ma dimostra l’attenzione totale di BMW ai prodotti verdi e al mondo esterno. Quali sono le politiche commerciali di BMW verso le flotte? Noi abbiamo sempre avuto le idee chiare: le flotte sono da sempre strategiche e continuiamo a investirci risorse e persone. Abbiamo diviso il fronte commerciale flotte in due parti. Da un lato ci sono i concessionari che si occupano della vendita alla piccola e media impresa. E qui i nostri uomini – gli account flotte – svolgono un’attività di coaching sulla rete, affiancando i dealer per strutturare e processare l’attività. Dall’altro sulle grandi aziende operiamo attraverso la nostra struttura corporate. Il nostro lavoro sul cliente consiste nel-

l’analizzarne le politiche fleet, il parco auto e le potenzialità dello stesso e costruire delle offerte taylor made. Questo “abito” viene cucito su misura del cliente e i sarti siamo noi e i noleggiatori che sono gli altri interlocutori chiave dell’azienda. Oggi non basta presentarsi dal cliente illustrando l’offerta dei prodotti e le caratteristiche degli stessi, occorre presentare soluzioni di ottimizzazione per la gestione della flotta. Parliamo di telematica. La connessione dell’auto in rete è diventata una reale necessità per il cliente flotte. Quali sono i prodotti/servizi offerti da BMW?

BMW risponde con il concetto di Connecteddrive. Innanzitutto vuol dire di sicurezza: oggi un driver che siede su una BMW con il Connecteddrive è sempre legato ad una centrale, per cui se ha qualunque tipo di problema con l’auto può essere sempre localizzato e può essere oggetto di soccorso ovunque e in qualunque orario. In secondo luogo Connecteddrive permette di ottimizzare il tempo del driver aiutandolo, in tutta sicurezza, a svolgere delle operazioni di lavoro mentre guida, per esempio può dettare al sistema una mail, un sms o registrare un appunto vocale per poi inviarlo via mail. (vedi box).

BMW CONNECTEDDRIVE BMW ConnectedDrive. Rappresenta le funzioni di collegamento in rete dell’automobile • Sistema di navigazione BMW Professional. Design interamente in 3D, numerose funzioni di navigazione, di ufficio mobile e di multimedia. • Funzione di dettato con riconoscimento di testo formulato liberamente per comporre brevi testi di e-mail o di sms anche durante la guida. Registrazione di appunti vocali con successivo invio per e-mail • BMW iDrive Touch Controller: il Controller permette di scrivere caratteri con il dito ed, in più, di navigare e zoomare le cartine di navigazione o le pagine di internet. • BMW Car Hotspot LTE: internet mobile a bordo di ogni vettura BMW • Integrazione di applicazioni di smartphone sviluppate da terzi: il guidatore dispone delle sue applicazioni preferite anche in automobile.

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FUTURE

di Andrea Barbieri Carones

QUANDO L’AUTO VA DA SÉ I

passi da gigante che sta compiendo la tecnologia informatica hanno trovato applicazione nell’industria automobilistica. Se un tempo il progresso puntava solo ad abbattere l’aerodinamica a vantaggio dei consumi e delle prestazioni, ora punta più in alto trasformando le vetture in strumenti nei quali l’intervento di chi è a bordo è sempre più marginale. Al punto che sono stati progettati e costruiti veicoli che possono fare a meno di una persona al volante e che sono in grado di viaggiare su strada facendo ricorso a sensori, computer e software di ultima generazione. Anche se teoricamente queste auto potrebbero già circolare per le strade, occorre ancora un lavoro di perfezionamento dei progetti e di miglioramento della tecnologia, che deve tenere conto di numerosi imprevisti. Fino a questo momento, Audi, Toyota, Piaggio, Mercedes e Volvo sono riuscite a creare quasi dei prototipi con funzioni e tecnologie diverse. Audi La Casa tedesca è all’avanguardia: se fino a questo momento è stata tra le prime a brevettare il parcheggio assistito – che permette al conducente di togliere mani e piedi dai comandi – nel giro di una decina d’anni potrebbe andare oltre e costruire un’auto in grado di muoversi autonomamente nel traffico seguendo piccoli input dati dal conducente, come l’indirizzo da raggiungere o come “parcheggia nello spazio a disposizione”. Fantascienza? A giudicare da quanto è avvenuto al Consumer Electronic Show (CES)

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Toyota, Audi, Volvo, Mercedes e Piaggio hanno messo a punto delle tecnologie che permettono alle vetture di muoversi su strada senza l’intervento umano. Da qui passa la sicurezza stradale del futuro. di Las Vegas sembra proprio di no, visto che l’azienda del gruppo Volkswagen ha presentato una vasta gamma di sistemi di assistenza sempre maggiore al conducente che ne prenderanno il posto quando e se lui lo vorrà. Un esempio pratico sarà in una situazione di ingorgo, dove a velocità fino a 60 km/h, il sistema di guida pilotata di Audi aiuta il conducente a sterzare (entro determinati limiti) e modificare la velocità automaticamente. Il veicolo sarà in grado di eseguire anche le manovre di parcheggio, sia in entrata sia in uscita, per esempio in spazi ridotti presenti al margine della strada, nei garage e persino all'interno di autosili. Il gruppo Toyota e Google Quello invece che è stato fatto da Toyota va oltre quanto sta sperimentando Audi, anche se per il momento tutto è ancora in uno stadio iniziale e non si prevede una commercializzazione di auto “driverless”. Nella West coast americana, infatti, la Casa giapponese e Google hanno messo a punto un sistema che ha permesso a una Prius di viaggiare su una strada dello Stato del Nevada muovendosi in maniera autonoma nel traffico senza intervento umano.

Inizialmente la Prius ha percorso diversi chilometri su strade statali poco trafficate ma con salite e tornanti. Ma nel 2012 la flotta del progetto si ingrandisce: le Prius interessate diventano 6, a cui si aggiungono una Lexus RX 450h. Tutte le sperimentazioni vanno a buon fine e le auto percorrono complessivamente 500mila chilometri senza alcun incidente attraverso Florida, California e Nevada. Quest’ultimo Stato, addirittura, consegna una targa speciale a una Prius, autorizzando ufficialmente la circolazione della “Google car” sulle sue strade. Le vetture interessate dai test montavano un sistema di ben 60 piccoli radar, ciascuno dei quali effettuava 1.000 rotazioni al minuto, riproducendo una sorta di mappa tridimensionale che copriva tutto quello che stava attorno all’auto nel giro di 6 metri. Lo scopo principale della costruzione di questa Google car è duplice: da un lato sviluppare i sistemi di sicurezza per evitare – o limitare – gli incidenti, dall’altro permettere la guida sicura anche a chi è troppo giovane, troppo anziano o a chi ha forme di disabilità che rendono impossibile o pericoloso l’utilizzo di un’auto. Piaggio Porter Anche in Italia si sono ottenuti risultati incredibili su questo fronte. Merito di Piaggio, che nel luglio 2010 ha messo su strada 4 veicoli commerciali Porter e, con una carovana di addetti ai lavori composta da altri 7 automezzi a guida “tradizionale”, li ha fatti viaggiare per 100 giorni di fila in un percorso di 20mila chilometri che si è snodato tra Milano e Shanghai.


