Carfleet numero 61 gennaio 2016

Periodico trimestrale numero 61 gennaio 2016

Infiniti Q30

la berlina anticonformista

People

2016: pronti, partenza, via.

Senza abbassare la guardia. È questo lo spirito appropriato per andare incontro a un anno che si presenta come sempre con luci ed ombre. Queste ultime, che hanno come al solito una risonanza preponderante, raccontano un'abbondanza di tensioni politiche ed economiche come non si vedeva da anni. Dalle più vicine alle più distanti, ma non per questo meno preoccupanti e certo non di minore impatto.

Ma le luci ci sono e sono confortanti, perché brillano di domanda interna.

I dati 2015 sul commercio e sui consumi sono generalmente positivi, segno di un'inversione di tendenza trasversale ai diversi comparti. Il settore dell'auto è decisamente uscito dalle secche in cui sembrava arenato da oltre due anni. Sicuramente le immatricolazioni sono ben distanti dai livelli del decennio scorso, durante il quale l'Italia assorbì 23 milioni di nuove automobili, ma gli operatori sono consapevoli che alla contrazione dovuta alla crisi s'è aggiunta una modifica strutturale della domanda, il cui livello normale viene indicato tra 1,7 e 1,8 milioni di targhe all'anno. I costruttori e i distributori si sono nel frattempo attrezzati per stare in equilibrio su livelli di business inferiori al passato, al punto che i 4 miliardi in più spesi dagli Italiani per acquistare nuove macchine (per complessivi 29,4 miliardi di euro) hanno dato una boccata di ossigeno salutare e decisiva.

Nello specifico del nostro ambito di attività, dobbiamo registrare che quasi un quarto del maggior valore viene dal noleggio (+900 milioni di acquisti rispetto al 2014) e di questo, due terzi (600 milioni in più, per complessivi 3,8 miliardi di euro) sono stati prodotti dal noleggio a lungo termine. Anche qui, non si tratta solo dell'effetto della ripresa, che pure fa sentire la sua forza trainante. Stiamo assistendo a un nuovo ciclo di adozione della formula del noleggio a lungo termine, da parte di clienti nuovi, che fino ad oggi avevano acquistato la macchina, magari con un finanziamento o un leasing. È un cambiamento strutturale, simile a quanto avvenuto con le flotte medie e grandi nei dieci anni a cavallo del secolo. È frutto di una domanda che non si esaurisce nell'acquisizione del mezzo, ma vuole comprare anche tutti i servizi necessari alla sua gestione.

Noi di LeasePlan non ne siamo sorpresi, perché da anni stiamo lavorando per farci trovare pronti anche da questa nuova e diversa clientela, che ha bisogni specifici e vuole giustamente risposte adeguate. A cominciare dal linguaggio. Siamo stati i primi a rivolgerci direttamente al mondo retail, parlando loro con le forme tipiche di comunicazione, quali la pubblicità televisiva.

Proseguiamo dunque con ottimismo, senza ignorare che potrebbero presentarsi nuove sfide, per le quali essere pronti e in equilibrio.

Alfonso Martínez Cordero Managing Director LeasePlan Italia Spa

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Sommario

Editore LeasePlan Italia Spa viale Alessandro Marchetti, 105 00148 Roma telefono: +39 06 96707428 email: carfleet@leaseplan.it www.leaseplan.it Direttore editoriale Alfonso Martínez Cordero Direttore responsabile Mauro Manzoni Direttore scientifico Pier Luigi del Viscovo Capo redattore Alessandro Palumbo Art director Indro Uttinacci Hanno collaborato Gianpiero Bottino Francesca Carli Pier Luigi del Viscovo Nicola Desiderio Marco Di Pietro Alessandro Palumbo Prove su strada a cura di Nicola Desiderio Pubblicità GDN Marketing & Comunicazione Srl gianpiero.denigro@libero.it

Carfleet 61 gennaio 2016 05 L’Italia: un bicchiere mezzo pieno da riempire 49ª edizione del Rapporto Censis

08 A colloquio con Alfonso Martínez, AD di LeasePlan Italia I numeri, le strategie e i progetti di LeasePlan

38 Veicoli commerciali: eppur si muovono Mercato e noleggio dei LCV

42 Mercedes manager oriented Intervista a M. Gardoni, responsabile flotte di Mercedes Benz Italia

44 Mini Clubman 12 Fleet Manager 2016.

Piccola a chi?

Parola d’ordine: flessibilità Le sfide per il fleet manager nel nuovo anno

16 Power sharing Un’onda energetica in movimento

22 Infiniti Q30 Dimensione Europa

26 Mercedes GLC Stella a tutto tondo

Stampa Modulgraf Srl Via di Santa Procula, 23/23A 00040 Pomezia (Roma)

48 Opel Astra A cuor leggero

52 Sì viaggiare… sul maxischermo I viaggi a bordo delle auto nel mondo del cinema

Registrazione Tribunale di Milano n.98/1997 Tiratura: 15.000 copie

56 Tokio: il futuro è qui Reportage dal salone dell’auto giapponese

60 Il sistema Goodyear per le flotte 30 News on the road

Intervista a A. Fanasca, Fleet Manager di Goodyear Dunlop Italia

62 La macchina dei numeri Il mercato società e noleggio e i prezzi dell’automotive

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Trend

di Pier Luigi del Viscovo

Il Censis fotografa l’Italia:

un bicchiere mezzo pieno

da riempire Il bicchiere mezzo vuoto riporta una popolazione che ancora non si fida del tutto della ripresa. Che non ha capito se ciò che brucia è un fuoco di paglia congiunturale, dovuto al petrolio a buon mercato e al quantitative easing della BCE, o c’è anche un sostanziale cambiamento.

Fatto sta che, secondo il Censis, “nell'Italia dello zero virgola, in cui le variazioni congiunturali degli indicatori economici sono ancora minime, continua a gonfiarsi la bolla del risparmio cautelativo e non si riaccende la propensione al rischio.”

Dal 2007 al 2011 la ricchezza delle famiglie italiane aveva

Giunto alla 49ª edizione, il Rapporto Censis analizza e interpreta i fenomeni socio-economici dell’Italia; riportiamo quelli più significativi e li leggiamo attraverso un’intervista al Direttore Generale del Censis, Massimiliano Valerii. subito un crollo del 13%. Nel 2015 il Censis fotografa che 9 di quei punti sono stati recuperati. Ma ci sono delle differenze nella composizione di questa ricchezza, intesa come attività finanziarie (escluse dunque le attività immobiliari, ad esempio).

Nel 2007 meno di un quarto delle attività erano in forma liquida, nel 2015 siamo quasi a un terzo. Le attività detenute in forma di azioni si sono sgonfiate, ma poi dal 2011 si registra

un recupero. Non così per le attività obbligazionarie, che sono state quasi dimezzate.

Oltre alla liquidità, gli Italiani hanno optato in maniera crescente per le assicurazioni e i fondi pensione, che sono aumentati di oltre il 20%.

Ma il bicchiere è anche mezzo pieno. Noi Italiani abbiamo certo tanti difetti, come tutti i popoli, ma di sicuro non siamo stupidi, tutt’altro. In questi anni ci siamo misurati con la crisi più profonda e – per que-

sto – più lunga dal dopoguerra.

Abbiamo guardato negli occhi i nostri peggiori difetti.

Ma abbiamo anche tirato fuori le risorse migliori. Quelle che di volta in volta erano utili alla bisogna. Tirare la cinghia, stringendoci attorno a legami familiari tuttora solidissimi, quando non si scorgeva nemmeno la luce in fondo al tunnel.

Poi, quando abbiamo capito che non si trattava della solita crisi passeggera, abbiamo cominciato a ripensare alcuni tratti di fondo del nostro approccio economico, per definire un diverso modo di stare al mondo e creare ricchezza.

Secondo il Censis, “c'è una piattaforma di ripartenza del Paese: una geografia dei vincenti che gioca sul driver dell'ibridazione di settori e competenze tradizionali.

Che così si trasformano: è il nuovo Italian style”. ➔

Fonte: Censis 2015

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Trend

Allora, bicchiere mezzo vuoto o mezzo pieno? Più probabilmente, mezzo da riempire. Ci siamo anche preparati a rimetterci in gioco, ma ancora non ce la sentiamo di scommettere che il contesto sia favorevole, e dunque esitiamo a fare la prima mossa: “una società a bassa autopropulsione, che non ritrova il gusto del rischio” – ha sintetizzato Giuseppe De Rita.

Ma la fiducia ritrovata si può testimoniare in tanti modi, non solo prendendo dei rischi in prima persona. I consumi, e segnatamente quelli di beni durevoli, sono appunto stati premiati dagli Italiani. Il ciclo declinante del consumo di beni durevoli, iniziato nel 2007 e protrattosi fino al 2013, ha registrato una ripartenza: dalla seconda metà del 2014 e per tutto il 2015 sono stati proprio i beni durevoli a trainare la ripresa dei consumi familiari.

Le analisi previsionali presentano uno scenario incorag-

giante. Tra coloro che in famiglia assumono la responsabilità degli acquisti principali, la quota di chi dichiara di avere fiducia nel futuro (40%) è quasi doppia rispetto a quella di chi non vede segnali positivi

(22%), mentre la parte restante (38%) è ancora incerta. Questa ritrovata fiducia si riflette sulle intenzioni di acquisto: il 5,7% delle famiglie (più del doppio rispetto all'anno scorso) ha intenzione di comprare un'auto

nuova, il 5,7% nuovi mobili per la casa, l'11,2% nuovi elettrodomestici (quasi 3 milioni di famiglie), il 9,2% ha intenzione di ristrutturare l'immobile. Sono potenzialità nei consumi da scongelare.

A parte la lettura dei fenomeni attuali, che emerge dal Rapporto annuale del Censis, come siamo cambiati nel lungo periodo? In cosa è diversa la comunità degli Italiani di oggi rispetto a quella espressa dai nostri predecessori, quelli che abitavano il Paese negli anni ’70 e ’80? Lo abbiamo chiesto a Massimiliano Valerii, neo direttore generale del Censis, in un incontro esclusivo riservato a CarFleet.

Nella seconda parte del secolo scorso la popolazione appariva aggregata intorno a ideologie e valori molto definiti. Con una semplificazione potremmo descrivere la società come un triangolo diviso verticalmente in due metà, ciascuna delle quali si riconosceva in una visione della società diversa. Ognuna delle due parti esprimeva, nella parte alta del triangolo, un ceto politico che la rappresentava e che si contrapponeva all’altro, in modo netto, forte, esplicito.

Possiamo immaginare che la linea di demarcazione delle due metà fosse un muro?

Magari un muro che stava a Berlino?

Beh, senz’altro quel muro divideva ben più che una città.

E oggi, come si presenta quel triangolo? C’è ancora?

Sì, l’immagine del triangolo possiamo usarla anche oggi, però lo dividerei non più in verticale, ma in orizzontale.

Ci aiuti a capire, per favore.

Oggi non riscontriamo demarcazioni forti, aggreganti e consolidate nella popolazione. Non ci sono più due blocchi ideologici, valoriali e culturali. Anche se i contrasti continuano ad esserci, sono piuttosto mobili e vedono in campo aggregazioni che definirei “a perimetro variabile”. Di contro, osserviamo uno scollamento forte tra la società civile e il ceto politico.

La gente non si identifica come un tempo nei suoi rappresentanti, anche quando li vota. E non li considera così contrapposti come erano un tempo e come ancora vorrebbero apparire.

Cosa è successo? Perché siamo arrivati a questo punto?

La nostra lettura è che sono entrate in crisi le rappresentanze intermedie, quelle cinghie di trasmissione che tradizionalmente raccoglievano dalla base, dai diversi gruppi sociali, istanze, bisogni, aspettative e – sistematizzate – le trasferivano poi nelle sedi di decisione.

Ma oggi che i vertici si relazionano e incontrano direttamente il corpo sociale, attraverso la televisione e i social media, non è venuto meno il compito di trasferire, di trasportare anche fisicamente le informazioni?

La novità è che la personalizzazione della politica, cominciata con Craxi negli anni ’80, oggi si sposa con la disintermediazione digitale, che bypassa tutto e permette di comunicare direttamente. Ma dobbiamo capire anche che adesso il gioco si è spostato a un livello più alto. Le decisioni determinanti non sono quelle di politica nazionale, ma quelle che si prendono a Brussels o a Francoforte, o addirittura nei mercati finanziari internazionali.

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A colloquio con

Alfonso Martínez, AD di LeasePlan Italia Il 2015 è stato un anno importante per LeasePlan. Quali i risultati a livello mondiale?

LeasePlan conferma la sua leadership sul mercato mondiale con il raggiungimento del traguardo di 1.5 milioni di veicoli.

LeasePlan è la prima azienda di gestione delle flotte e di mobilità aziendale nel mercato globale del noleggio a raggiungere un tale traguardo, una pietra miliare nel settore di riferimento.

Nei 32 paesi in cui opera, la sua flotta ha superato il traguardo di 1.5 milioni di veicoli, rispetto agli 1.3 milioni del 2010.

Si tratta di un aumento dell’8% su base annua nel numero di veicoli gestiti da LeasePlan.

E quale la strategia futura?

Manteniamo sempre la stessa vision “Essere riconosciuti come leader globali nella gestione della flotta e della mobilità” – con una strategia dei prossimi anni che sarà trainata dalla crescita.

Vogliamo continuare a rendere easier la gestione della flotta e la mobilità dei driver e restare leader sul mercato in tutto

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ciò che facciamo: nel servizio ai clienti, nell’innovazione dei prodotti e nelle soluzioni per la mobilità aziendale che proponiamo.

E come si è concluso il 2015 per LeasePlan Italia? Quali gli aspetti più importanti?

Anche in Italia il 2015 si è rivelato un anno particolarmente proficuo, con risultati superiori agli obiettivi, sia in termini di volumi che di profitto. Abbiamo chiuso l’anno con un fatturato di circa 800 milioni di Euro, senza dimenticare l'incremento della flotta che in 5 anni, nonostante la crisi, è cresciuto del 29% circa, passando dai 90.000 veicoli del 2010 ai circa 116.000 veicoli del 2015.

Siamo orgogliosi di aver ideato FlexiPlan, per un noleggio da 1 a 24 mesi con contratto flessibile e senza penali in caso di restituzione anticipata. Un prodotto che sta cambiando il mercato del noleggio a lungo termine e che ci conferma come player costantemente impegnato nel garantire soluzioni di mobilità a 360°, ca-

pace di adattarsi ai bisogni dei clienti e di declinare le loro necessità. Come nel caso dei veicoli commerciali, con massima attenzione al prodotto e conoscenza degli allestimenti necessari, alla Telematica, con soluzioni tecnologiche avanzate che consentono anche un’ottimizzazione dei costi oltre una forte attenzione alla sicurezza dei driver.

