Periodico trimestrale numero 62 aprile 2016
MINI Countryman
dimensione business
People
Innovazione e numeri
ci guidano È stato un inizio d'anno scoppiettante per il noleggio. Un incremento del 16% sugli acquisti di nuove auto sarebbe per sé un risultato molto buono e incoraggiante. Se poi il confronto avviene – come adesso – rispetto a un primo bimestre 2015 che già aveva sorpreso tutti in positivo, allora è diverso. Il buono diventa ottimo. L'incoraggiante – termine appropriato quando ci si deve preparare al meglio, che ancora non è arrivato – quasi quasi lascia il posto a un sentimento di responsabilità: come gestire questa fase di penetrazione della formula dell'auto come servizio, piuttosto che come oggetto da possedere? È una riflessione ampia, che supera la segmentazione tra noleggio a breve (che all'inizio dell'anno esercita il suo trascinamento) e noleggio a lungo (che però terrà un livello alto di acquisti lungo l'intero periodo dell'anno). È ampia perché riguarda la diffusione di un modo nuovo di intendere l'auto e le sue funzioni di mobilità. Un modo non nuovo per tutti, intendiamoci. Molti hanno scoperto e abbracciato un rapporto più moderno con l'auto già da anni. Alcuni addirittura da decenni. Ma tanti ancora no, e sono la maggioranza. Tra essi, ogni anno più persone concludono che sì, in definitiva pagare un canone periodico a fronte di tutti i servizi e le spese, previste e imprevedibili, che circondano l'uso dell'automobile, è un modo più smart di andare in giro. Ho posto la questione della responsabilità perché sarebbe sconsigliabile – certamente l'ultima cosa da fare per noi di LeasePlan – metterci comodi e aspettare con pazienza e fiducia che i nuovi clienti adottino il sistema di affittare la macchina con tutti i servizi. Non siamo iperattivi e non vogliamo accelerare un processo che comunque andrebbe avanti. Piuttosto, siamo persuasi che le motivazioni alla base di una scelta in favore del noleggio stiano cambiando. Se pensassimo di incontrare nuovi clienti di oggi e di domani presentando loro un prodotto uguale a quello di dieci anni fa andremmo incontro a cocenti delusioni. Non solo i nuovi potenziali clienti opterebbero per soluzioni diverse, ma rischieremmo l'allontanamento piano piano anche dei nostri attuali clienti. Per questo, nei numeri confortanti di questo inizio d'anno non leggiamo motivi di compiacimento, ma la conferma che le innovazioni che stiamo portando avanti vanno nella giusta direzione e che dobbiamo proseguire nell'arricchimento e nella sofisticazione dell'offerta di noleggio. Le esigenze di mobilità cambiano. E cambiano anche e soprattutto gli atteggiamenti delle persone verso l'automobile. Noi di LeasePlan proprio loro abbiamo messo al centro delle nostre strategie di innovazione e sviluppo. Siano persone che ricevono la macchina da una grande azienda come benefit e/o strumento di lavoro, totale o parziale che sia, ovvero professionisti e titolari di imprese media e piccole, o addirittura privati che vogliono l'auto senza altri pensieri, è sempre a loro che rivolgiamo il primo e l'ultimo pensiero, quando scartiamo o validiamo un miglioramento o un'innovazione. La celebrazione dei 25 anni di LeasePlan Italia nel 2016 e il recente completamento dell’acquisizione di LeasePlan Corporation da parte di LP Group B.V., si inseriscono in questo percorso e sono un ulteriore stimolo per guardare avanti con fiducia e determinazione. Alfonso Martínez Cordero Managing Director LeasePlan Italia Spa
Carfleet 62 aprile 2016
1
Sommario
Editore LeasePlan Italia Spa viale Alessandro Marchetti, 105 00148 Roma telefono: +39 06 96707428 email: carfleet@leaseplan.it www.leaseplan.it Direttore editoriale Alfonso Martínez Cordero Direttore responsabile Mauro Manzoni Direttore scientifico Pier Luigi del Viscovo Capo redattore Alessandro Palumbo Art director Indro Uttinacci Hanno collaborato Francesca Carli Pier Luigi del Viscovo Nicola Desiderio Gerardo Di Lecce Marco Di Pietro Alessandro Palumbo Maurilio Rigo Prove su strada a cura di Nicola Desiderio
Carfleet 62 aprile 2016 05 Auto di proprietà, quanto mi costi? L’analisi europea del CarCost Index sull’auto in proprietà
08 LeasePlan da 25 anni in Italia facciamo la differenza Intervista a A. Martínez Cordero, ad di LeasePlan Italia
38 The cars we want tomorrow L’indagine di GFK Eurisko sull’auto del domani
42 Maserati, premium italiano Intervista a M. Dainese, fleet sales manager Italia di Maserati
44 Kia Sportage 12 Ford e GM: la mobilità è una questione di brand L’entrata delle due case nel settore della mobilità
Sindrome tedesca
48 Nissan Qashqai Incrocio vincente
16 Una flotta a geometria variabile Il noleggio diventa sempre più flessibile
22 DS5 Dichiarazione d’indipendenza
Pubblicità GDN Marketing & Comunicazione Srl gianpiero.denigro@libero.it
52 Un viaggio nella pubblicità
Stampa Modulgraf Srl Via di Santa Procula, 23/23A 00040 Pomezia (Roma)
che cambia Le pubblicità delle auto che hanno fatto la storia
Registrazione Tribunale di Milano n.98/1997 Tiratura: 15.000 copie
56 Detroit vuol dire automobile 26 Fiat Tipo
Reportage dal salone dell’auto americano
Affari di famiglia
60 La cultura del cristallo 30 News on the road
Intervista a Giovanni De Donato, dg Saint-Gobain Autover
62 La macchina dei numeri Il mercato società e noleggio e i prezzi dell’automotive
Carfleet 62 aprile 2016
3
Service
di Pier Luigi del Viscovo
Auto di proprietà,
quanto mi costi? Costi di carburante alle stelle (con IVA e accise varie), assicurazione e tasse di proprietà tra i più elevati in Europa... una cosa è certa: l’Italia non è un Paese per possessori di automobili. Gli ultimi dati raccolti dal CarCost Index - condotto da LeasePlan in undici Paesi europei - parlano chiaro: siamo la seconda nazione del Vecchio Continente in cui si spende di più per guidare un’auto di proprietà (preceduti solo dai Paesi Bassi). In pratica? Ogni italiano sborsa tra i seicento e i settecento euro al mese per mantenere e gestire la propria vettura, in base al tipo di carburante! Gli elementi che compongono il CarCost Index sono i costi di acquisto, assicurazione, tasse, carburante, riparazione,
Gli automobilisti italiani spendono tra i seicento e i settecento euro al mese per guidare la loro auto. Secondo il CarCost Index di LeasePlan siamo al secondo posto tra i Paesi europei in cui costa di più mantenere una vettura di proprietà. manutenzione e deprezzamento (in riferimento a un veicolo del segmento C che percorre in tre anni una media di 60mila chilometri). E chiunque possieda un’auto lo sa bene: la maggior parte di queste spese sono fisse e gli automobilisti hanno ben poco margine di scelta per influire sul costo totale. Non solo: la perdita di valore del mezzo rappresenta il maggiore di questi oneri e pesa per ben il 36%. I costi in Europa Come già accennato, sul podio si trovano i Paesi Bassi dove la spesa mensile si ag-
gira tra i 600 e gli 800 euro. Va un po’ meglio - ma non di molto - per le strade oltre la Manica: qui si spendono in media 600 euro per auto a benzina e 30 euro in più per i diesel. Risparmiano qualcosina gli svedesi, con una spesa media che va dai 582 ai 576 euro, in base ai due tipi di carburante. Solo Germania e Repubblica Ceca possono vantare costi mensili significativamente inferiori: i tedeschi spendono 418 euro per i veicoli a benzina e 454 euro per i diesel, mentre i Cechi devono sostenere una spesa di circa 406 euro (benzina) e 455 euro (diesel). ➔
Carfleet 62 aprile 2016
5
Service
È interessate notare come il costo per chi guida un’auto diesel può subire variazioni fino a 350 euro al mese tra i diversi Paesi europei. “È stato spesso affermato - spiega Gavin Eagle, direttore commerciale di LeasePlan Italia - che alcuni Paesi europei sono più costosi per gli automobilisti rispetto ad altri. Fino a oggi, tuttavia, non erano stati condotti studi capaci di confermare sufficientemente questi dubbi. Per poter paragonare tra loro i diversi mercati europei occorre comprenderli a fondo e conoscere nel dettaglio le loro differenze legislative. Vi sono molti altri elementi da valutare, oltre al costo di acquisto e alle tasse. Per questo motivo consigliamo sempre agli automobilisti di considerare il quadro generale quando decidono se acquistare o noleggiare un’auto, sia di seconda mano che nuova. È importante far bene i conti globali che spesso non sono trasparenti quando si parla di un’auto in proprietà. Ecco perché il noleggio si sta affermando sempre più come una soluzione alternativa al problema, capace di preventivare tutti i costi in modo chiaro e trasparente. In questo modo è possibile guidare un’auto nuova pagando un canone mensile predeterminato”.
MobilityMonitor e CarCost Index di LeasePlan I rapidi sviluppi economici, tecnologici e sociali stanno plasmando il futuro della mobilità e l’industria del leasing automobilistico. LeasePlan punta a ottenere informazioni preziose sulla mobilità globale attraverso il suo network di società situate in trentadue paesi in tutto il mondo. Il progetto MobilityMonitor di LeasePlan aiuta a mantenersi aggiornati sui principali sviluppi e ad assumere decisioni informate sulla gestione dei parchi auto e della mobilità. Il CarCost Index è parte del progetto MobilityMonitor di LeasePlan.
6
Carfleet 62 aprile 2016
People
LeasePlan Italia
Da 25 anni in Italia facciamo la differenza
8
Carfleet 62 aprile 2016
People
Dall’open calculation a FlexiPlan, all’elevata qualità di servizio garantita da una squadra motivata, l’elemento di forza di LeasePlan è sempre stato la capacità di “innovazione”.
Correva l’anno 1991. Al cinema spopolava “Il silenzio degli innocenti” mentre usciva l’ultimo album dei Queen al completo. Il 34enne Tim Berners-Lee, ricercatore del Cern, trovava la soluzione al problema della condivisione dei documenti tra studiosi, sviluppando un software basato sul concetto di ipertesto, che lui stesso battezza come World Wide Web. Il sito che mette in rete è il primo della storia e inaugura ufficialmente l'era di internet. Ma un altro fatto caratterizza quell’anno. Il mondo del noleggio a lungo termine, che nel 1991 conta 8.000 auto circolanti e 3.000 immatricolazioni, vede l’ingresso di un nuovo operatore. Dall’Olanda entra nell’arena competitiva il marchio LeasePlan: la multinazionale decide di presidiare il suo 13° mercato il 19 aprile 1991 con atto ufficiale del notaio Carlo Cafiero. Nasce LeasePlan Italia S.p.A.
1991-1999 Inizia il viaggio Franco Oltolini, oggi Direttore Operativo e uno dei fantastici quattro che ha percorso tutti i 25 anni con Barbara Belli, Santa Giovannini ed Elvira Stancato, racconta le complessità dell’esordio. “I primi tempi per la forza di vendita sono stati difficili: ci si scontrava con una grande diffidenza nei confronti del noleggio a lungo termine, perché nei primi anni Novanta nessuno conosceva né il noleggio né il nostro brand. In questa fase il supporto e la forza del gruppo hanno subito fatto la differenza; infatti, i primi contratti derivavano da tender internazionali (Ely Lilly, Heineken, FINA Petroli, Whirlpool). In seguito sono stati conclusi anche i primi contratti su base nazionale, soprattutto grazie alla grande dedizione dei dipendenti che trasmettevano, con una forza e un’energia fuori dal comune, quell’elemento vincente che contraddistingue an-
che oggi LeasePlan sul mercato”. Il fiore all’occhiello della proposizione commerciale di LeasePlan era l’Open Calculation, ovvero il prodotto con cui ancora oggi condividiamo con il cliente eventuali profitti a fine noleggio, in un’ottica di totale trasparenza dei costi. Già allora l’iniziale diffidenza si scioglieva negli eventi organizzati alla consegna dell’assegno di Final Settlement. 2000-2010 Gli anni del consolidamento È il periodo di due grandi processi di integrazione. Nel 2000 con Dial che ha raddoppiato il parco auto e nel 2006 Europcar Fleet Services con una ulteriore impennata della flotta gestita, che superò le 100.000 unità. Anche a seguito delle acquisizioni, rimane viva la riflessione condivisa con i colleghi dei primi anni: “il mercato incide, il prodotto è fondamentale, ma la forza delle aziende è all’interno, nella coesione che si crea tra persone”. ➔
Alfonso Martínez Cordero, Managing Director di LeasePlan Italia
Carfleet 62 aprile 2016
9
People
Franco Oltolini, Direttore Operativo di LeasePlan Italia
Proprio grazie all’incontro di realtà aziendali diverse, si valorizzano diverse expertise e know how in un clima di costante collaborazione e confronto sempre costruttivo. 2011-2016 La stagione dei record Abbiamo portato avanti un profondo cambiamento della struttura organizzativa e dei processi aziendali, avviato un'importante progetto sulla cultura aziendale e rinforzato l'elemento di innovazione e relazione nella proposizione commerciale. Vengono lanciati nuovi prodotti con il supporto di importanti investimenti in comunicazione e LeasePlan riceve da Databank il prestigioso riconoscimento Company to Watch 2014. Inoltre, anche grazie all’esperienza maturata nelle precedenti joint venture, il processo di integrazione con BBVA Autorenting e BBVA Renting viene completato con successo. Alfonso Martinez, lei ha avuto il compito di guidare la LeasePlan Italia in questi ultimi anni. Che bilancio personale e professionale? In questi cinque anni ho imparato ad apprezzare non solo le sedi LeasePlan - nelle città di Roma, Milano, Bolzano, Genova e Bologna - ma tutto il paese. La mia passione per la montagna inoltre ha giovato delle bellissime località dell’appennino e delle Alpi che ho potuto conoscere. Devo confessarvi solo qualche problema con l’orario della cena, non proprio spagnolo! Tornando ai risultati aziendali, in questi anni LeasePlan ha conseguito il record di immatricolazioni, di parco circolante, di fatturato e profitto.