FUTURE

La tecnologia permette ad alcune auto di muoversi senza pilota a bordo

La spedizione ha infatti messo alla prova questa tecnologia studiata dal VisLab (Artificial Vision and Intelligent Systems Laboratory) dell’Università di Parma che prevedeva l’installazione di pannelli solari in grado di alimentare i sistemi di guida assistita. Pur potendo viaggiare in autonomia, a una velocità massima di 55 km/h, i Piaggio Porter Electic Power avevano a bordo tecnici pronti a prendere in mano i comandi in caso di emergenza. Naturalmente, erano stato dotati di sensori in ogni angolo del veicolo, alcuni dei quali in grado di captare il segnale GPS per seguire la strada anche nelle zone più remote dell’Asia. Con i dovuti miglioramenti, il sistema potrebbe trovare inoltre differenti applicazioni, dall’ambito agricolo a quello minerario o commerciale.

trollo radar, già presente su molti modelli della Casa di Stoccarda. Questo “Distronic plus” regola la velocità dell’auto sulla base di quella del veicolo che precede, in modo da tenere la distanza di sicurezza automaticamente. La tecnologia Mercedes, però, fa fare ancora di più e permette una guida automatica anche in fase di sorpasso o in fase di svolta, senza che chi è seduto al volante debba toccare il volante o gli altri strumenti di bordo. Volvo La Casa fondata in Svezia ha scelto invece la Spagna per testare su strada il suo progetto “guida autonoma”. Avviato nel 2009, il progetto ha permesso a 3 vetture Volvo – una XC60, una V60 e una S60 - di percorre un’autostrada della penisola Ibe-

rica senza l’intervento umano, nonostante a bordo ci fossero persone pronte a intervenire. Tutto però è andato per il meglio e le 3 auto hanno percorso 200 km in carovana seguendo un mezzo pesante che faceva da guida attraverso un collegamento wi fi. Telecamere, sensori radar e sistemi di guida laser monitoravano velocità, direzione di marcia e andamento del traffico informando il computer di bordo quando occorreva accelerare, frenare o cambiare direzione. Quanto messo in pratica da Volvo si inserisce in un più ampio “progetto Sartre”, un’iniziativa congiunta fra Volvo Car e altre aziende, parzialmente finanziato dalla Commissione Europea nell'ambito del programma quadro 7, finalizzato a realizzare convogli stradali sicuri per l'ambiente.

Mercedes Anche la ricerca Mercedes è molto avanzata. Fino a questo momento una sorta di “autopilota” è stato testato su alcuni esemplari della Classe E, che sono stati dotati di un regolatore di velocità con con-

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VOLVO V40 CROSS COUNTRY

SICUREZZA SEMPRE L

a Volvo V40 Cross Country è la variante a ruote alte della V40, la 5 porte compatta presentata recentemente per presidiare la fascia premium e agganciare nuovi clienti in cerca di un’auto raffinata e all’avanguardia per tecnologia e – soprattutto – per sicurezza. La Cross Country si differenzia dalla V40 per il look elegantemente offroad, la carrozzeria rialzata e la possibilità di avere anche la trazione integrale. Ha motori a benzina e a gasolio a 4 e 5 cilindri con potenze da 115 cv a 254 cv in 4 allestimenti (Kinetik, Optimum, R-Design e Summum) più i Nova e Nova Pro per la fase di lancio, integrabili con diversi pacchetti tra i quali il Business e il Business Pro, specifici per le flotte. Parte da 26.000 e noi proviamo la D4 2 litri da 177 cv. FIANCHI RIALZATI La V40 Cross Country è lunga 4,37 metri e il suo stile aggiunge ulteriore personalità alla V40 rispetto alla quale è leggermente più alta e sfoggia protezioni da fuoristrada nelle zone dei sottoporta e dei

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paraurti oltre che le barre portatutto sul tetto. La V40 Cross Country riesce ad essere così compatta e dinamica. Dal frontale lungo e basso, dominato dalla calandra prominente, partono le tradizionali spalle che, piuttosto che percorrere dritte tutta la fiancata, assumono un taglio ascendente sopra il parafango posteriore, accompagnato dall’andamento a cuneo della finestratura e dal profilo delle luci e del portellone. Il lunotto è avvolgente verso il basso ammorbidendo nella vista posteriore la presenza dello spigolo. Il risultato è un look sofisticato, inconfondibilmente Volvo, che esprime potenza e sicurezza anche in presenza di terreni difficili. IL PEDONE RINGRAZIA Anche l’abitacolo segue il solco Volvo degli ultimi anni con importanti innovazioni, prima fra tutte la strumentazione completamente digitale con schermo TFT configurabile in tre modalità diverse (Elegance, Eco e Performance) cui corrispondono altrettanti colori – rispettivamente ambra,

verde e rosso – e disposizioni delle informazioni. Raffinata l’illuminazione interna a 7 tonalità che si adatta alla temperatura dell’abitacolo o all’umore, rassicurante il sistema satellitare Volvo On Call. Tre gli impianti audio disponibili, il più raffinato dei quali con amplificatore di classe D 5x130Watt e 10 altoparlanti, nonché la possibilità di vedere DVD e la tv digitale terrestre. Lo schermo serve pure per la retrocamera posteriore, ma c’è anche la funzione Cross Traffic Alert che sorveglia ai lati quando si esce in retromarcia dai parcheggi. Buona l’abitabilità anteriore, un po’ più sacrificata quella posteriore mentre normale per la categoria è la capacità del bagagliaio di 335 litri, facile da ampliare a 1.033 litri e molto ben rifinito come il resto dell’abitacolo dove si può scegliere tra vari tipi di rivestimento per i sedili, anche bicolore, le portiere e la plancia che mantiene il tipico disegno a console sospesa. Al vertice mondiale la sicurezza. Scontate le 5 stelle Euro NCAP grazie a una dotazione che supera quella di qualsiasi altra vettura. ➔


di Nicola Desiderio

DRIVE

La casa svedese raddoppia l’offerta V40 con la versione Cross Country che ha un assetto più alto di 40 mm e un look più fuoristradistico, ma vanta l’identico esclusivo corredo per la sicurezza che comprende il primo airbag per i pedoni e il City Safety attivo fino a 50 km/h. Morbida e muscolosa fuori, dentro è piena di tecnologia nel solito stile svedese, ma con ampie possibilità di personalizzazione e con pacchetti di allestimento mirati alle flotte.