Negli ultimi anni LeasePlan si è concentrata in misura sempre maggiore sull’offerta di nuovi servizi innovativi rivolti alle PMI. Come conseguenza, questo settore è diventato il segmento a più rapido sviluppo, tra i clienti di LeasePlan, raggiungendo una crescita a due cifre, fino all’11% su base annua, dando impulso all’espansione della flotta dell’azienda a livello globale. Il trend estremamente positivo di questi ultimi 4 anni è stato coronato con un 2015 eccezionale, dove il nostro Gruppo ci ha inoltre assegnato un prestigioso riconoscimento di cui siamo molto fieri, il "Trophy of Excellence", che premia appunto la Country che si è distinta per le migliori perfomance di crescita e nell'innovazione della sua offerta.

People

E quali saranno i progetti del 2016?

L’anno si è appena concluso ma continuiamo a guardare avanti.

Dopo gli eccezionali successi e i risultati davvero incoraggianti del 2015 accogliamo con rinnovato entusiasmo il 2016, l’anno in cui LeasePlan Italia compie 25 anni dalla sua fondazione.

Abbiamo l’ambizione di perseguire continui miglioramenti rispetto alla crescita, alla eccellenza nei servizi operativi, all’innovazione incentrata sul cliente, sulla cultura aziendale e sullo sviluppo delle risorse umane.

Vogliamo continuare a supportare la crescita del segmento delle piccole e medie imprese e delle partite IVA aprendoci anche ai Privati.➔

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People

Quindi una nuova visione nel mondo delle flotte?

Prosegue la nostra missione di soddisfare tutte le esigenze di mobilità, aziendale e personale.

Non solo nuovi prodotti e servizi, ma la predisposizione a continuare ad ascoltare le esigenze dei clienti e a soddisfarle con proposizioni integrate che garantiscano una mobilità di ampio livello.

Abbiamo fatto e abbiamo la volontà di continuare con importanti investimenti in tecnologia, risorse e pubblicità perché crediamo nello sviluppo di questo mercato.

Grazie anche all’esperienza di più di 50 anni, abbiamo l’ambizioso e cruciale obiettivo di rappresentare nel mercato un interlocutore unico, un vero e proprio Mobility HUB per tutte le esigenze di mobilità.

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Service

di Marco Di Pietro

Fleet Manager 2016

parola d’ordine: Il mercato delle flotte aziendali è in ripresa, con il noleggio a lungo termine protagonista assoluto grazie a una crescita che sfiora i 20 punti percentuali. Nel 2015 le aziende sono tornate a sviluppare e a rinnovare i parchi auto: quest’anno, dunque, i segnali congiunturali sono tutti positivi: è perciò il momento di fare qualche riflessione su quali miglioramenti si possono apportare nell’acquisizione e nella gestione della flotta.

Il mercato cresce a ritmi sostenuti, ma si evolve in modo ancora più rapido. Per questo occorre conoscere e comprendere quali novità i fornitori stanno mettendo a disposizione dei clienti, per sfruttarne al massimo i vantaggi. Il fenomeno più significativo riguarda la flessibilità dell’offerta: il prodotto-servizio noleggio a lungo termine si sta trasformando in una vera opportunità di mobilità a 360 gradi. In sostanza, i noleggiatori sono sempre più propensi a fornire alle aziende una risposta unica e integrata per qualsiasi esigenza connessa ai trasferimenti di lavoro o per gli spostamenti professionali e personali degli assegnatari di un veicolo aziendale.

La flessibilità garantita dai fornitori oggi consente di trovare una risposta efficace

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Nel nuovo anno la parola d’ordine dei fleet manager sarà flessibilità, per continuare ad ottimizzare il total cost of mobility, mantenendo alta la qualità dei servizi, adattandoli alle nuove e diverse esigenze di mobilità. ed efficiente tramite il cosiddetto “mobinoleggio”, un neologismo sdoganato in occasione dell’ultimo convegno Aniasa, che ben identifica l’offerta integrata di servizi di mobilità, dai 5 minuti (attraverso il corporate car sharing) ai 5 o più anni (con il noleggio a lungo termine).

Il noleggio a medio termine Questo fenomeno appare a prima vista paradossale, se si considera che il periodo medio di locazione sta crescendo (siamo ormai a 42 mesi, contro i 37 di tre anni fa). In realtà le cose stanno diversamente: sono sempre di più le imprese che richiedono una maggiore flessibilità delle durate, almeno per una parte della flotta, perché la mobilità aziendale deve necessariamente fare i conti con un mercato del lavoro sempre meno votato all’inquadramento a tempo indeterminato e più disposto a soluzioni contrattuali di medio periodo, oppure legate a progetti speci-

fici, quasi sempre di consulenza esterna.

Le aziende, quindi, sono disposte a pagare un mark up di prezzo, pur di non impegnare risorse economiche su un periodo ritenuto giustamente troppo lungo.

La soluzione del mid term, inoltre, consente di rivedere la dimensione standard della flotta: renderla più snella e flessibile permette di abbattere i costi fissi, pur mantenendo una risposta efficace alle necessità di mobilità.

Già negli scorsi anni si è notata una variazione delle abitudini negli spostamenti lavorativi: le trasferte in auto stanno diminuendo, a favore di altri sistemi di mobilità (treno ad alta velocità ed aereo), così come delle modalità di contatto con i clienti, se non è necessaria la presenza fisica, perché possono essere agevolate dalle web-conference. Un utilizzo più intelligente dell’auto aziendale, insomma, può portare saving significativi, anche in termini di ottimizzazione del tempo lavorativo.

Service

“flessibilità” Il corporate car sharing La mobilità urbana è un altro tema che nel 2016 vedrà senz’altro un approccio differente rispetto al passato. Quando i fleet manager fanno bene i conti, si accorgono che le spese per gli spostamenti lavorativi downtown risultano essere una voce cospicua del budget, di entità tale che l’utilizzo del trasporto pubblico individuale (il taxi), o il rimborso chilometrico per l’uso dell’auto di proprietà, potrebbero essere sostituiti con un progetto di corporate car sharing assolutamente sostenibile dal punto di vista economico.

Con l’effetto “collaterale” non disprezzabile di poter mettere a disposizione, in orario non lavorativo, una flotta di veicoli per l’utilizzo privato, anche per i dipendenti non assegnatari. La dimensione aziendale non è più un ostacolo alla realizzazione di iniziative corporate di car sharing, come invece si pensava tempo fa: alcuni fornitori stanno proponendo soluzioni “intra-brand”, cioè accordi interaziendali tra imprese differenti che operano nello stesso contesto urbano e che possono mettere a fattore comune sia la flotta sia i parcheggi in condivisione (e ripartirne le spese).

La condivisione può rappresentare quindi la nuova frontiera anche per quella che è stata considerata negli scorsi anni la grande incognita delle flotte: l’auto elettrica. Quante sono le aziende che, colte dall’entusiasmo e dalla volontà di meritarsi una patente di “azienda green”, hanno investito sull’auto a impatto zero, per poi accorgersi che l’utilizzo effettivo è stato minore rispetto alle aspettative?

Le alimentazioni alternative Auto ibride e a gas, in particolar modo quelle a metano, giudicate più adatte a un utilizzo di flotta, stanno proliferando sempre di più: ormai nei listini dei Costruttori i modelli a disposizione consentono di integrare le car grid in modo completo; i canoni di noleggio sono competitivi rispetto a quelli degli omologhi modelli a gasolio, anche perché i noleggiatori hanno deciso di scommettere su valori residui adeguati. Il saving nei consumi di carburante si attesta sul 30%.

A proposito di costi di rifornimento: la discesa dei prezzi del petrolio, ai minimi storici negli ultimi otto dieci anni, permette anche di pianificare un saving del 15% 20% sul totale dei costi di carburante nel 2016 rispetto al 2015, perché le analisi assicurano che il prezzo del greggio è destinato a rimanere al di sotto dei 40 attorno ai 30 dollari al barile per molto tempo. A questo risparmio, il fleet manager può aggiungerne un altro, se gestisce correttamente la sostituzione dei veicoli della flotta. Le euro 6 di oggi consentono un ri-

sparmio di un ulteriore 15% rispetto ai modelli entrati nel parco 3-4 anni fa. Non soltanto perché i motori (a gasolio e a benzina) sono di gran lunga più efficienti, ma anche perché le auto di nuova generazione fanno registrare centinaia di chili in meno sulla bilancia, grazie all’utilizzo di materiali di costruzione più leggeri.

Un ultimo elemento consente di massimizzare il risparmio nei costi d’esercizio: il downsizing motoristico. Se negli scorsi anni la sostituzione di un 2.0 a gasolio con un 1.6 prevedeva necessariamente una sensibile diminuzione delle prestazioni e della piacevolezza di guida (aspetti fondamentali per gli “user-chooser”), oggi non è più così.

Un attuale 1.5/1.6 diesel eroga in media 130 CV, ossia la potenza di un TD di precedente generazione, ma con cubatura maggiore del 20%. Le potenze attorno ai 200 CV oggi sono alla portata di un due litri di cilindrata, mentre negli scorsi anni erano consone ai V6 di tre litri. I risparmi, anche in termini assicurativi, appaiono quindi evidenti. ➔

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Service

Gli scostamenti chilometrici I software gestionali che i noleggiatori mettono a disposizione dei clienti, in particolare le piattaforme web-based, oggi permettono un monitoraggio puntuale ed efficace dell’utilizzo della flotta rispetto ai parametri definiti dai contratti. Finalmente il fleet manager ha degli strumenti di controllo che lo avvertono degli utilizzi anomali, e che gli permettono di adottare i necessari correttivi molto prima dell’approssimarsi delle scadenze della locazione. A proposito di costi imprevisti: il 2016 potrebbe essere l’anno giusto per introdurre in azienda una policy più efficiente nella gestione dei danni a fine noleggio. Questi aggravi sul bilancio della flotta possono essere quasi azzerati se l’azienda introduce un codice di procedura e di comportamento più stringente

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nei confronti degli assegnatari. Non si pensi che questo saving sia trascurabile: questa tipologia di spesa incide fino al 57% sul totale delle spese di flotta.

La telematica aiuta a risparmiare Nel 2016 sarà più agevole ottimizzare i costi della flotta, ricorrendo all’aiuto della telematica. La connessione tra l’auto, il driver, il fleet manager, il provider del noleggio e il costruttore permette sempre più di intervenire con puntualità e flessibilità nella manutenzione. Non più, quindi, interventi periodici a scadenza chilometrica o temporale, ma soltanto quando sono necessari, in base alle modalità di utilizzo. Il dialogo tra l’auto di ultima generazione e il gestore consente di raccogliere una moltitudine di dati, che si rivelano utili sia ai driver sia al fleet ma-

nager. Ha un impatto positivo nella razionalizzazione degli spostamenti (l’ottimizzazione della logistica), ma anche per la sicurezza dei conducenti (per esempio il sistema e-call, che permette di individuare l’auto in caso di incidente e di modulare l’arrivo dei soccorsi).

La geolocalizzazione riduce i costi assicurativi e agevola il ritrovamento dei veicoli rubati. I dati raccolti permettono anche di monitorare i consumi di carburante (alcuni software consentono anche di ottenere suggerimenti utili per migliorare lo stile di guida) e di evitare gli abusi nei rifornimenti.

Già nel 2015 oltre un terzo delle flotte italiane è sotto costante monitoraggio, grazie alla telematica: un dato destinato a aumentare in modo considerevole nel corso di quest’anno.

Trend

un’onda energetica in movimento

Power sharing

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di Nicola Desiderio

La mobilità è destinata a smaterializzarsi con l’ennesima forma di condivisione: quella energetica, resa possibile dalle reti intelligenti che renderanno bidirezionali gli scambi di elettricità e che saranno capaci di trasformare le auto elettriche, a batteria o idrogeno, in vettori energetici mobili. Enormi le conseguenze per le aziende e i loro dipendenti in termini di efficienza, costi, ambiente e soprattutto per la libertà di movimento delle persone.

Dopo l’automobile, la casa e le foto di famiglia condivideremo anche la nostra energia. Si chiama “power sharing” ed è la nuova frontiera di quella che può essere chiamata la “società della condivisione” e che per le aziende si sta trasformando in uno strumento per migliorare la propria efficienza sfruttando il concetto di utilizzo, molto caro al mondo del noleggio e che, grazie ai fenomeni del car sharing, del car pooling e di Uber ha allargato di molto i propri confini nutrendosi di altri fattori diventati fondamentali come l’interattività e la smaterializzazione.

L’Italia protagonista La buona notizia è che l’Italia è già protagonista del power sharing con Enel, le smart grid e la tecnologia Vehicle-to-grid (V2G), ovvero una rete che non si limita più a fornire energia da chi produce e distribuisce verso chi consuma, ma di rendere questo flusso bidirezionale, come già avviene per i privati e le aziende che si producono l’energia da soli attraverso

impianti fotovoltaici, eolici e di cogenerazione. In questo scenario, l’auto elettrica si trasforma in una centrale mobile, una batteria a 4 ruote che può reimmettere nella rete l’energia rimasta inutilizzata in quel momento.

Enel ha già annunciato per il V2G, in concomitanza con il COP21 che si è tenuto lo scorso dicembre a Parigi, un accordo con Nissan, produttrice della Leaf, l’auto elettrica più venduta nella storia con le sue oltre 200mila unità dopo 5 anni di commercializzazione. Enel sta sperimentando il V2G dal 2009 a Malaga, in Spagna, con una flotta di auto private e taxi che hanno percorso 5 milioni di km, ma anche in Italia presso “2 km di futuro®”, la microcittà energeticamente autosufficiente creata dal gruppo Loccioni a Serra San Quirico, in provincia di Ancona, dove pure Nissan ha messo lo zampino.

Rete intelligente e virtuale Il power sharing nasce tuttavia in Giappone e la sua utilità è apparsa in modo lampante nel 2011 dopo il terremoto di Fukushima, quando una flotta di auto

elettriche avrebbe potuto alimentare le case sopperendo al black-out.

Per capire come l’auto a batteria potrebbe costituire una rete di energia mobile virtuale, è stato calcolato che se tutte le 38 milioni di auto circolanti in Francia – in Italia sono 35 milioni – fossero elettriche, sarebbero pronte a fornire 380 GW, quasi il triplo di un sistema da 130 GW che è basato per il 70% sulla produzione da impianti nucleari e rivende energia anche all’estero. Scenari estremi, ma che mostrano come l’auto elettrica, da problema per il sistema energetico, può trasformarsi invece in una soluzione perché con il V2G assicura più stabilità e sicurezza e, contemporaneamente, crea maggiore efficienza, con costi più bassi e minore impatto ambientale.