10
Carfleet 62 aprile 2016
In tutti questi anni, la collaborazione con la casa madre in Olanda è sempre stato proficua, con un crescente riconoscimento in termini di fiducia nelle nostre capacità, grazie ai risultati in termini di crescita e di ottimizzazione delle risorse. Il trend estremamente positivo di questi ultimi anni è stato coronato da un 2015 eccezionale, in cui LeasePlan Corporation ha assegnato all’Italia il prestigioso riconoscimento "Trophy of Excellence 2015", che premia il Paese che si è distinto per le migliori perfomance di crescita e nell'innovazione. È stata un’esperienza al di
sopra di ogni aspettativa. Vorrei cogliere l’occasione per ringraziare tutti i colleghi di LeasePlan e il mio team per il magnifico supporto di questi anni. Ma il meglio deve ancora arrivare. Quali dunque i programmi per la celebrazione del 25ennale? Abbiamo la volontà di condividere questo importante traguardo con tutti i collaboratori, i clienti, i fornitori e i partner che ogni giorno ci consentono di gestire circa 20.000 clienti e oltre 116.000 driver. Ma vogliamo soprattutto continuare a innovare i nostri prodotti e servizi, a pensare a nuove soluzioni di mobilità per aziende e privati, a investire in tecnologie, comunicazione e risorse umane affinché questo straordinario viaggio di LeasePlan possa continuare portandoci verso nuovi traguardi.
Il nuovo tool LCV di LeasePlan Innovazione, competenza ed efficienza, sono questi gli elementi che, con l’utilizzo di NETO, il configuratore web based di veicoli commerciali allestiti, permettono a LeasePlan di proporsi come leader anche in questo importante segmento di mercato. Un veicolo allestito è per il cliente come un abito tagliato su misura, e deve risultare perfetto per le esigenze specifiche del suo business. Per questo LeasePlan ha investito nella evoluzione del configuratore NETO, già presente sul mercato, richiedendo lo sviluppo esclusivo di una versione apposita per la proposizione del noleggio a lungo termine. Si parte dall’attività svolta dal cliente nel suo core business, perché è questa che guida la scelta di un veicolo commerciale allestito, ed il configuratore, basato su un potente motore di calcolo, permette di abbinare i veicoli prodotti dalle case automobilistiche con l’allestimento proposto dai fornitori specializzati, e selezionare tutte le opzioni scelte dal cliente. Composizioni grafiche, fotografie di mezzi ed accessori, segnalazioni di incompatibilità tecniche supportano, alla fine di un semplice percorso di ricerca, l’individuazione della soluzione perfetta. I fornitori degli allestimenti sono accuratamente selezionati, per offrire il più alto livello di servizio ed i migliori prodotti sul mercato, i dati dei veicoli aggiornati con frequenza quotidiana, il processo automatizzato. It’s easier to Leaseplan
Trend
di Nicola Desiderio
Ford e GM
La mobilità è una questione di brand «Il business dell’automobile vale 2,3 trilioni di dollari e noi di Ford abbiamo una fetta del 6%, il business dei servizi legati al trasporto vale 5,4 trilioni di dollari e lì noi non contiamo nulla». Così ha parlato il CEO di Ford, Mark Fields, al Naias descrivendo nel modo più sintetico e convincente il perché la casa dell’Ovale ha creato FordPass, la piattaforma che reimmagina la relazione tra il consumatore e la casa automobilistica trasformando quest’ultima da car company a mobility company. Fields aveva utilizzato qualche giorno prima immagini ancora più forti al Ces di Las Vegas dicendo che Ford sarebbe diventata una technology company è che FordPass vuole essere quello che iTunes è stato per la musica. FordPass sarà lanciato in aprile negli Usa, per poi arrivare in Europa, Cina e Brasile. Quattro gli elementi di cui è composto: Marketplace, che include tutti i servizi di mobilità tra i quali anche il ride sharing (condivisione del viaggio) e il car sharing; FordGuides, che assiste il cliente come un manager dell’intermodalità. Ci sono poi Appreciation, un programma di loyalty con accesso a esperienze e merchandise,
I due costruttori entrano a gamba tesa nel settore della mobilità con due nuovi marchi che si propongono come una piattaforma di servizi sempre più ampi da proporre al cliente e rivelano una mutazione genetica da parte delle case automobilistiche, destinate a trasformarsi da car company in technology e mobility company. e i FordHubs, spazi fisici dove vedere le ultime innovazioni di Ford: il primo sarà a New York, seguiranno Londra, Shanghai e San Francisco. Il tutto passa ovviamente da una app su smartphone con la quale gestire anche i pagamenti con FordPay, e attraverso l’interazione con il sistema di bordo Sync, e i sistemi di connessione a larga banda car-2-x, ovvero tra i veicoli e l’infrastruttura, e la guida autonoma. FordPass è la risposta a Maven, il brand di mobilità che General Motors ha annunciato negli stessi giorni dopo aver messo a segno due mosse fondamentali: l’acquisizione di Sidecar e l’ingresso, con un
investimento di 500 milioni di dollari, in Lyft – dove tra l’altro Bill Ford ha investito 50 milioni di dollari 4 anni fa attraverso il fondo di ventura da lui stesso fondato, Fontinalis Partner – al cui board siederà un uomo proveniente da Detroit. Sidecar è stata l’antesignana del car hailing (auto a richiesta), ma era in grave difficoltà sotto la pressione di Uber e appunto di Lyft che, a sua volta, ha in tasca un accordo con Hertz sia per offrire ai clienti servizi di rent-a-car sia per permettere ai driver di noleggiare auto a tariffe preferenziali, come ha fatto Uber con Enterprise.
Presente e futuro della mobilità passano per le app su smartphone
12
Carfleet 62 aprile 2016
Trend
Anche GM guarda all’interazione con i suoi sistemi IntelliLink e OnStar e alla flotta di Chevrolet Volt a guida autonoma che saranno su strada nel 2017, ma si dirige con maggiore decisione nell’ambito del car sharing (interno, residenziale e peer-to-peer) e del car hailing ricompattando sotto l’ombrello di Maven tutta una serie di iniziative già in corso in America, Europa e Cina grazie al network e alla tecnologia di Sidecar e Lift e ponendosi come fornitore di mezzi per i loro driver. «Pensiamo che il nostro business e la mobilità personale cambieranno più nei prossimi 5 anni che negli ultimi 50» ha detto Dan Ammann, il presidente di General Motors Company. Rafforza il concetto David Tulauskas: «Siamo arrivati alla conclusione – ha aggiunto il responsabile per le strategie di sostenibilità futura di GM – che la nostra industria, all’interno del contesto odierno del business tradizionale dei veicoli, non è sostenibile nella sua forma attuale».
mente o finanziariamente, le nuove forme di mobilità assimilandone la forma di fruizione prediletta, ovvero lo smartphone. Il CEO di Avis Budget, Larry De Shon, ha annunciato che la nuova app permetterà di pianificare, trovare e sbloccare la vettura facendo arrivare, alla fine del noleggio, la ricevuta sul proprio device. I modelli sono Uber o Lyft, ma ci sono an-
che le ombre lunghissime di Apple e Google. Dentro il consiglio di amministrazione di quest’ultima siede dal luglio del 2014 un certo Alan Mullally, predecessore dello stesso Mark Fields e potenziale trade union di quell’alleanza tra Ford e l’azienda di Mountain View del quale la stampa ha tanto parlato alla fine del 2015, ma che le parti non hanno voluto commentare. ➔
Il succo è che i costruttori in futuro non potranno più essere solo tali perché non saranno semplici fabbricanti di mezzi, ma fornitori di mobilità in un mercato che già esiste, è più grande di quello tradizionale e, oltre ad essere destinato a crescere ulteriormente, sarà terribilmente difficile da affrontare per la presenza di attori, alcuni nuovissimi, che hanno dalla loro cultura, tecnologia e mezzi finanziari immensi. E sarà dura anche per il noleggio, che si è già attrezzato per agganciare, operativaDan Amman e Julia Steyn, rispettivamente presidente di GM e vice presidente per la mobilità urbana
I baffi rosa shocking sono il simbolo che rende riconoscibile le auto di Lyft
Carfleet 62 aprile 2016
13
Trend
Google vorrebbe dire prima di tutto la migliore tecnologia per la guida autonoma (vd. cartografia avanzata e sensoristica), ma soprattutto gli algoritmi più potenti e le interfaccia più amichevoli per instradare le informazioni, i servizi e, in definitiva, i clienti. Mountain View ha già più di un piede nell’automobile, non solo per la guida autonoma con Google X, ma ha investito attraverso Google Ventures 258 milioni di dollari in Uber anche se ha già annunciato che sta sviluppando una propria società di car-hailing scorporandola da Alphabet Inc., un altro dei suoi tentacolari rami che nel 2013 è arrivata persino a Waze, acquistata per un miliardo di dollari. Il futuro dell’auto dunque passa sempre di più per la Silicon Valley che da Detroit, anche per le compagnie di noleggio che dalle nuove forme di mobilità hanno preso gli strumenti (le app) mentre la smaterializzazione dell’auto in mobilità rimescola le carte sulla leadership di una catena dove per afferrare le maglie più importanti si confrontano costruttori, noleggiatori, intermediatori vari e infine le “tech company” della new economy. Una sfida economica, operativa, tecnologica e di brand che si giocherà per essere, in quella catena, i primi industrialmente e gli ultimi prima di arrivare al cliente gestendone i dati, il profilo e i pagamenti con il proprio nome.
Lead Zafar Razzacki, Urban Mobility UX & Marketing è la mente di Maven
La Google Car non è il prototipo di un modello futuro, ma un concentrato di tecnologie da applicare alle auto che verranno
14
Carfleet 62 aprile 2016
Service
Una flotta a…
Flessibilità è la parola chiave che i clienti chiedono ai provider del noleggio. E i fornitori si adeguano, anzi rilanciano, diventando veri e propri mobility hub per soddisfare tutte le esigenze di spostamento, da pochi minuti a cinque o più anni.
16
Carfleet 62 aprile 2016
Service
di Marco Di Pietro
geometria variabile Mai come in questo periodo il mercato delle flotte aziendali è in forte trasformazione. I cambiamenti in apparenza non sono visibili a colpo d’occhio, ma sono sotto pelle. È un processo lento ma inesorabile: tutto parte dal fatto che, finalmente, i bisogni del cliente sono sempre più il perno attorno al quale ruota il sistema. Un sistema che vede il noleggio a lungo termine come la formula di riferimento in assoluto, nei confronti della quale gli altri sistemi di acquisizione costituiscono ormai soltanto una, pur apprezzabile, alternativa. Responsabili acquisti, fleet manager e driver stanno cambiando approccio nei confronti della mobilità, fermo restando che la flotta deve essere sempre economica da acquisire e da gestire e che deve dare un ritorno d’immagine all’azienda e ai driver che hanno l’auto come benefit. L’offerta taylor made I valori di riferimento, però, non sono più soltanto il canone di noleggio, le percorrenze e la durata della locazione, ma emerge prepotentemente il concetto di flessibilità. Una flotta moderna, per rispondere al 100% alle esigenze degli spostamenti lavorativi o privati dei dipendenti assegnatari, deve essere in grado di soddisfare ogni forma di utilizzo: la mobilità urbana (con le sue problematiche ambientali che incidono fortemente nelle limitazioni di circolazione), quella extraurbana (che non
può più non tenere conto delle alternative competitive offerte dal trasporto collettivo) e quella occasionale e non sempre programmabile con anticipo. I provider del mercato stanno accompagnando passo dopo passo le mutate esigenze del cliente: le offerte sono sempre meno standardizzate, bensì ritagliate su misura per ciascun utilizzatore. Ce lo dicono in modo inequivocabile anche le statistiche di Aniasa, l’associazione degli operatori del noleggio: se da una parte le durate dei contratti classici tendono a crescere (i 48 mesi/120.000 km della locazione sono ormai una formula consolidata che ha sostituito quasi del tutto la precedente 36 mesi/90.000 km, molto diffusa nell’era pre-crisi), in parallelo salgono le quote di mercato del renting di medio periodo, dai 12 ai 24 mesi. Il medio termine non è affatto una via di mezzo tra il rent-a-car e il nlt accorciato, ma un vero e proprio prodotto con caratteristiche a se stanti. Caratteristiche che sono: durata variabile (non necessariamente programmabile al momento della firma del contratto, e senza vincoli di penali in caso di restituzione anticipata), possibilità di variare il veicolo in locazione, le percorrenze e una numerosità personalizzabile dei servizi aggiuntivi. Mobility hub La logica del medio termine è dunque inquadrata in una strategia precisa: quella di offrire la massima flessibilità al cliente;
il noleggiatore si sta trasformando in un vero e proprio “mobility hub”, cioè un unico interlocutore per tutte le esigenze di mobilità del cliente. Quindi se il cliente necessita di un veicolo per poche ore, il noleggiatore può venirgli incontro con il corporate car sharing, se ha bisogno di un mezzo che gli garantisca la mobilità per qualche giorno in una città differente da quella dove solitamente opera, gli fornisce un noleggio a breve termine, per i picchi stagionali di lavoro o per esigenze temporanee il noleggio a medio termine, per l’ottimizzazione degli utilizzi delle flotte di veicoli in condivisione, gli garantisce l’accesso a una piattaforma di corporate car pooling (magari anche inter-aziendale). Insomma: da un’ora a 60 (e forse più) mesi: questa è la gamma dei servizi offerti dal moderno provider. Mentre cambiano le esigenze di mobilità dei clienti, e i fornitori si adeguano, crescono le potenzialità del mercato: rimanere legati alla formula della proprietà del veicolo evidenzia sempre maggiori elementi di obsolescenza. Perché magari l’auto rimane inutilizzata nel parcheggio per intere giornate (mentre i costi fissi salgono), perché la rivendita dell’usato è una criticità a volte insormontabile, perché la manutenzione straordinaria della tecnologia sempre più diffusa nelle automobili potrebbe rappresentare un problema nel lungo periodo, e quindi potrebbe far lievitare a dismisura i costi variabili. ➔
I dealer puntano sulla smart mobility e i provider di noleggio sulla flessibilità del servizio: soluzioni su misura per il cliente aziendale
Carfleet 62 aprile 2016
17
Service
Un nuovo mercato A tutte queste problematiche, il noleggiatore “mobility hub” si sta dimostrando l’unico interlocutore possibile: conosce a fondo il mercato, ha un potere d’acquisto eccellente nei confronti dei fornitori di auto e di servizi assicurativi e assistenziali, è in grado di supportare adeguatamente il cliente sul versante finanziario. Per tale motivo una sempre più vasta schiera di clienti si approccia a questa formula di acquisizione: non più soltanto le aziende di grandi e medie dimensioni, ma anche le microimprese, gli artigiani, i liberi professionisti e persino i privati. Lo “small business” è la nuova frontiera del renting: stanno nascendo i punti vendita dedicati, vere e proprie concessionarie dove non si compra ma si noleggia. Il B2C riveste una parte sempre più importante del mercato dei noleggiatori: proliferano infatti anche i punti vendita di smercio dell’usato, selezionato, ripristinato e supergarantito. Per il quale la garanzia non è soltanto una formula d’assicurazione, ma è la certificazione della storia manutentiva
18
Carfleet 62 aprile 2016
puntuale che soltanto il noleggiatore è in grado di poter dimostrare. Gli operatori del noleggio sono ormai proiettati in una dimensione più ampia, come rileva anche un’indagine del Censis che l’Aniasa ha commissionato all’Istituto di ricerca in occasione dei suoi 50 anni di vita associativa (“Le determinanti socioeconomiche della domanda di mobilità degli italiani – il quadro attuale e lo scenario al 2030”): non sono più soltanto fornitori iper-specializzati, ma anche fondamentali aggregatori di servizi complementari, che possono dunque servire il cliente a 360 gradi garantendo un’unica interfaccia commerciale. Cambia perciò l’approccio a una mobilità che, fino a ieri, era in funzione della durata oppure di un numero di targa, ma diventa un servizio in senso più ampio, dove la permanenza di un veicolo nella flotta rimane un concetto sempre più astratto. Cambia la relazione Il corporate car sharing è il tipico esempio di questa risposta “a geometria variabile”
alle esigenze di mobilità integrata: il cliente formula le sue scelte in modo immediato. Il servizio è flessibile, può essere attivato o interrotto, oppure prolungato, oppure ancora modificato nella sua sostanza (persino cambiando tipologia di veicolo) e senza alcun preavviso. Il Car sharing cambia anche la relazione umana tra il fornitore e il cliente, perché si sposta sempre di più su piattaforme digitali. Nel car sharing non c’è più nemmeno il bisogno di ritirare “fisicamente” la chiave di avviamento dell’auto: il consenso all’apertura delle porte e all’accensione arriva via smartphone. La relazione umana con il fornitore, però, non si annulla, anzi, si intensifica: non c’è intermediazione fisica, ma il contatto virtuale permette di superare persino i vincoli d’orario. L’autonoleggio non è più soltanto un’espressione di equity-fund, banche e costruttori d’auto, ma diventa un primattore del travel in senso lato, un fornitore di tecnologia innovativa e persino un operatore di telecomunicazioni. Da solo oppure attraverso le sue partnership consolidate.