PIÙ ALTA

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Oltre al BLIS esteso a 70 metri, al controllo di superamento di corsia che agisce direttamente sullo sterzo e al City Safety che funziona fino a 50 km/h invece che a 30 km/h, arriva per la prima volta al mondo l’airbag per i pedoni. Se il Pedestrian Detection, il sistema di frenata automatica che evita gli investimenti fino a 35 km/h, non riesce ad impedire l’impatto, un airbag a ferro di cavallo in pochi istanti fuoriesce dalla base del parabrezza sollevando ed inclinando il cofano in avanti. In questo modo viene limitata l’energia dell’impatto e impedito alla testa del pedone di urtare contro il parabrezza. DOPPIA ALTEZZA La V40 Cross Country può avere nel cofano 2 motori a benzina e altrettanti a ga-

solio, tutti con stop&start, recupero dell’energia e cambio a 6 rapporti. La T4 ha un 1.6 a iniezione diretta da 180 cv ed è disponibile anche il cambio Powershift a doppia frizione. La T5 con il 5 cilindri 2.5 da 254 cv con cambio automatico Geartronic ha la trazione integrale, con giunto centrale a comando elettroidraulico di tipo Haldex, e rappresenta il massimo in fatto di prestazioni (0-100 km/h in 6,4 secondi, 235 km/h). La versione più efficiente è invece la D2 con l’1.6 da 115 cv (3,8 litri/100 km per 99 g/km di CO2) e c’è poi il 5 cilindri 2 litri, anch’esso disponibile con la trasmissione Geatronic, per la D3 da 150 cv e la D4 da 177 cv oggetto, della nostra prova. UN CINQUE CHE SI DÀ Mettersi al volante di una Volvo è sempre

VOLVO V40 Cross Country D4 Geartronic 177 cv DATI TECNICI E PER L’IMPIEGO AZIENDALE cilindrata 1.984 cc potenza 177 cv lungh./largh./alt. 4,37 x 1,86 x 1,47 m peso 1.603 kg accelerazione 8,3” (da 0 a 100 km/h) velocità massima 210 km/h cambio automatico a 6 rapporti trasmissione trazione anteriore costo di esercizio al km (*) 0,42

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consumo medio 19,2 km/litro capacità di carico da 335 a 1.033 litri comfort ★★★★★ silenziosità ★★★★★ ABS SI ESP SI antislitt. SI (*) percorrenza annua 30.000 km

un piacere. Il posto guida è esemplare per comodità e ampiamente regolabile. Con tanta tecnologia stupisce che il freno a mano sia ancora manuale, ma la cosa non disturba più di tanto. Il resto è appagante da vedere e toccare e, una volta partito, il 5 cilindri gorgoglia con vigore tutti i suoi 400 Nm regalando, seppure con qualche ruvidità, una marcia veloce e brillante (0-100 km/h in 8,3 secondi, 210 km/h). La guida risente pochissimo della maggiore altezza e si apprezzano lo sterzo pronto e l’elevata tenuta di strada supportata da un’elettronica che contempla anche il Corner Traction. Buono anche il comfort, ancora di più per merito del cambio automatico presente sull’esemplare in prova, pronto tuttavia ad assecondare una condotta sportiveggiante. Rassicuranti infine i freni. LA FLOTTA SICURA La Volvo V40 Cross Country è una di quelle alternative alle solite scelte che, oltre alle argomentazioni razionali che riguardano la sicurezza, può contare anche su altri elementi emozionali come il design, la carrozzeria moderatamente alta, il piacere di guida e una tecnologia raffinata che punta come sempre a migliorare il rapporto tra uomo e macchina. In più, la Casa svedese offre interessanti pacchetti Business e Business Pro il cui vantaggio per il cliente raggiunge il 24-25%.



DRIVE

di Nicola Desiderio

La spagnola perde un po’ della sua latinità, ma guadagna in razionalità e qualità avvicinando nelle doti la Volkswagen Golf con la quale condivide la piattaforma e gran parte delle caratteristiche e delle dotazioni con la primizia dei fari interamente a Led. Spaziosa, sicura e piacevole da guidare, ha sicuramente più argomenti per risultare convincente anche verso le flotte con l’allestimento Business.

SEAT LEON

ACCENTO TEDESCO L

a Seat Leon arriva alla terza generazione dopo circa 1,2 milioni di unità vendute rinnovandosi profondamente nel corpo e nello spirito. Basata sulla piattaforma MQB condivisa con la Volkswagen Golf, la compatta di Martorell si prepara a moltiplicarsi con le inedite varianti coupé 3 porte SC e station wagon ST. I motori sono a benzina e diesel con potenze da 86 cv fino a 184 CV offerti con quattro allestimenti tra cui il Business basato sul livello di ingresso Reference, al quale si aggiungono lo Style e lo sportivo FR. In arrivo anche le versioni a metano, la sportiva Cupra e forse anche l’elettrica. Parte da 17.370 euro e mettiamo alla prova la motorizzazione 1.6 TDI da 105 cv.

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MATURITÀ RAGGIUNTA La nuova Leon sembra che abbia messo la testa a posto. Lunga 4,26 metri (-5 cm) e con un passo di 2,64 metri (+6 cm), lascia da parte lo stile originale che pure fu frutto della matita di Walter De Silva abbracciando linee più semplici, rassicuranti e anche più efficienti del 10%. Davanti a caratterizzare la spagnola sono la calandra più ampia con il nuovo logo Seat, la presa d’aria inferiore trapezoidale e i fari con la linea inferiore spezzata. Da qui parte un taglio discendente che percorre quasi tutto il fianco della vettura mentre un altro più breve si raccorda con i fari posteriori a sviluppo orizzontale. La finestratura laterale ha un gomito molto pro-

nunciato mentre il lunotto è ora ampio e regolare nella forma. In sintesi, la nuova Leon è meno latina e più teutonica, in linea con la genetica del suo progetto. SULLE ORME DELLA CUGINA I progressi maggiori la Leon tuttavia li mostra proprio nell’abitacolo dove il salto in termini di stile e qualità è evidente. Al posto di forme poco convincenti e plastiche croccanti, ecco materiali morbidi e ben assemblati per forme ed ergonomia che rimandano direttamente alla cugina tedesca il cui corredo tecnologico per il comfort e la sicurezza è stato in pratica trapiantato sulla Leon. Dunque 5 stelle Euro NCAP grazie a sistema di controllo proat-

tivo di tutti i sistemi di ritensione, 7 airbag, sistemi di frenata automatica, riconoscimento dei segnali, controllo della stanchezza del guidatore e contro il superamento della carreggiata fino all’ESC che previene le collisioni multiple, un’aggravante che riguarda il 25% degli incidenti. Anche la telematica è all’avanguardia, con schermi da 5 pollici (anche monocromatico) e da 5,8 pollici con sensore di prossimità e telecamera posteriore. Anche qui arriva il Drive Profile, per selezionare 5 diverse modalità di guida. Cresce il numero di possibilità per arricchire di accessori, materiali e combinazioni cromatiche un abitacolo che, nonostante la Leon sia più corta di 5 cm ➔

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DRIVE

SEAT LEON 1.6 TDI BUSINESS 105 cv DATI TECNICI E PER L’IMPIEGO AZIENDALE rispetto alla precedente, offre maggiore spazio sia per i passeggeri sia per il vano bagagli (380-1.210 litri) che però ha un bello scalino tra piano e soglia. La visibilità è davvero molto buona – ma volendo ci sono anche i sensori e la telecamera posteriore – e c’è la possibilità di avere il tetto panoramico apribile.

cilindrata 1.598 cc potenza 105 cv lungh./largh./alt. 4,26 x 1,82 x 1,46 m peso 1.281 kg accelerazione 10,7” (da 0 a 100 km/h) velocità massima 191 km/h cambio manuale a 5 rapporti trasmissione trazione anteriore costo di esercizio al km (*) 0,34