Interattività energetica L’energia condivisa assomiglia molto ad Internet e al “cloud” dove si mescolano dati ormai indispensabili per la nostra vita, il nostro lavoro e, in definitiva, la nostra identità. Del resto la centralina di ricarica – sia essa pubblica, domestica o aziendale – funziona proprio come un modem energetico che “scarica”, quando serve e conviene all’utilizzatore, e “carica” quando viceversa è la rete ad avere bisogno di energia.

Le aziende quindi, acquisendo un’autovettura con batteria, potranno gestire l’asset energia in relazione alle proprie esigenze di mobilità e considerarlo non solo in termini di produzione, ma anche di stoccaggio e ammortamento perché le batterie durano più delle autovetture e possono continuare una seconda vita come accumulatori stazionari in impianti di produzione di energia rinnovabile che, per sua natura, non è continua.

Enel ha sviluppato tre tipi di centraline e, grazie all’accordo con Nissan, partirà dalla Danimarca proponendo ad ogni acquirente di Nissan Leaf un bonus di 2.500 euro che viene addebitato sul conto energetico e si trasforma in tagli alla bolletta o servizi ulteriori. ➔

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Oltre il carbonio Le aziende dunque saranno incentivate a produrre energia eolica o fotovoltaica e avere in parco auto elettriche, non solo per i costi di rifornimento e manutenzione, ma anche per la prevedibile crescita dei valori residui (perché come detto sopra le batterie durano più delle auto), inoltre potranno gestire nel modo più efficiente i propri bilanci economici e di emissioni di CO2 che, per talune tipologie di aziende, hanno un preciso impatto monetario. Proprio perché nato in Giappone, il concetto di power sharing è sperimentato anche da altre aziende energetiche e da altre case automobilistiche come Mitsubishi, Honda e Toyota, queste ultime due molto attive nel campo della mobilità ad idrogeno, capace di far fare al sistema energetico un passo ulteriore. Lo sfruttamento dell’elemento più presente in natura promette infatti di escludere del tutto i composti del carbonio (vd. idrocarburi) dal ciclo produttivo dell’energia, visto che le celle a combustibile combinano l’ossigeno contenuto nell’aria con l’idrogeno, generando solamente acqua in forma di vapore per produrre a bordo l’energia elettrica necessaria per il motore. L’idrogeno inoltre è un vettore di energia più denso e leggero delle attuali batterie ed è già prodotto come rifiuto dagli impianti di desolforazione: ben 50 milioni di tonnellate all’anno, sufficienti per rifornire

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milioni di Toyota Mirai le cui fuel cell, alla bisogna, possono produrre l’energia necessaria ad alimentare un appartamento per un settimana.

La ricarica diffusa Ma la Casa delle Tre Ellissi guarda già oltre e lo dimostra la FCV Plus, un concept emblematico del power sharing. La FCV Plus è una fuel cell plug-in, ovvero fa rifornimento alla pompa di idrogeno oppure si ricarica alla rete elettrica attraverso piastre a induzione presenti sia sul fondo della vettura sia ai lati, in modo da poter

ricaricare a sua volta altre vetture parcheggiate accanto. Una soluzione che moltiplicherebbe istantaneamente i punti di ricarica rendendoli mobili e rendendo l’auto elettrica immediatamente “flottabile” anche per i car sharing a flusso libero. Non solo: il benefit aziendale potrebbe essere costituito non dal mezzo, ma dall’energia che per il dipendente non sarebbe spendibile solo in mobilità. Sembra un futuro lontano, ma proprio le aziende e le società di noleggio, in collaborazione con le utility dell’energia, potrebbero farlo diventare realtà.

Paul Willcox (Nissan Europe) ed Ernesto Ciorra (Enel) firmano a Parigi l’accordo per il V2G

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La sua missione è prendere di petto il Vecchio Continente con geni tedeschi, base produttiva in Regno Unito e stile personale delle altre sorelle.

Accogliente e confortevole, sfida le varie A3, Serie 1 e Classe A con un carattere che accoglie anche elementi dal mondo dei coupé e dei crossover. Ha gamma motori e dotazione di sicurezza complete e risulta molto gradevole da guidare.

La Infiniti Q30 è il modello inedito con il quale il marchio di lusso di Nissan intende rilanciare il proprio ruolo sul mercato europeo. Oltre ad essere la prima Infiniti compatta, è anche la prima prodotta nel Vecchio Continente – a Sunderland, nel Regno Unito dove Nissan fabbrica Juke e Qashqai – insieme anche al crossover QX30 ed è la prima del gruppo RenaultNissan ad essere basata interamente su una piattaforma di derivazione Daimler, alleata dal 2010 del duo franco-giapponese. Sfida Audi A3, BMW Serie 1 e Mercedes Classe A, monta motori a benzina e gasolio, tra cui l’1.5 da 109 cv con cambio DCT oggetto della nostra prova, e il listino parte da 24.990 euro con 5 allestimenti: tre per i clienti privati (base, Premium e Sport) e due per le flotte (Business e Business Executive).

Sempre un po’ più in alto La nuova Q30 è lunga 4,42 metri e il suo stile contiene gli elementi tipici del marchio quali i tagli che dividono le superfici concave e convesse, la calandra a doppio arco e il gomito della finestratura laterale interrotto da una mezzaluna. È una berlina 5 porte, ma l’altezza di un metro e mezzo, la distanza da terra e i grandi archi passaruota protetti con le ruote di ampio diametro l’avvicinano a un crossover mentre l’andamento da coupé del tetto, il brancardo a profilo alare e i due terminali di scarico inseriti nel paraurti posteriori le danno una connotazione sportiva.

Un insieme sicuramente originale e dinamico, che si inserisce bene nella giovane tradizione Infiniti.

Si va sul comodo e sul sicuro L’abitacolo della Infiniti Q30, disponibile in tre combinazioni cromatiche, ha un’impronta tedesca e si notano tutte le analogie con il mondo Mercedes, prima fra tutte i comandi di regolazione sulle portiere per i sedili, disponibili in due conformazioni. La plancia ha un disegno asimmetrico e al centro c’è lo schermo da 7 pollici del sistema InTouch che serve anche per il sistema di visione perimetrica a 360 gradi, capace di segnalare la presenza di un oggetto in manovra.

L’impianto audio Bose, oltre ad avere un bel suono e la radio DAB, provvede anche a cancellare attivamente la rumorosità interna e, nel caso della versione 2.2d, a integrare il sound del motore.

Gradevoli i materiali, buona la disponibilità di spazio, discreto il bagagliaio (368 litri), ma ben sfruttabile e ampliabile abbattendo il divano 60/40.

Per il supporto alla guida e la sicurezza ci sono 7 airbag, la lettura dei segnali, la commutazione automatica degli abbaglianti con i fari (full led a orientamento dinamico sugli allestimenti più ricchi), la segnalazione per l’angolo cieco, l’abbandono della corsia e la distanza di sicurezza e infine il cruise control attivo con frenata autonoma parziale.

E il risultato parla chiaro: 5 stelle EuroNCAP con gli standard più aggiornati. ➔

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Geni tedeschi, accento inglese La Infiniti Q30 è basata sulla piattaforma MFA utilizzata dalle Mercedes compatte (Classe A, B, CLA e GLA) con le quali condivide anche i motori. Il più piccolo è il ben noto diesel 1.5 monoalbero 8 valvole da 109 cv che offre i consumi migliori (3,8 litri/100 km) sia con il cambio meccanico sia con quello DCT doppia frizione a 7 rapporti con il quale lo abbiamo provato. Il DCT si può avere anche sull’1.6 a benzina da 122 cv o 156 cv ed è di serie sul diesel 2.1 da 170 cv che può avere anche la trazione integrale. Entrambi sono di serie sul 2 litri a benzina da 211 cv (235 km/h, 0-

100 km/h in 7,2 s.). I tecnici giapponesi hanno prestato molto attenzione alla messa a punto dell’autotelaio, sia per l’elettronica, sia per le regolazioni di molle e ammortizzatori per i quali hanno provato oltre 50 soluzioni decidendo per una dedicata alle versioni meno potenti e una a quelle più dotate, mentre la versione Sport ha un assetto più basso di 15 mm e più rigido del 7%.

La senti subito tua La Q30 è un’auto accogliente e ti fa sedere poco più in alto di una berlina e poco più in basso di un crossover, con una buona

Infiniti Q30 1.5d 7DCT FWD Premium 109 CV Dati tecnici e per l’impiego aziendale cilindrata 1.461 cc potenza 109 CV lungh./largh./alt. 4,42 x 1,80 x 1,49 m peso 1.497 kg accelerazione 11,9” (da 0 a 100 km/h) velocità massima 190 km/h cambio automatico a 7 rapporti trasmissione anteriore costo di esercizio al km (*) n.d.

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consumo medio 25,6 km/litro capacità di carico 368 litri comfort ★★★★★ silenziosità ★★★★★ ABS SI ESP SI antislittamento SI (*) percorrenza annua 30.000 km

visibilità davanti e sui lati. Silenziosa e ben isolata dal terreno, la giapponese ha il suo migliore pregio nella generale armonia con cui si muove e si fa condurre. Confortevole ma precisa, agile ma solida in appoggio, fa viaggiare comodi in autostrada e agili sul misto. Ottime anche risposta e potenza dell’impianto frenante Brembo. Il piccolo diesel non ha prestazioni brucianti (190 km/h, 0-100 km/h in 11,9 s.), ma è omogeneo nel funzionamento, in ripresa l’automatico gli dà una buona mano e ha dalla sua consumi sempre contenuti.

Ha la mira giusta Premium, segmento C e che strizza l’occhio al mondo dei crossover. È lì che si fa il mercato e lì giustamente sta puntando Infiniti per aumentare la propria presenza anche in Europa. La Q30 nasce su una base tecnica solida e ha alle spalle un costruttore da oltre 8 milioni di auto all’anno che ha tutta l’intenzione di affermare il proprio marchio di lusso anche attraverso i canali business: da un lato, inserendosi nelle politiche aziendali, dove non mancano user-chooser amanti delle novità e lontani dagli status, dall’altro tra i liberi professionisti che rimangono la preda preferita per le novità.

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di Nicola Desiderio

Mercedes GLC

Stella a tutto tondo Il nuovo Suv medio abbandona gli spigoli e la denominazione della GLK, è più spaziosa per passeggeri e bagagli e più efficiente fino al 19% grazie anche al peso ridotto di 80 kg. Inoltre offre il meglio della sicurezza e della connettività con una eleganza e una souplesse di marcia degne di una Mercedes.

La Mercedes GLC succede alla GLK adottando la nuova denominazione dei modelli della Stella per sfidare ancora Audi Q5 e BMW X3. Debutta con motori a benzina e gasolio, con cambio automatico a 9 rapporti e trazione integrale, alla cui base c’è il 2,1 litri da 170 cv oggetto della nostra prova, ma in arrivo ci sono altre versioni tra cui l’ibrida plug-in. Il listino parte da 47.940 negli allestimenti Executive, Sport, Exclusive e Premium più il Business dedicato alle flotte.

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Si allunga e si arrotonda La GLC sposa i dettami del nuovo stile Mercedes accentuandone la rotondità, in netto contrasto con le linee spigolose della GLK, ma con proporzioni più dinamiche e slanciate grazie a una lunghezza e larghezza cresciute rispettivamente a 4,66 (+12 cm) e 1,89 metri (+8 cm). La parte anteriore si caratterizza per la calandra prominente dominata dalla grande Stella sulla mascherina a lamelle. L’insieme forse è meno personale, ma ugualmente gradevole e più

efficiente (cx da 0,34 a 0,31).

Gusto italiano e hi-tech L’abitacolo della GLC segue i canoni fissati presso il centro stile Mercedes di Como che riescono a conciliare eleganza e funzionalità grazie anche a materiali raffinati. Caratteristiche la disposizione dei comandi, la strumentazione (a richiesta con head-up display) e le cinque bocchette circolari “ball eye”. Ben studiato lo spazio, con vani tutti protetti e capienti in un abitacolo che,

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grazie anche all’allungamento del passo (+118 mm) ha guadagnato ben 57 mm in lunghezza e offre un bagagliaio più capiente (550-1.600 litri), con lo schienale 40/20/40 dotato di sblocco one-touch, di portellone elettrico ad apertura automatica e anche di soglia che si abbassa di 40 mm con le sospensioni pneumatiche, un’esclusiva per questo segmento che garantisce il massimo di comfort e sicurezza e che, in combinazione con il pacchetto Offroad, danno alla GLC il modo di affron-

tare anche il fuoristrada impegnativo.

Avanzata l’ergonomia offerta dal sistema infotelematico con schermo da 7 o 8,4 pollici, dotato volendo di hotspot, sintonizzatore TV e audio Burmester. È governabile con la voce o con il supporto sul tunnel che integra pulsanti, manopola e touchpad. Disponibile anche il Connect Me che consente di controllare a distanza, tramite un’app, numerose funzioni della vettura, ma anche localizzarla, fare telediagnosi dei guasti, avere la chiamata

d’emergenza e altri servizi. La sicurezza è a 5 stelle EuroNCAP e si avvale di 7 airbag e il meglio dei sistemi di assistenza alla guida tra cui la frenata automatica che, oltre a tenere conto dei pedoni (c’è anche il cofano a sollevamento automatico), agisce anche agli incroci. Utili a ridurre lo stress di guida sono il sistema di visione periferico a 360 gradi e i fari full led intelligenti. Il Pre-Safe Plus inoltre allerta tutti i sistemi di ritenuta, anche quando il pericolo viene da dietro. ➔

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Drive

Un mix di leggerezza La GLC è basata sulla piattaforma MRA, in comune con la Classe C e tutte le nuove Mercedes a motore longitudinale, ed è più leggera di 80 kg rispetto alla GLK grazie alla costruzione mista acciaio e alluminio. I motori sono più efficienti del 19%: 2 litri da 211 cv e diesel 2,1 litri con sovralimentazione bistadio da 204 cv o da 170 cv oggetto della nostra prova.

Tutti sono accoppiati al cambio automatico 9G-tronic a 9 rapporti più leggero del precedente 7G-Tronic di 12 kg, grazie anche alla scatola in magnesio che rac-

chiude l’ingranaggio di rinvio e la frizione multidisco del sistema di trazione integrale con ripartizione della coppia 45/55.

In arrivo anche la versione 350e ibrida plug-in il cui sistema è composto dal 2 litri da 211 cv e un motore elettrico, integrato nel cambio a 7 rapporti e alimentato da una batteria agli ioni di litio da 8,7 kWh ricaricabile in 2-4 ore.

La GLC 350e raggiunge 235 km/h, accelera da 0 a 100 km/h in 5,9 s. e dichiara 2,6 litri/100 km pari a 60 g/km di CO2 e marcia in elettrico per 34 km fino a 140 km/h.

