Il Principe Ivan, l’Uccello di Fuoco
THE TALE OF IVAN TSAREVICH, THE BIRD OF LIGHT AND THE GREY WOLF
Racconto di Aleksandr Afanas’ev.
Dalla versione di Leonard A. Magnus, Russian Folk-Tales.
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C’era una volta, in un regno molto lontano, uno Zar di nome Vyslav che aveva tre figli: il primogenito si chiamava Dimitri, il secondogenito Vasily e il terzogenito Ivan. Il giardino del palazzo dello Zar era tanto bello che era conosciuto in tutto il mondo come il più ricco e splendente di tutti, dove crescevano piante e frutti unici nel loro genere. Lo Zar Vyslav era molto legato ad un albero in particolare: un melo che faceva frutti d’oro! Lo Zar passeggiava nei giardini del palazzo ogni giorno, e ogni giorno controllava che le mele d’oro fossero tutte al loro posto. Un mattino, però, notò che ne mancava una: chi mai poteva aver osato rubarla? Dopo settimane di
indagini molto approfondite, lo Zar Vyslav scoprì che era stata una creatura leggendaria, dagli occhi di zaffiri e dalle piume d’oro e rubini: L’UCCELLO DI FUOCO!
Lo Zar mandò i suoi migliori guerrieri per catturarlo, ma nessuno di loro riuscì nell’impresa. Così, decise di affidare il compito ai principi, e un giorno li chiamò a sé.
«Miei cari figli, purtroppo nessuno è riuscito a catturare l’Uccello di Fuoco», disse loro, «Ho bisogno del vostro aiuto.
Chi riuscirà nell’impresa otterrà subito metà del regno, e l’altra metà alla mia morte».
Il primo a provare fu Dimitri. La sera stessa si sedette ai piedi dell’albero dalle mele d’oro, con l’intento di
catturare l’Uccello di Fuoco. Stanco dopo la lunga giornata, si addormentò poco dopo. Quando si svegliò, l’Uccello di Fuoco aveva già fatto visita al giardino dello Zar, rubando ben TRE mele d’oro. Andò da suo padre, ma non ebbe il coraggio di dirgli la verità.
«Hai visto l’Uccello di Fuoco questa notte?» gli chiese lo Zar.
«Questa notte non è venuto, padre», rispose Dimitri. La notte seguente fu il turno di Vasily.
Si sedette anche lui ai piedi dell’albero dalle mele d’oro, ma… si addormentò anche lui! Russava talmente tanto che non udì l’Uccello di Fuoco rubare
CINQUE mele d’oro. Anche lui, però, non disse la verità al padre.
«Hai visto l’Uccello di Fuoco questa
notte?» gli chiese lo Zar.
«Questa notte non è venuto, padre», rispose Vasily.
La terza notte fu il giovane Ivan a sedersi ai piedi dell’albero dalle mele d’oro. Il principe Ivan voleva catturare l’Uccello di Fuoco con tutto sé stesso, perché i fratelli maggiori lo avevano preso in giro per tutto il giorno.
«Non siamo riusciti noi, cosa vorresti fare tu?» gli aveva detto Dimitri.
«Farai una figuraccia, dovresti ritirarti!»
aveva continuato Vasily. Lui, però, aveva insistito per provarci lo stesso.
Aspettò un’ora, poi due e poi tre e, proprio quando stava per rassegnarsi e chiudere gli occhi, l’intero giardino si illuminò come se il sole fosse
alto nel cielo. Il Principe Ivan si coprì la fronte con una mano, e vide l’ombra di un enorme uccello avvicinarsi verso l’albero dalle mele d’oro e appoggiarsi su uno dei rami più alti. Ivan si nascose dietro al tronco e, appena l’Uccello di Fuoco si piegò per rubare una mela, gli agguantò la coda con entrambe le mani. L’Uccello era però molto più forte di Ivan, e riuscì a liberarsi dalla presa del principe, che rimase con una sola piuma d’oro e rubini. Il mattino seguente, quando lo Zar Vyslav si svegliò, Ivan andò da lui e gli mostrò la piuma dell’Uccello di Fuoco. Anche se non aveva catturato la creatura ma era riuscito soltanto a rubarle una piuma, lo Zar fu entusiasta e stupito dell’impresa di Ivan.
