Rivista di OPI Ferrara

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Perchè questa edizione speciale della rivista

Il Consiglio Direttivo dell’Ordine delle Professioni Infermieristiche di Ferrara (OPI) nel quadro del progetto “Alleanza con i Cittadini”, ha voluto assumersi, a partire dal 2019, l’impegno di intervistare i cittadini Ferraresi chiedendo loro come vedono e percepiscono l’infermiere. L’indagine statistica, ha esplorato attraverso una serie di domande la percezione, le conoscenze, il vissuto – e talvolta i luoghi comuni - che i cittadini ferraresi hanno maturato nei confronti dell’infermiere. L’immagine che emerge dalla ricerca è conseguente alla nostra capacità o incapacità di farci riconoscere attraverso la nostra presenza, il nostro linguaggio e il nostro agire. L’immagine che noi abbiamo di noi stessi e della nostra professione passa per l’orgoglio che proviamo nell’essere infermieri, per la competenza che acquisiamo in tanti anni di studi universitari e per l’umanità che ci contraddistingue in ogni situazione. Essere riconosciuti come professionisti passa dai contenuti delle competenze comuni che connotano la professione infermieristica e ci rende una Famiglia Professionale fino alle modalità di favorire competenze specialistiche legate alle specificità dei singoli setting assistenziali. Un equilibrio costante tra la necessità di unitarietà della professione e quella di specializzazione assistenziale. Questa edizione straordinaria della rivista, di cui L’Ordine delle Professioni Infermieristiche di Ferrara responsabilmente si prende carico, offre alcune risposte e presenta i risultati dell’indagine statistica effettuata nel 2019, prima che fossimo investiti dall’emergenza Coronavirus, che ci ha travolto professionalmente e stravolto umanamente. “Gli infermieri sono la prima linea tra il paziente e la malattia, alcune volte sono l’unico contatto con i pazienti e i loro familiari” – così Gianluca Galli scriveva in una lettera a Concita De Gregorio sul quotidiano La Repubblica del 2 gennaio 2018. Mai come ora questa affermazione coglie una delle essenze del contributo che l’infermiere offre alla collettività. Quanto alla percezione che abbiamo di noi stessi come infermieri e della nostra professione – viene da chiedersi se sia la stessa che ha il cittadino. Il cittadino sa chi è l’infermiere, cosa e quanto studia, in che ambito si forma, quali sono le sue responsabilità? Riesce a comprendere perché è diverso dagli altri professionisti? Le risposte che i cittadini hanno dato alle domande sull’infermiere proposte durante l’indagine statistica ci devono far riflettere su quanto ancora dobbiamo impegnarci per comunicare chi siamo. Come rappresentare la poliedricità delle funzioni infermieristiche di prevenzione (a domicilio), di educazione (in ospedale, nelle CRA, negli ambulatori, a domicilio), di assistenza e riabilitazione in ogni età della vita? L’infermiere è un professionista abituato a lavorare in ambiti molto diversi, da solo o in équipe multi-disciplinari. La medicina moderna ha sviluppato delle procedure operative che necessitano il lavoro di una squadra di professionisti, ognuno dà il proprio contributo tecnico, scientifico e umano per tutelare la salute delle persone. C’è un dialogo continuo con il paziente che ci “affida la propria vita” e che spesso ci confida le sue preoccupazioni ed esprime i suoi bisogni, così come le famiglie che ci chiedono consiglio, informazioni e sostegno anche tecnico professionale per quando dovranno prendersi cura dei loro familiari dopo il ritorno a casa. Emerge sempre il valore del lato umano della professione che ci mette in contatto con la dimensione intima e vulnerabile dei pazienti in questa grande impresa che è il servizio di cura rivolto alla collettività.


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