Mercedes GLC 220d 4Matic 170 CV Exclusive Automatica Dati tecnici e per l’impiego aziendale cilindrata 2.143 cc potenza 170 CV lungh./largh./alt. 4,66 x 1,89 x 1,64 m peso 1.845 kg accelerazione 8,3” (da 0 a 100 km/h) velocità massima 210 km/h cambio automatico a 9 rapporti trasmissione integrale costo di esercizio al km (*) 0,49

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consumo medio 20 km/litro capacità di carico da 550 a 1.600 litri comfort ★★★★★ silenziosità ★★★★★ ABS SI ESP SI antislittamento SI (*) percorrenza annua 30.000 km

Un silenzio rassicurante La GLC appaga subito con la sua solida eleganza. Il diesel 2.1 si avvia col pulsante e le vibrazioni che si avvertono da fermo scompaiono subito facendo emergere un comfort acustico davvero eccellente. Il 4 cilindri ha una coppia ben spalmata (400 Nm tra 1.400 e 2.800 giri) e i suoi 170 cv offrono buone prestazioni (210 km/h, 0-100 in 8,3 s.), ma sono anche poco assetati (5 litri/100 km e 119 g/km di CO2) grazie anche al supporto di uno dei migliori cambi in circolazione che fa viaggiare a 130 km/h in nona marcia a 1.750 giri/min. Il Dynamic Select offre 5 declinazioni ad una guida che, in ogni caso, risulta precisa, piacevolmente sicura e parca. E che diventa ancora più riposante di notte con i fari a led Intelligent Light System che fanno viaggiare in una galleria di luce bianca senza mai abbagliare e riconoscendo sia i pedoni sia gli animali. È Suv, ma è Mercedes La Mercedes GLC conta su uno tra i marchi più forti e, grazie ai consumi contenuti, si candida ad essere una company car appagante per l’utilizzatore, ma anche praticabile dall’azienda, considerando anche valori residui prevedibilmente elevati.

News on the road

di Nicola Desiderio

Citroën: offre di più, costa di meno Nuova gamma e prezzi più bassi per la Citroën C3, best seller del marchio francese con oltre 3 milioni e mezzo di unità vendute dal 2002, 600mila solo in Italia. Il listino ora comprende 3 allestimenti: Live Edition che ha di serie climatizzatore e audio con CD ed Mp3; Feel Edition con fendinebbia e fari a Led diurni, Bluetooth, presa USB e cerchi da 16”; la Exclusive con climatizzatore automatico, regolatore e limitatore di velocità, sensori di parcheggio, vetri posteriori oscurati, parabrezza panoramico Zenith e sistema Touch Pad con schermo da 7 pollici del quale è dotata anche la versione Business Combi riservata alle flotte.

I motori a benzina sono i tre cilindri mille da 68 cv e 1.2 aspirato da 82 cv (anche con cambio robotizzato) e turbo da 110 cv. Il diesel 1.6 ha 75 cv o 100 cv (3,4 litri/100 km e 87 g/km di CO2). Si parte da 13.800 euro. Per andare sul sicuro.

ECOLOGIA ★★★★★ / SICUREZZA ★★★★★ / COMFORT ★★★★★ / CAPACITÀ DI CARICO ★★★★★ / COSTO D’ESERCIZIO ★★★★★

Fiat Tipo: tre volumi di convenienza Torna la Fiat Tipo, ma stavolta è una berlina tre volumi con la missione del “value for money”.

Lunga 4,54 metri, ha una scocca per l’80% in acciai altoresistenziali e un’abitabilità generosa con un bagagliaio da 520 litri, ampliabile abbattendo lo schienale 40/60. L’allestimento Opening Edition ha di serie 6 airbag, ESC con hill holder, climatizzatore automatico, sensori di parcheggio, sistema audio con Bluetooth e comandi al volante e altro ancora.

L’Opening Edition Plus ha anche cerchi in lega da 17”, cruise control, sensori di parcheggio, sistema UConnect con schermo da 5”, radio DAB e navigatore TomTom 3D. I motori sono l’1.4 a benzina da 95 cv e l’1.6 a gasolio da 120 cv dalle buone prestazioni (199 km/h, 0-100 km/h in 9,7 s.) con consumi contenuti (4,2 litri/100 km e 110 g/km di CO2). Parte da 14.000 euro ribassati in fase di lancio a 12.500 euro. Da lavoro o da rent-a-car.

ECOLOGIA ★★★★★ / SICUREZZA ★★★★★ / COMFORT ★★★★★ / CAPACITÀ DI CARICO ★★★★★ / COSTO D’ESERCIZIO ★★★★★

Ford Ranger: pick-up a tutto Ovale Lo specialista mondiale del pick-up – la F-Series, in listino dal 1948, è l’auto più venduta negli USA da 32 anni – rinnova il modello destinato all’Europa, per battagliare nella classe con portata di una tonnellata, dandogli un’estetica più accattivante, finiture più automobilistiche, dotazioni più ricche e motori più efficienti fino al 17%. Per la sicurezza ci sono 7 airbag, ESC con hill assist e funzione antiribaltamento e telecamera posteriore inclusa nel sistema Sync2 con schermo da 8”. Tre le tipologie di carrozzeria (cabina singola anche chassis, doppia o Super Cab) e quattro gli allestimenti (XL, XLT, Limited e Wildtrak) per due motori: 2,2 litri da 160 cv e 5 cilindri 3.2 da 200 cv, entrambi con cambio automatico a richiesta. La trazione è integrale inseribile con riduttore e differenziale posteriore autobloccante.

Il listino parte da 21.650 euro (IVA esclusa). Autentico lavoratore.

ECOLOGIA ★★★★★ / SICUREZZA ★★★★★ / COMFORT ★★★★★ / CAPACITÀ DI CARICO ★★★★★ / COSTO D’ESERCIZIO ★★★★★

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Future

Hyundai i20 Active: la coreana alza il tiro Hyundai completa la gamma i20, che già comprende la versione 5 porte e coupé 3 porte, con la Active e il nuovo 3 cilindri mille. La i20 Active ha l’assetto rialzato di 20 mm e il 50% delle parti esterne modificate, tra cui i paraurti, la barra paramotore e le protezioni sia per la parte laterale della carrozzeria sia per i parafanghi, in più ci sono ruote da 17 pollici, minigonne e barre portatutto. Miglioramenti anche all’interno dell’abitacolo, con il posto guida dotato di pedaliera in metallo. La gamma motori comprende il diesel 1,4 litri da 90 cv e il nuovo 3 cilindri mille, dotato di alimentazione ad iniezione diretta e turbocompressore con potenze da 100 cv o 120 cv e un consumo di 4,2 litri/100 km pari a 94 g/km di CO2. La i20 5 porte e la coupé hanno anche il diesel 1.1 da 75 cv, l’1.2 a benzina da 84 cv (la 5 porte anche GPL da 84 cv o 75 cv) e l’1.4 da 100 cv. Da noleggio in città.

ECOLOGIA ★★★★★ / SICUREZZA ★★★★★ / COMFORT ★★★★★ / CAPACITÀ DI CARICO ★★★★★ / COSTO D’ESERCIZIO ★★★★★

Kia Optima: una media di ritorno Kia ritorna nel settore delle medie con la nuova Optima che, dopo una pausa di riflessione, con la quarta generazione viene di nuovo proposta sul mercato italiano. Lunga 4,85 metri, è basata su una nuova piattaforma e ha una scocca che utilizza il 50% di acciai ultraresistenziali, più leggera ma più rigida del 50%. L’abitacolo ha la plancia rivolta verso il guidatore di 8,5 gradi e la dotazione di sicurezza comprende 7 airbag, lettura dei segnali e assistenza per il cambio corsia mentre per il comfort ci sono il climatizzatore separato per i sedili posteriori e l’infotainment con schermo da 7”, radio DAB, navigatore TomTom e Kia Connected Services gratis per 7 anni. Il motore principale in gamma è il diesel 1.7 da 141 cv (110 g/km di CO2), anche con cambio doppia frizione a 7 rapporti. Arrivo nei primi mesi del 2016, poi ci saranno altri motori, tra cui l’ibrida plug-in. Obiettivo: le flotte.

ECOLOGIA ★★★★★ / SICUREZZA ★★★★★ / COMFORT ★★★★★ / CAPACITÀ DI CARICO ★★★★★ / COSTO D’ESERCIZIO ★★★★★

Mercedes Classe C Coupé: lo stile sicuro La nuova Mercedes Classe C Coupé è più leggera di 50 kg e più efficiente fino al 20%. Lunga 4,69 metri, è molto aerodinamica (cx 0,26) e ha dotazioni esclusive come la climatizzazione che inserisce il ricircolo in base ai dati di navigazione, l’infotainment con comandi vocali, touchpad, wi-fi e Mercedes Connect Me, il pacchetto che comprende servizi di assistenza online e connessione remota con l’auto.

Al vertice la dotazione per la sicurezza e per il comfort, con sedili forniti di porgicintura. La gamma motori: 1.6 da 156 cv, 2 litri da 184 cv, 211 cv o 245 cv e diesel 2.1 da 170 cv e 204 cv con cambi manuali e automatici a 7 o 9 rapporti. Già pronta la versione AMG C63 con V8 4 litri biturbo da 476 cv o 510 cv (0-100 km/h in 3,9 s.) e in arrivo le 4Matic.

Quattro gli equipaggiamenti (Executive, Sport, Premium, Premium Plus) più la Edition 1 di lancio a partire da 38.448 euro. Da libero professionista.

ECOLOGIA ★★★★★ / SICUREZZA ★★★★★ / COMFORT ★★★★★ / CAPACITÀ DI CARICO ★★★★★ / COSTO D’ESERCIZIO ★★★★★

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News on the road

di Nicola Desiderio

Mini Cabrio: grinta su tela Dopo la Hatchback, la 5 porte e la Clubman, la terza generazione Mini accoglie la nuova Cabrio.

Lunga 3,82-3,85 metri, ha la capote azionabile fino a 30 km/h, dotata della parte superiore apribile a scorrimento a qualsiasi velocità e del coprivento.

Immancabili l’Always Open Timer e la possibilità di personalizzare ogni particolare, compresa la tela.

Perfettamente identiche alle altre Mini la dotazione per la connettività e la sicurezza, al vertice della categoria e che comprende anche i rollbar ad estrazione automatica ora perfettamente invisibili. La gamma motori include il 2 litri da 192 cv della Cooper S (230 km/h, 0-100 km/h in 7,1 s) poi vengono i 3 cilindri 1.5 da 136 cv e diesel da 116 cv che consuma 3,8 litri/100 km pari a 104 g/km di CO2.

Di serie il cambio manuale, optional l’automatico a 8 rapporti o sportivo a 6 marce con launch control.

Per la moglie del dirigente.

ECOLOGIA ★★★★★ / SICUREZZA ★★★★★ / COMFORT ★★★★★ / CAPACITÀ DI CARICO ★★★★★ / COSTO D’ESERCIZIO ★★★★★

Nissan Leaf: 30 kWh e 250 km di autonomia La Nissan Leaf festeggia i suoi primi 5 anni allungando l’autonomia a 250 km grazie alla nuova batteria da 30 kWh, più evoluta nella chimica e nell’affidabilità (garanzia di 8 anni o 160.000 km) e con gli stessi tempi di ricarica (80% in 30 minuti dalle colonnine di ricarica rapida) di quella da 24 kWh che rimane in gamma. Immutate potenza del motore da 80 kW e prestazioni (180 km/h, 0-100 km/h in 11,5 s.). La Leaf è offerta anche con la tinta Bronze e ha il nuovo sistema infotelematico NissanEV, dotato di schermo capacitivo da 7 pollici e menu più intuitivo, che consente di sapere le colonnine libere e di programmare a distanza la ricarica e la climatizzazione dell’abitacolo. Cinque gli allestimenti in gamma (Visia, Visia Plus, Acenza Flex, Tekna e Tekna Flex) con prezzi a partire da 29.690 euro con batteria inclusa e da 23.790 a noleggio. Per taxi e flotte condivise a corto raggio.

ECOLOGIA ★★★★★ / SICUREZZA ★★★★★ / COMFORT ★★★★★ / CAPACITÀ DI CARICO ★★★★★ / COSTO D’ESERCIZIO ★★★★★

Renault Twingo: l’amore è automatico La Renault Twingo completa la propria gamma con la serie limitata Lovely e il cambio EDC doppia frizione a 6 rapporti accoppiato al motore di punta della gamma, il 900 turbo da 90 cv. La Twingo Lovely si riconosce dalle esclusive tinte Cosmic Grey e Ultraviolet, quest’ultima utilizzata anche per i cerchi diamantati da 16” e per gli inserti in pelle e i tessuti impiegati per l’abitacolo. Di serie anche cristalli oscurati, climatizzatore automatico, fari fendinebbia, cruise control e sistema di infotainment R&GO che utilizza lo smartphone come interfaccia, optional il sistema R-link Evolution con schermo a sfioramento da 7”. Invariato il resto della gamma che comprende altri 7 allestimenti (Energy, Intens, Openair, Sport, Wave, Live e Zen) e il mille aspirato da 69 cv, disponibile solo con cambio manuale. La gamma parte da 9.950 euro, la Lovely costa 13.350 euro. Ideale per il city rent.

ECOLOGIA ★★★★★ / SICUREZZA ★★★★★ / COMFORT ★★★★★ / CAPACITÀ DI CARICO ★★★★★ / COSTO D’ESERCIZIO ★★★★★

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Future

Seat Leon Connect: sempre più ricca La Seat Leon Connect è la nuova versione della compatta spagnola che ha di serie il Samsung Galaxy A3 insieme al sistema Seat Media Plus, con touch screen da 6,5 pollici, MirrorLink, Android Auto e Car Play per allacciarsi con qualsiasi altro smartphone. La Leon Connect presenta allestimenti interni ed esterni specifici ed è disponibile con carrozzeria 5 porte ed ST con le motorizzazioni 1.2 TSI da 110 cv, 1.4 TGI a metano (presto anche con cambio DSG) e 1.6 TDI da 90 cv o 110 cv. Per il resto della gamma arrivano l’1.4 TSI ACT da 150 cv e la ST Cupra 2.0 TSI da 280 cv accanto al 2 litri diesel da 150 cv e 184 cv. La Seat Leon è proposta anche con carrozzeria SC 3 porte e X-Perience in altri 3 allestimenti (Reference, Style e FR) e altrettanti dedicati alle flotte (Business, Business Navi e Business Led) con un vantaggio del 29-47%. Prezzi a partire da 18.230 euro. Connessa con le flotte.