GLI OCCHI PIÙ BELLI La nuova Leon è basata sulla piattaforma MQB con una scocca composta per l’80% in acciai ad alta resistenza e il 38% sagomati a caldo che la rendono più rigida del 15% eppure più leggera. Il peso complessivo della vettura è sceso di 90 kg e l’efficienza è migliorata del 15% con punte del 22%. I motori sono tutti turbo a iniezione diretta, la maggior parte con stop&start e recupero dell’energia e disponibili con cambi a doppia frizione con 6 o 7 rapporti. L’1.2 a benzina ha 86 cv o 105 cv, l’1.4 ha 122 cv e ci sarà presto un 1.8 da 180 cv mentre tra i diesel c’è il 2 litri da 184 cv oppure l’1,6 da 90 cv o 105 cv, quest’ultimo oggetto della nostra prova. In arrivo anche la versione sportiva Cupra con motore 2 litri e quella a metano. Le versioni con oltre 150 cv hanno il raffinato retrotreno a 4 bracci al posto dell’assale torcente. La caratteristica saliente della nuova Leon sono i fari anteriori full Led, una prima assoluta per questo segmento. A differenza di quelli alogeni e allo xeno, offrono una luce ancora più bianca per una guida notturna più sicura e riposante e un consumo energetico ridotto quasi a un terzo inoltre sono provvisti di una funzione che, se si viaggia oltre i 110 km/h per più di 30 secondi, il fascio luminoso si alza automaticamente per migliorare la visibilità.

DINAMICA SICUREZZA La Leon fa respirare un’atmosfera diversa non appena ci si accomoda dentro, ma si esprime ancora meglio quando si muove. L’1,6 litri da 105 cv ha buone prestazioni (191 km/h, 0-100 km/h in 10,7 secondi) e ha nella regolarità la sua migliore caratteristica inoltre offre consumi molto bassi (4,2 litri/100 km). Il cambio a 5 rapporti è ben manovrabile, ma la trasmissione DSG a 7 rapporti (completata dallo stop&start di serie) ha due marce in più in tutti i sensi, perché offre maggior relax in città, più divertimento di guida con la funzione sequenziale e in autostrada permette di far viaggiare il motore a regimi nettamente più bassi, a tutto vantaggio dei consumi e del comfort che è comunque di alto livello. Pari alla Golf anche la frenata e la tenuta di strada, anzi

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consumo medio 24,4 km/litro capacità di carico da 380 a 1.210 litri comfort ★★★★★ silenziosità ★★★★★ ABS SI ESP SI antislitt. SI (*) percorrenza annua 30.000 km

c’è un pizzico di divertimento in più grazie a un inserimento più pronto. ALLA RICERCA DEL BUON NOME Comprereste un’automobile spagnola? Certo, se è tedesca. La Seat Leon tenta di proporsi secondo questa nuova linea, ben consapevole che le mancano il marchio e l’alone “Made in Germany”, ma la sostanza c’è. Considerando che, come già evidenziato sopra, la Leon è basata sulla piattaforma MQB condivisa con la Volkswagen Golf. Ci vorrà tempo per farlo capire, ma chi la prova su strada si accorgerà delle analogie rispetto a sicurezza, comfort, tecnologia e prestazioni. In più, per convincere il cliente flotte, c’è uno specifico allestimento Business che, per quel che offre, consente di risparmiare il 27%.



di Giampiero Bottino

DRIVE

A CACCIA DEL R

iusciranno le flotte a risvegliare un mercato dell'auto che sembra in coma irreversibile? Difficile ipotizzarlo, perché nel nostro Paese il peso sulle vendite totali delle auto intestate alle aziende resta largamente inferiore alla media continentale e perché la stretta dei provvedimenti governativi non ha risparmiato il settore. Il suo peso comunque cresce, ma in una sorta di competizione in retromarcia: l'insieme società + noleggio è passato dal 33,7% del 2011 al 36% del mercato complessivo con cui si è chiuso lo scorso anno, seppur con numeri assoluti in un regresso da 592.000 a 511.000 unità. Nella prima parte di quest'anno una boccata di ossigeno potrebbe essere arrivata dai 40 milioni di incentivi per l'acquisto di auto ecologiche (elettriche, ibride, a gas) concessi soprattutto a imprese e partite IVA. Un tesoretto che potrebbe valere - secondo i calcoli più accreditati - poco più di 30.000 automobili "verdi".

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Numero non certo destinato a sconvolgere gli equilibri di un mercato comunque in affanno, ma che potrebbe dare un segno del cambiamento nei confronti di un comparto i cui problemi sono stati ignorati proprio quando la crisi mordeva di più. Nello specifico caso dell'auto aziendale, una cura ricostituente, anche se blanda, è sempre meglio dell'assenza di cure. Questo almeno è quanto sem-

brano pensare le Case automobilistiche, che vedono nel mondo corporate un'ancora di salvezza alla quale aggrapparsi durante la fase più dura della tempesta perfetta che sta sconvolgendo il settore nell'attesa (e nella speranza) che prima o poi anche i privati ritrovino la strada delle concessionarie. Si moltiplica l'offerta di modelli e di versioni realizzati per la clientela business, e quindi con particolare

attenzione al contenimento dei costi di gestione e dei consumi, al mantenimento del valore nel tempo, alla concretezza dei contenuti. Modelli di tutte le caratteristiche e le misure (persino la nuova Renault Clio ha una versione aziendale), spesso contraddistinti da alimentazioni alternative che proprio tra le aziende potrebbero trovare, anche per motivi d'immagine, un'accoglienza favorevole.


MANAGER È un panorama sempre più articolato in cui cerca di farsi strada anche chi in precedenza non aveva mai prestato attenzione alle flotte per concentrarsi su un mercato privati capace di garantire - vista con gli occhi di oggi, sembra fantascienza - numeri importanti e redditività più elevata. Il tutto senza dimenticare una tendenza che la crisi ha affermato anche in questo campo: il downgrading, che vede molti utilizzatori di vetture corporate ripiegare su modelli di segmento inferiore, senza però accettare troppe rinunce in termini di equipaggiamenti e dispositivi di bordo. Emblematico il caso della Toyota, a lungo indifferente al richiamo dell'auto aziendale che ha cominciato a diventare appetibile con l'arrivo della Avensis berlina e station wagon di seconda generazione. Un'escalation discreta e progressiva, che ha registrato evidenti successi in una particolare "specialità" delle flotte, quella dei tassisti conquistati in molte grandi città dalle doti

della Prius ibrida. In ottica aziendale, il modello di punta della casa giapponese è oggi probabilmente l'Auris, la vettura compatta che ha appena salutato l'arrivo della nuova generazione e che per la prima volta affianca alla berlina la station wagon, denominata Touring Sports. Il fiore all'occhiello della gamma, almeno per le flotte aziendali, potrebbe essere la versione ibrida spinta dal benzina 1.8 da 136 cv abbinato al motore elettrico. Buone prestazioni (la velocità massima è di 180 all'ora) per emissioni di CO2 - e quindi consumi - quasi da primato: tra 87 e 91 g/km. Interessante, sempre nell'ambito di questa soluzione tecnologica, la proposta della Peugeot con la station wagon 508 RXH dall'aspetto avventuroso - assetto rialzato e protezioni sottoscocca - che grazie all'esclusiva tecnologia Hybrid4 mette a disposizione, quando occorre, la trazione integrale grazie al motore elettrico collegato alle ruote posteriori, mentre quello a com-

