INQUINANTI

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di Edoardo Bucci per la redazione di Scomodo

L’

Per presentare il numero che avete tra le mani abbiamo l’obbligo di raccontare la genesi, assolutamente non casuale, dell’incontro tra Scomodo e Greenpeace Italia. Un incontro che nasce dalla consapevolezza radicata del peso storico che i cambiamenti climatici impongono al nostro presente e dalla volontà di ricavare lo spazio e le modalità per una riflessione del tutto nuova, per la sua complessità sociale e politica.

INQUINANTI VOL.1 | NOVEMBRE 2019

Questo numero, come il percorso che porterà alla stesura dei successivi, è scritto e realizzato in massima libertà dalla redazione di Scomodo, seguendo la propria visione del mondo e del giornalismo. Greenpeace ha contribuito economicamente alla pubblicazione del progetto, fornendo, laddove richiesta, una consulenza di formazione tecnica preziosa su alcune delle tematiche trattate. Scegliere di lavorare su un progetto comune rappresenta in primis un tentativo di coerenza rispetto alla centralità dei temi affrontati, la possibilità di uscire da qualunque polemica intergenerazionale per agire concretamente. La strada intrapresa, in linea con l’esperienza editoriale di Scomodo, vuole essere un tentativo di fornire strumenti di riflessione solidi alla nostra generazione. Questo sarà possibile solo attraverso la costruzione di una forte coscienza collettiva, ed è in questa direzione che lo sviluppo di un lavoro editoriale strutturato, ma al tempo stesso accessibile, costituisce un primo passo significativo.

Denunciare le responsabilità, morali prima ancora che politiche, dei grandi emettitori è il fulcro del nostro impegno editoriale, che vede in questo numero un tentativo embrionale di un progetto più esteso. “Inquinanti”, in questa prospettiva, assume un significato più ampio del semplice titolo e costituisce un filo condutture nella nostra riflessione legato non solo alla sfera ambientale più tangibile, ma alle implicazioni drastiche che le grandi multinazionali del ventunesimo secolo generano nello sviluppo stesso delle società umane. Abbiamo scelto di partire dal nostro Paese, dove la diramazione patologica dei rapporti tra chi inquina e la cosa pubblica costituisce l’inquietante sfondo delle più importanti dinamiche economiche. Una rete di legami che, svincolata dalla superficialità costante dei proclami, a seconda dei casi, suggerisce o impone la direzione strategica della politica italiana. In questo quadro complesso le colpe rischiano di essere così orizzontalmente ridistribuite da diventare aleatorie ed impossibili da leggere chiaramente. Avere un ruolo concreto in uno degli Stati europei che più duramente rischia di subire le conseguenze dei cambiamenti climatici, costituisce per noi uno stimolo sufficiente per cercare di indagare queste responsabilità.

Un’indagine editoriale che non può, e non deve, però allontanare dal peso condiviso dietro la situazione attuale. In questo senso, iniziare con un volume intimamente legato al contesto urbano definisce, prima ancora che una divulgazione, una presa di coscienza interiore da parte di chi si è dedicato a questa pubblicazione. Ragionare sulla città, in un mondo in cui entro venticinque anni due persone su tre ci vivranno, significa mettere al centro il legame tra presente e futuro. Questo vuol dire favorire una dialettica costante che non si adagi su soluzioni date, ma che assuma la consapevolezza di uno sforzo che deve perpetuarsi nel tempo e tra le generazioni. Diventare noi stessi pionieri e sperimentatori di un modo nuovo di essere cittadini, con la cognizione della complessità che questo significa, costituisce la sola strada possibile per affrontare la più importante crisi del vivere urbano che la nostra storia abbia mai conosciuto.

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