ECOLOGIA ★★★★★ / SICUREZZA ★★★★★ / COMFORT ★★★★★ / CAPACITÀ DI CARICO ★★★★★ / COSTO D’ESERCIZIO ★★★★★

Suzuki Baleno: un salto in avanti La Suzuki potenzia ulteriormente la propria gamma con la Baleno che si posiziona al di sopra della Swift per confrontarsi alla pari con le concorrenti di segmento B. Lunga 4 metri, è basata su una nuova piattaforma che consente di ridurre il peso di 100 kg ed ha il record della categoria per abitabilità e bagagliaio da 355 litri. La strumentazione si avvale di un display digitale multifunzione e di un sistema infotelematico con schermo da 7 pollici, Carplay e MirrorLink. La sicurezza conta su 6 airbag e cruise control adattativo con frenata automatica. I motori sono il nuovo mille 3 cilindri turbo Boosterjet da 111 cv (anche con cambio automatico), 1.2 Dualjet da 90 cv (anche con CVT) e l’ibrida SHVS che dichiara emissioni di CO2 di 93 g/km. La Suzuki Baleno sarà nei concessionari dalla prossima primavera, ma è già acquistabile nella versione 1.0 DiTC Web S via Internet a 15.900 euro. Outsider per piccole flotte.

ECOLOGIA ★★★★★ / SICUREZZA ★★★★★ / COMFORT ★★★★★ / CAPACITÀ DI CARICO ★★★★★ / COSTO D’ESERCIZIO ★★★★★

Toyota Rav4: finalmente è anche ibrida La Toyota Rav4 diventa ibrida e ha nuovo frontale, interni più curati, una migliore insonorizzazione e una dotazione più ricca mantenendo abitabilità e bagagliaio (647-1.746 litri) da record. La strumentazione ha un nuovo display multifunzione da 4,2” pollici a colori, la plancia ha nuovi vani portaoggetti e lo schermo a sfioramento da 7” del sistema Toyota Touch 2 con il sistema di visione perimetrica a 360 gradi. Arriva anche qui il pacchetto Safety Sense (lettura segnali, abbaglianti automatici, controllo dell’angolo cieco, mantenimento della corsia e frenata autonoma con rilevamento dei pedoni).

La versione ibrida da 197 cv ha anche i fari a Led e dichiara 5,1 litri/100 km pari a 116 g/km di CO2, nuovo anche il 2 litri diesel da 143 cv (124 g/km di CO2). Più avanti arriverà anche la trazione integrale.

Tre allestimenti (Active, Style e Lounge) e prezzi da 28.950 euro. Da quadro o da Rac.

ECOLOGIA ★★★★★ / SICUREZZA ★★★★★ / COMFORT ★★★★★ / CAPACITÀ DI CARICO ★★★★★ / COSTO D’ESERCIZIO ★★★★★

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Market

di Alessandro Palumbo

Veicoli commerciali

eppur si muovono I veicoli commerciali rappresentano il termometro dell’economia. Quando c’è ripresa, vengono trasportati più prodotti e vengono erogati più servizi.

Già il 2014 era stato archiviato con quasi 120.000 unità immatricolate (+17% rispetto all'anno precedente); il consolidamento della ripresa è arrivato nel 2015. Il cumulato di fine anno ha fatto registrare oltre 134.000 immatricolazioni segnando una crescita del 13% rispetto all’anno precedente.

Andamento del mercato Le vendite erano partite in sordina a gennaio con un +2%, ma da febbraio in poi la crescita è stata sostenuta e per la maggior parte dei mesi a doppia cifra.

In estate il mercato è stato sostenuto da azioni commerciali messe in campo da Case e Concessionari per stimolare le vendite dei veicoli Euro 5 prima dell’entrata in vigore, dal 1° settembre, della normativa

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sulle emissioni inquinanti Euro 6, applicabile anche a questa categoria di veicoli.

Ad ottobre le vendite erano arrivate a quota 106.000 (+9%). Novembre e dicembre sono stati i mesi decisivi con crescite rispettivamente del 37, e del 29%.

Previsioni per il 2016 Secondo Massino Nordio, Presidente dell’Unrae “Con questi presupposti guardiamo con maggior fiducia all’anno che si è appena aperto e auspichiamo che gli interventi messi in campo dal Legislatore riescano ad imprimere la necessaria accelerazione al rinnovo del parco circolante più vecchio, che a fine 2014 contava ancora quasi un 40% di Euro 0, 1 e 2. Stimiamo che nel 2016 potrà determinarsi un’ulteriore crescita del mercato dei veicoli commerciali, pari al 15%”.

Eppure è doveroso far presente che in otto anni (dal 2007 al 2015) il mercato è calato del 45%. Si è passati infatti dalle

244.000 immatricolazioni del 2007 alle 134.000 del 2015, il che equivale a 110.000 furgoni, quasi 16.000 unità in meno ogni anno.

I veicoli commerciali e il noleggio In Italia la formula del noleggio sui veicoli commerciali pesa il 25% sul totale delle immatricolazioni; la restante parte, il 75%, è suddivisa tra gli acquisti delle società (51%) e dei “privati” (24%) al cui suo interno rientrano le ditte individuali e i liberi professionisti.

Nel noleggio a lungo termine, un veicolo su cinque è un veicolo commerciale, ma le dinamiche che regolano questo segmento sono diverse dalle vetture.

In questi ultimi anni, con l’uscita dal periodo “nero” di crisi, si sta assistendo ad un maggiore propensione delle aziende ad investire, e questo porterà ad un potenziale incremento della flotta di lcv in noleggio. C’è da dire tuttavia, che al calo dell’immatricolato dei veicoli commerciali dal 2010 al 2013, è corrisposto una tenuta della flotta dei veicoli in noleggio.

Market

È questo è un segnale importante per il noleggio a lungo termine.

Esigenze di business, non esigenze di mobilità Per soddisfare le esigenze del cliente dei veicoli commerciali ci sono due presupposti irrinunciabili.

Il primo è la specializzazione associata alla competenza. Il veicolo commerciale è uno degli strumenti con cui il cliente svolge la sua attività di business.

Per cui per proporre un veicolo commerciale bisogna “entrare” (nel senso di co-

noscere in maniera approfondita) nell’attività di business del cliente, comprendere la modalità con cui il mezzo strumentale deve essere funzionale alla stessa, ed essere in grado di proporre la soluzione più idonea.

Il secondo è la capillarità. Il mercato è fatto da tanti piccoli operatori tra cui la maggior parte ha un solo veicolo per flotta. Come si può raggiungere e gestire questi clienti? Certamente non replicando la struttura commerciale e di assistenza che viene utilizzata per le vetture. È necessario, quindi un team completamente

dedicato agli lcv lungo tutto il ciclo di vita: che parta dalla vendita, gestisca l’assistenza e si occupi infine della rivendita.

Ed è quello che i noleggiatori hanno inteso da tempo e che hanno implementato nelle strutture di vendita e di assistenza.

La voce del cliente Secondo Simone Boeretto Fleet manager di Eismann “il noleggio a lungo termine ha portato il prodotto auto ad essere come un paio di scarpe, che si possono cambiare spesso, e lo ha arricchito di tanti valori emozionali e funzionali legati al servizio.

Per il veicolo commerciale le cose stanno diversamente. Le questioni legate all’emozionalità interessano molto meno il cliente del furgone. Il veicolo commerciale è come un paio di scarpe di un muratore o di un pittore, per quanto vecchie sono non muoiono mai, ci si sta comodi dentro e le si portano ai piedi fino allo sfinimento”. Sempre secondo Boeretto il noleggio a lungo termine è fantastico perché toglie tutti i rischi dell’usato, della manutenzione, e dell’assicurazione.

Il noleggio rappresenta il modo con cui si può risolvere il problema dell’anzianità dei veicoli commerciali, ci sono infatti sulle strade veicoli di 18/20 anni che costituiscono dei problemi legati alla sicurezza e all’inquinamento. ➔

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Market

Assistenza dedicata e telematica Il momento del service per un cliente di veicoli commerciali è estremamente critico perché questo impatta direttamente sulla sua capacità di svolgere la sua attività core. Per cui le parole chiave sono: tempi brevi e servizio molto elevato. È necessario quindi avere delle reti di assistenza dedicate.

Ad oggi la maggior parte di contratti su veicoli commerciali sono forniti escludendo il veicolo sostitutivo. Il tema è molto critico. Bisogna però fare dei distinguo. I veicoli commerciali non allestiti possono contare sull’offerta di veicoli sostitutivi forniti tramite le società di rent-a-car. Se invece si parla di sostituzione di veicoli commerciali allestiti la questione si complica.

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In questo caso la società di noleggio a breve non è in grado di fornire soluzioni soddisfacenti ed è consigliabile quindi lavorare sulla capacità di servizio, cioè risolvere i problemi con velocità, anche ricorrendo a formule di assistenza 24 su 24 e su servizi di officina mobile.

Telematica Negli ultimi due anni la penetrazione delle clear box nelle flotte sta aumentando con ritmi molto interessanti. Il segmento dei veicoli commerciali è fortemente indicato per l’implementazione della scatole nere, in quanto molte delle funzione erogate dalle stesse hanno un impatto positivo sulla risoluzione o limitazione di alcune problematiche legate all’utilizzo dei furgoni. Si pensi alle esigenze legate alla

geolocalizzazione dei mezzi, all’ottimizzazione dei percorsi, al controllo e all’ottimizzazione del chilometraggio, alla verifica delle anomali come il consumo di carburante, alla sicurezza dei driver.

Valore e pricing Negli ultimi due anni c’è stato un forte investimento di diverse case automobilistiche che hanno rinnovato la propria gamma modelli migliorandone la qualità.

Questo ha portato ad un innalzamento dei valori medi dell’immatricolato delle vetture in noleggio (vedi grafico indicatori chiave). Dall’altra parte, però, si è riscontrato un livellamento del canone medio del noleggio a lungo termine. Tale fenomeno è da rintracciare in casa dei noleggiatori che in questi anni hanno migliorato i valori residui agendo sulla migliorata rivendibilità dei veicoli a fine noleggio e hanno agito positivamente sulla definizione delle componenti operative che compongono il canone.

Sul pricing hanno agito anche altre variabili. L’aumento della durata dei contratti, dovuta soprattutto all’estensione dei contratti in scadenza degli ultimi anni, che ha avuto un’influenza positiva sul livellamento dei prezzi. Inoltre è aumentata la dotazione di optional sui veicoli commerciali che si sta sempre più allineando a quella delle vetture e che si riflette sull’aumento del listino.

Non bisogna inoltre dimenticare l’incidenza dei veicoli allestiti: un conto è noleggiare un mezzo commerciale così come esce dalla fabbrica, un altro conto è noleggiare un veicolo allestito, dove l’allestimento ha una componente economica molto importante (si pensi alle celle frigorifere o alle piattaforme aeree), il tutto ovviamente va ad incidere sul canone.

People

di Alessandro Palumbo

Mercedes manager oriented

Abbiamo intervistato il responsabile flotte di Mercedes Benz Italia, Massimiliano Gardoni, che ci ha evidenziato la sensibilità e l’attenzione del brand di Stoccarda verso il il cliente flotte attraverso i seguenti pilastri: gamma di prodotto, sicurezza, tecnologia e infotainment.

Il fleet manager ha una sensibilità particolare nei confronti della sicurezza. Ci racconta lo stato dell’arte in casa Mercedes su questo tema?

Anche nel segmento premium, il mercato flotte è sempre più attento a valori quali sicurezza ed efficienza, che per Mercedes rappresentano la massima espressione del concetto di ‘Intelligent Drive’. Un nuovo corso tecnologico si traduce in vetture sempre più sicure grazie a tecnologie intelligenti che rendono le nostre vetture veri e propri angeli custodi che riconoscono, prima di noi, situazioni di pericolo e ci proteggono. Una ricerca continua

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che nei prossimi mesi con il debutto della nuova Classe E, segnerà un nuovo importante passo nel futuro della mobilità.

Le numerose innovazioni all’interno del nuovo pacchetto dei sistemi di assistenza alla guida consentiranno, ad esempio, di viaggiare in modo parzialmente autonomo su autostrade e strade extraurbane, entrare ed uscire da parcheggi stretti rimanendo al di fuori della vettura grazie all’apposita app per smartphone ed evitare situazioni di pericolo con frenate automatiche. La comunicazione Car-to-X avvertirà tempestivamente il guidatore in presenza di pericoli e la mo-

derna tecnologia radio trasformerà lo smartphone nella chiave della vettura. Inoltre, i nuovi dispositivi PRE-SAFE®, proteggeranno i passeggeri in caso di impatto laterale ed il loro udito dalle eventuali conseguenze del rumore causato dall’incidente. I fari MULTIBEAM LED con moduli a LED di precisione ad alta risoluzione illumineranno con luce molto chiara il fondo stradale in modo automatico e con una distribuzione della luce precisa, senza abbagliare gli altri utenti della strada.

L’auto oltre a consentire la mobilità al driver, perché lo

Massimiliano Grandoni, resp. flotte Mercedes Benz Italia

trasporta da un punto ad un altro, si appresta a diventare uno snodo fondamentale di un sistema molto articolato di intermobilità. Quali sono ad oggi le funzioni di mobilità di cui un driver Mercedes dispone? E quali saranno i passi di Mercedes nel futuro?

Oggi più che mai, la mobilità deve essere intelligente, che significa soprattutto integrata.

Un sistema in cui convivano possesso e noleggio, pubblico e privato. Dal car sharing di car2go alle offerte di noleggio, siamo in grado di offrire ai nostri Clienti soluzioni di mobilità flessibili e complete, sia nel breve che nel lungo periodo.

In questa prospettiva, nei prossimi anni, continueremo a tracciare la strada per la mobilità del futuro attraverso soluzioni che rendano la mobilità sempre più sostenibile, per chi la produce, chi la utilizza e per il contesto.

People

La sua azienda dispone di una gamma che è configurabile per tanti ruoli all’interno delle aziende, dall’impiegato al top manager. In quale funzione aziendale Mercedes dà il meglio di sé?

Negli ultimi anni la gamma della Stella si è completamente rinnovata all’insegna di design, sicurezza, efficienza ed infotainment e siamo in grado di assicurare il prodotto ideale in ogni segmento: dalle compatte (A, B, GLA) ai SUV (GLC,

GLE, GLS), passando per il cuore della gamma business con la Classe C e il CLA e la futura Classe E, fino ad arrivare a vere e proprie icone del marchio, come la classe S. In conclusione, in questa attuale fase di rinnovamento Mercedes-Benz è in grado di soddisfare sia le esigenze della field force e dei dirigenti di prima nomina, fino ai più esigenti TOP Managers.

Mercedes all’interno della

sua offerta pone da sempre un’attenzione particolare agli allestimenti per il driver aziendale, tanto da definire per ogni vetture il modello business. Quale è lo stato dell’arte attuale?