bustione interna trasmette la potenza a quelle anteriori. I 200 cv ne fanno una vettura dalle prestazioni rilevanti (213 km/h la velocità di punta), ma con consumi contenuti ed emissioni di CO2 limitate a 107 g/km. Merito dell'inedito ibrido diesel che sfrutta il meglio di entrambe le alimentazioni, a gasolio ed elettrica. Da notare che la marca francese prevede per i modelli più adatti alle flotte (308, 508 berlina e wagon, monovolume 5008 e crossover 3008) un allestimento non a caso denominato Business. Medesima tecnologia ibrida (ma pure un'ampia gamma di propulsori convenzionali diesel e benzina) per la DS5 della Citroën, ammiraglia dell'altro

brand del gruppo francese. Non a caso si tratta della vettura usata dal presidente Hollande durante la cerimonia d'insediamento. Se l'Hybrid4 ha un prezzo abbastanza salato (si parte da 38.100 euro), la DS5 con il turbodiesel 1.6 eHdi da 115 cv con lo Start & Stop di seconda generazione per prezzi e consumi sembra fatto apposta per le flotte, con un listino che parte da 29.850 euro ed emissioni di CO2 di 114 g/km, un livello davvero contenuto per una corposa berlina a propulsione convenzionale. Da notare che anche la Citroën, come i "cugini" Peugeot, ha a listino l'allestimento Business anche con C4 berlina e Picasso monovolume, DS4, C5 berlina e station. ➔

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L'attenzione a costi e consumi ricorrendo alle tecnologie più avanzate caratterizza anche una regina delle flotte come la Mercedes Classe E, appena uscita da un restyling così approfondito da far quasi pensare a una nuova generazione. Tra le tante versioni che caratterizzano la gamma spiccano le versioni a bassi consumi e ridotto impatto ambientale. Tra queste, la E220 CDI con il 2.2 da 170 Cv garantisce, grazie ai dispositivi BlueEfficiency, emissioni di CO2 di soli 119 g/km. Meglio, nella nuova gamma, fa solo l'ibrido diesel della E300 BlueTec Hybrid che - nonostante i 204 Cv erogati dal suo 2.2 - si distingue per le emissioni di CO2 di 107 g/km. Da notare che, proprio per andare incontro alle esigenze dei clienti business, Mercedes-Benz Italia ha creato

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il nuovo allestimento Executive caratterizzato da un ottimo rapporto valore/prezzo e da dotazioni come i cerchi da 17 pollici (da 16" per la E220 CDI e la Hybrid), la predisposizione per il navigatore Becker, i fari a Led e i sistemi di sicurezza Pre-Safe, di prevenzione delle collisioni e di monitoraggio del livello d'attenzione del guidatore. Il listino della nuova classe E parte da 39.980 euro per la berlina e da 42.280 per la station wagon. BMW, altro fornitore privilegiato di business car, ha da poco rinnovato la Serie 3 Touring, storicamente una delle station wagon preferite dalle flotte, ora disponibile anche nell'allestimento Business abbinato al cambio automatico. Il motore è un 2.0 turbodiesel declinato nei livelli di potenza di 116, 143 e 184 Cv per un li-

stino compreso tra 35.650 e 42.500 euro ed emissioni di CO2 da 119 a 124 g/km. Contemporaneamente è stata lanciata la prima Serie 3 ibrida, disponibile solo con carrozzeria berlina: nonostante i 340 Cv la spingano fino a 250 km orari (limitati elettronicamente), le emissioni si fermano a 139 g/km, valore contenuto in rapporto alla potenza, ma pur sempre più elevato rispetto agli efficienti diesel dell'allestimento Business. Poiché la tecnologia ha un costo, il prezzo della Active Hybrid 3 parte da 55.700 euro. Tra le marche che scommettono sulle aziende merita considerazione la Skoda, il brand ceco del gruppo Volkswagen la cui filiale italiana ha appena allestito una gamma pensata per le specifiche esigenze delle flotte. Il nuovo allestimento Executive, dall'ottimo rapporto contenuti/prezzo, è disponibile con i modelli Octavia berlina e wagon, Rapid e Superb wagon. Le prime due dispongono del turbodiesel 1.6 da 105 Cv abbinato nel caso della Rapid al solo cambio manuale a 5

marce, mentre la Octavia propone in alternativa anche l'automatico doppia frizione DSG. Prezzi di 20.120 euro per la Rapid e di 23.120 per l'Octavia berlina, mentre la wagon ne costa 1.000 in più. Più articolata l'offerta dell'ammiraglia Superb Wagon, che propone l'alternativa tra i 2.0 TDI da 140 e 170 cv, quest'ultima abbinata solo al cambio DSG. Entrambe le motorizzazioni sono poi disponibili anche con la trazione integrale 4x4, per un listino che parte da 31.530 euro. In sintonia con la tendenza al downgrading, la Focus berlina e wagon, compatta di Casa Ford, ha arricchito l'allestimento Business con il controllo della velocità completo di limitatore, un dispositivo particolarmente utile quando si è al volante di un'auto intestata all'azienda per non incorrere in sanzioni. Disponibile con i turbodiesel Tdci 1.6 da 95 e 115 Cv e 2.0 da 115 Cv abbinato al cambio a doppia frizione Powershift, la Focus Business ha prezzi che partono da 20.500 euro (750 in più nel caso della wagon).



TOGETHER

di Alberto Motti

Continui piccoli adeguamenti a un Codice della strada ormai trentennale faticano a tenere il passo coi tempi e con le norme europee. Dal 2013 le multe aumentano del 6%. Nuove disposizioni per le patenti e obbligo di soccorrere gli animali feriti. Sfumati registrazione del conducente e omicidio stradale.

I

l Codice della Strada italiano è vecchio, è stato parzialmente modificato nel 1993, e i periodici “tagliandi” e aggiornamenti gli consentono a mala pena di tenere il passo, figurarsi se riesce a rendersi innovativo in materia di circolazione stradale. Sono anni, che si discute di un nuovo codice, molto agile e snello, suddiviso in due parti, una destinata agli automobilisti, l’altra, molto più tecnica, riservata agli operatori, contenente, per esempio, le norme relative a manutenzione e costruzione delle strade. Ma mentre le commissioni parlamentari si susseguono senza riuscire a proporre un documento organico, le moderne necessità e l’adeguamento alle normative europee impongono continui rappezzi al già liso tessuto normativo. In tutto questo, però, non si ferma l’aumento delle multe. Ogni biennio, automaticamente, le sanzioni si adeguano al costo della vita. Dal 1° gennaio, ogni sanzione è cresciuta del 6%. Divieto di sosta da 39 a 41 euro, per esempio. Altre norme sbandierate ai quattro venti, invece, si trasformano in nulla di fatto, come la registrazione del conducente. Innanzitutto la norma era poco chiara, chi utilizzava abitualmente per periodi più lunghi di 30 giorni un veicolo che non gli era intestato, avrebbe dovuto registrarsi sulla carta di circolazione (dove? Non è