di Nicola Desiderio
DS5 Dichiarazione d’indipendenza
La DS5 si chiamava Citroën DS5 ed era il terzo modello, in ordine di apparizione della linea DS che ora si è trasformata in un marchio indipendente. È l’ammiraglia in gamma e ha propulsori a benzina, diesel e ibrido con potenze da 120 cv a 211 CV in 5 allestimenti: Chic, So Chic, Sport Chic, Business e Business Combi a partire da 31.000 euro. L’avevamo già guidata nel numero 51 di CarFleet con il 2 litri a gasolio da 163 cv con cambio automatico, oggi la proviamo con l’ibrido 4x4 da 200 cv. Oltre le categorie L’elemento principale della DS5 è il frontale, con la nuova calandra che vede scomparire il Double Chevron, e i fari, bixeno ad orientamento dinamico e luci diurne e indicatori di direzioni a Led. Inalterato il resto, con uno stile che accoglie elementi di più generi. Coda e tetto sono da coupè, finestratura da monovolume, altezza quasi da crossover: la DS5 mescola tutto fuggendo qualsiasi catalogazione, mantiene le stesse dimensioni di
22
Carfleet 62 aprile 2016
prima – è lunga 4,53 metri – e non lesina sulle cromature per sottolineare ogni elemento del proprio stile creando un insieme sicuramente originale e d’impatto. Pronti al decollo La DS5 cambia con misura anche all’interno del proprio abitacolo “aeronautico”. La strumentazione analogica e digitale, completata dall’head-up display, ha il quadrante di sinistra che richiama un altimetro, le modanature metalliche del volante ricordano una cloche e i pulsanti a cursore sono posizionati, oltre che sul tunnel, anche sulla plafoniera che divide i due semitetti in cristallo provvisti, come quello posteriore unico, di tendina elettrica. La plancia ha una forma a doppio arco e reca nuovi comandi in metallo per la climatizzazione bizona. Metalliche anche le modanature stampate con una trama ispirata al lettering del marchio. Nuovo il sistema infotelematico con schermo a sfioramento da 7 pollici, dotato di grafica e connettività aggiornate (Apple CarPlay e
MirrorLink), riconoscimento vocale, chiamata d’emergenza, navigazione 3D e servizi TomTom per parcheggi e stazioni di servizio, notizie meteo, punti di interesse oltre a localizzazione e tracking in caso di prestito o furto. Con la DS Box, dotata di sim senza costi, e l’app MyDS il collegamento con la vettura è costante. La dotazione di sicurezza (a 5 Stelle EuroNCAP nel 2011) conta su 6 airbag, il sensore per l’angolo cieco e il sistema che segnala il superamento involontario della linea di carreggiata facendo vibrare i lati del sedile, dotato anche di massaggio. Belle le cuciture dei rivestimenti in pelle, disponibili in varie combinazioni. Manca un vano per appoggiare il cellulare, ma ampio è il gavone sotto il bracciolo, utili le luci di ingombro su tutte le portiere. Buono lo spazio davanti, discreto per chi siede dietro mentre il vano bagagli è più piccolo (325 litri invece di 468) rispetto alle altre versioni per la presenza della batteria. ➔
Drive
È l’ammiraglia della gamma di quella che, da linea di prodotto di Citroën, si è trasformata in marchio a parte eliminando il Double Chevron dalla calandra. La DS5 è il primo atto di questo cambiamento e mantiene inalterata la propria caratterizzazione francese, anzi la esalta ancora di più per proporsi come un brand premium alterativo. E con il sistema ibrido diesel 4x4 offre efficienza e prestazioni.
Drive
Ibrida a gasolio La DS5 è basata sulla piattaforma PF2 del gruppo PSA Peugeot Citroën. I motori sono tutti turbo ad iniezione diretta, sia i benzina 1.6 da 165 cv (di serie con cambio automatico) o 211 cv (235 km/h, 0-100 km/h in 8,8 s.) sia i diesel, dotati di filtro FAP e SCR, ovvero i sistemi più efficaci per la depurazione dei gas di scarico. Si parte dall’1.6 da 120 cv (3,8 litri/100 km pari a 100 g/km di CO2) optional con cambio automatico che è di serie sul 2 litri da 181 cv e a richiesta su quello da 150 cv. La versione in prova Hybrid 4x4 è basata sullo stesso 4 cilindri da 163 cv in abbinamento con un elettrico da 27 kW collegato alle ruote posteriori e alimentato con una batteria al Ni-Mh alloggiata sotto il piano del bagagliaio per un totale di 200 cv e consumi dichiarati (con gli pneumatici da 17”) di 3,5 litri/100 km pari a 90 g/km di CO2. A gestire i riavvii del motore termico provvede un motorino di avviamento “monstre” da 8 kW che “alliscia” anche i
passaggi di marcia del cambio robotizzato. Questa versione ha, a differenza delle altre, le sospensioni posteriori multilink. Si fa in quattro La DS5 accoglie sulle sue comode poltrone in un’atmosfera raffinata e hi-tech. Si avvia con un pulsante e si sposta la leva della trasmissione in A o in M e si agisce sulle levette dietro il volante per la modalità sequenziale. La DS5 è silenziosa e dà il meglio di sé in viaggio. In città il lunotto sdoppiato non è il massimo della visibilità (ma c’è la retrocamera) e gli pneumatici 235/40 R19 con assetto sportivo ribassato di 7 mm non sono l’ideale per le sconnessioni cittadine. In compenso si marcia spesso in elettrico con consumi molto bassi e usando un solo piede, grazie al cambio automatico e sfruttando il recupero di energia per frenare il meno possibile. Quattro le modalità di guida: in Auto l’auto cerca la mas-
sima efficienza, in Zero la si forza ad andare in elettrico (non oltre i 60 km/h), la AWD trae d’impaccio sui terreni scivolosi a bassa velocità mentre la Sport libera i 200 cv (211 km/h, 0-100 in 9,3 s.) e i 500 Nm che si sentono soprattutto in ripresa. Improntato alla sicurezza il comportamento stradale, con uno sterzo sensibile e freni efficienti. Flotta con bandiera francese Il premium nelle flotte è spesso una questione da user-chooser, fatta da chi desidera distinguersi rimanendo all’interno delle policy aziendali. La DS5 ha l’ambizione di essere premium in tutto, ha personalità da vendere e, a fronte di un prezzo d’acquisto importante, offre costi di esercizio ridotti non solo per i consumi, visto che l’ibrido risparmia i freni, paga il bollo solo per la parte termica o non lo paga affatto in alcune regioni, aggira i blocchi del traffico e parcheggia gratis sulle strisce blu.
DS5 Hybrid 4x4 Chic 200 CV A/T Dati tecnici
Dati per il fleet manager
Dati per il driver
cilindrata 1.997 cc potenza 163 + 37 CV (120 + 27 kW) lungh./largh./alt. 4,53 x 1,87 x 1,51 m peso 1.735 kg accelerazione 0-100 km/h 9,3 s. velocità massima 211 km/h cambio automatico 6 marce
CO2 103 g/km costo di esercizio al km (*) n.d. consumo medio 3,9 l/100 km motori più flottabili: 1.6 HDi 120 CV 2.0 HDi 150 CV
sicurezza EuroNCAP ★★★★★ (2011) connettività ★★★★★ comfort ★★★★★ silenziosità ★★★★★ spazio ★★★★★ capacità di carico 325 - 1.145 litri
24
Carfleet 62 aprile 2016
(*) percorrenza annua 30.000 km
Drive
26
Carfleet 62 aprile 2016
Drive
di Nicola Desiderio
La casa torinese torna in un segmento importante partendo dalla variante 4 porte seguita dalla 5 porte e dalla station wagon. Indovinata nello stile, ben abitabile e dotata di un grande bagagliaio, offre sostanza e concretezza ad un prezzo concorrenziale. Un’auto perfetta per ogni genere di flotta, soprattutto con il diesel 1.6.
Fiat Tipo La Fiat Tipo è la nuova compatta tre volumi con la quale la casa torinese torna ad un nome già utilizzato per una 5 porte venduta tra il 1988 e 1995 e soprattutto ad un segmento e ad una tipologia di vetture care alla propria tradizione. Basata sulla piattaforma Wide LWB (la stessa della 500L e 500X) e fabbricata presso lo stabilimento turco Tofa di Bursa, anticipa le varianti a due volumi e station wagon ed è offerta con un listino che parte da 14.500 euro e due allestimenti (Opening Edition e Opening Edition Plus) e motori con potenze da 95 cv fino ai 120 cv del diesel 1.6 che è oggetto della nostra prova. Carattere globale La Fiat Tipo nasce berlina 3 volumi poiché i mercati mondiali, al contrario di quelli europei, apprezzano di più l’auto con la coda e questo ha obbligato gli stilisti italiani a darle la precedenza. Lunga 4,53 metri e con un passo di 2,64, la Tipo ha un cx di 0,29 e gli elementi salienti del suo stile sono i fari che si assottigliano verso la calandra, la nervatura che corre lungo tutto il fianco e le luci posteriori a semicerchio unite da una modanatura cro-
affari di famiglia mata. Un’auto dall’impostazione classica che esprime bene la propria attitudine pratica, di chi non cerca gli effetti speciali, ma si pone in modo coerente e sincero. Pratica per vocazione L’abitacolo della nuova Tipo è spazioso e ben concepito per offrire comfort e praticità quotidiana, a partire dai sedili, rivestiti in tessuto nero e grigio, comodi nella conformazione e dotati di regolazione lombare elettrica. I vari vani consentono di riporre comodamente tutti gli oggetti di uso quotidiano. Non manca neppure il bracciolo, sia davanti sia dietro mentre il bagagliaio, rivestito in modo semplice ma robusto, è da record per la categoria: ben 520 litri, con la possibilità di abbattere lo schienale posteriore 60/40, utile nel caso fosse necessario trasportare oggetti più lunghi. Nel catalogo accessori Mopar ci sono il cargo organizer e il kit per fissaggio bagaglio. Adeguate anche la qualità dei materiali e l’ergonomia dei comandi: in basso ci sono quelli della climatizzazione bizona automatica (senza bocchette po-
steriori), in alto il sistema infotelematico UConnect che replica la combinazione di due manopole, più alcuni pulsanti funzionali intorno allo schermo a sfioramento da 5 pollici che funge anche da visore per la retrocamera. La navigazione è TomTom 3D, il sintonizzatore DAB e a richiesta c’è anche la funzione “text to speech” per leggere i messaggi di testo ricevuti sul cellulare. La strumentazione è analogica con indicatori digitali per il serbatoio e il raffreddamento. La dotazione di sicurezza prevede 6 airbag e alcune funzioni incorporate nell’ESP oramai abituali per qualsiasi vettura come il controllo di stabilità e trazione e l’assistenza alle partenza in salita. Il sistema inoltre riconosce se c’è il pericolo di ribaltamento o se ci sono un traino o una roulotte le cui oscillazioni potrebbero risultare pericolose. Non sono dunque presenti i dispositivi più moderni di assistenza alla guida che si servono di radar e telecamera, mentre sempre utili sono le luci di svolta incorporate nei fendinebbia e i sensori di pressione per gli pneumatici. ➔
Carfleet 62 aprile 2016
27
Drive
Moderna nella sostanza La nuova Fiat Tipo è basata sulla piattaforma Wide LWB e la sua scocca è costruita all’80% da acciai ad alta e altissima resistenza, alcuni stampati a caldo ed uniti attraverso saldature e adesivi. I motori in gamma sono l’1.4 a benzina da 95 cv e due diesel: 1.248 cc da 95 cv con cambio a 5 marce (4,1 litri/100 km, 108 g/km di CO2) e 1.6 da 120 cv oggetto della nostra prova. È un 4 cilindri bialbero 16 valvole con blocco in ghisa dotato di recupero dell’energia e pompa dell’olio a portata variabile, utili per limitare i consumi, mentre per le emissioni inquinanti ci sono il doppio EGR (ad alta e bassa pressione) e il catalizzatore e filtro antiparticolato integrati in un solo blocco posizionato molto vicino al motore, per facilitarne il rapido riscaldamento. In gamma anche l’1.4 turbo bi-fuel GPL da 120 cv.