In realtà anche lui, come Dimitri e Vasily, nutriva poche speranze nel figlio più piccolo. Lo Zar mise la piuma nella vetrinetta dietro al trono, cosicché tutti coloro che entravano potessero riconoscere la magnificenza del loro regno. Da quel giorno l’Uccello di Fuoco non si vide più.
Qualche tempo dopo, lo Zar Vyslav chiamò di nuovo i figli, e disse loro: «Figli miei, tutti e tre avete fallito. Soltanto Ivan è riuscito a donarmi questa meravigliosa piuma, e ora desidero ancora di più che l’Uccello di Fuoco sia mio. Chi riuscirà nell’impresa otterrà subito metà del regno, e l’altra metà alla mia morte».
I principi Dimitri e Vasily partirono insieme, mentre il Principe Ivan partì
da solo. Cavalcò per lungo tempo, finché non raggiunse uno sterminato prato verde, al cui centro si ergeva una colonna in pietra, con un’iscrizione: Colui che andrà dritto
troverà freddo e fame; colui che andrà a destra vivrà una lunga vita in salute, ma perderà il suo cavallo; colui che andrà a sinistra
troverà la morte, ma il suo cavallo vivrà una vita lunga e in salute. Il Principe Ivan lesse e rilesse, pensando a quale fosse la scelta
migliore. Pensò per un giorno, poi per un altro e un altro ancora, e al terzo giorno fece un passo verso destra, e subito arrivò un enorme Lupo Grigio.
«VIAGGIATORE», disse il Lupo Grigio, «Hai scelto di sacrificare il tuo cavallo!
Tu vivrai, ma lui sarà il mio pranzo!»
Detto questo, il Lupo Grigio mangiò
il cavallo in un sol boccone, e poi scappò via.
Il Principe Ivan aveva appoggiato il piede a destra per sbaglio e pianse per il suo cavallo, che l’aveva accompagnato fiero e fedele fino a quel momento. Non avendo altra scelta, proseguì a piedi e camminò per un giorno intero. Quando il sole iniziava a calare, e così anche la
speranza del Principe Ivan, il Lupo Grigio ricomparve davanti a lui.
«Mi sento in colpa per aver mangiato il tuo cavallo, giovane Viaggiatore. Dimmi, perché sei in viaggio?» chiese.
«Sono il Principe Ivan, figlio dello Zar Vyslav, e ho l’ordine di catturare il leggendario Uccello di Fuoco», rispose il Principe Ivan.
«Sali sul mio dorso, ti porterò io», gli ordinò il Lupo Grigio.
Così, il Principe Ivan saltò sul dorso del Lupo Grigio, che iniziò a correre velocissimo. Era molto più veloce del cavallo del Principe Ivan!
In poche ore giunsero davanti ad un alto muro di pietra, e il Lupo Grigio ordinò al Principe Ivan di scendere. «Scavalca questo muro, ed entra nel
giardino. Vedrai che l’Uccello di Fuoco dorme in una gabbia d’oro. Potrai prenderlo, ma MI RACCOMANDO: NON TOCCARE LA GABBIA D’ORO!»
Il Principe Ivan si arrampicò sul muro di pietra ed entrò nel giardino. Vide l’Uccello di Fuoco che, come aveva detto il Lupo Grigio, dormiva in una splendida gabbia d’oro e diamanti. Prese l’animale leggendario tra le braccia e si avviò verso il muro.
Poi si voltò verso la gabbia, che risplendeva al centro del giardino.
«In fondo, perché no?» si disse, «L’Uccello di Fuoco dovrebbe avere una gabbia degna di un animale leggendario».