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previsto uno spazio e bisogna rispettare i “format” dei documenti richiesti dall’Unione europea). Posto che i privati avrebbero evitato l’obbligo, perché come si fa a dimostrare che tizio ha prestato a caio l’auto per più di un mese? “Ce l’ho qualche giorno, la mia è dal meccanico”. Quindi la norma faceva riferimento di fatto alle sole flotte, presumibilmente per identificare i guidatori cui sottrarre punti in caso di infrazioni di una certa gravità, che se la cavano pagando un po’ di più (chi non comunica il nome del guidatore è sottoposto a un’ulteriore sanzione di 263 euro). Come in un buco nell’acqua si è dissolto anche l’omicidio stradale, proposto per punire più severamente chi causa incidenti gravi sotto l’effetto di alcol o droghe. Ma il Codice non si ferma. La legge 120 del 2010 prevedeva l’obbligo di fermarsi a prestare soccorso agli animali coinvolti in un incidente stradale. Nel 2013 è arrivato il decreto attuativo. Il responsabile dell’incidente, che si sottrae al soccorso dell’animale, può essere soggetto a una sanzione che va dai 389 ai 1.559 euro. Nel caso si sia solo coinvolti, ma non colpevoli dell’incidente, se non si soccorre l’animale si rischia una multa tra 78 e 311 euro. Non esistendo in Italia un numero unico di “pronto soccorso veterinario”, resta il concreto dubbio di cosa si

LA FABBRICA DEL CODICE debba fare qualora si investa, per esempio, un cinghiale. Dallo scorso anno, inoltre, è possibile la guida accompagnata: i diciassettenni titolari di patenti A1 o B1 che abbiano frequentato un apposito corso di guida possono guidare veicoli equivalenti a quelli dei neopatentati (rapporto potenza/peso non superiore a 55 kW/ton e potenza massima pari a 70 kW) con a bordo un accompagnatore, designato al momento della domanda, di età non superiore ai 60 anni, con patente B o superiore da almeno 10 anni.

Nota positiva: il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti ha emanato una direttiva che obbliga gli enti locali a uniformarsi nell’emanazione di ordinanze su pneumatici invernali o catene a bordo. Il periodo interessato dall'obbligo va compreso tra il 15 novembre e il 15 aprile (ma può essere più ristretto) e l'ordinanza dell'ente proprietario della strada deve essere redatta utilizzando il modello ministeriale. Esclusi dall’obbligo moto e ciclomotori, fermi però con nevicate in atto o neve o ghiaccio sulle strade.


Le nuove patenti Le novità introdotte dal 19 gennaio, che recepiscono la normativa comune europea sulle patenti, dispiegano i maggiori effetti sulle patenti A, per motociclisti, che vengono suddivise in 4 livelli: AM, 14 anni, per i ciclomotori, A1 dai 16 per i 125 cc, A2 da 18 anni per moto con potenza massima di 35 kW e A per moto a potenza libera: sono necessari due anni di patente A2 oppure si può prendere direttamente, ma a 24 anni. Tra uno step e l’altro è sempre obbligatorio l’esame pratico. Ma ci sono novità anche per le quattro ruote, anche se non cambia la patente B: viene introdotta la B1, si può prendere a 16 anni e consente di portare i quadricicli “pesanti” (quelli leggeri, da 45 km/h e con targa da ciclomotore si guidano con la patente AM dopo un esame pratico dedicato) di massa a vuoto fino a 400 kg (550, trasporto cose), escluse le batterie se elettrici, e potenza fino a 15 kW. Non abilita alla guida di motocicli. Solo a 18 anni si possono trasportare passeggeri. Le nuove C1 e D1 consentono rispettivamente di condurre autocarri di massa tra 3.500 e 7.500 kg, anche con rimorchio fino a 750 kg (18 anni) e veicoli per il trasporto di non più di 17 persone e lunghezza fino a 8 metri. (21 anni). Per la C e la D libera, i liniti di età sono 21 e 24 anni rispettivamente.

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di Francesca Carli

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er essere dive di Hollywood, a volte non serve avere due gambe mozzafiato: quattro ruote possono essere l’ideale. Il mondo del cinema e quello delle auto: un intreccio che spesso ha creato veri e propri miti e affascinato milioni di telespettatori. Ma quali sono le auto più famose di sempre del piccolo e grande schermo? La fantasia di sceneggiatori, registi e persino fumettisti ha alimentato dei veri “miti a motore”… Non solo cinema Anche sul piccolo schermo molte auto hanno lasciato traccia dopo il loro passaggio: una su tutte? La mitica Generale Lee, una Dodge Charger R/T del ‘69 di Hazzard, inconfondibile con la sua carrozzeria rossa e arancione con tanto di clacson in grado di intonare l’inno degli stati del Sud! Impegnati nella perenne fuga dallo sceriffo Rosco, i protagonisti Bo e Luke non perdevano occasione per lanciarsi (è il caso di dirlo!) in spericolate acrobazie fuoristrada, tanto che fu necessario usare ben 250 diversi esemplari dell’auto nell’arco di tutta la serie. Come dimenticare poi i

TOGETHER

DIVE A QUATTRO RUOTE membri dell’A-Team, che viaggiavano sul loro furgone nero modello GMC Vandura serie G del 1983, la Gran Torino di Starsky e Hutch, o i tre modelli di Ferrari guidati da Thomas Magnum nella serie Magnum P.I. (una 308 GTS del ‘79, una 308 GTSi dell’81 e una 308 GTS Quattrovalvole dell’84). Per non parlare dell’italianissima e decisamente meno testosteronica... Bianchina Berlina quattro posti guidata dal ragionier Ugo Fantozzi!

Da Scooby-doo a… Diabolik! La passione per le quattro ruote ha contagiato anche i cartoni animati, sconfinando addirittura nel mondo dei fumetti: chi non ricorda Mystery Machine, il furgone multicolor Chevrolet Van, su cui scorazzavano i protagonisti della serie d’animazione Scooby-doo, o la Wolkswagen VW Typ 1 delle commedie Disney dedicate al maggiolino Herbie?! Made in Disney Pixar il cartoon Cars, interamente dedi-

cato al mondo dei motori, con uno scapestrato parco macchine “capitanato” dalla fiammante Saetta McQueen e dal suo fido amico, il carro attrezzi Cricchetto! Abbiamo accennato al mondo dei fumetti: in questa carrellata di auto famose, infatti, non si può non dedicare qualche riga anche a quelle nate dalla matita dei più grandi disegnatori di tutti i tempi. La più famosa è forse la 313 di Paperino, che ha accompagnato generazioni ➔

La Gran Torino di Starsky e Hutch

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L’Aston Martin di James Bond

di piccoli lettori con la sua carrozzeria rossa e blu: nonostante si siano avvicendati numerosi disegnatori, nessuno ha mai messo mano al design di questa simpatica e leggendaria vettura, perfetta così, nel suo stile caricaturale. Obbligatorio citare anche il Maggiolone di Dylan Dog e la Jaguar E-Type di Diabolik. Batmobile, basta la parola Le auto di Batman sono una vera istituzione per gli appassionati del genere. Forse l’esemplare più originale in assoluto compare nei due episodi diretti da Christopher Nolan, Batman Begins e The Dark Knight: diverso da tutte le altre Batmobili, Tumbler è la sorprendente via di mezzo tra una Lamborghini e un carro armato. Nonostante non esista nulla di simile sulla scena commerciale automobilistica, Tumbler è stata realmente prodotta in un unico esemplare proprio in occasione delle riprese del film. La visibilità dall’interno