Un motore tuttofare Sulla Tipo si sale comodamente e la vettura si avvia con la chiave. Il cambio ha la retromarcia a siringa in avanti, innesti piuttosto precisi ed è servito da una frizione lunga, ma non pesante e soprattutto progressiva. Lo sterzo è poco sensibile, ma leggero, i freni danno pieno affidamento e il comportamento stradale è improntato al comfort e alla sicurezza con una buona capacità di assorbimento e una misurata tendenza ad allargare le curve che rende la vettura prevedibile e facile da gestire in ogni condizione. Ottimo il motore: morbido, dotato di una coppia abbondante (320 Nm a 1.750 giri/min) e disponibile sin da i regimi più bassi, con un bel bilancio tra prestazioni (199 km/h, 0-100 km/h in 9,7 s.) e consumi che, oltre ai dati dichiarati (4,2 li-
tri/100 km pari a 110 g/km di CO2), si mantengono sempre bassi proprio in virtù delle doti universali di questo diesel che garantisce sicurezza nei sorpassi e una buona riserva anche nei lunghi trasferimenti. La Fiat che tutti aspettavano Marchio riconosciuto, motori e dimensioni indovinati e soprattutto bassi costi di acquisizione e di esercizio. Sono queste le caratteristiche che rendono la nuova Tipo ideale per qualsiasi tipo di flotta: da quelle del rent-a-car fino a quelle aziendali. E la proposizione commerciale sarà ancora più convincente quando arriveranno la variante 5 porte e l’attesa station wagon, fondamentale per la clientela professionale alla quale Fiat da tempo non poteva proporre un mezzo con queste caratteristiche.
Fiat Tipo 1.6 MJT 120 CV Opening Edition Plus Dati tecnici
Dati per il fleet manager
Dati per il driver
cilindrata 1.598 cc potenza 120 CV (88 kW) lungh./largh./alt. 4,53 x 1,79 x 1,50 m peso 1.345 kg accelerazione 0-100 km/h 9,7 s. velocità massima 199 km/h cambio manuale 6 marce
CO2 110 g/km costo di esercizio al km (*) 0,30 euro consumo medio 4,2 l/100 km motori più flottabili: 1.4 Fire 95 CV 1.3 MJT 95 CV
sicurezza EuroNCAP n.d. connettività ★★★★★ comfort ★★★★★ silenziosità ★★★★★ spazio ★★★★★ capacità di carico 520 litri
28
Carfleet 62 aprile 2016
(*) percorrenza annua 30.000 km
News on the road
di Nicola Desiderio
Citroën C4 Cactus Ciesse Piumini: molto imbottita Gli Airbump ne fanno l’auto più imbottita e forse proprio da questa analogia nasce la Citroën C4 Cactus Ciesse Piumini, la serie limitata a 500 esemplari del crossover francese, realizzata in collaborazione con la famosa casa italiana di abbigliamento e proposta con il diesel 1.6 BlueHDi da 100 cv, anche con cambio robotizzato ETG, disponibile anche sul 3 cilindri 1.2 a benzina da 82 cv mentre al vertice c’è il turbo da 110 cv. L’allestimento prevede, tra l’altro, appoggiagomito centrale, cerchi in lega 16”, climatizzatore automatico, fari ad accensione automatica, sensori di parcheggio e sensore pioggia, vetri oscurati, luci di svolta e navigatore (due aggiornamenti inclusi in 5 anni) con un vantaggio cliente di oltre 1.600 euro. Si parte da 18.800 euro e sono compresi un cofanetto chiave personalizzato e un voucher da 350 euro per l’acquisto di prodotti Ciesse Piumini. Da tenere in caldo per il rent urbano.
ECOLOGIA ★★★★★ / SICUREZZA ★★★★★ / COMFORT ★★★★★ / CAPACITÀ DI CARICO ★★★★★ / COSTO D’ESERCIZIO ★★★★★
Hyundai Ioniq: nata con la batteria È la prima auto nata per essere ibrida, ibrida plug-in ed elettrica, sfida apertamente sia la Toyota Prius sia la Nissan Leaf e il suo nome è la combinazione di “ion” e “unique”. La Hyundai Ioniq è basata su una piattaforma che troveremo su altre auto del gruppo coreano, ha un’aerodinamica da record (cx di 0,24) e la scocca al 53% in acciai speciali con cofani e sospensioni in alluminio. La ibrida e la ibrida plug-in hanno un 1.6 litri da 105 cv, accoppiato ad un cambio doppia frizione a 6 rapporti con un motore elettrico: la prima da 32 kW e fa 79 g/km di CO2, la seconda da 45 kW e promette 50 km a emissioni zero e 32 g/km di CO2. La elettrica ha 88 kW e un’autonomia da oltre 250 km. Tutte hanno una batteria ai polimeri di litio, una tecnologia che offre maggiore stabilità e sicurezza rispetto a quella solita agli ioni. Arriva entro il 2016. Noleggio a lungo termine, per farsi conoscere.
ECOLOGIA ★★★★★ / SICUREZZA ★★★★★ / COMFORT ★★★★★ / CAPACITÀ DI CARICO ★★★★★ / COSTO D’ESERCIZIO ★★★★★
Infiniti QX30: compatta a ruote alte Infiniti continua la sua opera di conquista in Europa con la QX30, crossover compatto che, al pari della Q30, sfrutta la piattaforma MFA di Daimler e sarà prodotta presso la stabilimento di Sunderland, nel Regno Unito. Lunga 4,45 metri, è più alta di 30 mm rispetto alla sorella e ha una caratterizzazione estetica più offroad. Identiche anche le dotazioni che prevedono il sistema infotelematico InTouch con schermo da 7 pollici e audio Bose e i vari dispositivi di assistenza tra cui il sistema di visione perimetrico con rilevamento degli oggetti, la frenata semiautonoma, la lettura dei segnali e l’allerta per anglo cieco, abbandono corsia e distanza di sicurezza. L’unico motore offerto in gamma sul mercato italiano sarà il diesel 2,1 litri da 170 cv con cambio doppia frizione a 7 rapporti e trazione integrale. L’arrivo sul mercato è previsto per la metà dell’anno. Fringe benefit d’eccezione.
ECOLOGIA ★★★★★ / SICUREZZA ★★★★★ / COMFORT ★★★★★ / CAPACITÀ DI CARICO ★★★★★ / COSTO D’ESERCIZIO ★★★★★
30
Carfleet 62 aprile 2016
Future
Jaguar XF Diesel AWD: il gasolio è integrale La Jaguar XF completa la propria gamma con la versione con motore diesel 2 litri da 180 cv a trazione integrale, prima disponibile solo per i V6 a benzina. Tale nuova variante della berlina britannica può contare inoltre sull’Advanced Surface Response, che agevola ulteriormente la partenza sui fondi scivolosi, e del Configurable Dynamics che consente di adattare a proprio piacimento la risposta di sterzo, sospensioni, controlli, elettronici e cambio automatico a 8 rapporti mentre è optional sulle altre versioni diesel 4 cilindri, compresa quella da 163 cv che consuma 4 litri/100 km (104 g/km). La XF 2.0d AWD 180 cv raggiunge 222 km/h, fa lo 0100 km/h in 8,4 s. consumando 4,9 litri/100 km pari a 129 g/km. Ci sono anche i V6 litri a benzina (340 cv e 380 cv) e diesel da 300 cv. Quattro gli allestimenti (Pure, Prestige, R-Sport e Portfolio) a partire da 45.220 euro. NLT e professionisti.
ECOLOGIA ★★★★★ / SICUREZZA ★★★★★ / COMFORT ★★★★★ / CAPACITÀ DI CARICO ★★★★★ / COSTO D’ESERCIZIO ★★★★★
Jeep Cherokee: 75 anni e tante novità Jeep festeggia i 75 anni di storia con versioni commemorative che coinvolgeranno anche la Cherokee. Il modello medio in gamma presenta anche molte altre novità come gli allestimenti Longitude e Night Eagle che si aggiungono al Limited, Limited+ e Trailhawk, resi ancora ancora più ricchi e completi, e l’introduzione del nuovo diesel 2,2 litri da 185 cv, con trazione integrale Active Drive I, e da 200 cv, anche con la Active Drive II, completa di riduttore. Entrambe hanno di serie il cambio automatico a 9 rapporti, come il V6 3.2 a benzina da 272 cv mentre rimane in gamma il 2 litri a gasolio da 140 cv con trasmissione manuale, anche con trazione anteriore. Le nuove unità offrono velocità superiori ai 200 km/h e uno 0-100 km/h in meno di 9 secondi con consumi di 5,7-6,1 litri/100 km (150-160 g/km di CO2), simili al 2 litri da 170 cv che esce di scena. Si parte da 39.900 euro. Alta di gamma.
ECOLOGIA ★★★★★ / SICUREZZA ★★★★★ / COMFORT ★★★★★ / CAPACITÀ DI CARICO ★★★★★ / COSTO D’ESERCIZIO ★★★★★
Mercedes Classe E: simbolo della tradizione La nuova berlina della Stella ridefinisce gli standard del segmento per efficienza, sicurezza e comunicazione. Lunga 4,92 metri, la nuova Classe E è più spaziosa, leggera ed ultraerodinamica (cx 0,23) e con il Drive Pilot guida praticamente da sola fino a 130 km/h, interviene attivamente agli incroci e quando si mette la freccia per i sorpassi. Inoltre parcheggia autonomamente ed è già fornita di tecnologia Car-to-X per prevedere le situazioni di pericolo comunicando con l’infrastruttura stradale e gli altri veicoli. L’Impulse side gonfia il fianco del sedile per proteggere il passeggero dagli urti laterali. E si può usare lo smartphone come chiave. I motori, tutti con cambio automatico a 9 rapporti, sono il 2 litri a benzina da 184 cv e due diesel: il V6 3 litri da 258 cv e il nuovo 2 litri da 194 cv (3,9 litri/100 km, 102 g/km di CO2). Parte da 51.166 euro. Regina da noleggio.
ECOLOGIA ★★★★★ / SICUREZZA ★★★★★ / COMFORT ★★★★★ / CAPACITÀ DI CARICO ★★★★★ / COSTO D’ESERCIZIO ★★★★★
Carfleet 62 aprile 2016
31
News on the road
di Nicola Desiderio
Mini Clubman All4: maxi sicurezza La piccola shooting brake britannica completa la propria gamma con le inedite versioni All4. La trazione integrale lascia intatta sia la capacità di carico (360-1.250 litri) sia la funzionalità del divano 40-20-40 ed è disponibile per la Cooper S a benzina da 192 cv (225 km/h, 0-100 km/h in 7 s.) e la Cooper SD a gasolio da 190 cv e 400 Nm, con cambio automatico a 8 rapporti di serie, la quale, a fronte di prestazioni leggermente inferiori (222 km/h, 0-100 km/h in 7,2 s.), consuma 4,9 litri/100 km (129 g/km di CO2). Identica alle altre versioni la dotazione per sicurezza, comfort e connettività così come le possibilità di personalizzazione, da vera Mini. Gli altri motori sono il 3 cilindri 1.5 a benzina da 102 cv e 136 cv, diesel da 116 cv, e il 4 cilindri 2 litri da 150 cv. Parte da 22.300 euro con 5 allestimenti (base, Boost, Hype, Business e Business Automatica). Ancora più famigliare.
ECOLOGIA ★★★★★ / SICUREZZA ★★★★★ / COMFORT ★★★★★ / CAPACITÀ DI CARICO ★★★★★ / COSTO D’ESERCIZIO ★★★★★
Nissan NP300 Navara: il ritorno del pick-up Nissan si rilancia nel segmento dei pick-up con il nuovo NP300 Navara. Disponibile in versione King Cab e Double Cab, in entrambi i casi anche Chassis, è lungo da 5,12 a 5,33 metri, vanta capacità di carico (1.047-1.203 kg) e di traino (3.500 kg) al vertice. Automobilistici l’abitacolo e la dotazione con 7 airbag, assistenza per la discesa e la partenza in salita, sistema di frenata autonoma fino a 30 km/h, fari a Led, infotainment con display da 7 pollici e – unico pick-up – sistema di visione perimetrico a 4 telecamere. La trazione è integrale inseribile con ridotte e differenziale posteriore a bloccaggio elettronico e il motore è un diesel 2,3 litri da 160 cv (anche 2WD) o da 190 cv (anche con cambio automatico a 7 rapporti). Garanzia di 5 anni o 160mila km. Parte da 19.560 euro (Iva e messa su strada escluse) negli allestimenti Visia, Acenta, N-Connecta e Tekna. Compagno di lavoro.
ECOLOGIA ★★★★★ / SICUREZZA ★★★★★ / COMFORT ★★★★★ / CAPACITÀ DI CARICO ★★★★★ / COSTO D’ESERCIZIO ★★★★★
Opel Astra Sports Tourer: storie di famiglia Dopo la 5 porte, come da manuale arriva l’Astra Sports Tourer. Immutata in lunghezza (4,7 metri), è però più abitabile, pesa fino a 190 kg in meno e ha una bagagliaio più ampio (fino a 1.630 litri, +80) dotato di portellone motorizzato con comando a piede. Come sulla berlina, ci sono i sedili ventilati certificati AGR, il sistema IntelliLink con schermo da 7” o 8”, completato dai servizi telematici OnStar e da CarPlay e Android Auto, e gli esclusivi fari IntelliLux a matrice di Led. Identica anche la dotazione di sicurezza (a 5 stelle EuroNCAP) con i vari sistemi di assistenza. Speculare la gamma motori: 3 cilindri mille da 105 cv, 1.4 aspirato da 100 cv e turbo da 150 cv, 1.6 da 200 cv, ma il diesel 1.6 da 95 cv, 110 cv e 136 cv ha ora una versione biturbo da 160 cv. In 3 allestimenti (base, Elective e Innovation), parte da 18.600 euro, mille in più della 5 porte. Da noleggio a 360 gradi.
ECOLOGIA ★★★★★ / SICUREZZA ★★★★★ / COMFORT ★★★★★ / CAPACITÀ DI CARICO ★★★★★ / COSTO D’ESERCIZIO ★★★★★
34
Carfleet 62 aprile 2016
Future
Peugeot Traveller: van uno e trino È il nuovo van passeggeri del Leone, gemello di Citroën Spacetourer e Toyota Proace Verso. Basato sulla piattaforma francese EMP2, il Peugeot Traveller è disponibile in tre lunghezze (4,60, 4,95 e 5,35 metri) con abitacolo fino a 9 posti e volumetria di carico da 1.500 a 4.900 litri. A 5 stelle EuroNCAP la sicurezza, grazie anche ai dispositivi di assistenza (ACC, frenata autonoma, lettura segnali, allerta per cambio corsia, angolo cieco, livello di attenzione e distanza di sicurezza), da shuttle di lusso le dotazioni: climatizzatore trizona, porte scorrevoli motorizzate, accesso keyless e intoainment con schermo da 7 pollici, aggiornamento mappe a vita e servizi online gratuiti per 3 anni. Tagliandi ogni 40mila km. Tutti diesel con filtro SCR i motori: 1.6 da 95 cv e 115 cv (5,1 litri/100 km pari a 133 g/km di CO2), 2 litri da 150 cv e 180 cv con cambio automatico. NCC e famiglie numerose.