Sull’intera gamma MercedesBenz dalla Classe A alla Classe E sono disponibili versioni BUSINESS, riservate esclusivamente alla clientela professionale e alle partite Iva, che rappresentano un elemento

fondamentale della nostra strategia flotte. Grazie ad una dotazione di serie realizzata su misura per le esigenze dei clienti delle company car, le versioni BUSINESS comprendono tutti gli equipaggiamenti che rendono ideale l’utilizzo professionale quotidiano come il cambio automatico, l’AGILITY CONTROL, l’Active Parking Assist con PARKTRONIC e il navigatore Garmin®MAP PILOT.

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Drive

L’inglese perde le portiere asimmetriche, mantiene la Split Door e diventa una station wagon quasi normale con dimensioni esterne e abitabilità meno Mini che in passato. Inconfondibile lo stile, non privo di elementi nuovi, e netto il passo avanti per qualità e tecnologia, ma anche per spazio e praticità così da farla diventare interessante anche come auto aziendale. Con i piaceri che solo una Mini sa offrire.

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Drive

di Nicola Desiderio

Mini Clubman

Piccola a chi?

La Mini Clubman è la terza variante della terza generazione della piccola di Oxford ed è la Mini più grande della storia, con i suoi 4,25 metri di lunghezza. È basata sulla piattaforma UKL del gruppo BMW ed è offerta con motori a 3 e 4 cilindri a benzina o a gasolio al cui vertice c’è la Cooper S spinta dal 2 litri da 192 cv oggetto delle nostra prova. È disponibile in 3 allestimenti (base, Boost, Hype) più due dedicati alle flotte (Business e Business Automatica) e parte da 22.300 euro.

Una vera Mini BMW La nuova Clubman segue stilisticamente il corso della nuova Mini con un aumento ancora più marcato delle dimensioni: ben 27 cm in lunghezza! Perde le portiere asimmetriche – una lato guida e la Clubdoor a destra, con portiera posteriore incernierata indietro senza montante centrale – ma conserva la Split Door, ovvero la doppia anta per il bagagliaio. Rimangono gli elementi di stile tipici come i fari tondeg-

gianti, i montanti poco inclinati e la finestratura squadrata con due novità: gli sfoghi d’aria dietro i passaruota anteriori e i gruppi ottici posteriori orizzontali. L’impronta è quella tipica, ma con un carattere ancora più station wagon e ancora più sportivo, una sintesi che gli inglesi chiamano “shooting brake”.

Stesso stile, più qualità Anche l’abitacolo della nuova Clubman mantiene lo stesso stile, ma migliora notevolmente per la qualità degli assemblaggi e dei materiali, disponibili in diverse combinazioni così come ampia è la scelta per cerchi, tinte e quant’altro, come è d’ordinanza per una Mini. Anche i sedili, si possono avere in 4 conformazioni diverse.

Cresce l’abitabilità, soprattutto dietro dove il divano offre una seduta comoda e, a richiesta, è abbattibile 40/20/40 modulando il vano di carico da 360 fino a 1.250 litri. Bello il tetto panoramico lungo 1,2 metri, bellissimo il suono del sistema au-

dio Harman Kardon, inconfondibile la plancia: strumento piccolo dietro il volante, completabile con head-up display, levette “toggle” e strumento grande al centro che ospita lo schermo del sistema infotelematico disponibile in tre versioni, la più ricca con schermo a colori da 8,8 pollici, sim integrata, servizi online e chiamata d’emergenza automatica. La sicurezza è a 5 stelle EuroNCAP e si avvale di 6 airbag, cruise control adattativo con allerta pericolo e frenata automatica con funzione salvapedoni, lettura segnali e commutazione automatica abbaglianti. A questo proposito, i fari possono essere anche full led e a diodi sono fendinebbia, luci posteriori e la sofisticata illuminazione interna multicolore. A rendere ancora più esclusiva l’esperienza di entrare e uscire dalla Mini nelle ore serali ci sono altre due chicche: la pinna sul tetto dotata di luce rossa intermittente, per segnalare l’inserimento dell’antifurto, e la proiezione del logo Mini nella zona di ingresso alla vettura. ➔

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Drive

Terna, quaterna e… tombola!

La Mini Clubman monta motori a 3 cilindri di 1,5 litri e 4 cilindri 2 litri turbo ad iniezione diretta della nuova famiglia che utilizza un’unica cilindrata unitaria di 500 cc. Per i diesel si parte dall’1.5 da 116 cv (3,9 litri/100 km pari a 104 g/m di CO2) e si arriva al 2 litri da 150 cv o 190 cv.

Quelli a benzina partono dai 3 cilindri da 102 cv o 136 cv e si arriva al 2 litri da 192 cv della Mini Cooper S, oggetto della nostra prova con il cambio automatico a 8 rapporti, disponibile anche per l’altro 4 cilindri e con l’opzione sportiva dotata di cambiate più veloci e launch control. Per i 3 cilindri invece la trasmissione automatica è a 6 marce.

Le sofisticate sospensioni (multililink posteriore) possono avere gli ammortizzatori a controllo elettronico. Interessante l’Air Curtain: una feritoia all’interno del parafango che crea una “tendina” aerodinamica intorno alle ruote anteriori riducendo la resistenza.

Vera Mini, vera GT Sulla Clubman le sensazioni sono da Mini con volante massiccio e grande visibilità, grazie a parabrezza e montanti poco inclinati. Al lunotto “spezzato” in mezzo ci si

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abitua presto. Il motore suona le note giuste senza esagerare e spinge con forza fin dai regimi più bassi (fino a 300 Nm da soli 1.250 giri/min). Tre le modalità di guida: Green, Mid e Sport con il quale si sentono anche scoppiettii allo scarico in scalata.

Perfetto il cambio, potentissimi i freni ed esaltante l’accoppiata tra assetto e sterzo, fondamentale per creare il cosiddetto kartfeeling. Questa Clubman tuttavia, pur essendo micidiale in città e sul misto, in autostrada e statale si comporta come una piccola GT, infondendo una notevole sensazione di sicurezza, con un buon comfort e consumi contenuti, sempre se non si

sfruttano a fondo le sue grandi prestazioni (0-100 km/h in 7,1 s., 228 km/h).

I valori di una premium Mini da flotta? Certo che sì, soprattutto questa Clubman che è quella più dotata in fatto di praticità senza rinunciare ai piaceri della Mini e con un livello di qualità degno di un’auto del gruppo BMW. Rimane fondamentalmente una scelta da libero professionista, non solo single, e può risultare un ottimo fringe benefit anche per i dipendenti con giovani famiglie. Ha motori molto efficienti e rifiniture da premium, di cui ha anche i valori residui.

Mini Clubman Cooper S Hype 192 CV Dati tecnici e per l’impiego aziendale cilindrata 1.998 cc potenza 192 CV lungh./largh./alt. 4,25 x 1,80 x 1,44 m peso 1.390-1.465 kg accelerazione 7,1” (da 0 a 100 km/h) velocità massima 228 km/h cambio automatico a 8 rapporti trasmissione anteriore costo di esercizio al km (*) n.d.

consumo medio 17,2 km/litro capacità di carico da 360 a 1.250 litri comfort ★★★★★ silenziosità ★★★★★ ABS SI ESP SI antislittamento SI (*) percorrenza annua 30.000 km

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Opel Astra

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di Nicola Desiderio

a cuor leggero L’Opel Astra è l’11ma generazione della stirpe di vetture compatte della casa di Rüsselsheim che parte dal 1936 con la prima Kadett, è stata prodotta in 24 milioni di unità e ha, come sempre, in Golf, Focus, 308 e Mégane le sue principali avversarie. Alleggerita di 120-200 kg, ha 5 porte, tre allestimenti per i clienti privati (base, Election e Innovation) e due per le flotte (Business e Business Premium) ed è proposta con motori da 95 cv a 200 cv tra cui il nuovo 1.4 a benzina da 150 cv che proviamo. Parte da 17.600 euro e presto avrà la variante station wagon.

Accorcia fuori, si allarga dentro La nuova Astra misura 4,37 metri in lunghezza e dunque è più corta di 5 cm, più bassa di 2,5 cm (1,48 metri) e addirittura più stretta di qualche millimetro. In controtendenza per le dimensioni, la compatta del Fulmine sceglie l’evoluzione nello stile, con tratti più netti e puliti senza intaccarne la fisionomia e migliorandone l’aerodinamica (cx di 0,285). Un’auto dunque che punta a rassicurare e punta sui contenuti per farsi scegliere.

La compatta del Fulmine giunge all’undicesima generazione con uno stile nel segno dell’evoluzione e contenuti che, come da tradizione, arrivano per la prima volta in questo segmento come i fari a matrice di led e il sistema OnStar. È più corta di 5 cm, ma offre più spazio, pesa fino a 200 kg in meno per essere più efficiente ed ancora più gradevole da guidare.

Meno tasti e più connettività L’Astra è più piccola fuori, ma più grande dentro, soprattutto per le gambe di chi sta dietro e la testa di chi siede davanti, magari sui sedili AGR (Aktion Gesunder Rücken) certificati dall’ente tedesco dei fisioterapisti, a 18 regolazioni elettriche e dotati di ventilazione e massaggio.

Buona la capacità del vano bagagli (3701.210 litri) e migliorati sia i materiali sia gli accoppiamenti.

Totalmente diversa l’ergonomia: ora i pulsanti sono un po’ di più sul volante, molti di meno sulla plancia e, grazie anche al freno di stazionamento elettrico, c’è più spazio sul tunnel dove troviamo un vano protetto da un soffietto e una feritoia per infilarvi il cellulare.

Punto di forza è il sistema IntelliLink con

schermo da 7 o 8 pollici che specchia dispositivi Apple e Android, ha l’hot-spot wi-fi e si connette allo smartphone attraverso il Bluetooth oppure a distanza attraverso l’app MyOpel. L’altra novità è l’OnStar, presente da 19 anni sulle auto General Motors negli USA dove ha 7 milioni di utenti. Gratuito per il primo anno, ha la chiamata di emergenza e offre l’assistenza di un operatore con servizi innovativi come l’inserimento a distanza della destinazione desiderata sul sistema di navigazione. La sicurezza, a 5 stelle EuroNCAP, si avvale di 6 airbag e ci sono la sorveglianza per l’angolo cieco e il superamento della carreggiata, la lettura dei segnali, l’allerta se c’è pericolo di tamponamento e, nel caso, la frenata autonoma al di sotto di 80 km/h. ➔

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Le luci della ribalta La nuova Opel Astra è basata sulla nuova piattaforma globale D2 di General Motors che ha consentito di tagliare drasticamente il peso di 120-200 kg, dei quali 77 kg risparmiati sulla scocca, ma anche su telaio (-50 kg), ruote (-11,5 kg), scarico (9 kg), sedili (-10 kg) e altro ancora.

Scompaiono gli ammortizzatori a controllo elettronico, rimane l’esclusivo retrotreno che combina i bracci longitudinali ad assale torcente con un parallelogramma di Watt trasversale.

Presenti per la prima volta su un’auto di segmento C i fari IntelliLux a matrice di Led che, attraverso l’accensione e lo spegnimento selettivo dei singoli diodi, garantiscono costantemente la massima visibilità notturna.

La gamma motori, tutti turbo ad iniezione diretta, prevede il già noto 4 cilindri a gasolio 1,6 litri in tre declinazioni: 95 cv, 110 cv (3,4 litri/100 km pari a 90 g/km di CO2) e 136 cv anche con cambio automatico.

Stessa possibilità per il nuovo 1,4 litri tutto in alluminio da 150 cv, oggetto della nostra prova: rispetto al precedente ha 10 cv in più, 10 kg in meno ed è più efficiente dell’11%. Al vertice un 1.6 da 200 cv (235 km/h, 0-100 km/h in 7,8 s.), alla base un 3 cilindri mille da 105 cv con cambio a 5 rapporti, anche robotizzato.

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Opel Astra 1.4 Ecotec Innovation 150 CV Dati tecnici e per l’impiego aziendale cilindrata 1.399 cc potenza 150 CV lungh./largh./alt. 4,37 x 1,81 x 1,48 m peso 1.278 kg accelerazione 8,5” (da 0 a 100 km/h) velocità massima 215 km/h cambio manuale a 6 rapporti trasmissione anteriore costo di esercizio al km (*) 0,38

C’è anche un 1.4 aspirato da 100 cv, in arrivo le versioni EcoFlex ancora più parche nei consumi.

La leggerezza pesa eccome Sull’Astra si siede in basso, comodamente e con buona visibilità. Il 4 cilindri si avvia silenzioso con la chiave (optional il sistema keyless), è fluido in basso e grintoso sopra i 4.000 giri/min con ottime prestazioni (215 km/h, 0-100 km/h in 8,5 s.). Buono il cambio, lungo nei rapporti tanto che a 130 km/h si viaggia a soli 2.500 giri/min e l’effetto si vede sui consumi, contenuti non solo nelle dichiarazioni (4,9 litri/100 km, 114 g/m di CO2).

La riduzione del peso si sente anche su strada: la nuova Astra è ancora più sciolta

consumo medio 20,4 km/litro capacità di carico da 370 a 1.210 litri comfort ★★★★★ silenziosità ★★★★★ ABS SI ESP SI antislittamento SI (*) percorrenza annua 30.000 km

in città, comoda e sicura in viaggio, ma sul misto è un vero rasoio. Spettacolari i fari IntelliLux: costano 1.300 euro, ma offrono un contributo decisivo per lo stress di guida nelle ore serali, a tutto vantaggio di comfort e sicurezza.

Più ragioni sulla bilancia La nuova Opel Astra cambia dentro e fuori conferma tutto il buono che aveva, si pone da leader nella connettività e con la sua dieta da 2 quintali fa felice il fleet manager, per i costi d’esercizio, e l’utilizzatore per il piacere di guida. Ampia la “flottabilità” anche per la scelta dei motori: l’1.4 turbo consuma poco e, anche se il preferito sarà il diesel, il 3 cilindri mille è una piacevolissima sorpresa.

People

di Francesca Carli

Sì viaggiare…

Libertà, scoperta, avventura.

Sfida e, a volte, rischio. Viaggiare è questo e molto altro.

Viaggiare può voler dire andare alla ricerca di qualcosa, o anche scappare. E il cinema è il luogo perfetto dove evadere dal quotidiano, emozionarsi, dare respiro a un sogno o a una fantasia. Ecco quindi che i cosiddetti “road-movie” - i film dedicati al tema del viaggio “on the road” per lo più su due o quattro ruote - diventano l’essenza più pura di quella voglia di partire che prima o poi coglie tutti. Almeno per un secondo.

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sul maxi schermo

People

Si parte dagli States… “On the road” Stati Uniti, fine degli anni Sessanta: è allora che i film dedicati ai viaggi su strada trovano terreno fertile per sbocciare.