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era scarsissima, ecco perché la produzione decise di installare delle telecamere esterne collegate a degli schermi presenti nell’abitacolo: nonostante ciò, gli stuntmen professionisti hanno impiegato ben sei mesi di addestramento per imparare a guidare questa colossale vettura in totale sicurezza. 007: questione di optional Non c’è dubbio: la famosa spia britannica è l’eroe cinematografico che ha avuto per le mani le auto più esclusive di ogni epoca, anche se a onor del vero, nei libri di Ian Fleming - da cui trae origine il personaggio - l’unica vera auto di James Bond è sempre e solo l’Aston Martin. Sul grande schermo le vetture dell’agente segreto sono spesso dotate di optional da sogno, mai comparsi realmente sulle corrispettive vetture di serie. La BMW Z8 de Il mondo non basta, per esempio, presenta niente meno che un’armatura in titanio, un futuristico sistema

di guida a distanza e un paio di pratici lanciamissili terraaria a scomparsa (che forse, certe mattine nel traffico, verrebbero comodi a molti di noi, in effetti)! Questa BMW Z8 rivisita in chiave moderna le auto del passato, attualizzandone Herbie il Maggiolino

La Batmobile Tumbler


TOGETHER

gli elementi stilistici più caratterizzanti. Nel film del 1977 La spia che mi amava, James Bond guida invece una Lotus Esprit S1 capace - oltre che di lanciare missili, of course! addirittura di trasformarsi in avveniristico sottomarino, grazie alle ruote retrattili, che lasciano il posto a quattro eliche posteriori e a degli stabilizzatori laterali. Eleanor e Nicholas Cage… fuori in 60 secondi Negli anni ‘60 Carroll Shelby fondò in America un’azienda

automobilistica famosa per gli allestimenti speciali delle proprie auto, la Shelby-American. Proprio una Shelby, la GT500, è protagonista - al fianco del collega “umano” Nicholas Cage - del film Fuori in 60 secondi, remake dell’omonima pellicola del 1974, uscito nel 2000. Randall Memphis Raines deve portare a termine un furto di cinquanta autovetture di lusso in meno di settantadue ore. Le auto che sfilano sotto gli occhi degli spettatori sono Ferrari, Porsche, Lamborghini e Mercedes, solo per citarne

alcune… ma su tutte la regina è lei, Eleanor - Shelby GT500 del ’67 - vera e propria primadonna a quattro ruote, protagonista di uno degli inseguimenti più mozzafiato in assoluto di tutta la cinematografia. Eleanor, in realtà, è una rivisitazione del modello in produzione, rivista dall’illustratore di auto Steve Stanford. Ritorno al Futuro (con Giorgetto Giugiaro) Nei tre episodi della saga, Doc Emmett Brown riesce a rendere possibili i viaggi nel tempo proprio grazie a una Delorean, sapientemente modificata e resa capace di effettuare salti temporali dopo aver raggiunto la velocità di 88 miglia orarie! La Delorean DMC-12 è un’auto sportiva, costruita dall’azienda John Delorean Motor Company a Dunmurry, nel nord dell’Irlanda (fino al 1981). Forse non tutti sanno che opera del grande Giorgetto Giugiaro è il design della Delorean DMC12, con la sua carrozzeria in acciaio spazzolato e le due portiere ad ali di gabbiano. Ultima chicca? A parte due soli esemplari placcati in oro 24 carati, tutte le Delorean sono uscite dalla loro casa irlandese senza alcuna verniciatura o trattamento trasparente!

La Delorean di “Ritorno al Futuro”

Il Generale Lee, una Dodge Charger del 1969

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LA MACCHINA DEI NUMERI

di Alessandro Palumbo

IMMATRICOLAZIONI IN ITALIA DI AUTOVETTURE E FUORISTRADA di imprese e società Elaborazioni Centro Studi UNRAE Marca gen-dic 2012 gen-dic 2011 FIAT 74.863 85.419 VOLKSWAGEN 16.645 18.749 BMW 12.890 17.432 FORD 11.611 18.090 AUDI 11.506 15.143 PEUGEOT 11.401 11.356 LANCIA 10.636 11.123 MERCEDES 9.981 16.775 RENAULT 9.276 9.677 OPEL 8.937 9.740 NISSAN 8.264 8.821 SMART 8.116 11.541 CITROEN 8.079 10.965 HYUNDAI 6.776 3.968 TOYOTA 6.609 7.617 MINI 5.290 5.775 ALFA ROMEO 5.068 7.432 VOLVO 4.886 4.577 LAND ROVER 4.819 4.236 SKODA 2.484 2.731 SEAT 2.317 2.318 KIA 1.904 2.126 CHEVROLET 1.864 2.220 JEEP 1.858 2.431 DACIA 1.825 1.253 PORSCHE 1.578 2.175 HONDA 1.534 3.707 MAZDA 1.420 2.527 MITSUBISHI 945 2.351 SUZUKI 911 1.714 SUBARU 787 1.224 ABARTH 743 1.706 JAGUAR 606 685 GREAT WALL 560 526 LEXUS 392 608 ISUZU 391 419 SSANGYONG 384 397 TATA 232 538 MAHINDRA 134 302 FERRARI 117 263 DAIHATSU 93 520 INFINITI 88 238 MASERATI 55 297 LAMBORGHINI 45 56 DR 44 171 ALTRE 198 830 TOTALE 259.162 312.769

var % -12,4% -11,2% -26,1% -35,8% -24,0% 0,4% -4,4% -40,5% -4,1% -8,2% -6,3% -29,7% -26,3% 70,8% -13,2% -8,4% -31,8% 6,8% 13,8% -9,0% 0,0% -10,4% -16,0% -23,6% 45,7% -27,4% -58,6% -43,8% -59,8% -46,8% -35,7% -56,4% -11,5% 6,5% -35,5% -6,7% -3,3% -56,9% -55,6% -55,5% -82,1% -63,0% -81,5% -19,6% -74,3% -76,1% -17,1%

Peso % 2012 28,9% 6,4% 5,0% 4,5% 4,4% 4,4% 4,1% 3,9% 3,6% 3,4% 3,2% 3,1% 3,1% 2,6% 2,6% 2,0% 2,0% 1,9% 1,9% 1,0% 0,9% 0,7% 0,7% 0,7% 0,7% 0,6% 0,6% 0,5% 0,4% 0,4% 0,3% 0,3% 0,2% 0,2% 0,2% 0,2% 0,1% 0,1% 0,1% 0,0% 0,0% 0,0% 0,0% 0,0% 0,0% 0,1% 100,0%

Peso % 2011 27,3% 6,0% 5,6% 5,8% 4,8% 3,6% 3,6% 5,4% 3,1% 3,1% 2,8% 3,7% 3,5% 1,3% 2,4% 1,8% 2,4% 1,5% 1,4% 0,9% 0,7% 0,7% 0,7% 0,8% 0,4% 0,7% 1,2% 0,8% 0,8% 0,5% 0,4% 0,5% 0,2% 0,2% 0,2% 0,1% 0,1% 0,2% 0,1% 0,1% 0,2% 0,1% 0,1% 0,0% 0,1% 0,3% 100,0%

IMMATRICOLAZIONI IN ITALIA DI AUTOVETTURE E FUORISTRADA di imprese e società - TOP 20 Elaborazioni Centro Studi UNRAE n. 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20