ECOLOGIA ★★★★★ / SICUREZZA ★★★★★ / COMFORT ★★★★★ / CAPACITÀ DI CARICO ★★★★★ / COSTO D’ESERCIZIO ★★★★★
Renault Mègane: talento da grande La compatta francese di quarta generazione rilancia le proprie azioni con stile e tecnologia. Lunga 4,36 metri, ha un ampio bagagliaio (434-1.270 litri) e condivide con Espace e Talisman il pianale CMF, l’ergonomia e le dotazioni di sicurezza, compresi i vari sistemi di assistenza alla guida, lo schermo verticale da 8,7 pollici del sistema R-Link2, il Multisense che adatta l’abitacolo e la modalità di guida, e persino le 4 ruote sterzanti sulla versione GT con motore 1.6 da 205 cv (230 km/h, 0-100 km/h in 7,1 s.) con cambio EDC doppia frizione a 7 rapporti. Ci sono anche l’1.2 da 100 cv o 130 cv (anche EDC7) diesel 1.5 da 90 cv e 110 cv (EDC6 optional) che dichiara 3,6 litri/100 km pari a 93 g/km di CO2. A gasolio anche l’1.6 da 130 cv e le prossime versioni: ibrida “mild” e GT con l’1.6 biturbo da 165 cv. Da 18.650 euro in 5 allestimenti (Life, Zen, Intens, Bose e GT Line). Soprattutto rent.
ECOLOGIA ★★★★★ / SICUREZZA ★★★★★ / COMFORT ★★★★★ / CAPACITÀ DI CARICO ★★★★★ / COSTO D’ESERCIZIO ★★★★★
Toyota Prius: la maestra dell’ibrido Quarta generazione per l’auto che nel 1997 ha dato il via all’era dell’ibrido. Lunga 4,54 metri (+6 cm), la nuova Toyota Prius nasce sull’inedito pianale TNGA, ha un cx di 0,24 ed è migliorata in abitabilità e bagagliaio (502-1.633 litri), oltre che in sicurezza con i più recenti sistemi di assistenza alla guida. Da record anche i consumi e le emissioni di CO2: 3 litri/100 km pari a 70 g/km con un progresso del 21-23%, grazie al sistema ibrido ulteriormente evoluto, ma sempre basato sempre su un motore a benzina 1.8 a ciclo Atkinson, elettrico, batteria NiMh e power split device. Cala la potenza erogata da 136 cv a 122 cv, ma le prestazioni rimangono identiche (180 km/h, 0-100 km/h in 10,6 s.) e migliora il piacere di guida, grazie anche al baricentro più basso e alle sospensioni posteriori a doppio braccio oscillante. Parte da 29.250 negli allestimenti Active e Style.
ECOLOGIA ★★★★★ / SICUREZZA ★★★★★ / COMFORT ★★★★★ / CAPACITÀ DI CARICO ★★★★★ / COSTO D’ESERCIZIO ★★★★★
Carfleet 62 aprile 2016
35
Future
di Maurilio Rigo
The cars we want tomorrow la rivoluzione della mobilità è vicina Negli ultimi anni le innovazioni tecnologiche hanno subito un’accelerazione mai vista prima d’ora. Stiamo assistendo a una vera e propria rivoluzione che coinvolge anche il settore dell’automotive: il petrolio, innanzi tutto, non è più l'unico combustibile possibile, le auto del futuro saranno sempre più alimentate a gas, elettricità e idrogeno. E non passeranno di certo cent’anni prima che il guidatore possa lasciare completamente i comandi: l’auto a guida autonoma è sempre più vicina. Ma questo non è ancora l’aspetto più importante: ciò che conta è che non sarà solo l’automobile a subire un cambiamento radicale nel
38
Carfleet 62 aprile 2016
Cosa vorremmo dalle auto nei prossimi decenni? Riusciamo a immaginare come saranno le vetture che guideremo nel 2040? È su questo aspetto che si concentra il sondaggio “The cars we want tomorrow 2015”, condotto da AutoScout24 su un campione di automobilisti provenienti da sette diversi Paesi europei. prossimo futuro. Sarà il concetto stesso di mobilità a modificarsi profondamente: siamo alle porte di una rivoluzione culturale che ci coinvolgerà tutti. Cambieranno le nostre esigenze e le nostre priorità in termini di mobilità. AutoScout24 ha chiesto a un campione di automobilisti europei come immaginano il mezzo che guideranno tra 25 anni: vediamo quali sono i risultati
del sondaggio “The cars we want tomorrow 2015”. Cambia il concetto di mobilità individuale Il numero crescente di auto in circolazione ha reso paradossalmente difficile effettuare qualsiasi spostamento senza rimanere imbottigliati e passare ore in coda; per non parlare del tempo perso a cercare parcheggi, ambiti come veri e propri miraggi.
In questo scenario - sebbene la maggior parte degli intervistati, pensando ai prossimi venticinque anni, si immagina ancora in possesso di un’auto - il sondaggio lascia emergere chiaramente il nascere di una nuova tendenza: quasi la metà (47,3%) degli automobilisti si è detta pronta a considerare la macchina come uno dei diversi anelli che andranno a comporre una catena della mobilità molto più articolata
Future
che vedrà l’impiego crescente di auto a noleggio, servizi di car sharing, mezzi pubblici, treno e bicicletta. Il 9,1% degli intervistati pensa addirittura che nel 2025 non avrà più necessità di un’auto di proprietà. Più della metà degli europei (54%) sottolinea comunque l’importanza della privacy offerta da una vettura, sia essa di proprietà o a noleggio. L’idea di prestare l’auto od offrire passaggi a estranei lascia ancora qualche perplessità: austriaci, tedeschi e italiani sono i più diffidenti verso questa forma di car sharing mentre i francesi risultano più aperti. Chi abita nelle grandi città, a prescindere dal Paese, si dimostra meno scettico nei confronti di questa opzione: il 31,5% non avrebbe alcun problema a condividere la propria
vettura, mentre nei centri con meno di 5mila abitanti tale percentuale scende al 24,4%. Nel complesso, il 28,8% degli interpellati ha affermato che potrebbe prendere in considerazione questa possibilità. Dal sondaggio emerge infatti che il valore percepito oggi come più prezioso risiede nel concetto/servizio di mobilità: l’auto rimane un bene/prodotto di grande importanza, ma il fatto che sia o meno di proprietà passa in secondo piano. Una lista di priorità Quando è stato chiesto ai partecipanti di indicare una lista di priorità con cui delineare l’auto di domani, la voce è stata praticamente unanime: sicurezza prima di tutto. Per il 95,4% le vetture che guideremo tra un quarto di secolo dovranno garantirci soprattutto
il più alto livello di sicurezza possibile. Il contenimento dei costi è al secondo posto con il 90,5%. Seguono il comfort (89,9%) e l’eco-compatibilità (88,1%). Dall’analisi emerge che per gli europei la comodità occupa un posto più alto nella classifica delle priorità rispetto alla compatibilità ambientale, eccetto che per gli austriaci, i quali mostrano una particolare sensibilità verso l’aspetto ecologico. Per l’81,4% degli intervistati è necessario che l’auto sia pratica, soprattutto con l’aumentare dell’età (la caratteristica è citata dalll’84% dei conducenti con più di cinquant’anni). La piacevolezza della guida raccoglie invece il 76,1% delle preferenze, soprattutto tra belgi e olandesi. Solo per il 33,4% degli europei l’auto invece rivestirà ancora il ruolo di status
symbol (caratteristica che si posiziona in fondo alle priorità per tutti i Paesi coinvolti nel sondaggio). Le caratteristiche di bordo più richieste Il desiderio di sicurezza risulta molto evidente anche dalla classifica delle funzioni che gli intervistati hanno detto di aspettarsi dalle auto del prossimo futuro: l’84,4% vuole un sistema capace di riconoscere automaticamente i pericoli. Vi è anche grande interesse nei confronti di una caratteristica che la Internet of Things renderà sempre più diffusa: la comunicazione car-to-car, citata dal 76,2%. Anche in questo caso si tratta di un aspetto strettamente collegato alla sicurezza: le auto intelligenti, riuscendo a comunicare tra loro, contribuiranno notevolmente a ridurre gli incidenti. ➔
Carfleet 62 aprile 2016
39
Future
Al secondo posto - tra questi due ultimi aspetti - si posiziona il desiderio di evitare il traffico, che vede d’accordo l’80% dei partecipanti: il riferimento torna all’auto intelligente che sarà in grado di consigliare l’itinerario meno congestionato. Rimaniamo in tema di auto connesse: il 51,3% degli intervistati desidera un accesso a Internet veloce. Al sesto e settimo posto troviamo un variegato sistema di intrattenimento di bordo con il 48% delle preferenze (Tv, giochi per computer, navigazione Internet, social media...) e un sistema di private digital assistant (47.5%). Fino a qui le caratteristiche richieste dagli automobilisti rientrano tutte in uno scenario plausibile, mentre all’ottavo posto il 45,6% degli intervistati ha segnalato il desiderio di un’auto capace di svolgere autonomamente compiti di ritiro e consegna (come per esempio andare a prendere i bambini a scuola). Sebbene questa risposta lasci trasparire una solida fiducia verso l’innovazione e una grande apertura nei confronti dell’auto a guida autonoma, gli esperti sottolineano però che si tratta di caratteristiche su cui non potremo fare ancora affidamento di qui a un quarto di secolo.
40
Carfleet 62 aprile 2016
Sarà la fine per diesel e benzina? Il costo elevato del carburante è il motivo principale per cui gli europei sentono che il motore a combustione sta finendo la sua corsa. L’84,3% degli intervistati si aspetta che sistemi di alimentazione alternativa nei prossimi decenni rendano la mobilità più economica e accessibile. Ma non solo: sono citati quasi con la stessa frequenza (80%) i benefici che deriveranno da questi nuovi modelli di alimentazione in termini di clima, salute e ambiente. I motori elettrici (26,7%) e ibridi (24%) sono considerati le prospettive migliori. Perché tali previsioni possano diventare una realtà, tuttavia, è necessario che le auto elettriche facciano ancora passi avanti in termini di prestazioni: oltre il 70% degli automobilisti si aspetta una percorrenza minima di cinquecento chilometri con una ricarica. Possiamo concludere notando come, secondo il sondaggio di AutoScout24, l'89,1% degli europei nel complesso abbia un atteggiamento positivo e ritenga che tra venticinque anni le auto e un rinnovato concetto di mobilità saranno elementi in grado di migliorare la qualità della nostra vita.
People
People
di Alessandro Palumbo
Abbiamo incontrato Marco Dainese, Fleet Sales Manager Italia di Maserati, con il quale abbiamo discusso del posizionamento del brand e del modello con cui la casa modenese gestisce il canale noleggio.
Maserati, premium italiano Nel 2014 Maserati è entrata nel mondo delle flotte. Qual’ è il bilancio e cosa avete imparato? Maserati è entrata in questo mercato nel 2014 con 2 modelli ancora attuali la Ghibli e la Quattroporte. Posso affermare che nel biennio 2014/15 siamo cresciuti in maniera importante: l’incidenza dei contratti flotte sul totale dei contratti in Italia nel 2014 era il 14,5%, nel 2015 è stato del 20,2%. Abbiamo e stiamo osservando due fenomeni. Il primo è che alcuni clienti, che fino a poco tempo fa guidavano vetture tedesche, iniziano a considerare le vetture Maserati come una valida alternativa. Il secondo è che il “salto” al nostro brand passa dalla prova delle nostre vetture: se il cliente prova le nostre vetture se ne innamora. La variabile prezzo non è più così rilevante, infatti abbiamo la Ghibli che parte da 70mila euro. Chi è il cliente aziendale tipico della Ghibli? I clienti target della Ghibli sono gli amministratori delegati, i manager di prima linea delle aziende, i partner delle società di consulenza, gli imprenditori ed i titolari delle PMI. Ragionando sulla combinazione 36 mesi/90.000 km, il canone medio in noleggio a lungo termine è pari a 1.250 euro al mese per vetture del valore di 70mila euro. La Ghibli è il prodotto di punta per le flotte, incide indicativamente l’80% nel totale delle vendite e, all’interno di questo universo, il modello benzina abbinato alla trazione integrale intelligente pesa il 20%. Questo vuol dire che la problematica benzina non ha un’incidenza vitale nelle scelte decisionali, anche perché i nostri utilizzatori usano spesso durante la settimana anche altri mezzi di trasporto (treno e aereo) e la vettura il fine settimana.
Quali sono i punti di forza della Ghibli secondo i clienti? È una vettura molto affidabile, abbiamo clienti che in un anno e mezzo fanno anche 90.000 o 100.000 km, facendo solo tagliandi e la risposta della vettura è eccellente. Ogni auto che esce dalla fabbrica viene testata per almeno 40 km da un collaudatore Maserati. Tra i clienti c’è anche chi ha già sostituito la Ghibli acquistata nel 2014 con una nuova, tanto è apprezzata la vettura ed il brand. Inoltre il valore residuo della Ghibli è ottimo. I motivi sono tre: prima di tutto il prodotto è di altissimo livello con un’ottima dotazione di serie, in secondo luogo esiste ancora poco usato e quello che viene trattato viene venduto a valori molto buoni, il terzo è che non facciamo sconti molto spinti, ma cerchiamo di accontentare il cliente con un politica commerciale oculata e intelligente. Quali sono i valori residui? Posso dire che sono valori molto più alti rispetto alla media dei competitor. Faccio un esempio: una Ghibli di un anno con 20mila km viene venduta usata intorno ai 60 mila euro, parliamo di una vettura con un prezzo di listino pari a circa 75mila euro. Tra un po’ arriverà la nuova Maserati Levante. Quali le aspettative? Con il salone di Ginevra abbiamo svelato questo SUV speciale con motorizzazioni diesel e benzina e tecnologia AWD permanente a gestione intelligente. Ci aspettiamo un grande successo non solo tra i privati, ma anche nelle flotte; ci sono aziende dove l’80% delle vetture sono suv. Secondo noi il bacino è molto grande, il suv è una macchina di moda ma anche di necessità e molto spesso chi la prova non vuole più cambiare segmento. La Levante va a conquistare quei clienti che necessitano di dimensioni più grandi
Marco Dainese, Fleet Sales Manager Italia di Maserati
per esigenze familiari oppure perché necessitano di un bagagliaio più grande rispetto alla Ghibli. Si posiziona a livello di Porsche Cayenne, BMW X5, Mercedes GLE coupè. Il prezzo di entrata sarà intorno agli 75mila euro con ottime dotazioni di serie. Chi noleggia Maserati si aspetta un servizio in linea con il posizionamento del brand? Assolutamente sì, ai noleggiatori abbiamo chiesto un servizio di alta qualità che si sposi con il posizionamento del nostro marchio. E i rapporti con loro sono ottimi. I clienti sono gestiti tramite i nostri punti assistenza e i nostri concessionari: il cliente ritira la vettura dal nostro concessionario (salvo diversa richiesta) e fa il tagliando nei nostri centri Maserati (officine convenzionata oppure concessionari con il service Maserati). Maserati non fa vendita diretta ai noleggiatori, tutto passa tramite i dealer. È il noleggiatore che si mette in contatto con il dealer affinché il cliente, che è e deve essere al centro, riceva il maggior servizio da entrambe le parti. Quando il commerciale del noleggiatore a lungo termine fa le quotazioni ai clienti, ha la possibilità di avvalersi del venditore del concessionario del territorio di riferimento come consulente; molti dealer si sentono spesso anche con i broker dei noleggiatori. Ci teniamo inoltre a fare formazione sulla struttura commerciale dei noleggiatori con una certa continuità, incontrando più volte l’anno i commerciali e i broker presentando loro gli aggiornamenti dei prodotti in gamma e le caratteristiche dei nuovi modelli in uscita.