Come spesso accade, è però nella letteratura che questo genere cinematografico ha fondamento: nel 1957 Jack Kerouac pubblica infatti il romanzo “On the road”, anticipazione di quanto si vedrà sul grande schermo a partire dal decennio successivo.

Nei road-movie i centri abitati sono spesso semplici sfondi tra una tappa e l’altra: le riprese - quasi esclusivamente in esterna, con un copioso utilizzo di camera-car e zoom indugiano invece su lunghe e vuote strade statali, pompe di benzina che sembrano sorte per caso nel bel mezzo del deserto, pianure e praterie sconfinate (che richiamano le scenografie delle pellicole western). I protagonisti sono giovani, dannati, ribelli e il viaggio

è spesso una vera e propria fuga dalla società, se non addirittura dalla legge. E colonne sonore da pelle d’oca sigillano atmosfere entrate poi nel cuore di intere generazioni di spettatori. Il film capostipite di

tutti i “road-movie” (sebbene avvisaglie si possano scorgere già in qualche pellicola antecedente) è senza dubbio “Easy Rider”, del 1969: Dennis Hopper (ispirato, pare, da “Il sorpasso” di Dino Risi, uscito sette anni prima) mette in scena la storia di due motociclisti intenti ad attraversare gli Stati Uniti, da Los Angeles alla Louisiana, a bordo dei loro iconici chopper. Giovani, hippie, affamati di evasione, diretti per la loro strada nonostante gli occhi borghesi della società non accettino il loro stile di vita. La colonna sonora con brani di Jimi Hendrix, Bob Dylan e degli Steppenwolf (è loro la mitica “Born to Be Wild”) detta il ritmo perfetto di una vita imperfetta. In costante, perpetuo, movimento.

Non solo hippie Non ci sono solo hippie in fuga da una società medio-borghese, nei primi film di questo

genere. Si dà voce anche ai sentimenti o alle storie criminali, passando addirittura alle tinte horror.

Da vedere, “Non torno a casa stasera” di Francis Ford Coppola (il titolo originale è “The Rain People”) del 1969: la giovane Natalie abbandona il ruolo di moglie devota e parte da sola per un viaggio in auto senza meta. “Gangster Story”, invece, narra le avventure di Bonnie e Clyde: la famosa coppia di delinquenti che si sposta dall'Oklahoma al Texas, cambiando auto e targhe per non lasciare traccia del proprio passaggio.

Per restare senza fiato dalla tensione, c’è invece “Duel” diretto nel 1971 da Steven Spielberg: una inquietante autocisterna guidata da un misterioso autista si lancia per tutto il film in un inseguimento serrato della vettura di David Mann, tranquillo commesso viaggiatore che si trova a fronteggiare un folle gigante della strada. ➔

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People

Decenni di road-movie Dalle origini negli anni ’60-‘70 a oggi, il cinema - anche ben lontano da Hollywood - ha proposto un’infinità di film ispirati al tema del viaggio su strada.

Stilare una vera e propria classifica sarebbe impossibile, ma proviamo a fare una carrellata tra le pellicole che hanno riscosso maggiore successo lungo i decenni.

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Da vedere assolutamente i già citati “Il sorpasso” del Maestro Risi (per essere catapultati al fianco di un superlativo Vittorio Gassman nella mattina del ferragosto 1962, in viaggio sull’Aurelia, da Roma a Castiglioncello) ed “Easy Rider” (che nonostante gli anni, ci lascia ancora addosso la voglia di macinare chilometri in lungo e in largo per gli Stati Uniti).

Passiamo agli anni ‘80, torniamo in Italia e partiamo “In viaggio con papà”: come dimenticare l’avventura di padre e figlio, interpretati da Alberto Sordi e Carlo Verdone!

Anche questa volta si parte da Roma; i due sono diretti in Corsica e, durante il viaggio, avranno modo di conoscersi meglio e ci faranno rivivere un’altra estate italiana di quelle

che forse non torneranno più.

A rappresentare gli anni ‘90 non possiamo che citare “Thelma & Louise” di Ridley Scott, vincitore di un Oscar per la miglior sceneggiatura.

Dall’Arkansas al Messico, l’itinerario delle due amiche fuggiasche - belle, grintose, spregiudicate e libere - oggi è uno dei percorsi più richiesti dai cine-turisti.

Nel 2004 è uscito invece “I diari della motocicletta”: il film, diretto da Walter Salles, è una storia di formazione e racconta il lungo e avventuroso viaggio attraverso l'America Latina di un giovane Ernesto Guevara. La prima parte si svolge in sella a "la Poderosa", una moto Norton 500 M18 del 1939… Il cerchio si chiude (per ora) con “On the Road”, adattamento del romanzo di Jack Kerouac di cui abbiamo parlato all’inizio.

La regia è di nuovo quella di Walter Salles: il film (uscito nel 2012) narra del viaggio intrapreso lungo tutti gli Stati Uniti dai due amici Sal Paradise e Dean Moriarty. Senza una meta, senza un soldo. Con la sola voglia di andare.

Trend

Il Salone di Tokyo segna il ritorno alla ribalta dell’industria giapponese, sempre più protesa verso i mercati esteri, ma anche pronta a raccogliere l’invito del governo a fare della capitale del Sol Levante il modello della mobilità del futuro in occasione dei Giochi Olimpici del 2020. Intanto Toyota è sempre più numero uno mondiale, Nissan, Honda e Suzuki si rafforzano e anche Mazda, Mitsubishi e Subaru hanno ritrovato dinamismo ed inventiva, quella che alla manifestazione nipponica, in forme anche giocose, non è mai mancata.

La BMW M4 GTS ha 500 cv e l’iniezione d’acqua nel motore

La Daihatsu Tempo, un chiosco ambulante in 3,4 metri

di Nicola Desiderio

Tokio I saloni dell’automobile si assomigliano più o meno tutti, ma ce n’è uno che si svolge ogni biennio e che riconosceresti dalla lista delle novità. È il Salone di Tokyo, che da sempre fa dell’innovazione e del futuro i propri marchi di fabbrica. È questo il salone dove nel 1997 fu presentata la Toyota Prius, la prima auto ibrida della storia, è qui che il robot Asimo di Honda ha cominciato a parlare della vicinanza tra automobile e robot ed è qui in maniera sempre più intensa che altrove si parla di elettrico, idrogeno, telematica di bordo e guida autonoma. E per capire quanto tutto questo conti, basti pensare che la discussione riguardante l’organizzazione delle Olimpiadi di Tokyo del 2020 verte solo marginalmente sulle opere necessarie: l’argomento

La Honda Clarity ha fuel cell e motore elettrico da 177 cv integrati e fa 700 km con un pieno di idrogeno

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principale è l’obiettivo di fare della capitale la vetrina della mobilità del futuro fornendo al sistema paese un orizzonte di medio-lungo termine che va ben oltre le semplici colate di cemento.

Le difficoltà di Volkswagen significano il consolidamento di Toyota come numero uno mondiale e la casa di Nagoya ha svolto tutti i temi a lei cari. La S-FR è una piccola sportiva che sembra presagire il ritorno della MR-2, mentre la Kikai è l’auto nuda e pura, nel vero senso della parola perché è solo telaio, motore ibrido posteriore a vista, sospensioni push-rod e l’abitacolo a 3 posti con guida centrale è il trionfo dell’analogico e dei pulsanti fisici.

La JPN Taxi sembra invece un cab londinese, ma è un’ibrida GPL che farebbe comodo anche a noi mentre la FCV Plus

L’abitacolo della Subaru Viziv Concept che

Trend

il futuro è qui. fa capire dove va a parare l’auto a idrogeno del futuro, che sarà nettamente più compatta (3,8 metri, oltre uno in meno rispetto alla Mirai) e plug-in, con ricarica senza fili.

A idrogeno e con guida autonoma la Lexus LF-LC, concept che anticipa la LS di nuova generazione: è a trazione integrale, ha 3 motori elettrici e basterà sostituirle le fuel cell con un motore a scoppio per ottenere la versione spinta da un sistema ibrido di nuova generazione.

Guida autonoma, idrogeno e plug-in per un’autonomia di 980 km anche sulla Mercedes Vision Tokyo, concept dedicato al Salone nipponico e che punta sul miglioramento della vita in automobile.

Anche Nissan mette in vetrina tutto i propri cavalli di battaglia e dà un assaggio sul futuro.

La IDS sembra la prossima Leaf perché è una 5 porte compatta, ha una batteria da 60

anticipa il prossimo Suv compatto delle Pleiadi

kWh sufficiente per un’autonomia di 500 km e l’abitacolo è concepito per la guida autonoma tanto che, quando il guidatore decide di far fare alla macchina, il volante si ritrae per liberare più spazio.

La casa di Yokohama ha inoltre affermato che nel 2018 sarà pronta per l’auto che guida da sola in autostrada e nel 2020 persino in città. Fa pensare alla Cube invece la Teatro for Days, una multispazio tutta schermi dentro e molti display fuori, che annunciano a chiare lettere quello che la vettura sta facendo. Spariscono i pulsanti, la telematica è spinta all’estremo e i comandi sono tutti vocali e gestuali. Anche Honda prepara la guida autonoma, ma intanto ha presentato la nuova Clarity a idrogeno: è una berlina lunga 4,89 metri, il motore elettrico da 177 cv è in blocco con lo stack per risparmiare spazio e ha un’autonomia di 700 km (nel ciclo giapponese).

La Toyota Kikai celebra la natura meccanica dell’auto

La Suzuki Mighty Deck è la kei-car che si fa pick-up

La Lexus LF-LC anticipa la prossima LS che avrà la guida autonoma e una versione ad idrogeno

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Trend

Il primo produttore al mondo di motori (dal tosaerba al jet), vuole anche che siano anche i più potenti e annuncia il nuovo mille 3 cilindri da 130 cv e il 4 cilindri 1.5 da 175 cv che presto vedremo sulla Civic di decima generazione.

Già praticamente pronta la nuova Subaru Impreza, anticipata da un omonimo concept e che brilla per uno stile finalmente interessante.

D’ordinanza i motori boxer (anche ibridi) e la trazione integrale che insieme costituiscono da sempre il credo della casa delle Pleiadi.

Quello della Mazda è invece il motore rotativo e la sua rinascita è stata annunciata dalla RX-Vision, anticipazione di una sportiva che promette di rinverdire i fasti delle RX-7 ed RX-8.

Anche Mitsubishi prepara il futuro con la eX concept, crossover compatto che, a spanne, sembra l’erede della ASX ed è spinto da due motori elettrici con un’autonomia di 400 km.

Robusto presente invece per Suzuki che, dopo la Celerio e la Baleno, rinforza la parte bassa della sua gamma con la Ignis, crossover lungo 3,7 metri che nel cofano avrà il

La Nissan IDS è un’elettrica con 500 km di autonomia a guida autonoma

nuovo sistema ibrido SHVS formato da un 4 cilindri 1.2 a doppio iniettore, motore elettrico, cambio CVT e batteria agli ioni di litio posizionata sotto i sedili anteriori. La trazione è anteriore o integrale è probabili sono anche l’adozione del nuovo mille 3 cilindri turbo da 111 cv e della versione Trail, con una connotazione più offroad. E se ad Hamamatsu sono da sempre abituati a fare auto e moto, la Yamaha si prepara a raddoppiare le ruote collaborando con Gordon Murray, progettista di auto da competizione e stradali che

hanno fatto storia come la McLaren F1, la MP4/4 e la Brabham BT49. Il progetto si chiama iStream, prevede una due posti tipo Smart, un piccolo Suv e una sportiva incarnata dal concept Sports Rider, 2 posti con motore posteriore e peso di soli 750 kg. Questa edizione del Salone di Tokyo ha visto anche il ritorno di FCA dopo 8 anni, che ha proposto le ultime novità per Alfa Romeo, Fiat 500 e Jeep, e la prima partecipazione in assoluto del gruppo PSA Peugeot Citroën, in particolare con il marchio DS. Ci sono stati anche

La Mazda RX-Vision è un bell’esercizio di stile che anticipa il ritorno di un’elegante sportiva a motore rotativo

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i debutti della Porsche Macan GTS da 360 cv – intermedia tra la S e la Turbo – e della Mini Cabrio di terza generazione, ma anche della BMW M4 GTS, versione in tiratura limitata a 700 esemplari. Il 6in-linea biturbo 3 litri raggiunge 500 cv grazie all’iniezione d’acqua e, con l’alleggerimento a 1.510 kg, il rapporto peso/potenza sfiora i 3 kg/cv per prestazioni mostruose (305 km/h, 0-100 km/h in 3,8 s.) e un 7’28” sul vecchio Nürburgring.

Basta e avanza per far spalancare anche gli imperturbabili occhi a mandorla.

Service

di Giampiero Bottino

Il sistema Goodyear Rapidità, efficienza e assortimento. Queste le parole chiave che emergono dall’ incontro che abbiamo avuto con Antonio Fanasca, Fleet Manager di Goodyear Dunlop Italia, che ci ha evidenziato i cardini della strategia e dell’organizzazione della sua azienda con riferimento al target delle flotte.

Qual è il vostro rapporto con il mondo delle flotte?

Goodyear è stata tra i primi produttori di pneumatici a riservare un'attenzione specifica a questa particolare fascia di mercato. Lo ha fatto creando negli anni una rete di assistenza dedicata alle flotte denominata “4Fleet Europe”.

Questo network è operativo anche in Italia, dove può contare su oltre 1.400 centri specializzati. Ne fanno parte anche i centri SuperService, cioè la rete di rivenditori affiliati a Goodyear Dunlop Italia, ai quali sono affiancate delle officine specializzate attentamente selezionate. Grazie alla struttura e ai servizi sviluppati, negli anni abbiamo costruito partnership di successo con tutte le maggiori flotte italiane ed europee.

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Sono centri dedicati solo alle flotte o fanno parte della vostra rete complessiva?

Sono quei centri, all’interno del network Goodyear, abilitati a operare specificatamente sulle auto aziendali, e quindi costituiscono la rete per i servizi alle flotte di Goodyear Italia, la proiezione a livello nazionale di “4Fleet Europe”.

Secondo quale strategia è stata sviluppata questa struttura dedicata?

Ci siamo sempre ispirati a due linee guida: anzitutto garantire un'elevata professionalità nel servizio al cliente attraverso una forte selezione qualitativa dei centri ed allo stesso tempo assicurare un'adeguata copertura territoriale perché la conformazione fisica dell'Italia necessita un adeguato numero di centri, per coprire in maniera capillare il territorio.

Quali sono i benefici di questa organizzazione?

I centri della rete forniscono un servizio a valore aggiunto all'utilizzatore non solo in termini di rapidità ed efficienza, ma anche garantendo un'ampia disponibilità di prodotto

Antonio Fanasca, Fleet Manager di Goodyear Dunlop Italia

in ogni periodo dell'anno, anche nei momenti più critici, mettendo a disposizione della rete ben quattro marchi di pneumatici: Goodyear, Dunlop, Fulda e Sava.