Tornò indietro e mise una mano sulla gabbia, con l’intenzione di portarla via. In quel momento, nel giardino esplose
un suono acuto e fortissimo, e nel giro di pochi istanti il Principe Ivan fu circondato dai soldati, che lo catturarono e lo portarono al cospetto dello Zar Dolmat. Lo Zar Dolmat era molto arrabbiato con il Principe Ivan, e gli disse: «Dovresti vergognarti, giovane! Tuo padre ti ha forse insegnato a rubare?
Sei forse un ladro?»
«No, mio signore», rispose il Principe
Ivan, «Sono il Principe Ivan, figlio dello Zar Vyslav, e ho l’ordine di catturare il leggendario Uccello di Fuoco. Mi dispiace di avervi offeso».
«Se tu mi avessi detto chi eri e perché eri giunto fino a qui, ti avrei consegnato l’Uccello di Fuoco e la gabbia io stesso! Ora, però, hai perso l’onore. Per recuperarlo, dovrai
attraversare i ventisette regni e recarti dallo Zar Afron. Lui possiede il leggendario Cavallo dalla Criniera d’oro. Portamelo, e io ti consegnerò l’Uccello di Fuoco e la sua gabbia, e perdonerò il crimine che hai commesso questa notte».
Il Principe Ivan, a testa bassa, uscì dal palazzo, dove trovò il Lupo Grigio. Gli raccontò tutto, e il Lupo Grigio fu molto deluso dal suo comportamento. «Ti avevo avvertito di non toccare la gabbia», lo ammonì, «Adesso sali sul mio dorso, il regno dello Zar Afron è molto lontano».
Il Principe Ivan salì in groppa al Lupo
Grigio, e insieme attraversarono i ventisette regni di cui aveva parlato
lo Zar Dolmat. Giunti al regno dello Zar Afron, il Lupo Grigio si fermò davanti ad una staccionata e ordinò al Principe Ivan di scendere.
«Scavalca questa staccionata, ed entra nella scuderia di marmo bianco. Vedrai che il Cavallo dalla Criniera d’oro dorme accanto ad una briglia d’oro.
Potrai prenderlo, ma MI RACCOMANDO: NON TOCCARE LA BRIGLIA D’ORO!»
Il Principe Ivan scavalcò la staccionata ed entrò nella scuderia di marmo bianco. Svegliò il cavallo e lo condusse fino all’uscita della scuderia, ma poi si voltò verso la briglia d’oro. «In fondo, perché no?» si disse, «ll Cavallo dalla Criniera d’oro deve avere una briglia degna di un animale leggendario». Corse a prendere la briglia d’oro ma,
appena la toccò, suonò l’allarme, e le guardie dello Zar Afron lo circondarono e lo portarono nella sala del trono.
«Vergognati, ladro!»
lo ammonì lo Zar Afron.
Il Principe Ivan abbassò il capo, e disse:
«Sono il Principe Ivan, figlio dello Zar Vyslav, e ho l’ordine di catturare il leggendario Uccello di Fuoco. Per farlo, devo portare il Cavallo dalla Criniera
d’oro allo Zar Dolmat. Mi dispiace di avervi offeso».
Lo Zar Afron era molto arrabbiato, e disse: «Se tu mi avessi detto chi eri e perché eri giunto fino a qui, ti avrei consegnato il Cavallo dalla Criniera d’oro e la briglia d’oro io stesso.
Adesso devi fare qualcosa per me, se vuoi che ti perdoni. Alla fine del
mondo, oltre agli ultimi ventisette regni, vive la Principessa Elena la Bella, della quale sono innamorato da lungo tempo. Portami la Principessa Elena la Bella, e io ti perdonerò e ti darò il Cavallo dalla Criniera d’oro e la briglia d’oro. Se non lo farai, il disonore cadrà su di te, sulla tua famiglia e su tutto il tuo regno».
Il Principe Ivan annuì e tornò dal Lupo Grigio che, di nuovo, fu molto deluso. «Ti avevo avvertito di non toccare la briglia d’oro ma tu, per la seconda volta, non mi hai ascoltato. Tuttavia, anche se mi hai deluso di nuovo, ti porterò al regno della Principessa Elena la Bella», disse il Lupo Grigio.