Carfleet 62 aprile 2016
43
Kia Sportage
sindrome tedesca
44
Carfleet 62 aprile 2016
Drive
di Nicola Desiderio
La quarta generazione del Suv coreano ha uno stile dall’impronta ancora più teutonica e, con dimensioni praticamente immutate, offre un look più sportivo ed imponente allo stesso tempo. L’abitacolo è più spazioso, meglio dotato e costruito con attenzione alla qualità e all’ergonomia. A 5 stelle la sicurezza. La Kia Sportage arriva alla quarta generazione con l’ambizione di confermare e possibilmente rafforzare il proprio ruolo di protagonista all’interno del segmento dei Suv compatti. Progettata a Francoforte e costruita presso lo stabilimento di Zilina, in Slovacchia, la coreana è proposta con motori con potenze da 115 cv a 185 cv negli allestimenti Active, Cool, Class, R Rebel e GT Line. Noi l’abbiamo provata proprio in quest’ultimo con il diesel 2 litri da 136 cv accoppiato di serie alla trazione integrale con l’opzione del cambio automatico. Parte da 21.000 euro e ha una garanzia di 7 anni o 150.000 km. Suggestioni di germania Il design della nuova Kia Sportage deriva dal lavoro congiunto dei centri stile di Francoforte, Namyang in Corea e Irvine in California, ma rivela un’impronta assolutamente tedesca. Lunga 4,48 metri (+4 cm), alta 1,63 a larga 1,88, la Sportage è migliorata per l’aerodinamica (cx da 0,35 a 0,33) e riesce a mostrarsi diversa pur conservando elementi caratterizzanti, come la predominanza di superfici metalliche lisce e la forma del montante posteriore. La calandra non integra più i fari,
ora più avvolgenti e sviluppati in lunghezza, e ha un “tiger nose” più largo e schiacciato mentre d’impatto sono i proiettori a “cubetti di ghiaccio”. Più sottili le luci posteriori, con grafica 3D, unite da un profilo luminoso. Il risultato è un’auto di forte presenza, più Suv eppure più sportiva, che attira immancabilmente l’attenzione. La qualità è sicurezza La nuova Sportage è un’auto consistente anche all’interno. Notevoli la qualità percepita e la cura di ogni particolare, non solo nei materiali, ma anche nell’ergonomia che punta su soluzioni semplici. La consolle centrale è inclinata verso il guidatore di 10 gradi, tutti i comandi sono illuminati di rosso e la strumentazione, retroilluminata con display centrale ad alta definizione, ha una grafica chiara e riposante. Ben studiato anche il sistema infotelematico con sistema audio JBL, sintonizzatore DAB, schermo da 7 o 8 pollici con funzioni e cartografia TomTom, entrambi aggiornabili gratuitamente per 7 anni. Il freno di stazionamento è elettrico o a pedale sulla sinistra con il cambio automatico. Lo spazio interno è cresciuto: ci sono più centimetri e messi meglio, in particolare per chi siede dietro.
Di sapore sportivo il posto guida, soprattutto sull’allestimento GT Line, grazie alla pedaliera metallica e al volante a tre razze, con piantone circolare stretto e corona sagomata all’impugnatura e schiacciata in basso. Comodi i sedili ventilati e riscaldati, così come il volante e il divano posteriore 60/40 regolabile in inclinazione. Non ha levette per essere abbattuto da dietro, ma il vano è ampio (503-1.492 litri) e regolare, non ha prese – viceversa numerose all’interno dell’abitacolo – ma è ben illuminato e il soffietto, oltre che robusto, può essere facilmente riposto a scomparsa sotto il piano. Il portellone è motorizzato e si aziona attraverso un sensore di prossimità o con il telecomando. L’illuminazione notturna è a Led, quella diurna affidata a un bel tetto panoramico apribile. Ben studiati anche i vani portaoggetti, in particolare sul tunnel dove ogni tipo di oggetto può trovare posto. La sicurezza è a 5 stelle EuroNCAP e si avvale di 6 airbag e di vari dispositivi di assistenza come la frenata autonoma, il cruise control adattativo, l’allerta per l’angolo cieco e il traffico trasversale posteriore e il Lane Keeping Assist System regolabile su due livelli: semplice avviso sonoro o correzioni attive sul volante per mantenere il veicolo all’interno della corsia. I fari bi-xeno sono auto orientanti e dotati di abbaglianti a commutazione automatica. ➔
Carfleet 62 aprile 2016
45
Drive
Patto d’acciaio La nuova Kia è basata sullo stesso pianale della Hyundai Tucson. Notevolmente cresciuto l’utilizzo di acciai speciali – prodotti dallo stesso gruppo Hyundai – per la scocca (dal 18% al 51%) e di conseguenza aumentata del 39% la rigidità torsionale, grazie anche all’ampio uso di adesivi. A trazione anteriore l’1.6 a benzina da 132 cv il diesel 1.7 da 115 cv (4,7 litri/100 km pari a 119 g/km di CO2). Gli altri motori hanno la trazione integrale, con giunto centrale bloccabile fino a 40 km/h e controllo della velocità in discesa. L’1.6 turbo da 177 cv (201 km/h, 0-100 km/h in 9,1 s.) può avere anche il cambio doppia frizione a 7 rapporti, tradizionale automatico 6 rapporti a convertitore di coppia per il diesel 2 litri da 185 cv o 136 cv, quest’ultimo oggetto della nostra prova. L’impronta si sente La nuova Sportage offre subito un’accoglienza degna di auto ben più titolate. Il 2 litri ha buone prestazioni (184 km/h, 0100 km/h in 12 s.), aiutato da un cambio che ne sottolinea soprattutto la spinta, percepibile sin dai bassi regimi (373 Nm
tra 1.500 e 2-500 giri/min), ma sempre in modo morbido, anche quando si usa in sequenziale. Gli pneumatici 245/35R19, di serie sulla GT Line, esaltano la tenuta, ma si fanno sentire un po’ limitando anche l’assorbimento, ma non il raggio di sterzata, davvero contenuto. Discreti i consumi (5,9 litri/100 km pari a 154 g/km di CO2) e buoni sia lo sterzo (regolabile su due livelli di risposta) sia i freni, efficaci e ben modulabili.
Un valore ben garantito Il dilemma per le flotte è sempre lo stesso: Suv o non Suv? I pro stanno crescendo, in particolare quelli legati al valore residuo, importanti per il fleet manager, e a quello di fringe benefit per l’utilizzatore. Per entrambi ci sono due motivi in più legati a questa nuova Sportage: la garanzia di 7 anni o 150.000 km accanto allo stile e alla qualità con i quali la coreana si presenta.
Kia Sportage 2.0 CRDi 136 CV A/T GT Line Dati tecnici
Dati per il fleet manager
Dati per il driver
cilindrata 1.995 cc potenza 136 CV (100 kW) lungh./largh./alt. 4,48 x 1,88 x 1,64 m peso 1.690 kg accelerazione 0-100 km/h 12 s. velocità massima 184 km/h cambio automatico 6 marce
CO2 154 g/km costo di esercizio al km (*) 0,41 euro consumo medio 5,9 l/100 km motori più flottabili: 1.7 CRDi 115 CV 2.0 CRDi 136 CV manuale
sicurezza EuroNCAP ★★★★★ (2015) connettività ★★★★★ comfort ★★★★★ silenziosità ★★★★★ spazio ★★★★★ capacità di carico 503-1.492 litri
46
Carfleet 62 aprile 2016
(*) percorrenza annua 30.000 km
Drive
Nissan Qashqai
L’auto che ha istituito il segmento dei crossover compatti è sempre sulla cresta dell’onda e, con la seconda generazione del 2014, ha di nuovo fissato gli standard di riferimento per stile, tecnologia ed efficienza. Spaziosa, facile da guidare e spinta da un brillante diesel 1,6 litri, ha dalla sua anche costi di esercizio ridotti e valori residui tra i migliori in assoluto, fattori che la pongono in cima alla shopping list per qualsiasi parco aziendale.
48
Carfleet 62 aprile 2016
Drive
di Nicola Desiderio
incrocio vincente La Nissan Qashqai è l’antesignana dei crossover compatti, segmento che domina sin dal debutto nel 2007, con oltre 2,5 milioni di unità prodotte presso lo stabilimento britannico di Sunderland. La seconda generazione ha debuttato nel 2014 e ha un’efficienza migliorata fino al 29% rispetto alla precedente. Disponibile con motori da 110 cv fino a 163 cv con cambio manuale o automatico CVT, è offerta in 5 allestimenti (Visia, Acenta, Business dedicato alle flotte, N-Connecta e Tekna) a partire da 20.780 euro. Proviamo la versione 1.6 dCi Tekna, quella più ricca e con il diesel più potente, unica con la trazione AWD. Ci vediamo spesso La Qashqai ha nell’Italia il secondo mercato al mondo, e si vede: le nostre strade ne sono piene e lo stile della nuova ha evoluto in modo coerente i concetti della precedente. Lunga 4,38 metri (+5 cm), alta 1,59 (-1 cm) e larga 1,81 (+2 cm), la Qashqai di seconda generazione ha guadagnato aerodinamica (cx 0,32) e sportività con linee più scolpite e orizzontali che ne enfatizzano la maggiore presenza su strada. Quasi “protettivo” il cofano motore avvolgente, dotato di nervature laterali, e sofisticata anche la sagomatura del portellone in materiale termoplastico. Dà forza ai fianchi il parafango posteriore che si inarca. Caratterizzanti la calandra a V e la firma luminosa a boomerang per i fari. Spazio alla tecnologia Un bel salto la Qashqai lo ha fatto con l’abitacolo, ora disponibile solo in configurazione a 5 posti. Lo spazio è migliorato,
soprattutto per le spalle e le gambe e anche per i bagagli si va da 430 a 1.533 litri abbattendo gli schienali 60/40 dall’abitacolo, con un portellone che si solleva di 150 mm in più, una soglia più bassa di 15 mm e un piano che funge da doppio fondo o da ripartitore del vano. Ampio lo spazio offerto dal cassetto portaoggetti e dal gavone da 6 litri sotto il poggiabraccia, pratici gli spazi ricavati sul tunnel per chiavi, monete e cellulare. La plancia ha un doppio profilo avvolgente grazie al quale la consolle centrale è più vicina alle mani e le plastiche, che giocano tra il nero lucido e l’opaco, sono di qualità discreta. Solide le maniglie in metallo di apertura delle porte, comodi i sedili che sfruttano il know-how della Nasa per il sostegno del corpo. La strumentazione è chiara, con due strumenti analogici e al centro un display da 5 pollici a colori governabile attraverso i comandi sul volante, così come il cruise control. Al centro c’è lo schermo da 7 pollici del Nissan Connect, dotato di diverse funzioni Google tra cui Send-toCar, che consente di impostare la destinazione per il navigatore in remoto, e dell’Around View Monitor, che con le immagini di 4 telecamere ricostruisce lo scenario intorno all’auto dall’alto e rileva anche gli oggetti in movimento quando si parcheggia, cosa che la giapponese fa anche in modo automatico.La sicurezza a 5 stelle EuroNCAP può contare su frenata automatica, allerta per l’angolo cieco e il superamento della corsia, lettura dei segnali, controllo dello stato di stanchezza del guidatore, assistenza per le partenze in salita e fari Full Led a commutazione automatica. ➔
Drive
Tanti moduli, un solo motore La Nissan Quashqai è la prima auto a sfruttare la nuova piattaforma modulare CMF (Common Module Platform) dell’alleanza Nissan-Renault grazie alla quale il peso è sceso di 40 kg. I motori sono tutti turbo ad iniezione diretta: a benzina Euro6 1.2 da 115 cv e 1.6 da 163 cv (200 km/h, 0-100 in 9,1 s.) e i diesel 1.5 monoalbero 8 valvole da 110 cv e 1.6 bialbero 16 valvole da 130 cv, oggetto della nostra prova. Il 4 cilindri franco-nipponico è l’unico in gamma abbinabile con la trazione integrale – con giunto centrale elettromagnetico bloccabile fino a 40 km/h – e le sospensioni posteriori multi-link, ma si può avere anche
con cambio automatico-sequenziale CVT (ma solo 2WD), così come l’1.2. Si guida facile facile La Nissan Qashqai ispira subito confidenza perché ha un assetto che assorbe bene, ma limita anche il rollio consentendo una guida facile, sicura e brillante. Merito dell’ESP, che limita il sottosterzo e corregge con discrezione, e soprattutto di questo diesel. Dotato di una coppia esuberante (320 Nm a 1.750 giri/min), consente di viaggiare con scioltezza e, grazie anche all’indovinata rapportatura del cambio, consuma davvero poco, a volte avvicinandosi al dato dichiarato (4,9 litri/100 km pari a 119 g/km di CO2).
La leva è un po’ lunga negli innesti e la frizione non proprio leggera, mentre buone sono la potenza dei freni e la silenziosità di viaggio. L’alto gradimento Ha le ruote alte, ma costa poco di più di una 5 porte o una station wagon, ha costi d’esercizio contenuti, tecnologia al top, ma soprattutto ha un valore residuo elevato che ne fa un vero e proprio assegno circolare. È questo l’identikit della Nissan Qashqai, un’auto che ha tutte le carte in regola per entrare in qualsiasi tipo di flotta e di risultare gradita sia al fleet manager sia all’utilizzatore, uomo o donna che sia.