Vengono inoltre offerti altri servizi come la gestione stagionale degli pneumatici presso i singoli centri e in alcuni casi la presa e riconsegna delle vetture. Non mancano neppure delle proposte innovative che

alcuni partner stanno sviluppando, come ad esempio un'officina mobile per l’assistenza esterna.

Come siete strutturati per rispondere alle richieste di questo tipo di clientela?

A fianco della struttura di servizio alla clientela “sul campo”, abbiamo organizzato una serie di funzioni interne a supporto dell'attività delle flotte.

Oggi tutti i centri sono collegati online tra di loro e con le flotte per garantire la massima rapidità degli interventi e delle pratiche autorizzative che ovviamente dipendono dalle singole flotte.

Service

per le flotte Quali riscontri trova a livello centrale questa struttura operativa?

Abbiamo un dipartimento che segue esclusivamente quest'area di business. Abbiamo inoltre un call center dedicato alle flotte, in grado di gestire rapidamente qualsiasi problematica di tipo tecnico-amministrativo e di rispondere con l’adeguata celerità a qualsiasi problematica possa manifestarsi sul campo.

Il peso delle flotte sta crescendo anche per voi come per il mercato auto nel suo complesso?

I dati ci mostrano una crescita delle nuove immatricolazioni nel comparto delle flotte. E dato che in questo segmento la nostra presenza è rilevante, si tratta di fenomeno per noi importante, anche per garantire l’adeguata fornitura di Pneumatici nei periodi di maggiore utilizzo (come nel periodo invernale).

dove sono in vigore i relativi obblighi o dove il clima può essere particolarmente ostile.

Non dimentichiamo poi che le gomme invernali moderne sono progettate per garantire le massime prestazioni su qualsiasi tipo di fondo stradale quando la temperatura scende sotto i 7 gradi. Il che non avviene solo al Nord.

La domanda di gomme invernali è localizzata dal punto di vista territoriale?

Non proprio. Direi che dipende più dal tipo di attività del cliente, perché anche chi ha sede nel Sud può viaggiare in zone

Gli pneumatici “All Seasons” sono la soluzione?

Sono pneumatici che Goodyear commercializza da oltre 30 anni e di cui ancora detiene la

leadership, rafforzata con il recente lancio della nuova generazione del “Vector4Seasons”. Sono una soluzione di compromesso per chi fa pochi chilometri, prevalentemente in città e vuole viaggiare in sicurezza anche d'inverno senza violare norme e ordinanze. E’ chiaro che per un cliente professionale, che raramente sceglie quando, quanto e in quali condizioni viaggiare, è preferibile adottare il doppio treno di gomme per beneficiare delle migliori prestazioni in ogni periodo dell’anno.

Nuovo Goodyear F1Asy3 Nuovo Dunlop RT2 Sport Maxx RT2 è il nuovo pneumatico Ultra High Performance che al meglio rappresenta il DNA sportivo di Dunlop: grazie ad una precisione in curva senza confronti e alla nuova costruzione rinforzata permette agli amanti della guida di spingersi fino al limite e di godersi al massimo la loro passione.

Il nuovo Eagle F1 Asymmetric 3 è il pneumatico Goodyear perfetto per chi possiede una vettura ad alte prestazioni e non vuole assolutamente scendere a compromessi con la sicurezza. Grazie ad innovative tecnologie come l’Active Braking technology e la Grip Booster Technology, è in grado di garantire elevato controllo, spazi di frenata ridotti ed elevato piacere di guida sia in condizioni di guida su asciutto che su bagnato.

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La macchina dei numeri

di Alessandro Palumbo

Immatricolazioni in Italia di autovetture e fuoristrada di società 11 mesi 2015 63.810 13.548 13.044 11.822 10.678 10.596 10.512 9.981 9.889 9.497 9.141 8.415 7.672 6.425 5.941 5.539 4.601 4.024 3.837 2.696 2.688 2.176 2.025 1.635 1.574 1.360 1.323 1.053 955 841 747 689 639 609 565 436 262 195 122 106 76 76 76 36 26 80 242.038

marca FIAT VOLKSWAGEN BMW LANCIA TOYOTA AUDI PEUGEOT RENAULT OPEL NISSAN MERCEDES CITROEN FORD ALFA ROMEO LAND ROVER MINI SMART JEEP VOLVO HYUNDAI KIA SKODA PORSCHE DACIA DS MAZDA SEAT SUZUKI MITSUBISHI HONDA SUBARU ABARTH JAGUAR LEXUS MASERATI SSANGYONG ISUZU INFINITI MAHINDRA FERRARI GREAT WALL TATA TESLA LAMBORGHINI CHEVROLET ALTRE Totale

Elaborazioni Centro Studi UNRAE

11 mesi 2014 66.745 11.697 12.615 12.736 10.691 9.232 10.089 8.925 9.833 8.737 7.663 5.238 6.761 5.544 4.724 5.555 5.979 2.313 5.972 2.624 2.540 1.809 1.683 1.418 1.206 1.349 1.536 951 684 614 519 474 454 478 561 312 282 52 99 97 92 55 24 35 315 100 231.412

var % -4,4% 15,8% 3,4% -7,2% -0,1% 14,8% 4,2% 11,8% 0,6% 8,7% 19,3% 60,7% 13,5% 15,9% 25,8% -0,3% -23,0% 74,0% -35,8% 2,7% 5,8% 20,3% 20,3% 15,3% 30,5% 0,8% -13,9% 10,7% 39,6% 37,0% 43,9% 45,4% 40,7% 27,4% 0,7% 39,7% -7,1% 275,0% 23,2% 9,3% -17,4% 38,2% 216,7% 2,9% -91,7% -20,0% 4,6%

peso % 2015 26,4% 5,6% 5,4% 4,9% 4,4% 4,4% 4,3% 4,1% 4,1% 3,9% 3,8% 3,5% 3,2% 2,7% 2,5% 2,3% 1,9% 1,7% 1,6% 1,1% 1,1% 0,9% 0,8% 0,7% 0,7% 0,6% 0,5% 0,4% 0,4% 0,3% 0,3% 0,3% 0,3% 0,3% 0,2% 0,2% 0,1% 0,1% 0,1% 0,0% 0,0% 0,0% 0,0% 0,0% 0,0% 0,0% 100,0%

Immatricolazioni in Italia di autovetture e fuoristrada di società - top 20 n.

1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20

62

marca FIAT FIAT LANCIA FIAT FIAT MINI VOLKSWAGEN TOYOTA PEUGEOT SMART CITROEN FIAT ALFA ROMEO NISSAN ALFA ROMEO TOYOTA RENAULT OPEL BMW VOLKSWAGEN Totale

modello PANDA PUNTO YPSILON 500 500L MINI GOLF YARIS 208 FORTWO C3 500X GIULIETTA MICRA MITO AYGO CLIO MOKKA SERIE 2 POLO

Carfleet 61 gennaio 2016

11 mesi 2015 23.944 11.684 11.626 10.799 8.268 5.539 5.115 4.709 3.955 3.849 3.784 3.754 3.415 3.028 2.944 2.661 2.571 2.456 2.282 2.222 242.038

peso % 9,9% 4,8% 4,8% 4,5% 3,4% 2,3% 2,1% 1,9% 1,6% 1,6% 1,6% 1,6% 1,4% 1,3% 1,2% 1,1% 1,1% 1,0% 0,9% 0,9% 100,0%

n.

1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20

marca FIAT FIAT LANCIA FIAT SMART FIAT MINI TOYOTA VOLKSWAGEN NISSAN FIAT VOLKSWAGEN ALFA ROMEO ALFA ROMEO PEUGEOT RENAULT TOYOTA OPEL FIAT AUDI Totale

peso % 2014 28,8% 5,1% 5,5% 5,5% 4,6% 4,0% 4,4% 3,9% 4,2% 3,8% 3,3% 2,3% 2,9% 2,4% 2,0% 2,4% 2,6% 1,0% 2,6% 1,1% 1,1% 0,8% 0,7% 0,6% 0,5% 0,6% 0,7% 0,4% 0,3% 0,3% 0,2% 0,2% 0,2% 0,2% 0,2% 0,1% 0,1% 0,0% 0,0% 0,0% 0,0% 0,0% 0,0% 0,0% 0,1% 0,0% 100,0%

Elaborazioni Centro Studi UNRAE modello PANDA PUNTO YPSILON 500 FORTWO 500L MINI YARIS GOLF QASHQAI FREEMONT POLO GIULIETTA MITO 208 CLIO AYGO CORSA QUBO A3

11 mesi 2014 24.278 18.352 11.410 10.478 5.905 5.867 5.555 4.744 3.370 3.013 2.882 2.829 2.802 2.696 2.601 2.555 2.537 2.307 2.270 2.260 231.412

peso % 10,5% 7,9% 4,9% 4,5% 2,6% 2,5% 2,4% 2,1% 1,5% 1,3% 1,2% 1,2% 1,2% 1,2% 1,1% 1,1% 1,1% 1,0% 1,0% 1,0% 100%

Profit

Immatricolazioni in Italia di autovetture e fuoristrada di società di noleggio

Elaborazioni Centro Studi UNRAE

11 mesi 2015

11 mesi 2014

var %

peso % 2015

peso % 2014

FIAT

74.803

77.206

-3,1%

25,2%

30,7%

VOLKSWAGEN

22.567

20.066

12,5%

7,6%

8,0%

PEUGEOT

20.646

14.484

42,5%

7,0%

5,8%

FORD

18.063

14.389

25,5%

6,1%

5,7%

AUDI

17.792

16.421

8,3%

6,0%

6,5%

RENAULT

17.791

14.447

23,1%

6,0%

5,7%

MERCEDES

14.236

11.426

24,6%

4,8%

4,5%

BMW

13.799

11.884

16,1%

4,7%

4,7%

OPEL

13.119

12.070

8,7%

4,4%

4,8%

CITROEN

12.801

9.417

35,9%

4,3%

3,7%

NISSAN

10.345

4.764

117,1%

3,5%

1,9%

SMART

8.534

3.718

129,5%

2,9%

1,5%

ALFA ROMEO

7.155

5.733

24,8%

2,4%

2,3%

JEEP

6.933

1.548

347,9%

2,3%

0,6%

LANCIA

6.848

9.200

-25,6%

2,3%

3,7%

VOLVO

5.402

4.066

32,9%

1,8%

1,6%

TOYOTA

5.215

3.617

44,2%

1,8%

1,4%

SKODA

4.286

4.099

4,6%

1,4%

1,6%

SEAT

2.809

2.858

-1,7%

0,9%

1,1%

LAND ROVER

2.194

1.691

29,7%

0,7%

0,7%

MINI

2.025

1.433

41,3%

0,7%

0,6%

DS

1.826

1.543

18,3%

0,6%

0,6%

KIA

1.187

768

54,6%

0,4%

0,3%

HYUNDAI

1.052

1.747

-39,8%

0,4%

0,7%

MAZDA

916

709

29,2%

0,3%

0,3%

DACIA

676

131

416,0%

0,2%

0,1%

JAGUAR

533

199

167,8%

0,2%

0,1%

LEXUS

511

183

179,2%

0,2%

0,1%

PORSCHE

488

311

56,9%

0,2%

0,1%

SUZUKI

386

457

-15,5%

0,1%

0,2%

ABARTH

343

54

535,2%

0,1%

0,0%

MASERATI

214

134

59,7%

0,1%

0,1%

MITSUBISHI

203

434

-53,2%

0,1%

0,2%

SUBARU

137

190

-27,9%

0,0%

0,1%

HONDA

132

98

34,7%

0,0%

0,0%

ALTRE

317

264

20,1%

0,1%

0,1%

Totale

296.284

251.759

17,7%

100,0%

100,0%

marca

Immatricolazioni in Italia di autovetture e fuoristrada di società di noleggio - top 20 n.

1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20

marca FIAT FIAT FIAT PEUGEOT VOLKSWAGEN FIAT ALFA ROMEO RENAULT LANCIA FORD FIAT VOLKSWAGEN AUDI JEEP NISSAN SMART AUDI CITROEN FORD RENAULT Totale

modello PANDA 500L 500 308 GOLF 500X GIULIETTA CLIO YPSILON FOCUS PUNTO PASSAT A3 RENEGADE QASHQAI FORFOUR A4 C4 FIESTA MEGANE

11 mesi 2015 21.910 20.925 13.218 8.272 8.271 7.719 7.006 6.867 6.707 6.539 6.514 6.377 5.524 5.199 5.117 4.856 4.255 4.234 3.893 3.875 296.284

peso % 7,4% 7,1% 4,5% 2,8% 2,8% 2,6% 2,4% 2,3% 2,3% 2,2% 2,2% 2,2% 1,9% 1,8% 1,7% 1,6% 1,4% 1,4% 1,3% 1,3% 100%

n.

1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20

marca FIAT FIAT FIAT FIAT LANCIA VOLKSWAGEN RENAULT CITROEN ALFA ROMEO AUDI BMW AUDI FORD FORD VOLKSWAGEN PEUGEOT PEUGEOT VOLKSWAGEN SMART MERCEDES TOTALE

Elaborazioni Centro Studi UNRAE modello PANDA 500L 500 PUNTO YPSILON GOLF CLIO C4 GIULIETTA A3 SERIE 3 A4 FOCUS C-MAX PASSAT 208 308 POLO FORTWO CLASSE A

11 mesi 2014 25.446 19.758 16.872 9.637 8.138 7.334 6.106 5.494 5.333 4.961 4.901 4.489 4.136 4.041 3.957 3.697 3.668 3.602 3.577 3.566 251.759

peso % 10,1% 7,8% 6,7% 3,8% 3,2% 2,9% 2,4% 2,2% 2,1% 2,0% 1,9% 1,8% 1,6% 1,6% 1,6% 1,5% 1,5% 1,4% 1,4% 1,4% 100%

Carfleet 61 gennaio 2016

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Prezzi settore automotive

di Alessandro Palumbo

Auto nuove

Spese di esercizio

variazione % vs mese anno precedente

variazione % vs mese anno precedente

Fonte: elaborazioni Fleet&Mobility su dati ISTAT

Fonte: elaborazioni Fleet&Mobility su dati ISTAT

Assicurazioni

Manutenzione e riparazione

variazione % vs mese anno precedente

variazione % vs mese anno precedente

Fonte: elaborazioni Fleet&Mobility su dati ISTAT

Fonte: elaborazioni Fleet&Mobility su dati ISTAT

Carburanti e lubrificanti

Ricambi e accessori

variazione % vs mese anno precedente

variazione % vs mese anno precedente

Fonte: elaborazioni Fleet&Mobility su dati ISTAT

Fonte: elaborazioni Fleet&Mobility su dati ISTAT

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