Così, il Lupo Grigio e il Principe Ivan partirono insieme, e cavalcarono fino
al regno della Principessa Elena la Bella. Quando arrivarono, la Principessa stava passeggiando per i giardini del palazzo con le sue ancelle.
Il Principe Ivan saltò giù dal dorso del Lupo Grigio, che fece un balzo nel giardino, spaventò le ancelle e portò fuori la Principessa Elena la Bella.
Quando gli sguardi della Principessa Elena la Bella e del Principe Ivan si incrociarono, i due si innamorarono perdutamente, e la Principessa decise di seguire il Principe Ivan e cavalcare con lui sul dorso del Lupo Grigio.
Quando arrivarono al palazzo dello Zar Afron, però, entrambi scoppiarono a piangere.
«Non posso consegnarti allo Zar Afron», disse il Principe Ivan.
«E io non voglio che tu lo faccia»,
rispose la Principessa Elena la Bella.
«Non ho altra scelta! Se non lo faccio, il mio regno verrà macchiato con il disonore!» pianse il Principe Ivan.
Il Lupo Grigio, allora, si avvicinò ad entrambi. «Abbiamo vissuto molte avventure insieme», disse al Principe
Ivan, «E voglio farti questo ultimo regalo. Mi trasformerò nella Principessa
Elena la Bella, e tu mi porterai dallo
Zar Afron, che ti darà il Cavallo dalla Criniera d’oro e la briglia d’oro.
Tu partirai alla volta del regno dello
Zar Dolmat con la Principessa Elena la Bella e con il Cavallo dalla Criniera
d’Oro, mentre io resterò per tre giorni
nel palazzo dello Zar Afron. Passati questi tre giorni, quando sarete
usciti dal regno dello Zar Afron, io mi ritrasformerò in Lupo
e vi raggiungerò». Con il cuore ricolmo di gioia, il Principe Ivan accettò la proposta del Lupo Grigio, che si trasformò nella Principessa Elena la Bella.
Andarono dallo Zar Afron, che consegnò al Principe Ivan il Cavallo dalla Criniera d’oro e la briglia d’oro. Il Principe Ivan uscì dal palazzo cavalcando il Cavallo dalla Criniera
d’oro, recuperò la Principessa Elena la Bella e partirono verso il regno dello Zar Dolmat. Il Lupo Grigio rimase per tre giorni nel palazzo dello Zar Afron con le sembianze della Principessa Elena la Bella, e il terzo giorno chiese di poter fare un giro nei giardini con le sue ancelle. Ad un certo punto si ritrasformò in lupo, spaventò le ancelle
e scappò via. Raggiunse presto il Principe Ivan e la Principessa Elena la Bella, che erano arrivati al muro di pietra fuori dal palazzo dello Zar Dolmat. Una volta qui, però, il Principe Ivan guardò il Lupo Grigio e gli fece una richiesta: «Ti prego, Lupo Grigio, trasformati nel Cavallo dalla Criniera d’oro. La Principessa Elena la Bella è una donna celestiale, tanto bella da meritare il più nobile fra tutti i cavalli. Lascia che lei possa continuare a cavalcarlo».
Il Lupo Grigio, che durante tutte le avventure si era affezionato al Principe Ivan, lo accontentò. Si trasformò nel Cavallo dalla Criniera d’oro e, insieme al Principe Ivan, entrarono a palazzo.
Lo Zar Dolmat era tanto felice che ordinò tre giorni di festeggiamenti.
Al terzo giorno consegnò al Principe
Ivan l’Uccello di Fuoco con la gabbia d’oro. Il Principe Ivan uscì dal palazzo con l’Uccello di Fuoco, raggiunse la Principessa Elena la Bella e il Cavallo dalla Criniera d’oro, e ripartì alla volta di casa. Alcuni giorni dopo, lo Zar Dolmat decise di fare una passeggiata sul dorso del Lupo Grigio con le sembianze del Cavallo dalla Criniera d’oro. Appena furono fuori dalle scuderie, il Lupo Grigio disarcionò lo Zar Dolmat, tornò alla sua forma originale, e fuggì. Il Lupo Grigio si ricongiunse con il Principe Ivan e con la Principessa Elena la Bella alla colonna in mezzo al prato dove aveva mangiato il cavallo del Principe Ivan.