Nissan Qashqai 1.6 dCi 130 CV AWD Tekna Dati tecnici
Dati per il fleet manager
Dati per il driver
cilindrata 1.598 cc potenza 130 CV (96 kW) lungh./largh./alt. 4,38 x 1,81 x 1,59 m peso 1.518-1.577 kg accelerazione 0-100 km/h 10,5 s. velocità massima 190 km/h cambio manuale 6 marce
CO2 129 g/km costo di esercizio al km (*) 0,35 euro consumo medio 4,9 l/100 km motori più flottabili: 1.5 dCi 4x2 110 CV 1.2 DIG-T 4x2 115 CV
sicurezza EuroNCAP ★★★★★ (2014) connettività ★★★★★ comfort ★★★★★ silenziosità ★★★★★ spazio ★★★★★ capacità di carico 430-1.533 litri
50
Carfleet 62 aprile 2016
(*) percorrenza annua 30.000 km
Market
di Francesca Carli
Un viaggio nella pubblicità che cambia La pubblicità è una forma d'arte contemporanea di frontiera, dove creatività e leggi del marketing devono convivere. L’automotive presenta da sempre strategie pubblicitarie ricercate che hanno accompagnato nei decenni l'immaginario del pubblico su strade sempre nuove.
Promuovere un’auto significa entrare in empatia con il potenziale cliente, trovare un prezioso equilibrio capace di accompagnarlo in una scelta che sarà dettata da esigenze concrete ma mossa anche da una forte componente emotiva. Fare una lista degli spot di auto più belli di sempre è quasi impossibile: siamo cambiati noi, sono cambiati loro. Ma ripercorrerne gli ultimi decenni permette di fare un viaggio che racconta (anche) i cambiamenti della società.
Epica contemporanea In passato, come vedremo, l’elenco delle caratteristiche tecniche era parte integrante del racconto pubblicitario, il consumatore di oggi è invece spesso corteggiato attraverso un registro comunicativo che aleggia sul piano onirico, a tratti utopico. Oggi riuscire a far nascere un’emozione in un pubblico sempre più bombardato da spot pubblicitari è il valore aggiunto essenziale. La sfida? Offrire una parentesi di stupore capace di rompere
52
Carfleet 62 aprile 2016
la monotonia in un palinsesto frenetico. “La meccanica delle emozioni” - payoff scelto da Alfa Romeo per il lancio della nuova Giulia - è la sintesi perfetta dello stile pubblicitario tipico degli ultimi anni: le diverse case automobilistiche oggi infatti mirano quasi sempre a far leva sui valori ancestrali presenti dentro ognuno di noi. La passione, la scoperta, la vittoria sulla natura, ma anche il bisogno intimo e latente
di qualcosa di sicuro su cui poter contare in una realtà che appare (o forse è) sempre più difficile e lontana dal sogno. L’auto è una compagna di avventura pronta a valorizzare l’eroico guidatore sulle strade di un’epica contemporanea. E se proviamo a ricordare gli spot presenti ora in Tv ci verranno alla mente - con le dovute eccezioni strade sinuose, natura selvaggia, paesaggi futuristici… Forse uno dei primi spot a puntare su una scelta squisitamente emotiva è stato quello della Lancia Dedra nel 1993: senza soluzione di continuità, una cartina stradale si tramuta via via in paesaggio reale e la vettura percorre - accompagnata da una colonna sonora che ne valorizza l’eleganza - paesaggi diversi e curve sinuose, da Ginevra a Montecarlo, passando per Saint Tropez. La scelta delle località, così come la singola inquadratura degli interni in cui si intravede un elegante guidatore che cambia la marcia rimarcano ulteriormente l’allure della vettura, che il payoff finale definisce come “l’auto che supera la strada”. ➔
Market
Carfleet 62 aprile 2016
53
Market
L’ironia non ha tempo Oggi, anche quando la scelta stilistica ricade su un approccio più ironico e meno epico e il linguaggio da persuasivo si fa ludico, rimangono i richiami astratti che pungolano la fantasia dello spettatore. Fiat, per esempio, con lo spot della 500X, punta sull’autoironia e sull’esaltazione goliardica del Made in Italy. Partendo dalla casa di due amanti un po’ attempati, una pastiglietta di Viagra cade dalla finestra e - dopo una serie di fortuiti passaggi sui tetti e per le strade nel delizioso e tranquillo borgo di Pitigliano - finisce per caso nel serbatoio di una 500 trasformandola subito nella sua versione extra large! Ma l’ironia non ha tempo e, facendo un salto indietro negli anni, forse molti ricorderanno lo spot del 1978 targato Citroën Visa Diesel, dove l’auto - in una gara di velocità - fa mangiare inizialmente la polvere a un piccolo aeroplano, per terminare però la corsa in un volo non proprio eroico... con il mitico sfottò dei due messicani, che divenne presto un tormentone: “ehi gringo… la machina vavavuma”! C’erano una volta i dettagli tecnici Lo abbiamo anticipato: c’è stato un tempo in cui i dettagli tecnici rappresentavano quasi esclusivamente il cuore dello spot. Negli anni ‘70, dopo essere uscita dall’autolavaggio, la Fiat Ritmo Super percorre le strade della Liguria mentre - oggi ci sarebbe un intenso accompagnamento musicale! - una voce ne elenca le caratteristiche tecniche, dai tessuti dell’allestimento, al volante regolabile in altezza,
54
Carfleet 62 aprile 2016
passando per il check-control a diodi luminosi fino al carburatore a doppio corpo! Qualche anno dopo è la volta della Panda Ping Pong, “spaziosa spaziosissima”: chi non ricorda l’auto di casa Fiat riempita totalmente di palline che si disperdono all’apertura delle portiere?! Solo una pallina bianca rimane a saltellare all’interno, accompagnando per oltre cinquanta secondi di spot la voce fuori campo nella descrizione delle caratteristiche della vettura. Personalità e passione Siamo alla fine degli anni ‘80 e l’auto comincia a corteggiare ammiccante l’ego dei consumatori: è il caso della Lancia Y10, l’auto che “piace alla gente che piace” e al grido di “chi ha preso la mia Y10?!” viene contesa tra i componenti
della famiglia. Nel 1989, invece, due eleganti signori si recano alla rappresentazione della Tosca vestiti di tutto punto, arrivando su una Panda 4x4 completamente infangata e parcheggiando di fronte al teatro senza nessuna remora, mentre la voce fuori campo spiega che la Panda “se non ci fosse bisognerebbe inventarla”! Come dimenticare, sempre in quegli anni, lo spot della Peugeot 205… una donna bella e snob sale su un aereo privato lasciando a terra il proprio amante, il quale non perde tempo a disperarsi ma compone - guidando la sua Peugeot 205 sulla pista sabbiosa - la scritta “ti odio” con lettere abbastanza grandi da essere ancora ben visibili dalla (non più) amata affacciata al finestrino dell’aeroplano!
Market
di Nicola Desiderio
Detroit
vuol dire automobile
Al NAIAS l’industria a Stelle e Strisce celebra il miglior anno della propria storia e, dopo solo pochi anni dalla grande crisi del 2008-2009, quando le vendite erano precipitate a quasi 10 milioni, sfiora quota 17,5 milioni e dà segni di crescita ulteriore. Inoltre crescono usato e valore, grazie alla benzina a meno di 2 dollari al gallone, ma non si torna ai V8, anzi i temi sono l’elettrico e la guida autonoma. L’America dell’automobile si è risvegliata e, dopo la grande crisi che ha rischiato di metterla in ginocchio, si ritrova più forte che mai raggiungendo nel 2015 il record storico di vendite con 17,5 milioni di unità (+5,7%), ovvero meglio dei 17,1 milioni raggiunti nel 2000, 7 milioni più del 2009 e un’industria con 640mila occupati in più. E gli analisti già parlano di 18 milioni per il 2017, ma è anche la qualità del mercato ad essere cambiata. La benzina stabilmente sotto i 2 dollari al gallone ha spostato di nuovo l’ago verso i truck: 55% del totale tanto che quel +5,7% è fatto di un +13,1% di Suv e pickup e di -2,2% di vetture, dunque si vendono mezzi più grandi e costosi, con un prezzo di transazione medio che, secondo TrueCar, ha superato per la prima volta i 34mila dollari. Bene anche l’usato: secondo il NADA (North American Dealer As-
sociation) il valore medio è salito a quasi 16mila dollari, il 18% in più rispetto al 2007, l’anno prima della grande crisi con il quale il gap è del 29%. Barack Obama è intervenuto al Cobo Center per ricordare tutto quello che la sua amministrazione ha fatto per l’industria salvandola dal fallimento con un prestito di 80 miliardi di euro, già tornati interamente nella borsa del contribuente americano, annunciando 4 miliardi per l’auto a guida autonoma. L’America dei motori ha in Mary Barra il primo presidente e CEO General Motors e il dieselgate è una ferita ancora aperta, ma nessuno sembra voler tornare ai V8 o rivedere i piani, seppure timidi, di introduzione dei motori a gasolio, indispensabili per diminuire i consumi di flotta, come imposto dal Corporate Average Fuel Economy (CAFE), al pari dell’ibrido e dell’elettrico, soprattutto dopo che Tesla ha an-
Il Ford F-150 Raptor ha motore V6 3,5 litri biturbo e cambio a 10 rapporti
56
Carfleet 62 aprile 2016
nunciato di aver centrato nel 2015 l’obiettivo di 50mila Model S (più della metà negli USA) e si prepara a introdurre la Model X e a presentare il Model 3 che dovrebbe costare, al netto degli incentivi, 30mila dollari. E proprio a tanto sarà offerta la Chevrolet Bolt che promette 200 miglia (320 km) di autonomia con un’accelerazione degna dell’omonimo velocista (0-100 km/h in 7 s.). Arriverà anche da noi come Opel eAmpera per la fine del 2017. Gli americani sembrano anche essersi convinti (in parte) al downsizing e anche i truck e le ammiraglie montano motori V6 spalleggiati dal turbo o si accontentano addirittura di un 4 cilindri. Persino per la F-150, da 34 anni il modello più venduto negli USA, si vocifera di un diesel, intanto la nuova versione Raptor promette con il suo V6 biturbo più dei 411 cv del precedente V8 e più efficienza grazie al cambio a 10 rapporti. Va in doppia cifra per le marce anche la nuova Lexus LC, la coupé 2+2 che nasconde la nuova piattaforma in acciaio,
La Lexus LC è fatta in acciaio, alluminio e fibra di carbonio.
Market
alluminio e carbonio che farà da base a tutte le auto a trazione posteriore del marchio di lusso di Toyota. Puntano sul coupé anche la Infiniti con la nuova Q60, anche lei con un nuovo V6 biturbo da 304 o 405 cv, e altri due concept con carrozzeria 4 porte presenti a Detroit. Il primo è l’Acura (marchio premium di Honda non presente in Europa) Precision: 5 metri e 18 di scultura con una strumentazione OLED a display curvo, come i tv più recenti. Il secondo è della Buick che, oltre a presentare con la Envision il primo Suv di produzione cinese commercializzato sul suolo patrio, ha portato la elegante Avista, spinta da un V6 3 litri da 400 cv. Stessi cilindri, cubatura e potenza (ma con la trazione integrale) per la Lincoln Continental, ovvero un nome tutto americano per uno stile e un lusso davvero europei. Anche Hyundai ha inaugurato con la G90 il marchio Genesis: oltre 5 metri, motori V6 e V8 con potenza fino a 420 cv, cambio a 8 marce e trazione integrale. Tanto per cominciare. ➔
Da noi arriverà nel 2017.
La nuova Infiniti Q60 ha l’eleganza senza tempo di un coupé
La Buick Avista, concept di 2+2 a trazione posteriore con V6 biturbo da 400 cv
Carfleet 62 aprile 2016
57
Market
La Kia Telluride, grande Suv ibrido plug-in
La cugina Kia ha invece mostrato la Telluride, concept di grande Suv dallo stile personale, spinto da un sistema ibrido plugin con motore V6 3.5 ed elettrico da 400 cv. Non potevano mancare i pick-up, come il concept Titan spinto da un diesel V8 5 litri da 390 cv, e il nuovo Honda Ridgeline, unico veicolo di questo tipo con struttura monoscocca. Pesa oltre 300 kg in meno, è più corto di 19 cm, ma è più abitabile il Suv GMC Acadia con trazione integrale di ultima generazione, Jeep invece ha iniziato i festeggiamenti con le versioni commemorative 75th Anniversary di Cherokee e Grand Cherokee. Ma la grande novità di FCA è stata la Chrysler Pacifica, erede della Voyager e prima auto del gruppo con sistema ibrido plug-in formato da V6 a benzina e doppio motore elettrico, lo stesso schema che ritroveremo sulle Maserati. Anche la Volkswagen ha giocato la carta dell’ibrido ricaricabile, con la Tiguan GTE Active Concept ibrida plug-in, mentre la cugina Audi ha messo sul tavolo quella dell’idrogeno con la Q6 h-tron: anticipa il Suv elettrico in arrivo nel 2018 e i sistemi di guida autonoma che vedremo l’anno prima sulla nuova A8 inoltre, grazie alle fuel cell, ha un’autonomia di 600 km, fa lo 0-100 km/h in 7 secondi e 200 km/h
Honda Ridgeline, seconda generazione per l’unico pick-up a struttura monoscocca. È solo per gli USA.
autolimitati. La A4 Allroad è invece il completamento della nuova gamma con la versione a ruote alte. Hanno puntato tutto su sportività Porsche, BMW e Mercedes. La prima ha potenziato le sue 911 Turbo e Turbo S (580 cv, 330 km/h e 0-100 km/h in 2,9 s.), la seconda ha presentato la M2 da 370 cv (0-100 km/h in 4,3 s. 270 km/h) e la X4 M40i (0-100 km/h in 4,9 s.), la terza ha ribattezzato SLC la SLK con alcuni
miglioramenti, ha presentato una straripante AMG SL65 con motore V12 6 litri da 600 cv e ha fatto debuttare la nuova Classe E. Tra le novità il nuovo diesel 2 litri e nuovi sistemi di assistenza alla guida. Tuttavia l’auto più vicina alla guida autonoma è la Volvo S90, che sa frenare agli incroci e guidare praticamente da sola fino a 130 km/h, anche senza un veicolo di fronte a fargli l’andatura.
