L’identità dell’infermiere
Riflessioni attorno alla ricerca statistica presentata in questo numero C’è un prima e un dopo la pandemia per molti degli aspetti del nostro vivere comune; e ce n’è uno anche per quanto riguarda la percezione identitaria dell’infermiere. Come OPI Ferrara, abbiamo commissionato la ricerca statistica due anni fa, nel 2019 quando ancora nessuno di noi poteva sapere cosa sarebbe accaduto di lì a pochi mesi. Tutti i ritratti 1 che fanno parte della rassegna fotografica inserita in questo numero straordinario della rivista sono stati scattati tra il 2019 e l’inizio del 2020. C’è un prima e un dopo nel modo in cui si pensa a sé stessi, sia come persone che come infermieri, in questo particolare momento storico che ci ha proiettati in prima linea, assieme agli altri professionisti della cura, per far fronte comune e superare questo singolare periodo difficile. Nel commissionare la ricerca statistica coordinata dallo studio Le Immagini di Ferrara e realizzata da CDS Ferrara, il punto di partenza era una sorta di “opacità” della figura dell’infermiere agli occhi del pubblico di utenti – opacità identitaria che OPI aveva intenzione di rendere via via più trasparente e leggibile, in modo che la figura professionale ne uscisse più netta e delineata. Ora le cose sono cambiate; di professionalità e competenze dell’infermiere se ne è parlato molto e soprattutto il pubblico ha avuto davanti ai propri occhi l’impegno e le capacità profusi in questo anno o poco più di pandemia. Anche prima della pandemia, si aveva un’idea di massima del lavoro dell’infermiere; si trattava di un’idea tutto sommato positiva, cui si accordava fiducia. Ma la visione non era per nulla aggiornata, ferma alle competenze di parecchi anni fa. Su cosa puntare dunque per far emergere maggiormente l’immagine dell’infermiere completa e aggiornata rispetto alle tante competenze tecniche e al carico di responsabilità reali? Stavamo ragionando su questi temi – nel frattempo sono stati commissionati i ritratti delle diverse figure professionali nell’ambito della grande famiglia allargata degli infermieri – quando è arrivato il Covid 19, che ha evidenziato quanto o come si possa esercitare questa professione mettendo in campo una grande capacità professionale. Nonostante il pericolo e le difficoltà gli infermieri sono stati in grado di farsi carico di ogni aspetto della questione, da quello delle abilità e competenze tecniche e professionali, a quello organizzativo fino a quello umano e di relazione con i pazienti e le loro famiglie.
NESSUNO SI SALVA DA SOLO Nessuno lavora da solo, nessuno è isolato e indipendente, non lo sono i meccanismi del virus che si espande propagandosi con un meccanismo a rete, e neppure il modo in cui si può contrastare e curarne gli effetti, che necessita di collaborazione tra operatori e pensiero di sistema. La multi-professionalità è la soluzione, perché i problemi sono così complessi che occorrono le competenze di tante figure professionali disposte a collaborare ad un unico obiettivo. Tutti i ritratti pubblicati sono stati realizzati prima che l’emergenza pandemica ci
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portasse all’adozione delle misure di protezione individuali. Alcune altre immagini scattate durante la pandemia mostrano il personale infermieristico con i dispositivi di protezione individuale.
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