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marca FIAT FIAT SMART FIAT MINI VOLKSWAGEN LANCIA FORD LANCIA FIAT BMW FIAT FIAT VOLKSWAGEN NISSAN OPEL FORD RENAULT MERCEDES NISSAN TOTALE

modello PANDA PUNTO FORTWO 500 MINI GOLF YPSILON FIESTA MUSA BRAVO SERIE 3 FREEMONT IDEA TIGUAN MICRA ASTRA FOCUS CLIO CLASSE A QASHQAI

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gen-dic 2012 34.567 18.458 8.114 6.119 5.290 4.770 4.631 4.132 3.996 3.656 3.484 2.956 2.615 2.582 2.559 2.515 2.504 2.503 2.391 2.385 259.162

peso % 13,3% 7,1% 3,1% 2,4% 2,0% 1,8% 1,8% 1,6% 1,5% 1,4% 1,3% 1,1% 1,0% 1,0% 1,0% 1,0% 1,0% 1,0% 0,9% 0,9% 100,0%

n. 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20

marca FIAT FIAT SMART FIAT FIAT FORD LANCIA MINI FORD FIAT VOLKSWAGEN MERCEDES FIAT BMW VOLKSWAGEN AUDI ALFA ROMEO CITROEN ALFA ROMEO FIAT TOTALE

modello PANDA PUNTO FORTWO 500 BRAVO FIESTA YPSILON MINI FOCUS SEDICI GOLF CLASSE A IDEA SERIE 5 POLO A4 GIULIETTA C3 MITO QUBO

gen-dic 2011 27.009 23.718 11.539 10.055 6.947 6.229 6.107 5.775 5.413 5.286 5.133 4.968 4.922 3.779 3.712 3.299 3.027 3.008 2.921 2.890 312.769

peso % 8,6% 7,6% 3,7% 3,2% 2,2% 2,0% 2,0% 1,8% 1,7% 1,7% 1,6% 1,6% 1,6% 1,2% 1,2% 1,1% 1,0% 1,0% 0,9% 0,9% 100%


PROFIT

IMMATRICOLAZIONI IN ITALIA DI AUTOVETTURE E FUORISTRADA di società di noleggio Elaborazioni Centro Studi UNRAE Marca gen-dic 2012 gen-dic 2011 var % FIAT 63.084 74.180 -15,0% VOLKSWAGEN 20.434 22.054 -7,3% FORD 17.603 20.238 -13,0% PEUGEOT 17.420 16.934 2,9% LANCIA 16.198 15.129 7,1% AUDI 15.437 17.335 -10,9% BMW 13.708 11.676 17,4% RENAULT 13.403 16.657 -19,5% MERCEDES 12.483 10.990 13,6% OPEL 12.043 17.992 -33,1% CITROEN 11.294 11.587 -2,5% ALFA ROMEO 11.252 12.143 -7,3% NISSAN 4.730 4.612 2,6% VOLVO 3.656 4.140 -11,7% SMART 3.031 3.878 -21,8% HYUNDAI 3.007 4.058 -25,9% CHEVROLET 1.952 1.099 77,6% SKODA 1.928 2.545 -24,2% LAND ROVER 1.553 830 87,1% MINI 1.510 1.547 -2,4% TOYOTA 1.491 1.939 -23,1% SEAT 1.282 2.016 -36,4% JEEP 650 524 24,0% SUBARU 577 1.047 -44,9% DACIA 340 97 250,5% MAZDA 287 628 -54,3% PORSCHE 251 254 -1,2% SUZUKI 199 293 -32,1% HONDA 182 832 -78,1% JAGUAR 182 195 -6,7% MITSUBISHI 180 298 -39,6% KIA 153 231 -33,8% LEXUS 122 98 24,5% SSANGYONG 115 14 721,4% DAIHATSU 55 58 -5,2% ALTRE 181 1.490 -87,9% TOTALE 251.973 279.638 -9,9%

Peso % 2012 25,0% 8,1% 7,0% 6,9% 6,4% 6,1% 5,4% 5,3% 5,0% 4,8% 4,5% 4,5% 1,9% 1,5% 1,2% 1,2% 0,8% 0,8% 0,6% 0,6% 0,6% 0,5% 0,3% 0,2% 0,1% 0,1% 0,1% 0,1% 0,1% 0,1% 0,1% 0,1% 0,0% 0,0% 0,0% 0,1% 100,0%

Peso % 2011 26,5% 7,9% 7,2% 6,1% 5,4% 6,2% 4,2% 6,0% 3,9% 6,4% 4,1% 4,3% 1,6% 1,5% 1,4% 1,5% 0,4% 0,9% 0,3% 0,6% 0,7% 0,7% 0,2% 0,4% 0,0% 0,2% 0,1% 0,1% 0,3% 0,1% 0,1% 0,1% 0,0% 0,0% 0,0% 0,5% 100,0%

IMMATRICOLAZIONI IN ITALIA DI AUTOVETTURE E FUORISTRADA di società di noleggio - TOP 20 Elaborazioni Centro Studi UNRAE n. 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20

marca FIAT FIAT FIAT ALFA ROMEO LANCIA FORD VOLKSWAGEN OPEL VOLKSWAGEN FORD AUDI FIAT FIAT RENAULT PEUGEOT PEUGEOT LANCIA BMW RENAULT MERCEDES TOTALE

modello PANDA PUNTO 500 GIULIETTA YPSILON FOCUS PASSAT ASTRA GOLF C-MAX A4 BRAVO FREEMONT MEGANE 508 308 DELTA SERIE 3 CLIO CLASSE C

gen-dic 2012 21.355 14.632 14.235 9.858 8.276 5.962 5.922 5.507 5.492 5.418 5.271 5.206 4.751 4.538 4.406 4.095 4.065 4.055 4.033 3.854 251.973

peso % 8,5% 5,8% 5,6% 3,9% 3,3% 2,4% 2,4% 2,2% 2,2% 2,2% 2,1% 2,1% 1,9% 1,8% 1,7% 1,6% 1,6% 1,6% 1,6% 1,5% 100%

n. 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20

marca FIAT FIAT FIAT ALFA ROMEO FIAT OPEL VOLKSWAGEN AUDI LANCIA VOLKSWAGEN RENAULT OPEL FORD CITROEN LANCIA FORD RENAULT CITROEN FORD PEUGEOT TOTALE

modello PUNTO PANDA 500 GIULIETTA BRAVO ASTRA PASSAT A4 DELTA GOLF MEGANE INSIGNIA FIESTA C3 MUSA C-MAX CLIO C4 FOCUS 308

gen-dic 2011 24.438 19.758 17.032 9.243 8.131 7.567 7.226 6.983 6.736 6.679 6.477 6.173 5.714 4.480 4.440 4.191 3.950 3.944 3.942 3.882 279.638

peso % 8,7% 7,1% 6,1% 3,3% 2,9% 2,7% 2,6% 2,5% 2,4% 2,4% 2,3% 2,2% 2,0% 1,6% 1,6% 1,5% 1,4% 1,4% 1,4% 1,4% 100%

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PROFIT

PREZZI MACRO VOCI SETTORE AUTOMOTIVE var. % vs mese anno precedente

fonte: elaborazioni Fleet&Mobility su dati ISTAT

PREZZI VOCE “SPESE DI ESERCIZIO” var. % vs mese anno precedente (non è evidenziata la voce “carburanti e lubrificanti”)

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fonte: elaborazioni Fleet&Mobility su dati ISTAT




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