Decrescita felice anche per i grandi Suv: il GMC Acadia è più corto di 19 cm e pesa 300 kg in meno Chrysler Pacifica, nuovo grande monovolume e primo ibrido plug-in per il gruppo FCA
La Volvo S90, lo stato dell’arte per la sicurezza
58
Carfleet 62 aprile 2016
People
di Gerardo Di Lecce
La cultura del
cristallo
Abbiamo intervistato Giovanni De Donato, Direttore Generale di Saint-Gobain Autover proprietaria del marchio GLASSDRIVE, rete d’installazione con 150 centri in tutta Italia e oltre 800 in Europa, che ci ha spiegato perché il cristallo è critico per la sicurezza e perché è importante per il cliente sapere quale tipo di cristallo viene montato sulla propria auto in caso di sostituzione. Perché è così importante sapere che cristallo viene installato sulla propria auto, quando si rompe? Oggi purtroppo non esiste una cultura del cristallo per auto e credo sia l’unico settore dove l’utente non si pone la domanda: “quale vetro mi stanno installando”? Per l’utente il vetro è vetro e questo è un grave errore. Sulle autovetture moderne il parabrezza è responsabile fino al 35% della rigidità del veicolo e, al pari di freni, pneumatici
60
Carfleet 62 aprile 2016
ed altre parti meccaniche, è fondamentale in caso di incidente come “salva vita”. Perché l’utente quando cambia ad esempio gli pneumatici chiede e decide se installare il prodotto “A”, “B”, “C”… etc., mentre per il vetro non si pone la stessa domanda? Semplice, i produttori di pneumatici hanno nel tempo investito in comunicazione creando una cultura del penumatico, mentre il vetro non ha avuto, sino ad oggi, investimenti importanti in termini di comunicazione ed informazione all’utente finale. L’utente deve sapere che esistono i cristalli di “primo impianto” (cosiddetti “Originali”), cioè quelli installati sulle auto nuove in fase di produzione, e che sono prodotti da aziende che lavorano fianco a fianco con la casa automobilistica per dare sempre prodotti con una garanzia assoluta di qualità e sicurezza. Le aziende
Giovanni De Donato Direttore Generale di Saint-Gobain Autover
di primo impianto sono, ad esempio, Saint-Gobain che, assieme ad altri due produttori mondiali, si giocano la leadership qualitativa dei loro prodotti.
People
Cosa significa “Primo Impianto/Originali”? L’utente identifica il vetro “originale” unicamente quando esso presenta il logo della casa automobilistica, pensando che
i cristalli senza detto logo siano delle imitazione oppure ricambi equivalenti, senza sapere che per capire quale è il vetro “originale” della propria auto deve conoscere chi è il produttore riportato sul vetro, e noterà che oltre alla marca dell’auto è serigrafato, ad esempio, SAINT GOBAIN, Cosa significa installare un cristallo di “primo impianto? Installare un cristallo di primo impianto significa utilizzare lo stesso vetro presente sull’auto quando è uscita dalla fabbrica o, comunque, utilizzare un cristallo, SAINT GOBAIN, ”A”, “B”, ecc., in modo da riportare la propria auto nelle stesse condizioni originarie di quando è stata prodotta. Oggi esistono molte reti di specializzate in sostituzione cristalli, cosa le differenzia? Fermo restando che le più importanti reti presenti sul mercato hanno una qualità di lavorazione buona (nessuno monta il parabrezza al posto del lunotto o vice-
versa), la vera differenza si gioca per tutto quanto detto sopra, “la qualità del cristallo che viene montato”, che ad oggi l’utente non percepisce ma che dovrebbe iniziare a pretendere tutte le volte che necessita di sostituire un vetro. Ricordo che il parabrezza in caso di incidente ha la funzione di contenere l’airbag e permettere che la sua funzionalità non venga compromessa e, quindi, salva la vita esattamente come dei buoni pneumatici in caso di frenata. SAINT GOBAIN, attraverso la propria rete GLASSDRIVE si sta facendo promotrice di quella che voglio chiamare la “Quality Culture”, augurandomi che anche gli altri produttori di primo impianto come SAINT GOBAIN, ci seguano in questa campagna di informazione all’utente. Nei centri GLASSDRIVE, al termine del lavoro noi consegniamo una garanzia a vita sulla qualità del lavoro, ma soprattutto un certificato che garantisce che il cristallo montato è un SAINT GOBAIN e/o comunque un cristallo di primo impianto.
Carfleet 62 aprile 2016
61
La macchina dei numeri
di Alessandro Palumbo
Immatricolazioni in Italia di autovetture e fuoristrada di società 2 mesi 2016 7.496 3.608 3.061 2.509 2.310 2.203 2.113 1.985 1.938 1.913 1.851 1.640 1.257 1.169 1.061 995 911 850 803 729 619 551 432 369 336 308 248 228 177 172 153 138 124 123 122 113 68 35 20 13 4 3 2 2 2 8 44.772
marca FIAT VOLKSWAGEN BMW AUDI RENAULT PEUGEOT CITROEN TOYOTA MERCEDES LANCIA OPEL FORD MINI LAND ROVER NISSAN VOLVO JEEP ALFA ROMEO KIA SMART HYUNDAI SKODA DACIA SEAT PORSCHE MAZDA DS HONDA ABARTH SUBARU MITSUBISHI LEXUS SUZUKI MASERATI JAGUAR SSANGYONG INFINITI FERRARI MAHINDRA TESLA GREAT WALL LAMBORGHINI ASTON MARTIN BENTLEY CADILLAC ALTRE Totale
Elaborazioni Centro Studi UNRAE
2 mesi 2015 13.724 2.442 1.700 2.005 1.695 1.613 1.255 1.893 1.347 2.573 1.621 1.065 754 1.232 1.547 660 776 1.052 676 661 418 413 333 260 394 213 379 142 46 155 101 85 164 92 40 32 38 25 11 6 2 5 0 3 0 30 43.678
var % -45,4% 47,7% 80,1% 25,1% 36,3% 36,6% 68,4% 4,9% 43,9% -25,7% 14,2% 54,0% 66,7% -5,1% -31,4% 50,8% 17,4% -19,2% 18,8% 10,3% 48,1% 33,4% 29,7% 41,9% -14,7% 44,6% -34,6% 60,6% 284,8% 11,0% 51,5% 62,4% -24,4% 33,7% 205,0% 253,1% 78,9% 40,0% 81,8% 116,7% 100,0% -40,0% #DIV/0! -33,3% #DIV/0! -73,3% 2,5%
peso % 2016 16,7% 8,1% 6,8% 5,6% 5,2% 4,9% 4,7% 4,4% 4,3% 4,3% 4,1% 3,7% 2,8% 2,6% 2,4% 2,2% 2,0% 1,9% 1,8% 1,6% 1,4% 1,2% 1,0% 0,8% 0,8% 0,7% 0,6% 0,5% 0,4% 0,4% 0,3% 0,3% 0,3% 0,3% 0,3% 0,3% 0,2% 0,1% 0,0% 0,0% 0,0% 0,0% 0,0% 0,0% 0,0% 0,0% 100,0%
Immatricolazioni in Italia di autovetture e fuoristrada di società - top 20 n. 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20
62
marca FIAT LANCIA FIAT VOLKSWAGEN MINI FIAT CITROEN FIAT VOLKSWAGEN TOYOTA BMW PEUGEOT FIAT SMART ALFA ROMEO PEUGEOT RENAULT RENAULT JEEP BMW Totale
Carfleet 62 aprile 2016
modello PANDA YPSILON PUNTO GOLF MINI 500 C3 500L POLO YARIS SERIE 2 308 500X FORTWO GIULIETTA 208 KADJAR CLIO RENEGADE SERIE 3
2 mesi 2016 2.551 1.892 1.582 1.428 1.257 1.097 1.083 1.042 878 854 813 765 705 590 551 524 520 515 502 491 44.772
peso % 5,7% 4,2% 3,5% 3,2% 2,8% 2,5% 2,4% 2,3% 2,0% 1,9% 1,8% 1,7% 1,6% 1,3% 1,2% 1,2% 1,2% 1,2% 1,1% 1,1% 100,0%
n. 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20
marca FIAT FIAT LANCIA FIAT FIAT FIAT VOLKSWAGEN MINI TOYOTA VOLKSWAGEN NISSAN OPEL ALFA ROMEO TOYOTA LAND ROVER PEUGEOT ALFA ROMEO RENAULT SMART JEEP TOTALE
peso % 2015 31,4% 5,6% 3,9% 4,6% 3,9% 3,7% 2,9% 4,3% 3,1% 5,9% 3,7% 2,4% 1,7% 2,8% 3,5% 1,5% 1,8% 2,4% 1,5% 1,5% 1,0% 0,9% 0,8% 0,6% 0,9% 0,5% 0,9% 0,3% 0,1% 0,4% 0,2% 0,2% 0,4% 0,2% 0,1% 0,1% 0,1% 0,1% 0,0% 0,0% 0,0% 0,0% 0,0% 0,0% 0,0% 0,1% 100,0%
Elaborazioni Centro Studi UNRAE modello PANDA PUNTO YPSILON 500 500L 500X GOLF MINI YARIS POLO MICRA CORSA GIULIETTA AYGO RANGE EVOQUE 208 MITO CLIO FORTWO RENEGADE
2 mesi 2015 4.770 3.495 2.515 2.180 1.273 990 831 754 721 681 648 602 589 581 570 490 462 438 437 409 43.678
peso % 10,9% 8,0% 5,8% 5,0% 2,9% 2,3% 1,9% 1,7% 1,7% 1,6% 1,5% 1,4% 1,3% 1,3% 1,3% 1,1% 1,1% 1,0% 1,0% 0,9% 100%
Profit
Immatricolazioni in Italia di autovetture e fuoristrada di società di noleggio
Elaborazioni Centro Studi UNRAE
2 mesi 2016
2 mesi 2015
var %
peso % 2016
peso % 2015
FIAT
20.943
19.620
6,7%
27,9%
30,4%
VOLKSWAGEN
5.270
3.818
38,0%
7,0%
5,9%
PEUGEOT
4.979
4.083
21,9%
6,6%
6,3%
AUDI
4.687
3.174
47,7%
6,2%
4,9%
FORD
4.518
3.201
41,1%
6,0%
5,0%
CITROEN
3.794
2.256
68,2%
5,1%
3,5%
OPEL
3.624
2.630
37,8%
4,8%
4,1%
RENAULT
3.154
3.321
-5,0%
4,2%
5,1%
MERCEDES
2.921
2.192
33,3%
3,9%
3,4%
BMW
2.825
3.182
-11,2%
3,8%
4,9%
TOYOTA
2.716
812
234,5%
3,6%
1,3%
NISSAN
2.598
2.565
1,3%
3,5%
4,0%
LANCIA
2.452
2.608
-6,0%
3,3%
4,0%
ALFA ROMEO
1.849
1.662
11,3%
2,5%
2,6%
JEEP
1.584
1.732
-8,5%
2,1%
2,7%
SMART
1.571
2.988
-47,4%
2,1%
4,6%
SKODA
1.005
853
17,8%
1,3%
1,3%
VOLVO
960
1.165
-17,6%
1,3%
1,8%
LAND ROVER
910
371
145,3%
1,2%
0,6%
SEAT
569
366
55,5%
0,8%
0,6%
MINI
482
325
48,3%
0,6%
0,5%
DS
321
434
-26,0%
0,4%
0,7%
SUZUKI
214
37
478,4%
0,3%
0,1%
MAZDA
179
142
26,1%
0,2%
0,2%
HYUNDAI
163
202
-19,3%
0,2%
0,3%
JAGUAR
163
10
1530,0%
0,2%
0,0%
ABARTH
130
80
62,5%
0,2%
0,1%
KIA
104
251
-58,6%
0,1%
0,4%
marca
LEXUS
85
45
88,9%
0,1%
0,1%
DACIA
84
238
-64,7%
0,1%
0,4%
PORSCHE
82
81
1,2%
0,1%
0,1%
MASERATI
40
23
73,9%
0,1%
0,0%
HONDA
33
18
83,3%
0,0%
0,0%
SUBARU
30
20
50,0%
0,0%
0,0%
SSANGYONG
25
0
#DIV/0!
0,0%
0,0%
ALTRE
33
31
6,5%
0,0%
0,0%
Totale
75.097
64.536
16,4%
100,0%
100,0%
Immatricolazioni in Italia di autovetture e fuoristrada di società di noleggio - top 20 n. 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20
marca FIAT FIAT FIAT LANCIA FIAT FORD PEUGEOT VOLKSWAGEN ALFA ROMEO OPEL AUDI JEEP PEUGEOT TOYOTA RENAULT CITROEN AUDI VOLKSWAGEN VOLKSWAGEN BMW Totale
modello PANDA 500L 500 YPSILON 500X FOCUS 308 GOLF GIULIETTA CORSA A3 RENEGADE 208 YARIS CLIO C4 A4 POLO PASSAT SERIE 3
2 mesi 2016 6.270 5.387 4.427 2.452 2.177 2.064 2.063 1.920 1.839 1.538 1.390 1.340 1.313 1.311 1.261 1.141 1.126 1.112 1.099 1.098 75.097
peso % 8,3% 7,2% 5,9% 3,3% 2,9% 2,7% 2,7% 2,6% 2,4% 2,0% 1,9% 1,8% 1,7% 1,7% 1,7% 1,5% 1,5% 1,5% 1,5% 1,5% 100%
n. 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20
marca FIAT FIAT FIAT LANCIA SMART FIAT RENAULT ALFA ROMEO VOLKSWAGEN PEUGEOT JEEP PEUGEOT FORD BMW AUDI SMART NISSAN FORD VOLKSWAGEN NISSAN TOTALE
Elaborazioni Centro Studi UNRAE modello PANDA 500L 500 YPSILON FORFOUR PUNTO CLIO GIULIETTA GOLF 308 RENEGADE 208 FOCUS SERIE 3 A4 FORTWO MICRA C-MAX POLO QASHQAI
2 mesi 2015 6.330 5.758 4.003 2.565 2.111 1.874 1.655 1.634 1.494 1.479 1.341 1.328 1.105 1.089 981 877 821 812 791 780 64.536
peso % 9,8% 8,9% 6,2% 4,0% 3,3% 2,9% 2,6% 2,5% 2,3% 2,3% 2,1% 2,1% 1,7% 1,7% 1,5% 1,4% 1,3% 1,3% 1,2% 1,2% 100%
Carfleet 62 aprile 2016
63
Prezzi settore automotive
di Alessandro Palumbo
Auto nuove
Spese di esercizio
variazione % vs mese anno precedente
variazione % vs mese anno precedente
Fonte: elaborazioni Fleet&Mobility su dati ISTAT
Fonte: elaborazioni Fleet&Mobility su dati ISTAT
Assicurazioni
Manutenzione e riparazione
variazione % vs mese anno precedente
variazione % vs mese anno precedente
Fonte: elaborazioni Fleet&Mobility su dati ISTAT
Fonte: elaborazioni Fleet&Mobility su dati ISTAT
Carburanti e lubrificanti
Ricambi e accessori
variazione % vs mese anno precedente
variazione % vs mese anno precedente
Fonte: elaborazioni Fleet&Mobility su dati ISTAT
Fonte: elaborazioni Fleet&Mobility su dati ISTAT
64
Carfleet 62 aprile 2016