«Qui è dove ci siamo incontrati, e qui è dove ci salutiamo»,
disse il Lupo Grigio.
Il Principe Ivan e la Principessa Elena la Bella abbracciarono il Lupo Grigio e lo ringraziarono per il suo aiuto, poi ripartirono cavalcando il Cavallo dalla Criniera d’Oro. Viaggiarono per alcuni giorni, e poco prima di giungere nel regno del Principe Ivan si fermarono a riposare ai piedi di un pioppo.
Ora è giunto il momento di capire che fine avevano fatto i Principi Dimitri e Vasily. Avevano viaggiato in lungo e in largo, ma avevano sperperato i soldi per il viaggio in locande e giochi, quindi stavano tornando a casa a mani vuote, e si ritrovarono a passare proprio davanti al pioppo dove il
Principe Ivan e la Principessa Elena la Bella si erano fermati a riposare.
«Il Principe Ivan?!» esclamò
il Principe Dimitri stupito. «Non possiamo permettere che un tale stolto vinca la sfida», aggiunse il Principe Vasily.
Così scesero dai loro cavalli e, con un sol colpo di spada, trafissero il Principe Ivan. Poi presero la gabbia d’oro che conteneva l’Uccello di Fuoco, il Cavallo dalla Criniera d’oro con la briglia d’oro e la Principessa Elena la Bella, e tornarono a casa, abbandonando il Principe Ivan. Ordinarono alla Principessa Elena la Bella di non raccontare a nessuno cosa fosse accaduto. In caso contrario, l’avrebbero uccisa. Agli occhi dello Zar Vyslav, gli eroi dovevano essere loro, e non il Principe Ivan. Lo Zar Vyslav
li accolse con grande gioia, sperando
che presto facesse ritorno anche il figlio più piccolo.
Il Principe Ivan, però, giaceva senza vita ai piedi del pioppo. Il Lupo Grigio lo raggiunse e provò a rianimarlo, ma senza successo.
Allora prese per la coda uno dei corvi che volavano nei dintorni.
«Non mangiarmi, ti prego!» disse il corvo.
«Se non vuoi che ti mangi, allora il tuo amico deve fare qualcosa per me», rispose il Lupo Grigio.
«Quello che vuoi!» esclamò il secondo corvo tra le lacrime.
«Vola attraverso tutti i regni, raggiungi la fine del mondo e oltrepassala.
Là troverai la Fonte della Vita.
Raccogli una fiala di acqua dalla
Fonte, e portamela qui!»
ordinò il Lupo Grigio. Il corvo volò via.
Ritornò tre giorni dopo, portando con il becco una fiala dell’acqua della
Fonte della Vita. La consegnò al Lupo, che lasciò andare il suo amico corvo, ed entrambi volarono via alla velocità della luce. Il Lupo Grigio sparse
l’acqua della Fonte della Vita sul corpo del Principe Ivan, che si risvegliò come da un lungo sonno.
«Che è successo?» chiese assonnato.
«Forza, sali in groppa, dobbiamo salvare la Principessa Elena la Bella!
Tuo fratello Dimitri la obbligherà a sposarlo, e ruberà il tuo regno!»
disse il Lupo Grigio.
Il Principe Ivan saltò in groppa al Lupo
Grigio, e cavalcarono fino al palazzo dello Zar Vyslav, dove il Principe Dimitri
stava per sposare la Principessa Elena
la Bella. Appena il Principe Ivan arrivò, la Principessa Elena corse ad abbracciarlo, e insieme raccontarono la verità sulle avventure del Principe
Ivan. Lo Zar Vyslav, quando seppe che il Principe Dimitri e il Principe Vasily
avevano tentato di uccidere il Principe
Ivan, li bandì dal suo regno, e incoronò
Ivan come suo successore.
Lo Zar Ivan e la Principessa Elena
la Bella si sposarono, e vissero per sempre felici e contenti.Fine!